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contiene - Il Mattino di Bolzano

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Exibart.onpaper<br />

arte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.e<strong>di</strong>toria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei.gossip<br />

Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20<br />

let. B - l. 662/96 - Firenze<br />

Copia euro 0,0001<br />

free | anno sesto | numero quarantotto | febbraio - marzo duemilaotto | www.exibart.com<br />

<strong>contiene</strong><br />

Quando parlarne, se non in tempi <strong>di</strong> campagna elettorale? Di cosa? Del problema della rappresentanza politica che tutto il comparto culturale del paese<br />

oggettivamente ha. Un problema che esiste, ma che pare non essere sentito dagli operatori del settore. I galleristi si lamentano <strong>di</strong> non avere referenti in<br />

parlamento? Gli artisti? I <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> museo? Eppure si tratta <strong>di</strong> realtà che ormai determinano - seppur spesso in maniera sommersa - un giro <strong>di</strong> denaro e<br />

<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro non in<strong>di</strong>fferente. E la stessa cosa accade per altri ambiti della produzione culturale: il teatro, ad esempio. Un poco meglio fanno la letteratura<br />

(grazie alla potenza delle case e<strong>di</strong>trici) e il cinema. Ma insomma non si può <strong>di</strong>re che il milieu culturale italiano abbia gran<strong>di</strong> sponde dalle parti <strong>di</strong><br />

Montecitorio. Ed è nella speranza che questo deficit si colmi in occasione delle prossime consultazioni elettorali che vi offriamo questo nuovo numero <strong>di</strong><br />

Exibart.onpaper. Una speranza che è rinvigorita dagli squarci <strong>di</strong> novità che illuminano una campagna elettorale per una volta, forse, innovativa su entrambe le sponde<br />

politiche. <strong>Il</strong> menu del numero che avete avuto la fortuna <strong>di</strong> accaparrarvi è quanto mai vario, seppur focalizzato per i motivi che vedremo sulla città <strong>di</strong> Roma. Intanto, però, godetevi l'ampia<br />

intervista alla <strong>di</strong>rettrice della imminente Biennale del Whitney, la più grande kermesse sull'arte americana spiegata per filo e per segno in assoluta anteprima. In occasione della prima<br />

e<strong>di</strong>zione della fiera d'arte contemporanea della Capitale, poi, abbiamo voluto fare il punto <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong> nuovo e importante si sta muovendo a Roma. Ebbene troverete approfon<strong>di</strong>menti su<br />

realtà come il Maxxi, la nuovissima Fondazione Guastalla, il Palazzo delle Esposizioni e la Quadriennale. Per capire un poco cosa offrirà, nel corso del 2008, la città italiana che negli ultimi<br />

tempi si è <strong>di</strong>mostrata più reattiva agli stimoli del contemporaneo. Ricchissime <strong>di</strong> spunti, come al solito, le rubriche fisse (decibel sul suono e design, ad esempio), mentre restano sempre<br />

must da non perdere la doppia pagina de<strong>di</strong>cata ai libri, con i suggerimenti più azzeccati per letture intelligenti, e l'overlook sul mercato dell'arte <strong>di</strong> Alfredo Sigolo. E dopo esservi guardati<br />

cosa propone per questo mese .wit, la rivista <strong>di</strong> moda & lifestyle allegata ad Exibart.onpaper, andatevi a leggere cosa ne pensa Luca Beatrice dell'ultimo film <strong>di</strong> Julian Schnabel... (m. t.)


4.retrocover Exibart.onpaper<br />

sondaggi<br />

http://sondaggi.exibart.com<br />

5- 53,93%<br />

6 20,71%<br />

7- 12,14%<br />

8 e mezzo 13,21%<br />

<strong>Il</strong> giu<strong>di</strong>zio sul Ministro Rutelli<br />

sexybart.<br />

chiara scarfò<br />

<strong>di</strong> ferruccio giromini<br />

Chiara Scarfò - still da "Primule", 2006<br />

Gira e rigira, l'unico vero grande protagonista<br />

dell'arte erotica resta sempre il corpo femminile.<br />

Ed è curioso, ma poi non così sorprendente,<br />

come per l'artista-uomo quel corpo rappresenti<br />

<strong>di</strong> regola la materializzazione (o l'idealizzazione)<br />

<strong>di</strong> un desiderio, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una mancanza,<br />

mentre per l'artista-donna sia in genere<br />

l'ostentazione e la messa in scena della<br />

propria realtà fisica, quin<strong>di</strong> viceversa <strong>di</strong> una<br />

presenza. Si potrà allora arrivare a <strong>di</strong>re che<br />

l'arte erotica al femminile sia piuttosto arte<br />

autoerotica? Con i dovuti <strong>di</strong>stinguo, <strong>di</strong> sicuro<br />

viene da pensarlo spesso. Non sono rare le<br />

giovani artiste che scoprono l'arte esattamente<br />

scoprendo il proprio corpo, con candore e<br />

furore, ora interrogative ed ora esclamative,<br />

squisitamente indecise tra l'offrirsi e il negarsi.<br />

Perché se in apparenza si regalano, autoritraendosi<br />

tutte ignude urbi et orbi, in realtà si<br />

nascondono <strong>di</strong>etro il <strong>di</strong>aframma della fotografia,<br />

oltre lo schermo del video, <strong>di</strong> fatto incorporee,<br />

al sicuro da contatti <strong>di</strong>retti e concreti, credendo<br />

così - e forse hanno pure ragione - <strong>di</strong><br />

condurre loro il gioco fin dove vogliono e non<br />

oltre. La trentenne Chiara Scarfò, da poco<br />

tornata alla ribalta ospite della Home Gallery<br />

<strong>di</strong> Germana Olivieri ad Olbia, incarna bene<br />

questo continuo e irrisolto confronto con se<br />

stessa, rigorosamente in solitaria, affidando i<br />

propri fantasmi ad una fotocamera <strong>di</strong>gitale in<br />

quelli che chiama, fermi o in moto, "self shot"<br />

e "self clip". Le piace in particolare un'ambientazione<br />

rivelatoria: un vecchio manicomio<br />

abbandonato. Eccola dunque aggirarsi in<br />

costume evitico - lunghi capelli fin sul seno<br />

acerbo, corpo efebico - per stanze desolate,<br />

nude quanto lei, dove le foglie secche si<br />

mescolano alle macerie, dove l'esterno si<br />

riversa nell'interno, dove i rifiuti della natura<br />

invadono le rovine della cultura. L'estasi dell'ostensione<br />

si esplica pertanto, ma in modo<br />

protetto, in spazi sospesi su un confine simbolico,<br />

"tra dentro e fuori"; in "un posto chiamato<br />

casa" alla soffice ricerca del proprio "para<strong>di</strong>so<br />

perduto"; riconoscendosi "la superba modestia<br />

della corazza" (i virgolettati sono tutti titoli<br />

suoi, per altrettante sue azioni recenti).<br />

Determinazione e fragilità coesistono, ivi,<br />

senza conflitti terribili. Quel che codesto corpo<br />

e codesto spirito <strong>di</strong> artista ci regalano è pertanto<br />

la messa in scena <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong><br />

tenera autoaffermazione, la cantilena antica<br />

dell'"io esisto".<br />

Arte Fiera si è rivelata<br />

la miglior fiera in italia 28,27%<br />

nazionalpopolare 35,02%<br />

ora è internazionale 5,49%<br />

non ci sono stato 31,22%<br />

i perché del mese<br />

BIENNALE SENZA DIRETTORE<br />

La Biennale si è fatta fondazione proprio per starsene<br />

bel bella autonoma dalla politica. Beh, dunque non è<br />

certo la 'vacanza' <strong>di</strong> Governo il motivo per cui il presidente<br />

Baratta - che è l'unico titolato a farlo - non nomina<br />

ancora il <strong>di</strong>rettore per le Arti Visive che si dovranno svolgere<br />

tra poco più <strong>di</strong> un anno. E se il motivo non è, come<br />

non vogliamo neppure pensare che sia, politico, allora<br />

perché si sta perdendo tutto questo tempo?<br />

ARTE CIAK<br />

Non sappiamo sinceramente il perché e in tal senso<br />

atten<strong>di</strong>amo suggerimenti dai nostri arguti lettori. Ma sta<br />

<strong>di</strong> fatto che viviamo dei mesi in cui l'arte contemporanea<br />

la fa da padrona sul grande schermo. Tra Marjane<br />

Satrapi e Julian Schnabel ad<strong>di</strong>rittura si è parlato anche<br />

<strong>di</strong> incassi, e la cosa non è banale. E poi tra poche settimane<br />

sarà la volta del lungometraggio <strong>di</strong> Sergio Rubini<br />

con Riccardo Scamarcio. Protagonisti l'arte contemporanea,<br />

un controverso scultore e una rivista... Indovinate<br />

quale!<br />

PER UN PAESAGGIO IN PIU'<br />

Molti lettori ci hanno sollecitato a spiegar loro il perché.<br />

E ci siamo trovati in non poca <strong>di</strong>fficoltà. La domanda era<br />

in buona sostanza posta in questi termini: perché la ministeriale<br />

DARC (Direzione generale per l'arte e l'architettura<br />

contemporanea) proprio ora che stava assumendo<br />

una popolarità del suo marchio viene mo<strong>di</strong>ficata nel suo<br />

nome, nel suo marchio e nelle sue attribuzioni e <strong>di</strong>venta<br />

PARC (Direzione generale per il paesaggio, l'architettura<br />

e l'arte contemporanea)? Eggià, perché?<br />

vedodoppio<br />

sopra: Andrea Chiesi<br />

sotto: Quentin Tarantino<br />

sopra: <strong>Il</strong> logo del Pa<strong>di</strong>glione Italiano all'Expo<br />

Internazionale <strong>di</strong> Saragozza 2008<br />

sotto: <strong>Il</strong> logo del nuovo Partito<br />

Democratico<br />

UN RESIDENCE A VENEZIA<br />

Beh, <strong>di</strong>ciamocela tutta. Questa è una delle più<br />

gran<strong>di</strong> falle del sistema-Italia dell'arte contemporanea.<br />

Certo, certo, stiamo parlando della<br />

profonda mancanza <strong>di</strong> residenze per giovani<br />

artisti. Esteri e non solo. E dunque lo<strong>di</strong> e elogi<br />

a chi cerca <strong>di</strong> riparare alla mancanza. Come<br />

la Fondazione Bevilacqua La Masa <strong>di</strong> Venezia,<br />

che a tal scopo - dopo alcune voci maligne<br />

sulla destinazione - sta restaurando lo storico<br />

Palazzo Carminati. Dove aprirà quattor<strong>di</strong>ci<br />

stu<strong>di</strong>.<br />

MILANO DI MODA<br />

Senza stare a fare tanto gli schizzinosi o gli<br />

snob. Senza fare gli occhiacci al mondo del<br />

fashion che si 'intromette' in quello dell'arte.<br />

Senza accogliere a bocca storta i 'capitalisti'<br />

della moda. Insomma, occorre dare a Cesare<br />

quel che è suo. E nella fattispecie, parlando <strong>di</strong><br />

Milano, occorre considerare come alcune tra<br />

le migliori mostre che transitano in città<br />

siano solo ed esclusivo merito delle fondazioni<br />

modaiole (Prada, Trussar<strong>di</strong>). Cosa sarebbe<br />

la già traballante offerta a Milano senza <strong>di</strong><br />

loro?<br />

TRIS DI MUSEI<br />

Quanto ci piace piangerci addosso? Dire che<br />

siamo sempre gli ultimi? Avallare la sindrome<br />

del fanalino-<strong>di</strong>-coda? Ebbene, i tanti professionisti<br />

della lagna italica si sveglino, perché si<br />

dà il caso che nei prossimi mesi nel Belpaese<br />

apriranno non uno, non due, ma ben tre<br />

musei d'arte contemporanea che, se ben<br />

gestiti e ben lanciati, potrebbero significare il<br />

definitivo inserimento del nostro circuito nel<br />

più vasto consenso internazionale <strong>di</strong> settore.<br />

E allora forza Museion, forza Macro e forza<br />

Maxxi.<br />

SCARAVAGGIO<br />

Un <strong>di</strong>rettore della fotografia come Vittorio<br />

Storaro, due consulenti autorevoli come<br />

Maurizio Marini e Clau<strong>di</strong>o Strinati. Eppure la<br />

fissscion "Caravaggio", andata in onda su<br />

Rai1, ha riproposto il solito cliché del puttaniere-alcolizzato-rissoso-squilibrato,<br />

fra continui<br />

duelli alla tre moschettieri e svenevolezze<br />

da soap opera. Misericor<strong>di</strong>a.<br />

BLA BLA BOLLA<br />

Non ci piace neppure un po' la recente tendenza<br />

<strong>di</strong> certi giornali, anche e soprattutto<br />

quoti<strong>di</strong>ani, a dare spazio a notizie, focus, speciali<br />

e inchieste sul mercato dell'arte. Così,<br />

perché fa figo, perché gira voce che c'è movimento,<br />

perché c'è magari la bolla o quant'altro.<br />

Insomma, il mercato dell'arte già è una<br />

roba folle e delicata per conto suo. Ci manca<br />

solo il rumore della stampa generalista...<br />

STAMPA ESTEROFILA<br />

A proposito <strong>di</strong> nuovi musei, <strong>di</strong> cui nel capitolo<br />

degli 'OK'. Ma avete notato, o lettori, quale<br />

massiccia copertura me<strong>di</strong>atica è stata riservata<br />

al New Museum <strong>di</strong> Nuova York?<br />

Quoti<strong>di</strong>ani, settimanali, mensili e bimestrali si<br />

sono accalcati per pubblicare la foto dei sette<br />

scatolotti d'alluminio planati per colpa <strong>di</strong> alcuni<br />

architetti jap in quel della Bowery. Sarà<br />

stata la presenza del nostrano Massimiliano<br />

Gioni tra i curatori; sarà stata l'attenzione che<br />

sempre, giustamente, nutriamo per New<br />

York. Cosa sarà stato non lo sappiamo, ma<br />

questa affettuosa attenzione speriamo si<br />

ripeta, quantomeno nelle stesse proporzioni,<br />

anche in occasione <strong>di</strong> aperture <strong>di</strong> musei che,<br />

invece, poverini, avranno sede in Italy...


6.opinioni Exibart.onpaper<br />

CHOPSTICK.<br />

A MONDO MIO.<br />

Qual è lo stile <strong>di</strong> Second Life, lo stile dell'arte ma anche lo stile <strong>di</strong> vita? Per assonanza con lo spirito del nostro<br />

tempo, si <strong>di</strong>rebbe che sia il surrealismo pop. In parte è vero, ma è la soluzione più semplice, quella che sta sotto<br />

gli occhi <strong>di</strong> tutti nelle prime ottanta pagine dei romanzi polizieschi, e alla fine si rivela essere un abile depistaggio.<br />

Per quanto gli artisti della seconda vita rendano quoti<strong>di</strong>anamente un tributo culturale all'arte <strong>di</strong> Mark Ryden e <strong>di</strong> Todd<br />

Schorr, <strong>di</strong>etro alle loro opere si muove un mondo più complesso, dove si intersecano influenze più stratificate e meno evidenti.<br />

L'arte <strong>di</strong> Second Life gravita attorno ai personaggi che stanno in quel mondo, personaggi pensati come catalizzatori<br />

<strong>di</strong> relazioni, che vivono per crearsi contatti, per raggiungere un upgrade quoti<strong>di</strong>ano nella loro esistenza <strong>di</strong> p.r. e <strong>di</strong> influencers<br />

<strong>di</strong> un mondo nomade. I contatti e le amicizie importanti si collezionano sul campo, trascorrendo ore e ore nelle sim,<br />

macinando fiumi <strong>di</strong> parole, accumulando chilometri <strong>di</strong> chat e partecipando a un evento dopo l'altro, guadagnandosi<br />

i galloni da perfetto frequent socializer. Ma le relazioni si sviluppano anche offline, quando non si è connessi.<br />

Lo si fa attraverso l'arte. Quando si è online ci si crea un personaggio e lo si propone live agli amici connessi.<br />

Quando si sta afk (away from keyboard), si lasciano a decantare le foto ricordo realizzate nel virtuale, postate<br />

su Flickr, create a tavolino in funzione dei commenti da ricevere.<br />

Non si creano opere d'arte destinate esclusivamente ad appagare l'occhio, ma lavori che stimolino i<br />

commenti, in modo da attirare un numero sempre maggiore <strong>di</strong> persone, consolidando la propria<br />

fama tra gli amici e attirando nuovi contatti. Quel che conta è proprio il numero <strong>di</strong> commenti: più contatti<br />

ho, più sono qualcuno nel web, in Flickr come in Linke<strong>di</strong>n. E il valore dell'arte quin<strong>di</strong> si misura con<br />

la valuta immateriale della popolarità, con qualcosa che potremmo chiamare "Contact dollars".<br />

In tutto questo gioco <strong>di</strong> doppia vita nella doppia vita, gli avatar acquisiscono continuamente legittimazioni:<br />

se non riescono ad acquistare cre<strong>di</strong>bilità online, quando sono nell'acquario virtuale, compensano<br />

negli altri social network, rafforzati e resi veri dai commenti della gente. Appare così una popolazione<br />

da leggere in filigrana, che si rivela un po' da una parte, un po' dall'altra, ma che non si concede<br />

mai integralmente in un posto solo. E questo tipo <strong>di</strong> personaggi non si può leggere attraverso i<br />

parametri del surrealismo pop: quello è un mondo straniato sbilanciato <strong>di</strong>chiaratamente da un lato<br />

solo, quello della fantasia più follemente bizzarra. [...continua a pag. 84]<br />

mario gerosa<br />

giornalista, autore <strong>di</strong> "Rinascimento virtuale" (Meltemi)<br />

Qualche mese fa Graziano Cecchini, artista futurista, colorò <strong>di</strong> rosso<br />

le acque <strong>di</strong> una fontana romana e subito successero<br />

alcune cose. Intervennero gli agenti della Digos nella<br />

pausa caffè della lotta al terrorismo.<br />

Si levarono alti i lai dell'ASC, ossia l'Ala Svenevole<br />

della Cultura, i cui membri sono vittime della sindrome<br />

<strong>di</strong> Stendhal anche <strong>di</strong> fronte a una figurina Panini.<br />

Gridarono i soliti snob dell'arte, quelli che pensano basti fare la fila<br />

davanti agli Uffizi nel week end <strong>di</strong> Pasqua per sentirsi Roberto<br />

Longhi (che però loro non sanno chi sia), e bollarono Cecchini come<br />

l'Andy Warhol <strong>di</strong> Trastevere. Anche se Warhol non ha mai fatto performance<br />

<strong>di</strong> quel genere, ma che importa: è sempre il primo nome<br />

che viene alla mente.<br />

Ma, soprattutto, si tornò a tracciare l'equazione facilona<br />

Futurismo = Fascismo. Certo Cecchini è <strong>di</strong>chiaratamente <strong>di</strong><br />

estrema destra, legato un tempo all'MSI e oggi a Forza Nuova. E allo stesso modo Marinetti e i<br />

Futuristi erano affascinati dalla carica <strong>di</strong> energia e novità legata al primo Fascismo. Una fascinazione<br />

estetica ammessa persino da antifascisti insospettabili come George Mosse e che si<br />

basava sulle aspettative <strong>di</strong> un mondo nuovo. Questa forza <strong>di</strong> novità è ben espressa non solo dall'estetica<br />

futurista, ma anche dalla grafica degli anni Trenta. Basta sfogliare un libro come Saluto<br />

al Duce! (ristampa integrale dei manuali per bambini stampati dal regime e<strong>di</strong>ta da Gremese) per<br />

rendersi conto della potenza iconografica che spazzava via le cupe illustrazioni che stavano<br />

nascoste nelle retine italiane. Lo stile angolare e preciso, ine<strong>di</strong>to e scattante <strong>di</strong> quei manuali<br />

sommergeva il decrepito tratto <strong>di</strong> Enrico Mazzanti, primo illustratore <strong>di</strong> Pinocchio, più vicino alle<br />

xilografie cinquecentesche che a un'arte degna dell'età degli aeroplani.<br />

Oggi le formazioni <strong>di</strong> estrema sinistra, quelle che vanno radunandosi sotto la definizione a metà<br />

tra il ri<strong>di</strong>colo e l'haiku <strong>di</strong> Sinistra Arcobaleno, nei loro farneticanti volantini promettono un altro<br />

mondo (spesso con l'apostrofo tra un e altro). Mancano <strong>di</strong> fascinazione perché il mondo che essi<br />

promettono non è nuovo e non è graficamente allettante. È vecchio, terzomon<strong>di</strong>sta, sciatto. <strong>Il</strong> mondo<br />

nuovo promesso dal Fascismo era irrealizzabile. L'altro mondo degli Arcobalenisti è irrealizzato. Nel<br />

senso che sono decenni che cercano <strong>di</strong> attuarlo senza alcun successo.<br />

Ma anche nella destra si è persa la carica <strong>di</strong> novità <strong>di</strong> quel Futurismo <strong>di</strong> cui alcuni cercano <strong>di</strong> appropriarsi.<br />

Lo <strong>di</strong>mostrano alcune righe <strong>di</strong> Come si seducono le donne, un pamphlet <strong>di</strong> Marinetti del<br />

1918 (ristampato recentemente da Excelsior 1881). Sono righe che andrebbero fatte leggere a<br />

tanti begli esponenti della destra più benpensante, fintamente moralista e stoltamente retriva.<br />

[...continua a pag. 84]<br />

tommaso labranca<br />

scrittore<br />

LUMIÈRE.<br />

Sulla magia dell'invisibilità si regge la poetica del nuovo film <strong>di</strong> Julian Schnabel, Lo scafandro e la farfalla. Un lavoro bellissimo,<br />

il suo terzo, che <strong>di</strong>mostra come chi è dotato <strong>di</strong> talento e sensibilità autentici non trova poi troppa <strong>di</strong>fficoltà nel<br />

misurarsi con linguaggi <strong>di</strong>fferenti, raggiungendo sempre il risultato migliore. Raggiunta da decenni la piena affermazione<br />

nella pittura, Schnabel non è il tipico artista invaghitosi del cinema e convinto che tutto ciò che tocca si trasforma,<br />

automaticamente, in oro. Rispetto ad alcuni suoi illustri colleghi - David Salle, Robert Longo, Cindy Sherman - ugualmente<br />

tentati dalla settima musa e autori <strong>di</strong> operine banali e stentate, Schnabel sembra nato con la telecamera in<br />

mano. Anche in questo suo nuovo film lo spunto è biografico, tratto da una storia vera: dopo due outsider - l'artista<br />

bruciato dal successo e dalle droga (Jean-Michel Basquiat) e il poeta gay perseguitato dal regime comunista<br />

(Reinaldo Arenas) -, lo sguardo cade su un tipo <strong>di</strong> uomo ben <strong>di</strong>verso. È Jean Dominique Babuy, caporedattore<br />

<strong>di</strong> Elle, colpito da un ictus che pur rendendolo completamente <strong>di</strong>sabile non ne lede la capacità <strong>di</strong> pensare.<br />

Grazie all'unico movimento rimastogli possibile, chiudere e aprire la palpebra sinistra, detta all'ortofonista dell'ospedale<br />

il libro che ne racconta la malattia e i pensieri. Per buona parte del film il nostro sguardo coincide<br />

con quello del protagonista: ve<strong>di</strong>amo le sue stesse immagini, siamo la sua stessa voce. La<br />

fotografia è straor<strong>di</strong>naria, soprattutto quando la realtà finisce per perdere i propri contorni<br />

e scivolare nell'invisibile. Strepitosi gli attori, Matthieu Amalric nella parte <strong>di</strong> Babuy ed<br />

Emmanuelle Seigner, sua ex compagna. Un film che fa trattenere il respiro, ma non commuove. Con<br />

mano abilissima Schnabel inserisce un elemento comico e grottesco quando la storia rischia <strong>di</strong> scivolare<br />

nel dramma. E soprattutto, non dà alcun giu<strong>di</strong>zio né si schiera in alcun modo sulla questione<br />

eutanasia-<strong>di</strong>ritto alla vita. Sono questioni troppo gran<strong>di</strong>, e l'arte è davvero troppo piccola.<br />

luca beatrice<br />

critico, curatore, giornalista<br />

KAWAII.<br />

Continuiamo ancora a scoprire cos'è e dov'è il kawaii. In<br />

Occidente la cultura del kawaii si afferma come una componente<br />

importante della cultura giovanile europea ed americana<br />

dalla metà degli anni '90, un po' in controtendenza con<br />

gli stili grunge e rap. <strong>Il</strong> cute o pretty (in<br />

Occidente) si <strong>di</strong>ffonde dapprima con la<br />

musica: Bjork con il suo stile babe e infantile<br />

o Courtney Love (moglie <strong>di</strong> Kurt Cobain)<br />

che si esibisce con capelli rosa, vestitini in<br />

tulle e ballerine ai pie<strong>di</strong>, suscitando l'attenzione<br />

dei giornali scandalistici. Ma è forse<br />

con Gwen Stefani che il kawaii si esprime<br />

più liberamente. La sua musica, i video clip,<br />

l'abbigliamento, il suo gruppo <strong>di</strong> Harajuku girls giapponesi<br />

che la accompagnano ovunque sono oramai <strong>di</strong>ventati un'icona<br />

del kawaii.<br />

Ma il personaggio più rappresentativo del kawaii è Hello<br />

Kitty, nata nel 1974 in Giappone e <strong>di</strong>ffusa dal 1980 prima<br />

in America e poi in Europa, con un'improvvisa impennata<br />

delle ven<strong>di</strong>te dalla seconda metà degli anni Ottanta. Una<br />

gattina alta due teste, con linee dolci e arrotondate, gli occhi<br />

neri, non troppo gran<strong>di</strong> e un naso rotondo e piccolo. Manca<br />

la bocca per facilitare l'empatia con i sentimenti <strong>di</strong> chi la<br />

guarda. La Sanrio, società giapponese creatrice <strong>di</strong> Hello<br />

Kitty, che inizialmente puntava su un pubblico femminile e<br />

preadolescenziale, conta oggi oltre ventiduemila prodotti<br />

con il logo del bambolotto che ricoprono ogni settore dell'industria,<br />

dalla cancelleria agli accessori per animali domestici<br />

ai tendaggi, cosmetici, strumenti musicali.<br />

Guadagna circa la metà del miliardo<br />

<strong>di</strong> dollari <strong>di</strong> fatturato con la produzione<br />

<strong>di</strong>retta e la ven<strong>di</strong>ta dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Hello Kitty.<br />

Recentemente le principali catene del<br />

"cheap and chic" (H&M, GAP, Zara)<br />

hanno acquistato i <strong>di</strong>ritti per l'uso dell'immagine.<br />

Vere e proprie icone del fashion<br />

come Marian Carey, Ricky Martin, Cameron Diaz e<br />

Christina Aguilera da tempo hanno contribuito a fare <strong>di</strong><br />

questa gattina una celebrità, con oggetti sempre più raffinati<br />

e costosi perché prodotti talvolta in collaborazione con<br />

Damiani, Swarovski e altri designer <strong>di</strong> fama mon<strong>di</strong>ale.<br />

Nessun personaggio giapponese è mai riuscito a <strong>di</strong>ventare<br />

così popolare, senza temere alcuna concorrenza. Si tratta<br />

senz'altro <strong>di</strong> un'icona mon<strong>di</strong>ale.<br />

Gli unici articoli, almeno per adesso, che la Sanrio non produce<br />

o <strong>di</strong> cui non concede la licenza per l'uso del logo <strong>di</strong><br />

Hello Kitty sono le me<strong>di</strong>cine, le armi, gli alcolici e le sigarette.<br />

Cerca anche <strong>di</strong> restare lontano dalla aggressività dell'imitazione<br />

spendendo ogni anno <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> dollari in<br />

misure anti-plagio.<br />

guido ferilli<br />

docente presso la facoltà <strong>di</strong> economia<br />

dell'università <strong>di</strong> bologna | iuav <strong>di</strong> venezia<br />

UN SACCO BELLO.<br />

L'enorme quantità <strong>di</strong> mostre, fiere, pubblicazioni che ogni anno documentano la<br />

produzione artistica ci danno una chance in più rispetto al passato <strong>di</strong> essere in<br />

grado <strong>di</strong> riconoscere le migliori voci artistiche della nostra epoca oppure assisteremo<br />

- come è sempre avvenuto - a clamorose riscoperte (e bocciature) tar<strong>di</strong>ve e<br />

quin<strong>di</strong> ad una sostanziale riscrittura della storia dell'arte <strong>di</strong> oggi? La mia personale<br />

sensazione è che, in ultima analisi, tutta l'attenzione de<strong>di</strong>cata oggi all'arte contemporanea<br />

finisca soprattutto per facilitare ulteriormente, rispetto al passato, la<br />

creazione <strong>di</strong> 'bolle' critiche e <strong>di</strong> mercato e quin<strong>di</strong> la sopravvalutazione <strong>di</strong> molti artisti<br />

e allo stesso tempo la sottovalutazione <strong>di</strong> altri mal sincronizzati con le i<strong>di</strong>osincrasie<br />

del momento. È vero infatti che le opportunità sono moltissime, ma questo<br />

non vuol <strong>di</strong>re che siano ugualmente <strong>di</strong>stribuite. Piuttosto, quello che si nota è che<br />

l'effetto 'superstar', che ha sempre contrad<strong>di</strong>stinto i mercati artistici, nello scenario<br />

corrente tende a <strong>di</strong>venire più rapido e più intenso. Assistiamo in particolare ad<br />

una creazione a ciclo continuo <strong>di</strong> 'superstar' alle <strong>di</strong>verse scale (globale, nazionale,<br />

locale) che però si <strong>di</strong>mostrano soggette ad una preoccupante mortalità: un artista<br />

oggi sulla cresta dell'onda e apparentemente oggetto <strong>di</strong> un ciclo <strong>di</strong> valutazione e<br />

apprezzamento inarrestabile può nel giro <strong>di</strong> pochi anni essere già consegnato all'oblio.<br />

E l'ansia <strong>di</strong> scoperta e <strong>di</strong> riconoscimento che si accompagna a questo tipo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>namiche sociali porta ad un atteggiamento sempre più febbrile e superficiale nei<br />

confronti del rapporto con l'opera d'arte, a modalità <strong>di</strong> lettura troppo sensibili alla<br />

contingenza e ai meccanismi <strong>di</strong> influenza sociale che permeano<br />

il sistema dell'arte. In un certo senso, tutto questo è fisiologico:<br />

c'è un'arte fatta per il qui e ora e c'è un'arte che nasce<br />

da correnti più profonde e tocca corde che continuano a<br />

vibrare a lungo. Solo che ora il qui e ora è talmente presente<br />

e talmente allettante che l'attrazione che finisce per esercitare<br />

sulle personalità in cerca <strong>di</strong> un teatro narcisistico è<br />

davvero forte, e per i più bravi socialites questa aspirazione<br />

può bastare, almeno per un po', ad assicurarsi il passaporto<br />

per un quarto d'ora <strong>di</strong> celebrità artistica. E per ogni superstar<br />

dalla vita breve c'è un esercito <strong>di</strong> aspiranti artisti, probabilmente<br />

la maggior parte, che non arriveranno mai alla ribalta e<br />

che a maggior ragione non saranno mai riscoperti per il semplice<br />

motivo che erano artisti da 'qui ed ora', soltanto meno bravi<br />

degli altri, o semplicemente meno fortunati nel giocare questo<br />

particolare gioco, o semplicemente cattivi artisti che riscoprono<br />

l'acqua calda o bravi artigiani che non hanno capito il senso del<br />

proprio talento. Gli artisti veramente importanti, come in ogni<br />

altra epoca, saranno pochi anche nei nostri anni, ed è improbabile<br />

che avranno avuto vita facile. E forse è giusto così.<br />

pier luigi sacco<br />

pro-rettore alla comunicazione e all'e<strong>di</strong>toria e <strong>di</strong>rettore del <strong>di</strong>p.<br />

delle arti e del <strong>di</strong>segno industriale - università iuav - venezia


Exibart.onpaper opinioni.7<br />

ELETTRO-SHOCK.<br />

Un tempo Bill Viola vendeva i suoi videotapes a qualcosa come mille<br />

dollari. Ti inviava il nastro ¾ <strong>di</strong> pollici, tu lo mettevi nel tuo archivio e<br />

poi, secondo contratto, quando dopo alcuni anni la cassetta era<br />

ormai smagnetizzata o danneggiata, al costo del riversamento e<br />

della spe<strong>di</strong>zione lui ti rimandava una copia nuova. Insomma il collezionista<br />

acquistava il <strong>di</strong>ritto a vita, non il supporto. Qualsiasi nastro<br />

analogico comincia a perdere qualità dopo pochi mesi, ma dopo<br />

venti anni - per quanto zeppo <strong>di</strong> drop - mostra ancora le immagini. <strong>Il</strong><br />

dvd è molto peggiore. Innanzitutto è un prodotto ad alta compressione e non è meno soggetto<br />

a <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> un nastro. E poi un giorno (quin<strong>di</strong>ci? venti anni?) <strong>di</strong> colpo, rischi <strong>di</strong> non vedere<br />

più nulla. Non so come si comporta oggi, nell'era <strong>di</strong>gitale, Bill Viola. Dal 1995, anno <strong>di</strong><br />

Deserts, ha smesso <strong>di</strong> realizzare tapes monocanale, da proiettare su uno schermo, opere<br />

che arrivano alla durata <strong>di</strong> un lungometraggio. Concepisce - come sappiamo - solo installazioni,<br />

dunque vende anche il <strong>di</strong>spositivo, molto probabilmente va a casa del collezionista personalmente<br />

per installargli l'opera. Ma, in tutto il mondo, gli artisti che<br />

realizzano video li vendono tranquillamente in cinque copie su formato dvd<br />

a una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quattro/cinquemila euro. Cosa vendono in realtà?<br />

Vendono la loro firma. Molti collezionisti neppure aprono la custo<strong>di</strong>a, neppure<br />

installano su un lettore il <strong>di</strong>sco. Lo custo<strong>di</strong>scono gelosamente per<br />

paura che la cifra spesa possa andare in fumo. <strong>Il</strong> ¾ <strong>di</strong> pollice <strong>di</strong> un tempo<br />

- per quanto archeologico - era almeno un formato professionale. <strong>Il</strong> dvd è<br />

un formato "consumer", da quattro sol<strong>di</strong>: venti centesimi<br />

l'uno a Porta Portese. Non sarebbe più serio vendere<br />

almeno un Beta <strong>di</strong>gitale, il cui supporto costa<br />

ancora intorno ai cinquanta euro e per leggere il<br />

quale c'è bisogno <strong>di</strong> un lettore ancora piuttosto costoso?<br />

In realtà il problema è un altro: la duplicazione<br />

all'infinito <strong>di</strong> un video. D'accordo, senza firma. Ma è<br />

comunque un paradosso. Senza bisogno <strong>di</strong> scomodare<br />

come al solito Benjamin, l'aura e l'epoca della riproducibilità,<br />

pensate sia una cosa seria vendere un dvd a un collezionista, lo<br />

stesso dvd che viene poi dato ai critici, ai curatori o inviato nelle rassegne,<br />

ai festival, ecc? Finché è un film d'artista in pellicola si vende il negativo originale<br />

(che è solo uno) e si può cedere anche a centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />

euro se lo ha fatto un grande artista. <strong>Il</strong> video (con o senza firma) è un'altra<br />

cosa. Non è il caso che né gli artisti, né i galleristi si facciano prendere<br />

dal panico per questo tipo <strong>di</strong> considerazioni. Ma forse sarebbe meglio pensare a qualcosa<br />

<strong>di</strong> meno riproducibile che accompagni un dvd. Già l'opzione <strong>di</strong> integrare il <strong>di</strong>sco con la<br />

stampa <strong>di</strong>gitale <strong>di</strong> uno still, <strong>di</strong> un frame, o comunque <strong>di</strong> un'immagine a esso collegata, fatta<br />

dunque con tutti i crismi, magari anche ritoccata a mano per trasformarla da multiplo ad<br />

unicum, sarebbe una scelta più giusta, più onesta. Qualcuno lo fa, ma quanti? Questa soluzione<br />

darebbe all'artista la sensazione <strong>di</strong> non aver venduto un'opera soggetta a deterioramento<br />

e a duplicazione e al compratore la sicurezza <strong>di</strong> aver acquistato un multiplo con un<br />

valore aggiunto (estetico e commerciale). <strong>Il</strong> <strong>di</strong>battito per chi vuole cercare <strong>di</strong> cambiare un<br />

po' il surreale mercato del video "d'arte", resta comunque aperto. Dite la vostra.<br />

bruno <strong>di</strong> marino<br />

stu<strong>di</strong>oso dell'immagine in movimento<br />

ERGOSUM.<br />

Braccare il nemico. "L'inferno esiste e non è vuoto" ha affermato il capo dei cattolici papa Ratzinger durante il suo<br />

incontro quaresimale con i parroci <strong>di</strong> Roma. Resta da stabilire da chi è abitato. E l'inferno, si sa, per i gerarchi della<br />

chiesa è un grande condominio <strong>di</strong> dannati. Laici e illuministi soprattutto con le loro sottospecie: gay, atei, conviventi,<br />

rockers, scienziati, comunisti, agnostici, ecc. Inoltre, ha riba<strong>di</strong>to Ratzinger ''non tutti ci presenteremo uguali al banchetto<br />

del para<strong>di</strong>so". <strong>Il</strong> para<strong>di</strong>so come specchio del mondo: <strong>di</strong>suguali quaggiù, <strong>di</strong>suguali lassù. Non<br />

c'è speranza. Non <strong>di</strong>versamente, per far scoppiare la guerra in Iraq Bush affermava che il<br />

male esiste ed era personificato da Saddam e i suoi fedeli. <strong>Il</strong> male è stato<br />

impiccato ma la guerra continua più feroce <strong>di</strong> prima. La <strong>di</strong>stinzione fra buoni<br />

e cattivi ricalca l'antica <strong>di</strong>stinzione fra verità e menzogna e che oggi potremmo<br />

vedere nella <strong>di</strong>stinzione fra reale e immaginario. Una <strong>di</strong>stinzione perfettamente<br />

valida all'interno delle concezioni assolutiste dei regimi totalitari. È<br />

soltanto il loro posto e il loro ruolo che sono invertiti: i regimi assolutisti -<br />

siano essi d'or<strong>di</strong>ne politico o religioso - sono fondati sul convincimento che<br />

essendo il loro Dio quello della luce e dell'essere, automaticamente è anche<br />

quello della verità. Dal momento che la verità sottoposta al vaglio <strong>di</strong> Dio per<br />

la chiesa non necessita <strong>di</strong> prove, ma <strong>di</strong> atti <strong>di</strong> fede, ne consegue che il certo<br />

(l'uomo) viene fatto <strong>di</strong>pendere dall'incerto (Dio), per la cui vi<strong>di</strong>mazione occorre un apparato burocratico (papi, car<strong>di</strong>nali,<br />

vescovi) che certifica l'esistenza <strong>di</strong> Dio e naturalmente della sua verità. La verità in tale contesto <strong>di</strong>venta un obbligo<br />

verso Dio e i suoi vicari in terra e non verso gli uomini. Che lo IOR - la banca vaticana - ospitasse al tempo <strong>di</strong> Marcinkus<br />

il denaro <strong>di</strong> mafiosi non va detto perché, come <strong>di</strong>chiarò in una intervista all'Observer <strong>di</strong> Londra (25 maggio 1986):<br />

"You can't run the Church on Hail Marys" (Non si può governare la Chiesa con le Ave Maria"). Che i funerali del nazista<br />

Walter Rauff - l'inventore delle camere a gas mobili - sia stato officiato dal vescovo Ricardo Wagner in Cile, non<br />

va detto. Che a capo della basilica romana <strong>di</strong> Santa Maria Maggiore Ratzinger ha messo il pedofilo Law condannato<br />

negli Stati Uniti (salvandolo), non va detto. Che recentemente le tre figlie <strong>di</strong> Pinochet (con tanto <strong>di</strong> figli) hanno<br />

avuto l'annullamento del matrimonio per la terza volta, non va detto… fermiamoci. La lista sarebbe troppo lunga.<br />

Insomma, ciò che è in gioco è il contenuto della verità, che <strong>di</strong>venta come una bambola gonfiabile multiuso. Nessun<br />

obbligo morale <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la verità agli uomini dal momento che la si <strong>di</strong>ce solo davanti a Dio. Emerge un doppio volto<br />

della verità. Quella che si pretende imporre davanti a Dio, presentata come un monito per le masse, e quella riservata,<br />

flessibile, adattabile alle amicizie dei gerarchi della chiesa. La verità in tale concezione si sorregge sull'in<strong>di</strong>viduazione<br />

del nemico. La procedura è antica: si tratta <strong>di</strong> trasformare l'insicurezza collettiva, l'ansia che traspare<br />

dalla popolazione, in un sentimento <strong>di</strong> paura nei confronti <strong>di</strong> un gruppo sociale. La tecnica è la retorica della vittima:<br />

occorre far credere <strong>di</strong> essere aggre<strong>di</strong>ti, vittime <strong>di</strong> un nemico che sarà poi identificato col male: "in Italia una<br />

fede ra<strong>di</strong>cata, ma anche minacciata", <strong>di</strong>ce papa Ratzinger ai preti <strong>di</strong> Roma (L'avvenire, 23 Febbraio 2007), oppure<br />

rifiutare strategicamente all'ultimo momento <strong>di</strong> andare alla Sapienza per inaugurare l'anno accademico, ben<br />

sapendo che ciò avrebbe scatenato una tempesta me<strong>di</strong>atica che avrebbe trasformato il papa in vittima e i <strong>di</strong>ssenzienti<br />

in pericolosi estremisti, il tutto con la complicità oscena dei me<strong>di</strong>a. Ora, ciò che caratterizza la mente<br />

paranoica è la definizione del nemico. Carl Schmitt, che <strong>di</strong> nemici se ne intendeva, fiancheggiatore del nazismo,<br />

suggeriva un metodo molto semplice per definire un sistema politico: guarda dove sta il nemico e ti orienterai<br />

(Teoria del partigiano). La rappresentazione dell'altro, totalmente opposto al "noi" cattolico, assume l'immagine<br />

<strong>di</strong> una linea <strong>di</strong> demarcazione, una barriera <strong>di</strong>visoria, una <strong>di</strong>fferenza ontologica, che legittima la propria posizione<br />

come "bene", rispetto a cui, l'altra è destinata ad essere il "male". L'ideologia della purezza implica <strong>di</strong> fatto un a<br />

priori ra<strong>di</strong>cale: e cioè che possano esistere degli esseri impuri; tale a priori nel passato costituì l'arma fondamentale<br />

<strong>di</strong> stermini e massacri <strong>di</strong> massa. Ancora il 6 febbraio scorso, Ratzinger ha fatto sostituire alcune parole della<br />

messa relative agli ebrei, e al posto <strong>di</strong> "popolo accecato" ha fatto mettere "che Id<strong>di</strong>o illumini i loro cuori e riconoscano<br />

Gesù Cristo come Salvatore"! Una visione eliocentrica, totalitaria che insiste nel presentare gli ebrei come<br />

un popolo oscuro che occorre "illuminare". In situazione <strong>di</strong> crisi la polarizzazione bene/male s'impossessa dello<br />

psichismo umano assumendo quei tratti ipertrofici che paralizzano le visioni assolutiste. <strong>Il</strong> lupo perde il pelo ma<br />

non il vizio.<br />

marcello faletra<br />

saggista e redattore <strong>di</strong> cyberzone<br />

PABLOB.<br />

Ci sono appuntamenti fissi cui non si riesce a sottrarsi. Uno <strong>di</strong> questi è l'Arte Fiera <strong>di</strong> Bologna. L'altro<br />

è l'abituale scatenarsi <strong>di</strong> giornalisti che si aggirano tra gli stand saltabeccando sui prezzi come la<br />

Vispa Teresa <strong>di</strong> fiore in fiore. Nessun giornale ne resta immune. È un rito trito che vuole l'arte ridotta<br />

a un listino <strong>di</strong> borsa, a una corsa al rialzo, a un resoconto numismatico asmatico in cui il balletto<br />

delle cifre si tramuta nel belletto in grado <strong>di</strong> far <strong>di</strong>gerire qualunque cavolata, anche la più in<strong>di</strong>gesta.<br />

Nessuno, dopotutto, resta insensibile <strong>di</strong> fronte al richiamo del verdone, ognuno maneggiando gli zeri<br />

si sente un po' Zio Paperone.<br />

È la sindrome del Gold Singer, del Doppio Frodo Star, riportare<br />

cifre da capogiro per confermare che la crisi non c'è<br />

o se c'è si trova altrove. Roba da ministro delle imposte che<br />

brinda al tesoretto mentre le famiglie arrancano<br />

verso il saldo <strong>di</strong> fine mese.<br />

Qualche anno fa (2001) perfino "<strong>Il</strong> Manifesto" si contrad<strong>di</strong>stinse per un paginone in cui si lodava il<br />

fatto che l'arte fosse <strong>di</strong>ventata "un assegno circolare, da incassare senza più la paura degli anni<br />

Novanta". E gongolando del ritrovato fervore, puntava sull'emergente <strong>di</strong> turno: "Sod<strong>di</strong>sfattissimo<br />

Biagiotti <strong>di</strong> Firenze che ha venduto la sera dell'inaugurazione a Christian De Sica il lavoro (un lampadario<br />

rosa realizzato con la tecnica dello scoobidoo, otto milioni) dell'esor<strong>di</strong>ente Daniela Oliveri". La<br />

notizia apparve ai cronisti comunisti talmente sfizia da apparire perfino nel titolo. Forse involontariamente<br />

ritenevano il campione dei film panettone il migliore testimone <strong>di</strong> una rinascita economica, il<br />

più appropriato padrino <strong>di</strong> una finanza comica.<br />

Ma nessuno che si chieda se i prezzi abbiano una loro fondatezza, un riscontro obbiettivo.<br />

L'arte si comporta nei confronti del denaro come quegli staterelli stenterelli che emettono moneta<br />

a seconda dei propri ghiribizzi, senza alcun aggancio con le riserve auree o come quelle economie<br />

primitive basate sulle maree pro<strong>di</strong>ghe <strong>di</strong> gasteropo<strong>di</strong> spiaggiati. Come se uno andasse lungo il mare<br />

a raccogliere conchiglie e poi assegnasse loro un valore nominale secondo l'estro.<br />

Va bene finché non si azzarda a chiedere in banca <strong>di</strong> convertirle in valuta<br />

pregiata, nel qual caso lo ricoverano d'urgenza alla neurodeliri.<br />

Invece in arte tutto è lecito. Ok, il mercato ha da essere libero, magari spudorato,<br />

ma deve comunque essere ancorato a un principio <strong>di</strong> realtà.<br />

Però qualche dubbio comincia a farsi strada. È così che Francesca Pini (sul<br />

"Magazine" del "Corriere della Sera" del 7 febbraio 2008) ha puntato il <strong>di</strong>to<br />

sulla inestricabile inspiegabile jungla valutaria che avvolge il mondo dell'arte in<br />

fiera come un reticolo che rischia <strong>di</strong> cadere nel ri<strong>di</strong>colo a causa delle tante<br />

anomalie & bizzarrie. È ormai abbastanza chiaro che non esiste alcun criterio<br />

valutario e che il mercato è solo un ping-pong in cui vince chi la<br />

spara più grossa, chi alza la posta, chi ha la faccia più tosta.<br />

Tuttavia, quando durante una Kunstmesse-in-piega si spruzza troppa<br />

lacca, si ottiene una acconciatura dalla impalcatura balenga, una cotonatura precaria. Una montatura<br />

che basta un niente e viene giù tutto.<br />

Ma finché dura fa verdura. Ovvio.<br />

pablo echaurren<br />

artista e scrittore<br />

WWW.PRESTINENZA.IT<br />

Cosa ci aspetta dopo la bulimia? <strong>Il</strong> precipitare nell'anoressia. E <strong>di</strong>fatti,<br />

da un po' <strong>di</strong> tempo a questa parte sembra che gli e<strong>di</strong>fici esuberanti e<br />

ultra-<strong>di</strong>segnati prodotti dalle archistar abbiano perso il loro fascino. Ed<br />

è dalla caduta delle Twin Towers che una crescente schiera <strong>di</strong> critici<br />

- a volte con toni eccessivamente apocalittici - denuncia i pericoli <strong>di</strong> un<br />

gioco al rialzo suicida che produce opere sempre più ipertrofiche.<br />

Allo stesso tempo si registra nei circoli ra<strong>di</strong>cal chic una crescente<br />

infatuazione per i lavori degli architetti rigoristi. Lo testimonia lo stesso<br />

Rem Koolhaas, sempre in anticipo nell'annusare i segni dei tempi,<br />

che dopo anni <strong>di</strong> manifesti fondati sull'estetica del caos e della contrad<strong>di</strong>zione,<br />

sta puntando decisamente verso il recupero delle forme<br />

primarie.<br />

"<strong>Il</strong> XXI secolo" sostiene l'architetto olandese nella relazione <strong>di</strong> uno dei<br />

suoi ultimi progetti negli Emirati Arabi "nel <strong>di</strong>sperato tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziane<br />

un e<strong>di</strong>ficio dall'altro ha prodotto una pazzesca<br />

quantità <strong>di</strong> forme stravaganti. Paradossalmente il risultato<br />

è uno spazio pubblico sorprendentemente monotono,<br />

dove ogni <strong>di</strong>fferenza affoga all'interno <strong>di</strong> un mare <strong>di</strong> architetture<br />

senza senso. Mentre questo lavoro punta a ottenere<br />

una forma architettonica che si <strong>di</strong>stingua: non<br />

creando la prossima immagine bizzarra, ma promuovendo<br />

il recupero alla forma pura".<br />

Protagonisti del ritorno all'or<strong>di</strong>ne sono i giapponesi. In<br />

particolare il duo Kazuyo Sejima e Ryue<br />

Nishizawa. Delle loro sempre più numerose opere affascina<br />

il carattere quasi ideogrammatico, l'assenza <strong>di</strong> apparati<br />

tecnologici in vista, la purezza del <strong>di</strong>segno che ricorre al<br />

montaggio per accostamento <strong>di</strong> figure geometriche primarie.<br />

<strong>Il</strong> recente New Museum of Contemporary Art a<br />

New York, per esempio, rassomiglia a un insieme <strong>di</strong> scatole<br />

poste <strong>di</strong>strattamente una sopra l'altra in uno stato <strong>di</strong><br />

precario equilibrio. In altre loro opere quali il 21st Century<br />

Museum of Contemporary Art a Kanazawa in Giappone il<br />

volume è smaterializzato dall'uso <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> vetrate.<br />

A fare il punto su questa nuova passione per il miesiano<br />

quasi nulla è stato un numero della rivista inglese The<br />

Architectural Review, emblematicamente intitolata<br />

"Japan: Back to Basics". Dove basic è da intendersi in due<br />

sensi: come riduzione formale ma anche come volontà <strong>di</strong><br />

no-logo, tentativo <strong>di</strong> sfuggire dalla produzione <strong>di</strong> oggetti rifiniti<br />

e superflui delle gran<strong>di</strong> firme. Un po' come propone <strong>di</strong><br />

fare la catena Muji che sulla semplicità, il riuso e l'azzeramento<br />

linguistico sta costruendo la propria fortuna commerciale.<br />

Finalmente un po' <strong>di</strong> aria fresca e pulita, si <strong>di</strong>rà. Ma è realmente<br />

così? Naturalmente no. Perché l'estetismo che si<br />

cela <strong>di</strong>etro l'anoressia è non meno ingombrante <strong>di</strong> quello<br />

che esplode con le intemperanze bulimiche. E la strategia <strong>di</strong> Muji non<br />

è meno logo-oriented <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> altre firme del circo della moda.<br />

Inten<strong>di</strong>amoci: niente <strong>di</strong> male. Di un back to basics si sentiva il bisogno.<br />

E, poi, perché avercela tanto con le mode? In fondo, e per fortuna,<br />

siamo un po' tutti come da Fulvia il sabato sera.<br />

luigi prestinenza puglisi<br />

docente <strong>di</strong> storia dell'architettura contemporanea - la sapienza -<br />

roma


8.speednews Exibart.onpaper<br />

Assurdo a Venezia. Gli Stati Uniti<br />

hanno già scelto l'artista (Bruce<br />

Nauman), ma il <strong>di</strong>rettore della<br />

Biennale ancora non si sa<br />

Come spesso succede, gli<br />

stranieri arrivano primi anche<br />

in casa nostra. Da Venezia si<br />

fanno ancora attendere notizie<br />

sulla scelta del <strong>di</strong>rettore per la<br />

Biennale Arti Visive 2009, e<br />

questo ritardo <strong>di</strong> fatto trasforma<br />

un evento biennale in<br />

annuale, consegnando al prescelto<br />

(sarà lo stesso Storr<br />

riconfermato? Mah...) tempi Bruce Nauman<br />

strettissimi per l'organizzazione<br />

e l'ideazione dell'evento, e le più ampie scusanti<br />

per eventuali carenze organizzative o anche curatoriali.<br />

Intanto, gli Stati Uniti non si fanno coinvolgere<br />

dal vizio italico ed annunciano - primi come sempre<br />

- che il loro pa<strong>di</strong>glione sarà affidato al grande Bruce<br />

Nauman. L'artista e scultore concettuale, recentemente<br />

protagonista in Italia <strong>di</strong> due importanti<br />

mostre, al napoletano Madre ed al Castello <strong>di</strong> Rivoli,<br />

è stato proposto per il prestigioso incarico dal<br />

Philadelphia Museum of Art, ed a organizzare la<br />

mostra saranno Carlos Basualdo, curator of contemporary<br />

art del museo, e Michael R. Taylor, curator<br />

of modern art. La decisione è stata presa dal<br />

Federal Advisory Committee on International<br />

Exhibitions, emanazione del National Endowment<br />

for the Arts, che contribuirà alla partecipazione Usa<br />

alla Biennale con ben cinquecentomila dollari.<br />

Canton Ticino, ci sarà Bruno Corà alla guida<br />

del futuro megacentro Culturale <strong>di</strong> Lugano<br />

Sarà la sede principale delle attività che riguardano<br />

la musica, le arti sceniche e visive a<br />

Lugano; attività che fanno parte <strong>di</strong> un progetto<br />

più ampio che è quello che rappresenta davvero<br />

l'originalità e le ambizioni culturali della città.<br />

Un grande Centro culturale, la cui inaugurazione<br />

è prevista per il 2012 nello spazio a<strong>di</strong>acente<br />

all'ex Albergo Palace. La struttura sarà la<br />

sede <strong>di</strong> un importante Museo d'Arte che raccoglierà<br />

l'ere<strong>di</strong>tà dell'attuale Museo d'Arte<br />

Moderna e del Museo Civico <strong>di</strong> Belle Arti, oltre<br />

Bruno Corà<br />

che degli altri importanti fon<strong>di</strong> che costituiscono<br />

il patrimonio artistico della città, coinvolgendo<br />

attivamente anche il Museo Cantonale d'Arte. Ed a condurre in porto tutte<br />

queste importanti novità ci sarà Bruno Corà, già <strong>di</strong>rettore, fra l'altro, del<br />

Centro Pecci <strong>di</strong> Prato e del Camec <strong>di</strong> La Spezia, che sarà <strong>di</strong>rettore ad interim<br />

del nuovo Museo d'Arte, nonché coor<strong>di</strong>natore del gruppo <strong>di</strong> lavoro preposto<br />

all'avvio del polo culturale. <strong>Il</strong> centro sarà anche la sede <strong>di</strong> un grande<br />

teatro, in grado <strong>di</strong> offrire nelle migliori con<strong>di</strong>zioni una stagione organica <strong>di</strong><br />

concerti e <strong>di</strong> proposte teatrali e anche liriche <strong>di</strong> valore, senza <strong>di</strong>menticare la<br />

danza che costituisce un settore in costante crescita creativa. Altri soggetti<br />

che contribuiranno a rendere il "Polo culturale" un vero e proprio laboratorio<br />

inter<strong>di</strong>sciplinare sono il Museo delle Culture, che dal 2012 si trasferirà a<br />

Villa Malpensata, e il nascente Museo Storico, previsto a Villa Ciani.<br />

Info: +41 588667090 - sbardelle@lugano.ch - www.lugano.ch<br />

[fattofuori] artisti italiani in trasferta a cura <strong>di</strong> helga marsala<br />

� Bregenz, Kunsthaus - Maurizio Cattelan - 1 feb/24 mar 08<br />

� Bruxelles, Galerie 100 Titres - Gianfranco Baruchello, Angelo Ricciar<strong>di</strong>, Jeux de mots, Jeux<br />

d'images (group show), a cura <strong>di</strong> Anael Desablin e Alain de Wasseige - 12 gen/16 feb 08<br />

� Londra, Madder139 - Pantani-Surace, Ti amo - 7 feb/15 mar 08<br />

� Madrid, Fundacion Astroc - Gabriele Basilico, Intercity - 30 gen/21 mar 08<br />

� Messico, Kong Galeria - Fupete, Tierra y Azul - 21 feb/30 apr 08<br />

� New York, Casey Kaplan Gallery - Diego Perrone, Wolves and the Casting of Bells - 15 feb/15 mar 08<br />

� New York, Foley Gallery - Andrea Mastrovito, Black Bag: American Philosophy of Composition -<br />

21 feb/12 apr 2008<br />

� New York, Robert Mann Gallery - Silvio Wolf - 31 gen/15 mar 08<br />

� Oslo, The Stenersen Museum - Rä <strong>di</strong> Martino, ZimmerFrei, The Hot Season. Italian Art Now, a<br />

cura <strong>di</strong> Lorella Scacco e Bartolomeo Pietromarchi - fino al 5 Marzo 2008<br />

� Parigi, Galerie Magda Danysz - Laurina Paperina - 16 feb/ 29 mar 08<br />

� St. Moritz, Spazio Four Emotions - Marco Campanini, Mario Cresci, Franco Fontana,<br />

Andrea Galvani, Francesco Pignatelli, Alessandra Spranzi, Pio Tarantini, Silvio Wolf,<br />

Spazio Bianco, a cura <strong>di</strong> Giorgio Verzotti - 14 feb/24 mar 08<br />

� Varsavia, Centre for Contemporary Art - Daniela Comani, History will repeat itself (group show) -<br />

15 feb/13 apr 08<br />

� Vitoria (Spagna), Museo Artium - Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, Gravity (group show) - 31<br />

gen/18 mag 08<br />

Mibac-Fondazione MPS,<br />

protocollo <strong>di</strong> intesa per interventi<br />

sul patrimonio culturale<br />

<strong>Il</strong> documento prevede una collaborazione finalizzata ad<br />

ottimizzare l'impiego <strong>di</strong> risorse per la conduzione <strong>di</strong> interventi<br />

<strong>di</strong> comune interesse sul patrimonio culturale nazionale,<br />

con particolare riferimento alla Regione Toscana. Si<br />

tratta <strong>di</strong> un Protocollo d'Intesa tra la Fondazione Monte<br />

dei Paschi <strong>di</strong> Siena e il Ministero per i Beni e le Attività<br />

Culturali, alla cui firma erano presenti il Sottosegretario <strong>di</strong><br />

Stato ai Beni Culturali Andrea Marcucci, il presidente della<br />

Fondazione Mps Gabriello Mancini, ed Arnaldo Sciarelli,<br />

commissario straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Arcus spa. L'accordo stabilisce<br />

la partecipazione finanziaria della Fondazione me<strong>di</strong>ante<br />

l'impiego <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> risorse destinate al settore rilevante<br />

"arte, attività e beni culturali". Ciò attraverso l'esame,<br />

con caratteristiche <strong>di</strong><br />

priorità, ma a suo<br />

insindacabile giu<strong>di</strong>zio<br />

circa l'accoglimento<br />

o meno delle<br />

Nell'anno del<br />

Design, a Torino<br />

anche la cioccolata<br />

è d'artista...<br />

<strong>Il</strong> luogo non è una galleria d'arte,<br />

ma una pasticceria, per la precisione<br />

la Pasticceria Gertosio <strong>di</strong><br />

Torino. Ed i materiali non sono<br />

tele, o magari carta fotografica, o<br />

un dvd, ma... cioccolata.<br />

Immedesimandosi fino in fondo<br />

nel clima creatosi nella World<br />

Design Capital 2008, la pasticceria<br />

ha pensato che fosse irrinunciabile<br />

offrire delle tavolette ricercate<br />

anche nelle forme. Ed ecco<br />

quin<strong>di</strong> l'incarico allo stu<strong>di</strong>o milanese<br />

<strong>di</strong> interior and product<br />

design <strong>di</strong> Jjuice, che ha pensato<br />

sei veri e propri multipli <strong>di</strong> cioccolata<br />

dagli affascinanti <strong>di</strong>segni,<br />

incluso uno che riproduce una<br />

mappa <strong>di</strong> Torino...<br />

Info: 0577246020<br />

ufficio.stampa@fondazionemps.it<br />

www.fondazionemps.it<br />

domande riguardanti i progetti ritenuti meritevoli da un'apposita<br />

commissione a tal fine varata, che i singoli soggetti<br />

interessati presenteranno alla Fondazione nell'ambito<br />

delle procedure per i progetti <strong>di</strong> terzi. Arcus S.p.A., la<br />

società strumentale del Ministero, contribuirà al finanziamento<br />

<strong>di</strong> tali iniziative volte alla conservazione del patrimonio<br />

culturale o alla sua fruizione e valorizzazione.<br />

mostre fattefuori? scriveteci: fattofuori@exibart.com<br />

Furto in casa Kiefer.<br />

Ma per i ladri le opere<br />

valgono solo per il metallo...<br />

Hanno smembrato una<br />

grande opera valutata<br />

circa un milione <strong>di</strong> euro,<br />

lasciandola lì e portando<br />

via solo le parti in<br />

piombo, riven<strong>di</strong>bili sul<br />

mercato dei metalli per<br />

non più <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila<br />

euro. Gli improvvi<strong>di</strong><br />

ladri sono quelli che nei<br />

giorni scorsi hanno violato<br />

la tenuta <strong>di</strong> Barjac,<br />

in Francia, dal 1993 residenza del grande artista<br />

tedesco Anselm Kiefer. Accanendosi contro<br />

una grande installazione scultorea dalla quale<br />

hanno asportato soltanto trenta libri in piombo,<br />

del peso <strong>di</strong> centocinquanta chili ciascuno,<br />

lasciando sul posto le altre parti in vetro e<br />

cemento. Anche per questo gli inquirenti stanno<br />

in<strong>di</strong>rizzando i sospetti sui ladri <strong>di</strong> materiali ferrosi,<br />

piuttosto che su quelli d'arte. Peraltro Kiefer<br />

sarebbe in procinto <strong>di</strong> trasferire la sua residenza<br />

in Portogallo, e la grande tenuta francese<br />

dovrebbe essere acquistata dalla Fondazione<br />

Guggenheim.<br />

Tecnologia e creatività a Napoli per il Plart,<br />

centro museale e <strong>di</strong> ricerca per la plastica<br />

Si deve all'iniziativa dell'impren<strong>di</strong>trice<br />

napoletana Maria<br />

Pia Incutti il Plart, il neonato<br />

museo della plastica inaugurato<br />

nell'elegante quartiere<br />

Chiaia. Oltre mille metri quadrati<br />

<strong>di</strong> spazio hi-tech rivisitati<br />

dallo stu<strong>di</strong>o d'architettura<br />

Stile Libero che, <strong>di</strong>sposti<br />

sulla sinuosa struttura<br />

sospesa a circa un metro e mezzo dal pavimento, appositamente progettata<br />

da Cecilia Cecchini, ospiteranno a rotazione i circa millecinquecento<br />

pezzi in celluloide, bakelite, parkesina, galatite, ebanite, raccolti nel corso<br />

<strong>di</strong> oltre trent'anni con la supervisione dell'architetto Nunzio Vitale. Dalla<br />

fine dell'Ottocento agli anni Settanta, un ampio excursus de<strong>di</strong>cato al<br />

materiale che ha rivoluzionato il modo <strong>di</strong> vivere del Pianeta. Accanto agli<br />

oggetti <strong>di</strong> uso quoti<strong>di</strong>ano, numerosi gli esemplari <strong>di</strong> design, firmati, tra gli<br />

altri, da Piero Gilar<strong>di</strong>, Gaetano Pesce, Franco Mello, Guido Drocco,<br />

Tony Cragg e molti altri (un'opera è stata creata appositamente per l'inaugurazione<br />

da Felix Policastro). Oltre all'area espositiva, in cui si susseguiranno<br />

rassegne tematiche secondo una programmazione annuale,<br />

il centro polifunzionale del Plart si occuperà anche <strong>di</strong> recupero, restauro<br />

e conservazione delle opere d'arte e <strong>di</strong> design in<br />

materiale sintetico, grazie alla collaborazione con<br />

le università e i principali centri <strong>di</strong> ricerca coor<strong>di</strong>nata<br />

da Maurizio Avella, primo ricercatore dell'Istituto<br />

<strong>di</strong> Chimica e Tecnologia dei Polimeri (ICTP) del<br />

CNR. (a. p.)<br />

Plart<br />

Via G. Martucci -<br />

Napoli<br />

Info: 08119565703<br />

info@plart.it<br />

www.plart.it


10.speednews Exibart.onpaper<br />

NUOVI, NUOVI, NUOVI<br />

DALL'ARCHIVIO CAREOF & VIAFARINI<br />

JACOPO MILIANI<br />

(Nato nel 1979 a Firenze. Vive a Firenze)<br />

Untitled - 2008<br />

Collage, cm 10x15.<br />

GIUSEPPE AMALFI<br />

(Nato nel 1975 a Palermo. Vive a Palermo)<br />

Casa n.1 - 2006<br />

Scultura in plastica trasparente.<br />

Corso Superiore <strong>di</strong> Arti Visive Fondazione Ratti,<br />

visiting professor 2008 sarà Yona Friedman<br />

Da Olafur Eliasson a Paul Chan,<br />

ecco come sarà la Triennale T2 torinese<br />

L'inaugurazione della seconda e<strong>di</strong>zione della Triennale dell'Arte 2008 avverrà mercoledì 5<br />

novembre. A partire dal giorno successivo, la rete <strong>di</strong> iniziative, riunite sotto il carminio logo<br />

crociato, rimarrà aperta al pubblico fino al 18 gennaio 2009. Daniel Birnbaum, curatore <strong>di</strong><br />

questa e<strong>di</strong>zione, ha scelto come tema le cinquanta Lune <strong>di</strong> Saturno; un “la” romantico per<br />

coor<strong>di</strong>nare i lavori delle tre principali organizzazioni coinvolte: il Castello <strong>di</strong> Rivoli, la<br />

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Torino Musei. Una prima novità <strong>di</strong><br />

questa Triennale sarà la maggiore concentrazione fisica dei luoghi deputati ad ospitare le<br />

iniziative. Gli eventi e le mostre che promuoveranno i cinquanta artisti selezionati non<br />

saranno più <strong>di</strong>slocati in varie se<strong>di</strong> sparse in città, ma si focalizzeranno nei già citati Castello<br />

<strong>di</strong> Rivoli, nella sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e nella Palazzina della<br />

Società Promotrice delle Belle Arti Torino. L'intera operazione, patrocinata dalla Regione<br />

Piemonte e della Città <strong>di</strong> Torino, avrà un budget stimato <strong>di</strong> due milioni <strong>di</strong> euro. Non sono<br />

ancora noti i nomi degli artisti invitati, tranne che per due mostre personali <strong>di</strong> ospiti stranieri,<br />

de<strong>di</strong>cate a Olafur Eliasson (Copenhagen 1967), certamente a Rivoli, e all'americano<br />

Paul Chan (Hong Kong 1973). (ginevra bria)<br />

Vaticano alla Biennale <strong>di</strong> Venezia?<br />

Ne parla monsignor Ravasi sul Riformista<br />

Sarà il grande architetto e teorico francese Yona Friedman (1923) il visiting<br />

professor della quattor<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione del Corso Superiore <strong>di</strong> Arti Visive<br />

della Fondazione Antonio Ratti <strong>di</strong> Como, in programma nel mese <strong>di</strong> luglio. <strong>Il</strong><br />

corso, <strong>di</strong>retto dal 1995 da Annie Ratti, è a cura <strong>di</strong> Anna Daneri, Luca Cerizza<br />

e Cesare Pietroiusti, e si propone come un laboratorio <strong>di</strong> sperimentazione<br />

artistica e teorica, condotto da artisti <strong>di</strong> rilevanza internazionale. <strong>Il</strong> programma<br />

per i venti giovani artisti internazionali, che saranno selezionati da una<br />

commissione scientifica sulla base delle domande pervenute, prevede un'attività<br />

quoti<strong>di</strong>ana articolata in forma <strong>di</strong> workshop a fianco <strong>di</strong> Yona Friedman,<br />

<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti teorici proposti dai curatori interni e seminari con alcuni<br />

personaggi <strong>di</strong> spicco della scena culturale internazionale. I visiting professor<br />

degli anni scorsi sono stati Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996),<br />

Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton<br />

(1998), Haim Steinbach (1999), <strong>Il</strong>ya<br />

Yona Friedman<br />

Kabakov (2000), Marina Abramovic<br />

(2001), Giulio Paolini (2002), Richard<br />

Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrc<br />

(2006), Joan Jonas (2007). <strong>Il</strong> corso è gratuito, i costi <strong>di</strong> permanenza a Como sono<br />

a carico dei partecipanti. Le domande <strong>di</strong> partecipazione, corredate da una docu-<br />

Dal 1 al 23 luglio 2008<br />

Chiusura del bando: 3 aprile 2008<br />

Info: 031233213<br />

annadaneri@fondazioneratti.org<br />

www.fondazioneratti.org<br />

mentazione dei propri lavori, dovranno pervenire entro il 3 aprile 2008 (data timbro postale) alla Fondazione Antonio<br />

Ratti, all'attenzione <strong>di</strong> Anna Daneri.<br />

"In Italia, poi, ci sono tanti progetti da mettere in campo. Uno <strong>di</strong> questi potrebbe essere - anche se mi<br />

rendo conto che non è facile - la creazione alla Biennale <strong>di</strong> Venezia <strong>di</strong> un pa<strong>di</strong>glione della Santa Sede.<br />

Proprio così. È un progetto che mi affascina e che avrebbe un<br />

grande valore per tutto il mondo dell'arte". Pare che alla<br />

Biennale continuino a pensare più gli stati stranieri che non lo<br />

stato italiano, che la organizza. Come si evince anche dalle<br />

parole <strong>di</strong> monsignor Gianfranco Ravasi, "ministro della cultura"<br />

della Santa Sede, che ha lanciato la proposta in un'intervista<br />

rilasciata al quoti<strong>di</strong>ano <strong>Il</strong> Riformista. E subito riprese da Franco<br />

Miracco, consigliere nel Cda della Biennale, che in una <strong>di</strong>chiarazione<br />

allo stesso quoti<strong>di</strong>ano si <strong>di</strong>ce sorpreso dall'interesse<br />

vaticano per l'arte contemporanea, garantendo in proposito la<br />

buona volontà e la <strong>di</strong>sponibilità al <strong>di</strong>alogo dell'istituzione. Non<br />

negando tuttavia - spiega l'articolo - le perplessità per alcune Monsignor Gianfranco Ravasi<br />

recenti prese <strong>di</strong> posizione <strong>di</strong> cattolici, fra cui il ministro<br />

Buttiglione nel 2005, nei confronti dell'arte contemporanea in<br />

generale e della Biennale in particolare. "Ecco" - conclude Miracco -, "la presenza vaticana alla<br />

Biennale <strong>di</strong> Venezia non deve finire come il Papa alla Sapienza <strong>di</strong> Roma. Ci vuole un vero <strong>di</strong>alogo…".<br />

Un problema potrebbe essere rappresentato dalla location per il nuovo eventuale pa<strong>di</strong>glione, visto che<br />

ai Giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Castello non ci sono spazi per nuovi allestimenti; tuttavia, la Fondazione veneziana - una<br />

volta superati ostacoli pratici e logistici - non dovrebbe farsi sfuggire questa occasione dai molteplici<br />

significati culturali e comunicativi...<br />

BRUNNO JAHARA<br />

(Nato a Rio de Janeiro, nel 1979. Vive a Venezia)<br />

Aglutinoginos - 2007<br />

Plastica, misura ambiente.<br />

a cura <strong>di</strong> milovan farronato<br />

Banksy all'asta su ebay. E il muro<br />

graffito vola a trecentomila euro…<br />

Chissà in quale categoria <strong>di</strong> ebay, il popolare website <strong>di</strong> aste online,<br />

sarà stata inserita questa<br />

singolarissima offerta. Sì,<br />

perché è ben <strong>di</strong>fficile che in<br />

altri casi qualcuno abbia<br />

pensato <strong>di</strong> vendere… un<br />

pezzo <strong>di</strong> parete. Certo, si<br />

trattava <strong>di</strong> una parete ricoperta<br />

da un graffito <strong>di</strong><br />

Banksy, ormai <strong>di</strong>ventato<br />

un'icona del genere, ma pur<br />

sempre <strong>di</strong> un pezzo <strong>di</strong> parete.<br />

Tanto che l'offerta doveva<br />

prevedere anche i costi <strong>di</strong> rimozione del "brano" <strong>di</strong> muratura ed<br />

il successivo restauro. Ebbene, dopo una accesissima tenzone sviluppatasi<br />

su ben sessantanove offerte, Luti Fagbenle - il ven<strong>di</strong>tore,<br />

un produttore cinematografico sui muri del cui ufficio, in Portobello<br />

Road, si trovava il graffito - ha letto sorpreso la cifra <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione:<br />

ducentottomila sterline, poco meno <strong>di</strong> trecentomila euro.<br />

L'opera, ora accuratamente protetta da un telo in plastica, raffigura<br />

lo stesso artista che ha appena scritto il proprio nome, Banksy...<br />

Schiaffi al mondo dell'arte.<br />

Li elargisce Phil Collins, per il suo ultimo progetto...<br />

"Ho notato reazioni <strong>di</strong>fferenti, alcuni ridono istericamente, uno è persino caduto dalla se<strong>di</strong>a, e <strong>di</strong><br />

lui ho fotografato soltanto una spalla". Chi parla - al quoti<strong>di</strong>ano The Guar<strong>di</strong>an - è l'artista inglese<br />

Phil Collins, finalista al Turner Prize 2006, e le reazioni che<br />

racconta sono quelle... ai suoi schiaffi. Sì, perché il suo<br />

nuovo progetto You'll Never Work in This Town Again consiste<br />

proprio in una serie <strong>di</strong> fotografie che immortalano le<br />

reazioni <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> art-ad<strong>di</strong>cts sottoposti al "trattamento"<br />

dell'artista. Niente <strong>di</strong> scioccante, tanto che la bizzarra<br />

iniziativa veniva preannunciata fin nell'invito fatto giungere<br />

ai "predestinati". Collins, che è arrivato a schiaffeggiare<br />

fino a ventotto persone in una sera, esporrà cinque degli<br />

scatti nella collettiva Double Agent, in programma in marzo<br />

all'Institute of Contemporary Arts <strong>di</strong> Londra. Chissà se - l'ar-<br />

Phil Collins<br />

tista non ne parla - qualcuno gli avrà risposto pan per<br />

focaccia...<br />

Good Design Award 2007, a Chicago<br />

premiato anche un occhiale Made in Italy<br />

Ancora il design italiano - e in particolar modo torinese - sugli scu<strong>di</strong> a livello internazionale,<br />

proprio nell'anno in cui il capoluogo piemontese è World Design Capital.<br />

Con l'occhiale del modello Tornado, l'azienda piemontese Derapage - del gruppo<br />

Nico Design - si è aggiu<strong>di</strong>cata a Chicago il Good Design Award 2007, prestigioso<br />

premio assegnato negli Usa dal Chicago Athenaeum - Museum of Architecture and<br />

Design. Nato nel 1950, il Good Design Award seleziona annualmente a livello internazionale<br />

i prodotti industriali ed i concetti che maggiormente hanno contribuito ad<br />

innovare nel design. Una commissione cosmopolita giu<strong>di</strong>ca secondo criteri che<br />

valutano non solo l'eccellenza del progetto, la forma e l'estetica dei prodotti delle<br />

<strong>di</strong>verse categorie merceologiche, ma anche i materiali utilizzati, la funzione e l'utilità<br />

degli oggetti in concorso. Unico<br />

occhiale tra i prodotti selezionati<br />

dalla giuria <strong>di</strong> Chicago, Tornado è un<br />

prodotto totalmente italiano nello<br />

stile, nella lavorazione e nell'assemblaggio.<br />

Nell'ottobre scorso l'oggetto<br />

si era già aggiu<strong>di</strong>cato a Tokyo il riconoscimento<br />

Eyewear of the Year<br />

2008, nella categoria innovazione<br />

tecnologica.<br />

www.chi-athenaeum.org


12.speednews Exibart.onpaper<br />

Ampia donazione <strong>di</strong> un collezionista italiano.<br />

Ma a un museo finlandese...<br />

Certo, si tratta <strong>di</strong> opere grafiche, <strong>di</strong>segni e acquarelli, eppure<br />

i nomi sono <strong>di</strong> primissimo piano, da Gino Severini a Alberto<br />

Magnelli, Marino Marini, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà,<br />

Giorgio Moran<strong>di</strong>, Afro, Alberto Burri. L'importante collezione<br />

<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> maestri italiani del Novecento raccolta in quasi<br />

cinquant'anni dall'e<strong>di</strong>tore e bibliofilo Rolando Pieraccini è<br />

andata in dono al Museo Ateneum <strong>di</strong> Helsinki. Trasferitosi stabilmente<br />

in Finlan<strong>di</strong>a nel 1975, Pieraccini vi ha fondato due<br />

case e<strong>di</strong>trici che hanno pubblicato libri <strong>di</strong> poesia e d'arte, con<br />

incisioni e litografie originali, operando anche come gallerista.<br />

Nonostante la bozza Folena, permane una sostanziale<br />

impossibilità da parte <strong>di</strong> un mecenate <strong>di</strong> regalare opere ad un museo Italiano, a causa <strong>di</strong> leggi cervellotiche<br />

e <strong>di</strong> burocrazie assurde che <strong>di</strong>sincentivano così la crescita delle nostre collezioni pubbliche.<br />

Una tendenza inversa a quanto succede in tutto il mondo.<br />

La madre <strong>di</strong> tutte le finali.<br />

In UK cinque superbig per una<br />

scultura da tre milioni <strong>di</strong> euro<br />

La shortlist è <strong>di</strong> quelle che fanno<br />

tremare le vene e i polsi, con cinque<br />

superstar del firmamento artistico<br />

internazionale come Richard<br />

Deacon, Christopher le Brun,<br />

Daniel Buren, e ben due Turner<br />

Prize winners, Mark Wallinger e<br />

Rachel Whiteread. In corsa per<br />

realizzare quella che sarà una delle<br />

Rachel Whiteread sculture più gran<strong>di</strong> d’Inghilterra,<br />

oltre cinquanta metri <strong>di</strong> altezza, per<br />

una commissione che mette sul<br />

piatto ben tre milioni <strong>di</strong> euro. L'opera sarà collocata nel Kent,<br />

come simbolo della nuova Ebbsfleet International rail station, e<br />

<strong>di</strong>venterà la più grande commissione pubblica d'arte della Gran<br />

Bretagna. La scultura, per la quale il vincitore sarà scelto entro<br />

l'estate, sarà una sorta <strong>di</strong> risposta del sud del paese al famoso<br />

Angelo del nord, struttura <strong>di</strong> venti metri <strong>di</strong> altezza <strong>di</strong> Antony<br />

Gormley collocata vicino a Gateshead.<br />

Nuovo flagship store d'autore per Gucci sulla<br />

Fifth Avenue newyorchese<br />

È il più grande store Gucci al mondo, ed anche la più imponente impresa<br />

architettonica mai intrapresa dalla maison ormai da tempo <strong>di</strong> monsieur<br />

Pinault. <strong>Il</strong> concept si deve alla <strong>di</strong>rettrice<br />

creativa Frida Giannini, che per il<br />

progetto si è affidata alle sicure mani<br />

dell'architetto delle celebrità, James<br />

Carpenter. Tre piani racchiusi in una<br />

scatola <strong>di</strong> vetro, l'elegante e<strong>di</strong>ficio al<br />

725 della Fifth Avenue, ovviamente a<br />

New York, è uno sfarzo <strong>di</strong> materiali<br />

ricchissimi - dal palissandro al marmo - in un'esaltazione della luce naturale,<br />

tutto pensato per celebrare le icone dello stile Gucci. E per l'inaugurazione,<br />

nei giorni scorsi, spazio anche alla beneficenza, con la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

una limited e<strong>di</strong>tion della borsa Gucci Loves NY il cui ricavato andrà totalmente<br />

alla Central Park Conservancy, per la manutenzione dei ventuno<br />

children's playgrounds <strong>di</strong> Central Park.<br />

Ciak, si costruisce. In arrivo un<br />

documentario su Herzog & de<br />

Meuron in Cina<br />

E poi stupiamoci se si usa il neologismo archistar. Dopo<br />

Frank Gehry, che con il documentario a lui de<strong>di</strong>cato dal<br />

grande regista Sydney Pollack approdò ad<strong>di</strong>rittura al<br />

Festival <strong>di</strong> Cannes, sono ora gli svizzeri Herzog & de<br />

Meuron ad essere protagonisti anche nella celluloide. In<br />

particolare il loro attuale lavoro in Cina, sul quale i registi<br />

Christoph Schaub e Michael Schindhelm hanno incentrato il<br />

documentario Bird's Nest. Due i progetti al centro dell'attenzione,<br />

l'ormai famoso Sta<strong>di</strong>o<br />

Nazionale per i giochi olimpici<br />

<strong>di</strong> Pechino 2008, e il progetto<br />

per l'area urbana da trecentomila<br />

abitanti nella città<br />

<strong>di</strong> Jinhua. Opere che non<br />

solo lanciano ulteriormente la<br />

Cina sulla ribalta internazionale,<br />

anche nell'ambito architettonico,<br />

ma contribuiscono Herzog & de Meuron<br />

a creare un ponte fra due culture,<br />

due tra<strong>di</strong>zioni e due sistemi politici <strong>di</strong>versissimi.<br />

Fotografia contemporanea, al via la collezione<br />

della Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Modena<br />

La prima zona ad essere indagata sarà l'Asia,<br />

con opere fra gli altri <strong>di</strong> Hiroshi Sugimoto,<br />

Yang Fudong, Nobuyoshi Araki, Ai Weiwei,<br />

Cao Fei, Yasumasa Morimura, che andranno<br />

a formare una mostra che avrà luogo a Modena<br />

nell'ottobre 2008. Con un programma <strong>di</strong> acqui-<br />

Info: 059239888<br />

ufficiostampa@fondazione-crmo.it<br />

www.fondazione-crmo.it<br />

sizioni internazionali sud<strong>di</strong>vise per aree geografiche, condotto da Filippo Maggia, la<br />

Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Modena decide <strong>di</strong> avviare una collezione <strong>di</strong> fotografia<br />

contemporanea, a cui andranno ad affiancarsi i video e i film d'artista, pure declinazioni<br />

delle immagini. La decisione nasce dalla constatazione che "in Italia sono rari gli<br />

esempi <strong>di</strong> musei d'arte moderna o contemporanea, <strong>di</strong> istituzioni pubbliche o private che<br />

si siano dotati <strong>di</strong> una collezione <strong>di</strong> fotografia. Inoltre" - si legge nel comunicato - "nessuna<br />

<strong>di</strong> queste collezioni è, sino ad oggi almeno, paragonabile a esperienze simili in campo<br />

internazionale, nello storico o moderno, come in ambito contemporaneo".<br />

New York corrotta? <strong>Il</strong> 69th Regiment<br />

Armory accusato <strong>di</strong> prendere mazzette<br />

dalle fiere...<br />

Proprio nei giorni in cui una<br />

vasta operazione antimafia<br />

internazionale ha sgominato<br />

un'organizzazione ramificata<br />

dall'Italia fino agli Usa, da<br />

oltreoceano giungevano notizie<br />

<strong>di</strong> un possibile malaffare<br />

che coinvolgerebbe <strong>di</strong>rettamente<br />

anche il mondo dell'arte. <strong>Il</strong> soprintendente del 69th Regiment<br />

Armory, storica location newyorchese sede <strong>di</strong> importanti eventi fieristici<br />

come lo stesso Armory Show, è stato infatti accusato <strong>di</strong> pretendere<br />

mazzette per garantire alle fiere l'accesso agli ambiti spazi. Fra le presunte<br />

vittime degli illeciti <strong>di</strong> James Jackson - che si <strong>di</strong>chiara innocente<br />

-, ci sarebbero il Marc Jacobs fashion shows, il New York International<br />

Carpet Show ed anche Pulse, la nota fiera satellite dell'Armory Show<br />

che apre il prossimo 27 marzo al Pier 40. Secondo l'accusa, il soprintendente<br />

avrebbe preteso fino a trentamila dollari per garantire ai richiedenti<br />

l'accesso agli ambitissimi spazi, che già hanno un costo <strong>di</strong> seimila<br />

dollari al giorno, oltre alle spese varie e <strong>di</strong> assicurazione.<br />

Design-mania, ora arrivano anche le<br />

sigarette griffate Giugiaro...<br />

Siamo sempre a Torino, e per un bel po' ci dovremo abituare a leggere<br />

notizie che - da sotto la Mole - ci portano nelle più <strong>di</strong>sparate<br />

connessioni del design, <strong>di</strong> cui la città è capitale mon<strong>di</strong>ale per il 2008.<br />

L'ultima viene da Giugiaro Design, stu<strong>di</strong>o torinese <strong>di</strong> Giorgetto<br />

Giugiaro, personaggio ormai saldamente nella storia del design italiano,<br />

creatore <strong>di</strong> automobili e progettista <strong>di</strong> oggetti che sono <strong>di</strong>ventati<br />

parte integrante della nostra vita quoti<strong>di</strong>ana. Che ora è stato scelto<br />

da British American Tobacco Italia per creare un'E<strong>di</strong>zione Limitata<br />

dello storico marchio italiano delle sigarette MS. "Un'occasione per<br />

far entrare il design nelle case degli italiani, ed offrire ai consumatori<br />

un oggetto ricco <strong>di</strong> italianità", come ha detto Francesco Valli, presidente<br />

<strong>di</strong> BAT Italia. "La mia società sin dalla sua nascita - ha<br />

aggiunto Giugiaro - ha sviluppato relazioni con società operanti su<br />

scala mon<strong>di</strong>ale cercando <strong>di</strong> tradurre<br />

nel design e nel progetto quegli<br />

elementi <strong>di</strong> eleganza e <strong>di</strong>stinzione<br />

specifici della nostra cultura". Sul<br />

fronte del pacchetto compaiono<br />

cinque ovali posti sotto al logo,<br />

che rappresentano le cinque<br />

varianti <strong>di</strong> cui è composta<br />

l'E<strong>di</strong>zione Limitata.<br />

Info: 06853763<br />

gerardo.depaoli@mnitalia.com<br />

Other Criteria, apre in primavera a<br />

Londra il primo art shop griffato<br />

Damien Hirst<br />

Fra gli oggetti in ven<strong>di</strong>ta ci sarà<br />

Happy Head, un cranio in plastica<br />

ricoperto <strong>di</strong> vernice luccicante,<br />

per la mo<strong>di</strong>ca cifra <strong>di</strong> venticinquemila<br />

sterline, circa trentatremila<br />

euro. Ben più caro sarà il<br />

bracciale composto <strong>di</strong> tante<br />

<strong>di</strong>verse pillole d'oro, per il quale<br />

occorrerà sborsare oltre trecentomila<br />

euro. Più economico il set <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci piatti decorati dall'artista:<br />

solo tre<strong>di</strong>cimila euro. Qualcuno avrà già capito: l'artista<br />

è il sempre più irrequieto e versatile Damien Hirst, che<br />

aprirà in primavera a Londra il suo primo art shop, a<br />

Marylebone, nel West End. Si chiamerà Other Criteria, lo<br />

stesso brand della sua linea e<strong>di</strong>toriale, e vi si potranno trovare<br />

anche oggetti più accessibili, dalle t-shirts alle cartoline,<br />

alle pubblicazioni de<strong>di</strong>cate al celebre titolare. Inoltre multipli <strong>di</strong><br />

altri artisti come Michael Joo, Matt Collishaw e Thomas<br />

Scheibitz. Sotto a prenotare un low cost: potrete sempre <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong> rientrare da oltremanica con un very-Hirst sotto la giacca...<br />

Exibart.onpaper<br />

numero 48<br />

anno settimo<br />

febbraio | marzo 2008<br />

DIRETTORE<br />

Massimiliano Tonelli<br />

STAFF DI DIREZIONE<br />

Marco Enrico Giacomelli<br />

(vice<strong>di</strong>rettore)<br />

Massimo Mattioli<br />

(caporedattore news e Exibart.tv)<br />

Elena Percival<strong>di</strong><br />

SUPERVISIONE E<br />

PROGETTI SPECIALI<br />

Anita Pepe<br />

ASSISTENTE DI REDAZIONE<br />

Valentina Bartarelli<br />

IMPAGINAZIONE<br />

Athos de Martino<br />

REDAZIONE<br />

www.exibart.com<br />

Via Giuseppe Garibal<strong>di</strong> 5<br />

50123 - Firenze<br />

onpaper@exibart.com<br />

INVIO COMUNICATI STAMPA<br />

redazione@exibart.com<br />

RESPONSABILE PRODOTTI<br />

PUBBLICITARI<br />

Cristiana Margiacchi<br />

Tel. +39 0552399766<br />

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RESPONSABILE PROGETTI<br />

COMMERCIALI<br />

Antoine Carlier<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Giovanni Sighele<br />

STAMPA<br />

CSQ - Centro Stampa Quoti<strong>di</strong>ani<br />

Via delle Industrie, 6 - Erbusco (Bs)<br />

TIRATURA<br />

65.000 copie<br />

ABBONAMENTO<br />

8 numeri x 19 euro<br />

info: http://onpaper.exibart.com<br />

IN COPERTINA<br />

Luca Francesconi<br />

Untitled, 2006-8<br />

_______________<br />

EDITO DA<br />

Emmi s.r.l.<br />

Via Giuseppe Garibal<strong>di</strong>, 5<br />

50123 Firenze<br />

VICE PRESIDENTE<br />

Artico Gelmi <strong>di</strong> Caporiacco<br />

DIRETTORE GENERALE<br />

Antonio Contento<br />

REGISTRAZIONE<br />

presso il Tribunale <strong>di</strong><br />

Firenze n. 5069 del 11/06/2001


14.speednews Exibart.onpaper<br />

Pellegrinaggio obbligato.<br />

Nel 2009 aprirà al pubblico<br />

il castello <strong>di</strong> Vauvenargues,<br />

sepolcro <strong>di</strong> Picasso<br />

Finora i tanti viaggiatori sguinzagliati per la<br />

Provenza sulle orme degli artisti che vi hanno<br />

vissuto, e alla ricerca delle loro tracce, erano<br />

costretti a fermarsi davanti a quelle enormi<br />

cancellate, invariabilmente serrate. È sempre<br />

rimasto off limits per tutti il castello <strong>di</strong><br />

Vauvenargues,<br />

nei pressi <strong>di</strong> Aixen-Provence,<br />

il cui<br />

giar<strong>di</strong>no accoglie,<br />

dal 10 aprile<br />

1973, le spoglie <strong>di</strong><br />

Pablo Picasso.<br />

Così aveva voluto<br />

l'ultima moglie<br />

dell'artista,<br />

Jacqueline Roque, e questo ha sempre rispettato<br />

l'attuale proprietaria Catherine Hutin, figlia<br />

della Roque. Ma nel 2009 le legioni <strong>di</strong> amanti<br />

del grande catalano avranno un motivo per<br />

tornare in Francia: in occasione della mostra<br />

Da Cézanne a Picasso, in programma tra giugno<br />

e settembre al Museo Granet <strong>di</strong> Aix-en-<br />

Provence, sarà possibile accedere anche al<br />

castello, che Picasso acquistò nel 1958 e dove<br />

visse dal 1959 al 1965. A dare l'annuncio il<br />

<strong>di</strong>rettore generale della Reunión de los<br />

Museos Nacionales, Thomas Grenon, in occasione<br />

dell'inaugurazione al madrileno Centro<br />

Reina Sofía <strong>di</strong> una grande mostra dell'artista.<br />

Ma i "picassisti" <strong>di</strong> tutto il mondo dovranno<br />

afferrare al volo la chance: alla fine della<br />

mostra citata, i cancelli torneranno inesorabilmente<br />

a chiudersi...<br />

Karim Rashid firma per<br />

Bombay Sapphire. E il gin<br />

vola a ducentomila dollari a<br />

bottiglia...<br />

Eccedere con i superalcolici, si sa, è sicuramente<br />

pericoloso per la salute. Ma in certi casi può<br />

<strong>di</strong>ventare<br />

molto vessatorio<br />

anche per il<br />

conto in<br />

banca. Ora poi<br />

può capitare <strong>di</strong><br />

imbattersi in<br />

una bottiglia <strong>di</strong><br />

gin, e giunti<br />

alla cassa sentirsi<br />

chiedere...<br />

duecentomila dollari. Sì, perché il noto designer<br />

Karim Rashid ha firmato una serie <strong>di</strong> cinque preziosissime<br />

bottiglie per Bombay Sapphire,<br />

azienda da sempre legata a doppio filo con la<br />

promozione delle arti visive e della creatività tout<br />

court. Realizzate con la collaborazione dei gioiellieri<br />

Garrard e del cristallo Baccarat, le bottiglie -<br />

raccolte nella serie Revelation - sono realizzate<br />

appunto in cristallo lavorato a mano, e decorate<br />

con zaffiri e <strong>di</strong>amanti.<br />

Parigi, è Guy Cogeval il nuovo<br />

<strong>di</strong>rettore del Musee d'Orsay<br />

Nel suo curriculum figura anche un lungo soggiorno<br />

in Italia, come pensionnaire dell'Accademia <strong>di</strong><br />

Francia a Villa Me<strong>di</strong>ci, a Roma. Dopo aver esor<strong>di</strong>to<br />

come conservatore proprio al Musee d'Orsay,<br />

Guy Cogeval vi è stato ora richiamato per ricoprire<br />

la carica <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore, in sostituzione <strong>di</strong> Serge<br />

Lemoine. Sotto la sua <strong>di</strong>rezione l'Orsay ha incrementato,<br />

dal 2001, i visitatori da 1.7 a 3.2 milioni,<br />

arrivando ad allestire se<strong>di</strong>ci mostre temporanee in<br />

un anno. Specialista <strong>di</strong> Édouard Vuillard, Cogeval<br />

vanta esperienze al Musée des Beaux-Arts de<br />

Lyon, è stato professore <strong>di</strong> storia dell'arte<br />

dell'Ottocento all'École du Louvre, poi ancora conservatore<br />

allo stesso<br />

musée du Louvre, come<br />

vice<strong>di</strong>rettore dei servizi<br />

culturali. Direttore del<br />

Musée des monuments<br />

français fra il 1992 e il<br />

1998, negli ultimi nove<br />

anni era stato alla testa del<br />

Musée des beaux-arts de<br />

Montréal, in Canada.<br />

Guy Cogeval<br />

GEAGRAFIE <strong>di</strong>ario per immagini <strong>di</strong> gea casolaro<br />

Alcamo - 2007<br />

L'arte pubblica a Roma? Che la si butti tutta nelle foibe<br />

<strong>Il</strong> raffronto è impietoso, e forse anche inconcludente, eppure balza agli occhi e non possiamo ignorarlo. In Inghilterra - dovendo realizzare<br />

un'opera <strong>di</strong> arte pubblica, nella fattispecie una megascultura per il nuovo snodo ferroviario internazionale del Kent - si mobilitano<br />

con un concorso big internazionali del calibro <strong>di</strong> Richard Deacon,<br />

Christopher le Brun, Daniel Buren, e ben due Turner Prize winners, Mark<br />

Wallinger e Rachel Whiteread.<br />

E a Roma, la lanciatissima nel contemporaneo Roma? Gli ultimi nomi che<br />

tornano alla memoria in tema <strong>di</strong> arte pubblica capitolina sono quelli <strong>di</strong><br />

Bruno Liberatore, autore della scultura Assalto all'Olimpo nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

Piazzale Clo<strong>di</strong>o, voluta dalla British American Tobacco, e <strong>di</strong> Giuseppe<br />

Spagnulo, con il <strong>di</strong>battutissimo monumento ai caduti <strong>di</strong> Nassirya nei giar<strong>di</strong>ni<br />

al lato della basilica <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura costato un milione <strong>di</strong><br />

euro. Ovvero quanto basta per mandare avanti un anno un buon centro<br />

d'arte contemporanea. Per carità, artisti professionisti, ma forse non proprio in linea con la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona,<br />

o con l'obelisco <strong>di</strong> Santa Maria sopra Minerva, <strong>di</strong> Bernini. Forse non in linea con una città "trendy", come ama definirla il primo citta<strong>di</strong>no<br />

uscente. Solo le ultime tappe <strong>di</strong> una via crucis che configura come patetica l'offerta <strong>di</strong> arte pubblica in città. Un calvario che vede<br />

tra i degni decoratori della Città Eterna nomi <strong>di</strong> grande... richiamo internazionale come Clau<strong>di</strong>o Palmieri (piazza Lo<strong>di</strong>), Igor Mitoraj<br />

(piazza Montegrappa), Sandro Sanna (piazza Re <strong>di</strong> Roma). Citta<strong>di</strong>ni e appassionati potranno recarsi agli in<strong>di</strong>rizzi in<strong>di</strong>cati per valutare<br />

con i loro occhi il buon gusto della nostra classe <strong>di</strong>rigente.<br />

Ma il capolavoro i lungimiranti amministratori capitolini lo hanno tirato fuori proprio in questi giorni, con l'inaugurazione del monumento<br />

de<strong>di</strong>cato alle vittime delle foibe. Autore? Giuseppe Mannino. Non lo conoscete? Beh, se guardate bene il suo curriculum è stato<br />

ad<strong>di</strong>rittura presidente del consiglio comunale <strong>di</strong> Roma.<br />

Nella capitale d'Italia non ci si contenta <strong>di</strong> deturpare l'assetto urbano con interventi che risulterebbero osceni anche nella periferia <strong>di</strong><br />

Lamezia Terme, ma contestualmente si marchia la città con una subalternità clamorosa rispetto a qualsivoglia altra capitale europea<br />

e occidentale. Condannandola ad un irrecuperabile gap anche in termini <strong>di</strong> arredo urbano e <strong>di</strong> arte pubblica. Per commemorare degnamente<br />

gli italiani infoibati, non sarebbe una cattiva idea caricare su un autotreno tutta la pessima qualità artistica vomitata nelle strade<br />

<strong>di</strong> Roma in questi ultimi anni e gettarla in qualche crepaccio carsico. I martiri delle foibe apprezzerebbero la provvidenziale performance<br />

in loro onore. Per contrappasso, laddove si gettarono gli italiani più coraggiosi commettendo un crimine, oggi si seppelliscono<br />

gli esempi dell'Italia più becera iniziando una nuova liberazione. (m. t.)<br />

Barack, Hillary o Neocon? L'artworld<br />

Usa si schiera… mano al portafogli<br />

Mentre continua la corsa alla Casa Bianca,<br />

gli art ad<strong>di</strong>ct degli States - come da usanza<br />

invalsa da tempo - <strong>di</strong>chiarano pubblicamente<br />

i loro preferiti, ed anche i contributi elettorali<br />

elargiti, del resto pubblicati nel FundRace<br />

2008. Stando alle rivelazioni del portale artnet.com,<br />

a New York City circa ventisei milioni<br />

<strong>di</strong> dollari sono andati ai can<strong>di</strong>dati democratici,<br />

contro gli 8.2 milioni per i repubblicani.<br />

Fra i fans democratici Agnes Gund, presidente<br />

emerito del Museum of Modern Art, ha<br />

contribuito a favore <strong>di</strong> Hillary Clinton (tremila<br />

dollari), John Edwards (duemila), Barack<br />

Agnes Gund<br />

Obama (duemila) e Bill Richardson (duemila).<br />

Bipartisan Leonard Lauder, con quattromilaseicento<br />

dollari a Rudy Giuliani e millesettecento a John McCain,<br />

bilanciati dai quattromiladuecento a Hillary Clinton e duemila a Joe<br />

Biden. Clintoniani <strong>di</strong> ferro il collezionista Peter Brant, l'esperta <strong>di</strong><br />

Christie's Amy Cappellazzo, i galleristi Matthew Marks, Lawrence<br />

Salander, Sundaram Tagore. Per Obama invece Cecily Brown,<br />

Chuck Close, Eric Fischl, il collezionista Peter Norton, il gallerista<br />

Andrea Rosen. John McCain può contare su William Acquavella,<br />

mentre il collezionista Aby Rosen sostiene John Edwards, e lo squalo<br />

Larry Gagosian Christopher Dodd.<br />

Galliani e Giuseppe Ver<strong>di</strong>, l'eccellenza<br />

emiliana trionfa all'Opéra <strong>di</strong> Parigi<br />

Omar Galliani arriva a Parigi. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>rettore del Teatro dell'Opéra<br />

National de Paris, Gerard Mortier, ha infatti scelto la sua opera<br />

Nuove anatomie per rappresentare dal punto <strong>di</strong> vista iconografico<br />

la nuova produzione Luisa Miller - melodramma tragico in<br />

tre atti del librettista Salvatore Cammarano tratto dal dramma<br />

Kabale und Liebe (Amore e raggiro) <strong>di</strong> Friedrich Schiller, composto<br />

da Giuseppe Ver<strong>di</strong> nel 1849 - andato in scena per la<br />

prima volta a Parigi in lingua italiana lo scorso febbraio. Un prestigioso<br />

riconoscimento che ancora una volta mette l'artista al<br />

centro dell'attenzione internazionale,<br />

dopo il tour cinese, la Biennale <strong>di</strong><br />

Venezia e la mostra al Gabinetto dei<br />

Disegni e delle Stampe degli Uffizi <strong>di</strong><br />

Firenze. Più volte esposta e premiata<br />

sia in Asia che in Europa, l'opera ora<br />

arriva trionfalmente in uno dei più prestigiosi<br />

teatri mon<strong>di</strong>ali per rappresentare<br />

il lavoro <strong>di</strong> un altro italiano,<br />

Giuseppe Ver<strong>di</strong>, unito all'artista dalla<br />

stessa terra d'origine, l'Emilia, e ora<br />

anche da un volto femminile in cui<br />

qualcuno ha rintracciato i caratteri espressivi della stessa Luisa<br />

Miller, protagonista del dramma ver<strong>di</strong>ano. (francesca baboni)


16.popcorn Exibart.onpaper<br />

piattoforte<br />

galleristi ai fornelli<br />

Rosanna Magrorocca<br />

Galleria Magrorocca / Milano<br />

SGOMBRI ALLA CALABRESE<br />

Pulire e sviscerare i pesci privandoli della testa.<br />

Preparare una farcitura con un impasto <strong>di</strong> pangrattato,<br />

olio, sale, prezzemolo tritato, pecorino grattugiato, capperi<br />

triturati. Aprire gli sgombri e riempirli con la farcitura,<br />

<strong>di</strong>sporli in una pirofila, irrorare d'olio e cuocerli in forno.<br />

Per 4 persone.<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

4 sgombri da circa 250g cadauno<br />

pangrattato<br />

prezzemolo<br />

pecorino grattugiato<br />

capperi<br />

olio extravergine d'oliva<br />

sale<br />

il prossimo piattoforte sarà servito da<br />

Pio Monti - Galleria Pio Monti (Roma / Civitanova Marche)<br />

indovinachi...<br />

<strong>di</strong> Laurina Paperina<br />

Chi è questo personaggio del mondo dell'arte?<br />

La soluzione dello scorso numero: Maurizio Cattelan<br />

pianob<br />

pren<strong>di</strong> l’arte e mettila da parte<br />

Nicola Gobbetto, se le cose si mettono male…<br />

«farò il porno attore, il boscaiolo/taglialegna,<br />

un famoso giocatore <strong>di</strong> baseball...»<br />

federico solmi ci rivelerà il suo pianob sul prossimo numero<br />

rsvp<br />

invito the best<br />

Difficile capire <strong>di</strong> che si tratta, eh? Beh,<br />

innanzitutto sappiate che le colpevoli<br />

sono il duo gol<strong>di</strong>echiari. Dopo<strong>di</strong>ché<br />

considerate che l'oggetto in questione<br />

è uno <strong>di</strong> questi sex toys che<br />

van <strong>di</strong> moda ora. In quel bislacco<br />

intersecarsi tra oggetti da sexy shop<br />

e raffinato design contemporaneo. Un<br />

sex toys per uomo, nella fattispecie.<br />

Suvvia aguzzate un poco l'immaginazione.<br />

Ebbene le due artiste non solo<br />

hanno scelto questo sconcio soggetto<br />

per il loro invito (in occasione della loro<br />

mostra presso VM21, via della Vetrina<br />

21, Roma, fino al 29 marzo), ma hanno<br />

recapitato a casa dei malcapitati un cartoncino<br />

sagomato, con la precisa forma<br />

del giocattolo erotico. Impertinenti.<br />

à la une<br />

la copertina d'artista raccontata dall'artista<br />

Luca Francesconi - Untitled, 2006-8<br />

L'opera per l'immagine <strong>di</strong> copertina <strong>di</strong><br />

Exibart.onpaper è senza titolo. Ma i materiali in<br />

questo caso sono estremamente importanti per<br />

avere una lettura più corretta del lavoro: germogli<br />

<strong>di</strong> carrubo e nero <strong>di</strong> seppia masticato con big bubble.<br />

Questi tre elementi, così incongruenti tra loro,<br />

mi hanno molto affascinato per le loro caratteristiche.<br />

<strong>Il</strong> carrubo è un grande albero un tempo<br />

molto coltivato in quanto i suoi baccelli erano<br />

nutrimento per gli animali da soma, ma se ne possono<br />

trarre anche ottimi dolci. I germogli in crescita<br />

più che frutti ricordano coltelli affilatissimi ed<br />

effettivamente fendenti. La big-bubble è una<br />

gomma da masticare molto <strong>di</strong>ffusa negli anni<br />

Ottanta. <strong>Il</strong> nero <strong>di</strong> seppia è un inchiostro che questi<br />

cefalopo<strong>di</strong> emettono quando si sentono minacciati.<br />

I campi semantici dei tre elementi e le loro<br />

possibili intersezioni sono il significato dell'opera.<br />

Luca Francesconi (Mantova,1979)<br />

prossima copertina: Francesco Carone<br />

Stanno lavorando alla copertina d'artista:<br />

Perino&Vele, Laurina Paperina, Patrick<br />

Tuttofuoco, Stefano Cagol, Gian Paolo Tomasi,<br />

Gabriele Picco, Debora Hirsch, Mauro Ceolin,<br />

Alvise Bittente, Loris Cecchini, Adalberto Abbate,<br />

Pablo Echaurren, Michele Bazzana, Daniele<br />

Girar<strong>di</strong>, Nicola Verlato, Giuseppe Stampone.


photo Sally Ni<br />

Exibart.onpaper oroscopo.17<br />

Sophie Calle - <strong>Il</strong> serpente d'acqua<br />

I nati sotto il segno del Serpente hanno generalmente un carattere molto gioioso, <strong>di</strong>vertente,<br />

ironico e appassionato e sono contemporaneamente dei tipi concreti e realisti.<br />

Dotati <strong>di</strong> grande immaginazione, i Serpenti hanno una grande cura dei rapporti sociali<br />

ed intendono l'altro come una estensione del sé e un tramite attraverso cui misurare<br />

il proprio equilibrio psichico. Vivono l'amore come un'altalena <strong>di</strong> stati d'animo che si contrappongono<br />

e con intensità <strong>di</strong>verse, spingendo sull'acceleratore solo quando serve,<br />

per evitare i fallimenti, su cui ripongono il loro umore malinconico e turbato con un<br />

senso <strong>di</strong> frustrazione e <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta. Sophie Calle è un Serpente d'acqua. <strong>Il</strong> suo senso<br />

sociale vive proprio attraverso l'arte, che, per certi versi, incarna il metodo attraverso<br />

cui si chiede sulla propria femminilità fino a farlo <strong>di</strong>ventare un <strong>di</strong>alogo con se stessa, in<br />

quanto donna. All'ultima Biennale (Pa<strong>di</strong>glione francese) ha preso <strong>di</strong> petto proprio que-<br />

Ariete. Venti <strong>di</strong> crisi generazionale, per quel Plutone<br />

storto che ammaina le ban<strong>di</strong>ere: la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> instabilità<br />

politica è un fatto globale, tanto che uno dei maggiori<br />

decostruttori <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere americane, Jasper Johns, si slancia<br />

anche in un <strong>di</strong>chiarato supporto politico, lasciando intendere,<br />

in occasione della sua mostra a Chelsea, che l'unica speranza <strong>di</strong><br />

cambiamento è nella vittoria <strong>di</strong> Barack Obama, anche se questa<br />

propone all'America razzista <strong>di</strong> riportare i Repubblicani al<br />

Governo o un nuovo attentato al presidente. Profetico o astrologo,<br />

<strong>di</strong> certo le stelle le ha viste al posto giusto.<br />

Toro. L'eros platonico <strong>di</strong> Plotino in agguato in settima<br />

casa (chiusa) ci svela un'importante questione estetica<br />

nei suoi risvolti più ilari: la crisi del nudo in arte non è una<br />

scelta estetica, ma un argomento <strong>di</strong> pura economia. Lo <strong>di</strong>mostra<br />

lo sciopero nazionale delle modelle delle Accademie, stanche dei<br />

miseri venticinque euro lor<strong>di</strong> l'ora. Uno spettacolo senza precedenti<br />

guardarle incazzate vestite. Figuriamoci nude.<br />

Gemelli. I satelliti collidono con Venere in rapido passaggio<br />

nel segno, ed insieme si incrociano sulla via celeste della<br />

luna <strong>di</strong>gitale generando veri e propri mostri dell'immaginazione:<br />

come quel caso stravagante comparso su Youtube, perturbante<br />

quanto il canale che lo offre, in cui una sexy hostess si spoglia<br />

e si masturba e con<strong>di</strong>vide l'atto gioioso, lasciando sperare in un bordello<br />

tra le nuvole. Tutto all'aria invece, dopo la scoperta <strong>di</strong> un giornalista<br />

che ha messo in crisi tante testate, tra cui il Tgcom, vittime<br />

del viral marketing <strong>di</strong> pochi furbi che hanno clonato un film porno per<br />

smerdare la stampa sempre in cerca <strong>di</strong> scoopate facili.<br />

Cancro. È il momento dei miracoli veri, con quel Giove<br />

a tutto tondo, che lascia ben sperare nel successo<br />

lavorativo. Come a Roma dove, in attesa della "via<br />

all'Arte Contemporanea", dalla scalinata <strong>di</strong> piazza <strong>di</strong> Spagna piovono<br />

palle, grazie a Graziano Cecchini, già insanguinatore<br />

LETTERE<br />

capasso e le stelle.<br />

Considerato il grande numero <strong>di</strong> email ricevute dobbiamo scusarci con coloro cui non abbiamo potuto rispondere. Lo faremo nei prossimi numeri. Continuate a inviarci lettere ironiche e <strong>di</strong>vertenti<br />

Caro Capasso,<br />

come ve<strong>di</strong> un rilancio del connubio<br />

ARTE/MONNEZZA? Non mi riferisco al<br />

vecchio concetto dell'object trouvée, né<br />

tanto meno alle noiose e <strong>di</strong>dascaliche<br />

prese <strong>di</strong> posizione ecologically correct,<br />

ma proprio al significato della spazzatura<br />

in sé che si fa arte, o, come spesso<br />

accade, all'arte-spazzatura tout court.<br />

Dopo che anche Hirst ci ha deliziato con<br />

le sue riflessioni su Napoli, non pensi ci<br />

sia roseo futuro per la garbage art?<br />

un saluto al profumo <strong>di</strong> rose<br />

Mariangela P.<br />

Cara Mariangela,<br />

<strong>Il</strong> riciclaggio, il recupero, l'ecologia e la<br />

questione ambientale sono temi che<br />

appartengono alla vita, sia a quella più<br />

squallidamente napoletana dei tempi<br />

presenti, del babà rancido e ammuffito,<br />

mascherato della Fontana <strong>di</strong> Trevi, che sfida le celebrità dell'arte<br />

inventandosi Futur Palla, l'artista futurista che costa cinquanta<br />

euro a palla, e ne ha più <strong>di</strong> due...<br />

Leone. Con quel caldo Saturno abbronzato e suadente,<br />

la cosa migliore è andare a nord, anzi cercare un vero<br />

nord dove raffreddare i bollenti spiriti. E allora prendete<br />

spunto dalla bellissima "True North", inaugurata al Guggenheim<br />

<strong>di</strong> Berlino, che propone una seria riflessione sul paesaggio, con<br />

artisti <strong>di</strong> passaggio, da Roni Horn a Olafur Eliasson, Elger Esser,<br />

Armin Linke, per sentire il freddo penetrare nei muscoli densi dell'arte.<br />

Brrr... finalmente un'esperienza glaciale.<br />

Vergine. Se quel pallido Mercurio vi porta cattivi presagi,<br />

non vi resta che ascoltarlo. Tutto muore, anche gli amori<br />

più intensi, come quello per la Polaroid, macchinetta delle<br />

meraviglie, compagna <strong>di</strong> tante stelle dallo scatto automatico in<br />

cerca <strong>di</strong> un'immagine istantanea: Schifano, Warhol, Jorge Molder.<br />

Bilancia. Se appartenete alla schiera vanitosa delle<br />

Fashion Victims, l'abbinamento <strong>di</strong> Saturno e Venere in<br />

prospettiva armonica vi chiede <strong>di</strong> aggiornarvi a favore<br />

della più totale tendenza del Design Victims, come in<strong>di</strong>ca sapientemente<br />

Jean Philippe Delhomme: la viralità della perfezione ha<br />

intaccato il nostro sguardo privandoci <strong>di</strong> ogni naturalezza o grezza<br />

scoperta. Ma se l'arte ha prodotto la merda d'artista, feticcio<br />

puzzolente del rifiuto organico che <strong>di</strong>venta pensiero e forma, il<br />

Design senza idee, puramente virale, può al massimo confezionarla:<br />

stato finale del ready made.<br />

Scorpione. Col vostro Saturno finalmente decorso in<br />

Para<strong>di</strong>so, celebrate con lo spumantino italiano la grandezza<br />

e saggezza del Bel Paese, che affascina anche Mick<br />

Jagger, sbellicatosi dalle risate nel guardare i gran<strong>di</strong> Vecchioni del<br />

Senato stappare la boccia alla definitiva caduta del cadavere <strong>di</strong><br />

scippato in qualche ospedale <strong>di</strong> malasanità,<br />

sia quella più trendy lon<strong>di</strong>nese.<br />

Quello che ci <strong>di</strong>stingue non è la raccolta<br />

<strong>di</strong>fferenziata, quanto il senso etico con<br />

cui si compie qualsiasi gesto quoti<strong>di</strong>ano.<br />

È molto <strong>di</strong>fficile parlare <strong>di</strong> arte in un<br />

paese dove tutto si trasforma in spazzatura,<br />

e soprattutto, male ancor più<br />

grave, nessuno si degna <strong>di</strong> raccoglierla.<br />

Siamo in lutto su ogni fronte, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong><br />

qualsiasi cinica battutina da avanspettacolo.<br />

Anche le Stelle su tematiche così<br />

importanti tacciono. Amen.<br />

Caro Capasso,<br />

sono un pittore dell'ultima ora (nel senso<br />

che un'ora fa facevo lo scultore) e mi<br />

sono appena fidanzato con un'artista<br />

performer <strong>di</strong> Venezia. Fa certe performance<br />

che non posso raccontarti qui,<br />

magari ti mando delle foto. A che in<strong>di</strong>riz-<br />

zo posso mandartele? Cosa preve<strong>di</strong> per<br />

questo mio nuovo amore?<br />

Ottavio F.<br />

Caro Ottavio,<br />

Mandami <strong>di</strong>rettamente la performer.<br />

L'in<strong>di</strong>rizzo ce l'hai! "Rintracciarmi non<br />

sarà un problema", come <strong>di</strong>ceva<br />

Renatino nazionale amato dalle mamme<br />

e stu<strong>di</strong>ato dai curatori gay non <strong>di</strong>chiarati.<br />

Colgo l'occasione per ringraziare tutti<br />

gli artisti che quoti<strong>di</strong>anamente mi intasano<br />

il water ready made <strong>di</strong>gitale con le<br />

loro immaginazioni fetenti, ma comunque<br />

molto ironiche e <strong>di</strong>vertenti. Per il tuo<br />

amore, magari interpello pure loro. Che<br />

ne pensi?<br />

Caro Capasso,<br />

Sono uno dei tanti curatori raccomanda-<br />

esercizi <strong>di</strong> astrocritica sul futuro incerto dell'arte<br />

sto <strong>di</strong>alogo interpersonale al femminile raccogliendo dal caso una sollecitazione esterna<br />

alquanto significativa: "Ho ricevuto una mail <strong>di</strong> rottura. Non ho saputo rispondere.<br />

Come se non fosse in<strong>di</strong>rizzata a me. Terminava con le parole: Abbia cura <strong>di</strong> sé. Ho<br />

preso la raccomandazione alla lettera. Ho chiesto a centosette donne, scelte in base al<br />

loro mestiere, <strong>di</strong> interpretare questa lettera da un'angolazione professionale.<br />

Analizzarla, commentarla, recitarla, danzarla, cantarla. Esaurirla. Capire al posto mio.<br />

Rispondere per me. Un modo <strong>di</strong> prendere tempo per rompere. Prendermi cura <strong>di</strong> me".<br />

Ognuna delle donne interpellate da Sophie ha dato la sua interpretazione per iscritto, o<br />

a voce, o con i gesti <strong>di</strong> quella affermazione rielaborando un’angoscia esistenziale seconda<br />

proiezione concreta del quoti<strong>di</strong>ano, tipica <strong>di</strong> un Serpente d'acqua, che striscia<br />

lasciando una scia visibile soltanto attraverso le onde che genera. Marina e Ulay Abramovic<br />

Pro<strong>di</strong>. Tempestiva, questa morte, ha scongiurato la minaccia <strong>di</strong><br />

nuovi pensionati eccellenti, porterà con sé definitivamente Serena<br />

Dan<strong>di</strong>ni, Chiambretti, tutta la satira <strong>di</strong> sinistra, ed anche il Grande<br />

Ministro Mussi, il primo Ministro della storia che non ha capito neanche<br />

a quale ministero apparteneva: si è schierato con le lotte operaie<br />

<strong>di</strong>menticando i professori, gli insegnanti, la ricerca universitaria,<br />

la cultura, la sapienza... Come <strong>di</strong>rebbe Sgarbi: vate retro.<br />

Sagittario. Evvai! Con due saltelli e una toccatina vi<br />

slanciate sulla pista dei segni favoriti, ricordando<br />

Michael Jackson che oggi celebra i venti anni <strong>di</strong> Thriller,<br />

ma senza zombie al chiaro <strong>di</strong> luna perché la metamorfosi in atto<br />

potrebbe procurarvi sogni infantili maniacali poco proficui.<br />

Capricorno. Non preoccupatevi, la crisi economica che<br />

v'investe è generazionale. L'Istat lancia l'allarme: in Italia ci<br />

sono famiglie che campano con millesettecento euro<br />

mensili, e ancora una volta una fetta della società, quella degli addetti<br />

alla cultura, tra docenti, curatori, scrittori e giornalisti precari rimane<br />

occultata... saranno i prossimi barboni della mensa vaticana.<br />

Acquario. È il momento <strong>di</strong> godervi il vostro amore in<br />

perfetta privacy, ma con qualche slancio trasgressivo,<br />

e quin<strong>di</strong> approfittando della luna sacra scegliete <strong>di</strong> votarvi a San<br />

Frattamo piuttosto che a San Valentino, perché il secondo vi chiederebbe<br />

qualche prestazione extra.<br />

Pesci. Finalmente, passato Saturno in Scorpione, potete<br />

liberare la fantasia e spaziare con i sogni. Magari con<br />

Koichi Wakata, il primo astronauta giapponese che avrà<br />

la missione <strong>di</strong> lanciare una flotta <strong>di</strong> cento aeroplanini <strong>di</strong> carta per<br />

capire il destino <strong>di</strong> quelle creature nel loro passaggio interstellare:<br />

finiranno sulla terra? Magari sui tetti <strong>di</strong> una grande<br />

città/<strong>di</strong>scarica? O molto semplicemente rientreranno nella<br />

mente <strong>di</strong> chi li ha creati? Come la magia dell'arte impone…<br />

ti dalla politica. Ora che è caduto il governo<br />

che faccio? Mi butto a destra? Qual è<br />

l'arte <strong>di</strong> destra?<br />

Pippo B.<br />

Caro Pippo,<br />

Gli stronzi <strong>di</strong> Riace sono la perfetta<br />

espressione del tipo <strong>di</strong> arte che cerchi.<br />

Li vedo ogni tanto passare con la mano<br />

tesa, il cappellino barilla e la camicia<br />

dark, col manganello e il pisellino pronto<br />

all'esibizione totale. Tu preparati un inno<br />

personale, che mi sembra una bella<br />

soluzione italiota in risposta a tutti gli<br />

inni fast food che stanno uscendo fuori.<br />

Ma chi ti <strong>di</strong>ce poi che vince la Destra?<br />

Sei un mancino masochista?<br />

Comunque, visti i Santi in para<strong>di</strong>so, avrai<br />

sicuramente più fortuna <strong>di</strong> me che amo<br />

"il cielo stellato sopra <strong>di</strong> me", e la legge<br />

morale che rode dentro. Auguri.<br />

Scrivi a Capasso, invia la tua lettera: stelle@exibart.com


20.speednews Exibart.onpaper<br />

VIVA IL MAXXI, SALVATE IL MAXXI<br />

<strong>Il</strong> museo romano progettato da Zaha Ha<strong>di</strong>d, contro ogni fosca previsione, è pronto. O quasi. Per contribuire all'identità <strong>di</strong> un'area che somiglia sempre più a un parco architettonico <strong>di</strong> altissimo profilo. Con nomi<br />

quali Piano e Nervi. Troppo bello per essere vero? In effetti, a riportare il tutto alla classica superficialità italiana, ci pensa una Città. Quella "delle Scienze e della Tecnologia". A firma dell'ingegner Fabio De Santis...<br />

Dopo molte occasioni in cui ci è toccato parlare <strong>di</strong> rinvii, dubbi<br />

e incertezze, finalmente possiamo dare una notizia positiva sul<br />

futuro del Maxxi, il romano Museo Nazionale delle arti del XXI<br />

Secolo: con una improvvisata festa e brin<strong>di</strong>si che ha coinvolto<br />

tecnici e maestranze, si sono conclusi i lavori strutturali sul<br />

cantiere <strong>di</strong> Zaha Ha<strong>di</strong>d. Certo, ancora per vedere il traguardo<br />

dell'inaugurazione mancano tutte le opere <strong>di</strong> rifinitura, impiantistica<br />

e arre<strong>di</strong>, ma <strong>di</strong> certo il passo compiuto è decisivo. Come<br />

decisivo, per raggiungere l'obbiettivo, si è rivelato lo stanziamento<br />

<strong>di</strong> cinquanta milioni <strong>di</strong> euro contenuto nella finanziaria<br />

2007, che ha fatto imboccare ai lavori la giusta marcia. Non ci<br />

resta quin<strong>di</strong> che complimentarci con i responsabili dell'impresa<br />

che, malgrado le recenti turbolenze politiche e il contestato<br />

spostamento <strong>di</strong> Pio Bal<strong>di</strong> dalla guida della Darc, sono riusciti a<br />

condurre in porto l'impresa. Dopo aver realizzato il Museo<br />

delle Arti del XXI Secolo, però, il Ministero dei Beni Culturali -<br />

e chi mai sarà il prossimo ministro - è chiamato già a salvarlo.<br />

Sì, perché nei meandri dell'amministrazione e nelle pieghe<br />

delle scelte-a-casaccio <strong>di</strong> un ministero, ci ritroviamo un ecomostro<br />

pronto a deturpare quello che (tra Maxxi, Au<strong>di</strong>torium,<br />

Foro Italico e Palazzetto dello Sport) è un vero e proprio parco<br />

architettonico internazionale. Sia chiaro: il giu<strong>di</strong>zio del regno<br />

Rutelli al Collegio Romano non è affatto negativo. L'ex presidente<br />

della Margherita si è <strong>di</strong>mostrato abile politico e fine decisionista<br />

su ampie e complesse partite. Dal paesaggio all'arte<br />

contemporanea. Su due cose è risultato tuttavia bislaccamente<br />

attaccabile. Le nomine dei soprintendenti (e non ci riferiamo<br />

solo all'ultimissima tornata) e l'approvazione dello sconcio progetto<br />

della Città delle Scienze e della Tecnologia. Un e<strong>di</strong>ficio in<br />

stile anni '30 (ma anni '30 in economia, mica razionalismo <strong>di</strong><br />

rango) che planerà in uno spiazzo accanto al Maxxi e che sarà<br />

inaugurato - se tutto andrà male - nel 2011. Per festeggiare il<br />

centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. E così nel quartiere<br />

Flaminio, tra gli eclettici palazzi signorili e le realizzazioni <strong>di</strong><br />

Pier Luigi Nervi, Renzo Piano e Zaha Ha<strong>di</strong>d, ci ritroveremo<br />

l'in<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bile costruzione che documentiamo in questo articolo.<br />

Badate, non è uno scherzo o un malaugurato auspicio dell'attuale<br />

ministero caduto con il Governo. Niente <strong>di</strong> tutto ciò. La<br />

Città delle Scienze si farà eccome, la gara d'appalto si è già<br />

conclusa, le buste sono state aperte e a giorni vi sarà l'aggiu<strong>di</strong>cazione<br />

dei lavori. Dotazione <strong>di</strong> tutto rispetto: trentadue milioni<br />

<strong>di</strong> euro. I cantieri? A settembre. E i festeggiamenti per la fine<br />

delle opere a cemento del Maxxi, <strong>di</strong> cui parlavamo all'inizio,<br />

segnano proprio la liberazione <strong>di</strong> quell'area dove il nuovo e<strong>di</strong>ficio<br />

sarà impiantato e dove fino a oggi erano montate le betoniere<br />

<strong>di</strong> servizio al cantiere <strong>di</strong> Ha<strong>di</strong>d. Eh sì, perché oltre a un'estetica<br />

<strong>di</strong> scarsissima caratura, il palazzo ha anche una prestigiosa<br />

ed esclusiva caratteristica che lo rende unico e imbattibile<br />

nella sua assur<strong>di</strong>tà: verrà costruito praticamente addosso<br />

al Maxxi. Come documentiamo dalle immagini<br />

e nelle planimetrie estrapolate dal sito www.italiaunita2011.it<br />

(dove si trovano, nei più profon<strong>di</strong><br />

dettagli, questo e gli altri progetti cui lo Stato sta<br />

www.italiaunita2011.it<br />

Firenze si perde il ristorante Falai.<br />

Per colpa (anzi per merito) <strong>di</strong> Christo<br />

dando in questi giorni la stura per<br />

il traguardo del 2011), il nuovo<br />

museo <strong>di</strong> Zaha Ha<strong>di</strong>d si troverebbe<br />

- già durante l'inaugurazione<br />

- a dover convivere con un<br />

cantiere a pochissimi metri <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza. Rumore, polveri, <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne<br />

addosso al finalmente inaugurato<br />

Beaubourg italiano. Che,<br />

in seguito, dovrà fare i conti con<br />

un intruso non previsto e tutt'altro<br />

che gra<strong>di</strong>to. Alto, tozzo, squadrato.<br />

Nato vecchio. Meno affascinante<br />

e meno contemporaneo<br />

<strong>di</strong> un<br />

Motel Agip. Ma quale<br />

è la griffe che avrà il<br />

prestigio <strong>di</strong> andare<br />

ad affiancarsi alle<br />

archistar nel parco<br />

architettonico del<br />

Flaminio? Tale ingegner<br />

Fabio De<br />

Santis, che prefigura<br />

in buona sostanza<br />

una soluzione "in<br />

house", utilizzata<br />

anche per progettare<br />

una delle altre opere<br />

previsto per Italia 2011: il Parco<br />

della Musica e della Cultura <strong>di</strong><br />

Firenze sul quale - purtroppo - avremo<br />

modo <strong>di</strong> tornare nei prossimi<br />

mesi. Una progettazione "interna",<br />

redatta <strong>di</strong>rettamente dall'ufficio tecnico<br />

della "Missione" ministeriale<br />

de<strong>di</strong>cata alle celebrazioni del 2011.<br />

Ad avvalorare la tesi <strong>di</strong> chi grida allo scandalo estetico-architettonico<br />

si aggiunge dunque questo dato, più urbanistico che<br />

architettonico, della vicinanza; del fatto che i due musei sarebbero<br />

l'uno addossato all'altro; della assoluta miopia nel privare<br />

il Maxxi <strong>di</strong> un'area che sarebbe naturalmente <strong>di</strong> sua competenza<br />

e utilità per servizi, parcheggi, mostre all'aperto e quant'altro.<br />

Insomma, in sintesi, ecco cosa sta per ottenere questo<br />

progetto:<br />

- violenta un grande progetto, quello <strong>di</strong> Ha<strong>di</strong>d, che condurrà<br />

ancor più Roma tra le città regine dell'architettura contemporanea;<br />

- propone, nel cuore della Capitale, un'opera oggettivamente<br />

<strong>di</strong> pessima architettura;<br />

- deturpa un'area ad altissimo tasso <strong>di</strong> qualità<br />

architettonica;<br />

- denomina pomposamente Città delle<br />

Scopriamo con piacere la figura <strong>di</strong> Iacopo Falai, chef fiorentino giovane e già famoso, che da qualche anno<br />

spadroneggia in quel <strong>di</strong> New York City con caffé, panetterie e ristoranti in zona down town. Con piacere perché<br />

anche Falai ci aiuta a in<strong>di</strong>viduare una tendenza che abbiamo già da tempo sottolineato e palesato (basti<br />

pensare alle due pagine che de<strong>di</strong>cammo agli chef piemontesi nel nostro speciale piemonte uscito in occasione<br />

della scorsa Artissima). La tendenza è semplice: il mondo dell'arte<br />

e quello della gastronomia <strong>di</strong> qualità convergono sempre <strong>di</strong> più. E dunque<br />

non mancano cuochi interessati, appassionati, attenti a ciò che succede<br />

dalle nostre parti.<br />

Perché i tuoi locali sono tutti bianchi, chiede Marco De Martino a Falai,<br />

in una recente intervista pubblicata da Panorama: "Non per seguire i<br />

consigli <strong>di</strong> qualche famoso designer d'interni, ma perché mi sono innamorato<br />

dell'arte <strong>di</strong> Matthew Barney", risponde. Prima <strong>di</strong> New York facevi<br />

il pasticcere a Firenze, all'Enoteca Pinchiorri, tornerai un giorno a lavorare<br />

nella tua città? "No, ho deciso <strong>di</strong> tornare in Italia, ma a Milano, non<br />

a Firenze. Firenze è troppo tra<strong>di</strong>zionale ed ho deciso <strong>di</strong> starne alla larga da quando la città ha rifiutato la<br />

proposta <strong>di</strong> Christo <strong>di</strong> impacchettare il Duomo".<br />

Giusto per <strong>di</strong>re quanto conti, anche e soprattutto in termini <strong>di</strong> marketing territoriale, una scelta amministrativa piuttosto<br />

che un'altra in un settore, il contemporaneo, ormai sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti. Pure degli chef e dei loro investimenti.<br />

All'aperto, con Daniel Buren anche la Fondazione Zegna entra nell'arte contemporanea<br />

Novità in vista per il già vivace panorama contemporaneo piemontese, e novità legate a un nome<br />

"pesante" come quello <strong>di</strong> Zegna, storico lanificio biellese ormai evoluto a brand del fashion <strong>di</strong><br />

lusso <strong>di</strong> livello globale. Attiva fin dal 2000 con progetti in ambito culturale, sociale, me<strong>di</strong>co ed<br />

ambientale, la Fondazione Zegna ha ora deciso <strong>di</strong> ampliare il suo raggio d'azione portando il<br />

suo contributo anche nell'arte contemporanea. La scelta <strong>di</strong> introdurre l'arte contemporanea nei<br />

luoghi che hanno visto l'avvio delle attività dell'azienda si lega alla storia <strong>di</strong> Ermenegildo Zegna,<br />

che a partire dagli anni Trenta volle intervenire sul territorio locale per offrirne una nuova fruibili-<br />

Scienze una semplice palazzina che<br />

fa tenerezza rispetto alle Città della<br />

Scienza come sono internazionalmente<br />

intese;<br />

- costringe l'ambito urbano-architettonico<br />

del Maxxi, che sarà <strong>di</strong> grande<br />

attrattiva turistico-culturale a partire<br />

dall'inaugurazione del 2009, a mesi<br />

e mesi <strong>di</strong> cantiere.<br />

Col risultato finale <strong>di</strong> regalare alla<br />

città una struttura che, per riprendere<br />

le parole del professor Giorgio<br />

Muratore della Facoltà <strong>di</strong> Architettura<br />

de La Sapienza, è "talmente becera<br />

e offensiva che verrebbe cestinata<br />

anche nella più sperduta e depressa provincia<br />

subtropicale". <strong>Il</strong> tutto anche perché, a sentire<br />

Giuseppe Strappa che scrive sulla rivista<br />

(h)ortus, "il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un'opera tanto attesa e<br />

importante avrebbe dovuto coinvolgere le forze<br />

vive che operano per trasformare la città. Al contrario<br />

è stato eseguito quasi in segreto, con un<br />

metodo sul quale il presidente dell'Or<strong>di</strong>ne degli<br />

Architetti <strong>di</strong> Roma, Amedeo Schiattarella, ha<br />

peraltro posto un problema <strong>di</strong> legittimità con convincenti<br />

argomenti. Ponendo, tra l'altro, la questione<br />

del perché parte della progettazione sia<br />

affidata alle imprese, del<br />

perché proprio lo Stato,<br />

committente dell'opera, non<br />

si ponga il problema della<br />

qualità dell'architettura (<strong>di</strong><br />

come e chi abbia scelto i<br />

progettisti) proprio quando il<br />

ministro Rutelli afferma che<br />

gli architetti hanno perso<br />

l'occasione storica <strong>di</strong><br />

costruire la città". L'opinione <strong>di</strong> Luigi Prestinenza Puglisi non si<br />

<strong>di</strong>scosta <strong>di</strong> molto da questo adagio: "A mio parere è un progetto<br />

molto me<strong>di</strong>ocre. Ma il problema più grave è <strong>di</strong> metodo: non<br />

si può chiamare Città della Scienza e della tecnologia un<br />

museo-palazzina <strong>di</strong> poche migliaia <strong>di</strong> metri quadrati e, per <strong>di</strong><br />

più, metterlo in un'area tanto delicata senza prima aver fatto<br />

una consultazione internazionale. Sapendo tuttavia che chi<br />

l'ha proposto è un politico navigato, mi chiedo se non abbia<br />

lanciato il progetto mettendo nel conto l'ipotesi che si sarebbe<br />

arenato per le inevitabili proteste che avrebbe suscitato". Non<br />

resta da sperare che il ministro della Cultura, nelle poche settimane<br />

nelle quali sarà ancora inquilino del Collegio Romano,<br />

sia nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> porre rime<strong>di</strong>o. In fretta. Senza lasciare la<br />

polpetta avvelenata al prossimo governo. E al prossimo sindaco<br />

della capitale. Che poi sarà lui medesimo...<br />

[m. t.]<br />

Papesse ad<strong>di</strong>o. Inaugurata l'ultima mostra<br />

nel rinascimentale palazzo senese<br />

Le voci si rincorrevano da un po', ed ora sembra<br />

abbiamo trovato conferma, ed anche una<br />

proiezione sugli sviluppi futuri. <strong>Il</strong> centro d'arte<br />

del Palazzo delle Papesse <strong>di</strong> Siena lascerà a<br />

breve la sua storica sede <strong>di</strong> via <strong>di</strong> Città, dalla<br />

quale ha preso anche il nome. La mostra inaugurata<br />

il mese scorso - .za - giovane arte dal<br />

Sudafrica - sarà quin<strong>di</strong> l'ultima allestita nelle<br />

prestigiose sale, e possiamo anticipare che<br />

nel corso dell'anno le attività senesi per l'arte<br />

contemporanea si sposteranno in Santa Maria<br />

della Scala, inizialmente a Palazzo<br />

Squarcialupi e poi nel 2010 in spazi definitivi.<br />

Uno spostamento che in futuro potrebbe presentare<br />

anche un interrogativo sul nome del<br />

centro: mantenere Palazzo delle Papesse,<br />

ormai universalmente noto ma ovviamente legato alla location, oppure<br />

optare per una soluzione <strong>di</strong>versa?<br />

Inaugurazione: giovedì 29 maggio 2008<br />

cristiana.rota@fastwebnet.it<br />

www.fondazionezegna.org/allaperto<br />

tà alla sua comunità. <strong>Il</strong> progetto All'aperto, che debutterà alla fine <strong>di</strong> maggio a cura <strong>di</strong> Andrea Zegna e Barbara Casavecchia, prevede la realizzazione<br />

a Trivero - proprio il paese della sede dello storico lanificio - <strong>di</strong> progetti site-specific dall'impatto ridotto sull'ambiente, focalizzati sul<br />

concetto <strong>di</strong> visibilità e percezione, che spingano gli spettatori a intraprendere "esplorazioni" in<strong>di</strong>viduali. Avvalendosi <strong>di</strong> un Comitato Scientifico<br />

composto da Michelangelo Pistoletto (Cittadellarte), Salvatore Lacagnina (Galleria Civica <strong>di</strong> Montevergini Siracusa), Catia Riccaboni<br />

(Fondation de France), Tom van Gestel (SKOR, Amsterdam). L'artista invitato a svolgere il primo intervento è il grande Daniel Buren<br />

(Boulogne-Billancourt, 1938), che con l'opera Le banderuole colorate incornicia il perimetro delle terrazze panoramiche del Lanificio Zegna<br />

con un arcobaleno <strong>di</strong> 135 ban<strong>di</strong>ere, fluttuante tra verde e azzurro. Incornicia, non incornicerà, visto che per coinvolgere maggiormente il territorio<br />

per il quale è stato pensato, i curatori hanno ideato per le scuole materne, elementari e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Trivero alcuni laboratori sul tema del colore, che dal gennaio 2008 impegnano bambini<br />

e docenti, anticipando l'arrivo del lavoro <strong>di</strong> Buren e approfondendone i significati.


22.speednews Exibart.onpaper<br />

ASPETTANDO LA FONDAZIONE MAXXI<br />

In occasione della fine dei lavori in muratura del Maxxi, il primo grande centro d'arte contemporanea statale in Italia (con una trentacinquina d'anni <strong>di</strong> ritardo su tutti gli altri Paesi),<br />

intervistiamo Anna Mattirolo, <strong>di</strong>rettrice del MAXXIarte. Per scoprire quali saranno i passi che il grande museo romano dovrà compiere in vista dell'inaugurazione prevista tra un anno…<br />

Pochi giorni fa è stata festeggiata la fine dei lavori a<br />

cemento nel cantiere del Maxxi. Qual è stato l'attimo in cui<br />

ha capito che era possibile farcela?<br />

Diciamo che la certezza che il progetto sarebbe andato a termine<br />

l'ho avuta soprattutto quando il ministro Rutelli lo ha<br />

in<strong>di</strong>cato tra le priorità del ministero ed ha ottenuto i fon<strong>di</strong><br />

necessari per la sua conclusione…<br />

<strong>Il</strong> Maxxi avrà due anime. Che rapporti <strong>di</strong> forze ci saranno<br />

tra arte e architettura?<br />

La novità del progetto culturale sta proprio nell'interagire delle<br />

due <strong>di</strong>scipline; gli spazi saranno con<strong>di</strong>visi spesso per progetti<br />

comuni. Naturalmente le due collezioni troveranno la loro collocazione<br />

più stabile in spazi in<strong>di</strong>viduati grazie alle proprie<br />

caratteristiche e alla loro necessaria fruizione. In questo senso<br />

l'arte avrà necessariamente bisogno <strong>di</strong> spazi più ampi.<br />

Oltre alle strutture avrete a <strong>di</strong>sposizione una vera e propria<br />

piazza urbana. Cosa ci farete?<br />

<strong>Il</strong> progetto Ha<strong>di</strong>d ha anche la caratteristica <strong>di</strong> porsi con un<br />

valore aggiunto che è proprio a carattere urbano. <strong>Il</strong> MAXXI<br />

cambierà il volto <strong>di</strong> un intero quartiere, che troverà in quella<br />

"piazza" il luogo de<strong>di</strong>cato alla migliore creatività contemporanea.<br />

L'ex <strong>di</strong>rettore generale Pio Bal<strong>di</strong> stava lavorando alla<br />

governance del museo. Come andranno avanti questi progetti?<br />

Triennale <strong>di</strong> Milano, dopo Cedroni alla Bovisa, ecco Cracco al<br />

Coffee Design. Purché non sia un ghost-chef...<br />

Sarà il grande Carlo Cracco a curare i servizi <strong>di</strong> ristorazione del Coffee Design e della Caffetteria all'aperto<br />

alla Triennale <strong>di</strong> Milano. <strong>Il</strong> giovane chef - uno dei più affermati della<br />

cucina creativa internazionale, già selezionato all'interno della<br />

mostra The New Italian Design come uno degli esponenti <strong>di</strong> spicco<br />

del Food Design italiano - sarà alla guida del servizio offerto da<br />

Autogrill, che è già presente in importanti siti internazionali legati<br />

al mondo della cultura, dal Museo del Prado a Madrid ai Giar<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> Versailles e il Carrousel du Louvre a Parigi, fino all'Empire State<br />

Buil<strong>di</strong>ng, a New York. <strong>Il</strong> Coffee Design avrà un'offerta culinaria<br />

interamente curata da Cracco, al punto da cambiare nome in<br />

Cracco Coffee Design: "È un'operazione che intrapren<strong>di</strong>amo non<br />

solo per la Triennale, ma soprattutto per la città <strong>di</strong> Milano," - spiega<br />

lo chef - "che possa finalmente raggiungere la qualità dei più gran<strong>di</strong> musei del mondo, come il Centre<br />

Pompidou, il Guggenheim, il Moma e il Palazzo delle Esposizioni. Credo che sia doveroso e naturale fornire<br />

alla città e alla Triennale <strong>di</strong> Milano un livello <strong>di</strong> ristorazione adeguato ai più alti standard". E questo è anche il<br />

nostro auspicio: dopo Moreno Cedroni alla Triennale Bovisa, il coinvolgimento <strong>di</strong> Cracco conferma un<br />

approccio alla cucina che, se fa piacere perché mescola i gran<strong>di</strong> chef al mondo dell'arte, lascia perplessi perché<br />

nega ai ristoranti dei musei una presenza vera <strong>di</strong> un cuciniere, a vantaggio <strong>di</strong> una fredda consulenza che,<br />

peraltro, lascia solitamente delusi i clienti più attentamente gourmet. Speriamo <strong>di</strong> essere smentiti, stavolta e<br />

anche per le future scelte <strong>di</strong> musei italiani in fase <strong>di</strong> apertura, come Museion, Macro e Maxxi...<br />

La Galleria Comunale d'Arte Contemporanea <strong>di</strong> Monfalcone cresce.<br />

Sulla carta…<br />

Giunge al terzo appuntamento la campagna <strong>di</strong> acquisizioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> giovani artisti portata<br />

avanti dalla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea <strong>di</strong> Monfalcone, che ha sempre guardato<br />

con interesse alla pratica dell'immagine sottile. Come <strong>di</strong> consueto l'ingresso delle opere nella<br />

collezione è stato celebrato da una mostra e da una pubblicazione con un'intervista a ciascun<br />

artista ed una dettagliata biografia. Imago 02 ha visto la presenza <strong>di</strong> Emanuele Becheri,<br />

Matteo Bergamasco, Lorenza Boisi, Benny Chirco, Francesco De Gran<strong>di</strong>, Marina Ferretti,<br />

Paolo Gonzato, Diango Hernández,<br />

Imago 02. Opere per la collezione della Galleria<br />

Comunale d'Arta Contemporanea <strong>di</strong> Monfalcone<br />

Catalogo con testi <strong>di</strong> Andrea Bruciati, Micaela<br />

Giovannotti, Pericle Guaglianone, Aaron Moultin,<br />

Alberto Mugnaini, Francesca Pagliuca, Alberto<br />

Zanchetta; 15 euro<br />

Info: 0481494369<br />

galleria@comune.monfalcone.go.it<br />

www.comune.monfalcone.go.it<br />

Tadashi Moriyama, Klaus Pobitzer,<br />

Luigi Presicce e Nicola Verlato, cui è<br />

stata de<strong>di</strong>cata una personale negli spazi<br />

della galleria. Le opere si aggiungono a<br />

quelle <strong>di</strong> Stefano Calligaro, David<br />

Casini, Ericailcane, Bruna Esposito, Matteo Fato, Neil Farber,<br />

Norma Jeane, Ivan Malerba, Dacia Manto, Andrea Mastrovito,<br />

Ozmo, Perino & Vele, Gabriele Picco, Anila Rubiku, Sissi,<br />

Nicola Toffolini e Nico Vascellari, già presenti nella collezione<br />

dello spazio goriziano. (d. c.)<br />

"Pizza e birra me<strong>di</strong>a, grazie".<br />

Anche così a Venezia si restaurano i monumenti...<br />

Nel suo nuovo ruolo Pio Bal<strong>di</strong> sta infatti<br />

lavorando per la creazione della<br />

Fondazione MAXXI e so che è in <strong>di</strong>rittura<br />

d'arrivo.<br />

Come è composto il vostro organigramma?<br />

L'organigramma sarà in linea con le <strong>di</strong>rettive<br />

degli standard museali in<strong>di</strong>cati dal<br />

Ministero e, dunque, risponderà alle esigenze<br />

reali del Museo.<br />

<strong>Il</strong> cliente ideale, in quest’ottica, è quello che or<strong>di</strong>na la pizza Venezia, con frutti <strong>di</strong> mare e scampi<br />

alla busara, che contribuirà con ben un euro. Ma tutti i clienti della catena <strong>di</strong> Pizzerie Ae Oche,<br />

comunque, contribuiranno con <strong>di</strong>eci centesimi per ogni coperto. A cosa contribuiranno? Alla valorizzazione<br />

del patrimonio artistico <strong>di</strong> Venezia, in collaborazione con la società Fondaco, attiva nel<br />

restauro <strong>di</strong> siti architettonici e nella <strong>di</strong>ffusione del marchio <strong>di</strong> Venezia. L'iniziativa è nata sulla falsariga<br />

<strong>di</strong> un progetto analogo, lanciato dalla catena <strong>di</strong> pizzerie lon<strong>di</strong>nese Pizza Express in partnership<br />

con il comitato inglese Venice in Peril Fund. L'iniziativa prenderà<br />

avvio dal cuore della città,<br />

www.fondacovenezia.org<br />

piazza San Marco, con il restauro<br />

del basamento della colonna del Todaro, uno dei simboli della<br />

Serenissima. E sarà caratterizzata da un'immagine giovane e<br />

spiritosa affidata al giovane fumettista Mirko Pavan, che ha<br />

creato Todaroca, il supereroe che prende posto spavaldamente<br />

sulla colonna del Todaro schiacciando il coccodrillo-drago.<br />

Buona pizza a tutti, insomma...<br />

A tal proposito è previsto il rimpiazzo<br />

della figura del capo-curatore come era<br />

Paolo Colombo?<br />

<strong>Il</strong> MAXXI si avvale già oggi <strong>di</strong> uno staff<br />

curatoriale aperto alle generazioni più giovani.<br />

Saranno anche quelle competenze a<br />

portare l'attività del museo ad aprirsi e ad approfon<strong>di</strong>re i settori<br />

culturali più interessanti e <strong>di</strong> più stringente attualità.<br />

Dopo aver fatto il Maxxi bisogna farlo funzionare. E possibilmente<br />

al livello delle strutture internazionali parigrado<br />

come la Tate, il Beaubourg e similia. Che tipo <strong>di</strong> budget<br />

annuale è garantito al Museo Nazionale delle Arti del<br />

XXI secolo? Che genere <strong>di</strong> influenza può avere la politica<br />

su questa dotazione? Ogni anno il governo può aumentare<br />

o <strong>di</strong>minuire il plafond a piacimento?<br />

Una Torino da ascoltare. Le voci della città si<br />

rincorrono online su Liberoascoltoweb<br />

Impressioni, testimonianze, ricor<strong>di</strong> e racconti dalle voci <strong>di</strong> chi a Torino vive, lavora<br />

o è <strong>di</strong> passaggio, da ascoltare liberamente online sulle frequenze <strong>di</strong><br />

Liberoascoltoweb. Ecco la nuova iniziativa targata OCT (OfficinaCittàTorino), il<br />

laboratorio per la conoscenza della città contemporanea promosso dal Settore<br />

Divisione Servizi Culturali della Città <strong>di</strong> Torino, che continua sul sito istituzionale<br />

un progetto iniziato qualche anno fa. Quello intitolato appunto Liberoascolto, un<br />

cd che raccoglieva le prime cinquanta voci dell'installazione Livello 5.90: le voci<br />

della città, allestita nel pa<strong>di</strong>glione Atrium Città <strong>di</strong> Torino, inaugurato nel gennaio<br />

2004 insieme all'altro pa<strong>di</strong>glione Atrium<br />

2006 per celebrare rispettivamente le trasformazioni<br />

della città e l'evento olimpico.<br />

Da quell'esperienza si è giunti ora a questa<br />

sezione monografica del portale <strong>di</strong><br />

OCT, dove è possibile, cliccando a caso<br />

sui quadratini gialli, sperimentare un punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>verso, evocare storie personali,<br />

conoscere o riconoscere la città <strong>di</strong> Torino. Che si trasformerà in un gioco<br />

<strong>di</strong>vertente per chi proverà ad abbinare le voci ascoltate in streaming con i nomi<br />

degli autori dei racconti elencati nel sito. (clau<strong>di</strong>a giraud)<br />

www.comune.torino.it/oct/liberoascoltoweb.htm<br />

L'ultima <strong>di</strong> Tracey Emin. Aprire una biblioteca<br />

in Uganda...<br />

L'impegno dei big del sistema dell'arte in imprese benefiche non è<br />

cosa nuova, ma ultimamente pare aver trovato un momento <strong>di</strong> grande<br />

rilancio, anche con le varie aste umanitarie <strong>di</strong> cui abbiamo straparlato.<br />

I maligni possono sempre pensare che i suddetti big cerchino una ripulitina<br />

alla coscienza, ed un nuovo bagno <strong>di</strong> popolarità a buon mercato.<br />

Ora arriva la notizia che la "bad girl" Tracey Emin è andata fino in<br />

Africa, in Uganda, per finanziare l'apertura<br />

<strong>di</strong> una biblioteca in un sobborgo<br />

della capitale Kampala. Costruita in<br />

collaborazione con la Promoting<br />

Equality in African Schools, la biblioteca,<br />

che fa parte della Forest High<br />

School, servirà circa ottocento studenti<br />

della regione, <strong>di</strong> età fra i do<strong>di</strong>ci e i<br />

<strong>di</strong>ciotto anni. Negli orari serali, l'e<strong>di</strong>ficio<br />

ospiterà anche corsi <strong>di</strong> letteratura e<br />

informatica per gli adulti.<br />

Giovane curatore? In Emilia Romagna c'è un concorso che<br />

fa alla tua mostra...<br />

Abitate, stu<strong>di</strong>ate o lavorate in Emilia Romagna? Avete<br />

meno <strong>di</strong> trentacinque anni e vi occupate <strong>di</strong> arte? Bene,<br />

questa è l'occasione buona per voi. L'Ufficio Giovani<br />

d'Arte del Comune <strong>di</strong> Modena - in collaborazione con il<br />

Coor<strong>di</strong>namento Giovani Artisti dell'Emilia Romagna, l'assessorato<br />

alla Cultura della Regione e il ministero per le<br />

Politiche Giovanili e Attività Sportive - organizza un concorso<br />

rivolto a curatori e critici, che avranno così<br />

l'opportunità <strong>di</strong> realizzare una mostra <strong>di</strong> arti visive<br />

nella propria città <strong>di</strong> residenza e <strong>di</strong> vedere pubblicati<br />

i propri testi in un volume. I partecipanti dovranno<br />

presentare un progetto <strong>di</strong> curatela coinvolgendo da<br />

tre a cinque giovani artisti della propria provincia e<br />

Sarà proprio compito della Fondazione stabilire<br />

il budget necessario per il funzionamento<br />

del museo. È il lavoro che si sta<br />

facendo ora sulla base <strong>di</strong> previsioni <strong>di</strong><br />

spesa che sono già state stu<strong>di</strong>ate da<br />

tempo. È ovvio che la dotazione dovrà<br />

essere stabilita in base al reale funzionamento<br />

<strong>di</strong> una struttura come questa e che<br />

dovrà essere determinata in modo stabile.<br />

Quali sono le acquisizioni più interessanti<br />

che avete fatto in questi anni in<br />

attesa del compimento del cantiere?<br />

La collezione del Maxxi è stata pubblicata e<br />

in parte già esposta in mostre de<strong>di</strong>cate. Si<br />

tratta <strong>di</strong> oltre trecento opere, tra acquisti,<br />

donazioni, premi e comodati, che riflettono<br />

la natura del museo: la sua ra<strong>di</strong>calità su<br />

una propria tra<strong>di</strong>zione culturale, che proietti il MAXXI su una<br />

<strong>di</strong>mensione internazionale con originalità e qualità.<br />

Chi decide gli acquisti? Esiste una commissione scientifica?<br />

Le proposte <strong>di</strong> acquisto vengono fatte dalla <strong>di</strong>rezione e dai<br />

curatori. <strong>Il</strong> comitato tecnico scientifico <strong>di</strong> settore, così come per<br />

tutte le altre Direzioni Generali, esamina le proposte e convalida<br />

gli acquisti se conformi ai requisiti prestabiliti.<br />

[a cura <strong>di</strong> pierluigi sacconi]<br />

Info: 0592032604<br />

giovanidarte@comune.modena.it<br />

www.comune.modena.it/gioarte<br />

strutturando un progetto <strong>di</strong> allestimento adeguato alla tipologia <strong>di</strong> sede in<strong>di</strong>viduata. La scadenza<br />

per la presentazione dei progetti è fissata per il 16 maggio. (d. c.)


24.speednews Exibart.onpaper<br />

R.I.P.<br />

ERRICO RUOTOLO<br />

Era uno degli artisti storici della scena napoletana, che aveva contribuito ad animare<br />

per buona parte del Novecento, ben prima che la città entrasse nel panorama<br />

internazionale del contemporaneo. All'età <strong>di</strong> sessantanove anni, Errico<br />

Ruotolo è morto nella mattinata del 13 febbraio nella sua casa <strong>di</strong> San Giovanni<br />

a Teduccio, nell'hinterland napoletano. Allievo <strong>di</strong> Emilio Notte all'Accademia <strong>di</strong><br />

Belle Arti <strong>di</strong> Napoli, fra gli anni Sessanta e Settanta soggiorna e lavora lungamente<br />

all'estero, dapprima a Parigi, a Monaco <strong>di</strong> Baviera e infine ad Amsterdam.<br />

La prima personale è del 1964, allestita alla Vetreria Anziate <strong>di</strong> Anzio; nel 1966<br />

partecipa a Proposta '66, promossa dalla Galleria Cadario <strong>di</strong> Roma. Nel 1975<br />

inizia la collaborazione con l'A/Social Group, partecipando alle azioni svolte<br />

all'interno dell'ospedale psichiatrico Frullone <strong>di</strong> Napoli, attività documentata<br />

nella XXXVII Biennale <strong>di</strong> Venezia, nel Pa<strong>di</strong>glione italiano, sezione Ambiente come Sociale. Negli anni Novanta<br />

comincia ad inserire nell'impianto pittorico elementi a rilievo, modellati con gesso e ricoperti <strong>di</strong> garza. <strong>Il</strong> 1991 espone<br />

in The Modernity of Lyrism, mostra tenutasi alla Gummesons Gallery <strong>di</strong> Stoccolma e al Joensuu Museum, in<br />

Finlan<strong>di</strong>a. Fra le mostre più recenti, importante la personale del 2000 alla Fondazione Morra a Napoli, mentre è<br />

tuttora in corso una mostra antologica presso il Fondo Regionale d'Arte Contemporanea <strong>di</strong> Baronissi.<br />

TIZIANO FORNI<br />

Si è spento la mattina del 19 febbraio, ad ottantacinque anni, Tiziano<br />

Forni, titolare della storica galleria <strong>di</strong> Bologna. Gli artisti, gli amici, i<br />

parenti del gallerista, che lo scorso ottobre aveva celebrato con una<br />

grande collettiva i suoi quarant'anni <strong>di</strong> attività, si sono riuniti per un<br />

ultimo ad<strong>di</strong>o nella chiesa <strong>di</strong> San Domenico, dove si sono officiati i<br />

suoi funerali. Nel corso della sua lunga carriera, <strong>di</strong> cui ha raccolto l'ere<strong>di</strong>tà<br />

la figlia Paola, alle re<strong>di</strong>ni dell'omonimo spazio espositivo <strong>di</strong><br />

Milano, Tiziano Forni ha conosciuto e promosso il lavoro <strong>di</strong> alcuni dei<br />

più importanti protagonisti delle vicende storiche e artistiche del<br />

nostro paese, come internazionali, quali Afro, Giorgio de Chirico,<br />

Otto Dix, Lucio Fontana, Marino Marini e Ben Nicholson, solo per<br />

fare qualche nome. Tra gli anni '70 e '90 la galleria è approdata all'estero,<br />

facendo conoscere ad Amsterdam e Tokyo, dove Forni ha<br />

<strong>di</strong>retto due succursali della sede bolognese, le glorie dello stivale.<br />

Nonostante la sua impostazione legata prettamente al moderno e<br />

all'arte figurativa, nel corso degli ultimi decenni Tiziano Forni si era<br />

dato da fare come talent scout, per ampliare la propria scuderia con<br />

giovani esponenti della pittura come Nicola Nannini. (s. n.)<br />

Palio <strong>di</strong> Siena, per la<br />

Carriera dell'Assunta<br />

l'autore sarà Mario Ceroli<br />

Dopo alcune e<strong>di</strong>zioni non propriamente<br />

memorabili da un<br />

punto <strong>di</strong> vista<br />

artistico, nel<br />

Mario Ceroli<br />

2008 il Palio <strong>di</strong><br />

Siena potrebbe<br />

tornare a far parlare<br />

<strong>di</strong> sé anche<br />

per la qualità del<br />

Drappellone. Gli<br />

ultimi anni hanno<br />

visto alla prova<br />

personaggi come<br />

Ugo Nespolo,<br />

Tino Stefanoni,<br />

Manolo Valdés,<br />

Igor Mitoraj, che a detta <strong>di</strong> molti non hanno<br />

dato il meglio <strong>di</strong> sé nel concept del "cencio".<br />

Quest'anno la Giunta - per la Carriera<br />

dell'Assunta, ad agosto - ha scelto <strong>di</strong> affidarsi<br />

al grande Mario Ceroli, che quantomeno<br />

come esperienza e notorietà dovrebbe mettere<br />

al riparo da brutte sorprese. <strong>Il</strong> Palio <strong>di</strong><br />

Provenzano, in luglio, sarà invece <strong>di</strong>pinto da<br />

Camilla Adami.<br />

Urban Art Center,<br />

la street art ha una nuova casa ad Arezzo<br />

A Madrid inaugurato il CaixaForum,<br />

progetto <strong>di</strong> Herzog&De Meuron<br />

La capitale spagnola si arricchisce <strong>di</strong> un nuovo luogo destinato ad<br />

essere un fulcro propulsore per iniziative culturali e artistiche. È il<br />

CaixaForum Madrid, aperto sul Paseo del Prado - la strada dei<br />

musei madrileni - su progetto degli svizzeri Herzog&De Meuron,<br />

che hanno ristrutturato l'antica Central Eléctrica del Me<strong>di</strong>odía. Un<br />

progetto da oltre sessanta milioni <strong>di</strong> euro, che ha conservato la patina<br />

modernista dell'e<strong>di</strong>ficio, riuscendo tuttavia a guadagnare circa<br />

duemila metri quadrati <strong>di</strong> nuovi spazi. Che ospiteranno mostre d'arte<br />

antica, moderna e<br />

contemporanea, festival<br />

<strong>di</strong> musica e <strong>di</strong> poesia,<br />

<strong>di</strong> arte multime<strong>di</strong>ale,<br />

<strong>di</strong>battiti d'attualità,<br />

oltre a iniziative <strong>di</strong>dattiche<br />

e sociali. <strong>Il</strong> debutto<br />

spetta a una mostra<br />

che presenta circa settecento<br />

opere della<br />

collezione della Caixa,<br />

istituto bancario sempre<br />

molto presente<br />

nelle arti, e a una selezione<br />

<strong>di</strong> opere provenienti dagli Uffizi, fra cui Botticelli, Luca<br />

Signorelli, Parmiginianino e Luca Giordano. In marzo invece nei<br />

giar<strong>di</strong>ni troveranno posto ventisei gran<strong>di</strong> sculture <strong>di</strong> Igor Mitoraj,<br />

scultore polacco ormai da tempo accasato a Pietrasanta.<br />

<strong>Il</strong> progetto comprende l'apertura<br />

<strong>di</strong> uno spazio espositivo, ma<br />

anche un centro <strong>di</strong> documentazione<br />

e raccolta <strong>di</strong> riviste,<br />

dvd, pubblicazioni multime<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> street art con apertura settimanale, e del sito www.urbanartcenter.org,<br />

che si propone come nodo in una rete più ampia, sul quale scoprire e segnalare<br />

eventi, scambiarsi link e consultare un database <strong>di</strong> immagini in continuo aggiornamento<br />

sulla street art italiana. Rilanciata nella popolarità dalle querelle meneghine, che videro<br />

coinvolto Vittorio Sgarbi, appena inse<strong>di</strong>atosi come assessore alla cultura a Milano, seguite<br />

dalla grande mostra al Pac, la street art vive in Italia un momento <strong>di</strong> particolare popolarità<br />

(e non solo in Italia, a giu<strong>di</strong>care dalle cifre astronomiche a cui vengono venduti in giro per il<br />

mondo i vari Banksy). In questo ambito dunque si deve vedere l'inaugurazione ad Arezzo<br />

Urban Art Center<br />

Via Masaccio 6 - Arezzo<br />

info@urbanartcenter.org<br />

www.urbanartcenter.org<br />

dell'Urban Art Center, che si vuole proporre come punto <strong>di</strong> riferimento,<br />

archivio <strong>di</strong> documentazione e luogo <strong>di</strong> promozione e <strong>di</strong>ffusione<br />

per gli artisti e i linguaggi che nascono e si evolvono nelle<br />

strade. Creando anche una zona <strong>di</strong> libera interazione e collaborazione<br />

tra street artists già affermati, musicisti legati alla cultura<br />

street e realtà locali già attive, come il progetto streetsurvival.it, e<br />

organizzando mostre, festival, performance live, eventi sportivi, piccoli interventi <strong>di</strong> street art<br />

atti a riqualificare spazi inutilizzati (in<strong>di</strong>cati dalle amministrazioni locali).<br />

MARIA TERESA HINCAPIE DE ZULUAGA<br />

PIA VIVARELLI<br />

"… el <strong>di</strong>a 18 a las 8 18 de 2008 la maestra Maria Teresa Hincapie a dejado su cuerpo…", così scrive<br />

suo figlio, il giovane compositore Santiago De Zuluaga, dando il triste annuncio della precoce scomparsa<br />

dell'artista Maria Teresa Hincapiè de Zuluaga (Armenia, 1954). Con la sua ricerca fuori da ogni conformismo<br />

e moda, la performer colombiana ha indagato il tema della<br />

spiritualità con un approccio multiculturale, accompagnandovi l'impegno<br />

sociale per le pari opportunità, fin dal 1978, quando approfon<strong>di</strong>sce<br />

la conoscenza delle culture europee ed orientali in relazione alle<br />

tecniche <strong>di</strong> danza rituale e arte drammatica. Ha lavorato anche a trasposizioni<br />

dal teatro greco antico (E<strong>di</strong>po Re <strong>di</strong> Sofocle) e si è ispirata<br />

alla letteratura contemporanea (On<strong>di</strong>na, con un tributo a Garcia<br />

Lorca), producendo opere ine<strong>di</strong>te (Una Cosa es Una Cosa) che le<br />

sono valse la partecipazione a Forum internazionali come esponente<br />

dell'identità culturale latino-americana. Oltre ad aver ricevuto numerosi<br />

premi internazionali, è stata or<strong>di</strong>nata "Grande Cavaliered al Gobernación de Armenia" e menzionata<br />

al "Luis Caballero Award". Maria Teresa Hincapiè è per la prima volta in Italia, a Milano, nel 2000 con<br />

Stanze Segreti (Sueños de Flor) e vi tornerà successivamente nel 2005 per la Biennale <strong>di</strong> Venezia e nel<br />

2006, a Lucera, per Intramoenia Extra Art, con l'opera multime<strong>di</strong>ale, dalla grande suggestione visiva e<br />

sonora della sua performance <strong>di</strong> danza, El Espacio se Mueve Despacio. (Giusy Caroppo)<br />

Arco fiera-monstre, record a<br />

duecentomila visitatori.<br />

Nel 2009 In<strong>di</strong>a paese ospite<br />

Abbattuta la soglia dei duecentomila visitatori. Basta<br />

questo dato per dare la misura delle <strong>di</strong>mensioni e del<br />

successo della fiera madrilena Arco, che ha appena<br />

chiuso i battenti con un bilancio che la conferma fra le<br />

prime cinque del pianeta. Trend positivo che smentisce<br />

ulteriormente - qualora ce ne fosse stato bisogno - la<br />

supposta crisi del mercato dell'arte, con ven<strong>di</strong>te che<br />

anzi registrano un più quin<strong>di</strong>ci per cento rispetto allo<br />

scorso anno, come confermato dalla <strong>di</strong>rettrice Lourdes<br />

Fernández. Ven<strong>di</strong>te a cui hanno, come sempre, contribuito<br />

sostanzialmente gli investitori istituzionali, con il<br />

Museo Reina Sofía che ha lasciato fra gli stand più <strong>di</strong> un<br />

milione <strong>di</strong> euro, la Fundación Arco duecentocinquantamila<br />

euro, la Fundación Coca-Cola centoventimila e il<br />

Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León trecento<strong>di</strong>ecimila.<br />

Molte già le notizie trapelate per l'e<strong>di</strong>zione<br />

2009, che si terrà fra l'11 e il 16 febbraio: paese ospite<br />

d'onore sarà l'In<strong>di</strong>a, debutterà il programma Arco<br />

Urbano, con progetto <strong>di</strong> arte pubblica <strong>di</strong>ffusi per la città,<br />

e prenderà il via un concorso fra tutte le gallerie partecipanti,<br />

per un'opera <strong>di</strong> arte pubblica da collocare in un<br />

nuovo complesso urbanistico progettato da Norman<br />

Foster.<br />

www.ifema.es/ferias/arco/default.html<br />

Una Fetta <strong>di</strong> Polenta per Noero.<br />

Eclettica location per la nuova galleria torinese<br />

È un e<strong>di</strong>ficio a pianta trapezoidale, quasi un sottile triangolo, lungo<br />

se<strong>di</strong>ci metri, largo poco più <strong>di</strong> quattro da un lato e solo cinquantasette<br />

cm dall'altro, si sviluppa su nove piani <strong>di</strong> cui due interrati. Un esperimento<br />

architettonico estremo da sempre considerato atto d'incoscienza<br />

su solide basi progettuali, che per molti aspetti ricalca la tipologia<br />

del famoso Flatiron Buil<strong>di</strong>ng, a Manhattan. Ora la "Fetta <strong>di</strong><br />

Polenta" - così viene storicamente chiamato l'e<strong>di</strong>ficio torinese, per la<br />

sua forma e il colore giallo - <strong>di</strong>venta la nuova sede della Galleria<br />

Franco Noero, officina <strong>di</strong> idee, laboratorio continuo <strong>di</strong> progetti, e al<br />

tempo stesso contenitore e generatore <strong>di</strong> pensieri. Gli artisti della galleria<br />

verranno quin<strong>di</strong> invitati a relazionarsi con l'e<strong>di</strong>ficio costruito intorno<br />

alla metà dell'Ottocento dall'architetto Alessandro Antonelli e con<br />

questo nuovo approccio espositivo. Parallelamente alle mostre sarà<br />

inoltre chiesto loro <strong>di</strong> pensare ad un'opera, sia essa decorazione, struttura o supplente <strong>di</strong> fun-<br />

zioni domestiche, che <strong>di</strong>venterà patrimonio della<br />

casa e segno tangibile del loro passaggio, delle loro<br />

idee e poesie. <strong>Il</strong> primo a cimentarsi, dal 3 aprile, sarà<br />

l'artista inglese Simon Starling con la mostra Three<br />

Birds, Seven Stories, Interpolations and Bifurcations,<br />

appositamente concepita per i nuovi spazi.<br />

Fino al 1990 <strong>di</strong>rettore, nella sezione del '900, presso la<br />

Galleria Nazionale d'Arte Moderna <strong>di</strong> Roma, poi professore<br />

or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia dell'arte contemporanea nella Facoltà<br />

<strong>di</strong> Lettere e Filosofia dell'Università "L'Orientale" <strong>di</strong> Napoli.<br />

Ha pubblicato saggi e articoli sulla pittura metafisica e sul<br />

surrealismo, sull'arte italiana tra le due guerre, sulla pittura<br />

informale, sull'arte degli anni Sessanta. Giorgio de<br />

Chirico (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 1981);<br />

Renato Birolli (Milano, Palazzo Reale, 1989), Gastone<br />

Novelli (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 1988),<br />

Achille Perilli (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna,<br />

1989), Gastone Novelli (Trento, Museo d'arte Moderna,<br />

1999) e molte altre le mostre organizzate. Si è spenta a<br />

Roma, dopo una lunga malattia, Pia Vivarelli.<br />

La critica, storica e stu<strong>di</strong>osa stava lavorando alla pubblicazione<br />

del catalogo generale <strong>di</strong> Gastone Novelli.<br />

Dal 3 aprile al 28 giugno 2008<br />

Galleria Franco Noero / Fetta <strong>di</strong> Polenta<br />

Info: 011882208<br />

info@franconoero.com<br />

www.franconoero.com


28.speednews+jackpot Exibart.onpaper<br />

Bra<strong>di</strong>po Travel Designer, nuova sede <strong>di</strong> Madrid per<br />

luxury agency italiana<br />

L'azienda conta già tre<strong>di</strong>ci boutique operative nel territorio italiano<br />

e due operation all'estero, aperte a Monaco <strong>di</strong> Baviera e<br />

a Montecarlo. E nell'imme<strong>di</strong>ato futuro mira ad avere sessanta<br />

se<strong>di</strong> operative in tutto il mondo, con tappe già fissate a Parigi,<br />

Jedda e Dubai, con l'obiettivo <strong>di</strong> arrivare alla leadership del set-<br />

Info: 0236569636<br />

me<strong>di</strong>a@bra<strong>di</strong>potravel.com<br />

www.bra<strong>di</strong>potravel.com<br />

tore dei turismo luxury. Ma intanto Bra<strong>di</strong>po Travel Designer inizia dalla Spagna con l'inaugurazione<br />

in questi giorni a Madrid dell'headquarter spagnolo della società, nell'elegante Calle<br />

Ortega y Gasset, via della moda della capitale spagnola. <strong>Il</strong> mercato potenziale per il turismo <strong>di</strong><br />

lusso è formato da una domanda <strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> persone (due per cento circa della popolazione<br />

spagnola), e la quota <strong>di</strong> mercato del turismo <strong>di</strong> lusso nel mercato spagnolo è il quin<strong>di</strong>ci<br />

per cento. Nella Boutique Bra<strong>di</strong>po il viaggiatore può assaporare e scoprire la magia del viaggio,<br />

ancora prima <strong>di</strong> partire, attraverso un'atmosfera unica fatta <strong>di</strong> stimoli visivi, fotografie,<br />

sapori, suoni e profumi <strong>di</strong> terre lontane. Gli ospiti possono trovare una nutrita bibliografia, racconti<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> viaggiatori del passato o <strong>di</strong> moderni specialisti, da scoprire durante eventi de<strong>di</strong>cati<br />

mentre si assaporano cibi e bevande raffinate che ricordano destinazioni vicine e lontane.<br />

"Con l'inaugurazione della boutique <strong>di</strong> Madrid" - ha <strong>di</strong>chiarato Giorgio Kin<strong>di</strong>nis, responsabile<br />

dello sviluppo <strong>di</strong> Bra<strong>di</strong>po Travel Designer - "inten<strong>di</strong>amo continuare verso il nostro obiettivo,<br />

ovvero il raggiungimento delle trenta boutique in Italia e trenta boutique all'estero entro il 2010".<br />

Roswitha Haftmann Prize<br />

È il video artista scozzese<br />

Douglas Gordon<br />

il vincitore per il 2008<br />

del Roswitha<br />

Haftmann Prize, il più<br />

munifico riconoscimento<br />

assegnato in<br />

Europa, con una Douglas Gordon<br />

dotazione <strong>di</strong> circa<br />

centomila euro.<br />

Attivo anche come film maker - famoso il suo film<br />

de<strong>di</strong>cato al calciatore Zine<strong>di</strong>ne Zidane, realizzato<br />

in coppia con Philippe Parreno -, Gordon, già vincitore<br />

del Turner Prize nel 1996, è stato protagonista<br />

<strong>di</strong> una grande retrospettiva nel 2006 al<br />

Mart <strong>di</strong> Rovereto. <strong>Il</strong> premio svizzero, assegnato<br />

annualmente dall'omonima fondazione <strong>di</strong> Zurigo,<br />

è stato vinto lo scorso anno dall'americano<br />

Richard Artschwager, mentre l'e<strong>di</strong>zione precedente<br />

andò a Peter Fischli e David Weiss.<br />

Gordon riceverà il premio nel corso <strong>di</strong> una cerimonia<br />

prevista per il prossimo 8 maggio al<br />

Kunsthaus <strong>di</strong> Zurigo.<br />

ManinFesto Fotografia 2008<br />

La giuria del concorso ManinFesto.<br />

Fotografia in Friuli Venezia Giulia (composta<br />

da Francesco Bonami, Giuliana<br />

Carbi, Guido Comis, Sarah Cosulich<br />

Canarutto, Antonio Giusa, Mario Sillani<br />

Djerrahian, Italo Zannier) ha premiato i<br />

vincitori del concorso, tra gli otto finalisti invitati ad esporre al primo<br />

piano del Centro d'Arte Contemporanea Villa Manin. Quarti a pari<br />

merito si sono classificati Massimo Crivellari, Maurizio Frullani,<br />

Alessandro Paderni, Marco Pighin, Carlo Vidoni; il terzo ed il<br />

secondo posto sono stati assegnati a Stefano Graziani e Valentina<br />

Brunello, mentre il vincitore è risultato Carlo Andreasi, con la motivazione<br />

dell'utilizzo del mezzo fotografico "per indagare la realtà e<br />

Fino al 25 marzo<br />

ManinFesto.<br />

Fotografia in Friuli Venezia Giulia<br />

a cura <strong>di</strong> Sarah Cosulich Canarutto<br />

Centro d'Arte Cont.Villa Manin<br />

Piazza Manin 10 - Codroipo (Ud)<br />

Info: 0432821211<br />

info@villamanincontemporanea.it<br />

www.villamanincontemporanea.it<br />

Premio Pino Pascali<br />

È stato consegnato sabato 23 febbraio ad Adrian<br />

Paci (1969), artista <strong>di</strong> origini albanesi ma ormai<br />

milanese d'adozione, il Premio Pino Pascali, assegnato<br />

alla sua XI e<strong>di</strong>zione presso l'omonimo<br />

museo <strong>di</strong> Polignano a Mare, in Puglia. "Adrian<br />

Paci" - si legge nelle motivazioni della giuria, composta<br />

da Christine Farese Sperken, docente <strong>di</strong><br />

Storia dell'Arte Contemporanea all'Università <strong>di</strong><br />

Bari, Rosalba Branà, <strong>di</strong>rettrice del Museo Pino<br />

Pascali e dal critico Pietro Marino - "utilizza il linguaggio<br />

della scultura, della pittura, del video, della<br />

fotografia per mettere in scena i gran<strong>di</strong> temi dell'esistenza<br />

umana; le sue opere parlano della per<strong>di</strong>ta<br />

dei luoghi <strong>di</strong> appartenenza, affrontano i temi<br />

della cultura migrante e nomade tipica della<br />

nostra contemporaneità, rappresentano con il linguaggio<br />

dell'arte tematiche quali la crisi identitaria<br />

e la <strong>di</strong>versità". In contemporanea con la mostra<br />

personale al Museo Pino Pascali, Adrian Paci<br />

espone a New York in tre importanti rassegne, al<br />

PS1 MOMA in una collettiva sull'arte italiana, presso<br />

la Peter Blum Gallery e Smith-Stewart Gallery.<br />

decostruirla, rivelando paesaggi,<br />

forme ed elementi da<br />

prospettive nuove ed inattese.<br />

Ambienti ed oggetti definiti,<br />

quali possono essere un<br />

televisore o degli stormi <strong>di</strong><br />

uccelli, <strong>di</strong>ventano tracce<br />

astratte che sembrano quasi<br />

confondersi con la grana<br />

della pellicola". (d. c.)<br />

Premio Targetti Light Art<br />

MaxMara Art Prize for Women<br />

Ordway Prize e Premio Velázquez<br />

Libri, architettura e... un drink. Apre a Milano<br />

DesignLibraryCafé<br />

Uno spazio molto semplice e architettonico, caratterizzato dall'uso <strong>di</strong> materiali naturali e dominato<br />

dal bancone: un monolite in "terrazzo veneziano"<br />

che gira a "U" attraversando gli spazi. Spazi <strong>di</strong>visi in<br />

due zone, un'area relax - con <strong>di</strong>vani, pouf e tavolini - e<br />

uno spazio de<strong>di</strong>cato alla consumazione al tavolo. È il<br />

nuovo DesignLibraryCafé, evoluzione <strong>di</strong><br />

DesignLibrary, la prima biblioteca interamente de<strong>di</strong>cata al mondo del design lanciata a Milano<br />

nell'aprile 2006. Con l'intento <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere la cultura del design a livello internazionale attraverso<br />

una rete <strong>di</strong> biblioteche nelle principali capitali del design, con inaugurazione, dopo Shanghai<br />

aperto nel novembre 2007, in programma per il prossimo anno a Londra, Istanbul e Stoccolma.<br />

<strong>Il</strong> Café completa il concept <strong>di</strong> James Irvine e Maddalena Casadei finalizzato alla creazione <strong>di</strong> un<br />

luogo accogliente, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ricerca e incontro: due spazi contigui visivamente coerenti dove la<br />

Via Savona 11 - Milano<br />

Info: 0289423329<br />

www.designlibrary.it/cafe<br />

Sono la serba Alexandra Stratimirovic e l'armeno Gevorg<br />

Zigzabian i vincitori assoluti del Premio Internazionale Targetti<br />

Light Art, giunto quest'anno alla quinta e<strong>di</strong>zione. Insieme a loro<br />

premiati anche gli italiani Stefano Cagol (secondo premio),<br />

Michela Colasuonno e Alice Azario (terzo premio) ed<br />

Emanuele Fucci (menzione <strong>di</strong> merito). La giuria - composta da<br />

Amnon Barzel (<strong>di</strong>rettore artistico della Targetti Art Light<br />

Collection), Omar Calabrese, Alessandra Mammì, Peter<br />

Noever (<strong>di</strong>rettore del MAK <strong>di</strong> Vienna), David Sarkysian (<strong>di</strong>rettore<br />

del MUAR <strong>di</strong> Mosca) e Paolo Targetti (presidente della<br />

Targetti Sankey SPA) - ha voluto rendere omaggio alla creatività<br />

e alla capacità <strong>di</strong> svelare tutte le valenze espressive della<br />

luce artificiale mostrata da questi<br />

giovani artisti under quaranta, selezionando<br />

le loro opere tra gli oltre<br />

mille progetti pervenuti da ogni parte<br />

del mondo. Ai vincitori premi per un<br />

ammontare complessivo <strong>di</strong> quarantamila<br />

euro, con le loro opere che<br />

entreranno a far parte della Targetti<br />

Light Art Collection e del relativo programma<br />

espositivo itinerante, che ha<br />

già fatto tappa in alcuni dei più importanti musei del mondo.<br />

migliore selezione <strong>di</strong> libri e riviste internazionali <strong>di</strong> design è a <strong>di</strong>sposizione<br />

del pubblico. Una vera e propria caffetteria aperta al pubblico,<br />

un "food&drink" con cucina aperta tutti i giorni dalle sette <strong>di</strong> mattina<br />

all'una <strong>di</strong> notte, dove lo chef Gabriele Guglielmetti rinnova ogni<br />

giorno il menu me<strong>di</strong>terraneo-stagionale.<br />

Premio Murri Public Art<br />

Stefano Cagol protagonista in<strong>di</strong>scusso del côte<br />

bolognese in questi frenetici giorni arte-fieristici, in<br />

particolare dei vari premi che contrassegnano<br />

l'appuntamento. Dopo il secondo posto guadagnato<br />

nel Premio Targetti Light Art, ora l'artista trentino<br />

sale sul gra<strong>di</strong>no più alto del po<strong>di</strong>o del Premio<br />

Murri Public Art, giunto alla sesta e<strong>di</strong>zione.<br />

Concorso d'arte specificatamente pensato per<br />

progetti per spazi urbani, il riconoscimento, aperto<br />

agli artisti <strong>di</strong> tutto il mondo, è promosso dalla<br />

Cooperativa e<strong>di</strong>lizia Murri, con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere<br />

la cultura artistica negli spazi urbani privati<br />

e pubblici attraverso la selezione <strong>di</strong> lavori appositamente<br />

progettati. L'e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest'anno<br />

richiedeva l'ideazione <strong>di</strong> un progetto artistico con funzioni decorative per la<br />

pavimentazione relativa al piano portico <strong>di</strong> un nuovo intervento e<strong>di</strong>lizio a<br />

Bologna, in via Marx. La giuria era formata da Adolfo Soldati (presidente<br />

della Cooperativa Murri), Valerio Dehò, Salvatore <strong>di</strong> Blasi (docente al DAMS<br />

<strong>di</strong> Bologna), Paolo Di Biase (architetto). Fra i vincitori delle passate e<strong>di</strong>zioni,<br />

ci sono artisti come Aldo Mon<strong>di</strong>no, Tino Stefanoni, Marco Lodola, Enrica<br />

Borghi, Flavio Favelli.<br />

www.murri.it<br />

È Hannah Rickards, artista concettuale<br />

che ha lavorato spesso con il suono come<br />

me<strong>di</strong>a, la vincitrice a Londra della seconda<br />

e<strong>di</strong>zione del premio MaxMara Art Prize for<br />

Women. <strong>Il</strong> riconoscimento promuove e<br />

sostiene artiste donne residenti nel Regno<br />

Unito, dando loro la possibilità <strong>di</strong> sviluppare<br />

il proprio potenziale ed offrendo loro<br />

l'opportunità <strong>di</strong> produrre nuove opere d'ar-<br />

Hannah Rickards<br />

te, poi acquisite alla Collezione Maramotti,<br />

oltre ad una residency <strong>di</strong> sei mesi in Italia.<br />

La giuria, presieduta da Iwona Blazwick, <strong>di</strong>rettrice della Whitechapel<br />

Gallery, e composta dalla gallerista Cornelia Grassi, dalla collezionista<br />

Ju<strong>di</strong>th Greer, dall'artista Cornelia Parker e dalla scrittrice e critica<br />

Rachel Withers, ha valutato il lavoro <strong>di</strong> cinque artiste finaliste, Yasmeen<br />

Al Awa<strong>di</strong>, Georgie Hopton, Melanie Jackson e Lisa Peachey, oltre alla<br />

vincitrice. In Birdsong (2002) la Rickards ha registrato i canti <strong>di</strong> sei <strong>di</strong>versi<br />

uccelli per poi abbassarne la tonalità e riprodurli con la propria voce.<br />

In Thunder (2005), commissionato da Me<strong>di</strong>a Art Bath per la Chiesa<br />

Riformata Unita Centrale <strong>di</strong> Bath, ha esteso una registrazione <strong>di</strong> otto<br />

secon<strong>di</strong> del suono <strong>di</strong> un tuono ad otto minuti.<br />

Info: 0277792202 | proffice@maxmara.it<br />

<strong>Il</strong> mondo dell'arte internazionale deve avere delle <strong>di</strong>namiche<br />

interne impreve<strong>di</strong>bili e spesso insondabili, che tendono<br />

a sfuggire anche agli osservatori più attenti. Una <strong>di</strong><br />

queste pare aver stabilito che il 2008 sia l'anno <strong>di</strong> Cildo<br />

Meireles, artista sessantenne brasiliano, presente fra<br />

l'altro alla Biennale <strong>di</strong> Venezia 2005, <strong>di</strong> ottimo livello ma<br />

certo non un habituè dei giri che contano. Prima, il trionfo<br />

a New York dell'Ordway Prize, riconoscimento, dotato<br />

<strong>di</strong> ben centomila dollari, assegnato ogni due anni dal New<br />

Cildo Meireles<br />

Museum of Contemporary Art <strong>di</strong> New York e dal<br />

Creative Link for the Arts ad artisti, critici o curatori midcareer.<br />

Insieme a Meireles, il premio è andato infatti anche a James Elaine, curatore<br />

dell'Hammer Museum <strong>di</strong> Los Angeles. Fra i giurati, anche il <strong>di</strong>rettore della Tate<br />

Modern Vicente Todoli e Doris Salcedo, vincitrice del premio nel 2006.<br />

Poi, in Spagna, il prestigiosissimo Premio Velázquez 2008 de las Artes<br />

Plásticas, riservato ad artisti spagnoli o della comunità latinoamericana. Nella<br />

giuria del premio, dotato con oltre novantamila euro, siedono fra gli altri il <strong>di</strong>rettore<br />

della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Ramón González<br />

de Amezúa, il <strong>di</strong>rettore del Museo Reina Sofía, Manuel Borja-Villel, il <strong>di</strong>rettore<br />

del Prado, Miguel Zugaza, e ultimo premiato, Luis Gor<strong>di</strong>llo. Fra i vincitori delle<br />

passate e<strong>di</strong>zioni del premio, istituito nel 2002, ci sono Antoni Tapies, Pablo<br />

Palazuelo, Juan Soriano, Antonio López.<br />

Piepenbrock Preis für Skulptur<br />

Stefano Cagol<br />

(Foto Oskar DaRiz)<br />

Dal 1988, anno dell'istituzione,<br />

ha incoronato artisti del<br />

calibro <strong>di</strong> Max Bill, Ulrich<br />

Rückriem, Eduardo Chillida,<br />

Tony Cragg, Dani Karavan,<br />

fino a Rebecca Horn, nel<br />

2006. È il Piepenbrock Preis<br />

für Skulptur, prestigioso riconoscimento<br />

assegnato ogni<br />

due anni a Berlino e dotato <strong>di</strong> Katharina Fritsch<br />

cinquantamila euro, che per<br />

il 2008 va a Katharina<br />

Fritsch (Duesseldorf, 1956). "Un'artista europea<br />

che negli ultimi venticinque anni ha dato un notevole<br />

contributo alla comprensione critica della magia<br />

della figurazione nella scultura", come si legge nella<br />

motivazione della giuria. <strong>Il</strong> Piepenbrock Preis assegna<br />

poi un riconoscimento ad un artista emergente,<br />

vinto quest'anno dalla polacca Alicjia Kwade<br />

(Kattowitz, 1979), che si aggiu<strong>di</strong>ca una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

all'Universität der Künste Berlin, oltre all'opportunità<br />

<strong>di</strong> una mostra presso l'Hamburger Bahnhof,<br />

che si terrà fra giugno e agosto 2008.<br />

<strong>Il</strong>ly SustainArt<br />

È il giovane artista brasiliano<br />

Matheus Rocha Pitta, presentato dalla galleria Novembro<br />

Arte <strong>di</strong> Rio de Janeiro, il vincitore del Premio illy SustainArt, che<br />

l'azienda italiana organizza per la prima volta nell'ambito della<br />

fiera Arco <strong>di</strong> Madrid. <strong>Il</strong> premio - che ha come obbiettivo quello<br />

<strong>di</strong> estendere alla comunità artistica internazionale l'approccio<br />

dell'azienda - è de<strong>di</strong>cato ai giovani artisti brasiliani under trentacinque,<br />

nell'anno che vede il Brasile paese ospite della rassegna.<br />

La giuria - presieduta da Berta Sichel, <strong>di</strong>rettore della sezione<br />

Arti Visive del museo Reina Sofia e composta da Angela<br />

Vettese, Juan Antonio Alvarez Reyes, critico visual arts e curatore<br />

in<strong>di</strong>pendente e da Carlo Bach, <strong>di</strong>rettore artistico illycaffè -<br />

ha premiato l'artista, che espone una fotografia e un video, per<br />

le sue realizzazioni che "partono da una riflessione <strong>di</strong> base e utilizzano<br />

<strong>di</strong>verse modalità estetiche, <strong>di</strong>fferenti mezzi e processi.<br />

<strong>Il</strong> suo percorso riflette la sua giovinezza, la sua curiosità e il suo<br />

desiderio <strong>di</strong> sperimentazione, che manifestano il suo potenziale<br />

artistico". Rocha Pitta ha ricevuto un premio <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cimila<br />

euro, oltre all'opportunità <strong>di</strong> proporre un progetto per la realizzazione<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> tazzine d'artista illy Art Collection, che l'azienda<br />

realizza da più <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni grazie al coinvolgimento<br />

dei maggiori artisti e giovani talenti a livello internazionale.


30.index Exibart.onpaper<br />

48<br />

fashion<br />

[68] il volto della next generation<br />

handbag [69]<br />

decibel<br />

[70] paesaggi in movimento<br />

pre[ss]view<br />

[71] idee chiare, colore scuro<br />

libri<br />

[72] il tempo dei frammenti<br />

[73] la carica del buon senso | china ist nahe | gilar<strong>di</strong> il fatalista<br />

retrocover [4]<br />

opinioni [6]<br />

speednews [8]<br />

popcorn [16]<br />

oroscopo [17]<br />

trailers [32]<br />

inteoria<br />

[36] la se<strong>di</strong>a e l’idolo. note sulla design art<br />

[37] gli effetti speciali invecchiano presto<br />

aziende<br />

[38] la comunicazione? noi ci sguazziamo...<br />

[39] fissati con l'arte<br />

approfon<strong>di</strong>menti<br />

[40-41] whitney unmonumental<br />

[46] la quadriennale dei bamboccioni<br />

[48] finalmente macro<br />

[50] un’azienda proprio speciale<br />

[54] la fondazione che si farà museo<br />

nuovi spazi [56-57]<br />

déjà vu [58-63]<br />

intervallo [64]<br />

recensioni<br />

[65] the painting of modern life - emilio isgrò<br />

trecapitali [66]<br />

sommario<br />

tornaconti<br />

[67] lo spettro della crisi tra rinascimento e decadenza<br />

Dal 20 febbraio al 29 marzo 2008<br />

design<br />

[74] design fiction<br />

[75] la casa missoni | armani/casa code | trame femminili<br />

in fumo<br />

[76] è deciso: si vive!<br />

primopelo<br />

[77] umberto chio<strong>di</strong> - simone bergantini<br />

ou? [78]<br />

Exibart.agenda [80-83]<br />

riman<strong>di</strong> [84]<br />

fotofinish [85]<br />

hostravistoxte<br />

[86] crimes and misdemeanors...<br />

GRACIAS.<br />

questo numero è stato realizzato grazie a…<br />

Alef<br />

Alfonso Artico<br />

Annarumma404<br />

Archeo900<br />

Aria Spinelli<br />

Art&Forte<br />

ArteGiovane<br />

ArteLaguna<br />

Artessenza<br />

Arthemisia<br />

Ass. Aref<br />

Ass. Contemporanea<br />

Ass. Meeting<br />

C.A.O.S.<br />

Camelot<br />

Cardelli&Fontana<br />

Cesarini Sforza<br />

CLP<br />

Colombo<br />

Comune Castelnuovo<br />

Comune <strong>di</strong> San Giovanni<br />

pubblicità su Exibart? adv@exibart.com | 0552399766<br />

Daniele Ugolini contemp.<br />

Delfino&Enrile<br />

Derbylius<br />

Dora Diamanti<br />

eCircle<br />

Endemica<br />

Factory-art<br />

Fondaz. Bandera<br />

Fondaz. Prada<br />

Fondaz. Sandretto<br />

Fondaz. Stelline<br />

Fondaz. Trussar<strong>di</strong><br />

Galleria Cesare Manzo<br />

Galleria Fabio Paris<br />

Galleria Frittelli<br />

Galleria Marabini<br />

Galleria Niccoli<br />

Galleria Ronchini<br />

Gam Gallarate<br />

Giunti E<strong>di</strong>tore<br />

Gor<strong>di</strong>n<br />

<strong>Il</strong> Ponte<br />

Istituto Sturzo<br />

Kunstart<br />

L'Attico<br />

Man<br />

Maniero Ass. Cult.<br />

Mole Vanvitelliana<br />

Pio Monti<br />

Più Impresa<br />

PivArte<br />

Primo Piano<br />

Provincia <strong>Bolzano</strong><br />

Provincia <strong>di</strong> Modena<br />

Romberg<br />

San Salvatore<br />

Silvana E<strong>di</strong>toriale<br />

Spirale Arte<br />

Stu<strong>di</strong>o Arte Fuori Centro<br />

Università Ferrara<br />

Villa Me<strong>di</strong>ci<br />

Zetema<br />

DAN HALTER<br />

never say never<br />

A cura <strong>di</strong> Carla Roncato e P&P<br />

Derbylius Libreria Galleria Archivio Internazionale d'arte - Via P. Custo<strong>di</strong>, 16 – tel./fax 02 89408592 - info@derbylius.it - www.derbylius.com


32.trailers Exibart.onpaper<br />

ADVARTISING.<br />

<strong>di</strong> raffaele bifulco<br />

Ma <strong>di</strong> cosa si tratta? Forse della marca in bella vista delle lastre<br />

<strong>di</strong> cemento o <strong>di</strong> potentissimi martelli pneumatici? Oppure <strong>di</strong> una<br />

sponsorizzazione per i terremoti? Tra l'altro, a guardarla sembrerebbe<br />

un fotomontaggio… È una pubblicità (of course) ma<br />

non autorizzata; non un fotomontaggio ma una fotografia scattata<br />

velocemente nell'atto stesso in cui la pubblicità si manifestava<br />

e che purtroppo non troverete pubblicata su nessun giornale<br />

(tranne che su questo!). È guerrilla baby, e non puoi farci niente!<br />

Max Bugoyne e James Beswick, due creativi lon<strong>di</strong>nesi, evidentemente<br />

adepti <strong>di</strong> Jay Conrad Levinson, hanno utilizzato questa<br />

forma <strong>di</strong> comunicazione non convenzionale, denominata appunto<br />

"guerrilla" per le sue particolarissime modalità operative<br />

caratterizzate da un insieme <strong>di</strong> tecniche che agiscono sul territorio<br />

in maniera veloce, efficace, <strong>di</strong> breve durata nel tempo e con<br />

un rapporto costo/beneficio meno oneroso della me<strong>di</strong>a. <strong>Il</strong><br />

Guerriglia Marketing, se ben pianificato e condotto, desta interesse,<br />

curiosità e incentiva il ricordo. E in questo periodo quale<br />

miglior posto se non la Tate Modern con l'opera Shibboleth <strong>di</strong><br />

Doris Salcedo per pubblicizzare Polycell, brand che racchiude<br />

tutto un universo <strong>di</strong> prodotti per l'e<strong>di</strong>lizia, tra cui anche fissanti e<br />

stucchi, magari utili per chiudere la crepa che si estende lungo<br />

tutta la Turbine Hall?!? Ma non è finita: utilizzando tecniche <strong>di</strong><br />

ambient e viral marketing, la pubblicità, oltre a "colpire" in un<br />

luogo <strong>di</strong> aggregazione, è in realtà un video <strong>di</strong> tre minuti caricato<br />

su Youtube.com, dove potrete vederlo facendo una ricerca<br />

incrociando le parole "Tate" e "stunt". Gran<strong>di</strong>oso, seppur per<br />

poco!<br />

COLLEZIONISTI<br />

a cura <strong>di</strong> marianna agliottone<br />

sul prossimo numero il collezionista sarà<br />

Paolo Palmieri<br />

Quando e con quale opera ha iniziato a collezionare?<br />

Ho comprato la mia prima opera nel '98 a Londra.<br />

In quel periodo facevo uno stage da Sotheby's nel<br />

<strong>di</strong>partimento Arte Contemporanea e giravo molto<br />

per musei, gallerie e mostre. Fu proprio durante<br />

un vernissage che decisi <strong>di</strong> acquistare un opera <strong>di</strong><br />

Jim Lambie: uno dei suoi <strong>di</strong>schi realizzati con fili <strong>di</strong><br />

lana…<br />

Come nasce la sua passione per l'arte?<br />

Direi che ho sempre vissuto in mezzo all'arte. Più<br />

che una passione è parte della mia vita!<br />

Grazie anche all'attività <strong>di</strong> sua madre, Eliana<br />

Guglielmi…<br />

Certo, mia madre è ed è stata fondamentale: mi<br />

ha educata culturalmente e visivamente all'arte<br />

guidandomi (anche con mio fratello Alessandro) in<br />

tutti i musei possibili, dal Louvre al Kroller-Muller;<br />

a volte trascinandoci, quando eravamo molto piccoli,<br />

ma tante altre volte in allegria. Ho avuto poi il<br />

privilegio <strong>di</strong> frequentare le sue amicizie del mondo<br />

artistico: da galleristi importanti ad appassionati<br />

collezionisti ricchi <strong>di</strong> esperienza come Marcello<br />

Levi e Gemma De Angelis Testa.<br />

Quanti pezzi ha oggi?<br />

Una sessantina.<br />

Dove li tiene?<br />

In casa mia o nei Containers Gondrand <strong>di</strong> mia<br />

madre.<br />

Come arriva all'acquisizione <strong>di</strong> un nuovo lavoro?<br />

Giro per mostre e musei, navigo su internet, ma<br />

soprattutto chiacchiero molto con amici galleristi<br />

e curatori.<br />

I dormienti, artisti RIemergenti<br />

Noto picconatore del<br />

nuovo sistema dell'arte,<br />

Jerry Saltz stavolta ci<br />

trova un lato buono. <strong>Il</strong><br />

MARINELLA GUGLIELMI CATELLA<br />

<strong>Il</strong> filo conduttore che lega la sue scelte?<br />

No, non seguo nessun filo conduttore. Purtroppo<br />

a volte il fattore determinante è il portafogli!<br />

Gli artisti pre<strong>di</strong>letti?<br />

Maurizio Cattelan, Jim Lambie, Takashi<br />

Muratami, Shirin Neshat, Paola Pivi, Francesco<br />

Vezzoli.<br />

Può vantare qualche vera 'scoperta'?<br />

Le scoperte per fortuna toccano ai galleristi ed ai<br />

curatori <strong>di</strong> musei. Io mi limito a seguirle.<br />

L'ultima opera che ha comprato?<br />

Ho comprato un multiplo <strong>di</strong> Karen Kilimnick che<br />

mi piaceva molto.<br />

Per quel che la riguarda, il ritorno economico<br />

delle opere acquistate rende più interessante la<br />

vita del collezionista?<br />

<strong>Il</strong> ritorno economico generalmente è oggi una<br />

conferma delle proprie scelte e quin<strong>di</strong> sicuramente<br />

un buono stimolo.<br />

Secondo lei, qual è la ricetta del collezionista <strong>di</strong><br />

successo?<br />

Dipende cosa si intende per successo. Se la gratificazione<br />

è avere visibilità sui giornali è piuttosto<br />

facile; se invece è essere sod<strong>di</strong>sfatti dei propri<br />

acquisti l'unico sistema è comprare sempre e<br />

solo ciò che piace.<br />

In questo momento è a caccia <strong>di</strong>…?<br />

Mi incuriosiscono i giovani in<strong>di</strong>ani.<br />

Per esempio?<br />

Tukral & Tagra.<br />

RSI<br />

rassegna stampa internazionale<br />

popolare critico, ex<br />

Village Voice ed oggi in<br />

forza al NY Mag, scopre<br />

un interessante effetto collaterale<br />

della popolarità conquistata dall'arte contemporanea,<br />

che ha permesso <strong>di</strong> dare la<br />

fati<strong>di</strong>ca second chance ad artisti non giovanissimi,<br />

immeritatamente messi in <strong>di</strong>sparte.<br />

Per vent'anni il sistema si è concentrato<br />

sui maestri operanti negli anni '60 e '70<br />

e, quando è esploso il mercato globale, per<br />

la generazione <strong>di</strong> mezzo emersa tra fine<br />

'70 e primi '80 era ormai troppo tar<strong>di</strong>. Ma<br />

oggi la tendenza è <strong>di</strong> recuperare il gap.<br />

Mary Heilmann ha conquistato le copertine<br />

<strong>di</strong> Artforum e Art in America a sessantasette<br />

anni, Amy Silman si è rilanciata sul<br />

mercato alla soglia dei sessanta, Marilyn<br />

Minter (59) è stata la cover della Biennale<br />

del Whitney che ha preceduto quella in<br />

apertura a primavera, nella quale tornano<br />

i non più ver<strong>di</strong> Robert Bechtle, Olivier<br />

Mosset, Michael Smith. Insomma a competere<br />

con gli emergenti ci sono ora anche<br />

i RI-emergenti. Tra loro anche Joe<br />

Pensato, protagonista della stagione pop<br />

riscoperto da Petzel, e John Miller (cinquantatre<br />

primavere), per decenni rappresentato<br />

da Metro Pictures. Non è mai<br />

tar<strong>di</strong> per essere considerati emergenti e<br />

ritagliarsi un posto nella storia, anche nel<br />

clima <strong>di</strong> un mercato spregiu<strong>di</strong>cato. Lo<br />

<strong>di</strong>mostra anche la recente mostra alla<br />

National Academy dal titolo "High Times,<br />

Hard Times: New York Painting 1967-<br />

1975" dove la curatrice Katy Siegel teorizza<br />

proprio sui cosiddetti artisti "dormienti",<br />

in paziente attesa <strong>di</strong> riscoperta.<br />

Chi: Jerry Saltz<br />

Dove: New Yok Magazine<br />

Quando: 24.1.2008<br />

Cina interrupta<br />

L'arte cinese è ormai sdoganata, i prezzi<br />

sono andati alle stelle, tutti i musei internazionali<br />

si sono contesi i nuovi artisti che<br />

hanno invaso il mercato. <strong>Il</strong> periodo <strong>di</strong> lancio<br />

si è sta affievolendo e da un paio d'anni l'attenzione<br />

si sta spostando verso l'arte in<strong>di</strong>ana.<br />

Tutto liscio? Macché. Michael Hue-<br />

Williams, <strong>di</strong>rettore della Albion Gallery <strong>di</strong><br />

Londra, non ci sta e rilancia: l'arte cinese<br />

non è una meteora, non nasce dal nulla e<br />

non può essere liquidata con le carriere <strong>di</strong><br />

pochi celebrati top players.<br />

Tutto ciò ha ben<br />

servito il mercato occidentale<br />

elevando alcune<br />

figure allo star<br />

system e perfino la<br />

nuova Cina, che ha<br />

scelto, rinverdendo il<br />

mito maoista della<br />

Rivoluzione culturale (1965-1968),<br />

<strong>di</strong> fare della cultura un pilastro del<br />

rilancio politico ed economico.<br />

Dinamiche che però ora rischiano <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare un boomerang, responsabili<br />

<strong>di</strong> una rappresentazione <strong>di</strong>storta<br />

e superficiale dell'arte e della cultura<br />

cinesi. La maggior parte della storia<br />

rimane sconosciuta e un virtuoso<br />

processo <strong>di</strong> emersione potrebbe<br />

interrompersi sul più bello, venendo<br />

a mancare la convenienza economica e<br />

politica <strong>di</strong> spingersi oltre.<br />

Chi: Michael Hue-Williams<br />

Dove: The Art Newspaper<br />

Quando: 24.1.2008<br />

L'arte <strong>di</strong>sarmata<br />

Dopo lo spettacolare furto <strong>di</strong> opere <strong>di</strong><br />

artisti impressionisti all'Emil Buehrle<br />

Museum <strong>di</strong> Zurigo, su Slate, magazine<br />

on-line addentellato del Washington<br />

Post, ci si interroga sul perché in Europa<br />

sia così facile rubare opere d'arte.<br />

Troppo piccoli e troppo in<strong>di</strong>fesi: sono i<br />

musei europei, un sistema frammentario<br />

<strong>di</strong> piccole collezioni spesso allocate in istituzioni<br />

modeste, ve<strong>di</strong> la villa ottocentesca<br />

svizzera, con personale <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong>sarmato<br />

e scarse misure <strong>di</strong> sicurezza. Tutto<br />

il contrario degli Usa dove è un'impresa<br />

trovare un Van Gogh in un piccolo museo<br />

<strong>di</strong> provincia. Le gran<strong>di</strong> collezioni degli<br />

States sono ospitate infatti in moderni<br />

buil<strong>di</strong>ng costruiti ad hoc, idonei ad accogliere<br />

sofisticati sistemi <strong>di</strong> allarme. Nella<br />

vecchia Euuropa vincoli restrittivi gravanti<br />

sulle architetture storiche e la volontà<br />

dei proprietari spesso ostacolano processi<br />

<strong>di</strong> adeguamento e ammodernamento,<br />

necessari a contrastare un fenomeno,<br />

quello dei furti d'arte, in forte<br />

espansione. Si acquistano nuove opere,<br />

non si investe in sicurezza. L'FBI ha<br />

recentemente istituito una speciale classifica<br />

denominata Top Ten Art Crimes:<br />

sette dei più gravi furti d'arte <strong>di</strong> tutti i<br />

tempi sono il triste primato europeo.<br />

Chi: Cyrus Farivar<br />

Dove: Slate<br />

Quando: 15.2.2008<br />

(torino)<br />

illustrazione <strong>di</strong> Nicola Toffolini<br />

Così ti lottizzo il BCAM<br />

Focus polemico <strong>di</strong> Christopher Knight sul<br />

BCAM, la nuova ala (la prima <strong>di</strong> quattro) del<br />

LACMA <strong>di</strong> Los Angeles progettata da<br />

Renzo Piano, inaugurata il 16 febbraio<br />

scorso e destinata ad accogliere la raccolta<br />

Eli Broad, megacollector e finanziatore<br />

del progetto per 50 milioni <strong>di</strong> dollari. La critica<br />

si concentra sulla strombazzata<br />

mostra inaugurale. Centosettantasei lavori<br />

dagli anni '60 ai giorni nostri, solo quin<strong>di</strong>ci<br />

dei quali <strong>di</strong> proprietà del Los Angeles County<br />

Museum of Art, accomunati da un unico<br />

aspetto: il valore economico. La mostra si<br />

presenta insomma come un gran minestrone<br />

del recente mercato dell'arte secondo<br />

Broad più che un evento scientificamente<br />

significativo. Peggio ancora, è anche il manifesto<br />

della galleria <strong>di</strong> Gagosian, da cui proviene<br />

l'ottanta per cento dei lavori. In realtà non<br />

è la prima volta che il LACMA accontenta<br />

nei suoi desiderata quello che già chiamano<br />

il Lorenzo de' Me<strong>di</strong>ci della California: lo<br />

aveva fatto con un evento analogo nel<br />

2001. L'obiettivo è <strong>di</strong>chiarato: indurre il collezionista<br />

a rinunciare al sogno <strong>di</strong> una propria<br />

fondazione e spingerlo ad una donazione,<br />

preservandolo così tra i suoi maggiori<br />

finanziatori. Già, perché Knight sostiene che<br />

l'accordo con Broad sia oggi solo per un<br />

prestito temporaneo, poi si vedrà. <strong>Il</strong> grande<br />

collezionista tentenna, tiene in scacco il<br />

LACMA e nel frattempo porta a casa pubblicità<br />

e cre<strong>di</strong>ti museali che non fanno che<br />

accrescere il valore economico della<br />

sua collezione.<br />

Chi: Christopher Knight<br />

Dove: Los Angeles Times<br />

Quando: 7.2.2008<br />

rubrica <strong>di</strong> alfredo sigolo<br />

Marinella Guglielmi Catella, fotografata per Exibart da Laura Viale<br />

identikit.<br />

Nome e Cognome: Marinella Guglielmi Catella<br />

Luogo e data <strong>di</strong> nascita: Torino, 2 agosto 1969<br />

Formazione: Laureata in Ingegneria<br />

Attività lavorativa: Esperta in valutazione <strong>di</strong> Arte Moderna e<br />

Contemporanea alla Sotheby's<br />

Stato civile: Sposata con Mario Catella; due figli, Alessandro e<br />

Carlotta


36.inteoria Exibart.onpaper<br />

a cura <strong>di</strong> christian caliandro<br />

la se<strong>di</strong>a e l’idolo.<br />

note sulla design art<br />

"Quando una se<strong>di</strong>a non è una se<strong>di</strong>a? Forse quando <strong>di</strong>venta un'opera <strong>di</strong> Design Art", riflette il critico Mark<br />

Rappolt su Art Review. Un percorso da Aristotele a Kosuth, da Marx a Duchamp. Prima <strong>di</strong> sedersi...<br />

�� In un articolo apparso <strong>di</strong><br />

recente su Art Review, il critico<br />

Mark Rappolt s'interrogava<br />

riguardo la seguente questione:<br />

"Quando una se<strong>di</strong>a non è una<br />

se<strong>di</strong>a? La risposta è probabilmente<br />

'quando è un'opera <strong>di</strong> Design<br />

Art', il nebuloso termine che sembra<br />

essere stato lanciato in giro<br />

come un freesbee lungo gli ultimi<br />

due anni. Ma allora che cos'è<br />

esattamente la Design Art? È<br />

arte su cui ci si può sedere, o è<br />

design su cui non ci si può sede-<br />

re?" 2<br />

. Domanda interessante, a<br />

cui l'autore del testo evita peraltro<br />

<strong>di</strong> dare una risposta. A titolo personale,<br />

dal momento che sono<br />

stato <strong>di</strong> recente messo alla porta<br />

<strong>di</strong> un bar romano per essermi<br />

seduto su <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a facente<br />

parte - <strong>di</strong>ceva il buttafuori - <strong>di</strong> un'esposizione<br />

<strong>di</strong> design, il tentativo <strong>di</strong><br />

affrontare un po' più da presso<br />

l'argomento mi ha tenuto piacevolmente<br />

impegnato nello scrivere<br />

queste note.<br />

<strong>Il</strong> <strong>di</strong>scorso pare dover fiancheggiare<br />

l'eterna controversia su cosa<br />

sia arte, e che cosa tale qualifica<br />

implichi <strong>di</strong> conseguenza. Lungi dal<br />

voler risolvere una <strong>di</strong>scussione<br />

che, da Aristotele a Arthur C.<br />

Danto, si trascina ormai da qualche<br />

millennio, può tuttavia risultare<br />

interessante riflettere su alcune<br />

implicazioni contemporanee<br />

della questione della se<strong>di</strong>a, convinti<br />

<strong>di</strong> una natura per così <strong>di</strong>re frattale<br />

del mondo e che, dunque, un<br />

se<strong>di</strong>le possa servire ad appoggiare<br />

anche qualche idea più ampia<br />

circa il citato mondo (rigorosamente<br />

occidentale e secolarizzato,<br />

va da sé). Certo, per allestire uno<br />

spazio <strong>di</strong>scorsivo più confortevole,<br />

la se<strong>di</strong>a potrebbe trovare un buon<br />

complemento d'arredo in quel<br />

tavolo <strong>di</strong> cui Karl Marx riferiva in<br />

una delle pagine più controverse<br />

del suo Capitale: "Quando se ne fa<br />

un tavolo, la forma del legno viene<br />

trasformata. Ciò non <strong>di</strong> meno, il<br />

tavolo rimane legno, cosa sensibile<br />

e or<strong>di</strong>naria. Ma appena si presenta<br />

come merce, il tavolo si trasforma<br />

in una cosa sensibilmente<br />

sovrasensibile. Non solo sta<br />

coi pie<strong>di</strong> per terra, ma, <strong>di</strong> fronte<br />

a tutte le altre merci, si<br />

mette a testa in giù, e sgomitola<br />

dalla sua testa <strong>di</strong> legno<br />

dei grilli molto più mirabili che<br />

se cominciasse a ballare" 3<br />

.<br />

Posto che sul feticcio della<br />

merce sono state scritte<br />

biblioteche - ultimamente, va<br />

pur detto, con pochi frequentatori<br />

<strong>di</strong>chiarati - e salva la ricchezza<br />

<strong>di</strong> spunti che se ne<br />

potrebbero trarre per il<br />

<strong>di</strong>scorso in atto, come ulteriore<br />

delimitazione d'analisi chiariamo<br />

però che gli unici grilli <strong>di</strong><br />

cui inten<strong>di</strong>amo qui curarci sono<br />

quelli parlanti a proposito dei rapporti<br />

<strong>di</strong> tipo culturale tra arte e<br />

design, tralasciando le pur rilevanti<br />

implicazioni economiche del<br />

caso.<br />

Ora, come ben <strong>di</strong>mostra il termine<br />

Design Art richiamato in apertura,<br />

l'attuale attribuzione <strong>di</strong> uno statuto<br />

artistico ai prodotti del design<br />

industriale sancisce in primo luogo<br />

l'abbandono <strong>di</strong> alcune categorie<br />

dell'estetica dalla consolidata tra<strong>di</strong>zione,<br />

che per lungo tempo<br />

hanno servito egregiamente all'uso<br />

<strong>di</strong>alettico: ci riferiamo alla <strong>di</strong>stinzione<br />

tra belle arti e arti applicate<br />

(Fine Arts e Applied Arts, se si<br />

guarda al mondo anglosassone).<br />

Nessun dubbio dovrebbe in questo<br />

senso sollevarsi circa la natura<br />

<strong>di</strong> arte applicata propria del<br />

design, senza bisogno <strong>di</strong> nuove<br />

definizioni. Tale natura, tuttavia,<br />

pare essere stata ormai sopravanzata<br />

da una considerazione<br />

dell'arte come categoria totalizzante<br />

e portatrice <strong>di</strong> amplissimi<br />

valori spirituali, una categoria dal<br />

portentoso potere assorbente e<br />

taumaturgiche virtù.<br />

Sarebbe abbastanza agevole risalire<br />

al golpe ideologico operato da<br />

Marcel Duchamp e proseguito<br />

dai concettualisti suoi esecutori<br />

testamentari - primo della lista<br />

Joseph Kosuth con la tesi<br />

dell'"arte come definizione dell'arte",<br />

ideale cartellino della sua celebre<br />

opera sulla se<strong>di</strong>a - per trovare<br />

l'origine <strong>di</strong> tale mutamento 4<br />

. E tuttavia<br />

riteniamo che un passo ulteriore<br />

vada compiuto, almeno fino<br />

alle soglie <strong>di</strong> quella selva romantica<br />

in cui, per quel che ci riguarda,<br />

si ritrovano ancora le autentiche<br />

ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> gran parte dell'arte contemporanea<br />

e delle sue aporie. È<br />

con il Romanticismo, in effetti, che<br />

si consuma la vittoria dell'arte poetica,<br />

l'ars, sulla techné <strong>di</strong> matrice<br />

greco-latina, il trionfo <strong>di</strong> una considerazione<br />

spirituale-letteraria su<br />

quella materiale-pratica fino a quel<br />

momento predominante 5<br />

. Si tratta<br />

<strong>di</strong> un passaggio dalle implicazioni<br />

straor<strong>di</strong>narie, soprattutto perché<br />

consumatosi come reazione ai<br />

valori della razionalità introdotti<br />

nell'Occidente dall'<strong>Il</strong>luminismo e in<br />

concomitanza con la sostanziale<br />

sconfitta culturale e politica inferta<br />

alla religione rivelata dall'affermarsi<br />

<strong>di</strong> questi stessi valori a carico<br />

“<br />

Prima non c'era una cosa del genere.<br />

L'artista non interessava a nessuno, i giornali<br />

non ne parlavano. Si continuava a lavorare<br />

perché se ne aveva voglia. Ora si mette l'artista<br />

al posto d'onore, siede alla destra della padrona<br />

<strong>di</strong> casa. È un essere superiore, dotato <strong>di</strong><br />

facoltà intangibili. D'accordo, ma questo mi fa<br />

ridere. Avrò pure il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ridere, no?<br />

1<br />

(Marcel Duchamp)<br />

della religione rivelata.<br />

Proseguendo lungo tale <strong>di</strong>rettrice,<br />

viene da considerare che la nozione<br />

romantica dell'arte ha progressivamente<br />

approfittato della ritirata<br />

occorsa al <strong>di</strong>spositivo religioso<br />

per sostituirglisi nel ruolo <strong>di</strong> tramite<br />

con una <strong>di</strong>mensione spirituale <strong>di</strong><br />

cui l'uomo sente biologicamente la<br />

in alto a sinistra: Paulius Vitkauskas -<br />

Rocking Chair (2006, prodotta da<br />

Contraforma)<br />

in alto a destra: Joe Colombo - Tube<br />

Chair (1959, prodotta da Arflex)<br />

in basso: Joseph Kosuth - One and<br />

three chiars, 1965<br />

necessità.<br />

Come la religione, in effetti, l'arte<br />

esprime un bisogno primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />

connettersi con un piano trascendente,<br />

e a questa connessione<br />

dare sostanza: se poi dobbiamo<br />

ringraziare le ricerche <strong>di</strong> scuola<br />

junghiana per aver portato in<br />

piena luce le istanze archetipiche<br />

nei confronti della sfera magicosimbolica,<br />

una verifica in termini<br />

antropologici della storia dell'arte<br />

(dalla Venere <strong>di</strong> Willensdorf al<br />

teschio ipocrita e scintillante <strong>di</strong><br />

Damien Hirst) dovrebbe portarci<br />

a riconoscere la persistenza<br />

<strong>di</strong> simili istanze, convincendoci<br />

che gran parte delle operazioni<br />

culturali dell'uomo sono<br />

volte a sod<strong>di</strong>sfarle.<br />

Per tornare ai tempi correnti,<br />

appare dunque conseguente<br />

che una società in buona<br />

parte secolarizzata, ma che<br />

non per questo ha risolto le<br />

pulsioni magico-simboliche <strong>di</strong><br />

cui sopra, cerchi <strong>di</strong> regolare i<br />

propri conti con il piano trascendente<br />

attraverso l'arte.<br />

Un'arte idealizzata e ammantata<br />

<strong>di</strong> misticismo fino a <strong>di</strong>ventare<br />

una sorta <strong>di</strong> nuova religione,<br />

con gli artisti nel ruolo <strong>di</strong> nuovi<br />

sacerdoti - come quelli antichi, più<br />

o meno de<strong>di</strong>ti al mercato delle<br />

indulgenze - o, per usare la geniale<br />

espressione coniata da Alighiero<br />

Boetti, <strong>di</strong> shaman/showman. E<br />

come per la religione, anche nell'arte<br />

contemporanea si presenta<br />

allora la questione degli idoli, delle<br />

reliquie, insomma del ricorso a<br />

entità materiali che sod<strong>di</strong>sfino tangibilmente<br />

i bisogni spirituali dell'in<strong>di</strong>viduo,<br />

nonché la sua necessità <strong>di</strong><br />

riconoscimento entro un orizzonte<br />

<strong>di</strong> valori e riti con<strong>di</strong>visi.<br />

È a questo punto che il design<br />

entra trionfalmente in scena,<br />

pronto a produrre su larga scala<br />

quegli idoli <strong>di</strong> cui una parte almeno<br />

della società attuale sente impellente<br />

necessità, insufflando un'anima<br />

artistica nella produzione industriale:<br />

Design Art, appunto. Con<br />

tutto ciò non si vuole peraltro<br />

negare che le entità materiali risultanti<br />

da tale operazione non possano<br />

svolgere quelle funzioni <strong>di</strong> sollievo<br />

e contemplazione che vengono<br />

loro riconosciute, ma solo suggerire<br />

un tracciato del percorso<br />

che ci ha portato fino a questo<br />

punto, fino al timore reverenziale<br />

che molti provano <strong>di</strong>nanzi a una<br />

se<strong>di</strong>a perché investita <strong>di</strong> valenze<br />

del tutto sopravanzanti la sua<br />

imme<strong>di</strong>ata funzione pratica. Una<br />

funzione che la tra<strong>di</strong>zionale categoria<br />

delle arti applicate non a<br />

caso si guardava bene dal <strong>di</strong>sconoscere,<br />

perché non doveva fare i<br />

conti con le complicazioni derivate<br />

dalla spiritualizzazione totalizzante<br />

dell'arte e le sue incarnazioni.<br />

Giunti al termine <strong>di</strong> queste rapide<br />

annotazioni, ci guar<strong>di</strong>amo bene dal<br />

pensare <strong>di</strong> aver risolto definitivamente<br />

la questione da cui siamo<br />

partiti. Per parte nostra, a ogni<br />

modo, protestando anche nei confronti<br />

della nuova religione una<br />

fiera laicità continueremo a sederci<br />

su qualsiasi se<strong>di</strong>a ci capiti a tiro,<br />

sperando solo che i buttafuori dei<br />

design bar in cui avremo la ventura<br />

<strong>di</strong> entrare in futuro non mostrino<br />

una fede troppo spinta nei<br />

nuovi idoli <strong>di</strong> Kartell e Cassina. �<br />

[luca arnaudo]<br />

1<br />

Cit. in Alessandro Del Puppo, Duchamp e il<br />

dadaismo, Firenze 2008, p. 8.<br />

2<br />

Mark Rappolt, What is Design Art, in "Art<br />

Review", 12/2007, p. 90.<br />

3<br />

Karl Marx, <strong>Il</strong> Capitale, trad. it., Roma 1976,<br />

p. 84.<br />

4<br />

Joseph Kosuth, Art after Philosophy<br />

[1969], www.ubu.com/papers/kosuth_philosophy.html<br />

5<br />

Cfr. Renato Barilli, Corso <strong>di</strong> Estetica,<br />

Bologna 1995, pp. 17 ss.


Exibart.onpaper inteoria.37<br />

a cura <strong>di</strong> christian caliandro<br />

gli effetti speciali<br />

invecchiano presto<br />

Un’ampia riflessione sul concetto <strong>di</strong> effetto speciale. Inteso in senso allargato. Per indagare le conseguenze<br />

<strong>di</strong> un fenomeno che pone, grazie alle nuove tecnologie, tutto a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutto. Quali i risvolti sui prodotti<br />

culturali? Quale la fine delle nicchie? E dell'alternatività?<br />

��Qualche tempo fa, su queste<br />

colonne, riflettevamo sull'invecchiamento<br />

precoce dei recenti<br />

effetti <strong>di</strong>gitali al cinema 1<br />

, rispetto<br />

a quelli, meccanici ed ottici, della<br />

'vecchia scuola'. Da 2001:<br />

O<strong>di</strong>ssea nello spazio a Guerre<br />

stellari, per intenderci. Proprio i<br />

tre ultimi episo<strong>di</strong> della saga <strong>di</strong><br />

George Lucas (i primi tre in or<strong>di</strong>ne<br />

narrativo), realizzati dal 1999<br />

al 2005, rappresentano un caso<br />

esemplificativo <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>scorso.<br />

Altri esempi utili possono<br />

essere L'uomo senza ombra<br />

(2000) <strong>di</strong> Paul Verhoeven, I,<br />

robot (2004) <strong>di</strong> Alex Proyas e Io<br />

sono leggenda (2007) <strong>di</strong> Francis<br />

Lawrence. C'è sempre qualcosa<br />

<strong>di</strong> decisamente obsolescente<br />

nelle immagini <strong>di</strong> tutti questi<br />

blockbuster - ed in quelle <strong>di</strong> molti<br />

altri meno famosi -, fatto abbastanza<br />

sorprendente se si pensa<br />

che la maggior parte <strong>di</strong> essi ha al<br />

massimo cinque o sei anni <strong>di</strong> vita.<br />

Paesaggi, astronavi e mostri<br />

hanno perso quasi subito il carattere<br />

mimetico dell'illusione, per<br />

acquistare quello del cartone animato.<br />

Stesso fenomeno<br />

accade nel<br />

campo della<br />

musica, soprattutto<br />

elettronica:<br />

si pensi per<br />

esempio a gruppi<br />

come i Boards<br />

of Canada o gli<br />

Autechre, e a<br />

quanto suonino<br />

datati già oggi. E,<br />

ovviamente, in<br />

quello dell'arte<br />

contemporanea,<br />

con lo spettacolo<br />

quasi dantesco <strong>di</strong> giovani e giovanissimi<br />

autori risucchiati dal nulla<br />

a due o tre anni dal loro promettente<br />

exploit.<br />

Questo superamento accelerato<br />

è forse il riflesso formale <strong>di</strong> fenomeni<br />

profon<strong>di</strong> che riguardano la<br />

nostra società, non riconducibile<br />

semplicemente ed unicamente<br />

alla rapi<strong>di</strong>ssima evoluzione delle<br />

tecnologie nella nostra era.<br />

Gli effetti speciali sono infatti il<br />

pendant, visivo e sonoro, dell'enciclope<strong>di</strong>smo<br />

<strong>di</strong>gitale che costituisce<br />

il vero tratto caratteristico<br />

dell'ultimo decennio,<br />

apparentemente così<br />

multiforme, pluralista<br />

e confuso. Chris<br />

Anderson, <strong>di</strong>rettore<br />

della rivista Wired dal<br />

2001, ha sintetizzato<br />

le caratteristiche<br />

della nuova fruizione<br />

culturale influenzata<br />

dalla <strong>di</strong>stribuzione<br />

online nella fortunata<br />

figura della coda lunga, ponendo<br />

una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questioni ine<strong>di</strong>te<br />

e aperte sul contesto culturale<br />

del XXI secolo. Prima fra tutte,<br />

il problema della scelta: “La travolgente<br />

realtà della nostra era<br />

online è che tutto è <strong>di</strong>sponibile. I<br />

riven<strong>di</strong>tori in rete offrono varietà<br />

in alto: George Lucas - Star<br />

Wars Episo<strong>di</strong>o III - La vendetta<br />

dei Sith, 2005<br />

a destra: Alex Proyas - I,<br />

robot, 2004<br />

qui sopra: Un grafico che<br />

rappresenta la coda lunga<br />

su una scala inimmaginabile<br />

anche solo <strong>di</strong>eci anni fa: milioni <strong>di</strong><br />

prodotti in ogni possibile variante<br />

e combinazione. Ma c'è bisogno<br />

<strong>di</strong> tutta questa scelta? Ed è gestibile?”<br />

2<br />

. Vale a <strong>di</strong>re: la <strong>di</strong>sponibilità<br />

“<br />

Che cosa vorresti che fosse<br />

scritto nel tuo epitaffio?<br />

Che noi eravamo veramente un<br />

gruppo alternativo.<br />

Intervista a Robert Smith dei Cure<br />

imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> un archivio pressoché<br />

inesauribile <strong>di</strong> oggetti non<br />

esercita un potere 'titanico' su<br />

chi si trova ad effettuare la scelta<br />

finale tra questi? La posizione<br />

<strong>di</strong> Anderson è che questa possibilità<br />

infinita non frastorna né<br />

paralizza la scelta: al contrario, la<br />

favorisce.<br />

Altre voci nel <strong>di</strong>battito sono<br />

molto meno ottimistiche. Per<br />

esempio, in un articolo pubblicato<br />

su The New Atlantis,<br />

Christine Rosen scrive: "Se<br />

queste tecnologie<br />

facilitano la polarizzazione<br />

in politica,<br />

che influenze<br />

esercitano sull'arte,<br />

la letteratura e<br />

la musica? Nella<br />

nostra frenesia <strong>di</strong><br />

trovare il modo<br />

più rapido, comodo<br />

e facilmente<br />

in<strong>di</strong>vidualizzato <strong>di</strong><br />

trovare ciò che vogliamo, stiamo<br />

creando degli eclettici teatri personali<br />

o delle sofisticate camere<br />

<strong>di</strong> riverberazione? Stiamo promuovendo<br />

un in<strong>di</strong>vidualismo<br />

creativo o un gretto in<strong>di</strong>viduali-<br />

smo? Un'espansione <strong>di</strong> scelte o<br />

un livellamento del gusto?" 3<br />

.<br />

Senza cedere alla tentazione<br />

apocalittica e moralista, si può<br />

intanto costruire l'ipotesi che<br />

questa nuova possibilità <strong>di</strong> scelta<br />

illimitata in ogni campo non solo<br />

condanni i prodotti culturali all'invecchiamento<br />

precoce, ma che<br />

si presti anche, inevitabilmente,<br />

all'effetto-nostalgia. Se tutto mi è<br />

<strong>di</strong>sponibile qui ed ora (magari in<br />

formato <strong>di</strong>gitale), or<strong>di</strong>nato in uno<br />

sterminato scaffale virtuale, allora<br />

il 'tutto' probabilmente si identifica<br />

con ciò che è stato prodotto<br />

fino a questo momento.<br />

L'esperirlo, la sua fruizione,<br />

richiede più tempo <strong>di</strong> quanto ne<br />

consenta una vita umana me<strong>di</strong>a:<br />

quin<strong>di</strong>, perché produrre il nuovo?<br />

Meglio 'godere' <strong>di</strong> ciò che fino a<br />

poco tempo fa era solo per<br />

pochi, praticamente irraggiungibile.<br />

Le 'nicchie' <strong>di</strong> cui parla<br />

Anderson si trovano dunque<br />

quasi sempre nel passato (più o<br />

meno recente), e l'onniscienza è,<br />

per costituzione, nostalgica.<br />

Inoltre, queste nicchie, in cui il<br />

mercato <strong>di</strong> massa si sta progressivamenteframmentando,<br />

non corrispondono esattamente<br />

alle vecchie culture<br />

underground (nel caso della<br />

musica, per esempio, il postpunk<br />

lon<strong>di</strong>nese, il grunge <strong>di</strong><br />

Seattle, o la stessa house<br />

music <strong>di</strong> Chicago citata dall'autore):<br />

piuttosto, sono da<br />

immaginare come dei mercati<br />

<strong>di</strong> massa in miniatura, ed i<br />

loro prodotti hanno tutto l'aspetto<br />

- inquietante o esaltante<br />

a seconda dei punti <strong>di</strong> vista<br />

- <strong>di</strong> mini-blockbuster, personalizzati<br />

secondo i gusti dell'utente.<br />

Questa "personalizzazione<br />

delle masse", raffigurata e<br />

descritta dalla coda lunga,<br />

sancisce perciò l'estinzione<br />

delle culture realmente alternative.<br />

�<br />

1<br />

Cfr. Cinema dell'irrealtà, "Exibart.onpaper"<br />

a. VI, n. 39, maggio-giugno 2007, p. 40.<br />

2<br />

C. Anderson, <strong>Il</strong> para<strong>di</strong>so della scelta, in La<br />

coda lunga, Co<strong>di</strong>ce E<strong>di</strong>zioni, Torino 2007,<br />

p. 168. Cfr. anche La cultura <strong>di</strong> nicchia, ivi,<br />

p. 180: "La coda lunga non è nient'altro<br />

che scelta infinita. Distribuzione abbondante<br />

ed economica significa varietà abbondante,<br />

economica e illimitata - e ciò significa<br />

a sua volta che il pubblico tende a <strong>di</strong>stribuirsi<br />

su una scala vasta quanto la scelta.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista dell'industria dell'intrattenimento<br />

e dei me<strong>di</strong>a mainstream, sembra<br />

un po' una battaglia tra i me<strong>di</strong>a tra<strong>di</strong>zionali<br />

e internet. Ma il problema è che, una<br />

volta che la gente ha spostato la sua<br />

attenzione online, non solo è passata da<br />

un canale me<strong>di</strong>atico a un altro, ma si è<br />

sparpagliata. Scelta infinita equivale a<br />

massima frammentazione".<br />

3<br />

C. Rosen, The Age of Egocasting, "The<br />

New Atlantis", Fall 2004 - Winter 2005,<br />

pp. 51-72.


38.aziende Exibart.onpaper<br />

la comunicazione?<br />

noi ci sguazziamo…<br />

È l'ufficio stampa della Galleria Civica <strong>di</strong> Modena, <strong>di</strong> KunstMerano Arte, del Lucca Digital Photo Festival, dell'e<strong>di</strong>tore<br />

Damiani e <strong>di</strong> Massimo de Carlo. Sta lavorando per rilanciare la Bevilacqua La Masa e forse aprirà pure una sede a<br />

Londra. Senza contare i Festival, come Artelibro che è una sua creatura. Tutto questo è Stu<strong>di</strong>o Pesci…<br />

�� Trentacinque anni, ambizioso<br />

e spregiu<strong>di</strong>cato, una passione smisurata<br />

per il calcio (era tra gli italiani<br />

presenti alla finale berlinese<br />

dei Mon<strong>di</strong>ali), si è fatto tutto da<br />

solo o quasi: è Federico Palazzoli,<br />

patron del bolognese Stu<strong>di</strong>o Pesci.<br />

Un'azienda modellata a sua immagine<br />

e somiglianza con l'imperativo<br />

<strong>di</strong> arrivare ovunque, <strong>di</strong> comunicare<br />

ad oltranza mostre ed eventi, <strong>di</strong><br />

mettere in contatto i me<strong>di</strong>a con<br />

curatori, critici, artisti. Se necessario<br />

tirando anche per la giacchetta<br />

i giornalisti. <strong>Il</strong> suo motto? Manco a<br />

<strong>di</strong>rlo, "a contare sono solo i risultati".<br />

Lo abbiamo intervistato.<br />

Ci racconti com'è cominciata…<br />

Stu<strong>di</strong>o Pesci è nato negli anni<br />

Novanta e a fondarlo è stata mia<br />

madre, Giovanna Pesci. Era fondamentalmente<br />

uno stu<strong>di</strong>o professionale<br />

che ogni anno si occupava<br />

<strong>di</strong> pochi ma qualificati eventi, tra<br />

cui l'attività della Fondazione<br />

Magnani Rocca <strong>di</strong> Mamiano <strong>di</strong><br />

Traversetolo (in provincia <strong>di</strong><br />

Parma). Nel 2000 lo Stu<strong>di</strong>o è<br />

<strong>di</strong>ventato una Srl e negli anni successivi,<br />

liquidati gli altri soci, sono<br />

<strong>di</strong>ventato socio unico. Non ho stu<strong>di</strong><br />

specifici nel settore artistico, né in<br />

quello della comunicazione: ho<br />

imparato a lavorare da mia madre<br />

e ho cercato, anno dopo anno, <strong>di</strong><br />

affinarmi sul campo…<br />

Auto<strong>di</strong>datta quin<strong>di</strong>. Ma quanti<br />

siete e <strong>di</strong> cosa vi occupate?<br />

Siamo una squadra <strong>di</strong> sette persone,<br />

tra <strong>di</strong>pendenti e stagisti. <strong>Il</strong> mio<br />

braccio destro è Silvia Tonelli, che<br />

collabora con me dal 2001. Ci<br />

occupiamo <strong>di</strong> comunicazione, promozione<br />

ed ufficio stampa <strong>di</strong> eventi<br />

artistici e culturali su tutto il territorio<br />

nazionale. Da un certo<br />

punto in avanti ci siamo orientati<br />

essenzialmente sull'arte contemporanea,<br />

grazie anche all'esperienza<br />

maturata alla Galleria Civica<br />

<strong>di</strong> Modena, con cui abbiamo lavorato<br />

da quando è <strong>di</strong>retta da<br />

Angela Vettese. Poi ci siamo occupati<br />

molto anche <strong>di</strong> fotografia,<br />

seguendo vari festival.<br />

Considerata l'espansione che sta<br />

avendo il contemporaneo è stata<br />

la mossa giusta…<br />

<strong>Il</strong> boom <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Pesci si è verificato<br />

quando ho iniziato ad investire<br />

intensamente in tecnologie e risorse<br />

umane, a partire dal 2002, e<br />

dall'anno scorso ho iniziato a raccoglierne<br />

i frutti. Ma la svolta è<br />

stata l'ideazione e l'organizzazione,<br />

insieme alla società <strong>di</strong> mia moglie<br />

(la Noema), <strong>di</strong> Artelibro, il festival<br />

del libro d'arte, evento che ci ha<br />

dato la possibilità <strong>di</strong> farci conoscere<br />

in tutta Italia. Se guardo al mio<br />

progetto <strong>di</strong> cinque anni fa credo <strong>di</strong><br />

essere sulla strada giusta. Per<br />

esempio a Venezia, nel periodo<br />

della Biennale, curavamo sette<br />

eventi, tra cui il Pa<strong>di</strong>glione Venezia<br />

con l'omaggio a Vedova.<br />

Chissà che entrate…<br />

Beh, posso <strong>di</strong>re che dal 2004 il<br />

a destra: Federico<br />

Palazzoli<br />

in basso: Gli uffici <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong>o Pesci (foto <strong>di</strong> Italo<br />

Ron<strong>di</strong>nella)<br />

fatturato complessivo dello Stu<strong>di</strong>o<br />

sta raddoppiando ogni anno.<br />

E come lavorate? Con questi<br />

numeri nulla va lasciato al caso…<br />

Quando abbiamo cominciato ci<br />

interessava soprattutto lavorare e<br />

farci conoscere. Ora ho più strumenti<br />

per capire la bontà del progetto<br />

e fare delle ipotesi sulla<br />

copertura me<strong>di</strong>atica. Dopo aver<br />

chiuso il contratto, <strong>di</strong> solito fissiamo<br />

gli obiettivi <strong>di</strong> visibilità con chi si<br />

occupa della campagna stampa,<br />

nel rispetto dei tetti <strong>di</strong> spesa, che<br />

sono sempre più bassi <strong>di</strong> quel che<br />

si vorrebbe. Poi è importante<br />

seguire una "tempizzazione" del<br />

lavoro e saper operare con giornalisti,<br />

critici, redazioni. La capacità <strong>di</strong><br />

avere una rete <strong>di</strong> conoscenze adeguate<br />

è essenzialmente la ra<strong>di</strong>ce<br />

del nostro successo e, quin<strong>di</strong>, del<br />

successo dell'evento. Comunque<br />

prima <strong>di</strong> tutto è importante non<br />

promettere nulla al cliente, perché<br />

non si sa mai quale piega<br />

può prendere un evento.<br />

Mi è capitato <strong>di</strong> tutto!<br />

Cioè si lavora scientificamente,<br />

ma talvolta è<br />

importante anche la fortuna…<br />

Noi cerchiamo <strong>di</strong> lavorare<br />

con grande serietà, professionalità<br />

e rapi<strong>di</strong>tà. Alla<br />

fine ripeto sempre ai miei<br />

collaboratori che non mi<br />

interessano i mezzi che<br />

I PROSSIMI EVENTI DELLO STUDIO<br />

Ecco alcuni appuntamenti del fitto<br />

calendario degli eventi curati dallo<br />

stu<strong>di</strong>o bolognese.<br />

Fino al 22 marzo 2008<br />

Sguar<strong>di</strong> Interiori - Galleria<br />

Sottopasso della Stua, Padova<br />

Fino al 30 marzo 2008<br />

Runa Islam LOST CINEMA LOST<br />

Tobias Putrih - Galleria Civica <strong>di</strong><br />

Modena<br />

Fino al 30 marzo 2008<br />

DIETRICH | UNTERTRIFALLER<br />

ARCHITETTI - KunstMerano arte<br />

Fino al 6 aprile 2008<br />

<strong>Il</strong>ario Fioravanti. <strong>Il</strong> destino <strong>di</strong> un<br />

"Uomo" nell'Arte - Galleria<br />

Comunale d'Arte, Cesena<br />

Fino 13 aprile 2008<br />

La Madonna del Presepe da<br />

Donatello a Guercino - Pinacoteca<br />

Civica <strong>di</strong> Cento (FE)<br />

Dal 1 marzo al 10 maggio 2008<br />

Roberto Crippa. Reale e surreale -<br />

Dipaoloarte, Bologna<br />

Dal 6 marzo al 26 aprile 2008<br />

Christian Holstad - Spartacus<br />

Chetwynd. Galleria Massimo De<br />

Carlo<br />

Dal 9 marzo al 22 giugno 2008<br />

La cura del bello musei, storie,<br />

paesaggi per Corrado Ricci -<br />

Museo d'Arte della città <strong>di</strong><br />

Ravenna<br />

Dal 19 marzo al 27 aprile 2008<br />

Maja Bajevic - Fondazione<br />

Bevilacqua La Masa, Venezia<br />

Dal 22 marzo al 31 maggio 2008<br />

Padova Aprile Fotografia 08 - passaggi<br />

/ paesaggi 2 - Padova<br />

Dal 4 aprile al 17 maggio 2008<br />

Liliana Moro. This Is the End -<br />

Fabbrica del Vapore, Milano<br />

loro utilizzano, ma che il budget<br />

non venga superato e che<br />

la rassegna stampa sia ottima!<br />

Voi gestite le relazioni pubbliche<br />

sia <strong>di</strong> interlocutori istituzionali<br />

che <strong>di</strong> gallerie e aziende.<br />

Quali sono le <strong>di</strong>fferenze e<br />

le eventuali analogie?<br />

Direi che la <strong>di</strong>fferenza principale<br />

tra pubblico e privato è<br />

stata per anni la <strong>di</strong>ffidenza dei<br />

me<strong>di</strong>a verso quello che era privato,<br />

e cioè in ven<strong>di</strong>ta. Con il<br />

boom del contemporaneo la<br />

mentalità si è evoluta, e se<br />

qualcosa è interessante lo è<br />

senza <strong>di</strong>stinzioni. Per un'azienda<br />

come la mia invece fanno molta<br />

<strong>di</strong>fferenza i contratti: con i privati, a<br />

meno <strong>di</strong> non avere contratti blindati,<br />

non si sa mai cosa aspettarsi;<br />

con il pubblico il pagamento è<br />

lento ma sicuro.<br />

“<br />

A volte ci danno degli<br />

scocciatori. Più <strong>di</strong> una volta<br />

qualche critico mi ha chiamato<br />

o scritto per lamentarsi del<br />

nostro pressing, ma la realtà<br />

è che semplifichiamo la loro<br />

professione<br />

Ma ci sono <strong>di</strong>fficoltà a gestire<br />

rapporti con gli spazi pubblici? La<br />

mancanza <strong>di</strong> programmazione è<br />

<strong>di</strong> solito un problema cronico in<br />

Italia…<br />

Purtroppo questo è un tasto<br />

dolente perché si arriva a gestire<br />

la comunicazione sempre all'ultimo<br />

momento. Diventa fondamentale<br />

saper sfruttare i punti <strong>di</strong><br />

forza dell'evento e proporlo ai<br />

contatti giusti. Si è aiutati molto<br />

quando il progetto espositivo è<br />

buono, o si hanno artisti e curatori<br />

<strong>di</strong> livello. Generalmente per<br />

operare bene è necessario<br />

avere a <strong>di</strong>sposizione tutto il<br />

materiale per l'ufficio stampa<br />

almeno un paio <strong>di</strong> mesi prima<br />

dell'inaugurazione.<br />

Quali sono i vostri maggiori successi?<br />

L'e<strong>di</strong>tore Damiani, il Lucca Digital<br />

Photo Festival, Artelibro,<br />

Parmapoesiafestival,<br />

KunstMerano, la Civica <strong>di</strong> Modena,<br />

la Bevilacqua La Masa. Recenti<br />

sod<strong>di</strong>sfazioni sono state il curare<br />

le relazioni della collezione<br />

Maramotti (per un'azienda come<br />

Max Mara) e quelle della galleria <strong>di</strong><br />

Massimo De Carlo.<br />

Com'è andata con Damiani?<br />

Ho conosciuto Andrea Albertini,<br />

presidente <strong>di</strong> Damiani, quando<br />

avevano due libri in catalogo ed io<br />

ero un ufficio stampa del territorio<br />

bolognese. Possiamo <strong>di</strong>re che<br />

siamo cresciuti insieme, e che<br />

molto ha contato la sua volontà <strong>di</strong><br />

proporre un prodotto <strong>di</strong> qualità,<br />

con interesse verso la fotografia.<br />

La recente mostra <strong>di</strong> Hirst durante<br />

la Biennale è stato un successo<br />

per entrambi.<br />

E un flop o una cosa che non<br />

siete riusciti a fare come vorreste?<br />

<strong>Il</strong> flop è sempre <strong>di</strong>etro l'angolo! Mi<br />

è capitato sia per inesperienza sia<br />

per inconsistenza dell'evento o <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> rapporti.<br />

Ma non trova esagerato l'interesse<br />

del mondo dell'arte contemporanea<br />

verso la comunicazione?<br />

Spesso si ha l'impressione<br />

che sia <strong>di</strong>ventata più importante<br />

della qualità degli artisti…<br />

No, francamente non credo sia<br />

esagerato. Bisogna capire, noi uffici<br />

stampa per primi, che se una<br />

mostra non ha forza non la può<br />

ottenere con la comunicazione!<br />

I rapporti con i giornali,<br />

le riviste e le tv come<br />

sono?<br />

Direi ottimi, anche se a<br />

volte ci danno degli scocciatori.<br />

Più <strong>di</strong> una volta<br />

qualche critico mi ha<br />

chiamato o scritto per<br />

lamentarsi del nostro<br />

pressing, ma la realtà è<br />

che semplifichiamo la<br />

loro professione.<br />

I progetti futuri?<br />

Nei prossimi due anni vorrei assestare<br />

Stu<strong>di</strong>o Pesci ad un livello alto<br />

<strong>di</strong> clientela, sia privata che pubblica,<br />

puntando ancora <strong>di</strong> più sul contemporaneo,<br />

sulla fotografia e sui<br />

festival. Poi magari aprire un ufficio<br />

a Londra, per provare a confrontarmi<br />

con una grande città<br />

internazionale. �<br />

Stu<strong>di</strong>o Pesci<br />

via San Vitale, 27<br />

40125 - Bologna<br />

Tel 051269267<br />

info@stu<strong>di</strong>opesci.it<br />

www.stu<strong>di</strong>opesci.it<br />

[daniele capra]<br />

info.


Exibart.onpaper aziende.39<br />

fissati con l'arte<br />

Da una piccola <strong>di</strong>tta familiare negli anni Sessanta ad un gruppo <strong>di</strong> oltre quattrocento aziende in tutto il mondo.<br />

Dal primo acquerello <strong>di</strong> Nolde ad una collezione <strong>di</strong> oltre ottomila pezzi. Sbarca a Roma, con un nuovo museo, il<br />

re dei sistemi <strong>di</strong> fissaggio, Reinhold Würth. Ecco la sua storia…<br />

�� Settantadue anni, rigorosamente<br />

tedesco. Nella fisionomia,<br />

negli occhi azzurri, nei meto<strong>di</strong>,<br />

nella serietà, anche se i capelli<br />

scompigliati gli danno un'aria da<br />

filosofo esistenzialista più che da<br />

magnate d'impresa. Una grande<br />

passione per l'arte, cominciata<br />

negli anni Sessanta con Emil<br />

Nolde e l'Espressionismo tedesco,<br />

poi proseguita fino al contemporaneo<br />

- Kapoor, Christo,<br />

Baselitz - ma anche volgendo gli<br />

occhi al Rinascimento germanico.<br />

È Reinhold Würth, il magnate dei<br />

bulloni, delle viti, stabilmente tra i<br />

cento uomini più ricchi del mondo,<br />

secondo la classifica stilata ogni<br />

anno da Forbes. Personaggio<br />

assolutamente particolare ed atipico,<br />

ha appena aperto nell'autunno<br />

scorso un museo presso la<br />

sede romana dell'azienda, in cui<br />

dalla fine <strong>di</strong> febbraio (e fino ad<br />

ottobre) sono ospitati i coloratissimi<br />

lavori <strong>di</strong> Hundertwasser, con<br />

un progetto <strong>di</strong> mecenatismo<br />

assolutamente ine<strong>di</strong>to: mettere<br />

l'arte tra i luoghi <strong>di</strong> lavoro. Ma facciamo<br />

un passo in<strong>di</strong>etro.<br />

È il 1954 quando Reinhold<br />

Würth, neanche ventenne, inizia a<br />

lavorare nell'azienda paterna che<br />

si occupa <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta all'ingrosso <strong>di</strong><br />

viti e bulloni. In un contesto industriale<br />

caratterizzato dalla forte<br />

espansione (erano gli anni della<br />

ricostruzione postbellica, segnati<br />

da tassi <strong>di</strong> crescita a due cifre<br />

nella Repubblica Federale<br />

Tedesca) e grazie alle capacità<br />

del giovane Reinhold, nel giro <strong>di</strong><br />

qualche anno l'azienda fa un salto<br />

<strong>di</strong> qualità, cui segue negli anni<br />

Settanta l'apertura delle prime<br />

filiali all'estero. Ora il gruppo, il cui<br />

core business rimane la commercializzazione<br />

<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> fissaggio,<br />

è presente in più <strong>di</strong> ottanta<br />

paesi, dà lavoro ad oltre quarantacinquemila<br />

<strong>di</strong>pendenti ed è una<br />

delle più importanti realtà industriali<br />

della Germania.<br />

Potremmo <strong>di</strong>re che la passione<br />

per l'arte abbia seguito, quasi<br />

parallelamente, l'espansione dell'impresa.<br />

Negli anni Sessanta<br />

infatti Würth si appassiona all'arte<br />

ed inizia una vera e propria<br />

campagna acquisti, guidato "un<br />

po' dall'intuito, un po' dal gusto<br />

personale, un po' dalla storia dell'arte<br />

del mio paese". Si tratta <strong>di</strong><br />

una passione essenzialmente<br />

verso le singole opere, senza una<br />

linea precisa o una volontà <strong>di</strong> portare<br />

a compimento un<br />

progetto culturale<br />

forte - come ad esempio<br />

è il caso <strong>di</strong> Panza <strong>di</strong><br />

Biumo - da cui si evince<br />

il sincero e spontaneo<br />

trasporto per l'oggetto,<br />

alimentato da<br />

null'altro che il piacere<br />

personale. I primi<br />

amori sono<br />

l'Espressionismo<br />

Tedesco ed il gruppo<br />

Die Brücke, con opere<br />

<strong>di</strong> Max Liebermann, Ernst<br />

Ludwig Kirchner, Emil Nolde,<br />

Max Beckmann, ma anche autori<br />

come Edvard Munch e "qualcuno<br />

dei postimpressionisti francesi".<br />

Successivamente Würth comincia<br />

a sentire il fascino dell'astrat-<br />

to, nei particolari della cosiddetta<br />

École de Paris e dei pittori attivi a<br />

partire dagli anni Quaranta<br />

(Serge Poliakoff, Alberto<br />

Magnelli, Sonia Delaunay, Victor<br />

Vasarely, Franišek Kupka, Hans<br />

Hartung, Max Bill, Josef Albers),<br />

e a partire dagli anni Ottanta inizia<br />

a collezionare con una certa frequenza<br />

la scultura, tra cui spiccano<br />

una monumentale opera <strong>di</strong><br />

Henry Moore <strong>di</strong> oltre cinque<br />

metri <strong>di</strong> altezza e lavori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> Tony Cragg e Anish<br />

Kapoor. Ma la passione fondamentale<br />

resta e resterà la pittura,<br />

anche nelle declinazioni neofigurative<br />

europee come i<br />

Neoespressionisti tedeschi e la<br />

Transavanguar<strong>di</strong>a. "Quando una<br />

persona colleziona arte da trenta<br />

o quarant'anni sviluppa un metodo<br />

personale sicuro per <strong>di</strong>re che<br />

cosa sia o non sia, per lui, la qualità<br />

nell'arte". Lontano infatti dall'idea<br />

enciclope<strong>di</strong>ca che hanno per<br />

esempio altri collezionisti abili<br />

invece a fare scelte più in linea<br />

con dettami storico-museali (ve<strong>di</strong><br />

Pinault) Würth ci racconta che<br />

comunque in una vita <strong>di</strong> collezionismo<br />

"ci sono anche scelte sbagliate,<br />

anche se non ho mai rivenduto<br />

un pezzo".<br />

<strong>Il</strong> progetto <strong>di</strong> fondere insieme<br />

mondo dell'arte con quello aziendale<br />

gli viene invece a metà degli<br />

anni '80, quando si presenta la<br />

necessità <strong>di</strong> costruire la nuova<br />

sede centrale <strong>di</strong> Kunzelsau. In<br />

quell'occasione viene ban<strong>di</strong>to un<br />

“<br />

L'idea è quin<strong>di</strong> che il<br />

mondo del lavoro possa essere<br />

migliorato proprio grazie alle<br />

interazioni positive tra persone<br />

ed oggetto artistico<br />

concorso <strong>di</strong> idee tra architetti<br />

(vinto dal duo Siegfried Muller &<br />

Maja Muller-Djordjevic) e il<br />

magnate decide che parte della<br />

sua collezione avrebbe trovato la<br />

propria degna casa tra le pareti<br />

degli uffici. Da quel momento, tra i<br />

corridoi e le sale dell'azienda, i<br />

<strong>di</strong>pendenti della Würth avrebbero<br />

lavorato convivendo con molti dei<br />

pezzi della sua raccolta. "Vivere e<br />

lavorare circondati da opere è<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una grande qualità della<br />

vita", afferma, "tanto più perché <strong>di</strong><br />

tanto in tanto i <strong>di</strong>pendenti vengono<br />

con amici o parenti a fare un<br />

salto in azienda". L'idea è quin<strong>di</strong><br />

che il mondo del lavoro possa<br />

essere migliorato proprio "grazie<br />

alle interazioni positive tra persone<br />

ed oggetto artistico": e non si<br />

pensi quin<strong>di</strong> solo ad una <strong>di</strong>sincantata<br />

filantropia dato che rendere<br />

un ambiente lavorativo piacevole<br />

è un modo per stimolare l'efficienza<br />

e la produttività, "conferisce un<br />

orgoglio aziendale con delle ricadute<br />

<strong>di</strong>rette sulla motivazione".<br />

Ed inoltre è centrale il<br />

fatto che un'impresa<br />

caratterizzata da una<br />

forte presenza nel settore<br />

artistico può portare<br />

a delle ricadute positive<br />

anche in termini pubblicitari,<br />

come molte delle<br />

aziende più attente stanno<br />

sperimentando<br />

anche in Italia negli ultimi<br />

anni. Si pensi ad<br />

esempio al progetto <strong>di</strong> impacchettamento<br />

della sede aziendale centrale<br />

realizzato da Christo &<br />

Jeanne-Claude nel 1995 (con<br />

un'importante appen<strong>di</strong>ce musicale<br />

affidata a Philip Glass), che è<br />

stato un evento seguitissimo dai<br />

me<strong>di</strong>a e dal pubblico, e che ha sviluppato<br />

ricadute pubblicitarie stimate<br />

dai manager del gruppo sui<br />

cento milioni <strong>di</strong> vecchi marchi<br />

tedeschi. Ora l'e<strong>di</strong>ficio è visitato<br />

ogni anno da oltre centosessantamila<br />

persone, sono stati creati<br />

book shop, stu<strong>di</strong>ate linee <strong>di</strong> merchan<strong>di</strong>sing,<br />

creati appositi programmi<br />

educativi per l'infanzia.<br />

È in questa ottica che è stato<br />

aperto nel 2007 anche il Würth<br />

Art Forum a Capena, appena fuori<br />

Roma, ad ingresso rigorosamente<br />

gratuito, come gli altri musei<br />

europei dell'azienda. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

nuovo spazio che, con la formula<br />

cara al fondatore, integra le esi-<br />

info.<br />

Art Forum Würth<br />

Viale della Buona Fortuna, 2<br />

00060 Capena, Loc. Scorano (Rm)<br />

Tel 06 90103800<br />

art.forum@wuerth.it<br />

www.artforumwuerth.it<br />

in alto: Reinhold Würth<br />

a fianco e sotto: La sede della Würth<br />

a Capena<br />

genze d'impresa - essenzialmente<br />

logistiche e <strong>di</strong>rezionali - con quelle<br />

del moderno contenitore per l'arte.<br />

Collocato al <strong>di</strong> fuori dei flussi<br />

turistici <strong>di</strong> massa della Capitale,<br />

è stato pensato per essere facilmente<br />

raggiungibile in auto e per<br />

intercettare un pubblico trasversale<br />

con particolare attenzione<br />

alle famiglie, sulle quali molto si è<br />

puntato sia per le visite guidate<br />

che per la <strong>di</strong>dattica. La mostra<br />

inaugurale è stata Percorsi da<br />

Spitzweg a Baselitz, che ha tracciato<br />

un insolito trait d'union tra<br />

la pittura Biedermaier e i maestri<br />

dell'ultimo Novecento, mentre<br />

fino all'autunno l'Art Forum<br />

ospiterà una complessa antologica<br />

<strong>di</strong> Hundertwasser, figura nota<br />

al grande pubblico anche per il<br />

suo lavoro <strong>di</strong> architetto a Vienna.<br />

Ovviamente, tra le oltre cento<br />

opere, la maggior parte è <strong>di</strong><br />

casa. �<br />

[daniele capra]


40.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />

whitney unmonumental<br />

Save the date: 6 marzo - 1 giugno. Da Rita Ackermann a Mario Ybarra jr, ottantuno artisti pronti a scendere in<br />

campo tra il Whitney Museum e, per la prima volta, il Park Avenue Armory. Shamim M. Momin, co-curatrice<br />

dell'evento insieme a Henriette Hul<strong>di</strong>sch, spiega ad Exibart tutto quanto c'è da sapere sulla Whitney Biennial:<br />

temi conduttori, budget, criteri <strong>di</strong> selezione, collaborazioni. Ma, come per l'inaugurazione del New Museum,<br />

anche stavolta si parla <strong>di</strong> non-monumentalità..<br />

��Quando ha iniziato a lavorare<br />

alla Biennale del Whitney<br />

2008 con la sua collega<br />

Henriette Hul<strong>di</strong>sch e con gli<br />

altri consulenti (Thelma<br />

Golden, <strong>di</strong>rettore e chief curator<br />

dello Stu<strong>di</strong>o Museum <strong>di</strong><br />

Harlem, Bill Horrigan, <strong>di</strong>rettore<br />

del Me<strong>di</strong>a Arts department del<br />

Wexner Center for the Arts<br />

dell'Ohio State University, e<br />

Linda Norden, curatore e critico)?<br />

Abbiamo iniziato a organizzare<br />

la Biennale nel gennaio 2007.<br />

Pensando alle proporzioni della<br />

mostra fa spavento!<br />

Quali parametri vi siete dati?<br />

Abbiamo incontrato più volte i<br />

vari consulenti, in momenti<br />

<strong>di</strong>versi e per intere giornate, e<br />

con loro <strong>di</strong>scutevamo le nostre<br />

idee, parlavamo <strong>di</strong> trend, <strong>di</strong> elementi<br />

prevalenti e <strong>di</strong> come pensavamo<br />

<strong>di</strong> impostare la mostra.<br />

Naturalmente non abbiamo iniziato<br />

da una tabula rasa. Siamo<br />

curatori, il nostro lavoro è vedere<br />

arte e prendere appunti. Se<br />

fermi un qualsiasi curatore per<br />

strada, sono certa che ha in<br />

mente una biennale già pronta!<br />

Noi abbiamo viaggiato quanto<br />

più possibile e trascorso moltissimo<br />

tempo negli stu<strong>di</strong> degli artisti.<br />

Volevamo arrivare al risultato<br />

seguendo un processo deduttivo<br />

piuttosto che induttivo. <strong>Il</strong><br />

vantaggio <strong>di</strong> vedere così tanti<br />

stu<strong>di</strong> in così poco tempo, in<br />

<strong>di</strong>verse parti degli Stati Uniti e<br />

del mondo, e poi in maniera così<br />

concentrata, è che i punti <strong>di</strong> contatto<br />

tra le <strong>di</strong>verse forme artistiche<br />

saltano veramente agli<br />

occhi…<br />

La nozione <strong>di</strong> American Art<br />

pare ancora piuttosto confusa<br />

e spesso dà a<strong>di</strong>to a critiche<br />

sugli artisti invitati a partecipare.<br />

Quale potrebbe esserne<br />

una corretta definizione?<br />

Penso che la definizione sia piuttosto<br />

vaga, non potrebbe essere<br />

altrimenti. <strong>Il</strong> Whitney Museum fu<br />

fondato da Gertrude Vanderbilt<br />

in un momento in cui non c'era<br />

interesse per l'arte Americana,<br />

con lo scopo <strong>di</strong> dare uno spazio<br />

agli artisti, generare interesse e<br />

mettere insieme una collezione<br />

per il museo. Naturalmente, ora<br />

non siamo nella stessa situazione<br />

e non lo siamo da parecchio:<br />

il concetto <strong>di</strong> American Art è in<br />

costante evoluzione, ci si interroga<br />

sia all'interno dell'institution<br />

che all'esterno. Francamente,<br />

ne abbiamo <strong>di</strong>scusso molto,<br />

anche sulla definizione inerente<br />

al Whitney Museum of<br />

American art stesso… Noi<br />

comunque non abbiamo limitato<br />

la ricerca all'interno degli Usa,<br />

anche se alla fine la mostra sarà<br />

in linea con gli standard della<br />

Biennale del Whitney. Abbiamo<br />

cercato dove ritenevamo fosse<br />

“<br />

I lavori in mostra evocano<br />

un senso <strong>di</strong> anti-monumentalità,<br />

rifuggono la spettacolarizzazione e<br />

mantengono una chiave <strong>di</strong> lettura<br />

frammentaria… in generale, c'è<br />

una tendenza verso la modestia<br />

nei materiali, ma senza nessun<br />

tipo <strong>di</strong> junk aesthetic<br />

rilevante in questo momento,<br />

con un'attenzione particolare ai<br />

luoghi dove gli artisti si spostano.<br />

Ora c'è una grande mobilità<br />

nel mondo dell'arte e ci sono<br />

alcune traiettorie particolarmente<br />

importanti: ad esempio la<br />

costa settentrionale del Pacifico,<br />

Vancouver, Seattle, Portland,<br />

oppure Los Angeles, il Messico,<br />

Berlino…<br />

In cosa si è <strong>di</strong>fferenziata la fase<br />

<strong>di</strong> selezione e organizzazione <strong>di</strong><br />

questa Biennale rispetto a<br />

quella del 2004?<br />

In termini concreti, la procedura<br />

è stata molto simile ad altre<br />

mostre, una ricerca molto,<br />

molto approfon<strong>di</strong>ta… Poi intense<br />

conversazioni con altri curatori:<br />

specialmente quando si va fuori<br />

dai propri confini, non si può pretendere<br />

<strong>di</strong> essere informati<br />

come chi lavora e vive in quella<br />

zona. Ad esempio, ci sono città<br />

come Los Angeles che conosco<br />

molto bene e dove ho molti contatti,<br />

ma in altre non saprei dove<br />

andare a cercare o cosa vedere!<br />

I feedback più interessanti li ho<br />

spesso da altri artisti, e questa è<br />

forse la pratica emersa più marcatamente<br />

in questa Biennale.<br />

La mia vita sociale è densamente<br />

popolata <strong>di</strong> artisti. Questa<br />

volta, poi, ho anche più chiaro in<br />

mente come realizzare strutturalmente<br />

la mostra, cioè come<br />

applicare e riflettere l'approccio<br />

concettuale e curatoriale ad<br />

ogni livello, dal catalogo ai programmi<br />

<strong>di</strong>dattici, fino all'allestimento,<br />

che è <strong>di</strong> solito uno dei<br />

no<strong>di</strong> più critici.<br />

Stavolta il numero <strong>di</strong> artisti<br />

invitati - ottantuno, per la preci-<br />

sione - è più contenuto…<br />

<strong>Il</strong> tipo <strong>di</strong> lavoro che<br />

abbiamo scelto si basa<br />

molto sul concetto <strong>di</strong><br />

total practice.<br />

Riteniamo che gli artisti<br />

oggigiorno lavorino<br />

più frequentemente su<br />

progetti omnicomprensivi<br />

piuttosto che sulla<br />

singola opera che scegli<br />

e piazzi in mostra.<br />

Allora abbiamo cercato<br />

<strong>di</strong> ridurre il numero<br />

<strong>di</strong> artisti per dare un<br />

maggiore spazio a ciascuno.<br />

A <strong>di</strong>re il vero, sui<br />

vari piani ci sono ad<strong>di</strong>rittura solo<br />

una cinquantina <strong>di</strong> artisti. Gli altri<br />

lavori o non si prestavano ad un<br />

allestimento classico o consistono<br />

in film e video.<br />

Questa e<strong>di</strong>zione non ha un<br />

approccio tematico come quella<br />

scorsa, "Day for Night".<br />

Presenterà una panoramica<br />

dell'arte contemporanea americana?<br />

È piuttosto insolito avere una<br />

Biennale col titolo. "Day for<br />

Night" è stata la prima e unica<br />

volta che sia mai successo. In<br />

info.<br />

WHITNEY BIENNIAL 2008<br />

dal 6 marzo al 1 giugno 2008<br />

Whitney Museum of American Art<br />

945 Ma<strong>di</strong>son Avenue at 75th Street<br />

New York, NY 10021<br />

Tel (212) 570-3633<br />

Fax (212) 570-4169<br />

pressoffice@whitney.org<br />

www.whitney.org/press<br />

Seventh Regiment Armory Buil<strong>di</strong>ng<br />

Park Avenue and 67th Street<br />

New York, NY 10021<br />

Tel (212) 616-3930<br />

a lato: Shamim<br />

Momin curatrice<br />

della Whitney<br />

Biennail<br />

al centro: Adam<br />

Putnam -<br />

Untitled (4),<br />

2007 - Gelatin<br />

silver print,<br />

27.9x35.6 cm -<br />

Collection of the<br />

artist<br />

senso lato, però, ognuna presenta<br />

una tesi. In questa non ci sarà<br />

una posizione univoca, tematica,<br />

ma ci saranno vari fili conduttori<br />

e <strong>di</strong>verse sensibilità, che noi speriamo<br />

affiorino in maniera particolarmente<br />

evidente. I fili conduttori<br />

non sono lineari, però, ma si<br />

intrecciano e si sovrappongono…<br />

infatti, una delle idee presenti è<br />

proprio quella <strong>di</strong> una narrativa<br />

frammentaria e stratificata che<br />

resiste a un'interpretazione<br />

lineare, e anche ricca <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni.<br />

Può descriverci alcuni trend e<br />

pratiche artistiche presenti<br />

nella Biennale? Si aspetta che<br />

alcuni suscitino particolari controversie?<br />

Onestamente, non mi interessa<br />

provare a indovinare cosa piacerà<br />

e cosa verrà criticato… anche<br />

perché <strong>di</strong> solito è sempre qualcosa<br />

che non ti aspetti affatto!<br />

Al contrario, i lavori in mostra<br />

evocano un senso <strong>di</strong> anti-monumentalità,<br />

rifuggono la spettacolarizzazione<br />

e mantengono una<br />

chiave <strong>di</strong> lettura frammentaria,<br />

non centralizzata, con <strong>di</strong>spersione<br />

dei punti <strong>di</strong> vista. Molte opere<br />

suscitano un'idea <strong>di</strong> interruzione,<br />

<strong>di</strong> durata temporale che non<br />

consente una comprensione<br />

imme<strong>di</strong>ata e che le rende impegnative,<br />

ma allo stesso tempo<br />

esteticamente stimolanti. In<br />

generale, c'è una tendenza<br />

verso la modestia nei materiali,<br />

ad esempio con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse<br />

in produzioni che siano<br />

super-sofisticate, ma senza nessun<br />

tipo <strong>di</strong> junk aesthetic, sia<br />

chiaro. Ci sono anche delle rivisitazioni<br />

più o meno letterali dell'idea<br />

<strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento e fallimento,<br />

sia in termini <strong>di</strong> sistemi sociopolitici<br />

che della con<strong>di</strong>zione<br />

moderna in se stessa.<br />

L'elemento performativo ha<br />

una forte presenza in questa<br />

Biennale. Un segno dei tempi?<br />

Ovviamente gli artisti fanno da<br />

anni performance o altri tipi <strong>di</strong>


Exibart.onpaper approfon<strong>di</strong>menti.41<br />

in alto: Coco Fusco - A Room of<br />

One's Own: Women and Power in<br />

the New America. Performance,<br />

P.S. 122, New York, 2006<br />

a destra: Roe Ethridge - Camilla,<br />

2007 - Chromogenic print,<br />

81.3x61 cm - Collection of the<br />

artist; courtesy Andrew Kreps<br />

Gallery, New York<br />

azioni <strong>di</strong> durata temporale.<br />

Ma certamente ora c'è una<br />

concentrazione <strong>di</strong> artisti che<br />

lavorano con questa idea <strong>di</strong><br />

extended practice. Alcuni, ad<br />

esempio, saranno rappresentati<br />

da opere tra<strong>di</strong>zionali nel<br />

museo, ma si "espanderanno"<br />

con azioni performative. Una<br />

sorta <strong>di</strong> pratica ramificata<br />

che si infiltra in maniera "virale"<br />

sotto forma <strong>di</strong> tecniche e<br />

modalità varie. E qui entra in<br />

gioco il Park Avenue Armory.<br />

L'e<strong>di</strong>ficio rappresenta un elemento<br />

estremamente strategico<br />

e significativo, e per la<br />

prima volta ospita tutte queste<br />

forme artistiche più effimere<br />

sotto uno stesso tetto.<br />

È un modo per rendere più<br />

comprensibile il nesso concettuale<br />

tra le varie forme<br />

artistiche in mostra, e per<br />

considerarle tutte su un<br />

medesimo piano <strong>di</strong> valore e<br />

importanza. L'Armory può<br />

ospitare tanti eventi, anche <strong>di</strong><br />

natura <strong>di</strong>versa, senza esigere<br />

quasi mai la <strong>di</strong>stinzione tra chi<br />

è protagonista della performance<br />

e lo spettatore. Ci<br />

sono installazioni con elementi<br />

mobili, interattivi, mutevoli; ci<br />

sono workshops nel corso <strong>di</strong> vari<br />

giorni e ci sono eventi serali.<br />

Alcuni lavori interagiscono con<br />

lo spazio e lo "attivano" in maniera<br />

particolare, altri non sono<br />

necessariamente nascosti, ma<br />

richiedono un certo investimento<br />

<strong>di</strong> tempo per essere apprezzati.<br />

Nulla è comunque imponente<br />

o spettacolare. Alcuni lavori si<br />

focalizzano sull'assenza e utilizzano<br />

lo spazio "scultoreamente"<br />

invece <strong>di</strong> conquistarlo. E non<br />

<strong>di</strong>mentichiamo che l'Armory si<br />

trova a pochi passi dal Whitney<br />

Museum…<br />

Collaborazioni <strong>di</strong> ogni tipo -<br />

quelle tra artisti, curatori e<br />

organizzazioni - stanno <strong>di</strong>venendo<br />

strategie sempre più comuni<br />

nel mondo dell'arte…<br />

Prima <strong>di</strong> tutto dobbiamo chiarire<br />

cosa si intende con questo termine.<br />

Oggigiorno con collaborative<br />

non ci riferiamo a un gruppo<br />

definito <strong>di</strong> persone con qualche<br />

obbiettivo prestabilito, che perdono<br />

la propria identità in nome<br />

del gruppo. Oggi le collaborazioni<br />

nascono spesso da network<br />

sociali e riflettono, ad esempio,<br />

modelli mutuati da comunità<br />

prese da internet. È un modo<br />

molto fluido <strong>di</strong> comunicare, mantenendo<br />

però la propria identità.<br />

In base alla sua esperienza,<br />

“<br />

Per un museo è <strong>di</strong>fficilissimo<br />

tenere il passo con gli standard a cui<br />

sono abituati gli artisti, con quei livelli <strong>di</strong><br />

produzione… una galleria o uno spazio<br />

privato possono investire fon<strong>di</strong> che un<br />

museo non può neanche sognare! C'è<br />

una sezione intera del museo che lavora<br />

solo a quello e sta ancora lavorando<br />

per trovare altri fon<strong>di</strong>…<br />

quali sono i vantaggi e le<br />

limitazioni <strong>di</strong> una mostra<br />

co-curata?<br />

Devo <strong>di</strong>re che la collaborazione<br />

con Henriette ha<br />

avuto solo vantaggi.<br />

Abbiamo interessi piuttosto<br />

simili, ma allo stesso<br />

tempo <strong>di</strong>versi a sufficienza.<br />

E non abbiamo problemi a<br />

confrontarci sui punti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a e scambiarci le<br />

idee. In due si lavora con<br />

più intensità e a contatto<br />

più stretto rispetto a quando<br />

si è in tre-quattro persone.<br />

Francamente credo<br />

che curare mostre in collaborazione<br />

sia la chiave per<br />

il futuro… se si trova il giusto<br />

partner c'è la possibilità<br />

<strong>di</strong> confronto e arricchimento<br />

costante, e in due si<br />

può elaborare una posizione<br />

omogenea e ben articolata.<br />

La Biennale del Whitney<br />

non è nuova a collaborazioni<br />

con altre organizzazioni.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo ad<br />

esempio quella con il<br />

Public Art Fund per i progetti<br />

a Central Park.<br />

Come si è sviluppata la<br />

collaborazione con il Park<br />

Avenue Armory e l'Art<br />

Production Fund?<br />

Con l'Art Production Fund<br />

la collaborazione è stata<br />

molto efficace. Loro hanno<br />

il compito <strong>di</strong> produrre tutti<br />

i programmi che si svolgono<br />

all'Armory. Hanno<br />

molta esperienza e molti<br />

strumenti a <strong>di</strong>sposizione,<br />

sono stati loro a proporci<br />

l'idea! Hanno rispettato<br />

appieno la nostra visione<br />

curatoriale e gli artisti con<br />

cui hanno collaborato. In<br />

questo caso, la quantità <strong>di</strong><br />

eventi su cui stiamo lavorando<br />

è davvero incre<strong>di</strong>bile…<br />

Parliamo dei lavori in<br />

mostra: quanti sono stati<br />

commissionati per l'occasione?<br />

Tantissimi: quelli nel<br />

museo sono oltre il settantacinque<br />

per cento (o<br />

nuovi <strong>di</strong> zecca o riconfigurati<br />

per i suoi spazi), mentre<br />

quelli presentati<br />

all'Armory sono tutti nuovi.<br />

Penso che comunque questo<br />

corrisponda a come<br />

lavorano gli artisti oggi,<br />

perché non trovo abbia<br />

molto senso passare per<br />

ARTISTI PARTECIPANTI<br />

gli stu<strong>di</strong> e scegliere questo o<br />

quel lavoro per poi mostrarli<br />

insieme. La selezione pura e<br />

semplice è un processo che<br />

crea troppa <strong>di</strong>stanza, il lavoro e<br />

la sua produzione dovrebbero<br />

esser parte integrante del concepimento<br />

stesso della mostra<br />

e della sua presentazione.<br />

È stato <strong>di</strong>fficile rientrare nel<br />

budget?<br />

I budget delle no-profit sono<br />

sempre problematici! Quin<strong>di</strong>, sì,<br />

è stato <strong>di</strong>fficile. Forse ora è<br />

ancora più complicato a causa<br />

dell'ammontare <strong>di</strong> denaro che<br />

viene speso altrove nel mondo<br />

dell'arte. La <strong>di</strong>screpanza è enorme.<br />

Per un museo è <strong>di</strong>fficilissimo<br />

tenere il passo con gli standard<br />

a cui sono abituati gli artisti,<br />

con quei livelli <strong>di</strong> produzione…<br />

una galleria o uno spazio privato<br />

possono investire fon<strong>di</strong> che un<br />

museo non può neanche sognare!<br />

Questo riflette anche alcuni<br />

problemi attuali inerenti alla<br />

filantropia. Volere esser coinvolti<br />

nell'arte non significa soltanto<br />

acquistare un'opera d'arte.<br />

Infatti, una grossa parte del<br />

nostro lavoro come curatori è<br />

far conoscere ai benefattori altri<br />

aspetti del mondo dell'arte.<br />

<strong>Il</strong> museo si è rivolto a sponsor<br />

aziendali, privati e galleristi per<br />

finanziare la mostra, il catalogo<br />

o altri eventi legati alla<br />

Biennale?<br />

Certamente. Non-profit vuol <strong>di</strong>re<br />

che dobbiamo raccogliere tutti i<br />

fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui abbiamo bisogno e<br />

quin<strong>di</strong> ci siamo rivolti a tutti quelli<br />

che hai citato e anche alle fondazioni.<br />

C'è una sezione intera<br />

del museo che lavora solo a<br />

quello e sta ancora lavorando<br />

per trovare altri fon<strong>di</strong>. Deutsche<br />

Bank è uno degli sponsor principali<br />

quest'anno, insieme a GAP.<br />

GAP sembra un abbinamento<br />

interessante. È la prima volta<br />

che sponsorizza il Whitney<br />

Museum?<br />

È sicuramente la prima volta<br />

che la sponsorizzazione è <strong>di</strong> queste<br />

proporzioni. I soci fondatori<br />

<strong>di</strong> GAP, Donald e Doris Fisher,<br />

hanno una straor<strong>di</strong>naria collezione<br />

d'arte e sostengono molto<br />

attivamente tante iniziative.<br />

Quando ho iniziato la mia carriera<br />

al Whitney non avrei mai pensato<br />

che questo tipo <strong>di</strong> rapporti<br />

potesse sfociare in qualcosa <strong>di</strong><br />

così reciprocamente interessante!<br />

�<br />

[a cura <strong>di</strong> micaela giovannotti]<br />

Ecco la lista degli ottantuno artisti partecipanti alla<br />

prossima Whitney Biennal. Rita Ackermann,<br />

Natalia Almada, Edgar Arceneaux, Fia Backström,<br />

John Baldessari, Robert Bechtle, Walead Beshty,<br />

Carol Bove, Joe Bradley, Matthew Brannon,<br />

Bozidar Brazda, Olaf Breuning, Jede<strong>di</strong>ah Caesar,<br />

William Cordova, Dexter Sinister, Harry (Harriet)<br />

Dodge and Stanya Kahn, Shannon Ebner, Gardar<br />

Eide Einarsson, Roe Ethridge, Kevin Jerome<br />

Everson, Omer Fast, Robert Fenz, Coco Fusco,<br />

Gang Gang Dance, Amy Granat and Drew Heitzler,<br />

Rashawn Griffin, Adler Guerrier, MK Guth, Fritz Haeg, Rachel Harrison,<br />

Ellen Harvey, Mary Heilmann, Leslie Hewitt, Patrick Hill, William E. Jones,<br />

Karen Kilimnik, Alice Könitz, Louise Lawler, Spike Lee, Sherrie Levine,<br />

Charles Long, Lucky Dragons, Daniel Joseph Martinez, Corey McCorkle,<br />

Rodney McMillian, Julia Meltzer and David Thorne, Jennifer Montgomery,<br />

Olivier Mosset, Matt Mullican, Neighborhood Public Ra<strong>di</strong>o (NPR), Ruben<br />

Ochoa, DJ Olive, Mitzi Pederson, Kembra Pfahler/The Voluptuous Horror<br />

of Karen Black, Seth Price, Stephen Prina, Adam Putnam, Michael<br />

Queenland, Jason Rhoades, Ry Rocklen, Bert Rodriguez, Marina<br />

Rosenfeld, Amanda Ross-Ho, Mika Rottenberg, Heather Rowe, Eduardo<br />

Sarabia, Melanie Schiff, Amie Siegel, Lisa Sigal, Gretchen Skogerson,<br />

Michael Smith, Agathe Snow, Frances Stark, Mika Tajima/New Humans,<br />

Javier Téllez, Cheyney Thompson, Mungo Thomson, Leslie Thornton,<br />

Phoebe Washburn, James Welling, Mario Ybarra Jr.


46.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />

la quadriennale<br />

dei bamboccioni<br />

Un centinaio <strong>di</strong> artisti, cinque curatori e un budget da un milione e mezzo <strong>di</strong> euro: questi i primi numeri <strong>di</strong> un<br />

evento che, da giugno a settembre, torna nel romano Palazzo delle Esposizioni. Sperando <strong>di</strong> sfornare ancora<br />

qualcuno <strong>di</strong> quei mid-career che oggi portano la ban<strong>di</strong>era italiana in giro per il mondo. Ne parliamo col presidente<br />

della Fondazione, Gino Agnese...<br />

��Si definisce un presidente sui<br />

generis, Gino Agnese, sia perché<br />

si <strong>di</strong>verte molto facendo il suo<br />

lavoro, sia perché - pur non essendo<br />

un critico d'arte - tratta la<br />

materia con <strong>di</strong>sinvoltura. "Se la<br />

scrittura è la mia compagna professionale,<br />

l'arte è invece un'amitié<br />

amoureuse." - spiega - "Sono il<br />

biografo <strong>di</strong> Marinetti e Boccioni e<br />

sono stato molto amico <strong>di</strong><br />

Mastroianni, Burri…". L'incontro è<br />

a Villa Carpegna, oasi <strong>di</strong> cultura<br />

con uno sguardo al futuro, con il<br />

suo tecnologico Archivio Storico-<br />

Biblioteca della Fondazione<br />

(ArBiQ), per parlare della XV rassegna<br />

che da giugno a settembre<br />

tornerà nella sede storica <strong>di</strong><br />

Palazzo delle Esposizioni. Un centinaio<br />

<strong>di</strong> artisti chiamati da cinque<br />

curatori (Chiara Bertola, Lorenzo<br />

Canova, Bruno Corà, Daniela<br />

Lancioni, Clau<strong>di</strong>o Spadoni) a rappresentare<br />

le nuove tendenze dell'arte<br />

italiana. Ad aprile la presentazione<br />

ufficiale. Nell'attesa, si<br />

potrà sfogliare il nuovo volume dei<br />

"Quaderni", Burri. Una vita <strong>di</strong> Piero<br />

Palombo, fresco <strong>di</strong> stampa.<br />

La Quadriennale si propone <strong>di</strong><br />

presentare gli artisti italiani che<br />

avranno l'opportunità <strong>di</strong> essere<br />

lanciati sulla scena internazionale.<br />

Quest'anno si ritorna a questo<br />

ruolo puntando sui giovani?<br />

Si ritorna, per l'appunto, nel senso<br />

che nella passata e<strong>di</strong>zione abbiamo<br />

avuto <strong>di</strong>versi giovani artisti<br />

che dopo la Quadriennale hanno<br />

fatto il salto, alcuni sul piano nazionale,<br />

altri all'estero: Manfre<strong>di</strong><br />

Beninati, Alessandra Giovannoni,<br />

Giuseppe Stampone, Alberto Di<br />

Fabio, ma ce ne sono molti altri...<br />

In che fascia <strong>di</strong> età rientrano gli<br />

artisti selezionati per la XV e<strong>di</strong>zione?<br />

Non sono né giovani, né vecchi.<br />

Come <strong>di</strong>rebbe Padoa Schioppa,<br />

sono della generazione dei "bamboccioni".<br />

Ma altro che "bamboccioni"...<br />

sono dei piccoli maestri,<br />

avendo già una certa carriera alle<br />

spalle!<br />

Qual è il contesto istituzionale<br />

con cui la Quadriennale interagisce?<br />

La Quadriennale lavora nel proprio<br />

contesto, essendo un'istituzione<br />

autonoma, come le "sorelle<br />

espositrici" italiane, la Biennale <strong>di</strong><br />

Venezia e la Triennale <strong>di</strong> Milano.<br />

La Quadriennale mette in mostra<br />

l'arte che si fa in Italia nel momento<br />

in cui si organizza la mostra.<br />

Questa è la nostra mission. I<br />

nostri punti <strong>di</strong> riferimento istituzionali<br />

sono due: i nostri azionisti,<br />

ovvero il Ministero per i beni e le<br />

attività culturali, nella misura del<br />

novanta per cento, e il Comune <strong>di</strong><br />

Roma, per il <strong>di</strong>eci. Non abbiamo<br />

collegamenti organici con altre<br />

istituzioni, benché manteniamo<br />

rapporti frequenti con la Cineteca<br />

Nazionale, la Direzione generale<br />

Gino Agnese<br />

davanti alla scultura<br />

<strong>di</strong> Mastroianni (foto<br />

M. De Leonar<strong>di</strong>s)<br />

degli archivi, alcuni<br />

uffici della Regione<br />

Lazio, Rai Teche.<br />

Abbiamo relazioni<br />

anche con il<br />

Ministero per gli<br />

affari esteri e gli<br />

Istituti italiani <strong>di</strong><br />

cultura all'estero<br />

perché, svolgendo<br />

attività e<strong>di</strong>toriale,<br />

inviamo i nostri<br />

volumi anche nelle<br />

biblioteche dei<br />

maggiori musei e<br />

delle più importanti<br />

università straniere.<br />

Tra i nostri<br />

compiti c'è anche<br />

quello <strong>di</strong> portare<br />

fuori dall'Italia la<br />

cultura artistica<br />

del nostro Paese.<br />

Quale sarà il budget <strong>di</strong> questa<br />

XV e<strong>di</strong>zione?<br />

<strong>Il</strong> budget è nell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> circa un<br />

milione e mezzo <strong>di</strong> euro. Le<br />

mostre costano molto, benché si<br />

faccia il possibile per fare gran<strong>di</strong><br />

economie.<br />

Non esiste l'idea<br />

della figura<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettoreartistico?<br />

No, perché<br />

non ce n'è<br />

bisogno. Per<br />

ogni e<strong>di</strong>zione il<br />

consiglio d'amministrazione,<br />

<strong>di</strong> cui fanno<br />

parte Elena<br />

Pontiggia, Luigi Paolo Finizio, Carlo<br />

Fabrizio Carli, Danilo Eccher e<br />

Ludovico Pratesi, nomina una<br />

commissione <strong>di</strong> cinque esperti<br />

che organizzano la mostra senza<br />

un tema specifico, selezionando<br />

un centinaio <strong>di</strong> artisti. Abbiamo<br />

chiamato Fuori tema l'ultima e<strong>di</strong>zione,<br />

proprio con la convinzione<br />

che il tema sia una specie <strong>di</strong> prigione<br />

per l'arte. La nostra rassegna<br />

non è una proposta organica,<br />

ma una riflessione sull'arte contemporanea<br />

in Italia, che è molto<br />

varia. Non abbiamo la presunzione<br />

<strong>di</strong> prendere solo alcune peculiarità<br />

delle sue esperienze, culture<br />

e approcci. Pensiamo <strong>di</strong> essere<br />

ad<strong>di</strong>rittura più moderni, perché<br />

abbiamo la convinzione <strong>di</strong> mettere<br />

su un ipertesto e non un testo.<br />

Dove l'ipertesto si forma per<br />

aggregazione, per accumulo ed é<br />

un prodotto della cultura informatica,<br />

quin<strong>di</strong> estremamente avanzato<br />

rispetto al testo che è, invece,<br />

un prodotto della cultura tipografica<br />

pre-internet.<br />

Quali saranno gli eventi e gli<br />

appuntamenti proposti nel quadriennio<br />

2008-2012?<br />

Sia io che i consiglieri d'amministrazione<br />

saremo in scadenza<br />

<strong>di</strong> mandato nella seconda<br />

“<br />

Prima del 2003 la Quadriennale<br />

era avvilita da consigli d'amministrazione<br />

litigiosi o da <strong>di</strong>rigenze pigre alla Oblomov,<br />

vere caricature, gente che, come <strong>di</strong>ceva<br />

Marinetti <strong>di</strong> suo padre avvocato civilista,<br />

spaccava il capello in quattro<br />

metà del 2009. Dunque non<br />

abbiamo questa preoccupazione<br />

<strong>di</strong> una gittata così a lungo<br />

termine. Però dato che nel<br />

2009 cade il centenario del<br />

Futurismo (tra l'altro la<br />

Quadriennale è stata il passaggio<br />

<strong>di</strong> molti futuristi della deuxième<br />

vague) de<strong>di</strong>cheremo uno<br />

dei nostri "Quaderni" a questo<br />

argomento.<br />

Ritiene che l'intervallo <strong>di</strong> quattro<br />

anni sia valido per documentare<br />

le novità più significative del<br />

panorama artistico nazionale?<br />

È chiaro che i tempi sono molto<br />

accelerati nella nostra con<strong>di</strong>zione<br />

storica e le novità si producono<br />

con frequenze più strette rispetto<br />

al passato. Però tutti i sociologi<br />

sono d'accordo su un punto: viviamo<br />

una <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ricapitolazione.<br />

Siamo sotto un bombardamento<br />

informativo che si riferisce anche<br />

all'arte contemporanea, vista la<br />

produzione continua <strong>di</strong> fiere,<br />

mostre, giornali, riviste... Come<br />

negli altri comparti culturali c'è<br />

un'assoluta necessità <strong>di</strong> ricapitolazione.<br />

Senza ricapitolazione non<br />

c'è comprensione, ma solo assunzione<br />

<strong>di</strong> frammenti che non aprono<br />

varco alla conoscenza. Dunque<br />

fare il punto ogni quattro anni sull'arte<br />

italiana è un momento <strong>di</strong><br />

ricapitolazione. In questo senso la<br />

Quadriennale è anche più importante<br />

<strong>di</strong> prima.<br />

Dal 2003, del resto, la<br />

Fondazione non ha mai smesso<br />

<strong>di</strong> lavorare...<br />

È stata fondamentale la consonanza<br />

tra il consiglio d'amministrazione<br />

e il presidente, grazie<br />

alla quale abbiamo messo il turbo.<br />

Prima del 2003 la Quadriennale<br />

era avvilita da consigli d'amministrazione<br />

litigiosi<br />

o da <strong>di</strong>rigenze<br />

pigre alla<br />

Oblomov, vere<br />

caricature,<br />

gente che,<br />

come <strong>di</strong>ceva<br />

Marinetti <strong>di</strong> suo<br />

padre avvocato<br />

civilista, spaccava<br />

il capello in<br />

quattro. Siamo<br />

partiti dalla location,<br />

avendo<br />

capito che non<br />

stavamo più bene a Palazzo delle<br />

Esposizioni. Non era più il palazzo<br />

della Quadriennale, ma quello dell'azienda<br />

speciale Palexpo, dove la<br />

Quadriennale era ospite neanche<br />

troppo gra<strong>di</strong>ta. Così, approfittando<br />

<strong>di</strong> una legge del 1937 che<br />

obbliga il Comune a costruire la<br />

sede per la Quadriennale, abbiamo<br />

aperto una trattativa fino a<br />

quando non ci è stato assegnato<br />

SPACCATO DI VITA IN UN QUADERNO PER BURRI<br />

"Ciò che veramente ci danno i gran<strong>di</strong> artisti, Burri<br />

come Fontana, Picasso come Pollock, non è tanto una<br />

materia o un gesto o un segno, quanto piuttosto una<br />

lezione <strong>di</strong> attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> vita: la volontà, la forza <strong>di</strong> far dell'arte,<br />

la libertà d'invenzione". È <strong>di</strong> un 'collega' - nella fattispecie<br />

<strong>di</strong> Piero Manzoni - la frase scelta per presentare<br />

la monografia <strong>di</strong> Alberto Burri e<strong>di</strong>ta da Electa per<br />

la collana "I quaderni della Quadriennale" e presentata<br />

a Villa Carpegna lo scorso 28 febbraio. A comporre il<br />

"ritratto" del maestro <strong>di</strong> Città <strong>di</strong> Castello, in oltre duecento<br />

pagine arricchite da un centinaio <strong>di</strong> fotografie,<br />

un giornalista e narratore <strong>di</strong> talento come Piero<br />

Palumbo, corredato dai contributi <strong>di</strong> tre autori che a<br />

Burri furono legati da rapporti d'amicizia: Giovanni<br />

Carandente, Lorenza Trucchi e Gino Agnese. Chiude il<br />

info.<br />

Fondazione Quadriennale<br />

Villa Carpegna<br />

Piazza Di Villa Carpegna (00165)<br />

Tel 06 9774531 Fax 06 97745309<br />

info@quadriennale<strong>di</strong>roma.org<br />

www.quadriennale<strong>di</strong>roma.org<br />

da giugno a settembre 2008<br />

Palazzo delle Esposizioni<br />

Via Nazionale 194 (00184)<br />

Tel 06 489411 Fax 06 68301087<br />

info@palazzoesposizioni.it<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

questo e<strong>di</strong>ficio. Villa Carpegna è<br />

una costruzione <strong>di</strong> fine '600 che il<br />

Comune aveva acquistato una<br />

quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni fa e restaurato.<br />

Siamo entrati qui per primi, dopo<br />

il restauro, arredando l'e<strong>di</strong>ficio e<br />

realizzando nel fabbricato a<strong>di</strong>acente<br />

il più moderno archivio<br />

biblioteca <strong>di</strong> arte contemporanea,<br />

che è stato aperto al pubblico nell'ottobre<br />

2006. Dal 2004 ad oggi<br />

sono uscite anche numerose pubblicazioni,<br />

a partire da<br />

Astrattismo Italiano, e c'è stato<br />

anche l'importante convegno<br />

internazionale Arte e cultura negli<br />

anni Novanta. Dalla fine del Muro<br />

all'11 settembre, <strong>di</strong> cui abbiamo<br />

pubblicato gli atti, corredando il<br />

volume del più completo repertorio<br />

delle mostre fatte in quel<br />

decennio.<br />

Quale taglio darete all'omaggio<br />

che la Quadriennale de<strong>di</strong>cherà a<br />

Luciano Fabro?<br />

Esporremo per la prima volta in<br />

Italia un'unica opera <strong>di</strong> Fabro.<br />

prestata dalla famiglia dell'artista:<br />

una scultura molto suggestiva,<br />

che ha un qualcosa <strong>di</strong> sepolcrale.<br />

Avrà un grande impatto<br />

sui visitatori, non appena entreranno<br />

a Palazzo delle Esposizioni.<br />

Nel catalogo, poi, non ci saranno<br />

testi critici su Fabro, ma pubblicheremo<br />

una pagina in cui è l'artista<br />

a spiegare le sue ragioni<br />

d'arte. �<br />

[manuela de leonar<strong>di</strong>s]<br />

volume la sezione "Apparati", con una cronologia delle<br />

mostre personali e delle principali mostre collettive,<br />

l'in<strong>di</strong>ce dei nomi e la bibliografia. Frutto <strong>di</strong> una ricerca<br />

durata quasi due anni, alla quale ha collaborato l'intera<br />

equipe dell'Archivio-Biblioteca della Quadriennale,<br />

"Burri. Una vita" non si pone esclusivamente come<br />

libro <strong>di</strong> critica d'arte, ma quale racconto dell'avventura<br />

esistenziale, la ricostruzione della cultura, delle amicizie,<br />

degli affetti <strong>di</strong> uno dei maggiori artisti italiani del<br />

Novecento: un uomo determinato, indocile e polemico,<br />

ma sorprendente per certa sua ironica innocenza…<br />

P.Palumbo, "Burri. Una vita", Electa, Milano, 2008. pp.<br />

208, 29 euro


48.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />

finalmente macro<br />

I percorsi, le passerelle, il movimento, i terrazzi. E poi il rosso, come spunto casuale prima e come segno <strong>di</strong><br />

sangue (e dunque <strong>di</strong> vita) poi. In un'intervista che segna l'inizio del conto alla rovescia per l'apertura <strong>di</strong> Macro<br />

(prevista tra sei mesi), O<strong>di</strong>le Decq a cuore aperto. In nome <strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong>namico...<br />

�� <strong>Il</strong> suo lavoro spazia da progetti<br />

architettonici a installazioni,<br />

che rappresentano vere e<br />

proprie opere d'arte, fino al<br />

design. Ritiene che il museo <strong>di</strong><br />

Roma sia un semplice intervento<br />

architettonico o un progetto che<br />

si colloca al confine tra più <strong>di</strong>scipline?<br />

<strong>Il</strong> MACRO comprende elementi<br />

che motivano e corroborano la<br />

mia architettura. In primo luogo,<br />

un museo d'arte contemporanea<br />

non è un'opera d'arte, non può<br />

esserlo. È un'opera d'architettura,<br />

ovvero uno spazio, o meglio, un<br />

insieme <strong>di</strong> spazi che permettono<br />

la presentazione <strong>di</strong> opere d'arte. È<br />

per questo che ci siamo dovuti<br />

rendere talvolta neutri (nelle sale<br />

espositive) e talvolta orientati al<br />

movimento (nei percorsi).<br />

Tuttavia, anche se tutto sembra<br />

essere in movimento nello spazio<br />

a causa delle passerelle, delle<br />

scale, degli ascensori; l'architettura<br />

permette una concentrazione,<br />

un'intimità. Lascia che il visitatore<br />

possa rallentare il suo percorso.<br />

Signora Decq, lei è sempre più<br />

legata al contemporaneo...<br />

<strong>Il</strong> mio interesse per l'arte contemporanea<br />

non cessa <strong>di</strong> crescere.<br />

Colleziono, realizzo gallerie d'arte,<br />

faccio installazioni. E tutto già da<br />

molto tempo. Ultimamente mi si<br />

è chiesto <strong>di</strong> esporre in prima persona.<br />

Non ho voluto presentare<br />

uno dei miei progetti d'architettura<br />

- una galleria non è luogo adatto<br />

a questo -, ma ho pensato ad<br />

una pièce che giocasse con lo<br />

spazio e che avesse una vita propria.<br />

Ecco come è nata<br />

Homéostasie, un'opera che interpreta<br />

ciò che per me è l'equilibrio<br />

<strong>di</strong>namico. Si può <strong>di</strong>re che con<br />

questo pezzo ho cercato <strong>di</strong> passare<br />

dall'altra parte dello specchio,<br />

<strong>di</strong> cambiare punto <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong><br />

fuggire il campo stretto dell'architettura<br />

e dello spazio architettonico.<br />

Crede che questa interazione<br />

tra arti possa esserci solo quando<br />

due <strong>di</strong>scipline si "scontrano",<br />

in questo caso per la destinazione<br />

d'uso a museo, o anche con<br />

semplici interventi <strong>di</strong> architettura?<br />

Arte e architettura possono<br />

incontrarsi in ogni istante. E non<br />

c'è solo il museo, c'è anche lo<br />

spazio pubblico, gli ambiti della<br />

vita privata. <strong>Il</strong> museo non è<br />

comunque l'unico luogo d'interazione.<br />

A questo proposito, considerato<br />

il suo interesse crescente per la<br />

materia, avrà un'attenzione particolare<br />

per il design e gli arre<strong>di</strong><br />

dell'avventura romana? Quali<br />

saranno gli spazi più caratteriz-<br />

a destra: O<strong>di</strong>le Decq<br />

in basso: un rendering del<br />

progetto<br />

zati? La biblioteca? <strong>Il</strong><br />

ristorante?<br />

Non vi saranno zone specificatamente<br />

de<strong>di</strong>cate ad<br />

interventi <strong>di</strong> design.<br />

Comunque ho <strong>di</strong>segnato<br />

'oggetti' per gli spazi del<br />

ristorante, della libreria,<br />

della sala <strong>di</strong> lettura, della<br />

sala conferenze, del bar...<br />

I segni <strong>di</strong>stintivi, che connotano<br />

le sue architetture,<br />

sono identificabili<br />

anche nel progetto<br />

museale? Ad esempio,<br />

l'uso del colore rosso,<br />

presente anche nel caso<br />

romano, ha per lei un<br />

significato particolare?<br />

<strong>Il</strong> rosso è arrivato poco a<br />

poco dopo molti anni.<br />

“<br />

Sebbene tutti <strong>di</strong>cano che<br />

sette anni <strong>di</strong> cantiere in Italia sono<br />

pochi, posso garantire che, se<br />

confrontati ad altri paesi, sono<br />

decisamente tanti<br />

All'inizio l'ho semplicemente<br />

fatto, non gli ho dato un senso<br />

particolare. In realtà ogni volta<br />

che partecipo ad una conferenza<br />

mi viene posta sempre questa<br />

domanda. E allora rispondo<br />

che dapprincipio il rosso era<br />

nato per rendere un forte contrasto<br />

con il nero. Di seguito è<br />

stato pensato come rosso-sangue<br />

e dunque rosso-vita.<br />

<strong>Il</strong> museo <strong>di</strong> Roma è stato definito<br />

come un progetto alla<br />

ricerca <strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong>namico,<br />

che è <strong>di</strong> per sé una contrad<strong>di</strong>zione<br />

in termini. È alla<br />

ricerca <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> rottura<br />

che generi un'instabilità creativa<br />

riconducibile all'arte contemporanea?<br />

L'equilibrio <strong>di</strong>namico non è una<br />

contrad<strong>di</strong>zione in termini, la<br />

prova è la definizione <strong>di</strong><br />

"Homeostasie", ovvero il termine<br />

che definisce nelle scienze<br />

l'equilibrio <strong>di</strong>namico stesso. Si<br />

tratta dell'equilibrio che sta giusto<br />

al limite della rottura; quell'equilibrio<br />

che un nonnulla può<br />

mettere in movimento.<br />

Quell'equilibro nel quale forze<br />

apparentemente contrad<strong>di</strong>ttorie<br />

trovano un punto <strong>di</strong> stabilità<br />

a <strong>di</strong>spetto del movimento tutt'intorno.<br />

In una sua precedente intervista,<br />

ha definito Roma come la<br />

città ideale per la nuova architettura,<br />

la capitale secondo lei<br />

è effettivamente pronta ad<br />

accogliere un progetto come il<br />

suo, definito <strong>di</strong> "rottura con il<br />

passato"?<br />

Ho detto che il contesto romano,<br />

statico da tanto tempo, sarebbe<br />

un ambito ideale per sperimentare<br />

sull'architettura. Ho costatato<br />

che se un territorio è fermo da<br />

molto e si rimette in moto, va<br />

molto più spe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> un territorio<br />

che in moto c'è sempre stato.<br />

Roma ha cominciato a mettersi<br />

in moto. E lo deve fare ben forte<br />

nel futuro se non vuole addormentarsi<br />

<strong>di</strong> nuovo.<br />

E TUTT'INTORNO È GIÀ MACROZONA<br />

L'abbiamo battezzata già da qualche tempo - con la<br />

nostra mania per i neologismo in fatto <strong>di</strong> art<strong>di</strong>strict -<br />

"Macrozona". Ed è proprio una macro zona <strong>di</strong> gallerie e<br />

spazi privati de<strong>di</strong>cati all'arte quella che si sta creando<br />

attorno ad un museo che non è ancora stato inaugurato<br />

(aprirà per la prima volta in occasione della prossima<br />

Notte Bianca romana, ad inizio settembre). E, dunque,<br />

per chi non si accontenta dell'importante mostra <strong>di</strong><br />

Nahum Tevet che il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Macro, Danilo Eccher,<br />

cura negli spazi <strong>di</strong> via Reggio Emilia<br />

(www.macro.roma.museum; mart-dom 9-19;<br />

06671070423) o dell'altrettanto interessante retrospettiva<br />

su Giuseppe Gallo visitabile fino al 24 marzo, ci<br />

sarà a <strong>di</strong>sposizione un intero quartiere ingemmato <strong>di</strong><br />

gallerie. A partire dalla stessa via Reggio Emilia tra decani<br />

della zona e newcomers. La galleria più importante del<br />

quartiere è senza dubbio la Oredaria <strong>di</strong> Marina Covi Celli<br />

(via Reggio Emilia 22; www.oredaria.it) dove fino all'8<br />

marzo c'è una mostra da non perdere del grande<br />

Maurizio Mochetti. Sempre fino all'8 marzo Antonello<br />

Bulgini è in mostra da Hybrida (via Reggio Emilia 32;<br />

www.hybridacontemporanea.it) mentre il giovanissimo<br />

lituano Andrius Zakarauskas è protagonista <strong>di</strong> una per-<br />

In questo progetto, oltre al<br />

classico, si è dovuta rapportare<br />

con un contesto anche storico,<br />

qual è stata la strategia?<br />

<strong>Il</strong> solo elemento importante <strong>di</strong><br />

riflessione concettuale rispetto<br />

al progetto alle sue origini è<br />

stato l'obbligo <strong>di</strong> mantenere le<br />

facciate. E poi c'è stata questa<br />

necessità <strong>di</strong> rottura. Per far sì<br />

che il visitatore entrasse davvero<br />

in un altro universo. Per vedere<br />

l'arte contemporanea in una<br />

città dove non è visibile a causa<br />

delle tante preesistenze.<br />

<strong>Il</strong> titolo del concorso <strong>di</strong> Roma<br />

era "territori sensuali", come<br />

se l'ipotetico visitatore del<br />

museo dovesse compiere un<br />

percorso attraverso il quale si<br />

rapporta a nuove sensazioni<br />

che scaturiscono dall'interazione<br />

con l'e<strong>di</strong>ficio. Quanto<br />

conta la percezione dello spazio<br />

e che rapporto si crea in un<br />

museo tra opere d'arte e<br />

architettura?<br />

<strong>Il</strong> titolo faceva riferimento al<br />

fatto che aprirsi all'arte contemporanea<br />

significa mettere in<br />

gioco tutti i nostri sensi. E l'architettura<br />

è il territorio <strong>di</strong> questi<br />

sensi. Alla stessa maniera il<br />

<strong>di</strong>sequilibrio legato alle pendenze,<br />

le texture <strong>di</strong> materiali cangianti<br />

sotto ai pie<strong>di</strong> del visitatore,<br />

i punti <strong>di</strong> vista variabili (contro<br />

sole, in obliquo, davanti alle<br />

vetrate...), tutto ciò mette in<br />

campo il rapporto <strong>di</strong>retto con<br />

l'opera e permette <strong>di</strong> creare dei<br />

rapporti successivi legati alla<br />

scoperta. È un po' come in uno<br />

spazio barocco con molteplici<br />

punti <strong>di</strong> fuga.<br />

Vi sono stati dei brutti momenti<br />

in quest'avventura?<br />

<strong>Il</strong> cantiere non ha passato dei<br />

momenti brutti. Comunque la<br />

gestione dei tempi è stata complicata.<br />

Ho progressivamente<br />

capito che la cosa sarebbe<br />

stata lunga. Perché se tutti<br />

<strong>di</strong>cono che sette anni <strong>di</strong> cantiere<br />

in Italia sono pochi, posso<br />

garantire che, se confrontati ad<br />

altri paesi, sono decisamente<br />

tanti. �<br />

[a cura <strong>di</strong> valia bariello]<br />

sonale al Traghetto (via Reggio Emilia 25; www.galleriatraghetto.it).<br />

Sempre curiosa la programmazione <strong>di</strong><br />

Mondo Bizzarro (via Reggio Emilia 32c; www.mondobizzarro.net)<br />

che tra arte soft core e neo pop offre un fornitissimo<br />

bookshop da non mancare. <strong>Il</strong> Sole (via<br />

Nomentana 169; www.galleriailsole.it) propone con<br />

costanza ormai dal 2003 una programmazione <strong>di</strong> qualità<br />

de<strong>di</strong>cata quasi esclusivamente alla giovane figurazione<br />

italiana e sempre sull'Italia sembrano focalizzati i<br />

primi vagiti delle nuovissime Endemica (via Mantova 14;<br />

www.endemica.it), che presenta per questa primavera<br />

una mostra <strong>di</strong> Bruno Ceccobelli, e Segni Mutanti (via<br />

Velletri 30; www.segnimutanti.it) che fino al 7 marzo<br />

presente le carte <strong>di</strong> Emilio Leofred<strong>di</strong>. Per coloro che poi<br />

avessero ancora voglia <strong>di</strong> spazi istituzionali, la zona non<br />

è affatto avara. E, oltre al Macro, gli art-lovers possono<br />

sbizzarrirsi tra la programmazione internazionale del<br />

Goethe Institute (via Savoia 15; www.goethe.de/roma) e<br />

le proposte <strong>di</strong> altissimo profilo dei Musei <strong>di</strong> Villa Torlonia<br />

(via Nomentana 70; www.museivillatorlonia.it, nel Casino<br />

dei Principi una personale <strong>di</strong> Carlo Livi fino al 15 giugno)<br />

all'interno della quale, tra non molto, aprirà a quanto<br />

pare un polo internazionale de<strong>di</strong>cato alla performance...


50.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />

un'azienda proprio speciale<br />

Cinquantenne, romano, esperto delle gestioni culturali pubblico-privato. Ma soprattutto manager. Evviva la faccia. Per<br />

carità, nulla contro i <strong>di</strong>rettori artistici, ma <strong>di</strong> fronte all'efficienza, alla capacità <strong>di</strong> maneggiare eventi culturali, ma anche<br />

numeri e conti ed al piglio aziendalista non possiamo che compiacerci. Mario De Simoni si ritrova, da gennaio, a fare il<br />

<strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> Palaexpo, che è un'azienda speciale del Comune <strong>di</strong> Roma e che non vuol <strong>di</strong>re 'solo' Palazzo delle<br />

Esposizioni. Racconto <strong>di</strong> come si può <strong>di</strong>rigere un grande polo culturale pur non avendo stu<strong>di</strong>ato Storia dell'Arte…<br />

�� Dal primo gennaio è <strong>di</strong>ventato<br />

<strong>di</strong>rettore generale<br />

dell'Azienda Speciale Palaexpo.<br />

Come vice<strong>di</strong>rettore generale si<br />

occupava della parte operativa<br />

della gestione del Palazzo, mentre<br />

ora le spettano anche la<br />

programmazione culturale, il<br />

marketing, la comunicazione.<br />

Fino a che anno la programmazione<br />

è già fatta (e dunque se la<br />

ritrova in ere<strong>di</strong>tà) e a partire<br />

da quando la sta progettando<br />

ex novo?<br />

La programmazione del Palazzo<br />

delle Esposizioni è frutto <strong>di</strong> un<br />

approccio <strong>di</strong>alettico, fra presidente,<br />

<strong>di</strong>rettore generale, consiglieri<br />

<strong>di</strong> amministrazione,<br />

responsabile delle attività culturali,<br />

curatori. La sintesi gestionale<br />

è poi affidata al <strong>di</strong>rettore<br />

generale. Stiamo ora lavorando<br />

all'affinamento della programmazione<br />

2010 e alla definizione<br />

<strong>di</strong> quella 2011. Devo anche <strong>di</strong>re<br />

che proprio il processo <strong>di</strong>alettico<br />

a cui ho fatto riferimento mi<br />

aveva comunque visto in qualche<br />

modo partecipe delle scelte operate<br />

sotto la precedente <strong>di</strong>rezione<br />

generale.<br />

Continuerete su questa formula<br />

o c'è all'orizzonte la nomina<br />

<strong>di</strong> una figura che potremmo<br />

tutti gli spazi <strong>di</strong> palaexpo.<br />

Palazzo delle<br />

Esposizioni<br />

via Nazionale 194 -<br />

00184 - Roma<br />

Tel 06 489411<br />

Fax 06 68301087<br />

info@palazzoesposizioni.it<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

Teatro del Lido<br />

via Delle Sirene 22 -<br />

00121 - Roma<br />

Tel 06 56339753<br />

www.teatrolido.it<br />

Scuderie del<br />

Quirinale<br />

via XXIV Maggio 16<br />

- 00187 - Roma<br />

Tel 06 39967500/696271<br />

info@scuderiequirinale.it<br />

www.scuderiequirinale.it<br />

Zoneattive<br />

Foresteria della Casa<br />

del Jazz<br />

viale <strong>di</strong> Porta<br />

Ardeatina 55 - 00154 - Roma<br />

Tel 06 70473500 Fax 06 77261202<br />

www.zoneattive.it<br />

Casa del Jazz<br />

viale Di Porta<br />

Ardeatina 55 - 00154<br />

- Roma<br />

Tel 06 48941205/48941208<br />

www.casajazz.it<br />

Casa del Cinema<br />

via Marcello<br />

Mastroianni 1 - 00127<br />

- Roma<br />

Tel 06 423601 Fax 06 42016191<br />

info.cdc@palaexpo.it<br />

www.casadelcinema.it<br />

chiamare '<strong>di</strong>rettore artistico'?<br />

Ritengo che l'attuale assetto sia<br />

quello giusto per un luogo in cui<br />

accadono eventi anche molto<br />

<strong>di</strong>versi l'uno dall'altro, contrassegnati<br />

dalla multi<strong>di</strong>sciplinarietà e<br />

dalla varietà sia dei linguaggi che<br />

dei contenuti.<br />

Ad oggi lei deve proporre<br />

mostre <strong>di</strong> qualità e, al contempo,<br />

garantire al Palazzo, come<br />

<strong>di</strong>re, un cash flow. Come evitare<br />

il rischio della commercializzazione<br />

degli eventi a scapito<br />

della qualità?<br />

Ricordando sempre quella che è<br />

la nostra missione istituzionale,<br />

che viene prima <strong>di</strong> qualsiasi<br />

approccio <strong>di</strong> marketing.<br />

L'azienda - e noi siamo un'azienda<br />

- rappresenta in questo caso<br />

la <strong>di</strong>mensione economica <strong>di</strong> una<br />

missione più vasta e fondante,<br />

quella culturale. Svolta a beneficio<br />

<strong>di</strong> tutta la citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Dopo cinque anni <strong>di</strong> chiusura<br />

per restauri, il Palazzo delle<br />

Esposizioni ha riaperto i battenti<br />

con le tre mostre de<strong>di</strong>cate<br />

a Mark Rothko,<br />

Stanley Kubrick e<br />

Mario Ceroli, che dal 6<br />

ottobre allo scorso 6<br />

gennaio hanno portato<br />

oltre centosessantamila<br />

visitatori, con una<br />

me<strong>di</strong>a giornaliera <strong>di</strong><br />

duemila persone. Al <strong>di</strong><br />

là dei dati positivi, cosa<br />

poteva andare meglio?<br />

Ancora più visitatori. Al<br />

<strong>di</strong> là della battuta, dobbiamo<br />

lavorare ancora<br />

meglio sulla segnaletica e, in<br />

generale, per consentire al visitatore<br />

<strong>di</strong> orientarsi con imme<strong>di</strong>atezza<br />

all'interno <strong>di</strong> uno spazio<br />

architettonico articolato come<br />

quello del PdE.<br />

Business abbonamenti e card.<br />

Come sta andando, in concreto?<br />

Siamo piuttosto sod<strong>di</strong>sfatti.<br />

Annunciato a ottobre e partito a<br />

<strong>di</strong>cembre, il progetto membership<br />

ha registrato in poco più <strong>di</strong><br />

due mesi mille adesioni. Tra i<br />

nuovi abbonati, molti sono coloro<br />

che hanno scelto la formula <strong>di</strong><br />

adesione multipla: due o quattro<br />

card con un risparmio economico<br />

davvero significativo.<br />

Numerosi sono anche coloro<br />

che ogni giorno scelgono l'abbonamento<br />

al Palazzo delle<br />

Esposizioni come regalo; un<br />

dono che dura 365 giorni e che<br />

riserva moltissime sorprese.<br />

Per noi, il risultato <strong>di</strong> mille abbonamenti<br />

non è che un punto <strong>di</strong><br />

partenza. Abbiamo allo stu<strong>di</strong>o<br />

altre forme <strong>di</strong> coinvolgimento<br />

degli abbonati e nuove proposte<br />

che coinvolgano tutte le se<strong>di</strong><br />

dell'Azienda.<br />

Una Sala Cinema, un<br />

Au<strong>di</strong>torium, un Forum e una<br />

libreria rendono l'offerta del<br />

Palazzo continua e ricchissima<br />

grazie alle rassegne <strong>di</strong> cinema,<br />

letture, incontri con gli artisti<br />

oltre alle esposizioni. In che<br />

percentuale questi spazi - che<br />

avete la possibilità anche in<br />

parte <strong>di</strong> dare in affitto - contribuiscono<br />

al vostro budget?<br />

La percentuale, intesa come<br />

qualcosa che fotografa un dato<br />

economico, si limita per ora,<br />

“<br />

Con le prime<br />

mostre al Palazzo delle<br />

Esposizioni avete totalizzato<br />

centosessantamila visitatori.<br />

Cosa poteva andare meglio?<br />

Beh, potevamo fare ancora<br />

più visitatori…<br />

nelle nostre previsioni, all'otto<br />

per cento dei ricavi <strong>di</strong> PdE.<br />

Credo che questo dato sia prudenziale<br />

e sia destinato a crescere.<br />

Queste attività rappresentano<br />

una grande ricchezza<br />

culturale e un vero marchio <strong>di</strong><br />

fabbrica del PdE. <strong>Il</strong> dato però che<br />

mi piace sottolineare, se si parla<br />

<strong>di</strong> percentuali, è che l' Azienda<br />

Speciale Palaexpo raggiunge<br />

una capacità <strong>di</strong> autofinanziamento,<br />

rispetto al contratto <strong>di</strong><br />

servizio del Comune <strong>di</strong> Roma,<br />

che sfiora il settanta per cento.<br />

È un risultato straor<strong>di</strong>nario, <strong>di</strong><br />

cui tutti noi an<strong>di</strong>amo fieri, essendo<br />

consapevoli del fatto che la<br />

tensione verso le <strong>di</strong>verse capacità<br />

<strong>di</strong> autofinanziamento debba<br />

essere massima, data la situazione<br />

della finanza locale e i tagli<br />

intervenuti nei trasferimenti<br />

dallo Stato.<br />

Open Colonna è stato criticato<br />

per essere <strong>di</strong>ventato teatro (o<br />

teatrino?) <strong>di</strong> una certa Roma<br />

con gli zigomi rifatti e la rinoplastica<br />

che ama più le chiacchiere<br />

attorno ad un tavolo (o,<br />

meglio, voracemente ad un buffet)<br />

piuttosto che l'arte. Com’è<br />

la situazione ora?<br />

Un avvio in corsa comporta<br />

sempre qualche incertezza iniziale.<br />

Devo <strong>di</strong>re che Antonello<br />

Colonna è stato il primo a rendersi<br />

conto della delicatezza del<br />

compito che lo attende. Esiste<br />

ora una buona comunicazione<br />

fra noi e OpenColonna, e il ristorante<br />

è molto rispettoso delle<br />

più generali esigenze del luogo in<br />

cui opera.<br />

<strong>Il</strong> 2008 si presenta come un<br />

anno ricco <strong>di</strong> eventi, con il festival<br />

della fotografia alle<br />

porte e il ritorno della<br />

Quadriennale. Cosa si<br />

aspetta da questa stagione<br />

in termini <strong>di</strong><br />

numeri? Quali sono le<br />

vostre proiezioni?<br />

Riguardo alle sole<br />

mostre <strong>di</strong>rettamente<br />

organizzate da noi, <strong>di</strong>rei<br />

che quattrocentomila<br />

visitatori dall'inaugurazione<br />

sino alla fine delle<br />

mostre Etruschi nel<br />

Lazio e Bill Viola (Epifania 2009)<br />

sono una previsione sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

L'Azienda Speciale Palaexpo<br />

oltre al Palazzo delle<br />

Esposizioni gestisce anche le<br />

Scuderie del Quirinale, la Casa<br />

del Cinema, la Casa del Jazz e il<br />

PROSSIMAMENTE A PALAZZO<br />

Mario De<br />

Simoni<br />

insieme a<br />

Wim<br />

Wenders<br />

Teatro del Lido <strong>di</strong> Ostia. Un<br />

contributo non in<strong>di</strong>fferente<br />

all'offerta culturale della<br />

Capitale. In quale posizione colloca<br />

l'operato dell'Azienda nel<br />

panorama artistico della città?<br />

L'Azienda si pone oggi come un<br />

grande generatore <strong>di</strong> cultura,<br />

forse il più grande d'Italia, se si<br />

esclude lo spettacolo dal vivo.<br />

Quali sono i 'numeri' complessivi<br />

dell'Azienda Speciale in termini<br />

<strong>di</strong> budget annuale, visitatori<br />

totali?<br />

Un budget <strong>di</strong> circa venti milioni <strong>di</strong><br />

euro, un milione <strong>di</strong> visitatori su<br />

tutte le se<strong>di</strong> dell'Azienda a regime.<br />

Siete un'azienda del Comune <strong>di</strong><br />

Roma. E il Comune <strong>di</strong> Roma è in<br />

un momento particolare…<br />

Non so chi sarà il prossimo sindaco.<br />

Se mi chiede un parere su<br />

Francesco Rutelli, romano,<br />

ricordo che è con lui e con le sue<br />

amministrazioni che è cominciata<br />

la rinascita <strong>di</strong> questa città e<br />

che si è avviato un processo <strong>di</strong><br />

attenzione alle tematiche del<br />

bello e della civiltà culturale. �<br />

Fra le prossime occasioni per vedere il ritrovato<br />

Palaexpo alla prova, dopo lo scoppiettante debutto,<br />

ci sarà la settima e<strong>di</strong>zione del FotoGrafia-<br />

Festival, che non si fa sfuggire l'occasione per<br />

eleggere il centro d'arte <strong>di</strong> via Nazionale a sua<br />

sede centrale. La rassegna - al via il 4 aprile con il<br />

titolo Vedere la normalità. La fotografia racconta<br />

il quoti<strong>di</strong>ano - vi terrà infatti le mostre più importanti,<br />

tutte nuove produzioni presentate in anteprima,<br />

oltre ad una ricca programmazione <strong>di</strong> eventi,<br />

proiezioni, letture <strong>di</strong> portfolio, presentazioni e<br />

incontri con protagonisti del mondo dell'arte italiana<br />

e internazionale. Un festival che conferma la sua attenzione alla giovane<br />

fotografia emergente, e che a via Nazionale propone un gruppo <strong>di</strong><br />

giovani fotografi, Paolo Woods, Leonie Purchas e Lucia Nimcova, tutti<br />

nati negli anni '70, che presentano tre mostre legate da un tema comune:<br />

la tendenza a occuparsi <strong>di</strong> argomenti e storie sempre più personali.<br />

Sempre al Palazzo delle Esposizioni la nuova produzione <strong>di</strong> Gabriele<br />

Basilico, quest'anno protagonista della Commissione Roma annoVI con<br />

un lavoro sul fiume Tevere che si rifà alle atmosfere dei due più importanti<br />

lavori del fotografo milanese: "Bord du mer" sui porti della<br />

Norman<strong>di</strong>a e "Beirut 1991", per il particolare colore che riprende nelle<br />

nuove fotografie <strong>di</strong> Roma. Nel ricco programma della kermesse curata<br />

da Marco Delogu, anche la seconda e<strong>di</strong>zione del Premio Internazionale<br />

FotoGrafia Baume & Mercier, ed il workshop sul territorio laziale, condotto<br />

da Olivo Barbieri e David Farrell con progetti sulla via Francigena.<br />

Dal 4 Aprile - 25 Maggio 2008<br />

www.fotografiafestival.it


54.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />

la fondazione<br />

che si farà museo<br />

Giovanni Guastalla, impren<strong>di</strong>tore, si racconta e racconta la propria creatura che sta prendendo sempre più corpo<br />

a Roma. La Fondazione Guastalla, dopo i primi vagiti nel centro storico della città, apre un nuovo e più<br />

funzionale spazio nella zona del Macro. Con l'idea <strong>di</strong>…<br />

�� Giovanni Guastalla, dopo<br />

Mendrisio e Milano, la<br />

Fondazione apre a Roma una<br />

sede. Ma non aveva già aperto<br />

uno spazio un anno fa?<br />

L'anno scorso si era aperto solo un<br />

ufficio le cui <strong>di</strong>mensioni non erano<br />

sufficienti a permettere l'esposizione<br />

<strong>di</strong> opere della collezione. Ora è<br />

stato approntato un vero spazio<br />

espositivo, in cui sarà esposta solo<br />

una collezione permanente, non<br />

saranno infatti realizzate delle<br />

mostre.<br />

Come nasce il suo interesse per<br />

l'arte?<br />

La mia passione per l'arte nasce<br />

molto presto, già durante il liceo.<br />

Pur avendo intrapreso all'università<br />

gli stu<strong>di</strong> economici, la mia passione<br />

è restata sempre latente ma<br />

mai <strong>di</strong>menticata. Una passione che<br />

ha attraversato tutta la storia dell'arte.<br />

Inizialmente mi interessava,<br />

infatti, l'arte antica, poi, per un<br />

lungo periodo, quella moderna.<br />

E l'arte contemporanea? Quando<br />

è arrivata?<br />

L'incontro, nel 2003, con Ludovico<br />

Pratesi, attuale <strong>di</strong>rettore artistico<br />

della Fondazione, è stato determinante<br />

per il mio completo avvicinamento<br />

all'arte contemporanea. Da<br />

allora, dall'iniziale approccio amatoriale,<br />

ho cominciato a visitare gallerie,<br />

musei, fiere, a leggere, a stu<strong>di</strong>are,<br />

per conoscere in maniera più<br />

approfon<strong>di</strong>ta, e ad acquistare i<br />

primi lavori.<br />

Che processo ha avuto la creazione<br />

della sua collezione?<br />

Dapprima ero principalmente<br />

orientato verso i giovani artisti italiani.<br />

Ma presto mi sono reso conto<br />

che il linguaggio dell'arte contemporanea<br />

è trasversale e quin<strong>di</strong> non<br />

può limitarsi ad uno specifico ambito<br />

geografico. E così sono entrati a<br />

far parte della collezione artisti<br />

come Peter Halley, James<br />

“<br />

L'incontro, nel 2003, con<br />

Ludovico Pratesi, attuale <strong>di</strong>rettore<br />

artistico della Fondazione, è stato<br />

determinante per il mio completo<br />

avvicinamento all'arte contemporanea<br />

Casbere o William Kentridge, che<br />

sono qui esposti.<br />

Tra l'arte contemporanea e quella<br />

moderna o antica vede una<br />

grossa frattura?<br />

Fondamentalmente no. La grossa<br />

<strong>di</strong>versità la vedo nell'approccio. Nel<br />

passato c'erano le gran<strong>di</strong> committenze<br />

che, in qualche maniera, dettavano<br />

i programmi iconografici.<br />

Ora, invece, l'artista ha una più<br />

ampia libertà d'azione, può così<br />

portare avanti una propria ricerca<br />

personale, esplorare apertamente<br />

temi e me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>versi. E trovo che<br />

conoscere i meccanismi <strong>di</strong> ricerca<br />

e <strong>di</strong> riflessione degli artisti sia un<br />

aspetto altrettanto interessante e<br />

affascinante.<br />

Da quali istanze nasce l'idea <strong>di</strong><br />

aprire una fondazione?<br />

Dall'intento <strong>di</strong> mostrare anche<br />

all'esterno le opere <strong>di</strong> artisti altrimenti<br />

costretti ad una <strong>di</strong>mensio-<br />

in alto:<br />

Giovanni<br />

Guastalla<br />

a sinistra:<br />

Ludovico<br />

Pratesi negli<br />

spazi della<br />

Fondazione<br />

in basso: Logo<br />

della<br />

Fondazione<br />

ne fortemente privata, per far<br />

percepire l'arte contemporanea<br />

con una chiave più <strong>di</strong>retta, con<br />

l'intenzione <strong>di</strong> far avvicinare più<br />

pubblico possibile.<br />

E per far avvicinare maggior<br />

pubblico, pensa <strong>di</strong> rivolgersi<br />

anche alle fasce più piccole, ad<br />

esempio alle scuole?<br />

Certamente. Come ben insegna<br />

la Fondazione Sandretto, che ha<br />

impiantato un efficiente settore<br />

della <strong>di</strong>dattica, anch'io ho in programma<br />

<strong>di</strong> attuare un programma<br />

<strong>di</strong>dattico rivolto alle scuole,<br />

dove purtroppo ancora manca<br />

un'educazione all'arte contemporanea.<br />

GLI ALTRI PROGRAMMI DELLA GUSTALLA. PARLA LUDOVICO PRATESI<br />

Quali saranno le personalità coinvolte nei primi incontri presso la fondazione? "<strong>Il</strong> programma dell'attività della<br />

Fondazione Guastalla prevede, per l'iniziale periodo marzo-giugno, delle tavole rotonde con una cadenza mensile, che<br />

hanno l'obiettivo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re temi quali il collezionismo, il mercato, la critica e i protagonisti dell'arte, ovvero l'artista.<br />

Per i rispettivi temi, sono stati invitati Giovanni Giuliani (collezionista), Lia Rumma (gallerista), Achille Bonito Oliva<br />

(critico) e Francesco Vezzoli (artista)". È il <strong>di</strong>rettore artistico della ‘Guastalla’, Ludovico Pratesi, a chiarire i prossimi<br />

obiettivi della Fondazione. A quanto ammonta il numero <strong>di</strong> collezionisti che afferiscono alla Fondazione? Come pensate<br />

<strong>di</strong> aumentarli per fare ancora più massa critica? "In stretti rapporti con l'Associazione Giovani Collezionisti, la<br />

Fondazione ha contatti con un cospicuo numero <strong>di</strong> collezionisti - solo a Roma circa una sessantina - impegnati nelle<br />

attività <strong>di</strong> promozione dell'arte contemporanea. Come detto, un accurato programma <strong>di</strong> seminari, visite guidate,<br />

incontri, tavole rotonde sarà l'ideale occasione per creare una vera e propria cultura del collezionismo". Un cenno<br />

agli spazi espositivi della Fondazione. Come si compongono architettonicamente e strutturalmente? "Ampi locali,<br />

situati al terzo piano <strong>di</strong> una caratteristica palazzina dei primi del Novecento, sapientemente risistemati, dove ogni<br />

cosa, dalle panche ai <strong>di</strong>vani, è stato appositamente creato, con un sistema <strong>di</strong> illuminazione ultima generazione, oltre<br />

agli ambienti specificamente de<strong>di</strong>cati agli uffici: poco meno <strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> vani, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse".<br />

info.<br />

Fondazione Guastalla<br />

via Franscini, 10 - 6850, Mendrisio (CH)<br />

Tel +41 91 6469262<br />

Fax +41 91 6469272<br />

via M. Barozzi, 6 - 20122, Milano<br />

Tel 02 76318866<br />

Fax0276028214<br />

viale Regina Margherita, 262 - 00198, Roma<br />

info@fondazioneguastalla.com<br />

www.fondazioneguastalla.com<br />

La scelta <strong>di</strong> Roma come si configura<br />

in tutto questo?<br />

Roma è una città che ha una<br />

forte connotazione turistica: è<br />

caotica, frenetica, e anche l'arte,<br />

molto spesso, ha una fruizione<br />

massificata, ed è vista come qualsiasi<br />

altro campo <strong>di</strong> speculazione<br />

economica. La Fondazione, che<br />

non ha assolutamente scopi <strong>di</strong><br />

lucro, vuole invece promuovere<br />

degli eventi che abbiano come<br />

principale obiettivo quello <strong>di</strong> far<br />

avvicinare quante più persone è<br />

possibile all'arte. E Roma ha delle<br />

gran<strong>di</strong> potenzialità.<br />

Ora aprite dunque questa nuova<br />

sede nella Macro-zona, che raddoppia<br />

i già inaugurati uffici nel<br />

centro storico della città. Cosa<br />

farete nel nuovo spazio?<br />

La zona Macro è un buon polo.<br />

Nel nuovo spazio essenzialmente<br />

si organizzeranno degli eventi,<br />

seminari e incontri sugli artisti e<br />

sulle loro opere. Col desiderio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare anche un collettore per<br />

altri investitori.<br />

Ci sarà modo per i normali visitatori<br />

<strong>di</strong> vedere qualcosa <strong>di</strong> assimilabile<br />

al concetto <strong>di</strong> mostra o<br />

<strong>di</strong> esposizione permanente?<br />

Su appuntamento la<br />

Fondazione sarà aperta al pubblico.<br />

Quella che visiterà sarà<br />

una parte della collezione che,<br />

perio<strong>di</strong>camente, vedrà ruotare<br />

le <strong>di</strong>verse opere. Questo sarà<br />

quin<strong>di</strong> un ulteriore incentivo a<br />

venire in Fondazione.<br />

Immaginate collaborazioni con<br />

altre fondazioni che hanno sede<br />

a Roma? In che termini?<br />

Sì, ovviamente si collaborerà con<br />

altre fondazioni. Infatti, nei vari<br />

ambienti sono stati lasciati <strong>di</strong> proposito<br />

degli spazi liberi, al fine <strong>di</strong><br />

ospitare le opere che le <strong>di</strong>verse<br />

fondazioni o istituzioni vorranno<br />

mettere a <strong>di</strong>sposizione. E su queste<br />

opere organizzare l'evento,<br />

in<strong>di</strong>viduando dei temi guida, intorno<br />

ai quali organizzare incontri,<br />

seminari, <strong>di</strong>battiti.<br />

In definitiva cosa si prefigge <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare la Fondazione, cosa<br />

vuole che sia tra uno o due anni?<br />

Un sogno è quello <strong>di</strong> aprire un<br />

museo, con una propria collezione,<br />

per promuovere l'arte contemporanea.<br />

�<br />

[a cura <strong>di</strong> daniela trincia]


56.nuovi spazi Exibart.onpaper<br />

GIU*BOX GALLERY napoli<br />

Giù, in un box auto del Vomero, nasce un nuovo spazio napoletano. Con l'obiettivo <strong>di</strong> 'svegliare' culturalmente la zona collinare partenopea. Tante iniziative all'insegna della<br />

varietà, proprio come in un juke-box. Ce ne parla Michele del Vecchio…<br />

Come nasce il nome e il progetto<br />

Giu*Box Gallery?<br />

Giu*Box significa letteralmente<br />

"giù ai box" e vuole evocare il<br />

<strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> musica tanto<br />

amato dal modernariato. L'idea<br />

è che ogni artista possa portare<br />

la propria esperienza e creatività<br />

nella scatola magica <strong>di</strong><br />

Giu*Box.<br />

Perché al Vomero?<br />

L'offerta culturale a Napoli si svolge<br />

quasi interamente nella parte bassa<br />

della città. La nostra sfida è rilanciare<br />

il Vomero, partendo dalla sua<br />

parte più bella, la collina <strong>di</strong> San<br />

Martino.<br />

Ti sei formata a Roma. Da dove la decisione <strong>di</strong><br />

aprire la tua galleria in Campania?<br />

Roma è stato (ed è...) un luogo fondamentale<br />

per me, dove ho avuto la possibilità <strong>di</strong> incontrare<br />

persone da cui ho imparato moltissimo:<br />

penso, tra gli altri, a Stefania Miscetti e<br />

Giovanni Giuliani, con i quali ho lavorato per<br />

molto tempo e che non avrei potuto incontrare<br />

altrove. Con gli anni ho realizzato che era<br />

importante mettere a frutto l'esperienza accumulata,<br />

ed essendo Salerno la mia città, mi è<br />

sembrato importante avviare un'attività qui<br />

piuttosto che altrove.<br />

Salerno è una città modello, specie in una<br />

regione non propriamente in linea con stan-<br />

Descrivici brevemente lo spazio<br />

espositivo.<br />

È uno spazio sui generis, unico a<br />

Napoli. Nasce dalla fusione <strong>di</strong> un<br />

locale deposito con un box auto. Ha<br />

due ingressi: uno "istituzionale", che<br />

porta in un salotto dell'arte, caldo<br />

ed accogliente; l'altro "urbanometropolitano",<br />

con accesso <strong>di</strong>rettamente<br />

dai garage, che conduce<br />

Via Bonito 21/b<br />

Mob 339 2029153<br />

www.giubox.it<br />

info@giubox.it<br />

info.<br />

nello spazio "Box",<br />

dove una parete<br />

rosso fuoco contrasta<br />

col freddo materico<br />

<strong>di</strong> alluminio e<br />

ferro.<br />

dard <strong>di</strong> vivibilità svedesi.<br />

Cre<strong>di</strong> che vi sia, oltre alla<br />

qualità della vita ed al buongoverno,<br />

anche un mercato<br />

per l'arte?<br />

Salerno è assetata <strong>di</strong> cultura,<br />

ma l'offerta è ancora bassa.<br />

C'è molto interesse, lo vedo<br />

dalla gente che mi sta<br />

seguendo e vuole essere<br />

aggiornata sugli artisti con i quali lavorerò. Ho<br />

conosciuto anche dei giovani promettenti collezionisti,<br />

e poi l'esperienza decennale <strong>di</strong> altre gallerie<br />

in città è in<strong>di</strong>ce del fatto che c'è fermento.<br />

Tutto questo, chiaramente, non esclude relazioni<br />

con città <strong>di</strong>verse da Salerno, fondamentali<br />

per la mia crescita, ma anche per la crescita<br />

dei miei artisti.<br />

Parlaci del tuo spazio.<br />

La galleria si trova in palazzo del XVII secolo e<br />

occupa la zona dell'allora teatro, che, da stu<strong>di</strong><br />

recenti, è documentato come il primo della<br />

città. La location è conosciuta in città perché,<br />

C'è un'attenzione<br />

particolare per la fotografia<br />

nelle vostre scelte espositive?<br />

La fotografia è al centro delle nostre<br />

scelte espositive: c'è nuovamente una<br />

grande attenzione verso l'arte <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare<br />

con la luce. Ospiteremo sia artigiani<br />

della camera oscura, che ancora<br />

scattano in analogico e stampano<br />

personalmente le proprie immagini,<br />

sia artisti del <strong>di</strong>gitale.<br />

Con quali artisti<br />

lavorerete?<br />

I giovani sono il fulcro<br />

della nostra programmazione:scoviamo<br />

talenti nel<br />

mare magnum dell'arte<br />

e lavoriamo<br />

con quelli che ci propongono<br />

progetti. Nella programmazione<br />

del 2008 ci saranno<br />

comunque un paio <strong>di</strong> "chicche" <strong>di</strong><br />

artisti già affermati.<br />

Ci sono progetti correlati all'attività<br />

espositiva?<br />

Legare progetti ed eventi all'attività<br />

espositiva è priorità <strong>di</strong> Giu*Box. Si<br />

per molto tempo, ha ospitato<br />

il locale "Le Botteghelle", dove<br />

negli anni Ottanta si sono<br />

svolti concerti e performance<br />

all'avanguar<strong>di</strong>a, che molti<br />

ricordano con profonda<br />

nostalgia! La struttura è<br />

rimasta invariata: uno spazio<br />

longitu<strong>di</strong>nale <strong>di</strong>viso in due<br />

navate, una riservata all'ufficio,<br />

l'altra allo spazio espositivo. L'accesso alla<br />

galleria è dato da un'ampia corte, su cui si<br />

affacciano vecchi palazzi del centro storico,<br />

mentre dall'ufficio si passa ad una terrazza che<br />

si apre nella corte seicentesca. L'ambiente<br />

essenziale della galleria è quin<strong>di</strong> circondato da<br />

riferimenti alla storia e alle stratificazioni culturali<br />

che caratterizzano la città.<br />

Ti devi creare una scuderia <strong>di</strong> artisti. Come<br />

procederai?<br />

Procederò come sempre: viaggiando, visitando<br />

mostre e fiere, alla scoperta <strong>di</strong> giovani che vorrei<br />

coinvolgere soprattutto con progetti site<br />

va da attività e<strong>di</strong>toriali - quali la produzione<br />

<strong>di</strong> cataloghi - ad eventi collegati<br />

alle mostre: performance musicali,<br />

cene d'arte, proiezioni <strong>di</strong> film.<br />

Quali le prossime mostre in cantiere?<br />

L'8 marzo inauguriamo la collettiva<br />

Non Fiori Ma Opere, per ridare<br />

senso al significato originale della<br />

Festa della Donna, <strong>di</strong>ventata ormai<br />

Festa della Mimosa. Ad aprile, la<br />

personale Bucolici del fotografo<br />

Giovanni Barba. Un intenso lavoro<br />

sugli anziani della sua terra, Teano,<br />

già premiato dal National<br />

Geographic. (alessandra troncone)<br />

OTTO ZOO milano<br />

Francesca Guerrizio e Maurizio Azzali. Chi sono? Da dove vengono? Dove vogliono andare? Breve intervista con i due neogalleristi milanesi. Provenienti dal mondo della<br />

moda e della regia. E proiettati verso la fotografia e non solo. In un loft molto milanese...<br />

Francesca Guerrizio e<br />

Maurizio Azzali. Chi siete,<br />

da dove venite, perché vi<br />

è venuta l'idea <strong>di</strong> una galleria<br />

d'arte?<br />

Io mi occupo <strong>di</strong> immagine<br />

e <strong>di</strong> eventi e ho lavorato nel<br />

mondo della moda e dell'arte,<br />

organizzando<br />

mostre. Per esempio, nel<br />

2006, la prima mostra a<br />

Milano <strong>di</strong> tre artisti in<strong>di</strong>ani<br />

contemporanei, Jitish Kallat, Justin Ponmany e<br />

Cosa spinge due artisti ad aprire il<br />

proprio atelier a progetti <strong>di</strong>versi, al<br />

pubblico e alla città?<br />

Ci ha spinti la voglia <strong>di</strong> metterci in<br />

gioco e trovare stimoli relazionandoci<br />

con altri artisti e ospitandoli nei<br />

nostri spazi <strong>di</strong> lavoro. Serioquattro è<br />

un luogo misto: laboratorio artigianale,<br />

spazio famigliare e, insieme, espositivo,<br />

il tutto incorniciato in un e<strong>di</strong>ficio<br />

industriale bianco e azzurro. Una<br />

proposta nuova che speriamo possa<br />

muovere e incuriosire una città<br />

come Bergamo, <strong>di</strong>ventando un punto<br />

<strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> produzione.<br />

Se doveste comporre uno slogan e<br />

una campagna pubblicitaria per<br />

SERIOQUATTRO, cosa <strong>di</strong>reste?<br />

Via Botteghelle, 55<br />

info@tiziana<strong>di</strong>caro.it<br />

www.tiziana<strong>di</strong>caro.it<br />

Susie J. Lee dal 12 aprile 2008<br />

Se dovessimo immaginare la voce<br />

registrata e impostata <strong>di</strong> uno spot si<br />

potrebbe sentire: "Serioquattro, lo<br />

spazio <strong>di</strong> Simone Casati, fotografo e<br />

writer, e Marinella Tasca, stilista; due<br />

stanze <strong>di</strong> lavoro, un capannone, un<br />

set fotografico, un ampio cortile,<br />

pareti e corridoi per esporre e i due<br />

cani, Cindra e Noé, c'è vita su<br />

Bergamo, suona il campanello!".<br />

Passati i tempi dei limiti e delle convenzioni,<br />

nel vostro progetto la<br />

moda, il writing, il <strong>di</strong>segno, l'e<strong>di</strong>toria<br />

si uniscono. A quale scopo?<br />

Principalmente per evolversi, anche<br />

rispetto agli stessi linguaggi <strong>di</strong> appartenenza,<br />

ma anche per riconoscersi,<br />

trovare connessioni, legami umani e<br />

info.<br />

Pushpamala. Maurizio è un<br />

regista con un passato da<br />

artista. La galleria è il<br />

punto d'arrivo <strong>di</strong> una passione<br />

per l'arte contemporanea<br />

che da tempo con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo.<br />

Milano è la città con più<br />

gallerie d'arte d'Europa.<br />

Come pensate <strong>di</strong> ritagliarvi<br />

il vostro spazio?<br />

Ci proviamo. La nostra è una passione, che rite-<br />

SERIOQUATTRO Seriate (bg)<br />

Quattro parole per descrivere un progetto ambizioso. Un writer e una stilista fanno <strong>di</strong> un capannone il loro atelier e per <strong>di</strong> più lo aprono al pubblico come spazio espositivo.<br />

Tutto per <strong>di</strong>re: qui si fa sul Serio...<br />

filosofici, presentarsi a pubblici <strong>di</strong>versi<br />

e in modo nuovo. La collaborazione<br />

con l'e<strong>di</strong>toria è nata della voglia<br />

<strong>di</strong> unire le energie con una realtà<br />

e<strong>di</strong>toriale bergamasca nuova come<br />

Libri Aparte e inaugurare una collana<br />

<strong>di</strong> libri d'artista con Serioquattro<br />

che presenta lo spazio, i suoi "abitanti"<br />

e il loro lavoro.<br />

info.<br />

Via Serio, 4/a<br />

Tel 035 4523071<br />

serioquattro@gmail.com<br />

www.myspace.com/serioquattro<br />

'<strong>Il</strong> Simo Superstar Vs Michael<br />

Jackson' fino al 31 marzo<br />

niamo possa svilupparsi positivamente. Spazio<br />

c'è sempre laddove si propone una ricerca sensata,<br />

pensata, non solo commerciale.<br />

Siete in un ex magazzino <strong>di</strong> tessuti. Che genere<br />

<strong>di</strong> spazio avete a <strong>di</strong>sposizione per le<br />

Via Vigevano, 8<br />

Alexandra Catiere / Elena Zichon - Anima russa<br />

fino a tutto febbraio<br />

Riuscireste a<br />

descrivere la location<br />

in due parole?<br />

Una: il fiume, e<br />

l'altra?<br />

Sì, il fiume sicuramente<br />

può essere<br />

una delle immagini<br />

possibili e, per contrasto<br />

con l'idea del<br />

flusso, la seconda<br />

parola potrebbe essere "forma";<br />

dare forma a un flusso <strong>di</strong> idee, persone,<br />

immagini... possibile?<br />

L'apertura ha dato spazio anche al<br />

lavoro <strong>di</strong> un artista che non opera<br />

dentro SERIOQUATTRO. Qualche<br />

anticipazione sul futuro...<br />

mostre? <strong>Il</strong> classico ex-industrial milanese?<br />

Uno spazio <strong>di</strong> duecento metri quadri, molto<br />

minimale. Lo abbiamo lasciato com'era, con un<br />

sapore industriale. La particolarità è che si<br />

apre su due cortili interni.<br />

Avete iniziato con due fotografe. Cosa proporrete<br />

nel prosieguo della stagione?<br />

Ancora fotografia fino a giugno: Lillian Bassman<br />

e Paul Himmel, due maestri della fotografia<br />

americana, Bharat Sikka, un fotografo in<strong>di</strong>ano<br />

emergente. Poi, dall'autunno, altre forme <strong>di</strong><br />

arte contemporanea.<br />

A chiusura della<br />

mostra "<strong>Il</strong><br />

Simosuperstar<br />

vs Michael<br />

Jackson +<br />

Cabaret" <strong>di</strong><br />

S i m o n e<br />

Facchinetti, il 22<br />

marzo sarà presentato<br />

il libro<br />

ASSUM PRETO <strong>di</strong><br />

Os Gemeos, i due gemelli writers<br />

brasiliani, sempre in collaborazione<br />

con Libri Aparte che, insieme<br />

alla Galleria Armocida <strong>di</strong> Milano,<br />

cura il volume, mentre a maggio,<br />

in data da definirsi, saranno presentati<br />

i lavori ine<strong>di</strong>ti site specific<br />

dell'artista SAPO-e.<br />

TIZIANA DI CARO salerno<br />

Dopo lunghi anni <strong>di</strong> esperienza e formazione a Roma, la giovane gallerista esor<strong>di</strong>sce con uno spazio tutto nuovo nella sua città. Reciterà questa parte in un luogo che fu il<br />

primo teatro <strong>di</strong> Salerno...<br />

info.<br />

specific. Mi interessa lavorare con artisti stranieri<br />

che non hanno mai avuto esperienze in<br />

Italia e con gli italiani che seguo da tempo, invitandoli<br />

a realizzare progetti nuovi, il più possibile<br />

connessi con la città e con il luogo.<br />

Quali saranno gli eventi espositivi da qui alla<br />

fine della stagione?<br />

L'apertura è programmata per il 12 aprile<br />

2008 con una mostra personale <strong>di</strong> Susie J.<br />

Lee intitolata Bo<strong>di</strong>es of Water. Ho conosciuto<br />

Susie nel 2006, a Miami, dove esponeva alla<br />

fiera Aqua, con la sua galleria <strong>di</strong> Seattle.<br />

A giugno un'artista spagnola, Monica Alonso,<br />

che ho conosciuto a Roma durante una sua<br />

residenza alla Real Academia de España.<br />

E per la nuova stagione?<br />

Subito dopo l'estate proporrò una doppia personale<br />

<strong>di</strong> due artisti italiani, Alessandro<br />

Piangiamore e Stanislao Di Giugno, che per la<br />

prima volta lavoreranno in tandem. Per fine<br />

anno è in programma la mostra <strong>di</strong> Meris<br />

Angioletti.


Exibart.onpaper nuovi spazi.57<br />

TRIFOGLIO NERO genova<br />

Una galleria tenace. Come un trifoglio nero, particolare specie <strong>di</strong> pianta. Nel cuore <strong>di</strong> Genova, proprio dentro gli spazi <strong>di</strong> Palazzo Ducale, prende forma in primavera una<br />

nuova realtà galleristica. Con le idee piuttosto chiare...<br />

<strong>Il</strong> Trifoglio Nero. Perché questo<br />

bizzarro nome per una<br />

nuova galleria?<br />

<strong>Il</strong> Trifoglio Nero può avere<br />

<strong>di</strong>versi significati. Uno <strong>di</strong> questi<br />

è l’eccezionale resistenza<br />

della pianta, quasi impossibile<br />

da sra<strong>di</strong>care.<br />

Chi è il Trifoglio Nero?<br />

<strong>Il</strong> Trifoglio Nero è una comunione<br />

<strong>di</strong> intenti nata da un insieme <strong>di</strong> percorsi personali<br />

provenienti dal mondo dell'impresa, dell'arte,<br />

della comunicazione. Noi però proponiamo che<br />

l'attenzione sia sull'arte e gli artisti che promuoviamo<br />

piuttosto che su <strong>di</strong> noi.<br />

Che tipo <strong>di</strong> milieu galleristico-artistico c'è a<br />

AMTGALLERY milano<br />

Giovane? Di più, giovanissimo. Ma con tanta, tanta esperienza. Prima in una collezione, poi per conto <strong>di</strong> un grande gallerista milanese. Oggi, però, è tempo <strong>di</strong> mettersi in proprio.<br />

Di fare da sé. E dove se non a Milano? Ecco cosa ci <strong>di</strong>ce Alberto Matteo Torri…<br />

Giovanissimo, ma già con una corposa<br />

esperienza alle spalle. Parlaci<br />

della tua carriera fino ad ora e <strong>di</strong><br />

come sei arrivato ad aprire questo<br />

nuovo spazio a Milano.<br />

Inizialmente ho collaborato con un<br />

importantissimo collezionista d'arte<br />

moderna e ho compiuto una ricerca<br />

approfon<strong>di</strong>ta sull'arte contemporanea.<br />

Nel 2003 Primo Marella mi ha<br />

chiesto <strong>di</strong> aprire un suo spazio a<br />

Como, Marella Project space, che ho<br />

<strong>di</strong>retto per due anni. Nel 2005, grazie<br />

all'esperienza ed ai preziosi insegnamenti<br />

ricevuti, ho deciso <strong>di</strong> proseguire<br />

il mio cammino da solo fondando<br />

AMTgallery. Adesso, compiuti venticin-<br />

Chi è Carnaby? Nome, cognome e storia del<br />

promotore dell'iniziativa.<br />

Carnaby è un'esposizione <strong>di</strong> design nata alla metà<br />

degli anni Sessanta per iniziativa <strong>di</strong> mio padre<br />

Giancarlo, in uno dei più <strong>di</strong>namici <strong>di</strong>stretti industriali<br />

dell'epoca. La struttura è stata <strong>di</strong>segnata<br />

dall'architetto Ennio Arosio e negli anni è stata<br />

conservata intatta, con l'unica aggiunta <strong>di</strong> una<br />

scultura monumentale <strong>di</strong> Antonio Ievolella, posta<br />

all'ingresso. Anche grazie all'impulso dato dal collezionista<br />

Matteo Rossini, quest'anno, all'interno<br />

<strong>di</strong> Carnaby, è nato Carnaby 1st Floor, uno spazio<br />

non commerciale de<strong>di</strong>cato alla cultura del design<br />

e delle arti visive.<br />

Via Valassina 350<br />

info@carnabysrl.it<br />

www.carnabysrl.it<br />

Dall'8 marzo "Of the shelf"<br />

que anni, insieme alla mia meravigliosa<br />

futura mogliettina, ho trasferito la<br />

galleria a Milano.<br />

Milano ha avuto alcuni anni <strong>di</strong> crisi<br />

d'identità. Intrave<strong>di</strong> un riscatto<br />

all'orizzonte?<br />

Purtroppo la città risente della mancanza<br />

<strong>di</strong> istituzioni pubbliche che possano<br />

proporre gran<strong>di</strong> mostre d'arte<br />

contemporanea. Sarebbe importante<br />

ci fosse almeno un buon museo in<br />

grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> sufficienti<br />

per assumere curatori e allestitori <strong>di</strong><br />

fama internazionale.<br />

Sei portatore, come gallerista, <strong>di</strong><br />

info.<br />

Una collezione concepita come una<br />

libreria. Fuor <strong>di</strong> metafora, <strong>di</strong> cosa si<br />

tratta?<br />

È un invito a de<strong>di</strong>care più tempo alla<br />

lettura dei lavori. Nessuno può pensare<br />

<strong>di</strong> leggere un libro <strong>di</strong> duecento pagine<br />

in pochi minuti, la stessa cosa<br />

dovrebbe valere anche per un'opera<br />

d'arte. Soprattutto da quando le opere<br />

si sono trasformate in operazioni e<br />

quello che ve<strong>di</strong>amo, spesso, non è<br />

altro che una forma <strong>di</strong> documentazione<br />

del processo. <strong>Il</strong> flusso me<strong>di</strong>atico <strong>di</strong><br />

cui siamo investiti porta a vedere molte cose<br />

senza approfon<strong>di</strong>rne nessuna. In una libreria,<br />

invece, si entra sapendo che passeremo del<br />

tempo con quello che scegliamo. In pratica, si<br />

tratta <strong>di</strong> trasmettere un certo modo <strong>di</strong> vedere le<br />

cose, che è quello dell'autore <strong>di</strong> questa collezione.<br />

Esiste davvero, dunque, un rapporto fecondo<br />

tra arte e design? Come si palesa?<br />

Credo che un rapporto fecondo tra le arti esista<br />

una riflessione attenta sul mercato<br />

internazionale. Quali sono le tue idee<br />

e le tue linee guida?<br />

Scelgo solo artisti giovani, soprattutto<br />

mai visti in Italia. Seguo da vicino il programma<br />

delle gran<strong>di</strong> gallerie <strong>di</strong> New<br />

York e le fiere d'arte, in questo modo<br />

ho la possibilità <strong>di</strong> entrare in contatto<br />

con artisti <strong>di</strong> fama internazionale che<br />

hanno fatto o faranno apparizioni in<br />

mostre museali, vincitori <strong>di</strong> premi<br />

importanti e protagonisti <strong>di</strong> autorevoli<br />

pubblicazioni.<br />

Parlaci del tuo spazio milanese.<br />

Com'è fatto, come lo sfrutterai, che<br />

caratteristiche ha, in che zona è<br />

info.<br />

Via de Bernar<strong>di</strong>, 1<br />

amtorri@gmail.com<br />

Inaugurazione "Albert Pinya" 6 marzo<br />

posizionato?<br />

Per la mia galleria milanese ho preferito<br />

uno spazio piccolo, molto caratterizzato<br />

da elementi classici: colonne e<br />

ampie porte <strong>di</strong> legno, che sono state<br />

allo stesso tempo mantenute e annullate<br />

dall'uso del bianco. Ho scelto un<br />

palazzo Liberty in una bella zona residenziale<br />

<strong>di</strong> Milano, via de Bernar<strong>di</strong> 1,<br />

tra viale Piave e viale Majno.<br />

e si manifesti con chiarezza nel<br />

momento in cui non si avverte più il<br />

confine tra una cosa e l'altra, anche se<br />

si possono riconoscere le rispettive<br />

identità. In ogni ambiente, da quello<br />

naturale a quello domestico, i risultati<br />

migliori si ottengono quando si riesce<br />

a stabilire un rapporto <strong>di</strong> continuità tra<br />

architettura, opere d'arte e oggetti <strong>di</strong><br />

design, nel rispetto delle funzioni, non<br />

ultima quella estetica. Parafrasando<br />

Umberto Eco, dunque, <strong>di</strong>rei che l'intelligenza<br />

dei creativi sta nel lasciare le<br />

porte aperte.<br />

I vostri spazi?<br />

Carnaby 1st Floor è uno spazio <strong>di</strong> oltre trecento<br />

metri quadri, con forma a L, in<strong>di</strong>pendente dal<br />

resto dell'esposizione. Le opere in mostra non<br />

sono in ven<strong>di</strong>ta, come testimoniano anche i<br />

numerosi patrocini concessi dagli enti locali. A<br />

motivarci è stata la volontà <strong>di</strong> creare un luogo<br />

dove si potesse promuovere l'aspetto al pubblico<br />

Un cenno alle cose che proporrai<br />

da qui alla fine della stagione.<br />

Inaugureremo il 6 marzo con una<br />

personale <strong>di</strong> Albert Pinya, giovanissimo<br />

artista majorchino, classe<br />

1985, già visto in una mostra<br />

curata da Achille Bonito Oliva e <strong>di</strong><br />

cui si intravede una personale in<br />

un'importante galleria <strong>di</strong> Anversa.<br />

<strong>Il</strong> 15 maggio presenteremo una<br />

mostra personale <strong>di</strong> Petra e<br />

JeanFrancois Moriceau, che<br />

andranno a mo<strong>di</strong>ficare lo spazio<br />

con una loro grande installazione,<br />

sui toni <strong>di</strong> quelle gia viste Al<br />

LACMA <strong>di</strong> Los Angeles o ad art<br />

Unlimeted as Art Basel.<br />

CARNABY FIRST FLOOR lissone (mi)<br />

L'idea? C'è. Ed è quella <strong>di</strong> concepire la galleria d'arte come una libreria. Scomodando temi come la lettura e il tempo. In uno spazio che è il primo <strong>di</strong> una grande, storica,<br />

esposizione <strong>di</strong> design. Ce ne parla Massimiliano Arienti…<br />

Roma forse è arrivata per prima<br />

(con Dorothy Circus e Mondo<br />

Bizzarro). Ma ora arriva in forze<br />

anche Milano. Perché tutta questa<br />

attenzione a Lowbrow, Post-graffitismo,<br />

Pop Surrealism et similia?<br />

Milano non ha mai avuto una galleria<br />

'de<strong>di</strong>cata' ma in città l'arte del genere<br />

Lowbrow, Post Graffitismo è arrivata<br />

decisamente prima che non a Roma;<br />

artisti del genere hanno esposto fin<br />

dal 2001, basti ricordare mostre<br />

come Arte Impropria (2003), Now<br />

Underground (2004) e Urban Edge<br />

Show (2005). The Don Gallery sarà<br />

un punto <strong>di</strong> riferimento internazionale<br />

Genova. La città riesce ad<br />

esprimere un collezionismo?<br />

Genova è un mix ipnotico e inestricabile<br />

<strong>di</strong> storia millenaria,<br />

commercio, incrocio <strong>di</strong> culture,<br />

tra<strong>di</strong>zioni fortemente locali e<br />

vocazioni internazionali. La<br />

città è un crocevia/porto <strong>di</strong><br />

merci, genti, culture.<br />

L'ambiente dell'arte ha come<br />

territorio <strong>di</strong> partenza questo<br />

ambiente e da questo ne è influenzata.<br />

Di che tipologia <strong>di</strong> ambiente espositivo <strong>di</strong>sponete?<br />

Lo spazio espositivo nasce in Palazzo Ducale,<br />

uno degli e<strong>di</strong>fici più "monumentali" e vivi al<br />

tempo stesso della città, sede delle mostre isti-<br />

per queste correnti artistiche, e riserverà<br />

particolare attenzione alla produzione<br />

europea, giapponese e del centro<br />

e sud America.<br />

Chi c'è <strong>di</strong>etro?<br />

Dietro The Don Gallery c’è Matteo<br />

Donini alias The Don, da più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci<br />

anni appassionato collezionista e<br />

sostenitore del movimento. La sua<br />

collezione vanta più <strong>di</strong> cento opere <strong>di</strong><br />

artisti italiani ed internazionali, mille<br />

serigrafie e la più importante collezione<br />

<strong>di</strong> toys d'Italia. Fra le altre sue attività<br />

anche quella <strong>di</strong> autore, con<br />

Bo130 e Microbo del libro Izastikup.<br />

Le cose che proponete iniziano ad<br />

avere una certa richiesta <strong>di</strong> mercato<br />

anche in Italia?<br />

<strong>Il</strong> mercato in Italia inizia a svegliarsi<br />

seguendo la tendenza americana e <strong>di</strong><br />

città europee come Londra, Berlino e<br />

Parigi. <strong>Il</strong> mercato è ancora acerbo,<br />

ma con gran<strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> crescita.<br />

Come si compongono i<br />

vostri spazi espositivi <strong>di</strong><br />

via Melzo?<br />

Lo spazio <strong>di</strong> via Melzo è<br />

un locale unico <strong>di</strong> cento<br />

metri quadri <strong>di</strong> proprietà<br />

<strong>di</strong> un noto gallerista. La<br />

galleria utilizzerà questi<br />

spazi solo per le prime<br />

mostre, in seguito cambierà<br />

sede.<br />

Anticipazioni su tutto il<br />

prosieguo della stagione.<br />

<strong>Il</strong> 5 marzo il grande opening con la collettiva<br />

Wake Up! dove saranno espo-<br />

meno evidente del nostro settore. Carnaby vende<br />

mobili, ma quello che ven<strong>di</strong>amo spesso proviene<br />

da un retroterra <strong>di</strong> idee e creatività che è molto<br />

<strong>di</strong>fficile riuscire a comunicare. Penso al caso <strong>di</strong><br />

Ettore Sottsass e agli anni d'oro <strong>di</strong> Poltronova.<br />

Quella era un'impresa che doveva produrre profitti,<br />

ma il suo successo è <strong>di</strong>peso in gran parte dalla<br />

capacità <strong>di</strong> entrare in rapporto con la cultura, l'innovazione<br />

e le energie più vive. Credo che questo<br />

sia ancora un modello vincente.<br />

Le prossime attività?<br />

Carnaby 1st Floor intende produrre tre mostre<br />

all'anno rispettivamente de<strong>di</strong>cate all'arte, al<br />

design e all'architettura. Le prime due saranno<br />

riservate all'attualità, mentre per l'architettura si<br />

intende privilegiare la prospettiva storica. La prossima<br />

mostra, dunque, sarà una collettiva de<strong>di</strong>cata<br />

ai designer che lavorano con le gallerie d'arte<br />

che producono pezzi unici. In seguito, stiamo pensando<br />

ad una mostra che approfon<strong>di</strong>sca gli<br />

aspetti più ine<strong>di</strong>ti della figura dell'architetto<br />

Gianfranco Frattini.<br />

THE DON GALLERY milano<br />

Perché "The Don"? Perché l'animatore è proprio lui, quel Matteo Donini che da <strong>di</strong>eci anni segue, si appassiona e soprattutto colleziona questo particolare tipo <strong>di</strong> arte fatta <strong>di</strong><br />

toys e Surrealismo Pop. Da esporre, intanto, negli spazi <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Guenzani a Milano...<br />

Via Melzo 5<br />

Mob 335 7439985<br />

www.thedongallery.com<br />

info.<br />

tuzionali più gran<strong>di</strong> promosse dalla città e situato<br />

nel centro <strong>di</strong> Genova, al confine tra il centro<br />

storico (uno dei più estesi in Europa) e la città<br />

nuova. L'ambiente della galleria si affaccia sulla<br />

piazza principale ed è composto da cento metri<br />

quadri con tre <strong>di</strong>versi spazi/stanze.<br />

Un cenno alle vostre prossime uscite fino alla<br />

conclusione della stagione 2007/2008.<br />

La Galleria esor<strong>di</strong>sce il 29 marzo 2008 con la<br />

prima mostra italiana <strong>di</strong> José Parlá, artista statunitense,<br />

figlio <strong>di</strong> esuli cubani, che rappresenta il linguaggio<br />

delle città. L'analisi <strong>di</strong> Parlá vede la città<br />

come un enorme palinsesto, una grande intelaiatura<br />

culturale dell'uomo, sul quale chi la attraversa<br />

o la abita lascia i propri segni. L'artista parte<br />

dal proprio vissuto nell'ambiente metropolitano e<br />

da questi segni, figli del bisogno primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />

esprimersi e tracciare la propria esistenza. Le<br />

opere spesso sono composte anche da materiali<br />

presi fisicamente dal tessuto urbano.<br />

La seconda mostra è "Along the Horizon" <strong>di</strong><br />

IngridMwangiRobertHutter, che aprirà dal 17<br />

maggio al 28 giugno 2008. Con questa mostra,<br />

il collettivo IngridMwangiRobertHutter pone l'attenzione<br />

sulle interconnessioni e gli squilibri tra la<br />

vita in Europa e quella della gente africana, rappresentando<br />

questo tema con l'uso <strong>di</strong> video,<br />

installazioni e lavori <strong>di</strong> fotografia.<br />

Piazza Matteotti, 80r<br />

www.iltrifoglionero.com<br />

dal 29 marzo Josè Parlà<br />

info.<br />

ste le opere <strong>di</strong> Alexone<br />

(FR), Will Barras (UK),<br />

Bo130 (IT), Dave the<br />

Chimp (UK), Ericailcane<br />

(IT), Galo (IT), Jeremy Fish<br />

(USA), Microbo (IT), Mr<br />

Jago (UK), Space Invader<br />

(FR), San (SP), The<br />

London Police (UK); a<br />

luglio un confronto fra<br />

due artisti italiani, Bo130<br />

e Microbo, e due artisti<br />

americani; a settembre<br />

due dei nomi d’importanza<br />

internazionale: Jeremy Fish e Will<br />

Barras.


58.déjà vu Exibart.onpaper<br />

TRENTO.<br />

Joan Jonas<br />

La ritualità e la cinepresa <strong>di</strong>ventano un<br />

tutt'uno, nell'idea <strong>di</strong> confronto con l'esterno<br />

e la natura. Jonas l'ha imparato<br />

da Aby Warburg e dagli in<strong>di</strong>ani Hopi. Lo<br />

ha confessato nella corrispondenza<br />

"privata" con Valie Export, sulla rivista<br />

della Galleria Civica. Ora lo <strong>di</strong>mostra...<br />

Strutture in legno<br />

su pie<strong>di</strong>stalli si<br />

aprono per porgere<br />

all'altezza dello<br />

sguardo i monitor<br />

posizionati all'interno.<br />

Sono una sorta<br />

<strong>di</strong> teatrini che introducono<br />

lo spettatore<br />

dentro l'immagine,<br />

dentro l'esperienza<br />

privata <strong>di</strong> Joan Jonas (New<br />

York, 1936). I video raccontano un'in<strong>di</strong>vidualità,<br />

i passaggi per appropriarsi<br />

della propria identità, il passare del<br />

tempo. Le installazioni richiamano l'idea<br />

degli antichi teatri delle meraviglie<br />

e a questi fa riferimento anche il titolo<br />

della mostra, My Theater. Ma ciò che<br />

viene mostrato non ha nulla <strong>di</strong> meraviglioso,<br />

<strong>di</strong> fittizio, <strong>di</strong> lontano; è la vita<br />

stessa. Quella <strong>di</strong> una donna <strong>di</strong> mezza<br />

età. Mai si nasconde <strong>di</strong>etro a un atteggiamento<br />

teatrale, scenografico,<br />

costruito; l'artista non teme <strong>di</strong> ripetere,<br />

trent'anni dopo, un progetto come My<br />

New Theater VI, Good Morning, Good<br />

Night '06. Per un mese si è svegliata e<br />

addormentata "salutando" la macchina<br />

da presa. Lo ha fatto nel '76, lo ha<br />

rifatto nel 2006. E in questa ripresa<br />

fissa la videocamera, si riflette con lei<br />

in uno specchio: è una seconda protagonista.<br />

Per Jonas, che ha iniziato a<br />

fare arte negli anni '60, il video è sempre<br />

stato un mezzo espressivo fondamentale,<br />

e non solo uno strumento per<br />

documentare le sue performance, ma<br />

un simbolo dello sguardo dell'Altro con<br />

cui confrontarsi. L'artista ha sfruttato il<br />

pro<strong>di</strong>gio - per usare un termine da<br />

wunderkammer - della cinepresa<br />

come qualcosa che è entrato a far<br />

parte della sua arte così come della<br />

sua vita. Niente a che vedere con un'idea<br />

<strong>di</strong> Grande Fratello che osserva <strong>di</strong><br />

nascosto dall'alto. Nelle sue opere,<br />

infatti, <strong>di</strong>etro alla videocamera c'è sempre<br />

qualcuno che viene citato nelle<br />

<strong>di</strong>dascalie, che non mancano <strong>di</strong> aggiungere<br />

riferimenti biografici e ispirazioni<br />

letterarie, che <strong>di</strong>vengono tutt'uno con il<br />

video. Del resto, la cinepresa è un analogo<br />

dello specchio, che è un altro elemento<br />

centrale della sua ricerca,<br />

soprattutto <strong>di</strong> quella degli anni '70, in<br />

cui moltiplicava parti del proprio corpo<br />

per esprimere l'identità femminile<br />

come sfaccettata in se stessa. Ma lo<br />

specchio è presente anche nelle opere<br />

in mostra che fanno parte della serie<br />

recente My New Theater. In My New<br />

Theater II, Big Mirror <strong>di</strong>segna senza<br />

guardare la lavagna nera, ma rivolgendola<br />

verso uno specchio, che invece è<br />

fuori campo. Gli specchi sono centrali<br />

anche nell'installazione Mirror Pieces<br />

(1969-2004), allestita nel piano interrato:<br />

qui una tv è rivolta verso una<br />

parete <strong>di</strong> specchi. Al centro è un grande<br />

cerchio metallico, come se fossimo<br />

noi a doverlo attraversare e come fa il<br />

suo cane bianco nel video. La circolarità<br />

del tempo e un cerchio da attraversare<br />

rimandano <strong>di</strong>rettamente all'idea<br />

<strong>di</strong> ritualità, d'iniziazione alla vita. La<br />

ritualità del legame con la natura è<br />

riscontrabile in maniera imme<strong>di</strong>ata nel<br />

terzo protagonista delle sue opere<br />

(oltre a lei e alla cinepresa): il cane. In<br />

My New Theater V, Moving in Place<br />

(Dog Dance) (2002-2005) Jonas si<br />

agita e i suoi movimenti sono velocizzati<br />

dalla videocamera, mentre il cane<br />

appare <strong>di</strong> fronte a lei, immobile a<br />

segnare la scansione del tempo.<br />

[mariella rossi]<br />

Galleria Civica d'Arte<br />

Contemporanea<br />

fino al 2 marzo 2008<br />

Joan Jonas - My Theater<br />

a cura <strong>di</strong> Anna Daneri, Criastina<br />

Natalicchio, Roberto Pinto<br />

via belenzani, 46 (centro storico)<br />

da martedì a domenica ore 10-18<br />

ingresso libero<br />

Tel 046 1985511 Fax 046 1237033<br />

info@galleriacivica.it<br />

www.workartonline.net<br />

Catalogo Charta<br />

MONFALCONE (GO).<br />

Nicola Verlato<br />

Un po' <strong>di</strong> pop, <strong>di</strong> porno, skate, comics e<br />

cultura alternativa. Mixate a dovere con<br />

genio barocco e follia visionaria. Ine<strong>di</strong>te<br />

sinopie su carta e <strong>di</strong>segni complessi dal<br />

chiaroscuro teatrale. Che aprono cieli e<br />

spingono alla meraviglia...<br />

La lucida follia visionaria <strong>di</strong> Nicola<br />

Verlato (Verona, 1965; vive a New<br />

York) lascia esterrefatti. <strong>Il</strong> suo è un<br />

mondo in cui alto e basso, triviale e<br />

sublime si ricercano, incrociano e alimentano<br />

vicendevolmente, in un vortice<br />

tempestoso e spiraleggiante <strong>di</strong><br />

richiami che spaziano dalla storia dell'arte<br />

alla pornografia, dalla pittura a<br />

soggetto mitologico-religioso alla<br />

street culture. La mostra <strong>di</strong><br />

Monfalcone raccoglie la sua ultima<br />

produzione su carta e su tela, e fornisce<br />

interessanti strumenti interpretativi<br />

della produzione dell'artista, a partire<br />

dalle modalità <strong>di</strong> ideazione e sviluppo<br />

dei contenuti visivi. Verlato, che ormai<br />

da qualche anno vive a Brooklyn, è<br />

infatti figura atipica e per certi aspetti<br />

isolata. <strong>Il</strong> suo è un modus operan<strong>di</strong> che<br />

conserva l'artigianalità della bottega<br />

rinascimentale, in cui la scelta e la<br />

composizione del soggetto, ma anche<br />

il lavoro <strong>di</strong> ricerca necessario a coglierne<br />

gli elementi <strong>di</strong> resa chiaroscurale,<br />

sono assolutamente accademici, in<br />

linea con la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un'arte che,<br />

inevitabilmente, è anche mestiere.<br />

L'artista ha sviluppato così una procedura<br />

che parte dall'immagine bi<strong>di</strong>mensionale<br />

(per esempio una foto trovata<br />

sul web, il fotogramma <strong>di</strong> un video, una<br />

sequenza <strong>di</strong> videogame) grazie alla<br />

quale tratteggia dei bozzetti; la fase<br />

successiva è la realizzazione <strong>di</strong> un<br />

modello plastico che rende visibili le<br />

interazioni spaziali dei soggetti, cui<br />

segue il lavoro finale sul supporto prescelto.<br />

Le sale della galleria sono allestite<br />

proprio come lo stu<strong>di</strong>o dell'artista,<br />

con numerosi schizzi alle pareti e sul<br />

pavimento, a testimoniare valutazioni,<br />

mo<strong>di</strong>fiche, ripensamenti, successivi sviluppi.<br />

La scelta dei soggetti invece è<br />

assolutamente anticonvenzionale e<br />

testimonia le incursioni della cultura<br />

popolare che va dalla musica heavy<br />

metal (come in Zakk) ai videogiochi, ai<br />

film <strong>di</strong> animazione, allo skate (è il caso<br />

<strong>di</strong> Gator). Uno spiccato amore per gli<br />

aspetti più truci e splatter rende possibile<br />

sgocciolamenti <strong>di</strong> sangue, liqui<strong>di</strong><br />

corporali, talvolta in situazioni violente,<br />

altrove in <strong>di</strong>namiche più teatrali. Ed è<br />

proprio questa la cifra più peculiare del<br />

suo lavoro: la creazione delle situazioni<br />

più <strong>di</strong>sparate, rese con un registro<br />

barocco, dove le figure si contorcono e<br />

si <strong>di</strong>latano fino a esplodere, nella prepotente<br />

resa muscolare, nei punti <strong>di</strong><br />

fuga, nelle linee <strong>di</strong> forza che si moltiplicano<br />

e s'intrecciano. E il barocco,<br />

senza lasciare respiro all'osservatore,<br />

deflagra nella superficie. Sarebbe scorretto<br />

pensare a tutto questo come a<br />

una semplice pittura <strong>di</strong> maniera<br />

(anche se talvolta l'eccesso non dà<br />

respiro), poiché è sempre nuova la<br />

capacità <strong>di</strong> stupire, <strong>di</strong> risemantizzare<br />

con contenuti contemporanei procedure<br />

secentesche, in una pittura che è<br />

essenzialmente ricercata preziosità<br />

estetica. Parafrasando Marino<br />

potremmo <strong>di</strong>re che "è del pittor il fin la<br />

meraviglia".<br />

[daniele capra]<br />

GC.AC - Galleria Comunale<br />

d'Arte Contemporanea<br />

Nicola Verlato<br />

a cura <strong>di</strong> Andrea Bruciati<br />

piazza cavour, 44<br />

Tel 0481 494369 Fax 0481 494352<br />

galleria@comune.monfalcone.go.it<br />

www.comune.monfalcone.go.it/galleria<br />

Catalogo con saggi <strong>di</strong> Michaël Amy<br />

e Andrea Bruciati, 15,00 euro<br />

MILANO.<br />

Daniele Puppi<br />

Fatiche senza tempo che riempiono<br />

lo spazio, senza nulla aggiungervi.<br />

Un Hangar fatto esplodere in un<br />

assordante battito <strong>di</strong> piatti. <strong>Il</strong> primo<br />

<strong>di</strong> tre gran<strong>di</strong> appuntamenti per l'artista<br />

friulano. E già si sente il sapore<br />

della consacrazione.<br />

Lo spazio non è soltanto lo scenario<br />

in cui l'azione si svolge. Oltre alle<br />

tonalità emotive e ai ricor<strong>di</strong> personali<br />

con cui lo connotiamo, qualunque<br />

luogo ha proprie tensioni e<br />

atmosfere autonome; una realtà<br />

formale che ha altri tempi e durate<br />

rispetto a quelli della storia che vi<br />

accade all'interno. Daniele Puppi<br />

(Pordenone, 1970) si occupa da<br />

oltre un decennio <strong>di</strong> accentuarne la<br />

visibilità e l'emozione, confrontandosi<br />

<strong>di</strong>rettamente con lo spazio<br />

attraverso il video, in modo che l'azione<br />

ripetuta del proprio corpo lo<br />

contenga e sia contenuta da esso,<br />

nello stesso tempo, aderendovi<br />

completamente.<br />

La mostra all'Hangar Bicocca appare<br />

punto <strong>di</strong> arrivo e <strong>di</strong> partenza, probabile<br />

momento <strong>di</strong> consacrazione<br />

della sua maturità artistica e inizio<br />

<strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> prestigiose mostre,<br />

con Londra e Roma ad attenderlo<br />

dopo Milano. Anche in questa<br />

nuova Fatica è lo spazio il protagonista.<br />

L'Hangar è un vecchio e<strong>di</strong>ficio<br />

industriale che ha mantenuto l'imponente<br />

ere<strong>di</strong>tà formale in volumetrie,<br />

shed, mattoni e lamiere, che<br />

l'artista ha voluto rispettare completamente.<br />

Ne ha stu<strong>di</strong>ato le linee<br />

<strong>di</strong> forza, i materiali e le timbriche <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione sonora per "farne esplodere",<br />

come l'artista stesso <strong>di</strong>chiara,<br />

le tensioni spaziali e sonore a<br />

esso connaturate. La video installazione<br />

occupa completamente la<br />

parete opposta all'entrata.<br />

L'inquadratura riprende il busto dell'artista<br />

e sfrutta l'andamento delle<br />

tre navate, <strong>di</strong>videndo la pareteschermo<br />

in tre sezioni. Sulle due<br />

laterali si agitano le braccia che<br />

muovono piatti a percussione.<br />

Quella centrale inquadra la maglietta<br />

nera dell'artista e rimane in<br />

ombra, tranne quando i due piatti si<br />

scontrano l'uno contro l'altro. Nel<br />

momento in cui si <strong>di</strong>ffonde l'assordante<br />

battito accompagnato dall'eco<br />

metallica delle lamiere, su alcuni<br />

shed, a <strong>di</strong>verse altezze, sono proiettati<br />

frammenti dell'immagine,<br />

dando un'illusione tri<strong>di</strong>mensionale.<br />

Dopo il battito le braccia tornano a<br />

muoversi sugli schermi laterali, per<br />

poi ritornare a scagliare i piatti<br />

l'uno contro l'altro, in un movimento<br />

continuo. Fatica 16 riesce a riempire<br />

lo spazio senza aggiungervi nulla<br />

al <strong>di</strong> fuori dei sette proiettori, ma<br />

non solo. Impone anche allo spettatore<br />

<strong>di</strong> non inoltrarsi eccessivamente<br />

al suo interno. [... continua a pag.<br />

84]<br />

Hangar Bicocca<br />

[stefano mazzoni]<br />

fino al 9 marzo 2008<br />

Daniele Puppi - Fatica 16<br />

a cura <strong>di</strong> Federica Schiavo<br />

viale chiese (zona bicocca)<br />

da martedì a domenica ore 11-19;<br />

giovedì ore 14.30-22<br />

biglietto intero 6,00 euro;<br />

ridotto 4,00<br />

Tel 02 853531764<br />

Fax 02 85354364<br />

info@hangarbicocca.it<br />

www.hangarbicocca.it<br />

Catalogo Electa 35,00 euro<br />

CINISELLO BALSAMO (MI). TORINO.<br />

Storie immaginate<br />

Werner Herzog<br />

in luoghi reali<br />

<strong>Il</strong> regista <strong>di</strong> Fitzcarraldo. Ma anche<br />

La fotografia su committenza non è più l'attore, il documentarista, il regi-<br />

solo un reportage d'autore. La tradusta <strong>di</strong> opere liriche, lo scrittore.<br />

zione in immagini <strong>di</strong> un momento della Colto mentre promette - e mantie-<br />

vita dell'artista <strong>di</strong>venta nello stesso ne - <strong>di</strong> mangiare la propria scarpa.<br />

tempo intima e con<strong>di</strong>visa. Una grande O mentre viene colpito da una pal-<br />

collettiva a due passi da Milano... lottola vagante durante un'intervista.<br />

Un omaggio al cinema estremo<br />

<strong>di</strong> un campione del "Nuovo cinema<br />

tedesco"...<br />

Nato nel 2004 come spazio espositivo<br />

de<strong>di</strong>cato al legame fra fotografia e<br />

committenza pubblica sul territorio, il<br />

Museo <strong>di</strong> Fotografia Contemporanea<br />

<strong>di</strong> Cinisello Balsamo ha recentemente<br />

affidato a otto fotografi italiani ed europei<br />

il compito <strong>di</strong> tracciare luoghi umani<br />

e sociali della Lombar<strong>di</strong>a attraverso<br />

un'impresa artistica partecipata. <strong>Il</strong><br />

risultato è la collettiva Storie immaginate<br />

in luoghi reali, serie <strong>di</strong> ricerche<br />

fotografiche in cui ogni artista ha interpretato<br />

luoghi oggettivi alla luce della<br />

propria sensibilità creativa. <strong>Il</strong> progetto<br />

vuole infatti superare la nozione limitante<br />

che fa della fotografia su committenza<br />

un lavoro meramente documentale,<br />

enfatizzandola piuttosto<br />

come un'occasione per approfon<strong>di</strong>re<br />

in totale libertà una personale ricerca<br />

artistica già avviata. Jitka Hanzlová ha<br />

scelto giovani modelli per un progetto<br />

legato a Leonardo da Vinci a Palazzo<br />

Melzi d'Eril, tentando un approccio contemporaneo<br />

a <strong>di</strong>pinti del XV secolo: un<br />

lavoro realizzato nella cornice <strong>di</strong> Vaprio<br />

d'Adda, in cui l'artista ha concentrato<br />

tutte le sue esperienze passate. Jean<br />

Louis Garnell cattura invece<br />

nell'Abbazia <strong>di</strong> Morimondo frammenti<br />

<strong>di</strong> luce e rapporti spaziali particolari<br />

per fotografie che parlano della solitu<strong>di</strong>ne<br />

- l'unica persona raffigurata è un<br />

autoritratto - riflessa nel tempo dai<br />

monaci cistercensi in volontario esilio<br />

dai clangori del mondo: Morimondo,<br />

morte del mondo. Le immagini non raffigurano<br />

le cose nella loro staticità<br />

bensì nel loro <strong>di</strong>venire, ma nello stesso<br />

tempo sembrano voler accogliere la<br />

sensazione <strong>di</strong> fissità e profon<strong>di</strong>tà delle<br />

ombre da esse stesse prodotte. <strong>Il</strong> lavoro<br />

<strong>di</strong> Alessandra Spranzi è invece fantasmatico.<br />

Scegliendo il luogo della<br />

decadenza per eccellenza come il<br />

defunto Casinò Municipale <strong>di</strong> San<br />

Pellegrino Terme, vuole dar forma all'idea<br />

<strong>di</strong> un tempo passato che <strong>di</strong>venta<br />

cosa, arredo costitutivo <strong>di</strong> un luogo che<br />

fu. È la naturale deriva degli oggetti,<br />

che si autocancellano nel tempo ma<br />

che possono paradossalmente venir<br />

<strong>di</strong>svelati attraverso l'applicazione <strong>di</strong> un<br />

velo, membrana attiva che rende visibile<br />

l'invisibile. Olivo Barbieri sceglie egli<br />

stesso il punto d'inizio della lettura dell'immagine.<br />

<strong>Il</strong> risultato è la trasformazione<br />

del mondo in un modello: fotografare<br />

la realtà in modo tale che sembri<br />

un plastico (progetto realizzato presso<br />

il Castello <strong>di</strong> Somaglia). Paola De Pietri<br />

coglie il magico rapporto fra la natura<br />

e persone - <strong>di</strong>stretto dei monti e dei<br />

laghi briantei - mentre Vittore Fossati<br />

a Villa Menafoglio Litta Panza <strong>di</strong> Biumo<br />

mutualizza l'idea <strong>di</strong> misura dalla pittura<br />

e dalla musica per render conto <strong>di</strong><br />

spazi che siano più vicini alla vita. Come<br />

il video antiiconico <strong>di</strong> Gilbert<br />

Fastenaekens, che rappresenta<br />

momenti bloccati e istanti particolari<br />

abbandonati a se stessi (Villa Litta a<br />

Milano), mentre Andrea Abati si fa<br />

ricettore <strong>di</strong> storie, anteponendo il narrare<br />

- luoghi e persone - al mostrare.<br />

[emanuele beluffi]<br />

Museo <strong>di</strong> Fotografia<br />

Contemporanea<br />

fino al 27 aprile 2008<br />

Storie immaginate in luoghi reali<br />

a cura <strong>di</strong> Roberta Valtorta<br />

villa ghirlanda - via frova, 10<br />

da martedì a domenica ore 10-19; giovedì<br />

ore 10-23; chiuso 23-24 marzo<br />

ingresso libero<br />

Tel 02 6605661 Fax 02 6181201<br />

info@museofotografiacontemporanea.org<br />

www.museofotografiacontemporanea.org<br />

Catalogo in formato video realizzato<br />

da Meris Angioletti e Angelo Boriolo,<br />

con uno scritto <strong>di</strong> Paola Capriolo<br />

"È stato come incontrare qualcuno<br />

che conosco ma che non capisco<br />

del tutto". Responso insindacabile<br />

<strong>di</strong> Werner Herzog (Monaco,<br />

1942) all'indomani della visita alla<br />

propria mostra Segni <strong>di</strong> vita.<br />

Werner Herzog e il cinema. Come<br />

dargli torto? Ritrovarsi faccia a<br />

faccia col proprio io sconvolgerebbe<br />

chiunque, tanto da condurre<br />

alla pazzia (come insegna la parabola<br />

della Storia infinita), a meno<br />

che non si possieda una buona<br />

dose <strong>di</strong> fiducia in se stessi e coraggio<br />

da vendere. Che non mancano<br />

certo al regista tedesco, autore <strong>di</strong><br />

ben cinquantadue film tra corti,<br />

me<strong>di</strong>, lungometraggi e documentari<br />

a <strong>di</strong>r poco estremi, realizzati nel<br />

corso <strong>di</strong> quarantacinque anni <strong>di</strong><br />

attività, senza quasi mai programmare<br />

nulla. Perché "sono i progetti<br />

che vengono da me". Dunque, un<br />

personaggio e una carriera da<br />

celebrare con un omaggio-evento,<br />

pianificato per un anno e mezzo<br />

dallo stesso Herzog col Museo<br />

Nazionale del Cinema <strong>di</strong> Torino e<br />

reso attraverso articolate proposte.<br />

Innanzitutto, la retrospettiva<br />

completa <strong>di</strong> tutti i suoi film (trentacinque<br />

dei quali ristampati per l'occasione<br />

dall'istituzione torinese, a<br />

partire dai negativi originali). Poi<br />

un cine-concerto, un laboratorio <strong>di</strong><br />

cinema e scrittura <strong>di</strong> due giorni<br />

<strong>di</strong>retto dal regista presso la<br />

Scuola Holden. Senza <strong>di</strong>menticare<br />

l'ampia monografia-intervista, per<br />

nulla biografica o cronologica, realizzata<br />

da Grazia Paganelli, che ha<br />

saputo entrare nel vivo della sua<br />

poetica. Infine, la mostra alla<br />

Sandretto, sezionata per l'occasione<br />

in un<strong>di</strong>ci salette cinematografiche<br />

per accogliere altrettante<br />

videoinstallazioni de<strong>di</strong>cate ad<br />

aspetti e momenti della sua vita e<br />

opera. Oltre a tutti quei materiali<br />

fotografici - foto <strong>di</strong> scena, con l'aggiunta<br />

<strong>di</strong> scatti della moglie Lena<br />

sul set <strong>di</strong> Rescue Dawn (2006) -<br />

che costituiscono l'archivio della<br />

sua omonima casa <strong>di</strong> produzione.<br />

L'allestimento segue un percorso<br />

scan<strong>di</strong>to per gra<strong>di</strong> successivi <strong>di</strong><br />

complessità ed è pertanto funzionale<br />

a condurre lo spettatore-visitatore<br />

al cospetto della "verità<br />

estatica" herzoghiana. Proprio la<br />

ricerca dell'estasi è la chiave per<br />

decifrare al meglio gran parte dei<br />

suoi film, sempre in bilico tra finzione,<br />

documentario e video d'artista.<br />

[... continua a pag. 84]<br />

[clau<strong>di</strong>a giraud]<br />

Fondazione Sandretto Re<br />

Rebaudengo<br />

Segni <strong>di</strong> vita.<br />

Werner Herzog e il cinema<br />

a cura <strong>di</strong> Alberto Barbera, Stefano<br />

Boni e Grazia Paganelli<br />

via modane, 16 (borgo san paolo)<br />

Tel 011 3797600 Fax 011 19831601<br />

info@fondsrr.org<br />

www.fondsrr.org


Exibart.onpaper déjà vu.59<br />

TORINO.<br />

FIRENZE.<br />

Arman<br />

Marco Perego<br />

Oggetti che lasciano sulla carta l'im- Non ingannino colori e giocattoli.<br />

pronta della pittura a olio. Un'onda <strong>di</strong> <strong>di</strong>sillusione attraversa la<br />

Accumulazioni <strong>di</strong> oggetti quoti<strong>di</strong>ani, Devastated Land. Giochi infantili in<br />

scarti assemblati in recipienti traspa- atmosfere solitarie, dove lo svago è<br />

renti. E ancora, strumenti musicali minacciato dall'estraneità e da una<br />

tagliati su pannelli <strong>di</strong> legno...<br />

cronica, irriducibile impreve<strong>di</strong>bilità...<br />

L'antologica <strong>di</strong><br />

A r m a n<br />

(Armand<br />

Fernandez,<br />

Nizza, 1928 -<br />

New York,<br />

2005) riserva molte sorprese allo<br />

spettatore. Non sono infatti solo presentate<br />

le opere più conosciute del suo<br />

repertorio, ma viene proposto un interessante<br />

percorso che prende in considerazione<br />

tutti i momenti topici della<br />

ricerca, approfondendo in modo particolare<br />

le fasi <strong>di</strong> transizione, ed evidenziando,<br />

<strong>di</strong> conseguenza, le articolazioni<br />

successive del lavoro. Si tratta dunque<br />

<strong>di</strong> una mostra che invita ad approfon<strong>di</strong>re<br />

la conoscenza <strong>di</strong> un artista il cui contrassegno<br />

è una vita noma<strong>di</strong>ca, manifestazione<br />

della volontà <strong>di</strong> non avere<br />

alcun punto fermo se non l'esperienza.<br />

<strong>Il</strong> passaggio dall'astrazione pittorica <strong>di</strong><br />

stampo tra<strong>di</strong>zionale alla scrittura tramite<br />

oggetti intrisi d'inchiostro <strong>di</strong> china<br />

è ben evidenziata dai Cachets, "forme<br />

post-pittoriche" che caratterizzano la<br />

sua stagione creativa alla fine degli<br />

anni '50, e dalle Allures d'objets, oggetti<br />

che lasciano sulla carta l'impronta<br />

della pittura a olio della quale sono<br />

impregnati. L'oggetto <strong>di</strong>venta il punto <strong>di</strong><br />

riferimento obbligato del lavoro che,<br />

superando gradualmente i limiti della<br />

pittura tra<strong>di</strong>zionale, fa sua la necessità<br />

<strong>di</strong> mostrare come l'arte invada la vita<br />

nelle sue manifestazioni più usuali. Da<br />

queste osservazioni nascono le<br />

Accumulations <strong>di</strong> oggetti quoti<strong>di</strong>ani,<br />

quasi sempre usati, e le Poubelles,<br />

"estensioni del corpo contemporaneo",<br />

scarti assemblati in recipienti trasparenti,<br />

che assumono una forte valenza<br />

percettiva. <strong>Il</strong> percorso della mostra<br />

propone le accumulazioni più <strong>di</strong>verse,<br />

anche dal punto <strong>di</strong> vista cromatico:<br />

macinini da caffè, manometri, ra<strong>di</strong>o,<br />

spazzolini da denti, aspirine, forme per<br />

scarpe, pomoli per testate <strong>di</strong> letto,<br />

tubetti <strong>di</strong> colore <strong>di</strong> resina e <strong>di</strong> china,<br />

ventagli. La serialità della <strong>di</strong>sposizione<br />

pare <strong>di</strong>struggere l'unicità dell'oggetto<br />

stesso ma, a una riflessione attenta, si<br />

constata come l'insieme definisca un<br />

altro oggetto, <strong>di</strong>fferente, la cui specificità<br />

prende vita proprio dall'assemblaggio.<br />

"All'interno del medesimo oggetto",<br />

afferma Umberto Eco, "esiste la possibilità<br />

<strong>di</strong> una modulazione del molteplice".<br />

È nella <strong>di</strong>sarmonia che risiede l'armonia:<br />

se si osservano attentamente<br />

le accumulazioni, si vede come la<br />

casualità degli accostamenti suggerisca<br />

un'armonia fondata sulla provvisorietà<br />

e sulla <strong>di</strong>ssonanza. Si veda, ad<br />

esempio, quale equilibrio palesino lavori<br />

quali The birds 11 (1981), dove l'accumulazione<br />

<strong>di</strong> pinze metalliche assume<br />

la forma <strong>di</strong> uno stormo <strong>di</strong> uccelli, o<br />

Accumulation Renault (1968 ca.),<br />

dove le testate <strong>di</strong> motore acquisiscono<br />

una decisa qualità pittorica o, ancora,<br />

Tout ce qui brille n'est pas d'or (1975),<br />

un assemblaggio <strong>di</strong> lingotti d'oro, simile<br />

a un <strong>di</strong>pinto astratto. È opportuno<br />

segnalare come sia ampia la selezione<br />

<strong>di</strong> opere incentrate su oggetti musicali,<br />

chitarre, violoncelli, trombe, contrabbassi,<br />

tagliati su pannelli <strong>di</strong> legno o nella<br />

resina, o bruciati nella resina o nel plexiglas,<br />

o inclusi nel cemento. L'oggetto<br />

assume una valenza narrativa, come<br />

del resto avviene anche in Venus<br />

(1971), un busto che <strong>contiene</strong> bambole<br />

nella resina, o in Venus (1994),<br />

costituito da etichette nella resina. In<br />

queste opere si evidenzia con chiarezza<br />

la traslazione metamorfica dell'oggetto<br />

quoti<strong>di</strong>ano, che assume un <strong>di</strong>verso<br />

valore semantico.<br />

[tiziana conti]<br />

Fondazione Palazzo Bricherasio<br />

Arman<br />

a cura <strong>di</strong> Luca Beatrice<br />

via lagrange, 20 (centro storico)<br />

Tel 011 5711811 Fax 011 5711850<br />

info@palazzobricherasio.it<br />

www.palazzobricherasio.it<br />

Catalogo Cudemo<br />

Marco Perego<br />

(Milano, 1979;<br />

vive a New<br />

York) sembra<br />

plasmare le<br />

proprie opere<br />

per elaborare<br />

un lutto. I feticci<br />

fantastici <strong>di</strong><br />

un'infanzia tra<strong>di</strong>ta<br />

subiscono<br />

una catarsi<br />

attraverso le sale del Museo<br />

Archeologico Nazionale <strong>di</strong> Firenze,<br />

dove Hermes bambino uccide la<br />

tartaruga o Herakles strozza i serpenti,<br />

nei giochi funebri in onore <strong>di</strong><br />

Patroclo o nelle danze dei giovani<br />

ateniesi. <strong>Il</strong> rito supremo avviene<br />

nella sala del Vaso François (ceramica<br />

attica a figure nere del 570<br />

a.C.), dove in Everyone has two<br />

lives, in one you fake in the other<br />

you despair, la grande tela è tenebrosa<br />

come Aiace che trasporta il<br />

corpo <strong>di</strong> Achille nella decorazione<br />

del vaso, il fondo scuro e le sgocciolature<br />

violacee esaltano il dolore<br />

e il cordoglio. Molte altre tele sono<br />

coloratissime, cromìe acide, metalliche<br />

con colature materiche e<br />

resinose. Con glaciale iperrealismo,<br />

l'artista stempera l'astio, la<br />

sfida si fa logica e il quadro assurge<br />

ad archivio moderno <strong>di</strong> oggetti<br />

d'affezione, <strong>di</strong> passioni; si eleva a<br />

contestazione <strong>di</strong> uno sviluppo lineare<br />

della storia umana.<br />

L'enorme <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> chewing<br />

gum che campeggiava in piazza<br />

della Santissima Annunziata,<br />

davanti all'ingresso<br />

dell'Archeologico, il giorno dell'inaugurazione,<br />

adesso è nel giar<strong>di</strong>no<br />

del museo e, per quanto coloratissimo,<br />

non emana allegria ma<br />

melenso abbandono. Le recenti<br />

opere <strong>di</strong> Perego trasudano colore<br />

e oggetti, spesso balocchi e personaggi<br />

<strong>di</strong> fiabe e fumetti. Richiami<br />

all'infanzia, ma un'infanzia negata e<br />

devastata, come devastata è la<br />

terra in cui ci ostiniamo a sopravvivere.<br />

Come legge del contrappasso<br />

si fronteggia un sapere antico<br />

"delle interazioni umane che lasciano<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé un se<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />

legame: un se<strong>di</strong>mento che si ispessisce<br />

nel tempo" (Bauman) e un<br />

presente definito nell'atto del consumo<br />

e nel ritmo sbalor<strong>di</strong>tivo ed<br />

estenuante del cambiamento. Si<br />

tratti <strong>di</strong> giochi in frantumi o spesse<br />

gocciolature sanguigne, come in<br />

Give Nothing Back, o nei più famosi<br />

portacicche (come li chiama l'artista),<br />

cioè le installazioni Bubble<br />

machine che <strong>di</strong>stribuiscono teschi<br />

al posto <strong>di</strong> gomme americane,<br />

tutto evoca un percorso <strong>di</strong> "protesta"<br />

verso la mercificazione della<br />

vita. Nella paideia greca, il bambino<br />

<strong>di</strong>fferisce dall'adulto soltanto per<br />

l'incapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione fra bene<br />

e male, ma in questo percorso contemporaneo<br />

appare ineluttabile<br />

che anche gli adulti siano regre<strong>di</strong>ti<br />

al punto <strong>di</strong> perdere la strada.<br />

[...continua a pag. 84]<br />

[daniela cresti]<br />

Museo Archeologico Nazionale<br />

fino al 10 marzo 2008<br />

Marco Perego - Devastated Land<br />

a cura <strong>di</strong> Sergio Risaliti<br />

Via della Colonna, 38<br />

Orario: lunedì ore 14-19; martedì e<br />

giovedì ore 8.30-19; mercoledì,<br />

venerdì, sabato e domenica ore<br />

8.30-14<br />

Ingresso: intero 4 euro; ridotto 2<br />

euro<br />

Info: tel. +39 05523575; fax +39<br />

055264406;<br />

www.firenzemusei.it/archeologico<br />

FIRENZE.<br />

Omar Galliani<br />

Un memento mori che parla <strong>di</strong> eternità.<br />

Teschi e rose che danzano come<br />

pianeti dalle orbite <strong>di</strong>storte. E ancora<br />

lontani volti <strong>di</strong> donna e fiori improvvisamente<br />

legati a parti anatomiche. Tra<br />

<strong>di</strong>stanze, apparizioni e armonie, Omar<br />

Galliani entra agli Uffizi...<br />

Capita che, nella<br />

biblica attesa <strong>di</strong><br />

un centro per<br />

l'arte contemporanea<br />

a Firenze,<br />

siano gli Uffizi a<br />

rilanciare a livello<br />

istituzionale l'attenzione<br />

per il<br />

contemporaneo.<br />

Capita che il<br />

Gabinetto<br />

Disegni e Stampe degli Uffizi acquisisca<br />

alcune opere <strong>di</strong> Omar Galliani<br />

(Montecchio Emilia, 1954; vive a<br />

Montecchio e Urbino): un trittico, due<br />

<strong>di</strong>segni a matita su carta e altri quarantacinque<br />

<strong>di</strong>segni, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più<br />

piccole, a matita e inchiostro <strong>di</strong> china,<br />

tutte in esposizione nella sala Edoardo<br />

Detti del Gabinetto. È il trittico<br />

Notturno (2007), un'opera monumentale<br />

che si compone <strong>di</strong> tre tavole <strong>di</strong><br />

legno <strong>di</strong> pino, a offrire il nome all'evento.<br />

Sulle tre tavole, poste verticalmente<br />

le due laterali e orizzontalmente la<br />

centrale, Galliani è intervenuto con la<br />

carta vetrata, rivestendole poi <strong>di</strong> un'avvolgente<br />

e profonda trama <strong>di</strong> segni a<br />

grafite, il cui strato s'ispessisce a volte<br />

per far emergere alcuni elementi, o si<br />

<strong>di</strong>rada per lasciare spazio ad altri, rendendo<br />

visibile il colore del legno sottostante.<br />

Una cascata <strong>di</strong> rose a sinistra<br />

e <strong>di</strong> teschi a destra e, nel mezzo, un<br />

pianoforte. Fiori, teschi e strumenti<br />

musicali: è <strong>di</strong>fficile resistere alla tentazione<br />

<strong>di</strong> richiamarsi alla tra<strong>di</strong>zione<br />

della vanitas (e tale definisce quest'opera<br />

anche la <strong>di</strong>rettrice Marzia<br />

Faietti). Tanto più <strong>di</strong>fficile se l'artista in<br />

questione è stato legato a quello che,<br />

negli anni '80, era chiamato<br />

Anacronismo: recupero fantasmatico<br />

<strong>di</strong> un passato sentito non come storia<br />

ma come labile e inconsistente presenza.<br />

Se la rosa era, nella vanitas<br />

intesa come genere, il richiamo alla<br />

fugacità dei piaceri e dei sensi dell'uomo<br />

e il teschio l'in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> un tempo<br />

irrime<strong>di</strong>abilmente trascorso, lo strumento<br />

musicale viveva della bivalente<br />

allusione alla vita attiva e alle sue<br />

momentanee occupazioni da una<br />

parte, e alla possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza<br />

delle arti dall'altra. La vanitas <strong>di</strong><br />

Galliani sembra però trasformarsi nel<br />

suo opposto, nell'evocazione <strong>di</strong> un'eternità<br />

impalpabile, nascosta sotto la<br />

fitta tessitura creata dalla grafite. È<br />

un'eternità siderale, in cui le rose e i<br />

teschi si muovono con l'eleganza e la<br />

sicurezza <strong>di</strong> pianeti nello spazio, intorno<br />

a cui i segni lasciati dalla carta<br />

vetrata, visibili attraverso la grafite,<br />

<strong>di</strong>segnano orbite <strong>di</strong>storte e irregolari.<br />

Le rose e i teschi danzano (una danza<br />

che non sembra possibile definire<br />

macabra) al suono forse della musica<br />

delle sfere: al centro il pianoforte,<br />

sagoma nera e imponente, assume il<br />

valore <strong>di</strong> un'apparizione salvifica per<br />

quanto oscura. Se Mantra (1999) e<br />

Nuovi Santi (2007) hanno al centro<br />

volti <strong>di</strong> donna immersi in una lontananza<br />

irraggiungibile (nel primo è lo stesso<br />

volto a sdoppiarsi per separarsi da<br />

se stesso), i quarantacinque <strong>di</strong>segni a<br />

matita e inchiostro <strong>di</strong> china <strong>di</strong> vari<br />

colori sono una serie <strong>di</strong> incontri, <strong>di</strong><br />

contatti tra ossa sfumate a matita e<br />

fiori <strong>di</strong>segnati a china, taglienti come<br />

ghiaccio. Incontri da cui, come una<br />

scintilla, sembra sprigionarsi una<br />

improvvisa armonia.<br />

[donata panizza]<br />

Uffizi - Gabinetto Disegni e<br />

Stampe<br />

fino al 2 marzo 2008<br />

Omar Galliani - Notturno<br />

piazzale degli uffizi, 1<br />

da mar. a dom. ore 8.15-18.50<br />

ingresso libero<br />

Tel 055 2388624<br />

gdsu@polomuseale.firenze.it<br />

www.polomuseale.firenze.it/musei/<strong>di</strong>segni<br />

Catalogo Electa<br />

NAPOLI. NAPOLI.<br />

Olivo Barbieri<br />

Luca Pignatelli<br />

Mirare, puntare, focus. Abituato a In treno con l'artista per un nostalgi-<br />

volare alto, Barbieri plana sulla collico "come eravamo". Dai vetri un paena<br />

<strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>monte per... archiviare la saggio fatto <strong>di</strong> lance, bombe e case<br />

pratica <strong>di</strong> una committenza eccellen- incen<strong>di</strong>ate. Ma non ci sono fermate.<br />

te con un repertorio <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> E tutto scorre senza saldarsi alle pro-<br />

repertorio. Ma il richiamo metropolitano<br />

è troppo forte. E tutto finisce in<br />

fon<strong>di</strong>tà della memoria...<br />

pulp...<br />

Nel '68, con<br />

un'arte fatta <strong>di</strong><br />

quoti<strong>di</strong>anità, <strong>di</strong><br />

vita, i titanici<br />

poveristi giungevano<br />

a traghettare<br />

anime<br />

Di Olivo Barbieri (Carpi, 1954)<br />

fotografo si ammira il bilanciamento<br />

austero e monumentale delle<br />

inquadrature in bianco e nero. Di<br />

Olivo Barbieri videomaker si gustano<br />

la versatilità cromatica e il<br />

ritmo sincopato, usati per manipolare<br />

una pellicola <strong>di</strong> culto come<br />

Scarface. Si fa in due l'artista emiliano<br />

per il debutto della trilogia<br />

Uno sguardo da Capo<strong>di</strong>monte, uno<br />

sguardo su Capo<strong>di</strong>monte - che<br />

vedrà in campo altri due obiettivi<br />

eccellenti: Craigie Horsfield e<br />

Mimmo Jo<strong>di</strong>ce -, accantonando<br />

macchiatesi <strong>di</strong><br />

consumismo<br />

verso "viaggi" che consentissero <strong>di</strong><br />

avere un approccio innocente e genuino<br />

col mondo. Quarant'anni più tar<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />

quella <strong>di</strong>alettica capace <strong>di</strong> corrodere<br />

abitu<strong>di</strong>ni e conformismi della società<br />

contemporanea non rimane che il<br />

mezzo, il supporto, svuotato del suo<br />

peso ideologico: dall'arte povera si<br />

passa miseramente alla povera arte.<br />

Questo passaggio si rende "fisico" e<br />

manifesto con le opere <strong>di</strong> Luca<br />

Pignatelli (Milano, 1962), in mostra al<br />

Museo Archeologico Nazionale <strong>di</strong><br />

Napoli. Intenzionate a <strong>di</strong>scutere l'atteggiamento<br />

dell'uomo o<strong>di</strong>erno, a denunciare<br />

le conseguenze infauste del suo<br />

comportamento egoista e <strong>di</strong>stratto, <strong>di</strong><br />

ad<strong>di</strong>rittura se stesso per rispetto fatto si connotano soltanto per un<br />

della committenza (anche se il mero polemismo autoreferenziale. I<br />

Soprintendente al Polo museale suoi Treni non si inerpicano su per<br />

napoletano Nicola Spinosa preferi- colonne ripi<strong>di</strong>ssime come quelli <strong>di</strong><br />

sce parlare <strong>di</strong> "reazione" e "provo- Kounellis, ma mestamente scivolano<br />

cazione"). Noto infatti per le vedute su paesaggi anonimi e scarni con<br />

metropolitane a volo d'uccello,<br />

Barbieri zooma qui su un campione<br />

<strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci immagini (do<strong>di</strong>ci in<br />

bianconero e due a colori) para<strong>di</strong>gmatiche<br />

<strong>di</strong> altrettanti generi, scelte<br />

dopo aver setacciato l'Archivio<br />

fotografico della pinacoteca.<br />

Riproduzioni <strong>di</strong> riproduzioni che, in<br />

ossequio al rimbalzello filosofico <strong>di</strong><br />

un'arte replica <strong>di</strong> se stessa, ne catturano<br />

a <strong>di</strong>stanza ravvicinatissima<br />

graffi, impronte, scalfitture, screpolature:<br />

particolari macroscopici<br />

che, tra iperrealismo e documento,<br />

mostrano i tesori delle collezioni<br />

come oggetti, materia vulnerabile<br />

"fare" cinematografico, come in un vecchio<br />

film dei Lumière. Dai finestrini non<br />

si affacciano memorie <strong>di</strong> antiche cicatrici<br />

né i vagoni si aprono su racconti<br />

sociali per recare il loro messaggio <strong>di</strong><br />

sofferenza. Tutto, piuttosto, sembra<br />

evaporare e <strong>di</strong>sperdersi con lo sbuffo<br />

<strong>di</strong> biacca che fuoriesce dalla locomotiva<br />

in corsa. Non bastano neppure i<br />

teloni ferroviari usurati dal tempo, che<br />

tante mani hanno conosciuto, a riscattare<br />

la mollezza e il <strong>di</strong>stacco dell'arte <strong>di</strong><br />

Pignatelli: il suo è un tragico sempre<br />

apparente, il cui livore viene continuamente<br />

stemperato da schizzi <strong>di</strong> colore<br />

simili (?) a neve o infiocchettato da<br />

decorazioni floreali <strong>di</strong> dubbia valenza,<br />

e vissuta. Difficile credere che un che lo rendono ben lontano dalla figura<br />

così severo e compatto percorso <strong>di</strong> "prometeico officiante" <strong>di</strong> una cultu-<br />

possa esplodere fragorosamente ra morente e <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione perdu-<br />

in un bagno <strong>di</strong> sangue. Eppure ta. Anche in Schermi si legge lo scarto<br />

avviene nel prosieguo, quando le tra nobile intenzione e mancato risulta-<br />

macchine - fotografica e da presa - to. Le anfore panciute che vestono l'in-<br />

tornano alla contemporaneità per<br />

puntare sulla confiscata villa <strong>di</strong><br />

Walter Schiavone, fratello del famigerato<br />

capoclan Francesco, detto<br />

"Sandokan": ottocentocinquanta<br />

metri quadrati su tre livelli, circondati<br />

da tremilaquattrocento <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>no<br />

con immancabile piscina,<br />

destinati, stando alle promesse<br />

istituzionali, ad accogliere un centro<br />

sportivo e riabilitativo per <strong>di</strong>sabili.<br />

Un delirio e<strong>di</strong>lizio ispirato al<br />

capolavoro <strong>di</strong> Brian De Palma, solo<br />

che questa "Hollywood" è <strong>di</strong> cemento,<br />

non <strong>di</strong> cartapesta, e con tanto<br />

tero perimetro <strong>di</strong> una sala, infatti, recano<br />

in grembo immagini delle guerre <strong>di</strong><br />

ieri e <strong>di</strong> oggi, realizzandosi come continuum<br />

temporale che riduce al medesimo<br />

comune denominatore la ferocia<br />

umana. Eppure non riescono a figurare<br />

come angoscianti e claustrofobici<br />

vasi <strong>di</strong> Pandora, esalando invece l'amaro<br />

e sgradevole sentore <strong>di</strong> un lezioso<br />

omaggio al museo ospitante. Un sussulto<br />

<strong>di</strong> creatività sprezzante viene,<br />

invece, da una Madonna <strong>di</strong> sapore<br />

rinascimentale dal viso smaterializzato,<br />

reso come se fosse stato celato da<br />

un velo. Tra le braccia, una tavola su<br />

cui bruciano case e strade sostituisce<br />

<strong>di</strong> scala a tenaglia, tale e quale a con indovinato sarcasmo la figura del<br />

quella da cui Al Pacino/Tony fanciullo salvatore, realizzando un'im-<br />

Montana precipita dopo la mattanmagine forte e originale <strong>di</strong> un'attualissiza<br />

finale. Ed è proprio sui fotogramma Gomorra. A chiudere la personale,<br />

mi degli ultimi tre minuti del film tuttavia, un ultimo scivolone, questa<br />

che Barbieri concentra le proprie volta me<strong>di</strong>atico. Un video realizzato da<br />

attenzioni, attraverso interventi pit- Daniele Pignatelli induce, me<strong>di</strong>ante<br />

torici che ne accelerano il cruento<br />

<strong>di</strong>namismo e ne esasperano i toni,<br />

avvincendosi a un immaginario<br />

locale pregno <strong>di</strong> barocchismo.<br />

[...continua a pag. 84]<br />

una telecamera in soggettiva, a correre<br />

a per<strong>di</strong>fiato in un bosco "in guerra"<br />

per poi fermarsi a una festa <strong>di</strong> paese<br />

con tanto <strong>di</strong> asinello e musica folkloristica.<br />

Non c'è nulla nella corsa che<br />

somigli a un percorso catartico; piutto-<br />

[anita pepe]<br />

Museo <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>monte<br />

sto appare come un finale un po' troppo<br />

favolistico. La decadenza si ottunde<br />

(ancora!), le riflessioni si fanno lontane<br />

e, come suggerito da una vecchia canzone,<br />

"il veleno della vita dorme in pace<br />

in un vaso <strong>di</strong> malora". Tarallucci e vino.<br />

[carla rossetti]<br />

Uno sguardo da Capo<strong>di</strong>monte.<br />

Olivo Barbieri - TWIY<br />

a cura <strong>di</strong> Cristiana Colli<br />

via <strong>di</strong> milano, 2<br />

Tel 081 7499111;<br />

Fax 081 2294498<br />

artina@arti.beniculturali.it<br />

www.museo-capo<strong>di</strong>monte.it<br />

Catalogo Electa Napoli<br />

MANN - Museo Archeologico<br />

Nazionale <strong>di</strong> Napoli<br />

Luca Pignatelli<br />

a cura <strong>di</strong> Achille Bonito Oliva<br />

piazza museo nazionale, 19<br />

Tel 081 440166 Fax 081 440013<br />

ornella.falco@beniculturali.it<br />

www.archeona.arti.beniculturali.it


60.déjà vu Exibart.onpaper<br />

TRIESTE.<br />

BRESCIA.<br />

Nikola Uzunovski<br />

Giulio Paolini<br />

Regalare il sole all'inverno senza luce L'eterno ritorno dell'identico, quasi una<br />

dei lapponi. Questo l'ambizioso pro- missione concettuale. Alla quinta persogetto<br />

del vincitore del premio nale con la galleria bresciana, Paolini<br />

Giovane Emergente Europeo Trieste torna ancora una volta su temi car<strong>di</strong>ne<br />

Contemporanea. E la galleria si tra- della contemporaneità artistica. Tra citasforma<br />

in un laboratorio. Dove progettare<br />

l'irrealizzabile...<br />

zionismo esterno e metrica spaziale...<br />

C'è un legame strettissimo tra arte e<br />

utopia, essendo la capacità dell'arte<br />

<strong>di</strong> generare orizzonti <strong>di</strong>stanti e mon<strong>di</strong><br />

possibili pressoché infinita. Via via<br />

lungo la storia, l'arte si è nutrita e ha<br />

allo stesso tempo creato il mondo<br />

ideale dei religiosi, dei filosofi e degli<br />

esteti, ma anche quello alternativo<br />

dell'uguaglianza sociale, dell'utopia<br />

politica, fino a quello - terribile e angosciante<br />

- dei totalitarismi impegnati a<br />

elaborare la propria mitologia. È invece<br />

un'utopia realizzabile, senza però<br />

essere ancora a portata <strong>di</strong> mano,<br />

quella che propone Nikola<br />

Uzunovski (Belgrado, 1979) con il<br />

progetto My Sunshine, che gli è<br />

valso il premio <strong>di</strong> Giovane Emergente<br />

assegnato da Trieste<br />

Contemporanea. <strong>Il</strong> suo lavoro, a<br />

cavallo tra public art e arte relazionale,<br />

è un vero e proprio work in progress<br />

mirato a cambiare le abitu<strong>di</strong>ni<br />

e gli stili <strong>di</strong> vita della popolazioni della<br />

Lapponia, dove, a causa della rotazione<br />

dell'asse terrestre e per l'estrema<br />

vicinanza al circolo polare, d'inverno<br />

non arrivano i raggi del sole e la luce<br />

naturale è solo un rumore <strong>di</strong> fondo.<br />

L'artista ha pensato <strong>di</strong> creare un<br />

sistema <strong>di</strong> illuminazione con specchi<br />

collocati su palloni in grado <strong>di</strong> riflettere<br />

la luce dall'alto verso il suolo, portandola<br />

tra le case e le strade, favorendo<br />

da un lato maggiori relazioni<br />

sociali e dall'altro un cambiamento<br />

degli stati umorali e psicologici. <strong>Il</strong> progetto<br />

può per certi aspetti ricondursi<br />

all'idea d'intervento ambientale, alla<br />

capacità cioè <strong>di</strong> agire per creare dei<br />

mutamenti sulla percezione del paesaggio,<br />

ma in senso stretto è basato<br />

essenzialmente sulla capacità <strong>di</strong><br />

creare sculture con la luce, argomento<br />

già caro alle avanguar<strong>di</strong>e<br />

americane degli anni '60. La finalità<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne relazionale invece è assolutamente<br />

nuova, e in questa c'è tutto<br />

il carico dell'utopia, capace <strong>di</strong> rendere<br />

reale l'impossibile, confrontandosi<br />

con tutti gli strumenti scientifici del<br />

caso. Non si pensi infatti al progetto<br />

<strong>di</strong> Uzunovski come una semplice fantasia<br />

infantile, tutt'altro: l'artista ha<br />

coinvolto scienziati e ricercatori <strong>di</strong><br />

università prestigiose come<br />

Cambridge o la Sissa <strong>di</strong> Trieste, che<br />

sono stati presenti alla vernice e che<br />

si sono impegnati a elaborare equazioni<br />

in grado <strong>di</strong> descrivere l'orbita<br />

dei palloni, la tipologia e l'inclinazione<br />

degli specchi e via <strong>di</strong>cendo, affrontando<br />

pure ipotesi sulla meteorologia, i<br />

materiali, i venti, l'irraggiamento. La<br />

galleria si è così trasformata in un<br />

laboratorio con lavagne ricoperte <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>segni e numeri, libri, testi, computer,<br />

calcolatrici e tutti gli strumenti<br />

del caso: un luogo cioè in cui si elaborano<br />

dati, si verificano ipotesi, si fa<br />

scienza. E danno coraggio le parole <strong>di</strong><br />

una stu<strong>di</strong>osa d'eccezione come<br />

Margherita Hack che, a parte i costi<br />

rilevanti, reputa attuabile, con le<br />

attuali tecnologie spaziali, l'utopia<br />

artistica <strong>di</strong> un sole d'inverno.<br />

Stu<strong>di</strong>o Tommaseo<br />

[daniele capra]<br />

Nikola Uzunovski - My Sunshine<br />

a cura <strong>di</strong> Massimo Premuda<br />

via del monte, 2/1<br />

Tel 040 639187 Fax 040 367601<br />

tscont@tin.it<br />

www.triestecontemporanea.it<br />

Catalogo <strong>di</strong>sponibile<br />

"Io non so, non posso <strong>di</strong>re che cosa ho<br />

voluto fare. Chi lo sa, non vuol capire<br />

che si può anche tacere" (Giulio<br />

Paolini). Al riecheggiare delle parole<br />

sullo scandalo della comunicazione<br />

pronunciate nei corsi presso la<br />

Fondazione Ratti, fanno da specchio<br />

queste rinunce alla teoria esplicita sull'arte.<br />

Eppure, <strong>di</strong> teoria implicita ce n'è<br />

molta e la flui<strong>di</strong>ficazione dello sguardo<br />

scopre il vero scheletro teorico che<br />

supporta il lavoro <strong>di</strong> Giulio Paolini<br />

(Genova, 1940; vive a Torino). Lo stu<strong>di</strong>o<br />

del momento creativo passa attraverso<br />

un utilizzo della pittura e della<br />

scultura come <strong>di</strong>spositivi concettuali.<br />

Mentre la riflessione meta-artistica si<br />

serve dell'arte come <strong>di</strong> uno strumento,<br />

lavorando allo stesso tempo come un<br />

artista inconsapevole. Le figure dei pittori<br />

Zeusi e Parrasio, un prelievo da<br />

mitologia greca e avvenimento storico,<br />

presiedono alla decostruzione delle<br />

arti classiche. Nell'omonima opera, la<br />

<strong>di</strong>visione in porzioni <strong>di</strong> una testa greca<br />

in gesso invita alla ricomposizione virtuale<br />

dei profili. Alle pareti, a sigillare il<br />

gioco <strong>di</strong> corrispondenze del lavoro scultoreo,<br />

due tele composite che ragionano<br />

attraverso l'ibridazione del recto e<br />

del verso, sulla superficie della rappresentazione<br />

e sui confini provvisori e<br />

casuali della tela. L'allestimento <strong>di</strong><br />

Zeusi e Parrasio fornisce anche una<br />

soglia, introduzione all'operazione<br />

murale e a un nuovo spazio concettuale.<br />

Scena muta (la stanza dell'autore) si<br />

compone <strong>di</strong> citazionismo interno e citazionismo<br />

esterno. Un assemblaggio<br />

ragionato e misurato <strong>di</strong> strumenti da<br />

lavoro, tavole sul <strong>di</strong>segno geometrico e<br />

tele bianche, frontali o rovesciate, che<br />

rappresentano la tela. Per comunicare<br />

la sospensione che produce la cornice:<br />

"Tutto insomma lì si trova, a misura <strong>di</strong><br />

un domani uguale a ieri". <strong>Il</strong> particolare<br />

approfon<strong>di</strong>mento sulla tautologia autoriale<br />

trova spazio nella rappresentazione<br />

del pittore che <strong>di</strong>pinge se stesso<br />

mentre lavora all'esposizione. Secondo<br />

un percorso visivo dai margini verso il<br />

centro, seguendo <strong>di</strong>agonali e concentrazioni<br />

<strong>di</strong> forze trasversali, Paolini<br />

descrive la tecnica artistica come un<br />

mezzo <strong>di</strong> sottrazione che riduce ai<br />

minima l'operazionalità artistica, ritrovando<br />

nel suo fondo libi<strong>di</strong>nale le strutture,<br />

le ragioni d'azione. In risonanza con<br />

l'intervento murale, altre visioni della<br />

scena pittorica si moltiplicano nella<br />

serie <strong>di</strong> settantaquattro tavole ospitata<br />

dalla seconda sala. <strong>Il</strong> supporto della<br />

tela, come ambiente <strong>di</strong> formazione dell'opera<br />

d'arte, si completa nella caratterizzazione<br />

del suo esecutore. Se la<br />

tecnica è condotta, <strong>di</strong>rezionata verso<br />

una fine preciso, ovvero l'identificazione<br />

<strong>di</strong> un "passaggio sotterraneo", il <strong>di</strong>scorso<br />

sull'autore è un <strong>di</strong>aframma riflessivo<br />

altrettanto potente. "L'autore? Un<br />

attore!", afferma Paolini in una delle<br />

composizioni poetiche che corrispondono<br />

alle tavole. L'istrionismo dell'artista<br />

che interpreta se stesso, che non<br />

abita lo spazio. Ma il tempo si risolve<br />

nella narrazione della natura illusionistica<br />

dell'autore, la riconversione <strong>di</strong><br />

immagini fotografiche e della riproduzione<br />

dà luogo a esiti vertiginosi che<br />

lavorano sulla parola attraverso figure<br />

retoriche. <strong>Il</strong> lapsus dell'autorialità.<br />

[simone frangi]<br />

Galleria Massimo Minini<br />

Giulio Paolini - Zeusi e Parrasio<br />

via apollonio, 68<br />

Tel 030 303034 Fax 030 392446<br />

info@galleriaminini.it<br />

www.galleriaminini.it<br />

MILANO.<br />

Chen Ke<br />

Le figure infantili catturano l'immaginario<br />

pittorico. Esili bambini sommersi da<br />

luoghi che non si svuotano. Luoghi<br />

senza orientamento. Come in un libro <strong>di</strong><br />

fiabe, l'ambientazione è amniotica. Ma<br />

l'espressione triste dei visi, i corpi e gli<br />

oggetti rimandano a qualcosa fuori...<br />

Immaginate un mondo senz'aria,<br />

senza strade, senza niente. Un mondo<br />

aperto dalla luce <strong>di</strong> una fessura, il<br />

mondo <strong>di</strong> un nascon<strong>di</strong>glio segreto,<br />

scoperto sul fondo <strong>di</strong> un arma<strong>di</strong>o.<br />

Provate a figurare e poi a riprodurre<br />

un paesaggio così. La riuscita <strong>di</strong> questo<br />

gioco, verso il miracolo della<br />

forma, della creazione se si preferisce,<br />

è affidato tutto alla postura dei<br />

corpi, ai gesti che affiderete ai personaggi,<br />

quelli che dovrete sforzarvi <strong>di</strong><br />

vedere intrappolati. Dovrete, come al<br />

deposito delle ultime cose, lasciar finire<br />

la resistenza al reale e far sì che<br />

l'atmosfera respiri qualcosa come<br />

quiete e pacificazione. Senza lenti <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio, senza deformazione alcuna.<br />

Dovrete portare a completa schiusa<br />

la nuova verità; la realtà <strong>di</strong> cui ora<br />

sarete padroni, quella che sarà fatta<br />

coincidere, quasi interamente, con la<br />

fantasia <strong>di</strong> una volta. Con quello strano<br />

colore dell'inesistenza che attinge<br />

dallo stesso serbatoio visivo dal quale,<br />

sottratto il mondo che s'immagina, le<br />

ombre dei gran<strong>di</strong> non <strong>di</strong>sturberanno<br />

più i profili dei piccoli. Fa parte della<br />

stessa grana, dello stesso spessore<br />

tattile, l'universo conchiuso entro cui<br />

Chen Ke (Tongjiang, 1978) si rifugia<br />

senza scappare. I suoi <strong>di</strong>pinti su tela,<br />

quasi tutti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, esposti<br />

in galleria non superano i <strong>di</strong>eci<br />

pezzi. Ognuno <strong>di</strong> questi riquadri è una<br />

finestra che parla in maniera eloquente,<br />

ma non forbita, <strong>di</strong> un mondo relegato<br />

ai segreti, e forse ai sogni, dell'infanzia<br />

finita anche se in-definita. L'artista<br />

cinese illustra in maniera enigmatica,<br />

seppur delicata, le scene <strong>di</strong> stasi e <strong>di</strong><br />

non-vita dei propri personaggi.<br />

Sempre immersi, senza pericolo, in<br />

acquose palu<strong>di</strong> scure, lì dove ogni soggetto<br />

è partecipe della luce che<br />

emana, compattando con imme<strong>di</strong>atezza<br />

la pennellata <strong>di</strong> Ke. Ogni fulgore<br />

viene assorbito, e allo stesso tempo<br />

espulso, dalla carnagione statuaria,<br />

quasi <strong>di</strong> gesso, messa addosso ai visi<br />

infantili, addolciti dai tratti neotenici dei<br />

soggetti. Sebbene queste viste siano<br />

state <strong>di</strong>pinte in paesaggi senza alcun<br />

appiglio visivo, dove persino un albero<br />

blu simula e simbolizza l'arrivo <strong>di</strong> una<br />

tempesta, Ke si <strong>di</strong>mostra abile nello<br />

spazializzare la propria ricerca, trasferendo<br />

lo stesso materiale pittorico e<br />

la medesima atmosfera onirica anche<br />

sulla superficie <strong>di</strong> oggetti all'interno<br />

degli ambienti della galleria. Sui mobili,<br />

<strong>di</strong>sposti senza combinazione apparente,<br />

<strong>di</strong> una vecchia cameretta, l'artista<br />

riprende le fila <strong>di</strong> un sogno, o <strong>di</strong> una<br />

storia, che lei stessa ha scritto e poi<br />

esposto sotto teca all'ingresso <strong>di</strong> questa<br />

installazione. Dal como<strong>di</strong>no come<br />

dal letto, dalla macchina da cucire<br />

come dallo stipite della porta messa in<br />

mezzo alla stanza, bianchissima e<br />

vuota, coppie <strong>di</strong> occhi guardano.<br />

Guardano visi senza età, trattenuti<br />

dalla miniatura <strong>di</strong> figure bianche, inglobate<br />

dentro enormi gocce <strong>di</strong> colore.<br />

La storia, qui, prende a ripetersi, narrando<br />

le paure <strong>di</strong> bambini e caratteri<br />

che emulano una sorta <strong>di</strong> verità. Al <strong>di</strong><br />

fuori <strong>di</strong> uno scenario che non ha bisogno<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni spaziali e pseudogeografie<br />

<strong>di</strong> luoghi, per essere ritrovato.<br />

[ginevra bria]<br />

Marella Arte Contemporanea<br />

fino al 1 marzo 2008<br />

Chen Ke<br />

via lepontina, 8 (zona maciachini)<br />

da martedì a sabato ore 11-19<br />

ingresso libero<br />

Tel 02 69311460 Fax 02 60730280<br />

info@marellagallery.com<br />

www.marellagallery.com<br />

MILANO. MILANO.<br />

Anja Puntari<br />

Laura Owens<br />

L'imperscrutabilità della pornogra- Una delle principali pittrici americafia<br />

smantellata in meno <strong>di</strong> cinque ne dell'ultima generazione. Ma quale<br />

minuti. E con una semplice ricerca relazione sussiste tra pittura gioio-<br />

su internet. La tripla xxx concentrasa e corporeità in rivolta? Da Los<br />

ta sullo sguardo delle protagoniste.<br />

Dove le barriere fra set e spettacolo<br />

si abbattono..<br />

Angeles, Laura Owens...<br />

"Esplicita rappresentazione del<br />

corpo umano o dell'attività sessuale<br />

con lo scopo <strong>di</strong> eccitamento o<br />

sod<strong>di</strong>sfazione carnale, con poca o<br />

assente valenza artistica": la pornografia,<br />

secondo Wikipe<strong>di</strong>a.<br />

Sicuramente l'anonimo autore <strong>di</strong><br />

questa definizione non conosce<br />

XXX, l'ultimo video <strong>di</strong> Anja Puntari<br />

(Helsinki, 1979). Con un lavoro <strong>di</strong><br />

quattro minuti e quarantacinque<br />

secon<strong>di</strong>, l'artista finlandese rovescia<br />

ogni dogma riguardante la più<br />

evidente spettacolarizzazione del<br />

sesso, la cui regola fondamentale<br />

è lasciare ogni coinvolgimento<br />

emotivo al <strong>di</strong> fuori del "lavoro". Lo<br />

fa cercando in rete filmati, per lo<br />

più amatoriali, tutti appartenenti al<br />

cosiddetto genere gonzo, in cui le<br />

barriere classiche del modo <strong>di</strong><br />

ripresa tra<strong>di</strong>zionale, vale a <strong>di</strong>re le<br />

telecamere che <strong>di</strong>vidono attori e<br />

operatori, sono abbattute. La<br />

"troupe", il regista, tutti partecipano<br />

all'atto sessuale filmato, offrendo<br />

una costante soggettiva dell'azione.<br />

Niente <strong>di</strong> particolare, fin qui,<br />

un semplice cut'n'paste <strong>di</strong> filmati a<br />

luci rosse fatti in casa, parrebbe.<br />

Invece no. Puntari ribalta le convenzioni<br />

che legano attore e spettatore<br />

degli spettacoli triple X<br />

rated, co<strong>di</strong>ce americano per classificare<br />

la pornografia più hard.<br />

Non si vedono più i corpi, i movimenti<br />

sono nascosti, la sessualità<br />

è <strong>di</strong> nuovo oscurata. Tutto ciò che<br />

ci è dato vedere sono gli occhi<br />

delle protagoniste. "Occhi specchio<br />

dell'anima", si suol <strong>di</strong>re, e<br />

come <strong>di</strong>ssentire: le emozioni che<br />

traspaiono dalle nostre espressioni<br />

sono innegabili persino durante<br />

le riprese su un set ad alto tasso<br />

erotico. Sta qui l'inversione <strong>di</strong><br />

significato. La pornografia si trasforma<br />

in un viaggio nella sfera più<br />

intima, quella dei sentimenti e<br />

delle emozioni. Le ragazze non<br />

sono più semplici oggetti <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento<br />

degli istinti primari, ma<br />

sono entità coscienti, la cui emotività<br />

trova spazio in un universo <strong>di</strong><br />

rappresentazione da cui solitamente<br />

è esclusa. Se il genere<br />

gonzo mira a creare empatia fra<br />

interprete e astante, Puntari ci<br />

rende partecipi delle sensazioni<br />

delle protagoniste. La sfera esplicita<br />

del porno è negata, ciò a cui<br />

pren<strong>di</strong>amo parte è uno spettacolo<br />

interiore, quasi spirituale, in cui le<br />

emozioni provate dalle interpreti<br />

superano la valenza puramente<br />

estetica e sensuale delle azioni da<br />

cui scaturiscono, per svelare ciò<br />

che realmente vive nella mente. <strong>Il</strong><br />

nostro voyeurismo cambia significato:<br />

ci ritroviamo, ammaliati a<br />

immaginare quali pensieri siano<br />

forieri <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong> tanto multiformi,<br />

a volte assenti, a volte fin troppo<br />

partecipi, o forzati, rassegnati.<br />

Spettatori <strong>di</strong> una nuova forma <strong>di</strong><br />

rappresentazione della sensualità,<br />

oltre la sessualità.<br />

Francesca Minini<br />

[guia cortassa]<br />

Anja Puntari - XXX<br />

via massimiano, 25 (zona ventura)<br />

Tel 02 26924671 Fax 02 21596402<br />

info@francescaminini.it<br />

www.francescaminini.it<br />

Che ci fanno zebre, animali sereni e<br />

colorati, tavole imban<strong>di</strong>te con fiori e<br />

leggerezza nella terra <strong>di</strong> Paul<br />

McCarthy e Chris Burden? Non si<br />

può <strong>di</strong>re che il panorama artistico <strong>di</strong><br />

Los Angeles sia stato segnato da leggerezze<br />

e armonie. Anzi, il tratto comune<br />

che ha caratterizzato la metropoli<br />

californiana è spesso quello <strong>di</strong> un atto<br />

estremo, selvaggio, da ultima frontiera.<br />

Un nome, quello della città degli angeli,<br />

associato a un immaginario apocalittico<br />

e sra<strong>di</strong>cato, in cui lo spazio artistico<br />

si è delineato in cosciente antitesi alle<br />

ricerche newyorchesi, attraverso il<br />

culto aggressivo <strong>di</strong> una corporeità in<br />

rivolta. Ma, sotto questa luce, pochissimi<br />

sembrano i tratti che uniscono<br />

Laura Owens (Euclid, 1970) all'ambiente<br />

in cui lavora e alle tematiche fino<br />

a ora delineate. Nell'esposizione da<br />

Guenzani siamo <strong>di</strong> fronte a serene<br />

composizioni: acrilici e oli che, come<br />

preziose tappezzerie, <strong>di</strong>segnano i racconti<br />

<strong>di</strong> fanciulli contemporanei. Dietro<br />

un albero spuntano sorridenti due<br />

zebre, alcuni destrieri cavalcano in una<br />

moderna grotta <strong>di</strong> Lascaux, ma<br />

soprattutto trionfi <strong>di</strong> petali e fiori che,<br />

fuoriusciti dal tubetto, vanno a stamparsi<br />

sulla tela. La città e il corpo che<br />

della metropoli californiana sono stati<br />

vessillo sembrano essere minuziosamente<br />

rimossi, fino a regre<strong>di</strong>re a un'infanzia<br />

da libro delle favole. Le tele certo<br />

non sono immuni dalle recenti vicende<br />

biografiche dell'artista, che proprio nei<br />

giorni dell'inaugurazione si trovava<br />

nelle ultime fasi <strong>di</strong> una gravidanza, ma<br />

questo tratto <strong>di</strong> sognante irrealtà ha<br />

una lunga storia nella ricerca della pittrice.<br />

Fin dai suoi primi lavori, infatti, ci<br />

si trova <strong>di</strong> fronte a montagne azzurrine<br />

sullo sfondo <strong>di</strong> alberi fioriti. Senza volerla<br />

caricare <strong>di</strong> eccessivi significati, questa<br />

rimozione del corpo, in aperta controtendenza<br />

alla storia locale, è forse<br />

uno dei punti <strong>di</strong> forza più significativi <strong>di</strong><br />

questo lavoro. È questo tratto che, con<br />

ogni probabilità, ha garantito l'affermarsi<br />

della sua pittura all'inizio del millennio,<br />

seguendo le esigenze <strong>di</strong> un<br />

mondo dell'arte che andava, in quegli<br />

anni, globalizzandosi e omologandosi.<br />

Owens è una delle più acclamate pittrici<br />

americane dell'ultima generazione<br />

ed è massicciamente presente nelle<br />

principali collezioni, come quella del<br />

magnate Pinault. <strong>Il</strong> suo nome, assieme<br />

a quello <strong>di</strong> Hernan Bas e Karen<br />

Kilimnik, è stato associato all'etichetta<br />

"neoromantico" (si pensi alla mostra<br />

Ideal World alla Schirn Kunsthalle <strong>di</strong><br />

Francoforte nel 2005) e si è voluto leggere<br />

nei suoi lavori una sorta <strong>di</strong> ritorno<br />

all'or<strong>di</strong>ne e alla pittura. Si può <strong>di</strong>re che<br />

l'opera <strong>di</strong> Laura Owens abbia subìto,<br />

nel bene e nel male, le <strong>di</strong>namiche culturali<br />

<strong>di</strong> questi anni recenti e abbia rappresentato<br />

un'arte che si è rapidamente<br />

istituzionalizzata, trasformandosi<br />

nell'arco <strong>di</strong> un decennio da ricerca a<br />

veicolo privilegiato per la costruzione <strong>di</strong><br />

un'élite globale internazionale. <strong>Il</strong> che<br />

non è sempre sinonimo <strong>di</strong> qualità e<br />

innovazione.<br />

Stu<strong>di</strong>o Guenzani<br />

[alberto osenga]<br />

Laura Owens<br />

via eustachi, 10 (zona porta venezia)<br />

Tel 02 29409251 Fax 02 29408080<br />

luciana@stu<strong>di</strong>oguenzani.it<br />

www.stu<strong>di</strong>oguenzani.it


Exibart.onpaper déjà vu.61<br />

MILANO.<br />

Stephan Balkenhol<br />

Ancora personaggi anonimi estratti<br />

dalla folla, dalle spalle curve e dai volti<br />

privi <strong>di</strong> vita. Dove l'emozione è tutta nei<br />

segni dello scalpello e nelle schegge del<br />

legno. E nella fantasia dello spettatore...<br />

Dopo la grande mostra al Pac dell'estate<br />

scorsa, le sculture <strong>di</strong> Stephan<br />

Balkenhol (Fritzlar, 1957) ritornano<br />

a Milano. Si tratta dei suoi ultimi<br />

lavori, realizzati nel corso <strong>di</strong> quest'anno,<br />

con incisioni talmente fresche da<br />

far sentire la vitalità della materia,<br />

nel modo in cui il legno risponde al<br />

taglio, liberando il suo aroma nell'aria.<br />

Buona parte delle opere in<br />

mostra riprende le ben note figure<br />

dell'artista tedesco, che ritraggono<br />

uomini <strong>di</strong> un quoti<strong>di</strong>ano in<strong>di</strong>stinto.<br />

Sono i volti, le espressioni e le pose <strong>di</strong><br />

personaggi anonimi, come i fantasmi<br />

che compongono la folla che ogni<br />

giorno attraversa stazioni e metropolitane.<br />

Più dei volti, parlano le posture.<br />

Spalle incassate, schiene curve,<br />

mani in tasca, ventri rilassati, gambe<br />

molli. Lo scalpello <strong>di</strong> Balkenhol riproduce<br />

il lato umano che meno si presta<br />

a essere immortalato, quello che<br />

generalmente è a tal punto evanescente<br />

da non essere visto. Le sue<br />

sculture, invece, estraggono i singoli<br />

dalla massa mantenendo uno sguardo<br />

in<strong>di</strong>fferenziato, senza dar loro<br />

identità e neppure emozione, isolandoli<br />

su un pie<strong>di</strong>stallo che amplifica il<br />

loro essere anonimi e privi <strong>di</strong> interesse.<br />

La forza delle sue opere sta nell'espressività<br />

della materia, che supera<br />

quella del raffigurato. La durezza dei<br />

tratti scolpiti, i segni marcati ancora<br />

da sgrossare, le scheggiature e le<br />

crepe sul legno creano meravigliosi<br />

giochi <strong>di</strong> luci e ombre, in grado <strong>di</strong><br />

dare enorme vitalità a ciò che compongono.<br />

Tra le sculture presenti, si<br />

<strong>di</strong>stingue Mann mit Tasse, un <strong>di</strong>ttico<br />

<strong>di</strong> statua e rilievo, in cui una grande<br />

tazza fa da sfondo alla piccola scultura<br />

<strong>di</strong> un uomo stretto nella giacca in<br />

pelle nera, dalla foggia meno anonima<br />

rispetto alle classiche <strong>di</strong>vise dell'uomo<br />

comune cui Balkenhol ci ha<br />

abituato. Colpisce la delicatezza <strong>di</strong><br />

Frau mit kurzem Rock, mentre appare<br />

poco convincente e acerbo<br />

Grosser Mann mit weissem Hemd,<br />

forse per l'ancora eccessiva freschezza<br />

del legno. Alcuni dei lavori<br />

presentati escono dai canoni dell'artista,<br />

come Kokarde, che raffigura i<br />

cerchi concentrici <strong>di</strong> una coccarda<br />

colorata attraverso incisioni insolitamente<br />

levigate. Oppure Architektur,<br />

un'evocativa torre con alla sommità<br />

quattro teste, che guardano tutte,<br />

ciascuna da un <strong>di</strong>verso angolo, in<br />

<strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>fferenti. Tra i bassorilievi,<br />

si segnala per <strong>di</strong>mensioni e intensità<br />

il grande Tokyo by Night che realizza,<br />

attraverso un assemblaggio <strong>di</strong> legno<br />

<strong>di</strong> wawa e <strong>di</strong> pioppo colorati, uno skyline<br />

immaginario della capitale giapponese.<br />

Sono ben quattro, infine, i bassorilievi<br />

che raffigurano volti umani.<br />

Nel loro gioco <strong>di</strong> ombre che nega a<br />

<strong>di</strong>stanza la terza <strong>di</strong>mensione, sembra<br />

<strong>di</strong> cogliere un sottile rimando ai<br />

soggetti ritratti.<br />

Svuotati, privi <strong>di</strong> vita e profon<strong>di</strong>tà,<br />

appiattiti come i rilievi che li raffigurano,<br />

in una bi<strong>di</strong>mensionalità illusoria.<br />

Sono i ritratti svuotati <strong>di</strong> personaggi<br />

e storie possibili, che sta allo spettatore<br />

decidere come riempire.<br />

[stefano mazzoni]<br />

Galleria Monica De Cardenas<br />

Stephan Balkenhol<br />

via francesco viganò, 4<br />

Tel 02 29010068 Fax 02 29005784<br />

monica@decardenas.com<br />

www.artnet.com/decardenas<br />

MILANO.<br />

Marika Asatiani<br />

Attraverso una carrellata <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong>,<br />

Marika Asatiani racconta la storia del<br />

proprio Paese. Lotte, annessioni, <strong>di</strong>visioni<br />

millenarie mai risolte. Le vite <strong>di</strong> uomini<br />

e donne semplici si rivelano all'obiettivo<br />

<strong>di</strong> una giovane artista georgiana...<br />

MILANO.<br />

Helidon Gjergji<br />

La fine della televisione? Un cimitero<br />

<strong>di</strong> spot saturi e agonizzanti, una <strong>di</strong>scesa<br />

nel buio, movimenti isterici <strong>di</strong>etro a<br />

una maschera nera. Dopo la Biennale<br />

<strong>di</strong> quest'anno, Helidon Gjergji ripropone<br />

la sua visione decadente e pittorica<br />

del mezzo televisivo...<br />

VERONA. GENOVA.<br />

Andrea Galvani<br />

Karin Andersen<br />

Conigli in mezzo alla neve, tra le brume Metamorfosi <strong>di</strong> uomini e paesaggi.<br />

dell'inverno. Di color bianco, mimetiz- Rielaborazioni <strong>di</strong>gitali <strong>di</strong> fotografie. Dove<br />

zati tra il ghiaccio, o neri che appena si il mondo è visto con uno sguardo "<strong>di</strong>ver-<br />

vedono nella nebbia. I raffinati fuoriso", alla ricerca del punto d'incontro tra<br />

luogo <strong>di</strong> uno dei giovani protagonisti realtà e immagine. Se<strong>di</strong>ci nuove opere<br />

della fotografia concettuale italiana... per la prima personale genovese...<br />

Capanne <strong>di</strong> legno, sperdute nella campagna<br />

brulla e assolata, volti <strong>di</strong> giovani<br />

donne provati dal sole e incorniciati da<br />

austeri foulard neri, pelli piagate dal<br />

tempo e dalle vicissitu<strong>di</strong>ni. Siamo ad<br />

Achara, in Georgia, una regione significativa<br />

per le vicende storiche che ne<br />

hanno segnato confini e abitanti. Storie<br />

d'in<strong>di</strong>pendenze, annessioni, sangue,<br />

rivoluzioni e riannessioni. Trascorrono<br />

circa due anni dalla fine dei conflitti e<br />

una giovane artista-fotografa locale,<br />

Marika Asatiani (Tiblisi, 1977), si reca<br />

ad Achara per stilare un reportage<br />

attento e meticoloso, <strong>di</strong> cui protagonisti<br />

assoluti sembrano essere le figure<br />

femminili, le abitazioni e i singoli, delicati<br />

gesti della quoti<strong>di</strong>anità, finalmente<br />

tornata a essere il car<strong>di</strong>ne fondamentale<br />

dell'esistenza <strong>di</strong> questa terra. Vite,<br />

inquadrature e sguar<strong>di</strong> che non possono<br />

non ricordare nell'ostentazione <strong>di</strong><br />

una <strong>di</strong>gnità mai perduta, accentuata<br />

dalle posture fiere avvolte in abiti malmessi,<br />

nella simulazione <strong>di</strong> non-chalance<br />

davanti a quell'obiettivo e al suo<br />

manovratore, che <strong>di</strong>verte e incuriosisce,<br />

la poesia romantica e trasgressiva<br />

<strong>di</strong> Un Paese, progettato da Cesare<br />

Zavattini e Paul Strand tra il 1952 e<br />

il 1955, nel paese natìo dello scrittore,<br />

Luzzara. Si tratta <strong>di</strong> due realtà <strong>di</strong>verse,<br />

eppure estremamente vicine.<br />

Entrambe colte tra le rovine <strong>di</strong> guerre,<br />

regimi, politiche infelici, dolorose e<br />

decennali. Entrambe viste attraverso<br />

gli occhi <strong>di</strong> quei protagonisti che la storia<br />

tende a <strong>di</strong>menticare, <strong>di</strong> quegli<br />

oggetti che gli avvenimenti travolgono<br />

nella piena, senza il lusso <strong>di</strong> una menzione,<br />

mettendo in conto un numero in<br />

più fra i tanti. In entrambe le circostanze,<br />

sono, infine, gli artisti che si adoperano<br />

per riempire i vuoti interstiziali<br />

lasciati dalla storia. Una storia, che nel<br />

caso delle montagne <strong>di</strong> Achara, è<br />

stata in grado <strong>di</strong> separare e isolare,<br />

fino a far sì che i suoi abitanti, <strong>di</strong>visi dal<br />

resto della Georgia per religione e confini<br />

geografici, sviluppassero estetica e<br />

tra<strong>di</strong>zioni peculiari. L'atteggiamento <strong>di</strong><br />

Marika Asatiani è dunque sia quello <strong>di</strong><br />

chi, con amor <strong>di</strong> patria, fa un pellegrinaggio<br />

in terra natìa alla riscoperta<br />

della storia del proprio Paese, sia quello<br />

dello straniero che si ritrova sedotto<br />

e affascinato da misteriose ed esotiche<br />

culture lontane. Entrambi i sentimenti<br />

emergono molto chiaramente<br />

Un libro del 2006 del francese Jean-<br />

Louis Missika, specialista dei me<strong>di</strong>a,<br />

s'intitola La fine della televisione. Se<br />

sia vero che siamo al canto del cigno<br />

per l'epocale elettrodomestico non si<br />

sa (anche se Youtube è ormai il sito<br />

dalla crescita più alta e uno dei più<br />

popolari in assoluto nel mondo, e payper-view<br />

e video on-demand guadagnano<br />

sempre più privilegi), ma l'albanese<br />

Helidon Gjergji (Tirana, 1970;<br />

vive a New York) è senz'altro dell'idea.<br />

L'artista si interessa da anni ormai al<br />

rapporto fra televisione e realtà, oltre<br />

che a quello fra televisione e pittura. La<br />

sua Silica (2007), installazione già<br />

esposta al pa<strong>di</strong>glione albanese dell'ultima<br />

Biennale <strong>di</strong> Venezia, viene oggi<br />

ripresentata in versione più contenuta<br />

da Rossana Ciocca, ed è un vero e proprio<br />

epitaffio. Si tratta <strong>di</strong> un angolo fra<br />

due pareti della galleria invaso da una<br />

montagna <strong>di</strong> sabbia, a creare un<br />

deserto in miniatura. Fra le dune sono<br />

affondati cinque monitor piatti, verticalmente,<br />

a sparire per metà sottoterra.<br />

Gli schermi sono accesi e mostrano<br />

sequenze pubblicitarie dai colori saturi,<br />

a volte con interventi visivi, come filtri<br />

che ne confondono il contenuto, rendendo<br />

le immagini più astratte. È un<br />

piccolo cimitero, un monumento a una<br />

cultura decaduta, che tuttavia agonizza<br />

istericamente nell'insensata violenza<br />

delle proprie immagini frenetiche.<br />

L'uso dei monitor ricorda le sculture <strong>di</strong><br />

Nam June Paik e l'accostamento tra<br />

l'opacità organica della sabbia e l'asetticità<br />

traslucida dei monitor è un piacevole<br />

contrasto sensuale. In un'intervista<br />

a "Uomo Vogue" del maggio-giugno<br />

2007, l'artista racconta che "la tv è la<br />

summa formale della storia della pittura:<br />

l'aura <strong>di</strong> quest'ultima viene sostituita<br />

dal potere ipnotico del movimento e<br />

della ripetizione seriale". E in un'opera<br />

del 2003, Action TV Painting, il riferimento<br />

pittorico era letterale: una tela<br />

filtrava la visione <strong>di</strong> una parete <strong>di</strong> schermi<br />

tv, ciascuno sintonizzato su un<br />

canale random. Lo spettatore poteva<br />

cambiare gli schermi per mezzo <strong>di</strong><br />

appositi telecoman<strong>di</strong>, con un gesto<br />

orizzontale che evocava il dripping <strong>di</strong><br />

Jackson Pollock. La casualità è infatti<br />

un aspetto importante nel lato pittorico<br />

dei lavori <strong>di</strong> Gjergji.<br />

L'artista albanese non sorvola sul ruolo<br />

Si è scritto a lungo sulla contrapposizione<br />

tra fotografi e artisti o,<br />

meglio, tra fotografi-fotografi e artisti-fotografi.<br />

La seconda personale<br />

<strong>di</strong> Andrea Galvani (Verona, 1973)<br />

presso la galleria Artericambi<br />

potrebbe essere letta proprio sulla<br />

scorta <strong>di</strong> quest'antitesi, se non vi<br />

fosse nel suo lavoro la capacità <strong>di</strong><br />

ricomposizione <strong>di</strong> quella che è stata<br />

un'antinomia essenzialmente <strong>di</strong><br />

natura teorica. Semplicemente la<br />

fotografia è arte, poiché ha in sé<br />

contenuti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne estetico o concettuale,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal<br />

fatto che sul supporto, sul me<strong>di</strong>um,<br />

siano fissati ritagli <strong>di</strong> mondo, paesaggi,<br />

persone, situazioni, o si testimoni<br />

un gesto o un processo.<br />

Galvani è la perfetta <strong>di</strong>mostrazione<br />

<strong>di</strong> come sia possibile essere fotografo-fotografo<br />

e anche all'opposto<br />

artista-artista, e non certo in nome<br />

dell'ibridazione, ma essenzialmente<br />

perché non esiste alcuna <strong>di</strong>fferenza,<br />

alcuna <strong>di</strong>cotomia, essendo presenti<br />

nel suo lavoro forma, concetto,<br />

estetica. <strong>Il</strong> visitatore è accolto in<br />

galleria da una parete - allestita<br />

appositamente per la mostra per<br />

parzializzare la volumetria - su cui è<br />

collocato N(-1) #1, in cui brillano<br />

nell'oscurità cento occhi <strong>di</strong> una<br />

colonia <strong>di</strong> gatti catturati <strong>di</strong> notte<br />

con il flash (il lavoro, come i successivi,<br />

appartiene al secondo ciclo<br />

della trilogia L'intelligenza del male).<br />

<strong>Il</strong> riflesso della loro pupilla è inquietante,<br />

poiché è il simbolo del ribaltamento<br />

della <strong>di</strong>namica osservatoreosservato:<br />

siamo noi a vedere i felini,<br />

certo, ma questi ultimi già ci<br />

guardavano, senza alcuna necessità<br />

dell'illuminazione artificiale.<br />

Nell'ambiente successivo sono invece<br />

i conigli a essere protagonisti, in<br />

varie foto riprese in un ambiente<br />

innevato e montuoso: l'artista ha<br />

infatti allestito un vero e proprio set<br />

a oltre tremila metri, orchestrando<br />

gli scatti tra le nevi e le nebbie, con<br />

conigli <strong>di</strong> colore bianco e nero. Nel<br />

primo caso, le sagome dei ro<strong>di</strong>tori<br />

si confondono con l'ambiente can<strong>di</strong>do,<br />

quasi volessero giocare a<br />

nascondersi; nel secondo, invece,<br />

sembrano le silhouette della propria<br />

presenza, quasi come se qual-<br />

La storia comincia con un uomo qualsiasi<br />

che una mattina si sveglia e scopre<br />

<strong>di</strong> aver assunto le sembianze <strong>di</strong><br />

uno scarafaggio. Ciò che lo sprofonderà<br />

nella <strong>di</strong>sperazione, al punto <strong>di</strong><br />

lasciarsi morire, non sarà la<br />

Metamorfosi ma il rifiuto subito dalla<br />

società. È una metamorfosi anche<br />

quella che racconta Karin Andersen<br />

(Burghausen, 1966). Su corpi<br />

maschili e femminili appaiono code,<br />

orecchie, artigli. Una capra ha pie<strong>di</strong> da<br />

donna con tanto <strong>di</strong> scarpe col tacco e<br />

smalto alle unghie. Sono uomini<br />

bestiali o animali antropomorfi?<br />

Provengono da un'altra <strong>di</strong>mensione o<br />

sono il risultato <strong>di</strong> qualche strano<br />

esperimento? Appare chiaro nella<br />

scelta iconografica un forte debito nei<br />

confronti del Loughton Can<strong>di</strong>date, il<br />

satiro-pecora interpretato da<br />

Matthew Barney in Cremaster 4.<br />

Andersen s'inserisce a tutti gli effetti<br />

nel panorama post-human. Aderendo<br />

a tale filosofia, sceglie <strong>di</strong> rappresentare<br />

l'uomo come oggetto <strong>di</strong> sperimentazioni<br />

biotecnologiche e genetiche,<br />

come un ibrido sottoposto a una procedura<br />

<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione del proprio<br />

corpo, che rende incerto il confine tra<br />

ciò che è definibile come "umano" e<br />

ciò che non lo è. Jeffrey Deitch propone<br />

<strong>di</strong> interpretare l'era postumana<br />

come il momento <strong>di</strong> ricostruzione dell'io,<br />

<strong>di</strong>sintegrato dal postmodernismo.<br />

Così i protagonisti delle opere in<br />

mostra appaiono come bambini che,<br />

all'alba della loro esistenza, cercano <strong>di</strong><br />

imparare qualcosa del mondo; o,<br />

come turisti appena arrivati, magari in<br />

treno (elemento ricorrente in questi<br />

lavori), in un paese straniero. Tra le<br />

mani hanno cartine geografiche, riviste,<br />

libri o giocattoli; peluche, trottole e<br />

Lego usati per rivelare il loro desiderio<br />

<strong>di</strong> scoperta. Gli occhi esplorano, fissano<br />

l'obbiettivo, indagano, chiedono,<br />

scoprono. Si trovano in mezzo a persone<br />

comuni, forse prossime vittime<br />

dello stesso processo <strong>di</strong> ibridazione,<br />

con le quali non esiste per il momento<br />

alcuna possibilità <strong>di</strong> interagire: a <strong>di</strong>viderli<br />

ci sono muri, porte chiuse, la consapevolezza<br />

della nuova era che si sta<br />

affermando. Un'ulteriore trasforma-<br />

dai suoi still, in cui affetto, identificazio- ingannatore che il mezzo televisivo ha cuno ne avesse ritagliato la forma zione è già cominciata: gli ambienti<br />

ne ed empatia sembrano vincolare rivestito nel proprio Paese, dal quale sulla pellicola. Diventa centrale che circondano i personaggi rappre-<br />

fotografo e soggetto in un legame pro- moltissimi emigranti si sono imbarcati quin<strong>di</strong> il fatto <strong>di</strong> essere collocati sentati stanno <strong>di</strong>ventando virtuali, lo<br />

fondo, un calore che allo spettatore verso l'Italia inseguendo miraggi <strong>di</strong> tele- fuori luogo, in un posto inaspettato, ve<strong>di</strong>amo nel primo piano <strong>di</strong> molte<br />

esterno non può sfuggire. Tuttavia, l'atquiz e benessere. Nelle opere Hawaii tanto più che le loro forme si <strong>di</strong>lui- opere. In questo panorama qualcosa<br />

tenzione dell'artista per le vesti colora- (2004) e Banco d'Albania (2006), già scono fino a <strong>di</strong>ssolversi nel paesag- <strong>di</strong> artificiale sta per invadere la realtà<br />

te, per i costumi domenicali così goffa- esposte in Italia nella stessa galleria e gio; ed è quello che capita anche nel come ci appare. L'artista lo rende visimente<br />

occidentali, per i tappeti arabe- allo Spazio Symphonia, Gjergji rifletteva video in cui gli attrezzi da lavoro bile attraverso oggetti animati e<br />

scati stesi al sole e le decorazioni inso- sulle fraudolente promesse della sca- (una pala, un piccone, una scala, un misteriosi, dai colori fluorescenti e<br />

lite, sottolineate con vigore attraverso tola magica, ma è solo in Silica che ne annaffiatoio) uno alla volta si <strong>di</strong>sin- dalla matericità plastica, che si<br />

le angolazioni, le luci e le inquadrature sancisce una seppur ambigua morte. tegrano bruciando, volando nell'aria nascondo tra quelli a noi noti: <strong>di</strong>schi,<br />

delle sue immagini, tra<strong>di</strong>scono una Oggi l'installazione viene presentata come fumo <strong>di</strong> sigaretta. Come scri- tazze, carte, giochi in scatola, lampa-<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni-luce tra due realtà che insieme al video The Blue Danube, nel ve Anna Daneri, Galvani procede de, un violino, bambole, e molti altri<br />

i confini hanno unito e che le vicende e quale una microcamera viene spinta "agendo per sottrazione", con un ancora. Simboli <strong>di</strong> una realtà sul punto<br />

la realtà più volte hanno tentato <strong>di</strong> attraverso un tubo <strong>di</strong> scarico sulle note meccanismo che per contrarium, <strong>di</strong> trasformarsi.<br />

separare.<br />

del famoso brano classico, e ad alcune<br />

altre opere.<br />

anziché rivelare, maschera, <strong>di</strong>ssolve<br />

e tace per sempre.<br />

[alice cammisuli]<br />

[santa nastro]<br />

[nicola bozzi]<br />

[daniele capra]<br />

Gui<strong>di</strong> & Schoen<br />

Galleria Annarumma404 Ciocca Arte Contemporanea<br />

fino all'8 marzo 2008<br />

Karin Andersen - Nouvelles études<br />

fino al primo marzo 2008<br />

Marika Asatiani - Achara<br />

fino al 22 marzo 2008<br />

Helidon Gjergji - Silica<br />

Galleria Artericambi<br />

sur le magnétisme animal<br />

a cura <strong>di</strong> Domenico Quaranta<br />

via casati, 26<br />

via lecco, 15 (zona porta venezia) Andrea Galvani - N(-1)<br />

vico della casana, 31/r<br />

da martedì a sabato ore 16-19.30 da martedì a sabato ore 14-19.30 a cura <strong>di</strong> Anna Daneri<br />

lun. pom. - sab. 9.30-12.30 e 16-19.30<br />

ingresso libero<br />

ingresso libero<br />

via cesari, 10 (zona porta vescovo) ingresso libero<br />

Tel 02 39430655<br />

Tel 02 29530826 Fax 02 20421206 Tel/Fax 045 8403684<br />

Tel 010 2530557 Fax 010 2474307<br />

info@annarumma404.com<br />

gallery@rossanaciocca.it<br />

artericambi@gmail.com<br />

info@gui<strong>di</strong>eschoen.com<br />

www.annarumma404.com<br />

www.rossanaciocca.it<br />

www.artericambi.org<br />

www.gui<strong>di</strong>eschoen.com


62.déjà vu Exibart.onpaper<br />

FIRENZE.<br />

Enzo Cucchi<br />

L'immagine <strong>di</strong> Cucchi attraverso un<br />

video, un vinile e un'intervista. Forme<br />

fluttuanti nel vuoto, che lasciano il significato<br />

al <strong>di</strong> là della pittura. Lo spettacolo<br />

della Transavanguar<strong>di</strong>a: affabulazioni<br />

artistiche in funzione del mercato e<br />

in nome del postmoderno...<br />

<strong>Il</strong> corpo e la voce, la pittura e i <strong>di</strong>segni<br />

<strong>di</strong> Enzo Cucchi (Morro D'Alba,<br />

1949; vive a Roma) sembrano reliquie<br />

nelle due gallerie fiorentine;<br />

frammenti slegati che raccolgono il<br />

suono della sua voce, i movimenti<br />

sulla tela, l'espressività facciale.<br />

L'intervista, incisa su vinile e registrata<br />

per le vie del centro storico <strong>di</strong><br />

Firenze, ci sottrae l'immagine <strong>di</strong><br />

Cucchi, restituita invece dalle <strong>di</strong>rompenti<br />

inquadrature del documentario<br />

(Anima nuda, 2007, <strong>di</strong> Riccardo<br />

Buzzanca) che lo spia mentre lavora.<br />

L'operazione del curatore, Sergio<br />

Risaliti, è un sezionamento anatomico<br />

dell'artista attraverso vari mezzi (il<br />

video, la registrazione au<strong>di</strong>o e le<br />

opere) che consente allo spettatore<br />

<strong>di</strong> ricostruirne autonomamente la<br />

personalità. La pittura <strong>di</strong> Cucchi si<br />

colloca alla "fine della storia", dove le<br />

forme sono libere <strong>di</strong> fluttuare negli<br />

spazi assenti, dove non ha luogo l'utopia<br />

né il sogno, dove la libertà del<br />

gioco prende il sopravvento. <strong>Il</strong> senso<br />

ultimo della sua arte è la separazione<br />

dei significanti dai significati, la creazione<br />

<strong>di</strong> una retorica degli oggetti,<br />

pescati acriticamente dalla realtà e<br />

dalla storia. L'assenza <strong>di</strong> un rapporto<br />

tra figure e sfondo non definisce la<br />

spazialità del reale come un tutto,<br />

ma come una somma <strong>di</strong> parti immerse<br />

in un infinito spazio bianco. Nella<br />

serie <strong>Il</strong> vesuvio è il padre <strong>di</strong> tutte le<br />

nuvole del mondo (1994) compaiono<br />

pie<strong>di</strong>, cani, case, animali e teste <strong>di</strong><br />

uomini senza soluzione <strong>di</strong> continuità,<br />

senza significati manifesti, per affabulare<br />

lo spettatore all'incanto della<br />

figurazione postmoderna. Sta precisamente<br />

in quest'affabulazione il limite<br />

dell'arte <strong>di</strong> Cucchi. Se le avanguar<strong>di</strong>e<br />

storiche erano destinate fatalmente<br />

a confrontarsi con spazi istituzionali<br />

e commerciali per criticarli<br />

dall'interno, come <strong>di</strong>ceva Sanguineti,<br />

la Transavanguar<strong>di</strong>a ha ribaltato<br />

questo para<strong>di</strong>gma: l'arte sopravvive<br />

in funzione del rapporto con il mercato<br />

e con il museo. Nell'intervista che<br />

dà il titolo alla mostra, Presente!,<br />

Cucchi è più interessato al rapporto<br />

tra immagine e testo che a organizzare<br />

un <strong>di</strong>scorso logico o poetico:<br />

costruisce una presentazione grafica<br />

in cui proliferano segni che non significano.<br />

L'intervista è un'opera ridotta<br />

a oggetto (che ha un alto valore <strong>di</strong><br />

scambio), non uno spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />

critica (si parla <strong>di</strong> pugnette,<br />

apocalisse e scarpari). E se "ogni<br />

generazione ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scrivere la<br />

storia <strong>di</strong> quella che la precede", come<br />

voleva un maestro <strong>di</strong> metodo storico<br />

quale Marc Bloch, allora chi è nato<br />

negli anni ('80) che sancivano la consacrazione<br />

<strong>di</strong> Cucchi e della<br />

Transavanguar<strong>di</strong>a ritiene più attuali<br />

alcuni spazi dell'arte contemporanea<br />

(la riflessione sul video, la fotografia, il<br />

<strong>di</strong>gitale) che cercano <strong>di</strong> forzare le<br />

<strong>di</strong>namiche statiche del mercato, invece<br />

<strong>di</strong> sfruttarle.<br />

[clau<strong>di</strong>o gulli]<br />

Galleria Alessandro Bagnai<br />

Galleria Poggiali e Forconi<br />

Enzo Cucchi - Presente! Lato A - Lato B<br />

a cura <strong>di</strong> Sergio Risaliti<br />

via Salutati, 4/r<br />

Tel 055 6802066 Fax 055 6814190<br />

galleriabagnai@tin.it<br />

www.galleriabagnai.it<br />

via della scala, 35/a e via benedetta, 3/r<br />

Tel 055 287748 Fax 055 2729406<br />

info@poggialieforconi.it<br />

www.poggialieforconi.it<br />

Catalogo a cura <strong>di</strong> Lorenzo Poggiali, con<br />

un testo <strong>di</strong> Sergio Risaliti, 60,00 euro<br />

ROMA.<br />

Giuseppe Stampone<br />

Una classe elementare, con banchi e<br />

sgabelli. Appesi alle pareti, <strong>di</strong>ciotto<br />

cartelloni <strong>di</strong>dattici con le invenzioni<br />

che cambieranno il mondo. In fondo,<br />

la cara lavagna col titolo della lezione<br />

del Maestro Stampone. E tra i banchi,<br />

lui, il piccolo Pinocchio...<br />

Suona la campanella,<br />

tutti in<br />

classe. Dove<br />

quell'odore<br />

misto <strong>di</strong> gesso,<br />

carta, colori e<br />

fragranza <strong>di</strong><br />

bambini sale alle<br />

narici, inconfon<strong>di</strong>bile.<br />

Nell'aula<br />

del Maestro<br />

Giuseppe Stampone (Cluses, 1972;<br />

vive a Roma) c'è tutto il necessario: i<br />

banchi con i loro sgabelli, i cartelloni ai<br />

muri, la lavagna. Ma quei cartelloni,<br />

anziché essere quelli colorati del riconosciuto<br />

abbecedario, sono bianchi,<br />

con puntuali <strong>di</strong>segni tecnici a matita e,<br />

in qualche punto, una campitura col<br />

bianco acrilico. "Volevo ricostruire il<br />

primo giorno <strong>di</strong> scuola", racconta<br />

Stampone, "quando tutto è ancora da<br />

imparare". Quin<strong>di</strong> tutto può essere<br />

letto con occhi nuovi e visto con<br />

mente priva <strong>di</strong> preconcetti. Quando<br />

c'è ingenua inconsapevolezza e ogni<br />

cosa può essere battezzata con un<br />

nome ine<strong>di</strong>to. Candore e verginità tradotti<br />

attraverso il bianco dei cartelloni.<br />

E i titoli dei singoli lavori, con la loro<br />

semplicità, descrivono tutto un<br />

mondo, quello contemporaneo, dominato<br />

dalla velocità, dall'imperante e<br />

inarrestabile globalizzazione, e quello<br />

che comporta e determina, dall'annullamento<br />

delle <strong>di</strong>stanze alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidualità, al conflitto per l'accaparramento<br />

e accantonamento <strong>di</strong> ricchezze,<br />

alla <strong>di</strong>struzione e all'impoverimento<br />

delle risorse naturali. Quegli<br />

"oggetti", alcuni <strong>di</strong> uso comune e quoti<strong>di</strong>ano,<br />

altri entrati a forza nell'immaginario<br />

collettivo, vengono sezionati<br />

come al microscopio, quasi per carpirne<br />

l'essenza, per trovarne l'anima e<br />

capire da dove nasce il loro fascino e<br />

l'impossibilità <strong>di</strong> farne a meno.<br />

Macchina economica per la misurazione<br />

del tuo tempo (l'inconfon<strong>di</strong>bile<br />

swatch, icona degli anni '80, quando<br />

veniva battuto all'asta a cifre da capogiro),<br />

Macchina per la visione a <strong>di</strong>stanza<br />

(televisore), Dispositivo per catturare<br />

la pelle delle cose (macchina fotografica<br />

analogica), Dispositivo per la<br />

riproduzione intelligente (il preservativo).<br />

Altri evocano invece tutte le complicazioni<br />

economiche a essi legati<br />

(Pompa per la circolazione del mondo,<br />

ovvero la trivella petrolifera) o i livelli<br />

della perversione umana (Dispositivo<br />

ansiogeno, una bomba). Tutti questi<br />

<strong>di</strong>segni "tecnici" hanno il loro corrispettivo<br />

in bianchi modelli in scala. Ma,<br />

nascosto fra le gambe <strong>di</strong> un banco, c'è<br />

Pinocchio, a simbolo dell'ignoranza,<br />

della fase imme<strong>di</strong>atamente precedente<br />

alla conoscenza. Conclude il ciclo<br />

delle invenzioni, la "+1", originale del<br />

Maestro Stampone, Diomira. Visibile<br />

solo per pochi giorni al Complesso <strong>di</strong><br />

Santo Spirito in Sassia. Un banco <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni enormi; grazie a una semplice<br />

scala a pioli, si può sbirciare all'interno<br />

per scorgervi una New York<br />

resa attraverso anonimi parallelepipe<strong>di</strong><br />

in ceramica bianca, sotto una soffice<br />

polvere bianca. Dove colui che si<br />

arrampica altro non è che Pinocchio,<br />

trasportato in Second Life.<br />

[daniela trincia]<br />

Z2O Galleria - Sara Zanin<br />

fino al 29 marzo 2008<br />

Giuseppe Stampone - Le 18+1<br />

invenzioni che cambieranno il mondo<br />

via dei querceti, 6 (zona colosseo)<br />

da martedì a sabato ore 15.30-<br />

19.30 o su appuntamento<br />

ingresso libero<br />

Tel 06 70452261 Fax 06 77077616<br />

info@galleriaz2o.it<br />

www.z2ogalleria.it<br />

Catalogo con testi <strong>di</strong> Alberto Abruzzese,<br />

Derrick De Kerckhove, Franco Speroni,<br />

Antonio Tursi, Luisa Valeriani<br />

ROMA.<br />

Katharina Siever<strong>di</strong>ng<br />

Stravolge i tratti del suo volto da femminili<br />

a maschili, da incorporei a materici.<br />

Stabilendo una correlazione tra<br />

chimica biologica e chimica dei processi<br />

<strong>di</strong> elaborazione fotografica. Un unico<br />

prisma, che riflette le incessanti metamorfosi<br />

alla ricerca <strong>di</strong> un'identità...<br />

Se si escludono le<br />

proiezioni e il filmato<br />

nella prima sala, la<br />

galleria presenta<br />

gran<strong>di</strong> stampe che<br />

riproducono l'immagine<br />

seriale <strong>di</strong> uno<br />

stesso volto.<br />

Ambiguo e proteiforme,<br />

varia secondo<br />

l'incidenza dell'illuminazione,l'angolazione,<br />

il trucco, il variegato complesso<br />

<strong>di</strong> manipolazioni tecniche. È il volto <strong>di</strong><br />

una tra le più affermate rappresentanti<br />

della fotografia contemporanea,<br />

Katharina Siever<strong>di</strong>ng (Praga, 1944;<br />

vive a Düsseldorf e Berlino).<br />

L'artista, nota per le trasposizioni degli<br />

eventi della sua epoca su gigantografie,<br />

si è concentrata sull'autoritratto,<br />

declinando le molteplici possibilità d'essere.<br />

Una sorta d'investigazione del sé<br />

elaborata attraverso il doppio registro<br />

della finzione e del rituale, condotta<br />

me<strong>di</strong>ante quella che Roland Barthes<br />

definisce "un'astuta <strong>di</strong>ssociazione della<br />

coscienza d'identità", che si produce<br />

nell'assunzione del sé come altro. <strong>Il</strong><br />

ricorso all'analisi attraverso l'autoritratto<br />

fotografico (ingenerata da una<br />

matrice femminista) come critica allo<br />

stesso processo <strong>di</strong> rappresentazione<br />

la avvicina a fotografe quali Hannah<br />

Wilke e Cindy Sherman. Se quest'ultima,<br />

però, si avvale della nozionale<br />

spaccatura tra artista e persona raffigurata,<br />

in Siever<strong>di</strong>ng le due istanze<br />

sono palesemente fuse. Oscillando in<br />

una perpetua tensione fra ricerca e<br />

affermazione, metafora e somiglianza,<br />

l'artista utilizza la propria personalità<br />

mutevole come me<strong>di</strong>a e come simbolo.<br />

Lo scopo basilare è <strong>di</strong> trasmettere<br />

l'idea della metamorfosi: dell'essere<br />

umano e della natura, dell'arte e della<br />

scienza, dei fattori psicologici e del<br />

mondo esterno (società, costume,<br />

apparenza). Trasformazione è il tema<br />

della mostra, centrato grazie a una<br />

scelta curatoriale che ne ha rintracciato<br />

il filo conduttore lungo il percorso<br />

dell'artista, dalla fine degli anni '60 fino<br />

ai recenti Visual Stu<strong>di</strong>es. Nel primo<br />

ambiente della galleria, un documentario<br />

fotografico girato a Roma - dove<br />

Siever<strong>di</strong>ng visse tra il 1972 e il 1973 -<br />

attesta il fermento socio-politico-culturale<br />

<strong>di</strong> quegli anni. Gli incontri nello storico<br />

spazio-garage <strong>di</strong> Fabio Sargentini<br />

con personaggi quali Joseph Beuys<br />

(con cui l'artista ha stu<strong>di</strong>ato alla<br />

Kunstakademie <strong>di</strong> Düsseldorf) alle<br />

prese con la lettura <strong>di</strong> Anarchius Klots<br />

o con Gino De Dominicis, che si copre<br />

il viso con un foglio <strong>di</strong> carta. Le opere<br />

della Siever<strong>di</strong>ng hanno la facoltà <strong>di</strong><br />

dominare lo spazio, creando un simultaneo<br />

impegno per l'osservatore e l'osservato,<br />

e sono dotate <strong>di</strong> un possente<br />

simbolismo. Nella sequenza Die Sonne<br />

um mitternacht schauen X/VI<br />

(Guardando il Sole a mezzanotte,<br />

1988), il viso dell'artista ricoperto <strong>di</strong><br />

polvere d'oro e con eruzioni solari può<br />

ricondurre all'athanor, "l'alto forno<br />

cosmico" (Rudolf Schmitz) dove avvengono<br />

le trasmutazioni della materia<br />

alchemica. Nella serie Life-Death si<br />

<strong>di</strong>stingue il ritratto VII/3. Qui l'artista,<br />

rifuggendo il rapporto visivo <strong>di</strong>retto con<br />

lo spettatore, contempla la propria<br />

immagine riflessa su un cucchiaio.<br />

Allusione alla fase lacaniana dello specchio,<br />

può suggerire la presa <strong>di</strong> coscienza<br />

dell'identità che, per formare il sé,<br />

subisce una lacerante quanto inevitabile<br />

separazione. La fotografia, simulacro<br />

della morte, dà conto <strong>di</strong> una resurrezione<br />

simulacrale. Scrive Jean<br />

Baudrillard: "Di là da tutti gli specchi, o<br />

nei loro sparsi frammenti [..] bisogna<br />

cercare <strong>di</strong> vedere l'indeterminatezza<br />

ra<strong>di</strong>cale della vita e della morte".<br />

[lori adragna]<br />

Galleria <strong>Il</strong> Ponte Contemporanea<br />

Katharina Siever<strong>di</strong>ng -<br />

Trasformazioni<br />

a cura <strong>di</strong> Achille Bonito Oliva<br />

via <strong>di</strong> monserrato, 23<br />

Tel 06 68801351<br />

info@ilpontecontemporanea.com<br />

www.ilpontecontemporanea.com<br />

ROMA. ROMA.<br />

Luigi Ontani<br />

Emilio Prini / Nicola de Maria<br />

Numeri, non solo rebus linguistico-ico- Due artisti e amici, due linguaggi a<br />

nografici. Fotografie, opere in legno, confronto. La visione figurativa neo-<br />

vetro e ceramica. <strong>Il</strong> maestro dell'ironia espressionista <strong>di</strong> De Maria, il virtuosi-<br />

rende omaggio a Pitagora...<br />

smo psichico <strong>di</strong> Emilio Prini. <strong>Il</strong> recupero<br />

del passato, l'esaltazione del colore,<br />

l'energia geometrica delle linee e<br />

dei materiali. Un'esposizione sui<br />

generis per la nuova sede della galleria<br />

Pio Monti...<br />

Dove c'è ironia, l'intelligenza è d'uopo,<br />

si sa. Raffinatissima e giocosa anche<br />

questa personale alla Galleria Lorcan<br />

O'Neill. In mostra lavori recentissimi<br />

<strong>di</strong> Luigi Ontani (Vergato, 1943;<br />

vive a Roma), insieme a qualche<br />

pezzo "storico". Una sorta <strong>di</strong> anticipazione<br />

dell'antologica in preparazione<br />

al Mambo <strong>di</strong> Bologna, sulla scia <strong>di</strong><br />

Genthara, la memorabile esposizione<br />

allo Smak <strong>di</strong> Gent nel 2003-2004.<br />

Giochi <strong>di</strong> parole, double sens, rebus<br />

iconografici. A partire dal titolo della<br />

mostra, Perentorio. Dal tondo della<br />

fotografia acquerellata - il fondo è<br />

azzurro - esce il volto ornato da un<br />

copricapo <strong>di</strong> tre pere ver<strong>di</strong> e il corpo<br />

nudo dell'artista, ingabbiato da una<br />

corazza degli stessi frutti (varietà<br />

Abate Fètel). Ontani stavolta rende<br />

omaggio a Pitagora, padre della filosofia<br />

e della matematica, con<br />

ErmEstEtica Pythagorea (2007). La<br />

scultura in ceramica è arrivata per<br />

l'occasione da Faenza. Non è casuale<br />

la parata <strong>di</strong> numeri tracciati in oro<br />

sull'alta base dell'opera, considerando<br />

che Pitagora attribuì loro poteri<br />

magici. Ontani-Pitagora, quin<strong>di</strong>, come<br />

Ontani-Carabiniere, Ontani-San<br />

Pietro, Ontani-Maharaja. Filo conduttore<br />

anche <strong>di</strong> questa mostra è il lu<strong>di</strong>co<br />

travestimento, modulato dal frizzo<br />

irriverente, dal volubile sarcasmo.<br />

Uno spirito che, del resto, si coglieva<br />

già negli "oggetti pleonastici", piccoli<br />

lavori in gesso ottenuti a calco da<br />

reperti del quoti<strong>di</strong>ano, trattati con la<br />

scagliola e <strong>di</strong>pinti a tempera, che l'artista<br />

realizzava nel 1965, a cui seguirono<br />

i tableaux vivants in cui perdeva,<br />

<strong>di</strong> volta in volta, la propria identità per<br />

interpretare personaggi della storia,<br />

della letteratura, della religione, del<br />

mito, dell'arte. Coloratissime<br />

maschere in legno (Shiva Latri,<br />

2007; Di JuRe, 2006; Panaemonio,<br />

2007) sono alle pareti della galleria<br />

trasteverina, accanto a opere in<br />

vetro (NarciSpecchiOuroboros,<br />

2007; ArlecchiNerone, 2006) e a<br />

fotografie acquerellate, oltre che alle<br />

sculture in ceramica policroma.<br />

Impossibile negarsi un sorriso <strong>di</strong><br />

fronte alla grande fotografia lenticolare<br />

Electicthrone (2007) in cui<br />

Ontani siede o, meglio, è legato a un<br />

trono che ha le zampe a forma <strong>di</strong><br />

gambe e pie<strong>di</strong> umani, esattamente<br />

come i braccioli-mani. A seconda<br />

della posizione dell'osservatore, il<br />

maestro mostra il volto serio oppure<br />

fa le smorfie. Punto <strong>di</strong> partenza,<br />

comunque, rimane la pittura tardo<br />

manierista e barocca. In mostra<br />

anche un'opera del '75, Nudo con<br />

dado, <strong>di</strong>chiarato omaggio a<br />

Tintoretto. È del 1991, invece,<br />

Ennesima Cena, installazione <strong>di</strong><br />

tre<strong>di</strong>ci fotografie <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni<br />

in cui l'artista indossa i panni degli<br />

apostoli. Per questa rappresentazione,<br />

Ontani attinge agli stereotipi dell'iconografia<br />

sacra, che interpreta con<br />

un guizzo tutto personale: da una ciotola,<br />

ad esempio, ecco spuntare un<br />

piccolo <strong>di</strong>nosauro <strong>di</strong> plastica. Altra<br />

fonte <strong>di</strong> ispirazione è l'Oriente: il suo<br />

repertorio si arricchisce in<strong>di</strong>stintamente<br />

<strong>di</strong> influenze orientali e occidentali,<br />

il tutto declinato, come sempre,<br />

in prima persona.<br />

[manuela de leonar<strong>di</strong>s]<br />

Galleria Lorcan O'Neill<br />

Luigi Ontani - Perentorio<br />

via degli orti d'alibert, 1/e<br />

Tel 06 68892980 Fax 06 6838832<br />

mail@lorcanoneill.com<br />

www.lorcanoneill.com<br />

Nicola De Maria (Foglianise, 1954) è<br />

un esponente <strong>di</strong> quella corrente che,<br />

nel 1979, Achille Bonito Oliva definì<br />

Transavanguar<strong>di</strong>a. Sempre in quell'anno<br />

venne allestita la sua prima<br />

mostra, ad Acireale. De Maria non<br />

nasce pittore: si laurea in me<strong>di</strong>cina e<br />

si specializza in neurologia. E quando<br />

si de<strong>di</strong>ca all'arte, lo fa con uno stile che<br />

è marcatamente personale, soggettivo,<br />

tipicamente rappresentativo del<br />

"gruppo" <strong>di</strong> cui fa parte. Tra i suoi colleghi<br />

è l'unico che si de<strong>di</strong>ca a una tale<br />

rappresentazione astratta, <strong>di</strong>namica,<br />

che - superando i confini della tela - si<br />

mette in contatto con l'ambiente circostante.<br />

Le tele esposte <strong>di</strong>mostrano<br />

quanto la Transavanguar<strong>di</strong>a abbia<br />

lavorato al recupero del passato - in<br />

chiave narrativa ed espressiva - per<br />

sopperire all'esasperazione concettuale<br />

che aveva inasprito tutte le<br />

forme dell'arte, più che all'anti-accademismo<br />

dell'avanguar<strong>di</strong>a. Una particolare<br />

attenzione rivolta all'uso dei materiali<br />

che, nobili o vili, trovano comunque<br />

una nuova <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> vita, che li<br />

inserisce a pieno titolo in un processo<br />

artistico <strong>di</strong> combustione visiva. Anche<br />

la figura dell'artista passa su un piano<br />

<strong>di</strong>verso, traslando dalla funzione <strong>di</strong><br />

conduttore-eroe a quella <strong>di</strong> nomade.<br />

Un artista, insomma, che si guarda<br />

alle spalle per documentarsi e confrontarsi<br />

ecletticamente con la storia<br />

e le tra<strong>di</strong>zioni, il che lo porta a trovare<br />

infinite soluzioni stilistiche.<br />

I lavori <strong>di</strong> De Maria ben si inseriscono<br />

in questo contesto <strong>di</strong> contaminazione<br />

perpetua e perenne e, pur nella loro<br />

semplicità, coinvolgono sempre. <strong>Il</strong> concetto<br />

<strong>di</strong> recupero esplode nei colori<br />

vivaci delle tele più che nella luminosità<br />

traboccante o negli accostamenti<br />

energici. Le linee sono compatte e la<br />

geometria suscita un forte impatto,<br />

che non <strong>di</strong>sdegna <strong>di</strong> richiamare l'emotività<br />

espressionista. In altri casi, invece,<br />

l'impulsività creativa lascia spazio<br />

alla nostalgia <strong>di</strong> una pacata rappresentazione<br />

che narra <strong>di</strong> antiche e perdute<br />

visioni. In mostra anche due<br />

opere <strong>di</strong> Emilio Prini (Stresa, 1943),<br />

con un omaggio a De Maria. Qui il<br />

carattere è squisitamente psichico,<br />

perfettamente scarno. Ra<strong>di</strong>cale e raffinato.<br />

E suggerisce metafore concettuali<br />

purissime. L'opera <strong>di</strong> De Maria<br />

getta le basi per una riflessione artistica<br />

profonda. Lo spettatore perde le<br />

norme <strong>di</strong> ancoraggio morale, gli schemi<br />

formali predefiniti e trova nuove<br />

forze che animano linee e colori,<br />

immagini <strong>di</strong>sarticolate e visioni allo<br />

stato puro. La poetica della<br />

Transavanguar<strong>di</strong>a lascia spazio a<br />

stu<strong>di</strong> liberi e rappresentazioni ancestrali;<br />

una svolta ironica che, <strong>di</strong> lì a<br />

poco, ispirerà anche il gruppo dei<br />

cosiddetti "Nuovi selvaggi".<br />

Galleria Pio Monti<br />

[michele nero]<br />

Emilio Prini / Nicola de Maria<br />

piazza mattei, 18 (zona ghetto)<br />

Tel/Fax 06 68210744<br />

permariemonti@hotmail.com


Exibart.onpaper déjà vu.63<br />

ROMA.<br />

ROMA.<br />

Cy Twombly<br />

Simona Uberto /<br />

Sala ovale, sala del potere. Quando la<br />

Nathalie Du Pasquier<br />

fama del gallerista compete con<br />

quella dell'artista, in mostra non si<br />

può che parlare <strong>di</strong> circuito e mercato.<br />

Mentre l'arte si congeda educatamente.<br />

Senza lasciare tracce...<br />

Ombre, specchi, profili, sagome,<br />

masse. Simona Uberto popola le pareti<br />

<strong>di</strong> scatti che, dopo la camera oscura,<br />

tornano a muoversi. Mentre in vetrina<br />

il robot <strong>di</strong> Nathalie Du Pasquier, dopo<br />

pellicole e pellicole <strong>di</strong> gesta eroiche,<br />

rimane fermo, immobile...<br />

<strong>Il</strong> concetto<br />

moderno <strong>di</strong><br />

galleria nasce<br />

con l'obiettivo<br />

<strong>di</strong> creare uno<br />

spazio espositivopossibilmente<br />

asettico, materno e non offensivo<br />

nei riguar<strong>di</strong> dei lavori ospitati, aperto<br />

al pubblico più vario e privo <strong>di</strong> campanelli<br />

alla porta d'ingresso. <strong>Il</strong> white<br />

cube teorizzato e praticato negli anni<br />

'60, in grado <strong>di</strong> lasciare viva e intatta la<br />

volontà espressiva dell'opera, senza<br />

interferire con essa né oscurarla. Lo<br />

spazio <strong>di</strong> Larry Gagosian a Roma<br />

rispetta tutte le regole dello stile guadagnandone<br />

in estensione, location,<br />

luce e maestria degli architetti coinvolti<br />

nel progetto, Firouz Galdo e lo<br />

Stu<strong>di</strong>o Caruso St John Architects. <strong>Il</strong><br />

cubo si trasforma in ovale così come la<br />

banca inse<strong>di</strong>atasi nell'e<strong>di</strong>ficio degli anni<br />

'20 <strong>di</strong>venta galleria. Una magia da Re<br />

Mida che solo Gagosian è in grado <strong>di</strong><br />

praticare. E in Italia fa notizia. Se da un<br />

lato Gagosian si augura "<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

parte della vita culturale <strong>di</strong> questa città<br />

straor<strong>di</strong>naria", in realtà non sembra<br />

parlare <strong>di</strong> integrazione, quanto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza<br />

nei confronti del contesto. La<br />

situazione romana vive <strong>di</strong> punti <strong>di</strong><br />

aggregazione ristretti, spazi che traggono<br />

faticosamente ossigeno dall'aria<br />

stantia <strong>di</strong> vecchie glorie un po' trascurate.<br />

Non esiste galleria ampia più <strong>di</strong><br />

un terzo dello spazio <strong>di</strong> via Crispi. I collezionisti<br />

non sono numerosi, ma molto<br />

attenti. Atterrare come un'enorme<br />

astronave da luoghi lontani, tendendo<br />

la mano a quelli che contano (più nella<br />

politica e nello spettacolo che nell'arte)<br />

vuol <strong>di</strong>re badare poco ai ritmi della<br />

comunità artistica che da anni si sforza<br />

<strong>di</strong> cambiare <strong>di</strong>rezione alla giostra<br />

arrugginita dell'arte romana, imponendo<br />

un nuovo corso e accaparrandosi le<br />

luci della ribalta. Ai livelli <strong>di</strong> Gagosian<br />

(sette gallerie all'attivo, <strong>di</strong> cui una a<br />

Beverly Hills, tre a New York, due a<br />

Londra e una a Roma) è <strong>di</strong>fficile parlare<br />

solo <strong>di</strong> arte. <strong>Il</strong> mercato la fa da<br />

padrone, fagocitando gli artistar e<br />

sponsorizzandoli in tutto il mondo. È<br />

una scelta che si può con<strong>di</strong>videre o<br />

meno, ma che <strong>di</strong> fatto manovra e conduce<br />

le fila dell'arte con più <strong>di</strong> tre zeri.<br />

Probabilmente nella capitale, e più in<br />

generale in Italia, manca una me<strong>di</strong>a<br />

borghesia artistica che riempia il gap<br />

tra piccola e grande "impresa" venuto<br />

palesemente alla luce.<br />

<strong>Il</strong> trittico imponente <strong>di</strong> un Cy Twombly<br />

(Lexington, Virginia, 1928; vive a<br />

Roma) maturo e riflessivo - con le sue<br />

larghe pennellate <strong>di</strong> bianco sgocciolante,<br />

come grafismi <strong>di</strong> un linguaggio indecifrabile,<br />

sul denso fondo verde, richiamo<br />

alla natura lussureggiante <strong>di</strong><br />

Salalah, oasi sul mare al cospetto del<br />

deserto <strong>di</strong> sabbia più grande del<br />

mondo - sembra pulsare dalle pareti<br />

lucenti <strong>di</strong> vernice fresca, quasi a corredo<br />

<strong>di</strong> uno spazio più carico <strong>di</strong> significati<br />

delle opere stesse. Tre immense tavole<br />

nella sala centrale, due manifesti<br />

con l'invito alla mostra velocemente<br />

abbozzati all'ingresso, una scultura in<br />

bronzo e una in gesso rappresentanti<br />

colonne afasiche come totem in equilibrio<br />

instabile e un collage su carta<br />

Fabriano racchiudono tutta la mostra.<br />

Davvero poco generosa in confronto<br />

allo spazio e alle aspettative. Un decorativismo<br />

che non si ad<strong>di</strong>ce all'artista,<br />

ma che nella sinergia <strong>di</strong> obiettivi prevale<br />

a causa del contesto. Leo Castelli<br />

insegna: l'arte può <strong>di</strong>ventare mercato,<br />

ma innanzitutto dev'essere arte.<br />

Gagosian Gallery<br />

[marta silvi]<br />

Cy Twombly - Three Notes from Salalah<br />

via francesco crispi, 16<br />

Tel 06 42086498 Fax 06 42014765<br />

roma@gagosian.com<br />

www.gagosian.com<br />

Catalogo <strong>di</strong>sponibile<br />

Persone che si muovono, persone che<br />

stanno compiendo un'azione ben precisa.<br />

Gruppi catturati in un istante, poi<br />

separati sagoma per sagoma e riassemblati<br />

in un nuovo insieme. Sono le<br />

Masse <strong>di</strong> Simona Uberto (Savona,<br />

1965; vive a Milano): una serie <strong>di</strong><br />

installazioni - serigrafie su acciaio, alluminio,<br />

legno - che raccontano spaccati<br />

<strong>di</strong> vita. Alcune letteralmente sbucano<br />

dalle pareti, colte in scene quoti<strong>di</strong>ane.<br />

Passeggiano, portano a spasso il cane,<br />

vanno in bici, in motorino, leggono il<br />

giornale, si abbracciano. Le piccole<br />

sagome giocano e <strong>di</strong>alogano con la<br />

parete bianca che le fa da sfondo, e<br />

con chi le osserva, contribuendo in<br />

questo modo al ricrearsi della situazione<br />

da cui sono state estrapolate. Le<br />

due facce, infatti, da una parte presentano<br />

lo scatto fotografico, dall'altra il<br />

supporto privo d'immagine che funge<br />

da specchio. In questo modo riflettono<br />

la fotografia della sagoma che hanno<br />

<strong>di</strong> fronte, così da ingannare l'occhio in<br />

una ripetizione infinita. <strong>Il</strong> modo, infine,<br />

con cui sono state installate sulla parete,<br />

crea un ulteriore gioco <strong>di</strong> luce che si<br />

trasforma in una serie <strong>di</strong> ombre. Tutto<br />

muta a seconda <strong>di</strong> come ci si pone <strong>di</strong><br />

fronte alle piccole figure, unico invariato<br />

è il movimento, l'idea <strong>di</strong> movimento.<br />

In Border line l'artista sostituisce al<br />

gioco dello specchio un'altra forma <strong>di</strong><br />

azione. La fotografia da un lato viene<br />

sviluppata normalmente, dall'altro è<br />

invece volutamente mossa. Due sviluppi<br />

della stessa posa. Scatto, sviluppo e<br />

realizzazione eseguiti dall'artista. Nella<br />

serie, poi, che dà nome all'esposizione,<br />

la visione è frontale. Non più, quin<strong>di</strong>,<br />

profili con giochi d'ombre e specchi ma<br />

impatto <strong>di</strong>retto sullo scatto. Qui le<br />

sagome si muovono su piani paralleli,<br />

strati. L'effetto ottenuto è proprio la<br />

moltitu<strong>di</strong>ne, la massa. Punto <strong>di</strong> vista<br />

dall'alto, invece, per le Aggregazioni.<br />

Qui un gruppo <strong>di</strong> persone in sit-in viene<br />

osservato da lontano: un insieme con<br />

uomini e donne, in pie<strong>di</strong> e per terra,<br />

con borse e megafono, un altro piccolo<br />

gruppo che arriva, una camionetta<br />

della polizia. Niente giochi <strong>di</strong> luce e<br />

d'ombre, nessuno specchio. Solo il<br />

punto <strong>di</strong> vista, l'osservazione, il racconto.<br />

Come nelle piccole cornici della<br />

memoria, piccoli scatti montati su adesivi<br />

e assemblati in nuove pose. Come<br />

sempre accade nella sede romana <strong>di</strong><br />

Romberg, al lavoro dell'artista nello<br />

spazio espositivo "Solo Show" se ne<br />

affianca un altro in quello esterno, la<br />

"Camera Con Vista". Qui, visibile dalla<br />

vetrina che si affaccia sulla piazza,<br />

Nathalie Du Pasquier (Bordeaux,<br />

1957; vive a Milano) ha allestito un<br />

coloratissimo, grande robot in stile<br />

cartone animato. Una sorta <strong>di</strong> Voltus<br />

V, per i nostalgici dei tempi lontani che<br />

non si vogliono arrendere ai Gormiti.<br />

Nella "stravaganza" dell'oggetto, nel<br />

gioco delle forme, affiora l'influsso della<br />

militanza dell'artista nel gruppo<br />

Memphis come designer.<br />

[valentina correr]<br />

Romberg Arte Contemporanea<br />

fino al 9 marzo 2008<br />

Simona Uberto - SoloShow<br />

Nathalie Du Pasquier - CameraConVista<br />

a cura <strong>di</strong> Italo Bergantini e Gianluca<br />

Marziani<br />

piazza de' ricci, 127<br />

da mar. a sab. 14-19.30; lun. e mattine<br />

su appuntamento - ingresso libero<br />

Tel/Fax 06 68806377<br />

artecontemporanea@romberg.it<br />

www.romberg.it<br />

NAPOLI.<br />

Jason Martin<br />

L'atlante geografico <strong>di</strong> Jason Martin.<br />

Tavole fisiche ricoperte con materiali<br />

eterogenei. Territori lunari e lucenti<br />

<strong>di</strong> una mappa figurativa originale.<br />

Supporti solcati da un grande pettine.<br />

Che movimenta la materia...<br />

"Astrazione terrena" è il titolo scelto<br />

da Joseph Masheck più <strong>di</strong> venticinque<br />

anni fa per definire la produzione<br />

pittorica <strong>di</strong> David Budd in occasione<br />

<strong>di</strong> una retrospettiva alla Max<br />

Hutchinson Gallery. Una definizione<br />

che si adatta bene anche ai <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong><br />

Jason Martin (Jersey City, British<br />

Islands, 1970), paragonati nel 1998<br />

dal "New York Times" proprio ai lavori<br />

più astrattizzanti del pittore americano.<br />

Un anno prima, un giovanissimo<br />

Martin aveva partecipato a<br />

Sensation, ormai celeberrima collettiva<br />

degli scalpitanti Young British<br />

Artists alla Royal Academy of Art.<br />

Rispetto alle brillanti provocazioni<br />

plastiche della premiata scuderia<br />

Saatchi, le opere dell'artista anglosassone<br />

sbalzano sulle pareti dello<br />

spazio espositivo in tutta la loro carica<br />

figurativa. "Astrazioni terrene",<br />

tavole geografiche che contribuiscono<br />

a delineare i segni fisici <strong>di</strong> un atlante<br />

solido e prominente, come le vedute<br />

aeree <strong>di</strong> tonalità zinco esposte<br />

presso la Lisson Gallery nel 2004;<br />

tra le opere esposte a Londra anche<br />

Atlas, una parola scelta come titolo<br />

per l'ultima personale italiana <strong>di</strong><br />

Martin da Mimmo Scognamiglio.<br />

Tavole fisiche <strong>di</strong> una cartina troppo<br />

irregolare e variegata per essere la<br />

descrizione politica <strong>di</strong> un territorio.<br />

Irregolari come la sagoma <strong>di</strong> alcuni<br />

supporti in acciaio: quadrilateri che<br />

aspirano vanamente all'armonia<br />

delle forme quadrate. I supporti<br />

accolgono materiali eterogenei<br />

come la sabbia, che aumenta la porosità<br />

dei composti pastosi scelti per<br />

alcune opere. Ne consegue che gli<br />

avvallamenti materici <strong>di</strong> Ruin (2007)<br />

rimandano alla morfologia <strong>di</strong> un territorio<br />

grigio e lunare. In questo caso,<br />

la grana spessa dell'impasto allarga<br />

le maglie del blasone curvilineo che<br />

solca la maggioranza dei lavori in<br />

mostra. L'impiego <strong>di</strong> gel acrilici su<br />

acciaio specchiante, talvolta in quantità<br />

tali da non ricoprire tutta la<br />

superficie, mette a nudo i supporti,<br />

come nel caso <strong>di</strong> Waimea, dove i<br />

riflessi delle striature esibiscono l'effetto<br />

liquido <strong>di</strong> un cerchio sull'acqua.<br />

E, ancora, la lucentezza del nero acrilico<br />

che definisce la superficie <strong>di</strong> alcune<br />

opere big size quali Cairo (2006)<br />

con la sua seducente morfologia da<br />

<strong>di</strong>sco vinilico. Lo stemma <strong>di</strong> Jason<br />

Martin movimenta la materia,<br />

mostrando i segni del supporto<br />

"agito" con una sorta <strong>di</strong> grande pettine,<br />

strumento da sempre presente<br />

nella sua personale cassetta degli<br />

attrezzi. Blasoni monocromatici<br />

come monogrammi astratti che<br />

(contras) segnano al centro dei supporti<br />

la paternità <strong>di</strong> un linguaggio originale.<br />

[giuseppe se<strong>di</strong>a]<br />

Mimmo Scognamiglio<br />

Arte Contemporanea<br />

Jason Martin - Atlas<br />

via mariano d'ayala, 6<br />

(zona chiaia)<br />

Tel 081 400871 Fax 081 19576621<br />

info@mimmoscognamiglio.com<br />

www.mimmoscognamiglio.com<br />

Catalogo a cura <strong>di</strong> Luca Massimo<br />

Barbero<br />

NAPOLI. NAPOLI.<br />

Gian Paolo Striano Hugo Markl / James Yamada<br />

Who wants to live forever?<br />

Dannazione e gloria dell'eternità. Che<br />

abbaglia la retina, confonde il pensiero,<br />

s'insinua nei polmoni. In<strong>di</strong>struttibile e<br />

assassina, come veleno...<br />

Coppia d'assi vincente per Markl e<br />

Yamada. Due partite <strong>di</strong>stinte, ma<br />

accomunate dal sottile gioco psicologico<br />

o, meglio, a-psicologico in cui<br />

irretiscono. <strong>Il</strong> grande bluff? Piuttosto,<br />

una mici<strong>di</strong>ale puntata al buio...<br />

Riflessione tragicomica sull'eternità.<br />

Sull'inafferrabile e talora non auspicabile<br />

esistere senza fine, ma anche<br />

sulla prosaica e purtroppo altrettanto<br />

eterna insipienza umana nel suicidarsi<br />

in nome <strong>di</strong> un "progresso" economico<br />

e tecnologico non sempre degno<br />

<strong>di</strong> tal nome. E che rischia <strong>di</strong> sopravvivere<br />

a tutti noi, seppellendoci sotto<br />

danni dalla portata ancora non preve<strong>di</strong>bile.<br />

Gian Paolo Striano (Napoli,<br />

1977) parte dalla concreta polemica<br />

sociale sull'uso dell'incorruttibile ma<br />

esiziale eternit per abbracciare<br />

astratte suggestioni filosofiche, superando<br />

la giustapposizione dei due livelli<br />

<strong>di</strong> senso con quella deflagrante ironia<br />

con cui già era emerso nel Premio<br />

Fondazione Arnaldo Pomodoro.<br />

Nell'itinerario espositivo, il processo<br />

ideativo della mostra è proposto all'inverso:<br />

la prima sala introduce all'ambigua<br />

connotazione dell'eternità in<br />

senso concettuale, mentre la seconda<br />

ne applica la duplicità allo specifico dell'utilizzo<br />

della lega <strong>di</strong> amianto. La balconata<br />

piastrellata <strong>di</strong> pannelli fotovoltaici<br />

<strong>di</strong> Panorama, netta ed elegante -<br />

come l'ironia che l'ha generata - nelle<br />

linee, trasfigura il quoti<strong>di</strong>ano e naturale<br />

gesto <strong>di</strong> rubare dall'affacciata <strong>di</strong><br />

casa quel po' <strong>di</strong> sole consentitoci dalla<br />

moderna e<strong>di</strong>lizia in una riflessione sull'eterno<br />

ciclo dell'energia, e su come al<br />

suo ripetersi in natura si sia affiancato<br />

un altro processo generativo, quello<br />

tecnologico. Catturata e riverberata<br />

nei pannelli specchianti Senza Titolo<br />

della parete contigua, la luminosità si<br />

amplifica evidenziando, oltre alla luce -<br />

che <strong>di</strong>venta quasi un ulteriore materiale<br />

scultoreo - anche il paradosso:<br />

ben poco "metafisici" in tutto questo<br />

spirituale lucore, si stagliano infatti i<br />

profili-nuvolette con citazioni famose<br />

sull'eternità, al contrario surreali e <strong>di</strong>ssacranti<br />

anche per l'accostamento <strong>di</strong><br />

frasi auliche a altre spoeticizzanti.<br />

Anch'esse, s'intende, trasformate ora<br />

in sempiterni fumettistici ammonimenti<br />

a futura memoria. Come scolpisce<br />

la luce, così nell'ambiente successivo<br />

Striano plasma il vuoto. Eternit, l'opera<br />

che ha dato l'idea per tutta la<br />

mostra, con un mirabolante meccanismo<br />

magnetico, così magico che<br />

sembra provenire ancora dal mondo<br />

dei comics, "sputa" via da sé il velenosissimo<br />

tetto <strong>di</strong> eternit (incapsulato<br />

per ovvie ragioni <strong>di</strong> sicurezza) che ne<br />

minaccia la can<strong>di</strong>da e intonsa purezza<br />

delle pareti, quasi ingenuamente<br />

infantili nella forma. Come se su un<br />

puro mondo familiare fosse improvvisamente<br />

piombata la minaccia <strong>di</strong><br />

un'entità maligna e venefica: denuncia<br />

non troppo da fumetto, dato che proprio<br />

ciò l'utilizzo <strong>di</strong> amianto ha prodotto<br />

nella realtà. Difesa utopistica,<br />

incapsularsi i polmoni, è quella suggerita<br />

da Senza Titolo, <strong>di</strong>segno che rivela<br />

gli inizi da illustratore <strong>di</strong> Striano,<br />

ancora evidenti nel carattere "<strong>di</strong>segnativo"<br />

della sua scultura, che spesso<br />

in<strong>di</strong>vidua un punto <strong>di</strong> vista privilegiato<br />

e si costruisce per linee esatte<br />

e limpide. Nitore <strong>di</strong> sguardo e d'acume,<br />

a denuncia della non trasparente<br />

spregiu<strong>di</strong>catezza umana.<br />

[<strong>di</strong>ana gianquitto]<br />

BlindArte Contemporanea<br />

fino al 10 marzo 2008<br />

Gian Paolo Striano - Eternit<br />

via caio duilio, 4/d (zona fuorigrotta)<br />

da lun. a ven. ore 10-13 e 16-19<br />

ingresso libero<br />

Tel 081 2395261 Fax 081 5935042<br />

info@blindarte.com<br />

www.blindarte.com<br />

Non potevano essere più <strong>di</strong>versi Hugo<br />

Markl (Pasadena, 1964) e James<br />

Yamada (North Carolina, 1967):<br />

caparbio, determinista quasi fino a<br />

essere opprimente il primo; sfumato,<br />

più possibilista e <strong>di</strong>scorsivo il secondo.<br />

Personalità artistiche opposte, ma inaspettatamente<br />

convergenti per la<br />

vibrazione comunicativa che inducono.<br />

Entrare in Mamatschi <strong>di</strong> Markl è ritrovarsi<br />

asserragliati senza scampo nel<br />

cupo cromatismo <strong>di</strong> un cubicolo blu<br />

notte. Monolitiche, gigantizzate, impenetrabili<br />

si ergono A Spade, A Heart, A<br />

Diamond e A Club, inoppugnabili armi<br />

<strong>di</strong> un invincibile poker d'assi. Quattro<br />

enormi carte da gioco, sembrerebbero<br />

rappresentazione del reale, esca<br />

per riflessioni esistenziali e psicologiche<br />

su regole sociali e <strong>di</strong> vita; eppure,<br />

l'eccessiva e ipertrofica presenza dei<br />

pannelli respinge ogni interpretazione<br />

mimetica o traslata, costringendo a<br />

prendere atto della loro inconfutabile e<br />

muta essenza, quasi come accade per<br />

le sculture minimal. Kafkianamente<br />

incarcerato nell'opera, l'osservatore è<br />

costretto a confrontarsi con contenuti<br />

che però si negano e gli sfuggono <strong>di</strong>etro<br />

l'apparente semplicità <strong>di</strong> una facciata<br />

autoreferenziale. Sorprendente<br />

meccanismo <strong>di</strong> spostamento e deviazione<br />

del senso psichico dagli esiti<br />

quasi paranoici e ossessivi, in linea del<br />

resto col gusto fetish delle precedenti<br />

opere dell'artista. Una boccata d'aria<br />

fresca, dopo il claustrofobico blu <strong>di</strong><br />

Markl, è il caleidoscopio multicolore in<br />

Daydream Nation <strong>di</strong> Yamada. Ma l'allure<br />

na?f è subito rotta dai sensori <strong>di</strong><br />

movimento che, quasi occhi vivi, realizzano<br />

il paradosso <strong>di</strong> essere gli unici elementi<br />

animati, seppur freddamente<br />

tecnologici, <strong>di</strong> una rappresentazione<br />

solo in apparenza "vitale". <strong>Il</strong> panico<br />

sogno <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione naturale, non<br />

me<strong>di</strong>ata dalla tecnologia, fa spogliare<br />

l'uomo dei suoi panni "civilizzati" in I am<br />

now a dolphin, rituale metempsicosi da<br />

un piano all'altro dell'essere, stigmatizzata<br />

dalla frattura formale del pannello.<br />

Modularità ripresa in Black eyed<br />

sun, trasposizione astratta del passaggio<br />

da uno sta<strong>di</strong>o "plumbeo" a un altro<br />

più "luminoso" del vivere. Storm e Leif<br />

in<strong>di</strong>viduano, con la liricità ottenuta grazie<br />

alle potenzialità del mezzo fotografico,<br />

un'ipotetica riappacificazione dell'uomo<br />

col contesto tecnologico, subito<br />

rimessa in <strong>di</strong>scussione dalla composizione<br />

scultorea <strong>di</strong> monitor <strong>di</strong> Warmer,<br />

simbolica e sa<strong>di</strong>ca catarsi dalla tecnologia,<br />

sobillata dal brainstorming <strong>di</strong><br />

immagini <strong>di</strong> vita olistica e incorrotta.<br />

Nonostante le immagini dalla forte<br />

connotazione emotiva, però, anche<br />

Yamada, come Markl, induce la sensazione<br />

<strong>di</strong> non riuscire a entrare in contatto<br />

con le atmosfere psicologiche<br />

sottese, "raffreddate" dalla me<strong>di</strong>azione<br />

tecnologica adottata. Spersonalizzato<br />

e anestetizzato dalla vita che si è creato,<br />

l'uomo <strong>di</strong> Markl e Yamada non<br />

riesce più neanche a leggere le sue<br />

carte, e <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>pendente del gioco e<br />

delle regole che egli stesso si è imposto.<br />

[<strong>di</strong>ana gianquitto]<br />

Galleria Raucci/Santamaria<br />

fino al 29 febbraio 2008<br />

Hugo Markl - Mamatschi<br />

James Yamada - I am now a dolphin<br />

corso a. <strong>di</strong> savoia duca d'aosta, 190<br />

da mar. a ven. 11-13.30 e 15-18.30<br />

ingresso libero<br />

Tel 081 7443645 Fax 081 7442407<br />

info@raucciesantamaria.com<br />

www.raucciesantamaria.com


64.intervallo Exibart.onpaper<br />

le preferenze <strong>di</strong> Giovanna Cattaneo Incisa<br />

Presidente Fondazione Torino Musei<br />

01. La città Londra<br />

02. <strong>Il</strong> libro Danubio (Clau<strong>di</strong>o Magris)<br />

03. <strong>Il</strong> film <strong>Il</strong> Gattopardo (Luchino Visconti)<br />

04. <strong>Il</strong> cantante Fabrizio De Andre’<br />

05. <strong>Il</strong> ristorante Dove non si aspetta<br />

06. <strong>Il</strong> cocktail Bellini <strong>di</strong> Harry's Bar<br />

07. L'uomo politico Ugo La Malfa<br />

08. <strong>Il</strong> quoti<strong>di</strong>ano La Stampa<br />

09. L'automobile Fiat 500 e Fiat Panda<br />

10. Lo stilista Giorgio Armani<br />

11. L'attore Cary Grant<br />

12. <strong>Il</strong> programma tv Che tempo che fa<br />

13. La canzone Imagine (John Lennon)<br />

Luca Massimo Barbero - <strong>di</strong>rettore artistico C4 - Centro Cultura Contemporaneo Caldogno, tenterà il tre<strong>di</strong>ci sul prossimo numero<br />

ahbbellooo!!!<br />

s t r a f a l c i o n i d i g e s t<br />

"...il primo portale nel settore dell'arte e del mercato <strong>di</strong> opere, con l'eccezionale me<strong>di</strong>a quoti<strong>di</strong>ana<br />

<strong>di</strong> cinquanta milioni <strong>di</strong> contatti"<br />

[toni un poco enfatici <strong>di</strong> andrea rustichelli che su affari&finanza <strong>di</strong> repubblica parla del<br />

sito <strong>di</strong> saatchi]<br />

Oh, per carità, il sito del grande pubblicitario lon<strong>di</strong>nese va bene, benissimo. Ma fare<br />

cinquanta milioni - ve lo <strong>di</strong>ciamo noi che internet lo mastichiamo - significa essere<br />

quantomeno sceso a patti con i governi <strong>di</strong> In<strong>di</strong>a e Cina ed aver reso il sito obbligatorio<br />

a tutti i citta<strong>di</strong>ni!<br />

"Per il gruppo <strong>di</strong> Palazzo Marino si trattava <strong>di</strong> agire nel tessuto milanese in modo spiazzante,<br />

curioso e filologicamente mirato"<br />

[gianluca marziani ripercorre l'epopea trussar<strong>di</strong> nell'arte contemporanea su panorama]<br />

Attenzione ai palazzi della downtown meneghina, però. La sede <strong>di</strong> Trussar<strong>di</strong> è in<br />

Palazzo Marino alla Scala, per la precisione. Quando si <strong>di</strong>ce 'Palazzo Marino', infatti,<br />

si parla comunemente dell'e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong>rimpetto, quello dove ha sede il Comune <strong>di</strong><br />

Milano.<br />

Un altro giovane artista italiano da tempo acquistato da Pinault è infatti il bravissimo e famosissimo<br />

(al pari <strong>di</strong> Cattelan) Francesco Vezzoli, oggi superstar dell'arte internazionale (in<br />

scuderia con Gagosian)<br />

[articolo del corriere della sera sugli artisti 'ricamatori']<br />

A parte i superlativi, forse un tantino esagerati, parlando <strong>di</strong> 'scuderia Gagosian' per<br />

Vezzoli non si fa un torto alla Galleria Giò Marconi <strong>di</strong> Milano che è la rappresentante<br />

italiana dell'artista? E se è vero come è vero che il Corriere è un giornale, anzi il<br />

giornale italiano...<br />

MoMa mia che bello!<br />

[il titolo <strong>di</strong> un articolo de l'espresso su una nuova mostra al museo manhattaniano]<br />

No, non ce la pren<strong>di</strong>amo - anche se dovremmo - con il titolista, ma con il gioco maiuscole\minuscole<br />

che troppe volte si sbaglia. <strong>Il</strong> Museum of Modern Art <strong>di</strong> New York<br />

City si abbrevia MoMA, non MoMa o MOMA, o Moma... Vabbene???<br />

premio spam per l’arte.<br />

abbiate pietà <strong>di</strong> noi (e della nostra e-mail)<br />

La galleria è la simpatica Changing Role <strong>di</strong> Napoli. <strong>Il</strong> gallerista è il simpatico<br />

Guido Cabib. L'artista è Nunzio de Martino. <strong>Il</strong> comunicato stampa<br />

ne descrive la ricerca artistica come "l'appropriazione <strong>di</strong> una coscienza<br />

dello spazio e del tempo". E va bene, ma questo non vuol <strong>di</strong>re che ci si<br />

possa appropriare del tempo <strong>di</strong> chi, povero, è costretto a lavorare con la<br />

e-mail. E poi il titolo della mostra,<br />

Nunzio de Martino - Passaggi<br />

FACCIAMO13CON<br />

fa comprendere che era proprio quello l'obiettivo: totalizzare un maggior<br />

numero <strong>di</strong>... passaggi possibile. Nelle nostre caselle <strong>di</strong> posta elettronica, però!<br />

�� Uno scontro <strong>di</strong> civiltà si<br />

potrebbe giocare al mattatoio.<br />

Dove in Occidente finisce un<br />

numero agghiacciante <strong>di</strong> bovini,<br />

mentre nella più grande democrazia<br />

al mondo, come usa<br />

chiamare l'In<strong>di</strong>a, quegli stessi<br />

animali sono sacerrimi per una<br />

fetta rilevante della popolazione.<br />

Questioni igienico-cultuali che<br />

s'intrecciano con la perspicua<br />

letterarietà delle religioni monoteiste.<br />

Ci si potrebbe spingere<br />

piuttosto lontano osservando il<br />

lavoro che Jannis Kounellis ha<br />

allestito nel 2006-07 alla<br />

Fondazione Pomodoro. Un quadrato<br />

inaccessibile, formato da<br />

pareti metalliche sormontate<br />

da centinaia <strong>di</strong> volumi, al centro<br />

del quale - visibile dall'alto - era<br />

una macchia <strong>di</strong> pittura. Quel<br />

che qui c'interessa sono però i<br />

quarti <strong>di</strong> bue che ne "decoravano"<br />

l'esterno. Come in una staffetta,<br />

il pensiero corre a immagini<br />

assai più splatter, alla profusione<br />

<strong>di</strong> sangue nelle azioni<br />

orchestrate da Hermann<br />

Nitsch. Dalla quarta alla settima,<br />

ad esempio, fra il 1963 e il<br />

1965, a farne le spese erano<br />

agnelli. Volendo concentrarsi<br />

sui bovi<strong>di</strong>, l'ottantesima fa il<br />

caso nostro. Siamo nel 1984:<br />

medesima, fluviale colata <strong>di</strong><br />

sangue e, in uno scatto particolarmente<br />

incisivo, sei braccia a<br />

fungere da <strong>di</strong>varicatori. (Al<br />

Teatro delle orge e dei misteri<br />

s'è pure interessato Franco<br />

Vaccari nel 1975, qualora si<br />

fosse attratti dalla resa in bianco<br />

e nero <strong>di</strong> abbondanti emoschizzi.)<br />

Ancora agnelli, performer<br />

e colature <strong>di</strong> sangue: titolo<br />

truistico, El peso de la culpa, per<br />

un'azione del 1997-99 <strong>di</strong> Tania<br />

Bruguera. Evidentemente, la<br />

simbolica nu<strong>di</strong>tà con echi neotestamentari<br />

è particolarmente<br />

ossessionante. Al punto che<br />

l'esercizio della ritrattistica della<br />

carne morta potrebbe essere<br />

oggetto <strong>di</strong> una storia dell'arte<br />

da macelleria. Gli esempi<br />

abbondano. Si pensi al Bue<br />

squartato del 1947 <strong>di</strong> Marc<br />

Chagall conservato al<br />

Pompidou (doppiato almeno<br />

dall'omonimo del 1929-35),<br />

alla Macelleria del 1930 <strong>di</strong><br />

George Grosz, alle numerose<br />

Carcasse de bœuf <strong>di</strong> Chaïm<br />

Soutine (un Quarto del 1923<br />

circa, ad esempio, ancora a<br />

Parigi ma al Musée de<br />

# lemma<br />

<strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />

BUE<br />

Jenny Saville - Torso 2 - 2004 - olio su tela - cm 360x294 - courtesy The Saatchi<br />

Gallery, London<br />

l'Orangerie). Niente <strong>di</strong> più facile<br />

che risalire la china del tempo,<br />

all'incontro del Bue macellato<br />

del 1655 - siamo sempre nella<br />

capitale francese, ora al Louvre<br />

- <strong>di</strong> Rembrandt e della<br />

Macelleria dei primi anni '80 del<br />

Cinquecento <strong>di</strong> Annibale<br />

Carracci. Ricalandosi vertiginosamente,<br />

va senz'altro citato lo<br />

straor<strong>di</strong>nario Painting (1946)<br />

<strong>di</strong> Francis Bacon conservato al<br />

MoMA e, sempre del pittore<br />

dublinese, la coniugazione <strong>di</strong><br />

Rembrandt e Velázquez in<br />

Figure with Meat del 1954. <strong>Il</strong><br />

turbine dei nomi e l'odore del<br />

sangue v'annebbia il ricordo?<br />

Quest'ultima tela è l'unica che<br />

Jocker salva dalla vandalizzazione<br />

del museo <strong>di</strong> Gotham City<br />

nel Batman del 1989.<br />

Ristabilito l'equilibrio, ancora<br />

un'oscillazione all'in<strong>di</strong>etro per<br />

vedere almeno qualche bue<br />

che sta sulle proprie zampe. <strong>Il</strong><br />

rifugio migliore l'offrono i<br />

Macchiaioli. Dai Pascoli a<br />

Castiglioncello (1861) <strong>di</strong><br />

Telemaco Signorini a Carro e<br />

bovi nella Maremma toscana<br />

(1867) <strong>di</strong> Giuseppe Abbati per<br />

giungere alla Mandriana trascinata<br />

da un bue infuriato (1895-<br />

1900 ca.) <strong>di</strong> Giovanni Fattori.<br />

Tornando a noi, si torna ai cadaveri:<br />

con Marc Quinn, che allestisce<br />

nel Parco Archeologico<br />

<strong>di</strong> Scolacium un bronzo con<br />

patina nera della consueta carnezzeria<br />

(titolo <strong>di</strong> un dramma<br />

sublime <strong>di</strong> Emma Dante); con<br />

Torso 2 <strong>di</strong> Jenny Saville, in una<br />

pittura dalla spiccata connotazione<br />

baconiana, violentissima<br />

nelle spatolate e nei tagli netti<br />

delle zampe, nel midollo esposto<br />

e nella scomposta rigi<strong>di</strong>tà<br />

della colonna vertebrale. Si possono<br />

infine seguire rivoli meno<br />

me<strong>di</strong>atici e più me<strong>di</strong>ati, approdando<br />

a Vito Boggeri e al suo<br />

Bue squartato realizzato con la<br />

camera d'aria, oppure all'omonimo<br />

<strong>di</strong> Gianni Castagnoli,<br />

esposto alla mostra senese<br />

Ipermercati dell'arte, letteralmente<br />

incartapercorito. La<br />

mattanza s'arresta alle soglie<br />

della fotografia. Se ne intravedono<br />

sprazzi, magari sul fondo<br />

<strong>di</strong> uno scatto in bianco e nero <strong>di</strong><br />

Bob Richardson. Ma lo sguardo<br />

è attirato altrove. �<br />

<strong>Il</strong> prossimo lemma sarà<br />

manichino


Exibart.onpaper recensioni.65<br />

the painting of modern life<br />

Fotografia e pittura che <strong>di</strong>alogano insieme. Dando vita a un co<strong>di</strong>ce espressivo nuovo. L'evoluzione dell'immagine che<br />

passa da un linguaggio all'altro. Con effetti percettivi <strong>di</strong> grande intensità...<br />

�� Una tematica importante e<br />

complessa: l'utilizzo del linguaggio<br />

fotografico nella pittura. È<br />

questo il nodo intorno al quale si<br />

muove la mostra The Painting of<br />

Modern Life / Dipingere la vita<br />

moderna, che affronta il problema<br />

esaminando il <strong>di</strong>venire e le<br />

profonde trasformazioni del linguaggio<br />

visivo negli ultimi quarantacinque<br />

anni, in ambito<br />

europeo, americano e asiatico. <strong>Il</strong><br />

confronto avviene dunque su<br />

<strong>di</strong>versi fronti culturali, oltre che<br />

su una multiformità <strong>di</strong> stili e<br />

meto<strong>di</strong>. In quest'arco temporale,<br />

la pittura ha palesato una<br />

costante riadeguazione delle<br />

sue modalità espressive,<br />

mostrando molteplici facce: citazioni,<br />

realismi, pittura <strong>di</strong> memorie,<br />

influenze me<strong>di</strong>ali, recupero<br />

della <strong>di</strong>mensione onirica, nel<br />

info.<br />

fino al 4 maggio 2008<br />

The Painting of Modern Life /<br />

Dipingere la vita moderna<br />

a cura <strong>di</strong> Ralph Rugoff<br />

Castello <strong>di</strong> Rivoli - Museo d'arte<br />

contemporanea<br />

Piazza Mafalda Di Savoia - Rivoli (TO)<br />

da martedì a giovedì ore 10-17; da<br />

venerdì a domenica ore 10-21<br />

biglietto intero 6,50 euro; ridotto 4,50<br />

Tel 011 9565222 Fax 011 9565230<br />

info@castello<strong>di</strong>rivoli.org<br />

www.castello<strong>di</strong>rivoli.org<br />

Catalogo Skira<br />

segno della ricerca<br />

<strong>di</strong> una "qualità"<br />

intrinseca. La fotografia,<br />

dal canto<br />

suo, una delle arti<br />

più recenti e forse la<br />

più prolifica a partire<br />

dagli anni '80, si<br />

è <strong>di</strong>latata sempre<br />

più verso incursioni<br />

extraterritoriali.<br />

Risulta dunque <strong>di</strong><br />

grande interesse la<br />

verifica delle possibilità<br />

<strong>di</strong> intersezioni <strong>di</strong><br />

co<strong>di</strong>ci all'apparenza<br />

molto <strong>di</strong>versi, che la<br />

mostra si propone<br />

<strong>di</strong> fare. La compenetrazione<br />

dei linguaggi<br />

esalta le peculiarità<br />

<strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> essi<br />

e li potenzia dal<br />

punto <strong>di</strong> vista<br />

espressivo e percettivo.<br />

"All'inizio degli<br />

anni '60", afferma il<br />

curatore della mostra, Ralph<br />

Rugoff, "un numero ristretto <strong>di</strong><br />

artisti segnò una svolta epocale<br />

nella storia della pittura.<br />

In<strong>di</strong>pendentemente gli uni dagli<br />

altri, Gerhard Richter a Colonia,<br />

Andy Warhol e Richard<br />

Artschwager a New York crearono<br />

quadri basati su immagini<br />

fotografiche". Questi artisti sono<br />

le figure fondamentali intorno<br />

alle quali si muove la mostra.<br />

emilio isgrò<br />

�� Nunc et in hora mortis<br />

nostrae. Amen. C'è tutto l'eclettismo<br />

<strong>di</strong> un "grande" come Emilio<br />

Isgrò (Barcellona Pozzo <strong>di</strong> Gotto,<br />

1937) in Mantra Siciliano per<br />

Madonne Toscane (2007), installazione<br />

situata nell'ultima sala del<br />

percorso espositivo al Centro<br />

Pecci <strong>di</strong> Prato. C'è eclettismo e<br />

sintesi <strong>di</strong> una vita de<strong>di</strong>cata all'arte.<br />

Un'arte a tutto tondo, carica <strong>di</strong><br />

emozioni, pensieri, concetti e<br />

gestualità. Incomparabile l'unica<br />

frase dell'Ave Maria che non è<br />

stata cancellata. Tutto il resto è<br />

oblio; tutto il resto, pavimento,<br />

pareti e soprattutto la statua<br />

bianca della Madonna con rosario<br />

sono invase dalle formiche che si<br />

accaniscono sul suo volto, quasi a<br />

coprirlo totalmente. D'altra parte,<br />

"le formiche italiane sono le più<br />

veloci" sta scritto in Formiche<br />

Ants, opera del 1998. La semplice<br />

locuzione latina fa rivivere anni<br />

nemmeno troppo lontani, quando<br />

le celebrazioni liturgiche erano in<br />

latino e il "<strong>di</strong>vino" supplicato si percepiva<br />

lontano, spesso ostile e<br />

incomprensibile. Pittura, fotografia,<br />

scultura, installazioni, poesia<br />

(Fiere del sud, 1956), saggistica,<br />

romanzi (nel 2003, Ultimo brin<strong>di</strong>si<br />

all'amico infame ha vinto il premio<br />

San Pellegrino) e... musica<br />

evocata. Molte le installazioni multime<strong>di</strong>ali,<br />

come La veglia <strong>di</strong> Bach<br />

(1985) per la Scala <strong>di</strong> Milano nell'anno<br />

europeo della musica e<br />

Chopin (1979), opera raccolta in<br />

una grande sala, che è possibile<br />

ammirare in questa ampia e suggestiva<br />

retrospettiva. Isgrò non si<br />

Per Richter, della fotografia -<br />

"un'immagine della mia e della<br />

vostra realtà" - risulta essenziale<br />

la <strong>di</strong>mensione dell'effimero che<br />

lascia nel <strong>di</strong>pinto tracce <strong>di</strong> evanescenza<br />

figurale, come si vede<br />

in Renate und Marianne (1964).<br />

Artschwager insegue nell'immagine<br />

il dettaglio, la quoti<strong>di</strong>anità<br />

<strong>di</strong> luoghi usuali, quali la<br />

Fabbrica (1969) o il Dormitorio<br />

(1968), dei quali riproduce l'ano-<br />

è fatto sfuggire nulla e non ci ha<br />

privato del suo punto <strong>di</strong> vista su<br />

molti aspetti della vita. Osservata,<br />

sentita e vagliata da un particolarissimo<br />

spirito poliedrico: "L'arte<br />

mi serve a conoscere e rappresentare<br />

le cose, ma ciò non significa<br />

che con<strong>di</strong>vida i fatti e le cose<br />

nimità. Warhol "sceglie con<br />

cura l'immagine", procede attraverso<br />

eliminazioni <strong>di</strong> particolari,<br />

ripete i me<strong>di</strong>a senza mo<strong>di</strong>ficarli,<br />

attingendo anche a situazioni<br />

che hanno una presa forte nell'inconscio<br />

collettivo, come Big<br />

electric Chair (1967). Accanto a<br />

questi tre anticipatori <strong>di</strong> una<br />

nuova ibridazione linguistica, la<br />

mostra presenta una vasta selezione<br />

<strong>di</strong> opere nelle quali l'utilizzo<br />

che rappresento". E mentre<br />

molte correnti artistiche percorrono<br />

la teoria <strong>di</strong> un'arte impotente<br />

<strong>di</strong> fronte a eventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione, la<br />

scommessa <strong>di</strong> Isgrò sta nel tentativo<br />

<strong>di</strong> "mutare la <strong>di</strong>struzione in<br />

ricostruzione costante". La cancellatura<br />

che ha contrad<strong>di</strong>stinto<br />

tutto il suo percorso artistico<br />

serve a liberare sempre l'opera<br />

concettuale dallo schematismo<br />

della forma, sia essa sociale o linguistica.<br />

In quest'ultima, solo la virgola<br />

si salva perché ne rappresenta<br />

"il sale", e l'artista la celebra<br />

in Le virgole (1966) e in<br />

Competition is competition<br />

(1999). La gestualità paradossale<br />

del cancellare l'inutile e il superfluo<br />

è vissuta non tanto come<br />

rimozione ma come estrapolazione<br />

in positivo <strong>di</strong> nuove costruzioni<br />

espressive e significanti <strong>di</strong> parole<br />

e immagini. La cancellatura dà<br />

linfa a nuovi messaggi; cancellatura<br />

come catarsi, liberazione<br />

essenziale e spesso provocatoria.<br />

La sfida al formale prende consistenza<br />

nelle sale del Pecci, dove<br />

Eberhard Havekost - National<br />

Geographic, 2003 - olio su tela,<br />

110x130 cm - Courtesy of Locksley<br />

Shea Gallery - © l'artista 2007 e<br />

Galerie Gebr. Lehmann, Dresden<br />

Foto: Werner Lieberknecht, Dresden<br />

del me<strong>di</strong>um fotografico ha un<br />

ampio ventaglio espressivo.<br />

Alcuni esempi: David Hockney,<br />

che "fa fotografie come un <strong>di</strong>segnatore",<br />

capace <strong>di</strong> riportare<br />

fedelmente un certo modo <strong>di</strong><br />

percepire la realtà; Malcolm<br />

Morley, che sud<strong>di</strong>vide l'immagine<br />

intera in parti, eliminando i<br />

primi piani e lo sfondo; Elizabeth<br />

Peyton, che rivede e corregge<br />

l'immagine fotografica nella pittura<br />

attraverso la mano; Franz<br />

Gertsch, che enfatizza i particolari<br />

fino a liberarsi completamente<br />

dell'emotività; o, ancora,<br />

Liu Xiadong, per il quale la fotografia<br />

è uno strumento atto a<br />

evidenziare gli effetti del capitalismo<br />

sulla società cinese.<br />

Insomma, quello della Manica<br />

Lunga è un percorso che propone<br />

allo spettatore un'articolata<br />

selezione <strong>di</strong> opere la cui efficacia<br />

è duplice. In quanto, accanto alla<br />

tematica forte della commistione<br />

linguistica, si evidenzia l'effetto<br />

percettivo, spesso esaltato<br />

dal formato dei lavori, quasi<br />

sempre molto gran<strong>di</strong>. �<br />

[tiziana conti]<br />

Cancellare la cancellatura. Emilio Isgrò duella con la parola da mezzo secolo e cerca <strong>di</strong> svincolarsi da<br />

schematismi formali e rigorosi. Sperimenta e <strong>di</strong> fatto trasforma - anno per anno, minuto per minuto - il suo "fare".<br />

Piegando l'idea al desiderio d'artista...<br />

Emilio Isgrò - Dichiaro <strong>di</strong> essere<br />

Emilio Isgrò, 2008 - 400x287 cm,<br />

acrilico su tela montata su legno -<br />

Collezione Centro per l'arte contemporanea<br />

Luigi Pecci<br />

circa quarant'anni dopo Dichiaro<br />

<strong>di</strong> non essere Emilio Isgrò, quasi a<br />

sconfessare se stesso nei primi<br />

anni '70, ecco l'enunciazione positiva<br />

<strong>di</strong> identità nell'opera introduttiva<br />

che dà il titolo alla mostra:<br />

Dichiaro <strong>di</strong> essere Emilio Isgrò.<br />

Basta il sottile spostamento <strong>di</strong> un<br />

elemento per ribaltare i piani <strong>di</strong><br />

lettura. E in questo caso la cancellatura<br />

dell'avverbio rimuove la<br />

censura comunicativa e fa "che ti<br />

fia chiaro / ciò che 'l mio <strong>di</strong>r più<br />

<strong>di</strong>chiarar non puote" (Purgatorio,<br />

XXIV, 89-90). �<br />

[daniela cresti]<br />

info.<br />

fino all'11 maggio 2008<br />

Dichiaro <strong>di</strong> essere Emilio Isgrò<br />

a cura <strong>di</strong> Marco Bazzini e Achille<br />

Bonito Oliva<br />

C.Arte - Centro per l'Arte<br />

Contemporanea Luigi Pecci<br />

viale della repubblica, 277<br />

da mercoledì a lunedì ore 10-19;<br />

chiuso il 1° maggio<br />

biglietto intero 5,00 euro; ridotto 4,00<br />

Tel 0574 5317 Fax 0574 531901<br />

info@centroartepecci.prato.it<br />

www.centroartepecci.prato.it


66.trecapitali Exibart.onpaper<br />

A Los Angeles i piccoli spazi cavalcano la scena dell'arte, <strong>di</strong>venteranno i giganti del west? Inoltre una riflessione… Proposte deboli o aspettative troppo alte nei confronti<br />

delle istituzioni museali made in L.A?<br />

Amie Dicke - Infinitely suffering Thing, 2007 -<br />

courtesy Peres Projects<br />

Mentre il primo round che vede protagonisti una<br />

donna e un afro-americano, in corsa per la presidenza,<br />

anima e scuote l'America e l'opinione internazionale,<br />

la scena dell'arte losangelina rimane<br />

tendenzialmente quiescente. Eppure Los<br />

Angeles, tra i <strong>di</strong>amanti della west coast, dovrebbe<br />

essere una città che osa, lanciandosi nei mercati<br />

asiatici ed europei e trovando strategie per invogliare<br />

il popolo dell'arte a "hollywoo<strong>di</strong>aneggiare" le<br />

strade che portano ai meravigliosi colossi architettonici<br />

dell'arte contemporanea. Alcuni tentativi<br />

Alla fine è sempre lui, Banksy, a tenere sotto scacco l'art world lon<strong>di</strong>nese. Intanto, mentre la Tate continua ad accumulare gran<strong>di</strong> sponsor per i suoi gran<strong>di</strong> eventi, Londra si riscopre<br />

classica. Per una primavera rassicurante. Da Roman Signer a Jenny Holzer. Non mancano, però, i nuovi e nuovissimi spazi <strong>di</strong> cui vi <strong>di</strong>amo conto...<br />

La nuova installazione <strong>di</strong> Jenny Holzer da<br />

Sprueth Magers<br />

Sul fronte degli eventi che fanno chiacchierare,<br />

due notizie dal mondo dell'arte si sono fatte largo<br />

tra le colonne dei giornali semi-scandalistici inglesi:<br />

in gennaio un lavoro "autentico" <strong>di</strong> Banksy è<br />

stato messo all'asta su eBay e venduto per la<br />

mo<strong>di</strong>ca cifra <strong>di</strong> circa 208,000 sterline. E non è<br />

tanto la cifra a sorprendere (Banksy continua ad<br />

emergere vincitore nelle case d'asta e tra il<br />

mondo delle celebrità con cifre <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta da capogiro)<br />

né la sempre più frequente e spesso<br />

"sospetta" associazione Banksy - eBay (già riportata<br />

per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> stampe non autentiche e per<br />

l'artificiale "gonfiamento" dei prezzi) quanto l'oggetto<br />

venduto: il muro <strong>di</strong> una proprietà <strong>di</strong> Notting<br />

Hill sul quale il writer aveva realizzato un graffito e<br />

Domingo Milella - Discarica <strong>di</strong> Mexico City, 2004<br />

<strong>Il</strong> Goethe Institute <strong>di</strong> New York ha appena inaugurato<br />

Ludlow 38, uno spazio de<strong>di</strong>cato interamente<br />

ad eventi e mostre <strong>di</strong> arte contemporanea situato<br />

- neanche a <strong>di</strong>rlo - nell'ormai noto Lower East Side.<br />

Lo spazio, ristrutturato dal duo Ethan<br />

Breckenridge e Liam Gillick, è stato aperto in collaborazione<br />

con il Kunstverein München, che ne<br />

curerà il calendario per un anno, e con Mini Bmw<br />

come sponsor principale. Stefan Kalmár e Daniel<br />

Pies del Kunstverein München organizzeranno<br />

mostre, eventi, conferenze, dal titolo USA 2008,<br />

invitando sia artisti tedeschi che internazionali, e<br />

quin<strong>di</strong> consolidando sempre più il supporto già<br />

notevole che le istituzioni tedesche, come quelle <strong>di</strong><br />

sembrano tuttavia esserci. Dopo gli scatti che<br />

immortalano la mistura socio-culturale, de La<br />

frontera tra Stati Uniti e Messico, <strong>di</strong> Graciela<br />

Iturbide (fino al 13 aprile), Bill Viola sarà protagonista<br />

fino al metà giugno con Emergence, un'istallazione<br />

video che, rifacendosi alla Pietà <strong>di</strong><br />

Masolino (XV sec), mette in scena una sequenza<br />

<strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> due donne che sollevano un uomo<br />

che emerge dalle acque <strong>di</strong> un pozzo rievocando<br />

morte e resurrezione. Una lunga lista <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

nomi per Museum of Contemporary Art con<br />

Collecting Collections: Hilights from the<br />

Permanent Collection of the MOCA, riorganizzando<br />

cronologicamente e per correnti artistiche le<br />

acquisizioni che vanno da Piet Mondrian a<br />

Maurizio Cattelan. In un’epoca in cui entrare nel<br />

privato delle persone, osservandone i comportamenti,<br />

anche con la capacità <strong>di</strong> manipolarne reazioni,<br />

sviluppa un perverso accanimento che spopola<br />

nelle tv internazionali, interessante è stata la<br />

proposta <strong>di</strong> Hummer Museum con una personale<br />

<strong>di</strong> Kaari Upson (conclusa il 17 febbraio).<br />

L'artista californiana, venuta in possesso <strong>di</strong> alcuni<br />

oggetti personali <strong>di</strong> un suo ex vicino <strong>di</strong> casa, Lerry,<br />

inizia a ricostruire la sua vita attraverso storie<br />

che dovrà naturalmente essere rimosso dall'attuale<br />

locazione, con tanto <strong>di</strong> Perspex a proteggere<br />

il lavoro dai vandali.<br />

Sotheby's ha poi finalmente offerto alla Tate<br />

Britain <strong>di</strong> sponsorizzare le installazioni della<br />

Duveens Commission, rendendo questo evento<br />

annuale. Dopo "Semi-Detached" <strong>di</strong> Michael Landy<br />

e "State Britain" <strong>di</strong> Mark Wallinger, quest'anno<br />

Martin Creed è stato scelto per la commissione<br />

ed il lavoro verrà rivelato in estate.<br />

Si apre un mese <strong>di</strong> "classici contemporanei" nelle<br />

maggiori gallerie <strong>di</strong> Londra, con una scelta tanto<br />

eclettica da rispondere a tutti, ma proprio tutti, i<br />

gusti possibili. A partire dall'ironico Roman Signer<br />

in mostra da Hauser & Wirth fino al 15 marzo.<br />

L'installazione con l'assurdo tagliaerba robotizzato,<br />

smarrito tra le quin<strong>di</strong>ci se<strong>di</strong>e <strong>di</strong> metallo <strong>di</strong>stribuite<br />

sull'elegante sala a parquet della galleria,<br />

suscita un malinconico sorriso allo stesso modo<br />

del film "Signers Koffer" che offre una documentazione<br />

unica <strong>di</strong> quasi tutte le "actions" dell'artista<br />

dagli anni '70 fino ad oggi, inclusi i pericolosi esperimenti<br />

con esplosivi e missili ed una quasi fatale<br />

passeggiata in mezzo ad un lago ghiacciato.<br />

Drammatico e a tratti sconfortante, il lavoro in<br />

video <strong>di</strong> Willie Doherty, riproposto in una fantastica<br />

retrospettiva alla Matt's Gallery fino al 16<br />

marzo, risuona della violenza dell'Irlanda del Nord,<br />

paese d'origine dell'artista, con i conseguenti<br />

traumi della memoria. Accanto alla proiezione <strong>di</strong><br />

tanti altri paesi europei, de<strong>di</strong>cano all'arte contemporanea<br />

a New York.<br />

La Scan<strong>di</strong>navia House, ad esempio, sede<br />

dell'American-Scan<strong>di</strong>navian Foundation, promuove<br />

gli artisti provenienti dai propri paesi<br />

con delle mostre interessanti e dal forte<br />

appeal. La serata inaugurale <strong>di</strong> Arts Fennica:<br />

Finnish art now - mostra cui partecipano Elina<br />

Brotherus, Markus Kåhre, Elina Merenmies e<br />

Anna Tuori - ha visto una quantità <strong>di</strong> pubblico<br />

tipica dei vernissage più patinati <strong>di</strong> Chelsea.<br />

Altro esempio sono i servizi culturali olandesi, sempre<br />

in prima fila nel sostenere progetti o eventi<br />

legati a propri artisti. Che sia il finanziamento <strong>di</strong><br />

una mostra, l'organizzazione <strong>di</strong> un evento o <strong>di</strong> una<br />

serata d'onore, o la semplice presenza del cultural<br />

attaché a un'inaugurazione <strong>di</strong> un artista olandese.<br />

Non è senza una sincera e sana invi<strong>di</strong>a che paragoniamo<br />

tutto ciò al supporto istituzionale che<br />

riceve l'arte contemporanea italiana, in quel <strong>di</strong><br />

New York. Infatti, se da un lato rimangono sempre<br />

solide le presenze italiane nei programmi <strong>di</strong><br />

residency per artisti, anche dopo la chiusura <strong>di</strong><br />

quella storica del P.S.1, dall'altro lato non si può<br />

non sottolineare come la promozione dell'arte e<br />

degli artisti italiani sia generalmente lasciata un<br />

po' al caso o all'iniziativa personale.<br />

Per menzionare alcune delle artist's residency più<br />

recenti, ricor<strong>di</strong>amo che a Location One è giunta<br />

che oltrepassano il limite del lecito, cancellando<br />

ogni traccia <strong>di</strong> obbiettività e trasformando se<br />

stessa nell'ossessione <strong>di</strong> Lerry. <strong>Il</strong> gigante LACMA<br />

continua a "giocare in casa" proponendo SoCal:<br />

Southern California Art of the 1960s and 70s<br />

from LACMA's Collection. Protagonista della<br />

mostra è l'opera <strong>di</strong> Edward Kienholz, Back Seat<br />

Dodge '38, scultura del '64, resa controversa dal<br />

set definito pornografico posto sui se<strong>di</strong>li posteriori<br />

della macchina simbolo dell'epoca.<br />

Ma non c'è da <strong>di</strong>re. A Los Angeles gli spazi privati<br />

spiccano <strong>di</strong> gran lunga sulle ricche istituzioni.<br />

Dalle pen<strong>di</strong>ci delle colline <strong>di</strong> Hollywood, al crescente<br />

quartiere <strong>di</strong> Culver City fino alle lunghe spiagge<br />

<strong>di</strong> Santa Monica. Appuntamento obbligatorio è a<br />

East L.A, Chinatown, tra le gallerie più cool. La<br />

new entry del momento è Bonelli Contemporary,<br />

sede gemella <strong>di</strong> Bonelli arte contemporanea <strong>di</strong><br />

Modena con una giovane ed intraprendente collettiva;<br />

Space as a Space cheha presentato i lavori<br />

<strong>di</strong> Joshua Callaghan, Malisa Humphrey,<br />

Justin Michell, Tadashi Moriyama, Nikko<br />

Mueller, Devon Oder, Karthik Pan<strong>di</strong>an, Ben<br />

Shaffer. Successo assicurato invece per Amie<br />

Dicke con Infinitely suffering Thing presso Peres<br />

altre otto opere della passata produzione <strong>di</strong><br />

Doherty, particolare attenzione viene riservata al<br />

lavoro già visto alla Biennale <strong>di</strong> Venezia, "Ghost<br />

Story", con la voce dell'attore irlandese Stephen<br />

Rea a rievocare - ma senza chiari referenti ed in<br />

un'atmosfera da incubo - la scena <strong>di</strong> un massacro,<br />

forse quello del Bloody Sunday, <strong>di</strong> cui l'artista<br />

è stato testimone oculare.<br />

Tematiche similmente socio-politiche sono riproposte<br />

da Jenny Holzer con la nuova installazione<br />

"Detained", presentata da Sprüth Magers fino al<br />

15 marzo: <strong>di</strong>pinti, proiezioni e lavori in LED che si<br />

riferiscono ad alcuni documenti militari ufficiali<br />

americani sulla situazione in Me<strong>di</strong>o Oriente<br />

recentemente rivelati al pubblico.<br />

Altra mostra gioiello, la monografica <strong>di</strong> Yayoi<br />

Kusama da Victoria Miro fino al 20 marzo include<br />

serigrafie, sculture, installazioni ed un lavoro<br />

specifico realizzato sul vicino Regent's Canal. A<br />

due passi da qui, dopo il recente assolo alla White<br />

Cube <strong>di</strong> Hoxton Square, Darren Almond rimane<br />

sulla scena fino al 30 marzo, questa volta da<br />

Parasol Unit, con una serie <strong>di</strong> immagini fotografiche<br />

in bianco e nero <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, a metà<br />

strada tra l'onirico ed il documentario, realizzate<br />

in alcuni dei numerosi viaggi dell'artista in destinazioni<br />

remote (Tibet, Indonesia, Siberia).<br />

Alla National Gallery poi, fino al 30 marzo, si possono<br />

stu<strong>di</strong>are le sei proposte per la quarta commissione<br />

per il pie<strong>di</strong>stallo <strong>di</strong> Trafalgar Square, tra<br />

Moira Ricci con il supporto <strong>di</strong> Artegiovane e del<br />

Comune <strong>di</strong> Milano. Pierluigi Calignano e Domenico<br />

Mangano, invece, sono stati ospiti dell'ISCP con il<br />

sostegno <strong>di</strong> Viafarini, per il primo, e della DARC, per<br />

il secondo. Grazie al Premio New York, poi, Ettore<br />

Favini, Linda Fregni Nagler, Andrea Mastrovito e<br />

Silvia Vendramel hanno l'opportunità <strong>di</strong> lavorare<br />

all'Italian Academy della Columbia University nel<br />

corso dell'anno accademico 2007-2008.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista dei progetti curatoriali, Senso<br />

Unico al P.S.1 ha rappresentato uno sguardo<br />

veloce e sommario all'arte contemporanea italiana<br />

pur costituendone uno spunto interessante<br />

per approfon<strong>di</strong>menti e un gesto d'apertura<br />

da coltivare in futuro.<br />

L'iniziativa in<strong>di</strong>viduale, però, resta quella con i<br />

risultati più incisivi e <strong>di</strong> lungo periodo, come<br />

<strong>di</strong>mostra l'ondata <strong>di</strong> mostre personali <strong>di</strong> artisti<br />

italiani che si prepara a Chelsea e <strong>di</strong>ntorni.<br />

Da Tracy Williams Ltd., Domingo Milella espone<br />

gran<strong>di</strong> stampe fotografiche <strong>di</strong> paesaggi scattati<br />

durante i suoi viaggi. Le stanze della townhouse/galleria<br />

del West Village, accoglienti e decorate<br />

da stucchi, non potrebbero esser più lontane<br />

dal concetto dell'asettico white cube, e ricreano<br />

un'atmosfera d'altri tempi per le foto a colori dal<br />

gusto molto pittorico. Uno dei lavori più interessanti,<br />

una <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Mexico City, rappresenta -<br />

purtroppo - un'iconografia attuale e per nulla da<br />

Projects. Oggetti, foto, materiali ritrovati, <strong>di</strong>ventano<br />

sculture, con sottese citazioni letterarie, attraverso<br />

cui l'artista me<strong>di</strong>ta sulla fragilità dell'esistenza.<br />

La testa <strong>di</strong> Dante è bendata evitando così <strong>di</strong><br />

osservare tutto l'orrore e il dolore attraverso il<br />

passaggio nell'Inferno. Un'ondata <strong>di</strong> freschi talenti,<br />

meno introspettivi e più metropolitani, è invece<br />

composta da Alejandro Diaz, Amir H. Fallah e<br />

Andrew Lewicki presso Mary Goodman con<br />

What Do You Care? a cui i tre giovani artisti<br />

rispondono in maniera <strong>di</strong>fferente ma puntando<br />

l'attenzione sull'affinità tra arte e sottocultura<br />

urbana, come, in particolare, Lewicki, che attraverso<br />

raffinate sculture <strong>di</strong> rampe da skate, usando<br />

legni e metalli nobili, ironizza sul rapporto tra<br />

vandalismo e istituzione losangelina. Poco lontano<br />

merita senza dubbio Mandarin Gallery con la collettiva<br />

<strong>di</strong> otto artisti quasi tutti gay; You, Whose<br />

Beauty was Famous in Rome. Emblematico, tra<br />

tutti, il lavoro <strong>di</strong> He<strong>di</strong> El Kholti che centra il concept<br />

dell'esibizione raffigurando uomini seminu<strong>di</strong><br />

che posano lascivamente <strong>di</strong>stesi in stanze decadenti.<br />

�<br />

[leonardo proietti]<br />

le quali un'automobile scassata <strong>di</strong> Jeremy Deller<br />

ed una famiglia <strong>di</strong> scimmie <strong>di</strong> Tracey Emin.<br />

Tra le nuove presenze sulla mappa lon<strong>di</strong>nese<br />

degli spazi espositivi, Limoncello, in Hoxton Street<br />

(www.limoncellogallery.co.uk), <strong>di</strong>retta da Rebecca<br />

May Marston, presenta fino al 1 marzo lavori <strong>di</strong><br />

Sean Edwards e Giorgio Sadotti. Sempre in<br />

Hoxton Street, Macbeth Gallery riapre dopo la<br />

ristrutturazione sopra l'omonimo pub, gestita<br />

dalla collettiva Lazy Gramophone e con un programma<br />

<strong>di</strong> mostre e performances (www.lazygramophone.com).<br />

Sempre in zona ma a sud <strong>di</strong><br />

Old Street, Rod Barton Invites, anche nota come<br />

Above the Griffin Pub per la locazione, rafforza il<br />

programma <strong>di</strong> mostre, a partire dall'attuale collettiva<br />

con lavori <strong>di</strong> Ian Monroe, Piers Secunda e<br />

Michael Stubbs fino al 9 marzo<br />

(ww.rodbarton.com). Più <strong>di</strong>slocate, Way East -<br />

come annuncia il nome ai margini dell'area ad est<br />

<strong>di</strong> Londra destinata ai giochi olimpici - ha aperto<br />

alla fine <strong>di</strong> gennaio nell'abitazione dell'artista<br />

Russell Martin, con una mostra <strong>di</strong> Nick Kaplony<br />

(www.wayeast.russell-martin.org.uk); mentre<br />

Spring Projects - a nord-ovest <strong>di</strong> Londra - inaugura<br />

un programma <strong>di</strong> mostre <strong>di</strong> moda/fotografia/design<br />

con il lavoro del fotografo norvegese<br />

Solve Sundsbo fino al 30 marzo (www.springprojects.co.uk)<br />

�<br />

[irene amore]<br />

Tante le iniziative del vecchio continente nella Grande Mela. La Germania al Ludlow 38 del Lower East Side. L’efficienza dei servizi culturali olandesi. E grande interesse per l’arte scan<strong>di</strong>nava.<br />

Ancora pochi italiani, che comunque si fanno sentire…<br />

terzo mondo.<br />

Alla Galerie Lelong, Angelo Filomeno prosegue la<br />

sua ricerca tra pittura classica e prezioso ricamo<br />

con Betrayed Witches ed espone tele monocromatiche<br />

esclusivamente nere e argento. Uno<br />

scheletro <strong>di</strong> vetro e una frusta in pelle, vetro e<br />

onice, trasferiscono la simbologia e l'ambiguità<br />

care all'artista nelle forme tri<strong>di</strong>mensionali, mentre<br />

i temi della catarsi e della spiritualità appaiono<br />

in un grande mandala nero al cui centro giace<br />

solitario uno scarabeo, simbolo <strong>di</strong> decomposizione<br />

e rigenerazione. Stefano Cagol, alla prima personale<br />

newyorchese da Priska C. Juschka Fine<br />

Art, sviluppa un progetto mixed me<strong>di</strong>a con foto,<br />

video, installazione e azione pubblica, dal titolo<br />

Guinea Pig. L'artista riflette sull'inganno generale<br />

provocato dagli ad<strong>di</strong>tivi tossici che si utilizzano nel<br />

cibo e nei giocattoli e che fanno <strong>di</strong> noi utenti cavie<br />

da laboratorio. Infine, Diego Perrone presenta da<br />

Casey Kaplan tre nuove sculture della serie La<br />

fusione della campana, iniziata nel 2005 alla<br />

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. In questa<br />

sede rappresenta tre <strong>di</strong>stinti sta<strong>di</strong> in cui si procede<br />

artigianalmente per arrivare alla forgiatura in<br />

bronzo <strong>di</strong> una campana.<br />

Per ora è tutto qui, e a New York si rimane in<br />

attesa <strong>di</strong> molti altri artisti italiani. �<br />

[micaela giovanotti]


Exibart.onpaper tornaconti.67<br />

a cura <strong>di</strong> alfredo sigolo<br />

lo spettro della crisi tra<br />

rinascimento e decadenza<br />

Magari è solo un fatto scaramantico ma, dopo l'ennesima imbarcata <strong>di</strong> Wall Street del gennaio scorso, gli<br />

analisti tornano a piangere il morto: finalmente sarà il 2008 l'anno in cui il mercato dell'arte impatterà con gli<br />

effetti della crisi dei mutui americani della scorsa estate?<br />

��Contrad<strong>di</strong>ttorio il polso dei collezionisti,<br />

registrato ora anche dal<br />

sito leader mon<strong>di</strong>ale per i risultati<br />

d'asta, Artprice. Non serviva certo<br />

il nuovo Confidence Index per stabilire<br />

che la congiuntura economica<br />

è sfavorevole, più significativo il<br />

dato che registra la previsione <strong>di</strong><br />

un ulteriore peggioramento nei<br />

prossimi mesi e soprattutto una<br />

sensibile contrazione dei prezzi<br />

dell'arte. Ad<strong>di</strong>rittura sorprendente<br />

invece, seppur in linea con le<br />

nuove regole del mercato che<br />

inducono a spendere anche i<br />

danari che non si hanno, scoprire<br />

che secondo il sondaggio <strong>di</strong><br />

Artprice tutto ciò non sembra<br />

compromettere la voglia <strong>di</strong> comprare<br />

ancora e comprare adesso.<br />

Nel frattempo, sul fronte delle<br />

aste, Londra è stato il primo<br />

banco <strong>di</strong> prova per la nuova stagione.<br />

Inattese le buone performance<br />

del comparto classico<br />

Impressionist & Modern, soprattutto<br />

per l'Espressionismo tedesco,<br />

Fauvisme e Secessione viennese,<br />

mentre qualche scricchiolio<br />

è arrivato da Christie's per il segmento<br />

del Post War<br />

& Contemporary,<br />

peraltro ben coperto<br />

da alcune buone<br />

aggiu<strong>di</strong>cazioni.<br />

Notizia l'hanno fatta i<br />

26.340.000 BP del<br />

trittico <strong>di</strong> Bacon degli<br />

anni '70, i 6.740.500<br />

BP del grande<br />

Concetto spaziale<br />

rosso del '65 <strong>di</strong><br />

Fontana, i<br />

7.350.500 BP spuntati dal<br />

Richter del '66. Meno roboanti e<br />

comunque significative sono state<br />

le risultanze su Jack Pierson<br />

(334,100 BP), Robert Longo<br />

(204,500 BP) e Francis Alys<br />

incanti.<br />

TUTTO IL MARCIO DEL MERCATO<br />

Don Thompson è un economista specializzato<br />

nel mercato dell'arte, già docente alla<br />

London School of Economics e all'Harvard<br />

Business School. "The $ 2 Million Stuffed<br />

Shark" è il titolo del suo nuovo libro pubblicato<br />

da Aurum Press. Si tratta <strong>di</strong> un ritratto<br />

impietoso del nuovo mercato dell'arte,<br />

manovrato occultamente, popolato <strong>di</strong> collezionisti<br />

che <strong>di</strong> arte capiscono nulla, ma<br />

sanno esattamente quanto costa, <strong>di</strong> galleristi<br />

annoiati con la puzza sotto il naso.<br />

L'arte contemporanea è temporanea per<br />

definizione, <strong>di</strong>ce Thompson, e lo squalo<br />

marcescente <strong>di</strong> Hirst è profetico. Su mille<br />

artisti che hanno fatto gran<strong>di</strong> mostre nelle<br />

più prestigiose gallerie <strong>di</strong> NYC e Londra<br />

solo venti si sono confermati sulla cresta<br />

dell'onda nel 2007. E sul fronte storico non<br />

va meglio: un ex <strong>di</strong>rettore del MoMA avrebbe<br />

confidato che circa il quaranta per<br />

cento delle opere circolanti sul mercato<br />

sono false e ci sarebbero prove evidenti. Ci<br />

sono circa seicento Rembrandt sparsi per<br />

i musei <strong>di</strong> tutto il mondo e altri trecento in<br />

mani private. Quasi il triplo <strong>di</strong> quelle storicamente<br />

<strong>di</strong>pinte dal grande artista olandese.<br />

(60.500 BP). Scendendo nel<br />

merito però un primo segnale<br />

negativo viene dal catalogo, per lo<br />

più nomi piuttosto consolidati con<br />

pochi emergenti e il deciso proposito<br />

<strong>di</strong> spremere la vena cinese,<br />

che costituiva il 12% dell'offerta.<br />

Tra i rari emergenti buona performance<br />

<strong>di</strong> Wangechi Mutu<br />

(204.500 BP) e mezza stecca<br />

per Dana Schutz (60.500 BP).<br />

Dei nostri restano sotto le stime<br />

Vezzoli, nonostante i 96.500 BP,<br />

e invenduti i lavori <strong>di</strong> Chia. A ben<br />

vedere il dato dell'invenduto è proprio<br />

il più eloquente: complessivamente<br />

nelle tre sessioni de<strong>di</strong>cate<br />

al contemporaneo ha raggiunto il<br />

30%, un chiaro invito al ribasso<br />

dei prezzi.<br />

Sorprendente invece il board dei<br />

compratori, che ha visto una<br />

larga partecipazione <strong>di</strong> collectors<br />

made in Usa che passano per<br />

essere quelli, sulla carta, più in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Nelle due tornate <strong>di</strong><br />

Impressionist & Modern hanno<br />

sfiorato ad<strong>di</strong>rittura il 43%.<br />

Negli ultimi anni il mercato si è<br />

continuamente interrogato sul<br />

“<br />

Nei primi sette anni del<br />

nuovo secolo l'offerta in asta <strong>di</strong><br />

arte contemporanea ha già<br />

superato numericamente quella<br />

<strong>di</strong> tutto il decennio 1990-2000<br />

suo futuro, per molti aspetti<br />

imperscrutabile se si pensa all'ine<strong>di</strong>ta<br />

situazione in cui è venuta a<br />

trovarsi l'economia globale. Ogni<br />

previsione, dalla più ottimistica<br />

alla più catastrofica, è considera-<br />

ta plausibile e ottiene favori. Sarà<br />

interessante un giorno voltarsi<br />

in<strong>di</strong>etro e scoprire quale sia la<br />

reale ere<strong>di</strong>tà lasciata da questo<br />

periodo.<br />

Un piccolo assaggio può essere<br />

fatto analizzando proprio il segmento<br />

protagonista da ormai vent'anni,<br />

l'arte contemporanea. Nei<br />

primi sette anni del nuovo<br />

secolo l'offerta in asta <strong>di</strong><br />

arte contemporanea ha<br />

già superato numerica-<br />

mente quella <strong>di</strong> tutto il<br />

decennio 1990-2000. In<br />

proiezione la percentuale<br />

<strong>di</strong> aumento può essere calcolata<br />

intorno al 37%.<br />

Rispetto ai singoli me<strong>di</strong>a<br />

quasi nulla è cambiato, con<br />

la pittura a detenere oltre il<br />

70% del mercato e una<br />

lieve flessione della scultura. La<br />

vera progressione la mette a<br />

segno la fotografia, che molti artisti<br />

oggi scelgono come strumento<br />

<strong>di</strong> espressione insieme all'installazione<br />

e al video; sul fronte del mer-<br />

E INTANTO LA CINA CONQUISTA IL PODIO<br />

Terzo posto assoluto del ranking mon<strong>di</strong>ale per<br />

quanto attiene il numero <strong>di</strong> case d'asta e volumi<br />

<strong>di</strong> affari, scalzando così la Francia da una<br />

posizione che deteneva da tempo. In testa<br />

rimangono U.S.A. e UK ma la crescita del dragone<br />

è inarrestabile: +78% tra 2006 e 2007<br />

per volume d'affari. Al grande salto hanno contribuito<br />

non solo le succursali delle leader<br />

mon<strong>di</strong>ali Crhstie's, Sotheby's e Bonham's ma<br />

anche le numerose case d'asta locali emergenti:<br />

Beijing ChengXuan, Shangai Hosane<br />

Auction, Hua Chen Auction, Beijing Council<br />

International Auction. Trentasei gli artisti cinesi<br />

che, nel 2007, si sono piazzati tra i principali<br />

contemporanei per volume d'affari. E ben<br />

quin<strong>di</strong>ci tra i trentacinque che hanno superato<br />

il milione <strong>di</strong> dollari. La rivalutazione dell'arte<br />

contemporanea cinese, dal 2001, è calcolata<br />

in un + 780%. I big assoluti? Tra i moderni Xu<br />

Beihong e Chen Chengbo, tra i contemporanei<br />

Cai Guo Qiang, che detiene il record assoluto<br />

per un artista cinese con 8,5 milioni <strong>di</strong> dollari,<br />

Zhang Xiaogang, esor<strong>di</strong>o in asta nel 1998 e<br />

giro d'affari <strong>di</strong> 57 milioni <strong>di</strong> dollari nel 2007,<br />

Yue Minjun (record a 5,3 milioni <strong>di</strong> dollari),<br />

Zeng Fanzhi (record a 5 milioni <strong>di</strong> dollari) e<br />

Chen Yifei (record a 4,7 milioni).<br />

cato però solo la prima è stata<br />

realmente sdoganata dal sistema<br />

delle case d'asta, permettendole<br />

negli ultimi sette anni <strong>di</strong> quintuplicare<br />

il suo giro d'affari.<br />

LA FALSA CRISI<br />

La congiuntura economia minaccia <strong>di</strong> mettere<br />

in crisi il mercato dell'arte? Tutto falso secondo<br />

Souren Melikian che, su Artinfo.com, mette<br />

sul banco degli imputati le case d'asta, esaminando<br />

passo passo i loro punti deboli e accusandole<br />

<strong>di</strong> essere loro la vera minaccia. Scarsa<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> opere importanti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> artisti,<br />

quotazioni gonfiate e penuria <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>tori<br />

eccellenti sono le ragioni prime <strong>di</strong> una tensione<br />

crescente tra le auction house. In nome della<br />

tutela e della fidelizzazione del ven<strong>di</strong>tore e per<br />

scongiurare passaggi alla concorrenza si è<br />

innescato un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione che sta<br />

penalizzando fortemente i compratori.<br />

L'irrisolto problema del duopolio Sotheby's-<br />

Christie's non fa che aggravare una situazione<br />

che Melikian giu<strong>di</strong>ca critica soprattutto rilevando<br />

un pericoloso abuso della pratica delle<br />

garanzie, consentite al ven<strong>di</strong>tore a copertura<br />

del rischio che l'opera resti invenduta o venga<br />

aggiu<strong>di</strong>cata sotto la stima. Un tempo usato<br />

con parsimonia, il sistema è oggi <strong>di</strong>venuto per<br />

le case d'asta quasi una regola per fidelizzare i<br />

clienti ven<strong>di</strong>tori, a tutto <strong>di</strong>scapito dell'equità del<br />

mercato e della sua trasparenza. La quota <strong>di</strong><br />

garanzia infatti non è mai ufficialmente comunicata<br />

al pubblico.<br />

a sinistra: Francis Alys - Still from<br />

Ensayo I (The Rehearsal), 1999-2004<br />

(ed. 4)<br />

sotto: Thomas Scheibitz - Ideal, 2004<br />

- cm 295x195<br />

Mai l'arte contemporanea è stata<br />

insomma così protagonista.<br />

Qualcuno un po' frettolosamente<br />

ha invocato un nuovo<br />

Rinascimento. Ma la fioritura<br />

creativa <strong>di</strong> quell'epoca storica<br />

straor<strong>di</strong>naria dell'Europa a cavallo<br />

tra XV e XVI secolo è stata<br />

comunque appannaggio <strong>di</strong> un'élite<br />

economica, politica e religiosa ed<br />

è stata innanzitutto rivoluzione<br />

culturale e <strong>di</strong> pensiero. E<br />

pertanto non è mai accaduto<br />

che l'arte sia stata come<br />

oggi alla portata <strong>di</strong> tutti, vero<br />

ed ine<strong>di</strong>to fenomeno <strong>di</strong><br />

massa. Di consumo <strong>di</strong><br />

massa. Che ciò abbia delle<br />

ricadute culturali paragonabili<br />

a quelle del Rinascimento<br />

è dunque tutt'altro che scontato,<br />

anzi. <strong>Il</strong> nostro è certamente<br />

il tempo del boom del<br />

mercato dell'arte ma non<br />

del boom dell'arte. L'offerta<br />

è aumentata a <strong>di</strong>smisura<br />

ma l'arte pervasiva, proprio<br />

per le logiche del sistema<br />

che la alimentano, fatica a<br />

consolidarsi nel tessuto culturale,<br />

a determinare cambiamenti<br />

<strong>di</strong> gusto e <strong>di</strong> pensiero;<br />

essa vive in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> instabilità e provvisorietà,<br />

vittima della bulimia collettiva.<br />

Soffre della musealizzazione<br />

precoce che, per converso,<br />

si traduce in prematura obsolescenza.<br />

Sarà un caso, ma proprio<br />

precarietà e anacronismo sembrano<br />

dominare non solo nella critica<br />

ma anche nella ricerca artistica<br />

contemporanea. Quasi che<br />

entrambe, critica e ricerca, tendessero<br />

pericolosamente a legittimarsi<br />

all'or<strong>di</strong>ne delle regole imposte<br />

dal mercato. Basta guardare<br />

ai top players della pittura (da Luc<br />

Tuymans a Elizabeth Peyton, da<br />

Karen Kilimnik a Peter Doig, da<br />

Kuitca a Scheibitz, da Daniel<br />

Richter a Rauch fino a Glenn<br />

Brown), per i quali è sempre più<br />

urgente rigenerare stili, ancorare<br />

concetti al passato recente e<br />

remoto. O ai gran<strong>di</strong> artisti fotografi<br />

e video (da Bill Viola a Douglas<br />

Gordon, da Richard Prince a<br />

Steve McQueen, da Kara Walker<br />

a Jeff Wall), per i quali il reenactment,<br />

la rievocazione e rivitalizzazione<br />

<strong>di</strong> una memoria perduta è<br />

spesso fonte <strong>di</strong> suggestione.<br />

<strong>Il</strong> sospetto è che <strong>di</strong>etro a tutto ciò<br />

si celi allora una grande contrad<strong>di</strong>zione:<br />

mentre il mercato alimenta<br />

l'illusione <strong>di</strong> una nuova svolta<br />

culturale, l'arte combatte una<br />

lotta clandestina per la sua identità<br />

e sopravvivenza, nella quale la<br />

tanto temuta crisi potrebbe persino<br />

rivelarsi uno straor<strong>di</strong>nario<br />

alleato. �


68.fashion Exibart.onpaper<br />

a cura <strong>di</strong> marzia fossati<br />

il volto della next generation<br />

Da vetrinista per Queen Viv a talento-rivelazione allevato tra le innovative fila <strong>di</strong> Anversa. <strong>Il</strong> perlaceo tocco<br />

lunare <strong>di</strong> Peter Pilotto punta ora alla conquista delle passerelle lon<strong>di</strong>nesi…<br />

�� Dall'austriaca città natale<br />

Wörgl alle vetrine della boutique<br />

lon<strong>di</strong>nese <strong>di</strong> Vivienne<br />

Westwood. Da Londra alla<br />

Royal Accademy of Fine Arts <strong>di</strong><br />

Anversa, culla della fashioncreatività<br />

più avant-garde.<br />

Diversi i premi all'attivo - tra cui<br />

il Maria Luisa Award ricevuto<br />

all'interno del contest ITS<br />

(International Talent Support)<br />

ed il Coccodrillo Shoe Award -<br />

prima <strong>di</strong> tornare nuovamente<br />

nel Regno Unito per il battesimo<br />

ufficiale sulle passerelle<br />

della London Fashion Week con<br />

la collezione SS08, gran debutto<br />

e al tempo stesso sintesi del<br />

lavoro precedente, con tanto <strong>di</strong><br />

NewGen Award sponsored by<br />

Top Shop: lo stesso riconoscimento<br />

che servì a lanciare, tra<br />

gli altri, i talenti <strong>di</strong> Alexander<br />

McQueen e Sophia Kokosalaki.<br />

Tra tailoring, printwork e ricerca<br />

sui tessuti si snoda tutto il<br />

<strong>di</strong>scorso stilistico della primavera/estate<br />

2008 firmata dal<br />

giovane Peter Pilotto. Surreale<br />

e scultoreo, <strong>di</strong>sciplinato e con-<br />

j'adore.<br />

QUANDO IL BRAND È "IMPEGNATO"<br />

Nato con la p/e 2008, il nuovo marchio made in<br />

Italy <strong>di</strong> abbigliamento streetwear BAMBOGJ ha<br />

presentato a Who's Next Paris la collezione a/i<br />

08/09, attraverso performance <strong>di</strong> video-arte<br />

realizzate da Basmati a.c. Felpe e t-shirt che rifiutano<br />

l'omologazione e comunicano con il pubblico<br />

tramite campagne pubblicitarie "intelligenti" che<br />

tematizzano questioni sociali fondamentali: dalla<br />

politica alla <strong>di</strong>soccupazione, dalla religione al<br />

tasso d'interesse variabile. Recentemente è poi<br />

nato BAMBOGJ Art Department per permettere<br />

a giovani artisti <strong>di</strong> dare libero sfogo alla propria<br />

creatività, realizzando una serie <strong>di</strong> opere d'arte<br />

che verranno utilizzate nei negozi quali esclusivi<br />

espositori per un capo BAMBOGJ. I primi ad<br />

essere coinvolti nel progetto? I giovani allievi<br />

dell'Accademia d'Arte <strong>di</strong> Ravenna.<br />

www.bambogj.it<br />

trollato nel taglio, Pilotto <strong>di</strong>segna<br />

silhouette mascoline - spalle<br />

forti e vita segnata - associandole,<br />

qua e là, ad un effetto<br />

drappeggio, cercato per<br />

ammorbi<strong>di</strong>re l'immagine generale.<br />

Le proporzioni si in<strong>di</strong>viduano<br />

agli estremi della vestibilità:<br />

ora un abito è ampio e voluminoso<br />

- abbondanza <strong>di</strong> riprese<br />

generosamente <strong>di</strong>stribuite<br />

lungo i fianchi <strong>di</strong> un tubino<br />

monocolore arancione - ora è<br />

asciuttissimo, letteralmente<br />

cucito addosso, nulla più che<br />

una tuta seconda pelle - robotica<br />

ra<strong>di</strong>ografia in lycra <strong>di</strong> seta -<br />

portata sotto una smoking-jacket<br />

attillata. La palette <strong>di</strong> colori<br />

si muove dai meccanici nerogrigi<br />

della session iniziale alle<br />

nuance pastello <strong>di</strong> tutta la<br />

seconda serie <strong>di</strong> outfit, dalla<br />

gamma dei nu<strong>di</strong> e dei sabbia<br />

alle fresche ombre ristoratrici<br />

<strong>di</strong> certi azzurri e ver<strong>di</strong> chiari.<br />

Toni ricavati sul limitare dell'arcobaleno,<br />

<strong>di</strong>alogo tra tinte unite<br />

e pattern geometrici: stampe<br />

che ammiccano tanto all'esteti-<br />

ca del pixel, quanto a certi<br />

canoni neo-etnici, per alcuni abitini<br />

smanicati in misto-cotone<br />

che si illuminano grazie a rifiniture<br />

lucide e cangianti. Lightblue<br />

malinconico per il mini-<br />

BIOCOUTURE MADE IN ITALY<br />

Nathu: un luogo reale dal simbolismo antico,<br />

un passo sulla catena himalayana, lungo la<br />

Via della Seta. Da questa suggestione geografica<br />

nasce la nuova linea <strong>di</strong> abbigliamento<br />

femminile che identifica ed esprime il lusso<br />

con l'equilibrio sostenibile. Nata da un'idea <strong>di</strong><br />

Marta Pietribiasi, la collezione utilizza esclusivamente<br />

tessuti biologici, con tanto <strong>di</strong> certificazione<br />

ICEA. Lo stile è fuori dal tempo,<br />

con dettagli preziosi <strong>di</strong> antica memoria artigiana.<br />

Gli accessori in tessuto, dal jersey<br />

operato al denim, passando per il morbido<br />

cotone, sono il logico completamento <strong>di</strong> un<br />

look eco-chic: le cerniere delle borse sono<br />

prive <strong>di</strong> nichel e cromo, manici e profili sono<br />

in pelle conciata al vegetale.<br />

www.nathu.it<br />

www.icea.info<br />

dress zippato stretto in vita da<br />

una cerniera legata a mo' <strong>di</strong> cintura,<br />

le coppe sono conformate<br />

- plasmate in un cotone rigido,<br />

sostenuto, ma al tempo stesso<br />

malleabile - ultima evoluzione <strong>di</strong><br />

IL PARKA DA SCUDETTO<br />

La caccia all'Inter Century Parka Woolrich è<br />

già iniziata da parte dei fans più accaniti, da<br />

Gabriele Salvatores a Clau<strong>di</strong>o Bisio, da<br />

Enrico Mentana a Paolo Bonolis, passando<br />

per Aldo Giovanni e Giacomo. Creato in limited<br />

e<strong>di</strong>tion per celebrare il centenario della<br />

F.C. Internazionale, è realizzato in Winter<br />

Nylon giapponese, ad alte performance tecniche,<br />

mentre l'imbottitura Slim è in termolight,<br />

materiale poco voluminoso che mantiene<br />

però inalterata la temperatura del corpo,<br />

per un "assetto costante" a prescindere<br />

dalle variazioni climatiche. I dettagli rivelano<br />

poi la vera passione nerazzurra: dal ricamo e<br />

patch del centenario della squadra, al lining<br />

interno personalizzato Inter.<br />

www.woolrich.com<br />

www.wplavori.com<br />

in alto: Peter Pilotto<br />

"origami-bra", accenno<br />

ad un contemporaneo<br />

Oriente, dopo i riferimenti<br />

nipponici più istituzionali<br />

dell'autunno/inverno<br />

07/08. Stesso concetto<br />

<strong>di</strong> reggiseno "costruito"<br />

anche per i top, da portare<br />

con un paio <strong>di</strong> minimal<br />

shorts a vita alta e con il<br />

materico copri-spalle<br />

traforato, oppure con la<br />

minigonna orange,<br />

mossa da numerose<br />

pince. Sopra a tutto riluce<br />

- fulmineo guizzo<br />

generatosi in un astratto<br />

punto del passato e<br />

proiettato verso il futuro<br />

- il "moon-light shadow<br />

theme", cifra <strong>di</strong>stintiva<br />

dello stilista, già opalescente<br />

e perlacea ossatura<br />

della graduation collection<br />

<strong>di</strong> Peter Pilotto,<br />

ospitata anche, sotto<br />

forma <strong>di</strong> video-installazione,<br />

presso <strong>di</strong>versi spazi d'arte:<br />

dalla Window Gallery <strong>di</strong><br />

Anversa al Museum Boijmans<br />

Van Beuningen <strong>di</strong> Rotterdam,<br />

passando per il Centre Culturel<br />

Suisse <strong>di</strong> Parigi. La sua visione<br />

poetica e al tempo stesso<br />

molto energica della moda femminile,<br />

continuo <strong>di</strong>alogo tra la<br />

prospettiva classica <strong>di</strong> eleganza<br />

e l'evoluzione contemporanea<br />

del medesimo concetto, si è già<br />

guadagnata le pagine <strong>di</strong> alcune<br />

tra le principali testate <strong>di</strong> riferimento<br />

per il fashion system:<br />

Women's Wear Daily, i-D,<br />

Dazed & confused, Self Service<br />

e Nylon hanno già iniziato a<br />

documentare il tocco magico <strong>di</strong><br />

Pilotto, la libertà che i suoi abiti<br />

incarnano e le innumerevoli<br />

possibilità <strong>di</strong> celarsi <strong>di</strong>etro a <strong>di</strong>fferenti<br />

personalità che essi<br />

offrono. �<br />

www.peterpilotto.com<br />

link.


Exibart.onpaper handbag.69<br />

a cura <strong>di</strong> valentina tanni<br />

POKER DI ARCHITETTI<br />

Se la vostra passione è l'architettura, il<br />

mazzo <strong>di</strong> carte Play Architecture potrebbe<br />

essere il gadget che fa per voi.<br />

Immaginate un tavolo<br />

verde dominato da<br />

Le Corbusier,<br />

Gaudì e Van<br />

der Rohe,<br />

protagonisti,<br />

insieme<br />

a molti<br />

altri gran<strong>di</strong><br />

nomi dell'architettura<br />

moderna, <strong>di</strong> un set <strong>di</strong><br />

carte da gioco francesi. I<br />

quattro semi corrispondono<br />

ad altrettante correnti<br />

storiche: Pre-Modernismo,<br />

Modernismo, Post-modernismo<br />

and De-Strutturalismo (in ven<strong>di</strong>ta<br />

su www.designmuseumshop.com)...<br />

NUTELLA BAG<br />

Non poteva essere firmata che da Gilli<br />

(www.gilli.com) la borsa a forma <strong>di</strong> barattolo<br />

<strong>di</strong> Nutella commissionata da Ferrero<br />

e prodotta in soli cento<br />

esemplari (Gilli<br />

Nutella Cube).<br />

L'accessorio, in<br />

vitello nappato<br />

marrone e bianco,<br />

riproduce nel<br />

dettaglio la confezione<br />

della<br />

mitica crema<br />

<strong>di</strong> nocciole,<br />

con tanto <strong>di</strong><br />

etichetta e<br />

tappo zigrinato.<br />

IL PARADOSSO<br />

ADDOSSO<br />

Le spillette rotonde (dette anche pins)<br />

sono tornate <strong>di</strong> moda già da qualche<br />

anno, aiutate dal successo dello streetstyle.<br />

Una versione colta e <strong>di</strong>vertente è<br />

offerta da Button Paradox, una coppia <strong>di</strong><br />

spille che inscena,<br />

con due semplici<br />

frasi, il<br />

più classico<br />

dei paradossi.<br />

<strong>Il</strong> cerchietto<br />

rosso <strong>di</strong>ce che<br />

quello blu è vero, mentre il blu <strong>di</strong>ce che il<br />

rosso è falso (in ven<strong>di</strong>ta su<br />

www.etsy.com)...<br />

SORRISI DI GHIACCIO<br />

C'è una dentiera nel bicchiere? Colpa del<br />

designer Jason Amendolara<br />

(http://jasonamendolara.wordpress.co<br />

m), che, al grido <strong>di</strong> "le dentiere non sono<br />

più solo dei nonni", ha trasformato la scomoda<br />

protesi in ghiaccio da cocktail. <strong>Il</strong><br />

prodotto si chiama Frozen Smiles ed è in<br />

ven<strong>di</strong>ta su www.worldwidefred.com.<br />

Niente più sorrisi <strong>di</strong> circostanza ai party,<br />

solo sorrisi congelati…<br />

Dall’alto a sinistra prima riga: il progetto <strong>di</strong> biblioteca sulle scale <strong>di</strong> Levitate Architects - Bibliochaise, degli italiani<br />

Nobody&Co. - Book Clock, l'orologio da libreria.<br />

Seconda fila: Equation Bookshelf, la mensola delle parentesi - Pile of Books, <strong>di</strong> Josefin Hellström-Olsson.<br />

Terza fila: See-Saw Bookshelf, <strong>di</strong> BCXSY - Nightstand / Poetry, <strong>di</strong> Marian Laššák - The Enlightenment, il libro<br />

luminoso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>omeiboom.<br />

un libro<br />

<strong>Il</strong> mio regno per<br />

"Non riesco a saziarmi <strong>di</strong> libri. E sì che ne posseggo un numero superiore al necessario" scriveva<br />

Francesco Petrarca all'amico Giovanni Anchiseo nel 1346, in una famosa lettera in cui<br />

chiedeva, tra le altre cose, <strong>di</strong> procurargliene degli altri. La passione per i libri e per la carta<br />

stampata è sopravissuta ai secoli e a tutte le innovazioni tecnologiche; una passione che riguarda<br />

la forma dell'oggetto (con tutte le simbologie che racchiude) tanto quanto il suo contenuto.<br />

Ed è per questo che la libreria e i volumi rilegati restano i protagonisti in<strong>di</strong>scussi delle sperimentazioni<br />

dei designer <strong>di</strong> tutto il mondo. C'è chi si preoccupa <strong>di</strong> ottimizzare lo spazio, inventandosi<br />

nuove e fantasiose collocazioni per i patrimoni librari personali, come lo stu<strong>di</strong>o lon<strong>di</strong>nese<br />

Levitate Architects (www.levitate.uk.com), che ha presentato <strong>di</strong> recente The Book Staircase.<br />

Centinaia <strong>di</strong> volumi trovano posto, allineati con cura, negli spazi ricavati tra un gra<strong>di</strong>no e l'altro<br />

<strong>di</strong> una scala che collega due piani <strong>di</strong> un appartamento. Una simile logica, in piccolo, è stata applicata<br />

nel progetto Bibliochaise, degli italiani Nobody&Co (www.nobodyandco.it): una poltronabiblioteca<br />

pensata per "immergersi letteralmente nella lettura".<br />

Josefin Hellström-Olsson (www.beckmans.se/josefin-hellstrom-olsson), con il suo Pile of<br />

Books, propone invece un como<strong>di</strong>no che evoca, nella forma, una colonna <strong>di</strong> libri. Ciascun volume<br />

<strong>di</strong>venta un contenitore, non solo per romanzi e giornali, ma anche per la sveglia, le pantofole,<br />

la tazza <strong>di</strong> caffè. Quasi identico, ma con un piglio più mimetico, il progetto <strong>di</strong> Marian Laššák,<br />

Nightstand / Poetry, in cui ogni libro nasconde un cassetto (su www.comunistar.com).<br />

Due mensole originali sono invece quelle <strong>di</strong> Estu<strong>di</strong>o Breder (in Equation Bookshelf libri e oggetti<br />

sono racchiusi in parentesi graffe, quadre e tonde - su http://estu<strong>di</strong>obreder.blogspot.com)<br />

e <strong>di</strong> BCXSY (See-Saw Bookshelf misura ironicamente il "peso" delle pubblicazioni. Su<br />

www.gnr8.biz).<br />

Ci sono casi in cui del libro rimane soltanto l'involucro, che integra funzioni non previste. È il caso<br />

<strong>di</strong> Book Clock, un orologio che si mimetizza perfettamente in mezzo alla biblioteca simulando<br />

un tris <strong>di</strong> eleganti tomi rilegati con copertina rigida (su www.perpetualkid.com). The<br />

Enlightenment, infine, <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>omeiboom (www.stu<strong>di</strong>omeiboom.nl), immagina un libro capace <strong>di</strong><br />

illuminare, letteralmente quanto metaforicamente (www.lightupyourworld.nl).<br />

I suoi lavori sono stati efficacemente<br />

definiti "Book Autopsies", autopsie <strong>di</strong> libri. Questi<br />

ultimi infatti vengono scavati in profon<strong>di</strong>tà e usati<br />

come materiale scultoreo, dando vita ad affascinanti<br />

mon<strong>di</strong> tri<strong>di</strong>mensionali fatti <strong>di</strong> carta e inchiostro. Lui<br />

si chiama Brian Dettmer ed è un giovane artista<br />

americano. Una selezione delle sue migliori opere è<br />

visibile sul sito della galleria Hayeé Rovirosa <strong>di</strong><br />

New York: www.haydeerovirosa.com.<br />

NEOCLASSIC GRAFFITI<br />

Si chiama Art<br />

Relic ed è un<br />

insolito oggettod'arredamento<br />

che<br />

mescola suggestioniarcheologiche<br />

con un'attitu<strong>di</strong>ne<br />

punk. La scultura,<br />

in gesso <strong>di</strong>pinto<br />

<strong>di</strong> nero, viene venduta in una cassa <strong>di</strong><br />

legno con tanto <strong>di</strong> lucchetto e insieme a<br />

un punteruolo. A cosa serve? A sfogare<br />

latenti pulsioni vandalistiche "personalizzando"<br />

il busto classico con scritte e graffiti<br />

(in ven<strong>di</strong>ta su www.kael-shop.it).<br />

GEOGRAFIE<br />

GASTRONOMICHE<br />

C'è un duo <strong>di</strong> designer tutto al femminile<br />

<strong>di</strong>etro la serie <strong>di</strong> accessori per la tavola<br />

Topoware (www.topoware.org). La canadese<br />

Alexandra Deschamps-Sonsino e la<br />

tedesca Karola Torkos si sono ispirate al<br />

concetto <strong>di</strong> "<strong>di</strong>ning landscape", pensando<br />

all'universo della tavola e al rito del mangiare<br />

come ad un vero e proprio paesaggio.<br />

Ecco allora tovagliette, piatti e posate<br />

con curve <strong>di</strong> livello e profili topografici.<br />

Perché "mangiare è un viaggio"…<br />

OPTICAL SHOES<br />

Motivi geometrici, fantasie concentriche e<br />

illusioni ottiche. Si ispira <strong>di</strong>chiaratamente<br />

all'arte Optical la collezione primaveraestate<br />

2008 della Onitsuka Tiger<br />

(www.onitsukatiger.it). Una serie <strong>di</strong> sneakers<br />

che accosta pattern ipnotici in bianco<br />

e nero con dettagli coloratissimi.<br />

De<strong>di</strong>cate a tribù urbane<br />

dai gusti psichedelici…<br />

UN CAPOLAVORO DI TV<br />

Raramente quello che ve<strong>di</strong>amo sullo<br />

schermo televisivo può essere considerato<br />

"arte". Al contrario, l'estetica dell'oggetto<br />

tv assume sempre più importanza.<br />

Lo ha capito il designer svedese<br />

Axel Bjurström (www.bjurstrom.com),<br />

autore <strong>di</strong> TV Easel, un mobile porta tv<br />

che evoca le forme <strong>di</strong> un cavalletto da<br />

pittore. <strong>Il</strong> progetto fa parte <strong>di</strong> una serie<br />

commissionata da Panasonic.


70.decibel Exibart.onpaper<br />

a cura <strong>di</strong> alessandro massobrio<br />

paesaggi in movimento<br />

Una <strong>di</strong>sciplina plurale, rivoluzionaria, ma ancora in via <strong>di</strong> definizione. È il design acustico, i cui teorici si <strong>di</strong>vidono tra<br />

sostenitori <strong>di</strong> una "rumorosa" oggettività e pre<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> una "chiaroudenza" soggettiva. In mezzo, spunta la terza via…<br />

��<strong>Il</strong> design acustico è un settore<br />

inter<strong>di</strong>sciplinare ancora in<br />

fase <strong>di</strong> definizione, sia pratica<br />

che teorica. Sviluppatosi sulla<br />

scia delle idee rivoluzionarie <strong>di</strong><br />

Pierre Schaeffer e messo a<br />

punto qualche anno più tar<strong>di</strong><br />

dal compositore e musicologo<br />

Raymond Murray Schafer con<br />

l'attivazione del World<br />

Soundscape Project, il design<br />

acustico ha contribuito a definire<br />

l'orizzonte della sperimentazione<br />

sul suono degli ultimi<br />

trent'anni. Con esiti spesso<br />

apprezzabili sia sul piano della<br />

pratica compositiva e artistica<br />

sia su quello della riflessione<br />

teorica, in cui trovano spazio<br />

un numero sempre crescente<br />

<strong>di</strong> filosofi, musicisti, antropologi,<br />

architetti, ingegneri, sociologi<br />

e amatori.<br />

Tra le questioni più <strong>di</strong>scusse,<br />

quella della scelta del modello<br />

e delle strategie <strong>di</strong> intervento<br />

nell'ambiente si pone ancora<br />

oggi saldamente al centro degli<br />

interessi degli stu<strong>di</strong>osi, dando<br />

vita ad alcune controversie per<br />

molti versi paradossali e ambivalenti.<br />

I teorici del modello acustico<br />

ambientale ritengono possibile<br />

un approccio totalmente<br />

oggettivo al suono, concepiscono<br />

lo spazio come il contenitore<br />

vuoto del suono e sostengono<br />

la necessità <strong>di</strong> pianificare<br />

interventi tecnici per migliorare<br />

l'ambiente urbano. Di contro,<br />

una nutrita schiera <strong>di</strong><br />

musicisti e ricercatori insiste<br />

nel porre l'accento sulle componenti<br />

soggettive dell'ascolto<br />

e sul legame che unisce, e letteralmente<br />

con-fonde, input e<br />

output all'interno del paesaggio<br />

sonoro. Un posto a parte è<br />

occupato invece dalla proposta<br />

<strong>di</strong> Barry Traux <strong>di</strong> definire progressivamente<br />

i compiti del<br />

design acustico, tenendo conto<br />

<strong>di</strong> una <strong>di</strong>alettica della complessità<br />

che si instaurerebbe tra<br />

micro e macro sistemi all'interno<br />

<strong>di</strong> ciò che lui definisce la<br />

comunità acustica.<br />

Secondo i teorici del primo<br />

modello il suono è essenzialmente<br />

un flusso energetico <strong>di</strong><br />

informazioni che si muove uni<strong>di</strong>rezionalmente<br />

da una fonte <strong>di</strong><br />

emissione verso un soggetto<br />

ricevente. Esso, così considerato,<br />

si configura perlopiù come<br />

un elemento astratto, misurabile<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dall'ascoltatore.<br />

Questo punto <strong>di</strong><br />

vista è l'impulso <strong>di</strong> una lunga<br />

serie <strong>di</strong> iniziative e progetti -<br />

inascolto.<br />

QUARISTICE<br />

L'uscita della nona release degli<br />

Autechre, Quaristice, che <strong>contiene</strong> ben<br />

venti tracce, porterà la storica band <strong>di</strong><br />

Rochdale in giro per l'Europa con un<br />

tour che toccherà anche l'Italia, dal 14<br />

al 16 marzo. Ecco il calendario: il 14, a<br />

Torino, Hiroshima Mon Amour; il 15, a<br />

Roma, Officine Marconi; il 16 a<br />

Bologna, Kindergarten.<br />

totalmente in<strong>di</strong>fferenti alla<br />

maggior parte delle amministrazioni<br />

locali italiane ma<br />

abbastanza <strong>di</strong>ffusi in altre parti<br />

d'Europa e nel Nord America -<br />

volti ad un miglioramento della<br />

qualità della vita secondo lo<br />

schema rumore=danno. Anche<br />

la politica <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />

dei rischi connessi con l'alto<br />

livello <strong>di</strong> rumore sul posto <strong>di</strong><br />

lavoro, finalizzata alla conservazione<br />

dell'u<strong>di</strong>to del lavoratore<br />

quanto a quella del denaro<br />

necessario per non danneggiarlo,<br />

segue lo stesso sentiero,<br />

mentre l'industria musicale<br />

e l'ingegneria elettroacustica<br />

ne sfruttano le intuizioni per<br />

definire uno standard <strong>di</strong> ascolto<br />

e <strong>di</strong> mercato - hi-fi - sempre<br />

più esigente e tecnologico. A<br />

tal proposito è piuttosto sorprendente<br />

notare come le tecniche<br />

<strong>di</strong> esaltazione della<br />

massa sonora, come l'enhancement,<br />

si muovano esatta-<br />

mente nella <strong>di</strong>rezione opposta<br />

a quella dettata dal binomio<br />

silenzio/benessere che le ispira,<br />

con l'effetto certo <strong>di</strong> isolare<br />

in basso: Pierre<br />

Schaeffer -<br />

Courtesy of the<br />

Cana<strong>di</strong>an Music<br />

Centre<br />

il suono dal suo contesto originale<br />

<strong>di</strong> produzione e quest'ultimo,<br />

attraverso le cuffie, dall'ascoltatore.<br />

Un destino simile a<br />

“<br />

Per il designer del paesaggio<br />

sonoro la ricerca coincide con la scelta<br />

<strong>di</strong> alcuni suoni piacevoli e l'esclusione<br />

<strong>di</strong> altri considerati sgradevoli, in vista<br />

del raggiungimento <strong>di</strong> un presunto<br />

sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> superiorità acustica<br />

TUTTI ALL'AUDITORIUM<br />

Meet In Town è la rassegna che la fondazione<br />

Musica per Roma de<strong>di</strong>ca alla club culture e al<br />

meglio della scena elettronica mon<strong>di</strong>ale. Un<br />

modo nuovo <strong>di</strong> vivere gli spazi dell'Au<strong>di</strong>torium.<br />

Un week-end al mese per scoprire alcuni dei più<br />

interessanti artisti internazionali. Paesaggi<br />

sonori <strong>di</strong>fferenti, contaminazioni, progetti speciali.<br />

Queste le prossime date: 7 marzo:<br />

Fennezs e Zav Jacob e Jean Marc Caimi; 8<br />

marzo: Telefon Tel Aviv; 4 aprile: Kode9 and<br />

Spaceape// Kikko Solaris e S.Dub.<br />

quello della realtà virtuale<br />

nel cinema, la<br />

quale, una volta assuefatti,<br />

anziché produrre<br />

un più forte realismo<br />

sortisce l'effetto contrario<br />

<strong>di</strong> uno smascheramento<br />

della finzione<br />

e <strong>di</strong> un invecchiamento<br />

precoce delle immagini<br />

o peggio <strong>di</strong> uno svilimento<br />

del reale; allo stesso<br />

modo il suono, separato del<br />

rumore, nel lungo periodo finisce<br />

col produrre un'intolleranza<br />

al suono dell'ambiente.<br />

I sostenitori del secondo<br />

modello, quello del paesaggio<br />

sonoro, preferiscono privilegiare<br />

l'esperienza dell'ascolto,<br />

trattano il suono come il risultato<br />

<strong>di</strong> una relazione bi<strong>di</strong>rezionale<br />

e continua tra sorgente e<br />

ricevente - tenendo cioè conto<br />

del soggetto simultaneamente<br />

come ascoltatore e produttore<br />

<strong>di</strong> suono - e appoggiano una<br />

valutazione non quantitativa del<br />

sonoro. In questo senso essi si<br />

DA METROPOLIS AD AFTERVILLE<br />

<strong>Il</strong> 27 marzo l'e<strong>di</strong>ficio più visionario e utopico<br />

della città <strong>di</strong> Torino - la Mole<br />

Antonelliana, costruita sul finire<br />

dell'Ottocento e oggi sede del Museo<br />

Nazionale del Cinema - ospiterà lo spettacolo<br />

"Da Metropolis ad Afterville", con la<br />

musica ipnotica dei torinesi Larsen e una<br />

videoinstallazione che ripercorrerà un<br />

secolo <strong>di</strong> storia del cinema <strong>di</strong> fantascienza,<br />

presentando, come in un vasto collage,<br />

scorci ed elementi delle città <strong>di</strong> domani.<br />

avvalgono <strong>di</strong> un'interpretazione<br />

del suono già nota ai fenomenologi,<br />

che ne esaltano il potere<br />

conoscitivo mettendone in<br />

luce il legame materiale con la<br />

realtà interna della cosa, a <strong>di</strong>fferenza<br />

per esempio del colore,<br />

che si ritiene inerisca solo<br />

alla superficie del mondo.<br />

Gli stu<strong>di</strong> sul paesaggio sonoro,<br />

che scelgono una metodologia<br />

in larga misura qualitativa e si<br />

basano perlopiù su <strong>di</strong>fferenze<br />

percettive, tendono a ricadere<br />

nel contenitore teorico dell'etnografia<br />

e dell'antropologia,<br />

fornendo scarsi risultati sul<br />

piano strategico e traducendosi<br />

il più delle volte in uno slancio<br />

emancipativo, pedagogico o<br />

morale. Per il designer del paesaggio<br />

sonoro la ricerca del<br />

suono coincide con la scelta <strong>di</strong><br />

alcuni suoni piacevoli e l'esclusione<br />

<strong>di</strong> altri considerati sgradevoli,<br />

in vista del raggiungimento<br />

<strong>di</strong> un presunto sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

superiorità acustica che<br />

Schafer chiama chiaroudenza.<br />

Le riflessioni <strong>di</strong> Marius<br />

Schneider sul significato della<br />

musica, o ancora il fascino <strong>di</strong><br />

Schafer per le culture primitive<br />

e le cosmogonie antiche, in cui<br />

egli vorrebbe rintracciare i<br />

segni <strong>di</strong> un primato sonoro del<br />

cosmo, si collocano a questa<br />

altezza con un forte richiamo<br />

spirituale che poco si accorda<br />

con le tecnologie elettroacustiche<br />

in<strong>di</strong>spensabili al designer, il<br />

miglioramento della qualità<br />

della vita e l'ambivalenza contemporanea<br />

<strong>di</strong> natura e cultura<br />

nel paesaggio sonoro stesso.<br />


Exibart.onpaper pre[ss]view.71<br />

a cura <strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />

idee chiare, colore scuro<br />

Presentato nei primi giorni <strong>di</strong> febbraio, il progetto "Brown Magazine" nasce da un'idea <strong>di</strong> Luca Francesconi<br />

e Luigi Presicce. Per una rivista che non sia soltanto tale. Gli interessi? Gli spazi non profit e l'alchimia, la<br />

curatela come <strong>di</strong>sciplina artistica e la spiritualità. Ne abbiamo parlato con i due artisti...<br />

�� Cominciamo dall'inizio:<br />

quando nasce il progetto <strong>di</strong><br />

Brown Magazine? E cosa significano<br />

i due termini che lo definiscono?<br />

L'idea del trimestrale nasce<br />

circa un anno fa da una delle<br />

tante chiacchierate fatte tra noi.<br />

Brown è il "nome proprio" <strong>di</strong> un'iniziativa<br />

con al centro un magazine,<br />

una rivista online <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

e ricerca sulle arti<br />

visive. Ma il progetto è certamente<br />

più ampio e articolato.<br />

Due artisti che fondano una<br />

rivista. È una cosa che non succedeva<br />

da qualche anno... <strong>Il</strong><br />

"sistema" vi pare asfittico? <strong>Il</strong><br />

vostro "ruolo" vi sta stretto?<br />

La necessità <strong>di</strong> creare Brown<br />

non nasce in contrapposizione o<br />

reazione a nulla, al contrario: lo<br />

stimolo è stato generato dall'osservazione<br />

<strong>di</strong> molte realtà non<br />

profit e spazi <strong>di</strong> progetto sparsi<br />

un po' in tutta Europa, con i quali<br />

desideriamo rapportarci e creare<br />

un network. Stiamo assistendo<br />

a un momento particolare<br />

della storia dell'arte contemporanea:<br />

artisti e curatori si mettono<br />

in gioco in prima persona<br />

senza più una <strong>di</strong>stinzione netta,<br />

come sarebbe avvenuto fino a<br />

poco tempo fa. Questa logica<br />

aperta evidenzia sempre più<br />

come la curatela <strong>di</strong>venti <strong>di</strong>sciplina<br />

artistica a sé stante, al pari <strong>di</strong><br />

tecniche quali la fotografia, la<br />

scultura o il <strong>di</strong>segno. Sarebbe un<br />

<strong>di</strong>scorso molto ampio, ma riteniamo<br />

davvero sia questo il motivo<br />

che sta portando gli artisti a<br />

un maggior coinvolgimento e<br />

non tanto un rimescolamento<br />

dei ruoli. <strong>Il</strong> nostro impegno <strong>di</strong><br />

artisti continua in<strong>di</strong>vidualmente<br />

come prima, Brown è un progetto<br />

<strong>di</strong>stinto.<br />

La scelta <strong>di</strong> fare un prodotto<br />

che resta sul web è funzionale<br />

alla creazione <strong>di</strong> un network<br />

senza troppi oneri economici.<br />

Ma come vive Brown?<br />

rotocalco.<br />

UNO SCRIVANO PER L'ARTE<br />

Presentata a Bologna ad Arte<br />

Fiera, Bartleby è una rivista <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>mento de<strong>di</strong>cata all'arte<br />

contemporanea. Stampata da<br />

Gli Ori e <strong>di</strong>retta da Alessandro<br />

Sarri, esor<strong>di</strong>sce con un #0<br />

Untitled. La lista dei contributor<br />

è nutrita: Giulio Paolini, Saretto<br />

Cincinelli, Elio Grazioli, Mauro<br />

Panzera, Tommaso Tuppini,<br />

Alessandra Violi e Jorge Molder.<br />

www.bartlebyrivista.it<br />

La rivista, il cui concept grafico è<br />

stato pensato da Paolo Gonzato,<br />

ha comunque due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere<br />

consultata: online, tramite il<br />

sito www.brownmagazine.net in<br />

italiano e in inglese, ma anche in<br />

versione pdf stampabile, sempre<br />

al medesimo in<strong>di</strong>rizzo.<br />

Brown è stato finora autofinanziato<br />

da noi e si è avvalso del<br />

contributo <strong>di</strong> persone vicine, che<br />

hanno messo a <strong>di</strong>sposizione con<br />

entusiasmo le loro competenze<br />

tecniche per il sito, come<br />

Francesca Conchieri, e per la<br />

comunicazione e ufficio stampa,<br />

come Valentina Suma. La nostra<br />

non è una rivista classica, non è<br />

quello il nostro obiettivo.<br />

Dunque, non vi sarà<br />

alcuna raccolta <strong>di</strong><br />

materiale pubblicitario.<br />

Piuttosto metteremo<br />

molta attenzione nella<br />

produzione degli<br />

accessori correlati al<br />

nostro brand e inoltre<br />

vi sarà una selezionatissima<br />

proposta <strong>di</strong><br />

multipli <strong>di</strong> artisti internazionali.<br />

Settore, quest'ultimo,<br />

molto sottovalutato<br />

in Italia.<br />

Ezechiele Leandro - Santuario della Pazienza (particolare) - San<br />

Cesareo, Lecce - photo Luigi Presicce<br />

Luigi Presicce per pre[ss]view<br />

ARTE IN LIBRERIA<br />

E<strong>di</strong>to dalla storica libreria Bocca<br />

<strong>di</strong> Milano - <strong>di</strong>tta fondata a Torino<br />

nel 1775 - Arte Incontro è un trimestrale<br />

stampato dal 1990.<br />

Ha naturalmente il suo interesse<br />

primario nell'e<strong>di</strong>toria d'arte, ma<br />

non vi si limita affatto. Anche grazie<br />

alla collaborazione dello storico<br />

dell'arte Antonio D'Amico e al<br />

supplemento Le Segrete <strong>di</strong><br />

Bocca.<br />

www.libreriabocca.com<br />

In cinque righe la La testata <strong>di</strong> Brown Magazine<br />

vostra linea e<strong>di</strong>toriale.<br />

Dieci se rispondete<br />

con una sola voce! Brown è un luogo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento,<br />

una realtà aperta, una<br />

volontà <strong>di</strong> connessione e, in ultimo,<br />

il desiderio <strong>di</strong> analizzare<br />

quella parte <strong>di</strong> arte contemporanea<br />

prossima alla cultura<br />

popolare, alla spiritualità, all'alchimia<br />

e alla metafisica. <strong>Il</strong> format<br />

sarà basato prevalentemente<br />

sull'intervista, sia come<br />

forma più <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e<br />

ricerca, sia come posizione <strong>di</strong><br />

scambio fra chi pone domande<br />

e chi risponde. Brown si avvarrà<br />

del contributo <strong>di</strong> curatori e<br />

artisti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse nazionalità.<br />

Oltre a una sezione de<strong>di</strong>cata in<br />

generale alla produzione artistica<br />

<strong>di</strong> vari autori, raccoglierà<br />

anche interviste specifiche su<br />

una sola opera, così come l'approfon<strong>di</strong>mento<br />

su artisti del<br />

passato recente. Una particolare<br />

attenzione sarà riservata a<br />

tutte quelle realtà simili, spazi<br />

<strong>di</strong> progetto e non profit, collettivi<br />

curatoriali, con i quali vuole<br />

porsi idealmente in relazione.<br />

CINA CANADESE<br />

Pubblicato a Taipei ma e<strong>di</strong>tato a<br />

Vancouver, si occupa <strong>di</strong> arte cinese<br />

contemporanea ed è scritto in<br />

inglese. È la schizofrenica geografia<br />

<strong>di</strong> una rivista che da gennaio<br />

<strong>di</strong>venta bimestrale. Niente crisi<br />

del settimo anno, dunque. Al contrario,<br />

Yishu si conferma leader<br />

nel settore sotto la guida <strong>di</strong> Keith<br />

Wallace. E amplia la propria rete<br />

<strong>di</strong>stributiva.<br />

www.yishujournal.com<br />

Parliamo del primo numero...<br />

La prima uscita conterrà una<br />

conversazione <strong>di</strong> Katia<br />

Anguelova con Seamus Farrell,<br />

un'intervista <strong>di</strong> Lorena<br />

Giuranna ad Alessandra<br />

Galbiati su Alik Cavaliere, con<br />

un'ampia selezione <strong>di</strong> scritti ine<strong>di</strong>ti<br />

dell'artista a cura <strong>di</strong> Lorena<br />

ICONO-GRAFIE<br />

Nato nel 2007 e votato alla<br />

cultura visiva contemporanea,<br />

il trimestrale Eikon affianca la<br />

storica rivista del gruppo Art'è,<br />

FMR. Ma la sequenza monografica<br />

si chiude con quest'ultimo<br />

#5 consacrato al "Viaggio".<br />

Perché è alle porte una ulteriore<br />

novità: una FMR "bianca",<br />

contraltare non solo cromatico<br />

dell'ammiraglia.<br />

www.fmrarte.it<br />

Giuranna e Luigi<br />

Presicce. Poi un'analisi<br />

<strong>di</strong> Caterina Riva sull'opera<br />

performativa <strong>di</strong><br />

Joan Jonas, oltre a una<br />

prima mappatura degli<br />

spazi non profit in<br />

Europa. Inoltre, una<br />

conversazione tra Luca<br />

Francesconi e Olivier<br />

Babin sull'opera Los<br />

Angelus e un'intervista<br />

<strong>di</strong> Eleonora Battiston<br />

con Carol Lu e Pink<br />

Stu<strong>di</strong>o.<br />

In una precedente<br />

occasione avete parlato<br />

<strong>di</strong> opera - e artista - come<br />

valore assoluto. In una società<br />

che, volenti o nolenti, si basa<br />

sul valore <strong>di</strong> scambio come la<br />

mettiamo?<br />

Non ne ve<strong>di</strong>amo l'antitesi.<br />

Approfon<strong>di</strong>re tematiche dell'arte<br />

legate alla spiritualità ci sembra<br />

la miglior piattaforma per<br />

iniziare quel <strong>di</strong>alogo, quello<br />

scambio che ci siamo prefissi<br />

verso tutte le realtà non profit.<br />

<strong>Il</strong> nostro obiettivo <strong>di</strong> crearne un<br />

network è <strong>di</strong> lungo periodo, noi<br />

due abbiamo iniziato con molta<br />

umiltà, e con altrettanta cercheremo<br />

<strong>di</strong> procedere. Anche<br />

ora che la squadra è più ampia!<br />

Arte contemporanea e spiritualità:<br />

non temete l'affrettato<br />

incasellamento nelle esperienze<br />

che per semplicità possiamo<br />

definire "New Age"?<br />

La New Age è un fenomeno sincretico<br />

e generalista abbastanza<br />

superato, molto più legato<br />

agli anni '60 e '70. La spiritualità<br />

è un tema ampio e a nostro<br />

avviso estremamente attuale<br />

nella <strong>di</strong>alettica contemporanea,<br />

con una ritrovata attenzione<br />

verso l'arte popolare. Basta leggere<br />

il primo numero e dare<br />

un'occhiata al sommario per<br />

capire che l'impostazione e<strong>di</strong>toriale<br />

ha un respiro più ampio e<br />

aggiornato. �<br />

RADDOPPIO PARIS<br />

Fabio Paris, titolare dell'omonima<br />

galleria, è fra le rare realtà<br />

europee a portare avanti un lavoro<br />

coerente sulla "new me<strong>di</strong>a<br />

art" con gruppi come 01.org e<br />

Ubermorgen. All'attività espositiva<br />

affianca ora quella e<strong>di</strong>toriale. I<br />

primi due volumi sono de<strong>di</strong>cati a<br />

Todd Deutsch e Gazira Babeli,<br />

con doppia e<strong>di</strong>zione italiana e<br />

inglese.<br />

www.fpe<strong>di</strong>tions.com


72.libri Exibart.onpaper<br />

a cura <strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />

il tempo dei frammenti<br />

Se il fascismo viene necessariamente dopo la lettera, allora le neoavanguar<strong>di</strong>e hanno un problema. Taccuino<br />

<strong>di</strong> viaggio attraverso una manciata <strong>di</strong> volumi. Connessi dallo stile frammentario. Talora loro malgrado...<br />

�� Uno degli interventi <strong>di</strong> Slavoj<br />

Zizek che la casa e<strong>di</strong>trice de "il<br />

manifesto" ha raccolto sotto il<br />

titolo <strong>di</strong> Distanza <strong>di</strong> sicurezza.<br />

Cronache dal mondo rimosso -<br />

talvolta veri e propri scritti d'occasione<br />

ed e<strong>di</strong>toriali scritti "a<br />

caldo" - è de<strong>di</strong>cato a Leni<br />

Riefenstahl e alla sua "perfezione".<br />

La tesi dell'intellettuale sloveno,<br />

che naturalmente si può<br />

applicare ben oltre il caso della<br />

regista tedesca, è che "non c'è<br />

'fascismo avant la lettre', perché<br />

è la lettera stessa (la designazione)<br />

che dall'insieme degli elementi<br />

fa nascere il fascismo vero e<br />

proprio". Perché si possa parlare<br />

<strong>di</strong> fascismo è dunque necessario<br />

che siano emerse contemporaneamente<br />

alcune caratteristiche;<br />

soprattutto, è in<strong>di</strong>spensabile<br />

che queste non siano limitate al<br />

piano retorico, ma subiscano<br />

una "torsione concreta". In altre<br />

parole, il fascismo è l'attuazione<br />

<strong>di</strong> un programma.<br />

Si potrebbe tentare una lettura<br />

"sociale" dell'arte a partire da<br />

questa definizione. E rintracciare<br />

conferme e smentite, in particolare<br />

concernenti il passaggio dal<br />

moderno al contemporaneo, sul<br />

crinale della Seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale e della conseguente<br />

spartizione dell'Europa.<br />

Insomma, Storia e geografia,<br />

come sottotitola il suo libro<br />

Catherine Millet, fondatrice e<br />

<strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> "Art press" e nota ai<br />

più in Italia per La vita sessuale <strong>di</strong><br />

Catherine M., romanzo che ha<br />

goduto <strong>di</strong> una certa <strong>di</strong>ffusione.<br />

Ora, che un libro titolato Arte<br />

contemporanea venga ristampato<br />

con ben poche varianti a nove<br />

anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dalla sua prima<br />

pubblicazione (1997, 2006, traduzione<br />

italiana 2007) è già un<br />

dato interessante. Che situi la<br />

nascita della suddetta arte contemporanea<br />

a metà anni '40,<br />

oppure nei postmoderni anni<br />

'80, o ancora nei primi '90, e che<br />

comunque rammenti l'"ampio<br />

consenso sulla collocazione della<br />

data <strong>di</strong> nascita dell'arte contemporanea<br />

nel periodo compreso<br />

no dust.<br />

MANUALE DELLE PASSIONI<br />

Sono "incontri, scontri e tensioni<br />

<strong>di</strong> arte contemporanea" quelli<br />

che Francesca Alfano Miglietti<br />

ha raccolto in questo libro. Scritti<br />

riveduti e corretti per calzare in<br />

due macro-aree: l'invisibile e il<br />

visibile. Nel primo caso si va da<br />

Fontana a Laib, nel secondo si<br />

transita da Duchamp a Sophie<br />

Calle. Critica, ma sempre e<br />

comunque appassionata.<br />

Skira - 302 pp. - 24 euro -<br />

www.skira.net<br />

tra il 1960 e il 1969" -<br />

turbinìo <strong>di</strong> opinioni che<br />

derivano dal lavoro preliminare<br />

la stesura del<br />

libro, consistente in numerose<br />

interviste ad "addetti<br />

ai lavori" - rischia <strong>di</strong> essere<br />

piuttosto <strong>di</strong>sorientante.<br />

Ma ciò che turba, sebbene<br />

si tratti <strong>di</strong> un'assonanza<br />

e nulla più (?), è la considerazione<br />

relativa al passaggio<br />

dalle avanguar<strong>di</strong>e<br />

"storiche", i cui esponenti<br />

"avevano già rabbiosamente<br />

fatto a pezzi le convenzioni<br />

e giocato agli<br />

appren<strong>di</strong>sti stregoni", al<br />

decennio che avrebbe<br />

aperto "uno spazio <strong>di</strong> libertà<br />

<strong>di</strong> cui non avevano<br />

certo goduto i pionieri".<br />

Conclusione: "Nel riallacciarsi<br />

alle avanguar<strong>di</strong>e <strong>di</strong><br />

inizio secolo, i movimenti degli<br />

anni Sessanta si presentano<br />

come la loro realizzazione". Non<br />

solo. Questa attuazione porta<br />

con sé anche la propria legittimazione,<br />

comunicata a <strong>di</strong>versi<br />

livelli, dal mercato alle acquisizioni<br />

museali (con buona pace <strong>di</strong><br />

tanta ingenua retorica sulla<br />

purezza dell'arte e la sussunzione<br />

operata dalla finanza: quale<br />

miglior desacralizzazione del<br />

capolavoro se non il cartellino col<br />

prezzo apposto al suo fianco?). In<br />

altre parole, "l'arte contemporanea<br />

opera una saldatura laddove<br />

la modernità segnava una rottura",<br />

almeno in apparenza. E ancora:<br />

l'abbandono della teleologia<br />

comporta alcune controin<strong>di</strong>cazioni,<br />

in primis una sorta <strong>di</strong> collasso<br />

temporale nell'imbuto del<br />

presente, con effetti quali<br />

l'"amnesia <strong>di</strong> tipo parziale, selettivo"<br />

e l'ipoteca sul futuro, come<br />

ha insegnato Gillo Dorfles; e un<br />

secondo collasso, quello<br />

dell'"opacità del co<strong>di</strong>ce<br />

simbolico", per cui si può (?) <strong>di</strong>re<br />

che Cattelan ha impiccato alcuni<br />

bambini in una piazza milanese.<br />

Cosa incarna l'attuazione del programma<br />

moderno? Millet cita<br />

Cyril Jarton, e in particolare ram-<br />

FRANCESCO PAOLO MICHETTI<br />

Dopo l'impresa de<strong>di</strong>cata a Basilio<br />

Cascella, quel minuzioso biografo<br />

che è Franco Di Tizio si cimenta<br />

con il capostipite del cosiddetto<br />

"Cenacolo <strong>di</strong> Francavilla". La<br />

citta<strong>di</strong>na in provincia <strong>di</strong> Chieti<br />

dove un Museo prende il nome <strong>di</strong><br />

Michetti così come un premio<br />

che, nel 2008, giungerà alla<br />

venerabile 59esima e<strong>di</strong>zione.<br />

Ianieri - ill. b/n - 560 pp.<br />

36 euro - www.ianierie<strong>di</strong>zioni.it<br />

menta l'interazione fra l'accezione<br />

artistica e quella linguistica<br />

del termine performativo. In questo<br />

duplice senso, si può <strong>di</strong>re con<br />

Jarton e col nostro <strong>di</strong>menticato<br />

Pareyson che "formare significa<br />

fare, ma un fare che mentre fa,<br />

inventa il suo modo <strong>di</strong> fare".<br />

Insomma, è l'opera d'arte contemporanea<br />

stessa che scrive e<br />

attua il proprio programma; e<br />

questo programma è l'opera.<br />

Questo carattere autoreferenziale<br />

e autopoietico - Szeemann<br />

lo chiamava mitologia in<strong>di</strong>viduale<br />

e ne ha fatto il soggetto della<br />

quinta Documenta - coinvolge<br />

l'ontogenesi come la filogenesi<br />

dell'opera. Ovvero sia la progettualità<br />

che conduce e costituisce<br />

l'opera stessa, sia la "tra<strong>di</strong>zione"<br />

nel solco dalla quale quella stessa<br />

progettualità emerge:<br />

"L'ambiente artistico, trascinato<br />

nella fuga in avanti delle avanguar<strong>di</strong>e,<br />

ha finito per stabilizzarsi<br />

su una velocità <strong>di</strong> crociera che<br />

ammette tutte le tendenze contemporaneamente".<br />

È il modello<br />

del tra<strong>di</strong>tore teorizzato da Bonito<br />

Oliva e attuato in Italia in primo<br />

luogo dalla Transavanguar<strong>di</strong>a.<br />

Se dunque si può <strong>di</strong>re che il futuro<br />

non è più quello <strong>di</strong> una volta,<br />

no italian.<br />

MARTIN PARR<br />

L'ultimo uscito nella collana "55".<br />

Ovvero 55 scatti fondamentali<br />

nella carriera d'un artista con in<br />

mano una macchina fotografica.<br />

Or<strong>di</strong>nati cronologicamente,<br />

introdotti da un critico - Sandra<br />

S. Phillips nella fattispecie - e con<br />

sintetica biografia in chiusura.<br />

Data pure l'ottima qualità <strong>di</strong><br />

stampa, il rapporto qualità-prezzo<br />

è degno <strong>di</strong> nota.<br />

Phaidon - ill. col. - 128 pp. -<br />

19,95 euro - www.phaidon.com<br />

almeno per ora lo stupore si è<br />

rifugiato nei sempre più ridotti<br />

spazi dell'altrove. Per ciò il critico<br />

<strong>di</strong>viene curatore e lo storico, a<br />

detta <strong>di</strong> Hans Belting, si trasforma<br />

in antropologo. Con piglio più<br />

o meno partecipante, osserva la<br />

nascita dell'opera, la sua gestazione,<br />

il suo farsi.<br />

Viste le tesi esposte, la <strong>di</strong>sorganicità<br />

del libro <strong>di</strong> Catherine Millet<br />

<strong>di</strong>venta un manifesto, un raddoppio<br />

delle tesi stesse. Ma mai<br />

quanto la forma quasi aforistica<br />

del volumetto <strong>di</strong> Bruno Pedretti,<br />

La forma dell'incompiuto.<br />

Quaderno, abbozzo e frammento<br />

come opera del moderno.<br />

Volume eru<strong>di</strong>to, meta-citazionista,<br />

che zampetta con agilità fra<br />

<strong>di</strong>scipline, muse, tempi e mo<strong>di</strong><br />

dell'arte, della filosofia e della<br />

sophia. Per mostrare, più che<br />

<strong>di</strong>mostrare, l'estrema contemporaneità<br />

(e dunque modernità e<br />

antichità) della "forma incompiuta".<br />

Che solo in un'ottica teleologica<br />

può venir considerata una irrilevante<br />

bozza del prodotto finale.<br />

Le conseguenze <strong>di</strong> tale sguardo<br />

rinnovato sono innumerevoli:<br />

concernono ad esempio il mercato<br />

crescente e fiorente dei<br />

<strong>di</strong>segni, dei <strong>di</strong>ari, degli appunti,<br />

ARTE CONTEMPORANEA E<br />

TECNICHE<br />

Un volume che riflette su "materiali,<br />

proce<strong>di</strong>menti, sperimentazioni"<br />

nell'arte contemporanea. Dagli<br />

albori avanguar<strong>di</strong>sti alle nuove tecnologie.<br />

La cura è affidata a Silvia<br />

Bor<strong>di</strong>ni e l'obiettivo è puntato sull'opera<br />

d'arte intesa come frutto<br />

d'una tecnica e d'una processualità<br />

tecnologica. Un libro materialista,<br />

ben oltre il crocianesimo.<br />

Carocci - 314 pp. - 22 euro -<br />

www.carocci.it<br />

Maurizio Cattelan - Senza titolo, 2004 -<br />

courtesy Fondazione Trussar<strong>di</strong>, Milano -<br />

photo Marco Enrico Giacomelli<br />

finanche dei promemoria<br />

(l'Appuntamento con l'urologo <strong>di</strong><br />

Robert Gober), oppure possono<br />

riguardare la riflessione più teoretica<br />

sul rapporto fra mano e<br />

mente, sulla scia <strong>di</strong> Focillon. Non<br />

è naturalmente possibile sintetizzare<br />

linearmente le <strong>di</strong>vagazioni<br />

intrecciate alle quali Pedretti<br />

espone il proprio lettore. Questa<br />

stessa possibilità testimonierebbe<br />

dell'insuccesso del libro. Ciò<br />

che però va almeno accennato è<br />

che tutto questo <strong>di</strong>scorso, più o<br />

meno apertamente vitalistico,<br />

che ha il suo perno nella magnificazione<br />

dell'esperienza nel suo<br />

darsi o, in altri termini, dell'opera<br />

nel suo farsi, altro non è che una<br />

nuova - e nemmeno tanto - mitologia<br />

"sintomatica" del nostro<br />

tempo.<br />

A questo punto, unendo all'obsolescenza<br />

del kantiano "<strong>di</strong>sinteresse"<br />

dell'arte il carattere sintomatologico<br />

<strong>di</strong> quest'ultima nella sua<br />

declinazione contemporanea,<br />

non pare così azzardata l'ipotesi<br />

letteralmente delirante <strong>di</strong><br />

Roberto Cascone, noto alle cronache<br />

per essere il fondatore del<br />

Cattelan Funs Club. Ossia utilizzare<br />

l'arte contemporanea come<br />

terapia. Aristotelico. �<br />

I volumi segnalati.<br />

. Roberto Cascone, ArTherapy.<br />

Curarsi con l'arte contemporanea,<br />

Giral<strong>di</strong>, pp. 130, 11 euro<br />

. Catherine Millet, L'arte contemporanea.<br />

Storia e geografia,<br />

Scheiwiller, pp. 176, 16 euro<br />

. Bruno Pedretti, La forma dell'incompiuto,<br />

Utet, pp. 100+12 t.f.t.,<br />

11 euro<br />

. Slavoj Zizek, Distanza <strong>di</strong> sicurezza,<br />

Manifestolibri, pp. 174, 18 euro<br />

PAOLO GRASSINO<br />

I testi sono firmati da Gian Alberto<br />

Farinella e Norma Mangione, oltre<br />

naturalmente a Lóránd Hegyi,<br />

<strong>di</strong>rettore del Museo d'arte moderna<br />

<strong>di</strong> Saint-Etienne. L'istituzione<br />

d'oltralpe de<strong>di</strong>ca infatti a Grassino<br />

e a Francesco Gennari una doppia<br />

personale, aperta fino a metà aprile.<br />

Per Gennari intervengono<br />

Dieter Schwarz e Giorgio Verzotti.<br />

Hopefulmonster - ill. col. - 152<br />

pp. - 34 euro -<br />

www.hopefulmonster.net


Exibart.onpaper libri.73<br />

a cura <strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />

la carica del buon senso<br />

china ist nahe<br />

gilar<strong>di</strong> il fatalista<br />

��Chi s'imbatte in questo saggio dal titolo stravagante<br />

e dalle pagine leggere, <strong>di</strong>fficilmente<br />

potrà resistere alla curiosità <strong>di</strong> sollevarne la<br />

copertina, sulla quale giacciono laconici il titolo,<br />

La fidanzata automatica, e il nome dell'autore, e<br />

scorrerne rapidamente il sommario alla ricerca<br />

<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>zio che faccia propendere per l'una,<br />

piuttosto che per l'altra, delle numerose ipotesi<br />

che il libro, a una prima occhiata, suggerisce<br />

relativamente al suo contenuto.<br />

L'enigma è presto risolto: l'obiettivo <strong>di</strong> Maurizio<br />

Ferraris - filosofo formatosi nell'ambito degli stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> ermeneutica, ma da qualche anno impegnato<br />

in un ripensamento dell'ontologia che si avvale<br />

vantaggiosamente del contributo della filosofia<br />

analitica - è quello <strong>di</strong> fare una "ontologia delle<br />

opere d'arte", <strong>di</strong> identificare cioè "le caratteristiche<br />

necessarie, sebbene non sufficienti" affinché<br />

un'opera d'arte sia tale. Proposito ambizioso, che<br />

irrompe nel cuore del <strong>di</strong>battito che coinvolge da<br />

tempo l'estetica, la critica e la storia dell'arte<br />

intorno all'annoso quesito: cos'è un'opera d'arte?<br />

Uno stile agile e scorrevole cattura il lettore in<br />

una rigorosa logica argomentativa, articolata in<br />

sei tesi e numerose sottotesi. Dopo aver messo<br />

in <strong>di</strong>scussione le teorie contemporanee dell'arte<br />

alle quali più spesso accor<strong>di</strong>amo il nostro consen-<br />

�� Correva l'anno 2006 quando, per i tipi <strong>di</strong><br />

Electa e con le firme <strong>di</strong> Dalu Jones, Filippo Salviati<br />

e Mariagrazia Costantino, usciva Arte contemporanea<br />

cinese. Si trattava e tuttora si tratta dell'unico<br />

volume che, con un taglio crono-tematico,<br />

avesse come obiettivo l'introduzione approfon<strong>di</strong>ta<br />

a un mondo che il mercato e una serie <strong>di</strong> eventi<br />

espositivi <strong>di</strong> più o meno ampia portata avevano<br />

già posto all'attenzione del pubblico. Degli "addetti<br />

ai lavori" ma anche dei "semplici appassionati".<br />

<strong>Il</strong> tentativo, peraltro riuscito pienamente, <strong>di</strong> procedere<br />

alla storicizzazione del fenomeno testimoniava<br />

a favore dell'arte cinese contemporanea. In<br />

altre parole, considerarla una mera ed effimera<br />

moda destinata a scemare significava - e a maggior<br />

ragione significa oggi - restare ancorati a un<br />

"occidentrismo" non solo e non tanto politically<br />

uncorrect, ma miope dal cospetto <strong>di</strong> quella nicchia<br />

economica non trascurabile che è appunto il<br />

mercato globale dell'arte contemporanea. Senza<br />

peraltro considerare il dato meramente statistico<br />

concernente il potenziale umano che la Cina<br />

possiede e può <strong>di</strong>spiegare in ogni comparto del<br />

"sistema" artistico.<br />

D'altro canto, una delle possibili <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong><br />

tale persistenza era palese in almeno un paio <strong>di</strong><br />

tappe del "Grand Tour" della scorsa estate. A<br />

Kassel, la do<strong>di</strong>cesima Documenta aveva in Ai<br />

��Che Ando Gilar<strong>di</strong> sia un personaggio capace<br />

<strong>di</strong> stupire e coinvolgere in ogni sua impresa è cosa<br />

nota. L'ultimo suo lavoro non rappresenta l'eccezione,<br />

al contrario, rafforza la regola. Dissacrante<br />

e ironico, l'agile pamphlet composto in forma <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>alogo condensa tutte le pubblicazioni precedenti<br />

in un'autobiografia dal grande valore istruttivo,<br />

ideale per chi voglia avvicinarsi alle immagini fotografiche<br />

in modo affatto banale.<br />

D'altronde, tutto si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Gilar<strong>di</strong> - eccessivo,<br />

barocco, iperbolico nel sentenziare e collocare i<br />

valori del fotografico - tranne che sia un accademico<br />

preve<strong>di</strong>bile, uno scrittore soltanto abile ed efficace<br />

nella retorica. Impossibile semmai non prendere<br />

atto che ci troviamo <strong>di</strong> fronte a un autore<br />

capace <strong>di</strong> assumere una posizione forte su qualsiasi<br />

aspetto problematico del fotografare.<br />

Citando in apertura Jacques le Fataliste <strong>di</strong><br />

Diderot, Gilar<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiara sin da subito il riferimento<br />

filosofico alla sua personalissima teorizzazione<br />

della "fotografia fatalista", per poi giungere -dopo<br />

un <strong>di</strong>vertente e denso percorso- a <strong>di</strong>scorrere <strong>di</strong><br />

"fotografia scaramantica" e "fotografia arbitraria".<br />

In mezzo, un'infinità <strong>di</strong> riflessioni, spunti, ma anche<br />

rivelazioni sorprendenti. In appen<strong>di</strong>ce, infine, il<br />

Gilar<strong>di</strong> fotografo ripercorre la propria storia attraverso<br />

le proprie immagini. Ma, sarebbe meglio<br />

so, l'autore si appella al senso comune e alle<br />

esperienze più or<strong>di</strong>narie per azzerare le nostre<br />

credenze e immergerci in un mondo <strong>di</strong> oggetti<br />

ideali, fisici e sociali (che, assieme ai soggetti,<br />

costituiscono le categorie fondamentali dell'ontologia<br />

costruita da Ferraris) tra i quali giacciono<br />

<strong>di</strong>scretamente le opere d'arte. Ma quali sono le<br />

caratteristiche specifiche <strong>di</strong> queste ultime?<br />

I primi due capitoli dettagliano le caratteristiche<br />

fisiche in virtù delle quali alcune cose, e non altre,<br />

possono <strong>di</strong>ventare opere d'arte (l'or<strong>di</strong>narietà, la<br />

manipolabilità, la relazionalità). Ed è infatti da un<br />

punto <strong>di</strong> vista schiettamente fisico che le teorie<br />

che si appellano rispettivamente a una presunta<br />

straor<strong>di</strong>narietà o alla convenzionalità dell'opera<br />

d'arte incontrano un primo, grande limite.<br />

Ma siamo solo all'inizio del lavoro. Le opere sono<br />

anche e soprattutto oggetti sociali, sono iscrizioni<br />

e stratificazioni <strong>di</strong> atti, prossime al genere dei<br />

documenti. Le opere, prosegue l'autore - onde evitare<br />

che si pensi che un certificato <strong>di</strong> matrimonio<br />

possa ambire a <strong>di</strong>ventare un'opera d'arte - provocano<br />

accidentalmente conoscenza e necessariamente<br />

dei sentimenti. Inoltre, ecco la tesi che<br />

motiva l'apparente stravaganza del titolo, "le<br />

opere sono cose che fingono <strong>di</strong> essere persone":<br />

viviamo della e nell'illusione che esse, in quanto<br />

Weiwei uno dei suoi protagonisti, data l'inevitabile<br />

invasività costituita dalle 1001 sedute risalenti<br />

alla <strong>di</strong>nastia Qing e ai relativi 1001 cinesi che,<br />

sud<strong>di</strong>visi in cinque gruppi, le hanno occupate per<br />

la performance Fairytales. Mentre, a Venezia, il<br />

percorso ideato da Robert Storr negli spazi<br />

dell'Arsenale era punteggiato dai film in 35 millimetri<br />

della serie Seven Intellectuals in Bamboo<br />

Forest <strong>di</strong> Yang Fudong.<br />

<strong>Il</strong> volume curato da Uta Grosenick e Caspar H.<br />

Schübbe risulta complementare rispetto al libro<br />

italiano e al suo taglio manualistico, fungendo in<br />

primo luogo da strumento consultivo. Infatti, per<br />

ognuno degli ottanta artisti selezionati e or<strong>di</strong>nati<br />

cronologicamente, il lettore troverà innanzitutto<br />

una breve introduzione critica, offerta in tre lingue<br />

(inglese, tedesco e cinese) e firmata da uno dei<br />

do<strong>di</strong>ci contributor (Feng Boyi, Biljana Ciric, Birgit<br />

Hopfener, Wu Hung, Gregor Jansen, Carol Lu,<br />

Victoria Lu, Barbara Pollack, Karen Smith, David<br />

Spal<strong>di</strong>ng, Philip Tinari e Qiu Zhijie). A seguire, non<br />

manca naturalmente l'apparato iconografico,<br />

piuttosto esteso e <strong>di</strong> ottima qualità, unitamente a<br />

una bio-bliografia e a un breve statement dell'artista.<br />

<strong>Il</strong> tutto confezionato in una veste grafica assai<br />

meno scontata <strong>di</strong> quanto si potrebbe pensare,<br />

grazie innanzitutto al lavoro del designer svedese<br />

Jonas Lun<strong>di</strong>n.<br />

<strong>di</strong>re, Gilar<strong>di</strong> fotografo fatalista si guarda in<strong>di</strong>etro,<br />

riconoscendosi nell'esser stato costantemente e<br />

ossessivamente proteso a cogliere episo<strong>di</strong>, frammenti,<br />

casualità varie <strong>di</strong> un reale misterioso ed<br />

enigmatico.<br />

Una ricerca <strong>di</strong> tutta una vita, quin<strong>di</strong>, quella proposta<br />

in questo testo. Una ricerca ispirata dal culto<br />

per l'immagine e per l'anima che questa coglie e<br />

restituisce, perché "se l'anima è bella è bella<br />

anche l'immagine". Non si fraintenda però il senso<br />

<strong>di</strong> questa citazione come un atto <strong>di</strong> clemenza<br />

verso la fotografia amatoriale, perché l'arte non<br />

può essere un passatempo. È semmai sacrificio e<br />

sapienza per la risultanza <strong>di</strong> una forma e <strong>di</strong> un<br />

corpo che si vuole far desiderare, <strong>di</strong>ce Gilar<strong>di</strong>.<br />

Senza il desiderio che spinge alla visione e all'acquisto<br />

vi è solo consumo, non arte autentica.<br />

Infine, naturalmente, la "fotografia <strong>di</strong>gitale", identificata<br />

dall'autore sin dagli anni '80 come una rivoluzione<br />

epocale, in grado <strong>di</strong> far rinascere la "vera"<br />

fotografia, quella ch'egli colloca prima dell'invenzione<br />

dei proce<strong>di</strong>menti per renderla stabile, per farla<br />

uscire dall'evanescenza - pure fondante il fotografico<br />

autentico, cioè la sua flui<strong>di</strong>tà, interattività e<br />

vitalità - delle camere oscure. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>gitale che rivoluziona<br />

l'idea <strong>di</strong> supporto e il modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire le<br />

fotografie, i meto<strong>di</strong> e i mezzi per la loro archiviazio-<br />

suscitano in noi dei sentimenti, possano ricambiarci,<br />

ma non sono altro invece che "fidanzate<br />

automatiche".<br />

Si arriva così alle conclusioni, non senza una<br />

certa fatica e con la sensazione che questa ricerca<br />

abbia trascurato quel non so che d'indefinibile<br />

eppure fondamentale che riguarda l'esperienza<br />

delle opere d'arte. Ma quel che il libro promette,<br />

Ferraris non si stanca <strong>di</strong> ripeterlo, è l'in<strong>di</strong>viduazione<br />

delle caratteristiche necessarie, non <strong>di</strong> quelle<br />

sufficienti. Ciò significa che l'estetica che ci propone<br />

ha prima <strong>di</strong> tutto un obiettivo critico: solo una<br />

volta liberato il terreno della riflessione da posizioni<br />

fuorvianti e sterili si potrà sollevare <strong>di</strong> nuovo e<br />

con più vali<strong>di</strong> strumenti l'interrogativo, che non<br />

smettiamo <strong>di</strong> porci, sulle con<strong>di</strong>zioni sufficienti. �<br />

[giulia matteucci]<br />

info.<br />

Maurizio Ferraris - La fidanzata automatica<br />

Bompiani, Milano 2007<br />

Pagg. 206, ill. b/n, 12 euro<br />

ISBN 9788845259579<br />

libri.bompiani.rcslibri.it<br />

Ad aprire questo China Art Book, oltre a un'intervista<br />

con il succitato Ai Weiwei, va segnalata la<br />

breve quanto aggiornata e chiara introduzione <strong>di</strong><br />

Birgit Hopfener. La quale rammenta come agli<br />

inizi degli anni '90, in Cina, esistessero soltanto cinque<br />

gallerie che trattavano arte contemporanea.<br />

Mentre dopo appena una quin<strong>di</strong>cina d'anni si possono<br />

contare le biennali <strong>di</strong> Beijing e Shanghai, le<br />

triennali <strong>di</strong> Guangzhou e quella itinerante Nanjing,<br />

la casa d'aste locale Guar<strong>di</strong>an, il collezionista e<br />

mecenate Guan Yi, musei pubblici e privati come,<br />

rispettivamente, il Duolun <strong>di</strong> Shanghai e l'Ucca <strong>di</strong><br />

Beijing, e infine le fiere, in primis con l'ultima arrivata,<br />

la già notevole ShContemporary <strong>di</strong> Shanghai. E<br />

con le Olimpia<strong>di</strong> alle porte e le decine <strong>di</strong> cantieri<br />

per i nuovi musei, il trend non potrà che essere<br />

positivo, almeno per qualche anno ancora. �<br />

[m.e.g.]<br />

info.<br />

Uta Grosenick & Caspar H. Schübbe (eds.)<br />

- China Art Book<br />

DuMont, Köln 2007<br />

Pagg. 670, 39,90, ing./ted./cin.<br />

ISBN 9783832177690<br />

www.dumontliteraturundkunst.de<br />

ne e conservazione, oltre che per la riproduzione<br />

ed elaborazione. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>gitale che cambia in profon<strong>di</strong>tà<br />

la fruizione e la produzione delle immagini fotografiche,<br />

che cambia la sostanza stessa del fotografare<br />

per un ritorno all'origine - qui sta l'originalità<br />

<strong>di</strong> Gilar<strong>di</strong> - alla vitalità delle immagini non imbalsamate<br />

in un supporto.<br />

<strong>Il</strong> libro procede per riprese a tratti sincopate e in<br />

altri momenti <strong>di</strong>stese delle idee che hanno ispirato<br />

i suoi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> precedenti: Storia sociale della<br />

fotografia (2000), Storia della fotografia pornografica<br />

(2002) e Wanted (2003). Un Gilar<strong>di</strong> al<br />

solito libero e senza peli sulla lingua, capace <strong>di</strong><br />

costringere il lettore a prendere posizione su tutto<br />

quanto afferma, a provocare e a muovere il <strong>di</strong>ssenso,<br />

l'opposizione o il concordare. Per fare, in<br />

definitiva, riflettere. �<br />

[gabriele tinti]<br />

info.<br />

Ando Gilar<strong>di</strong> - Meglio ladro che fotografo<br />

Bruno Mondadori, Milano 2007<br />

Pagg. 160, 15 euro<br />

ISBN 9788842420415<br />

www.brunomondadori.com


74.design Exibart.onpaper<br />

a cura <strong>di</strong> stefano caggiano<br />

design fiction<br />

Oggi che la tecnologia trasforma gli oggetti in congegni magici che rendono straor<strong>di</strong>nario ogni minuto della vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana, c’è chi <strong>di</strong>chiara apertamente <strong>di</strong> progettare "non-oggetti" e <strong>di</strong> puntare tutto sul design dell’immaginifico.<br />

Non per scappare dalla realtà, ma per spaccare la fragile crosta del presente e lasciare emergere la realtà del<br />

futuro. Sempre più impaziente <strong>di</strong> vedere la luce oggi…<br />

�� Branko Lukic è uno <strong>di</strong> quei<br />

designer a cui il presente va stretto.<br />

Ciò che gli interessa è il dopo, il<br />

possibile, l’inaspettato, the next<br />

step. Forse per questo, dopo aver<br />

lavorato a lungo per IDEO, la più<br />

importante azienda mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />

consulenza per il design, due anni<br />

fa ha deciso <strong>di</strong> sciogliere del tutto<br />

gli ormeggi e <strong>di</strong> lanciarsi anima,<br />

corpo ed energia nel futuro,<br />

immaginandoselo attraverso il<br />

design.<br />

Inizia così l’avventura <strong>di</strong><br />

Nonobject, il suo stu<strong>di</strong>o fondato a<br />

Palo Alto, California, che si occupa<br />

<strong>di</strong> design e soprattutto <strong>di</strong> metadesign,<br />

progettando deliberatamente<br />

oggetti che non si possono<br />

realizzare (perché richiedono<br />

materiali che ancora non esistono,<br />

strutture produttive che non si<br />

possono mettere in pie<strong>di</strong>, sensibilità<br />

che ancora non hanno preso<br />

forma) con il preciso scopo <strong>di</strong><br />

esplorare i <strong>di</strong>versi volti che i nostri<br />

oggetti potrebbero assumere alla<br />

prossima, imminente svolta<br />

antropologica.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dell’animale, il cui<br />

comportamento è predeterminato<br />

dall’istinto, nell’uomo il modo <strong>di</strong><br />

usare il corpo è plastico, cangiante,<br />

malleabile. Per questo possiamo<br />

imparare a sciare, guidare un<br />

aeroplano, usare un cellulare.<br />

Dipende dagli oggetti <strong>di</strong> cui ci<br />

dotiamo.<br />

Dopo aver passa-<br />

to anni a plasmare<br />

il futuro per<br />

aziende come<br />

Samusung, Intel,<br />

Nike, Starbucks e<br />

Motorola, Lukic si<br />

è reso conto che<br />

la partita del<br />

design si gioca<br />

sul piano antropologico,<br />

perché<br />

il lavoro sugli<br />

oggetti ha a che fare con il modo<br />

con cui il sentire quoti<strong>di</strong>ano delle<br />

persone evolve/involve. "Oggi<br />

siamo circondati da oggetti defe-<br />

compassi.<br />

SELF-MADE DESIGNER<br />

Nella nostra epoca la creatività è<br />

un <strong>di</strong>ritto universale preteso da<br />

tutti, anche da chi non ne avrebbe<br />

le possibilità. Se ne sono<br />

accorti quelli <strong>di</strong> Spreadshirt,<br />

azienda <strong>di</strong>ventata in poco tempo<br />

la più grande piattaforma del<br />

mondo <strong>di</strong> abbigliamento personalizzato.<br />

Secondo una ricerca condotta<br />

da Branded l'ottanta per<br />

cento delle persone vorrebbe<br />

realizzare da sé il proprio abbigliamento,<br />

ma <strong>di</strong> queste solo un<br />

quinto saprebbe come fare. Agli<br />

altri ci ha pensato Spreadshirt, la<br />

cui mission <strong>di</strong>chiarata è quella <strong>di</strong><br />

"far <strong>di</strong>ventare l'abbigliamento personalizzato<br />

un fenomeno <strong>di</strong><br />

massa". Simili esperienze sono<br />

destinate a moltiplicarsi nei prossimi<br />

anni. Le persone vorranno<br />

sempre più intervenire in prima<br />

persona nel design delle cose<br />

che compreranno.<br />

www.spreadshirt.net<br />

qui a destra:<br />

Nonobject, prog.<br />

Tarati - cellulare -<br />

Image courtesy of<br />

Nonobject -<br />

www.nonobject.co<br />

m - All Rights<br />

Reserved<br />

in fondo a destra:<br />

Nonobject, prog.<br />

CUin5 - Cellulare<br />

post-dysplay -<br />

Image courtesy of<br />

Nonobject -<br />

www.nonobject.co<br />

m - All Rights<br />

Reserved<br />

in basso:<br />

Nonobject, prog.<br />

Pebble - MP3<br />

Player <strong>di</strong> forme<br />

<strong>di</strong>verse come i<br />

ciottoli <strong>di</strong> un fiume<br />

- Image courtesy<br />

of Nonobject -<br />

www.nonobject.co<br />

m - All Rights<br />

Reserved<br />

renti che servono ai nostri bisogni<br />

primari portandoci dal punto A al<br />

punto B, ma lasciandoci emotivamente<br />

in<strong>di</strong>fferenti. È tempo <strong>di</strong><br />

cambiare".<br />

Proprio questa è la partita in cui si<br />

sono buttati Lukic e i suoi (gli altri<br />

membri <strong>di</strong> Nonobject: Suncika<br />

Lucik, Steve Takayama e Steve<br />

“<br />

<strong>Il</strong> comportamento degli oggetti<br />

info-elettronici, basato su tecnologie<br />

complesse e misteriose, non può<br />

essere "concepito" fino in fondo<br />

nemmeno dai suoi stessi progettisti,<br />

figuriamoci dagli utenti<br />

Vassallo, tutti professionisti al top<br />

level della categoria), che ogni<br />

giorno convincono aziende come<br />

BMW, Hewlett-Packard, Cisco e<br />

BRAND CONTRO BRAND<br />

Nasce il marketing user-generated<br />

content. Ad aprire la<br />

strada è un’applicazione web<br />

costruita su Ning in cui si chiede<br />

al visitatore <strong>di</strong> votare il vincitore<br />

fra due loghi scelti a caso.<br />

Attualmente i brand caricati<br />

sul sito sono poco più <strong>di</strong> un<br />

centinaio, ma gli utenti hanno<br />

la possibilità <strong>di</strong> aggiungerne <strong>di</strong><br />

nuovi. Anche se capita spesso<br />

che la sfida sia fra loghi che<br />

appartengono a mon<strong>di</strong> completamente<br />

<strong>di</strong>versi che rispondono<br />

a valori non comparabili,<br />

resta impossibile sottrarsi<br />

all’amletico quesito: è meglio<br />

Wind o Salumi Negroni?<br />

Dreamworks o Alitalia? Apple o<br />

Barilla? E alla fine un motivo,<br />

felicemente parziale e irrazionale,<br />

per votare un brand piuttosto<br />

che un altro, lo si trova<br />

sempre.<br />

http://brandcontrobrand.ning.com<br />

Ford (oltre ancora a Samusung,<br />

Intel, Nike, Starbucks, Motorola,<br />

Pepsi e altre) dell’enorme potenziale<br />

generato dalla loro capacità<br />

visionaria ma non spregiu<strong>di</strong>cata,<br />

che non si limita a immaginare<br />

nuovi oggetti, ma delinea una vera<br />

e propria antropologia del futuro.<br />

In quest’ottica vanno visti oggetti<br />

come CUin5, il cellulare<br />

dell’era post-<br />

<strong>di</strong>splay, o, ancora,<br />

Tarati ("attraverso",<br />

in sanscrito), che<br />

consente <strong>di</strong> connettersi<br />

ad altri utenti<br />

tramite il passaggio<br />

delle <strong>di</strong>ta attraverso<br />

il telefono, come se<br />

fosse una magia,<br />

qualcosa che accade<br />

al <strong>di</strong> là del regno<br />

del visibile.<br />

A questo proposito, secondo<br />

Mike Kuniavsky, della società <strong>di</strong><br />

experience design Adaptive Path,<br />

nel <strong>di</strong>segnare gli apparecchi info-<br />

GLI OGGETTI CHE PARLANO<br />

All’interno del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong><br />

Energia Elettronica dell’Università<br />

Tor Vergata <strong>di</strong> Roma è attiva dal<br />

2004 la società Raptech, che<br />

lavora per "far parlare gli oggetti".<br />

Tre ricercatori (Marco Berliocchi,<br />

Maurizio Manenti e Alessandro<br />

Bolognesi) e due docenti (Aldo Di<br />

Carlo e Paolo Lugli) sono all’opera<br />

per mettere a punto Archiviatech,<br />

piattaforma per la gestione <strong>di</strong><br />

archivi e magazzini reali (non virtuali)<br />

in cui la ricerca della documentazione<br />

raggiunge livelli critici.<br />

Grazie a queste tecnologie basate<br />

su Rfid (Ra<strong>di</strong>o Frequency<br />

Identification, inerti come come<br />

dei "tag" nel mondo reale consentono<br />

la lettura delle informazioni a<br />

<strong>di</strong>stanza) e Zigbee saranno gli<br />

oggetti stessi a <strong>di</strong>rci dove si trovano.<br />

<strong>Il</strong> gruppo è attualmente al lavoro<br />

su un sistema per localizzare<br />

persone e merci anche in ambienti<br />

chiusi dove non arriva il segnale<br />

Gps. L’annunciata fusione tra il<br />

web e il mondo reale è cominciata.<br />

www.raptech.it<br />

elettronici i<br />

designer<br />

dovrebbero<br />

considerare la<br />

magia come<br />

nuova metafora<br />

cognitiva, in<br />

sostituzione<br />

della metafora<br />

del desktop che<br />

per vent'anni ha definito i computer<br />

da ufficio. In effetti, il comportamento<br />

degli oggetti info-elettronici,<br />

basato su tecnologie complesse<br />

e misteriose, non può<br />

essere "concepito" fino in fondo<br />

nemmeno dai suoi stessi progettisti,<br />

figuriamoci dagli utenti.<br />

Secondo Kuniavsky la metafora<br />

della magia renderebbe più intuitive<br />

queste tecnologie, le cui prestazioni<br />

sono sempre più simili a<br />

pro<strong>di</strong>gi.<br />

Pro<strong>di</strong>giosa è infatti la possibilità<br />

offerta dal cellulare <strong>di</strong> parlare con<br />

chiunque da qualunque luogo tramite<br />

collegamenti posti al <strong>di</strong> là<br />

della soglia del percepibile. Se da<br />

un lato ciò genera entusiasmo,<br />

dall’altro occorre ricordare che<br />

ogni oggetto d’uso deve poter<br />

essere utilizzato da persone in<br />

carne, ossa e sentimenti. "<strong>Il</strong> rapporto<br />

stretto tra forma e funzione"<br />

- scrive Andrea Branzi - "si è<br />

<strong>di</strong>sciolto: il computer non ha una<br />

funzione ma tante funzioni quante<br />

sono le necessità dell’operatore.<br />

Siamo passati dall’epoca del funzionalismo<br />

all’epoca dei funzionoi<strong>di</strong>.<br />

Strumenti che non hanno una<br />

sola funzione ma tante funzioni<br />

quante sono le <strong>di</strong>verse necessità<br />

dell’operatore". 1<br />

<strong>Il</strong> problema con i<br />

"funzionoi<strong>di</strong>" è cognitivo prima che<br />

performativo. È la percezione del<br />

senso <strong>di</strong> questi oggetti che necessita<br />

<strong>di</strong> essere ripensata, perché<br />

tale senso - che coincide non solo<br />

con le prestazioni degli apparecchi,<br />

ma anche con il rapporto<br />

cognitivo e sensoriale tra oggetti<br />

senza più limiti e essere umano<br />

ricco <strong>di</strong> tutti i suoi limiti - evolve<br />

così in fretta che in certi casi <strong>di</strong>ssolve,<br />

o rischia <strong>di</strong> farlo. Proprio qui<br />

entrano in gioco il design e il<br />

nuovo compito a cui è chiamato<br />

www.nonobject.com<br />

www.nonobjectbook.com<br />

link.<br />

nel XXI secolo, che consiste nel<br />

tessere adeguate forme <strong>di</strong><br />

"senso" per oggetti ad alto tasso<br />

<strong>di</strong> potenzialità.<br />

Nel corso <strong>di</strong> questo 2008 è prevista<br />

l’uscita <strong>di</strong> Nonobject Book,<br />

libro + DVD che raccoglie "nonoggetti",<br />

concept e oggetti futuristici<br />

commentati dallo stesso<br />

Lukic, e <strong>di</strong> cui designer e architetti,<br />

scenografi e sceneggiatori,<br />

esperti <strong>di</strong> marketing e antropologi<br />

visionari potranno avvalersi per<br />

sbirciare il profilo degli oggetti <strong>di</strong><br />

domani, oltre che contribuire essi<br />

stessi a crearne le premesse<br />

nella <strong>di</strong>sponibilità sensoriale delle<br />

persone. "'Nonobject Book' è il<br />

primo <strong>di</strong> un genere che chiamiamo<br />

'Design Fiction'. Come la science<br />

fiction e le storie <strong>di</strong> fantasia ‘stirano’<br />

l’immaginazione, così la<br />

nostra speranza è quella <strong>di</strong> trascinare<br />

[il lettore, ndr] in un viaggio<br />

nel futuro del design e delle esperienze<br />

<strong>di</strong> consumo, con<strong>di</strong>videndo<br />

con lui storie e concetti che offrano<br />

un nuovo punto <strong>di</strong> vista, un<br />

nuovo modo <strong>di</strong> pensare, un nuovo<br />

passo in avanti. Naturalmente,<br />

come succede in ogni fiction, alcune<br />

delle nostre idee possono sembrare<br />

improbabili - persino impossibili.<br />

Non ti preoccupare. <strong>Il</strong> biglietto<br />

lo abbiamo comprato noi. Tu<br />

devi solo goderti il viaggio." �<br />

1<br />

Andrea Branzi, Modernità debole e <strong>di</strong>ffusa.<br />

<strong>Il</strong> mondo del progetto all’inizio del XXI secolo,<br />

Skira, Milano, 2006, p. 10.


Exibart.onpaper design (&aziende).75<br />

a cura <strong>di</strong> giorgia losio<br />

la casa missoni<br />

�� Gli elementi caratterizzanti dell'ultima collezione<br />

MissoniHome sono la rosa e le stampe floreali<br />

ideate da Rosita Missoni, mescolati - secondo<br />

la filosofia del put together perseguita dalla<br />

griffe - a da<strong>di</strong>, chevron e agli effetti animalier. Lo<br />

stu<strong>di</strong>o dei colori si concentra su toni e campi<br />

pieni, sfumature e asimmetrie che ricordano le<br />

armonie delle composizioni <strong>di</strong> Vassilij Kan<strong>di</strong>nskij<br />

e le ricerche cromatiche e ritmiche <strong>di</strong> Robert<br />

Delaunay e della moglie Sonia Terk.<br />

Un'esplosione <strong>di</strong> colori e segni che avvolge il fruitore<br />

in una visione prospettica che richiama le<br />

sperimentazioni Bauhaus e <strong>di</strong>viene un total concept<br />

nell'habitat <strong>di</strong> Missoni: i grafismi dei tessuti<br />

vengono estesi ai pannelli che rivestono le pareti,<br />

alle tende, ai pavimenti, dove i rilievi dei double<br />

elaborati per sofà e cuscini si traslano sui tappeti<br />

sagomati a fiore. Anche le isole <strong>di</strong> relax entrano<br />

nella collezione, ibri<strong>di</strong> tra sofà e letto che creano<br />

una geografia della lentezza immersa in un<br />

paesaggio fantastico in cui perdersi e nel contempo<br />

ritrovarsi. Rosita Missoni così descrive<br />

l'habitat della sua collezione: "La casa è viva e si<br />

muove, respira con te e accoglie gli amici, esprime<br />

i tuoi sogni. L'arredo creativo consente anche<br />

il viaggio dell'illusione, senza spostamenti.<br />

Viaggiare nella realtà è comunque un fantastico<br />

propellente vitale. Spesso, in viaggio, si ha biso-<br />

armani/casa code<br />

��<strong>Il</strong> tessile è uno degli elementi chiave della collezione<br />

casa <strong>di</strong> Giorgio Armani che ricerca,<br />

anche nella vestizione degli interni, un'elegante<br />

armonia tra l'universo maschile e quello femminile.<br />

L'ultima collezione si chiama emblematicamente<br />

Per Lui/Per Lei ed è una costellazione <strong>di</strong><br />

mobili, decorazioni e tessuti che rivestono l'habitat<br />

<strong>di</strong> lui e <strong>di</strong> lei in accostamenti armonici che<br />

riflettono l'habitus Armani. In questo modo la filosofia<br />

Armani si <strong>di</strong>ffonde anche negli interni casa<br />

sviluppando un vero e proprio stile <strong>di</strong> vita.<br />

La ricerca tessile per gli interni segue le creazioni<br />

moda della griffe: morbi<strong>di</strong> grafismi e linee sinuose<br />

si intercalano a geometrie più rigorose, come la<br />

losanga che crea un effetto optical tri<strong>di</strong>mensiona-<br />

trame femminili<br />

�� Ispirata dalla luce scan<strong>di</strong>nava, Aurora<br />

Boreale, della textile designer danese<br />

Charlotte Houma, è una collezione <strong>di</strong> tende<br />

con tessuto perforato che creano nell'ambiente<br />

un effetto tri<strong>di</strong>mensionale e continui giochi <strong>di</strong><br />

luce. Prodotta da Faber, questa collezione è<br />

stata recentemente selezionata per il premio<br />

Delta '07 organizzato da ADI FAD (Associazione<br />

<strong>di</strong> Industrial Design) <strong>di</strong> Barcellona. La designer<br />

ha lavorato con materiale tessile sperimentale<br />

per molti anni, usando <strong>di</strong>fferenti tecniche come<br />

stampaggi chimici, tagli fatti a mano con un<br />

semplice taglierino, tagli a laser e altri tagli <strong>di</strong>gitali<br />

per bucare la materia e giocare con la luce.<br />

L’ispirazione nasce dall'architettura moresca <strong>di</strong><br />

Alhambra, con i suoi motivi decorativi a buchi,<br />

le e che troviamo ad esempio nella zona living nelle<br />

trame della poltrona London e del sofà Otello.<br />

L'habitat Armani riflette il gusto dello stilista per la<br />

purezza minimal e per un lusso ricercato anche<br />

nelle forme più semplici, risultato <strong>di</strong> stratificazioni<br />

culturali come il suo amore per l'Art Déco e<br />

l'Orientalismo. Particolare attenzione è riposta<br />

alle armonie formali e materiche nell'accostamento<br />

dei mobili e a quelle cromatiche e stilistiche<br />

nell'abbinamento dei tessuti e nella scelta<br />

degli accessori.<br />

Rappresentative della filosofia Armani sono<br />

anche le novità in e<strong>di</strong>zione limitata prodotte per il<br />

periodo natalizio, Antoinette e Adelchi, veri e propri<br />

"arre<strong>di</strong> gioiello". Antoinette è una coiffeuse<br />

remixata in un look più scan<strong>di</strong>navo.<br />

Tra i progetti in corso d'opera anche un'importante<br />

mostra in maggio al Danish Museum of<br />

Decorative Art <strong>di</strong> Copenhagen intitolata<br />

Waterdreams. Con questo progetto la designer<br />

sottolinea il paradosso dell'acqua: bisogno<br />

per sopravvivere e ragione <strong>di</strong> morte in molti luoghi<br />

del mondo. Le gran<strong>di</strong> installazioni per questa<br />

mostra sono delle opere d'arte uniche, ma<br />

con pochi cambiamenti la Houman crea un<br />

design utile per l'industria che conduce <strong>di</strong>rettamente<br />

alla prossima collezione Faber ispirata ai<br />

suoi lavori artistici, nuovi motivi a buchi che possono<br />

essere utilizzati sia come tende che come<br />

pannelli.<br />

Anche le designer svedesi Ulrika Elovsonn e<br />

gno <strong>di</strong> trovare un rifugio, con lo spirito e il sapore<br />

<strong>di</strong> casa. E questo è possibile se lo stile <strong>di</strong> uno spazio<br />

è un <strong>di</strong>stillato <strong>di</strong> armonie, una fusione <strong>di</strong><br />

memorie e desideri, <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni e gusti universali,<br />

un insieme <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita".<br />

A queste originali creazioni in tessuto <strong>di</strong> soft-furnishing<br />

si affianca da qualche anno una produzione<br />

hard-furnishing con la rivisitazione, per esempio,<br />

<strong>di</strong> una delle icone della produzione <strong>di</strong> Verner<br />

Panton, la Rocking chair, <strong>di</strong>sponibile in versione<br />

relaxer singola ed extralarge, o la seduta<br />

Mademoiselle à la Mode vestita da Philippe<br />

Starck per Kartell anche con le tonalità Missoni.<br />

La collezione si incrementa così con un nuovo ele-<br />

rivestita in prezioso tessuto color champagne,<br />

mentre Adelchi è una scrivania che si caratterizza<br />

per il suo contenuto artigianale in cui le tessere<br />

<strong>di</strong> metallo satinato e lucido del rivestimento<br />

sono applicate una per una. Così Giorgio Armani<br />

descrive la sua special e<strong>di</strong>tion: "Con queste e<strong>di</strong>zioni<br />

numerate ho voluto parlare <strong>di</strong> unicità. Ho<br />

pensato a persone uniche e al loro desiderio <strong>di</strong><br />

possedere qualcosa <strong>di</strong> speciale".<br />

Armani/Casa, con trentatre negozi in<strong>di</strong>pendenti<br />

nelle più importanti città del mondo e cento punti<br />

ven<strong>di</strong>ta in oltre trentacinque nazioni, rappresenta<br />

un marchio in forte espansione nel panorama<br />

dell'interior design, grazie anche al lancio dell'esclusiva<br />

catena Armani Hotels&Resorts in colla-<br />

Ulrika Mårtensson creano originali trame tessili<br />

che vanno a caratterizzare lo spazio, come le can<strong>di</strong>de<br />

tende Wing e la serie <strong>di</strong> cuscini e plaid<br />

Wobbling Wool esposti all'ultimo Salone Satellite<br />

<strong>di</strong> Milano. La serie Wobbling Wool in particolare è<br />

nata durante il lavoro <strong>di</strong> ricerca della Mårtensson<br />

nel campo dei tessuti insonorizzati, da cui sono<br />

nate forme lavorate a maglia come un volume tri<strong>di</strong>mensionale<br />

organico che isola dal freddo e dal<br />

suono. Recentemente hanno esposto l'installazione<br />

Sculpturegarden of objects nella cornice del<br />

leggendario hotel <strong>di</strong> Stoccolma Berns Salonger.<br />

Forme multicolor caratterizzano invece le creazioni<br />

della designer belga Romy Smits, che dal<br />

2005 lavora sul concetto wooky, una forma<br />

organica in cui si riflette la componente infanti-<br />

mento nelle presentazioni-evento che<br />

MissoniHome ha in calendario ogni anno.<br />

L'altissima qualità tecnologica e la ricercatezza<br />

dei tessuti si deve alla collaborazione più che ventennale<br />

con l'azienda T&J Vestor che esprime il<br />

sodalizio tra il know-how <strong>di</strong> un'azienda ai vertici del<br />

settore dell'arredamento e la creatività della maison<br />

Missoni, grazie al quale la collezione<br />

MissoniHome, ricco mosaico <strong>di</strong> prodotti tessili<br />

(soft furnishing) e complementi d'arredo (hard<br />

furnishing), sta conoscendo un crescente successo<br />

che negli ultimi anni l'ha portata a ottenere un<br />

forte riscontro sul mercato internazionale. �<br />

www.missonihome.com<br />

borazione con Emaar Properties (una delle società<br />

immobiliari più importanti del mondo), i cui<br />

interni saranno arredati con collezioni<br />

Armani/Casa create ad hoc.<br />

Un altro dei progetti in progress è quello <strong>di</strong> ospitare<br />

mostre e co-bran<strong>di</strong>ng all’interno dei propri<br />

punti ven<strong>di</strong>ta, che <strong>di</strong>ventano così spazi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

della produzione <strong>di</strong> artisti contemporanei affini<br />

alla filosofia Armani, come già è avvenuto con<br />

la mostra itinerante Immagini del Mondo, de<strong>di</strong>cata<br />

al fotografo Georg Gerster e inaugurata negli<br />

spazi della boutique Armani/Casa <strong>di</strong> Parigi, in<br />

seguito ospitata nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Londra, New York e<br />

Madrid. �<br />

www.armanicasa.com<br />

le della designer. Ricordando un po' la tecnica <strong>di</strong><br />

moltiplicazione <strong>di</strong> uno stesso motivo utilizzata<br />

dall'artista olandese Escher, il concetto wooky<br />

si articola attraverso una collezione sempre più<br />

numerosa <strong>di</strong> simboli, stampe grafiche, creazioni<br />

<strong>di</strong> alta moda e tessuti per l'interno.<br />

Nell'universo home sviluppa il total concept per<br />

il bagno Wookywahallah e la Wooky lamp realizzata<br />

per la mostra EI - Entity Identity al SM's,<br />

Stedelijk Museum's-Hertogenbosch, aperta fino<br />

al 2 marzo 2008 e in seguito a Pechino in occasione<br />

dei Giochi olimpici. �<br />

www.charlottehouman.com<br />

www.ulrikaelovsson.com<br />

www.ulrikamartensson.se<br />

www.romysmits.com


76.infumo Exibart.onpaper<br />

a cura <strong>di</strong> gianluca testa<br />

è deciso: si vive!<br />

Siamo lontani. Lontanissimi da Le Vite del Vasari. Distanti anni luce da qualsiasi forma <strong>di</strong> critica d'arte conosciuta. In<br />

questo caso conta il linguaggio. Nuovo, inclassificabile, <strong>di</strong>retto. E a svilupparlo, seppur con esiti <strong>di</strong>fferenti, ci sono due<br />

artisti che non sono né biografi, né storici, né critici…<br />

��Misurare il dolore è un compito<br />

<strong>di</strong>fficile. Ancor più faticoso è<br />

dare forma e corpo alla depressione,<br />

ai tormenti, agli incubi e<br />

alle angosce <strong>di</strong> certi artisti.<br />

Uomini assai poco comuni.<br />

Pren<strong>di</strong>amo ad esempio Paul<br />

Gauguin e Vincent Van Gogh, vittime<br />

loro malgrado della propria<br />

genialità. Due anime sensibili,<br />

maltrattate e abbandonate perché<br />

conoscessero da vicino solitu<strong>di</strong>ne<br />

e povertà. Ma chi dei due<br />

ha sofferto <strong>di</strong> più? Forse "il genio<br />

vestito <strong>di</strong> piaghe, il re del dolore a<br />

olio su tela, il maestro dell'acquerello<br />

e lacrime su carta". No. Non<br />

si tratta del pittore olandese.<br />

Almeno secondo Marcello Jori.<br />

"Non si tratta <strong>di</strong> Vincent Van<br />

Gogh a cui tutti pensano quando<br />

si pronuncia la parola dolore. Ma<br />

del suo amico Gauguin, ingiustamente<br />

collocato in seconda posizione<br />

della graduatoria del soffrire<br />

artistico". Due citazioni tratte<br />

dal libro illustrato da Jori e e<strong>di</strong>to<br />

da Coconino Press, È deciso: si<br />

muore!. Non un romanzo né un<br />

fumetto né una graphic novel né<br />

una biografia. Impossibile catalogarlo.<br />

Meglio parlare <strong>di</strong> libro illustrato,<br />

appunto. O <strong>di</strong> una "pre<strong>di</strong>cazione",<br />

come recita il sottotitolo.<br />

Un omaggio da artista ad artista.<br />

Un saggio poetico ed estremo,<br />

partecipato e carico d'ammirazione.<br />

Un'opera complessa<br />

che Jori, grande maestro per<br />

l'uso <strong>di</strong> parole e pennelli, ha scritto<br />

e <strong>di</strong>segnato perché fosse<br />

letta, recitata, raccontata. La<br />

scelta del linguaggio aperto e <strong>di</strong><br />

una pre<strong>di</strong>cazione illustrata che<br />

non ha precedenti da mettere a<br />

confronto è ciò che ci si aspettava<br />

dal ritorno al fumetto <strong>di</strong><br />

Marcello Jori. Lui, lo sperimentatore,<br />

è artista completo. Insieme<br />

a Mattotti, Carpinteri, Giacon,<br />

Brolli, Igort (che ha ritrovato<br />

proprio alla Coconino come <strong>di</strong>rettore<br />

e<strong>di</strong>toriale) e altri, negli anni<br />

'80 ha contribuito a fare grande<br />

il gruppo Valvoline. Tra sperimentazioni,<br />

suggestioni e citazio-<br />

bolle.<br />

DUE GUIDE ILLUSTRATE PARTONO DA "ZERO"<br />

Nascono le ZeroGuide <strong>di</strong> Milano e Roma. Due<br />

volumi annuali, gratuiti, completi <strong>di</strong> recensioni<br />

guidano ai migliori luoghi nelle città più gran<strong>di</strong><br />

d'Italia. Ma soprattutto due guide illustrate. Le<br />

sezioni sono accompagnate da <strong>di</strong>segni, schizzi<br />

e un breve racconto a fumetti realizzato da<br />

due giovani illustratori italiani coor<strong>di</strong>nati da<br />

Matteo Stefanelli: si tratta <strong>di</strong> Davide Toffolo<br />

(Milano) e Marco Corona (Roma). Sono loro a<br />

reinterpretare in chiave visionaria le atmosfere<br />

e i luoghi urbani. <strong>Il</strong> progetto, pensato e promosso<br />

da E<strong>di</strong>zioni Zero, proseguirà con la<br />

realizzazione della guida <strong>di</strong> Torino.<br />

www.e<strong>di</strong>zionizero.com/it/guide<br />

ni che trovavano nelle avanguar<strong>di</strong>e<br />

storiche la prima ispirazione,<br />

Valvoline ha stimolato lo sviluppo<br />

della nuova cultura del fumetto<br />

attraverso l'elaborazione <strong>di</strong><br />

forme espressive ricche <strong>di</strong> felici<br />

contaminazioni. Purtroppo il<br />

gruppo si scioglie con la chiusura<br />

<strong>di</strong> riviste come Alter Alter e<br />

Frigidaire. Ma gli artisti sopravvissuti<br />

al decennio oscuro che ne<br />

seguì sono riusciti ugualmente a<br />

lasciare un segno. Jori, più noto<br />

come pittore e romanziere (in<strong>di</strong>menticabile<br />

anche tra i bambini il<br />

suo Gigi Tempesta, reperibile in<br />

molte biblioteche delle scuole<br />

me<strong>di</strong>e come valida alternativa a<br />

Gian Burrasca), oltre che illustratore<br />

e fumettista è anche designer.<br />

Tutto questo conferma l'amore<br />

che Jori nutre per l'arte, in<br />

qualunque forma si esprima. Un<br />

amore che si traduce in questo<br />

tributo a Gauguin. Un solo grande<br />

capitolo che racconta gli ultimi<br />

anni dell'artista. La fuga da<br />

Parigi e la conseguente nostalgia,<br />

le lunghe notti <strong>di</strong><br />

Tahiti, il tentativo <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o,<br />

la realizzazione <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> opere e stralci <strong>di</strong><br />

un carteggio che ravviva<br />

la figura dell'uomo-artista,<br />

la sua fine (anzi, la<br />

liberazione) avvenuta ad<br />

Atuana, nell'arcipelago<br />

delle Isole Marchesi. Jori<br />

<strong>di</strong>pinge Gauguin come<br />

un martire, un Gesù crocifisso<br />

su una tela da<br />

pennelli gocciolanti.<br />

Sopra la sua testa la<br />

sigla P.P.R.P. (Pavulvus<br />

LUCCA: VENTUNO MOSTRE IN SEI MESI<br />

<strong>Il</strong> Museo del Fumetto <strong>di</strong> Lucca ha organizzato<br />

tre eventi espositivi e ventuno mostre a<br />

tema composte da oltre millecinquecento<br />

tavole originali. E tutto questo solo nei primi<br />

sei mesi del 2008. In primo piano ci saranno<br />

personaggi e storie western nati dalle mani<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> autori (Hugo Pratt, Sergio Toppi e<br />

Dino Battaglia). In cantiere c'è anche un progetto<br />

per la realizzazione <strong>di</strong> un albo che racconta,<br />

intrecciandole, le storie <strong>di</strong> emigrati<br />

lucchesi: da Giacomo Puccini al trombettiere<br />

al servizio <strong>di</strong> Custer, John Martini. A <strong>di</strong>segnarla<br />

saranno quattro gran<strong>di</strong> maestri del<br />

fumetto italiano: Sergio Toppi, Sergio Tisselli,<br />

Giovanni Ticci e Renzo Calegari.<br />

www.museoitalianodelfumetto.it<br />

Pariginus Rex Pictorvm). Lo<br />

ve<strong>di</strong>amo nudo e malato. Lo ve<strong>di</strong>amo<br />

vomitare sulla montagna<br />

dove pensava sarebbe morto.<br />

L'empatia si estremizza con l'invenzione<br />

<strong>di</strong> una lettera scritta<br />

dall'autore al maestro e con l'in<strong>di</strong>viduazione<br />

dei tre picchi <strong>di</strong> dolore<br />

nella vita <strong>di</strong> Gauguin (l'abbandono<br />

della moglie, la negazione<br />

degli amici e il rifiuto <strong>di</strong> critici e<br />

colleghi) che lo porteranno a<br />

scrivere E' deciso: si muore!.<br />

L'intreccio dei registri e l'espressività<br />

violenta degli acquerelli <strong>di</strong><br />

Jori - che strappano la poetica <strong>di</strong><br />

Jean Michel Folon per rigurgitarla<br />

restituendo all'uso del colore<br />

nuovi significati visivi - vanno<br />

ben al <strong>di</strong> là delle aspettative del<br />

pubblico cui il lavoro è destinato.<br />

Quest'opera è per tutti. Per gli<br />

stu<strong>di</strong>osi e gli amanti dell'arte, per<br />

i lettori <strong>di</strong> fumetti, per i poeti e gli<br />

studenti. Anche perché Jori sa<br />

scrivere. Lo fa bene. E le parole,<br />

liberate dal vincolo dei balloon,<br />

scorrono leggere e sfumate, a<br />

tratti impercettibili. Parole scritte<br />

coi pennelli, con la stessa consistenza<br />

liquida dell'acquerello.<br />

Una scelta che rende il libro<br />

intraducibile in altre lingue.<br />

Anche per questo unico.<br />

Lo stesso non si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

Gra<strong>di</strong>mir Smudja, che sempre<br />

per passione ha scelto invece <strong>di</strong><br />

raccontare una strana vicenda<br />

della vita <strong>di</strong> Van Gogh. L'artista<br />

serbo, emigrato nel 1982 e ora<br />

“<br />

Per nulla simili in<br />

esperienza e sensibilità,<br />

Marcello Jori e Gra<strong>di</strong>mir<br />

Smudja sono due illustratori<br />

che hanno raccontato coi<br />

fumetti, ognuno a modo suo,<br />

quella strana competizione<br />

del "soffrire artistico"<br />

BILBOLBUL, ATTO SECONDO<br />

<strong>Il</strong> festival internazionale del fumetto BilBOlbul<br />

arriva alla sua seconda e<strong>di</strong>zione (a Bologna<br />

dal 5 al 9 marzo 2008). L'organizzazione è<br />

ancora dell'associazione culturale Hamelin. <strong>Il</strong><br />

primo piano su Gianni De Luca, una sezione<br />

su "fumetto e jazz" con Louis Joos, focus sul<br />

fumetto cinese e statunitense e, come sempre,<br />

tanti ospiti. Tra questi Stefano Ricci e<br />

Gabriella Giandelli. Tra le proiezioni in programma,<br />

da non perdere il documentario sul<br />

maestro Will Eisner. Per i più piccoli ci sarà<br />

il Cocco Bill <strong>di</strong> Jacovitti interpretato da Luca<br />

Salvagno.<br />

www.bilbolbul.net<br />

www.coconinopress.com<br />

www.artling.it/jori.html<br />

link.<br />

residente in lucchesia, ha raggiunto<br />

la notorietà proprio grazie<br />

all'uscita dell'albo Vincent e Van<br />

Gogh (Grifo E<strong>di</strong>zioni). Una biografia<br />

romanzata poco attinente al<br />

reale. Un'opera <strong>di</strong> fantasia nella<br />

quale il vero autore dei quadri <strong>di</strong><br />

Van Gogh è un piccolo e turbolento<br />

felino <strong>di</strong> pelo rosso e per<br />

questo rassomigliante al pittore<br />

olandese. Quasi come fosse un<br />

alter ego. Quello folle e geniale.<br />

Molto simile al gatto con gli stivali,<br />

solo più violento e meschino.<br />

Nonostante il forte accento ironico,<br />

surreale e anche un po' grottesco,<br />

la storia scorre meno fluida<br />

delle vignette. Le carenze nei<br />

testi e nella sceneggiatura sono<br />

compensate da straor<strong>di</strong>narie illustrazioni<br />

che scorrono in una<br />

sequenza <strong>di</strong> richiami e riman<strong>di</strong><br />

pittorici. Smudja, pur mantenendosi<br />

fedele alla sua pittura, sfrutta<br />

a pieno l'acquerello coprendo<br />

ogni spazio e marcando visibilmente<br />

luci e ombre con i colori e<br />

lo stile degli impressionisti. Le<br />

citazioni si sprecando: da<br />

Rembrant a Delacroix (secondo<br />

il gatto Vincent <strong>di</strong>pinti dai suoi<br />

avi) fino a Picasso, Monet e<br />

Gauguin, i cui quadri sarebbero -<br />

secondo il racconto - opera <strong>di</strong> un<br />

pappagallo. In questo<br />

volume, in ven<strong>di</strong>ta perfino<br />

al Van Gogh Museum <strong>di</strong><br />

Amsterdam, il pittore ha<br />

una limitata espressività<br />

e viene presentato come<br />

un uomo inetto e privo <strong>di</strong><br />

qualsiasi talento. Mentre<br />

il Gauguin visto con gli<br />

occhi <strong>di</strong> Smudja, che non<br />

sembra neppure lontano<br />

parente <strong>di</strong> quello tormentato<br />

e poetico <strong>di</strong> Jori,<br />

rischia <strong>di</strong> confondere l'immaginario<br />

dei lettori<br />

meno preparati. Del resto<br />

si tratta pur sempre <strong>di</strong> un<br />

fumetto. E l'attinenza al reale<br />

<strong>di</strong>venta solo un pretesto per narrare<br />

una piccola grande storia <strong>di</strong><br />

fantasia.<br />

Tutto questo, comunque, è solo l'inizio<br />

<strong>di</strong> un genere. Anche se lavorando<br />

<strong>di</strong> fantasia c'è già chi ha trovato<br />

ispirazione rivisitando il<br />

mondo dei gran<strong>di</strong> artisti. L'ultimo<br />

esempio in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo è Chi<br />

vuole uccidere Picasso? (<strong>di</strong> Nick<br />

Bertozzi, e<strong>di</strong>to da Guanda): un triller<br />

<strong>di</strong> inizio secolo i cui protagonisti<br />

sono appunto Pablo Picasso,<br />

Georges Braque, Erik Satie,<br />

Guillaume Apollinaire, Henri<br />

Matisse e lo stesso Paul Gauguin.<br />

Ebbene, mentre Smudja ha già<br />

pubblicato un altro omaggio alla<br />

pittura con Le Bordel des Muses<br />

nella quale si rievoca la vita tormentata<br />

<strong>di</strong> Henri de Toulouse-<br />

Lautrec, Marcello Jori porterà<br />

avanti il suo progetto con la<br />

Coconino Press realizzando altri<br />

quattro volumi de<strong>di</strong>cati ad altrettanti<br />

artisti molto <strong>di</strong>versi tra loro.<br />

Picasso, Mo<strong>di</strong>gliani, Andy<br />

Warhol e Frederic Edwin<br />

Church. �


Exibart.onpaper primopelo.77<br />

a cura <strong>di</strong> pericle guaglianone<br />

umberto chio<strong>di</strong><br />

Romanticismo neo-folk. Ancora un artista <strong>di</strong>chiaratamente<br />

alle prese con l'Ideale. Solida formazione intellettuale e<br />

un'invi<strong>di</strong>abile coerenza <strong>di</strong> vedute. Ha da poco lasciato<br />

l'Emilia per una lontana (almeno idealmente) Milano…<br />

Una battuta che sintetizzi il senso della tua<br />

ricerca?<br />

Dovendo presentare il mio lavoro con un'immagine<br />

parlerei <strong>di</strong>… Un Semaforo Interiore<br />

[con le maiuscole, ndr].<br />

In effetti è un lavoro per molti versi imme<strong>di</strong>ato,<br />

benché denso <strong>di</strong> riferimenti alla storia dell'arte<br />

e non solo. Quali sono gli artisti e i movimenti<br />

cui hai guardato con più interesse?<br />

Di artisti ne ho amati e trascurati tanti. Dico trascurati<br />

perché alcuni mi hanno molto impressionato<br />

senza che poi riuscissi a de<strong>di</strong>care loro il giusto<br />

approfon<strong>di</strong>mento. La tv e Internet, che abituano<br />

all'immagine-flash, senza contesto, senza<br />

<strong>di</strong>dascalia, aggravano la <strong>di</strong>sattenzione; in più in<br />

Italia certi artisti storicizzati <strong>di</strong> fama internazionale<br />

non vengono valorizzati come meriterebbero.<br />

Penso per esempio a Füssli, o a William Blake...<br />

Parallelamente a questi, e ad altri giganti come<br />

Dürer, Leonardo, Klinger, Moreau, Böcklin,<br />

Picasso, Ernst, Bearsdley, Rops, mi hanno coinvolto<br />

e marchiato a fuoco certe illustrazioni per<br />

l'infanzia. Penso a John Tenniel, alla crudeltà <strong>di</strong><br />

Heinrich Hoffmann, alle fantasie coloratissime <strong>di</strong><br />

Antonio Rubino. Quel mondo naîf legato alla filastrocca<br />

e alla favola, si sovrappone nei miei riferimenti<br />

al mondo della stampa pubblicitaria fin<br />

de siècle e Decò, alla cartellonistica <strong>di</strong> Alfons<br />

Mucha o Marcello Dudovich. Sempre nell'ambito<br />

dell'arte applicata mi hanno appassionato le<br />

immaginette sacre antiche, quelle francesi<br />

soprattutto, e le vecchie foto-cartoline. Mi piacciono<br />

le fotografie <strong>di</strong> Lewis Carroll, le operazioni<br />

filmiche <strong>di</strong> David Lynch, <strong>di</strong> Matthew Barney... Gli<br />

artisti su cui mi sono soffermato e documentato<br />

<strong>di</strong> più sono i Simbolisti. Un contemporaneo che<br />

mi ha affascinato molto e <strong>di</strong> cui ho visto recentemente<br />

una mostra a Berlino è John Colemann.<br />

E sul tavolo in cucina, in questi giorni, ho la rie<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> Una settimana <strong>di</strong> bontà <strong>di</strong> Max Ernst.<br />

Artisti si <strong>di</strong>venta o, alla fin fine, si nasce?<br />

Essere un artista credo sia innanzitutto una<br />

con<strong>di</strong>zione dell'anima. Non credo alla con<strong>di</strong>zione<br />

dell'artista per caso. Se mi chie<strong>di</strong> come<br />

questo sia <strong>di</strong>ventato un lavoro, <strong>di</strong>co che forse<br />

ho sempre pensato che lo volesse <strong>di</strong>ventare.<br />

Formazione canonica?<br />

Mi sono <strong>di</strong>plomato al Liceo Artistico <strong>di</strong> Bologna e<br />

ho frequentato il corso <strong>di</strong> pittura all'Accademia<br />

delle Belle Arti, sempre a Bologna. <strong>Il</strong> mio percorso<br />

è stato <strong>di</strong>retto e preciso, ma ho anche avuto<br />

interessi trasversali significativi: dalle lezioni <strong>di</strong><br />

pianoforte ad esperienze come aiuto scenografo;<br />

dalla collaborazione con scrittori alla frequentazione<br />

<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'Antroposofia.<br />

Arti visive e attualità socio-politica possono<br />

guardarsi dritte negli occhi?<br />

Oggi quando l'arte e l'attualità socio-politica si<br />

guardano dritte negli occhi solitamente scoppia<br />

il sensazionalismo. Forse l'arte contemporanea<br />

vive anche <strong>di</strong> questa balorda pubblicità, che confonde<br />

la gran<strong>di</strong>osità <strong>di</strong> un'opera con la gran<strong>di</strong>osità<br />

<strong>di</strong> uno scandalo e dà a<strong>di</strong>to a grida inutili, in<br />

sostanza alla confusione. Le con<strong>di</strong>zioni sociali e<br />

culturali <strong>di</strong> un'epoca sono parte del processo<br />

creativo <strong>di</strong> qualsiasi artista, ma la vera opera<br />

d'arte è un riflesso capace <strong>di</strong> guardare oltre.<br />

Chi scrive d'arte come si è espresso a proposito<br />

del tuo lavoro?<br />

Ogni critico si è focalizzato su un particolare<br />

aspetto poetico o formale. Ognuno ha una propria<br />

linea <strong>di</strong> indagine che <strong>di</strong>pende dalla sensibilità,<br />

dal gusto personale e dalla formazione culturale…<br />

Ad esempio in Germania la critica ha puntato il<br />

<strong>di</strong>to sugli aspetti energetico-sessuali e sulle consonanze<br />

carrolliane; in Italia ci si è focalizzati sull'aspetto<br />

onirico-esoterico e pop-surrealista. Le<br />

interpretazioni sono su livelli <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong>versi e<br />

tutte, finora, possono trovare un effettivo riscontro<br />

con la mia opera. Con i critici ho un buon rapporto<br />

anche se oggi nel mondo dell'arte esistono<br />

molti improvvisati e poca professionalità.<br />

Una persona attualmente molto<br />

importante?<br />

<strong>Il</strong> mio gallerista, Enzo Cannaviello, con il<br />

quale ho un rapporto <strong>di</strong> esclusiva. L'ho<br />

conosciuto un paio d'anni fa attraverso<br />

Alberto Zanchetta, giovane critico<br />

e amico.<br />

Hai scelto Milano. Una decisio-<br />

ne sofferta?<br />

Sono sempre vissuto nella campagna bolognese<br />

e l'esigenza <strong>di</strong> vivere la città era <strong>di</strong>ventata<br />

forte. Ho scelto Milano per <strong>di</strong>verse ragioni, tra<br />

cui l'apertura alla scena internazionale. Non<br />

sapevo come la mia natura intimista avrebbe<br />

reagito alla realtà della folla, e <strong>di</strong> conseguenza<br />

come questo avrebbe influenzato il mio approccio<br />

al lavoro. Ora lo so e so anche che non tornerei<br />

più in<strong>di</strong>etro.<br />

Passi molte ore in stu<strong>di</strong>o?<br />

I modesti stu<strong>di</strong> che ho avuto sono <strong>di</strong>ventati tutti la<br />

mia piccola stanza delle meraviglie. Quando sono<br />

arrivato a Milano e ho trovato un nuovo stu<strong>di</strong>o, quest'esigenza<br />

si è rafforzata per bilanciare il mio spaesamento,<br />

per continuare ad avere un riferimento<br />

ambientale sicuro. Un elemento capace <strong>di</strong> influenzarmi<br />

mentre lavoro è la musica. Cerco <strong>di</strong> sincronizzare<br />

le sonorità con il mio stato d'animo e viceversa.<br />

Purtroppo a Milano vincono spesso le sirene<br />

della polizia e i clacson delle auto…<br />

Qual è la mostra migliore che hai fatto e perché?<br />

La più esaustiva è stata la doppia personale dal<br />

titolo Asfodelo, con Gabriele Memola, allo Stu<strong>di</strong>o<br />

d'Arte Cannaviello. Cito questa non solo perché<br />

è la mostra più recente e rappresentativa del<br />

mio lavoro ad oggi, ma anche perché si era creato<br />

una sorta <strong>di</strong> percorso guidato sulla metamorfosi<br />

(allestito in due sale separate). Le opere <strong>di</strong><br />

Memola poeticamente embrionali ed eteriche<br />

culminavano in una raffigurazione iper-umana<br />

del corpo, mentre nella mia sala si entrava nel<br />

corpo stesso e nelle morfologie dell'inconscio.<br />

Bio. Umberto Chio<strong>di</strong> è Nato a Bentivoglio<br />

(Bologna) nel 1981; vive a Milano. Personali:<br />

Semplicitas, Duplicitas, Galleria Schultz<br />

Contemporary, Berlino; Asfodelo, (con Gabriele<br />

Memola), Stu<strong>di</strong>o d'Arte Cannaviello, Milano<br />

(2007). Tra le collettive: Arrivi e Partenze. Italia,<br />

a cura <strong>di</strong> A. Fiz e W. Gasperoni, Mole<br />

Vanvitelliana, Ancona; The Mix-Up, Limited<br />

Gallery, Milano (2008); Arte Italiana, 1968-<br />

2007, a cura <strong>di</strong> V. Sgarbi, Palazzo Reale,<br />

Milano; Allarmi 3, a cura <strong>di</strong> A. Zanchetta, I.<br />

Quaroni, A. Trabucco, C. Antolini.<br />

Caserma de Cristoforis, Como;<br />

Dopamine, a cura <strong>di</strong> I. Quaroni, Stu<strong>di</strong>o<br />

d'Arte Cannaviello, Milano (2007); K<br />

to your heart, a cura <strong>di</strong> I. Quaroni,<br />

KGallery, Legnano, Milano (2006);<br />

XX Premio <strong>di</strong> Incisione Giorgio<br />

Moran<strong>di</strong>, Museo Moran<strong>di</strong>,<br />

Bologna; <strong>Il</strong> Serafico<br />

Succedaneo, a cura <strong>di</strong><br />

A.Zanchetta , Galleria Pier<br />

Giuseppe Carini, San<br />

Giovanni Valdarno, Arezzo<br />

(2005); Cauda Pavonis,<br />

a cura <strong>di</strong> A.Zanchetta,<br />

AndreA Arte<br />

ContemporaneA,<br />

Vicenza (2004).<br />

Simone Bergantini - a sinistra:<br />

Max, 2007 - Stampa a getto <strong>di</strong><br />

inchiostro fissata sotto plexiglass -<br />

150x150 cm e stampa a getto <strong>di</strong><br />

carboncino su carta cotone -<br />

90x90 (3/3) e 50x50 (9/9) + 1 pda.<br />

a destra: RM041SB, 2004 - dal<br />

ciclo La città plausibile, cm 60X40 -<br />

stampata su carta baritata tiratura<br />

3/3 + 1 pda.<br />

Umberto Chio<strong>di</strong> - a sinistra: Amore specchiamoci nella TV, 2007, 24x33 cm, china e acquarello su carta.<br />

a destra Lo specchio, 2007, 26x42 cm, mista su carta - Courtesy Stu<strong>di</strong>o d'Arte Cannaviello.<br />

Quando hai capito <strong>di</strong><br />

poter fare sul serio?<br />

Quando ho venduto la<br />

prima fotografia. E ho pensato<br />

<strong>di</strong> proseguire quando i<br />

collezionisti sono <strong>di</strong>ventati<br />

troppi... Cerco sempre <strong>di</strong> parlare<br />

con leggerezza <strong>di</strong> questo<br />

investimento sociale e lasciare<br />

che tutta la profon<strong>di</strong>tà si traduca<br />

nella superficie delle mie immagini.<br />

Che formazione hai?<br />

Ho avuto la fortuna <strong>di</strong> crescere in una<br />

famiglia che da sempre frequenta il<br />

mondo dell'arte. Ho avuto modo <strong>di</strong> relazionarmi<br />

quoti<strong>di</strong>anamente con pittori,<br />

scultori, critici e collezionisti. Poi mi sono<br />

laureato in storia dell'arte contemporanea<br />

alla Sapienza, seguendo le lezioni dei professori<br />

Di Giacomo e Zambianchi, cui oggi riconosco<br />

il merito <strong>di</strong> non aver ingabbiato il mio pensiero.<br />

La fotografia è stata una scelta successiva e<br />

relativamente recente. In quel momento rappresentava<br />

la cosa più lontana dalla mia vita ma anche<br />

la tecnica più imme<strong>di</strong>ata cui potessi accedere per<br />

affermare una mia autonomia espressiva, per esprimere<br />

con immagini alcune tematiche che sentivo<br />

esplodermi dentro. Ad oggi mi considero un buon auto<strong>di</strong>datta.<br />

Ho imparato sul campo: nella mia casa-stu<strong>di</strong>o<br />

c'è un arma<strong>di</strong>o con tutti i miei sbagli e un piccolo cassetto<br />

in cui conservo i negativi rappresentativi della mia<br />

poetica.<br />

In tre righe come presenteresti il tuo lavoro?<br />

Farei così: <strong>di</strong>sporrei queste tre righe su una superficie<br />

piana a formare un grafico ortogonale xyz.<br />

Allora ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> prenderla alla larga... Un tuo pregio?<br />

Quello che mi riconosco come un pregio è la capacità<br />

<strong>di</strong> rinnovare la forma mantenendo il baricentro nei<br />

contenuti. Anche se alcuni <strong>di</strong>cono che questo potrebbe<br />

essere il mio <strong>di</strong>fetto.<br />

<strong>Il</strong> tuo pantheon <strong>di</strong> riferimento?<br />

Emilio Cafiero, Gerhard Richter, Roger Ballen,<br />

Michelangelo, Gilbert & George, Kounellis, Jeff Koons,<br />

Antonello da Messina, Ettore Guatelli, Bronzino,<br />

Rembrandt, Canova, De Kooning, Duchamp, Bresson,<br />

Enrico Ghezzi, Fassbinder, Herzog, Antonioni, Fellini,<br />

Jonh McEntire, Battiato, Chris Cunninghum, Boltanski…<br />

Forse è meglio smettere, più ne scrivo più ne <strong>di</strong>mentico.<br />

Arti visive e attualità socio-politica in che rapporti<br />

sono?<br />

Sia l'arte che la nostra attualità socio-politica sanno che<br />

devono tenere la testa bassa per tutte le marachelle<br />

commesse. Per quello che mi riguarda due mie opere<br />

le ha acquistate un senatore, e questo mi sembra già<br />

un grande risultato.<br />

Sei sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> come viene interpretato il tuo lavo-<br />

simone bergantini<br />

Si <strong>di</strong>chiara un auto<strong>di</strong>datta della fotografia. Ma è cresciuto<br />

in mezzo agli artisti e si è laureato in storia dell'arte.<br />

Lucido e autoironico, ragiona <strong>di</strong> mercato e <strong>di</strong> metodologia<br />

<strong>di</strong> lavoro. E come molti, sta per sbarcare a Berlino…<br />

ro? In che rapporti sei con chi scrive d'arte?<br />

Ti sembrerò cinico ma spero si capisca il senso profondo<br />

<strong>di</strong> quanto sto per <strong>di</strong>re. Secondo me ad un certo livello<br />

non c'è migliore interpretazione <strong>di</strong> un lavoro che non<br />

sia il suo acquisto. È ovvio che non tutti possono acquistare<br />

un'opera d'arte e che, soprattutto, non tutti possono<br />

acquistare alcune costosissime opere d'arte, quin<strong>di</strong><br />

capisco quanto sia <strong>di</strong>scutibile questo mio modo <strong>di</strong><br />

pensare, che è riferito squisitamente a quello che io in<strong>di</strong>viduo<br />

come principale sistema <strong>di</strong> qualificazione <strong>di</strong> un'opera<br />

inserita nel "mercato dell'arte". D'altro canto devo<br />

pure confessare che le migliori interpretazioni vengono<br />

spesso fornite da chi non si occupa affatto <strong>di</strong> arte. Con<br />

i critici e con la stampa mantengo ottimi rapporti, non<br />

sono ancora sufficientemente famoso per potermi permettere<br />

dei nemici.<br />

Come avviene nel tuo caso l'approccio al lavoro?<br />

Ho due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavorare. <strong>Il</strong> primo, quello che pre<strong>di</strong>ligo<br />

come uomo, è legato al camminare. Alcune mie<br />

immagini traducono circostanze del mondo in cui<br />

riconosco un qualcosa che mi riporta alla mia natura<br />

profonda <strong>di</strong> essere umano. Confesso però che quando<br />

parto non lo faccio mai volentieri: i viaggi mi<br />

costringono a vedere cose profonde e dolorose, mentre<br />

a casa, nel mio stu<strong>di</strong>o, dove sto bene con me stesso,<br />

produco un altro tipo <strong>di</strong> immagini, più cerebrali,<br />

più intellettuali forse. Per l'ultimo ciclo <strong>di</strong> lavori<br />

Seminario sull'infanzia ho trovato un compromesso:<br />

costruivo dei set assumendo a stu<strong>di</strong>o gran<strong>di</strong> strutture<br />

industriali abbandonate. Ora vivo tra Milano e<br />

Roma ma sto per aprire il mio primo vero stu<strong>di</strong>o a<br />

Berlino. Spero <strong>di</strong> renderlo attivo per la fine agosto.<br />

Quale la mostra che non scorderai?<br />

Sicuramente la prima, a Milano. Una piccola personale<br />

in una stanza d'albergo. La ricordo veramente<br />

bene: fu la prima volta che degli sconosciuti espressero<br />

dei giu<strong>di</strong>zi sul mio lavoro.<br />

Un artista che ritieni particolarmente bravo?<br />

Qualche settimana fa sono andato a trovare in stu<strong>di</strong>o<br />

Pierluigi Febbraio, un mio coetaneo romano. Ho avuto<br />

l'impressione che in lui ci fosse poesia e ho visto nei<br />

suoi nuovi lavori una crescita formale incre<strong>di</strong>bile; se<br />

avrà la forza <strong>di</strong> insistere e la fortuna <strong>di</strong> trovare dei vali<strong>di</strong><br />

sostenitori credo possa fare gran<strong>di</strong> cose.<br />

Un'ultima battuta?<br />

Approfitto e la sparo grossa: posso propormi per una<br />

copertina <strong>di</strong> Exibart.OnPaper?<br />

Bio. Simone Bergantini è nato a Velletri (Roma) nel<br />

1977; vive tra Milano e Roma. Personali: <strong>Il</strong> sesto continente,<br />

Milano FlashArtShow, ATA Hotel Executive,<br />

room Romberg (2005). Collettive, premi, eventi: Vai.<br />

Vespa arte italiana, Pontedera (PI), Museo Piaggio, a<br />

cura <strong>di</strong> V. Dehò (2008); "Premio Cairo 2007" Milano,<br />

Palazzo della Permanente, finalista scelto dalla redazione;<br />

SerrONE, Monza, Biennale Giovani (2007);<br />

Rom[A]berg Roma, Romberg artecontemporanea;<br />

MiArtXI2006, Milano, stand Romberg (2006);<br />

Attraverso la fotografia, Bagnarola (BO), BW Project<br />

Breaking Waves; "Reality"<br />

Monteprandone (AP), Palazzo Parissi;<br />

Altre voci, altre stanze, Catania Arte<br />

Fiera, a cura <strong>di</strong> A. Riva; "Premio Celeste<br />

2005" Siena, Palazzo Pubblico, Finalista<br />

per Pittura Me<strong>di</strong>ale Studente; Se telefonando…,<br />

Teramo, PiziArte (2005); La<br />

Quadratura del paesaggio, Milano Flash<br />

Art Fair, Una Hotel Tocq, room Romberg;<br />

Finalista premio "PagineBianche<br />

d'Autore" per la regione Lazio, iniziativa<br />

promossa da SEAT Pagine Gialle, patrocinio<br />

DARC, in coll. con il GAI; Patti chiari!,<br />

Roma, RipArte 2004, Ripa Hotel, suite<br />

Romberg; "Terapia <strong>di</strong> gruppo", Latina,<br />

Romberg (2004).


78.ou? Exibart.onpaper<br />

elenco completo degli Exibart.point dove trovare Exibart.onpaper (se proprio siete così tirchi da non abbonarvi)<br />

Alessandria - ZOGRA - Corso Roma 123<br />

Ancona - ACRILICO CAFE - Corso Giuseppe Mazzini 89<br />

Ancona - ARTESSENZA - Via 1° Maggio 142/c<br />

Ascoli Piceno - LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7<br />

Asti - FONDO GIOV-ANNA PIRAS - Via Brofferio 80<br />

Bari - TAVLI BOOK - Strada Angiola 23<br />

Benevento - ARCOS - Corso Giuseppe Garibal<strong>di</strong><br />

Benevento - PESCATORE - Via S. Pasquale, 36<br />

Bergamo - ARS ARTE+LIBRI - Via Pignolo 116<br />

Bergamo - GAMEC - Via San Tomaso 52<br />

Biella - CAF. CITTADELLARTE - Via G. B. Serralunga 27<br />

Bologna - ARS CAPILLORUM - Via Del Pratello 13<br />

Bologna - ART TO DESIGN - Via Porta Nova 12<br />

Bologna - BETTY & BOOKS - Via Rialto 23a<br />

Bologna - BRAVO CAFE - Vico De Gra<strong>di</strong> 4r<br />

Bologna - FABRICA FEATURES - Via Rizzoli 8<br />

Bologna - IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20<br />

Bologna - LA SCUDERIA - Piazza Giuseppe Ver<strong>di</strong> 2<br />

Bologna - L'INDE LE PALAIS - Via De' Musei 6<br />

Bologna - MAMBO - BOOKSHOP - Via Don Giovanni Minzoni 4<br />

Bologna - MANA' - Via Cartoleria 15<br />

Bologna - MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24/b<br />

Bologna - NEON>CAMPOBASE - Via Francesco Zanar<strong>di</strong> 2/5<br />

Bologna - RAUM - Via Ca' Selvatica 4/d<br />

Bologna - SESTO SENSO - Via Giuseppe Petroni 9c<br />

Bologna - SUGAR BABE - Via San Felice 25d<br />

Bologna - VILLA SERENA - Via Della Barca 1<br />

Bologna - ZO'CAFE - Via Lodovico Berti 15/b<br />

<strong>Bolzano</strong> - CENTRO CULTURALE TREVI - Via Dei Cappuccini 28<br />

<strong>Bolzano</strong> - GOETHE2 - Via Dei Cappuccini 26a<br />

<strong>Bolzano</strong> - LIBERA UNIVERSITA' DI BOLZANO - Via R. Sernesi 1<br />

Brescia - PUNTO EINAUDI - Via Pace 16<br />

Cagliari - EXMA' - Via San Lucifero 71<br />

Cagliari - MAY MASK - Via Vincenzo Sulis 63<br />

Cagliari - T HOTEL - Via Dei Giu<strong>di</strong>cati<br />

Caldogno (vi) - C4 - Villa Caldogno, Via Zanella 3<br />

Castiglioncello (li) - LA LIMONAIA - CAST. PASQUINI - P.zza Della Vittoria 1<br />

Catania - PAPINI - Corso Italia 78<br />

Catania - ZO - Piazzale Asia 6<br />

Catanzaro - L'ISOLA DEL TESORO - Via Francesco Crispi 7<br />

Cesena - TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13<br />

Chieti - OFF. CULTURALI - Via Papa Giovanni XXIII 14<br />

Cinisello Balsamo (mi) - MUSEO DI FOTO. CONTEMP. - Via Frova 10<br />

Codroipo (ud) - VILLA MANIN DI PASSARIANO - Piazza Manin 10<br />

Como - LA TESSITURA - Viale Franklin D. Roosevelt 2a<br />

Como - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana 15<br />

Cortina d’Ampezzo - LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118<br />

Ferrara - LA CARMELINA - Via Carmelino 22<br />

Firenze - ASSOLIBRI - Via Del Sole 3r<br />

Firenze - BASE-PROGETTI PER L'ARTE - Via Di San Niccolò 18r<br />

Firenze - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47<br />

Firenze - G. CAFFE' GIUBBE ROSSE - P.zza Repubblica13/14r<br />

Firenze - LEF - Via Ricasoli 105<br />

Firenze - LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI - P.zza <strong>di</strong> Ba<strong>di</strong>a a Ripoli 1/A<br />

Firenze - LIBRERIA CAFE' LA CITE' - Borgo San Fre<strong>di</strong>ano 20/r<br />

Firenze - LIBRERIA DEL PORCELLINO - P.zza Del Mercato Nuovo 1<br />

Firenze - PLASMA - Piazza Francesco Ferrucci 1r<br />

Firenze - TEATRO DEL SALE - Via De' Macci 111r<br />

Firenze - VILLA ROMANA - Via Senese 68<br />

Forlì - CAMELOPARDO - Piazza Aurelio Saffi 38<br />

Gallarate (va) - CIVICA GALLERIA D'ARTE MODERNA - Viale Milano 21<br />

Gallarate (va) - EXHIBAIR MALPENSA - Strada Statale Dell'Aeroporto Della Malpensa<br />

Genova - BROADSIDE - Via XII Ottobre 31r<br />

Genova - C DREAM COSTA LOUNGE&BAR - Via XII Ottobre 4<br />

Genova - LIBRERIA ELECTA - EINAUDI - Piazza Bellini 70<br />

Genova - MENTELOCALE - Piazza Matteotti 5<br />

Genova - WOLFSONIANA - Via Serra Gropallo 4<br />

Genova - ZONAFRANCA - Via XXV Aprile 16<br />

Lecce - ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE - Via F. D'Aragona 14<br />

Legnano (mi) - KGALLERY - Piazza Europa 15<br />

Livorno - FACTORY DESIGN - Via Monsignor F. Ganucci 3<br />

Lucca - PUNTO EINAUDI - Via San Girolamo 19<br />

Mantova - CENTRO BOMA-BORSA - Piazza Vilfredo Pareto 1<br />

Matera - PALAZZO LANFRANCHI - Piazzetta Giovanni Pascoli<br />

Merano - KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163<br />

Milano - 11 - Via Alessio Di Tocqueville 11<br />

Milano - 55DSL - Corso Di Porta Ticinese 60<br />

Milano - ACCADEMIA DI BRERA - Via Brera 28<br />

Milano - ACCADEMIA DI BRERA 2 - Viale Marche 71<br />

Milano - A+M BOOKSTORE - Via Alessandro Ta<strong>di</strong>no 30<br />

Milano - ANGEL ART GALLERY - Via Fiori Chiari 12<br />

Milano - ARMANI\LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31<br />

Milano - ARTANDGALLERY - Via Francesco Arese 5<br />

Milano - ART BOOKBOVISA - Via Lambruschini 31<br />

Milano - ART BOOK MILANO - Via Della Moscova 27<br />

Milano - ART BOOK TRIENNALE - Viale Emilio Alemagna 6<br />

Milano - ARTIDORO OSTERIA - Via Manfredo Camperio 15<br />

Milano - BASE B - Via Lambruschini 36<br />

Milano - BOCCASCENA CAFFE - Corso Magenta 24<br />

Milano - BONDBAR - Via Pasquale Paoli 2<br />

Milano - CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23<br />

Milano - CAFFE GIAMAICA - Via Brera 32<br />

Milano - CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI - Via Della Moscova 25<br />

Milano - CCS - CENTRO CULT. SVIZZERO - Via del Vecchio Politecnico 3<br />

Milano - CHOCO CULT - Via Michelangelo Buonarroti 7<br />

Milano - CIBOH - Via Clusone (<strong>di</strong> fronte al civico 6)<br />

Milano - C/O CARE OF - Via Luigi Nono 7<br />

Milano - C-ZONE - Via Pestalozzi 4<br />

Milano - DERBYLIUS - Via Pietro Custo<strong>di</strong> 16<br />

Milano - DESIGN LIBRARY - Via Savona 11<br />

Milano - DOCVA - Via Giulio Cesare Procaccino 4<br />

Milano - DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27<br />

Milano - ELECTA | KOENIG - Piazza Del Duomo 1<br />

Milano - EMPORIO CHOCOLAT - Via Giovanni Boccaccio 9<br />

Milano - FASHION LIBRARY WORK - Via Vigevano 35<br />

Milano - FONDAZIONE PRADA - Via Antonio Fogazzaro, 36<br />

Milano - FOOD&DRINKS 35 - Via Panfilo Castal<strong>di</strong> 35<br />

Milano - FORMA LIBRERIA - Piazza Tito Lucrezio Caro 1<br />

Milano - FRANKLIN&MARSHAL - c.so P.ta Ticinese, 16<br />

Milano - FRIDA - via Antonio Pollaiuolo<br />

Milano - FRIP - c.so P.ta Ticinese, 16<br />

Milano - GALLERIA CARLA SOZZANI - Corso Como 10<br />

Milano - HANGAR BICOCCA - Viale Sarca 336<br />

Milano - IED - Via Pompeo Leoni 3<br />

Milano - IED ARTI VISIVE - Via Amatore Antonio Sciesa 4<br />

Milano - IULM - Via Carlo Bo 4<br />

Milano - ISTITUTO MARANGONI - Via Pietro Verri 4<br />

Milano - LE BICICLETTE - Via Giovanni Battista Torti<br />

Milano - LE TROTTOIR - Piazza XXIV Maggio 1<br />

Milano - LIBRERIA DEL CASTELLO SFORZESCO - Piazza Castello<br />

Milano - LIBRERIA CLUP - Via Andrea Maria Ampère 20<br />

Milano - LIBRERIA HOEPLI - SECONDOPIANO - Via Ulrico Hoepli 5<br />

Milano - LIBRERIA L'ARCHIVOLTO - Via Marsala 2<br />

Milano - LIBRERIA TIKKUN - Via Montevideo 9<br />

Milano - LIBRERIA UTOPIA - Via Giovanni Ventura 5<br />

Milano - LIFEGATE CAFE - Via Della Commenda 43<br />

Milano - MARGHERA 37 - Via Marghera 37<br />

Milano - MALO - Via Della Spiga 7<br />

Milano - MI CAMERA BOOKSTORE - Via Cola Montano<br />

Milano - MILANOLIBRI - Via Giuseppe Ver<strong>di</strong> 2<br />

Milano - MILANO LOUNGE BAR - Via G. Cesare Procaccini 37<br />

Milano - MOM - viale Monte Nero, 51<br />

Milano - MUSEO DELLA PERMANENTE - via Turati, 34<br />

Milano - NABA - Via Carlo Darwin 20<br />

Milano - NEON>FDV - Via Procaccini 4<br />

Milano - N'OMBRA DE VIN - Via San Marco 2<br />

Milano - PAC - PADIGLIONE D'ARTE CONTEMPORANEA - Via Palestro 14<br />

Milano - PALAZZO DELLE STELLINE - corso Magenta, 61<br />

Milano - PALAZZO REALE - Piazza Del Duomo 12<br />

Milano - PAPER & PEOPLE - Via Friuli 32<br />

Milano - PURPLE - c.so P.ta Ticinese, 22<br />

Milano - RAAS - Via Pietrasanta 14<br />

Milano - RADETSKY - c.so Garibal<strong>di</strong>, 105<br />

Milano - REFEEL - Viale Sabotino 20<br />

Milano - REVEL - SCALO D'ISOLA - Via Thaon Di Revel Genova 3<br />

Milano - RISTORANTE INDUSTRIA / SUPERSTUDIO - via Bugatti, 13<br />

Milano - RIVA RENO GELATO - Viale Col Di Lana 8<br />

Milano - S'AGAPO' - Via Lodovico <strong>Il</strong> Moro 171<br />

Milano - SKIPINTRO - Via Donatello 2<br />

Milano - SOTTOCORNO LIBRI&CAFFE - Via Pietro Maestri 1<br />

Milano - SOTTOCORNONOVE STUDIOGALLERIA - Via P. Sottocorno, 9<br />

Milano - SPACCIO DI CHARTA - Via Della Moscova 27<br />

Milano - SPAZIO BASEB - Via Raffaele Lambruschini 36<br />

Milano - SPAZIO CRAPAPELADA - Via Savona 12<br />

Milano - SPAZIO FITZCARRALDO - Viale Angelo Filippetti 41<br />

Milano - SPAZIO OBERDAN - Viale Vittorio Veneto 2<br />

Milano - SPAZIO PONTACCIO - Via Pontaccio, 18<br />

Milano - SPAZIO ROSSANA ORLANDI - Via Matteo Bandello 14<br />

Milano - SUITE - Largo La Foppa 5<br />

Milano - SUPERSTUDIO PIU - Via Tortona 27<br />

Milano - T35 - Via Tortona 35<br />

Milano - TAD - Via Statuto 12<br />

Milano - TOKIDOKI STORE - Corso Di Porta Ticinese 62<br />

Milano - TRACE [TRAS] - Via Savona 19<br />

Milano - VENTI - Via Celestino IV 9<br />

Milano - VIAFARINI - Via Carlo Farini 35<br />

Milano - WOK - Viale Col Di Lana, 5a<br />

Modena - ADRESSE - Largo Giuseppe Garibal<strong>di</strong> 30<br />

Modena - CAFE' LIVRE - Via Emilia Centro 103<br />

Monfalcone (go) - GALLERIA COM. D'ARTE CONTEMPORANEA - P.zza Cavour, 44<br />

Montecatini Terme (pt) - BK1CONCEPTSPACE - Via Della Nievoletta 20<br />

Monza - ARTE FATTO - Via Carlo Prina 18<br />

Napoli - AZAR CAFE - Via Alessandro Scarlatti 139<br />

Napoli - CULTI SPA CAFE - Via Carlo Poerio 47<br />

Napoli - EDICOLE' - Piazza Municipio 5<br />

Napoli - FONOTECA- Via Raffaele Morghen 31<br />

Napoli - INTRA MOENIA - Piazza Bellini 70<br />

Napoli - KESTE' - Via San Giovanni Maggiore Pignatelli<br />

Napoli - MADRE BOOKSHOP - Via Luigi Settembrini 79<br />

Napoli - MANI DESIGN - Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 1b<br />

Napoli - NENAPOP - Via Nardones 22<br />

Napoli - NUOVO TEATRO NUOVO - Via Montecalvario 16<br />

Napoli - PAN BOOKSHOP - Via Dei Mille 60<br />

Napoli - PENGUIN CAFE - Via Santa Lucia, 88<br />

Napoli - SUPPORTICO LOPEZ - Supportico Lopez 32<br />

Napoli - TEATRO TINTA DI ROSSO - Via San Biagio Dei Librari 39<br />

Napoli - TRIP - Via Giuseppe Martucci 64<br />

Napoli - TTC CLUB - Via Giovanni Paisiello 39<br />

Novara - MATERIMA - Casalbeltrame<br />

Novara - TEATRO COCCIA - Via Fratelli Rosselli 47<br />

Nuoro - MAN - Via Sebastiano Satta 15<br />

Padova - BARLUME - Via Antonio Francesco Bonporti 26<br />

Padova - CAFE AU LIVRE - Via Degli Zabarella 23<br />

Padova - GODENDA - Via Francesco Squarcione 4/6<br />

Palermo - EXPA - Via Alloro 97<br />

Palermo - KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21<br />

Palermo - LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18<br />

Palermo - LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79<br />

Palermo - PALAB - Via Del Fondaco<br />

Parma - FIACCADORI - Strada Al Duomo 8<br />

Perugia - CAFFE DI PERUGIA - Via Giuseppe Mazzini 10<br />

Perugia - GALLERIA MIOMAO - Corso Cavour 120<br />

Perugia - LA LIBRERIA - Via Guglielmo Oberdan 52<br />

Pesaro - CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI Settembre 184<br />

Pescara - ECOTECA - Via Giovanni Caboto 19<br />

Pescara - FEZ LIVING - Via Nicola Fabrizi 190<br />

Pescara - PUNTO EINAUDI - Viale Guglielmo Marconi 4<br />

Pordenone - CAFFE LETTERARIO AL CONVENTO - P.za Della Motta 2<br />

Prato - CENTRO PECCI - Viale Della Repubblica 277<br />

Prato - SPAZIO POLISSENA - Piazza Sant'Agostino 14<br />

Prato - SPAZIORAZMATAZ - Piazza Mercatale 107<br />

Reggio Emilia - COLLEZIONE MARAMOTTI - MAX MARA - via Fratelli Cervi 66<br />

Reggio Emilia - LIBRERIA ALL'ARCO - Via Emilia A Santo Stefano 3d<br />

Reggio Emilia - LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Migliorati 1a<br />

Riccione - SIXTY HOTEL - Via Milano 54<br />

Rimini - VELVET FACTORY - Via S. Aquilina 21<br />

Roma - 26CC - Via Castruccio Castracane 26 | 28a | 30<br />

Roma - ACC. DI FRANCIA VILLA MEDICI - Viale Trinità dei Monti 1<br />

Roma - AGAVE BISTROT - Via Di San Martino Ai Monti 7a<br />

Roma - ALICELIBRI - Piazza Della Chiesa Nuova 21<br />

Roma - ALTROQUANDO - Via Del Governo Vecchio 80<br />

Roma - AMERICAN ACADEMY - Via Angelo Masina 5<br />

Roma - AMORE E PSICHE - Via Di S. Caterina Da Siena 61<br />

Roma - ARCH - GALLERIA DELLE COSE - Via G. Lanza, 91/a<br />

Roma - BACCO E DAGUERRE - Via Nicola Ricciotti 6<br />

Roma - BAR A BOOK - Via Dei Piceni 23<br />

Roma - BIBLI - Via dei Fienaroli, 28<br />

Roma - BOOK Á BAR presso Palaexpo - Via Nazionale 194<br />

Roma - BOOKSHOP presso PalaExpo - Via Nazionale 195<br />

Roma - BRASSERIE CO2 - Largo Del Teatro Valle 4<br />

Roma - CAFFE FANDANGO - Piazza Di Pietra 32<br />

Roma - CAFFELETTERARIO - Via Ostiense 95<br />

Roma - CAFFE UNIVERSALE \ ACANTO SPA - Via Delle Coppelle 16<br />

Roma - CASA DEL JAZZ - ZONE ATTIVE - Viale Di Porta Ardeatina 55<br />

Roma - CHIOSTRO DEL BRAMANTE - CAFFE - Arco Della Pace<br />

Roma - CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia 42<br />

Roma - CIRCUS - Via Della Vetrina 15<br />

Roma - CO2 - Piazza <strong>di</strong> Spagna 9<br />

Roma - CONTESTA HAIR ROCK - Via Degli Zingari 9<br />

Roma - CRUDO - Via Degli Specchi 6<br />

Roma - DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79<br />

Roma - DOM CHAMPAGNERIA - Via Degli Zingari 49<br />

Roma - DOP CONCEPT STORE - Via Urbana 25<br />

Roma - DOOZO - Via Palermo 51<br />

Roma - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Margutta 11<br />

Roma - ÈSTILE BOOKSTORE - Via Chiana 15<br />

Roma - ESTROBAR - Via Pellegrino Matteucci 20<br />

Roma - ETABLI - Vicolo Delle Vacche 9<br />

Roma - FABRICA - Via Girolamo Savonarola 8<br />

Roma - FAHRENHEIT451 - Campo De’fiori 44<br />

Roma - FBPROJECT - Via Giovanni Battista Tiepolo 9<br />

Roma - FONDAZIONE BARUCHELLO - Via Santa Cornelia, 695<br />

Roma - FONDAZIONE GUASTALLA - Viale Regina Margherita 262<br />

Roma - FONDAZIONE OLIVETTI - via Zanardelli, 34<br />

Roma - FRENGO'S MUSIC - via Della Lungaretta, 65<br />

Roma - FRENI&FRIZIONI - Via Del Politeama 4<br />

Roma - FUZZYBARBOTTIGLIERIA - Via Degli Aurunci 6<br />

Roma - GIUFA' - Via Degli Aurunci 38<br />

Roma - GNAM BOOKSHOP ELECTA - Via Antonio Gramsci 73<br />

Roma - IED - Via Alcamo 11<br />

Roma - ISICULT - PALAZZO TAVERNA - Via Di Monte Giordano 36<br />

Roma - LA CONCHIGLIA - Via Dei Pianellari 17<br />

Roma - LA DIAGONALE - Via Dei Chiavari 75<br />

Roma - LA QUADRIENNALE DI ROMA - V.la Carpegna - p.zza <strong>di</strong> V.la Carpegna<br />

Roma - LIBRERIA ARION VIAVENETO - Via V. Veneto 42<br />

Roma - LIBRERIA BORGHESE - Via Della Font. Di Borghese 64<br />

Roma - LIBRERIA FERRO DI CAVALLO - Via Del Governo Vecchio 7<br />

Roma - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Dei Fienaroli 31d<br />

Roma - LIBRERIA L'AVENTURE - Via Del Vantaggio 21<br />

Roma - LIBRERIA NOTEBOOK - Via Pietro De Coubertin 30<br />

Roma - L'IMPICCIONE VIAGGIATORE - Via D. Madonna D. Monti 8<br />

Roma - LO YETI - Via Perugia 4<br />

Roma - MACRO - Via Reggio Emilia 54<br />

Roma - MACRO FUTURE - Piazza Orazio Giustiniani<br />

Roma - MASSI STUDIO D'ARTE - Via Val d'Ossola 34<br />

Roma - MAXXI - Via Guido Reni 6<br />

Roma - MEL BOOKSTORE CAFFE’ - Via Nazionale 252<br />

Roma - MOTAMOT - Via Giulio Rocco 37/39<br />

Roma - MUSEO CARLO BILOTTI - Viale Fiorello La Guar<strong>di</strong>a 4<br />

Roma - NECCI - Via Fanfulla Da Lo<strong>di</strong>, 68<br />

Roma - ODRADEK LA LIBRERIA - Via Dei Banchi Vecchi 57<br />

Roma - OFFICINE - Via Del Pigneto 215<br />

Roma - OPEN COLONNA RISTORANTE - Via Nazionale 194<br />

Roma - PAPYRUS CAFE - Via Dei Lucchesi 28<br />

Roma - PARAPHERNALIA - Via Leonina 6<br />

Roma - PRIMO - Via Del Pigneto 46<br />

Roma - PUNTO EINAUDI - Via Giulia 81a<br />

Roma - RASHOMON - Via Degli Argonauti, 16<br />

Roma - RGB46 - Piazza Di Santa Maria Liberatrice, 46<br />

Roma - RUFA - Via Benaco 2<br />

Roma - SAID - Via Tiburtina 135<br />

Roma - SALOTTO42 - Piazza Di Pietra 42<br />

Roma - SCOLARO PARRUCCHIERE - Via Ruggero Sauro 63<br />

Roma - SCUDERIE DEL QUIRINALE - Via XXIV Maggio 16<br />

Roma - SCUOLA ROM. DI FOTOGRAFIA - Via Degli Ausoni 7/a<br />

Roma - SECONDOME - Via Pianillari 26/27<br />

Roma - SHAKI - Via Del Governo Vecchio 123<br />

Roma - SOCIETE LUTECE - Piazza Di Montevecchio 16<br />

Roma - S.T. FOTOLIBRERIAGALLERIA - Via Degli Ombrellari 25<br />

Roma - SUPER - Via Leonina 42<br />

Roma - SUPPERCLUB - Via De' Nari 14/15<br />

Roma - TAD - Via Del Babuino 155a<br />

Roma - TEMPORARY LOVE - Via Di San Calisto 9<br />

Roma - THE CRYSTAL BAR - HOTELART - Via Margutta 52<br />

Roma - TUMA'S BOOK - Via Dei Sabelli 17<br />

Roma - VIVALIBRI - Piazza Di Santa Maria Liberatrice 23<br />

Roma - WINE BAR CAMPONESCHI - Piazza Farnese<br />

Roma - WONDERFOOL - Via Dei Banchi Nuovi 39<br />

Rovereto (tn) - MART - BOOKSHOP - Corso Angelo Bettini 43<br />

Rozzano (mi) - FONDAZIONE ARNALDO POMODORO - Via Adda 15<br />

San Can<strong>di</strong>do - KUNSTRAUM - Via Peter Paul Rainer 4<br />

Sarzana (sp) - DISTANZE - Via Sotto gli Uffizi 2<br />

Sassari - LIBRERIA DESSì - Largo Felice Cavallotti 17<br />

Siena - ALOE&WOLF GALLERY - Via Del Porrione 23<br />

Siena - PALAZZO DELLE PAPESSE - Via Di Città 126<br />

Siena - PUNTO EINAUDI - Via Di Pantaneto 66<br />

Taranto - LIBRERIA DICKENS - Via Medaglie D'Oro 129<br />

Terni - PLACEBO - Via Cavour 45<br />

Torino - AB+CLUB - Via Della Basilica 13<br />

Torino - ARTBOOK LINGOTTO - Via Nizza 230<br />

Torino - ARTEGIOVANE - Via Crescentino 25<br />

Torino - CASTELLO DI RIVOLI - Piazza Mafalda Di Savoia<br />

Torino - COMUNARDI - Via Conte Giambattista Bogino 2<br />

Torino - EATALY - Via Nizza 230<br />

Torino - FONDAZIONE MERZ - Via limone 24<br />

Torino - FONDAZIONE SANDRETTO - Via Modane 16<br />

Torino - GALLERIA CRISTIANI - Via Maria Vittoria 41/g<br />

Torino - GAM BOOKSHOP - Via Magenta 31<br />

Torino - IED - Via San Quintino 39<br />

Torino - ILTASTEBOOK - Corso Vittorio Emanuele II 58<br />

Torino - J&S VINTAGE - Via Matteo Pescatore 11b<br />

Torino - KM4 - Via San Domenico 14/15<br />

Torino - LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18<br />

Torino - LIBRERIA AGORA' - Via Santa Croce O/e<br />

Torino - LOV DURDEN - Via Franco Bonelli 3<br />

Torino - MAGO DI OZ - Via Maria Vittoria 58<br />

Torino - MARCO POLO - Via Sant'Agostino 28<br />

Torino - MOOD LIBRI&CAFFE - Via Cesare Battisti 3e<br />

Torino - OOLP - Via Principe Amedeo 29<br />

Torino - PALAZZO BRICHERASIO - Via La Grange 20<br />

Torino - RIVESTITEMI - Via Vittorio Andreis 18<br />

Torino - ROCK'N'FOLK - Via Bogino 4<br />

Torino - SCUOLA HOLDEN - Corso Dante 118<br />

Torino - TORINO ESPOSIZIONI - Corso Massimo d'Azeglio 15<br />

Torino - WIPE OUT - Via Bellezia 15<br />

Torino - YOU YOU - Piazza Vittorio Veneto 12f<br />

Traversetolo (pr) - FOND. MAGNANI-ROCCA - Via Fond. Magnani-Rocca 4<br />

Treviso - ARCI TREVISO - Via <strong>Bolzano</strong> 3<br />

Treviso - FABRICA - Via Ferrarezza Fraz. Catena<br />

Trieste - IN DER TAT - Via Diaz 22<br />

Trieste - KAMASWAMI - Via San Michele 13<br />

Trieste - KNULP - Via Madonna Del Mare 7/a<br />

U<strong>di</strong>ne - VISIONARIO - Via Fabio Asquini 33<br />

Venezia - CENTRO CULT. CANDIANI - Piazzale Luigi<br />

Venezia - CENTRO ZITELLE - Venezia - giudecca 95<br />

Venezia - I LOVE TOURISM - Piazza San Marco 71c<br />

Venezia - PEGGY GUGGENHEIM - BOOKSHOP - Dorsoduro 701<br />

Venezia - IMAGINA - Campo Santa Margherita (Dorsoduro) 3126<br />

Venezia - IUAV Biblioteca Centrale, Tolentini - San Marco 1345<br />

Venezia - IUAV FACOLTA' DI DESIGN E ARTI - Dorsoduro 2206<br />

Venezia - LIBRERIA DEL CAMPO - Campo S. Margherita 2943<br />

Venezia - LIBRERIA ED. CAFOSCARINA - Calle Foscari 3259<br />

Venezia - LIBRERIA MONDADORI - San Marco 1345<br />

Venezia - NARANZARIA OSTERIA - Campo San Polo 130<br />

Venezia - PALAZZO GRASSI - BOOKSHOP - Campo San Samuele 3231<br />

Venezia - TOLETTA - Calle Della Toletta 1213<br />

Venezia - VINUS - Dorsoduro 3961<br />

Verona - GHEDUZZI - Corso Sant Anastasia 7<br />

Verona - PALAZZO FORTI - Volto Due Mori 4<br />

Vicenza - LIBRARSI - Contrà Delle Morette 4<br />

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Pescara<br />

Abruzzo<br />

dal 23/02/2008 al 10/05/2008<br />

Clau<strong>di</strong>o Abate<br />

Una selezione <strong>di</strong> 40 fotografie, che testimoniano<br />

alcuni momenti della carriera <strong>di</strong><br />

Clau<strong>di</strong>o Abate, partendo da storiche immagini<br />

in bianco e nero, fino ad arrivare agli<br />

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Campania<br />

dal 22/02/2008 al 18/04/2008<br />

Alessandro Bergonzoni -<br />

Cardanico<br />

“che ciò che risulta non sia necessariamente<br />

il risultato ma qualcosa che non<br />

risultava ancora”, Alessandro vuole essere<br />

fomentato, per poi fomentare, con le<br />

sue opere, quel “chissa’” sconoscito che<br />

non centra solo con ciò che c’e’, c’era, o<br />

ci sarà.<br />

da lunedì a venerdì 10 -13.30<br />

e 14.30 -18.30<br />

mimmo scognamiglio<br />

arte contemporanea<br />

via mariano d'ayala, 6<br />

+39 081400871<br />

www.mimmoscognamiglio.com<br />

info@mimmoscognamiglio.com<br />

Napoli<br />

dal 23/02/2008 al 19/05/2008<br />

Alice Cattaneo<br />

Una selezione <strong>di</strong> video realizzati tra il<br />

2004 ed il 2007 e tre sculture del 2007<br />

negli spazi del piano terra del museo<br />

Madre <strong>di</strong> Napoli.<br />

dal lunedì al venerdì ore 10.00 –<br />

21.00; sabato e domenica ore 10.00 –<br />

24.00. martedì chiuso<br />

madre -<br />

museo d'arte donna regina<br />

via luigi settembrini, 79<br />

+39 08119313016<br />

www.museomadre.it<br />

Napoli<br />

dal 6/03/2008 al 6/04/2008<br />

Marco Tirelli<br />

La mostra è costituita da circa quin<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong>segni ed acquerelli <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni,<br />

come in una sorta <strong>di</strong> archivio delle<br />

apparenze e rappresenta un'ulteriore<br />

tappa del percorso dell'artista tra luce e<br />

ombra.<br />

vernissage: 6 marzo 2008. ore 19<br />

orario: lun-ven ore 10/13.30 -<br />

16/19.30, sab 10/13<br />

stu<strong>di</strong>o trisorio<br />

Riviera Di Chiaia 215 (80121)<br />

+39 081414306<br />

+39 081414306<br />

info@stu<strong>di</strong>otrisorio.com<br />

www.stu<strong>di</strong>otrisorio.com<br />

Napoli<br />

dal 15/02/2008 al 28/03/2008<br />

Takayuki Nakatake -<br />

Noriaki Yokosuka<br />

Due opposte concezioni della fotografia:<br />

l'uno aspira a rappresentare il vero, la<br />

realtà concreta e materiale in cui si svol-<br />

ge la nostra esistenza; l'altro vuole<br />

cogliere l'ineffabile, l'arcano, quella<br />

<strong>di</strong>mensione ulteriore che soggiace alla<br />

percezione sensibile.<br />

dal martedì al venerdì ore 17,30-20,00<br />

e su appuntamento. festivi chiuso.<br />

area 24 art gallery<br />

via ferrara, 4<br />

+39 0810781060<br />

www.adrart.it<br />

area24@adrart.it<br />

Emilia Romagna<br />

Bologna<br />

dall' 8/03/2008 al 12/04/2008<br />

Cristian Chironi -<br />

GAP<br />

Gap è una mostra che lavora sul complesso,<br />

e decisamente <strong>di</strong>fficile, rapporto che viviamo<br />

oggi tra memoria e presente, e più in<br />

generale tra passato e presente.<br />

da martedì a domenica<br />

ore 11-13 e 16 -20<br />

nt art gallery<br />

via dal luzzo, 6c<br />

+39 051237722<br />

www.ntartgallery.com<br />

info@ntartgallery.com<br />

Bologna<br />

dall' 1/03/2008 al 10/05/2008<br />

Per Barclay -<br />

Stanze d'acqua<br />

Dopo la prima mostra del 2005, la OTTO<br />

Gallery, in collaborazione con la Galleria<br />

Giorgio Persano <strong>di</strong> Torino, inaugura la<br />

personale <strong>di</strong> Per Barclay "Stanze d’acqua"<br />

in cui l’installazione e le fotografie<br />

presentate sono incentrate sul tema dell’acqua,<br />

elemento portatore <strong>di</strong> sentimenti<br />

ed emozioni.<br />

da martedì a sabato ore 10:30-13 e<br />

16-20 domenica e lunedì su<br />

appuntamento<br />

otto gallery<br />

via d'azeglio, 55<br />

+39 0516449845<br />

www.otto-gallery.it<br />

info@otto-gallery.it<br />

Ferrara<br />

dal 16/02/2008 al 25/05/2008<br />

Miró: la terra<br />

Una mostra ampia, articolata, destinata a<br />

ripercorrere l’intera parabola creativa<br />

dell’artista catalano. Prima esposizione<br />

internazionale ad indagare, in modo<br />

sistematico, il legame dell’artista con la<br />

terra nello sviluppo del suo immaginario<br />

e della sua arte.<br />

aperto tutti i giorni, feriali e festivi,<br />

lunedì incluso, dalla domenica al<br />

giovedì dalle 9.00 alle 20.00, venerdì<br />

e sabato 9.00 alle 22.00. aperto<br />

anche 23 e 24 marzo, 25 aprile e 1<br />

maggio<br />

palazzo dei <strong>di</strong>amanti<br />

corso ercole i d'este, 21<br />

+39 0532209988<br />

www.palazzo<strong>di</strong>amanti.it<br />

<strong>di</strong>amanti@comune.fe.it<br />

Traversetolo<br />

dal 26/02/2008 al 9/03/2008<br />

Nino Migliori -<br />

Terra incognita<br />

Attraverso trentaquattro splen<strong>di</strong>de fotografie<br />

in bianco e nero, il maestro bolognese ha<br />

interpretato lo Zooforo del Battistero <strong>di</strong><br />

Parma, fornendo una originalissima chiave<br />

<strong>di</strong> lettura a lume <strong>di</strong> candela <strong>di</strong> questo insigne<br />

monumento romanico che reca scolpi-<br />

to uno straor<strong>di</strong>nario bestiario me<strong>di</strong>oevale la<br />

cui interpretazione, a tutt’oggi, non è del<br />

tutto scontata.<br />

continuato 10 – 18. lunedì chiuso<br />

fondazione magnani-rocca<br />

via fondazione magnani rocca, 4<br />

+39 0521848327<br />

www.magnanirocca.it<br />

info@magnanirocca.it<br />

Friuli-venezia Giulia<br />

Codroipo (UD)<br />

fino al 25 marzo 2008<br />

Hard Rock Walzer. Scultura<br />

Contemporanea Austriaca<br />

La mostra accoglie quattor<strong>di</strong>ci artisti le<br />

cui opere abitano la villa con le loro<br />

metafore che, in alcuni casi incontrano il<br />

passato e instaurano un <strong>di</strong>alogo con esso,<br />

in altri lasciano che sia l'antitesi a stimolare<br />

una riflessione.<br />

villa manin <strong>di</strong> passariano<br />

Piazza Manin 10 (33033)<br />

+39 043282121<br />

+39 0432821229<br />

www.villamanincontemporanea.it<br />

info@villamanincontemporanea.it<br />

Gorizia<br />

dal 14 marzo al 27 luglio 2008<br />

Le meraviglie <strong>di</strong> Venezia. Dipinti<br />

del '700 in collezioni private<br />

A Palazzo della Torre, 120 opere ripercorrono<br />

una delle stagioni più raffinate<br />

della storia dell'arte italiana.<br />

orario: 10.00 -19.00. Lun. chiuso<br />

biglietti: Intero 6,00 euro; Ridotto<br />

4,00 euro (gruppi <strong>di</strong> 15 e max 25 persone,<br />

visitatori oltre i 60 anni, minori<br />

da 6-18 anni, fino a 26 anni non compiuti<br />

con tessera o libretto universitario,<br />

forze dell'or<strong>di</strong>ne non in servizio);<br />

Ridotto speciale scuole 2,00 euro<br />

cassa <strong>di</strong> risparmio<br />

Via Giosuè Carducci 2<br />

info@fondazionecarigo.it<br />

www.fondazionecarigo.it<br />

Trieste<br />

dal 23/02/2008 al 5/04/2008<br />

Laura Zicari -<br />

Gloria Mun<strong>di</strong><br />

In mostra la nuova serie <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>nali<br />

smontabili e rimontabili pensati, fra critica<br />

e incantamento, oscillando fra opulenza<br />

barocca, pop e ritratto, dall’artista<br />

romana. La personale consisterà in una<br />

graffiante installazione capace <strong>di</strong> far<br />

riflettere, con ironia, sul senso della vita<br />

e della morte.<br />

da lunedì a sabato ore 17-20<br />

stu<strong>di</strong>o tommaseo<br />

via del monte, 2/1<br />

+39 040639187<br />

www.triestecontemporanea.it<br />

tscont@tin.it<br />

Capena<br />

Lazio<br />

dal 20/02/2008 al 18/10/2008<br />

Friedensreich Hundertwasser -<br />

La raccolta dei sogni<br />

Raccogliendo i suoi sogni, il pittore, grafico,<br />

architetto, narratore ed ecologista<br />

Friedensreich Hundertwasser (1928-<br />

2000) è <strong>di</strong>ventato uno dei più noti e<br />

<strong>di</strong>scussi artisti austriaci del dopoguerra.<br />

lunedì - sabato 10.00 - 17.00<br />

art forum wurth<br />

viale dlla buona fortuna, 2<br />

+39 0690103800<br />

www.artforumwuerth.it<br />

art.forum@wuerth.it<br />

Rieti<br />

dal 23/02/2008 all' 8/03/2008<br />

Daniela Caciagli -<br />

About loneliness<br />

La mostra raccoglie le ultime opere<br />

dell’artista toscana finalista al<br />

Premio Arte 2007. Opere dominate<br />

da un profondo senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne,<br />

percepito nella mancanza <strong>di</strong> tratti<br />

somatici della figura umana, che<br />

porta all’annullamento della propria<br />

identità, ad una sorta <strong>di</strong> non esistenza<br />

in<strong>di</strong>viduale, quasi una <strong>di</strong>chiarazione<br />

<strong>di</strong> resa nei confronti <strong>di</strong> quel<br />

culto dell’immagine che ha oramai<br />

permeato la nostra società.<br />

martedì-sabato ore 16-19.30<br />

domenica su appuntamento<br />

3)5 arte contemporanea<br />

via dell'ospizio cerroni, 3/5<br />

+39 3396918072<br />

www.trecinque.it<br />

info@trecinque.it<br />

Roma<br />

dal 15/02/2008 al 27/04/2008<br />

AES+F<br />

La mostra, prevista per MACRO,<br />

attraverso video, fotografie e sculture,<br />

raggruppa progetti realizzati<br />

dagli AES + F nell'ultimo decennio<br />

(1997-2007), incentrati sui temi dell'infanzia<br />

e dell'adolescenza e sulle<br />

relazioni tra questi, la società e la<br />

cultura contemporanea.<br />

da martedì a domenica 16.00 - 24.00;<br />

chiuso: tutti i lunedì, 1 gennaio, 1<br />

maggio, 24, 25, 31 <strong>di</strong>cembre<br />

macro future -<br />

ex mattatoio<br />

piazza orazio giustiniani,<br />

+39 06671070400<br />

www.macro.roma.museum<br />

macro@comune.roma.it<br />

Roma<br />

dal 13 marzo al 13 aprile 2008<br />

Alessandro Ciffo -<br />

XXI Silico Marmirolli<br />

Alessandro Ciffo, fra auto-formazione e<br />

ricerca, basata unicamente sul silicone, è<br />

un autoproduttore. Essere autoproduttore<br />

vuol <strong>di</strong>re ideare, costruire,promuovere,<br />

vendere oggetti che stanno in quello spazio<br />

indefinito del nè arte nè design, essere<br />

allo stesso tempo creatore, ricercatore,<br />

operaio, comunicatore, commesso viaggiatore.<br />

10-19, dom. e lun. chiuso<br />

secondome - palazzo scapucci<br />

Via Dei Pianellari 26 (00186)<br />

info@secondome.eu<br />

www.secondome.eu<br />

Roma<br />

dal 19/02/2008 al 7/03/2008<br />

Angela Corti -<br />

Tessere frammenti <strong>di</strong> pietra<br />

Tessere i fili della quoti<strong>di</strong>anità, riallacciando<br />

i no<strong>di</strong> e <strong>di</strong>stricando la<br />

matassa per realizzare una nuova<br />

trama del reale è il compito che<br />

Angela Corti.<br />

dal martedì al venerdì<br />

dalle ore 17,00 alle 20,00<br />

stu<strong>di</strong>o arte fuori centro<br />

via ercole bombelli, 22<br />

+39 065578101<br />

www.artefuoricentro.it<br />

info@artefuoricentro.it<br />

Roma<br />

dal 29/02/2008 al 16/04/2008<br />

Boris Achour -<br />

Conatus: Timescape<br />

Conatus è una serie <strong>di</strong> mostre - iniziata<br />

nel 2006 al Palais de Tokyo e<br />

alla Galleria Vallois - basate sull’omonimo<br />

concetto tratto dalla filosofia<br />

<strong>di</strong> Spinoza. Con tale termine, alla<br />

base della sua etica, il filosofo<br />

descrive l’impulso fondamentale<br />

dell’agire umano.<br />

da martedì a venerdì ore 16 - 20;<br />

sabato ore 15,30 - 19<br />

galleria cesare manzo<br />

vicolo del governo vecchio, 8<br />

+39 0697606054<br />

www.galleriamanzo.it<br />

roma@galleriamanzo.it<br />

Roma<br />

dal 26/02/2008 al 15/06/2008<br />

Carlo Levi e Roma.<br />

<strong>Il</strong> respiro della città<br />

Una mostra che racconta il rapporto<br />

tra Levi e Roma attraverso il confronto<br />

tra le sue opere e quelle degli<br />

artisti della Scuola Romana.<br />

casino dei principi -<br />

villa torlonia<br />

via nomentana, 70<br />

www.museivillatorlonia.it<br />

villeparchistorici@comune.roma.it<br />

Roma<br />

dal 15/02/2008 al 20/03/2008<br />

Carola Bonfili /<br />

Natasha Bowdoin<br />

da martedì a sabato 15.30-19.30<br />

extraspazio<br />

via <strong>di</strong> san francesco <strong>di</strong> sales, 16a<br />

+39 0668210655<br />

www.extraspazio.it<br />

info@extraspazio.it<br />

Roma<br />

dal 19/02/2008 al 18/05/2008<br />

Cina contemporanea.<br />

Arte fra identità e<br />

trasformazioni<br />

Un incontro ravvicinato con l'arte contemporanea<br />

cinese, attraverso i lavori recenti <strong>di</strong><br />

alcuni eccezionali artisti.<br />

domenica, martedì, mercoledì e<br />

ROMA<br />

fino al 15 marzo 2008<br />

CHRISTIAN MACKETANZ<br />

"Notte lunga"<br />

da martedì a sabato ore 16 - 20 e<br />

su appuntamento<br />

GALLERIA MANIERO<br />

Via dell'Arancio, 79 - 00186 Roma<br />

tel./fax +39 06 68807116<br />

info@galleriamaniero.it<br />

www.galleriamaniero.it


Exibart.onpaper calendario.81<br />

giove<strong>di</strong>: dalle 10.00 alle 20.00<br />

venerdì e sabato: dalle 10.00 alle<br />

22.30 lunedì: chiuso.<br />

palazzo delle esposizioni<br />

via nazionale, 194<br />

+39 06489411<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

info@palazzoesposizioni.it<br />

Roma<br />

dal 20/02/2008 al 15/03/2008<br />

Coralla Maiuri<br />

Nei suoi lavori Coralla Maiuri utilizza<br />

oggetti che hanno <strong>di</strong>mestichezza<br />

con i molteplici aspetti dell’esistenza,<br />

forme che contengono in sé la<br />

memoria <strong>di</strong> una “prima” intelligenza,<br />

colori tenui che pacificano,<br />

forme sinuose e organiche, parolecomando<br />

che suggeriscono <strong>di</strong> abbandonarsi<br />

ad un’energia vitale, erotica<br />

e primor<strong>di</strong>ale.<br />

mar-sab 11-13 e 15-19<br />

valentina bonomo<br />

artecontemporanea<br />

via del portico d'ottavia, 13<br />

+39 066832766<br />

www.galleriabonomo.com<br />

info@galleriabonomo.com<br />

Roma<br />

dal 23/02/2008 al 7/03/2008<br />

Emanuela Salti -<br />

il mese della fotografia<br />

Per un mese Emanuela Salti si è impegnata<br />

a scattare, nell'arco delle 24 ore, un<br />

rullino fotografico a colori, producendo<br />

quin<strong>di</strong> ogni giorno, per trenta giorni, 36<br />

immagini <strong>di</strong>verse.<br />

da martedì a sabato ore 10.30-20<br />

domenica 11-18<br />

s.t. - fotolibreriagalleria<br />

via degli ombrellari, 25<br />

+39 0664760105<br />

www.stsenzatitolo.it<br />

info@stsenzatitolo.it<br />

Roma<br />

dal 22/02/2008 al 15/03/2008<br />

Franco Marzilli -<br />

Dipinti nella materia<br />

Dal 22 febbraio al 15 marzo la galleria d’arte<br />

contemporanea Edarcom Europa ospiterà<br />

presso la sede <strong>di</strong> via Macedonia, 16 a<br />

Roma, una mostra personale del Maestro<br />

Franco Marzilli intitolata “Dipinti nella<br />

materia”.<br />

lun-sab: 10,30/13,00 - 15,30/19,30<br />

galleria d'arte contemporanea<br />

edarcom europa<br />

via macedonia, 12<br />

+39 067802620<br />

www.edarcom.it<br />

edarcom_europa@yahoo.it<br />

Roma<br />

ROMA<br />

dal 8 marzo al 10 aprile 2008<br />

CYBÈLE VARELA -<br />

AD SIDERA<br />

per Athanasius Kircher<br />

Inaugurazione 7 marzo ore 17.30<br />

Orari: dal mar. al gio., 9.30-13.30<br />

Con il patrocinio del MiBAC -<br />

DGBLIC e dell'Istituto Nazionale <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong> Romani<br />

Catalogo : Gangemi E<strong>di</strong>tore<br />

BIBLIOTECA D'ARCHEOLOGIA E<br />

STORIA DELL'ARTE<br />

Sala Crociera, Palazzo del Collegio<br />

Romano<br />

Via del Collegio Romano, 27<br />

Info : 339 622 4757<br />

www.cybelevarela.com<br />

Immagine : Varela, Athanasius, Kircher, acrilicosutela,<br />

50x70, 2007<br />

dal 22/02/2008 al 2/03/2008<br />

FreeLands, 12 anni <strong>di</strong> comunicazione,<br />

pubblicità, fotografia<br />

Lo spazio espositivo Embrice inaugura con<br />

una mostra fotografica il programma <strong>di</strong><br />

esposizioni e incontri de<strong>di</strong>cati all’arte e<br />

all’architettura.<br />

17,00 – 20,00<br />

embrice<br />

via delle sette chiese, 78<br />

+39 0664521396<br />

Roma<br />

dal 4/03/2008 al 5/04/2008<br />

Giacomo Piussi -<br />

Jungla<br />

La galleria One Piece presenta, per<br />

la prima personale romana <strong>di</strong><br />

Giacomo Piussi, un’opera unica dal<br />

titolo “Jungla Roma”. Una grande<br />

tela, appositamente eseguita per la<br />

galleria <strong>di</strong> Roma, con riferimenti in<br />

omaggio alla città eterna.<br />

dal martedì al sabato<br />

ore 15:30-19:30<br />

one piece contemporary art<br />

via dell'orto <strong>di</strong> napoli, 13<br />

+39 063244575<br />

www.onepieceart.it<br />

onepieceart@libero.it<br />

Roma<br />

dal 22/02/2008 al 30/03/2008<br />

Giuseppe Rado -<br />

A.I.KO - Artificial Intelligence<br />

Kombat<br />

Giuseppe Rado ha ideato un complesso<br />

progetto espositivo che ruota<br />

attorno ad una storia fantasy con<br />

personaggi, ambienti e specifiche<br />

azioni narrative...<br />

da marte<strong>di</strong> a vener<strong>di</strong> ore 16-20. sabato<br />

e domenica su appuntamento<br />

artsinergy<br />

via capo d'africa, 46<br />

+39 0645496564<br />

www.artsinergy.com<br />

asroma@artsinergy.com<br />

Roma<br />

dal 21/02/2008 al 29/03/2008<br />

Gol<strong>di</strong>echiari -<br />

Cosmic love<br />

lun-ven 11-19.30, sab 16.30-19.30<br />

vm21artecontemporanea<br />

via della vetrina, 21<br />

+39 0668891365<br />

www.vm21contemporanea.com<br />

info@vm21contemporanea.com<br />

Roma<br />

ROMA<br />

dal 28 febbraio al 16 marzo 2008<br />

F. FILINCIERI<br />

SANTINELLI<br />

Pittura in Progetto e Ispirazione n. 25<br />

a cura <strong>di</strong> Marzia Bistolfi<br />

e Giovanna Foresio<br />

Inaugurazione: 28 febbraio 2008. ore<br />

19-22, ad inviti<br />

orario: lun. dalle 15.30 alle 19.30, mart.ven.<br />

dalle 10.30 alle 13.30/ dalle 15.30<br />

alle 19.30; sabato dalle 11.00 alle 15.30<br />

catalogo: in galleria con presentazione <strong>di</strong><br />

Paolo Balmas<br />

CAOS<br />

CULTURALARTISTOPENSPACE<br />

Via Della Conciliazione 24<br />

+39 0668309540<br />

+39 0668136436<br />

giovanna.foresio@tin.it<br />

www.caos2004.com<br />

dal 19/02/2008 al 18/05/2008<br />

<strong>Il</strong> mito della velocità.<br />

Arte, motori e società nell'Italia<br />

del '900<br />

La velocità è un tema declinato in<br />

tutte le sue forme, me<strong>di</strong>ante un allestimento<br />

dal forte impatto scenografico,<br />

che ripercorre cronologicamente<br />

le vicende del ‘900, giungendo a<br />

esplorare affascinanti e suggestivi<br />

scenari futuri.<br />

domenica, martedì, mercoledì e giove<strong>di</strong>:<br />

dalle 10.00 alle 20.00 venerdì e<br />

sabato: dalle 10.00 alle 22.30 lunedì:<br />

chiuso.<br />

palazzo delle esposizioni<br />

via nazionale, 194<br />

+39 06489411<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

info@palazzoesposizioni.it<br />

Roma<br />

dal 29/02/2008 al 12/04/2008<br />

Jamie Shovlin -<br />

The ties that bind<br />

Per “The Ties that Bind” la ricerca<br />

<strong>di</strong> Jamie Shovlin si è concentrata<br />

sugli Stati Uniti d’America.<br />

Filtrando la propria visione sugli<br />

ultimi cinquant’anni <strong>di</strong> storia americana<br />

attraverso la musica “ere<strong>di</strong>tata”<br />

dai propri genitori e personali canoni<br />

artistici, l’artista ha realizzato una<br />

serie <strong>di</strong> opere.<br />

da martedì a venerdì ore 10-20 sabato<br />

ore 12-20<br />

1/9 - unosunove<br />

arte contemporanea<br />

via degli specchi, 20<br />

+39 0697613696<br />

www.unosunove.com<br />

gallery@unosunove.com<br />

Roma<br />

dal 22/02/2008 al 18/05/2008<br />

La mia casa è la tua casa.<br />

Wode jia shi nide jia. Botto e<br />

Bruno incontrano Liu Xiaodong<br />

In occasione della mostra Cina XXI<br />

secolo. Arte fra identità e trasformazione,<br />

il Laboratorio d’arte ospita<br />

nell’atelier La mia casa è la tua casa.<br />

L’opera, installazione e insieme progetto<br />

educativo, vuole creare uno<br />

spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo tra artisti lontani<br />

geograficamente che affrontano con<br />

la stessa sensibilità il tema dell’identità<br />

in rapporto con le nuove<br />

realtà urbane.<br />

domenica, martedì, mercoledì e giovedì:<br />

10-20; venerdì e sabato: 10-22.30;<br />

lunedì chiuso<br />

palazzo delle esposizioni<br />

via nazionale, 194<br />

+39 06489411<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

info@palazzoesposizioni.it<br />

Roma<br />

dal 16/02/2008 all' 11/05/2008<br />

Lucio Fontana scultore<br />

mar-dom 8.30-19.30; lun chiuso<br />

gnam - galleria nazionale d'arte<br />

moderna<br />

viale delle belle arti, 131<br />

+39 06322981<br />

www.gnam.arti.beniculturali.it<br />

gnam@arti.beniculturali.it<br />

Roma<br />

dal 14/03/2008 al 18/05/2008<br />

Nahum Tevet<br />

Due gran<strong>di</strong> installazioni selezionate come<br />

tappe in<strong>di</strong>cative nella ricerca dell’artista<br />

volta alla ridefinizione dello spazio attraverso<br />

complessi assemblaggi <strong>di</strong> oggetti, materiali<br />

e colori, che creano nuove e sorprendenti<br />

costruzioni.<br />

da martedì a domenica 9.00 - 19.00;<br />

chiuso: tutti i lunedì, 1 maggio<br />

macro - museo d'arte contemporanea<br />

<strong>di</strong> roma<br />

via reggio emilia, 54<br />

+39 06671070400<br />

www.macro.roma.museum<br />

macro@comune.roma.it<br />

Roma<br />

dal 28/02/2008 al 10/06/2008<br />

Ottocento<br />

La mostra è una grande sfida: è la prima<br />

volta che si fa un’esposizione sulla pittura<br />

italiana dell'Ottocento. Un'arte da rivalutare<br />

da domenica a giovedì 10.00-20.00;<br />

venerdì e sabato 10.00-22.30<br />

scuderie del quirinale<br />

via xxiv maggio, 16<br />

+39 0639967500<br />

www.scuderiequirinale.it<br />

info@scuderiequirinale.it<br />

Roma<br />

dal 7/03/2008 al 29/06/2008<br />

Pierre Auguste Renoir.<br />

Tra<strong>di</strong>zione e innovazione<br />

Circa 150 opere provenienti da importanti<br />

musei pubblici e prestigiose collezioni<br />

private <strong>di</strong> tutto il mondo, documenteranno<br />

il percorso umano ed artistico del<br />

grande maestro evidenziando soprattutto<br />

il suo rapporto con l'Italia.<br />

dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30;<br />

venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica<br />

9.30 – 20.30<br />

complesso del vittoriano<br />

via <strong>di</strong> san pietro in carcere,<br />

museovittoriano@tiscali.it<br />

Roma<br />

dal 29/02/2008 al 30/04/2008<br />

Pino Pascali -<br />

Disegni per la pubblicità<br />

Nel quarantennale della morte dell'autore,<br />

in esposizione una ricca<br />

raccolta <strong>di</strong> materiali: <strong>di</strong>segni, su<br />

carta o acetato, i collages e i fotomontaggi<br />

che preparavano i filmati e<br />

poi i filmati stessi.<br />

10,30-13 e 16,30-20. chiuso il lunedì e<br />

nei giorni festivi<br />

emmeotto<br />

via margutta, 8<br />

+39 063216540<br />

www.emmeotto.net<br />

info@emmeotto.net<br />

Roma<br />

dal 29/02/2008 al 19/04/2008<br />

Shahryar Nashat -<br />

Placed High for Dramatic<br />

Impact<br />

Shahryar Nashat è nato a Ginevra nel<br />

1975. Vive e lavora a Berlino. Nel 2005,<br />

ha rappresentato la Svizzera alla<br />

Biennale <strong>di</strong> Venezia. Ha esposto in<br />

numerose mostre personali e collettive:<br />

Centre Pompidou, Parigi; Art Unlimited,<br />

Basilea; MUSAC, Leon; Centre per l’arte<br />

Pecci, Prato.<br />

da martedì a sabato ore 15.30 - 19.30<br />

galleria sales<br />

via dei querceti, 4<br />

+39 0677591122<br />

www.galleriasales.it<br />

info@galleriasales.it<br />

ROMA<br />

dal 15 marzo al 10 maggio 2008<br />

SOLOSHOW<br />

FABBRICATO IN ITALIA<br />

Clau<strong>di</strong>o Spoletini<br />

Cameraconvista<br />

Why Style<br />

a cura <strong>di</strong> Italo Bergantini<br />

e Gianluca Marziani<br />

ROMBERG ARTE<br />

CONTEMPORANEA<br />

Piazza De' Ricci 127<br />

+39 0668806377<br />

+39 0668806377<br />

artecontemporanea@romberg.it<br />

www.romberg.it<br />

ROMA<br />

dal 28 febbraio al 21 marzo 2008<br />

TRE ANNI DI INTERVENTI<br />

A TRALEVOLTE<br />

a cura <strong>di</strong> Francesco Pezzini,<br />

Cesare Sarzini<br />

vernissage:<br />

28 febbraio 2008. ore 18.00<br />

29 febbraio 21.30 - 24.00<br />

Adesione a: FREAKY FRIDAY una<br />

notte de<strong>di</strong>cata all'arte<br />

TRALEVOLTE<br />

Piazza Di Porta San Giovanni 10<br />

+39 0670491663<br />

+39 0677207956<br />

+39 0677207956<br />

tralevolte@yahoo.it<br />

www.tralevolte.org<br />

Roma<br />

dal 26/02/2008 al 19/03/2008<br />

Valie Export<br />

Video & performance<br />

stu<strong>di</strong>o stefania miscetti<br />

via delle mantellate, 14<br />

+39 0668805880<br />

mistef@iol.it<br />

Finale Ligure (SV)<br />

Liguria<br />

dal 17 febbraio al 25 marzo 2008<br />

Attilio Antibo -<br />

La struttura del pensiero<br />

Una mostra de<strong>di</strong>cata ai lavori realizzati da<br />

Attilio Antibo negli ultimi cinque anni a<br />

documentare una fertilità e freschezza creativa<br />

che colloca l'artista savonese tra i maggiori<br />

interpreti dell'arte contemporanea con particolare<br />

pre<strong>di</strong>lezione alla pratica ceramica.<br />

orario: tutti i giorni, 10.00-13.00;<br />

16.00-19.00<br />

curatori: Riccardo Zelatore<br />

valente arte contemporanea<br />

via anton giulio barrili 12<br />

+39 019693343<br />

+39 019693343<br />

+39 019680343<br />

valentema@tin.it<br />

La Spezia<br />

fino al 24 marzo 2008<br />

Cittadellarte.<br />

Pistoletto e il Terzo para<strong>di</strong>so<br />

Sarà ricreata, attraverso un allestimento originale<br />

ed interattivo, una "piccola"<br />

Cittadellarte, rappresentata dai suoi Uffizi,<br />

completa delle opere <strong>di</strong> Michelangelo<br />

Pistoletto, quali Anno Uno, uno spettacolo<br />

teatrale interpretato da venti abitanti <strong>di</strong><br />

Corniglia e messo in scena al Teatro Quirino<br />

<strong>di</strong> Roma nel 1981. curatore: Bruno Corà<br />

camec - centro arte moderna e<br />

contemporanea<br />

Piazza Cesare Battisti 1<br />

+39 0187734593<br />

+39 0187256773<br />

camec@comune.sp.it<br />

www.comune.sp.it/citta/camec/camec.html<br />

Bergamo<br />

Lombar<strong>di</strong>a<br />

dal 23/02/2008 al 19/04/2008<br />

Chiara Dynys -<br />

Sante subito<br />

Chiara Dynys rende omaggio a tutte le<br />

artiste donne della storia, degne <strong>di</strong> essere<br />

santificate per le virtù eroiche e i patimenti<br />

subiti in vita e anche oltre.<br />

galleria fumagalli<br />

via giorgio e guido paglia, 28<br />

+39 035210340<br />

www.galleriafumagalli.com<br />

info@galleriafumagalli.com<br />

Brescia<br />

BRESCIA<br />

dal 15 marzo al 30 aprile 2008<br />

GAZIRA BABELI<br />

Opening sabato 15 marzo ore 18,00<br />

Second life, locusolus, 9 am pst<br />

Catalogo a cura <strong>di</strong> Domenico<br />

Quaranta<br />

FABIO PARIS ART GALLERY<br />

Via Alessandro Monti 13<br />

+39 0303756139<br />

+39 0302907539<br />

fabio@fabioparisartgallery.com<br />

www.fabioparisartgallery.com<br />

dal 23/02/2008 al 3/04/2008<br />

Serena Gallini -<br />

Serena dei balocchi<br />

Due serie <strong>di</strong> immagini ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> grande<br />

formato da: “in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>” 2006 b/n<br />

e “dal paese delle meraviglie” 2007 colori.<br />

dal martedì al sabato dalle 15.30 alle<br />

19.30. il museo rimarrà chiuso dal 22<br />

al 31 marzo<br />

museo ken damy<br />

corsetto santa agata, 22<br />

+39 0303758370<br />

www.museokendamy.com<br />

info@museokendamy.com


82.calendario Exibart.onpaper<br />

Gorgonzola<br />

dal 23/02/2008 al 30/04/2008<br />

Radomir Damnjan - Opera <strong>di</strong><br />

verificato valore artistico<br />

Video, performances, foto e opere pittoriche<br />

dagli anni ’70 in poi <strong>di</strong> uno dei<br />

maestri internazionali dell’arte concettuale;<br />

elemento centrale <strong>di</strong> tutto il lavoro<br />

il suo timbro <strong>di</strong> garanzia e la sua scritta<br />

“Opera <strong>di</strong> verificato valore artistico”.<br />

martedì - venerdì 15.00 - 19.30<br />

sabato 10.30 - 19.30<br />

federico bianchi<br />

contemporary art<br />

via gabrio serbelloni, 15<br />

+39 0295109080<br />

www.federicobianchigallery.com<br />

info@federicobianchigallery.com<br />

Mantova<br />

dal 29/03/2008 al 6/07/2008<br />

La forza del Bello.<br />

L'arte greca conquista l'Italia<br />

Con 100 capolavori <strong>di</strong> arte greca provenienti<br />

da collezioni e musei <strong>di</strong> tutto il mondo la<br />

mostra ha l'ambizione <strong>di</strong> ricostruire la fortuna<br />

dell'arte ellenica in Italia a partire dall'epoca<br />

delle colonie (VII-II secolo a.C.) per giungere,<br />

passando prima per la me<strong>di</strong>azione romana,<br />

alla riscoperta nell'età moderna.<br />

9-19 (chiusura biglietteria ore 18)<br />

palazzo te<br />

viale te, 19 - +39 0376369198<br />

www.centropalazzote.it<br />

segreteria@centropalazzote.it<br />

Milano<br />

BUSTO ARSIZIO (VA)<br />

dal 1 marzo al 30 marzo 2008<br />

THE MOMENT IT CLICKS<br />

80 SCATTI DI JOE McNALLY<br />

Orari: 15-19 dal martedì al giovedì,<br />

10 - 12,30 / 15 - 19 dal venerdì alla<br />

domenica<br />

FONDAZIONE BANDERA<br />

PER L'ARTE<br />

Via Andrea Costa 29<br />

tel.0331 322311<br />

www.fondazionebandera.it<br />

info@fondazionebandera.it<br />

GALLARATE (VA)<br />

dall' 8 marzo al 25 maggio 2008<br />

VISIBILE INVISIBILE.<br />

BIANCO-VALENTE<br />

Opere video e ambienti 1995-2008<br />

Orari: 10-12.20 / 14.30-18.20<br />

CIVICA GALLERIA D'ARTE<br />

MODERNA<br />

Viale Milano 21<br />

Tel/fax. 0331.791266<br />

www.gam.gallarate.va.it<br />

dal 21/02/2008 al 21/03/2008<br />

Aaron Sharp Goodstone -<br />

Ghetto Bourgeoise<br />

Direttamente da NewYork arriva a<br />

Milano il pioniere che dagli anni Settanta<br />

è ambasciatore della graffiti art della cultura<br />

hip hop nel mondo.<br />

dal martedì al venerdì 11.00 -17.00;<br />

sabato dalle 14.00 alle 19.00<br />

avantgarden gallery<br />

via giovanni cadolini, 29<br />

+39 3356833247<br />

www.avantgardengallery.com<br />

davide@avantgardengallery.com<br />

Milano<br />

dal 22/02/2008 al 2/06/2008<br />

Canova alla corte degli Zar.<br />

Capolavori dall'Ermitage <strong>di</strong> San<br />

Pietroburgo<br />

Circa quaranta opere selezionate dalle raccolte<br />

dell’Ermitage tra cui ben sette opere<br />

<strong>di</strong> Canova.<br />

lunedì dalle 14:30 alle 19:30; martedì,<br />

mercoledì, venerdì, sabato e domenica<br />

dalle 9:30 alle 19:30; giovedì<br />

dalle 9:30 alle 22:30<br />

palazzo reale<br />

piazza del duomo, 12<br />

+39 0280509362<br />

www.comune.milano.it/palazzoreale/<br />

Milano<br />

dal 23/02/2008 al 23/03/2008<br />

Davide Balliano -<br />

75 68 67 90<br />

75 68 67 90 è l'in<strong>di</strong>cazione in quadricromia<br />

del colore Nero. <strong>Il</strong> Nero è assenza <strong>di</strong> colore,<br />

quin<strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> Luce. Quin<strong>di</strong> Buio.<br />

triennale -<br />

palazzo dell'arte<br />

viale emilio alemagna, 6<br />

+39 02724341<br />

www.triennale.it<br />

info@triennale.it<br />

Milano<br />

dal 6/03/2008 all' 11/04/2008<br />

Greg Bogin -<br />

My Fellow Primates<br />

La galleria Curti/Gambuzzi & Co. è lieta<br />

<strong>di</strong> inaugurare la personale dell'artista<br />

americano Greg Bogin.I 7 quadri esposti<br />

in galleria possiedono un forte impatto<br />

visivo, sono composizioni estremamente<br />

rigorose, dalle tinte vivaci e contrastanti<br />

esaltate dalla brillantezza delle superfici.<br />

da lunedì a venerdì ore 11-19 sabato<br />

solo su appuntamento<br />

paolo curti /<br />

annamaria gambuzzi & co.<br />

via pontaccio, 19<br />

+39 0286998170<br />

www.paolocurti.com<br />

info@paolocurti.com<br />

Milano<br />

dal 27/02/2008 al 27/04/2008<br />

Joel Peter Witkin<br />

In mostra circa quaranta opere vintage e<br />

opere recenti, in bianco e nero, ripercorrono<br />

il lavoro del fotografo americano che<br />

affronta tematiche forti ma quoti<strong>di</strong>ane.<br />

lun. 14.30 – 19.30 | da mar. a dom.<br />

09.30 – 19.30 |giovedì fino alle 22.30<br />

pac - pa<strong>di</strong>glione d'arte contemporanea<br />

via palestro, 14<br />

+39 0276009085<br />

www.comune.milano.it/pac<br />

Milano<br />

MILANO<br />

fino al 29 marzo 2008<br />

DAN HALTER<br />

"never say never"<br />

a cura <strong>di</strong> Carla Roncato e P&P<br />

Orari: da martedì a sabato ore<br />

14.00/19.00<br />

DERBYLIUS LIBRERIA<br />

GALLERIA ARCHIVIO<br />

INTERNAZIONALE D'ARTE<br />

via P. Custo<strong>di</strong>, 16<br />

T/f. 02 89.408.592<br />

info@derbylius.it<br />

www.derbylius.com<br />

dal 15/02/2008 al 30/03/2008<br />

Kiefer e Mao.<br />

Che mille fiori fioriscano<br />

La mostra propone una lettura ine<strong>di</strong>ta per<br />

il pubblico italiano dell’interesse <strong>di</strong><br />

Anselm Kiefer per il ruolo politico-culturale<br />

<strong>di</strong> Mao Zedong nella storia occidentale<br />

attraverso 40 opere, sud<strong>di</strong>vise in<br />

<strong>di</strong>pinti e libri d’artista.<br />

dalle 11.00 a mezzanotte, chiuso il lun.<br />

triennale bovisa<br />

via raffaele lambruschini, 31<br />

+39 02724341<br />

www.triennalebovisa.it<br />

biglietteria.bovisa@triennale.it<br />

Milano<br />

dal 21/02/2008 al 26/04/2008<br />

Kimsooja -<br />

Video Album<br />

Raffaella Cortese è lieta <strong>di</strong> presentare la<br />

mostra <strong>di</strong> Kimsooja: Video Album, la<br />

seconda personale dell’artista presso la<br />

Galleria, in cui saranno presentati sia<br />

lavori fotografici che video.<br />

mart- ven 10-13; 15-19.30<br />

sabato 15-19.30<br />

galleria raffaella cortese<br />

via alessandro stradella, 7<br />

+39 022043555<br />

www.galleriaraffaellacortese.com<br />

rcortgal@tiscali.it<br />

Milano<br />

dal 20/02/2008 al 2/04/2008<br />

Luisa Lambri<br />

L'artista presenta alcune recenti serie <strong>di</strong><br />

fotografie de<strong>di</strong>cate soprattutto agli architetti<br />

italiani Carlo Mollino e Carlo Scarpa.<br />

dal marte<strong>di</strong> al sabato 15 - 19.30, la<br />

mattina su appuntamento<br />

stu<strong>di</strong>o guenzani<br />

via bartolomeo eustachi, 10<br />

+39 0229409251<br />

www.stu<strong>di</strong>oguenzani.it<br />

luciana@stu<strong>di</strong>oguenzani.it<br />

Milano<br />

dal 21/02/2008 al 12/04/2008<br />

Maria Friberg -<br />

Alongside us<br />

Alcuni uomini scalzi e vestiti <strong>di</strong> bianco si<br />

abbandonano malinconicamente sui rami<br />

senza foglie <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> alberi che paiono<br />

<strong>di</strong>segnati ad inchiostro: questa la nuova<br />

serie fotografica <strong>di</strong> Maria Friberg.<br />

galica artecontemporanea<br />

viale bligny, 41<br />

+39 0258430760<br />

www.galica.it<br />

mail@galica.it<br />

Milano<br />

dal 20/03/2008 al 19/04/2008<br />

Markus Schinwald<br />

Markus Schinwald, uno dei più interessanti<br />

e affermati artisti della sua generazione,<br />

si muove tra performance, teatro,<br />

cinema, moda e arti visive.<br />

da martedì a sabato, 10.30-12.30,<br />

15.30-19.00<br />

galleria gio' marconi<br />

via alessandro ta<strong>di</strong>no, 15<br />

+39 0229404373<br />

www.giomarconi.com<br />

info@giomarconi.com<br />

Milano<br />

dall' 11/03/2008 al 18/04/2008<br />

Out of Nothing -<br />

Omaggio a Baruchello<br />

Tre giovani artisti chiamati a confrontarsi<br />

con il lavoro <strong>di</strong> Gianfranco<br />

Baruchello.<br />

da marte<strong>di</strong> a venerdì dalle 15 alle<br />

19,30<br />

annarumma404<br />

via felice casati, 26<br />

+39 3491193237<br />

www.annarumma404.com<br />

info@annarumma404.com<br />

Milano<br />

dal 23/02/2008 al 9/03/2008<br />

Premio Europeo <strong>di</strong> Fotografia<br />

Riccardo Pezza <strong>Il</strong> racconto <strong>di</strong><br />

un luogo - XIII e<strong>di</strong>zione<br />

Premiazione e inaugurazione della<br />

mostra. <strong>Il</strong> Premio Europeo <strong>di</strong> Fotografia<br />

Riccardo Pezza, giunto quest’anno alla<br />

sua tre<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, è stato istituito<br />

nel 1995 in memoria <strong>di</strong> Riccardo Pezza,<br />

giovane fotografo che compì i propri<br />

stu<strong>di</strong> presso il CFP Bauer.<br />

triennale -<br />

palazzo dell'arte<br />

viale emilio alemagna, 6<br />

+39 02724341<br />

www.triennale.it<br />

info@triennale.it<br />

Milano<br />

dal 21/02/2008 al 29/03/2008<br />

Raffaella Crispino -<br />

In God We Trust<br />

IN GOD WE TRUST è un mixaggio<br />

au<strong>di</strong>o video <strong>di</strong> canti e cori religiosi<br />

della città <strong>di</strong> New York.<br />

L'installazione prevede l'accostamento<br />

<strong>di</strong> tre video della durata complessiva<br />

<strong>di</strong> 14’56’’.<br />

dal martedì al sabato dalle 15:30 alle<br />

19:30 e su appuntamento<br />

one piece art<br />

via cappuccio, 3<br />

+39 3358487615<br />

www.onepieceart.com<br />

Milano<br />

dal 27/02/2008 al 31/03/2008<br />

Ron Arad -<br />

Seats... and more<br />

Verrà presentata un’installazione<br />

che prevede una selezione <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e<br />

“Blo Void” e “Oh Void”, in e<strong>di</strong>zioni<br />

limitate, in <strong>di</strong>fferenti versioni e<br />

colori.<br />

martedì-sabato 10-13 15-19,30<br />

post design galleria<br />

via della moscova, 27<br />

+39 026554731<br />

www.memphis-milano.com<br />

postdesign@tiscalinet.it<br />

Milano<br />

dal 27/02/2008 al 25/05/2008<br />

Sironi.<br />

Gli anni '40 e '50.<br />

Dal crollo dell’ideologia agli<br />

anni dell’Apocalissi<br />

Nella Sala del Collezionista, 50 opere<br />

ripercorreranno per la prima volta, l’ultima<br />

stagione creativa <strong>di</strong> una tra le figure<br />

più importanti dell’arte italiana ed europea<br />

del ‘900, dal crollo del Fascismo alla<br />

sua morte.<br />

martedì – domenica,<br />

10 – 20. chiuso il lunedì.<br />

fondazione stelline -<br />

palazzo delle stelline<br />

corso magenta, 61<br />

+39 0245462111<br />

www.stelline.it<br />

fondazione@stelline.it<br />

Milano<br />

dal 21/02/2008 al 21/03/2008<br />

Something Old, Something<br />

New. Something Borrowed.<br />

Something Blue.<br />

La mostra comprende alcuni degli artisti<br />

contemporanei americani afferenti alla<br />

temperie della Street Culture d'oltreoceano.<br />

martedì - sabato 11:00 18:30<br />

primo marella gallery<br />

via valtellina,<br />

+39 0234938090<br />

www.marellagallery.com<br />

info@marellagallery.com<br />

Milano<br />

dall' 11/03/2008 al 30/04/2008<br />

Tommaso Chiappa -<br />

Take away<br />

L’artista è legato al monocromo (per lo<br />

più blu, rosso, verde) ma utilizza sapientemente<br />

il colore con oli su tela, pennarelli,<br />

oli su carta, <strong>di</strong> recente anche acquarelli.<br />

15-19, chiuso lunedì e festivi<br />

galleria luciano inga pin<br />

via pontaccio, 12<br />

+39 02874237<br />

info@lucianoingapin.com<br />

Caraglio<br />

Piemonte<br />

dal 15/03/2008 al 15/06/2008<br />

Non tutti i bruchi <strong>di</strong>ventano farfalle…<br />

Storie <strong>di</strong> fili <strong>di</strong> seta<br />

da martedì a sabato: 14.30 – 19.00<br />

domenica e festivi: 10.00 – 19.00<br />

chiuso il lunedì<br />

il filatoio<br />

via giacomo matteotti, 40<br />

+39 0171618260<br />

www.marcovaldo.it<br />

info@marcovaldo.it<br />

Torino<br />

dal 6/03/2008 al 28/03/2008<br />

Andrej Mussa -<br />

X-Files<br />

L'artista presenta <strong>di</strong>eci collage sequenziali<br />

e il video "X-files. Requiem per un<br />

pianeta" invitandoci a riflettere sulle problematiche<br />

del genere umano utilizzando<br />

la metafora dell'alieno.<br />

da martedì a venerdì dalle 16 alle 19.<br />

lunedì e sabato su appuntamento.<br />

velan<br />

via modena, 52<br />

+39 011280406<br />

www.velancenter.com<br />

info@velancenter.com<br />

Torino<br />

dal 13/03/2008 al 15/06/2008<br />

Canaletto e Bellotto.<br />

L’arte della veduta<br />

De<strong>di</strong>cata al rapporto artistico tra i due<br />

gran<strong>di</strong> maestri, la mostra per la prima<br />

volta espone insieme le opere <strong>di</strong><br />

Canaletto e <strong>di</strong> Bellotto permettendo un<br />

imme<strong>di</strong>ato confronto delle peculiarità e<br />

dei loro raggiungimenti stilistici, tecnici<br />

e compositivi.<br />

lunedì: 14.30 – 19.30, da martedì a<br />

domenica: 9.30 – 19.30, giovedì e<br />

sabato: 9,30 - 22.30<br />

palazzo bricherasio<br />

via giuseppe luigi lagrange, 20<br />

+39 0115711811<br />

www.palazzobricherasio.it<br />

info@palazzobricherasio.it<br />

Torino<br />

dal 26/02/2008 al 25/03/2008<br />

Caroline Walker -<br />

The sense of interior<br />

Galleria Glance è lieta <strong>di</strong> presentare la<br />

prima personale italiana dell’artista scozzese<br />

Caroline Walker (Dunfermline, 1982).<br />

da martedì a sabato 15.30-19.30<br />

o su appuntamento<br />

galleria glance<br />

via san massimo, 45<br />

+39 3489249217<br />

www.galleriaglance.com<br />

info@galleriaglance.com<br />

Torino<br />

ALESSANDRIA<br />

dal 29 febbraio al 13 aprile 2008<br />

LA CITTÀ DELL'ARTE<br />

a cura <strong>di</strong> Edoardo <strong>di</strong> Mauro<br />

Martedì, giovedì, sabato e domenica<br />

Ore 16/19<br />

PALAZZO CUTTICA<br />

Via Parma 1<br />

Ufficio cultura 131 40035<br />

Ufficio IAT 0131 234794<br />

sistemamusei@comune.alessandria.it<br />

autori: Bernardelli Carena Caruso<br />

Marsiglia Merello Scarfò<br />

dal 10/03/2008 al 2/06/2008<br />

Fabre e l'Italia.<br />

Un pittore neoclassico tra<br />

Torino, Roma e Firenze<br />

Per la prima volta in Italia, una grande<br />

retrospettiva de<strong>di</strong>cata a François-Xavier<br />

Fabre (1766-1837).<br />

martedì - domenica 10-18.<br />

Chiuso lunedì.<br />

La biglietteria chiude un’ora prima<br />

gam -<br />

galleria d'arte moderna<br />

e contemporanea<br />

via magenta, 31<br />

+39 0114429518<br />

www.gamtorino.it<br />

gam@fondazionetorinomusei.it<br />

Torino<br />

dal 18/03/2008 al 17/05/2008<br />

Francesco Clemente -<br />

Opere scelte<br />

La mostra è costituita da una selezione <strong>di</strong><br />

opere realizzate dall'artista dal 1979 -


Exibart.onpaper calendario.83<br />

anno della nascita della<br />

Transavanguar<strong>di</strong>a - fino ad oggi.<br />

dal martedì al sabato<br />

dalle 10 alle 12,30 e<br />

dalle 16 alle 19,30<br />

galleria in arco<br />

piazza vittorio veneto, 3<br />

+39 0118122927<br />

www.in-arco.com<br />

info@in-arco.com<br />

Torino<br />

dal 6/03/2008 al 19/04/2008<br />

Giuliana Cunéaz -<br />

The Growing Garden.<br />

Occulta Naturae<br />

<strong>Il</strong> nuovo progetto <strong>di</strong> Giuliana Cunéaz<br />

con una serie <strong>di</strong> opere ine<strong>di</strong>te, appositamente<br />

realizzate per l’occasione, basate<br />

sul rapporto tra arte, scienza, natura e<br />

nuove tecnologie.<br />

mar - sab ore 15.00 -20.00<br />

gas art gallery<br />

corso vittorio emanuele II, 90<br />

+3901119700031<br />

www.gasart.it<br />

gallery@gasart.it<br />

Torino<br />

dal 19/02/2008 al 4/05/2008<br />

Rossa.<br />

Immagine e comunicazione del<br />

lavoro: 1848/2006<br />

La mostra vede impiegate tecnologie<br />

multime<strong>di</strong>ali e interattive all’avanguar<strong>di</strong>a<br />

in un percorso cronologico dell’immagine<br />

e della comunicazione prodotta<br />

dal movimento dei lavoratori, e dal sistema<br />

della comunicazione più in generale,<br />

tra il 1848 e il 2006.<br />

palafuksas<br />

piazza della repubblica, 25<br />

Torino<br />

dal 23/02/2008 al 23/03/2008<br />

Rä <strong>di</strong> Martino -<br />

The Night Walker<br />

La galleria Maze, in collaborazione<br />

con la galleria Monitor, è lieta <strong>di</strong><br />

presentare il nuovo progetto <strong>di</strong> Rä <strong>di</strong><br />

Martino. All’installazione video si<br />

accompagnerà un 45 giri della canzone<br />

prodotto in e<strong>di</strong>zione limitata <strong>di</strong><br />

500 copie.<br />

galleria maze<br />

via giuseppe mazzini, 40<br />

+39 01119715285<br />

www.galleriamaze.it<br />

mail@galleriamaze.it<br />

Torino<br />

dal 20/03/2008 al 6/07/2008<br />

Scoprire il design.<br />

La Collezione Von Vegesack<br />

pinacoteca<br />

giovanni e marella agnelli -<br />

lingotto<br />

via nizza, 230<br />

+39 0110062008<br />

www.pinacoteca-agnelli.it<br />

segreteria@pinacoteca-agnelli.it<br />

Bari<br />

TORINO<br />

dal 28 febbraio al 18 maggio 2008<br />

GREENWASHING<br />

Ambiente: pericolosi promesse<br />

e perplessità<br />

a cura <strong>di</strong> <strong>Il</strong>aria Bonacossa e Latitudes<br />

(Max Andrews &<br />

Mariana Canepa Luna)<br />

FONDAZIONE SANDRETTO RE<br />

REBAUDENGO<br />

Via Modane 16<br />

+39 0113797600<br />

+39 01119831601<br />

info@fondsrr.org<br />

www.fondsrr.org<br />

dal 22/02/2008 al 9/03/2008<br />

Puglia<br />

Franco Scaringi<br />

I dati naturalistici si perdono in una<br />

deformazione mentale che è sicuro possesso<br />

della figura. Con un gesto che non<br />

vuole essere provocatorio ma emblematico<br />

della consapevolezza del gioco della<br />

rappresentazione, muta i tra<strong>di</strong>zionali<br />

risultati della luce e del colore.<br />

lun - sab 10.00 / 13.30 -<br />

17.00 / 20.30 dom 17.00 / 20.30<br />

galleria bluorg<br />

via marcello celentano, 92<br />

+39 3402807324<br />

www.bluorg.it - info@bluorg.it<br />

Barletta (BA)<br />

dal primo marzo al 20 luglio 2008<br />

Paris 1900.<br />

La collezione del<br />

Petit Palais <strong>di</strong> Parigi<br />

La mostra amplifica l'indagine sull'arte<br />

d'Oltralpe con opere <strong>di</strong> artisti contemporanei<br />

a De Nittis, allargando lo sguardo<br />

sulla città oltre la pittura, attraverso sculture,<br />

oggetti d'arte, arre<strong>di</strong>, gioielli, ceramiche,<br />

stampe, fotografie della fine del<br />

XIX e l'inizio del XX secolo.<br />

orario: tutti i giorni 10.00 - 20.00<br />

ogni ven. 10.00 - 23.00<br />

lunedì ore 10.00 - 14.00<br />

ufficio stampa: ARTHEMISIA<br />

palazzo della marra -<br />

pinacoteca<br />

giuseppe de nittis<br />

Via Enrico Cial<strong>di</strong>ni<br />

+39 0883578613<br />

Lecce<br />

dal 15 marzo al 14 aprile 2008<br />

Sandro Zenok<br />

Se la sua formazione è da rintracciarsi<br />

nell'ambito della Aerosol art,<br />

negli ultimi lavori <strong>di</strong> Zenok si nota<br />

una sorta <strong>di</strong> ripiegamento e <strong>di</strong> "chiusura"<br />

su <strong>di</strong> sé, mentre la ricerca si<br />

sposta dal macro-segno grafico sul<br />

muro al micro-segno figurativo sulla<br />

tela.<br />

caffe’ letterario<br />

Via Guglielmo Pala<strong>di</strong>ni 46<br />

+39 0832242351<br />

info@caffeletterario.org<br />

www.caffeletterario.org<br />

Cagliari<br />

TERLIZZI (BA)<br />

fino al 25 marzo<br />

KUNST IN DER TASCHE<br />

ARTE IN TASCA<br />

RA COMUNICAZIONETOTALE<br />

via Pasquale Fiore, 35<br />

tel. +39 338 7674491<br />

e-mail: paolodesantoli@admeri<strong>di</strong>em.it<br />

www.admeri<strong>di</strong>em.it<br />

IL VICOLO RISTORAZIONE<br />

vico 5º Garibal<strong>di</strong>, 8<br />

tel. +39 080 3518825<br />

chiuso il mercoledì<br />

Sardegna<br />

dal 22/02/2008 al 9/03/2008<br />

Elisabetta Falqui -<br />

Obfashion<br />

inaugurata a firenze a la corte contemporanea<br />

la primavera scorsa,<br />

obfashion viene riproposta a cagliari<br />

in versione ridotta.<br />

da marte<strong>di</strong> alla domenica<br />

ore 18-22<br />

spazio p<br />

vico barcellona, 7<br />

+39 3488039469<br />

www.spaziop.it<br />

info@spaziop.it<br />

Nuoro<br />

fino al 15 aprile 2008<br />

Marc Chagall - Mostri, chimere<br />

e figure ibride / Temi biblici<br />

<strong>Il</strong> MAN apre la stagione espositiva<br />

del 2008 puntando l'attenzione su<br />

Marc Chagall con una rassegna che<br />

si configura come un approfon<strong>di</strong>to<br />

percorso nell'arte del maestro russo.<br />

man - museo d’arte della<br />

provincia <strong>di</strong> nuoro<br />

Via Sebastiano Satta 15<br />

+39 0784252110<br />

+39 0784252110<br />

man.nuoro@gmail.com<br />

www.museoman.it<br />

Palermo<br />

Sicilia<br />

dal 16/02/2008 al 5/03/2008<br />

Canecapovolto +<br />

Zoltan Fazekas -<br />

Presente Continuo<br />

Egli (per como<strong>di</strong>tà lo chiameremo <strong>Il</strong><br />

Vecchio) poteva <strong>di</strong>sporre degli<br />

uomini e delle loro azioni, soprattutto.<br />

Era come se ogni volta egli<br />

<strong>di</strong>ventasse un'altra persona ed agisse<br />

e creasse attraverso questa. Quelle<br />

persone allora cessavano improvvisamente<br />

<strong>di</strong> esistere. Un giorno però<br />

il vecchio cadde in un sonno profondo<br />

e solo allora le persone tornarono<br />

in vita ed espressero la loro inquietu<strong>di</strong>ne.<br />

Tutto questo poteva avvenire<br />

nello Stato dell'Arte.<br />

il giovedì dalle 16.00 alle 20.00 gli<br />

altri giorni su appuntamento<br />

francesco pantaleone<br />

artecontemporanea<br />

piazzetta garraffello, 25<br />

+39 091332482<br />

www.fpac.it<br />

info@fpac.it<br />

Palermo<br />

dal 15/02/2008 al 15/03/2008<br />

Xiong Wen Yun -<br />

Cai Hong -<br />

Arcobaleno<br />

Seconda parte del progetto che ha<br />

già visto lo scorso anno la presenza<br />

dell'artista in città con la mostra Cai<br />

Hong, l'esposizione presenta in galleria<br />

la realizzazione del progetto<br />

che Xiong WenYun ha realizzato a<br />

Palermo, de<strong>di</strong>cata allo Spasimo.<br />

tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle<br />

16,30 alle 19,30; dom. solo mattina,<br />

lun. solo pomeriggio<br />

galleria dell'arco<br />

via siracusa, 9<br />

+39 0916261234<br />

www.dearco.it<br />

info@dearco.it<br />

Firenze<br />

Toscana<br />

dal 19/02/2008 all' 1/03/2008<br />

Abitanti Ambienti 2008<br />

Secondo appuntamento della mostra<br />

Abitanti Ambienti 2008, che riunisce<br />

i lavori <strong>di</strong> cinque artisti toscani.<br />

16-19.30, chiuso lunedì e festivi<br />

galleria il ponte<br />

via <strong>di</strong> mezzo, 42/b<br />

+39 055240617<br />

www.galleriailponte.com<br />

info@galleriailponte.com<br />

Firenze<br />

dal 15/02/2008 al 20/03/2008<br />

Surasi Kusolwong -<br />

"Changing (I think there is<br />

something going on here)"<br />

Una riflessione sul sistema dell'arte<br />

e sulla situazione politica mon<strong>di</strong>ale<br />

attuale.<br />

martedì a sabato 17-20 / 0-24 come<br />

vetrina / per appuntamenti telefonare<br />

base -<br />

progetti per l'arte<br />

via <strong>di</strong> san niccolò, 18r<br />

+39 3286927778<br />

www.baseitaly.org<br />

info@baseitaly.org<br />

Pistoia<br />

dal 16/02/2008 al 29/03/2008<br />

Bazzana | Uzunovski |<br />

Moscar<strong>di</strong>ni<br />

La galleria S p a z i o Acontemporanearte ospita<br />

tre installazioni site-specific realizzate per<br />

l’occasione da tre giovani artisti emergenti che<br />

hanno in comune l’avere ottenuto dei riconoscimenti<br />

importanti nel 2007.<br />

dal martedì al sabato 15.30-19.30<br />

spazioa contemporanearte<br />

via modenese, 165<br />

+39 0573903756<br />

www.spazioa.it<br />

info@spazioa.it<br />

Siena<br />

dal 16/02/2008 al 30/03/2008<br />

Erranti / Wanderers nella<br />

videoarte contemporanea / in<br />

contemporary video art<br />

Nei suggestivi ambienti me<strong>di</strong>evali dei<br />

Magazzini del Sale, alcuni tra i più interessanti<br />

videoartisti e filmmaker a livello<br />

internazionale si confrontano con questo<br />

tema antichissimo, con<strong>di</strong>viso da tra<strong>di</strong>zioni<br />

e letterature <strong>di</strong>verse, e para<strong>di</strong>gma per<br />

eccellenza della con<strong>di</strong>zione umana.<br />

tutti i giorni 10.00-18.00<br />

palazzo pubblico -<br />

magazzini del sale<br />

il campo, 1<br />

+39 0577292226<br />

museocivico@comune.siena.it<br />

Trentino-alto A<strong>di</strong>ge<br />

Rovereto<br />

dal 23/02/2008 all' 1/06/2008<br />

Chen Zhen -<br />

<strong>Il</strong> corpo come paesaggio<br />

mart<br />

corso angelo bettini, 43<br />

+39 0464438887<br />

www.mart.trento.it<br />

info@mart.trento.it<br />

Trento<br />

dal 7/03/2008 al 10/05/2008<br />

Alessandro Bazan - Golden<br />

Circle<br />

“Golden Circle" è il titolo della prima personale<br />

<strong>di</strong> Alessandro Bazan in Trentino. “Golden<br />

Circle” era il nome del celebre locale <strong>di</strong><br />

Stoccolma che nel '65 aveva ospitato il concerto<br />

del gruppo jazz Ornette Coleman Trio. I<br />

<strong>di</strong>pinti esposti a Trento sono così ispirati a<br />

quell'in<strong>di</strong>menticabile esecuzione<br />

da mar.ì a sab. 10-13 e 16-19 domenica,<br />

lun. e festivi su appuntamento<br />

a.b.c. arte boccanera<br />

contemporanea<br />

via milano, 128<br />

+39 0461984206<br />

www.arteboccanera.com<br />

arteboccanera@gmail.com<br />

Trento<br />

dal 14/03/2008 al 15/06/2008<br />

Wilhelm Sasnal - Anni <strong>di</strong> lotta<br />

L’esposizione, sua prima personale in un’istituzione<br />

pubblica italiana, comprenderà<br />

molte serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti e filmati. Fra le opere<br />

pittoriche, vero cuore della produzione dell’artista,<br />

spiccano le serie legate alle tematiche<br />

dell’ebraismo (Maus, Shoah), al paese<br />

natale (Moscice), ai fiumi che attraversano<br />

la Polonia, agli e<strong>di</strong>fici religiosi (Chiese) alle<br />

fiabe (Andersen), alla sua passione per i<br />

gruppi musicali (Musica), accompagnate<br />

da una larga serie <strong>di</strong> ritratti.<br />

galleria civica<br />

d'arte contemporanea<br />

via rodolfo belenzani, 46<br />

+39 0461985511<br />

www.workartonline.net<br />

info@galleriacivica.it<br />

Padova<br />

Veneto<br />

dal 22/02/2008 al 16/03/2008<br />

Enrico Schiavinato - Un dolore<br />

assorto<br />

10.00 - 13.00 / 15.30 - 18.30, lun. chiuso<br />

museo civico al santo<br />

piazza del santo, 12<br />

+39 0498751105<br />

cnf@comune.padova.it<br />

Treviso<br />

dal 22/02/2008 al 5/03/2008<br />

Franca Minar<strong>di</strong> - Non si perde<br />

mai nulla<br />

Personale <strong>di</strong> pittura<br />

dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18,30;<br />

sabato: dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00<br />

alle 19,00. domenica : dalle 10,00 alle<br />

12,00 e dalle 16,00 alle 19,00<br />

palazzo scotti<br />

via sant'andrea, 3<br />

+39 0422658313<br />

Venezia<br />

dal 15/02/2008 al 4/05/2008<br />

Lawrence Carroll<br />

Un progetto coraggioso, una mostra<br />

come opera d’arte totale, in nove sale e<br />

quaranta opere al secondo piano del<br />

Museo Correr.<br />

tutti i giorni, 10/17 fino al 21 marzo;<br />

dal 22 marzo 10/18<br />

museo correr<br />

san marco, 52<br />

+39 0412405211<br />

www.museiciviciveneziani.it<br />

Venezia<br />

dal 19/03/2008 al 27/04/2008<br />

Maja Bajevic<br />

L'artista opera con i mezzi più vari alternando<br />

performances, video, oggetti e<br />

fotografie, sovente coinvolgendo lavoratori<br />

e lavoratrici delle zone in cui imposta<br />

la sua opera<br />

da mercoledì a domenica dalle 10.30<br />

alle 17.30<br />

fondazione bevilacqua la masa<br />

- palazzetto tito<br />

dorsoduro, 2826<br />

+39 0415207797<br />

www.bevilacqualamasa.it<br />

info@bevilacqualamasa.it<br />

Venezia<br />

dall' 8/03/2008 all' 11/05/2008<br />

Stefano Arienti - Disegni<br />

<strong>di</strong>smessi<br />

L'esposizione veneziana presenta una<br />

varietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni e <strong>di</strong> immagini che si<br />

nascondono, trasmigrano o sconfinano<br />

dai materiali che solitamente li ospitano<br />

per ricomparire su altre materie e oggetti.<br />

10 - 18. il ven. e sab. 10 - 22. chiuso<br />

il lun. dal 18 marzo: mar. - sab. 10-<br />

20; dom. 10-19. chiuso il lun.<br />

fondazione querini stampalia<br />

campo santa maria formosa, 5252<br />

+39 0412711411<br />

www.querinistampalia.it<br />

VERONA<br />

fino al 30 marzo 2008<br />

PIETRO CONSAGRA<br />

NECESSITÀ<br />

DEL COLORE<br />

sculture e <strong>di</strong>pinti 1964-2000<br />

a cura <strong>di</strong> Luca Massimo Barbero e<br />

Gabriella Di Milia<br />

Catalogo Skira, testi <strong>di</strong> Fabrizio<br />

D'Amico, Lia Durante, Paola Marini,<br />

Francesca Pola, Laura Lorenzoni,<br />

Rosemary Ramsey, Francesco<br />

Tedeschi.<br />

GALLERIA DELLO SCUDO<br />

via Scudo <strong>di</strong> Francia 2<br />

tel. 0039 045 590144<br />

fax 0039 045 8001306<br />

info@galleriadelloscudo.com<br />

orario: lunedì 15.30 - 19.30 martedìsabato<br />

9.30 - 13.30 / 15.30 - 19.30<br />

MUSEO DI CASTELVECCHIO<br />

corso Castelvecchio 2<br />

orario: lunedì 13.45 - 19.30 martedì-domenica<br />

8.30- 19.30<br />

tel. 0039 045 8062611<br />

fax 0039 045 8010729<br />

mostre.castelvecchio@comune.verona.it<br />

Immagine: Ferro trasparente arancio


84.riman<strong>di</strong> Exibart.onpaper<br />

riman<strong>di</strong>.<br />

A MONDO MIO.<br />

[...segue da pag. 6 <strong>di</strong> opinioni] Viceversa, con l'arte <strong>di</strong> Second Life<br />

siamo sempre a metà strada, con un piede in un mondo e l'altro<br />

in un social network, sempre in equilibrio instabile. Un atteggiamento<br />

che invece ha parecchi punti <strong>di</strong> contatto con il realismo<br />

magico, un modo <strong>di</strong> leggere la realtà sopra le righe, alzandola<br />

tutta <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> toni, che va dal Fellini <strong>di</strong> Amarcord al Tim Burton<br />

<strong>di</strong> Big Fish, contemplando naturalmente il grande affresco del<br />

Garcia Marquez <strong>di</strong> Cent'anni <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne, con Macondo che anticipa<br />

<strong>di</strong> venticinque anni il metaverso <strong>di</strong> Neal Stephenson.<br />

Tasferendosi nei territori dell'arte figurativa, i nostri sospetti trovano<br />

ulteriori conferme. I personaggi che riempiono le pagine personali<br />

degli utenti <strong>di</strong> Flickr dei pool <strong>di</strong> Second Life riportano curiosamente<br />

alle atmosfere dei maestri del realismo magico, quello<br />

americano e quello europeo.<br />

Nei paesaggi <strong>di</strong> Nephie Eerie si sente l'eco delle scenografie in formaldeide<br />

<strong>di</strong> Carel Willink, nei volti <strong>di</strong> Daequix Scarborough c'è un<br />

riflesso delle opere <strong>di</strong> Paul Cadmus e <strong>di</strong> George Tooker, nelle composizioni<br />

eleganti <strong>di</strong> Marya Nesiote si ritrova il gusto che rende<br />

grande l'arte <strong>di</strong> Michael Parkes.<br />

Si <strong>di</strong>pana così un filo conduttore ine<strong>di</strong>to, che svela nuove associazioni<br />

<strong>di</strong> stile, spesso involontarie e inconsce, derivate da quella che<br />

la mia amica Harper Beresford definisce "risonanza culturale". In<br />

poche parole, queste persone che frequentano uno stesso milieu<br />

assorbono un sostrato <strong>di</strong> idee che appartiene a una tra<strong>di</strong>zione che<br />

magari non hanno stu<strong>di</strong>ato sui libri, ma che affiora inaspettatamente,<br />

in virtù <strong>di</strong> una curiosa teoria dell'evoluzione dell'arte, una<br />

teoria che ancora aspetta il suo Darwin per essere co<strong>di</strong>ficata.<br />

mario gerosa<br />

giornalista, autore <strong>di</strong> "Rinascimento virtuale" (Meltemi)<br />

CHOPSTICK.<br />

[...segue da pag. 6 <strong>di</strong> opinioni] In chiusura del pamphlet, Marinetti<br />

chiede alle donne aiuto nella realizzazione <strong>di</strong> un programma futurista<br />

che vuole offrire loro: "Diritto <strong>di</strong> voto. Abolizione della autorizzazione<br />

maritale. Divorzio facile. Svalutazione a abolizione graduale<br />

del matrimonio. Svalutazione della verginità. Ri<strong>di</strong>colizzazione<br />

sistematica e accanita della gelosia. Libero amore." Proprio così:<br />

libero amore nel 1918. Ossia cinquant'anni esatti prima dell'ormai<br />

insostenibile 1968.<br />

La destra si appropria <strong>di</strong> Marinetti come icona, ma poi che fa del<br />

suo programma? Lo <strong>di</strong>mentica. E le signore Prestigiacomo,<br />

Santanché, De Albertis lottano contro i Dico ("Svalutazione a abolizione<br />

graduale del matrimonio" chiedeva il Poeta). Le belle dame<br />

cotonate <strong>di</strong> Forza Italia come Maria Goretti invocano la verginità.<br />

Ferrara lotta contro l'aborto. E in fondo anche Almirante era contrario<br />

al <strong>di</strong>vorzio e ai tempi del referendum <strong>di</strong>ceva in tv "non voterete<br />

come vorrebbero che votaste gli uomini delle Brigate Rosse"<br />

(Almirante, come molti politici <strong>di</strong> un tempo, era colto e non sbagliava<br />

i mo<strong>di</strong> verbali).<br />

Graziano Cecchini, se davvero si ritiene erede marinettiano,<br />

dovrebbe tenere conto <strong>di</strong> tutta la lezione del Maestro e magari,<br />

tra una performance e l'altra, insegnarla ai militanti della sua<br />

parte politica, così antifuturisticamente scandalizzati dal futuro.<br />

tommaso labranca<br />

scrittore<br />

Daniele Puppi<br />

[... segue da pag. 58 <strong>di</strong> déjà vu] L'illusione della tri<strong>di</strong>mensionalità<br />

è infatti percepibile soltanto grazie alla prospettiva che si ha centralmente<br />

fino a pochi metri dall'ingresso. Come se l'opera saturasse<br />

completamente lo spazio, impedendovi l'accesso. Oppure,<br />

come se lo rendesse luogo sacro e inviolabile, confinando lo spettatore<br />

in una sorta <strong>di</strong> pronao antistante. La ripetizione dei gesti è<br />

funzionale al rapporto <strong>di</strong> simbiosi che l'artista vuole avere con lo<br />

spazio, rifiutando perciò la linearità <strong>di</strong> un tempo narrativo, che<br />

abbia inizio e fine. Le Fatiche <strong>di</strong> Puppi danno suono e movimento<br />

allo spazio, ma ne vogliono mantenere l'aspetto permanente e<br />

imme<strong>di</strong>ato, fuori dal tempo della storia, come e meglio delle Music<br />

for Airports <strong>di</strong> Brian Eno. Pretendono modalità <strong>di</strong> percezione che<br />

non abbiano la linearità del racconto, ma l'aspetto puntiforme<br />

della visione, le possibilità <strong>di</strong> durata dell'architettura e la pienezza<br />

senza tempo del rito.<br />

[stefano mazzoni]<br />

Werner Herzog<br />

[... segue da pag. 58 <strong>di</strong> déjà vu] "Ho <strong>di</strong>fficoltà a considerarmi un<br />

artista", ha <strong>di</strong>chiarato in conferenza stampa il regista, "e a <strong>di</strong>stinguere<br />

tra finzione e documentario. So che ci sono <strong>di</strong>fferenze, ma<br />

queste non mi fanno sentire a mio agio". Molto utili alla comprensione<br />

del fenomeno Herzog anche i sei montaggi per nuclei tematici,<br />

schierati nel lungo corridoio della Fondazione, realizzati con<br />

sequenze del suo cinema più celebre. Quello interpretato dall'allucinato<br />

Klaus Kinski in titoli che vanno da Aguirre, furore <strong>di</strong> Dio<br />

(1972) a Nosferatu, il principe della notte (1979), fino al mitico<br />

Fitzcarraldo (1982), del quale sono in visione pure alcune scene<br />

dove compare Mick Jagger, poi tagliate nella versione definitiva.<br />

Conclude la mostra l'unico storyboard dell'intera carriera del regista<br />

tedesco, realizzato per la scena finale del film Grido <strong>di</strong> pietra<br />

(1991). Che suonerebbe un po' come l'abiura del suo credo cinematografico<br />

tutto genio e sregolatezza, se non fosse specificato<br />

nella <strong>di</strong>dascalia: "Su espressa richiesta della produzione".<br />

[clau<strong>di</strong>a giraud]<br />

Marco Perego<br />

[...segue da pag. 59 <strong>di</strong> déjà vu] Solo l'operazione artistica dota "le<br />

nuove icone o iconologie prodotte da Perego <strong>di</strong> una nuova aura,<br />

benché appartengano all'universo dei consumi né più né meno <strong>di</strong><br />

un prodotto industriale", spiega Sergio Risaliti. Le opere offrono<br />

riferimenti essenziali per la lettura della mostra: il "sopra le righe"<br />

è imme<strong>di</strong>atamente percepibile dall'ingresso attraverso tutte le<br />

altre sale del Museo. E "questa specie <strong>di</strong> bassa, orizzontale sacralità<br />

è riconfermata a livello formale dalla pittura sontuosa e iperrealistica",<br />

prosegue Risaliti. "Qui la grande tra<strong>di</strong>zione figurativa<br />

rinascimentale, quella della mimesi idealizzatrice, è messa in<br />

campo a servizio del banale, del kitsch, del popolare, dell'infantile".<br />

In Devastated land, olio su tela <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, la "fantasyland"<br />

è al completo: giocattoli rotti, bambole e orsacchiotti, cartoons<br />

e favole, il Cappellaio matto, biglie traslucide. Insomma, "un'iconografia<br />

neo pop che invade le sale dell'Archeologico" (Caverni).<br />

[daniela cresti]<br />

Olivo Barbieri<br />

[...segue da pag. 59 <strong>di</strong> déjà vu] Site specific per questo ed altro:<br />

non solo perché l'ecci<strong>di</strong>o cinematografico si consuma tra le copie<br />

degli affreschi pompeiani <strong>di</strong> Villa dei Misteri, ma anche perché l'ibrida<br />

rielaborazione <strong>di</strong> questo classico <strong>di</strong> celluloide ricorda il mix tra<br />

cronaca nera e romanzo <strong>di</strong> Gomorra, il best seller <strong>di</strong> Roberto<br />

Saviano citato nell'articolo del "Guar<strong>di</strong>an" che ha fatto scoprire<br />

all'artista questo simbolo della pacchiana megalomania camorrista,<br />

che si circonda <strong>di</strong> pompa nel degradato deserto dell'hinterland.<br />

Un meschino parossismo d'onnipotenza, ri<strong>di</strong>colizzato riprendendo<br />

nel titolo TWIY. The world is yours la scritta lampeggiante sulla fontana<br />

<strong>di</strong> Scarface. Evidente la <strong>di</strong>somogeneità fra le due tranche della<br />

mostra, nonostante lo stesso autore in<strong>di</strong>vidui un nesso nella <strong>di</strong>storsione<br />

del concetto <strong>di</strong> committenza e tracci un parallelismo tra<br />

icone <strong>di</strong> ieri e miti <strong>di</strong> oggi. Tronconi, in ogni caso, entrambi sviluppo<br />

<strong>di</strong> un'interpretazione fedele della consegna: da una parte ciò che lo<br />

sguardo ha colto nel museo, dall'altra ciò che questo stesso sguardo<br />

è andato a cercare fuori. Strabico, ma acuto.<br />

[anita pepe]


Exibart.onpaper fotofinish.85<br />

1<br />

8 9<br />

ArteFiera è ormai una rassegna internazionale. Con tutto quello che ne consegue, però. In bene e, soprattutto, in male! Ad esempio? Ad esempio il carrello delle ostriche e dello champagne(2), in puro<br />

stile Art Basel & company. Evvabbé. Anche se c'è chi cerca <strong>di</strong> ricomporsi e <strong>di</strong> pensare a vendere, come Primo Marella (1), l'atmosfera gioviale suggerisce più un sano vip watching. Le vittime dei paparazzi?<br />

Sempre le solite. Ma le ri-osserviamo con piacere (si fa per <strong>di</strong>re). Dal buon vecchio Lucio Dalla (3) ad Aldo Busi (5) piacevolmente in posa, passando per l'immancabile Alessandro Bergonzoni (6),<br />

impegnatissimo a promuovere la sua personale da Mimmo Scognamiglio. Vip in azione anche al tavolo da ping pong nello stand della galleria Jablonka. (4) Li avete riconosciuti? E già, proprio loro:<br />

Francesco Clemente e il <strong>di</strong>rettore del Madre <strong>di</strong> Napoli Edoardo Cycelin. Menomale che c'è sempre il nostro lettore feticista il quale, per allentare la tensione, ci propina come al solito alcune foto (per carità<br />

<strong>di</strong> patria ne pubblichiamo solo una, 7) <strong>di</strong> scarpe e calzari <strong>di</strong> bizzarra natura. Questa volta, sempre nel bailamme <strong>di</strong> Arte Fiera, ecco a voi i pie<strong>di</strong>-topo... A proposito <strong>di</strong> fiere <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là per il mondo. I<br />

colleghi giornalisti ricorderanno la sala stampa <strong>di</strong> Arte Fiera (ma anche quella <strong>di</strong> Artissima, per non <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> MiArt...): ebbene, non si superano mai i tre computer a <strong>di</strong>sposizione. Vedete questa<br />

foto? (8) Beh, è la sala stampa della fiera Arco <strong>di</strong> Madrid... E poi non vi lamentate se i reportage dalle fiere su Exibart.com non sono tempestivi come dovrebbero! Attovagliamenti romani non mancano<br />

mai. Nelle foto rubate si intravedono (9) Mario Pieroni, Jimmie Durham, neo trasferitosi nella Capitale, e Danilo Eccher. Nello scatto a fianco (10) il collezionista Antonino Marino e il gallerista Pino<br />

Casagrande, gozzoviglianti a Villa Me<strong>di</strong>ci in occasione della grande mostra <strong>di</strong> Giuseppe Penone. Chiu<strong>di</strong>amo con un poker d'assi composto da artista \ teorico \ gallerista \ collezionista. Nell'or<strong>di</strong>ne (11)<br />

Omar Galliani che presenta con Cristina Aci<strong>di</strong>ni le sue opere acquistate dagli Uffizi a Firenze; (12) il professor Mario Lupano che si sfama durante un buffet al MAXXI; (13) il gallerista Andrea Perugi che<br />

illustra al collezionista Paolo Consolan<strong>di</strong> il suo stand alla fiera Arco <strong>di</strong> Madrid.<br />

LE FOTO PIU' BELLE VERRANNO PUBBLICATE. INVIATECELE A > fotofinish@exibart.com<br />

2<br />

3<br />

4 5 6<br />

7<br />

11 12<br />

10<br />

13


86.hostravistoxte Exibart.onpaper<br />

crimes and misdemeanors...<br />

<strong>di</strong> Marco Senal<strong>di</strong><br />

�� Ormai passiamo la maggior<br />

parte del tempo a lamentarci.<br />

Ci si lamenta del virus<br />

parainfluenzale che resiste ai<br />

farmaci da banco, del percolato<br />

che minaccia <strong>di</strong> fuoriuscire<br />

dalla <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Ariano Irpino,<br />

del ten<strong>di</strong>ne rotuleo <strong>di</strong> Ronaldo<br />

che si strapapa come lo guar<strong>di</strong>,<br />

dei SUV che scorrazzano<br />

in<strong>di</strong>sturbati per Ceppaloni…<br />

Siamo d'accordo, qui c'è poco<br />

da scherzare, ci sono in ballo<br />

malformazioni, appalti truccati,<br />

proteste prepagate, e una<br />

serie <strong>di</strong> italiche bizzarrie degne<br />

<strong>di</strong> una canzone <strong>di</strong> Rino<br />

Gaetano. Eppure, tutto ciò non<br />

dovrebbe farci <strong>di</strong>menticare<br />

che esistono anche "crimini<br />

culturali" che possono arrivare<br />

a malformare le menti in un<br />

modo forse meno percettibile,<br />

ma sicuramente con effetti <strong>di</strong><br />

lunga, a volte lunghissima,<br />

durata e danni <strong>di</strong>fficilmente<br />

calcolabili.<br />

La circolazione delle opere<br />

straniere tradotte in italiano è<br />

per esempio, sempre inspiegabilmente<br />

inconsueta. Io stesso,<br />

come curatore <strong>di</strong> traduzioni e<br />

<strong>di</strong> saggi, mi sono senz'altro<br />

reso colpevole <strong>di</strong> qualche forzatura,<br />

ma qui il problema è un<br />

altro: sono le omissioni, gli<br />

errori, le autentiche perle infilate<br />

un po' dappertutto nel<br />

panorama culturale. <strong>Il</strong> mio<br />

amico Slavoj Zizek, uno dei filosofi<br />

viventi più prolifici e<br />

influenti del pianeta, soffre per<br />

esempio <strong>di</strong> storpiamenti pro<strong>di</strong>giosi:<br />

le ce<strong>di</strong>glie sulle due z del<br />

cognome saltano quasi sempre,<br />

ma mi ha stupito constatare<br />

che in una recente e<strong>di</strong>zione<br />

italiana persino il nome in<br />

copertina è stato sostituito da<br />

un ineffabile "Slavoy". In una<br />

traduzione <strong>di</strong> una biografia <strong>di</strong><br />

Salvador Dalì viene riportata<br />

una frase del grande catalano<br />

che suona così: "C'è soltanto<br />

'un' quadro che continui a<br />

<strong>di</strong>pingere tutta la vita su <strong>di</strong>fferenti<br />

tele, simili a cornici del filmato<br />

vero dell'immaginazione".<br />

Dato che l'immagine delle "cornici<br />

del filmato" mi lasciava<br />

perplesso ho confrontato l'originale<br />

inglese dove si parla <strong>di</strong><br />

"frames"; il senso vero della<br />

frase è pertanto: "…<strong>di</strong>fferenti<br />

tele, simili ai frames [fotogrammi]<br />

del film dell'immagi-<br />

nazione…". Per anni ho pensato<br />

che un importante saggio <strong>di</strong><br />

Sartre, L'imaginaire, non fosse<br />

stato mai tradotto in italiano,<br />

salvo poi accorgermi che invece<br />

era stato tradotto eccome,<br />

però con un altro titolo,<br />

Immagine e coscienza, che<br />

con l'originale c'entra poco o<br />

nulla. Se si pensa che il libro è<br />

degli anni '40, quando<br />

l'Immaginario in senso lacaniano<br />

era <strong>di</strong> là da venire, si capisce<br />

che aver mis-tradotto il<br />

titolo originale <strong>di</strong> Sartre equivale<br />

a una specie <strong>di</strong> depistaggio<br />

culturale; sotto le spoglie<br />

innocenti e para-fenomenologiche<br />

<strong>di</strong> Immagine e coscienza,<br />

si nasconde in effetti uno dei<br />

testi potenzialmente più rivoluzionari<br />

del '900, solo che noi<br />

lettori italiani non lo sapevamo<br />

(tranne gli eru<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> professione,<br />

che però non hanno avuto i<br />

mezzi per mettere in relazione<br />

il testo <strong>di</strong> Sartre con l'idea <strong>di</strong><br />

Lacan, oppure ce li hanno avuti<br />

e non l'hanno fatto, <strong>di</strong>sgraziati).<br />

Einau<strong>di</strong> ha pochi mesi fa<br />

rie<strong>di</strong>to il saggio in questione<br />

col giusto titolo: un caso più<br />

unico che raro <strong>di</strong> ravve<strong>di</strong>mento<br />

operoso, anche se tar<strong>di</strong>vo. E<br />

che <strong>di</strong>re <strong>di</strong> certi libri d'arte<br />

contemporanea dove i titoli<br />

delle opere, per eccesso <strong>di</strong><br />

zelo, sono tradotti anche quelli?<br />

Passi per Fontana <strong>di</strong><br />

Duchamp, ma se Full Fathom<br />

Five <strong>di</strong> Pollock - che fra l'altro è<br />

una citazione <strong>di</strong> Shakespeare -<br />

<strong>di</strong>venta Cinque leghe sotto il<br />

casino è assicurato.<br />

Ora, qualcuno potrebbe finalmente<br />

saltar su a <strong>di</strong>re: sì, ma<br />

attenzione che a noi della saggistica<br />

eru<strong>di</strong>ta non ce ne frega<br />

niente. <strong>Il</strong> problema è che,<br />

anche se in parte questa posizione<br />

estrema è con<strong>di</strong>visibile,<br />

d'altro canto non si può sottostimare<br />

l'impatto che il saggio<br />

<strong>di</strong> estetica più peregrino ha<br />

sulla vita <strong>di</strong> tutti i giorni; già<br />

oggi una griffe come Alberta<br />

Ferretti usa la <strong>di</strong>zione<br />

Philosophy per i suoi abiti, e<br />

non bisogna <strong>di</strong>menticare che<br />

decenni fa Lacan aveva profetizzato<br />

che i suoi illeggibili<br />

Scritti sarebbero <strong>di</strong>venuti un<br />

fenomeno <strong>di</strong> costume (come è<br />

puntualmente avvenuto); con<br />

l'aria che tira, non ci sarebbe<br />

da meravigliarsi se Alain<br />

Ba<strong>di</strong>ou <strong>di</strong>segnasse la nuova<br />

collezione <strong>di</strong> cravatte per<br />

Piombo.<br />

Del resto considerate un ultimo<br />

esempio: la celebre collaborazione<br />

fra Dalì e Disney del<br />

1946. <strong>Il</strong> risultato dei mesi trascorsi<br />

dal grande surrealista<br />

negli Su<strong>di</strong>os Disney è rimasto<br />

tra la leggenda e il gossip per<br />

oltre cinquant'anni, finché nel<br />

2003 la Disney ha mostrato<br />

una versione del breve cartone<br />

animato Destino, su <strong>di</strong>segni <strong>di</strong><br />

Dalì, al Festival <strong>di</strong> Annecy. La<br />

visione <strong>di</strong> questo frammento<br />

(reperibile su YouTube) è stata<br />

per molti una sorta <strong>di</strong> esperienza<br />

semi-epifanica: tutto ciò<br />

che è venuto dopo in materia<br />

<strong>di</strong> ibridazioni è parso <strong>di</strong> colpo<br />

obsoleto. Ma il fatto è che, a<br />

oltre cinque anni dall'anteprima,<br />

la Disney non ha mai<br />

messo in ven<strong>di</strong>ta il dvd ufficiale<br />

<strong>di</strong> Destino!<br />

Che sia questo il Destino dei<br />

misfatti culturali? �<br />

(scrivimi:<br />

hostravistoxte@exibart.com;<br />

illustrazione <strong>di</strong> Bianco-Valente)

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