La Sentenza sulla memoria e la reminiscenza di Aristotele
La Sentenza sulla memoria e la reminiscenza di Aristotele
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L'ARCA DELLA MEMORIA<br />
TOMMASO D'AQUINO<br />
<strong>La</strong> <strong>Sentenza</strong> <strong>sul<strong>la</strong></strong> <strong>memoria</strong><br />
e <strong>la</strong> <strong>reminiscenza</strong> <strong>di</strong> <strong>Aristotele</strong><br />
traduzione critica con testo a fronte<br />
a cura del Progetto-Tommaso<br />
sotto <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />
GIANFRANCO BINOTTI e DEBORA RONCARI<br />
3
4<br />
Il testo <strong>la</strong>tino eÁ tratto da<br />
S. THOMAE DE AQVINO<br />
Sentencia libri De sensu et sensato cuius secundus tractatus est De<br />
<strong>memoria</strong> et reminiscencia, (Opera omnia, T. XLV, 2; ed. R.-A.<br />
Gauthier) Roma-Paris, Commissio Leonina - Vrin, 1985,<br />
pp. 103-133.<br />
Per gentile concessione del<strong>la</strong> Commissione Leonina<br />
ProprietaÁ letteraria riservata<br />
Diritti <strong>di</strong> traduzione in qualsiasi forma, <strong>di</strong> memorizzazione<br />
elettronica, <strong>di</strong> riproduzione e <strong>di</strong> adattamento, totale o parziale,<br />
con qualsiasi mezzo del<strong>la</strong> presente opera sono riservati<br />
al<strong>la</strong> E<strong>di</strong>trice Domenicana Italiana srl come per legge per tutti<br />
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e-mail: info@e<strong>di</strong>.na.it<br />
ISBN 978-88-89094-00-0
INDICE<br />
PRIMA PARTE:<br />
INTRODUZIONE E STRUMENTI<br />
INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
L'arca del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Una traduzione critica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
<strong>La</strong> presente e<strong>di</strong>zione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
L'opera aristotelica e il commento tommasiano . . . . 000<br />
<strong>Aristotele</strong>, <strong>La</strong> <strong>memoria</strong> e <strong>la</strong> <strong>reminiscenza</strong> . . . . . . . . .<br />
Tommaso d'Aquino, <strong>Sentenza</strong> <strong>sul<strong>la</strong></strong> <strong>memoria</strong> e <strong>la</strong> remi-<br />
000<br />
niscenza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Avvertenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
STRUMENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Schede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
<strong>Aristotele</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Tommaso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Divisio textus complessiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Lessico <strong>la</strong>tino- italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Lessico italiano-<strong>la</strong>tino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Bibliografia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 000<br />
SECONDA PARTE:<br />
TESTO E TRADUZIONE<br />
Schema complessivo del<strong>la</strong> Sententia . . . . . . . . . . . . . 000<br />
Testo <strong>di</strong> <strong>Aristotele</strong> (<strong>la</strong>tino) ± traduzione italiana . . . 000<br />
Testo <strong>di</strong> Tommaso (<strong>la</strong>tino) ± traduzione italiana . . . 000<br />
5
L'arca del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong><br />
INTRODUZIONE<br />
1. DIMENSIONE SOGGETTIVA DELLA MEMORIA<br />
INTRODUZIONE 9<br />
Una realtaÁ esterna al<strong>la</strong> persona, attraverso i sensi si<br />
tramuta in dato sensoriale e come tale si deposita nel<strong>la</strong><br />
<strong>memoria</strong>. Si eÁ descritto cosõÁ in modo sintetico, quello<br />
che in realtaÁ eÁ uno dei processi piuÁ importanti, complessi<br />
ed interessanti del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione uomo ± mondo, ed<br />
eÁ questo processo l'oggetto indagato da Tommaso nel<strong>la</strong><br />
sua Sententia de Memoria et Reminiscentia. Gli elementi<br />
che vi si intrecciano si concatenano in una sequenza:<br />
oggetto/sensi, sensi/dato sensoriale, dato sensoriale/<br />
immagine mnemonica. Si tratta <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> volta<br />
in volta originale e <strong>di</strong>verso, perche <strong>la</strong> persona lo affronta<br />
attivandosi con adesioni che possono variare secondo<br />
tutte le sfumature possibili dell'intenzionalitaÁ e<br />
dell'emozionalitaÁ e <strong>di</strong> altri elementi che entrano in<br />
gioco. Dice appunto Tommaso, riferendoci <strong>Aristotele</strong>,<br />
che al termine <strong>di</strong> tale percorso si trova un'immagine,<br />
ossia una ``rappresentazione del<strong>la</strong> fantasia'' (phantasma)<br />
1 che ha <strong>la</strong> propria origine nell'intersoggettivitaÁ<br />
ed in cioÁ che eÁ esterno al<strong>la</strong> persona, ma va acquisendo<br />
anche connotazioni decisamente soggettive. Nel<strong>la</strong> sua<br />
quoti<strong>di</strong>anitaÁ, l'io-soggetto incontra un grande numero<br />
1 I termini-chiave <strong>di</strong> quest'opera, qui citati anche nel<strong>la</strong> loro forma<br />
<strong>la</strong>tina, vengono presentati in modo specifico nel Lessico <strong>la</strong>tino-italiano<br />
al quale si rimanda il lettore per una piuÁ artico<strong>la</strong>ta panoramica<br />
del<strong>la</strong> complessitaÁ del loro portato semantico.
10<br />
PRIMA PARTE<br />
<strong>di</strong> realtaÁ, esse cadono sotto i suoi sensi, a volte concernono<br />
un senso solo, (un segnale sonoro, un profumo)<br />
spesso piuÁ <strong>di</strong> uno, sono, cioeÁ, sinestesiche. Non tutto<br />
quanto eÁ percepito, magari per pochi istanti, viene trasformato<br />
attraverso i gra<strong>di</strong> del processo mnestico fino a<br />
<strong>di</strong>ventare una rappresentazione del<strong>la</strong> fantasia e quin<strong>di</strong><br />
<strong>memoria</strong>. Molte delle realtaÁ che ci circondano ci sfiorano<br />
appena, a volte si intersecano fra loro confusamente,<br />
annul<strong>la</strong>ndosi reciprocamente. Talvolta poi,<br />
uno stimolo non suscita alcuna risposta intenzionale o<br />
emozionale (e neppure a livello inconscio <strong>di</strong>remmo noi<br />
oggi) e quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> persona non si attiva in nessun modo<br />
<strong>di</strong> fronte ad esso. Si puoÁ anche dare il caso che <strong>di</strong>fficoltaÁ<br />
temporanee o stabili insite nell'in<strong>di</strong>viduo inficino l'efficacia<br />
del processo 2 .<br />
Tuttavia molto <strong>di</strong> quanto percepiamo eÁ destinato a<br />
<strong>di</strong>ventare un'immagine, una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinto virtuale,<br />
tratteggiato dai nostri sensi ed e<strong>la</strong>borato successivamente<br />
dall'intelletto: un'opera unica, che entra a far<br />
parte <strong>di</strong> una collezione privata, viene catalogata ed eÁ<br />
pronta ad essere riconsiderata, a seconda delle necessitaÁ<br />
e delle contingenze, dal<strong>la</strong> mente che l'ha prodotta.<br />
<strong>La</strong> prima connotazione che caratterizza questa collezione<br />
eÁ dunque <strong>la</strong> sua soggettivitaÁ. Una <strong>di</strong>mensione<br />
inevitabile perche eÁ il soggetto che seleziona piuÁ o<br />
meno intenzionalmente i dati del<strong>la</strong> percezione, che<br />
ne coglie le suggestioni emozionali, li veste <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni,<br />
li traduce in immagini significative per lui. L'aspetto<br />
piuÁ interessante e peculiare eÁ poi il sistema dei nessi<br />
2 Anche Tommaso, riprendendo <strong>Aristotele</strong>, precisa che passiones<br />
del corpo, quali <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia e l'ubriachezza, e dell'anima, quali l'ira e<br />
il desiderio, possono contrastare il processo <strong>di</strong> memorizzazione<br />
(450a32).
INTRODUZIONE 11<br />
che legano le immagini tra loro e che origina una catalogazione<br />
molto personale. In un passo <strong>di</strong> grande efficacia<br />
anche poetica, Agostino descrive cosõÁ <strong>la</strong> collezione<br />
delle immagini <strong>di</strong> <strong>memoria</strong>:<br />
``Giungo allora ai campi e ai vasti quartieri del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>,<br />
dove riposano i tesori delle innumerevoli immagini<br />
<strong>di</strong> ogni sorta <strong>di</strong> cose introdotte dalle percezioni...<br />
Quando sono <strong>la</strong>Á dentro, evoco tutte le immagini che<br />
voglio. Alcune si presentano all'istante, altre si fanno<br />
desiderare piuÁ a lungo, quasi vengano estratte da ripostigli<br />
piuÁ segreti. Alcune si presentano a ondate e,<br />
mentre ne cerco e desidero altre, bal<strong>la</strong>no in mezzo, con<br />
l'aria <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: ``non siamo noi per caso?''. E io le scaccio<br />
con <strong>la</strong> mano dello spirito dal volto del ricordo, fincheÂ<br />
quel<strong>la</strong> che cerco si snebbia e avanza dalle segrete al mio<br />
sguardo...'' 3<br />
Quanto fino a qui descritto, anche attraverso <strong>la</strong> bellezza<br />
del<strong>la</strong> rappresentazione agostiniana, eÁ un procedere<br />
abituale e <strong>la</strong> collezione <strong>di</strong> immagini mnemoniche<br />
eÁ un possesso abituale (habitus). Si chiudono gli occhi e<br />
nell'arca del<strong>la</strong> propria <strong>memoria</strong> ci si sente a casa, attorniati<br />
da un arredo <strong>di</strong> realtaÁ famigliari, dalle piuÁ belle e<br />
conso<strong>la</strong>nti a quelle dolorose o inquietanti, ma comunque<br />
famigliari. L'arca del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> eÁ anche l'arca del<br />
proprio io.<br />
1.1. <strong>La</strong> collezione del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>: i ``catalizzatori''<br />
L'arca eÁ il luogo in cui si custo<strong>di</strong>scono tesori 4 . Ora,<br />
3 Agostino, Confessioni, X, 8 (Agostino, 1966, p. 202).<br />
4 <strong>La</strong> scelta <strong>di</strong> ``arca'' e ``tesoro'', quali metafore portanti del<strong>la</strong><br />
riflessione, ripropone nei termini l'incrocio fra <strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione c<strong>la</strong>ssica<br />
ciceroniana e quel<strong>la</strong> me<strong>di</strong>evale, fin dai Padri del<strong>la</strong> Chiesa <strong>la</strong>tina. Infatti<br />
thesaurus <strong>memoria</strong>e, a titolo <strong>di</strong> esempio, eÁ attestato in Cicerone (De
12<br />
PRIMA PARTE<br />
<strong>la</strong> metafora del tesoro ha varie <strong>di</strong>mensioni interpretative<br />
che si prestano al<strong>la</strong> nostra riflessione: eÁ prezioso; eÁ<br />
spen<strong>di</strong>bile, eÁ, cioeÁ, con<strong>di</strong>visibile con altri; eÁ cumu<strong>la</strong>tivo<br />
e costantemente puoÁ essere accresciuto oppure puoÁ<br />
depauperarsi. Che <strong>la</strong> <strong>memoria</strong> sia preziosa eÁ dato imme<strong>di</strong>atamente<br />
comprensibile: attraverso il suo filtro<br />
passano l'unicitaÁ del<strong>la</strong> persona, del<strong>la</strong> sua lettura del<br />
mondo; <strong>la</strong> sua con<strong>di</strong>visibilitaÁ, poi, eÁ garante del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />
con gli altri. Proviamo a soffermarci ora sul fatto<br />
che <strong>la</strong> collezione del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> non eÁ mai statica percheÂ<br />
soggetta a continue mutazioni: si accresce in quantitaÁ,<br />
<strong>di</strong>minuisce per l'intervento dell'oblio, i singoli contenuti<br />
si mo<strong>di</strong>ficano grazie a nuovi apporti, quin<strong>di</strong> mutano<br />
<strong>di</strong> qualitaÁ. Un'immagine prodotta dal<strong>la</strong> mente che<br />
agisce sotto lo stimolo del<strong>la</strong> percezione puoÁ avere tinte<br />
vivide, restare a lungo, a volte per sempre, oppure puoÁ<br />
essere <strong>la</strong>bile, confusa e col tempo si perde. Alcune contingenze<br />
in atto al momento del<strong>la</strong> percezione facilitano<br />
l'efficacia del processo mnemonico. Come in una reazione<br />
chimica esistono, cioeÁ, dei catalizzatori che fissano,<br />
rendono stabile <strong>la</strong> raffigurazione mentale: i principali<br />
sono <strong>la</strong> concentrazione, <strong>la</strong> ripetizione, l'emozione.<br />
Tutti possono essere attivi in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dal<strong>la</strong> volontaÁ del<strong>la</strong> persona oppure essere cercati e attivati<br />
intenzionalmente. I catalizzatori, inoltre, possono<br />
oratore I, § 18,10 - 20, 7), in Ambrogio (Expositio psalmi cxviii Cl. 0141<br />
litt. 7 cap. 25 p. 142, l. 1), in Agostino (es. Contra Iulianum Cl. 0351 IV<br />
col. 744, l. 49; anche De Trinitate Cl. 0329, SL 50A, XV c. 12, l. 87), in<br />
Gero<strong>la</strong>mo (es. Commentarii in Ezechielem Cl. 0587 I c. 3, l. 850). Anche<br />
Tommaso raccoglie questa tra<strong>di</strong>zione. <strong>La</strong> principale evoluzione che si<br />
coglie nei significati attribuiti a queste metafore si muove nel senso <strong>di</strong><br />
un approfon<strong>di</strong>mento del<strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione morale, e anche misteriosa,<br />
del portato mnemonico, rispetto a quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> un bene accumu<strong>la</strong>to.
INTRODUZIONE 13<br />
agire singo<strong>la</strong>rmente o intersecarsi fra loro ed eÁ con<br />
tanta piuÁ intensitaÁ allora che l'immagine si forma e<br />
permane nel<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>. Un'immagine sinestesica,<br />
nata da percezioni ad un tempo olfattive, visive e u<strong>di</strong>tive,<br />
formatasi in un momento <strong>di</strong> emozione e concentrazione<br />
eÁ sicuramente nitida ed efficace a lungo. Ma<br />
anche uno stimolo piuÁ semplice, se legato al<strong>la</strong> ripetizione,<br />
si puoÁ trasformare in possesso abituale. Questi<br />
aspetti del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> ci sono stati tramandati con chiarezza<br />
giaÁ dagli scrittori d'epoca romana, in partico<strong>la</strong>re<br />
dagli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> Retorica che consideravano <strong>la</strong> <strong>memoria</strong><br />
come il bene piuÁ prezioso 5 . In sostanza, i <strong>la</strong>tini stu<strong>di</strong>arono<br />
<strong>la</strong> capacitaÁ e <strong>la</strong> possibilitaÁ <strong>di</strong> padroneggiare<br />
quelli che qui vengono chiamati i catalizzatori da parte<br />
<strong>di</strong> chi eÁ interessato al<strong>la</strong> memorizzazione. Un'arte che si<br />
mantiene nei confini dell'abilitaÁ e del<strong>la</strong> volontaÁ del<br />
soggetto: egli si esercita a memorizzare intenzionalmente,<br />
a costruire immagini accumu<strong>la</strong>ndole or<strong>di</strong>natamente,<br />
proprio dominando e perfezionando <strong>la</strong> propria<br />
concentrazione e <strong>la</strong> ripetizione, utilizzando sapientemente<br />
anche le emozioni: una sezione del mondo mnemonico<br />
vasta ma padroneggiata dall'io, dal<strong>la</strong> sua decisionalitaÁ<br />
ed abilitaÁ e, non ultima, dal<strong>la</strong> sua capacitaÁ<br />
immaginativa. <strong>La</strong> costruzione delle immagini <strong>di</strong> <strong>memoria</strong><br />
segue una tecnica ben precisa, stu<strong>di</strong>ata e tramandata.<br />
1.2. Le imagines agentes<br />
L'arte del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> eÁ stata approfon<strong>di</strong>ta con<br />
5 In questo senso vale <strong>la</strong> pena ricordare in partico<strong>la</strong>re l'Ad Herennium<br />
(86-82 a.C.) opera <strong>di</strong> anonimo, ma per lungo tempo attribuita a<br />
Cicerone, come il De Oratore (55 a.C.) <strong>di</strong> Cicerone, e ancora l'Institutio<br />
oratoria (60 d.C.) <strong>di</strong> Quintiliano.
14<br />
PRIMA PARTE<br />
grande finezza e acume da Frances Yates in un'opera,<br />
che porta questo titolo 6 . Tra le riflessioni piuÁ interessanti<br />
che emergono da questo saggio, si colloca quel<strong>la</strong><br />
re<strong>la</strong>tiva alle imagines agentes. Sono immagini e<strong>la</strong>borate<br />
dall'esperto nell'arte mnemonica perche restino indelebili<br />
nel<strong>la</strong> sua mente. Sono definite agentes nel De oratore<br />
ciceroniano, perche hanno il potere <strong>di</strong> colpire l'anima,<br />
<strong>di</strong> impressionar<strong>la</strong> rapidamente e stabilmente. Si<br />
potrebbe definire <strong>la</strong> mente dell'esperto nell'ars memorativa<br />
come un <strong>la</strong>boratorio, in cui si producono, per<br />
cosõÁ <strong>di</strong>re, in vitro i catalizzatori, fra tutti puntando soprattutto<br />
su quello re<strong>la</strong>tivo all'emozionalitaÁ: il retore<br />
veste <strong>di</strong> elementi che suscitano emozioni i dati che intende<br />
mandare a <strong>memoria</strong>. <strong>La</strong> prassi eÁ abbastanza complessa<br />
e richiede inventiva oltreche esercizio e costanza.<br />
Prima eÁ necessario trovare un'allegoria efficace per il<br />
fatto o <strong>la</strong> nozione che si vuole memorizzare, associando<br />
ad ogni suo elemento rilevante, il partico<strong>la</strong>re <strong>di</strong> un'immagine<br />
creata allo scopo (ad esempio una donna, con<br />
in mano un oggetto specifico, con un abito ben caratterizzato).<br />
Poi <strong>la</strong> si rende ``emozionante'', atroce, insanguinata,<br />
bellissima, mostruosa, con tratti che richiamino<br />
situazioni od aspetti che fanno parte <strong>di</strong> cioÁ che<br />
si vuole ricordare. CosõÁ quando si rievoca questo <strong>di</strong>pinto<br />
mentale si richiama contemporaneamente al<strong>la</strong><br />
<strong>memoria</strong> il significato o i significati attribuitigli. Tuttavia<br />
non ci si rende conto a sufficienza del<strong>la</strong> complessitaÁ<br />
dei processi richiesti dal<strong>la</strong> mnemotecnica se si ignora<br />
quello che in realtaÁ eÁ un passaggio preliminare: il bravo<br />
6 L'autrice affronta il tema delle imagines agentes in partico<strong>la</strong>re nel<br />
Primo capitolo, de<strong>di</strong>cato alle fonti <strong>la</strong>tine dell'arte del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>, e<br />
nel Quarto capitolo, in cui tratta <strong>la</strong> formazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> immagini<br />
in epoca me<strong>di</strong>evale e <strong>la</strong> loro valenza morale (Yates, 1966, c. 1; c. 4).
INTRODUZIONE 15<br />
retore ha giaÁ pre<strong>di</strong>sposto nel<strong>la</strong> propria mente un e<strong>di</strong>ficio<br />
virtuale, per collocarvi le sue rappresentazioni fantastiche<br />
poiche in genere non basta immagazzinare ricor<strong>di</strong><br />
iso<strong>la</strong>ti <strong>di</strong> singoli fatti o nozioni, ma essi devono<br />
essere artico<strong>la</strong>ti or<strong>di</strong>natamente fra loro. Il che significa<br />
che deve aver giaÁ affrontato <strong>la</strong> memorizzazione <strong>di</strong> un<br />
e<strong>di</strong>ficio, reale o completamente immaginario, un Teatro<br />
<strong>di</strong> <strong>memoria</strong>, scelto per <strong>la</strong> ricchezza <strong>di</strong> spazi, ben<br />
<strong>di</strong>fferenziati tra loro, ma precisi e definiti. Questa struttura<br />
introiettata eÁ fondamentale per l'altra <strong>di</strong>mensione<br />
raccomandata dal<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> artificiale: l'or<strong>di</strong>ne. Si<br />
tratta <strong>di</strong> avere approntato nel<strong>la</strong> mente dei loci in sequenza,<br />
ove collocare le <strong>di</strong>verse allegorie, che siano<br />
facilmente percorribili in un senso e nell'altro. Senza<br />
l'or<strong>di</strong>ne verrebbe meno l'efficacia del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> percheÂ<br />
salterebbe il fondamento stesso del processo rievocativo,<br />
quello per cui si arriva ad un contenuto <strong>di</strong>menticato<br />
attraverso quelli ad esso contigui. Ritroviamo qui<br />
rappresentate proprio le <strong>di</strong>namiche del<strong>la</strong>``reminiscentia''<br />
come vengono descritte da <strong>Aristotele</strong> e riprese da<br />
Tommaso. Ad ogni imago un locus dunque che, richiamato<br />
in un or<strong>di</strong>ne opportuno, restituiraÁ il contenuto<br />
con il suo significato. Si tratta, ancora una volta, del<strong>la</strong><br />
gestione voluta e razionalizzata <strong>di</strong> un procedere abituale:<br />
spontaneamente e costantemente, infatti, leghiamo<br />
sensazioni a luoghi e viceversa.<br />
L'arte del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>, che nel mondo c<strong>la</strong>ssico appare<br />
come una prerogativa del retore, nel Me<strong>di</strong>oevo si<br />
trasforma, si <strong>di</strong><strong>la</strong>ta oltre <strong>la</strong> sfera dell'esercizio personale<br />
o istituzionalizzato nelle scuole e assume una <strong>di</strong>mensione<br />
collettiva <strong>di</strong>venendo <strong>memoria</strong> nell'arte. <strong>La</strong> Yates,<br />
infatti, suggerisce questa possibile interpretazione per<br />
le immagini e le allegorie me<strong>di</strong>oevali che popo<strong>la</strong>vano le
16<br />
PRIMA PARTE<br />
chiese e <strong>la</strong> <strong>memoria</strong> dei fedeli: una sorta <strong>di</strong> imagines<br />
agentes al servizio <strong>di</strong> un ammaestramento al<strong>la</strong> portata<br />
<strong>di</strong> tutti, colti o analfabeti, per rammentare con efficacia<br />
premi e punizioni. E questa lettura trova supporto nell'attenzione<br />
che gli autori del<strong>la</strong> Sco<strong>la</strong>stica, fra tutti<br />
Tommaso, hanno de<strong>di</strong>cato al<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> che accolgono<br />
nel<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zionale interpretazione <strong>di</strong> parte integrale<br />
del<strong>la</strong> virtuÁ car<strong>di</strong>nale del<strong>la</strong> Prudenza 7 .<br />
<strong>La</strong> trasposizione pittorica <strong>di</strong> immagini mentali si carica<br />
<strong>di</strong> un portato formativo. Entrano cosõÁ a far parte<br />
delle collezioni mnemoniche <strong>di</strong> ciascuno anche e<strong>la</strong>borazioni<br />
generate nel<strong>la</strong> mente <strong>di</strong> altri, con finalitaÁ educative<br />
e morali: si scopre l'importanza e l'efficacia del<strong>la</strong><br />
costruzione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visioni che facciano dell'arca <strong>di</strong><br />
ognuno un luogo <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> formazione.<br />
1.3. Immagini e nessi<br />
Il <strong>di</strong>scorso fino a qui condotto ha evocato varie tipologie<br />
<strong>di</strong> immagini, a questo punto eÁ opportuno cercare<br />
<strong>di</strong> comprenderle meglio rivedendone le peculiaritaÁ e il<br />
ruolo nei processi mnestici. Ci sono infatti:<br />
d immagini poco significative che si accolgono, un<br />
po' <strong>di</strong>strattamente, dall'esterno, pur senza intenzionalitaÁ<br />
partico<strong>la</strong>re da parte <strong>di</strong> chi li riceve o <strong>di</strong><br />
chi le ha eventualmente prodotte;<br />
7 <strong>La</strong> connessione Prudenza/Memoria ha il suo fondamento nel<br />
De inventione <strong>di</strong> Cicerone, opera nel<strong>la</strong> quale l'autore definisce le virtuÁ<br />
car<strong>di</strong>nali: le parti del<strong>la</strong> Prudenza sono <strong>memoria</strong>, intelligentia e providentia.<br />
Il Me<strong>di</strong>oevo accentua del De inventione, <strong>di</strong>ffuso con il titolo <strong>di</strong><br />
Prima Rethorica, soprattutto il carattere morale e colloca anche <strong>la</strong><br />
riflessione <strong>sul<strong>la</strong></strong> <strong>memoria</strong> in un contesto <strong>di</strong> esercitazione e pratica<br />
finalizzate all'e<strong>di</strong>ficazione personale. <strong>La</strong> stessa riflessione incentrata<br />
<strong>sul<strong>la</strong></strong> Prudenza in chiave morale, viene ripresa ancora dopo <strong>la</strong> Sco<strong>la</strong>stica<br />
da Petrarca nel suo Rerum memorandarum libri del 1343-45.
INTRODUZIONE 17<br />
d immagini vivaci che si imprimono a fondo, percheÂ<br />
accompagnate da catalizzatori, che sorprendono<br />
casualmente chi le riceve, ancora una volta, senza<br />
intenzionalitaÁ alcuna;<br />
d imagines agentes nel senso ``retorico'' ossia costruzioni<br />
soggettive e artificiose nate dal<strong>la</strong> strumentalizzazione<br />
intenzionale dei catalizzatori da<br />
parte del<strong>la</strong> persona che desidera memorizzare<br />
qualcosa attraverso <strong>di</strong> esse;<br />
d immagini affini alle precedenti che sono peroÁ<br />
progettate da uno o piuÁ mittenti esterni con lo<br />
scopo <strong>di</strong> imprimersi nel<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> del destinatario.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa forma <strong>di</strong> imago<br />
agens, che possiamo definire suasoria, ossia ``pensata<br />
per persuadere''.<br />
Le prime due tipologie hanno origine esterna e alimentano<br />
in modo piuÁ o meno duraturo l'arca del<strong>la</strong><br />
<strong>memoria</strong> nel<strong>la</strong> misura in cui sono potenziate dal<strong>la</strong> consistenza<br />
dei catalizzatori casualmente in gioco, in partico<strong>la</strong>re<br />
dall'emozionalitaÁ, dal momento che, come si eÁ<br />
detto, manca un fattore intenzionale.<br />
L'imago agens, come ci proviene dal<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione retorica,<br />
eÁ l'unica che abbia origine ``interna'', soggettiva,<br />
eÁ fortemente intenzionale, utilizza tutti i catalizzatori e<br />
ha finalitaÁ auto-formativa.<br />
L'imago suasoria eÁ quel<strong>la</strong> che il soggetto scopre attiva<br />
su <strong>di</strong> se quanto un'imago agens e tuttavia proviene dall'esterno.<br />
Essa, in sostanza, entra a far parte del<strong>la</strong> collezione<br />
personale <strong>di</strong> raffigurazioni mentali con una<br />
doppia efficacia: poiche risulta agens nel senso tra<strong>di</strong>zionale<br />
<strong>di</strong> elemento ``informativo'' progettato accuratamente<br />
per permanere nel<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> il piuÁ a lungo<br />
possibile, ma eÁ suasoria nel senso <strong>di</strong> elemento pensato
18<br />
PRIMA PARTE<br />
da altri per essere attivo anche a livello ``formativo'' e<br />
``persuasivo''. In questa <strong>di</strong>rezione mi pare possa trovare<br />
approfon<strong>di</strong>mento e sviluppo l'intuizione del<strong>la</strong> Yates re<strong>la</strong>tiva<br />
al<strong>la</strong> ``<strong>memoria</strong> nell'arte''. Bassorilievi, sculture e<br />
<strong>di</strong>pinti me<strong>di</strong>evali sono eloquenti in questo senso: progettati<br />
per ammaestrare e spiegare, rimanendo impressi,<br />
citati e spiegati nelle pre<strong>di</strong>che per consentire<br />
una piuÁ chiara assimi<strong>la</strong>zione degli insegnamenti, essi<br />
sono un esempio interessante <strong>di</strong> contaminatio tra imago<br />
agens e imago suasoria. A questo livello, <strong>la</strong> persona si<br />
trova costantemente esposta al<strong>la</strong> costruzione <strong>di</strong> <strong>memoria</strong><br />
anche in re<strong>la</strong>zione a percezioni che non sempre sceglie<br />
o domina, <strong>la</strong> sua arca personale accoglie immagini che<br />
ne con<strong>di</strong>zionano e <strong>di</strong>rigono il vivere sociale, che <strong>la</strong> conducono<br />
a memorie comuni con altre persone vicine ma<br />
anche lontane e a memorie culturali, nel senso <strong>di</strong> essere<br />
con<strong>di</strong>vise e costruite su sca<strong>la</strong> ben piuÁ ampia 8 .<br />
Nell'arca del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> trovano spazio e collocazione<br />
tutte le tipologie <strong>di</strong> immagini in<strong>di</strong>cate, entrando<br />
a far parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse compagini specifiche, strutturate,<br />
si potrebbe <strong>di</strong>re, come una sorta <strong>di</strong> molecole multicolori<br />
e multiformi che si aggregano ancora tra loro.<br />
EÁ a questo punto del<strong>la</strong> riflessione che si impone <strong>la</strong><br />
considerazione dei ``nessi mnemonici'', intendendo<br />
8 Ricoeur propone una riflessione <strong>sul<strong>la</strong></strong> ``<strong>di</strong>fficile conciliazione<br />
tra il trattamento del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> come esperienza eminentemente<br />
in<strong>di</strong>viduale ... e <strong>la</strong> sua caratterizzazione come fenomeno imme<strong>di</strong>atamente<br />
sociale'', e <strong>la</strong> definisce un'aporia. Per aggirare il <strong>di</strong>lemma<br />
propone <strong>di</strong> trattare in modo ``cauto'' il concetto <strong>di</strong> <strong>memoria</strong> collettiva,<br />
suggerendo come appoggio <strong>la</strong> fenomenologia husserliana dell'intersoggettivitaÁ<br />
(1998, pp. 49-61). Forse questa inconciliabilitaÁ eÁ meno<br />
ra<strong>di</strong>cale se si considera possibile un'antecedente con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> strati<br />
menmonici piuÁ o meno consapevole, che garantisca, in seconda<br />
battuta, <strong>la</strong> comunicazione <strong>di</strong> memorie in<strong>di</strong>viduali.
INTRODUZIONE 19<br />
con questo termine i punti <strong>di</strong> contatto, gli agganci tra<br />
un'immagine e l'altra, in grado, singo<strong>la</strong>rmente o concatenati<br />
tra loro, <strong>di</strong> consentire l'incasel<strong>la</strong>mento delle<br />
rappresentazioni del<strong>la</strong> fantasia. In effetti anche le scoperte<br />
piuÁ recenti delle neuroscienze cognitive mettono<br />
in risalto l'importanza del sapere concettuale <strong>sul<strong>la</strong></strong> base<br />
del quale ogni persona organizza le proprie immagini<br />
mentali, 9 e a questo ritengo vada aggiunto, come altrettanto<br />
importante, il suo ``sapere'' emozionale. Sta nei<br />
nessi <strong>di</strong>fferenti che ognuno utilizza, il motivo per cui <strong>la</strong><br />
stessa immagine viene raccolta e fissata in modo talvolta<br />
tanto <strong>di</strong>verso. Anche i nessi mnemonici, come le immagini,<br />
sono portatori e garanti dell'unicitaÁ del<strong>la</strong> persona,<br />
del<strong>la</strong> sua lettura del mondo, del<strong>la</strong> sua percezione del<strong>la</strong><br />
propria storia nel suo intersecarsi con quel<strong>la</strong> degli altri.<br />
Ed eÁ proprio il dominio <strong>di</strong> questi elementi che sta <strong>di</strong>etro<br />
al<strong>la</strong> memorizzazione <strong>di</strong> complessi e<strong>di</strong>fici, entro cui<br />
collocare le imagines agentes, suggerita dal<strong>la</strong> retorica<br />
c<strong>la</strong>ssica: il locus <strong>memoria</strong>e eÁ un nesso costruito ad arte<br />
per agganciarvi <strong>di</strong> volta in volta tutte le immagini che<br />
si desidera. In sostanza, il retore si imponeva con sistematicitaÁ<br />
qualcosa <strong>di</strong> simile a quanto avviene spontaneamente<br />
nelle nostre menti: un nuovo dato subisce una<br />
serie <strong>di</strong> trasformazioni attraverso <strong>la</strong> visualizzazione del<strong>la</strong><br />
mente e va a collocarsi in un ``luogo'' del<strong>la</strong> mente stessa<br />
che gli eÁ compatibile e dove giaÁ si trovano molti altri<br />
dati, a loro volta compatibili con il ``luogo'' e connessi<br />
fra <strong>di</strong> loro secondo le piuÁ <strong>di</strong>verse modalitaÁ.<br />
9 Pinker (1997, pp. 315-316).
20<br />
PRIMA PARTE<br />
2. DIMENSIONE INTERSOGGETTIVA DELLA MEMORIA: LA RISONANZA, LA<br />
CONSONANZA E L'AVVERSIONE.<br />
Il nostro <strong>di</strong>scorso si eÁ spostato dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione piuÁ<br />
strettamente soggettiva a quel<strong>la</strong> intersoggettiva, intesa<br />
come spazio <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zione con altri in<strong>di</strong>vidui prossimi o<br />
lontani. SoggettivitaÁ e intersoggettivitaÁ sembrano dunque<br />
presenti insieme nelle <strong>di</strong>namiche mnemoniche 10 .<br />
Quando una persona memorizza, arricchisce, cioeÁ, <strong>la</strong><br />
sua collezione <strong>di</strong> immagini e <strong>di</strong> dati, e attiva i nessi<br />
necessari al processo, agisce, come si eÁ giaÁ detto, <strong>sul<strong>la</strong></strong><br />
base <strong>di</strong> percezioni che provengono dall'esterno. Ora,<br />
quanto proviene dall'esterno puoÁ esporsi inconsapevolmente<br />
al<strong>la</strong> presa del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> oppure essere scelto<br />
intenzionalmente dal soggetto che desidera ricordare<br />
quel partico<strong>la</strong>re dato o, ancora, essere offerto da un<br />
mittente proprio perche venga memorizzato, non importa<br />
quanto consapevolmente. Il primo caso, concerne<br />
tutto quanto cade casualmente sotto i sensi. Il<br />
secondo caso eÁ condotto e dominato, con maggiore o<br />
minore efficacia o arte, dall'io, il terzo caso, infine,<br />
(quello anche delle imagines suasoriae) riguarda piuÁ<br />
strettamente l'intersoggettivitaÁ come <strong>di</strong>mensione essenziale<br />
del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> e, in senso inverso anche <strong>la</strong><br />
<strong>memoria</strong> come <strong>di</strong>mensione essenziale dell'intersoggettivitaÁ.<br />
Pensiamo ai rapporti fra adulto e bambino,<br />
scuo<strong>la</strong> e allievo, istituzione sociale, politica o economica<br />
e citta<strong>di</strong>ni, istituzione religiosa e fedeli: in tutti si<br />
ritrova l'importanza del<strong>la</strong> comunicazione <strong>di</strong> dati e no-<br />
10 Ancora in Ricoeur si trova un interessante riferimento ad una<br />
me<strong>di</strong>azione intersoggettiva che consente <strong>la</strong> <strong>memoria</strong> interiorizzata, eÁ<br />
``<strong>la</strong> me<strong>di</strong>azione del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e il soccorso, ovvero l'approvazione, l'autorizzazione''<br />
(1998, p. 58) <strong>di</strong> un terzo che in alcuni casi eÁ l'unica via<br />
per lo meno per <strong>la</strong> rimemorazione.
INTRODUZIONE 21<br />
zioni comuni, che si configurano come sistemi <strong>di</strong> <strong>memoria</strong><br />
con<strong>di</strong>visi perche l'in<strong>di</strong>viduo si trovi ad essere<br />
integrato stabilmente in un determinato contesto. E<br />
tutti questi elementi abitano <strong>la</strong> <strong>memoria</strong>. CosõÁ, accanto<br />
a scorci e quadri estremamente personali si trovano<br />
immagini e suggestioni introiettate quasi senza ritocchi,<br />
imposte o offerte dalle complesse re<strong>la</strong>zioni con <strong>la</strong> societaÁ<br />
<strong>di</strong> appartenenza. Anche a questo livello intervengono<br />
i catalizzatori <strong>di</strong> cui abbiamo par<strong>la</strong>to, e ancora<br />
verraÁ privilegiato quello dell'emozionalitaÁ. Pensiamo,<br />
per restare nel Me<strong>di</strong>oevo, al<strong>la</strong> paura e al <strong>di</strong>sprezzo<br />
che dovevano suscitare le esecuzioni in piazza, le torture<br />
in pubblico o l'ammirazione suscitata dalle parate<br />
dei signori, dai festeggiamenti e dal<strong>la</strong> rappresentazione<br />
<strong>di</strong> tutto cioÁ; come i <strong>di</strong>pinti dell'Inferno sono <strong>di</strong> un'atrocitaÁ<br />
decisamente spinta, le Cattedrali paiono icone<br />
del Para<strong>di</strong>so. In famiglia, nelle scuole, a bottega, punizioni<br />
e premi mirano a rafforzare i messaggi da memorizzare.<br />
Sono esempi caratterizzati dal<strong>la</strong> forte intenzionalitaÁ<br />
<strong>di</strong> chi li progetta e attua, destinati a suscitare<br />
un'emozionalitaÁ proporzionale in chi li subisce o ne<br />
fruisce. CosõÁ infiniti dati, iconografici, morali, religiosi<br />
(per citarne solo le tipologie piuÁ significative) si depositano<br />
nell'arca del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> <strong>di</strong> ognuno, si intrecciano<br />
fra loro in combinazioni in parte rese uniche<br />
dal<strong>la</strong> casualitaÁ o dalle modalitaÁ del<strong>la</strong> recezione, caratteristiche<br />
del<strong>la</strong> persona che li accoglie, ma sempre con<strong>di</strong>visibili<br />
da tutti coloro che in qualche modo ne partecipano.<br />
Con<strong>di</strong>visibilitaÁ e non-con<strong>di</strong>visibilitaÁ garantiscono<br />
<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione interpersonale e agiscono <strong>sul<strong>la</strong></strong> <strong>memoria</strong><br />
con efficacia. Per spiegare meglio quest'ultima affermazione<br />
utilizzeremo quattro <strong>di</strong>namiche che forse potremmo<br />
considerare affini alle componenti delle passio-
22<br />
PRIMA PARTE<br />
nes nel senso in cui le intende Tommaso: <strong>la</strong> risonanza, <strong>la</strong><br />
consonanza, <strong>la</strong> <strong>di</strong>ssonanza e l'avversione. Tutte afferiscono<br />
al catalizzatore dell'emozionalitaÁ e possono produrre<br />
riflessi importanti a livello intenzionale, tutte hanno<br />
intersezioni con <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione consapevole dell'io<br />
che qui eÁ presa in considerazione, ma anche con quel<strong>la</strong><br />
inconscia.<br />
<strong>La</strong> risonanza eÁ un primo livello <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione:<br />
nel<strong>la</strong> realtaÁ intersoggettiva sono presenti elementi che<br />
risvegliano imme<strong>di</strong>atamente degli echi intimi, che ``risuonano'',<br />
appunto, interiormente segna<strong>la</strong>ndo un possibile<br />
luogo <strong>di</strong> incontro, una facilitaÁ a recepire un dato<br />
e a trasformarlo in acquisizione mnemonica percheÂ<br />
esso eÁ in qualche modo giaÁ presente al<strong>la</strong> mente che<br />
lo accoglie. CioÁ accade perche l'impulso nuovo ne sollecita<br />
altri giaÁ provati, va a collegarsi con qualcosa <strong>di</strong><br />
noto, anche se remoto o vago. Con consonanza, che<br />
potremmo anche definire, con un termine piuÁ consueto,<br />
empatia, si intende una con<strong>di</strong>visione emozionale<br />
piuÁ profonda, un aderire al<strong>la</strong> proposta esterna, allo<br />
stimolo che sopraggiunge sollecitando una partecipazione<br />
convinta da parte <strong>di</strong> chi lo riceve. Si tratta <strong>di</strong> una<br />
sintonia evocativa <strong>di</strong> memorie vive, presenti costantemente<br />
nel vissuto quoti<strong>di</strong>ano e percepite come giuste,<br />
positive, comprensibili.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>ssonanza si esercita su quegli impulsi considerati<br />
non con<strong>di</strong>visibili, ma proprio per questo avvertiti<br />
con una certa chiarezza, e<strong>la</strong>borati e tradotti in dati <strong>di</strong><br />
<strong>memoria</strong>. Affine al<strong>la</strong> consonanza, ma <strong>di</strong> segno opposto,<br />
si colloca l'avversione, essa facilita <strong>la</strong> memorizzazione <strong>di</strong><br />
un impulso proprio per <strong>la</strong> forza del<strong>la</strong> risposta che<br />
chiama. Un dato proveniente dall'esterno che ci colpisce<br />
perche estraneo, fasti<strong>di</strong>oso, preoccupante, violento,
INTRODUZIONE 23<br />
va a collocarsi nel<strong>la</strong> nostra collezione mnemonica personale<br />
per contrapposizione a sequenze positive, evoca<br />
altri dati spiacevoli con i quali si concatena, potenziando<br />
cosõÁ <strong>la</strong> propria capacitaÁ <strong>di</strong> fissarsi.<br />
2.1. Cultura e <strong>memoria</strong>: <strong>la</strong> <strong>memoria</strong> con<strong>di</strong>visa<br />
Se per cultura inten<strong>di</strong>amo le forme comuni del nostro<br />
vivere sociale (lingua, leggi, tra<strong>di</strong>zioni, religione,<br />
arte) eÁ imme<strong>di</strong>atamente comprensibile <strong>la</strong> sua connessione<br />
con le trame del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>. Gli immensi depositi<br />
mnemonici <strong>di</strong> cui siamo portatori hanno sostrati intersoggettivi<br />
oltreche soggettivi, perche si sono formati<br />
nel<strong>la</strong> quoti<strong>di</strong>anitaÁ delle nostre esistenze e perche consentono<br />
il <strong>di</strong>panarsi <strong>di</strong> queste in connessione con<br />
quelle degli altri. A questo livello non si puoÁ par<strong>la</strong>re<br />
<strong>di</strong> <strong>memoria</strong> collettiva, perche non vi eÁ un inquadramento<br />
in sistemi narrativi collettivi rafforzati e tramandati<br />
attraverso le varie tipologie <strong>di</strong> ritualizzazioni. Quest'ultima,<br />
infatti, si intreccia piuttosto con <strong>la</strong> storia e <strong>la</strong><br />
costruzione del senso <strong>di</strong> appartenenza <strong>di</strong> un gruppo 11 .<br />
Si tratta invece del<strong>la</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> nessi mnemonici<br />
(ossia saperi concettuali ed emozionali soggettivi) e immagini<br />
che si intrecciano, tra le infinite possibilitaÁ, in<br />
combinazioni affini a quelle <strong>di</strong> altre persone o gruppi.<br />
<strong>La</strong> <strong>memoria</strong> con<strong>di</strong>visa ci offre cosõÁ una prospettiva<br />
nuova per ripensare i concetti <strong>di</strong> prossimitaÁ e lontananza.<br />
11 Sulle intersezioni tra storia, <strong>memoria</strong> in<strong>di</strong>viduale e collettiva eÁ<br />
suggestiva <strong>la</strong> lettura <strong>di</strong> Nietzsche (1874) <strong>la</strong>ddove evoca una sorta <strong>di</strong><br />
prigionia possibile nell'eccesso <strong>di</strong> storia ridotta a mera conoscenza<br />
incapace <strong>di</strong> servire al<strong>la</strong> vita. L'approfon<strong>di</strong>mento del<strong>la</strong> riflessione <strong>sul<strong>la</strong></strong><br />
<strong>memoria</strong> eÁ tanto piuÁ importante proprio per <strong>la</strong> facilitaÁ con cui <strong>la</strong> si<br />
riduce spesso a reiterazione istituzionalizzata <strong>di</strong> rituali che, anzicheÂ<br />
promuover<strong>la</strong> rischiano <strong>di</strong> mortificar<strong>la</strong> o, peggio, render<strong>la</strong> invisa. Al<br />
proposito anche Le Goff (1997) e Ricoeur (1998 e 2004).
24<br />
PRIMA PARTE<br />
I depositi mnemonici simili possono essere con<strong>di</strong>visi da<br />
gruppi fra loro lontani fisicamente ma vicini quanto a<br />
``collezioni mnemoniche''.<br />
Prossimo eÁ dunque colui che partecipa in maggior<br />
misura <strong>di</strong> queste comunanze, lontano chi ne partecipa<br />
poco o nul<strong>la</strong>. Si stabiliscono quin<strong>di</strong> legami <strong>di</strong> prossimitaÁ,<br />
anche fra persone molto <strong>di</strong>verse, talvolta piuÁ efficaci<br />
per qualitaÁ e quantitaÁ <strong>di</strong> altri considerati piuÁ scontati;<br />
allo stesso modo, si trovano, tra chi eÁ fisicamente<br />
vicino, lontananze ra<strong>di</strong>cali e incolmabili: e tutto cioÁ a<br />
volte a vantaggio, a volte in contrasto con i sistemi del<strong>la</strong><br />
<strong>memoria</strong> collettiva. Proviamo ora, per mettere al<strong>la</strong><br />
prova quanto detto, ad immaginare prossimitaÁ e lontananza<br />
sganciate dalle problematiche dell'appartenenza<br />
e del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> collettiva, in alcuni scenari provocatori<br />
che <strong>la</strong> nostra realtaÁ del XXI secolo ci offre. Un quartiere,<br />
una scuo<strong>la</strong>, o un ambiente <strong>la</strong>vorativo multietnici;<br />
o ancora, spazi e tempi intersoggettivi partico<strong>la</strong>rmente<br />
forzati come un viaggio lungo con<strong>di</strong>viso da persone<br />
molto <strong>di</strong>verse per lingua, nazionalitaÁ, religione, ad<br />
esempio uno dei tanti viaggi del<strong>la</strong> <strong>di</strong>sperazione <strong>di</strong> esuli<br />
che il mare ci conduce, o, ancora un campo profughi.<br />
In queste realtaÁ, <strong>la</strong> varietaÁ, <strong>la</strong> commistione <strong>di</strong> immagini<br />
mnemoniche ben <strong>di</strong>fficilmente riscontrabili altrove,<br />
possono generare memorie con<strong>di</strong>vise destinate a ra<strong>di</strong>carsi.<br />
Esse non si fonderanno su saperi precedentemente<br />
indotti o costruiti, ma sulle immagini stesse<br />
che a loro volta potranno poi fungere da sostrato per<br />
<strong>la</strong> nascita <strong>di</strong> saperi nuovi. In simili contesti eÁ attivo soprattutto<br />
il catalizzatore dell'emozionalitaÁ e chi ne partecipa<br />
con<strong>di</strong>vide una prossimitaÁ poco comprensibile ad<br />
altri.<br />
Esempio decisamente <strong>di</strong>verso puoÁ essere quello
INTRODUZIONE 25<br />
del<strong>la</strong> pubblicitaÁ. Essa sfrutta proprio gli elementi del<strong>la</strong><br />
mnemonica quali i catalizzatori e le imagines suasoriae<br />
per ottenere <strong>la</strong> memorizzazione <strong>di</strong> un prodotto a scopo<br />
commerciale. Confezionati ad arte, anche i messaggi<br />
pubblicitari vanno a costituire una parte <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> <strong>memoria</strong><br />
collettiva che sfruttiamo poi per le e<strong>la</strong>borazioni<br />
culturali. Ci troviamo cosõÁ ad essere prossimi, quanto a<br />
con<strong>di</strong>zionamento linguistico e <strong>di</strong> immagini, con persone<br />
con le quali non esiste magari nessun'altra forma<br />
<strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. Quelli proposti sono soltanto alcuni<br />
esempi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, se ne possono trovare con facilitaÁ<br />
anche <strong>di</strong> segno opposto. Non solo, si possono identificare<br />
anche forme <strong>di</strong> oblio con<strong>di</strong>viso perche le <strong>di</strong>namiche<br />
del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> e quelle dell'oblio, piuÁ o meno<br />
volontario, vanno <strong>di</strong> apri passo 12 .<br />
Quando il bacino cui il soggetto attinge eÁ l'esperienza<br />
quoti<strong>di</strong>ana, essa, volutamente o forzatamente e<br />
nelle forme piuÁ <strong>di</strong>verse, entra nel circolo del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong><br />
con<strong>di</strong>visa che a sua volta eÁ il fondamento <strong>di</strong> forme <strong>di</strong><br />
cultura con<strong>di</strong>visa. Allo stesso modo, l'assenza <strong>di</strong> memorie<br />
collettive implica una ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong>versitaÁ. Ora eÁ chiaro<br />
che fra <strong>la</strong> totale assenza <strong>di</strong> processi mnemonici con<strong>di</strong>visi<br />
e <strong>la</strong> totale compartecipazione esistono un'infinitaÁ <strong>di</strong><br />
gradazioni e combinazioni del<strong>la</strong> prossimitaÁ e del<strong>la</strong> lontananza<br />
che rappresentano una sorta <strong>di</strong> magma fluido,<br />
poliedrico e polifunzionale: se questo eÁ ricco, eÁ garanzia<br />
<strong>di</strong> adattabilitaÁ culturale, <strong>di</strong> versatilitaÁ <strong>di</strong>alogica e<br />
quin<strong>di</strong>, piuÁ in generale, <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zionalitaÁ. Si tratta <strong>di</strong><br />
una sub-cultura, nel senso che precede le forme del<strong>la</strong><br />
12 Non si approfon<strong>di</strong>sce qui oltre <strong>la</strong> problematica dell'oblio, da<br />
un <strong>la</strong>to per <strong>la</strong> sua complessitaÁ, dall'altro perche il suo ruolo nel<strong>la</strong><br />
<strong>Sentenza</strong> oggetto <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o non eÁ partico<strong>la</strong>rmente rilevante.
26<br />
PRIMA PARTE<br />
cultura con<strong>di</strong>visa, le sta ``sotto'', ne crea i presupposti e<br />
ne consente l'e<strong>la</strong>borazione.<br />
2.2. Sub-cultura, narrazione e autonarrazione<br />
Una riflessione <strong>sul<strong>la</strong></strong> sub-cultura risulta ad un tempo<br />
molto interessante e molto complessa: eÁ quel<strong>la</strong> parte<br />
del portato mnemonico e dei suoi processi che si alimenta<br />
nell'intersoggettivitaÁ e <strong>la</strong> alimenta a sua volta. Si<br />
eÁ utilizzata l'immagine del magma, del<strong>la</strong> flui<strong>di</strong>taÁ del<br />
materiale mnemonico che costituisce <strong>la</strong> sub-cultura<br />
per <strong>la</strong> versatilitaÁ delle sue infinite combinazioni. D'altra<br />
parte in precedenza si eÁ sottolineata l'importanza dell'or<strong>di</strong>ne,<br />
del<strong>la</strong> catalogazione, del<strong>la</strong> gerarchizzazione del<br />
portato mnemonico <strong>di</strong> ciascuno: i due aspetti coesistono.<br />
Inoltre, il materiale subculturale si arricchisce e<br />
mo<strong>di</strong>fica continuamente, ma anche si impoverisce e<br />
irrigi<strong>di</strong>sce. Tutto cioÁ avviene attraverso due canali: l'esperienza<br />
e <strong>la</strong> narrazione in tutte le sue forme. L'acquisizione<br />
per esperienza eÁ quel<strong>la</strong> <strong>di</strong>rettamente legata alle<br />
percezioni sensoriali. Con acquisizione per narrazione<br />
si intendono qui tutte quelle trasmissioni tramite forme<br />
<strong>di</strong> racconto (insegnamento, lettura, ascolto, rappresentazioni<br />
artistiche), oppure tramite sollecitazione virtuale<br />
(televisione, cinema, computer). Questa modalitaÁ<br />
<strong>di</strong> acquisizione, nel passato come oggi, eÁ spesso guidata<br />
da istituzioni che a questo sono preposte o che <strong>la</strong> contemp<strong>la</strong>no<br />
tra le loro finalitaÁ (scuo<strong>la</strong>, famiglia, stato,<br />
chiesa), ma con il passare del tempo e il complicarsi<br />
delle societaÁ, eÁ <strong>di</strong>venuta prerogativa <strong>di</strong> una miriade <strong>di</strong><br />
mittenti non solo istituzionali, i piuÁ <strong>di</strong>sparati per scopi<br />
forme e valori rappresentati. Esperienza e narrazione<br />
operano in sinergia tra loro. Si puoÁ <strong>di</strong>re anzi che il dato<br />
esperienziale, al momento del<strong>la</strong> sua acquisizione, as-
INTRODUZIONE 27<br />
sume le forme <strong>di</strong> una autonarrazione, entra cioeÁ a far<br />
parte <strong>di</strong> un tessuto narrativo in cui il soggetto stesso eÁ<br />
sempre il protagonista: <strong>la</strong> persona eÁ al centro <strong>di</strong> un<br />
proprio racconto mentale, in cui ogni incontro e ogni<br />
realtaÁ entra e trova una collocazione, va ad agganciarsi a<br />
trame interiori preesistenti, le allunga e le trasforma.<br />
Narrazione e autonarrazione si intersecano in un amalgama<br />
molto personale.<br />
In molti casi l'acquisizione per esperienza <strong>di</strong>retta e<br />
<strong>la</strong> sua re<strong>la</strong>tiva autonarrazione generano una memorizzazione<br />
piuÁ efficace, piuÁ duratura rispetto a narrazioni<br />
esterne; partico<strong>la</strong>ri situazioni rendono anzi estremamente<br />
<strong>di</strong>fficile sopperire al<strong>la</strong> mancanza <strong>di</strong> esperienza<br />
con una delle forme <strong>di</strong> narrazione. In molti altri puoÁ<br />
essere contrastata e ad<strong>di</strong>rittura messa a tacere da acquisizioni<br />
indotte attraverso narrazioni partico<strong>la</strong>rmente intense.<br />
Ne L'amico ritrovato <strong>di</strong> Uhlmann, il protagonista<br />
non viene mai presentato al<strong>la</strong> madre <strong>di</strong> Konra<strong>di</strong>n percheÂ<br />
eÁ ebreo: come spiega il figlio, essa ha paura degli<br />
ebrei piuÁ <strong>di</strong> ogni altra cosa, ma non ne ha mai conosciuto<br />
uno. L' imago dell'ebreo eÁ qui ad un tempo agens<br />
e suasoria e proviene in buona parte dal<strong>la</strong> sub-cultura,<br />
non eÁ frutto pienamente cosciente, <strong>la</strong> sua origine, probabilmente,<br />
sta in una narrazione esterna che ha trovato<br />
conferma nelle autonarrazioni intime del<strong>la</strong> donna<br />
e cosõÁ eÁ <strong>di</strong>venuta un possesso abituale soli<strong>di</strong>ssimo che va<br />
a con<strong>di</strong>zionare l'e<strong>la</strong>borazione culturale a livello razionale<br />
e consapevole.<br />
Nel corso del XX secolo e in questo scorcio del XXI<br />
possiamo rilevare <strong>la</strong> tendenza ad un prevaricamento<br />
delle forme del<strong>la</strong> narrazione istituzionale e massme<strong>di</strong>ale<br />
su quelle dell'esperienzialitaÁ, questo fatto non eÁ<br />
<strong>di</strong> per se negativo, consente infatti un notevolissimo
28<br />
PRIMA PARTE<br />
potenziamento del<strong>la</strong> qualitaÁ e del<strong>la</strong> quantitaÁ del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>.<br />
Tuttavia eÁ forse proprio su questa <strong>di</strong>namica che<br />
dovremo appuntare <strong>la</strong> nostra attenzione per comprendere<br />
alcuni gravi problemi o<strong>di</strong>erni legati al<strong>la</strong> omologazione,<br />
al<strong>la</strong> frammentazione culturale, al<strong>la</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
consapevolezza del<strong>la</strong> propria collocazione interculturale,<br />
al<strong>la</strong> rinnovata presenza dell'incomprensione xenofoba,<br />
e per trovare nuove e piuÁ adatte modalitaÁ <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zionalitaÁ<br />
fra persone e genti.<br />
DEBORA RONCARI
TESTO E TRADUZIONE 103<br />
CAPITOLO I<br />
DIVISIO TEXTUS<br />
(artico<strong>la</strong>zione del testo <strong>di</strong> <strong>Aristotele</strong><br />
secondo Tommaso d'Aquino)<br />
cap. I: 1.) <strong>la</strong> natura del ricordare<br />
1.1=I) <strong>di</strong>mostra che cos'eÁ ricordare<br />
1.2) a quale parte dell'anima appartiene; !(Cap. II)<br />
1.3) quale ne eÁ <strong>la</strong> causa !(Cap. III)<br />
2.) <strong>la</strong> natura del rievocare con <strong>la</strong> <strong>reminiscenza</strong>. !(Cap. IV)<br />
I 1) quale eÁ l'oggetto del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong><br />
I 1.1) definisce <strong>di</strong> che cosa si occupa <strong>la</strong> ricerca<br />
I 1.2) chiarisce il suo assunto<br />
I 1.2.1) <strong>di</strong>mostra che <strong>la</strong> <strong>memoria</strong> non riguarda il futuro<br />
I 1.2.2) <strong>di</strong>mostra che <strong>la</strong> <strong>memoria</strong> non riguarda il presente<br />
I 1.2.3) <strong>di</strong>mostra che riguarda passato<br />
I 2) conclude che cos'eÁ <strong>la</strong> <strong>memoria</strong>.
104<br />
SECONDA PARTE<br />
ARISTOTELE<br />
LA MEMORIA E LA REMINISCENZA<br />
[traduzione <strong>la</strong>tina]<br />
449b4 De <strong>memoria</strong> et memorari <strong>di</strong>cendum quid est et propter<br />
quam causam fit, et cui anime partium hec accidat<br />
passio; et reminisci: non enim iidem sunt memoratiui et<br />
reminiscitiui, set ut frequenter memorabiliores quidem<br />
qui tar<strong>di</strong>, reminiscibiliores autem qui ueloces et bene <strong>di</strong>scentes.<br />
449b9 Primum quidem igitur accipiendum est qualia sunt<br />
memorabilia: multociens enim decipit hoc.<br />
449b10 Neque enim futura contingit memorari, set est opinabile<br />
et sperabile. Erit autem utique et sciencia quedam<br />
speratiua, quemadmodum quidam <strong>di</strong>uinatiuam <strong>di</strong>cunt.<br />
449b13 Neque presentis est, set sensus: hoc enim neque futurum<br />
neque factum cognoscimus, set tantum presens.<br />
449b15 Memoria autem facti est. Presens autem cum adest, ut<br />
hoc album cum aliquis uidet, nullus utique <strong>di</strong>cet memorari,<br />
neque quod consideratur cum sit considerans et intelligens,<br />
set hoc quidem sentire <strong>di</strong>cunt, illud autem scire<br />
solum. Cum uero sine actibus uel operibus scienciam et<br />
sensum habeat, sic memoratur eas que trianguli quod<br />
duobus rectis equales; hoc quidem quia <strong>di</strong><strong>di</strong>cit aut specu<strong>la</strong>tus<br />
fuit, illud uero quoniam au<strong>di</strong>uit aut ui<strong>di</strong>t aut aliquid<br />
tale. Semper enim, cum secundum memorari agat, sic in
ARISTOTELE<br />
LA MEMORIA E LA REMINISCENZA<br />
Dobbiamo par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> che cosa eÁ <strong>memoria</strong> e ricordare,<br />
per quale causa si generino e a quale delle componenti<br />
dell'anima accada <strong>di</strong> provare queste passioni; tutto cioÁ vale<br />
anche per <strong>la</strong> <strong>reminiscenza</strong>: infatti non tutti gli uomini<br />
capaci <strong>di</strong> ricordare, sono capaci <strong>di</strong> esercitare, altrettanto<br />
bene, <strong>la</strong> <strong>reminiscenza</strong>. Ma, spesso sono capaci <strong>di</strong> ricordare<br />
bene quelli che sono anche lenti nell'apprendere, mentre<br />
sono capaci <strong>di</strong> rievocare bene quelli pronti e piuÁ capaci.<br />
Prima <strong>di</strong> tutto allora dobbiamo sapere quali siano gli<br />
oggetti del<strong>la</strong> <strong>memoria</strong>: molte volte infatti su questo siamo<br />
tratti in inganno.<br />
Infatti non si daÁ <strong>memoria</strong> del futuro, ma esso eÁ oggetto<br />
<strong>di</strong> opinione e <strong>di</strong> speranza. Ci saraÁ poi al piuÁ una scienza<br />
sperativa, che alcuni chiamano in un certo modo scienza<br />
del<strong>la</strong> <strong>di</strong>vinazione.<br />
Neppure si daÁ <strong>memoria</strong> del presente, ma esso eÁ oggetto<br />
dei sensi con i quali non conosciamo ne il futuro<br />
ne cioÁ che eÁ accaduto, ma appunto soltanto quel che eÁ<br />
presente.<br />
TESTO E TRADUZIONE 105<br />
Si daÁ <strong>memoria</strong> invece <strong>di</strong> cioÁ che eÁ accaduto: nessuno<br />
comunque <strong>di</strong>rebbe <strong>di</strong> ricordare il presente mentre c'eÁ,<br />
come questo bianco mentre lo si vede, e neppure cioÁ<br />
che si considera quando lo si sta considerando e pensando,<br />
ma quello lo si chiama soltanto sentire, e questo<br />
sapere. Quando invece si ha scienza o sensibilitaÁ senza gli<br />
atti o gli effetti re<strong>la</strong>tivi, allora si <strong>di</strong>ce che si ha <strong>memoria</strong>,<br />
per es. che <strong>la</strong> somma degli angoli <strong>di</strong> un triangolo sono<br />
eguali a due angoli retti; questo infatti o lo si eÁ appreso<br />
o lo si eÁ scoperto da soli, o perche lo si eÁ u<strong>di</strong>to o visto o<br />
qualche cosa <strong>di</strong> simile. Sempre infatti, quando l'anima<br />
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