contiene - Il Mattino di Bolzano
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Exibart.onpaper<br />
arte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.e<strong>di</strong>toria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei.gossip<br />
Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20<br />
let. B - l. 662/96 - Firenze<br />
Copia euro 0,0001<br />
free | anno sesto | numero quarantotto | febbraio - marzo duemilaotto | www.exibart.com<br />
<strong>contiene</strong><br />
Quando parlarne, se non in tempi <strong>di</strong> campagna elettorale? Di cosa? Del problema della rappresentanza politica che tutto il comparto culturale del paese<br />
oggettivamente ha. Un problema che esiste, ma che pare non essere sentito dagli operatori del settore. I galleristi si lamentano <strong>di</strong> non avere referenti in<br />
parlamento? Gli artisti? I <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> museo? Eppure si tratta <strong>di</strong> realtà che ormai determinano - seppur spesso in maniera sommersa - un giro <strong>di</strong> denaro e<br />
<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro non in<strong>di</strong>fferente. E la stessa cosa accade per altri ambiti della produzione culturale: il teatro, ad esempio. Un poco meglio fanno la letteratura<br />
(grazie alla potenza delle case e<strong>di</strong>trici) e il cinema. Ma insomma non si può <strong>di</strong>re che il milieu culturale italiano abbia gran<strong>di</strong> sponde dalle parti <strong>di</strong><br />
Montecitorio. Ed è nella speranza che questo deficit si colmi in occasione delle prossime consultazioni elettorali che vi offriamo questo nuovo numero <strong>di</strong><br />
Exibart.onpaper. Una speranza che è rinvigorita dagli squarci <strong>di</strong> novità che illuminano una campagna elettorale per una volta, forse, innovativa su entrambe le sponde<br />
politiche. <strong>Il</strong> menu del numero che avete avuto la fortuna <strong>di</strong> accaparrarvi è quanto mai vario, seppur focalizzato per i motivi che vedremo sulla città <strong>di</strong> Roma. Intanto, però, godetevi l'ampia<br />
intervista alla <strong>di</strong>rettrice della imminente Biennale del Whitney, la più grande kermesse sull'arte americana spiegata per filo e per segno in assoluta anteprima. In occasione della prima<br />
e<strong>di</strong>zione della fiera d'arte contemporanea della Capitale, poi, abbiamo voluto fare il punto <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong> nuovo e importante si sta muovendo a Roma. Ebbene troverete approfon<strong>di</strong>menti su<br />
realtà come il Maxxi, la nuovissima Fondazione Guastalla, il Palazzo delle Esposizioni e la Quadriennale. Per capire un poco cosa offrirà, nel corso del 2008, la città italiana che negli ultimi<br />
tempi si è <strong>di</strong>mostrata più reattiva agli stimoli del contemporaneo. Ricchissime <strong>di</strong> spunti, come al solito, le rubriche fisse (decibel sul suono e design, ad esempio), mentre restano sempre<br />
must da non perdere la doppia pagina de<strong>di</strong>cata ai libri, con i suggerimenti più azzeccati per letture intelligenti, e l'overlook sul mercato dell'arte <strong>di</strong> Alfredo Sigolo. E dopo esservi guardati<br />
cosa propone per questo mese .wit, la rivista <strong>di</strong> moda & lifestyle allegata ad Exibart.onpaper, andatevi a leggere cosa ne pensa Luca Beatrice dell'ultimo film <strong>di</strong> Julian Schnabel... (m. t.)
4.retrocover Exibart.onpaper<br />
sondaggi<br />
http://sondaggi.exibart.com<br />
5- 53,93%<br />
6 20,71%<br />
7- 12,14%<br />
8 e mezzo 13,21%<br />
<strong>Il</strong> giu<strong>di</strong>zio sul Ministro Rutelli<br />
sexybart.<br />
chiara scarfò<br />
<strong>di</strong> ferruccio giromini<br />
Chiara Scarfò - still da "Primule", 2006<br />
Gira e rigira, l'unico vero grande protagonista<br />
dell'arte erotica resta sempre il corpo femminile.<br />
Ed è curioso, ma poi non così sorprendente,<br />
come per l'artista-uomo quel corpo rappresenti<br />
<strong>di</strong> regola la materializzazione (o l'idealizzazione)<br />
<strong>di</strong> un desiderio, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una mancanza,<br />
mentre per l'artista-donna sia in genere<br />
l'ostentazione e la messa in scena della<br />
propria realtà fisica, quin<strong>di</strong> viceversa <strong>di</strong> una<br />
presenza. Si potrà allora arrivare a <strong>di</strong>re che<br />
l'arte erotica al femminile sia piuttosto arte<br />
autoerotica? Con i dovuti <strong>di</strong>stinguo, <strong>di</strong> sicuro<br />
viene da pensarlo spesso. Non sono rare le<br />
giovani artiste che scoprono l'arte esattamente<br />
scoprendo il proprio corpo, con candore e<br />
furore, ora interrogative ed ora esclamative,<br />
squisitamente indecise tra l'offrirsi e il negarsi.<br />
Perché se in apparenza si regalano, autoritraendosi<br />
tutte ignude urbi et orbi, in realtà si<br />
nascondono <strong>di</strong>etro il <strong>di</strong>aframma della fotografia,<br />
oltre lo schermo del video, <strong>di</strong> fatto incorporee,<br />
al sicuro da contatti <strong>di</strong>retti e concreti, credendo<br />
così - e forse hanno pure ragione - <strong>di</strong><br />
condurre loro il gioco fin dove vogliono e non<br />
oltre. La trentenne Chiara Scarfò, da poco<br />
tornata alla ribalta ospite della Home Gallery<br />
<strong>di</strong> Germana Olivieri ad Olbia, incarna bene<br />
questo continuo e irrisolto confronto con se<br />
stessa, rigorosamente in solitaria, affidando i<br />
propri fantasmi ad una fotocamera <strong>di</strong>gitale in<br />
quelli che chiama, fermi o in moto, "self shot"<br />
e "self clip". Le piace in particolare un'ambientazione<br />
rivelatoria: un vecchio manicomio<br />
abbandonato. Eccola dunque aggirarsi in<br />
costume evitico - lunghi capelli fin sul seno<br />
acerbo, corpo efebico - per stanze desolate,<br />
nude quanto lei, dove le foglie secche si<br />
mescolano alle macerie, dove l'esterno si<br />
riversa nell'interno, dove i rifiuti della natura<br />
invadono le rovine della cultura. L'estasi dell'ostensione<br />
si esplica pertanto, ma in modo<br />
protetto, in spazi sospesi su un confine simbolico,<br />
"tra dentro e fuori"; in "un posto chiamato<br />
casa" alla soffice ricerca del proprio "para<strong>di</strong>so<br />
perduto"; riconoscendosi "la superba modestia<br />
della corazza" (i virgolettati sono tutti titoli<br />
suoi, per altrettante sue azioni recenti).<br />
Determinazione e fragilità coesistono, ivi,<br />
senza conflitti terribili. Quel che codesto corpo<br />
e codesto spirito <strong>di</strong> artista ci regalano è pertanto<br />
la messa in scena <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong><br />
tenera autoaffermazione, la cantilena antica<br />
dell'"io esisto".<br />
Arte Fiera si è rivelata<br />
la miglior fiera in italia 28,27%<br />
nazionalpopolare 35,02%<br />
ora è internazionale 5,49%<br />
non ci sono stato 31,22%<br />
i perché del mese<br />
BIENNALE SENZA DIRETTORE<br />
La Biennale si è fatta fondazione proprio per starsene<br />
bel bella autonoma dalla politica. Beh, dunque non è<br />
certo la 'vacanza' <strong>di</strong> Governo il motivo per cui il presidente<br />
Baratta - che è l'unico titolato a farlo - non nomina<br />
ancora il <strong>di</strong>rettore per le Arti Visive che si dovranno svolgere<br />
tra poco più <strong>di</strong> un anno. E se il motivo non è, come<br />
non vogliamo neppure pensare che sia, politico, allora<br />
perché si sta perdendo tutto questo tempo?<br />
ARTE CIAK<br />
Non sappiamo sinceramente il perché e in tal senso<br />
atten<strong>di</strong>amo suggerimenti dai nostri arguti lettori. Ma sta<br />
<strong>di</strong> fatto che viviamo dei mesi in cui l'arte contemporanea<br />
la fa da padrona sul grande schermo. Tra Marjane<br />
Satrapi e Julian Schnabel ad<strong>di</strong>rittura si è parlato anche<br />
<strong>di</strong> incassi, e la cosa non è banale. E poi tra poche settimane<br />
sarà la volta del lungometraggio <strong>di</strong> Sergio Rubini<br />
con Riccardo Scamarcio. Protagonisti l'arte contemporanea,<br />
un controverso scultore e una rivista... Indovinate<br />
quale!<br />
PER UN PAESAGGIO IN PIU'<br />
Molti lettori ci hanno sollecitato a spiegar loro il perché.<br />
E ci siamo trovati in non poca <strong>di</strong>fficoltà. La domanda era<br />
in buona sostanza posta in questi termini: perché la ministeriale<br />
DARC (Direzione generale per l'arte e l'architettura<br />
contemporanea) proprio ora che stava assumendo<br />
una popolarità del suo marchio viene mo<strong>di</strong>ficata nel suo<br />
nome, nel suo marchio e nelle sue attribuzioni e <strong>di</strong>venta<br />
PARC (Direzione generale per il paesaggio, l'architettura<br />
e l'arte contemporanea)? Eggià, perché?<br />
vedodoppio<br />
sopra: Andrea Chiesi<br />
sotto: Quentin Tarantino<br />
sopra: <strong>Il</strong> logo del Pa<strong>di</strong>glione Italiano all'Expo<br />
Internazionale <strong>di</strong> Saragozza 2008<br />
sotto: <strong>Il</strong> logo del nuovo Partito<br />
Democratico<br />
UN RESIDENCE A VENEZIA<br />
Beh, <strong>di</strong>ciamocela tutta. Questa è una delle più<br />
gran<strong>di</strong> falle del sistema-Italia dell'arte contemporanea.<br />
Certo, certo, stiamo parlando della<br />
profonda mancanza <strong>di</strong> residenze per giovani<br />
artisti. Esteri e non solo. E dunque lo<strong>di</strong> e elogi<br />
a chi cerca <strong>di</strong> riparare alla mancanza. Come<br />
la Fondazione Bevilacqua La Masa <strong>di</strong> Venezia,<br />
che a tal scopo - dopo alcune voci maligne<br />
sulla destinazione - sta restaurando lo storico<br />
Palazzo Carminati. Dove aprirà quattor<strong>di</strong>ci<br />
stu<strong>di</strong>.<br />
MILANO DI MODA<br />
Senza stare a fare tanto gli schizzinosi o gli<br />
snob. Senza fare gli occhiacci al mondo del<br />
fashion che si 'intromette' in quello dell'arte.<br />
Senza accogliere a bocca storta i 'capitalisti'<br />
della moda. Insomma, occorre dare a Cesare<br />
quel che è suo. E nella fattispecie, parlando <strong>di</strong><br />
Milano, occorre considerare come alcune tra<br />
le migliori mostre che transitano in città<br />
siano solo ed esclusivo merito delle fondazioni<br />
modaiole (Prada, Trussar<strong>di</strong>). Cosa sarebbe<br />
la già traballante offerta a Milano senza <strong>di</strong><br />
loro?<br />
TRIS DI MUSEI<br />
Quanto ci piace piangerci addosso? Dire che<br />
siamo sempre gli ultimi? Avallare la sindrome<br />
del fanalino-<strong>di</strong>-coda? Ebbene, i tanti professionisti<br />
della lagna italica si sveglino, perché si<br />
dà il caso che nei prossimi mesi nel Belpaese<br />
apriranno non uno, non due, ma ben tre<br />
musei d'arte contemporanea che, se ben<br />
gestiti e ben lanciati, potrebbero significare il<br />
definitivo inserimento del nostro circuito nel<br />
più vasto consenso internazionale <strong>di</strong> settore.<br />
E allora forza Museion, forza Macro e forza<br />
Maxxi.<br />
SCARAVAGGIO<br />
Un <strong>di</strong>rettore della fotografia come Vittorio<br />
Storaro, due consulenti autorevoli come<br />
Maurizio Marini e Clau<strong>di</strong>o Strinati. Eppure la<br />
fissscion "Caravaggio", andata in onda su<br />
Rai1, ha riproposto il solito cliché del puttaniere-alcolizzato-rissoso-squilibrato,<br />
fra continui<br />
duelli alla tre moschettieri e svenevolezze<br />
da soap opera. Misericor<strong>di</strong>a.<br />
BLA BLA BOLLA<br />
Non ci piace neppure un po' la recente tendenza<br />
<strong>di</strong> certi giornali, anche e soprattutto<br />
quoti<strong>di</strong>ani, a dare spazio a notizie, focus, speciali<br />
e inchieste sul mercato dell'arte. Così,<br />
perché fa figo, perché gira voce che c'è movimento,<br />
perché c'è magari la bolla o quant'altro.<br />
Insomma, il mercato dell'arte già è una<br />
roba folle e delicata per conto suo. Ci manca<br />
solo il rumore della stampa generalista...<br />
STAMPA ESTEROFILA<br />
A proposito <strong>di</strong> nuovi musei, <strong>di</strong> cui nel capitolo<br />
degli 'OK'. Ma avete notato, o lettori, quale<br />
massiccia copertura me<strong>di</strong>atica è stata riservata<br />
al New Museum <strong>di</strong> Nuova York?<br />
Quoti<strong>di</strong>ani, settimanali, mensili e bimestrali si<br />
sono accalcati per pubblicare la foto dei sette<br />
scatolotti d'alluminio planati per colpa <strong>di</strong> alcuni<br />
architetti jap in quel della Bowery. Sarà<br />
stata la presenza del nostrano Massimiliano<br />
Gioni tra i curatori; sarà stata l'attenzione che<br />
sempre, giustamente, nutriamo per New<br />
York. Cosa sarà stato non lo sappiamo, ma<br />
questa affettuosa attenzione speriamo si<br />
ripeta, quantomeno nelle stesse proporzioni,<br />
anche in occasione <strong>di</strong> aperture <strong>di</strong> musei che,<br />
invece, poverini, avranno sede in Italy...
6.opinioni Exibart.onpaper<br />
CHOPSTICK.<br />
A MONDO MIO.<br />
Qual è lo stile <strong>di</strong> Second Life, lo stile dell'arte ma anche lo stile <strong>di</strong> vita? Per assonanza con lo spirito del nostro<br />
tempo, si <strong>di</strong>rebbe che sia il surrealismo pop. In parte è vero, ma è la soluzione più semplice, quella che sta sotto<br />
gli occhi <strong>di</strong> tutti nelle prime ottanta pagine dei romanzi polizieschi, e alla fine si rivela essere un abile depistaggio.<br />
Per quanto gli artisti della seconda vita rendano quoti<strong>di</strong>anamente un tributo culturale all'arte <strong>di</strong> Mark Ryden e <strong>di</strong> Todd<br />
Schorr, <strong>di</strong>etro alle loro opere si muove un mondo più complesso, dove si intersecano influenze più stratificate e meno evidenti.<br />
L'arte <strong>di</strong> Second Life gravita attorno ai personaggi che stanno in quel mondo, personaggi pensati come catalizzatori<br />
<strong>di</strong> relazioni, che vivono per crearsi contatti, per raggiungere un upgrade quoti<strong>di</strong>ano nella loro esistenza <strong>di</strong> p.r. e <strong>di</strong> influencers<br />
<strong>di</strong> un mondo nomade. I contatti e le amicizie importanti si collezionano sul campo, trascorrendo ore e ore nelle sim,<br />
macinando fiumi <strong>di</strong> parole, accumulando chilometri <strong>di</strong> chat e partecipando a un evento dopo l'altro, guadagnandosi<br />
i galloni da perfetto frequent socializer. Ma le relazioni si sviluppano anche offline, quando non si è connessi.<br />
Lo si fa attraverso l'arte. Quando si è online ci si crea un personaggio e lo si propone live agli amici connessi.<br />
Quando si sta afk (away from keyboard), si lasciano a decantare le foto ricordo realizzate nel virtuale, postate<br />
su Flickr, create a tavolino in funzione dei commenti da ricevere.<br />
Non si creano opere d'arte destinate esclusivamente ad appagare l'occhio, ma lavori che stimolino i<br />
commenti, in modo da attirare un numero sempre maggiore <strong>di</strong> persone, consolidando la propria<br />
fama tra gli amici e attirando nuovi contatti. Quel che conta è proprio il numero <strong>di</strong> commenti: più contatti<br />
ho, più sono qualcuno nel web, in Flickr come in Linke<strong>di</strong>n. E il valore dell'arte quin<strong>di</strong> si misura con<br />
la valuta immateriale della popolarità, con qualcosa che potremmo chiamare "Contact dollars".<br />
In tutto questo gioco <strong>di</strong> doppia vita nella doppia vita, gli avatar acquisiscono continuamente legittimazioni:<br />
se non riescono ad acquistare cre<strong>di</strong>bilità online, quando sono nell'acquario virtuale, compensano<br />
negli altri social network, rafforzati e resi veri dai commenti della gente. Appare così una popolazione<br />
da leggere in filigrana, che si rivela un po' da una parte, un po' dall'altra, ma che non si concede<br />
mai integralmente in un posto solo. E questo tipo <strong>di</strong> personaggi non si può leggere attraverso i<br />
parametri del surrealismo pop: quello è un mondo straniato sbilanciato <strong>di</strong>chiaratamente da un lato<br />
solo, quello della fantasia più follemente bizzarra. [...continua a pag. 84]<br />
mario gerosa<br />
giornalista, autore <strong>di</strong> "Rinascimento virtuale" (Meltemi)<br />
Qualche mese fa Graziano Cecchini, artista futurista, colorò <strong>di</strong> rosso<br />
le acque <strong>di</strong> una fontana romana e subito successero<br />
alcune cose. Intervennero gli agenti della Digos nella<br />
pausa caffè della lotta al terrorismo.<br />
Si levarono alti i lai dell'ASC, ossia l'Ala Svenevole<br />
della Cultura, i cui membri sono vittime della sindrome<br />
<strong>di</strong> Stendhal anche <strong>di</strong> fronte a una figurina Panini.<br />
Gridarono i soliti snob dell'arte, quelli che pensano basti fare la fila<br />
davanti agli Uffizi nel week end <strong>di</strong> Pasqua per sentirsi Roberto<br />
Longhi (che però loro non sanno chi sia), e bollarono Cecchini come<br />
l'Andy Warhol <strong>di</strong> Trastevere. Anche se Warhol non ha mai fatto performance<br />
<strong>di</strong> quel genere, ma che importa: è sempre il primo nome<br />
che viene alla mente.<br />
Ma, soprattutto, si tornò a tracciare l'equazione facilona<br />
Futurismo = Fascismo. Certo Cecchini è <strong>di</strong>chiaratamente <strong>di</strong><br />
estrema destra, legato un tempo all'MSI e oggi a Forza Nuova. E allo stesso modo Marinetti e i<br />
Futuristi erano affascinati dalla carica <strong>di</strong> energia e novità legata al primo Fascismo. Una fascinazione<br />
estetica ammessa persino da antifascisti insospettabili come George Mosse e che si<br />
basava sulle aspettative <strong>di</strong> un mondo nuovo. Questa forza <strong>di</strong> novità è ben espressa non solo dall'estetica<br />
futurista, ma anche dalla grafica degli anni Trenta. Basta sfogliare un libro come Saluto<br />
al Duce! (ristampa integrale dei manuali per bambini stampati dal regime e<strong>di</strong>ta da Gremese) per<br />
rendersi conto della potenza iconografica che spazzava via le cupe illustrazioni che stavano<br />
nascoste nelle retine italiane. Lo stile angolare e preciso, ine<strong>di</strong>to e scattante <strong>di</strong> quei manuali<br />
sommergeva il decrepito tratto <strong>di</strong> Enrico Mazzanti, primo illustratore <strong>di</strong> Pinocchio, più vicino alle<br />
xilografie cinquecentesche che a un'arte degna dell'età degli aeroplani.<br />
Oggi le formazioni <strong>di</strong> estrema sinistra, quelle che vanno radunandosi sotto la definizione a metà<br />
tra il ri<strong>di</strong>colo e l'haiku <strong>di</strong> Sinistra Arcobaleno, nei loro farneticanti volantini promettono un altro<br />
mondo (spesso con l'apostrofo tra un e altro). Mancano <strong>di</strong> fascinazione perché il mondo che essi<br />
promettono non è nuovo e non è graficamente allettante. È vecchio, terzomon<strong>di</strong>sta, sciatto. <strong>Il</strong> mondo<br />
nuovo promesso dal Fascismo era irrealizzabile. L'altro mondo degli Arcobalenisti è irrealizzato. Nel<br />
senso che sono decenni che cercano <strong>di</strong> attuarlo senza alcun successo.<br />
Ma anche nella destra si è persa la carica <strong>di</strong> novità <strong>di</strong> quel Futurismo <strong>di</strong> cui alcuni cercano <strong>di</strong> appropriarsi.<br />
Lo <strong>di</strong>mostrano alcune righe <strong>di</strong> Come si seducono le donne, un pamphlet <strong>di</strong> Marinetti del<br />
1918 (ristampato recentemente da Excelsior 1881). Sono righe che andrebbero fatte leggere a<br />
tanti begli esponenti della destra più benpensante, fintamente moralista e stoltamente retriva.<br />
[...continua a pag. 84]<br />
tommaso labranca<br />
scrittore<br />
LUMIÈRE.<br />
Sulla magia dell'invisibilità si regge la poetica del nuovo film <strong>di</strong> Julian Schnabel, Lo scafandro e la farfalla. Un lavoro bellissimo,<br />
il suo terzo, che <strong>di</strong>mostra come chi è dotato <strong>di</strong> talento e sensibilità autentici non trova poi troppa <strong>di</strong>fficoltà nel<br />
misurarsi con linguaggi <strong>di</strong>fferenti, raggiungendo sempre il risultato migliore. Raggiunta da decenni la piena affermazione<br />
nella pittura, Schnabel non è il tipico artista invaghitosi del cinema e convinto che tutto ciò che tocca si trasforma,<br />
automaticamente, in oro. Rispetto ad alcuni suoi illustri colleghi - David Salle, Robert Longo, Cindy Sherman - ugualmente<br />
tentati dalla settima musa e autori <strong>di</strong> operine banali e stentate, Schnabel sembra nato con la telecamera in<br />
mano. Anche in questo suo nuovo film lo spunto è biografico, tratto da una storia vera: dopo due outsider - l'artista<br />
bruciato dal successo e dalle droga (Jean-Michel Basquiat) e il poeta gay perseguitato dal regime comunista<br />
(Reinaldo Arenas) -, lo sguardo cade su un tipo <strong>di</strong> uomo ben <strong>di</strong>verso. È Jean Dominique Babuy, caporedattore<br />
<strong>di</strong> Elle, colpito da un ictus che pur rendendolo completamente <strong>di</strong>sabile non ne lede la capacità <strong>di</strong> pensare.<br />
Grazie all'unico movimento rimastogli possibile, chiudere e aprire la palpebra sinistra, detta all'ortofonista dell'ospedale<br />
il libro che ne racconta la malattia e i pensieri. Per buona parte del film il nostro sguardo coincide<br />
con quello del protagonista: ve<strong>di</strong>amo le sue stesse immagini, siamo la sua stessa voce. La<br />
fotografia è straor<strong>di</strong>naria, soprattutto quando la realtà finisce per perdere i propri contorni<br />
e scivolare nell'invisibile. Strepitosi gli attori, Matthieu Amalric nella parte <strong>di</strong> Babuy ed<br />
Emmanuelle Seigner, sua ex compagna. Un film che fa trattenere il respiro, ma non commuove. Con<br />
mano abilissima Schnabel inserisce un elemento comico e grottesco quando la storia rischia <strong>di</strong> scivolare<br />
nel dramma. E soprattutto, non dà alcun giu<strong>di</strong>zio né si schiera in alcun modo sulla questione<br />
eutanasia-<strong>di</strong>ritto alla vita. Sono questioni troppo gran<strong>di</strong>, e l'arte è davvero troppo piccola.<br />
luca beatrice<br />
critico, curatore, giornalista<br />
KAWAII.<br />
Continuiamo ancora a scoprire cos'è e dov'è il kawaii. In<br />
Occidente la cultura del kawaii si afferma come una componente<br />
importante della cultura giovanile europea ed americana<br />
dalla metà degli anni '90, un po' in controtendenza con<br />
gli stili grunge e rap. <strong>Il</strong> cute o pretty (in<br />
Occidente) si <strong>di</strong>ffonde dapprima con la<br />
musica: Bjork con il suo stile babe e infantile<br />
o Courtney Love (moglie <strong>di</strong> Kurt Cobain)<br />
che si esibisce con capelli rosa, vestitini in<br />
tulle e ballerine ai pie<strong>di</strong>, suscitando l'attenzione<br />
dei giornali scandalistici. Ma è forse<br />
con Gwen Stefani che il kawaii si esprime<br />
più liberamente. La sua musica, i video clip,<br />
l'abbigliamento, il suo gruppo <strong>di</strong> Harajuku girls giapponesi<br />
che la accompagnano ovunque sono oramai <strong>di</strong>ventati un'icona<br />
del kawaii.<br />
Ma il personaggio più rappresentativo del kawaii è Hello<br />
Kitty, nata nel 1974 in Giappone e <strong>di</strong>ffusa dal 1980 prima<br />
in America e poi in Europa, con un'improvvisa impennata<br />
delle ven<strong>di</strong>te dalla seconda metà degli anni Ottanta. Una<br />
gattina alta due teste, con linee dolci e arrotondate, gli occhi<br />
neri, non troppo gran<strong>di</strong> e un naso rotondo e piccolo. Manca<br />
la bocca per facilitare l'empatia con i sentimenti <strong>di</strong> chi la<br />
guarda. La Sanrio, società giapponese creatrice <strong>di</strong> Hello<br />
Kitty, che inizialmente puntava su un pubblico femminile e<br />
preadolescenziale, conta oggi oltre ventiduemila prodotti<br />
con il logo del bambolotto che ricoprono ogni settore dell'industria,<br />
dalla cancelleria agli accessori per animali domestici<br />
ai tendaggi, cosmetici, strumenti musicali.<br />
Guadagna circa la metà del miliardo<br />
<strong>di</strong> dollari <strong>di</strong> fatturato con la produzione<br />
<strong>di</strong>retta e la ven<strong>di</strong>ta dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> Hello Kitty.<br />
Recentemente le principali catene del<br />
"cheap and chic" (H&M, GAP, Zara)<br />
hanno acquistato i <strong>di</strong>ritti per l'uso dell'immagine.<br />
Vere e proprie icone del fashion<br />
come Marian Carey, Ricky Martin, Cameron Diaz e<br />
Christina Aguilera da tempo hanno contribuito a fare <strong>di</strong><br />
questa gattina una celebrità, con oggetti sempre più raffinati<br />
e costosi perché prodotti talvolta in collaborazione con<br />
Damiani, Swarovski e altri designer <strong>di</strong> fama mon<strong>di</strong>ale.<br />
Nessun personaggio giapponese è mai riuscito a <strong>di</strong>ventare<br />
così popolare, senza temere alcuna concorrenza. Si tratta<br />
senz'altro <strong>di</strong> un'icona mon<strong>di</strong>ale.<br />
Gli unici articoli, almeno per adesso, che la Sanrio non produce<br />
o <strong>di</strong> cui non concede la licenza per l'uso del logo <strong>di</strong><br />
Hello Kitty sono le me<strong>di</strong>cine, le armi, gli alcolici e le sigarette.<br />
Cerca anche <strong>di</strong> restare lontano dalla aggressività dell'imitazione<br />
spendendo ogni anno <strong>di</strong>eci milioni <strong>di</strong> dollari in<br />
misure anti-plagio.<br />
guido ferilli<br />
docente presso la facoltà <strong>di</strong> economia<br />
dell'università <strong>di</strong> bologna | iuav <strong>di</strong> venezia<br />
UN SACCO BELLO.<br />
L'enorme quantità <strong>di</strong> mostre, fiere, pubblicazioni che ogni anno documentano la<br />
produzione artistica ci danno una chance in più rispetto al passato <strong>di</strong> essere in<br />
grado <strong>di</strong> riconoscere le migliori voci artistiche della nostra epoca oppure assisteremo<br />
- come è sempre avvenuto - a clamorose riscoperte (e bocciature) tar<strong>di</strong>ve e<br />
quin<strong>di</strong> ad una sostanziale riscrittura della storia dell'arte <strong>di</strong> oggi? La mia personale<br />
sensazione è che, in ultima analisi, tutta l'attenzione de<strong>di</strong>cata oggi all'arte contemporanea<br />
finisca soprattutto per facilitare ulteriormente, rispetto al passato, la<br />
creazione <strong>di</strong> 'bolle' critiche e <strong>di</strong> mercato e quin<strong>di</strong> la sopravvalutazione <strong>di</strong> molti artisti<br />
e allo stesso tempo la sottovalutazione <strong>di</strong> altri mal sincronizzati con le i<strong>di</strong>osincrasie<br />
del momento. È vero infatti che le opportunità sono moltissime, ma questo<br />
non vuol <strong>di</strong>re che siano ugualmente <strong>di</strong>stribuite. Piuttosto, quello che si nota è che<br />
l'effetto 'superstar', che ha sempre contrad<strong>di</strong>stinto i mercati artistici, nello scenario<br />
corrente tende a <strong>di</strong>venire più rapido e più intenso. Assistiamo in particolare ad<br />
una creazione a ciclo continuo <strong>di</strong> 'superstar' alle <strong>di</strong>verse scale (globale, nazionale,<br />
locale) che però si <strong>di</strong>mostrano soggette ad una preoccupante mortalità: un artista<br />
oggi sulla cresta dell'onda e apparentemente oggetto <strong>di</strong> un ciclo <strong>di</strong> valutazione e<br />
apprezzamento inarrestabile può nel giro <strong>di</strong> pochi anni essere già consegnato all'oblio.<br />
E l'ansia <strong>di</strong> scoperta e <strong>di</strong> riconoscimento che si accompagna a questo tipo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>namiche sociali porta ad un atteggiamento sempre più febbrile e superficiale nei<br />
confronti del rapporto con l'opera d'arte, a modalità <strong>di</strong> lettura troppo sensibili alla<br />
contingenza e ai meccanismi <strong>di</strong> influenza sociale che permeano<br />
il sistema dell'arte. In un certo senso, tutto questo è fisiologico:<br />
c'è un'arte fatta per il qui e ora e c'è un'arte che nasce<br />
da correnti più profonde e tocca corde che continuano a<br />
vibrare a lungo. Solo che ora il qui e ora è talmente presente<br />
e talmente allettante che l'attrazione che finisce per esercitare<br />
sulle personalità in cerca <strong>di</strong> un teatro narcisistico è<br />
davvero forte, e per i più bravi socialites questa aspirazione<br />
può bastare, almeno per un po', ad assicurarsi il passaporto<br />
per un quarto d'ora <strong>di</strong> celebrità artistica. E per ogni superstar<br />
dalla vita breve c'è un esercito <strong>di</strong> aspiranti artisti, probabilmente<br />
la maggior parte, che non arriveranno mai alla ribalta e<br />
che a maggior ragione non saranno mai riscoperti per il semplice<br />
motivo che erano artisti da 'qui ed ora', soltanto meno bravi<br />
degli altri, o semplicemente meno fortunati nel giocare questo<br />
particolare gioco, o semplicemente cattivi artisti che riscoprono<br />
l'acqua calda o bravi artigiani che non hanno capito il senso del<br />
proprio talento. Gli artisti veramente importanti, come in ogni<br />
altra epoca, saranno pochi anche nei nostri anni, ed è improbabile<br />
che avranno avuto vita facile. E forse è giusto così.<br />
pier luigi sacco<br />
pro-rettore alla comunicazione e all'e<strong>di</strong>toria e <strong>di</strong>rettore del <strong>di</strong>p.<br />
delle arti e del <strong>di</strong>segno industriale - università iuav - venezia
Exibart.onpaper opinioni.7<br />
ELETTRO-SHOCK.<br />
Un tempo Bill Viola vendeva i suoi videotapes a qualcosa come mille<br />
dollari. Ti inviava il nastro ¾ <strong>di</strong> pollici, tu lo mettevi nel tuo archivio e<br />
poi, secondo contratto, quando dopo alcuni anni la cassetta era<br />
ormai smagnetizzata o danneggiata, al costo del riversamento e<br />
della spe<strong>di</strong>zione lui ti rimandava una copia nuova. Insomma il collezionista<br />
acquistava il <strong>di</strong>ritto a vita, non il supporto. Qualsiasi nastro<br />
analogico comincia a perdere qualità dopo pochi mesi, ma dopo<br />
venti anni - per quanto zeppo <strong>di</strong> drop - mostra ancora le immagini. <strong>Il</strong><br />
dvd è molto peggiore. Innanzitutto è un prodotto ad alta compressione e non è meno soggetto<br />
a <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> un nastro. E poi un giorno (quin<strong>di</strong>ci? venti anni?) <strong>di</strong> colpo, rischi <strong>di</strong> non vedere<br />
più nulla. Non so come si comporta oggi, nell'era <strong>di</strong>gitale, Bill Viola. Dal 1995, anno <strong>di</strong><br />
Deserts, ha smesso <strong>di</strong> realizzare tapes monocanale, da proiettare su uno schermo, opere<br />
che arrivano alla durata <strong>di</strong> un lungometraggio. Concepisce - come sappiamo - solo installazioni,<br />
dunque vende anche il <strong>di</strong>spositivo, molto probabilmente va a casa del collezionista personalmente<br />
per installargli l'opera. Ma, in tutto il mondo, gli artisti che<br />
realizzano video li vendono tranquillamente in cinque copie su formato dvd<br />
a una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quattro/cinquemila euro. Cosa vendono in realtà?<br />
Vendono la loro firma. Molti collezionisti neppure aprono la custo<strong>di</strong>a, neppure<br />
installano su un lettore il <strong>di</strong>sco. Lo custo<strong>di</strong>scono gelosamente per<br />
paura che la cifra spesa possa andare in fumo. <strong>Il</strong> ¾ <strong>di</strong> pollice <strong>di</strong> un tempo<br />
- per quanto archeologico - era almeno un formato professionale. <strong>Il</strong> dvd è<br />
un formato "consumer", da quattro sol<strong>di</strong>: venti centesimi<br />
l'uno a Porta Portese. Non sarebbe più serio vendere<br />
almeno un Beta <strong>di</strong>gitale, il cui supporto costa<br />
ancora intorno ai cinquanta euro e per leggere il<br />
quale c'è bisogno <strong>di</strong> un lettore ancora piuttosto costoso?<br />
In realtà il problema è un altro: la duplicazione<br />
all'infinito <strong>di</strong> un video. D'accordo, senza firma. Ma è<br />
comunque un paradosso. Senza bisogno <strong>di</strong> scomodare<br />
come al solito Benjamin, l'aura e l'epoca della riproducibilità,<br />
pensate sia una cosa seria vendere un dvd a un collezionista, lo<br />
stesso dvd che viene poi dato ai critici, ai curatori o inviato nelle rassegne,<br />
ai festival, ecc? Finché è un film d'artista in pellicola si vende il negativo originale<br />
(che è solo uno) e si può cedere anche a centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />
euro se lo ha fatto un grande artista. <strong>Il</strong> video (con o senza firma) è un'altra<br />
cosa. Non è il caso che né gli artisti, né i galleristi si facciano prendere<br />
dal panico per questo tipo <strong>di</strong> considerazioni. Ma forse sarebbe meglio pensare a qualcosa<br />
<strong>di</strong> meno riproducibile che accompagni un dvd. Già l'opzione <strong>di</strong> integrare il <strong>di</strong>sco con la<br />
stampa <strong>di</strong>gitale <strong>di</strong> uno still, <strong>di</strong> un frame, o comunque <strong>di</strong> un'immagine a esso collegata, fatta<br />
dunque con tutti i crismi, magari anche ritoccata a mano per trasformarla da multiplo ad<br />
unicum, sarebbe una scelta più giusta, più onesta. Qualcuno lo fa, ma quanti? Questa soluzione<br />
darebbe all'artista la sensazione <strong>di</strong> non aver venduto un'opera soggetta a deterioramento<br />
e a duplicazione e al compratore la sicurezza <strong>di</strong> aver acquistato un multiplo con un<br />
valore aggiunto (estetico e commerciale). <strong>Il</strong> <strong>di</strong>battito per chi vuole cercare <strong>di</strong> cambiare un<br />
po' il surreale mercato del video "d'arte", resta comunque aperto. Dite la vostra.<br />
bruno <strong>di</strong> marino<br />
stu<strong>di</strong>oso dell'immagine in movimento<br />
ERGOSUM.<br />
Braccare il nemico. "L'inferno esiste e non è vuoto" ha affermato il capo dei cattolici papa Ratzinger durante il suo<br />
incontro quaresimale con i parroci <strong>di</strong> Roma. Resta da stabilire da chi è abitato. E l'inferno, si sa, per i gerarchi della<br />
chiesa è un grande condominio <strong>di</strong> dannati. Laici e illuministi soprattutto con le loro sottospecie: gay, atei, conviventi,<br />
rockers, scienziati, comunisti, agnostici, ecc. Inoltre, ha riba<strong>di</strong>to Ratzinger ''non tutti ci presenteremo uguali al banchetto<br />
del para<strong>di</strong>so". <strong>Il</strong> para<strong>di</strong>so come specchio del mondo: <strong>di</strong>suguali quaggiù, <strong>di</strong>suguali lassù. Non<br />
c'è speranza. Non <strong>di</strong>versamente, per far scoppiare la guerra in Iraq Bush affermava che il<br />
male esiste ed era personificato da Saddam e i suoi fedeli. <strong>Il</strong> male è stato<br />
impiccato ma la guerra continua più feroce <strong>di</strong> prima. La <strong>di</strong>stinzione fra buoni<br />
e cattivi ricalca l'antica <strong>di</strong>stinzione fra verità e menzogna e che oggi potremmo<br />
vedere nella <strong>di</strong>stinzione fra reale e immaginario. Una <strong>di</strong>stinzione perfettamente<br />
valida all'interno delle concezioni assolutiste dei regimi totalitari. È<br />
soltanto il loro posto e il loro ruolo che sono invertiti: i regimi assolutisti -<br />
siano essi d'or<strong>di</strong>ne politico o religioso - sono fondati sul convincimento che<br />
essendo il loro Dio quello della luce e dell'essere, automaticamente è anche<br />
quello della verità. Dal momento che la verità sottoposta al vaglio <strong>di</strong> Dio per<br />
la chiesa non necessita <strong>di</strong> prove, ma <strong>di</strong> atti <strong>di</strong> fede, ne consegue che il certo<br />
(l'uomo) viene fatto <strong>di</strong>pendere dall'incerto (Dio), per la cui vi<strong>di</strong>mazione occorre un apparato burocratico (papi, car<strong>di</strong>nali,<br />
vescovi) che certifica l'esistenza <strong>di</strong> Dio e naturalmente della sua verità. La verità in tale contesto <strong>di</strong>venta un obbligo<br />
verso Dio e i suoi vicari in terra e non verso gli uomini. Che lo IOR - la banca vaticana - ospitasse al tempo <strong>di</strong> Marcinkus<br />
il denaro <strong>di</strong> mafiosi non va detto perché, come <strong>di</strong>chiarò in una intervista all'Observer <strong>di</strong> Londra (25 maggio 1986):<br />
"You can't run the Church on Hail Marys" (Non si può governare la Chiesa con le Ave Maria"). Che i funerali del nazista<br />
Walter Rauff - l'inventore delle camere a gas mobili - sia stato officiato dal vescovo Ricardo Wagner in Cile, non<br />
va detto. Che a capo della basilica romana <strong>di</strong> Santa Maria Maggiore Ratzinger ha messo il pedofilo Law condannato<br />
negli Stati Uniti (salvandolo), non va detto. Che recentemente le tre figlie <strong>di</strong> Pinochet (con tanto <strong>di</strong> figli) hanno<br />
avuto l'annullamento del matrimonio per la terza volta, non va detto… fermiamoci. La lista sarebbe troppo lunga.<br />
Insomma, ciò che è in gioco è il contenuto della verità, che <strong>di</strong>venta come una bambola gonfiabile multiuso. Nessun<br />
obbligo morale <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la verità agli uomini dal momento che la si <strong>di</strong>ce solo davanti a Dio. Emerge un doppio volto<br />
della verità. Quella che si pretende imporre davanti a Dio, presentata come un monito per le masse, e quella riservata,<br />
flessibile, adattabile alle amicizie dei gerarchi della chiesa. La verità in tale concezione si sorregge sull'in<strong>di</strong>viduazione<br />
del nemico. La procedura è antica: si tratta <strong>di</strong> trasformare l'insicurezza collettiva, l'ansia che traspare<br />
dalla popolazione, in un sentimento <strong>di</strong> paura nei confronti <strong>di</strong> un gruppo sociale. La tecnica è la retorica della vittima:<br />
occorre far credere <strong>di</strong> essere aggre<strong>di</strong>ti, vittime <strong>di</strong> un nemico che sarà poi identificato col male: "in Italia una<br />
fede ra<strong>di</strong>cata, ma anche minacciata", <strong>di</strong>ce papa Ratzinger ai preti <strong>di</strong> Roma (L'avvenire, 23 Febbraio 2007), oppure<br />
rifiutare strategicamente all'ultimo momento <strong>di</strong> andare alla Sapienza per inaugurare l'anno accademico, ben<br />
sapendo che ciò avrebbe scatenato una tempesta me<strong>di</strong>atica che avrebbe trasformato il papa in vittima e i <strong>di</strong>ssenzienti<br />
in pericolosi estremisti, il tutto con la complicità oscena dei me<strong>di</strong>a. Ora, ciò che caratterizza la mente<br />
paranoica è la definizione del nemico. Carl Schmitt, che <strong>di</strong> nemici se ne intendeva, fiancheggiatore del nazismo,<br />
suggeriva un metodo molto semplice per definire un sistema politico: guarda dove sta il nemico e ti orienterai<br />
(Teoria del partigiano). La rappresentazione dell'altro, totalmente opposto al "noi" cattolico, assume l'immagine<br />
<strong>di</strong> una linea <strong>di</strong> demarcazione, una barriera <strong>di</strong>visoria, una <strong>di</strong>fferenza ontologica, che legittima la propria posizione<br />
come "bene", rispetto a cui, l'altra è destinata ad essere il "male". L'ideologia della purezza implica <strong>di</strong> fatto un a<br />
priori ra<strong>di</strong>cale: e cioè che possano esistere degli esseri impuri; tale a priori nel passato costituì l'arma fondamentale<br />
<strong>di</strong> stermini e massacri <strong>di</strong> massa. Ancora il 6 febbraio scorso, Ratzinger ha fatto sostituire alcune parole della<br />
messa relative agli ebrei, e al posto <strong>di</strong> "popolo accecato" ha fatto mettere "che Id<strong>di</strong>o illumini i loro cuori e riconoscano<br />
Gesù Cristo come Salvatore"! Una visione eliocentrica, totalitaria che insiste nel presentare gli ebrei come<br />
un popolo oscuro che occorre "illuminare". In situazione <strong>di</strong> crisi la polarizzazione bene/male s'impossessa dello<br />
psichismo umano assumendo quei tratti ipertrofici che paralizzano le visioni assolutiste. <strong>Il</strong> lupo perde il pelo ma<br />
non il vizio.<br />
marcello faletra<br />
saggista e redattore <strong>di</strong> cyberzone<br />
PABLOB.<br />
Ci sono appuntamenti fissi cui non si riesce a sottrarsi. Uno <strong>di</strong> questi è l'Arte Fiera <strong>di</strong> Bologna. L'altro<br />
è l'abituale scatenarsi <strong>di</strong> giornalisti che si aggirano tra gli stand saltabeccando sui prezzi come la<br />
Vispa Teresa <strong>di</strong> fiore in fiore. Nessun giornale ne resta immune. È un rito trito che vuole l'arte ridotta<br />
a un listino <strong>di</strong> borsa, a una corsa al rialzo, a un resoconto numismatico asmatico in cui il balletto<br />
delle cifre si tramuta nel belletto in grado <strong>di</strong> far <strong>di</strong>gerire qualunque cavolata, anche la più in<strong>di</strong>gesta.<br />
Nessuno, dopotutto, resta insensibile <strong>di</strong> fronte al richiamo del verdone, ognuno maneggiando gli zeri<br />
si sente un po' Zio Paperone.<br />
È la sindrome del Gold Singer, del Doppio Frodo Star, riportare<br />
cifre da capogiro per confermare che la crisi non c'è<br />
o se c'è si trova altrove. Roba da ministro delle imposte che<br />
brinda al tesoretto mentre le famiglie arrancano<br />
verso il saldo <strong>di</strong> fine mese.<br />
Qualche anno fa (2001) perfino "<strong>Il</strong> Manifesto" si contrad<strong>di</strong>stinse per un paginone in cui si lodava il<br />
fatto che l'arte fosse <strong>di</strong>ventata "un assegno circolare, da incassare senza più la paura degli anni<br />
Novanta". E gongolando del ritrovato fervore, puntava sull'emergente <strong>di</strong> turno: "Sod<strong>di</strong>sfattissimo<br />
Biagiotti <strong>di</strong> Firenze che ha venduto la sera dell'inaugurazione a Christian De Sica il lavoro (un lampadario<br />
rosa realizzato con la tecnica dello scoobidoo, otto milioni) dell'esor<strong>di</strong>ente Daniela Oliveri". La<br />
notizia apparve ai cronisti comunisti talmente sfizia da apparire perfino nel titolo. Forse involontariamente<br />
ritenevano il campione dei film panettone il migliore testimone <strong>di</strong> una rinascita economica, il<br />
più appropriato padrino <strong>di</strong> una finanza comica.<br />
Ma nessuno che si chieda se i prezzi abbiano una loro fondatezza, un riscontro obbiettivo.<br />
L'arte si comporta nei confronti del denaro come quegli staterelli stenterelli che emettono moneta<br />
a seconda dei propri ghiribizzi, senza alcun aggancio con le riserve auree o come quelle economie<br />
primitive basate sulle maree pro<strong>di</strong>ghe <strong>di</strong> gasteropo<strong>di</strong> spiaggiati. Come se uno andasse lungo il mare<br />
a raccogliere conchiglie e poi assegnasse loro un valore nominale secondo l'estro.<br />
Va bene finché non si azzarda a chiedere in banca <strong>di</strong> convertirle in valuta<br />
pregiata, nel qual caso lo ricoverano d'urgenza alla neurodeliri.<br />
Invece in arte tutto è lecito. Ok, il mercato ha da essere libero, magari spudorato,<br />
ma deve comunque essere ancorato a un principio <strong>di</strong> realtà.<br />
Però qualche dubbio comincia a farsi strada. È così che Francesca Pini (sul<br />
"Magazine" del "Corriere della Sera" del 7 febbraio 2008) ha puntato il <strong>di</strong>to<br />
sulla inestricabile inspiegabile jungla valutaria che avvolge il mondo dell'arte in<br />
fiera come un reticolo che rischia <strong>di</strong> cadere nel ri<strong>di</strong>colo a causa delle tante<br />
anomalie & bizzarrie. È ormai abbastanza chiaro che non esiste alcun criterio<br />
valutario e che il mercato è solo un ping-pong in cui vince chi la<br />
spara più grossa, chi alza la posta, chi ha la faccia più tosta.<br />
Tuttavia, quando durante una Kunstmesse-in-piega si spruzza troppa<br />
lacca, si ottiene una acconciatura dalla impalcatura balenga, una cotonatura precaria. Una montatura<br />
che basta un niente e viene giù tutto.<br />
Ma finché dura fa verdura. Ovvio.<br />
pablo echaurren<br />
artista e scrittore<br />
WWW.PRESTINENZA.IT<br />
Cosa ci aspetta dopo la bulimia? <strong>Il</strong> precipitare nell'anoressia. E <strong>di</strong>fatti,<br />
da un po' <strong>di</strong> tempo a questa parte sembra che gli e<strong>di</strong>fici esuberanti e<br />
ultra-<strong>di</strong>segnati prodotti dalle archistar abbiano perso il loro fascino. Ed<br />
è dalla caduta delle Twin Towers che una crescente schiera <strong>di</strong> critici<br />
- a volte con toni eccessivamente apocalittici - denuncia i pericoli <strong>di</strong> un<br />
gioco al rialzo suicida che produce opere sempre più ipertrofiche.<br />
Allo stesso tempo si registra nei circoli ra<strong>di</strong>cal chic una crescente<br />
infatuazione per i lavori degli architetti rigoristi. Lo testimonia lo stesso<br />
Rem Koolhaas, sempre in anticipo nell'annusare i segni dei tempi,<br />
che dopo anni <strong>di</strong> manifesti fondati sull'estetica del caos e della contrad<strong>di</strong>zione,<br />
sta puntando decisamente verso il recupero delle forme<br />
primarie.<br />
"<strong>Il</strong> XXI secolo" sostiene l'architetto olandese nella relazione <strong>di</strong> uno dei<br />
suoi ultimi progetti negli Emirati Arabi "nel <strong>di</strong>sperato tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziane<br />
un e<strong>di</strong>ficio dall'altro ha prodotto una pazzesca<br />
quantità <strong>di</strong> forme stravaganti. Paradossalmente il risultato<br />
è uno spazio pubblico sorprendentemente monotono,<br />
dove ogni <strong>di</strong>fferenza affoga all'interno <strong>di</strong> un mare <strong>di</strong> architetture<br />
senza senso. Mentre questo lavoro punta a ottenere<br />
una forma architettonica che si <strong>di</strong>stingua: non<br />
creando la prossima immagine bizzarra, ma promuovendo<br />
il recupero alla forma pura".<br />
Protagonisti del ritorno all'or<strong>di</strong>ne sono i giapponesi. In<br />
particolare il duo Kazuyo Sejima e Ryue<br />
Nishizawa. Delle loro sempre più numerose opere affascina<br />
il carattere quasi ideogrammatico, l'assenza <strong>di</strong> apparati<br />
tecnologici in vista, la purezza del <strong>di</strong>segno che ricorre al<br />
montaggio per accostamento <strong>di</strong> figure geometriche primarie.<br />
<strong>Il</strong> recente New Museum of Contemporary Art a<br />
New York, per esempio, rassomiglia a un insieme <strong>di</strong> scatole<br />
poste <strong>di</strong>strattamente una sopra l'altra in uno stato <strong>di</strong><br />
precario equilibrio. In altre loro opere quali il 21st Century<br />
Museum of Contemporary Art a Kanazawa in Giappone il<br />
volume è smaterializzato dall'uso <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> vetrate.<br />
A fare il punto su questa nuova passione per il miesiano<br />
quasi nulla è stato un numero della rivista inglese The<br />
Architectural Review, emblematicamente intitolata<br />
"Japan: Back to Basics". Dove basic è da intendersi in due<br />
sensi: come riduzione formale ma anche come volontà <strong>di</strong><br />
no-logo, tentativo <strong>di</strong> sfuggire dalla produzione <strong>di</strong> oggetti rifiniti<br />
e superflui delle gran<strong>di</strong> firme. Un po' come propone <strong>di</strong><br />
fare la catena Muji che sulla semplicità, il riuso e l'azzeramento<br />
linguistico sta costruendo la propria fortuna commerciale.<br />
Finalmente un po' <strong>di</strong> aria fresca e pulita, si <strong>di</strong>rà. Ma è realmente<br />
così? Naturalmente no. Perché l'estetismo che si<br />
cela <strong>di</strong>etro l'anoressia è non meno ingombrante <strong>di</strong> quello<br />
che esplode con le intemperanze bulimiche. E la strategia <strong>di</strong> Muji non<br />
è meno logo-oriented <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> altre firme del circo della moda.<br />
Inten<strong>di</strong>amoci: niente <strong>di</strong> male. Di un back to basics si sentiva il bisogno.<br />
E, poi, perché avercela tanto con le mode? In fondo, e per fortuna,<br />
siamo un po' tutti come da Fulvia il sabato sera.<br />
luigi prestinenza puglisi<br />
docente <strong>di</strong> storia dell'architettura contemporanea - la sapienza -<br />
roma
8.speednews Exibart.onpaper<br />
Assurdo a Venezia. Gli Stati Uniti<br />
hanno già scelto l'artista (Bruce<br />
Nauman), ma il <strong>di</strong>rettore della<br />
Biennale ancora non si sa<br />
Come spesso succede, gli<br />
stranieri arrivano primi anche<br />
in casa nostra. Da Venezia si<br />
fanno ancora attendere notizie<br />
sulla scelta del <strong>di</strong>rettore per la<br />
Biennale Arti Visive 2009, e<br />
questo ritardo <strong>di</strong> fatto trasforma<br />
un evento biennale in<br />
annuale, consegnando al prescelto<br />
(sarà lo stesso Storr<br />
riconfermato? Mah...) tempi Bruce Nauman<br />
strettissimi per l'organizzazione<br />
e l'ideazione dell'evento, e le più ampie scusanti<br />
per eventuali carenze organizzative o anche curatoriali.<br />
Intanto, gli Stati Uniti non si fanno coinvolgere<br />
dal vizio italico ed annunciano - primi come sempre<br />
- che il loro pa<strong>di</strong>glione sarà affidato al grande Bruce<br />
Nauman. L'artista e scultore concettuale, recentemente<br />
protagonista in Italia <strong>di</strong> due importanti<br />
mostre, al napoletano Madre ed al Castello <strong>di</strong> Rivoli,<br />
è stato proposto per il prestigioso incarico dal<br />
Philadelphia Museum of Art, ed a organizzare la<br />
mostra saranno Carlos Basualdo, curator of contemporary<br />
art del museo, e Michael R. Taylor, curator<br />
of modern art. La decisione è stata presa dal<br />
Federal Advisory Committee on International<br />
Exhibitions, emanazione del National Endowment<br />
for the Arts, che contribuirà alla partecipazione Usa<br />
alla Biennale con ben cinquecentomila dollari.<br />
Canton Ticino, ci sarà Bruno Corà alla guida<br />
del futuro megacentro Culturale <strong>di</strong> Lugano<br />
Sarà la sede principale delle attività che riguardano<br />
la musica, le arti sceniche e visive a<br />
Lugano; attività che fanno parte <strong>di</strong> un progetto<br />
più ampio che è quello che rappresenta davvero<br />
l'originalità e le ambizioni culturali della città.<br />
Un grande Centro culturale, la cui inaugurazione<br />
è prevista per il 2012 nello spazio a<strong>di</strong>acente<br />
all'ex Albergo Palace. La struttura sarà la<br />
sede <strong>di</strong> un importante Museo d'Arte che raccoglierà<br />
l'ere<strong>di</strong>tà dell'attuale Museo d'Arte<br />
Moderna e del Museo Civico <strong>di</strong> Belle Arti, oltre<br />
Bruno Corà<br />
che degli altri importanti fon<strong>di</strong> che costituiscono<br />
il patrimonio artistico della città, coinvolgendo<br />
attivamente anche il Museo Cantonale d'Arte. Ed a condurre in porto tutte<br />
queste importanti novità ci sarà Bruno Corà, già <strong>di</strong>rettore, fra l'altro, del<br />
Centro Pecci <strong>di</strong> Prato e del Camec <strong>di</strong> La Spezia, che sarà <strong>di</strong>rettore ad interim<br />
del nuovo Museo d'Arte, nonché coor<strong>di</strong>natore del gruppo <strong>di</strong> lavoro preposto<br />
all'avvio del polo culturale. <strong>Il</strong> centro sarà anche la sede <strong>di</strong> un grande<br />
teatro, in grado <strong>di</strong> offrire nelle migliori con<strong>di</strong>zioni una stagione organica <strong>di</strong><br />
concerti e <strong>di</strong> proposte teatrali e anche liriche <strong>di</strong> valore, senza <strong>di</strong>menticare la<br />
danza che costituisce un settore in costante crescita creativa. Altri soggetti<br />
che contribuiranno a rendere il "Polo culturale" un vero e proprio laboratorio<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare sono il Museo delle Culture, che dal 2012 si trasferirà a<br />
Villa Malpensata, e il nascente Museo Storico, previsto a Villa Ciani.<br />
Info: +41 588667090 - sbardelle@lugano.ch - www.lugano.ch<br />
[fattofuori] artisti italiani in trasferta a cura <strong>di</strong> helga marsala<br />
� Bregenz, Kunsthaus - Maurizio Cattelan - 1 feb/24 mar 08<br />
� Bruxelles, Galerie 100 Titres - Gianfranco Baruchello, Angelo Ricciar<strong>di</strong>, Jeux de mots, Jeux<br />
d'images (group show), a cura <strong>di</strong> Anael Desablin e Alain de Wasseige - 12 gen/16 feb 08<br />
� Londra, Madder139 - Pantani-Surace, Ti amo - 7 feb/15 mar 08<br />
� Madrid, Fundacion Astroc - Gabriele Basilico, Intercity - 30 gen/21 mar 08<br />
� Messico, Kong Galeria - Fupete, Tierra y Azul - 21 feb/30 apr 08<br />
� New York, Casey Kaplan Gallery - Diego Perrone, Wolves and the Casting of Bells - 15 feb/15 mar 08<br />
� New York, Foley Gallery - Andrea Mastrovito, Black Bag: American Philosophy of Composition -<br />
21 feb/12 apr 2008<br />
� New York, Robert Mann Gallery - Silvio Wolf - 31 gen/15 mar 08<br />
� Oslo, The Stenersen Museum - Rä <strong>di</strong> Martino, ZimmerFrei, The Hot Season. Italian Art Now, a<br />
cura <strong>di</strong> Lorella Scacco e Bartolomeo Pietromarchi - fino al 5 Marzo 2008<br />
� Parigi, Galerie Magda Danysz - Laurina Paperina - 16 feb/ 29 mar 08<br />
� St. Moritz, Spazio Four Emotions - Marco Campanini, Mario Cresci, Franco Fontana,<br />
Andrea Galvani, Francesco Pignatelli, Alessandra Spranzi, Pio Tarantini, Silvio Wolf,<br />
Spazio Bianco, a cura <strong>di</strong> Giorgio Verzotti - 14 feb/24 mar 08<br />
� Varsavia, Centre for Contemporary Art - Daniela Comani, History will repeat itself (group show) -<br />
15 feb/13 apr 08<br />
� Vitoria (Spagna), Museo Artium - Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, Gravity (group show) - 31<br />
gen/18 mag 08<br />
Mibac-Fondazione MPS,<br />
protocollo <strong>di</strong> intesa per interventi<br />
sul patrimonio culturale<br />
<strong>Il</strong> documento prevede una collaborazione finalizzata ad<br />
ottimizzare l'impiego <strong>di</strong> risorse per la conduzione <strong>di</strong> interventi<br />
<strong>di</strong> comune interesse sul patrimonio culturale nazionale,<br />
con particolare riferimento alla Regione Toscana. Si<br />
tratta <strong>di</strong> un Protocollo d'Intesa tra la Fondazione Monte<br />
dei Paschi <strong>di</strong> Siena e il Ministero per i Beni e le Attività<br />
Culturali, alla cui firma erano presenti il Sottosegretario <strong>di</strong><br />
Stato ai Beni Culturali Andrea Marcucci, il presidente della<br />
Fondazione Mps Gabriello Mancini, ed Arnaldo Sciarelli,<br />
commissario straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Arcus spa. L'accordo stabilisce<br />
la partecipazione finanziaria della Fondazione me<strong>di</strong>ante<br />
l'impiego <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> risorse destinate al settore rilevante<br />
"arte, attività e beni culturali". Ciò attraverso l'esame,<br />
con caratteristiche <strong>di</strong><br />
priorità, ma a suo<br />
insindacabile giu<strong>di</strong>zio<br />
circa l'accoglimento<br />
o meno delle<br />
Nell'anno del<br />
Design, a Torino<br />
anche la cioccolata<br />
è d'artista...<br />
<strong>Il</strong> luogo non è una galleria d'arte,<br />
ma una pasticceria, per la precisione<br />
la Pasticceria Gertosio <strong>di</strong><br />
Torino. Ed i materiali non sono<br />
tele, o magari carta fotografica, o<br />
un dvd, ma... cioccolata.<br />
Immedesimandosi fino in fondo<br />
nel clima creatosi nella World<br />
Design Capital 2008, la pasticceria<br />
ha pensato che fosse irrinunciabile<br />
offrire delle tavolette ricercate<br />
anche nelle forme. Ed ecco<br />
quin<strong>di</strong> l'incarico allo stu<strong>di</strong>o milanese<br />
<strong>di</strong> interior and product<br />
design <strong>di</strong> Jjuice, che ha pensato<br />
sei veri e propri multipli <strong>di</strong> cioccolata<br />
dagli affascinanti <strong>di</strong>segni,<br />
incluso uno che riproduce una<br />
mappa <strong>di</strong> Torino...<br />
Info: 0577246020<br />
ufficio.stampa@fondazionemps.it<br />
www.fondazionemps.it<br />
domande riguardanti i progetti ritenuti meritevoli da un'apposita<br />
commissione a tal fine varata, che i singoli soggetti<br />
interessati presenteranno alla Fondazione nell'ambito<br />
delle procedure per i progetti <strong>di</strong> terzi. Arcus S.p.A., la<br />
società strumentale del Ministero, contribuirà al finanziamento<br />
<strong>di</strong> tali iniziative volte alla conservazione del patrimonio<br />
culturale o alla sua fruizione e valorizzazione.<br />
mostre fattefuori? scriveteci: fattofuori@exibart.com<br />
Furto in casa Kiefer.<br />
Ma per i ladri le opere<br />
valgono solo per il metallo...<br />
Hanno smembrato una<br />
grande opera valutata<br />
circa un milione <strong>di</strong> euro,<br />
lasciandola lì e portando<br />
via solo le parti in<br />
piombo, riven<strong>di</strong>bili sul<br />
mercato dei metalli per<br />
non più <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila<br />
euro. Gli improvvi<strong>di</strong><br />
ladri sono quelli che nei<br />
giorni scorsi hanno violato<br />
la tenuta <strong>di</strong> Barjac,<br />
in Francia, dal 1993 residenza del grande artista<br />
tedesco Anselm Kiefer. Accanendosi contro<br />
una grande installazione scultorea dalla quale<br />
hanno asportato soltanto trenta libri in piombo,<br />
del peso <strong>di</strong> centocinquanta chili ciascuno,<br />
lasciando sul posto le altre parti in vetro e<br />
cemento. Anche per questo gli inquirenti stanno<br />
in<strong>di</strong>rizzando i sospetti sui ladri <strong>di</strong> materiali ferrosi,<br />
piuttosto che su quelli d'arte. Peraltro Kiefer<br />
sarebbe in procinto <strong>di</strong> trasferire la sua residenza<br />
in Portogallo, e la grande tenuta francese<br />
dovrebbe essere acquistata dalla Fondazione<br />
Guggenheim.<br />
Tecnologia e creatività a Napoli per il Plart,<br />
centro museale e <strong>di</strong> ricerca per la plastica<br />
Si deve all'iniziativa dell'impren<strong>di</strong>trice<br />
napoletana Maria<br />
Pia Incutti il Plart, il neonato<br />
museo della plastica inaugurato<br />
nell'elegante quartiere<br />
Chiaia. Oltre mille metri quadrati<br />
<strong>di</strong> spazio hi-tech rivisitati<br />
dallo stu<strong>di</strong>o d'architettura<br />
Stile Libero che, <strong>di</strong>sposti<br />
sulla sinuosa struttura<br />
sospesa a circa un metro e mezzo dal pavimento, appositamente progettata<br />
da Cecilia Cecchini, ospiteranno a rotazione i circa millecinquecento<br />
pezzi in celluloide, bakelite, parkesina, galatite, ebanite, raccolti nel corso<br />
<strong>di</strong> oltre trent'anni con la supervisione dell'architetto Nunzio Vitale. Dalla<br />
fine dell'Ottocento agli anni Settanta, un ampio excursus de<strong>di</strong>cato al<br />
materiale che ha rivoluzionato il modo <strong>di</strong> vivere del Pianeta. Accanto agli<br />
oggetti <strong>di</strong> uso quoti<strong>di</strong>ano, numerosi gli esemplari <strong>di</strong> design, firmati, tra gli<br />
altri, da Piero Gilar<strong>di</strong>, Gaetano Pesce, Franco Mello, Guido Drocco,<br />
Tony Cragg e molti altri (un'opera è stata creata appositamente per l'inaugurazione<br />
da Felix Policastro). Oltre all'area espositiva, in cui si susseguiranno<br />
rassegne tematiche secondo una programmazione annuale,<br />
il centro polifunzionale del Plart si occuperà anche <strong>di</strong> recupero, restauro<br />
e conservazione delle opere d'arte e <strong>di</strong> design in<br />
materiale sintetico, grazie alla collaborazione con<br />
le università e i principali centri <strong>di</strong> ricerca coor<strong>di</strong>nata<br />
da Maurizio Avella, primo ricercatore dell'Istituto<br />
<strong>di</strong> Chimica e Tecnologia dei Polimeri (ICTP) del<br />
CNR. (a. p.)<br />
Plart<br />
Via G. Martucci -<br />
Napoli<br />
Info: 08119565703<br />
info@plart.it<br />
www.plart.it
10.speednews Exibart.onpaper<br />
NUOVI, NUOVI, NUOVI<br />
DALL'ARCHIVIO CAREOF & VIAFARINI<br />
JACOPO MILIANI<br />
(Nato nel 1979 a Firenze. Vive a Firenze)<br />
Untitled - 2008<br />
Collage, cm 10x15.<br />
GIUSEPPE AMALFI<br />
(Nato nel 1975 a Palermo. Vive a Palermo)<br />
Casa n.1 - 2006<br />
Scultura in plastica trasparente.<br />
Corso Superiore <strong>di</strong> Arti Visive Fondazione Ratti,<br />
visiting professor 2008 sarà Yona Friedman<br />
Da Olafur Eliasson a Paul Chan,<br />
ecco come sarà la Triennale T2 torinese<br />
L'inaugurazione della seconda e<strong>di</strong>zione della Triennale dell'Arte 2008 avverrà mercoledì 5<br />
novembre. A partire dal giorno successivo, la rete <strong>di</strong> iniziative, riunite sotto il carminio logo<br />
crociato, rimarrà aperta al pubblico fino al 18 gennaio 2009. Daniel Birnbaum, curatore <strong>di</strong><br />
questa e<strong>di</strong>zione, ha scelto come tema le cinquanta Lune <strong>di</strong> Saturno; un “la” romantico per<br />
coor<strong>di</strong>nare i lavori delle tre principali organizzazioni coinvolte: il Castello <strong>di</strong> Rivoli, la<br />
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Torino Musei. Una prima novità <strong>di</strong><br />
questa Triennale sarà la maggiore concentrazione fisica dei luoghi deputati ad ospitare le<br />
iniziative. Gli eventi e le mostre che promuoveranno i cinquanta artisti selezionati non<br />
saranno più <strong>di</strong>slocati in varie se<strong>di</strong> sparse in città, ma si focalizzeranno nei già citati Castello<br />
<strong>di</strong> Rivoli, nella sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e nella Palazzina della<br />
Società Promotrice delle Belle Arti Torino. L'intera operazione, patrocinata dalla Regione<br />
Piemonte e della Città <strong>di</strong> Torino, avrà un budget stimato <strong>di</strong> due milioni <strong>di</strong> euro. Non sono<br />
ancora noti i nomi degli artisti invitati, tranne che per due mostre personali <strong>di</strong> ospiti stranieri,<br />
de<strong>di</strong>cate a Olafur Eliasson (Copenhagen 1967), certamente a Rivoli, e all'americano<br />
Paul Chan (Hong Kong 1973). (ginevra bria)<br />
Vaticano alla Biennale <strong>di</strong> Venezia?<br />
Ne parla monsignor Ravasi sul Riformista<br />
Sarà il grande architetto e teorico francese Yona Friedman (1923) il visiting<br />
professor della quattor<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione del Corso Superiore <strong>di</strong> Arti Visive<br />
della Fondazione Antonio Ratti <strong>di</strong> Como, in programma nel mese <strong>di</strong> luglio. <strong>Il</strong><br />
corso, <strong>di</strong>retto dal 1995 da Annie Ratti, è a cura <strong>di</strong> Anna Daneri, Luca Cerizza<br />
e Cesare Pietroiusti, e si propone come un laboratorio <strong>di</strong> sperimentazione<br />
artistica e teorica, condotto da artisti <strong>di</strong> rilevanza internazionale. <strong>Il</strong> programma<br />
per i venti giovani artisti internazionali, che saranno selezionati da una<br />
commissione scientifica sulla base delle domande pervenute, prevede un'attività<br />
quoti<strong>di</strong>ana articolata in forma <strong>di</strong> workshop a fianco <strong>di</strong> Yona Friedman,<br />
<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti teorici proposti dai curatori interni e seminari con alcuni<br />
personaggi <strong>di</strong> spicco della scena culturale internazionale. I visiting professor<br />
degli anni scorsi sono stati Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996),<br />
Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton<br />
(1998), Haim Steinbach (1999), <strong>Il</strong>ya<br />
Yona Friedman<br />
Kabakov (2000), Marina Abramovic<br />
(2001), Giulio Paolini (2002), Richard<br />
Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrc<br />
(2006), Joan Jonas (2007). <strong>Il</strong> corso è gratuito, i costi <strong>di</strong> permanenza a Como sono<br />
a carico dei partecipanti. Le domande <strong>di</strong> partecipazione, corredate da una docu-<br />
Dal 1 al 23 luglio 2008<br />
Chiusura del bando: 3 aprile 2008<br />
Info: 031233213<br />
annadaneri@fondazioneratti.org<br />
www.fondazioneratti.org<br />
mentazione dei propri lavori, dovranno pervenire entro il 3 aprile 2008 (data timbro postale) alla Fondazione Antonio<br />
Ratti, all'attenzione <strong>di</strong> Anna Daneri.<br />
"In Italia, poi, ci sono tanti progetti da mettere in campo. Uno <strong>di</strong> questi potrebbe essere - anche se mi<br />
rendo conto che non è facile - la creazione alla Biennale <strong>di</strong> Venezia <strong>di</strong> un pa<strong>di</strong>glione della Santa Sede.<br />
Proprio così. È un progetto che mi affascina e che avrebbe un<br />
grande valore per tutto il mondo dell'arte". Pare che alla<br />
Biennale continuino a pensare più gli stati stranieri che non lo<br />
stato italiano, che la organizza. Come si evince anche dalle<br />
parole <strong>di</strong> monsignor Gianfranco Ravasi, "ministro della cultura"<br />
della Santa Sede, che ha lanciato la proposta in un'intervista<br />
rilasciata al quoti<strong>di</strong>ano <strong>Il</strong> Riformista. E subito riprese da Franco<br />
Miracco, consigliere nel Cda della Biennale, che in una <strong>di</strong>chiarazione<br />
allo stesso quoti<strong>di</strong>ano si <strong>di</strong>ce sorpreso dall'interesse<br />
vaticano per l'arte contemporanea, garantendo in proposito la<br />
buona volontà e la <strong>di</strong>sponibilità al <strong>di</strong>alogo dell'istituzione. Non<br />
negando tuttavia - spiega l'articolo - le perplessità per alcune Monsignor Gianfranco Ravasi<br />
recenti prese <strong>di</strong> posizione <strong>di</strong> cattolici, fra cui il ministro<br />
Buttiglione nel 2005, nei confronti dell'arte contemporanea in<br />
generale e della Biennale in particolare. "Ecco" - conclude Miracco -, "la presenza vaticana alla<br />
Biennale <strong>di</strong> Venezia non deve finire come il Papa alla Sapienza <strong>di</strong> Roma. Ci vuole un vero <strong>di</strong>alogo…".<br />
Un problema potrebbe essere rappresentato dalla location per il nuovo eventuale pa<strong>di</strong>glione, visto che<br />
ai Giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Castello non ci sono spazi per nuovi allestimenti; tuttavia, la Fondazione veneziana - una<br />
volta superati ostacoli pratici e logistici - non dovrebbe farsi sfuggire questa occasione dai molteplici<br />
significati culturali e comunicativi...<br />
BRUNNO JAHARA<br />
(Nato a Rio de Janeiro, nel 1979. Vive a Venezia)<br />
Aglutinoginos - 2007<br />
Plastica, misura ambiente.<br />
a cura <strong>di</strong> milovan farronato<br />
Banksy all'asta su ebay. E il muro<br />
graffito vola a trecentomila euro…<br />
Chissà in quale categoria <strong>di</strong> ebay, il popolare website <strong>di</strong> aste online,<br />
sarà stata inserita questa<br />
singolarissima offerta. Sì,<br />
perché è ben <strong>di</strong>fficile che in<br />
altri casi qualcuno abbia<br />
pensato <strong>di</strong> vendere… un<br />
pezzo <strong>di</strong> parete. Certo, si<br />
trattava <strong>di</strong> una parete ricoperta<br />
da un graffito <strong>di</strong><br />
Banksy, ormai <strong>di</strong>ventato<br />
un'icona del genere, ma pur<br />
sempre <strong>di</strong> un pezzo <strong>di</strong> parete.<br />
Tanto che l'offerta doveva<br />
prevedere anche i costi <strong>di</strong> rimozione del "brano" <strong>di</strong> muratura ed<br />
il successivo restauro. Ebbene, dopo una accesissima tenzone sviluppatasi<br />
su ben sessantanove offerte, Luti Fagbenle - il ven<strong>di</strong>tore,<br />
un produttore cinematografico sui muri del cui ufficio, in Portobello<br />
Road, si trovava il graffito - ha letto sorpreso la cifra <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione:<br />
ducentottomila sterline, poco meno <strong>di</strong> trecentomila euro.<br />
L'opera, ora accuratamente protetta da un telo in plastica, raffigura<br />
lo stesso artista che ha appena scritto il proprio nome, Banksy...<br />
Schiaffi al mondo dell'arte.<br />
Li elargisce Phil Collins, per il suo ultimo progetto...<br />
"Ho notato reazioni <strong>di</strong>fferenti, alcuni ridono istericamente, uno è persino caduto dalla se<strong>di</strong>a, e <strong>di</strong><br />
lui ho fotografato soltanto una spalla". Chi parla - al quoti<strong>di</strong>ano The Guar<strong>di</strong>an - è l'artista inglese<br />
Phil Collins, finalista al Turner Prize 2006, e le reazioni che<br />
racconta sono quelle... ai suoi schiaffi. Sì, perché il suo<br />
nuovo progetto You'll Never Work in This Town Again consiste<br />
proprio in una serie <strong>di</strong> fotografie che immortalano le<br />
reazioni <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> art-ad<strong>di</strong>cts sottoposti al "trattamento"<br />
dell'artista. Niente <strong>di</strong> scioccante, tanto che la bizzarra<br />
iniziativa veniva preannunciata fin nell'invito fatto giungere<br />
ai "predestinati". Collins, che è arrivato a schiaffeggiare<br />
fino a ventotto persone in una sera, esporrà cinque degli<br />
scatti nella collettiva Double Agent, in programma in marzo<br />
all'Institute of Contemporary Arts <strong>di</strong> Londra. Chissà se - l'ar-<br />
Phil Collins<br />
tista non ne parla - qualcuno gli avrà risposto pan per<br />
focaccia...<br />
Good Design Award 2007, a Chicago<br />
premiato anche un occhiale Made in Italy<br />
Ancora il design italiano - e in particolar modo torinese - sugli scu<strong>di</strong> a livello internazionale,<br />
proprio nell'anno in cui il capoluogo piemontese è World Design Capital.<br />
Con l'occhiale del modello Tornado, l'azienda piemontese Derapage - del gruppo<br />
Nico Design - si è aggiu<strong>di</strong>cata a Chicago il Good Design Award 2007, prestigioso<br />
premio assegnato negli Usa dal Chicago Athenaeum - Museum of Architecture and<br />
Design. Nato nel 1950, il Good Design Award seleziona annualmente a livello internazionale<br />
i prodotti industriali ed i concetti che maggiormente hanno contribuito ad<br />
innovare nel design. Una commissione cosmopolita giu<strong>di</strong>ca secondo criteri che<br />
valutano non solo l'eccellenza del progetto, la forma e l'estetica dei prodotti delle<br />
<strong>di</strong>verse categorie merceologiche, ma anche i materiali utilizzati, la funzione e l'utilità<br />
degli oggetti in concorso. Unico<br />
occhiale tra i prodotti selezionati<br />
dalla giuria <strong>di</strong> Chicago, Tornado è un<br />
prodotto totalmente italiano nello<br />
stile, nella lavorazione e nell'assemblaggio.<br />
Nell'ottobre scorso l'oggetto<br />
si era già aggiu<strong>di</strong>cato a Tokyo il riconoscimento<br />
Eyewear of the Year<br />
2008, nella categoria innovazione<br />
tecnologica.<br />
www.chi-athenaeum.org
12.speednews Exibart.onpaper<br />
Ampia donazione <strong>di</strong> un collezionista italiano.<br />
Ma a un museo finlandese...<br />
Certo, si tratta <strong>di</strong> opere grafiche, <strong>di</strong>segni e acquarelli, eppure<br />
i nomi sono <strong>di</strong> primissimo piano, da Gino Severini a Alberto<br />
Magnelli, Marino Marini, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà,<br />
Giorgio Moran<strong>di</strong>, Afro, Alberto Burri. L'importante collezione<br />
<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> maestri italiani del Novecento raccolta in quasi<br />
cinquant'anni dall'e<strong>di</strong>tore e bibliofilo Rolando Pieraccini è<br />
andata in dono al Museo Ateneum <strong>di</strong> Helsinki. Trasferitosi stabilmente<br />
in Finlan<strong>di</strong>a nel 1975, Pieraccini vi ha fondato due<br />
case e<strong>di</strong>trici che hanno pubblicato libri <strong>di</strong> poesia e d'arte, con<br />
incisioni e litografie originali, operando anche come gallerista.<br />
Nonostante la bozza Folena, permane una sostanziale<br />
impossibilità da parte <strong>di</strong> un mecenate <strong>di</strong> regalare opere ad un museo Italiano, a causa <strong>di</strong> leggi cervellotiche<br />
e <strong>di</strong> burocrazie assurde che <strong>di</strong>sincentivano così la crescita delle nostre collezioni pubbliche.<br />
Una tendenza inversa a quanto succede in tutto il mondo.<br />
La madre <strong>di</strong> tutte le finali.<br />
In UK cinque superbig per una<br />
scultura da tre milioni <strong>di</strong> euro<br />
La shortlist è <strong>di</strong> quelle che fanno<br />
tremare le vene e i polsi, con cinque<br />
superstar del firmamento artistico<br />
internazionale come Richard<br />
Deacon, Christopher le Brun,<br />
Daniel Buren, e ben due Turner<br />
Prize winners, Mark Wallinger e<br />
Rachel Whiteread. In corsa per<br />
realizzare quella che sarà una delle<br />
Rachel Whiteread sculture più gran<strong>di</strong> d’Inghilterra,<br />
oltre cinquanta metri <strong>di</strong> altezza, per<br />
una commissione che mette sul<br />
piatto ben tre milioni <strong>di</strong> euro. L'opera sarà collocata nel Kent,<br />
come simbolo della nuova Ebbsfleet International rail station, e<br />
<strong>di</strong>venterà la più grande commissione pubblica d'arte della Gran<br />
Bretagna. La scultura, per la quale il vincitore sarà scelto entro<br />
l'estate, sarà una sorta <strong>di</strong> risposta del sud del paese al famoso<br />
Angelo del nord, struttura <strong>di</strong> venti metri <strong>di</strong> altezza <strong>di</strong> Antony<br />
Gormley collocata vicino a Gateshead.<br />
Nuovo flagship store d'autore per Gucci sulla<br />
Fifth Avenue newyorchese<br />
È il più grande store Gucci al mondo, ed anche la più imponente impresa<br />
architettonica mai intrapresa dalla maison ormai da tempo <strong>di</strong> monsieur<br />
Pinault. <strong>Il</strong> concept si deve alla <strong>di</strong>rettrice<br />
creativa Frida Giannini, che per il<br />
progetto si è affidata alle sicure mani<br />
dell'architetto delle celebrità, James<br />
Carpenter. Tre piani racchiusi in una<br />
scatola <strong>di</strong> vetro, l'elegante e<strong>di</strong>ficio al<br />
725 della Fifth Avenue, ovviamente a<br />
New York, è uno sfarzo <strong>di</strong> materiali<br />
ricchissimi - dal palissandro al marmo - in un'esaltazione della luce naturale,<br />
tutto pensato per celebrare le icone dello stile Gucci. E per l'inaugurazione,<br />
nei giorni scorsi, spazio anche alla beneficenza, con la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
una limited e<strong>di</strong>tion della borsa Gucci Loves NY il cui ricavato andrà totalmente<br />
alla Central Park Conservancy, per la manutenzione dei ventuno<br />
children's playgrounds <strong>di</strong> Central Park.<br />
Ciak, si costruisce. In arrivo un<br />
documentario su Herzog & de<br />
Meuron in Cina<br />
E poi stupiamoci se si usa il neologismo archistar. Dopo<br />
Frank Gehry, che con il documentario a lui de<strong>di</strong>cato dal<br />
grande regista Sydney Pollack approdò ad<strong>di</strong>rittura al<br />
Festival <strong>di</strong> Cannes, sono ora gli svizzeri Herzog & de<br />
Meuron ad essere protagonisti anche nella celluloide. In<br />
particolare il loro attuale lavoro in Cina, sul quale i registi<br />
Christoph Schaub e Michael Schindhelm hanno incentrato il<br />
documentario Bird's Nest. Due i progetti al centro dell'attenzione,<br />
l'ormai famoso Sta<strong>di</strong>o<br />
Nazionale per i giochi olimpici<br />
<strong>di</strong> Pechino 2008, e il progetto<br />
per l'area urbana da trecentomila<br />
abitanti nella città<br />
<strong>di</strong> Jinhua. Opere che non<br />
solo lanciano ulteriormente la<br />
Cina sulla ribalta internazionale,<br />
anche nell'ambito architettonico,<br />
ma contribuiscono Herzog & de Meuron<br />
a creare un ponte fra due culture,<br />
due tra<strong>di</strong>zioni e due sistemi politici <strong>di</strong>versissimi.<br />
Fotografia contemporanea, al via la collezione<br />
della Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Modena<br />
La prima zona ad essere indagata sarà l'Asia,<br />
con opere fra gli altri <strong>di</strong> Hiroshi Sugimoto,<br />
Yang Fudong, Nobuyoshi Araki, Ai Weiwei,<br />
Cao Fei, Yasumasa Morimura, che andranno<br />
a formare una mostra che avrà luogo a Modena<br />
nell'ottobre 2008. Con un programma <strong>di</strong> acqui-<br />
Info: 059239888<br />
ufficiostampa@fondazione-crmo.it<br />
www.fondazione-crmo.it<br />
sizioni internazionali sud<strong>di</strong>vise per aree geografiche, condotto da Filippo Maggia, la<br />
Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Modena decide <strong>di</strong> avviare una collezione <strong>di</strong> fotografia<br />
contemporanea, a cui andranno ad affiancarsi i video e i film d'artista, pure declinazioni<br />
delle immagini. La decisione nasce dalla constatazione che "in Italia sono rari gli<br />
esempi <strong>di</strong> musei d'arte moderna o contemporanea, <strong>di</strong> istituzioni pubbliche o private che<br />
si siano dotati <strong>di</strong> una collezione <strong>di</strong> fotografia. Inoltre" - si legge nel comunicato - "nessuna<br />
<strong>di</strong> queste collezioni è, sino ad oggi almeno, paragonabile a esperienze simili in campo<br />
internazionale, nello storico o moderno, come in ambito contemporaneo".<br />
New York corrotta? <strong>Il</strong> 69th Regiment<br />
Armory accusato <strong>di</strong> prendere mazzette<br />
dalle fiere...<br />
Proprio nei giorni in cui una<br />
vasta operazione antimafia<br />
internazionale ha sgominato<br />
un'organizzazione ramificata<br />
dall'Italia fino agli Usa, da<br />
oltreoceano giungevano notizie<br />
<strong>di</strong> un possibile malaffare<br />
che coinvolgerebbe <strong>di</strong>rettamente<br />
anche il mondo dell'arte. <strong>Il</strong> soprintendente del 69th Regiment<br />
Armory, storica location newyorchese sede <strong>di</strong> importanti eventi fieristici<br />
come lo stesso Armory Show, è stato infatti accusato <strong>di</strong> pretendere<br />
mazzette per garantire alle fiere l'accesso agli ambiti spazi. Fra le presunte<br />
vittime degli illeciti <strong>di</strong> James Jackson - che si <strong>di</strong>chiara innocente<br />
-, ci sarebbero il Marc Jacobs fashion shows, il New York International<br />
Carpet Show ed anche Pulse, la nota fiera satellite dell'Armory Show<br />
che apre il prossimo 27 marzo al Pier 40. Secondo l'accusa, il soprintendente<br />
avrebbe preteso fino a trentamila dollari per garantire ai richiedenti<br />
l'accesso agli ambitissimi spazi, che già hanno un costo <strong>di</strong> seimila<br />
dollari al giorno, oltre alle spese varie e <strong>di</strong> assicurazione.<br />
Design-mania, ora arrivano anche le<br />
sigarette griffate Giugiaro...<br />
Siamo sempre a Torino, e per un bel po' ci dovremo abituare a leggere<br />
notizie che - da sotto la Mole - ci portano nelle più <strong>di</strong>sparate<br />
connessioni del design, <strong>di</strong> cui la città è capitale mon<strong>di</strong>ale per il 2008.<br />
L'ultima viene da Giugiaro Design, stu<strong>di</strong>o torinese <strong>di</strong> Giorgetto<br />
Giugiaro, personaggio ormai saldamente nella storia del design italiano,<br />
creatore <strong>di</strong> automobili e progettista <strong>di</strong> oggetti che sono <strong>di</strong>ventati<br />
parte integrante della nostra vita quoti<strong>di</strong>ana. Che ora è stato scelto<br />
da British American Tobacco Italia per creare un'E<strong>di</strong>zione Limitata<br />
dello storico marchio italiano delle sigarette MS. "Un'occasione per<br />
far entrare il design nelle case degli italiani, ed offrire ai consumatori<br />
un oggetto ricco <strong>di</strong> italianità", come ha detto Francesco Valli, presidente<br />
<strong>di</strong> BAT Italia. "La mia società sin dalla sua nascita - ha<br />
aggiunto Giugiaro - ha sviluppato relazioni con società operanti su<br />
scala mon<strong>di</strong>ale cercando <strong>di</strong> tradurre<br />
nel design e nel progetto quegli<br />
elementi <strong>di</strong> eleganza e <strong>di</strong>stinzione<br />
specifici della nostra cultura". Sul<br />
fronte del pacchetto compaiono<br />
cinque ovali posti sotto al logo,<br />
che rappresentano le cinque<br />
varianti <strong>di</strong> cui è composta<br />
l'E<strong>di</strong>zione Limitata.<br />
Info: 06853763<br />
gerardo.depaoli@mnitalia.com<br />
Other Criteria, apre in primavera a<br />
Londra il primo art shop griffato<br />
Damien Hirst<br />
Fra gli oggetti in ven<strong>di</strong>ta ci sarà<br />
Happy Head, un cranio in plastica<br />
ricoperto <strong>di</strong> vernice luccicante,<br />
per la mo<strong>di</strong>ca cifra <strong>di</strong> venticinquemila<br />
sterline, circa trentatremila<br />
euro. Ben più caro sarà il<br />
bracciale composto <strong>di</strong> tante<br />
<strong>di</strong>verse pillole d'oro, per il quale<br />
occorrerà sborsare oltre trecentomila<br />
euro. Più economico il set <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci piatti decorati dall'artista:<br />
solo tre<strong>di</strong>cimila euro. Qualcuno avrà già capito: l'artista<br />
è il sempre più irrequieto e versatile Damien Hirst, che<br />
aprirà in primavera a Londra il suo primo art shop, a<br />
Marylebone, nel West End. Si chiamerà Other Criteria, lo<br />
stesso brand della sua linea e<strong>di</strong>toriale, e vi si potranno trovare<br />
anche oggetti più accessibili, dalle t-shirts alle cartoline,<br />
alle pubblicazioni de<strong>di</strong>cate al celebre titolare. Inoltre multipli <strong>di</strong><br />
altri artisti come Michael Joo, Matt Collishaw e Thomas<br />
Scheibitz. Sotto a prenotare un low cost: potrete sempre <strong>di</strong>re<br />
<strong>di</strong> rientrare da oltremanica con un very-Hirst sotto la giacca...<br />
Exibart.onpaper<br />
numero 48<br />
anno settimo<br />
febbraio | marzo 2008<br />
DIRETTORE<br />
Massimiliano Tonelli<br />
STAFF DI DIREZIONE<br />
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(vice<strong>di</strong>rettore)<br />
Massimo Mattioli<br />
(caporedattore news e Exibart.tv)<br />
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ABBONAMENTO<br />
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IN COPERTINA<br />
Luca Francesconi<br />
Untitled, 2006-8<br />
_______________<br />
EDITO DA<br />
Emmi s.r.l.<br />
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VICE PRESIDENTE<br />
Artico Gelmi <strong>di</strong> Caporiacco<br />
DIRETTORE GENERALE<br />
Antonio Contento<br />
REGISTRAZIONE<br />
presso il Tribunale <strong>di</strong><br />
Firenze n. 5069 del 11/06/2001
14.speednews Exibart.onpaper<br />
Pellegrinaggio obbligato.<br />
Nel 2009 aprirà al pubblico<br />
il castello <strong>di</strong> Vauvenargues,<br />
sepolcro <strong>di</strong> Picasso<br />
Finora i tanti viaggiatori sguinzagliati per la<br />
Provenza sulle orme degli artisti che vi hanno<br />
vissuto, e alla ricerca delle loro tracce, erano<br />
costretti a fermarsi davanti a quelle enormi<br />
cancellate, invariabilmente serrate. È sempre<br />
rimasto off limits per tutti il castello <strong>di</strong><br />
Vauvenargues,<br />
nei pressi <strong>di</strong> Aixen-Provence,<br />
il cui<br />
giar<strong>di</strong>no accoglie,<br />
dal 10 aprile<br />
1973, le spoglie <strong>di</strong><br />
Pablo Picasso.<br />
Così aveva voluto<br />
l'ultima moglie<br />
dell'artista,<br />
Jacqueline Roque, e questo ha sempre rispettato<br />
l'attuale proprietaria Catherine Hutin, figlia<br />
della Roque. Ma nel 2009 le legioni <strong>di</strong> amanti<br />
del grande catalano avranno un motivo per<br />
tornare in Francia: in occasione della mostra<br />
Da Cézanne a Picasso, in programma tra giugno<br />
e settembre al Museo Granet <strong>di</strong> Aix-en-<br />
Provence, sarà possibile accedere anche al<br />
castello, che Picasso acquistò nel 1958 e dove<br />
visse dal 1959 al 1965. A dare l'annuncio il<br />
<strong>di</strong>rettore generale della Reunión de los<br />
Museos Nacionales, Thomas Grenon, in occasione<br />
dell'inaugurazione al madrileno Centro<br />
Reina Sofía <strong>di</strong> una grande mostra dell'artista.<br />
Ma i "picassisti" <strong>di</strong> tutto il mondo dovranno<br />
afferrare al volo la chance: alla fine della<br />
mostra citata, i cancelli torneranno inesorabilmente<br />
a chiudersi...<br />
Karim Rashid firma per<br />
Bombay Sapphire. E il gin<br />
vola a ducentomila dollari a<br />
bottiglia...<br />
Eccedere con i superalcolici, si sa, è sicuramente<br />
pericoloso per la salute. Ma in certi casi può<br />
<strong>di</strong>ventare<br />
molto vessatorio<br />
anche per il<br />
conto in<br />
banca. Ora poi<br />
può capitare <strong>di</strong><br />
imbattersi in<br />
una bottiglia <strong>di</strong><br />
gin, e giunti<br />
alla cassa sentirsi<br />
chiedere...<br />
duecentomila dollari. Sì, perché il noto designer<br />
Karim Rashid ha firmato una serie <strong>di</strong> cinque preziosissime<br />
bottiglie per Bombay Sapphire,<br />
azienda da sempre legata a doppio filo con la<br />
promozione delle arti visive e della creatività tout<br />
court. Realizzate con la collaborazione dei gioiellieri<br />
Garrard e del cristallo Baccarat, le bottiglie -<br />
raccolte nella serie Revelation - sono realizzate<br />
appunto in cristallo lavorato a mano, e decorate<br />
con zaffiri e <strong>di</strong>amanti.<br />
Parigi, è Guy Cogeval il nuovo<br />
<strong>di</strong>rettore del Musee d'Orsay<br />
Nel suo curriculum figura anche un lungo soggiorno<br />
in Italia, come pensionnaire dell'Accademia <strong>di</strong><br />
Francia a Villa Me<strong>di</strong>ci, a Roma. Dopo aver esor<strong>di</strong>to<br />
come conservatore proprio al Musee d'Orsay,<br />
Guy Cogeval vi è stato ora richiamato per ricoprire<br />
la carica <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore, in sostituzione <strong>di</strong> Serge<br />
Lemoine. Sotto la sua <strong>di</strong>rezione l'Orsay ha incrementato,<br />
dal 2001, i visitatori da 1.7 a 3.2 milioni,<br />
arrivando ad allestire se<strong>di</strong>ci mostre temporanee in<br />
un anno. Specialista <strong>di</strong> Édouard Vuillard, Cogeval<br />
vanta esperienze al Musée des Beaux-Arts de<br />
Lyon, è stato professore <strong>di</strong> storia dell'arte<br />
dell'Ottocento all'École du Louvre, poi ancora conservatore<br />
allo stesso<br />
musée du Louvre, come<br />
vice<strong>di</strong>rettore dei servizi<br />
culturali. Direttore del<br />
Musée des monuments<br />
français fra il 1992 e il<br />
1998, negli ultimi nove<br />
anni era stato alla testa del<br />
Musée des beaux-arts de<br />
Montréal, in Canada.<br />
Guy Cogeval<br />
GEAGRAFIE <strong>di</strong>ario per immagini <strong>di</strong> gea casolaro<br />
Alcamo - 2007<br />
L'arte pubblica a Roma? Che la si butti tutta nelle foibe<br />
<strong>Il</strong> raffronto è impietoso, e forse anche inconcludente, eppure balza agli occhi e non possiamo ignorarlo. In Inghilterra - dovendo realizzare<br />
un'opera <strong>di</strong> arte pubblica, nella fattispecie una megascultura per il nuovo snodo ferroviario internazionale del Kent - si mobilitano<br />
con un concorso big internazionali del calibro <strong>di</strong> Richard Deacon,<br />
Christopher le Brun, Daniel Buren, e ben due Turner Prize winners, Mark<br />
Wallinger e Rachel Whiteread.<br />
E a Roma, la lanciatissima nel contemporaneo Roma? Gli ultimi nomi che<br />
tornano alla memoria in tema <strong>di</strong> arte pubblica capitolina sono quelli <strong>di</strong><br />
Bruno Liberatore, autore della scultura Assalto all'Olimpo nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
Piazzale Clo<strong>di</strong>o, voluta dalla British American Tobacco, e <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Spagnulo, con il <strong>di</strong>battutissimo monumento ai caduti <strong>di</strong> Nassirya nei giar<strong>di</strong>ni<br />
al lato della basilica <strong>di</strong> San Paolo fuori le Mura costato un milione <strong>di</strong><br />
euro. Ovvero quanto basta per mandare avanti un anno un buon centro<br />
d'arte contemporanea. Per carità, artisti professionisti, ma forse non proprio in linea con la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona,<br />
o con l'obelisco <strong>di</strong> Santa Maria sopra Minerva, <strong>di</strong> Bernini. Forse non in linea con una città "trendy", come ama definirla il primo citta<strong>di</strong>no<br />
uscente. Solo le ultime tappe <strong>di</strong> una via crucis che configura come patetica l'offerta <strong>di</strong> arte pubblica in città. Un calvario che vede<br />
tra i degni decoratori della Città Eterna nomi <strong>di</strong> grande... richiamo internazionale come Clau<strong>di</strong>o Palmieri (piazza Lo<strong>di</strong>), Igor Mitoraj<br />
(piazza Montegrappa), Sandro Sanna (piazza Re <strong>di</strong> Roma). Citta<strong>di</strong>ni e appassionati potranno recarsi agli in<strong>di</strong>rizzi in<strong>di</strong>cati per valutare<br />
con i loro occhi il buon gusto della nostra classe <strong>di</strong>rigente.<br />
Ma il capolavoro i lungimiranti amministratori capitolini lo hanno tirato fuori proprio in questi giorni, con l'inaugurazione del monumento<br />
de<strong>di</strong>cato alle vittime delle foibe. Autore? Giuseppe Mannino. Non lo conoscete? Beh, se guardate bene il suo curriculum è stato<br />
ad<strong>di</strong>rittura presidente del consiglio comunale <strong>di</strong> Roma.<br />
Nella capitale d'Italia non ci si contenta <strong>di</strong> deturpare l'assetto urbano con interventi che risulterebbero osceni anche nella periferia <strong>di</strong><br />
Lamezia Terme, ma contestualmente si marchia la città con una subalternità clamorosa rispetto a qualsivoglia altra capitale europea<br />
e occidentale. Condannandola ad un irrecuperabile gap anche in termini <strong>di</strong> arredo urbano e <strong>di</strong> arte pubblica. Per commemorare degnamente<br />
gli italiani infoibati, non sarebbe una cattiva idea caricare su un autotreno tutta la pessima qualità artistica vomitata nelle strade<br />
<strong>di</strong> Roma in questi ultimi anni e gettarla in qualche crepaccio carsico. I martiri delle foibe apprezzerebbero la provvidenziale performance<br />
in loro onore. Per contrappasso, laddove si gettarono gli italiani più coraggiosi commettendo un crimine, oggi si seppelliscono<br />
gli esempi dell'Italia più becera iniziando una nuova liberazione. (m. t.)<br />
Barack, Hillary o Neocon? L'artworld<br />
Usa si schiera… mano al portafogli<br />
Mentre continua la corsa alla Casa Bianca,<br />
gli art ad<strong>di</strong>ct degli States - come da usanza<br />
invalsa da tempo - <strong>di</strong>chiarano pubblicamente<br />
i loro preferiti, ed anche i contributi elettorali<br />
elargiti, del resto pubblicati nel FundRace<br />
2008. Stando alle rivelazioni del portale artnet.com,<br />
a New York City circa ventisei milioni<br />
<strong>di</strong> dollari sono andati ai can<strong>di</strong>dati democratici,<br />
contro gli 8.2 milioni per i repubblicani.<br />
Fra i fans democratici Agnes Gund, presidente<br />
emerito del Museum of Modern Art, ha<br />
contribuito a favore <strong>di</strong> Hillary Clinton (tremila<br />
dollari), John Edwards (duemila), Barack<br />
Agnes Gund<br />
Obama (duemila) e Bill Richardson (duemila).<br />
Bipartisan Leonard Lauder, con quattromilaseicento<br />
dollari a Rudy Giuliani e millesettecento a John McCain,<br />
bilanciati dai quattromiladuecento a Hillary Clinton e duemila a Joe<br />
Biden. Clintoniani <strong>di</strong> ferro il collezionista Peter Brant, l'esperta <strong>di</strong><br />
Christie's Amy Cappellazzo, i galleristi Matthew Marks, Lawrence<br />
Salander, Sundaram Tagore. Per Obama invece Cecily Brown,<br />
Chuck Close, Eric Fischl, il collezionista Peter Norton, il gallerista<br />
Andrea Rosen. John McCain può contare su William Acquavella,<br />
mentre il collezionista Aby Rosen sostiene John Edwards, e lo squalo<br />
Larry Gagosian Christopher Dodd.<br />
Galliani e Giuseppe Ver<strong>di</strong>, l'eccellenza<br />
emiliana trionfa all'Opéra <strong>di</strong> Parigi<br />
Omar Galliani arriva a Parigi. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>rettore del Teatro dell'Opéra<br />
National de Paris, Gerard Mortier, ha infatti scelto la sua opera<br />
Nuove anatomie per rappresentare dal punto <strong>di</strong> vista iconografico<br />
la nuova produzione Luisa Miller - melodramma tragico in<br />
tre atti del librettista Salvatore Cammarano tratto dal dramma<br />
Kabale und Liebe (Amore e raggiro) <strong>di</strong> Friedrich Schiller, composto<br />
da Giuseppe Ver<strong>di</strong> nel 1849 - andato in scena per la<br />
prima volta a Parigi in lingua italiana lo scorso febbraio. Un prestigioso<br />
riconoscimento che ancora una volta mette l'artista al<br />
centro dell'attenzione internazionale,<br />
dopo il tour cinese, la Biennale <strong>di</strong><br />
Venezia e la mostra al Gabinetto dei<br />
Disegni e delle Stampe degli Uffizi <strong>di</strong><br />
Firenze. Più volte esposta e premiata<br />
sia in Asia che in Europa, l'opera ora<br />
arriva trionfalmente in uno dei più prestigiosi<br />
teatri mon<strong>di</strong>ali per rappresentare<br />
il lavoro <strong>di</strong> un altro italiano,<br />
Giuseppe Ver<strong>di</strong>, unito all'artista dalla<br />
stessa terra d'origine, l'Emilia, e ora<br />
anche da un volto femminile in cui<br />
qualcuno ha rintracciato i caratteri espressivi della stessa Luisa<br />
Miller, protagonista del dramma ver<strong>di</strong>ano. (francesca baboni)
16.popcorn Exibart.onpaper<br />
piattoforte<br />
galleristi ai fornelli<br />
Rosanna Magrorocca<br />
Galleria Magrorocca / Milano<br />
SGOMBRI ALLA CALABRESE<br />
Pulire e sviscerare i pesci privandoli della testa.<br />
Preparare una farcitura con un impasto <strong>di</strong> pangrattato,<br />
olio, sale, prezzemolo tritato, pecorino grattugiato, capperi<br />
triturati. Aprire gli sgombri e riempirli con la farcitura,<br />
<strong>di</strong>sporli in una pirofila, irrorare d'olio e cuocerli in forno.<br />
Per 4 persone.<br />
Ingre<strong>di</strong>enti<br />
4 sgombri da circa 250g cadauno<br />
pangrattato<br />
prezzemolo<br />
pecorino grattugiato<br />
capperi<br />
olio extravergine d'oliva<br />
sale<br />
il prossimo piattoforte sarà servito da<br />
Pio Monti - Galleria Pio Monti (Roma / Civitanova Marche)<br />
indovinachi...<br />
<strong>di</strong> Laurina Paperina<br />
Chi è questo personaggio del mondo dell'arte?<br />
La soluzione dello scorso numero: Maurizio Cattelan<br />
pianob<br />
pren<strong>di</strong> l’arte e mettila da parte<br />
Nicola Gobbetto, se le cose si mettono male…<br />
«farò il porno attore, il boscaiolo/taglialegna,<br />
un famoso giocatore <strong>di</strong> baseball...»<br />
federico solmi ci rivelerà il suo pianob sul prossimo numero<br />
rsvp<br />
invito the best<br />
Difficile capire <strong>di</strong> che si tratta, eh? Beh,<br />
innanzitutto sappiate che le colpevoli<br />
sono il duo gol<strong>di</strong>echiari. Dopo<strong>di</strong>ché<br />
considerate che l'oggetto in questione<br />
è uno <strong>di</strong> questi sex toys che<br />
van <strong>di</strong> moda ora. In quel bislacco<br />
intersecarsi tra oggetti da sexy shop<br />
e raffinato design contemporaneo. Un<br />
sex toys per uomo, nella fattispecie.<br />
Suvvia aguzzate un poco l'immaginazione.<br />
Ebbene le due artiste non solo<br />
hanno scelto questo sconcio soggetto<br />
per il loro invito (in occasione della loro<br />
mostra presso VM21, via della Vetrina<br />
21, Roma, fino al 29 marzo), ma hanno<br />
recapitato a casa dei malcapitati un cartoncino<br />
sagomato, con la precisa forma<br />
del giocattolo erotico. Impertinenti.<br />
à la une<br />
la copertina d'artista raccontata dall'artista<br />
Luca Francesconi - Untitled, 2006-8<br />
L'opera per l'immagine <strong>di</strong> copertina <strong>di</strong><br />
Exibart.onpaper è senza titolo. Ma i materiali in<br />
questo caso sono estremamente importanti per<br />
avere una lettura più corretta del lavoro: germogli<br />
<strong>di</strong> carrubo e nero <strong>di</strong> seppia masticato con big bubble.<br />
Questi tre elementi, così incongruenti tra loro,<br />
mi hanno molto affascinato per le loro caratteristiche.<br />
<strong>Il</strong> carrubo è un grande albero un tempo<br />
molto coltivato in quanto i suoi baccelli erano<br />
nutrimento per gli animali da soma, ma se ne possono<br />
trarre anche ottimi dolci. I germogli in crescita<br />
più che frutti ricordano coltelli affilatissimi ed<br />
effettivamente fendenti. La big-bubble è una<br />
gomma da masticare molto <strong>di</strong>ffusa negli anni<br />
Ottanta. <strong>Il</strong> nero <strong>di</strong> seppia è un inchiostro che questi<br />
cefalopo<strong>di</strong> emettono quando si sentono minacciati.<br />
I campi semantici dei tre elementi e le loro<br />
possibili intersezioni sono il significato dell'opera.<br />
Luca Francesconi (Mantova,1979)<br />
prossima copertina: Francesco Carone<br />
Stanno lavorando alla copertina d'artista:<br />
Perino&Vele, Laurina Paperina, Patrick<br />
Tuttofuoco, Stefano Cagol, Gian Paolo Tomasi,<br />
Gabriele Picco, Debora Hirsch, Mauro Ceolin,<br />
Alvise Bittente, Loris Cecchini, Adalberto Abbate,<br />
Pablo Echaurren, Michele Bazzana, Daniele<br />
Girar<strong>di</strong>, Nicola Verlato, Giuseppe Stampone.
photo Sally Ni<br />
Exibart.onpaper oroscopo.17<br />
Sophie Calle - <strong>Il</strong> serpente d'acqua<br />
I nati sotto il segno del Serpente hanno generalmente un carattere molto gioioso, <strong>di</strong>vertente,<br />
ironico e appassionato e sono contemporaneamente dei tipi concreti e realisti.<br />
Dotati <strong>di</strong> grande immaginazione, i Serpenti hanno una grande cura dei rapporti sociali<br />
ed intendono l'altro come una estensione del sé e un tramite attraverso cui misurare<br />
il proprio equilibrio psichico. Vivono l'amore come un'altalena <strong>di</strong> stati d'animo che si contrappongono<br />
e con intensità <strong>di</strong>verse, spingendo sull'acceleratore solo quando serve,<br />
per evitare i fallimenti, su cui ripongono il loro umore malinconico e turbato con un<br />
senso <strong>di</strong> frustrazione e <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta. Sophie Calle è un Serpente d'acqua. <strong>Il</strong> suo senso<br />
sociale vive proprio attraverso l'arte, che, per certi versi, incarna il metodo attraverso<br />
cui si chiede sulla propria femminilità fino a farlo <strong>di</strong>ventare un <strong>di</strong>alogo con se stessa, in<br />
quanto donna. All'ultima Biennale (Pa<strong>di</strong>glione francese) ha preso <strong>di</strong> petto proprio que-<br />
Ariete. Venti <strong>di</strong> crisi generazionale, per quel Plutone<br />
storto che ammaina le ban<strong>di</strong>ere: la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> instabilità<br />
politica è un fatto globale, tanto che uno dei maggiori<br />
decostruttori <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere americane, Jasper Johns, si slancia<br />
anche in un <strong>di</strong>chiarato supporto politico, lasciando intendere,<br />
in occasione della sua mostra a Chelsea, che l'unica speranza <strong>di</strong><br />
cambiamento è nella vittoria <strong>di</strong> Barack Obama, anche se questa<br />
propone all'America razzista <strong>di</strong> riportare i Repubblicani al<br />
Governo o un nuovo attentato al presidente. Profetico o astrologo,<br />
<strong>di</strong> certo le stelle le ha viste al posto giusto.<br />
Toro. L'eros platonico <strong>di</strong> Plotino in agguato in settima<br />
casa (chiusa) ci svela un'importante questione estetica<br />
nei suoi risvolti più ilari: la crisi del nudo in arte non è una<br />
scelta estetica, ma un argomento <strong>di</strong> pura economia. Lo <strong>di</strong>mostra<br />
lo sciopero nazionale delle modelle delle Accademie, stanche dei<br />
miseri venticinque euro lor<strong>di</strong> l'ora. Uno spettacolo senza precedenti<br />
guardarle incazzate vestite. Figuriamoci nude.<br />
Gemelli. I satelliti collidono con Venere in rapido passaggio<br />
nel segno, ed insieme si incrociano sulla via celeste della<br />
luna <strong>di</strong>gitale generando veri e propri mostri dell'immaginazione:<br />
come quel caso stravagante comparso su Youtube, perturbante<br />
quanto il canale che lo offre, in cui una sexy hostess si spoglia<br />
e si masturba e con<strong>di</strong>vide l'atto gioioso, lasciando sperare in un bordello<br />
tra le nuvole. Tutto all'aria invece, dopo la scoperta <strong>di</strong> un giornalista<br />
che ha messo in crisi tante testate, tra cui il Tgcom, vittime<br />
del viral marketing <strong>di</strong> pochi furbi che hanno clonato un film porno per<br />
smerdare la stampa sempre in cerca <strong>di</strong> scoopate facili.<br />
Cancro. È il momento dei miracoli veri, con quel Giove<br />
a tutto tondo, che lascia ben sperare nel successo<br />
lavorativo. Come a Roma dove, in attesa della "via<br />
all'Arte Contemporanea", dalla scalinata <strong>di</strong> piazza <strong>di</strong> Spagna piovono<br />
palle, grazie a Graziano Cecchini, già insanguinatore<br />
LETTERE<br />
capasso e le stelle.<br />
Considerato il grande numero <strong>di</strong> email ricevute dobbiamo scusarci con coloro cui non abbiamo potuto rispondere. Lo faremo nei prossimi numeri. Continuate a inviarci lettere ironiche e <strong>di</strong>vertenti<br />
Caro Capasso,<br />
come ve<strong>di</strong> un rilancio del connubio<br />
ARTE/MONNEZZA? Non mi riferisco al<br />
vecchio concetto dell'object trouvée, né<br />
tanto meno alle noiose e <strong>di</strong>dascaliche<br />
prese <strong>di</strong> posizione ecologically correct,<br />
ma proprio al significato della spazzatura<br />
in sé che si fa arte, o, come spesso<br />
accade, all'arte-spazzatura tout court.<br />
Dopo che anche Hirst ci ha deliziato con<br />
le sue riflessioni su Napoli, non pensi ci<br />
sia roseo futuro per la garbage art?<br />
un saluto al profumo <strong>di</strong> rose<br />
Mariangela P.<br />
Cara Mariangela,<br />
<strong>Il</strong> riciclaggio, il recupero, l'ecologia e la<br />
questione ambientale sono temi che<br />
appartengono alla vita, sia a quella più<br />
squallidamente napoletana dei tempi<br />
presenti, del babà rancido e ammuffito,<br />
mascherato della Fontana <strong>di</strong> Trevi, che sfida le celebrità dell'arte<br />
inventandosi Futur Palla, l'artista futurista che costa cinquanta<br />
euro a palla, e ne ha più <strong>di</strong> due...<br />
Leone. Con quel caldo Saturno abbronzato e suadente,<br />
la cosa migliore è andare a nord, anzi cercare un vero<br />
nord dove raffreddare i bollenti spiriti. E allora prendete<br />
spunto dalla bellissima "True North", inaugurata al Guggenheim<br />
<strong>di</strong> Berlino, che propone una seria riflessione sul paesaggio, con<br />
artisti <strong>di</strong> passaggio, da Roni Horn a Olafur Eliasson, Elger Esser,<br />
Armin Linke, per sentire il freddo penetrare nei muscoli densi dell'arte.<br />
Brrr... finalmente un'esperienza glaciale.<br />
Vergine. Se quel pallido Mercurio vi porta cattivi presagi,<br />
non vi resta che ascoltarlo. Tutto muore, anche gli amori<br />
più intensi, come quello per la Polaroid, macchinetta delle<br />
meraviglie, compagna <strong>di</strong> tante stelle dallo scatto automatico in<br />
cerca <strong>di</strong> un'immagine istantanea: Schifano, Warhol, Jorge Molder.<br />
Bilancia. Se appartenete alla schiera vanitosa delle<br />
Fashion Victims, l'abbinamento <strong>di</strong> Saturno e Venere in<br />
prospettiva armonica vi chiede <strong>di</strong> aggiornarvi a favore<br />
della più totale tendenza del Design Victims, come in<strong>di</strong>ca sapientemente<br />
Jean Philippe Delhomme: la viralità della perfezione ha<br />
intaccato il nostro sguardo privandoci <strong>di</strong> ogni naturalezza o grezza<br />
scoperta. Ma se l'arte ha prodotto la merda d'artista, feticcio<br />
puzzolente del rifiuto organico che <strong>di</strong>venta pensiero e forma, il<br />
Design senza idee, puramente virale, può al massimo confezionarla:<br />
stato finale del ready made.<br />
Scorpione. Col vostro Saturno finalmente decorso in<br />
Para<strong>di</strong>so, celebrate con lo spumantino italiano la grandezza<br />
e saggezza del Bel Paese, che affascina anche Mick<br />
Jagger, sbellicatosi dalle risate nel guardare i gran<strong>di</strong> Vecchioni del<br />
Senato stappare la boccia alla definitiva caduta del cadavere <strong>di</strong><br />
scippato in qualche ospedale <strong>di</strong> malasanità,<br />
sia quella più trendy lon<strong>di</strong>nese.<br />
Quello che ci <strong>di</strong>stingue non è la raccolta<br />
<strong>di</strong>fferenziata, quanto il senso etico con<br />
cui si compie qualsiasi gesto quoti<strong>di</strong>ano.<br />
È molto <strong>di</strong>fficile parlare <strong>di</strong> arte in un<br />
paese dove tutto si trasforma in spazzatura,<br />
e soprattutto, male ancor più<br />
grave, nessuno si degna <strong>di</strong> raccoglierla.<br />
Siamo in lutto su ogni fronte, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong><br />
qualsiasi cinica battutina da avanspettacolo.<br />
Anche le Stelle su tematiche così<br />
importanti tacciono. Amen.<br />
Caro Capasso,<br />
sono un pittore dell'ultima ora (nel senso<br />
che un'ora fa facevo lo scultore) e mi<br />
sono appena fidanzato con un'artista<br />
performer <strong>di</strong> Venezia. Fa certe performance<br />
che non posso raccontarti qui,<br />
magari ti mando delle foto. A che in<strong>di</strong>riz-<br />
zo posso mandartele? Cosa preve<strong>di</strong> per<br />
questo mio nuovo amore?<br />
Ottavio F.<br />
Caro Ottavio,<br />
Mandami <strong>di</strong>rettamente la performer.<br />
L'in<strong>di</strong>rizzo ce l'hai! "Rintracciarmi non<br />
sarà un problema", come <strong>di</strong>ceva<br />
Renatino nazionale amato dalle mamme<br />
e stu<strong>di</strong>ato dai curatori gay non <strong>di</strong>chiarati.<br />
Colgo l'occasione per ringraziare tutti<br />
gli artisti che quoti<strong>di</strong>anamente mi intasano<br />
il water ready made <strong>di</strong>gitale con le<br />
loro immaginazioni fetenti, ma comunque<br />
molto ironiche e <strong>di</strong>vertenti. Per il tuo<br />
amore, magari interpello pure loro. Che<br />
ne pensi?<br />
Caro Capasso,<br />
Sono uno dei tanti curatori raccomanda-<br />
esercizi <strong>di</strong> astrocritica sul futuro incerto dell'arte<br />
sto <strong>di</strong>alogo interpersonale al femminile raccogliendo dal caso una sollecitazione esterna<br />
alquanto significativa: "Ho ricevuto una mail <strong>di</strong> rottura. Non ho saputo rispondere.<br />
Come se non fosse in<strong>di</strong>rizzata a me. Terminava con le parole: Abbia cura <strong>di</strong> sé. Ho<br />
preso la raccomandazione alla lettera. Ho chiesto a centosette donne, scelte in base al<br />
loro mestiere, <strong>di</strong> interpretare questa lettera da un'angolazione professionale.<br />
Analizzarla, commentarla, recitarla, danzarla, cantarla. Esaurirla. Capire al posto mio.<br />
Rispondere per me. Un modo <strong>di</strong> prendere tempo per rompere. Prendermi cura <strong>di</strong> me".<br />
Ognuna delle donne interpellate da Sophie ha dato la sua interpretazione per iscritto, o<br />
a voce, o con i gesti <strong>di</strong> quella affermazione rielaborando un’angoscia esistenziale seconda<br />
proiezione concreta del quoti<strong>di</strong>ano, tipica <strong>di</strong> un Serpente d'acqua, che striscia<br />
lasciando una scia visibile soltanto attraverso le onde che genera. Marina e Ulay Abramovic<br />
Pro<strong>di</strong>. Tempestiva, questa morte, ha scongiurato la minaccia <strong>di</strong><br />
nuovi pensionati eccellenti, porterà con sé definitivamente Serena<br />
Dan<strong>di</strong>ni, Chiambretti, tutta la satira <strong>di</strong> sinistra, ed anche il Grande<br />
Ministro Mussi, il primo Ministro della storia che non ha capito neanche<br />
a quale ministero apparteneva: si è schierato con le lotte operaie<br />
<strong>di</strong>menticando i professori, gli insegnanti, la ricerca universitaria,<br />
la cultura, la sapienza... Come <strong>di</strong>rebbe Sgarbi: vate retro.<br />
Sagittario. Evvai! Con due saltelli e una toccatina vi<br />
slanciate sulla pista dei segni favoriti, ricordando<br />
Michael Jackson che oggi celebra i venti anni <strong>di</strong> Thriller,<br />
ma senza zombie al chiaro <strong>di</strong> luna perché la metamorfosi in atto<br />
potrebbe procurarvi sogni infantili maniacali poco proficui.<br />
Capricorno. Non preoccupatevi, la crisi economica che<br />
v'investe è generazionale. L'Istat lancia l'allarme: in Italia ci<br />
sono famiglie che campano con millesettecento euro<br />
mensili, e ancora una volta una fetta della società, quella degli addetti<br />
alla cultura, tra docenti, curatori, scrittori e giornalisti precari rimane<br />
occultata... saranno i prossimi barboni della mensa vaticana.<br />
Acquario. È il momento <strong>di</strong> godervi il vostro amore in<br />
perfetta privacy, ma con qualche slancio trasgressivo,<br />
e quin<strong>di</strong> approfittando della luna sacra scegliete <strong>di</strong> votarvi a San<br />
Frattamo piuttosto che a San Valentino, perché il secondo vi chiederebbe<br />
qualche prestazione extra.<br />
Pesci. Finalmente, passato Saturno in Scorpione, potete<br />
liberare la fantasia e spaziare con i sogni. Magari con<br />
Koichi Wakata, il primo astronauta giapponese che avrà<br />
la missione <strong>di</strong> lanciare una flotta <strong>di</strong> cento aeroplanini <strong>di</strong> carta per<br />
capire il destino <strong>di</strong> quelle creature nel loro passaggio interstellare:<br />
finiranno sulla terra? Magari sui tetti <strong>di</strong> una grande<br />
città/<strong>di</strong>scarica? O molto semplicemente rientreranno nella<br />
mente <strong>di</strong> chi li ha creati? Come la magia dell'arte impone…<br />
ti dalla politica. Ora che è caduto il governo<br />
che faccio? Mi butto a destra? Qual è<br />
l'arte <strong>di</strong> destra?<br />
Pippo B.<br />
Caro Pippo,<br />
Gli stronzi <strong>di</strong> Riace sono la perfetta<br />
espressione del tipo <strong>di</strong> arte che cerchi.<br />
Li vedo ogni tanto passare con la mano<br />
tesa, il cappellino barilla e la camicia<br />
dark, col manganello e il pisellino pronto<br />
all'esibizione totale. Tu preparati un inno<br />
personale, che mi sembra una bella<br />
soluzione italiota in risposta a tutti gli<br />
inni fast food che stanno uscendo fuori.<br />
Ma chi ti <strong>di</strong>ce poi che vince la Destra?<br />
Sei un mancino masochista?<br />
Comunque, visti i Santi in para<strong>di</strong>so, avrai<br />
sicuramente più fortuna <strong>di</strong> me che amo<br />
"il cielo stellato sopra <strong>di</strong> me", e la legge<br />
morale che rode dentro. Auguri.<br />
Scrivi a Capasso, invia la tua lettera: stelle@exibart.com
20.speednews Exibart.onpaper<br />
VIVA IL MAXXI, SALVATE IL MAXXI<br />
<strong>Il</strong> museo romano progettato da Zaha Ha<strong>di</strong>d, contro ogni fosca previsione, è pronto. O quasi. Per contribuire all'identità <strong>di</strong> un'area che somiglia sempre più a un parco architettonico <strong>di</strong> altissimo profilo. Con nomi<br />
quali Piano e Nervi. Troppo bello per essere vero? In effetti, a riportare il tutto alla classica superficialità italiana, ci pensa una Città. Quella "delle Scienze e della Tecnologia". A firma dell'ingegner Fabio De Santis...<br />
Dopo molte occasioni in cui ci è toccato parlare <strong>di</strong> rinvii, dubbi<br />
e incertezze, finalmente possiamo dare una notizia positiva sul<br />
futuro del Maxxi, il romano Museo Nazionale delle arti del XXI<br />
Secolo: con una improvvisata festa e brin<strong>di</strong>si che ha coinvolto<br />
tecnici e maestranze, si sono conclusi i lavori strutturali sul<br />
cantiere <strong>di</strong> Zaha Ha<strong>di</strong>d. Certo, ancora per vedere il traguardo<br />
dell'inaugurazione mancano tutte le opere <strong>di</strong> rifinitura, impiantistica<br />
e arre<strong>di</strong>, ma <strong>di</strong> certo il passo compiuto è decisivo. Come<br />
decisivo, per raggiungere l'obbiettivo, si è rivelato lo stanziamento<br />
<strong>di</strong> cinquanta milioni <strong>di</strong> euro contenuto nella finanziaria<br />
2007, che ha fatto imboccare ai lavori la giusta marcia. Non ci<br />
resta quin<strong>di</strong> che complimentarci con i responsabili dell'impresa<br />
che, malgrado le recenti turbolenze politiche e il contestato<br />
spostamento <strong>di</strong> Pio Bal<strong>di</strong> dalla guida della Darc, sono riusciti a<br />
condurre in porto l'impresa. Dopo aver realizzato il Museo<br />
delle Arti del XXI Secolo, però, il Ministero dei Beni Culturali -<br />
e chi mai sarà il prossimo ministro - è chiamato già a salvarlo.<br />
Sì, perché nei meandri dell'amministrazione e nelle pieghe<br />
delle scelte-a-casaccio <strong>di</strong> un ministero, ci ritroviamo un ecomostro<br />
pronto a deturpare quello che (tra Maxxi, Au<strong>di</strong>torium,<br />
Foro Italico e Palazzetto dello Sport) è un vero e proprio parco<br />
architettonico internazionale. Sia chiaro: il giu<strong>di</strong>zio del regno<br />
Rutelli al Collegio Romano non è affatto negativo. L'ex presidente<br />
della Margherita si è <strong>di</strong>mostrato abile politico e fine decisionista<br />
su ampie e complesse partite. Dal paesaggio all'arte<br />
contemporanea. Su due cose è risultato tuttavia bislaccamente<br />
attaccabile. Le nomine dei soprintendenti (e non ci riferiamo<br />
solo all'ultimissima tornata) e l'approvazione dello sconcio progetto<br />
della Città delle Scienze e della Tecnologia. Un e<strong>di</strong>ficio in<br />
stile anni '30 (ma anni '30 in economia, mica razionalismo <strong>di</strong><br />
rango) che planerà in uno spiazzo accanto al Maxxi e che sarà<br />
inaugurato - se tutto andrà male - nel 2011. Per festeggiare il<br />
centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. E così nel quartiere<br />
Flaminio, tra gli eclettici palazzi signorili e le realizzazioni <strong>di</strong><br />
Pier Luigi Nervi, Renzo Piano e Zaha Ha<strong>di</strong>d, ci ritroveremo<br />
l'in<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bile costruzione che documentiamo in questo articolo.<br />
Badate, non è uno scherzo o un malaugurato auspicio dell'attuale<br />
ministero caduto con il Governo. Niente <strong>di</strong> tutto ciò. La<br />
Città delle Scienze si farà eccome, la gara d'appalto si è già<br />
conclusa, le buste sono state aperte e a giorni vi sarà l'aggiu<strong>di</strong>cazione<br />
dei lavori. Dotazione <strong>di</strong> tutto rispetto: trentadue milioni<br />
<strong>di</strong> euro. I cantieri? A settembre. E i festeggiamenti per la fine<br />
delle opere a cemento del Maxxi, <strong>di</strong> cui parlavamo all'inizio,<br />
segnano proprio la liberazione <strong>di</strong> quell'area dove il nuovo e<strong>di</strong>ficio<br />
sarà impiantato e dove fino a oggi erano montate le betoniere<br />
<strong>di</strong> servizio al cantiere <strong>di</strong> Ha<strong>di</strong>d. Eh sì, perché oltre a un'estetica<br />
<strong>di</strong> scarsissima caratura, il palazzo ha anche una prestigiosa<br />
ed esclusiva caratteristica che lo rende unico e imbattibile<br />
nella sua assur<strong>di</strong>tà: verrà costruito praticamente addosso<br />
al Maxxi. Come documentiamo dalle immagini<br />
e nelle planimetrie estrapolate dal sito www.italiaunita2011.it<br />
(dove si trovano, nei più profon<strong>di</strong><br />
dettagli, questo e gli altri progetti cui lo Stato sta<br />
www.italiaunita2011.it<br />
Firenze si perde il ristorante Falai.<br />
Per colpa (anzi per merito) <strong>di</strong> Christo<br />
dando in questi giorni la stura per<br />
il traguardo del 2011), il nuovo<br />
museo <strong>di</strong> Zaha Ha<strong>di</strong>d si troverebbe<br />
- già durante l'inaugurazione<br />
- a dover convivere con un<br />
cantiere a pochissimi metri <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stanza. Rumore, polveri, <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne<br />
addosso al finalmente inaugurato<br />
Beaubourg italiano. Che,<br />
in seguito, dovrà fare i conti con<br />
un intruso non previsto e tutt'altro<br />
che gra<strong>di</strong>to. Alto, tozzo, squadrato.<br />
Nato vecchio. Meno affascinante<br />
e meno contemporaneo<br />
<strong>di</strong> un<br />
Motel Agip. Ma quale<br />
è la griffe che avrà il<br />
prestigio <strong>di</strong> andare<br />
ad affiancarsi alle<br />
archistar nel parco<br />
architettonico del<br />
Flaminio? Tale ingegner<br />
Fabio De<br />
Santis, che prefigura<br />
in buona sostanza<br />
una soluzione "in<br />
house", utilizzata<br />
anche per progettare<br />
una delle altre opere<br />
previsto per Italia 2011: il Parco<br />
della Musica e della Cultura <strong>di</strong><br />
Firenze sul quale - purtroppo - avremo<br />
modo <strong>di</strong> tornare nei prossimi<br />
mesi. Una progettazione "interna",<br />
redatta <strong>di</strong>rettamente dall'ufficio tecnico<br />
della "Missione" ministeriale<br />
de<strong>di</strong>cata alle celebrazioni del 2011.<br />
Ad avvalorare la tesi <strong>di</strong> chi grida allo scandalo estetico-architettonico<br />
si aggiunge dunque questo dato, più urbanistico che<br />
architettonico, della vicinanza; del fatto che i due musei sarebbero<br />
l'uno addossato all'altro; della assoluta miopia nel privare<br />
il Maxxi <strong>di</strong> un'area che sarebbe naturalmente <strong>di</strong> sua competenza<br />
e utilità per servizi, parcheggi, mostre all'aperto e quant'altro.<br />
Insomma, in sintesi, ecco cosa sta per ottenere questo<br />
progetto:<br />
- violenta un grande progetto, quello <strong>di</strong> Ha<strong>di</strong>d, che condurrà<br />
ancor più Roma tra le città regine dell'architettura contemporanea;<br />
- propone, nel cuore della Capitale, un'opera oggettivamente<br />
<strong>di</strong> pessima architettura;<br />
- deturpa un'area ad altissimo tasso <strong>di</strong> qualità<br />
architettonica;<br />
- denomina pomposamente Città delle<br />
Scopriamo con piacere la figura <strong>di</strong> Iacopo Falai, chef fiorentino giovane e già famoso, che da qualche anno<br />
spadroneggia in quel <strong>di</strong> New York City con caffé, panetterie e ristoranti in zona down town. Con piacere perché<br />
anche Falai ci aiuta a in<strong>di</strong>viduare una tendenza che abbiamo già da tempo sottolineato e palesato (basti<br />
pensare alle due pagine che de<strong>di</strong>cammo agli chef piemontesi nel nostro speciale piemonte uscito in occasione<br />
della scorsa Artissima). La tendenza è semplice: il mondo dell'arte<br />
e quello della gastronomia <strong>di</strong> qualità convergono sempre <strong>di</strong> più. E dunque<br />
non mancano cuochi interessati, appassionati, attenti a ciò che succede<br />
dalle nostre parti.<br />
Perché i tuoi locali sono tutti bianchi, chiede Marco De Martino a Falai,<br />
in una recente intervista pubblicata da Panorama: "Non per seguire i<br />
consigli <strong>di</strong> qualche famoso designer d'interni, ma perché mi sono innamorato<br />
dell'arte <strong>di</strong> Matthew Barney", risponde. Prima <strong>di</strong> New York facevi<br />
il pasticcere a Firenze, all'Enoteca Pinchiorri, tornerai un giorno a lavorare<br />
nella tua città? "No, ho deciso <strong>di</strong> tornare in Italia, ma a Milano, non<br />
a Firenze. Firenze è troppo tra<strong>di</strong>zionale ed ho deciso <strong>di</strong> starne alla larga da quando la città ha rifiutato la<br />
proposta <strong>di</strong> Christo <strong>di</strong> impacchettare il Duomo".<br />
Giusto per <strong>di</strong>re quanto conti, anche e soprattutto in termini <strong>di</strong> marketing territoriale, una scelta amministrativa piuttosto<br />
che un'altra in un settore, il contemporaneo, ormai sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti. Pure degli chef e dei loro investimenti.<br />
All'aperto, con Daniel Buren anche la Fondazione Zegna entra nell'arte contemporanea<br />
Novità in vista per il già vivace panorama contemporaneo piemontese, e novità legate a un nome<br />
"pesante" come quello <strong>di</strong> Zegna, storico lanificio biellese ormai evoluto a brand del fashion <strong>di</strong><br />
lusso <strong>di</strong> livello globale. Attiva fin dal 2000 con progetti in ambito culturale, sociale, me<strong>di</strong>co ed<br />
ambientale, la Fondazione Zegna ha ora deciso <strong>di</strong> ampliare il suo raggio d'azione portando il<br />
suo contributo anche nell'arte contemporanea. La scelta <strong>di</strong> introdurre l'arte contemporanea nei<br />
luoghi che hanno visto l'avvio delle attività dell'azienda si lega alla storia <strong>di</strong> Ermenegildo Zegna,<br />
che a partire dagli anni Trenta volle intervenire sul territorio locale per offrirne una nuova fruibili-<br />
Scienze una semplice palazzina che<br />
fa tenerezza rispetto alle Città della<br />
Scienza come sono internazionalmente<br />
intese;<br />
- costringe l'ambito urbano-architettonico<br />
del Maxxi, che sarà <strong>di</strong> grande<br />
attrattiva turistico-culturale a partire<br />
dall'inaugurazione del 2009, a mesi<br />
e mesi <strong>di</strong> cantiere.<br />
Col risultato finale <strong>di</strong> regalare alla<br />
città una struttura che, per riprendere<br />
le parole del professor Giorgio<br />
Muratore della Facoltà <strong>di</strong> Architettura<br />
de La Sapienza, è "talmente becera<br />
e offensiva che verrebbe cestinata<br />
anche nella più sperduta e depressa provincia<br />
subtropicale". <strong>Il</strong> tutto anche perché, a sentire<br />
Giuseppe Strappa che scrive sulla rivista<br />
(h)ortus, "il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> un'opera tanto attesa e<br />
importante avrebbe dovuto coinvolgere le forze<br />
vive che operano per trasformare la città. Al contrario<br />
è stato eseguito quasi in segreto, con un<br />
metodo sul quale il presidente dell'Or<strong>di</strong>ne degli<br />
Architetti <strong>di</strong> Roma, Amedeo Schiattarella, ha<br />
peraltro posto un problema <strong>di</strong> legittimità con convincenti<br />
argomenti. Ponendo, tra l'altro, la questione<br />
del perché parte della progettazione sia<br />
affidata alle imprese, del<br />
perché proprio lo Stato,<br />
committente dell'opera, non<br />
si ponga il problema della<br />
qualità dell'architettura (<strong>di</strong><br />
come e chi abbia scelto i<br />
progettisti) proprio quando il<br />
ministro Rutelli afferma che<br />
gli architetti hanno perso<br />
l'occasione storica <strong>di</strong><br />
costruire la città". L'opinione <strong>di</strong> Luigi Prestinenza Puglisi non si<br />
<strong>di</strong>scosta <strong>di</strong> molto da questo adagio: "A mio parere è un progetto<br />
molto me<strong>di</strong>ocre. Ma il problema più grave è <strong>di</strong> metodo: non<br />
si può chiamare Città della Scienza e della tecnologia un<br />
museo-palazzina <strong>di</strong> poche migliaia <strong>di</strong> metri quadrati e, per <strong>di</strong><br />
più, metterlo in un'area tanto delicata senza prima aver fatto<br />
una consultazione internazionale. Sapendo tuttavia che chi<br />
l'ha proposto è un politico navigato, mi chiedo se non abbia<br />
lanciato il progetto mettendo nel conto l'ipotesi che si sarebbe<br />
arenato per le inevitabili proteste che avrebbe suscitato". Non<br />
resta da sperare che il ministro della Cultura, nelle poche settimane<br />
nelle quali sarà ancora inquilino del Collegio Romano,<br />
sia nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> porre rime<strong>di</strong>o. In fretta. Senza lasciare la<br />
polpetta avvelenata al prossimo governo. E al prossimo sindaco<br />
della capitale. Che poi sarà lui medesimo...<br />
[m. t.]<br />
Papesse ad<strong>di</strong>o. Inaugurata l'ultima mostra<br />
nel rinascimentale palazzo senese<br />
Le voci si rincorrevano da un po', ed ora sembra<br />
abbiamo trovato conferma, ed anche una<br />
proiezione sugli sviluppi futuri. <strong>Il</strong> centro d'arte<br />
del Palazzo delle Papesse <strong>di</strong> Siena lascerà a<br />
breve la sua storica sede <strong>di</strong> via <strong>di</strong> Città, dalla<br />
quale ha preso anche il nome. La mostra inaugurata<br />
il mese scorso - .za - giovane arte dal<br />
Sudafrica - sarà quin<strong>di</strong> l'ultima allestita nelle<br />
prestigiose sale, e possiamo anticipare che<br />
nel corso dell'anno le attività senesi per l'arte<br />
contemporanea si sposteranno in Santa Maria<br />
della Scala, inizialmente a Palazzo<br />
Squarcialupi e poi nel 2010 in spazi definitivi.<br />
Uno spostamento che in futuro potrebbe presentare<br />
anche un interrogativo sul nome del<br />
centro: mantenere Palazzo delle Papesse,<br />
ormai universalmente noto ma ovviamente legato alla location, oppure<br />
optare per una soluzione <strong>di</strong>versa?<br />
Inaugurazione: giovedì 29 maggio 2008<br />
cristiana.rota@fastwebnet.it<br />
www.fondazionezegna.org/allaperto<br />
tà alla sua comunità. <strong>Il</strong> progetto All'aperto, che debutterà alla fine <strong>di</strong> maggio a cura <strong>di</strong> Andrea Zegna e Barbara Casavecchia, prevede la realizzazione<br />
a Trivero - proprio il paese della sede dello storico lanificio - <strong>di</strong> progetti site-specific dall'impatto ridotto sull'ambiente, focalizzati sul<br />
concetto <strong>di</strong> visibilità e percezione, che spingano gli spettatori a intraprendere "esplorazioni" in<strong>di</strong>viduali. Avvalendosi <strong>di</strong> un Comitato Scientifico<br />
composto da Michelangelo Pistoletto (Cittadellarte), Salvatore Lacagnina (Galleria Civica <strong>di</strong> Montevergini Siracusa), Catia Riccaboni<br />
(Fondation de France), Tom van Gestel (SKOR, Amsterdam). L'artista invitato a svolgere il primo intervento è il grande Daniel Buren<br />
(Boulogne-Billancourt, 1938), che con l'opera Le banderuole colorate incornicia il perimetro delle terrazze panoramiche del Lanificio Zegna<br />
con un arcobaleno <strong>di</strong> 135 ban<strong>di</strong>ere, fluttuante tra verde e azzurro. Incornicia, non incornicerà, visto che per coinvolgere maggiormente il territorio<br />
per il quale è stato pensato, i curatori hanno ideato per le scuole materne, elementari e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Trivero alcuni laboratori sul tema del colore, che dal gennaio 2008 impegnano bambini<br />
e docenti, anticipando l'arrivo del lavoro <strong>di</strong> Buren e approfondendone i significati.
22.speednews Exibart.onpaper<br />
ASPETTANDO LA FONDAZIONE MAXXI<br />
In occasione della fine dei lavori in muratura del Maxxi, il primo grande centro d'arte contemporanea statale in Italia (con una trentacinquina d'anni <strong>di</strong> ritardo su tutti gli altri Paesi),<br />
intervistiamo Anna Mattirolo, <strong>di</strong>rettrice del MAXXIarte. Per scoprire quali saranno i passi che il grande museo romano dovrà compiere in vista dell'inaugurazione prevista tra un anno…<br />
Pochi giorni fa è stata festeggiata la fine dei lavori a<br />
cemento nel cantiere del Maxxi. Qual è stato l'attimo in cui<br />
ha capito che era possibile farcela?<br />
Diciamo che la certezza che il progetto sarebbe andato a termine<br />
l'ho avuta soprattutto quando il ministro Rutelli lo ha<br />
in<strong>di</strong>cato tra le priorità del ministero ed ha ottenuto i fon<strong>di</strong><br />
necessari per la sua conclusione…<br />
<strong>Il</strong> Maxxi avrà due anime. Che rapporti <strong>di</strong> forze ci saranno<br />
tra arte e architettura?<br />
La novità del progetto culturale sta proprio nell'interagire delle<br />
due <strong>di</strong>scipline; gli spazi saranno con<strong>di</strong>visi spesso per progetti<br />
comuni. Naturalmente le due collezioni troveranno la loro collocazione<br />
più stabile in spazi in<strong>di</strong>viduati grazie alle proprie<br />
caratteristiche e alla loro necessaria fruizione. In questo senso<br />
l'arte avrà necessariamente bisogno <strong>di</strong> spazi più ampi.<br />
Oltre alle strutture avrete a <strong>di</strong>sposizione una vera e propria<br />
piazza urbana. Cosa ci farete?<br />
<strong>Il</strong> progetto Ha<strong>di</strong>d ha anche la caratteristica <strong>di</strong> porsi con un<br />
valore aggiunto che è proprio a carattere urbano. <strong>Il</strong> MAXXI<br />
cambierà il volto <strong>di</strong> un intero quartiere, che troverà in quella<br />
"piazza" il luogo de<strong>di</strong>cato alla migliore creatività contemporanea.<br />
L'ex <strong>di</strong>rettore generale Pio Bal<strong>di</strong> stava lavorando alla<br />
governance del museo. Come andranno avanti questi progetti?<br />
Triennale <strong>di</strong> Milano, dopo Cedroni alla Bovisa, ecco Cracco al<br />
Coffee Design. Purché non sia un ghost-chef...<br />
Sarà il grande Carlo Cracco a curare i servizi <strong>di</strong> ristorazione del Coffee Design e della Caffetteria all'aperto<br />
alla Triennale <strong>di</strong> Milano. <strong>Il</strong> giovane chef - uno dei più affermati della<br />
cucina creativa internazionale, già selezionato all'interno della<br />
mostra The New Italian Design come uno degli esponenti <strong>di</strong> spicco<br />
del Food Design italiano - sarà alla guida del servizio offerto da<br />
Autogrill, che è già presente in importanti siti internazionali legati<br />
al mondo della cultura, dal Museo del Prado a Madrid ai Giar<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> Versailles e il Carrousel du Louvre a Parigi, fino all'Empire State<br />
Buil<strong>di</strong>ng, a New York. <strong>Il</strong> Coffee Design avrà un'offerta culinaria<br />
interamente curata da Cracco, al punto da cambiare nome in<br />
Cracco Coffee Design: "È un'operazione che intrapren<strong>di</strong>amo non<br />
solo per la Triennale, ma soprattutto per la città <strong>di</strong> Milano," - spiega<br />
lo chef - "che possa finalmente raggiungere la qualità dei più gran<strong>di</strong> musei del mondo, come il Centre<br />
Pompidou, il Guggenheim, il Moma e il Palazzo delle Esposizioni. Credo che sia doveroso e naturale fornire<br />
alla città e alla Triennale <strong>di</strong> Milano un livello <strong>di</strong> ristorazione adeguato ai più alti standard". E questo è anche il<br />
nostro auspicio: dopo Moreno Cedroni alla Triennale Bovisa, il coinvolgimento <strong>di</strong> Cracco conferma un<br />
approccio alla cucina che, se fa piacere perché mescola i gran<strong>di</strong> chef al mondo dell'arte, lascia perplessi perché<br />
nega ai ristoranti dei musei una presenza vera <strong>di</strong> un cuciniere, a vantaggio <strong>di</strong> una fredda consulenza che,<br />
peraltro, lascia solitamente delusi i clienti più attentamente gourmet. Speriamo <strong>di</strong> essere smentiti, stavolta e<br />
anche per le future scelte <strong>di</strong> musei italiani in fase <strong>di</strong> apertura, come Museion, Macro e Maxxi...<br />
La Galleria Comunale d'Arte Contemporanea <strong>di</strong> Monfalcone cresce.<br />
Sulla carta…<br />
Giunge al terzo appuntamento la campagna <strong>di</strong> acquisizioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> giovani artisti portata<br />
avanti dalla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea <strong>di</strong> Monfalcone, che ha sempre guardato<br />
con interesse alla pratica dell'immagine sottile. Come <strong>di</strong> consueto l'ingresso delle opere nella<br />
collezione è stato celebrato da una mostra e da una pubblicazione con un'intervista a ciascun<br />
artista ed una dettagliata biografia. Imago 02 ha visto la presenza <strong>di</strong> Emanuele Becheri,<br />
Matteo Bergamasco, Lorenza Boisi, Benny Chirco, Francesco De Gran<strong>di</strong>, Marina Ferretti,<br />
Paolo Gonzato, Diango Hernández,<br />
Imago 02. Opere per la collezione della Galleria<br />
Comunale d'Arta Contemporanea <strong>di</strong> Monfalcone<br />
Catalogo con testi <strong>di</strong> Andrea Bruciati, Micaela<br />
Giovannotti, Pericle Guaglianone, Aaron Moultin,<br />
Alberto Mugnaini, Francesca Pagliuca, Alberto<br />
Zanchetta; 15 euro<br />
Info: 0481494369<br />
galleria@comune.monfalcone.go.it<br />
www.comune.monfalcone.go.it<br />
Tadashi Moriyama, Klaus Pobitzer,<br />
Luigi Presicce e Nicola Verlato, cui è<br />
stata de<strong>di</strong>cata una personale negli spazi<br />
della galleria. Le opere si aggiungono a<br />
quelle <strong>di</strong> Stefano Calligaro, David<br />
Casini, Ericailcane, Bruna Esposito, Matteo Fato, Neil Farber,<br />
Norma Jeane, Ivan Malerba, Dacia Manto, Andrea Mastrovito,<br />
Ozmo, Perino & Vele, Gabriele Picco, Anila Rubiku, Sissi,<br />
Nicola Toffolini e Nico Vascellari, già presenti nella collezione<br />
dello spazio goriziano. (d. c.)<br />
"Pizza e birra me<strong>di</strong>a, grazie".<br />
Anche così a Venezia si restaurano i monumenti...<br />
Nel suo nuovo ruolo Pio Bal<strong>di</strong> sta infatti<br />
lavorando per la creazione della<br />
Fondazione MAXXI e so che è in <strong>di</strong>rittura<br />
d'arrivo.<br />
Come è composto il vostro organigramma?<br />
L'organigramma sarà in linea con le <strong>di</strong>rettive<br />
degli standard museali in<strong>di</strong>cati dal<br />
Ministero e, dunque, risponderà alle esigenze<br />
reali del Museo.<br />
<strong>Il</strong> cliente ideale, in quest’ottica, è quello che or<strong>di</strong>na la pizza Venezia, con frutti <strong>di</strong> mare e scampi<br />
alla busara, che contribuirà con ben un euro. Ma tutti i clienti della catena <strong>di</strong> Pizzerie Ae Oche,<br />
comunque, contribuiranno con <strong>di</strong>eci centesimi per ogni coperto. A cosa contribuiranno? Alla valorizzazione<br />
del patrimonio artistico <strong>di</strong> Venezia, in collaborazione con la società Fondaco, attiva nel<br />
restauro <strong>di</strong> siti architettonici e nella <strong>di</strong>ffusione del marchio <strong>di</strong> Venezia. L'iniziativa è nata sulla falsariga<br />
<strong>di</strong> un progetto analogo, lanciato dalla catena <strong>di</strong> pizzerie lon<strong>di</strong>nese Pizza Express in partnership<br />
con il comitato inglese Venice in Peril Fund. L'iniziativa prenderà<br />
avvio dal cuore della città,<br />
www.fondacovenezia.org<br />
piazza San Marco, con il restauro<br />
del basamento della colonna del Todaro, uno dei simboli della<br />
Serenissima. E sarà caratterizzata da un'immagine giovane e<br />
spiritosa affidata al giovane fumettista Mirko Pavan, che ha<br />
creato Todaroca, il supereroe che prende posto spavaldamente<br />
sulla colonna del Todaro schiacciando il coccodrillo-drago.<br />
Buona pizza a tutti, insomma...<br />
A tal proposito è previsto il rimpiazzo<br />
della figura del capo-curatore come era<br />
Paolo Colombo?<br />
<strong>Il</strong> MAXXI si avvale già oggi <strong>di</strong> uno staff<br />
curatoriale aperto alle generazioni più giovani.<br />
Saranno anche quelle competenze a<br />
portare l'attività del museo ad aprirsi e ad approfon<strong>di</strong>re i settori<br />
culturali più interessanti e <strong>di</strong> più stringente attualità.<br />
Dopo aver fatto il Maxxi bisogna farlo funzionare. E possibilmente<br />
al livello delle strutture internazionali parigrado<br />
come la Tate, il Beaubourg e similia. Che tipo <strong>di</strong> budget<br />
annuale è garantito al Museo Nazionale delle Arti del<br />
XXI secolo? Che genere <strong>di</strong> influenza può avere la politica<br />
su questa dotazione? Ogni anno il governo può aumentare<br />
o <strong>di</strong>minuire il plafond a piacimento?<br />
Una Torino da ascoltare. Le voci della città si<br />
rincorrono online su Liberoascoltoweb<br />
Impressioni, testimonianze, ricor<strong>di</strong> e racconti dalle voci <strong>di</strong> chi a Torino vive, lavora<br />
o è <strong>di</strong> passaggio, da ascoltare liberamente online sulle frequenze <strong>di</strong><br />
Liberoascoltoweb. Ecco la nuova iniziativa targata OCT (OfficinaCittàTorino), il<br />
laboratorio per la conoscenza della città contemporanea promosso dal Settore<br />
Divisione Servizi Culturali della Città <strong>di</strong> Torino, che continua sul sito istituzionale<br />
un progetto iniziato qualche anno fa. Quello intitolato appunto Liberoascolto, un<br />
cd che raccoglieva le prime cinquanta voci dell'installazione Livello 5.90: le voci<br />
della città, allestita nel pa<strong>di</strong>glione Atrium Città <strong>di</strong> Torino, inaugurato nel gennaio<br />
2004 insieme all'altro pa<strong>di</strong>glione Atrium<br />
2006 per celebrare rispettivamente le trasformazioni<br />
della città e l'evento olimpico.<br />
Da quell'esperienza si è giunti ora a questa<br />
sezione monografica del portale <strong>di</strong><br />
OCT, dove è possibile, cliccando a caso<br />
sui quadratini gialli, sperimentare un punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>verso, evocare storie personali,<br />
conoscere o riconoscere la città <strong>di</strong> Torino. Che si trasformerà in un gioco<br />
<strong>di</strong>vertente per chi proverà ad abbinare le voci ascoltate in streaming con i nomi<br />
degli autori dei racconti elencati nel sito. (clau<strong>di</strong>a giraud)<br />
www.comune.torino.it/oct/liberoascoltoweb.htm<br />
L'ultima <strong>di</strong> Tracey Emin. Aprire una biblioteca<br />
in Uganda...<br />
L'impegno dei big del sistema dell'arte in imprese benefiche non è<br />
cosa nuova, ma ultimamente pare aver trovato un momento <strong>di</strong> grande<br />
rilancio, anche con le varie aste umanitarie <strong>di</strong> cui abbiamo straparlato.<br />
I maligni possono sempre pensare che i suddetti big cerchino una ripulitina<br />
alla coscienza, ed un nuovo bagno <strong>di</strong> popolarità a buon mercato.<br />
Ora arriva la notizia che la "bad girl" Tracey Emin è andata fino in<br />
Africa, in Uganda, per finanziare l'apertura<br />
<strong>di</strong> una biblioteca in un sobborgo<br />
della capitale Kampala. Costruita in<br />
collaborazione con la Promoting<br />
Equality in African Schools, la biblioteca,<br />
che fa parte della Forest High<br />
School, servirà circa ottocento studenti<br />
della regione, <strong>di</strong> età fra i do<strong>di</strong>ci e i<br />
<strong>di</strong>ciotto anni. Negli orari serali, l'e<strong>di</strong>ficio<br />
ospiterà anche corsi <strong>di</strong> letteratura e<br />
informatica per gli adulti.<br />
Giovane curatore? In Emilia Romagna c'è un concorso che<br />
fa alla tua mostra...<br />
Abitate, stu<strong>di</strong>ate o lavorate in Emilia Romagna? Avete<br />
meno <strong>di</strong> trentacinque anni e vi occupate <strong>di</strong> arte? Bene,<br />
questa è l'occasione buona per voi. L'Ufficio Giovani<br />
d'Arte del Comune <strong>di</strong> Modena - in collaborazione con il<br />
Coor<strong>di</strong>namento Giovani Artisti dell'Emilia Romagna, l'assessorato<br />
alla Cultura della Regione e il ministero per le<br />
Politiche Giovanili e Attività Sportive - organizza un concorso<br />
rivolto a curatori e critici, che avranno così<br />
l'opportunità <strong>di</strong> realizzare una mostra <strong>di</strong> arti visive<br />
nella propria città <strong>di</strong> residenza e <strong>di</strong> vedere pubblicati<br />
i propri testi in un volume. I partecipanti dovranno<br />
presentare un progetto <strong>di</strong> curatela coinvolgendo da<br />
tre a cinque giovani artisti della propria provincia e<br />
Sarà proprio compito della Fondazione stabilire<br />
il budget necessario per il funzionamento<br />
del museo. È il lavoro che si sta<br />
facendo ora sulla base <strong>di</strong> previsioni <strong>di</strong><br />
spesa che sono già state stu<strong>di</strong>ate da<br />
tempo. È ovvio che la dotazione dovrà<br />
essere stabilita in base al reale funzionamento<br />
<strong>di</strong> una struttura come questa e che<br />
dovrà essere determinata in modo stabile.<br />
Quali sono le acquisizioni più interessanti<br />
che avete fatto in questi anni in<br />
attesa del compimento del cantiere?<br />
La collezione del Maxxi è stata pubblicata e<br />
in parte già esposta in mostre de<strong>di</strong>cate. Si<br />
tratta <strong>di</strong> oltre trecento opere, tra acquisti,<br />
donazioni, premi e comodati, che riflettono<br />
la natura del museo: la sua ra<strong>di</strong>calità su<br />
una propria tra<strong>di</strong>zione culturale, che proietti il MAXXI su una<br />
<strong>di</strong>mensione internazionale con originalità e qualità.<br />
Chi decide gli acquisti? Esiste una commissione scientifica?<br />
Le proposte <strong>di</strong> acquisto vengono fatte dalla <strong>di</strong>rezione e dai<br />
curatori. <strong>Il</strong> comitato tecnico scientifico <strong>di</strong> settore, così come per<br />
tutte le altre Direzioni Generali, esamina le proposte e convalida<br />
gli acquisti se conformi ai requisiti prestabiliti.<br />
[a cura <strong>di</strong> pierluigi sacconi]<br />
Info: 0592032604<br />
giovanidarte@comune.modena.it<br />
www.comune.modena.it/gioarte<br />
strutturando un progetto <strong>di</strong> allestimento adeguato alla tipologia <strong>di</strong> sede in<strong>di</strong>viduata. La scadenza<br />
per la presentazione dei progetti è fissata per il 16 maggio. (d. c.)
24.speednews Exibart.onpaper<br />
R.I.P.<br />
ERRICO RUOTOLO<br />
Era uno degli artisti storici della scena napoletana, che aveva contribuito ad animare<br />
per buona parte del Novecento, ben prima che la città entrasse nel panorama<br />
internazionale del contemporaneo. All'età <strong>di</strong> sessantanove anni, Errico<br />
Ruotolo è morto nella mattinata del 13 febbraio nella sua casa <strong>di</strong> San Giovanni<br />
a Teduccio, nell'hinterland napoletano. Allievo <strong>di</strong> Emilio Notte all'Accademia <strong>di</strong><br />
Belle Arti <strong>di</strong> Napoli, fra gli anni Sessanta e Settanta soggiorna e lavora lungamente<br />
all'estero, dapprima a Parigi, a Monaco <strong>di</strong> Baviera e infine ad Amsterdam.<br />
La prima personale è del 1964, allestita alla Vetreria Anziate <strong>di</strong> Anzio; nel 1966<br />
partecipa a Proposta '66, promossa dalla Galleria Cadario <strong>di</strong> Roma. Nel 1975<br />
inizia la collaborazione con l'A/Social Group, partecipando alle azioni svolte<br />
all'interno dell'ospedale psichiatrico Frullone <strong>di</strong> Napoli, attività documentata<br />
nella XXXVII Biennale <strong>di</strong> Venezia, nel Pa<strong>di</strong>glione italiano, sezione Ambiente come Sociale. Negli anni Novanta<br />
comincia ad inserire nell'impianto pittorico elementi a rilievo, modellati con gesso e ricoperti <strong>di</strong> garza. <strong>Il</strong> 1991 espone<br />
in The Modernity of Lyrism, mostra tenutasi alla Gummesons Gallery <strong>di</strong> Stoccolma e al Joensuu Museum, in<br />
Finlan<strong>di</strong>a. Fra le mostre più recenti, importante la personale del 2000 alla Fondazione Morra a Napoli, mentre è<br />
tuttora in corso una mostra antologica presso il Fondo Regionale d'Arte Contemporanea <strong>di</strong> Baronissi.<br />
TIZIANO FORNI<br />
Si è spento la mattina del 19 febbraio, ad ottantacinque anni, Tiziano<br />
Forni, titolare della storica galleria <strong>di</strong> Bologna. Gli artisti, gli amici, i<br />
parenti del gallerista, che lo scorso ottobre aveva celebrato con una<br />
grande collettiva i suoi quarant'anni <strong>di</strong> attività, si sono riuniti per un<br />
ultimo ad<strong>di</strong>o nella chiesa <strong>di</strong> San Domenico, dove si sono officiati i<br />
suoi funerali. Nel corso della sua lunga carriera, <strong>di</strong> cui ha raccolto l'ere<strong>di</strong>tà<br />
la figlia Paola, alle re<strong>di</strong>ni dell'omonimo spazio espositivo <strong>di</strong><br />
Milano, Tiziano Forni ha conosciuto e promosso il lavoro <strong>di</strong> alcuni dei<br />
più importanti protagonisti delle vicende storiche e artistiche del<br />
nostro paese, come internazionali, quali Afro, Giorgio de Chirico,<br />
Otto Dix, Lucio Fontana, Marino Marini e Ben Nicholson, solo per<br />
fare qualche nome. Tra gli anni '70 e '90 la galleria è approdata all'estero,<br />
facendo conoscere ad Amsterdam e Tokyo, dove Forni ha<br />
<strong>di</strong>retto due succursali della sede bolognese, le glorie dello stivale.<br />
Nonostante la sua impostazione legata prettamente al moderno e<br />
all'arte figurativa, nel corso degli ultimi decenni Tiziano Forni si era<br />
dato da fare come talent scout, per ampliare la propria scuderia con<br />
giovani esponenti della pittura come Nicola Nannini. (s. n.)<br />
Palio <strong>di</strong> Siena, per la<br />
Carriera dell'Assunta<br />
l'autore sarà Mario Ceroli<br />
Dopo alcune e<strong>di</strong>zioni non propriamente<br />
memorabili da un<br />
punto <strong>di</strong> vista<br />
artistico, nel<br />
Mario Ceroli<br />
2008 il Palio <strong>di</strong><br />
Siena potrebbe<br />
tornare a far parlare<br />
<strong>di</strong> sé anche<br />
per la qualità del<br />
Drappellone. Gli<br />
ultimi anni hanno<br />
visto alla prova<br />
personaggi come<br />
Ugo Nespolo,<br />
Tino Stefanoni,<br />
Manolo Valdés,<br />
Igor Mitoraj, che a detta <strong>di</strong> molti non hanno<br />
dato il meglio <strong>di</strong> sé nel concept del "cencio".<br />
Quest'anno la Giunta - per la Carriera<br />
dell'Assunta, ad agosto - ha scelto <strong>di</strong> affidarsi<br />
al grande Mario Ceroli, che quantomeno<br />
come esperienza e notorietà dovrebbe mettere<br />
al riparo da brutte sorprese. <strong>Il</strong> Palio <strong>di</strong><br />
Provenzano, in luglio, sarà invece <strong>di</strong>pinto da<br />
Camilla Adami.<br />
Urban Art Center,<br />
la street art ha una nuova casa ad Arezzo<br />
A Madrid inaugurato il CaixaForum,<br />
progetto <strong>di</strong> Herzog&De Meuron<br />
La capitale spagnola si arricchisce <strong>di</strong> un nuovo luogo destinato ad<br />
essere un fulcro propulsore per iniziative culturali e artistiche. È il<br />
CaixaForum Madrid, aperto sul Paseo del Prado - la strada dei<br />
musei madrileni - su progetto degli svizzeri Herzog&De Meuron,<br />
che hanno ristrutturato l'antica Central Eléctrica del Me<strong>di</strong>odía. Un<br />
progetto da oltre sessanta milioni <strong>di</strong> euro, che ha conservato la patina<br />
modernista dell'e<strong>di</strong>ficio, riuscendo tuttavia a guadagnare circa<br />
duemila metri quadrati <strong>di</strong> nuovi spazi. Che ospiteranno mostre d'arte<br />
antica, moderna e<br />
contemporanea, festival<br />
<strong>di</strong> musica e <strong>di</strong> poesia,<br />
<strong>di</strong> arte multime<strong>di</strong>ale,<br />
<strong>di</strong>battiti d'attualità,<br />
oltre a iniziative <strong>di</strong>dattiche<br />
e sociali. <strong>Il</strong> debutto<br />
spetta a una mostra<br />
che presenta circa settecento<br />
opere della<br />
collezione della Caixa,<br />
istituto bancario sempre<br />
molto presente<br />
nelle arti, e a una selezione<br />
<strong>di</strong> opere provenienti dagli Uffizi, fra cui Botticelli, Luca<br />
Signorelli, Parmiginianino e Luca Giordano. In marzo invece nei<br />
giar<strong>di</strong>ni troveranno posto ventisei gran<strong>di</strong> sculture <strong>di</strong> Igor Mitoraj,<br />
scultore polacco ormai da tempo accasato a Pietrasanta.<br />
<strong>Il</strong> progetto comprende l'apertura<br />
<strong>di</strong> uno spazio espositivo, ma<br />
anche un centro <strong>di</strong> documentazione<br />
e raccolta <strong>di</strong> riviste,<br />
dvd, pubblicazioni multime<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> street art con apertura settimanale, e del sito www.urbanartcenter.org,<br />
che si propone come nodo in una rete più ampia, sul quale scoprire e segnalare<br />
eventi, scambiarsi link e consultare un database <strong>di</strong> immagini in continuo aggiornamento<br />
sulla street art italiana. Rilanciata nella popolarità dalle querelle meneghine, che videro<br />
coinvolto Vittorio Sgarbi, appena inse<strong>di</strong>atosi come assessore alla cultura a Milano, seguite<br />
dalla grande mostra al Pac, la street art vive in Italia un momento <strong>di</strong> particolare popolarità<br />
(e non solo in Italia, a giu<strong>di</strong>care dalle cifre astronomiche a cui vengono venduti in giro per il<br />
mondo i vari Banksy). In questo ambito dunque si deve vedere l'inaugurazione ad Arezzo<br />
Urban Art Center<br />
Via Masaccio 6 - Arezzo<br />
info@urbanartcenter.org<br />
www.urbanartcenter.org<br />
dell'Urban Art Center, che si vuole proporre come punto <strong>di</strong> riferimento,<br />
archivio <strong>di</strong> documentazione e luogo <strong>di</strong> promozione e <strong>di</strong>ffusione<br />
per gli artisti e i linguaggi che nascono e si evolvono nelle<br />
strade. Creando anche una zona <strong>di</strong> libera interazione e collaborazione<br />
tra street artists già affermati, musicisti legati alla cultura<br />
street e realtà locali già attive, come il progetto streetsurvival.it, e<br />
organizzando mostre, festival, performance live, eventi sportivi, piccoli interventi <strong>di</strong> street art<br />
atti a riqualificare spazi inutilizzati (in<strong>di</strong>cati dalle amministrazioni locali).<br />
MARIA TERESA HINCAPIE DE ZULUAGA<br />
PIA VIVARELLI<br />
"… el <strong>di</strong>a 18 a las 8 18 de 2008 la maestra Maria Teresa Hincapie a dejado su cuerpo…", così scrive<br />
suo figlio, il giovane compositore Santiago De Zuluaga, dando il triste annuncio della precoce scomparsa<br />
dell'artista Maria Teresa Hincapiè de Zuluaga (Armenia, 1954). Con la sua ricerca fuori da ogni conformismo<br />
e moda, la performer colombiana ha indagato il tema della<br />
spiritualità con un approccio multiculturale, accompagnandovi l'impegno<br />
sociale per le pari opportunità, fin dal 1978, quando approfon<strong>di</strong>sce<br />
la conoscenza delle culture europee ed orientali in relazione alle<br />
tecniche <strong>di</strong> danza rituale e arte drammatica. Ha lavorato anche a trasposizioni<br />
dal teatro greco antico (E<strong>di</strong>po Re <strong>di</strong> Sofocle) e si è ispirata<br />
alla letteratura contemporanea (On<strong>di</strong>na, con un tributo a Garcia<br />
Lorca), producendo opere ine<strong>di</strong>te (Una Cosa es Una Cosa) che le<br />
sono valse la partecipazione a Forum internazionali come esponente<br />
dell'identità culturale latino-americana. Oltre ad aver ricevuto numerosi<br />
premi internazionali, è stata or<strong>di</strong>nata "Grande Cavaliered al Gobernación de Armenia" e menzionata<br />
al "Luis Caballero Award". Maria Teresa Hincapiè è per la prima volta in Italia, a Milano, nel 2000 con<br />
Stanze Segreti (Sueños de Flor) e vi tornerà successivamente nel 2005 per la Biennale <strong>di</strong> Venezia e nel<br />
2006, a Lucera, per Intramoenia Extra Art, con l'opera multime<strong>di</strong>ale, dalla grande suggestione visiva e<br />
sonora della sua performance <strong>di</strong> danza, El Espacio se Mueve Despacio. (Giusy Caroppo)<br />
Arco fiera-monstre, record a<br />
duecentomila visitatori.<br />
Nel 2009 In<strong>di</strong>a paese ospite<br />
Abbattuta la soglia dei duecentomila visitatori. Basta<br />
questo dato per dare la misura delle <strong>di</strong>mensioni e del<br />
successo della fiera madrilena Arco, che ha appena<br />
chiuso i battenti con un bilancio che la conferma fra le<br />
prime cinque del pianeta. Trend positivo che smentisce<br />
ulteriormente - qualora ce ne fosse stato bisogno - la<br />
supposta crisi del mercato dell'arte, con ven<strong>di</strong>te che<br />
anzi registrano un più quin<strong>di</strong>ci per cento rispetto allo<br />
scorso anno, come confermato dalla <strong>di</strong>rettrice Lourdes<br />
Fernández. Ven<strong>di</strong>te a cui hanno, come sempre, contribuito<br />
sostanzialmente gli investitori istituzionali, con il<br />
Museo Reina Sofía che ha lasciato fra gli stand più <strong>di</strong> un<br />
milione <strong>di</strong> euro, la Fundación Arco duecentocinquantamila<br />
euro, la Fundación Coca-Cola centoventimila e il<br />
Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León trecento<strong>di</strong>ecimila.<br />
Molte già le notizie trapelate per l'e<strong>di</strong>zione<br />
2009, che si terrà fra l'11 e il 16 febbraio: paese ospite<br />
d'onore sarà l'In<strong>di</strong>a, debutterà il programma Arco<br />
Urbano, con progetto <strong>di</strong> arte pubblica <strong>di</strong>ffusi per la città,<br />
e prenderà il via un concorso fra tutte le gallerie partecipanti,<br />
per un'opera <strong>di</strong> arte pubblica da collocare in un<br />
nuovo complesso urbanistico progettato da Norman<br />
Foster.<br />
www.ifema.es/ferias/arco/default.html<br />
Una Fetta <strong>di</strong> Polenta per Noero.<br />
Eclettica location per la nuova galleria torinese<br />
È un e<strong>di</strong>ficio a pianta trapezoidale, quasi un sottile triangolo, lungo<br />
se<strong>di</strong>ci metri, largo poco più <strong>di</strong> quattro da un lato e solo cinquantasette<br />
cm dall'altro, si sviluppa su nove piani <strong>di</strong> cui due interrati. Un esperimento<br />
architettonico estremo da sempre considerato atto d'incoscienza<br />
su solide basi progettuali, che per molti aspetti ricalca la tipologia<br />
del famoso Flatiron Buil<strong>di</strong>ng, a Manhattan. Ora la "Fetta <strong>di</strong><br />
Polenta" - così viene storicamente chiamato l'e<strong>di</strong>ficio torinese, per la<br />
sua forma e il colore giallo - <strong>di</strong>venta la nuova sede della Galleria<br />
Franco Noero, officina <strong>di</strong> idee, laboratorio continuo <strong>di</strong> progetti, e al<br />
tempo stesso contenitore e generatore <strong>di</strong> pensieri. Gli artisti della galleria<br />
verranno quin<strong>di</strong> invitati a relazionarsi con l'e<strong>di</strong>ficio costruito intorno<br />
alla metà dell'Ottocento dall'architetto Alessandro Antonelli e con<br />
questo nuovo approccio espositivo. Parallelamente alle mostre sarà<br />
inoltre chiesto loro <strong>di</strong> pensare ad un'opera, sia essa decorazione, struttura o supplente <strong>di</strong> fun-<br />
zioni domestiche, che <strong>di</strong>venterà patrimonio della<br />
casa e segno tangibile del loro passaggio, delle loro<br />
idee e poesie. <strong>Il</strong> primo a cimentarsi, dal 3 aprile, sarà<br />
l'artista inglese Simon Starling con la mostra Three<br />
Birds, Seven Stories, Interpolations and Bifurcations,<br />
appositamente concepita per i nuovi spazi.<br />
Fino al 1990 <strong>di</strong>rettore, nella sezione del '900, presso la<br />
Galleria Nazionale d'Arte Moderna <strong>di</strong> Roma, poi professore<br />
or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia dell'arte contemporanea nella Facoltà<br />
<strong>di</strong> Lettere e Filosofia dell'Università "L'Orientale" <strong>di</strong> Napoli.<br />
Ha pubblicato saggi e articoli sulla pittura metafisica e sul<br />
surrealismo, sull'arte italiana tra le due guerre, sulla pittura<br />
informale, sull'arte degli anni Sessanta. Giorgio de<br />
Chirico (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 1981);<br />
Renato Birolli (Milano, Palazzo Reale, 1989), Gastone<br />
Novelli (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 1988),<br />
Achille Perilli (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna,<br />
1989), Gastone Novelli (Trento, Museo d'arte Moderna,<br />
1999) e molte altre le mostre organizzate. Si è spenta a<br />
Roma, dopo una lunga malattia, Pia Vivarelli.<br />
La critica, storica e stu<strong>di</strong>osa stava lavorando alla pubblicazione<br />
del catalogo generale <strong>di</strong> Gastone Novelli.<br />
Dal 3 aprile al 28 giugno 2008<br />
Galleria Franco Noero / Fetta <strong>di</strong> Polenta<br />
Info: 011882208<br />
info@franconoero.com<br />
www.franconoero.com
28.speednews+jackpot Exibart.onpaper<br />
Bra<strong>di</strong>po Travel Designer, nuova sede <strong>di</strong> Madrid per<br />
luxury agency italiana<br />
L'azienda conta già tre<strong>di</strong>ci boutique operative nel territorio italiano<br />
e due operation all'estero, aperte a Monaco <strong>di</strong> Baviera e<br />
a Montecarlo. E nell'imme<strong>di</strong>ato futuro mira ad avere sessanta<br />
se<strong>di</strong> operative in tutto il mondo, con tappe già fissate a Parigi,<br />
Jedda e Dubai, con l'obiettivo <strong>di</strong> arrivare alla leadership del set-<br />
Info: 0236569636<br />
me<strong>di</strong>a@bra<strong>di</strong>potravel.com<br />
www.bra<strong>di</strong>potravel.com<br />
tore dei turismo luxury. Ma intanto Bra<strong>di</strong>po Travel Designer inizia dalla Spagna con l'inaugurazione<br />
in questi giorni a Madrid dell'headquarter spagnolo della società, nell'elegante Calle<br />
Ortega y Gasset, via della moda della capitale spagnola. <strong>Il</strong> mercato potenziale per il turismo <strong>di</strong><br />
lusso è formato da una domanda <strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> persone (due per cento circa della popolazione<br />
spagnola), e la quota <strong>di</strong> mercato del turismo <strong>di</strong> lusso nel mercato spagnolo è il quin<strong>di</strong>ci<br />
per cento. Nella Boutique Bra<strong>di</strong>po il viaggiatore può assaporare e scoprire la magia del viaggio,<br />
ancora prima <strong>di</strong> partire, attraverso un'atmosfera unica fatta <strong>di</strong> stimoli visivi, fotografie,<br />
sapori, suoni e profumi <strong>di</strong> terre lontane. Gli ospiti possono trovare una nutrita bibliografia, racconti<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> viaggiatori del passato o <strong>di</strong> moderni specialisti, da scoprire durante eventi de<strong>di</strong>cati<br />
mentre si assaporano cibi e bevande raffinate che ricordano destinazioni vicine e lontane.<br />
"Con l'inaugurazione della boutique <strong>di</strong> Madrid" - ha <strong>di</strong>chiarato Giorgio Kin<strong>di</strong>nis, responsabile<br />
dello sviluppo <strong>di</strong> Bra<strong>di</strong>po Travel Designer - "inten<strong>di</strong>amo continuare verso il nostro obiettivo,<br />
ovvero il raggiungimento delle trenta boutique in Italia e trenta boutique all'estero entro il 2010".<br />
Roswitha Haftmann Prize<br />
È il video artista scozzese<br />
Douglas Gordon<br />
il vincitore per il 2008<br />
del Roswitha<br />
Haftmann Prize, il più<br />
munifico riconoscimento<br />
assegnato in<br />
Europa, con una Douglas Gordon<br />
dotazione <strong>di</strong> circa<br />
centomila euro.<br />
Attivo anche come film maker - famoso il suo film<br />
de<strong>di</strong>cato al calciatore Zine<strong>di</strong>ne Zidane, realizzato<br />
in coppia con Philippe Parreno -, Gordon, già vincitore<br />
del Turner Prize nel 1996, è stato protagonista<br />
<strong>di</strong> una grande retrospettiva nel 2006 al<br />
Mart <strong>di</strong> Rovereto. <strong>Il</strong> premio svizzero, assegnato<br />
annualmente dall'omonima fondazione <strong>di</strong> Zurigo,<br />
è stato vinto lo scorso anno dall'americano<br />
Richard Artschwager, mentre l'e<strong>di</strong>zione precedente<br />
andò a Peter Fischli e David Weiss.<br />
Gordon riceverà il premio nel corso <strong>di</strong> una cerimonia<br />
prevista per il prossimo 8 maggio al<br />
Kunsthaus <strong>di</strong> Zurigo.<br />
ManinFesto Fotografia 2008<br />
La giuria del concorso ManinFesto.<br />
Fotografia in Friuli Venezia Giulia (composta<br />
da Francesco Bonami, Giuliana<br />
Carbi, Guido Comis, Sarah Cosulich<br />
Canarutto, Antonio Giusa, Mario Sillani<br />
Djerrahian, Italo Zannier) ha premiato i<br />
vincitori del concorso, tra gli otto finalisti invitati ad esporre al primo<br />
piano del Centro d'Arte Contemporanea Villa Manin. Quarti a pari<br />
merito si sono classificati Massimo Crivellari, Maurizio Frullani,<br />
Alessandro Paderni, Marco Pighin, Carlo Vidoni; il terzo ed il<br />
secondo posto sono stati assegnati a Stefano Graziani e Valentina<br />
Brunello, mentre il vincitore è risultato Carlo Andreasi, con la motivazione<br />
dell'utilizzo del mezzo fotografico "per indagare la realtà e<br />
Fino al 25 marzo<br />
ManinFesto.<br />
Fotografia in Friuli Venezia Giulia<br />
a cura <strong>di</strong> Sarah Cosulich Canarutto<br />
Centro d'Arte Cont.Villa Manin<br />
Piazza Manin 10 - Codroipo (Ud)<br />
Info: 0432821211<br />
info@villamanincontemporanea.it<br />
www.villamanincontemporanea.it<br />
Premio Pino Pascali<br />
È stato consegnato sabato 23 febbraio ad Adrian<br />
Paci (1969), artista <strong>di</strong> origini albanesi ma ormai<br />
milanese d'adozione, il Premio Pino Pascali, assegnato<br />
alla sua XI e<strong>di</strong>zione presso l'omonimo<br />
museo <strong>di</strong> Polignano a Mare, in Puglia. "Adrian<br />
Paci" - si legge nelle motivazioni della giuria, composta<br />
da Christine Farese Sperken, docente <strong>di</strong><br />
Storia dell'Arte Contemporanea all'Università <strong>di</strong><br />
Bari, Rosalba Branà, <strong>di</strong>rettrice del Museo Pino<br />
Pascali e dal critico Pietro Marino - "utilizza il linguaggio<br />
della scultura, della pittura, del video, della<br />
fotografia per mettere in scena i gran<strong>di</strong> temi dell'esistenza<br />
umana; le sue opere parlano della per<strong>di</strong>ta<br />
dei luoghi <strong>di</strong> appartenenza, affrontano i temi<br />
della cultura migrante e nomade tipica della<br />
nostra contemporaneità, rappresentano con il linguaggio<br />
dell'arte tematiche quali la crisi identitaria<br />
e la <strong>di</strong>versità". In contemporanea con la mostra<br />
personale al Museo Pino Pascali, Adrian Paci<br />
espone a New York in tre importanti rassegne, al<br />
PS1 MOMA in una collettiva sull'arte italiana, presso<br />
la Peter Blum Gallery e Smith-Stewart Gallery.<br />
decostruirla, rivelando paesaggi,<br />
forme ed elementi da<br />
prospettive nuove ed inattese.<br />
Ambienti ed oggetti definiti,<br />
quali possono essere un<br />
televisore o degli stormi <strong>di</strong><br />
uccelli, <strong>di</strong>ventano tracce<br />
astratte che sembrano quasi<br />
confondersi con la grana<br />
della pellicola". (d. c.)<br />
Premio Targetti Light Art<br />
MaxMara Art Prize for Women<br />
Ordway Prize e Premio Velázquez<br />
Libri, architettura e... un drink. Apre a Milano<br />
DesignLibraryCafé<br />
Uno spazio molto semplice e architettonico, caratterizzato dall'uso <strong>di</strong> materiali naturali e dominato<br />
dal bancone: un monolite in "terrazzo veneziano"<br />
che gira a "U" attraversando gli spazi. Spazi <strong>di</strong>visi in<br />
due zone, un'area relax - con <strong>di</strong>vani, pouf e tavolini - e<br />
uno spazio de<strong>di</strong>cato alla consumazione al tavolo. È il<br />
nuovo DesignLibraryCafé, evoluzione <strong>di</strong><br />
DesignLibrary, la prima biblioteca interamente de<strong>di</strong>cata al mondo del design lanciata a Milano<br />
nell'aprile 2006. Con l'intento <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere la cultura del design a livello internazionale attraverso<br />
una rete <strong>di</strong> biblioteche nelle principali capitali del design, con inaugurazione, dopo Shanghai<br />
aperto nel novembre 2007, in programma per il prossimo anno a Londra, Istanbul e Stoccolma.<br />
<strong>Il</strong> Café completa il concept <strong>di</strong> James Irvine e Maddalena Casadei finalizzato alla creazione <strong>di</strong> un<br />
luogo accogliente, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ricerca e incontro: due spazi contigui visivamente coerenti dove la<br />
Via Savona 11 - Milano<br />
Info: 0289423329<br />
www.designlibrary.it/cafe<br />
Sono la serba Alexandra Stratimirovic e l'armeno Gevorg<br />
Zigzabian i vincitori assoluti del Premio Internazionale Targetti<br />
Light Art, giunto quest'anno alla quinta e<strong>di</strong>zione. Insieme a loro<br />
premiati anche gli italiani Stefano Cagol (secondo premio),<br />
Michela Colasuonno e Alice Azario (terzo premio) ed<br />
Emanuele Fucci (menzione <strong>di</strong> merito). La giuria - composta da<br />
Amnon Barzel (<strong>di</strong>rettore artistico della Targetti Art Light<br />
Collection), Omar Calabrese, Alessandra Mammì, Peter<br />
Noever (<strong>di</strong>rettore del MAK <strong>di</strong> Vienna), David Sarkysian (<strong>di</strong>rettore<br />
del MUAR <strong>di</strong> Mosca) e Paolo Targetti (presidente della<br />
Targetti Sankey SPA) - ha voluto rendere omaggio alla creatività<br />
e alla capacità <strong>di</strong> svelare tutte le valenze espressive della<br />
luce artificiale mostrata da questi<br />
giovani artisti under quaranta, selezionando<br />
le loro opere tra gli oltre<br />
mille progetti pervenuti da ogni parte<br />
del mondo. Ai vincitori premi per un<br />
ammontare complessivo <strong>di</strong> quarantamila<br />
euro, con le loro opere che<br />
entreranno a far parte della Targetti<br />
Light Art Collection e del relativo programma<br />
espositivo itinerante, che ha<br />
già fatto tappa in alcuni dei più importanti musei del mondo.<br />
migliore selezione <strong>di</strong> libri e riviste internazionali <strong>di</strong> design è a <strong>di</strong>sposizione<br />
del pubblico. Una vera e propria caffetteria aperta al pubblico,<br />
un "food&drink" con cucina aperta tutti i giorni dalle sette <strong>di</strong> mattina<br />
all'una <strong>di</strong> notte, dove lo chef Gabriele Guglielmetti rinnova ogni<br />
giorno il menu me<strong>di</strong>terraneo-stagionale.<br />
Premio Murri Public Art<br />
Stefano Cagol protagonista in<strong>di</strong>scusso del côte<br />
bolognese in questi frenetici giorni arte-fieristici, in<br />
particolare dei vari premi che contrassegnano<br />
l'appuntamento. Dopo il secondo posto guadagnato<br />
nel Premio Targetti Light Art, ora l'artista trentino<br />
sale sul gra<strong>di</strong>no più alto del po<strong>di</strong>o del Premio<br />
Murri Public Art, giunto alla sesta e<strong>di</strong>zione.<br />
Concorso d'arte specificatamente pensato per<br />
progetti per spazi urbani, il riconoscimento, aperto<br />
agli artisti <strong>di</strong> tutto il mondo, è promosso dalla<br />
Cooperativa e<strong>di</strong>lizia Murri, con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere<br />
la cultura artistica negli spazi urbani privati<br />
e pubblici attraverso la selezione <strong>di</strong> lavori appositamente<br />
progettati. L'e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest'anno<br />
richiedeva l'ideazione <strong>di</strong> un progetto artistico con funzioni decorative per la<br />
pavimentazione relativa al piano portico <strong>di</strong> un nuovo intervento e<strong>di</strong>lizio a<br />
Bologna, in via Marx. La giuria era formata da Adolfo Soldati (presidente<br />
della Cooperativa Murri), Valerio Dehò, Salvatore <strong>di</strong> Blasi (docente al DAMS<br />
<strong>di</strong> Bologna), Paolo Di Biase (architetto). Fra i vincitori delle passate e<strong>di</strong>zioni,<br />
ci sono artisti come Aldo Mon<strong>di</strong>no, Tino Stefanoni, Marco Lodola, Enrica<br />
Borghi, Flavio Favelli.<br />
www.murri.it<br />
È Hannah Rickards, artista concettuale<br />
che ha lavorato spesso con il suono come<br />
me<strong>di</strong>a, la vincitrice a Londra della seconda<br />
e<strong>di</strong>zione del premio MaxMara Art Prize for<br />
Women. <strong>Il</strong> riconoscimento promuove e<br />
sostiene artiste donne residenti nel Regno<br />
Unito, dando loro la possibilità <strong>di</strong> sviluppare<br />
il proprio potenziale ed offrendo loro<br />
l'opportunità <strong>di</strong> produrre nuove opere d'ar-<br />
Hannah Rickards<br />
te, poi acquisite alla Collezione Maramotti,<br />
oltre ad una residency <strong>di</strong> sei mesi in Italia.<br />
La giuria, presieduta da Iwona Blazwick, <strong>di</strong>rettrice della Whitechapel<br />
Gallery, e composta dalla gallerista Cornelia Grassi, dalla collezionista<br />
Ju<strong>di</strong>th Greer, dall'artista Cornelia Parker e dalla scrittrice e critica<br />
Rachel Withers, ha valutato il lavoro <strong>di</strong> cinque artiste finaliste, Yasmeen<br />
Al Awa<strong>di</strong>, Georgie Hopton, Melanie Jackson e Lisa Peachey, oltre alla<br />
vincitrice. In Birdsong (2002) la Rickards ha registrato i canti <strong>di</strong> sei <strong>di</strong>versi<br />
uccelli per poi abbassarne la tonalità e riprodurli con la propria voce.<br />
In Thunder (2005), commissionato da Me<strong>di</strong>a Art Bath per la Chiesa<br />
Riformata Unita Centrale <strong>di</strong> Bath, ha esteso una registrazione <strong>di</strong> otto<br />
secon<strong>di</strong> del suono <strong>di</strong> un tuono ad otto minuti.<br />
Info: 0277792202 | proffice@maxmara.it<br />
<strong>Il</strong> mondo dell'arte internazionale deve avere delle <strong>di</strong>namiche<br />
interne impreve<strong>di</strong>bili e spesso insondabili, che tendono<br />
a sfuggire anche agli osservatori più attenti. Una <strong>di</strong><br />
queste pare aver stabilito che il 2008 sia l'anno <strong>di</strong> Cildo<br />
Meireles, artista sessantenne brasiliano, presente fra<br />
l'altro alla Biennale <strong>di</strong> Venezia 2005, <strong>di</strong> ottimo livello ma<br />
certo non un habituè dei giri che contano. Prima, il trionfo<br />
a New York dell'Ordway Prize, riconoscimento, dotato<br />
<strong>di</strong> ben centomila dollari, assegnato ogni due anni dal New<br />
Cildo Meireles<br />
Museum of Contemporary Art <strong>di</strong> New York e dal<br />
Creative Link for the Arts ad artisti, critici o curatori midcareer.<br />
Insieme a Meireles, il premio è andato infatti anche a James Elaine, curatore<br />
dell'Hammer Museum <strong>di</strong> Los Angeles. Fra i giurati, anche il <strong>di</strong>rettore della Tate<br />
Modern Vicente Todoli e Doris Salcedo, vincitrice del premio nel 2006.<br />
Poi, in Spagna, il prestigiosissimo Premio Velázquez 2008 de las Artes<br />
Plásticas, riservato ad artisti spagnoli o della comunità latinoamericana. Nella<br />
giuria del premio, dotato con oltre novantamila euro, siedono fra gli altri il <strong>di</strong>rettore<br />
della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Ramón González<br />
de Amezúa, il <strong>di</strong>rettore del Museo Reina Sofía, Manuel Borja-Villel, il <strong>di</strong>rettore<br />
del Prado, Miguel Zugaza, e ultimo premiato, Luis Gor<strong>di</strong>llo. Fra i vincitori delle<br />
passate e<strong>di</strong>zioni del premio, istituito nel 2002, ci sono Antoni Tapies, Pablo<br />
Palazuelo, Juan Soriano, Antonio López.<br />
Piepenbrock Preis für Skulptur<br />
Stefano Cagol<br />
(Foto Oskar DaRiz)<br />
Dal 1988, anno dell'istituzione,<br />
ha incoronato artisti del<br />
calibro <strong>di</strong> Max Bill, Ulrich<br />
Rückriem, Eduardo Chillida,<br />
Tony Cragg, Dani Karavan,<br />
fino a Rebecca Horn, nel<br />
2006. È il Piepenbrock Preis<br />
für Skulptur, prestigioso riconoscimento<br />
assegnato ogni<br />
due anni a Berlino e dotato <strong>di</strong> Katharina Fritsch<br />
cinquantamila euro, che per<br />
il 2008 va a Katharina<br />
Fritsch (Duesseldorf, 1956). "Un'artista europea<br />
che negli ultimi venticinque anni ha dato un notevole<br />
contributo alla comprensione critica della magia<br />
della figurazione nella scultura", come si legge nella<br />
motivazione della giuria. <strong>Il</strong> Piepenbrock Preis assegna<br />
poi un riconoscimento ad un artista emergente,<br />
vinto quest'anno dalla polacca Alicjia Kwade<br />
(Kattowitz, 1979), che si aggiu<strong>di</strong>ca una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
all'Universität der Künste Berlin, oltre all'opportunità<br />
<strong>di</strong> una mostra presso l'Hamburger Bahnhof,<br />
che si terrà fra giugno e agosto 2008.<br />
<strong>Il</strong>ly SustainArt<br />
È il giovane artista brasiliano<br />
Matheus Rocha Pitta, presentato dalla galleria Novembro<br />
Arte <strong>di</strong> Rio de Janeiro, il vincitore del Premio illy SustainArt, che<br />
l'azienda italiana organizza per la prima volta nell'ambito della<br />
fiera Arco <strong>di</strong> Madrid. <strong>Il</strong> premio - che ha come obbiettivo quello<br />
<strong>di</strong> estendere alla comunità artistica internazionale l'approccio<br />
dell'azienda - è de<strong>di</strong>cato ai giovani artisti brasiliani under trentacinque,<br />
nell'anno che vede il Brasile paese ospite della rassegna.<br />
La giuria - presieduta da Berta Sichel, <strong>di</strong>rettore della sezione<br />
Arti Visive del museo Reina Sofia e composta da Angela<br />
Vettese, Juan Antonio Alvarez Reyes, critico visual arts e curatore<br />
in<strong>di</strong>pendente e da Carlo Bach, <strong>di</strong>rettore artistico illycaffè -<br />
ha premiato l'artista, che espone una fotografia e un video, per<br />
le sue realizzazioni che "partono da una riflessione <strong>di</strong> base e utilizzano<br />
<strong>di</strong>verse modalità estetiche, <strong>di</strong>fferenti mezzi e processi.<br />
<strong>Il</strong> suo percorso riflette la sua giovinezza, la sua curiosità e il suo<br />
desiderio <strong>di</strong> sperimentazione, che manifestano il suo potenziale<br />
artistico". Rocha Pitta ha ricevuto un premio <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cimila<br />
euro, oltre all'opportunità <strong>di</strong> proporre un progetto per la realizzazione<br />
<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> tazzine d'artista illy Art Collection, che l'azienda<br />
realizza da più <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni grazie al coinvolgimento<br />
dei maggiori artisti e giovani talenti a livello internazionale.
30.index Exibart.onpaper<br />
48<br />
fashion<br />
[68] il volto della next generation<br />
handbag [69]<br />
decibel<br />
[70] paesaggi in movimento<br />
pre[ss]view<br />
[71] idee chiare, colore scuro<br />
libri<br />
[72] il tempo dei frammenti<br />
[73] la carica del buon senso | china ist nahe | gilar<strong>di</strong> il fatalista<br />
retrocover [4]<br />
opinioni [6]<br />
speednews [8]<br />
popcorn [16]<br />
oroscopo [17]<br />
trailers [32]<br />
inteoria<br />
[36] la se<strong>di</strong>a e l’idolo. note sulla design art<br />
[37] gli effetti speciali invecchiano presto<br />
aziende<br />
[38] la comunicazione? noi ci sguazziamo...<br />
[39] fissati con l'arte<br />
approfon<strong>di</strong>menti<br />
[40-41] whitney unmonumental<br />
[46] la quadriennale dei bamboccioni<br />
[48] finalmente macro<br />
[50] un’azienda proprio speciale<br />
[54] la fondazione che si farà museo<br />
nuovi spazi [56-57]<br />
déjà vu [58-63]<br />
intervallo [64]<br />
recensioni<br />
[65] the painting of modern life - emilio isgrò<br />
trecapitali [66]<br />
sommario<br />
tornaconti<br />
[67] lo spettro della crisi tra rinascimento e decadenza<br />
Dal 20 febbraio al 29 marzo 2008<br />
design<br />
[74] design fiction<br />
[75] la casa missoni | armani/casa code | trame femminili<br />
in fumo<br />
[76] è deciso: si vive!<br />
primopelo<br />
[77] umberto chio<strong>di</strong> - simone bergantini<br />
ou? [78]<br />
Exibart.agenda [80-83]<br />
riman<strong>di</strong> [84]<br />
fotofinish [85]<br />
hostravistoxte<br />
[86] crimes and misdemeanors...<br />
GRACIAS.<br />
questo numero è stato realizzato grazie a…<br />
Alef<br />
Alfonso Artico<br />
Annarumma404<br />
Archeo900<br />
Aria Spinelli<br />
Art&Forte<br />
ArteGiovane<br />
ArteLaguna<br />
Artessenza<br />
Arthemisia<br />
Ass. Aref<br />
Ass. Contemporanea<br />
Ass. Meeting<br />
C.A.O.S.<br />
Camelot<br />
Cardelli&Fontana<br />
Cesarini Sforza<br />
CLP<br />
Colombo<br />
Comune Castelnuovo<br />
Comune <strong>di</strong> San Giovanni<br />
pubblicità su Exibart? adv@exibart.com | 0552399766<br />
Daniele Ugolini contemp.<br />
Delfino&Enrile<br />
Derbylius<br />
Dora Diamanti<br />
eCircle<br />
Endemica<br />
Factory-art<br />
Fondaz. Bandera<br />
Fondaz. Prada<br />
Fondaz. Sandretto<br />
Fondaz. Stelline<br />
Fondaz. Trussar<strong>di</strong><br />
Galleria Cesare Manzo<br />
Galleria Fabio Paris<br />
Galleria Frittelli<br />
Galleria Marabini<br />
Galleria Niccoli<br />
Galleria Ronchini<br />
Gam Gallarate<br />
Giunti E<strong>di</strong>tore<br />
Gor<strong>di</strong>n<br />
<strong>Il</strong> Ponte<br />
Istituto Sturzo<br />
Kunstart<br />
L'Attico<br />
Man<br />
Maniero Ass. Cult.<br />
Mole Vanvitelliana<br />
Pio Monti<br />
Più Impresa<br />
PivArte<br />
Primo Piano<br />
Provincia <strong>Bolzano</strong><br />
Provincia <strong>di</strong> Modena<br />
Romberg<br />
San Salvatore<br />
Silvana E<strong>di</strong>toriale<br />
Spirale Arte<br />
Stu<strong>di</strong>o Arte Fuori Centro<br />
Università Ferrara<br />
Villa Me<strong>di</strong>ci<br />
Zetema<br />
DAN HALTER<br />
never say never<br />
A cura <strong>di</strong> Carla Roncato e P&P<br />
Derbylius Libreria Galleria Archivio Internazionale d'arte - Via P. Custo<strong>di</strong>, 16 – tel./fax 02 89408592 - info@derbylius.it - www.derbylius.com
32.trailers Exibart.onpaper<br />
ADVARTISING.<br />
<strong>di</strong> raffaele bifulco<br />
Ma <strong>di</strong> cosa si tratta? Forse della marca in bella vista delle lastre<br />
<strong>di</strong> cemento o <strong>di</strong> potentissimi martelli pneumatici? Oppure <strong>di</strong> una<br />
sponsorizzazione per i terremoti? Tra l'altro, a guardarla sembrerebbe<br />
un fotomontaggio… È una pubblicità (of course) ma<br />
non autorizzata; non un fotomontaggio ma una fotografia scattata<br />
velocemente nell'atto stesso in cui la pubblicità si manifestava<br />
e che purtroppo non troverete pubblicata su nessun giornale<br />
(tranne che su questo!). È guerrilla baby, e non puoi farci niente!<br />
Max Bugoyne e James Beswick, due creativi lon<strong>di</strong>nesi, evidentemente<br />
adepti <strong>di</strong> Jay Conrad Levinson, hanno utilizzato questa<br />
forma <strong>di</strong> comunicazione non convenzionale, denominata appunto<br />
"guerrilla" per le sue particolarissime modalità operative<br />
caratterizzate da un insieme <strong>di</strong> tecniche che agiscono sul territorio<br />
in maniera veloce, efficace, <strong>di</strong> breve durata nel tempo e con<br />
un rapporto costo/beneficio meno oneroso della me<strong>di</strong>a. <strong>Il</strong><br />
Guerriglia Marketing, se ben pianificato e condotto, desta interesse,<br />
curiosità e incentiva il ricordo. E in questo periodo quale<br />
miglior posto se non la Tate Modern con l'opera Shibboleth <strong>di</strong><br />
Doris Salcedo per pubblicizzare Polycell, brand che racchiude<br />
tutto un universo <strong>di</strong> prodotti per l'e<strong>di</strong>lizia, tra cui anche fissanti e<br />
stucchi, magari utili per chiudere la crepa che si estende lungo<br />
tutta la Turbine Hall?!? Ma non è finita: utilizzando tecniche <strong>di</strong><br />
ambient e viral marketing, la pubblicità, oltre a "colpire" in un<br />
luogo <strong>di</strong> aggregazione, è in realtà un video <strong>di</strong> tre minuti caricato<br />
su Youtube.com, dove potrete vederlo facendo una ricerca<br />
incrociando le parole "Tate" e "stunt". Gran<strong>di</strong>oso, seppur per<br />
poco!<br />
COLLEZIONISTI<br />
a cura <strong>di</strong> marianna agliottone<br />
sul prossimo numero il collezionista sarà<br />
Paolo Palmieri<br />
Quando e con quale opera ha iniziato a collezionare?<br />
Ho comprato la mia prima opera nel '98 a Londra.<br />
In quel periodo facevo uno stage da Sotheby's nel<br />
<strong>di</strong>partimento Arte Contemporanea e giravo molto<br />
per musei, gallerie e mostre. Fu proprio durante<br />
un vernissage che decisi <strong>di</strong> acquistare un opera <strong>di</strong><br />
Jim Lambie: uno dei suoi <strong>di</strong>schi realizzati con fili <strong>di</strong><br />
lana…<br />
Come nasce la sua passione per l'arte?<br />
Direi che ho sempre vissuto in mezzo all'arte. Più<br />
che una passione è parte della mia vita!<br />
Grazie anche all'attività <strong>di</strong> sua madre, Eliana<br />
Guglielmi…<br />
Certo, mia madre è ed è stata fondamentale: mi<br />
ha educata culturalmente e visivamente all'arte<br />
guidandomi (anche con mio fratello Alessandro) in<br />
tutti i musei possibili, dal Louvre al Kroller-Muller;<br />
a volte trascinandoci, quando eravamo molto piccoli,<br />
ma tante altre volte in allegria. Ho avuto poi il<br />
privilegio <strong>di</strong> frequentare le sue amicizie del mondo<br />
artistico: da galleristi importanti ad appassionati<br />
collezionisti ricchi <strong>di</strong> esperienza come Marcello<br />
Levi e Gemma De Angelis Testa.<br />
Quanti pezzi ha oggi?<br />
Una sessantina.<br />
Dove li tiene?<br />
In casa mia o nei Containers Gondrand <strong>di</strong> mia<br />
madre.<br />
Come arriva all'acquisizione <strong>di</strong> un nuovo lavoro?<br />
Giro per mostre e musei, navigo su internet, ma<br />
soprattutto chiacchiero molto con amici galleristi<br />
e curatori.<br />
I dormienti, artisti RIemergenti<br />
Noto picconatore del<br />
nuovo sistema dell'arte,<br />
Jerry Saltz stavolta ci<br />
trova un lato buono. <strong>Il</strong><br />
MARINELLA GUGLIELMI CATELLA<br />
<strong>Il</strong> filo conduttore che lega la sue scelte?<br />
No, non seguo nessun filo conduttore. Purtroppo<br />
a volte il fattore determinante è il portafogli!<br />
Gli artisti pre<strong>di</strong>letti?<br />
Maurizio Cattelan, Jim Lambie, Takashi<br />
Muratami, Shirin Neshat, Paola Pivi, Francesco<br />
Vezzoli.<br />
Può vantare qualche vera 'scoperta'?<br />
Le scoperte per fortuna toccano ai galleristi ed ai<br />
curatori <strong>di</strong> musei. Io mi limito a seguirle.<br />
L'ultima opera che ha comprato?<br />
Ho comprato un multiplo <strong>di</strong> Karen Kilimnick che<br />
mi piaceva molto.<br />
Per quel che la riguarda, il ritorno economico<br />
delle opere acquistate rende più interessante la<br />
vita del collezionista?<br />
<strong>Il</strong> ritorno economico generalmente è oggi una<br />
conferma delle proprie scelte e quin<strong>di</strong> sicuramente<br />
un buono stimolo.<br />
Secondo lei, qual è la ricetta del collezionista <strong>di</strong><br />
successo?<br />
Dipende cosa si intende per successo. Se la gratificazione<br />
è avere visibilità sui giornali è piuttosto<br />
facile; se invece è essere sod<strong>di</strong>sfatti dei propri<br />
acquisti l'unico sistema è comprare sempre e<br />
solo ciò che piace.<br />
In questo momento è a caccia <strong>di</strong>…?<br />
Mi incuriosiscono i giovani in<strong>di</strong>ani.<br />
Per esempio?<br />
Tukral & Tagra.<br />
RSI<br />
rassegna stampa internazionale<br />
popolare critico, ex<br />
Village Voice ed oggi in<br />
forza al NY Mag, scopre<br />
un interessante effetto collaterale<br />
della popolarità conquistata dall'arte contemporanea,<br />
che ha permesso <strong>di</strong> dare la<br />
fati<strong>di</strong>ca second chance ad artisti non giovanissimi,<br />
immeritatamente messi in <strong>di</strong>sparte.<br />
Per vent'anni il sistema si è concentrato<br />
sui maestri operanti negli anni '60 e '70<br />
e, quando è esploso il mercato globale, per<br />
la generazione <strong>di</strong> mezzo emersa tra fine<br />
'70 e primi '80 era ormai troppo tar<strong>di</strong>. Ma<br />
oggi la tendenza è <strong>di</strong> recuperare il gap.<br />
Mary Heilmann ha conquistato le copertine<br />
<strong>di</strong> Artforum e Art in America a sessantasette<br />
anni, Amy Silman si è rilanciata sul<br />
mercato alla soglia dei sessanta, Marilyn<br />
Minter (59) è stata la cover della Biennale<br />
del Whitney che ha preceduto quella in<br />
apertura a primavera, nella quale tornano<br />
i non più ver<strong>di</strong> Robert Bechtle, Olivier<br />
Mosset, Michael Smith. Insomma a competere<br />
con gli emergenti ci sono ora anche<br />
i RI-emergenti. Tra loro anche Joe<br />
Pensato, protagonista della stagione pop<br />
riscoperto da Petzel, e John Miller (cinquantatre<br />
primavere), per decenni rappresentato<br />
da Metro Pictures. Non è mai<br />
tar<strong>di</strong> per essere considerati emergenti e<br />
ritagliarsi un posto nella storia, anche nel<br />
clima <strong>di</strong> un mercato spregiu<strong>di</strong>cato. Lo<br />
<strong>di</strong>mostra anche la recente mostra alla<br />
National Academy dal titolo "High Times,<br />
Hard Times: New York Painting 1967-<br />
1975" dove la curatrice Katy Siegel teorizza<br />
proprio sui cosiddetti artisti "dormienti",<br />
in paziente attesa <strong>di</strong> riscoperta.<br />
Chi: Jerry Saltz<br />
Dove: New Yok Magazine<br />
Quando: 24.1.2008<br />
Cina interrupta<br />
L'arte cinese è ormai sdoganata, i prezzi<br />
sono andati alle stelle, tutti i musei internazionali<br />
si sono contesi i nuovi artisti che<br />
hanno invaso il mercato. <strong>Il</strong> periodo <strong>di</strong> lancio<br />
si è sta affievolendo e da un paio d'anni l'attenzione<br />
si sta spostando verso l'arte in<strong>di</strong>ana.<br />
Tutto liscio? Macché. Michael Hue-<br />
Williams, <strong>di</strong>rettore della Albion Gallery <strong>di</strong><br />
Londra, non ci sta e rilancia: l'arte cinese<br />
non è una meteora, non nasce dal nulla e<br />
non può essere liquidata con le carriere <strong>di</strong><br />
pochi celebrati top players.<br />
Tutto ciò ha ben<br />
servito il mercato occidentale<br />
elevando alcune<br />
figure allo star<br />
system e perfino la<br />
nuova Cina, che ha<br />
scelto, rinverdendo il<br />
mito maoista della<br />
Rivoluzione culturale (1965-1968),<br />
<strong>di</strong> fare della cultura un pilastro del<br />
rilancio politico ed economico.<br />
Dinamiche che però ora rischiano <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ventare un boomerang, responsabili<br />
<strong>di</strong> una rappresentazione <strong>di</strong>storta<br />
e superficiale dell'arte e della cultura<br />
cinesi. La maggior parte della storia<br />
rimane sconosciuta e un virtuoso<br />
processo <strong>di</strong> emersione potrebbe<br />
interrompersi sul più bello, venendo<br />
a mancare la convenienza economica e<br />
politica <strong>di</strong> spingersi oltre.<br />
Chi: Michael Hue-Williams<br />
Dove: The Art Newspaper<br />
Quando: 24.1.2008<br />
L'arte <strong>di</strong>sarmata<br />
Dopo lo spettacolare furto <strong>di</strong> opere <strong>di</strong><br />
artisti impressionisti all'Emil Buehrle<br />
Museum <strong>di</strong> Zurigo, su Slate, magazine<br />
on-line addentellato del Washington<br />
Post, ci si interroga sul perché in Europa<br />
sia così facile rubare opere d'arte.<br />
Troppo piccoli e troppo in<strong>di</strong>fesi: sono i<br />
musei europei, un sistema frammentario<br />
<strong>di</strong> piccole collezioni spesso allocate in istituzioni<br />
modeste, ve<strong>di</strong> la villa ottocentesca<br />
svizzera, con personale <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong>sarmato<br />
e scarse misure <strong>di</strong> sicurezza. Tutto<br />
il contrario degli Usa dove è un'impresa<br />
trovare un Van Gogh in un piccolo museo<br />
<strong>di</strong> provincia. Le gran<strong>di</strong> collezioni degli<br />
States sono ospitate infatti in moderni<br />
buil<strong>di</strong>ng costruiti ad hoc, idonei ad accogliere<br />
sofisticati sistemi <strong>di</strong> allarme. Nella<br />
vecchia Euuropa vincoli restrittivi gravanti<br />
sulle architetture storiche e la volontà<br />
dei proprietari spesso ostacolano processi<br />
<strong>di</strong> adeguamento e ammodernamento,<br />
necessari a contrastare un fenomeno,<br />
quello dei furti d'arte, in forte<br />
espansione. Si acquistano nuove opere,<br />
non si investe in sicurezza. L'FBI ha<br />
recentemente istituito una speciale classifica<br />
denominata Top Ten Art Crimes:<br />
sette dei più gravi furti d'arte <strong>di</strong> tutti i<br />
tempi sono il triste primato europeo.<br />
Chi: Cyrus Farivar<br />
Dove: Slate<br />
Quando: 15.2.2008<br />
(torino)<br />
illustrazione <strong>di</strong> Nicola Toffolini<br />
Così ti lottizzo il BCAM<br />
Focus polemico <strong>di</strong> Christopher Knight sul<br />
BCAM, la nuova ala (la prima <strong>di</strong> quattro) del<br />
LACMA <strong>di</strong> Los Angeles progettata da<br />
Renzo Piano, inaugurata il 16 febbraio<br />
scorso e destinata ad accogliere la raccolta<br />
Eli Broad, megacollector e finanziatore<br />
del progetto per 50 milioni <strong>di</strong> dollari. La critica<br />
si concentra sulla strombazzata<br />
mostra inaugurale. Centosettantasei lavori<br />
dagli anni '60 ai giorni nostri, solo quin<strong>di</strong>ci<br />
dei quali <strong>di</strong> proprietà del Los Angeles County<br />
Museum of Art, accomunati da un unico<br />
aspetto: il valore economico. La mostra si<br />
presenta insomma come un gran minestrone<br />
del recente mercato dell'arte secondo<br />
Broad più che un evento scientificamente<br />
significativo. Peggio ancora, è anche il manifesto<br />
della galleria <strong>di</strong> Gagosian, da cui proviene<br />
l'ottanta per cento dei lavori. In realtà non<br />
è la prima volta che il LACMA accontenta<br />
nei suoi desiderata quello che già chiamano<br />
il Lorenzo de' Me<strong>di</strong>ci della California: lo<br />
aveva fatto con un evento analogo nel<br />
2001. L'obiettivo è <strong>di</strong>chiarato: indurre il collezionista<br />
a rinunciare al sogno <strong>di</strong> una propria<br />
fondazione e spingerlo ad una donazione,<br />
preservandolo così tra i suoi maggiori<br />
finanziatori. Già, perché Knight sostiene che<br />
l'accordo con Broad sia oggi solo per un<br />
prestito temporaneo, poi si vedrà. <strong>Il</strong> grande<br />
collezionista tentenna, tiene in scacco il<br />
LACMA e nel frattempo porta a casa pubblicità<br />
e cre<strong>di</strong>ti museali che non fanno che<br />
accrescere il valore economico della<br />
sua collezione.<br />
Chi: Christopher Knight<br />
Dove: Los Angeles Times<br />
Quando: 7.2.2008<br />
rubrica <strong>di</strong> alfredo sigolo<br />
Marinella Guglielmi Catella, fotografata per Exibart da Laura Viale<br />
identikit.<br />
Nome e Cognome: Marinella Guglielmi Catella<br />
Luogo e data <strong>di</strong> nascita: Torino, 2 agosto 1969<br />
Formazione: Laureata in Ingegneria<br />
Attività lavorativa: Esperta in valutazione <strong>di</strong> Arte Moderna e<br />
Contemporanea alla Sotheby's<br />
Stato civile: Sposata con Mario Catella; due figli, Alessandro e<br />
Carlotta
36.inteoria Exibart.onpaper<br />
a cura <strong>di</strong> christian caliandro<br />
la se<strong>di</strong>a e l’idolo.<br />
note sulla design art<br />
"Quando una se<strong>di</strong>a non è una se<strong>di</strong>a? Forse quando <strong>di</strong>venta un'opera <strong>di</strong> Design Art", riflette il critico Mark<br />
Rappolt su Art Review. Un percorso da Aristotele a Kosuth, da Marx a Duchamp. Prima <strong>di</strong> sedersi...<br />
�� In un articolo apparso <strong>di</strong><br />
recente su Art Review, il critico<br />
Mark Rappolt s'interrogava<br />
riguardo la seguente questione:<br />
"Quando una se<strong>di</strong>a non è una<br />
se<strong>di</strong>a? La risposta è probabilmente<br />
'quando è un'opera <strong>di</strong> Design<br />
Art', il nebuloso termine che sembra<br />
essere stato lanciato in giro<br />
come un freesbee lungo gli ultimi<br />
due anni. Ma allora che cos'è<br />
esattamente la Design Art? È<br />
arte su cui ci si può sedere, o è<br />
design su cui non ci si può sede-<br />
re?" 2<br />
. Domanda interessante, a<br />
cui l'autore del testo evita peraltro<br />
<strong>di</strong> dare una risposta. A titolo personale,<br />
dal momento che sono<br />
stato <strong>di</strong> recente messo alla porta<br />
<strong>di</strong> un bar romano per essermi<br />
seduto su <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a facente<br />
parte - <strong>di</strong>ceva il buttafuori - <strong>di</strong> un'esposizione<br />
<strong>di</strong> design, il tentativo <strong>di</strong><br />
affrontare un po' più da presso<br />
l'argomento mi ha tenuto piacevolmente<br />
impegnato nello scrivere<br />
queste note.<br />
<strong>Il</strong> <strong>di</strong>scorso pare dover fiancheggiare<br />
l'eterna controversia su cosa<br />
sia arte, e che cosa tale qualifica<br />
implichi <strong>di</strong> conseguenza. Lungi dal<br />
voler risolvere una <strong>di</strong>scussione<br />
che, da Aristotele a Arthur C.<br />
Danto, si trascina ormai da qualche<br />
millennio, può tuttavia risultare<br />
interessante riflettere su alcune<br />
implicazioni contemporanee<br />
della questione della se<strong>di</strong>a, convinti<br />
<strong>di</strong> una natura per così <strong>di</strong>re frattale<br />
del mondo e che, dunque, un<br />
se<strong>di</strong>le possa servire ad appoggiare<br />
anche qualche idea più ampia<br />
circa il citato mondo (rigorosamente<br />
occidentale e secolarizzato,<br />
va da sé). Certo, per allestire uno<br />
spazio <strong>di</strong>scorsivo più confortevole,<br />
la se<strong>di</strong>a potrebbe trovare un buon<br />
complemento d'arredo in quel<br />
tavolo <strong>di</strong> cui Karl Marx riferiva in<br />
una delle pagine più controverse<br />
del suo Capitale: "Quando se ne fa<br />
un tavolo, la forma del legno viene<br />
trasformata. Ciò non <strong>di</strong> meno, il<br />
tavolo rimane legno, cosa sensibile<br />
e or<strong>di</strong>naria. Ma appena si presenta<br />
come merce, il tavolo si trasforma<br />
in una cosa sensibilmente<br />
sovrasensibile. Non solo sta<br />
coi pie<strong>di</strong> per terra, ma, <strong>di</strong> fronte<br />
a tutte le altre merci, si<br />
mette a testa in giù, e sgomitola<br />
dalla sua testa <strong>di</strong> legno<br />
dei grilli molto più mirabili che<br />
se cominciasse a ballare" 3<br />
.<br />
Posto che sul feticcio della<br />
merce sono state scritte<br />
biblioteche - ultimamente, va<br />
pur detto, con pochi frequentatori<br />
<strong>di</strong>chiarati - e salva la ricchezza<br />
<strong>di</strong> spunti che se ne<br />
potrebbero trarre per il<br />
<strong>di</strong>scorso in atto, come ulteriore<br />
delimitazione d'analisi chiariamo<br />
però che gli unici grilli <strong>di</strong><br />
cui inten<strong>di</strong>amo qui curarci sono<br />
quelli parlanti a proposito dei rapporti<br />
<strong>di</strong> tipo culturale tra arte e<br />
design, tralasciando le pur rilevanti<br />
implicazioni economiche del<br />
caso.<br />
Ora, come ben <strong>di</strong>mostra il termine<br />
Design Art richiamato in apertura,<br />
l'attuale attribuzione <strong>di</strong> uno statuto<br />
artistico ai prodotti del design<br />
industriale sancisce in primo luogo<br />
l'abbandono <strong>di</strong> alcune categorie<br />
dell'estetica dalla consolidata tra<strong>di</strong>zione,<br />
che per lungo tempo<br />
hanno servito egregiamente all'uso<br />
<strong>di</strong>alettico: ci riferiamo alla <strong>di</strong>stinzione<br />
tra belle arti e arti applicate<br />
(Fine Arts e Applied Arts, se si<br />
guarda al mondo anglosassone).<br />
Nessun dubbio dovrebbe in questo<br />
senso sollevarsi circa la natura<br />
<strong>di</strong> arte applicata propria del<br />
design, senza bisogno <strong>di</strong> nuove<br />
definizioni. Tale natura, tuttavia,<br />
pare essere stata ormai sopravanzata<br />
da una considerazione<br />
dell'arte come categoria totalizzante<br />
e portatrice <strong>di</strong> amplissimi<br />
valori spirituali, una categoria dal<br />
portentoso potere assorbente e<br />
taumaturgiche virtù.<br />
Sarebbe abbastanza agevole risalire<br />
al golpe ideologico operato da<br />
Marcel Duchamp e proseguito<br />
dai concettualisti suoi esecutori<br />
testamentari - primo della lista<br />
Joseph Kosuth con la tesi<br />
dell'"arte come definizione dell'arte",<br />
ideale cartellino della sua celebre<br />
opera sulla se<strong>di</strong>a - per trovare<br />
l'origine <strong>di</strong> tale mutamento 4<br />
. E tuttavia<br />
riteniamo che un passo ulteriore<br />
vada compiuto, almeno fino<br />
alle soglie <strong>di</strong> quella selva romantica<br />
in cui, per quel che ci riguarda,<br />
si ritrovano ancora le autentiche<br />
ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> gran parte dell'arte contemporanea<br />
e delle sue aporie. È<br />
con il Romanticismo, in effetti, che<br />
si consuma la vittoria dell'arte poetica,<br />
l'ars, sulla techné <strong>di</strong> matrice<br />
greco-latina, il trionfo <strong>di</strong> una considerazione<br />
spirituale-letteraria su<br />
quella materiale-pratica fino a quel<br />
momento predominante 5<br />
. Si tratta<br />
<strong>di</strong> un passaggio dalle implicazioni<br />
straor<strong>di</strong>narie, soprattutto perché<br />
consumatosi come reazione ai<br />
valori della razionalità introdotti<br />
nell'Occidente dall'<strong>Il</strong>luminismo e in<br />
concomitanza con la sostanziale<br />
sconfitta culturale e politica inferta<br />
alla religione rivelata dall'affermarsi<br />
<strong>di</strong> questi stessi valori a carico<br />
“<br />
Prima non c'era una cosa del genere.<br />
L'artista non interessava a nessuno, i giornali<br />
non ne parlavano. Si continuava a lavorare<br />
perché se ne aveva voglia. Ora si mette l'artista<br />
al posto d'onore, siede alla destra della padrona<br />
<strong>di</strong> casa. È un essere superiore, dotato <strong>di</strong><br />
facoltà intangibili. D'accordo, ma questo mi fa<br />
ridere. Avrò pure il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ridere, no?<br />
1<br />
(Marcel Duchamp)<br />
della religione rivelata.<br />
Proseguendo lungo tale <strong>di</strong>rettrice,<br />
viene da considerare che la nozione<br />
romantica dell'arte ha progressivamente<br />
approfittato della ritirata<br />
occorsa al <strong>di</strong>spositivo religioso<br />
per sostituirglisi nel ruolo <strong>di</strong> tramite<br />
con una <strong>di</strong>mensione spirituale <strong>di</strong><br />
cui l'uomo sente biologicamente la<br />
in alto a sinistra: Paulius Vitkauskas -<br />
Rocking Chair (2006, prodotta da<br />
Contraforma)<br />
in alto a destra: Joe Colombo - Tube<br />
Chair (1959, prodotta da Arflex)<br />
in basso: Joseph Kosuth - One and<br />
three chiars, 1965<br />
necessità.<br />
Come la religione, in effetti, l'arte<br />
esprime un bisogno primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
connettersi con un piano trascendente,<br />
e a questa connessione<br />
dare sostanza: se poi dobbiamo<br />
ringraziare le ricerche <strong>di</strong> scuola<br />
junghiana per aver portato in<br />
piena luce le istanze archetipiche<br />
nei confronti della sfera magicosimbolica,<br />
una verifica in termini<br />
antropologici della storia dell'arte<br />
(dalla Venere <strong>di</strong> Willensdorf al<br />
teschio ipocrita e scintillante <strong>di</strong><br />
Damien Hirst) dovrebbe portarci<br />
a riconoscere la persistenza<br />
<strong>di</strong> simili istanze, convincendoci<br />
che gran parte delle operazioni<br />
culturali dell'uomo sono<br />
volte a sod<strong>di</strong>sfarle.<br />
Per tornare ai tempi correnti,<br />
appare dunque conseguente<br />
che una società in buona<br />
parte secolarizzata, ma che<br />
non per questo ha risolto le<br />
pulsioni magico-simboliche <strong>di</strong><br />
cui sopra, cerchi <strong>di</strong> regolare i<br />
propri conti con il piano trascendente<br />
attraverso l'arte.<br />
Un'arte idealizzata e ammantata<br />
<strong>di</strong> misticismo fino a <strong>di</strong>ventare<br />
una sorta <strong>di</strong> nuova religione,<br />
con gli artisti nel ruolo <strong>di</strong> nuovi<br />
sacerdoti - come quelli antichi, più<br />
o meno de<strong>di</strong>ti al mercato delle<br />
indulgenze - o, per usare la geniale<br />
espressione coniata da Alighiero<br />
Boetti, <strong>di</strong> shaman/showman. E<br />
come per la religione, anche nell'arte<br />
contemporanea si presenta<br />
allora la questione degli idoli, delle<br />
reliquie, insomma del ricorso a<br />
entità materiali che sod<strong>di</strong>sfino tangibilmente<br />
i bisogni spirituali dell'in<strong>di</strong>viduo,<br />
nonché la sua necessità <strong>di</strong><br />
riconoscimento entro un orizzonte<br />
<strong>di</strong> valori e riti con<strong>di</strong>visi.<br />
È a questo punto che il design<br />
entra trionfalmente in scena,<br />
pronto a produrre su larga scala<br />
quegli idoli <strong>di</strong> cui una parte almeno<br />
della società attuale sente impellente<br />
necessità, insufflando un'anima<br />
artistica nella produzione industriale:<br />
Design Art, appunto. Con<br />
tutto ciò non si vuole peraltro<br />
negare che le entità materiali risultanti<br />
da tale operazione non possano<br />
svolgere quelle funzioni <strong>di</strong> sollievo<br />
e contemplazione che vengono<br />
loro riconosciute, ma solo suggerire<br />
un tracciato del percorso<br />
che ci ha portato fino a questo<br />
punto, fino al timore reverenziale<br />
che molti provano <strong>di</strong>nanzi a una<br />
se<strong>di</strong>a perché investita <strong>di</strong> valenze<br />
del tutto sopravanzanti la sua<br />
imme<strong>di</strong>ata funzione pratica. Una<br />
funzione che la tra<strong>di</strong>zionale categoria<br />
delle arti applicate non a<br />
caso si guardava bene dal <strong>di</strong>sconoscere,<br />
perché non doveva fare i<br />
conti con le complicazioni derivate<br />
dalla spiritualizzazione totalizzante<br />
dell'arte e le sue incarnazioni.<br />
Giunti al termine <strong>di</strong> queste rapide<br />
annotazioni, ci guar<strong>di</strong>amo bene dal<br />
pensare <strong>di</strong> aver risolto definitivamente<br />
la questione da cui siamo<br />
partiti. Per parte nostra, a ogni<br />
modo, protestando anche nei confronti<br />
della nuova religione una<br />
fiera laicità continueremo a sederci<br />
su qualsiasi se<strong>di</strong>a ci capiti a tiro,<br />
sperando solo che i buttafuori dei<br />
design bar in cui avremo la ventura<br />
<strong>di</strong> entrare in futuro non mostrino<br />
una fede troppo spinta nei<br />
nuovi idoli <strong>di</strong> Kartell e Cassina. �<br />
[luca arnaudo]<br />
1<br />
Cit. in Alessandro Del Puppo, Duchamp e il<br />
dadaismo, Firenze 2008, p. 8.<br />
2<br />
Mark Rappolt, What is Design Art, in "Art<br />
Review", 12/2007, p. 90.<br />
3<br />
Karl Marx, <strong>Il</strong> Capitale, trad. it., Roma 1976,<br />
p. 84.<br />
4<br />
Joseph Kosuth, Art after Philosophy<br />
[1969], www.ubu.com/papers/kosuth_philosophy.html<br />
5<br />
Cfr. Renato Barilli, Corso <strong>di</strong> Estetica,<br />
Bologna 1995, pp. 17 ss.
Exibart.onpaper inteoria.37<br />
a cura <strong>di</strong> christian caliandro<br />
gli effetti speciali<br />
invecchiano presto<br />
Un’ampia riflessione sul concetto <strong>di</strong> effetto speciale. Inteso in senso allargato. Per indagare le conseguenze<br />
<strong>di</strong> un fenomeno che pone, grazie alle nuove tecnologie, tutto a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutto. Quali i risvolti sui prodotti<br />
culturali? Quale la fine delle nicchie? E dell'alternatività?<br />
��Qualche tempo fa, su queste<br />
colonne, riflettevamo sull'invecchiamento<br />
precoce dei recenti<br />
effetti <strong>di</strong>gitali al cinema 1<br />
, rispetto<br />
a quelli, meccanici ed ottici, della<br />
'vecchia scuola'. Da 2001:<br />
O<strong>di</strong>ssea nello spazio a Guerre<br />
stellari, per intenderci. Proprio i<br />
tre ultimi episo<strong>di</strong> della saga <strong>di</strong><br />
George Lucas (i primi tre in or<strong>di</strong>ne<br />
narrativo), realizzati dal 1999<br />
al 2005, rappresentano un caso<br />
esemplificativo <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>scorso.<br />
Altri esempi utili possono<br />
essere L'uomo senza ombra<br />
(2000) <strong>di</strong> Paul Verhoeven, I,<br />
robot (2004) <strong>di</strong> Alex Proyas e Io<br />
sono leggenda (2007) <strong>di</strong> Francis<br />
Lawrence. C'è sempre qualcosa<br />
<strong>di</strong> decisamente obsolescente<br />
nelle immagini <strong>di</strong> tutti questi<br />
blockbuster - ed in quelle <strong>di</strong> molti<br />
altri meno famosi -, fatto abbastanza<br />
sorprendente se si pensa<br />
che la maggior parte <strong>di</strong> essi ha al<br />
massimo cinque o sei anni <strong>di</strong> vita.<br />
Paesaggi, astronavi e mostri<br />
hanno perso quasi subito il carattere<br />
mimetico dell'illusione, per<br />
acquistare quello del cartone animato.<br />
Stesso fenomeno<br />
accade nel<br />
campo della<br />
musica, soprattutto<br />
elettronica:<br />
si pensi per<br />
esempio a gruppi<br />
come i Boards<br />
of Canada o gli<br />
Autechre, e a<br />
quanto suonino<br />
datati già oggi. E,<br />
ovviamente, in<br />
quello dell'arte<br />
contemporanea,<br />
con lo spettacolo<br />
quasi dantesco <strong>di</strong> giovani e giovanissimi<br />
autori risucchiati dal nulla<br />
a due o tre anni dal loro promettente<br />
exploit.<br />
Questo superamento accelerato<br />
è forse il riflesso formale <strong>di</strong> fenomeni<br />
profon<strong>di</strong> che riguardano la<br />
nostra società, non riconducibile<br />
semplicemente ed unicamente<br />
alla rapi<strong>di</strong>ssima evoluzione delle<br />
tecnologie nella nostra era.<br />
Gli effetti speciali sono infatti il<br />
pendant, visivo e sonoro, dell'enciclope<strong>di</strong>smo<br />
<strong>di</strong>gitale che costituisce<br />
il vero tratto caratteristico<br />
dell'ultimo decennio,<br />
apparentemente così<br />
multiforme, pluralista<br />
e confuso. Chris<br />
Anderson, <strong>di</strong>rettore<br />
della rivista Wired dal<br />
2001, ha sintetizzato<br />
le caratteristiche<br />
della nuova fruizione<br />
culturale influenzata<br />
dalla <strong>di</strong>stribuzione<br />
online nella fortunata<br />
figura della coda lunga, ponendo<br />
una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questioni ine<strong>di</strong>te<br />
e aperte sul contesto culturale<br />
del XXI secolo. Prima fra tutte,<br />
il problema della scelta: “La travolgente<br />
realtà della nostra era<br />
online è che tutto è <strong>di</strong>sponibile. I<br />
riven<strong>di</strong>tori in rete offrono varietà<br />
in alto: George Lucas - Star<br />
Wars Episo<strong>di</strong>o III - La vendetta<br />
dei Sith, 2005<br />
a destra: Alex Proyas - I,<br />
robot, 2004<br />
qui sopra: Un grafico che<br />
rappresenta la coda lunga<br />
su una scala inimmaginabile<br />
anche solo <strong>di</strong>eci anni fa: milioni <strong>di</strong><br />
prodotti in ogni possibile variante<br />
e combinazione. Ma c'è bisogno<br />
<strong>di</strong> tutta questa scelta? Ed è gestibile?”<br />
2<br />
. Vale a <strong>di</strong>re: la <strong>di</strong>sponibilità<br />
“<br />
Che cosa vorresti che fosse<br />
scritto nel tuo epitaffio?<br />
Che noi eravamo veramente un<br />
gruppo alternativo.<br />
Intervista a Robert Smith dei Cure<br />
imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> un archivio pressoché<br />
inesauribile <strong>di</strong> oggetti non<br />
esercita un potere 'titanico' su<br />
chi si trova ad effettuare la scelta<br />
finale tra questi? La posizione<br />
<strong>di</strong> Anderson è che questa possibilità<br />
infinita non frastorna né<br />
paralizza la scelta: al contrario, la<br />
favorisce.<br />
Altre voci nel <strong>di</strong>battito sono<br />
molto meno ottimistiche. Per<br />
esempio, in un articolo pubblicato<br />
su The New Atlantis,<br />
Christine Rosen scrive: "Se<br />
queste tecnologie<br />
facilitano la polarizzazione<br />
in politica,<br />
che influenze<br />
esercitano sull'arte,<br />
la letteratura e<br />
la musica? Nella<br />
nostra frenesia <strong>di</strong><br />
trovare il modo<br />
più rapido, comodo<br />
e facilmente<br />
in<strong>di</strong>vidualizzato <strong>di</strong><br />
trovare ciò che vogliamo, stiamo<br />
creando degli eclettici teatri personali<br />
o delle sofisticate camere<br />
<strong>di</strong> riverberazione? Stiamo promuovendo<br />
un in<strong>di</strong>vidualismo<br />
creativo o un gretto in<strong>di</strong>viduali-<br />
smo? Un'espansione <strong>di</strong> scelte o<br />
un livellamento del gusto?" 3<br />
.<br />
Senza cedere alla tentazione<br />
apocalittica e moralista, si può<br />
intanto costruire l'ipotesi che<br />
questa nuova possibilità <strong>di</strong> scelta<br />
illimitata in ogni campo non solo<br />
condanni i prodotti culturali all'invecchiamento<br />
precoce, ma che<br />
si presti anche, inevitabilmente,<br />
all'effetto-nostalgia. Se tutto mi è<br />
<strong>di</strong>sponibile qui ed ora (magari in<br />
formato <strong>di</strong>gitale), or<strong>di</strong>nato in uno<br />
sterminato scaffale virtuale, allora<br />
il 'tutto' probabilmente si identifica<br />
con ciò che è stato prodotto<br />
fino a questo momento.<br />
L'esperirlo, la sua fruizione,<br />
richiede più tempo <strong>di</strong> quanto ne<br />
consenta una vita umana me<strong>di</strong>a:<br />
quin<strong>di</strong>, perché produrre il nuovo?<br />
Meglio 'godere' <strong>di</strong> ciò che fino a<br />
poco tempo fa era solo per<br />
pochi, praticamente irraggiungibile.<br />
Le 'nicchie' <strong>di</strong> cui parla<br />
Anderson si trovano dunque<br />
quasi sempre nel passato (più o<br />
meno recente), e l'onniscienza è,<br />
per costituzione, nostalgica.<br />
Inoltre, queste nicchie, in cui il<br />
mercato <strong>di</strong> massa si sta progressivamenteframmentando,<br />
non corrispondono esattamente<br />
alle vecchie culture<br />
underground (nel caso della<br />
musica, per esempio, il postpunk<br />
lon<strong>di</strong>nese, il grunge <strong>di</strong><br />
Seattle, o la stessa house<br />
music <strong>di</strong> Chicago citata dall'autore):<br />
piuttosto, sono da<br />
immaginare come dei mercati<br />
<strong>di</strong> massa in miniatura, ed i<br />
loro prodotti hanno tutto l'aspetto<br />
- inquietante o esaltante<br />
a seconda dei punti <strong>di</strong> vista<br />
- <strong>di</strong> mini-blockbuster, personalizzati<br />
secondo i gusti dell'utente.<br />
Questa "personalizzazione<br />
delle masse", raffigurata e<br />
descritta dalla coda lunga,<br />
sancisce perciò l'estinzione<br />
delle culture realmente alternative.<br />
�<br />
1<br />
Cfr. Cinema dell'irrealtà, "Exibart.onpaper"<br />
a. VI, n. 39, maggio-giugno 2007, p. 40.<br />
2<br />
C. Anderson, <strong>Il</strong> para<strong>di</strong>so della scelta, in La<br />
coda lunga, Co<strong>di</strong>ce E<strong>di</strong>zioni, Torino 2007,<br />
p. 168. Cfr. anche La cultura <strong>di</strong> nicchia, ivi,<br />
p. 180: "La coda lunga non è nient'altro<br />
che scelta infinita. Distribuzione abbondante<br />
ed economica significa varietà abbondante,<br />
economica e illimitata - e ciò significa<br />
a sua volta che il pubblico tende a <strong>di</strong>stribuirsi<br />
su una scala vasta quanto la scelta.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista dell'industria dell'intrattenimento<br />
e dei me<strong>di</strong>a mainstream, sembra<br />
un po' una battaglia tra i me<strong>di</strong>a tra<strong>di</strong>zionali<br />
e internet. Ma il problema è che, una<br />
volta che la gente ha spostato la sua<br />
attenzione online, non solo è passata da<br />
un canale me<strong>di</strong>atico a un altro, ma si è<br />
sparpagliata. Scelta infinita equivale a<br />
massima frammentazione".<br />
3<br />
C. Rosen, The Age of Egocasting, "The<br />
New Atlantis", Fall 2004 - Winter 2005,<br />
pp. 51-72.
38.aziende Exibart.onpaper<br />
la comunicazione?<br />
noi ci sguazziamo…<br />
È l'ufficio stampa della Galleria Civica <strong>di</strong> Modena, <strong>di</strong> KunstMerano Arte, del Lucca Digital Photo Festival, dell'e<strong>di</strong>tore<br />
Damiani e <strong>di</strong> Massimo de Carlo. Sta lavorando per rilanciare la Bevilacqua La Masa e forse aprirà pure una sede a<br />
Londra. Senza contare i Festival, come Artelibro che è una sua creatura. Tutto questo è Stu<strong>di</strong>o Pesci…<br />
�� Trentacinque anni, ambizioso<br />
e spregiu<strong>di</strong>cato, una passione smisurata<br />
per il calcio (era tra gli italiani<br />
presenti alla finale berlinese<br />
dei Mon<strong>di</strong>ali), si è fatto tutto da<br />
solo o quasi: è Federico Palazzoli,<br />
patron del bolognese Stu<strong>di</strong>o Pesci.<br />
Un'azienda modellata a sua immagine<br />
e somiglianza con l'imperativo<br />
<strong>di</strong> arrivare ovunque, <strong>di</strong> comunicare<br />
ad oltranza mostre ed eventi, <strong>di</strong><br />
mettere in contatto i me<strong>di</strong>a con<br />
curatori, critici, artisti. Se necessario<br />
tirando anche per la giacchetta<br />
i giornalisti. <strong>Il</strong> suo motto? Manco a<br />
<strong>di</strong>rlo, "a contare sono solo i risultati".<br />
Lo abbiamo intervistato.<br />
Ci racconti com'è cominciata…<br />
Stu<strong>di</strong>o Pesci è nato negli anni<br />
Novanta e a fondarlo è stata mia<br />
madre, Giovanna Pesci. Era fondamentalmente<br />
uno stu<strong>di</strong>o professionale<br />
che ogni anno si occupava<br />
<strong>di</strong> pochi ma qualificati eventi, tra<br />
cui l'attività della Fondazione<br />
Magnani Rocca <strong>di</strong> Mamiano <strong>di</strong><br />
Traversetolo (in provincia <strong>di</strong><br />
Parma). Nel 2000 lo Stu<strong>di</strong>o è<br />
<strong>di</strong>ventato una Srl e negli anni successivi,<br />
liquidati gli altri soci, sono<br />
<strong>di</strong>ventato socio unico. Non ho stu<strong>di</strong><br />
specifici nel settore artistico, né in<br />
quello della comunicazione: ho<br />
imparato a lavorare da mia madre<br />
e ho cercato, anno dopo anno, <strong>di</strong><br />
affinarmi sul campo…<br />
Auto<strong>di</strong>datta quin<strong>di</strong>. Ma quanti<br />
siete e <strong>di</strong> cosa vi occupate?<br />
Siamo una squadra <strong>di</strong> sette persone,<br />
tra <strong>di</strong>pendenti e stagisti. <strong>Il</strong> mio<br />
braccio destro è Silvia Tonelli, che<br />
collabora con me dal 2001. Ci<br />
occupiamo <strong>di</strong> comunicazione, promozione<br />
ed ufficio stampa <strong>di</strong> eventi<br />
artistici e culturali su tutto il territorio<br />
nazionale. Da un certo<br />
punto in avanti ci siamo orientati<br />
essenzialmente sull'arte contemporanea,<br />
grazie anche all'esperienza<br />
maturata alla Galleria Civica<br />
<strong>di</strong> Modena, con cui abbiamo lavorato<br />
da quando è <strong>di</strong>retta da<br />
Angela Vettese. Poi ci siamo occupati<br />
molto anche <strong>di</strong> fotografia,<br />
seguendo vari festival.<br />
Considerata l'espansione che sta<br />
avendo il contemporaneo è stata<br />
la mossa giusta…<br />
<strong>Il</strong> boom <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Pesci si è verificato<br />
quando ho iniziato ad investire<br />
intensamente in tecnologie e risorse<br />
umane, a partire dal 2002, e<br />
dall'anno scorso ho iniziato a raccoglierne<br />
i frutti. Ma la svolta è<br />
stata l'ideazione e l'organizzazione,<br />
insieme alla società <strong>di</strong> mia moglie<br />
(la Noema), <strong>di</strong> Artelibro, il festival<br />
del libro d'arte, evento che ci ha<br />
dato la possibilità <strong>di</strong> farci conoscere<br />
in tutta Italia. Se guardo al mio<br />
progetto <strong>di</strong> cinque anni fa credo <strong>di</strong><br />
essere sulla strada giusta. Per<br />
esempio a Venezia, nel periodo<br />
della Biennale, curavamo sette<br />
eventi, tra cui il Pa<strong>di</strong>glione Venezia<br />
con l'omaggio a Vedova.<br />
Chissà che entrate…<br />
Beh, posso <strong>di</strong>re che dal 2004 il<br />
a destra: Federico<br />
Palazzoli<br />
in basso: Gli uffici <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong>o Pesci (foto <strong>di</strong> Italo<br />
Ron<strong>di</strong>nella)<br />
fatturato complessivo dello Stu<strong>di</strong>o<br />
sta raddoppiando ogni anno.<br />
E come lavorate? Con questi<br />
numeri nulla va lasciato al caso…<br />
Quando abbiamo cominciato ci<br />
interessava soprattutto lavorare e<br />
farci conoscere. Ora ho più strumenti<br />
per capire la bontà del progetto<br />
e fare delle ipotesi sulla<br />
copertura me<strong>di</strong>atica. Dopo aver<br />
chiuso il contratto, <strong>di</strong> solito fissiamo<br />
gli obiettivi <strong>di</strong> visibilità con chi si<br />
occupa della campagna stampa,<br />
nel rispetto dei tetti <strong>di</strong> spesa, che<br />
sono sempre più bassi <strong>di</strong> quel che<br />
si vorrebbe. Poi è importante<br />
seguire una "tempizzazione" del<br />
lavoro e saper operare con giornalisti,<br />
critici, redazioni. La capacità <strong>di</strong><br />
avere una rete <strong>di</strong> conoscenze adeguate<br />
è essenzialmente la ra<strong>di</strong>ce<br />
del nostro successo e, quin<strong>di</strong>, del<br />
successo dell'evento. Comunque<br />
prima <strong>di</strong> tutto è importante non<br />
promettere nulla al cliente, perché<br />
non si sa mai quale piega<br />
può prendere un evento.<br />
Mi è capitato <strong>di</strong> tutto!<br />
Cioè si lavora scientificamente,<br />
ma talvolta è<br />
importante anche la fortuna…<br />
Noi cerchiamo <strong>di</strong> lavorare<br />
con grande serietà, professionalità<br />
e rapi<strong>di</strong>tà. Alla<br />
fine ripeto sempre ai miei<br />
collaboratori che non mi<br />
interessano i mezzi che<br />
I PROSSIMI EVENTI DELLO STUDIO<br />
Ecco alcuni appuntamenti del fitto<br />
calendario degli eventi curati dallo<br />
stu<strong>di</strong>o bolognese.<br />
Fino al 22 marzo 2008<br />
Sguar<strong>di</strong> Interiori - Galleria<br />
Sottopasso della Stua, Padova<br />
Fino al 30 marzo 2008<br />
Runa Islam LOST CINEMA LOST<br />
Tobias Putrih - Galleria Civica <strong>di</strong><br />
Modena<br />
Fino al 30 marzo 2008<br />
DIETRICH | UNTERTRIFALLER<br />
ARCHITETTI - KunstMerano arte<br />
Fino al 6 aprile 2008<br />
<strong>Il</strong>ario Fioravanti. <strong>Il</strong> destino <strong>di</strong> un<br />
"Uomo" nell'Arte - Galleria<br />
Comunale d'Arte, Cesena<br />
Fino 13 aprile 2008<br />
La Madonna del Presepe da<br />
Donatello a Guercino - Pinacoteca<br />
Civica <strong>di</strong> Cento (FE)<br />
Dal 1 marzo al 10 maggio 2008<br />
Roberto Crippa. Reale e surreale -<br />
Dipaoloarte, Bologna<br />
Dal 6 marzo al 26 aprile 2008<br />
Christian Holstad - Spartacus<br />
Chetwynd. Galleria Massimo De<br />
Carlo<br />
Dal 9 marzo al 22 giugno 2008<br />
La cura del bello musei, storie,<br />
paesaggi per Corrado Ricci -<br />
Museo d'Arte della città <strong>di</strong><br />
Ravenna<br />
Dal 19 marzo al 27 aprile 2008<br />
Maja Bajevic - Fondazione<br />
Bevilacqua La Masa, Venezia<br />
Dal 22 marzo al 31 maggio 2008<br />
Padova Aprile Fotografia 08 - passaggi<br />
/ paesaggi 2 - Padova<br />
Dal 4 aprile al 17 maggio 2008<br />
Liliana Moro. This Is the End -<br />
Fabbrica del Vapore, Milano<br />
loro utilizzano, ma che il budget<br />
non venga superato e che<br />
la rassegna stampa sia ottima!<br />
Voi gestite le relazioni pubbliche<br />
sia <strong>di</strong> interlocutori istituzionali<br />
che <strong>di</strong> gallerie e aziende.<br />
Quali sono le <strong>di</strong>fferenze e<br />
le eventuali analogie?<br />
Direi che la <strong>di</strong>fferenza principale<br />
tra pubblico e privato è<br />
stata per anni la <strong>di</strong>ffidenza dei<br />
me<strong>di</strong>a verso quello che era privato,<br />
e cioè in ven<strong>di</strong>ta. Con il<br />
boom del contemporaneo la<br />
mentalità si è evoluta, e se<br />
qualcosa è interessante lo è<br />
senza <strong>di</strong>stinzioni. Per un'azienda<br />
come la mia invece fanno molta<br />
<strong>di</strong>fferenza i contratti: con i privati, a<br />
meno <strong>di</strong> non avere contratti blindati,<br />
non si sa mai cosa aspettarsi;<br />
con il pubblico il pagamento è<br />
lento ma sicuro.<br />
“<br />
A volte ci danno degli<br />
scocciatori. Più <strong>di</strong> una volta<br />
qualche critico mi ha chiamato<br />
o scritto per lamentarsi del<br />
nostro pressing, ma la realtà<br />
è che semplifichiamo la loro<br />
professione<br />
Ma ci sono <strong>di</strong>fficoltà a gestire<br />
rapporti con gli spazi pubblici? La<br />
mancanza <strong>di</strong> programmazione è<br />
<strong>di</strong> solito un problema cronico in<br />
Italia…<br />
Purtroppo questo è un tasto<br />
dolente perché si arriva a gestire<br />
la comunicazione sempre all'ultimo<br />
momento. Diventa fondamentale<br />
saper sfruttare i punti <strong>di</strong><br />
forza dell'evento e proporlo ai<br />
contatti giusti. Si è aiutati molto<br />
quando il progetto espositivo è<br />
buono, o si hanno artisti e curatori<br />
<strong>di</strong> livello. Generalmente per<br />
operare bene è necessario<br />
avere a <strong>di</strong>sposizione tutto il<br />
materiale per l'ufficio stampa<br />
almeno un paio <strong>di</strong> mesi prima<br />
dell'inaugurazione.<br />
Quali sono i vostri maggiori successi?<br />
L'e<strong>di</strong>tore Damiani, il Lucca Digital<br />
Photo Festival, Artelibro,<br />
Parmapoesiafestival,<br />
KunstMerano, la Civica <strong>di</strong> Modena,<br />
la Bevilacqua La Masa. Recenti<br />
sod<strong>di</strong>sfazioni sono state il curare<br />
le relazioni della collezione<br />
Maramotti (per un'azienda come<br />
Max Mara) e quelle della galleria <strong>di</strong><br />
Massimo De Carlo.<br />
Com'è andata con Damiani?<br />
Ho conosciuto Andrea Albertini,<br />
presidente <strong>di</strong> Damiani, quando<br />
avevano due libri in catalogo ed io<br />
ero un ufficio stampa del territorio<br />
bolognese. Possiamo <strong>di</strong>re che<br />
siamo cresciuti insieme, e che<br />
molto ha contato la sua volontà <strong>di</strong><br />
proporre un prodotto <strong>di</strong> qualità,<br />
con interesse verso la fotografia.<br />
La recente mostra <strong>di</strong> Hirst durante<br />
la Biennale è stato un successo<br />
per entrambi.<br />
E un flop o una cosa che non<br />
siete riusciti a fare come vorreste?<br />
<strong>Il</strong> flop è sempre <strong>di</strong>etro l'angolo! Mi<br />
è capitato sia per inesperienza sia<br />
per inconsistenza dell'evento o <strong>di</strong>fficoltà<br />
<strong>di</strong> rapporti.<br />
Ma non trova esagerato l'interesse<br />
del mondo dell'arte contemporanea<br />
verso la comunicazione?<br />
Spesso si ha l'impressione<br />
che sia <strong>di</strong>ventata più importante<br />
della qualità degli artisti…<br />
No, francamente non credo sia<br />
esagerato. Bisogna capire, noi uffici<br />
stampa per primi, che se una<br />
mostra non ha forza non la può<br />
ottenere con la comunicazione!<br />
I rapporti con i giornali,<br />
le riviste e le tv come<br />
sono?<br />
Direi ottimi, anche se a<br />
volte ci danno degli scocciatori.<br />
Più <strong>di</strong> una volta<br />
qualche critico mi ha<br />
chiamato o scritto per<br />
lamentarsi del nostro<br />
pressing, ma la realtà è<br />
che semplifichiamo la<br />
loro professione.<br />
I progetti futuri?<br />
Nei prossimi due anni vorrei assestare<br />
Stu<strong>di</strong>o Pesci ad un livello alto<br />
<strong>di</strong> clientela, sia privata che pubblica,<br />
puntando ancora <strong>di</strong> più sul contemporaneo,<br />
sulla fotografia e sui<br />
festival. Poi magari aprire un ufficio<br />
a Londra, per provare a confrontarmi<br />
con una grande città<br />
internazionale. �<br />
Stu<strong>di</strong>o Pesci<br />
via San Vitale, 27<br />
40125 - Bologna<br />
Tel 051269267<br />
info@stu<strong>di</strong>opesci.it<br />
www.stu<strong>di</strong>opesci.it<br />
[daniele capra]<br />
info.
Exibart.onpaper aziende.39<br />
fissati con l'arte<br />
Da una piccola <strong>di</strong>tta familiare negli anni Sessanta ad un gruppo <strong>di</strong> oltre quattrocento aziende in tutto il mondo.<br />
Dal primo acquerello <strong>di</strong> Nolde ad una collezione <strong>di</strong> oltre ottomila pezzi. Sbarca a Roma, con un nuovo museo, il<br />
re dei sistemi <strong>di</strong> fissaggio, Reinhold Würth. Ecco la sua storia…<br />
�� Settantadue anni, rigorosamente<br />
tedesco. Nella fisionomia,<br />
negli occhi azzurri, nei meto<strong>di</strong>,<br />
nella serietà, anche se i capelli<br />
scompigliati gli danno un'aria da<br />
filosofo esistenzialista più che da<br />
magnate d'impresa. Una grande<br />
passione per l'arte, cominciata<br />
negli anni Sessanta con Emil<br />
Nolde e l'Espressionismo tedesco,<br />
poi proseguita fino al contemporaneo<br />
- Kapoor, Christo,<br />
Baselitz - ma anche volgendo gli<br />
occhi al Rinascimento germanico.<br />
È Reinhold Würth, il magnate dei<br />
bulloni, delle viti, stabilmente tra i<br />
cento uomini più ricchi del mondo,<br />
secondo la classifica stilata ogni<br />
anno da Forbes. Personaggio<br />
assolutamente particolare ed atipico,<br />
ha appena aperto nell'autunno<br />
scorso un museo presso la<br />
sede romana dell'azienda, in cui<br />
dalla fine <strong>di</strong> febbraio (e fino ad<br />
ottobre) sono ospitati i coloratissimi<br />
lavori <strong>di</strong> Hundertwasser, con<br />
un progetto <strong>di</strong> mecenatismo<br />
assolutamente ine<strong>di</strong>to: mettere<br />
l'arte tra i luoghi <strong>di</strong> lavoro. Ma facciamo<br />
un passo in<strong>di</strong>etro.<br />
È il 1954 quando Reinhold<br />
Würth, neanche ventenne, inizia a<br />
lavorare nell'azienda paterna che<br />
si occupa <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta all'ingrosso <strong>di</strong><br />
viti e bulloni. In un contesto industriale<br />
caratterizzato dalla forte<br />
espansione (erano gli anni della<br />
ricostruzione postbellica, segnati<br />
da tassi <strong>di</strong> crescita a due cifre<br />
nella Repubblica Federale<br />
Tedesca) e grazie alle capacità<br />
del giovane Reinhold, nel giro <strong>di</strong><br />
qualche anno l'azienda fa un salto<br />
<strong>di</strong> qualità, cui segue negli anni<br />
Settanta l'apertura delle prime<br />
filiali all'estero. Ora il gruppo, il cui<br />
core business rimane la commercializzazione<br />
<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> fissaggio,<br />
è presente in più <strong>di</strong> ottanta<br />
paesi, dà lavoro ad oltre quarantacinquemila<br />
<strong>di</strong>pendenti ed è una<br />
delle più importanti realtà industriali<br />
della Germania.<br />
Potremmo <strong>di</strong>re che la passione<br />
per l'arte abbia seguito, quasi<br />
parallelamente, l'espansione dell'impresa.<br />
Negli anni Sessanta<br />
infatti Würth si appassiona all'arte<br />
ed inizia una vera e propria<br />
campagna acquisti, guidato "un<br />
po' dall'intuito, un po' dal gusto<br />
personale, un po' dalla storia dell'arte<br />
del mio paese". Si tratta <strong>di</strong><br />
una passione essenzialmente<br />
verso le singole opere, senza una<br />
linea precisa o una volontà <strong>di</strong> portare<br />
a compimento un<br />
progetto culturale<br />
forte - come ad esempio<br />
è il caso <strong>di</strong> Panza <strong>di</strong><br />
Biumo - da cui si evince<br />
il sincero e spontaneo<br />
trasporto per l'oggetto,<br />
alimentato da<br />
null'altro che il piacere<br />
personale. I primi<br />
amori sono<br />
l'Espressionismo<br />
Tedesco ed il gruppo<br />
Die Brücke, con opere<br />
<strong>di</strong> Max Liebermann, Ernst<br />
Ludwig Kirchner, Emil Nolde,<br />
Max Beckmann, ma anche autori<br />
come Edvard Munch e "qualcuno<br />
dei postimpressionisti francesi".<br />
Successivamente Würth comincia<br />
a sentire il fascino dell'astrat-<br />
to, nei particolari della cosiddetta<br />
École de Paris e dei pittori attivi a<br />
partire dagli anni Quaranta<br />
(Serge Poliakoff, Alberto<br />
Magnelli, Sonia Delaunay, Victor<br />
Vasarely, Franišek Kupka, Hans<br />
Hartung, Max Bill, Josef Albers),<br />
e a partire dagli anni Ottanta inizia<br />
a collezionare con una certa frequenza<br />
la scultura, tra cui spiccano<br />
una monumentale opera <strong>di</strong><br />
Henry Moore <strong>di</strong> oltre cinque<br />
metri <strong>di</strong> altezza e lavori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> Tony Cragg e Anish<br />
Kapoor. Ma la passione fondamentale<br />
resta e resterà la pittura,<br />
anche nelle declinazioni neofigurative<br />
europee come i<br />
Neoespressionisti tedeschi e la<br />
Transavanguar<strong>di</strong>a. "Quando una<br />
persona colleziona arte da trenta<br />
o quarant'anni sviluppa un metodo<br />
personale sicuro per <strong>di</strong>re che<br />
cosa sia o non sia, per lui, la qualità<br />
nell'arte". Lontano infatti dall'idea<br />
enciclope<strong>di</strong>ca che hanno per<br />
esempio altri collezionisti abili<br />
invece a fare scelte più in linea<br />
con dettami storico-museali (ve<strong>di</strong><br />
Pinault) Würth ci racconta che<br />
comunque in una vita <strong>di</strong> collezionismo<br />
"ci sono anche scelte sbagliate,<br />
anche se non ho mai rivenduto<br />
un pezzo".<br />
<strong>Il</strong> progetto <strong>di</strong> fondere insieme<br />
mondo dell'arte con quello aziendale<br />
gli viene invece a metà degli<br />
anni '80, quando si presenta la<br />
necessità <strong>di</strong> costruire la nuova<br />
sede centrale <strong>di</strong> Kunzelsau. In<br />
quell'occasione viene ban<strong>di</strong>to un<br />
“<br />
L'idea è quin<strong>di</strong> che il<br />
mondo del lavoro possa essere<br />
migliorato proprio grazie alle<br />
interazioni positive tra persone<br />
ed oggetto artistico<br />
concorso <strong>di</strong> idee tra architetti<br />
(vinto dal duo Siegfried Muller &<br />
Maja Muller-Djordjevic) e il<br />
magnate decide che parte della<br />
sua collezione avrebbe trovato la<br />
propria degna casa tra le pareti<br />
degli uffici. Da quel momento, tra i<br />
corridoi e le sale dell'azienda, i<br />
<strong>di</strong>pendenti della Würth avrebbero<br />
lavorato convivendo con molti dei<br />
pezzi della sua raccolta. "Vivere e<br />
lavorare circondati da opere è<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> una grande qualità della<br />
vita", afferma, "tanto più perché <strong>di</strong><br />
tanto in tanto i <strong>di</strong>pendenti vengono<br />
con amici o parenti a fare un<br />
salto in azienda". L'idea è quin<strong>di</strong><br />
che il mondo del lavoro possa<br />
essere migliorato proprio "grazie<br />
alle interazioni positive tra persone<br />
ed oggetto artistico": e non si<br />
pensi quin<strong>di</strong> solo ad una <strong>di</strong>sincantata<br />
filantropia dato che rendere<br />
un ambiente lavorativo piacevole<br />
è un modo per stimolare l'efficienza<br />
e la produttività, "conferisce un<br />
orgoglio aziendale con delle ricadute<br />
<strong>di</strong>rette sulla motivazione".<br />
Ed inoltre è centrale il<br />
fatto che un'impresa<br />
caratterizzata da una<br />
forte presenza nel settore<br />
artistico può portare<br />
a delle ricadute positive<br />
anche in termini pubblicitari,<br />
come molte delle<br />
aziende più attente stanno<br />
sperimentando<br />
anche in Italia negli ultimi<br />
anni. Si pensi ad<br />
esempio al progetto <strong>di</strong> impacchettamento<br />
della sede aziendale centrale<br />
realizzato da Christo &<br />
Jeanne-Claude nel 1995 (con<br />
un'importante appen<strong>di</strong>ce musicale<br />
affidata a Philip Glass), che è<br />
stato un evento seguitissimo dai<br />
me<strong>di</strong>a e dal pubblico, e che ha sviluppato<br />
ricadute pubblicitarie stimate<br />
dai manager del gruppo sui<br />
cento milioni <strong>di</strong> vecchi marchi<br />
tedeschi. Ora l'e<strong>di</strong>ficio è visitato<br />
ogni anno da oltre centosessantamila<br />
persone, sono stati creati<br />
book shop, stu<strong>di</strong>ate linee <strong>di</strong> merchan<strong>di</strong>sing,<br />
creati appositi programmi<br />
educativi per l'infanzia.<br />
È in questa ottica che è stato<br />
aperto nel 2007 anche il Würth<br />
Art Forum a Capena, appena fuori<br />
Roma, ad ingresso rigorosamente<br />
gratuito, come gli altri musei<br />
europei dell'azienda. Si tratta <strong>di</strong> un<br />
nuovo spazio che, con la formula<br />
cara al fondatore, integra le esi-<br />
info.<br />
Art Forum Würth<br />
Viale della Buona Fortuna, 2<br />
00060 Capena, Loc. Scorano (Rm)<br />
Tel 06 90103800<br />
art.forum@wuerth.it<br />
www.artforumwuerth.it<br />
in alto: Reinhold Würth<br />
a fianco e sotto: La sede della Würth<br />
a Capena<br />
genze d'impresa - essenzialmente<br />
logistiche e <strong>di</strong>rezionali - con quelle<br />
del moderno contenitore per l'arte.<br />
Collocato al <strong>di</strong> fuori dei flussi<br />
turistici <strong>di</strong> massa della Capitale,<br />
è stato pensato per essere facilmente<br />
raggiungibile in auto e per<br />
intercettare un pubblico trasversale<br />
con particolare attenzione<br />
alle famiglie, sulle quali molto si è<br />
puntato sia per le visite guidate<br />
che per la <strong>di</strong>dattica. La mostra<br />
inaugurale è stata Percorsi da<br />
Spitzweg a Baselitz, che ha tracciato<br />
un insolito trait d'union tra<br />
la pittura Biedermaier e i maestri<br />
dell'ultimo Novecento, mentre<br />
fino all'autunno l'Art Forum<br />
ospiterà una complessa antologica<br />
<strong>di</strong> Hundertwasser, figura nota<br />
al grande pubblico anche per il<br />
suo lavoro <strong>di</strong> architetto a Vienna.<br />
Ovviamente, tra le oltre cento<br />
opere, la maggior parte è <strong>di</strong><br />
casa. �<br />
[daniele capra]
40.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />
whitney unmonumental<br />
Save the date: 6 marzo - 1 giugno. Da Rita Ackermann a Mario Ybarra jr, ottantuno artisti pronti a scendere in<br />
campo tra il Whitney Museum e, per la prima volta, il Park Avenue Armory. Shamim M. Momin, co-curatrice<br />
dell'evento insieme a Henriette Hul<strong>di</strong>sch, spiega ad Exibart tutto quanto c'è da sapere sulla Whitney Biennial:<br />
temi conduttori, budget, criteri <strong>di</strong> selezione, collaborazioni. Ma, come per l'inaugurazione del New Museum,<br />
anche stavolta si parla <strong>di</strong> non-monumentalità..<br />
��Quando ha iniziato a lavorare<br />
alla Biennale del Whitney<br />
2008 con la sua collega<br />
Henriette Hul<strong>di</strong>sch e con gli<br />
altri consulenti (Thelma<br />
Golden, <strong>di</strong>rettore e chief curator<br />
dello Stu<strong>di</strong>o Museum <strong>di</strong><br />
Harlem, Bill Horrigan, <strong>di</strong>rettore<br />
del Me<strong>di</strong>a Arts department del<br />
Wexner Center for the Arts<br />
dell'Ohio State University, e<br />
Linda Norden, curatore e critico)?<br />
Abbiamo iniziato a organizzare<br />
la Biennale nel gennaio 2007.<br />
Pensando alle proporzioni della<br />
mostra fa spavento!<br />
Quali parametri vi siete dati?<br />
Abbiamo incontrato più volte i<br />
vari consulenti, in momenti<br />
<strong>di</strong>versi e per intere giornate, e<br />
con loro <strong>di</strong>scutevamo le nostre<br />
idee, parlavamo <strong>di</strong> trend, <strong>di</strong> elementi<br />
prevalenti e <strong>di</strong> come pensavamo<br />
<strong>di</strong> impostare la mostra.<br />
Naturalmente non abbiamo iniziato<br />
da una tabula rasa. Siamo<br />
curatori, il nostro lavoro è vedere<br />
arte e prendere appunti. Se<br />
fermi un qualsiasi curatore per<br />
strada, sono certa che ha in<br />
mente una biennale già pronta!<br />
Noi abbiamo viaggiato quanto<br />
più possibile e trascorso moltissimo<br />
tempo negli stu<strong>di</strong> degli artisti.<br />
Volevamo arrivare al risultato<br />
seguendo un processo deduttivo<br />
piuttosto che induttivo. <strong>Il</strong><br />
vantaggio <strong>di</strong> vedere così tanti<br />
stu<strong>di</strong> in così poco tempo, in<br />
<strong>di</strong>verse parti degli Stati Uniti e<br />
del mondo, e poi in maniera così<br />
concentrata, è che i punti <strong>di</strong> contatto<br />
tra le <strong>di</strong>verse forme artistiche<br />
saltano veramente agli<br />
occhi…<br />
La nozione <strong>di</strong> American Art<br />
pare ancora piuttosto confusa<br />
e spesso dà a<strong>di</strong>to a critiche<br />
sugli artisti invitati a partecipare.<br />
Quale potrebbe esserne<br />
una corretta definizione?<br />
Penso che la definizione sia piuttosto<br />
vaga, non potrebbe essere<br />
altrimenti. <strong>Il</strong> Whitney Museum fu<br />
fondato da Gertrude Vanderbilt<br />
in un momento in cui non c'era<br />
interesse per l'arte Americana,<br />
con lo scopo <strong>di</strong> dare uno spazio<br />
agli artisti, generare interesse e<br />
mettere insieme una collezione<br />
per il museo. Naturalmente, ora<br />
non siamo nella stessa situazione<br />
e non lo siamo da parecchio:<br />
il concetto <strong>di</strong> American Art è in<br />
costante evoluzione, ci si interroga<br />
sia all'interno dell'institution<br />
che all'esterno. Francamente,<br />
ne abbiamo <strong>di</strong>scusso molto,<br />
anche sulla definizione inerente<br />
al Whitney Museum of<br />
American art stesso… Noi<br />
comunque non abbiamo limitato<br />
la ricerca all'interno degli Usa,<br />
anche se alla fine la mostra sarà<br />
in linea con gli standard della<br />
Biennale del Whitney. Abbiamo<br />
cercato dove ritenevamo fosse<br />
“<br />
I lavori in mostra evocano<br />
un senso <strong>di</strong> anti-monumentalità,<br />
rifuggono la spettacolarizzazione e<br />
mantengono una chiave <strong>di</strong> lettura<br />
frammentaria… in generale, c'è<br />
una tendenza verso la modestia<br />
nei materiali, ma senza nessun<br />
tipo <strong>di</strong> junk aesthetic<br />
rilevante in questo momento,<br />
con un'attenzione particolare ai<br />
luoghi dove gli artisti si spostano.<br />
Ora c'è una grande mobilità<br />
nel mondo dell'arte e ci sono<br />
alcune traiettorie particolarmente<br />
importanti: ad esempio la<br />
costa settentrionale del Pacifico,<br />
Vancouver, Seattle, Portland,<br />
oppure Los Angeles, il Messico,<br />
Berlino…<br />
In cosa si è <strong>di</strong>fferenziata la fase<br />
<strong>di</strong> selezione e organizzazione <strong>di</strong><br />
questa Biennale rispetto a<br />
quella del 2004?<br />
In termini concreti, la procedura<br />
è stata molto simile ad altre<br />
mostre, una ricerca molto,<br />
molto approfon<strong>di</strong>ta… Poi intense<br />
conversazioni con altri curatori:<br />
specialmente quando si va fuori<br />
dai propri confini, non si può pretendere<br />
<strong>di</strong> essere informati<br />
come chi lavora e vive in quella<br />
zona. Ad esempio, ci sono città<br />
come Los Angeles che conosco<br />
molto bene e dove ho molti contatti,<br />
ma in altre non saprei dove<br />
andare a cercare o cosa vedere!<br />
I feedback più interessanti li ho<br />
spesso da altri artisti, e questa è<br />
forse la pratica emersa più marcatamente<br />
in questa Biennale.<br />
La mia vita sociale è densamente<br />
popolata <strong>di</strong> artisti. Questa<br />
volta, poi, ho anche più chiaro in<br />
mente come realizzare strutturalmente<br />
la mostra, cioè come<br />
applicare e riflettere l'approccio<br />
concettuale e curatoriale ad<br />
ogni livello, dal catalogo ai programmi<br />
<strong>di</strong>dattici, fino all'allestimento,<br />
che è <strong>di</strong> solito uno dei<br />
no<strong>di</strong> più critici.<br />
Stavolta il numero <strong>di</strong> artisti<br />
invitati - ottantuno, per la preci-<br />
sione - è più contenuto…<br />
<strong>Il</strong> tipo <strong>di</strong> lavoro che<br />
abbiamo scelto si basa<br />
molto sul concetto <strong>di</strong><br />
total practice.<br />
Riteniamo che gli artisti<br />
oggigiorno lavorino<br />
più frequentemente su<br />
progetti omnicomprensivi<br />
piuttosto che sulla<br />
singola opera che scegli<br />
e piazzi in mostra.<br />
Allora abbiamo cercato<br />
<strong>di</strong> ridurre il numero<br />
<strong>di</strong> artisti per dare un<br />
maggiore spazio a ciascuno.<br />
A <strong>di</strong>re il vero, sui<br />
vari piani ci sono ad<strong>di</strong>rittura solo<br />
una cinquantina <strong>di</strong> artisti. Gli altri<br />
lavori o non si prestavano ad un<br />
allestimento classico o consistono<br />
in film e video.<br />
Questa e<strong>di</strong>zione non ha un<br />
approccio tematico come quella<br />
scorsa, "Day for Night".<br />
Presenterà una panoramica<br />
dell'arte contemporanea americana?<br />
È piuttosto insolito avere una<br />
Biennale col titolo. "Day for<br />
Night" è stata la prima e unica<br />
volta che sia mai successo. In<br />
info.<br />
WHITNEY BIENNIAL 2008<br />
dal 6 marzo al 1 giugno 2008<br />
Whitney Museum of American Art<br />
945 Ma<strong>di</strong>son Avenue at 75th Street<br />
New York, NY 10021<br />
Tel (212) 570-3633<br />
Fax (212) 570-4169<br />
pressoffice@whitney.org<br />
www.whitney.org/press<br />
Seventh Regiment Armory Buil<strong>di</strong>ng<br />
Park Avenue and 67th Street<br />
New York, NY 10021<br />
Tel (212) 616-3930<br />
a lato: Shamim<br />
Momin curatrice<br />
della Whitney<br />
Biennail<br />
al centro: Adam<br />
Putnam -<br />
Untitled (4),<br />
2007 - Gelatin<br />
silver print,<br />
27.9x35.6 cm -<br />
Collection of the<br />
artist<br />
senso lato, però, ognuna presenta<br />
una tesi. In questa non ci sarà<br />
una posizione univoca, tematica,<br />
ma ci saranno vari fili conduttori<br />
e <strong>di</strong>verse sensibilità, che noi speriamo<br />
affiorino in maniera particolarmente<br />
evidente. I fili conduttori<br />
non sono lineari, però, ma si<br />
intrecciano e si sovrappongono…<br />
infatti, una delle idee presenti è<br />
proprio quella <strong>di</strong> una narrativa<br />
frammentaria e stratificata che<br />
resiste a un'interpretazione<br />
lineare, e anche ricca <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni.<br />
Può descriverci alcuni trend e<br />
pratiche artistiche presenti<br />
nella Biennale? Si aspetta che<br />
alcuni suscitino particolari controversie?<br />
Onestamente, non mi interessa<br />
provare a indovinare cosa piacerà<br />
e cosa verrà criticato… anche<br />
perché <strong>di</strong> solito è sempre qualcosa<br />
che non ti aspetti affatto!<br />
Al contrario, i lavori in mostra<br />
evocano un senso <strong>di</strong> anti-monumentalità,<br />
rifuggono la spettacolarizzazione<br />
e mantengono una<br />
chiave <strong>di</strong> lettura frammentaria,<br />
non centralizzata, con <strong>di</strong>spersione<br />
dei punti <strong>di</strong> vista. Molte opere<br />
suscitano un'idea <strong>di</strong> interruzione,<br />
<strong>di</strong> durata temporale che non<br />
consente una comprensione<br />
imme<strong>di</strong>ata e che le rende impegnative,<br />
ma allo stesso tempo<br />
esteticamente stimolanti. In<br />
generale, c'è una tendenza<br />
verso la modestia nei materiali,<br />
ad esempio con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse<br />
in produzioni che siano<br />
super-sofisticate, ma senza nessun<br />
tipo <strong>di</strong> junk aesthetic, sia<br />
chiaro. Ci sono anche delle rivisitazioni<br />
più o meno letterali dell'idea<br />
<strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento e fallimento,<br />
sia in termini <strong>di</strong> sistemi sociopolitici<br />
che della con<strong>di</strong>zione<br />
moderna in se stessa.<br />
L'elemento performativo ha<br />
una forte presenza in questa<br />
Biennale. Un segno dei tempi?<br />
Ovviamente gli artisti fanno da<br />
anni performance o altri tipi <strong>di</strong>
Exibart.onpaper approfon<strong>di</strong>menti.41<br />
in alto: Coco Fusco - A Room of<br />
One's Own: Women and Power in<br />
the New America. Performance,<br />
P.S. 122, New York, 2006<br />
a destra: Roe Ethridge - Camilla,<br />
2007 - Chromogenic print,<br />
81.3x61 cm - Collection of the<br />
artist; courtesy Andrew Kreps<br />
Gallery, New York<br />
azioni <strong>di</strong> durata temporale.<br />
Ma certamente ora c'è una<br />
concentrazione <strong>di</strong> artisti che<br />
lavorano con questa idea <strong>di</strong><br />
extended practice. Alcuni, ad<br />
esempio, saranno rappresentati<br />
da opere tra<strong>di</strong>zionali nel<br />
museo, ma si "espanderanno"<br />
con azioni performative. Una<br />
sorta <strong>di</strong> pratica ramificata<br />
che si infiltra in maniera "virale"<br />
sotto forma <strong>di</strong> tecniche e<br />
modalità varie. E qui entra in<br />
gioco il Park Avenue Armory.<br />
L'e<strong>di</strong>ficio rappresenta un elemento<br />
estremamente strategico<br />
e significativo, e per la<br />
prima volta ospita tutte queste<br />
forme artistiche più effimere<br />
sotto uno stesso tetto.<br />
È un modo per rendere più<br />
comprensibile il nesso concettuale<br />
tra le varie forme<br />
artistiche in mostra, e per<br />
considerarle tutte su un<br />
medesimo piano <strong>di</strong> valore e<br />
importanza. L'Armory può<br />
ospitare tanti eventi, anche <strong>di</strong><br />
natura <strong>di</strong>versa, senza esigere<br />
quasi mai la <strong>di</strong>stinzione tra chi<br />
è protagonista della performance<br />
e lo spettatore. Ci<br />
sono installazioni con elementi<br />
mobili, interattivi, mutevoli; ci<br />
sono workshops nel corso <strong>di</strong> vari<br />
giorni e ci sono eventi serali.<br />
Alcuni lavori interagiscono con<br />
lo spazio e lo "attivano" in maniera<br />
particolare, altri non sono<br />
necessariamente nascosti, ma<br />
richiedono un certo investimento<br />
<strong>di</strong> tempo per essere apprezzati.<br />
Nulla è comunque imponente<br />
o spettacolare. Alcuni lavori si<br />
focalizzano sull'assenza e utilizzano<br />
lo spazio "scultoreamente"<br />
invece <strong>di</strong> conquistarlo. E non<br />
<strong>di</strong>mentichiamo che l'Armory si<br />
trova a pochi passi dal Whitney<br />
Museum…<br />
Collaborazioni <strong>di</strong> ogni tipo -<br />
quelle tra artisti, curatori e<br />
organizzazioni - stanno <strong>di</strong>venendo<br />
strategie sempre più comuni<br />
nel mondo dell'arte…<br />
Prima <strong>di</strong> tutto dobbiamo chiarire<br />
cosa si intende con questo termine.<br />
Oggigiorno con collaborative<br />
non ci riferiamo a un gruppo<br />
definito <strong>di</strong> persone con qualche<br />
obbiettivo prestabilito, che perdono<br />
la propria identità in nome<br />
del gruppo. Oggi le collaborazioni<br />
nascono spesso da network<br />
sociali e riflettono, ad esempio,<br />
modelli mutuati da comunità<br />
prese da internet. È un modo<br />
molto fluido <strong>di</strong> comunicare, mantenendo<br />
però la propria identità.<br />
In base alla sua esperienza,<br />
“<br />
Per un museo è <strong>di</strong>fficilissimo<br />
tenere il passo con gli standard a cui<br />
sono abituati gli artisti, con quei livelli <strong>di</strong><br />
produzione… una galleria o uno spazio<br />
privato possono investire fon<strong>di</strong> che un<br />
museo non può neanche sognare! C'è<br />
una sezione intera del museo che lavora<br />
solo a quello e sta ancora lavorando<br />
per trovare altri fon<strong>di</strong>…<br />
quali sono i vantaggi e le<br />
limitazioni <strong>di</strong> una mostra<br />
co-curata?<br />
Devo <strong>di</strong>re che la collaborazione<br />
con Henriette ha<br />
avuto solo vantaggi.<br />
Abbiamo interessi piuttosto<br />
simili, ma allo stesso<br />
tempo <strong>di</strong>versi a sufficienza.<br />
E non abbiamo problemi a<br />
confrontarci sui punti <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a e scambiarci le<br />
idee. In due si lavora con<br />
più intensità e a contatto<br />
più stretto rispetto a quando<br />
si è in tre-quattro persone.<br />
Francamente credo<br />
che curare mostre in collaborazione<br />
sia la chiave per<br />
il futuro… se si trova il giusto<br />
partner c'è la possibilità<br />
<strong>di</strong> confronto e arricchimento<br />
costante, e in due si<br />
può elaborare una posizione<br />
omogenea e ben articolata.<br />
La Biennale del Whitney<br />
non è nuova a collaborazioni<br />
con altre organizzazioni.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo ad<br />
esempio quella con il<br />
Public Art Fund per i progetti<br />
a Central Park.<br />
Come si è sviluppata la<br />
collaborazione con il Park<br />
Avenue Armory e l'Art<br />
Production Fund?<br />
Con l'Art Production Fund<br />
la collaborazione è stata<br />
molto efficace. Loro hanno<br />
il compito <strong>di</strong> produrre tutti<br />
i programmi che si svolgono<br />
all'Armory. Hanno<br />
molta esperienza e molti<br />
strumenti a <strong>di</strong>sposizione,<br />
sono stati loro a proporci<br />
l'idea! Hanno rispettato<br />
appieno la nostra visione<br />
curatoriale e gli artisti con<br />
cui hanno collaborato. In<br />
questo caso, la quantità <strong>di</strong><br />
eventi su cui stiamo lavorando<br />
è davvero incre<strong>di</strong>bile…<br />
Parliamo dei lavori in<br />
mostra: quanti sono stati<br />
commissionati per l'occasione?<br />
Tantissimi: quelli nel<br />
museo sono oltre il settantacinque<br />
per cento (o<br />
nuovi <strong>di</strong> zecca o riconfigurati<br />
per i suoi spazi), mentre<br />
quelli presentati<br />
all'Armory sono tutti nuovi.<br />
Penso che comunque questo<br />
corrisponda a come<br />
lavorano gli artisti oggi,<br />
perché non trovo abbia<br />
molto senso passare per<br />
ARTISTI PARTECIPANTI<br />
gli stu<strong>di</strong> e scegliere questo o<br />
quel lavoro per poi mostrarli<br />
insieme. La selezione pura e<br />
semplice è un processo che<br />
crea troppa <strong>di</strong>stanza, il lavoro e<br />
la sua produzione dovrebbero<br />
esser parte integrante del concepimento<br />
stesso della mostra<br />
e della sua presentazione.<br />
È stato <strong>di</strong>fficile rientrare nel<br />
budget?<br />
I budget delle no-profit sono<br />
sempre problematici! Quin<strong>di</strong>, sì,<br />
è stato <strong>di</strong>fficile. Forse ora è<br />
ancora più complicato a causa<br />
dell'ammontare <strong>di</strong> denaro che<br />
viene speso altrove nel mondo<br />
dell'arte. La <strong>di</strong>screpanza è enorme.<br />
Per un museo è <strong>di</strong>fficilissimo<br />
tenere il passo con gli standard<br />
a cui sono abituati gli artisti,<br />
con quei livelli <strong>di</strong> produzione…<br />
una galleria o uno spazio privato<br />
possono investire fon<strong>di</strong> che un<br />
museo non può neanche sognare!<br />
Questo riflette anche alcuni<br />
problemi attuali inerenti alla<br />
filantropia. Volere esser coinvolti<br />
nell'arte non significa soltanto<br />
acquistare un'opera d'arte.<br />
Infatti, una grossa parte del<br />
nostro lavoro come curatori è<br />
far conoscere ai benefattori altri<br />
aspetti del mondo dell'arte.<br />
<strong>Il</strong> museo si è rivolto a sponsor<br />
aziendali, privati e galleristi per<br />
finanziare la mostra, il catalogo<br />
o altri eventi legati alla<br />
Biennale?<br />
Certamente. Non-profit vuol <strong>di</strong>re<br />
che dobbiamo raccogliere tutti i<br />
fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui abbiamo bisogno e<br />
quin<strong>di</strong> ci siamo rivolti a tutti quelli<br />
che hai citato e anche alle fondazioni.<br />
C'è una sezione intera<br />
del museo che lavora solo a<br />
quello e sta ancora lavorando<br />
per trovare altri fon<strong>di</strong>. Deutsche<br />
Bank è uno degli sponsor principali<br />
quest'anno, insieme a GAP.<br />
GAP sembra un abbinamento<br />
interessante. È la prima volta<br />
che sponsorizza il Whitney<br />
Museum?<br />
È sicuramente la prima volta<br />
che la sponsorizzazione è <strong>di</strong> queste<br />
proporzioni. I soci fondatori<br />
<strong>di</strong> GAP, Donald e Doris Fisher,<br />
hanno una straor<strong>di</strong>naria collezione<br />
d'arte e sostengono molto<br />
attivamente tante iniziative.<br />
Quando ho iniziato la mia carriera<br />
al Whitney non avrei mai pensato<br />
che questo tipo <strong>di</strong> rapporti<br />
potesse sfociare in qualcosa <strong>di</strong><br />
così reciprocamente interessante!<br />
�<br />
[a cura <strong>di</strong> micaela giovannotti]<br />
Ecco la lista degli ottantuno artisti partecipanti alla<br />
prossima Whitney Biennal. Rita Ackermann,<br />
Natalia Almada, Edgar Arceneaux, Fia Backström,<br />
John Baldessari, Robert Bechtle, Walead Beshty,<br />
Carol Bove, Joe Bradley, Matthew Brannon,<br />
Bozidar Brazda, Olaf Breuning, Jede<strong>di</strong>ah Caesar,<br />
William Cordova, Dexter Sinister, Harry (Harriet)<br />
Dodge and Stanya Kahn, Shannon Ebner, Gardar<br />
Eide Einarsson, Roe Ethridge, Kevin Jerome<br />
Everson, Omer Fast, Robert Fenz, Coco Fusco,<br />
Gang Gang Dance, Amy Granat and Drew Heitzler,<br />
Rashawn Griffin, Adler Guerrier, MK Guth, Fritz Haeg, Rachel Harrison,<br />
Ellen Harvey, Mary Heilmann, Leslie Hewitt, Patrick Hill, William E. Jones,<br />
Karen Kilimnik, Alice Könitz, Louise Lawler, Spike Lee, Sherrie Levine,<br />
Charles Long, Lucky Dragons, Daniel Joseph Martinez, Corey McCorkle,<br />
Rodney McMillian, Julia Meltzer and David Thorne, Jennifer Montgomery,<br />
Olivier Mosset, Matt Mullican, Neighborhood Public Ra<strong>di</strong>o (NPR), Ruben<br />
Ochoa, DJ Olive, Mitzi Pederson, Kembra Pfahler/The Voluptuous Horror<br />
of Karen Black, Seth Price, Stephen Prina, Adam Putnam, Michael<br />
Queenland, Jason Rhoades, Ry Rocklen, Bert Rodriguez, Marina<br />
Rosenfeld, Amanda Ross-Ho, Mika Rottenberg, Heather Rowe, Eduardo<br />
Sarabia, Melanie Schiff, Amie Siegel, Lisa Sigal, Gretchen Skogerson,<br />
Michael Smith, Agathe Snow, Frances Stark, Mika Tajima/New Humans,<br />
Javier Téllez, Cheyney Thompson, Mungo Thomson, Leslie Thornton,<br />
Phoebe Washburn, James Welling, Mario Ybarra Jr.
46.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />
la quadriennale<br />
dei bamboccioni<br />
Un centinaio <strong>di</strong> artisti, cinque curatori e un budget da un milione e mezzo <strong>di</strong> euro: questi i primi numeri <strong>di</strong> un<br />
evento che, da giugno a settembre, torna nel romano Palazzo delle Esposizioni. Sperando <strong>di</strong> sfornare ancora<br />
qualcuno <strong>di</strong> quei mid-career che oggi portano la ban<strong>di</strong>era italiana in giro per il mondo. Ne parliamo col presidente<br />
della Fondazione, Gino Agnese...<br />
��Si definisce un presidente sui<br />
generis, Gino Agnese, sia perché<br />
si <strong>di</strong>verte molto facendo il suo<br />
lavoro, sia perché - pur non essendo<br />
un critico d'arte - tratta la<br />
materia con <strong>di</strong>sinvoltura. "Se la<br />
scrittura è la mia compagna professionale,<br />
l'arte è invece un'amitié<br />
amoureuse." - spiega - "Sono il<br />
biografo <strong>di</strong> Marinetti e Boccioni e<br />
sono stato molto amico <strong>di</strong><br />
Mastroianni, Burri…". L'incontro è<br />
a Villa Carpegna, oasi <strong>di</strong> cultura<br />
con uno sguardo al futuro, con il<br />
suo tecnologico Archivio Storico-<br />
Biblioteca della Fondazione<br />
(ArBiQ), per parlare della XV rassegna<br />
che da giugno a settembre<br />
tornerà nella sede storica <strong>di</strong><br />
Palazzo delle Esposizioni. Un centinaio<br />
<strong>di</strong> artisti chiamati da cinque<br />
curatori (Chiara Bertola, Lorenzo<br />
Canova, Bruno Corà, Daniela<br />
Lancioni, Clau<strong>di</strong>o Spadoni) a rappresentare<br />
le nuove tendenze dell'arte<br />
italiana. Ad aprile la presentazione<br />
ufficiale. Nell'attesa, si<br />
potrà sfogliare il nuovo volume dei<br />
"Quaderni", Burri. Una vita <strong>di</strong> Piero<br />
Palombo, fresco <strong>di</strong> stampa.<br />
La Quadriennale si propone <strong>di</strong><br />
presentare gli artisti italiani che<br />
avranno l'opportunità <strong>di</strong> essere<br />
lanciati sulla scena internazionale.<br />
Quest'anno si ritorna a questo<br />
ruolo puntando sui giovani?<br />
Si ritorna, per l'appunto, nel senso<br />
che nella passata e<strong>di</strong>zione abbiamo<br />
avuto <strong>di</strong>versi giovani artisti<br />
che dopo la Quadriennale hanno<br />
fatto il salto, alcuni sul piano nazionale,<br />
altri all'estero: Manfre<strong>di</strong><br />
Beninati, Alessandra Giovannoni,<br />
Giuseppe Stampone, Alberto Di<br />
Fabio, ma ce ne sono molti altri...<br />
In che fascia <strong>di</strong> età rientrano gli<br />
artisti selezionati per la XV e<strong>di</strong>zione?<br />
Non sono né giovani, né vecchi.<br />
Come <strong>di</strong>rebbe Padoa Schioppa,<br />
sono della generazione dei "bamboccioni".<br />
Ma altro che "bamboccioni"...<br />
sono dei piccoli maestri,<br />
avendo già una certa carriera alle<br />
spalle!<br />
Qual è il contesto istituzionale<br />
con cui la Quadriennale interagisce?<br />
La Quadriennale lavora nel proprio<br />
contesto, essendo un'istituzione<br />
autonoma, come le "sorelle<br />
espositrici" italiane, la Biennale <strong>di</strong><br />
Venezia e la Triennale <strong>di</strong> Milano.<br />
La Quadriennale mette in mostra<br />
l'arte che si fa in Italia nel momento<br />
in cui si organizza la mostra.<br />
Questa è la nostra mission. I<br />
nostri punti <strong>di</strong> riferimento istituzionali<br />
sono due: i nostri azionisti,<br />
ovvero il Ministero per i beni e le<br />
attività culturali, nella misura del<br />
novanta per cento, e il Comune <strong>di</strong><br />
Roma, per il <strong>di</strong>eci. Non abbiamo<br />
collegamenti organici con altre<br />
istituzioni, benché manteniamo<br />
rapporti frequenti con la Cineteca<br />
Nazionale, la Direzione generale<br />
Gino Agnese<br />
davanti alla scultura<br />
<strong>di</strong> Mastroianni (foto<br />
M. De Leonar<strong>di</strong>s)<br />
degli archivi, alcuni<br />
uffici della Regione<br />
Lazio, Rai Teche.<br />
Abbiamo relazioni<br />
anche con il<br />
Ministero per gli<br />
affari esteri e gli<br />
Istituti italiani <strong>di</strong><br />
cultura all'estero<br />
perché, svolgendo<br />
attività e<strong>di</strong>toriale,<br />
inviamo i nostri<br />
volumi anche nelle<br />
biblioteche dei<br />
maggiori musei e<br />
delle più importanti<br />
università straniere.<br />
Tra i nostri<br />
compiti c'è anche<br />
quello <strong>di</strong> portare<br />
fuori dall'Italia la<br />
cultura artistica<br />
del nostro Paese.<br />
Quale sarà il budget <strong>di</strong> questa<br />
XV e<strong>di</strong>zione?<br />
<strong>Il</strong> budget è nell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> circa un<br />
milione e mezzo <strong>di</strong> euro. Le<br />
mostre costano molto, benché si<br />
faccia il possibile per fare gran<strong>di</strong><br />
economie.<br />
Non esiste l'idea<br />
della figura<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettoreartistico?<br />
No, perché<br />
non ce n'è<br />
bisogno. Per<br />
ogni e<strong>di</strong>zione il<br />
consiglio d'amministrazione,<br />
<strong>di</strong> cui fanno<br />
parte Elena<br />
Pontiggia, Luigi Paolo Finizio, Carlo<br />
Fabrizio Carli, Danilo Eccher e<br />
Ludovico Pratesi, nomina una<br />
commissione <strong>di</strong> cinque esperti<br />
che organizzano la mostra senza<br />
un tema specifico, selezionando<br />
un centinaio <strong>di</strong> artisti. Abbiamo<br />
chiamato Fuori tema l'ultima e<strong>di</strong>zione,<br />
proprio con la convinzione<br />
che il tema sia una specie <strong>di</strong> prigione<br />
per l'arte. La nostra rassegna<br />
non è una proposta organica,<br />
ma una riflessione sull'arte contemporanea<br />
in Italia, che è molto<br />
varia. Non abbiamo la presunzione<br />
<strong>di</strong> prendere solo alcune peculiarità<br />
delle sue esperienze, culture<br />
e approcci. Pensiamo <strong>di</strong> essere<br />
ad<strong>di</strong>rittura più moderni, perché<br />
abbiamo la convinzione <strong>di</strong> mettere<br />
su un ipertesto e non un testo.<br />
Dove l'ipertesto si forma per<br />
aggregazione, per accumulo ed é<br />
un prodotto della cultura informatica,<br />
quin<strong>di</strong> estremamente avanzato<br />
rispetto al testo che è, invece,<br />
un prodotto della cultura tipografica<br />
pre-internet.<br />
Quali saranno gli eventi e gli<br />
appuntamenti proposti nel quadriennio<br />
2008-2012?<br />
Sia io che i consiglieri d'amministrazione<br />
saremo in scadenza<br />
<strong>di</strong> mandato nella seconda<br />
“<br />
Prima del 2003 la Quadriennale<br />
era avvilita da consigli d'amministrazione<br />
litigiosi o da <strong>di</strong>rigenze pigre alla Oblomov,<br />
vere caricature, gente che, come <strong>di</strong>ceva<br />
Marinetti <strong>di</strong> suo padre avvocato civilista,<br />
spaccava il capello in quattro<br />
metà del 2009. Dunque non<br />
abbiamo questa preoccupazione<br />
<strong>di</strong> una gittata così a lungo<br />
termine. Però dato che nel<br />
2009 cade il centenario del<br />
Futurismo (tra l'altro la<br />
Quadriennale è stata il passaggio<br />
<strong>di</strong> molti futuristi della deuxième<br />
vague) de<strong>di</strong>cheremo uno<br />
dei nostri "Quaderni" a questo<br />
argomento.<br />
Ritiene che l'intervallo <strong>di</strong> quattro<br />
anni sia valido per documentare<br />
le novità più significative del<br />
panorama artistico nazionale?<br />
È chiaro che i tempi sono molto<br />
accelerati nella nostra con<strong>di</strong>zione<br />
storica e le novità si producono<br />
con frequenze più strette rispetto<br />
al passato. Però tutti i sociologi<br />
sono d'accordo su un punto: viviamo<br />
una <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ricapitolazione.<br />
Siamo sotto un bombardamento<br />
informativo che si riferisce anche<br />
all'arte contemporanea, vista la<br />
produzione continua <strong>di</strong> fiere,<br />
mostre, giornali, riviste... Come<br />
negli altri comparti culturali c'è<br />
un'assoluta necessità <strong>di</strong> ricapitolazione.<br />
Senza ricapitolazione non<br />
c'è comprensione, ma solo assunzione<br />
<strong>di</strong> frammenti che non aprono<br />
varco alla conoscenza. Dunque<br />
fare il punto ogni quattro anni sull'arte<br />
italiana è un momento <strong>di</strong><br />
ricapitolazione. In questo senso la<br />
Quadriennale è anche più importante<br />
<strong>di</strong> prima.<br />
Dal 2003, del resto, la<br />
Fondazione non ha mai smesso<br />
<strong>di</strong> lavorare...<br />
È stata fondamentale la consonanza<br />
tra il consiglio d'amministrazione<br />
e il presidente, grazie<br />
alla quale abbiamo messo il turbo.<br />
Prima del 2003 la Quadriennale<br />
era avvilita da consigli d'amministrazione<br />
litigiosi<br />
o da <strong>di</strong>rigenze<br />
pigre alla<br />
Oblomov, vere<br />
caricature,<br />
gente che,<br />
come <strong>di</strong>ceva<br />
Marinetti <strong>di</strong> suo<br />
padre avvocato<br />
civilista, spaccava<br />
il capello in<br />
quattro. Siamo<br />
partiti dalla location,<br />
avendo<br />
capito che non<br />
stavamo più bene a Palazzo delle<br />
Esposizioni. Non era più il palazzo<br />
della Quadriennale, ma quello dell'azienda<br />
speciale Palexpo, dove la<br />
Quadriennale era ospite neanche<br />
troppo gra<strong>di</strong>ta. Così, approfittando<br />
<strong>di</strong> una legge del 1937 che<br />
obbliga il Comune a costruire la<br />
sede per la Quadriennale, abbiamo<br />
aperto una trattativa fino a<br />
quando non ci è stato assegnato<br />
SPACCATO DI VITA IN UN QUADERNO PER BURRI<br />
"Ciò che veramente ci danno i gran<strong>di</strong> artisti, Burri<br />
come Fontana, Picasso come Pollock, non è tanto una<br />
materia o un gesto o un segno, quanto piuttosto una<br />
lezione <strong>di</strong> attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> vita: la volontà, la forza <strong>di</strong> far dell'arte,<br />
la libertà d'invenzione". È <strong>di</strong> un 'collega' - nella fattispecie<br />
<strong>di</strong> Piero Manzoni - la frase scelta per presentare<br />
la monografia <strong>di</strong> Alberto Burri e<strong>di</strong>ta da Electa per<br />
la collana "I quaderni della Quadriennale" e presentata<br />
a Villa Carpegna lo scorso 28 febbraio. A comporre il<br />
"ritratto" del maestro <strong>di</strong> Città <strong>di</strong> Castello, in oltre duecento<br />
pagine arricchite da un centinaio <strong>di</strong> fotografie,<br />
un giornalista e narratore <strong>di</strong> talento come Piero<br />
Palumbo, corredato dai contributi <strong>di</strong> tre autori che a<br />
Burri furono legati da rapporti d'amicizia: Giovanni<br />
Carandente, Lorenza Trucchi e Gino Agnese. Chiude il<br />
info.<br />
Fondazione Quadriennale<br />
Villa Carpegna<br />
Piazza Di Villa Carpegna (00165)<br />
Tel 06 9774531 Fax 06 97745309<br />
info@quadriennale<strong>di</strong>roma.org<br />
www.quadriennale<strong>di</strong>roma.org<br />
da giugno a settembre 2008<br />
Palazzo delle Esposizioni<br />
Via Nazionale 194 (00184)<br />
Tel 06 489411 Fax 06 68301087<br />
info@palazzoesposizioni.it<br />
www.palazzoesposizioni.it<br />
questo e<strong>di</strong>ficio. Villa Carpegna è<br />
una costruzione <strong>di</strong> fine '600 che il<br />
Comune aveva acquistato una<br />
quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni fa e restaurato.<br />
Siamo entrati qui per primi, dopo<br />
il restauro, arredando l'e<strong>di</strong>ficio e<br />
realizzando nel fabbricato a<strong>di</strong>acente<br />
il più moderno archivio<br />
biblioteca <strong>di</strong> arte contemporanea,<br />
che è stato aperto al pubblico nell'ottobre<br />
2006. Dal 2004 ad oggi<br />
sono uscite anche numerose pubblicazioni,<br />
a partire da<br />
Astrattismo Italiano, e c'è stato<br />
anche l'importante convegno<br />
internazionale Arte e cultura negli<br />
anni Novanta. Dalla fine del Muro<br />
all'11 settembre, <strong>di</strong> cui abbiamo<br />
pubblicato gli atti, corredando il<br />
volume del più completo repertorio<br />
delle mostre fatte in quel<br />
decennio.<br />
Quale taglio darete all'omaggio<br />
che la Quadriennale de<strong>di</strong>cherà a<br />
Luciano Fabro?<br />
Esporremo per la prima volta in<br />
Italia un'unica opera <strong>di</strong> Fabro.<br />
prestata dalla famiglia dell'artista:<br />
una scultura molto suggestiva,<br />
che ha un qualcosa <strong>di</strong> sepolcrale.<br />
Avrà un grande impatto<br />
sui visitatori, non appena entreranno<br />
a Palazzo delle Esposizioni.<br />
Nel catalogo, poi, non ci saranno<br />
testi critici su Fabro, ma pubblicheremo<br />
una pagina in cui è l'artista<br />
a spiegare le sue ragioni<br />
d'arte. �<br />
[manuela de leonar<strong>di</strong>s]<br />
volume la sezione "Apparati", con una cronologia delle<br />
mostre personali e delle principali mostre collettive,<br />
l'in<strong>di</strong>ce dei nomi e la bibliografia. Frutto <strong>di</strong> una ricerca<br />
durata quasi due anni, alla quale ha collaborato l'intera<br />
equipe dell'Archivio-Biblioteca della Quadriennale,<br />
"Burri. Una vita" non si pone esclusivamente come<br />
libro <strong>di</strong> critica d'arte, ma quale racconto dell'avventura<br />
esistenziale, la ricostruzione della cultura, delle amicizie,<br />
degli affetti <strong>di</strong> uno dei maggiori artisti italiani del<br />
Novecento: un uomo determinato, indocile e polemico,<br />
ma sorprendente per certa sua ironica innocenza…<br />
P.Palumbo, "Burri. Una vita", Electa, Milano, 2008. pp.<br />
208, 29 euro
48.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />
finalmente macro<br />
I percorsi, le passerelle, il movimento, i terrazzi. E poi il rosso, come spunto casuale prima e come segno <strong>di</strong><br />
sangue (e dunque <strong>di</strong> vita) poi. In un'intervista che segna l'inizio del conto alla rovescia per l'apertura <strong>di</strong> Macro<br />
(prevista tra sei mesi), O<strong>di</strong>le Decq a cuore aperto. In nome <strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong>namico...<br />
�� <strong>Il</strong> suo lavoro spazia da progetti<br />
architettonici a installazioni,<br />
che rappresentano vere e<br />
proprie opere d'arte, fino al<br />
design. Ritiene che il museo <strong>di</strong><br />
Roma sia un semplice intervento<br />
architettonico o un progetto che<br />
si colloca al confine tra più <strong>di</strong>scipline?<br />
<strong>Il</strong> MACRO comprende elementi<br />
che motivano e corroborano la<br />
mia architettura. In primo luogo,<br />
un museo d'arte contemporanea<br />
non è un'opera d'arte, non può<br />
esserlo. È un'opera d'architettura,<br />
ovvero uno spazio, o meglio, un<br />
insieme <strong>di</strong> spazi che permettono<br />
la presentazione <strong>di</strong> opere d'arte. È<br />
per questo che ci siamo dovuti<br />
rendere talvolta neutri (nelle sale<br />
espositive) e talvolta orientati al<br />
movimento (nei percorsi).<br />
Tuttavia, anche se tutto sembra<br />
essere in movimento nello spazio<br />
a causa delle passerelle, delle<br />
scale, degli ascensori; l'architettura<br />
permette una concentrazione,<br />
un'intimità. Lascia che il visitatore<br />
possa rallentare il suo percorso.<br />
Signora Decq, lei è sempre più<br />
legata al contemporaneo...<br />
<strong>Il</strong> mio interesse per l'arte contemporanea<br />
non cessa <strong>di</strong> crescere.<br />
Colleziono, realizzo gallerie d'arte,<br />
faccio installazioni. E tutto già da<br />
molto tempo. Ultimamente mi si<br />
è chiesto <strong>di</strong> esporre in prima persona.<br />
Non ho voluto presentare<br />
uno dei miei progetti d'architettura<br />
- una galleria non è luogo adatto<br />
a questo -, ma ho pensato ad<br />
una pièce che giocasse con lo<br />
spazio e che avesse una vita propria.<br />
Ecco come è nata<br />
Homéostasie, un'opera che interpreta<br />
ciò che per me è l'equilibrio<br />
<strong>di</strong>namico. Si può <strong>di</strong>re che con<br />
questo pezzo ho cercato <strong>di</strong> passare<br />
dall'altra parte dello specchio,<br />
<strong>di</strong> cambiare punto <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong><br />
fuggire il campo stretto dell'architettura<br />
e dello spazio architettonico.<br />
Crede che questa interazione<br />
tra arti possa esserci solo quando<br />
due <strong>di</strong>scipline si "scontrano",<br />
in questo caso per la destinazione<br />
d'uso a museo, o anche con<br />
semplici interventi <strong>di</strong> architettura?<br />
Arte e architettura possono<br />
incontrarsi in ogni istante. E non<br />
c'è solo il museo, c'è anche lo<br />
spazio pubblico, gli ambiti della<br />
vita privata. <strong>Il</strong> museo non è<br />
comunque l'unico luogo d'interazione.<br />
A questo proposito, considerato<br />
il suo interesse crescente per la<br />
materia, avrà un'attenzione particolare<br />
per il design e gli arre<strong>di</strong><br />
dell'avventura romana? Quali<br />
saranno gli spazi più caratteriz-<br />
a destra: O<strong>di</strong>le Decq<br />
in basso: un rendering del<br />
progetto<br />
zati? La biblioteca? <strong>Il</strong><br />
ristorante?<br />
Non vi saranno zone specificatamente<br />
de<strong>di</strong>cate ad<br />
interventi <strong>di</strong> design.<br />
Comunque ho <strong>di</strong>segnato<br />
'oggetti' per gli spazi del<br />
ristorante, della libreria,<br />
della sala <strong>di</strong> lettura, della<br />
sala conferenze, del bar...<br />
I segni <strong>di</strong>stintivi, che connotano<br />
le sue architetture,<br />
sono identificabili<br />
anche nel progetto<br />
museale? Ad esempio,<br />
l'uso del colore rosso,<br />
presente anche nel caso<br />
romano, ha per lei un<br />
significato particolare?<br />
<strong>Il</strong> rosso è arrivato poco a<br />
poco dopo molti anni.<br />
“<br />
Sebbene tutti <strong>di</strong>cano che<br />
sette anni <strong>di</strong> cantiere in Italia sono<br />
pochi, posso garantire che, se<br />
confrontati ad altri paesi, sono<br />
decisamente tanti<br />
All'inizio l'ho semplicemente<br />
fatto, non gli ho dato un senso<br />
particolare. In realtà ogni volta<br />
che partecipo ad una conferenza<br />
mi viene posta sempre questa<br />
domanda. E allora rispondo<br />
che dapprincipio il rosso era<br />
nato per rendere un forte contrasto<br />
con il nero. Di seguito è<br />
stato pensato come rosso-sangue<br />
e dunque rosso-vita.<br />
<strong>Il</strong> museo <strong>di</strong> Roma è stato definito<br />
come un progetto alla<br />
ricerca <strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong>namico,<br />
che è <strong>di</strong> per sé una contrad<strong>di</strong>zione<br />
in termini. È alla<br />
ricerca <strong>di</strong> un punto <strong>di</strong> rottura<br />
che generi un'instabilità creativa<br />
riconducibile all'arte contemporanea?<br />
L'equilibrio <strong>di</strong>namico non è una<br />
contrad<strong>di</strong>zione in termini, la<br />
prova è la definizione <strong>di</strong><br />
"Homeostasie", ovvero il termine<br />
che definisce nelle scienze<br />
l'equilibrio <strong>di</strong>namico stesso. Si<br />
tratta dell'equilibrio che sta giusto<br />
al limite della rottura; quell'equilibrio<br />
che un nonnulla può<br />
mettere in movimento.<br />
Quell'equilibro nel quale forze<br />
apparentemente contrad<strong>di</strong>ttorie<br />
trovano un punto <strong>di</strong> stabilità<br />
a <strong>di</strong>spetto del movimento tutt'intorno.<br />
In una sua precedente intervista,<br />
ha definito Roma come la<br />
città ideale per la nuova architettura,<br />
la capitale secondo lei<br />
è effettivamente pronta ad<br />
accogliere un progetto come il<br />
suo, definito <strong>di</strong> "rottura con il<br />
passato"?<br />
Ho detto che il contesto romano,<br />
statico da tanto tempo, sarebbe<br />
un ambito ideale per sperimentare<br />
sull'architettura. Ho costatato<br />
che se un territorio è fermo da<br />
molto e si rimette in moto, va<br />
molto più spe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> un territorio<br />
che in moto c'è sempre stato.<br />
Roma ha cominciato a mettersi<br />
in moto. E lo deve fare ben forte<br />
nel futuro se non vuole addormentarsi<br />
<strong>di</strong> nuovo.<br />
E TUTT'INTORNO È GIÀ MACROZONA<br />
L'abbiamo battezzata già da qualche tempo - con la<br />
nostra mania per i neologismo in fatto <strong>di</strong> art<strong>di</strong>strict -<br />
"Macrozona". Ed è proprio una macro zona <strong>di</strong> gallerie e<br />
spazi privati de<strong>di</strong>cati all'arte quella che si sta creando<br />
attorno ad un museo che non è ancora stato inaugurato<br />
(aprirà per la prima volta in occasione della prossima<br />
Notte Bianca romana, ad inizio settembre). E, dunque,<br />
per chi non si accontenta dell'importante mostra <strong>di</strong><br />
Nahum Tevet che il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Macro, Danilo Eccher,<br />
cura negli spazi <strong>di</strong> via Reggio Emilia<br />
(www.macro.roma.museum; mart-dom 9-19;<br />
06671070423) o dell'altrettanto interessante retrospettiva<br />
su Giuseppe Gallo visitabile fino al 24 marzo, ci<br />
sarà a <strong>di</strong>sposizione un intero quartiere ingemmato <strong>di</strong><br />
gallerie. A partire dalla stessa via Reggio Emilia tra decani<br />
della zona e newcomers. La galleria più importante del<br />
quartiere è senza dubbio la Oredaria <strong>di</strong> Marina Covi Celli<br />
(via Reggio Emilia 22; www.oredaria.it) dove fino all'8<br />
marzo c'è una mostra da non perdere del grande<br />
Maurizio Mochetti. Sempre fino all'8 marzo Antonello<br />
Bulgini è in mostra da Hybrida (via Reggio Emilia 32;<br />
www.hybridacontemporanea.it) mentre il giovanissimo<br />
lituano Andrius Zakarauskas è protagonista <strong>di</strong> una per-<br />
In questo progetto, oltre al<br />
classico, si è dovuta rapportare<br />
con un contesto anche storico,<br />
qual è stata la strategia?<br />
<strong>Il</strong> solo elemento importante <strong>di</strong><br />
riflessione concettuale rispetto<br />
al progetto alle sue origini è<br />
stato l'obbligo <strong>di</strong> mantenere le<br />
facciate. E poi c'è stata questa<br />
necessità <strong>di</strong> rottura. Per far sì<br />
che il visitatore entrasse davvero<br />
in un altro universo. Per vedere<br />
l'arte contemporanea in una<br />
città dove non è visibile a causa<br />
delle tante preesistenze.<br />
<strong>Il</strong> titolo del concorso <strong>di</strong> Roma<br />
era "territori sensuali", come<br />
se l'ipotetico visitatore del<br />
museo dovesse compiere un<br />
percorso attraverso il quale si<br />
rapporta a nuove sensazioni<br />
che scaturiscono dall'interazione<br />
con l'e<strong>di</strong>ficio. Quanto<br />
conta la percezione dello spazio<br />
e che rapporto si crea in un<br />
museo tra opere d'arte e<br />
architettura?<br />
<strong>Il</strong> titolo faceva riferimento al<br />
fatto che aprirsi all'arte contemporanea<br />
significa mettere in<br />
gioco tutti i nostri sensi. E l'architettura<br />
è il territorio <strong>di</strong> questi<br />
sensi. Alla stessa maniera il<br />
<strong>di</strong>sequilibrio legato alle pendenze,<br />
le texture <strong>di</strong> materiali cangianti<br />
sotto ai pie<strong>di</strong> del visitatore,<br />
i punti <strong>di</strong> vista variabili (contro<br />
sole, in obliquo, davanti alle<br />
vetrate...), tutto ciò mette in<br />
campo il rapporto <strong>di</strong>retto con<br />
l'opera e permette <strong>di</strong> creare dei<br />
rapporti successivi legati alla<br />
scoperta. È un po' come in uno<br />
spazio barocco con molteplici<br />
punti <strong>di</strong> fuga.<br />
Vi sono stati dei brutti momenti<br />
in quest'avventura?<br />
<strong>Il</strong> cantiere non ha passato dei<br />
momenti brutti. Comunque la<br />
gestione dei tempi è stata complicata.<br />
Ho progressivamente<br />
capito che la cosa sarebbe<br />
stata lunga. Perché se tutti<br />
<strong>di</strong>cono che sette anni <strong>di</strong> cantiere<br />
in Italia sono pochi, posso<br />
garantire che, se confrontati ad<br />
altri paesi, sono decisamente<br />
tanti. �<br />
[a cura <strong>di</strong> valia bariello]<br />
sonale al Traghetto (via Reggio Emilia 25; www.galleriatraghetto.it).<br />
Sempre curiosa la programmazione <strong>di</strong><br />
Mondo Bizzarro (via Reggio Emilia 32c; www.mondobizzarro.net)<br />
che tra arte soft core e neo pop offre un fornitissimo<br />
bookshop da non mancare. <strong>Il</strong> Sole (via<br />
Nomentana 169; www.galleriailsole.it) propone con<br />
costanza ormai dal 2003 una programmazione <strong>di</strong> qualità<br />
de<strong>di</strong>cata quasi esclusivamente alla giovane figurazione<br />
italiana e sempre sull'Italia sembrano focalizzati i<br />
primi vagiti delle nuovissime Endemica (via Mantova 14;<br />
www.endemica.it), che presenta per questa primavera<br />
una mostra <strong>di</strong> Bruno Ceccobelli, e Segni Mutanti (via<br />
Velletri 30; www.segnimutanti.it) che fino al 7 marzo<br />
presente le carte <strong>di</strong> Emilio Leofred<strong>di</strong>. Per coloro che poi<br />
avessero ancora voglia <strong>di</strong> spazi istituzionali, la zona non<br />
è affatto avara. E, oltre al Macro, gli art-lovers possono<br />
sbizzarrirsi tra la programmazione internazionale del<br />
Goethe Institute (via Savoia 15; www.goethe.de/roma) e<br />
le proposte <strong>di</strong> altissimo profilo dei Musei <strong>di</strong> Villa Torlonia<br />
(via Nomentana 70; www.museivillatorlonia.it, nel Casino<br />
dei Principi una personale <strong>di</strong> Carlo Livi fino al 15 giugno)<br />
all'interno della quale, tra non molto, aprirà a quanto<br />
pare un polo internazionale de<strong>di</strong>cato alla performance...
50.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />
un'azienda proprio speciale<br />
Cinquantenne, romano, esperto delle gestioni culturali pubblico-privato. Ma soprattutto manager. Evviva la faccia. Per<br />
carità, nulla contro i <strong>di</strong>rettori artistici, ma <strong>di</strong> fronte all'efficienza, alla capacità <strong>di</strong> maneggiare eventi culturali, ma anche<br />
numeri e conti ed al piglio aziendalista non possiamo che compiacerci. Mario De Simoni si ritrova, da gennaio, a fare il<br />
<strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> Palaexpo, che è un'azienda speciale del Comune <strong>di</strong> Roma e che non vuol <strong>di</strong>re 'solo' Palazzo delle<br />
Esposizioni. Racconto <strong>di</strong> come si può <strong>di</strong>rigere un grande polo culturale pur non avendo stu<strong>di</strong>ato Storia dell'Arte…<br />
�� Dal primo gennaio è <strong>di</strong>ventato<br />
<strong>di</strong>rettore generale<br />
dell'Azienda Speciale Palaexpo.<br />
Come vice<strong>di</strong>rettore generale si<br />
occupava della parte operativa<br />
della gestione del Palazzo, mentre<br />
ora le spettano anche la<br />
programmazione culturale, il<br />
marketing, la comunicazione.<br />
Fino a che anno la programmazione<br />
è già fatta (e dunque se la<br />
ritrova in ere<strong>di</strong>tà) e a partire<br />
da quando la sta progettando<br />
ex novo?<br />
La programmazione del Palazzo<br />
delle Esposizioni è frutto <strong>di</strong> un<br />
approccio <strong>di</strong>alettico, fra presidente,<br />
<strong>di</strong>rettore generale, consiglieri<br />
<strong>di</strong> amministrazione,<br />
responsabile delle attività culturali,<br />
curatori. La sintesi gestionale<br />
è poi affidata al <strong>di</strong>rettore<br />
generale. Stiamo ora lavorando<br />
all'affinamento della programmazione<br />
2010 e alla definizione<br />
<strong>di</strong> quella 2011. Devo anche <strong>di</strong>re<br />
che proprio il processo <strong>di</strong>alettico<br />
a cui ho fatto riferimento mi<br />
aveva comunque visto in qualche<br />
modo partecipe delle scelte operate<br />
sotto la precedente <strong>di</strong>rezione<br />
generale.<br />
Continuerete su questa formula<br />
o c'è all'orizzonte la nomina<br />
<strong>di</strong> una figura che potremmo<br />
tutti gli spazi <strong>di</strong> palaexpo.<br />
Palazzo delle<br />
Esposizioni<br />
via Nazionale 194 -<br />
00184 - Roma<br />
Tel 06 489411<br />
Fax 06 68301087<br />
info@palazzoesposizioni.it<br />
www.palazzoesposizioni.it<br />
Teatro del Lido<br />
via Delle Sirene 22 -<br />
00121 - Roma<br />
Tel 06 56339753<br />
www.teatrolido.it<br />
Scuderie del<br />
Quirinale<br />
via XXIV Maggio 16<br />
- 00187 - Roma<br />
Tel 06 39967500/696271<br />
info@scuderiequirinale.it<br />
www.scuderiequirinale.it<br />
Zoneattive<br />
Foresteria della Casa<br />
del Jazz<br />
viale <strong>di</strong> Porta<br />
Ardeatina 55 - 00154 - Roma<br />
Tel 06 70473500 Fax 06 77261202<br />
www.zoneattive.it<br />
Casa del Jazz<br />
viale Di Porta<br />
Ardeatina 55 - 00154<br />
- Roma<br />
Tel 06 48941205/48941208<br />
www.casajazz.it<br />
Casa del Cinema<br />
via Marcello<br />
Mastroianni 1 - 00127<br />
- Roma<br />
Tel 06 423601 Fax 06 42016191<br />
info.cdc@palaexpo.it<br />
www.casadelcinema.it<br />
chiamare '<strong>di</strong>rettore artistico'?<br />
Ritengo che l'attuale assetto sia<br />
quello giusto per un luogo in cui<br />
accadono eventi anche molto<br />
<strong>di</strong>versi l'uno dall'altro, contrassegnati<br />
dalla multi<strong>di</strong>sciplinarietà e<br />
dalla varietà sia dei linguaggi che<br />
dei contenuti.<br />
Ad oggi lei deve proporre<br />
mostre <strong>di</strong> qualità e, al contempo,<br />
garantire al Palazzo, come<br />
<strong>di</strong>re, un cash flow. Come evitare<br />
il rischio della commercializzazione<br />
degli eventi a scapito<br />
della qualità?<br />
Ricordando sempre quella che è<br />
la nostra missione istituzionale,<br />
che viene prima <strong>di</strong> qualsiasi<br />
approccio <strong>di</strong> marketing.<br />
L'azienda - e noi siamo un'azienda<br />
- rappresenta in questo caso<br />
la <strong>di</strong>mensione economica <strong>di</strong> una<br />
missione più vasta e fondante,<br />
quella culturale. Svolta a beneficio<br />
<strong>di</strong> tutta la citta<strong>di</strong>nanza.<br />
Dopo cinque anni <strong>di</strong> chiusura<br />
per restauri, il Palazzo delle<br />
Esposizioni ha riaperto i battenti<br />
con le tre mostre de<strong>di</strong>cate<br />
a Mark Rothko,<br />
Stanley Kubrick e<br />
Mario Ceroli, che dal 6<br />
ottobre allo scorso 6<br />
gennaio hanno portato<br />
oltre centosessantamila<br />
visitatori, con una<br />
me<strong>di</strong>a giornaliera <strong>di</strong><br />
duemila persone. Al <strong>di</strong><br />
là dei dati positivi, cosa<br />
poteva andare meglio?<br />
Ancora più visitatori. Al<br />
<strong>di</strong> là della battuta, dobbiamo<br />
lavorare ancora<br />
meglio sulla segnaletica e, in<br />
generale, per consentire al visitatore<br />
<strong>di</strong> orientarsi con imme<strong>di</strong>atezza<br />
all'interno <strong>di</strong> uno spazio<br />
architettonico articolato come<br />
quello del PdE.<br />
Business abbonamenti e card.<br />
Come sta andando, in concreto?<br />
Siamo piuttosto sod<strong>di</strong>sfatti.<br />
Annunciato a ottobre e partito a<br />
<strong>di</strong>cembre, il progetto membership<br />
ha registrato in poco più <strong>di</strong><br />
due mesi mille adesioni. Tra i<br />
nuovi abbonati, molti sono coloro<br />
che hanno scelto la formula <strong>di</strong><br />
adesione multipla: due o quattro<br />
card con un risparmio economico<br />
davvero significativo.<br />
Numerosi sono anche coloro<br />
che ogni giorno scelgono l'abbonamento<br />
al Palazzo delle<br />
Esposizioni come regalo; un<br />
dono che dura 365 giorni e che<br />
riserva moltissime sorprese.<br />
Per noi, il risultato <strong>di</strong> mille abbonamenti<br />
non è che un punto <strong>di</strong><br />
partenza. Abbiamo allo stu<strong>di</strong>o<br />
altre forme <strong>di</strong> coinvolgimento<br />
degli abbonati e nuove proposte<br />
che coinvolgano tutte le se<strong>di</strong><br />
dell'Azienda.<br />
Una Sala Cinema, un<br />
Au<strong>di</strong>torium, un Forum e una<br />
libreria rendono l'offerta del<br />
Palazzo continua e ricchissima<br />
grazie alle rassegne <strong>di</strong> cinema,<br />
letture, incontri con gli artisti<br />
oltre alle esposizioni. In che<br />
percentuale questi spazi - che<br />
avete la possibilità anche in<br />
parte <strong>di</strong> dare in affitto - contribuiscono<br />
al vostro budget?<br />
La percentuale, intesa come<br />
qualcosa che fotografa un dato<br />
economico, si limita per ora,<br />
“<br />
Con le prime<br />
mostre al Palazzo delle<br />
Esposizioni avete totalizzato<br />
centosessantamila visitatori.<br />
Cosa poteva andare meglio?<br />
Beh, potevamo fare ancora<br />
più visitatori…<br />
nelle nostre previsioni, all'otto<br />
per cento dei ricavi <strong>di</strong> PdE.<br />
Credo che questo dato sia prudenziale<br />
e sia destinato a crescere.<br />
Queste attività rappresentano<br />
una grande ricchezza<br />
culturale e un vero marchio <strong>di</strong><br />
fabbrica del PdE. <strong>Il</strong> dato però che<br />
mi piace sottolineare, se si parla<br />
<strong>di</strong> percentuali, è che l' Azienda<br />
Speciale Palaexpo raggiunge<br />
una capacità <strong>di</strong> autofinanziamento,<br />
rispetto al contratto <strong>di</strong><br />
servizio del Comune <strong>di</strong> Roma,<br />
che sfiora il settanta per cento.<br />
È un risultato straor<strong>di</strong>nario, <strong>di</strong><br />
cui tutti noi an<strong>di</strong>amo fieri, essendo<br />
consapevoli del fatto che la<br />
tensione verso le <strong>di</strong>verse capacità<br />
<strong>di</strong> autofinanziamento debba<br />
essere massima, data la situazione<br />
della finanza locale e i tagli<br />
intervenuti nei trasferimenti<br />
dallo Stato.<br />
Open Colonna è stato criticato<br />
per essere <strong>di</strong>ventato teatro (o<br />
teatrino?) <strong>di</strong> una certa Roma<br />
con gli zigomi rifatti e la rinoplastica<br />
che ama più le chiacchiere<br />
attorno ad un tavolo (o,<br />
meglio, voracemente ad un buffet)<br />
piuttosto che l'arte. Com’è<br />
la situazione ora?<br />
Un avvio in corsa comporta<br />
sempre qualche incertezza iniziale.<br />
Devo <strong>di</strong>re che Antonello<br />
Colonna è stato il primo a rendersi<br />
conto della delicatezza del<br />
compito che lo attende. Esiste<br />
ora una buona comunicazione<br />
fra noi e OpenColonna, e il ristorante<br />
è molto rispettoso delle<br />
più generali esigenze del luogo in<br />
cui opera.<br />
<strong>Il</strong> 2008 si presenta come un<br />
anno ricco <strong>di</strong> eventi, con il festival<br />
della fotografia alle<br />
porte e il ritorno della<br />
Quadriennale. Cosa si<br />
aspetta da questa stagione<br />
in termini <strong>di</strong><br />
numeri? Quali sono le<br />
vostre proiezioni?<br />
Riguardo alle sole<br />
mostre <strong>di</strong>rettamente<br />
organizzate da noi, <strong>di</strong>rei<br />
che quattrocentomila<br />
visitatori dall'inaugurazione<br />
sino alla fine delle<br />
mostre Etruschi nel<br />
Lazio e Bill Viola (Epifania 2009)<br />
sono una previsione sod<strong>di</strong>sfacente.<br />
L'Azienda Speciale Palaexpo<br />
oltre al Palazzo delle<br />
Esposizioni gestisce anche le<br />
Scuderie del Quirinale, la Casa<br />
del Cinema, la Casa del Jazz e il<br />
PROSSIMAMENTE A PALAZZO<br />
Mario De<br />
Simoni<br />
insieme a<br />
Wim<br />
Wenders<br />
Teatro del Lido <strong>di</strong> Ostia. Un<br />
contributo non in<strong>di</strong>fferente<br />
all'offerta culturale della<br />
Capitale. In quale posizione colloca<br />
l'operato dell'Azienda nel<br />
panorama artistico della città?<br />
L'Azienda si pone oggi come un<br />
grande generatore <strong>di</strong> cultura,<br />
forse il più grande d'Italia, se si<br />
esclude lo spettacolo dal vivo.<br />
Quali sono i 'numeri' complessivi<br />
dell'Azienda Speciale in termini<br />
<strong>di</strong> budget annuale, visitatori<br />
totali?<br />
Un budget <strong>di</strong> circa venti milioni <strong>di</strong><br />
euro, un milione <strong>di</strong> visitatori su<br />
tutte le se<strong>di</strong> dell'Azienda a regime.<br />
Siete un'azienda del Comune <strong>di</strong><br />
Roma. E il Comune <strong>di</strong> Roma è in<br />
un momento particolare…<br />
Non so chi sarà il prossimo sindaco.<br />
Se mi chiede un parere su<br />
Francesco Rutelli, romano,<br />
ricordo che è con lui e con le sue<br />
amministrazioni che è cominciata<br />
la rinascita <strong>di</strong> questa città e<br />
che si è avviato un processo <strong>di</strong><br />
attenzione alle tematiche del<br />
bello e della civiltà culturale. �<br />
Fra le prossime occasioni per vedere il ritrovato<br />
Palaexpo alla prova, dopo lo scoppiettante debutto,<br />
ci sarà la settima e<strong>di</strong>zione del FotoGrafia-<br />
Festival, che non si fa sfuggire l'occasione per<br />
eleggere il centro d'arte <strong>di</strong> via Nazionale a sua<br />
sede centrale. La rassegna - al via il 4 aprile con il<br />
titolo Vedere la normalità. La fotografia racconta<br />
il quoti<strong>di</strong>ano - vi terrà infatti le mostre più importanti,<br />
tutte nuove produzioni presentate in anteprima,<br />
oltre ad una ricca programmazione <strong>di</strong> eventi,<br />
proiezioni, letture <strong>di</strong> portfolio, presentazioni e<br />
incontri con protagonisti del mondo dell'arte italiana<br />
e internazionale. Un festival che conferma la sua attenzione alla giovane<br />
fotografia emergente, e che a via Nazionale propone un gruppo <strong>di</strong><br />
giovani fotografi, Paolo Woods, Leonie Purchas e Lucia Nimcova, tutti<br />
nati negli anni '70, che presentano tre mostre legate da un tema comune:<br />
la tendenza a occuparsi <strong>di</strong> argomenti e storie sempre più personali.<br />
Sempre al Palazzo delle Esposizioni la nuova produzione <strong>di</strong> Gabriele<br />
Basilico, quest'anno protagonista della Commissione Roma annoVI con<br />
un lavoro sul fiume Tevere che si rifà alle atmosfere dei due più importanti<br />
lavori del fotografo milanese: "Bord du mer" sui porti della<br />
Norman<strong>di</strong>a e "Beirut 1991", per il particolare colore che riprende nelle<br />
nuove fotografie <strong>di</strong> Roma. Nel ricco programma della kermesse curata<br />
da Marco Delogu, anche la seconda e<strong>di</strong>zione del Premio Internazionale<br />
FotoGrafia Baume & Mercier, ed il workshop sul territorio laziale, condotto<br />
da Olivo Barbieri e David Farrell con progetti sulla via Francigena.<br />
Dal 4 Aprile - 25 Maggio 2008<br />
www.fotografiafestival.it
54.approfon<strong>di</strong>menti Exibart.onpaper<br />
la fondazione<br />
che si farà museo<br />
Giovanni Guastalla, impren<strong>di</strong>tore, si racconta e racconta la propria creatura che sta prendendo sempre più corpo<br />
a Roma. La Fondazione Guastalla, dopo i primi vagiti nel centro storico della città, apre un nuovo e più<br />
funzionale spazio nella zona del Macro. Con l'idea <strong>di</strong>…<br />
�� Giovanni Guastalla, dopo<br />
Mendrisio e Milano, la<br />
Fondazione apre a Roma una<br />
sede. Ma non aveva già aperto<br />
uno spazio un anno fa?<br />
L'anno scorso si era aperto solo un<br />
ufficio le cui <strong>di</strong>mensioni non erano<br />
sufficienti a permettere l'esposizione<br />
<strong>di</strong> opere della collezione. Ora è<br />
stato approntato un vero spazio<br />
espositivo, in cui sarà esposta solo<br />
una collezione permanente, non<br />
saranno infatti realizzate delle<br />
mostre.<br />
Come nasce il suo interesse per<br />
l'arte?<br />
La mia passione per l'arte nasce<br />
molto presto, già durante il liceo.<br />
Pur avendo intrapreso all'università<br />
gli stu<strong>di</strong> economici, la mia passione<br />
è restata sempre latente ma<br />
mai <strong>di</strong>menticata. Una passione che<br />
ha attraversato tutta la storia dell'arte.<br />
Inizialmente mi interessava,<br />
infatti, l'arte antica, poi, per un<br />
lungo periodo, quella moderna.<br />
E l'arte contemporanea? Quando<br />
è arrivata?<br />
L'incontro, nel 2003, con Ludovico<br />
Pratesi, attuale <strong>di</strong>rettore artistico<br />
della Fondazione, è stato determinante<br />
per il mio completo avvicinamento<br />
all'arte contemporanea. Da<br />
allora, dall'iniziale approccio amatoriale,<br />
ho cominciato a visitare gallerie,<br />
musei, fiere, a leggere, a stu<strong>di</strong>are,<br />
per conoscere in maniera più<br />
approfon<strong>di</strong>ta, e ad acquistare i<br />
primi lavori.<br />
Che processo ha avuto la creazione<br />
della sua collezione?<br />
Dapprima ero principalmente<br />
orientato verso i giovani artisti italiani.<br />
Ma presto mi sono reso conto<br />
che il linguaggio dell'arte contemporanea<br />
è trasversale e quin<strong>di</strong> non<br />
può limitarsi ad uno specifico ambito<br />
geografico. E così sono entrati a<br />
far parte della collezione artisti<br />
come Peter Halley, James<br />
“<br />
L'incontro, nel 2003, con<br />
Ludovico Pratesi, attuale <strong>di</strong>rettore<br />
artistico della Fondazione, è stato<br />
determinante per il mio completo<br />
avvicinamento all'arte contemporanea<br />
Casbere o William Kentridge, che<br />
sono qui esposti.<br />
Tra l'arte contemporanea e quella<br />
moderna o antica vede una<br />
grossa frattura?<br />
Fondamentalmente no. La grossa<br />
<strong>di</strong>versità la vedo nell'approccio. Nel<br />
passato c'erano le gran<strong>di</strong> committenze<br />
che, in qualche maniera, dettavano<br />
i programmi iconografici.<br />
Ora, invece, l'artista ha una più<br />
ampia libertà d'azione, può così<br />
portare avanti una propria ricerca<br />
personale, esplorare apertamente<br />
temi e me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>versi. E trovo che<br />
conoscere i meccanismi <strong>di</strong> ricerca<br />
e <strong>di</strong> riflessione degli artisti sia un<br />
aspetto altrettanto interessante e<br />
affascinante.<br />
Da quali istanze nasce l'idea <strong>di</strong><br />
aprire una fondazione?<br />
Dall'intento <strong>di</strong> mostrare anche<br />
all'esterno le opere <strong>di</strong> artisti altrimenti<br />
costretti ad una <strong>di</strong>mensio-<br />
in alto:<br />
Giovanni<br />
Guastalla<br />
a sinistra:<br />
Ludovico<br />
Pratesi negli<br />
spazi della<br />
Fondazione<br />
in basso: Logo<br />
della<br />
Fondazione<br />
ne fortemente privata, per far<br />
percepire l'arte contemporanea<br />
con una chiave più <strong>di</strong>retta, con<br />
l'intenzione <strong>di</strong> far avvicinare più<br />
pubblico possibile.<br />
E per far avvicinare maggior<br />
pubblico, pensa <strong>di</strong> rivolgersi<br />
anche alle fasce più piccole, ad<br />
esempio alle scuole?<br />
Certamente. Come ben insegna<br />
la Fondazione Sandretto, che ha<br />
impiantato un efficiente settore<br />
della <strong>di</strong>dattica, anch'io ho in programma<br />
<strong>di</strong> attuare un programma<br />
<strong>di</strong>dattico rivolto alle scuole,<br />
dove purtroppo ancora manca<br />
un'educazione all'arte contemporanea.<br />
GLI ALTRI PROGRAMMI DELLA GUSTALLA. PARLA LUDOVICO PRATESI<br />
Quali saranno le personalità coinvolte nei primi incontri presso la fondazione? "<strong>Il</strong> programma dell'attività della<br />
Fondazione Guastalla prevede, per l'iniziale periodo marzo-giugno, delle tavole rotonde con una cadenza mensile, che<br />
hanno l'obiettivo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re temi quali il collezionismo, il mercato, la critica e i protagonisti dell'arte, ovvero l'artista.<br />
Per i rispettivi temi, sono stati invitati Giovanni Giuliani (collezionista), Lia Rumma (gallerista), Achille Bonito Oliva<br />
(critico) e Francesco Vezzoli (artista)". È il <strong>di</strong>rettore artistico della ‘Guastalla’, Ludovico Pratesi, a chiarire i prossimi<br />
obiettivi della Fondazione. A quanto ammonta il numero <strong>di</strong> collezionisti che afferiscono alla Fondazione? Come pensate<br />
<strong>di</strong> aumentarli per fare ancora più massa critica? "In stretti rapporti con l'Associazione Giovani Collezionisti, la<br />
Fondazione ha contatti con un cospicuo numero <strong>di</strong> collezionisti - solo a Roma circa una sessantina - impegnati nelle<br />
attività <strong>di</strong> promozione dell'arte contemporanea. Come detto, un accurato programma <strong>di</strong> seminari, visite guidate,<br />
incontri, tavole rotonde sarà l'ideale occasione per creare una vera e propria cultura del collezionismo". Un cenno<br />
agli spazi espositivi della Fondazione. Come si compongono architettonicamente e strutturalmente? "Ampi locali,<br />
situati al terzo piano <strong>di</strong> una caratteristica palazzina dei primi del Novecento, sapientemente risistemati, dove ogni<br />
cosa, dalle panche ai <strong>di</strong>vani, è stato appositamente creato, con un sistema <strong>di</strong> illuminazione ultima generazione, oltre<br />
agli ambienti specificamente de<strong>di</strong>cati agli uffici: poco meno <strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> vani, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse".<br />
info.<br />
Fondazione Guastalla<br />
via Franscini, 10 - 6850, Mendrisio (CH)<br />
Tel +41 91 6469262<br />
Fax +41 91 6469272<br />
via M. Barozzi, 6 - 20122, Milano<br />
Tel 02 76318866<br />
Fax0276028214<br />
viale Regina Margherita, 262 - 00198, Roma<br />
info@fondazioneguastalla.com<br />
www.fondazioneguastalla.com<br />
La scelta <strong>di</strong> Roma come si configura<br />
in tutto questo?<br />
Roma è una città che ha una<br />
forte connotazione turistica: è<br />
caotica, frenetica, e anche l'arte,<br />
molto spesso, ha una fruizione<br />
massificata, ed è vista come qualsiasi<br />
altro campo <strong>di</strong> speculazione<br />
economica. La Fondazione, che<br />
non ha assolutamente scopi <strong>di</strong><br />
lucro, vuole invece promuovere<br />
degli eventi che abbiano come<br />
principale obiettivo quello <strong>di</strong> far<br />
avvicinare quante più persone è<br />
possibile all'arte. E Roma ha delle<br />
gran<strong>di</strong> potenzialità.<br />
Ora aprite dunque questa nuova<br />
sede nella Macro-zona, che raddoppia<br />
i già inaugurati uffici nel<br />
centro storico della città. Cosa<br />
farete nel nuovo spazio?<br />
La zona Macro è un buon polo.<br />
Nel nuovo spazio essenzialmente<br />
si organizzeranno degli eventi,<br />
seminari e incontri sugli artisti e<br />
sulle loro opere. Col desiderio <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ventare anche un collettore per<br />
altri investitori.<br />
Ci sarà modo per i normali visitatori<br />
<strong>di</strong> vedere qualcosa <strong>di</strong> assimilabile<br />
al concetto <strong>di</strong> mostra o<br />
<strong>di</strong> esposizione permanente?<br />
Su appuntamento la<br />
Fondazione sarà aperta al pubblico.<br />
Quella che visiterà sarà<br />
una parte della collezione che,<br />
perio<strong>di</strong>camente, vedrà ruotare<br />
le <strong>di</strong>verse opere. Questo sarà<br />
quin<strong>di</strong> un ulteriore incentivo a<br />
venire in Fondazione.<br />
Immaginate collaborazioni con<br />
altre fondazioni che hanno sede<br />
a Roma? In che termini?<br />
Sì, ovviamente si collaborerà con<br />
altre fondazioni. Infatti, nei vari<br />
ambienti sono stati lasciati <strong>di</strong> proposito<br />
degli spazi liberi, al fine <strong>di</strong><br />
ospitare le opere che le <strong>di</strong>verse<br />
fondazioni o istituzioni vorranno<br />
mettere a <strong>di</strong>sposizione. E su queste<br />
opere organizzare l'evento,<br />
in<strong>di</strong>viduando dei temi guida, intorno<br />
ai quali organizzare incontri,<br />
seminari, <strong>di</strong>battiti.<br />
In definitiva cosa si prefigge <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ventare la Fondazione, cosa<br />
vuole che sia tra uno o due anni?<br />
Un sogno è quello <strong>di</strong> aprire un<br />
museo, con una propria collezione,<br />
per promuovere l'arte contemporanea.<br />
�<br />
[a cura <strong>di</strong> daniela trincia]
56.nuovi spazi Exibart.onpaper<br />
GIU*BOX GALLERY napoli<br />
Giù, in un box auto del Vomero, nasce un nuovo spazio napoletano. Con l'obiettivo <strong>di</strong> 'svegliare' culturalmente la zona collinare partenopea. Tante iniziative all'insegna della<br />
varietà, proprio come in un juke-box. Ce ne parla Michele del Vecchio…<br />
Come nasce il nome e il progetto<br />
Giu*Box Gallery?<br />
Giu*Box significa letteralmente<br />
"giù ai box" e vuole evocare il<br />
<strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> musica tanto<br />
amato dal modernariato. L'idea<br />
è che ogni artista possa portare<br />
la propria esperienza e creatività<br />
nella scatola magica <strong>di</strong><br />
Giu*Box.<br />
Perché al Vomero?<br />
L'offerta culturale a Napoli si svolge<br />
quasi interamente nella parte bassa<br />
della città. La nostra sfida è rilanciare<br />
il Vomero, partendo dalla sua<br />
parte più bella, la collina <strong>di</strong> San<br />
Martino.<br />
Ti sei formata a Roma. Da dove la decisione <strong>di</strong><br />
aprire la tua galleria in Campania?<br />
Roma è stato (ed è...) un luogo fondamentale<br />
per me, dove ho avuto la possibilità <strong>di</strong> incontrare<br />
persone da cui ho imparato moltissimo:<br />
penso, tra gli altri, a Stefania Miscetti e<br />
Giovanni Giuliani, con i quali ho lavorato per<br />
molto tempo e che non avrei potuto incontrare<br />
altrove. Con gli anni ho realizzato che era<br />
importante mettere a frutto l'esperienza accumulata,<br />
ed essendo Salerno la mia città, mi è<br />
sembrato importante avviare un'attività qui<br />
piuttosto che altrove.<br />
Salerno è una città modello, specie in una<br />
regione non propriamente in linea con stan-<br />
Descrivici brevemente lo spazio<br />
espositivo.<br />
È uno spazio sui generis, unico a<br />
Napoli. Nasce dalla fusione <strong>di</strong> un<br />
locale deposito con un box auto. Ha<br />
due ingressi: uno "istituzionale", che<br />
porta in un salotto dell'arte, caldo<br />
ed accogliente; l'altro "urbanometropolitano",<br />
con accesso <strong>di</strong>rettamente<br />
dai garage, che conduce<br />
Via Bonito 21/b<br />
Mob 339 2029153<br />
www.giubox.it<br />
info@giubox.it<br />
info.<br />
nello spazio "Box",<br />
dove una parete<br />
rosso fuoco contrasta<br />
col freddo materico<br />
<strong>di</strong> alluminio e<br />
ferro.<br />
dard <strong>di</strong> vivibilità svedesi.<br />
Cre<strong>di</strong> che vi sia, oltre alla<br />
qualità della vita ed al buongoverno,<br />
anche un mercato<br />
per l'arte?<br />
Salerno è assetata <strong>di</strong> cultura,<br />
ma l'offerta è ancora bassa.<br />
C'è molto interesse, lo vedo<br />
dalla gente che mi sta<br />
seguendo e vuole essere<br />
aggiornata sugli artisti con i quali lavorerò. Ho<br />
conosciuto anche dei giovani promettenti collezionisti,<br />
e poi l'esperienza decennale <strong>di</strong> altre gallerie<br />
in città è in<strong>di</strong>ce del fatto che c'è fermento.<br />
Tutto questo, chiaramente, non esclude relazioni<br />
con città <strong>di</strong>verse da Salerno, fondamentali<br />
per la mia crescita, ma anche per la crescita<br />
dei miei artisti.<br />
Parlaci del tuo spazio.<br />
La galleria si trova in palazzo del XVII secolo e<br />
occupa la zona dell'allora teatro, che, da stu<strong>di</strong><br />
recenti, è documentato come il primo della<br />
città. La location è conosciuta in città perché,<br />
C'è un'attenzione<br />
particolare per la fotografia<br />
nelle vostre scelte espositive?<br />
La fotografia è al centro delle nostre<br />
scelte espositive: c'è nuovamente una<br />
grande attenzione verso l'arte <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare<br />
con la luce. Ospiteremo sia artigiani<br />
della camera oscura, che ancora<br />
scattano in analogico e stampano<br />
personalmente le proprie immagini,<br />
sia artisti del <strong>di</strong>gitale.<br />
Con quali artisti<br />
lavorerete?<br />
I giovani sono il fulcro<br />
della nostra programmazione:scoviamo<br />
talenti nel<br />
mare magnum dell'arte<br />
e lavoriamo<br />
con quelli che ci propongono<br />
progetti. Nella programmazione<br />
del 2008 ci saranno<br />
comunque un paio <strong>di</strong> "chicche" <strong>di</strong><br />
artisti già affermati.<br />
Ci sono progetti correlati all'attività<br />
espositiva?<br />
Legare progetti ed eventi all'attività<br />
espositiva è priorità <strong>di</strong> Giu*Box. Si<br />
per molto tempo, ha ospitato<br />
il locale "Le Botteghelle", dove<br />
negli anni Ottanta si sono<br />
svolti concerti e performance<br />
all'avanguar<strong>di</strong>a, che molti<br />
ricordano con profonda<br />
nostalgia! La struttura è<br />
rimasta invariata: uno spazio<br />
longitu<strong>di</strong>nale <strong>di</strong>viso in due<br />
navate, una riservata all'ufficio,<br />
l'altra allo spazio espositivo. L'accesso alla<br />
galleria è dato da un'ampia corte, su cui si<br />
affacciano vecchi palazzi del centro storico,<br />
mentre dall'ufficio si passa ad una terrazza che<br />
si apre nella corte seicentesca. L'ambiente<br />
essenziale della galleria è quin<strong>di</strong> circondato da<br />
riferimenti alla storia e alle stratificazioni culturali<br />
che caratterizzano la città.<br />
Ti devi creare una scuderia <strong>di</strong> artisti. Come<br />
procederai?<br />
Procederò come sempre: viaggiando, visitando<br />
mostre e fiere, alla scoperta <strong>di</strong> giovani che vorrei<br />
coinvolgere soprattutto con progetti site<br />
va da attività e<strong>di</strong>toriali - quali la produzione<br />
<strong>di</strong> cataloghi - ad eventi collegati<br />
alle mostre: performance musicali,<br />
cene d'arte, proiezioni <strong>di</strong> film.<br />
Quali le prossime mostre in cantiere?<br />
L'8 marzo inauguriamo la collettiva<br />
Non Fiori Ma Opere, per ridare<br />
senso al significato originale della<br />
Festa della Donna, <strong>di</strong>ventata ormai<br />
Festa della Mimosa. Ad aprile, la<br />
personale Bucolici del fotografo<br />
Giovanni Barba. Un intenso lavoro<br />
sugli anziani della sua terra, Teano,<br />
già premiato dal National<br />
Geographic. (alessandra troncone)<br />
OTTO ZOO milano<br />
Francesca Guerrizio e Maurizio Azzali. Chi sono? Da dove vengono? Dove vogliono andare? Breve intervista con i due neogalleristi milanesi. Provenienti dal mondo della<br />
moda e della regia. E proiettati verso la fotografia e non solo. In un loft molto milanese...<br />
Francesca Guerrizio e<br />
Maurizio Azzali. Chi siete,<br />
da dove venite, perché vi<br />
è venuta l'idea <strong>di</strong> una galleria<br />
d'arte?<br />
Io mi occupo <strong>di</strong> immagine<br />
e <strong>di</strong> eventi e ho lavorato nel<br />
mondo della moda e dell'arte,<br />
organizzando<br />
mostre. Per esempio, nel<br />
2006, la prima mostra a<br />
Milano <strong>di</strong> tre artisti in<strong>di</strong>ani<br />
contemporanei, Jitish Kallat, Justin Ponmany e<br />
Cosa spinge due artisti ad aprire il<br />
proprio atelier a progetti <strong>di</strong>versi, al<br />
pubblico e alla città?<br />
Ci ha spinti la voglia <strong>di</strong> metterci in<br />
gioco e trovare stimoli relazionandoci<br />
con altri artisti e ospitandoli nei<br />
nostri spazi <strong>di</strong> lavoro. Serioquattro è<br />
un luogo misto: laboratorio artigianale,<br />
spazio famigliare e, insieme, espositivo,<br />
il tutto incorniciato in un e<strong>di</strong>ficio<br />
industriale bianco e azzurro. Una<br />
proposta nuova che speriamo possa<br />
muovere e incuriosire una città<br />
come Bergamo, <strong>di</strong>ventando un punto<br />
<strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> produzione.<br />
Se doveste comporre uno slogan e<br />
una campagna pubblicitaria per<br />
SERIOQUATTRO, cosa <strong>di</strong>reste?<br />
Via Botteghelle, 55<br />
info@tiziana<strong>di</strong>caro.it<br />
www.tiziana<strong>di</strong>caro.it<br />
Susie J. Lee dal 12 aprile 2008<br />
Se dovessimo immaginare la voce<br />
registrata e impostata <strong>di</strong> uno spot si<br />
potrebbe sentire: "Serioquattro, lo<br />
spazio <strong>di</strong> Simone Casati, fotografo e<br />
writer, e Marinella Tasca, stilista; due<br />
stanze <strong>di</strong> lavoro, un capannone, un<br />
set fotografico, un ampio cortile,<br />
pareti e corridoi per esporre e i due<br />
cani, Cindra e Noé, c'è vita su<br />
Bergamo, suona il campanello!".<br />
Passati i tempi dei limiti e delle convenzioni,<br />
nel vostro progetto la<br />
moda, il writing, il <strong>di</strong>segno, l'e<strong>di</strong>toria<br />
si uniscono. A quale scopo?<br />
Principalmente per evolversi, anche<br />
rispetto agli stessi linguaggi <strong>di</strong> appartenenza,<br />
ma anche per riconoscersi,<br />
trovare connessioni, legami umani e<br />
info.<br />
Pushpamala. Maurizio è un<br />
regista con un passato da<br />
artista. La galleria è il<br />
punto d'arrivo <strong>di</strong> una passione<br />
per l'arte contemporanea<br />
che da tempo con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo.<br />
Milano è la città con più<br />
gallerie d'arte d'Europa.<br />
Come pensate <strong>di</strong> ritagliarvi<br />
il vostro spazio?<br />
Ci proviamo. La nostra è una passione, che rite-<br />
SERIOQUATTRO Seriate (bg)<br />
Quattro parole per descrivere un progetto ambizioso. Un writer e una stilista fanno <strong>di</strong> un capannone il loro atelier e per <strong>di</strong> più lo aprono al pubblico come spazio espositivo.<br />
Tutto per <strong>di</strong>re: qui si fa sul Serio...<br />
filosofici, presentarsi a pubblici <strong>di</strong>versi<br />
e in modo nuovo. La collaborazione<br />
con l'e<strong>di</strong>toria è nata della voglia<br />
<strong>di</strong> unire le energie con una realtà<br />
e<strong>di</strong>toriale bergamasca nuova come<br />
Libri Aparte e inaugurare una collana<br />
<strong>di</strong> libri d'artista con Serioquattro<br />
che presenta lo spazio, i suoi "abitanti"<br />
e il loro lavoro.<br />
info.<br />
Via Serio, 4/a<br />
Tel 035 4523071<br />
serioquattro@gmail.com<br />
www.myspace.com/serioquattro<br />
'<strong>Il</strong> Simo Superstar Vs Michael<br />
Jackson' fino al 31 marzo<br />
niamo possa svilupparsi positivamente. Spazio<br />
c'è sempre laddove si propone una ricerca sensata,<br />
pensata, non solo commerciale.<br />
Siete in un ex magazzino <strong>di</strong> tessuti. Che genere<br />
<strong>di</strong> spazio avete a <strong>di</strong>sposizione per le<br />
Via Vigevano, 8<br />
Alexandra Catiere / Elena Zichon - Anima russa<br />
fino a tutto febbraio<br />
Riuscireste a<br />
descrivere la location<br />
in due parole?<br />
Una: il fiume, e<br />
l'altra?<br />
Sì, il fiume sicuramente<br />
può essere<br />
una delle immagini<br />
possibili e, per contrasto<br />
con l'idea del<br />
flusso, la seconda<br />
parola potrebbe essere "forma";<br />
dare forma a un flusso <strong>di</strong> idee, persone,<br />
immagini... possibile?<br />
L'apertura ha dato spazio anche al<br />
lavoro <strong>di</strong> un artista che non opera<br />
dentro SERIOQUATTRO. Qualche<br />
anticipazione sul futuro...<br />
mostre? <strong>Il</strong> classico ex-industrial milanese?<br />
Uno spazio <strong>di</strong> duecento metri quadri, molto<br />
minimale. Lo abbiamo lasciato com'era, con un<br />
sapore industriale. La particolarità è che si<br />
apre su due cortili interni.<br />
Avete iniziato con due fotografe. Cosa proporrete<br />
nel prosieguo della stagione?<br />
Ancora fotografia fino a giugno: Lillian Bassman<br />
e Paul Himmel, due maestri della fotografia<br />
americana, Bharat Sikka, un fotografo in<strong>di</strong>ano<br />
emergente. Poi, dall'autunno, altre forme <strong>di</strong><br />
arte contemporanea.<br />
A chiusura della<br />
mostra "<strong>Il</strong><br />
Simosuperstar<br />
vs Michael<br />
Jackson +<br />
Cabaret" <strong>di</strong><br />
S i m o n e<br />
Facchinetti, il 22<br />
marzo sarà presentato<br />
il libro<br />
ASSUM PRETO <strong>di</strong><br />
Os Gemeos, i due gemelli writers<br />
brasiliani, sempre in collaborazione<br />
con Libri Aparte che, insieme<br />
alla Galleria Armocida <strong>di</strong> Milano,<br />
cura il volume, mentre a maggio,<br />
in data da definirsi, saranno presentati<br />
i lavori ine<strong>di</strong>ti site specific<br />
dell'artista SAPO-e.<br />
TIZIANA DI CARO salerno<br />
Dopo lunghi anni <strong>di</strong> esperienza e formazione a Roma, la giovane gallerista esor<strong>di</strong>sce con uno spazio tutto nuovo nella sua città. Reciterà questa parte in un luogo che fu il<br />
primo teatro <strong>di</strong> Salerno...<br />
info.<br />
specific. Mi interessa lavorare con artisti stranieri<br />
che non hanno mai avuto esperienze in<br />
Italia e con gli italiani che seguo da tempo, invitandoli<br />
a realizzare progetti nuovi, il più possibile<br />
connessi con la città e con il luogo.<br />
Quali saranno gli eventi espositivi da qui alla<br />
fine della stagione?<br />
L'apertura è programmata per il 12 aprile<br />
2008 con una mostra personale <strong>di</strong> Susie J.<br />
Lee intitolata Bo<strong>di</strong>es of Water. Ho conosciuto<br />
Susie nel 2006, a Miami, dove esponeva alla<br />
fiera Aqua, con la sua galleria <strong>di</strong> Seattle.<br />
A giugno un'artista spagnola, Monica Alonso,<br />
che ho conosciuto a Roma durante una sua<br />
residenza alla Real Academia de España.<br />
E per la nuova stagione?<br />
Subito dopo l'estate proporrò una doppia personale<br />
<strong>di</strong> due artisti italiani, Alessandro<br />
Piangiamore e Stanislao Di Giugno, che per la<br />
prima volta lavoreranno in tandem. Per fine<br />
anno è in programma la mostra <strong>di</strong> Meris<br />
Angioletti.
Exibart.onpaper nuovi spazi.57<br />
TRIFOGLIO NERO genova<br />
Una galleria tenace. Come un trifoglio nero, particolare specie <strong>di</strong> pianta. Nel cuore <strong>di</strong> Genova, proprio dentro gli spazi <strong>di</strong> Palazzo Ducale, prende forma in primavera una<br />
nuova realtà galleristica. Con le idee piuttosto chiare...<br />
<strong>Il</strong> Trifoglio Nero. Perché questo<br />
bizzarro nome per una<br />
nuova galleria?<br />
<strong>Il</strong> Trifoglio Nero può avere<br />
<strong>di</strong>versi significati. Uno <strong>di</strong> questi<br />
è l’eccezionale resistenza<br />
della pianta, quasi impossibile<br />
da sra<strong>di</strong>care.<br />
Chi è il Trifoglio Nero?<br />
<strong>Il</strong> Trifoglio Nero è una comunione<br />
<strong>di</strong> intenti nata da un insieme <strong>di</strong> percorsi personali<br />
provenienti dal mondo dell'impresa, dell'arte,<br />
della comunicazione. Noi però proponiamo che<br />
l'attenzione sia sull'arte e gli artisti che promuoviamo<br />
piuttosto che su <strong>di</strong> noi.<br />
Che tipo <strong>di</strong> milieu galleristico-artistico c'è a<br />
AMTGALLERY milano<br />
Giovane? Di più, giovanissimo. Ma con tanta, tanta esperienza. Prima in una collezione, poi per conto <strong>di</strong> un grande gallerista milanese. Oggi, però, è tempo <strong>di</strong> mettersi in proprio.<br />
Di fare da sé. E dove se non a Milano? Ecco cosa ci <strong>di</strong>ce Alberto Matteo Torri…<br />
Giovanissimo, ma già con una corposa<br />
esperienza alle spalle. Parlaci<br />
della tua carriera fino ad ora e <strong>di</strong><br />
come sei arrivato ad aprire questo<br />
nuovo spazio a Milano.<br />
Inizialmente ho collaborato con un<br />
importantissimo collezionista d'arte<br />
moderna e ho compiuto una ricerca<br />
approfon<strong>di</strong>ta sull'arte contemporanea.<br />
Nel 2003 Primo Marella mi ha<br />
chiesto <strong>di</strong> aprire un suo spazio a<br />
Como, Marella Project space, che ho<br />
<strong>di</strong>retto per due anni. Nel 2005, grazie<br />
all'esperienza ed ai preziosi insegnamenti<br />
ricevuti, ho deciso <strong>di</strong> proseguire<br />
il mio cammino da solo fondando<br />
AMTgallery. Adesso, compiuti venticin-<br />
Chi è Carnaby? Nome, cognome e storia del<br />
promotore dell'iniziativa.<br />
Carnaby è un'esposizione <strong>di</strong> design nata alla metà<br />
degli anni Sessanta per iniziativa <strong>di</strong> mio padre<br />
Giancarlo, in uno dei più <strong>di</strong>namici <strong>di</strong>stretti industriali<br />
dell'epoca. La struttura è stata <strong>di</strong>segnata<br />
dall'architetto Ennio Arosio e negli anni è stata<br />
conservata intatta, con l'unica aggiunta <strong>di</strong> una<br />
scultura monumentale <strong>di</strong> Antonio Ievolella, posta<br />
all'ingresso. Anche grazie all'impulso dato dal collezionista<br />
Matteo Rossini, quest'anno, all'interno<br />
<strong>di</strong> Carnaby, è nato Carnaby 1st Floor, uno spazio<br />
non commerciale de<strong>di</strong>cato alla cultura del design<br />
e delle arti visive.<br />
Via Valassina 350<br />
info@carnabysrl.it<br />
www.carnabysrl.it<br />
Dall'8 marzo "Of the shelf"<br />
que anni, insieme alla mia meravigliosa<br />
futura mogliettina, ho trasferito la<br />
galleria a Milano.<br />
Milano ha avuto alcuni anni <strong>di</strong> crisi<br />
d'identità. Intrave<strong>di</strong> un riscatto<br />
all'orizzonte?<br />
Purtroppo la città risente della mancanza<br />
<strong>di</strong> istituzioni pubbliche che possano<br />
proporre gran<strong>di</strong> mostre d'arte<br />
contemporanea. Sarebbe importante<br />
ci fosse almeno un buon museo in<br />
grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> sufficienti<br />
per assumere curatori e allestitori <strong>di</strong><br />
fama internazionale.<br />
Sei portatore, come gallerista, <strong>di</strong><br />
info.<br />
Una collezione concepita come una<br />
libreria. Fuor <strong>di</strong> metafora, <strong>di</strong> cosa si<br />
tratta?<br />
È un invito a de<strong>di</strong>care più tempo alla<br />
lettura dei lavori. Nessuno può pensare<br />
<strong>di</strong> leggere un libro <strong>di</strong> duecento pagine<br />
in pochi minuti, la stessa cosa<br />
dovrebbe valere anche per un'opera<br />
d'arte. Soprattutto da quando le opere<br />
si sono trasformate in operazioni e<br />
quello che ve<strong>di</strong>amo, spesso, non è<br />
altro che una forma <strong>di</strong> documentazione<br />
del processo. <strong>Il</strong> flusso me<strong>di</strong>atico <strong>di</strong><br />
cui siamo investiti porta a vedere molte cose<br />
senza approfon<strong>di</strong>rne nessuna. In una libreria,<br />
invece, si entra sapendo che passeremo del<br />
tempo con quello che scegliamo. In pratica, si<br />
tratta <strong>di</strong> trasmettere un certo modo <strong>di</strong> vedere le<br />
cose, che è quello dell'autore <strong>di</strong> questa collezione.<br />
Esiste davvero, dunque, un rapporto fecondo<br />
tra arte e design? Come si palesa?<br />
Credo che un rapporto fecondo tra le arti esista<br />
una riflessione attenta sul mercato<br />
internazionale. Quali sono le tue idee<br />
e le tue linee guida?<br />
Scelgo solo artisti giovani, soprattutto<br />
mai visti in Italia. Seguo da vicino il programma<br />
delle gran<strong>di</strong> gallerie <strong>di</strong> New<br />
York e le fiere d'arte, in questo modo<br />
ho la possibilità <strong>di</strong> entrare in contatto<br />
con artisti <strong>di</strong> fama internazionale che<br />
hanno fatto o faranno apparizioni in<br />
mostre museali, vincitori <strong>di</strong> premi<br />
importanti e protagonisti <strong>di</strong> autorevoli<br />
pubblicazioni.<br />
Parlaci del tuo spazio milanese.<br />
Com'è fatto, come lo sfrutterai, che<br />
caratteristiche ha, in che zona è<br />
info.<br />
Via de Bernar<strong>di</strong>, 1<br />
amtorri@gmail.com<br />
Inaugurazione "Albert Pinya" 6 marzo<br />
posizionato?<br />
Per la mia galleria milanese ho preferito<br />
uno spazio piccolo, molto caratterizzato<br />
da elementi classici: colonne e<br />
ampie porte <strong>di</strong> legno, che sono state<br />
allo stesso tempo mantenute e annullate<br />
dall'uso del bianco. Ho scelto un<br />
palazzo Liberty in una bella zona residenziale<br />
<strong>di</strong> Milano, via de Bernar<strong>di</strong> 1,<br />
tra viale Piave e viale Majno.<br />
e si manifesti con chiarezza nel<br />
momento in cui non si avverte più il<br />
confine tra una cosa e l'altra, anche se<br />
si possono riconoscere le rispettive<br />
identità. In ogni ambiente, da quello<br />
naturale a quello domestico, i risultati<br />
migliori si ottengono quando si riesce<br />
a stabilire un rapporto <strong>di</strong> continuità tra<br />
architettura, opere d'arte e oggetti <strong>di</strong><br />
design, nel rispetto delle funzioni, non<br />
ultima quella estetica. Parafrasando<br />
Umberto Eco, dunque, <strong>di</strong>rei che l'intelligenza<br />
dei creativi sta nel lasciare le<br />
porte aperte.<br />
I vostri spazi?<br />
Carnaby 1st Floor è uno spazio <strong>di</strong> oltre trecento<br />
metri quadri, con forma a L, in<strong>di</strong>pendente dal<br />
resto dell'esposizione. Le opere in mostra non<br />
sono in ven<strong>di</strong>ta, come testimoniano anche i<br />
numerosi patrocini concessi dagli enti locali. A<br />
motivarci è stata la volontà <strong>di</strong> creare un luogo<br />
dove si potesse promuovere l'aspetto al pubblico<br />
Un cenno alle cose che proporrai<br />
da qui alla fine della stagione.<br />
Inaugureremo il 6 marzo con una<br />
personale <strong>di</strong> Albert Pinya, giovanissimo<br />
artista majorchino, classe<br />
1985, già visto in una mostra<br />
curata da Achille Bonito Oliva e <strong>di</strong><br />
cui si intravede una personale in<br />
un'importante galleria <strong>di</strong> Anversa.<br />
<strong>Il</strong> 15 maggio presenteremo una<br />
mostra personale <strong>di</strong> Petra e<br />
JeanFrancois Moriceau, che<br />
andranno a mo<strong>di</strong>ficare lo spazio<br />
con una loro grande installazione,<br />
sui toni <strong>di</strong> quelle gia viste Al<br />
LACMA <strong>di</strong> Los Angeles o ad art<br />
Unlimeted as Art Basel.<br />
CARNABY FIRST FLOOR lissone (mi)<br />
L'idea? C'è. Ed è quella <strong>di</strong> concepire la galleria d'arte come una libreria. Scomodando temi come la lettura e il tempo. In uno spazio che è il primo <strong>di</strong> una grande, storica,<br />
esposizione <strong>di</strong> design. Ce ne parla Massimiliano Arienti…<br />
Roma forse è arrivata per prima<br />
(con Dorothy Circus e Mondo<br />
Bizzarro). Ma ora arriva in forze<br />
anche Milano. Perché tutta questa<br />
attenzione a Lowbrow, Post-graffitismo,<br />
Pop Surrealism et similia?<br />
Milano non ha mai avuto una galleria<br />
'de<strong>di</strong>cata' ma in città l'arte del genere<br />
Lowbrow, Post Graffitismo è arrivata<br />
decisamente prima che non a Roma;<br />
artisti del genere hanno esposto fin<br />
dal 2001, basti ricordare mostre<br />
come Arte Impropria (2003), Now<br />
Underground (2004) e Urban Edge<br />
Show (2005). The Don Gallery sarà<br />
un punto <strong>di</strong> riferimento internazionale<br />
Genova. La città riesce ad<br />
esprimere un collezionismo?<br />
Genova è un mix ipnotico e inestricabile<br />
<strong>di</strong> storia millenaria,<br />
commercio, incrocio <strong>di</strong> culture,<br />
tra<strong>di</strong>zioni fortemente locali e<br />
vocazioni internazionali. La<br />
città è un crocevia/porto <strong>di</strong><br />
merci, genti, culture.<br />
L'ambiente dell'arte ha come<br />
territorio <strong>di</strong> partenza questo<br />
ambiente e da questo ne è influenzata.<br />
Di che tipologia <strong>di</strong> ambiente espositivo <strong>di</strong>sponete?<br />
Lo spazio espositivo nasce in Palazzo Ducale,<br />
uno degli e<strong>di</strong>fici più "monumentali" e vivi al<br />
tempo stesso della città, sede delle mostre isti-<br />
per queste correnti artistiche, e riserverà<br />
particolare attenzione alla produzione<br />
europea, giapponese e del centro<br />
e sud America.<br />
Chi c'è <strong>di</strong>etro?<br />
Dietro The Don Gallery c’è Matteo<br />
Donini alias The Don, da più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci<br />
anni appassionato collezionista e<br />
sostenitore del movimento. La sua<br />
collezione vanta più <strong>di</strong> cento opere <strong>di</strong><br />
artisti italiani ed internazionali, mille<br />
serigrafie e la più importante collezione<br />
<strong>di</strong> toys d'Italia. Fra le altre sue attività<br />
anche quella <strong>di</strong> autore, con<br />
Bo130 e Microbo del libro Izastikup.<br />
Le cose che proponete iniziano ad<br />
avere una certa richiesta <strong>di</strong> mercato<br />
anche in Italia?<br />
<strong>Il</strong> mercato in Italia inizia a svegliarsi<br />
seguendo la tendenza americana e <strong>di</strong><br />
città europee come Londra, Berlino e<br />
Parigi. <strong>Il</strong> mercato è ancora acerbo,<br />
ma con gran<strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> crescita.<br />
Come si compongono i<br />
vostri spazi espositivi <strong>di</strong><br />
via Melzo?<br />
Lo spazio <strong>di</strong> via Melzo è<br />
un locale unico <strong>di</strong> cento<br />
metri quadri <strong>di</strong> proprietà<br />
<strong>di</strong> un noto gallerista. La<br />
galleria utilizzerà questi<br />
spazi solo per le prime<br />
mostre, in seguito cambierà<br />
sede.<br />
Anticipazioni su tutto il<br />
prosieguo della stagione.<br />
<strong>Il</strong> 5 marzo il grande opening con la collettiva<br />
Wake Up! dove saranno espo-<br />
meno evidente del nostro settore. Carnaby vende<br />
mobili, ma quello che ven<strong>di</strong>amo spesso proviene<br />
da un retroterra <strong>di</strong> idee e creatività che è molto<br />
<strong>di</strong>fficile riuscire a comunicare. Penso al caso <strong>di</strong><br />
Ettore Sottsass e agli anni d'oro <strong>di</strong> Poltronova.<br />
Quella era un'impresa che doveva produrre profitti,<br />
ma il suo successo è <strong>di</strong>peso in gran parte dalla<br />
capacità <strong>di</strong> entrare in rapporto con la cultura, l'innovazione<br />
e le energie più vive. Credo che questo<br />
sia ancora un modello vincente.<br />
Le prossime attività?<br />
Carnaby 1st Floor intende produrre tre mostre<br />
all'anno rispettivamente de<strong>di</strong>cate all'arte, al<br />
design e all'architettura. Le prime due saranno<br />
riservate all'attualità, mentre per l'architettura si<br />
intende privilegiare la prospettiva storica. La prossima<br />
mostra, dunque, sarà una collettiva de<strong>di</strong>cata<br />
ai designer che lavorano con le gallerie d'arte<br />
che producono pezzi unici. In seguito, stiamo pensando<br />
ad una mostra che approfon<strong>di</strong>sca gli<br />
aspetti più ine<strong>di</strong>ti della figura dell'architetto<br />
Gianfranco Frattini.<br />
THE DON GALLERY milano<br />
Perché "The Don"? Perché l'animatore è proprio lui, quel Matteo Donini che da <strong>di</strong>eci anni segue, si appassiona e soprattutto colleziona questo particolare tipo <strong>di</strong> arte fatta <strong>di</strong><br />
toys e Surrealismo Pop. Da esporre, intanto, negli spazi <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Guenzani a Milano...<br />
Via Melzo 5<br />
Mob 335 7439985<br />
www.thedongallery.com<br />
info.<br />
tuzionali più gran<strong>di</strong> promosse dalla città e situato<br />
nel centro <strong>di</strong> Genova, al confine tra il centro<br />
storico (uno dei più estesi in Europa) e la città<br />
nuova. L'ambiente della galleria si affaccia sulla<br />
piazza principale ed è composto da cento metri<br />
quadri con tre <strong>di</strong>versi spazi/stanze.<br />
Un cenno alle vostre prossime uscite fino alla<br />
conclusione della stagione 2007/2008.<br />
La Galleria esor<strong>di</strong>sce il 29 marzo 2008 con la<br />
prima mostra italiana <strong>di</strong> José Parlá, artista statunitense,<br />
figlio <strong>di</strong> esuli cubani, che rappresenta il linguaggio<br />
delle città. L'analisi <strong>di</strong> Parlá vede la città<br />
come un enorme palinsesto, una grande intelaiatura<br />
culturale dell'uomo, sul quale chi la attraversa<br />
o la abita lascia i propri segni. L'artista parte<br />
dal proprio vissuto nell'ambiente metropolitano e<br />
da questi segni, figli del bisogno primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
esprimersi e tracciare la propria esistenza. Le<br />
opere spesso sono composte anche da materiali<br />
presi fisicamente dal tessuto urbano.<br />
La seconda mostra è "Along the Horizon" <strong>di</strong><br />
IngridMwangiRobertHutter, che aprirà dal 17<br />
maggio al 28 giugno 2008. Con questa mostra,<br />
il collettivo IngridMwangiRobertHutter pone l'attenzione<br />
sulle interconnessioni e gli squilibri tra la<br />
vita in Europa e quella della gente africana, rappresentando<br />
questo tema con l'uso <strong>di</strong> video,<br />
installazioni e lavori <strong>di</strong> fotografia.<br />
Piazza Matteotti, 80r<br />
www.iltrifoglionero.com<br />
dal 29 marzo Josè Parlà<br />
info.<br />
ste le opere <strong>di</strong> Alexone<br />
(FR), Will Barras (UK),<br />
Bo130 (IT), Dave the<br />
Chimp (UK), Ericailcane<br />
(IT), Galo (IT), Jeremy Fish<br />
(USA), Microbo (IT), Mr<br />
Jago (UK), Space Invader<br />
(FR), San (SP), The<br />
London Police (UK); a<br />
luglio un confronto fra<br />
due artisti italiani, Bo130<br />
e Microbo, e due artisti<br />
americani; a settembre<br />
due dei nomi d’importanza<br />
internazionale: Jeremy Fish e Will<br />
Barras.
58.déjà vu Exibart.onpaper<br />
TRENTO.<br />
Joan Jonas<br />
La ritualità e la cinepresa <strong>di</strong>ventano un<br />
tutt'uno, nell'idea <strong>di</strong> confronto con l'esterno<br />
e la natura. Jonas l'ha imparato<br />
da Aby Warburg e dagli in<strong>di</strong>ani Hopi. Lo<br />
ha confessato nella corrispondenza<br />
"privata" con Valie Export, sulla rivista<br />
della Galleria Civica. Ora lo <strong>di</strong>mostra...<br />
Strutture in legno<br />
su pie<strong>di</strong>stalli si<br />
aprono per porgere<br />
all'altezza dello<br />
sguardo i monitor<br />
posizionati all'interno.<br />
Sono una sorta<br />
<strong>di</strong> teatrini che introducono<br />
lo spettatore<br />
dentro l'immagine,<br />
dentro l'esperienza<br />
privata <strong>di</strong> Joan Jonas (New<br />
York, 1936). I video raccontano un'in<strong>di</strong>vidualità,<br />
i passaggi per appropriarsi<br />
della propria identità, il passare del<br />
tempo. Le installazioni richiamano l'idea<br />
degli antichi teatri delle meraviglie<br />
e a questi fa riferimento anche il titolo<br />
della mostra, My Theater. Ma ciò che<br />
viene mostrato non ha nulla <strong>di</strong> meraviglioso,<br />
<strong>di</strong> fittizio, <strong>di</strong> lontano; è la vita<br />
stessa. Quella <strong>di</strong> una donna <strong>di</strong> mezza<br />
età. Mai si nasconde <strong>di</strong>etro a un atteggiamento<br />
teatrale, scenografico,<br />
costruito; l'artista non teme <strong>di</strong> ripetere,<br />
trent'anni dopo, un progetto come My<br />
New Theater VI, Good Morning, Good<br />
Night '06. Per un mese si è svegliata e<br />
addormentata "salutando" la macchina<br />
da presa. Lo ha fatto nel '76, lo ha<br />
rifatto nel 2006. E in questa ripresa<br />
fissa la videocamera, si riflette con lei<br />
in uno specchio: è una seconda protagonista.<br />
Per Jonas, che ha iniziato a<br />
fare arte negli anni '60, il video è sempre<br />
stato un mezzo espressivo fondamentale,<br />
e non solo uno strumento per<br />
documentare le sue performance, ma<br />
un simbolo dello sguardo dell'Altro con<br />
cui confrontarsi. L'artista ha sfruttato il<br />
pro<strong>di</strong>gio - per usare un termine da<br />
wunderkammer - della cinepresa<br />
come qualcosa che è entrato a far<br />
parte della sua arte così come della<br />
sua vita. Niente a che vedere con un'idea<br />
<strong>di</strong> Grande Fratello che osserva <strong>di</strong><br />
nascosto dall'alto. Nelle sue opere,<br />
infatti, <strong>di</strong>etro alla videocamera c'è sempre<br />
qualcuno che viene citato nelle<br />
<strong>di</strong>dascalie, che non mancano <strong>di</strong> aggiungere<br />
riferimenti biografici e ispirazioni<br />
letterarie, che <strong>di</strong>vengono tutt'uno con il<br />
video. Del resto, la cinepresa è un analogo<br />
dello specchio, che è un altro elemento<br />
centrale della sua ricerca,<br />
soprattutto <strong>di</strong> quella degli anni '70, in<br />
cui moltiplicava parti del proprio corpo<br />
per esprimere l'identità femminile<br />
come sfaccettata in se stessa. Ma lo<br />
specchio è presente anche nelle opere<br />
in mostra che fanno parte della serie<br />
recente My New Theater. In My New<br />
Theater II, Big Mirror <strong>di</strong>segna senza<br />
guardare la lavagna nera, ma rivolgendola<br />
verso uno specchio, che invece è<br />
fuori campo. Gli specchi sono centrali<br />
anche nell'installazione Mirror Pieces<br />
(1969-2004), allestita nel piano interrato:<br />
qui una tv è rivolta verso una<br />
parete <strong>di</strong> specchi. Al centro è un grande<br />
cerchio metallico, come se fossimo<br />
noi a doverlo attraversare e come fa il<br />
suo cane bianco nel video. La circolarità<br />
del tempo e un cerchio da attraversare<br />
rimandano <strong>di</strong>rettamente all'idea<br />
<strong>di</strong> ritualità, d'iniziazione alla vita. La<br />
ritualità del legame con la natura è<br />
riscontrabile in maniera imme<strong>di</strong>ata nel<br />
terzo protagonista delle sue opere<br />
(oltre a lei e alla cinepresa): il cane. In<br />
My New Theater V, Moving in Place<br />
(Dog Dance) (2002-2005) Jonas si<br />
agita e i suoi movimenti sono velocizzati<br />
dalla videocamera, mentre il cane<br />
appare <strong>di</strong> fronte a lei, immobile a<br />
segnare la scansione del tempo.<br />
[mariella rossi]<br />
Galleria Civica d'Arte<br />
Contemporanea<br />
fino al 2 marzo 2008<br />
Joan Jonas - My Theater<br />
a cura <strong>di</strong> Anna Daneri, Criastina<br />
Natalicchio, Roberto Pinto<br />
via belenzani, 46 (centro storico)<br />
da martedì a domenica ore 10-18<br />
ingresso libero<br />
Tel 046 1985511 Fax 046 1237033<br />
info@galleriacivica.it<br />
www.workartonline.net<br />
Catalogo Charta<br />
MONFALCONE (GO).<br />
Nicola Verlato<br />
Un po' <strong>di</strong> pop, <strong>di</strong> porno, skate, comics e<br />
cultura alternativa. Mixate a dovere con<br />
genio barocco e follia visionaria. Ine<strong>di</strong>te<br />
sinopie su carta e <strong>di</strong>segni complessi dal<br />
chiaroscuro teatrale. Che aprono cieli e<br />
spingono alla meraviglia...<br />
La lucida follia visionaria <strong>di</strong> Nicola<br />
Verlato (Verona, 1965; vive a New<br />
York) lascia esterrefatti. <strong>Il</strong> suo è un<br />
mondo in cui alto e basso, triviale e<br />
sublime si ricercano, incrociano e alimentano<br />
vicendevolmente, in un vortice<br />
tempestoso e spiraleggiante <strong>di</strong><br />
richiami che spaziano dalla storia dell'arte<br />
alla pornografia, dalla pittura a<br />
soggetto mitologico-religioso alla<br />
street culture. La mostra <strong>di</strong><br />
Monfalcone raccoglie la sua ultima<br />
produzione su carta e su tela, e fornisce<br />
interessanti strumenti interpretativi<br />
della produzione dell'artista, a partire<br />
dalle modalità <strong>di</strong> ideazione e sviluppo<br />
dei contenuti visivi. Verlato, che ormai<br />
da qualche anno vive a Brooklyn, è<br />
infatti figura atipica e per certi aspetti<br />
isolata. <strong>Il</strong> suo è un modus operan<strong>di</strong> che<br />
conserva l'artigianalità della bottega<br />
rinascimentale, in cui la scelta e la<br />
composizione del soggetto, ma anche<br />
il lavoro <strong>di</strong> ricerca necessario a coglierne<br />
gli elementi <strong>di</strong> resa chiaroscurale,<br />
sono assolutamente accademici, in<br />
linea con la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un'arte che,<br />
inevitabilmente, è anche mestiere.<br />
L'artista ha sviluppato così una procedura<br />
che parte dall'immagine bi<strong>di</strong>mensionale<br />
(per esempio una foto trovata<br />
sul web, il fotogramma <strong>di</strong> un video, una<br />
sequenza <strong>di</strong> videogame) grazie alla<br />
quale tratteggia dei bozzetti; la fase<br />
successiva è la realizzazione <strong>di</strong> un<br />
modello plastico che rende visibili le<br />
interazioni spaziali dei soggetti, cui<br />
segue il lavoro finale sul supporto prescelto.<br />
Le sale della galleria sono allestite<br />
proprio come lo stu<strong>di</strong>o dell'artista,<br />
con numerosi schizzi alle pareti e sul<br />
pavimento, a testimoniare valutazioni,<br />
mo<strong>di</strong>fiche, ripensamenti, successivi sviluppi.<br />
La scelta dei soggetti invece è<br />
assolutamente anticonvenzionale e<br />
testimonia le incursioni della cultura<br />
popolare che va dalla musica heavy<br />
metal (come in Zakk) ai videogiochi, ai<br />
film <strong>di</strong> animazione, allo skate (è il caso<br />
<strong>di</strong> Gator). Uno spiccato amore per gli<br />
aspetti più truci e splatter rende possibile<br />
sgocciolamenti <strong>di</strong> sangue, liqui<strong>di</strong><br />
corporali, talvolta in situazioni violente,<br />
altrove in <strong>di</strong>namiche più teatrali. Ed è<br />
proprio questa la cifra più peculiare del<br />
suo lavoro: la creazione delle situazioni<br />
più <strong>di</strong>sparate, rese con un registro<br />
barocco, dove le figure si contorcono e<br />
si <strong>di</strong>latano fino a esplodere, nella prepotente<br />
resa muscolare, nei punti <strong>di</strong><br />
fuga, nelle linee <strong>di</strong> forza che si moltiplicano<br />
e s'intrecciano. E il barocco,<br />
senza lasciare respiro all'osservatore,<br />
deflagra nella superficie. Sarebbe scorretto<br />
pensare a tutto questo come a<br />
una semplice pittura <strong>di</strong> maniera<br />
(anche se talvolta l'eccesso non dà<br />
respiro), poiché è sempre nuova la<br />
capacità <strong>di</strong> stupire, <strong>di</strong> risemantizzare<br />
con contenuti contemporanei procedure<br />
secentesche, in una pittura che è<br />
essenzialmente ricercata preziosità<br />
estetica. Parafrasando Marino<br />
potremmo <strong>di</strong>re che "è del pittor il fin la<br />
meraviglia".<br />
[daniele capra]<br />
GC.AC - Galleria Comunale<br />
d'Arte Contemporanea<br />
Nicola Verlato<br />
a cura <strong>di</strong> Andrea Bruciati<br />
piazza cavour, 44<br />
Tel 0481 494369 Fax 0481 494352<br />
galleria@comune.monfalcone.go.it<br />
www.comune.monfalcone.go.it/galleria<br />
Catalogo con saggi <strong>di</strong> Michaël Amy<br />
e Andrea Bruciati, 15,00 euro<br />
MILANO.<br />
Daniele Puppi<br />
Fatiche senza tempo che riempiono<br />
lo spazio, senza nulla aggiungervi.<br />
Un Hangar fatto esplodere in un<br />
assordante battito <strong>di</strong> piatti. <strong>Il</strong> primo<br />
<strong>di</strong> tre gran<strong>di</strong> appuntamenti per l'artista<br />
friulano. E già si sente il sapore<br />
della consacrazione.<br />
Lo spazio non è soltanto lo scenario<br />
in cui l'azione si svolge. Oltre alle<br />
tonalità emotive e ai ricor<strong>di</strong> personali<br />
con cui lo connotiamo, qualunque<br />
luogo ha proprie tensioni e<br />
atmosfere autonome; una realtà<br />
formale che ha altri tempi e durate<br />
rispetto a quelli della storia che vi<br />
accade all'interno. Daniele Puppi<br />
(Pordenone, 1970) si occupa da<br />
oltre un decennio <strong>di</strong> accentuarne la<br />
visibilità e l'emozione, confrontandosi<br />
<strong>di</strong>rettamente con lo spazio<br />
attraverso il video, in modo che l'azione<br />
ripetuta del proprio corpo lo<br />
contenga e sia contenuta da esso,<br />
nello stesso tempo, aderendovi<br />
completamente.<br />
La mostra all'Hangar Bicocca appare<br />
punto <strong>di</strong> arrivo e <strong>di</strong> partenza, probabile<br />
momento <strong>di</strong> consacrazione<br />
della sua maturità artistica e inizio<br />
<strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> prestigiose mostre,<br />
con Londra e Roma ad attenderlo<br />
dopo Milano. Anche in questa<br />
nuova Fatica è lo spazio il protagonista.<br />
L'Hangar è un vecchio e<strong>di</strong>ficio<br />
industriale che ha mantenuto l'imponente<br />
ere<strong>di</strong>tà formale in volumetrie,<br />
shed, mattoni e lamiere, che<br />
l'artista ha voluto rispettare completamente.<br />
Ne ha stu<strong>di</strong>ato le linee<br />
<strong>di</strong> forza, i materiali e le timbriche <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ffusione sonora per "farne esplodere",<br />
come l'artista stesso <strong>di</strong>chiara,<br />
le tensioni spaziali e sonore a<br />
esso connaturate. La video installazione<br />
occupa completamente la<br />
parete opposta all'entrata.<br />
L'inquadratura riprende il busto dell'artista<br />
e sfrutta l'andamento delle<br />
tre navate, <strong>di</strong>videndo la pareteschermo<br />
in tre sezioni. Sulle due<br />
laterali si agitano le braccia che<br />
muovono piatti a percussione.<br />
Quella centrale inquadra la maglietta<br />
nera dell'artista e rimane in<br />
ombra, tranne quando i due piatti si<br />
scontrano l'uno contro l'altro. Nel<br />
momento in cui si <strong>di</strong>ffonde l'assordante<br />
battito accompagnato dall'eco<br />
metallica delle lamiere, su alcuni<br />
shed, a <strong>di</strong>verse altezze, sono proiettati<br />
frammenti dell'immagine,<br />
dando un'illusione tri<strong>di</strong>mensionale.<br />
Dopo il battito le braccia tornano a<br />
muoversi sugli schermi laterali, per<br />
poi ritornare a scagliare i piatti<br />
l'uno contro l'altro, in un movimento<br />
continuo. Fatica 16 riesce a riempire<br />
lo spazio senza aggiungervi nulla<br />
al <strong>di</strong> fuori dei sette proiettori, ma<br />
non solo. Impone anche allo spettatore<br />
<strong>di</strong> non inoltrarsi eccessivamente<br />
al suo interno. [... continua a pag.<br />
84]<br />
Hangar Bicocca<br />
[stefano mazzoni]<br />
fino al 9 marzo 2008<br />
Daniele Puppi - Fatica 16<br />
a cura <strong>di</strong> Federica Schiavo<br />
viale chiese (zona bicocca)<br />
da martedì a domenica ore 11-19;<br />
giovedì ore 14.30-22<br />
biglietto intero 6,00 euro;<br />
ridotto 4,00<br />
Tel 02 853531764<br />
Fax 02 85354364<br />
info@hangarbicocca.it<br />
www.hangarbicocca.it<br />
Catalogo Electa 35,00 euro<br />
CINISELLO BALSAMO (MI). TORINO.<br />
Storie immaginate<br />
Werner Herzog<br />
in luoghi reali<br />
<strong>Il</strong> regista <strong>di</strong> Fitzcarraldo. Ma anche<br />
La fotografia su committenza non è più l'attore, il documentarista, il regi-<br />
solo un reportage d'autore. La tradusta <strong>di</strong> opere liriche, lo scrittore.<br />
zione in immagini <strong>di</strong> un momento della Colto mentre promette - e mantie-<br />
vita dell'artista <strong>di</strong>venta nello stesso ne - <strong>di</strong> mangiare la propria scarpa.<br />
tempo intima e con<strong>di</strong>visa. Una grande O mentre viene colpito da una pal-<br />
collettiva a due passi da Milano... lottola vagante durante un'intervista.<br />
Un omaggio al cinema estremo<br />
<strong>di</strong> un campione del "Nuovo cinema<br />
tedesco"...<br />
Nato nel 2004 come spazio espositivo<br />
de<strong>di</strong>cato al legame fra fotografia e<br />
committenza pubblica sul territorio, il<br />
Museo <strong>di</strong> Fotografia Contemporanea<br />
<strong>di</strong> Cinisello Balsamo ha recentemente<br />
affidato a otto fotografi italiani ed europei<br />
il compito <strong>di</strong> tracciare luoghi umani<br />
e sociali della Lombar<strong>di</strong>a attraverso<br />
un'impresa artistica partecipata. <strong>Il</strong><br />
risultato è la collettiva Storie immaginate<br />
in luoghi reali, serie <strong>di</strong> ricerche<br />
fotografiche in cui ogni artista ha interpretato<br />
luoghi oggettivi alla luce della<br />
propria sensibilità creativa. <strong>Il</strong> progetto<br />
vuole infatti superare la nozione limitante<br />
che fa della fotografia su committenza<br />
un lavoro meramente documentale,<br />
enfatizzandola piuttosto<br />
come un'occasione per approfon<strong>di</strong>re<br />
in totale libertà una personale ricerca<br />
artistica già avviata. Jitka Hanzlová ha<br />
scelto giovani modelli per un progetto<br />
legato a Leonardo da Vinci a Palazzo<br />
Melzi d'Eril, tentando un approccio contemporaneo<br />
a <strong>di</strong>pinti del XV secolo: un<br />
lavoro realizzato nella cornice <strong>di</strong> Vaprio<br />
d'Adda, in cui l'artista ha concentrato<br />
tutte le sue esperienze passate. Jean<br />
Louis Garnell cattura invece<br />
nell'Abbazia <strong>di</strong> Morimondo frammenti<br />
<strong>di</strong> luce e rapporti spaziali particolari<br />
per fotografie che parlano della solitu<strong>di</strong>ne<br />
- l'unica persona raffigurata è un<br />
autoritratto - riflessa nel tempo dai<br />
monaci cistercensi in volontario esilio<br />
dai clangori del mondo: Morimondo,<br />
morte del mondo. Le immagini non raffigurano<br />
le cose nella loro staticità<br />
bensì nel loro <strong>di</strong>venire, ma nello stesso<br />
tempo sembrano voler accogliere la<br />
sensazione <strong>di</strong> fissità e profon<strong>di</strong>tà delle<br />
ombre da esse stesse prodotte. <strong>Il</strong> lavoro<br />
<strong>di</strong> Alessandra Spranzi è invece fantasmatico.<br />
Scegliendo il luogo della<br />
decadenza per eccellenza come il<br />
defunto Casinò Municipale <strong>di</strong> San<br />
Pellegrino Terme, vuole dar forma all'idea<br />
<strong>di</strong> un tempo passato che <strong>di</strong>venta<br />
cosa, arredo costitutivo <strong>di</strong> un luogo che<br />
fu. È la naturale deriva degli oggetti,<br />
che si autocancellano nel tempo ma<br />
che possono paradossalmente venir<br />
<strong>di</strong>svelati attraverso l'applicazione <strong>di</strong> un<br />
velo, membrana attiva che rende visibile<br />
l'invisibile. Olivo Barbieri sceglie egli<br />
stesso il punto d'inizio della lettura dell'immagine.<br />
<strong>Il</strong> risultato è la trasformazione<br />
del mondo in un modello: fotografare<br />
la realtà in modo tale che sembri<br />
un plastico (progetto realizzato presso<br />
il Castello <strong>di</strong> Somaglia). Paola De Pietri<br />
coglie il magico rapporto fra la natura<br />
e persone - <strong>di</strong>stretto dei monti e dei<br />
laghi briantei - mentre Vittore Fossati<br />
a Villa Menafoglio Litta Panza <strong>di</strong> Biumo<br />
mutualizza l'idea <strong>di</strong> misura dalla pittura<br />
e dalla musica per render conto <strong>di</strong><br />
spazi che siano più vicini alla vita. Come<br />
il video antiiconico <strong>di</strong> Gilbert<br />
Fastenaekens, che rappresenta<br />
momenti bloccati e istanti particolari<br />
abbandonati a se stessi (Villa Litta a<br />
Milano), mentre Andrea Abati si fa<br />
ricettore <strong>di</strong> storie, anteponendo il narrare<br />
- luoghi e persone - al mostrare.<br />
[emanuele beluffi]<br />
Museo <strong>di</strong> Fotografia<br />
Contemporanea<br />
fino al 27 aprile 2008<br />
Storie immaginate in luoghi reali<br />
a cura <strong>di</strong> Roberta Valtorta<br />
villa ghirlanda - via frova, 10<br />
da martedì a domenica ore 10-19; giovedì<br />
ore 10-23; chiuso 23-24 marzo<br />
ingresso libero<br />
Tel 02 6605661 Fax 02 6181201<br />
info@museofotografiacontemporanea.org<br />
www.museofotografiacontemporanea.org<br />
Catalogo in formato video realizzato<br />
da Meris Angioletti e Angelo Boriolo,<br />
con uno scritto <strong>di</strong> Paola Capriolo<br />
"È stato come incontrare qualcuno<br />
che conosco ma che non capisco<br />
del tutto". Responso insindacabile<br />
<strong>di</strong> Werner Herzog (Monaco,<br />
1942) all'indomani della visita alla<br />
propria mostra Segni <strong>di</strong> vita.<br />
Werner Herzog e il cinema. Come<br />
dargli torto? Ritrovarsi faccia a<br />
faccia col proprio io sconvolgerebbe<br />
chiunque, tanto da condurre<br />
alla pazzia (come insegna la parabola<br />
della Storia infinita), a meno<br />
che non si possieda una buona<br />
dose <strong>di</strong> fiducia in se stessi e coraggio<br />
da vendere. Che non mancano<br />
certo al regista tedesco, autore <strong>di</strong><br />
ben cinquantadue film tra corti,<br />
me<strong>di</strong>, lungometraggi e documentari<br />
a <strong>di</strong>r poco estremi, realizzati nel<br />
corso <strong>di</strong> quarantacinque anni <strong>di</strong><br />
attività, senza quasi mai programmare<br />
nulla. Perché "sono i progetti<br />
che vengono da me". Dunque, un<br />
personaggio e una carriera da<br />
celebrare con un omaggio-evento,<br />
pianificato per un anno e mezzo<br />
dallo stesso Herzog col Museo<br />
Nazionale del Cinema <strong>di</strong> Torino e<br />
reso attraverso articolate proposte.<br />
Innanzitutto, la retrospettiva<br />
completa <strong>di</strong> tutti i suoi film (trentacinque<br />
dei quali ristampati per l'occasione<br />
dall'istituzione torinese, a<br />
partire dai negativi originali). Poi<br />
un cine-concerto, un laboratorio <strong>di</strong><br />
cinema e scrittura <strong>di</strong> due giorni<br />
<strong>di</strong>retto dal regista presso la<br />
Scuola Holden. Senza <strong>di</strong>menticare<br />
l'ampia monografia-intervista, per<br />
nulla biografica o cronologica, realizzata<br />
da Grazia Paganelli, che ha<br />
saputo entrare nel vivo della sua<br />
poetica. Infine, la mostra alla<br />
Sandretto, sezionata per l'occasione<br />
in un<strong>di</strong>ci salette cinematografiche<br />
per accogliere altrettante<br />
videoinstallazioni de<strong>di</strong>cate ad<br />
aspetti e momenti della sua vita e<br />
opera. Oltre a tutti quei materiali<br />
fotografici - foto <strong>di</strong> scena, con l'aggiunta<br />
<strong>di</strong> scatti della moglie Lena<br />
sul set <strong>di</strong> Rescue Dawn (2006) -<br />
che costituiscono l'archivio della<br />
sua omonima casa <strong>di</strong> produzione.<br />
L'allestimento segue un percorso<br />
scan<strong>di</strong>to per gra<strong>di</strong> successivi <strong>di</strong><br />
complessità ed è pertanto funzionale<br />
a condurre lo spettatore-visitatore<br />
al cospetto della "verità<br />
estatica" herzoghiana. Proprio la<br />
ricerca dell'estasi è la chiave per<br />
decifrare al meglio gran parte dei<br />
suoi film, sempre in bilico tra finzione,<br />
documentario e video d'artista.<br />
[... continua a pag. 84]<br />
[clau<strong>di</strong>a giraud]<br />
Fondazione Sandretto Re<br />
Rebaudengo<br />
Segni <strong>di</strong> vita.<br />
Werner Herzog e il cinema<br />
a cura <strong>di</strong> Alberto Barbera, Stefano<br />
Boni e Grazia Paganelli<br />
via modane, 16 (borgo san paolo)<br />
Tel 011 3797600 Fax 011 19831601<br />
info@fondsrr.org<br />
www.fondsrr.org
Exibart.onpaper déjà vu.59<br />
TORINO.<br />
FIRENZE.<br />
Arman<br />
Marco Perego<br />
Oggetti che lasciano sulla carta l'im- Non ingannino colori e giocattoli.<br />
pronta della pittura a olio. Un'onda <strong>di</strong> <strong>di</strong>sillusione attraversa la<br />
Accumulazioni <strong>di</strong> oggetti quoti<strong>di</strong>ani, Devastated Land. Giochi infantili in<br />
scarti assemblati in recipienti traspa- atmosfere solitarie, dove lo svago è<br />
renti. E ancora, strumenti musicali minacciato dall'estraneità e da una<br />
tagliati su pannelli <strong>di</strong> legno...<br />
cronica, irriducibile impreve<strong>di</strong>bilità...<br />
L'antologica <strong>di</strong><br />
A r m a n<br />
(Armand<br />
Fernandez,<br />
Nizza, 1928 -<br />
New York,<br />
2005) riserva molte sorprese allo<br />
spettatore. Non sono infatti solo presentate<br />
le opere più conosciute del suo<br />
repertorio, ma viene proposto un interessante<br />
percorso che prende in considerazione<br />
tutti i momenti topici della<br />
ricerca, approfondendo in modo particolare<br />
le fasi <strong>di</strong> transizione, ed evidenziando,<br />
<strong>di</strong> conseguenza, le articolazioni<br />
successive del lavoro. Si tratta dunque<br />
<strong>di</strong> una mostra che invita ad approfon<strong>di</strong>re<br />
la conoscenza <strong>di</strong> un artista il cui contrassegno<br />
è una vita noma<strong>di</strong>ca, manifestazione<br />
della volontà <strong>di</strong> non avere<br />
alcun punto fermo se non l'esperienza.<br />
<strong>Il</strong> passaggio dall'astrazione pittorica <strong>di</strong><br />
stampo tra<strong>di</strong>zionale alla scrittura tramite<br />
oggetti intrisi d'inchiostro <strong>di</strong> china<br />
è ben evidenziata dai Cachets, "forme<br />
post-pittoriche" che caratterizzano la<br />
sua stagione creativa alla fine degli<br />
anni '50, e dalle Allures d'objets, oggetti<br />
che lasciano sulla carta l'impronta<br />
della pittura a olio della quale sono<br />
impregnati. L'oggetto <strong>di</strong>venta il punto <strong>di</strong><br />
riferimento obbligato del lavoro che,<br />
superando gradualmente i limiti della<br />
pittura tra<strong>di</strong>zionale, fa sua la necessità<br />
<strong>di</strong> mostrare come l'arte invada la vita<br />
nelle sue manifestazioni più usuali. Da<br />
queste osservazioni nascono le<br />
Accumulations <strong>di</strong> oggetti quoti<strong>di</strong>ani,<br />
quasi sempre usati, e le Poubelles,<br />
"estensioni del corpo contemporaneo",<br />
scarti assemblati in recipienti trasparenti,<br />
che assumono una forte valenza<br />
percettiva. <strong>Il</strong> percorso della mostra<br />
propone le accumulazioni più <strong>di</strong>verse,<br />
anche dal punto <strong>di</strong> vista cromatico:<br />
macinini da caffè, manometri, ra<strong>di</strong>o,<br />
spazzolini da denti, aspirine, forme per<br />
scarpe, pomoli per testate <strong>di</strong> letto,<br />
tubetti <strong>di</strong> colore <strong>di</strong> resina e <strong>di</strong> china,<br />
ventagli. La serialità della <strong>di</strong>sposizione<br />
pare <strong>di</strong>struggere l'unicità dell'oggetto<br />
stesso ma, a una riflessione attenta, si<br />
constata come l'insieme definisca un<br />
altro oggetto, <strong>di</strong>fferente, la cui specificità<br />
prende vita proprio dall'assemblaggio.<br />
"All'interno del medesimo oggetto",<br />
afferma Umberto Eco, "esiste la possibilità<br />
<strong>di</strong> una modulazione del molteplice".<br />
È nella <strong>di</strong>sarmonia che risiede l'armonia:<br />
se si osservano attentamente<br />
le accumulazioni, si vede come la<br />
casualità degli accostamenti suggerisca<br />
un'armonia fondata sulla provvisorietà<br />
e sulla <strong>di</strong>ssonanza. Si veda, ad<br />
esempio, quale equilibrio palesino lavori<br />
quali The birds 11 (1981), dove l'accumulazione<br />
<strong>di</strong> pinze metalliche assume<br />
la forma <strong>di</strong> uno stormo <strong>di</strong> uccelli, o<br />
Accumulation Renault (1968 ca.),<br />
dove le testate <strong>di</strong> motore acquisiscono<br />
una decisa qualità pittorica o, ancora,<br />
Tout ce qui brille n'est pas d'or (1975),<br />
un assemblaggio <strong>di</strong> lingotti d'oro, simile<br />
a un <strong>di</strong>pinto astratto. È opportuno<br />
segnalare come sia ampia la selezione<br />
<strong>di</strong> opere incentrate su oggetti musicali,<br />
chitarre, violoncelli, trombe, contrabbassi,<br />
tagliati su pannelli <strong>di</strong> legno o nella<br />
resina, o bruciati nella resina o nel plexiglas,<br />
o inclusi nel cemento. L'oggetto<br />
assume una valenza narrativa, come<br />
del resto avviene anche in Venus<br />
(1971), un busto che <strong>contiene</strong> bambole<br />
nella resina, o in Venus (1994),<br />
costituito da etichette nella resina. In<br />
queste opere si evidenzia con chiarezza<br />
la traslazione metamorfica dell'oggetto<br />
quoti<strong>di</strong>ano, che assume un <strong>di</strong>verso<br />
valore semantico.<br />
[tiziana conti]<br />
Fondazione Palazzo Bricherasio<br />
Arman<br />
a cura <strong>di</strong> Luca Beatrice<br />
via lagrange, 20 (centro storico)<br />
Tel 011 5711811 Fax 011 5711850<br />
info@palazzobricherasio.it<br />
www.palazzobricherasio.it<br />
Catalogo Cudemo<br />
Marco Perego<br />
(Milano, 1979;<br />
vive a New<br />
York) sembra<br />
plasmare le<br />
proprie opere<br />
per elaborare<br />
un lutto. I feticci<br />
fantastici <strong>di</strong><br />
un'infanzia tra<strong>di</strong>ta<br />
subiscono<br />
una catarsi<br />
attraverso le sale del Museo<br />
Archeologico Nazionale <strong>di</strong> Firenze,<br />
dove Hermes bambino uccide la<br />
tartaruga o Herakles strozza i serpenti,<br />
nei giochi funebri in onore <strong>di</strong><br />
Patroclo o nelle danze dei giovani<br />
ateniesi. <strong>Il</strong> rito supremo avviene<br />
nella sala del Vaso François (ceramica<br />
attica a figure nere del 570<br />
a.C.), dove in Everyone has two<br />
lives, in one you fake in the other<br />
you despair, la grande tela è tenebrosa<br />
come Aiace che trasporta il<br />
corpo <strong>di</strong> Achille nella decorazione<br />
del vaso, il fondo scuro e le sgocciolature<br />
violacee esaltano il dolore<br />
e il cordoglio. Molte altre tele sono<br />
coloratissime, cromìe acide, metalliche<br />
con colature materiche e<br />
resinose. Con glaciale iperrealismo,<br />
l'artista stempera l'astio, la<br />
sfida si fa logica e il quadro assurge<br />
ad archivio moderno <strong>di</strong> oggetti<br />
d'affezione, <strong>di</strong> passioni; si eleva a<br />
contestazione <strong>di</strong> uno sviluppo lineare<br />
della storia umana.<br />
L'enorme <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> chewing<br />
gum che campeggiava in piazza<br />
della Santissima Annunziata,<br />
davanti all'ingresso<br />
dell'Archeologico, il giorno dell'inaugurazione,<br />
adesso è nel giar<strong>di</strong>no<br />
del museo e, per quanto coloratissimo,<br />
non emana allegria ma<br />
melenso abbandono. Le recenti<br />
opere <strong>di</strong> Perego trasudano colore<br />
e oggetti, spesso balocchi e personaggi<br />
<strong>di</strong> fiabe e fumetti. Richiami<br />
all'infanzia, ma un'infanzia negata e<br />
devastata, come devastata è la<br />
terra in cui ci ostiniamo a sopravvivere.<br />
Come legge del contrappasso<br />
si fronteggia un sapere antico<br />
"delle interazioni umane che lasciano<br />
<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé un se<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
legame: un se<strong>di</strong>mento che si ispessisce<br />
nel tempo" (Bauman) e un<br />
presente definito nell'atto del consumo<br />
e nel ritmo sbalor<strong>di</strong>tivo ed<br />
estenuante del cambiamento. Si<br />
tratti <strong>di</strong> giochi in frantumi o spesse<br />
gocciolature sanguigne, come in<br />
Give Nothing Back, o nei più famosi<br />
portacicche (come li chiama l'artista),<br />
cioè le installazioni Bubble<br />
machine che <strong>di</strong>stribuiscono teschi<br />
al posto <strong>di</strong> gomme americane,<br />
tutto evoca un percorso <strong>di</strong> "protesta"<br />
verso la mercificazione della<br />
vita. Nella paideia greca, il bambino<br />
<strong>di</strong>fferisce dall'adulto soltanto per<br />
l'incapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione fra bene<br />
e male, ma in questo percorso contemporaneo<br />
appare ineluttabile<br />
che anche gli adulti siano regre<strong>di</strong>ti<br />
al punto <strong>di</strong> perdere la strada.<br />
[...continua a pag. 84]<br />
[daniela cresti]<br />
Museo Archeologico Nazionale<br />
fino al 10 marzo 2008<br />
Marco Perego - Devastated Land<br />
a cura <strong>di</strong> Sergio Risaliti<br />
Via della Colonna, 38<br />
Orario: lunedì ore 14-19; martedì e<br />
giovedì ore 8.30-19; mercoledì,<br />
venerdì, sabato e domenica ore<br />
8.30-14<br />
Ingresso: intero 4 euro; ridotto 2<br />
euro<br />
Info: tel. +39 05523575; fax +39<br />
055264406;<br />
www.firenzemusei.it/archeologico<br />
FIRENZE.<br />
Omar Galliani<br />
Un memento mori che parla <strong>di</strong> eternità.<br />
Teschi e rose che danzano come<br />
pianeti dalle orbite <strong>di</strong>storte. E ancora<br />
lontani volti <strong>di</strong> donna e fiori improvvisamente<br />
legati a parti anatomiche. Tra<br />
<strong>di</strong>stanze, apparizioni e armonie, Omar<br />
Galliani entra agli Uffizi...<br />
Capita che, nella<br />
biblica attesa <strong>di</strong><br />
un centro per<br />
l'arte contemporanea<br />
a Firenze,<br />
siano gli Uffizi a<br />
rilanciare a livello<br />
istituzionale l'attenzione<br />
per il<br />
contemporaneo.<br />
Capita che il<br />
Gabinetto<br />
Disegni e Stampe degli Uffizi acquisisca<br />
alcune opere <strong>di</strong> Omar Galliani<br />
(Montecchio Emilia, 1954; vive a<br />
Montecchio e Urbino): un trittico, due<br />
<strong>di</strong>segni a matita su carta e altri quarantacinque<br />
<strong>di</strong>segni, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più<br />
piccole, a matita e inchiostro <strong>di</strong> china,<br />
tutte in esposizione nella sala Edoardo<br />
Detti del Gabinetto. È il trittico<br />
Notturno (2007), un'opera monumentale<br />
che si compone <strong>di</strong> tre tavole <strong>di</strong><br />
legno <strong>di</strong> pino, a offrire il nome all'evento.<br />
Sulle tre tavole, poste verticalmente<br />
le due laterali e orizzontalmente la<br />
centrale, Galliani è intervenuto con la<br />
carta vetrata, rivestendole poi <strong>di</strong> un'avvolgente<br />
e profonda trama <strong>di</strong> segni a<br />
grafite, il cui strato s'ispessisce a volte<br />
per far emergere alcuni elementi, o si<br />
<strong>di</strong>rada per lasciare spazio ad altri, rendendo<br />
visibile il colore del legno sottostante.<br />
Una cascata <strong>di</strong> rose a sinistra<br />
e <strong>di</strong> teschi a destra e, nel mezzo, un<br />
pianoforte. Fiori, teschi e strumenti<br />
musicali: è <strong>di</strong>fficile resistere alla tentazione<br />
<strong>di</strong> richiamarsi alla tra<strong>di</strong>zione<br />
della vanitas (e tale definisce quest'opera<br />
anche la <strong>di</strong>rettrice Marzia<br />
Faietti). Tanto più <strong>di</strong>fficile se l'artista in<br />
questione è stato legato a quello che,<br />
negli anni '80, era chiamato<br />
Anacronismo: recupero fantasmatico<br />
<strong>di</strong> un passato sentito non come storia<br />
ma come labile e inconsistente presenza.<br />
Se la rosa era, nella vanitas<br />
intesa come genere, il richiamo alla<br />
fugacità dei piaceri e dei sensi dell'uomo<br />
e il teschio l'in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> un tempo<br />
irrime<strong>di</strong>abilmente trascorso, lo strumento<br />
musicale viveva della bivalente<br />
allusione alla vita attiva e alle sue<br />
momentanee occupazioni da una<br />
parte, e alla possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza<br />
delle arti dall'altra. La vanitas <strong>di</strong><br />
Galliani sembra però trasformarsi nel<br />
suo opposto, nell'evocazione <strong>di</strong> un'eternità<br />
impalpabile, nascosta sotto la<br />
fitta tessitura creata dalla grafite. È<br />
un'eternità siderale, in cui le rose e i<br />
teschi si muovono con l'eleganza e la<br />
sicurezza <strong>di</strong> pianeti nello spazio, intorno<br />
a cui i segni lasciati dalla carta<br />
vetrata, visibili attraverso la grafite,<br />
<strong>di</strong>segnano orbite <strong>di</strong>storte e irregolari.<br />
Le rose e i teschi danzano (una danza<br />
che non sembra possibile definire<br />
macabra) al suono forse della musica<br />
delle sfere: al centro il pianoforte,<br />
sagoma nera e imponente, assume il<br />
valore <strong>di</strong> un'apparizione salvifica per<br />
quanto oscura. Se Mantra (1999) e<br />
Nuovi Santi (2007) hanno al centro<br />
volti <strong>di</strong> donna immersi in una lontananza<br />
irraggiungibile (nel primo è lo stesso<br />
volto a sdoppiarsi per separarsi da<br />
se stesso), i quarantacinque <strong>di</strong>segni a<br />
matita e inchiostro <strong>di</strong> china <strong>di</strong> vari<br />
colori sono una serie <strong>di</strong> incontri, <strong>di</strong><br />
contatti tra ossa sfumate a matita e<br />
fiori <strong>di</strong>segnati a china, taglienti come<br />
ghiaccio. Incontri da cui, come una<br />
scintilla, sembra sprigionarsi una<br />
improvvisa armonia.<br />
[donata panizza]<br />
Uffizi - Gabinetto Disegni e<br />
Stampe<br />
fino al 2 marzo 2008<br />
Omar Galliani - Notturno<br />
piazzale degli uffizi, 1<br />
da mar. a dom. ore 8.15-18.50<br />
ingresso libero<br />
Tel 055 2388624<br />
gdsu@polomuseale.firenze.it<br />
www.polomuseale.firenze.it/musei/<strong>di</strong>segni<br />
Catalogo Electa<br />
NAPOLI. NAPOLI.<br />
Olivo Barbieri<br />
Luca Pignatelli<br />
Mirare, puntare, focus. Abituato a In treno con l'artista per un nostalgi-<br />
volare alto, Barbieri plana sulla collico "come eravamo". Dai vetri un paena<br />
<strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>monte per... archiviare la saggio fatto <strong>di</strong> lance, bombe e case<br />
pratica <strong>di</strong> una committenza eccellen- incen<strong>di</strong>ate. Ma non ci sono fermate.<br />
te con un repertorio <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> E tutto scorre senza saldarsi alle pro-<br />
repertorio. Ma il richiamo metropolitano<br />
è troppo forte. E tutto finisce in<br />
fon<strong>di</strong>tà della memoria...<br />
pulp...<br />
Nel '68, con<br />
un'arte fatta <strong>di</strong><br />
quoti<strong>di</strong>anità, <strong>di</strong><br />
vita, i titanici<br />
poveristi giungevano<br />
a traghettare<br />
anime<br />
Di Olivo Barbieri (Carpi, 1954)<br />
fotografo si ammira il bilanciamento<br />
austero e monumentale delle<br />
inquadrature in bianco e nero. Di<br />
Olivo Barbieri videomaker si gustano<br />
la versatilità cromatica e il<br />
ritmo sincopato, usati per manipolare<br />
una pellicola <strong>di</strong> culto come<br />
Scarface. Si fa in due l'artista emiliano<br />
per il debutto della trilogia<br />
Uno sguardo da Capo<strong>di</strong>monte, uno<br />
sguardo su Capo<strong>di</strong>monte - che<br />
vedrà in campo altri due obiettivi<br />
eccellenti: Craigie Horsfield e<br />
Mimmo Jo<strong>di</strong>ce -, accantonando<br />
macchiatesi <strong>di</strong><br />
consumismo<br />
verso "viaggi" che consentissero <strong>di</strong><br />
avere un approccio innocente e genuino<br />
col mondo. Quarant'anni più tar<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />
quella <strong>di</strong>alettica capace <strong>di</strong> corrodere<br />
abitu<strong>di</strong>ni e conformismi della società<br />
contemporanea non rimane che il<br />
mezzo, il supporto, svuotato del suo<br />
peso ideologico: dall'arte povera si<br />
passa miseramente alla povera arte.<br />
Questo passaggio si rende "fisico" e<br />
manifesto con le opere <strong>di</strong> Luca<br />
Pignatelli (Milano, 1962), in mostra al<br />
Museo Archeologico Nazionale <strong>di</strong><br />
Napoli. Intenzionate a <strong>di</strong>scutere l'atteggiamento<br />
dell'uomo o<strong>di</strong>erno, a denunciare<br />
le conseguenze infauste del suo<br />
comportamento egoista e <strong>di</strong>stratto, <strong>di</strong><br />
ad<strong>di</strong>rittura se stesso per rispetto fatto si connotano soltanto per un<br />
della committenza (anche se il mero polemismo autoreferenziale. I<br />
Soprintendente al Polo museale suoi Treni non si inerpicano su per<br />
napoletano Nicola Spinosa preferi- colonne ripi<strong>di</strong>ssime come quelli <strong>di</strong><br />
sce parlare <strong>di</strong> "reazione" e "provo- Kounellis, ma mestamente scivolano<br />
cazione"). Noto infatti per le vedute su paesaggi anonimi e scarni con<br />
metropolitane a volo d'uccello,<br />
Barbieri zooma qui su un campione<br />
<strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci immagini (do<strong>di</strong>ci in<br />
bianconero e due a colori) para<strong>di</strong>gmatiche<br />
<strong>di</strong> altrettanti generi, scelte<br />
dopo aver setacciato l'Archivio<br />
fotografico della pinacoteca.<br />
Riproduzioni <strong>di</strong> riproduzioni che, in<br />
ossequio al rimbalzello filosofico <strong>di</strong><br />
un'arte replica <strong>di</strong> se stessa, ne catturano<br />
a <strong>di</strong>stanza ravvicinatissima<br />
graffi, impronte, scalfitture, screpolature:<br />
particolari macroscopici<br />
che, tra iperrealismo e documento,<br />
mostrano i tesori delle collezioni<br />
come oggetti, materia vulnerabile<br />
"fare" cinematografico, come in un vecchio<br />
film dei Lumière. Dai finestrini non<br />
si affacciano memorie <strong>di</strong> antiche cicatrici<br />
né i vagoni si aprono su racconti<br />
sociali per recare il loro messaggio <strong>di</strong><br />
sofferenza. Tutto, piuttosto, sembra<br />
evaporare e <strong>di</strong>sperdersi con lo sbuffo<br />
<strong>di</strong> biacca che fuoriesce dalla locomotiva<br />
in corsa. Non bastano neppure i<br />
teloni ferroviari usurati dal tempo, che<br />
tante mani hanno conosciuto, a riscattare<br />
la mollezza e il <strong>di</strong>stacco dell'arte <strong>di</strong><br />
Pignatelli: il suo è un tragico sempre<br />
apparente, il cui livore viene continuamente<br />
stemperato da schizzi <strong>di</strong> colore<br />
simili (?) a neve o infiocchettato da<br />
decorazioni floreali <strong>di</strong> dubbia valenza,<br />
e vissuta. Difficile credere che un che lo rendono ben lontano dalla figura<br />
così severo e compatto percorso <strong>di</strong> "prometeico officiante" <strong>di</strong> una cultu-<br />
possa esplodere fragorosamente ra morente e <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione perdu-<br />
in un bagno <strong>di</strong> sangue. Eppure ta. Anche in Schermi si legge lo scarto<br />
avviene nel prosieguo, quando le tra nobile intenzione e mancato risulta-<br />
macchine - fotografica e da presa - to. Le anfore panciute che vestono l'in-<br />
tornano alla contemporaneità per<br />
puntare sulla confiscata villa <strong>di</strong><br />
Walter Schiavone, fratello del famigerato<br />
capoclan Francesco, detto<br />
"Sandokan": ottocentocinquanta<br />
metri quadrati su tre livelli, circondati<br />
da tremilaquattrocento <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>no<br />
con immancabile piscina,<br />
destinati, stando alle promesse<br />
istituzionali, ad accogliere un centro<br />
sportivo e riabilitativo per <strong>di</strong>sabili.<br />
Un delirio e<strong>di</strong>lizio ispirato al<br />
capolavoro <strong>di</strong> Brian De Palma, solo<br />
che questa "Hollywood" è <strong>di</strong> cemento,<br />
non <strong>di</strong> cartapesta, e con tanto<br />
tero perimetro <strong>di</strong> una sala, infatti, recano<br />
in grembo immagini delle guerre <strong>di</strong><br />
ieri e <strong>di</strong> oggi, realizzandosi come continuum<br />
temporale che riduce al medesimo<br />
comune denominatore la ferocia<br />
umana. Eppure non riescono a figurare<br />
come angoscianti e claustrofobici<br />
vasi <strong>di</strong> Pandora, esalando invece l'amaro<br />
e sgradevole sentore <strong>di</strong> un lezioso<br />
omaggio al museo ospitante. Un sussulto<br />
<strong>di</strong> creatività sprezzante viene,<br />
invece, da una Madonna <strong>di</strong> sapore<br />
rinascimentale dal viso smaterializzato,<br />
reso come se fosse stato celato da<br />
un velo. Tra le braccia, una tavola su<br />
cui bruciano case e strade sostituisce<br />
<strong>di</strong> scala a tenaglia, tale e quale a con indovinato sarcasmo la figura del<br />
quella da cui Al Pacino/Tony fanciullo salvatore, realizzando un'im-<br />
Montana precipita dopo la mattanmagine forte e originale <strong>di</strong> un'attualissiza<br />
finale. Ed è proprio sui fotogramma Gomorra. A chiudere la personale,<br />
mi degli ultimi tre minuti del film tuttavia, un ultimo scivolone, questa<br />
che Barbieri concentra le proprie volta me<strong>di</strong>atico. Un video realizzato da<br />
attenzioni, attraverso interventi pit- Daniele Pignatelli induce, me<strong>di</strong>ante<br />
torici che ne accelerano il cruento<br />
<strong>di</strong>namismo e ne esasperano i toni,<br />
avvincendosi a un immaginario<br />
locale pregno <strong>di</strong> barocchismo.<br />
[...continua a pag. 84]<br />
una telecamera in soggettiva, a correre<br />
a per<strong>di</strong>fiato in un bosco "in guerra"<br />
per poi fermarsi a una festa <strong>di</strong> paese<br />
con tanto <strong>di</strong> asinello e musica folkloristica.<br />
Non c'è nulla nella corsa che<br />
somigli a un percorso catartico; piutto-<br />
[anita pepe]<br />
Museo <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>monte<br />
sto appare come un finale un po' troppo<br />
favolistico. La decadenza si ottunde<br />
(ancora!), le riflessioni si fanno lontane<br />
e, come suggerito da una vecchia canzone,<br />
"il veleno della vita dorme in pace<br />
in un vaso <strong>di</strong> malora". Tarallucci e vino.<br />
[carla rossetti]<br />
Uno sguardo da Capo<strong>di</strong>monte.<br />
Olivo Barbieri - TWIY<br />
a cura <strong>di</strong> Cristiana Colli<br />
via <strong>di</strong> milano, 2<br />
Tel 081 7499111;<br />
Fax 081 2294498<br />
artina@arti.beniculturali.it<br />
www.museo-capo<strong>di</strong>monte.it<br />
Catalogo Electa Napoli<br />
MANN - Museo Archeologico<br />
Nazionale <strong>di</strong> Napoli<br />
Luca Pignatelli<br />
a cura <strong>di</strong> Achille Bonito Oliva<br />
piazza museo nazionale, 19<br />
Tel 081 440166 Fax 081 440013<br />
ornella.falco@beniculturali.it<br />
www.archeona.arti.beniculturali.it
60.déjà vu Exibart.onpaper<br />
TRIESTE.<br />
BRESCIA.<br />
Nikola Uzunovski<br />
Giulio Paolini<br />
Regalare il sole all'inverno senza luce L'eterno ritorno dell'identico, quasi una<br />
dei lapponi. Questo l'ambizioso pro- missione concettuale. Alla quinta persogetto<br />
del vincitore del premio nale con la galleria bresciana, Paolini<br />
Giovane Emergente Europeo Trieste torna ancora una volta su temi car<strong>di</strong>ne<br />
Contemporanea. E la galleria si tra- della contemporaneità artistica. Tra citasforma<br />
in un laboratorio. Dove progettare<br />
l'irrealizzabile...<br />
zionismo esterno e metrica spaziale...<br />
C'è un legame strettissimo tra arte e<br />
utopia, essendo la capacità dell'arte<br />
<strong>di</strong> generare orizzonti <strong>di</strong>stanti e mon<strong>di</strong><br />
possibili pressoché infinita. Via via<br />
lungo la storia, l'arte si è nutrita e ha<br />
allo stesso tempo creato il mondo<br />
ideale dei religiosi, dei filosofi e degli<br />
esteti, ma anche quello alternativo<br />
dell'uguaglianza sociale, dell'utopia<br />
politica, fino a quello - terribile e angosciante<br />
- dei totalitarismi impegnati a<br />
elaborare la propria mitologia. È invece<br />
un'utopia realizzabile, senza però<br />
essere ancora a portata <strong>di</strong> mano,<br />
quella che propone Nikola<br />
Uzunovski (Belgrado, 1979) con il<br />
progetto My Sunshine, che gli è<br />
valso il premio <strong>di</strong> Giovane Emergente<br />
assegnato da Trieste<br />
Contemporanea. <strong>Il</strong> suo lavoro, a<br />
cavallo tra public art e arte relazionale,<br />
è un vero e proprio work in progress<br />
mirato a cambiare le abitu<strong>di</strong>ni<br />
e gli stili <strong>di</strong> vita della popolazioni della<br />
Lapponia, dove, a causa della rotazione<br />
dell'asse terrestre e per l'estrema<br />
vicinanza al circolo polare, d'inverno<br />
non arrivano i raggi del sole e la luce<br />
naturale è solo un rumore <strong>di</strong> fondo.<br />
L'artista ha pensato <strong>di</strong> creare un<br />
sistema <strong>di</strong> illuminazione con specchi<br />
collocati su palloni in grado <strong>di</strong> riflettere<br />
la luce dall'alto verso il suolo, portandola<br />
tra le case e le strade, favorendo<br />
da un lato maggiori relazioni<br />
sociali e dall'altro un cambiamento<br />
degli stati umorali e psicologici. <strong>Il</strong> progetto<br />
può per certi aspetti ricondursi<br />
all'idea d'intervento ambientale, alla<br />
capacità cioè <strong>di</strong> agire per creare dei<br />
mutamenti sulla percezione del paesaggio,<br />
ma in senso stretto è basato<br />
essenzialmente sulla capacità <strong>di</strong><br />
creare sculture con la luce, argomento<br />
già caro alle avanguar<strong>di</strong>e<br />
americane degli anni '60. La finalità<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne relazionale invece è assolutamente<br />
nuova, e in questa c'è tutto<br />
il carico dell'utopia, capace <strong>di</strong> rendere<br />
reale l'impossibile, confrontandosi<br />
con tutti gli strumenti scientifici del<br />
caso. Non si pensi infatti al progetto<br />
<strong>di</strong> Uzunovski come una semplice fantasia<br />
infantile, tutt'altro: l'artista ha<br />
coinvolto scienziati e ricercatori <strong>di</strong><br />
università prestigiose come<br />
Cambridge o la Sissa <strong>di</strong> Trieste, che<br />
sono stati presenti alla vernice e che<br />
si sono impegnati a elaborare equazioni<br />
in grado <strong>di</strong> descrivere l'orbita<br />
dei palloni, la tipologia e l'inclinazione<br />
degli specchi e via <strong>di</strong>cendo, affrontando<br />
pure ipotesi sulla meteorologia, i<br />
materiali, i venti, l'irraggiamento. La<br />
galleria si è così trasformata in un<br />
laboratorio con lavagne ricoperte <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>segni e numeri, libri, testi, computer,<br />
calcolatrici e tutti gli strumenti<br />
del caso: un luogo cioè in cui si elaborano<br />
dati, si verificano ipotesi, si fa<br />
scienza. E danno coraggio le parole <strong>di</strong><br />
una stu<strong>di</strong>osa d'eccezione come<br />
Margherita Hack che, a parte i costi<br />
rilevanti, reputa attuabile, con le<br />
attuali tecnologie spaziali, l'utopia<br />
artistica <strong>di</strong> un sole d'inverno.<br />
Stu<strong>di</strong>o Tommaseo<br />
[daniele capra]<br />
Nikola Uzunovski - My Sunshine<br />
a cura <strong>di</strong> Massimo Premuda<br />
via del monte, 2/1<br />
Tel 040 639187 Fax 040 367601<br />
tscont@tin.it<br />
www.triestecontemporanea.it<br />
Catalogo <strong>di</strong>sponibile<br />
"Io non so, non posso <strong>di</strong>re che cosa ho<br />
voluto fare. Chi lo sa, non vuol capire<br />
che si può anche tacere" (Giulio<br />
Paolini). Al riecheggiare delle parole<br />
sullo scandalo della comunicazione<br />
pronunciate nei corsi presso la<br />
Fondazione Ratti, fanno da specchio<br />
queste rinunce alla teoria esplicita sull'arte.<br />
Eppure, <strong>di</strong> teoria implicita ce n'è<br />
molta e la flui<strong>di</strong>ficazione dello sguardo<br />
scopre il vero scheletro teorico che<br />
supporta il lavoro <strong>di</strong> Giulio Paolini<br />
(Genova, 1940; vive a Torino). Lo stu<strong>di</strong>o<br />
del momento creativo passa attraverso<br />
un utilizzo della pittura e della<br />
scultura come <strong>di</strong>spositivi concettuali.<br />
Mentre la riflessione meta-artistica si<br />
serve dell'arte come <strong>di</strong> uno strumento,<br />
lavorando allo stesso tempo come un<br />
artista inconsapevole. Le figure dei pittori<br />
Zeusi e Parrasio, un prelievo da<br />
mitologia greca e avvenimento storico,<br />
presiedono alla decostruzione delle<br />
arti classiche. Nell'omonima opera, la<br />
<strong>di</strong>visione in porzioni <strong>di</strong> una testa greca<br />
in gesso invita alla ricomposizione virtuale<br />
dei profili. Alle pareti, a sigillare il<br />
gioco <strong>di</strong> corrispondenze del lavoro scultoreo,<br />
due tele composite che ragionano<br />
attraverso l'ibridazione del recto e<br />
del verso, sulla superficie della rappresentazione<br />
e sui confini provvisori e<br />
casuali della tela. L'allestimento <strong>di</strong><br />
Zeusi e Parrasio fornisce anche una<br />
soglia, introduzione all'operazione<br />
murale e a un nuovo spazio concettuale.<br />
Scena muta (la stanza dell'autore) si<br />
compone <strong>di</strong> citazionismo interno e citazionismo<br />
esterno. Un assemblaggio<br />
ragionato e misurato <strong>di</strong> strumenti da<br />
lavoro, tavole sul <strong>di</strong>segno geometrico e<br />
tele bianche, frontali o rovesciate, che<br />
rappresentano la tela. Per comunicare<br />
la sospensione che produce la cornice:<br />
"Tutto insomma lì si trova, a misura <strong>di</strong><br />
un domani uguale a ieri". <strong>Il</strong> particolare<br />
approfon<strong>di</strong>mento sulla tautologia autoriale<br />
trova spazio nella rappresentazione<br />
del pittore che <strong>di</strong>pinge se stesso<br />
mentre lavora all'esposizione. Secondo<br />
un percorso visivo dai margini verso il<br />
centro, seguendo <strong>di</strong>agonali e concentrazioni<br />
<strong>di</strong> forze trasversali, Paolini<br />
descrive la tecnica artistica come un<br />
mezzo <strong>di</strong> sottrazione che riduce ai<br />
minima l'operazionalità artistica, ritrovando<br />
nel suo fondo libi<strong>di</strong>nale le strutture,<br />
le ragioni d'azione. In risonanza con<br />
l'intervento murale, altre visioni della<br />
scena pittorica si moltiplicano nella<br />
serie <strong>di</strong> settantaquattro tavole ospitata<br />
dalla seconda sala. <strong>Il</strong> supporto della<br />
tela, come ambiente <strong>di</strong> formazione dell'opera<br />
d'arte, si completa nella caratterizzazione<br />
del suo esecutore. Se la<br />
tecnica è condotta, <strong>di</strong>rezionata verso<br />
una fine preciso, ovvero l'identificazione<br />
<strong>di</strong> un "passaggio sotterraneo", il <strong>di</strong>scorso<br />
sull'autore è un <strong>di</strong>aframma riflessivo<br />
altrettanto potente. "L'autore? Un<br />
attore!", afferma Paolini in una delle<br />
composizioni poetiche che corrispondono<br />
alle tavole. L'istrionismo dell'artista<br />
che interpreta se stesso, che non<br />
abita lo spazio. Ma il tempo si risolve<br />
nella narrazione della natura illusionistica<br />
dell'autore, la riconversione <strong>di</strong><br />
immagini fotografiche e della riproduzione<br />
dà luogo a esiti vertiginosi che<br />
lavorano sulla parola attraverso figure<br />
retoriche. <strong>Il</strong> lapsus dell'autorialità.<br />
[simone frangi]<br />
Galleria Massimo Minini<br />
Giulio Paolini - Zeusi e Parrasio<br />
via apollonio, 68<br />
Tel 030 303034 Fax 030 392446<br />
info@galleriaminini.it<br />
www.galleriaminini.it<br />
MILANO.<br />
Chen Ke<br />
Le figure infantili catturano l'immaginario<br />
pittorico. Esili bambini sommersi da<br />
luoghi che non si svuotano. Luoghi<br />
senza orientamento. Come in un libro <strong>di</strong><br />
fiabe, l'ambientazione è amniotica. Ma<br />
l'espressione triste dei visi, i corpi e gli<br />
oggetti rimandano a qualcosa fuori...<br />
Immaginate un mondo senz'aria,<br />
senza strade, senza niente. Un mondo<br />
aperto dalla luce <strong>di</strong> una fessura, il<br />
mondo <strong>di</strong> un nascon<strong>di</strong>glio segreto,<br />
scoperto sul fondo <strong>di</strong> un arma<strong>di</strong>o.<br />
Provate a figurare e poi a riprodurre<br />
un paesaggio così. La riuscita <strong>di</strong> questo<br />
gioco, verso il miracolo della<br />
forma, della creazione se si preferisce,<br />
è affidato tutto alla postura dei<br />
corpi, ai gesti che affiderete ai personaggi,<br />
quelli che dovrete sforzarvi <strong>di</strong><br />
vedere intrappolati. Dovrete, come al<br />
deposito delle ultime cose, lasciar finire<br />
la resistenza al reale e far sì che<br />
l'atmosfera respiri qualcosa come<br />
quiete e pacificazione. Senza lenti <strong>di</strong><br />
giu<strong>di</strong>zio, senza deformazione alcuna.<br />
Dovrete portare a completa schiusa<br />
la nuova verità; la realtà <strong>di</strong> cui ora<br />
sarete padroni, quella che sarà fatta<br />
coincidere, quasi interamente, con la<br />
fantasia <strong>di</strong> una volta. Con quello strano<br />
colore dell'inesistenza che attinge<br />
dallo stesso serbatoio visivo dal quale,<br />
sottratto il mondo che s'immagina, le<br />
ombre dei gran<strong>di</strong> non <strong>di</strong>sturberanno<br />
più i profili dei piccoli. Fa parte della<br />
stessa grana, dello stesso spessore<br />
tattile, l'universo conchiuso entro cui<br />
Chen Ke (Tongjiang, 1978) si rifugia<br />
senza scappare. I suoi <strong>di</strong>pinti su tela,<br />
quasi tutti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, esposti<br />
in galleria non superano i <strong>di</strong>eci<br />
pezzi. Ognuno <strong>di</strong> questi riquadri è una<br />
finestra che parla in maniera eloquente,<br />
ma non forbita, <strong>di</strong> un mondo relegato<br />
ai segreti, e forse ai sogni, dell'infanzia<br />
finita anche se in-definita. L'artista<br />
cinese illustra in maniera enigmatica,<br />
seppur delicata, le scene <strong>di</strong> stasi e <strong>di</strong><br />
non-vita dei propri personaggi.<br />
Sempre immersi, senza pericolo, in<br />
acquose palu<strong>di</strong> scure, lì dove ogni soggetto<br />
è partecipe della luce che<br />
emana, compattando con imme<strong>di</strong>atezza<br />
la pennellata <strong>di</strong> Ke. Ogni fulgore<br />
viene assorbito, e allo stesso tempo<br />
espulso, dalla carnagione statuaria,<br />
quasi <strong>di</strong> gesso, messa addosso ai visi<br />
infantili, addolciti dai tratti neotenici dei<br />
soggetti. Sebbene queste viste siano<br />
state <strong>di</strong>pinte in paesaggi senza alcun<br />
appiglio visivo, dove persino un albero<br />
blu simula e simbolizza l'arrivo <strong>di</strong> una<br />
tempesta, Ke si <strong>di</strong>mostra abile nello<br />
spazializzare la propria ricerca, trasferendo<br />
lo stesso materiale pittorico e<br />
la medesima atmosfera onirica anche<br />
sulla superficie <strong>di</strong> oggetti all'interno<br />
degli ambienti della galleria. Sui mobili,<br />
<strong>di</strong>sposti senza combinazione apparente,<br />
<strong>di</strong> una vecchia cameretta, l'artista<br />
riprende le fila <strong>di</strong> un sogno, o <strong>di</strong> una<br />
storia, che lei stessa ha scritto e poi<br />
esposto sotto teca all'ingresso <strong>di</strong> questa<br />
installazione. Dal como<strong>di</strong>no come<br />
dal letto, dalla macchina da cucire<br />
come dallo stipite della porta messa in<br />
mezzo alla stanza, bianchissima e<br />
vuota, coppie <strong>di</strong> occhi guardano.<br />
Guardano visi senza età, trattenuti<br />
dalla miniatura <strong>di</strong> figure bianche, inglobate<br />
dentro enormi gocce <strong>di</strong> colore.<br />
La storia, qui, prende a ripetersi, narrando<br />
le paure <strong>di</strong> bambini e caratteri<br />
che emulano una sorta <strong>di</strong> verità. Al <strong>di</strong><br />
fuori <strong>di</strong> uno scenario che non ha bisogno<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni spaziali e pseudogeografie<br />
<strong>di</strong> luoghi, per essere ritrovato.<br />
[ginevra bria]<br />
Marella Arte Contemporanea<br />
fino al 1 marzo 2008<br />
Chen Ke<br />
via lepontina, 8 (zona maciachini)<br />
da martedì a sabato ore 11-19<br />
ingresso libero<br />
Tel 02 69311460 Fax 02 60730280<br />
info@marellagallery.com<br />
www.marellagallery.com<br />
MILANO. MILANO.<br />
Anja Puntari<br />
Laura Owens<br />
L'imperscrutabilità della pornogra- Una delle principali pittrici americafia<br />
smantellata in meno <strong>di</strong> cinque ne dell'ultima generazione. Ma quale<br />
minuti. E con una semplice ricerca relazione sussiste tra pittura gioio-<br />
su internet. La tripla xxx concentrasa e corporeità in rivolta? Da Los<br />
ta sullo sguardo delle protagoniste.<br />
Dove le barriere fra set e spettacolo<br />
si abbattono..<br />
Angeles, Laura Owens...<br />
"Esplicita rappresentazione del<br />
corpo umano o dell'attività sessuale<br />
con lo scopo <strong>di</strong> eccitamento o<br />
sod<strong>di</strong>sfazione carnale, con poca o<br />
assente valenza artistica": la pornografia,<br />
secondo Wikipe<strong>di</strong>a.<br />
Sicuramente l'anonimo autore <strong>di</strong><br />
questa definizione non conosce<br />
XXX, l'ultimo video <strong>di</strong> Anja Puntari<br />
(Helsinki, 1979). Con un lavoro <strong>di</strong><br />
quattro minuti e quarantacinque<br />
secon<strong>di</strong>, l'artista finlandese rovescia<br />
ogni dogma riguardante la più<br />
evidente spettacolarizzazione del<br />
sesso, la cui regola fondamentale<br />
è lasciare ogni coinvolgimento<br />
emotivo al <strong>di</strong> fuori del "lavoro". Lo<br />
fa cercando in rete filmati, per lo<br />
più amatoriali, tutti appartenenti al<br />
cosiddetto genere gonzo, in cui le<br />
barriere classiche del modo <strong>di</strong><br />
ripresa tra<strong>di</strong>zionale, vale a <strong>di</strong>re le<br />
telecamere che <strong>di</strong>vidono attori e<br />
operatori, sono abbattute. La<br />
"troupe", il regista, tutti partecipano<br />
all'atto sessuale filmato, offrendo<br />
una costante soggettiva dell'azione.<br />
Niente <strong>di</strong> particolare, fin qui,<br />
un semplice cut'n'paste <strong>di</strong> filmati a<br />
luci rosse fatti in casa, parrebbe.<br />
Invece no. Puntari ribalta le convenzioni<br />
che legano attore e spettatore<br />
degli spettacoli triple X<br />
rated, co<strong>di</strong>ce americano per classificare<br />
la pornografia più hard.<br />
Non si vedono più i corpi, i movimenti<br />
sono nascosti, la sessualità<br />
è <strong>di</strong> nuovo oscurata. Tutto ciò che<br />
ci è dato vedere sono gli occhi<br />
delle protagoniste. "Occhi specchio<br />
dell'anima", si suol <strong>di</strong>re, e<br />
come <strong>di</strong>ssentire: le emozioni che<br />
traspaiono dalle nostre espressioni<br />
sono innegabili persino durante<br />
le riprese su un set ad alto tasso<br />
erotico. Sta qui l'inversione <strong>di</strong><br />
significato. La pornografia si trasforma<br />
in un viaggio nella sfera più<br />
intima, quella dei sentimenti e<br />
delle emozioni. Le ragazze non<br />
sono più semplici oggetti <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento<br />
degli istinti primari, ma<br />
sono entità coscienti, la cui emotività<br />
trova spazio in un universo <strong>di</strong><br />
rappresentazione da cui solitamente<br />
è esclusa. Se il genere<br />
gonzo mira a creare empatia fra<br />
interprete e astante, Puntari ci<br />
rende partecipi delle sensazioni<br />
delle protagoniste. La sfera esplicita<br />
del porno è negata, ciò a cui<br />
pren<strong>di</strong>amo parte è uno spettacolo<br />
interiore, quasi spirituale, in cui le<br />
emozioni provate dalle interpreti<br />
superano la valenza puramente<br />
estetica e sensuale delle azioni da<br />
cui scaturiscono, per svelare ciò<br />
che realmente vive nella mente. <strong>Il</strong><br />
nostro voyeurismo cambia significato:<br />
ci ritroviamo, ammaliati a<br />
immaginare quali pensieri siano<br />
forieri <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong> tanto multiformi,<br />
a volte assenti, a volte fin troppo<br />
partecipi, o forzati, rassegnati.<br />
Spettatori <strong>di</strong> una nuova forma <strong>di</strong><br />
rappresentazione della sensualità,<br />
oltre la sessualità.<br />
Francesca Minini<br />
[guia cortassa]<br />
Anja Puntari - XXX<br />
via massimiano, 25 (zona ventura)<br />
Tel 02 26924671 Fax 02 21596402<br />
info@francescaminini.it<br />
www.francescaminini.it<br />
Che ci fanno zebre, animali sereni e<br />
colorati, tavole imban<strong>di</strong>te con fiori e<br />
leggerezza nella terra <strong>di</strong> Paul<br />
McCarthy e Chris Burden? Non si<br />
può <strong>di</strong>re che il panorama artistico <strong>di</strong><br />
Los Angeles sia stato segnato da leggerezze<br />
e armonie. Anzi, il tratto comune<br />
che ha caratterizzato la metropoli<br />
californiana è spesso quello <strong>di</strong> un atto<br />
estremo, selvaggio, da ultima frontiera.<br />
Un nome, quello della città degli angeli,<br />
associato a un immaginario apocalittico<br />
e sra<strong>di</strong>cato, in cui lo spazio artistico<br />
si è delineato in cosciente antitesi alle<br />
ricerche newyorchesi, attraverso il<br />
culto aggressivo <strong>di</strong> una corporeità in<br />
rivolta. Ma, sotto questa luce, pochissimi<br />
sembrano i tratti che uniscono<br />
Laura Owens (Euclid, 1970) all'ambiente<br />
in cui lavora e alle tematiche fino<br />
a ora delineate. Nell'esposizione da<br />
Guenzani siamo <strong>di</strong> fronte a serene<br />
composizioni: acrilici e oli che, come<br />
preziose tappezzerie, <strong>di</strong>segnano i racconti<br />
<strong>di</strong> fanciulli contemporanei. Dietro<br />
un albero spuntano sorridenti due<br />
zebre, alcuni destrieri cavalcano in una<br />
moderna grotta <strong>di</strong> Lascaux, ma<br />
soprattutto trionfi <strong>di</strong> petali e fiori che,<br />
fuoriusciti dal tubetto, vanno a stamparsi<br />
sulla tela. La città e il corpo che<br />
della metropoli californiana sono stati<br />
vessillo sembrano essere minuziosamente<br />
rimossi, fino a regre<strong>di</strong>re a un'infanzia<br />
da libro delle favole. Le tele certo<br />
non sono immuni dalle recenti vicende<br />
biografiche dell'artista, che proprio nei<br />
giorni dell'inaugurazione si trovava<br />
nelle ultime fasi <strong>di</strong> una gravidanza, ma<br />
questo tratto <strong>di</strong> sognante irrealtà ha<br />
una lunga storia nella ricerca della pittrice.<br />
Fin dai suoi primi lavori, infatti, ci<br />
si trova <strong>di</strong> fronte a montagne azzurrine<br />
sullo sfondo <strong>di</strong> alberi fioriti. Senza volerla<br />
caricare <strong>di</strong> eccessivi significati, questa<br />
rimozione del corpo, in aperta controtendenza<br />
alla storia locale, è forse<br />
uno dei punti <strong>di</strong> forza più significativi <strong>di</strong><br />
questo lavoro. È questo tratto che, con<br />
ogni probabilità, ha garantito l'affermarsi<br />
della sua pittura all'inizio del millennio,<br />
seguendo le esigenze <strong>di</strong> un<br />
mondo dell'arte che andava, in quegli<br />
anni, globalizzandosi e omologandosi.<br />
Owens è una delle più acclamate pittrici<br />
americane dell'ultima generazione<br />
ed è massicciamente presente nelle<br />
principali collezioni, come quella del<br />
magnate Pinault. <strong>Il</strong> suo nome, assieme<br />
a quello <strong>di</strong> Hernan Bas e Karen<br />
Kilimnik, è stato associato all'etichetta<br />
"neoromantico" (si pensi alla mostra<br />
Ideal World alla Schirn Kunsthalle <strong>di</strong><br />
Francoforte nel 2005) e si è voluto leggere<br />
nei suoi lavori una sorta <strong>di</strong> ritorno<br />
all'or<strong>di</strong>ne e alla pittura. Si può <strong>di</strong>re che<br />
l'opera <strong>di</strong> Laura Owens abbia subìto,<br />
nel bene e nel male, le <strong>di</strong>namiche culturali<br />
<strong>di</strong> questi anni recenti e abbia rappresentato<br />
un'arte che si è rapidamente<br />
istituzionalizzata, trasformandosi<br />
nell'arco <strong>di</strong> un decennio da ricerca a<br />
veicolo privilegiato per la costruzione <strong>di</strong><br />
un'élite globale internazionale. <strong>Il</strong> che<br />
non è sempre sinonimo <strong>di</strong> qualità e<br />
innovazione.<br />
Stu<strong>di</strong>o Guenzani<br />
[alberto osenga]<br />
Laura Owens<br />
via eustachi, 10 (zona porta venezia)<br />
Tel 02 29409251 Fax 02 29408080<br />
luciana@stu<strong>di</strong>oguenzani.it<br />
www.stu<strong>di</strong>oguenzani.it
Exibart.onpaper déjà vu.61<br />
MILANO.<br />
Stephan Balkenhol<br />
Ancora personaggi anonimi estratti<br />
dalla folla, dalle spalle curve e dai volti<br />
privi <strong>di</strong> vita. Dove l'emozione è tutta nei<br />
segni dello scalpello e nelle schegge del<br />
legno. E nella fantasia dello spettatore...<br />
Dopo la grande mostra al Pac dell'estate<br />
scorsa, le sculture <strong>di</strong> Stephan<br />
Balkenhol (Fritzlar, 1957) ritornano<br />
a Milano. Si tratta dei suoi ultimi<br />
lavori, realizzati nel corso <strong>di</strong> quest'anno,<br />
con incisioni talmente fresche da<br />
far sentire la vitalità della materia,<br />
nel modo in cui il legno risponde al<br />
taglio, liberando il suo aroma nell'aria.<br />
Buona parte delle opere in<br />
mostra riprende le ben note figure<br />
dell'artista tedesco, che ritraggono<br />
uomini <strong>di</strong> un quoti<strong>di</strong>ano in<strong>di</strong>stinto.<br />
Sono i volti, le espressioni e le pose <strong>di</strong><br />
personaggi anonimi, come i fantasmi<br />
che compongono la folla che ogni<br />
giorno attraversa stazioni e metropolitane.<br />
Più dei volti, parlano le posture.<br />
Spalle incassate, schiene curve,<br />
mani in tasca, ventri rilassati, gambe<br />
molli. Lo scalpello <strong>di</strong> Balkenhol riproduce<br />
il lato umano che meno si presta<br />
a essere immortalato, quello che<br />
generalmente è a tal punto evanescente<br />
da non essere visto. Le sue<br />
sculture, invece, estraggono i singoli<br />
dalla massa mantenendo uno sguardo<br />
in<strong>di</strong>fferenziato, senza dar loro<br />
identità e neppure emozione, isolandoli<br />
su un pie<strong>di</strong>stallo che amplifica il<br />
loro essere anonimi e privi <strong>di</strong> interesse.<br />
La forza delle sue opere sta nell'espressività<br />
della materia, che supera<br />
quella del raffigurato. La durezza dei<br />
tratti scolpiti, i segni marcati ancora<br />
da sgrossare, le scheggiature e le<br />
crepe sul legno creano meravigliosi<br />
giochi <strong>di</strong> luci e ombre, in grado <strong>di</strong><br />
dare enorme vitalità a ciò che compongono.<br />
Tra le sculture presenti, si<br />
<strong>di</strong>stingue Mann mit Tasse, un <strong>di</strong>ttico<br />
<strong>di</strong> statua e rilievo, in cui una grande<br />
tazza fa da sfondo alla piccola scultura<br />
<strong>di</strong> un uomo stretto nella giacca in<br />
pelle nera, dalla foggia meno anonima<br />
rispetto alle classiche <strong>di</strong>vise dell'uomo<br />
comune cui Balkenhol ci ha<br />
abituato. Colpisce la delicatezza <strong>di</strong><br />
Frau mit kurzem Rock, mentre appare<br />
poco convincente e acerbo<br />
Grosser Mann mit weissem Hemd,<br />
forse per l'ancora eccessiva freschezza<br />
del legno. Alcuni dei lavori<br />
presentati escono dai canoni dell'artista,<br />
come Kokarde, che raffigura i<br />
cerchi concentrici <strong>di</strong> una coccarda<br />
colorata attraverso incisioni insolitamente<br />
levigate. Oppure Architektur,<br />
un'evocativa torre con alla sommità<br />
quattro teste, che guardano tutte,<br />
ciascuna da un <strong>di</strong>verso angolo, in<br />
<strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>fferenti. Tra i bassorilievi,<br />
si segnala per <strong>di</strong>mensioni e intensità<br />
il grande Tokyo by Night che realizza,<br />
attraverso un assemblaggio <strong>di</strong> legno<br />
<strong>di</strong> wawa e <strong>di</strong> pioppo colorati, uno skyline<br />
immaginario della capitale giapponese.<br />
Sono ben quattro, infine, i bassorilievi<br />
che raffigurano volti umani.<br />
Nel loro gioco <strong>di</strong> ombre che nega a<br />
<strong>di</strong>stanza la terza <strong>di</strong>mensione, sembra<br />
<strong>di</strong> cogliere un sottile rimando ai<br />
soggetti ritratti.<br />
Svuotati, privi <strong>di</strong> vita e profon<strong>di</strong>tà,<br />
appiattiti come i rilievi che li raffigurano,<br />
in una bi<strong>di</strong>mensionalità illusoria.<br />
Sono i ritratti svuotati <strong>di</strong> personaggi<br />
e storie possibili, che sta allo spettatore<br />
decidere come riempire.<br />
[stefano mazzoni]<br />
Galleria Monica De Cardenas<br />
Stephan Balkenhol<br />
via francesco viganò, 4<br />
Tel 02 29010068 Fax 02 29005784<br />
monica@decardenas.com<br />
www.artnet.com/decardenas<br />
MILANO.<br />
Marika Asatiani<br />
Attraverso una carrellata <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong>,<br />
Marika Asatiani racconta la storia del<br />
proprio Paese. Lotte, annessioni, <strong>di</strong>visioni<br />
millenarie mai risolte. Le vite <strong>di</strong> uomini<br />
e donne semplici si rivelano all'obiettivo<br />
<strong>di</strong> una giovane artista georgiana...<br />
MILANO.<br />
Helidon Gjergji<br />
La fine della televisione? Un cimitero<br />
<strong>di</strong> spot saturi e agonizzanti, una <strong>di</strong>scesa<br />
nel buio, movimenti isterici <strong>di</strong>etro a<br />
una maschera nera. Dopo la Biennale<br />
<strong>di</strong> quest'anno, Helidon Gjergji ripropone<br />
la sua visione decadente e pittorica<br />
del mezzo televisivo...<br />
VERONA. GENOVA.<br />
Andrea Galvani<br />
Karin Andersen<br />
Conigli in mezzo alla neve, tra le brume Metamorfosi <strong>di</strong> uomini e paesaggi.<br />
dell'inverno. Di color bianco, mimetiz- Rielaborazioni <strong>di</strong>gitali <strong>di</strong> fotografie. Dove<br />
zati tra il ghiaccio, o neri che appena si il mondo è visto con uno sguardo "<strong>di</strong>ver-<br />
vedono nella nebbia. I raffinati fuoriso", alla ricerca del punto d'incontro tra<br />
luogo <strong>di</strong> uno dei giovani protagonisti realtà e immagine. Se<strong>di</strong>ci nuove opere<br />
della fotografia concettuale italiana... per la prima personale genovese...<br />
Capanne <strong>di</strong> legno, sperdute nella campagna<br />
brulla e assolata, volti <strong>di</strong> giovani<br />
donne provati dal sole e incorniciati da<br />
austeri foulard neri, pelli piagate dal<br />
tempo e dalle vicissitu<strong>di</strong>ni. Siamo ad<br />
Achara, in Georgia, una regione significativa<br />
per le vicende storiche che ne<br />
hanno segnato confini e abitanti. Storie<br />
d'in<strong>di</strong>pendenze, annessioni, sangue,<br />
rivoluzioni e riannessioni. Trascorrono<br />
circa due anni dalla fine dei conflitti e<br />
una giovane artista-fotografa locale,<br />
Marika Asatiani (Tiblisi, 1977), si reca<br />
ad Achara per stilare un reportage<br />
attento e meticoloso, <strong>di</strong> cui protagonisti<br />
assoluti sembrano essere le figure<br />
femminili, le abitazioni e i singoli, delicati<br />
gesti della quoti<strong>di</strong>anità, finalmente<br />
tornata a essere il car<strong>di</strong>ne fondamentale<br />
dell'esistenza <strong>di</strong> questa terra. Vite,<br />
inquadrature e sguar<strong>di</strong> che non possono<br />
non ricordare nell'ostentazione <strong>di</strong><br />
una <strong>di</strong>gnità mai perduta, accentuata<br />
dalle posture fiere avvolte in abiti malmessi,<br />
nella simulazione <strong>di</strong> non-chalance<br />
davanti a quell'obiettivo e al suo<br />
manovratore, che <strong>di</strong>verte e incuriosisce,<br />
la poesia romantica e trasgressiva<br />
<strong>di</strong> Un Paese, progettato da Cesare<br />
Zavattini e Paul Strand tra il 1952 e<br />
il 1955, nel paese natìo dello scrittore,<br />
Luzzara. Si tratta <strong>di</strong> due realtà <strong>di</strong>verse,<br />
eppure estremamente vicine.<br />
Entrambe colte tra le rovine <strong>di</strong> guerre,<br />
regimi, politiche infelici, dolorose e<br />
decennali. Entrambe viste attraverso<br />
gli occhi <strong>di</strong> quei protagonisti che la storia<br />
tende a <strong>di</strong>menticare, <strong>di</strong> quegli<br />
oggetti che gli avvenimenti travolgono<br />
nella piena, senza il lusso <strong>di</strong> una menzione,<br />
mettendo in conto un numero in<br />
più fra i tanti. In entrambe le circostanze,<br />
sono, infine, gli artisti che si adoperano<br />
per riempire i vuoti interstiziali<br />
lasciati dalla storia. Una storia, che nel<br />
caso delle montagne <strong>di</strong> Achara, è<br />
stata in grado <strong>di</strong> separare e isolare,<br />
fino a far sì che i suoi abitanti, <strong>di</strong>visi dal<br />
resto della Georgia per religione e confini<br />
geografici, sviluppassero estetica e<br />
tra<strong>di</strong>zioni peculiari. L'atteggiamento <strong>di</strong><br />
Marika Asatiani è dunque sia quello <strong>di</strong><br />
chi, con amor <strong>di</strong> patria, fa un pellegrinaggio<br />
in terra natìa alla riscoperta<br />
della storia del proprio Paese, sia quello<br />
dello straniero che si ritrova sedotto<br />
e affascinato da misteriose ed esotiche<br />
culture lontane. Entrambi i sentimenti<br />
emergono molto chiaramente<br />
Un libro del 2006 del francese Jean-<br />
Louis Missika, specialista dei me<strong>di</strong>a,<br />
s'intitola La fine della televisione. Se<br />
sia vero che siamo al canto del cigno<br />
per l'epocale elettrodomestico non si<br />
sa (anche se Youtube è ormai il sito<br />
dalla crescita più alta e uno dei più<br />
popolari in assoluto nel mondo, e payper-view<br />
e video on-demand guadagnano<br />
sempre più privilegi), ma l'albanese<br />
Helidon Gjergji (Tirana, 1970;<br />
vive a New York) è senz'altro dell'idea.<br />
L'artista si interessa da anni ormai al<br />
rapporto fra televisione e realtà, oltre<br />
che a quello fra televisione e pittura. La<br />
sua Silica (2007), installazione già<br />
esposta al pa<strong>di</strong>glione albanese dell'ultima<br />
Biennale <strong>di</strong> Venezia, viene oggi<br />
ripresentata in versione più contenuta<br />
da Rossana Ciocca, ed è un vero e proprio<br />
epitaffio. Si tratta <strong>di</strong> un angolo fra<br />
due pareti della galleria invaso da una<br />
montagna <strong>di</strong> sabbia, a creare un<br />
deserto in miniatura. Fra le dune sono<br />
affondati cinque monitor piatti, verticalmente,<br />
a sparire per metà sottoterra.<br />
Gli schermi sono accesi e mostrano<br />
sequenze pubblicitarie dai colori saturi,<br />
a volte con interventi visivi, come filtri<br />
che ne confondono il contenuto, rendendo<br />
le immagini più astratte. È un<br />
piccolo cimitero, un monumento a una<br />
cultura decaduta, che tuttavia agonizza<br />
istericamente nell'insensata violenza<br />
delle proprie immagini frenetiche.<br />
L'uso dei monitor ricorda le sculture <strong>di</strong><br />
Nam June Paik e l'accostamento tra<br />
l'opacità organica della sabbia e l'asetticità<br />
traslucida dei monitor è un piacevole<br />
contrasto sensuale. In un'intervista<br />
a "Uomo Vogue" del maggio-giugno<br />
2007, l'artista racconta che "la tv è la<br />
summa formale della storia della pittura:<br />
l'aura <strong>di</strong> quest'ultima viene sostituita<br />
dal potere ipnotico del movimento e<br />
della ripetizione seriale". E in un'opera<br />
del 2003, Action TV Painting, il riferimento<br />
pittorico era letterale: una tela<br />
filtrava la visione <strong>di</strong> una parete <strong>di</strong> schermi<br />
tv, ciascuno sintonizzato su un<br />
canale random. Lo spettatore poteva<br />
cambiare gli schermi per mezzo <strong>di</strong><br />
appositi telecoman<strong>di</strong>, con un gesto<br />
orizzontale che evocava il dripping <strong>di</strong><br />
Jackson Pollock. La casualità è infatti<br />
un aspetto importante nel lato pittorico<br />
dei lavori <strong>di</strong> Gjergji.<br />
L'artista albanese non sorvola sul ruolo<br />
Si è scritto a lungo sulla contrapposizione<br />
tra fotografi e artisti o,<br />
meglio, tra fotografi-fotografi e artisti-fotografi.<br />
La seconda personale<br />
<strong>di</strong> Andrea Galvani (Verona, 1973)<br />
presso la galleria Artericambi<br />
potrebbe essere letta proprio sulla<br />
scorta <strong>di</strong> quest'antitesi, se non vi<br />
fosse nel suo lavoro la capacità <strong>di</strong><br />
ricomposizione <strong>di</strong> quella che è stata<br />
un'antinomia essenzialmente <strong>di</strong><br />
natura teorica. Semplicemente la<br />
fotografia è arte, poiché ha in sé<br />
contenuti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne estetico o concettuale,<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dal<br />
fatto che sul supporto, sul me<strong>di</strong>um,<br />
siano fissati ritagli <strong>di</strong> mondo, paesaggi,<br />
persone, situazioni, o si testimoni<br />
un gesto o un processo.<br />
Galvani è la perfetta <strong>di</strong>mostrazione<br />
<strong>di</strong> come sia possibile essere fotografo-fotografo<br />
e anche all'opposto<br />
artista-artista, e non certo in nome<br />
dell'ibridazione, ma essenzialmente<br />
perché non esiste alcuna <strong>di</strong>fferenza,<br />
alcuna <strong>di</strong>cotomia, essendo presenti<br />
nel suo lavoro forma, concetto,<br />
estetica. <strong>Il</strong> visitatore è accolto in<br />
galleria da una parete - allestita<br />
appositamente per la mostra per<br />
parzializzare la volumetria - su cui è<br />
collocato N(-1) #1, in cui brillano<br />
nell'oscurità cento occhi <strong>di</strong> una<br />
colonia <strong>di</strong> gatti catturati <strong>di</strong> notte<br />
con il flash (il lavoro, come i successivi,<br />
appartiene al secondo ciclo<br />
della trilogia L'intelligenza del male).<br />
<strong>Il</strong> riflesso della loro pupilla è inquietante,<br />
poiché è il simbolo del ribaltamento<br />
della <strong>di</strong>namica osservatoreosservato:<br />
siamo noi a vedere i felini,<br />
certo, ma questi ultimi già ci<br />
guardavano, senza alcuna necessità<br />
dell'illuminazione artificiale.<br />
Nell'ambiente successivo sono invece<br />
i conigli a essere protagonisti, in<br />
varie foto riprese in un ambiente<br />
innevato e montuoso: l'artista ha<br />
infatti allestito un vero e proprio set<br />
a oltre tremila metri, orchestrando<br />
gli scatti tra le nevi e le nebbie, con<br />
conigli <strong>di</strong> colore bianco e nero. Nel<br />
primo caso, le sagome dei ro<strong>di</strong>tori<br />
si confondono con l'ambiente can<strong>di</strong>do,<br />
quasi volessero giocare a<br />
nascondersi; nel secondo, invece,<br />
sembrano le silhouette della propria<br />
presenza, quasi come se qual-<br />
La storia comincia con un uomo qualsiasi<br />
che una mattina si sveglia e scopre<br />
<strong>di</strong> aver assunto le sembianze <strong>di</strong><br />
uno scarafaggio. Ciò che lo sprofonderà<br />
nella <strong>di</strong>sperazione, al punto <strong>di</strong><br />
lasciarsi morire, non sarà la<br />
Metamorfosi ma il rifiuto subito dalla<br />
società. È una metamorfosi anche<br />
quella che racconta Karin Andersen<br />
(Burghausen, 1966). Su corpi<br />
maschili e femminili appaiono code,<br />
orecchie, artigli. Una capra ha pie<strong>di</strong> da<br />
donna con tanto <strong>di</strong> scarpe col tacco e<br />
smalto alle unghie. Sono uomini<br />
bestiali o animali antropomorfi?<br />
Provengono da un'altra <strong>di</strong>mensione o<br />
sono il risultato <strong>di</strong> qualche strano<br />
esperimento? Appare chiaro nella<br />
scelta iconografica un forte debito nei<br />
confronti del Loughton Can<strong>di</strong>date, il<br />
satiro-pecora interpretato da<br />
Matthew Barney in Cremaster 4.<br />
Andersen s'inserisce a tutti gli effetti<br />
nel panorama post-human. Aderendo<br />
a tale filosofia, sceglie <strong>di</strong> rappresentare<br />
l'uomo come oggetto <strong>di</strong> sperimentazioni<br />
biotecnologiche e genetiche,<br />
come un ibrido sottoposto a una procedura<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione del proprio<br />
corpo, che rende incerto il confine tra<br />
ciò che è definibile come "umano" e<br />
ciò che non lo è. Jeffrey Deitch propone<br />
<strong>di</strong> interpretare l'era postumana<br />
come il momento <strong>di</strong> ricostruzione dell'io,<br />
<strong>di</strong>sintegrato dal postmodernismo.<br />
Così i protagonisti delle opere in<br />
mostra appaiono come bambini che,<br />
all'alba della loro esistenza, cercano <strong>di</strong><br />
imparare qualcosa del mondo; o,<br />
come turisti appena arrivati, magari in<br />
treno (elemento ricorrente in questi<br />
lavori), in un paese straniero. Tra le<br />
mani hanno cartine geografiche, riviste,<br />
libri o giocattoli; peluche, trottole e<br />
Lego usati per rivelare il loro desiderio<br />
<strong>di</strong> scoperta. Gli occhi esplorano, fissano<br />
l'obbiettivo, indagano, chiedono,<br />
scoprono. Si trovano in mezzo a persone<br />
comuni, forse prossime vittime<br />
dello stesso processo <strong>di</strong> ibridazione,<br />
con le quali non esiste per il momento<br />
alcuna possibilità <strong>di</strong> interagire: a <strong>di</strong>viderli<br />
ci sono muri, porte chiuse, la consapevolezza<br />
della nuova era che si sta<br />
affermando. Un'ulteriore trasforma-<br />
dai suoi still, in cui affetto, identificazio- ingannatore che il mezzo televisivo ha cuno ne avesse ritagliato la forma zione è già cominciata: gli ambienti<br />
ne ed empatia sembrano vincolare rivestito nel proprio Paese, dal quale sulla pellicola. Diventa centrale che circondano i personaggi rappre-<br />
fotografo e soggetto in un legame pro- moltissimi emigranti si sono imbarcati quin<strong>di</strong> il fatto <strong>di</strong> essere collocati sentati stanno <strong>di</strong>ventando virtuali, lo<br />
fondo, un calore che allo spettatore verso l'Italia inseguendo miraggi <strong>di</strong> tele- fuori luogo, in un posto inaspettato, ve<strong>di</strong>amo nel primo piano <strong>di</strong> molte<br />
esterno non può sfuggire. Tuttavia, l'atquiz e benessere. Nelle opere Hawaii tanto più che le loro forme si <strong>di</strong>lui- opere. In questo panorama qualcosa<br />
tenzione dell'artista per le vesti colora- (2004) e Banco d'Albania (2006), già scono fino a <strong>di</strong>ssolversi nel paesag- <strong>di</strong> artificiale sta per invadere la realtà<br />
te, per i costumi domenicali così goffa- esposte in Italia nella stessa galleria e gio; ed è quello che capita anche nel come ci appare. L'artista lo rende visimente<br />
occidentali, per i tappeti arabe- allo Spazio Symphonia, Gjergji rifletteva video in cui gli attrezzi da lavoro bile attraverso oggetti animati e<br />
scati stesi al sole e le decorazioni inso- sulle fraudolente promesse della sca- (una pala, un piccone, una scala, un misteriosi, dai colori fluorescenti e<br />
lite, sottolineate con vigore attraverso tola magica, ma è solo in Silica che ne annaffiatoio) uno alla volta si <strong>di</strong>sin- dalla matericità plastica, che si<br />
le angolazioni, le luci e le inquadrature sancisce una seppur ambigua morte. tegrano bruciando, volando nell'aria nascondo tra quelli a noi noti: <strong>di</strong>schi,<br />
delle sue immagini, tra<strong>di</strong>scono una Oggi l'installazione viene presentata come fumo <strong>di</strong> sigaretta. Come scri- tazze, carte, giochi in scatola, lampa-<br />
<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni-luce tra due realtà che insieme al video The Blue Danube, nel ve Anna Daneri, Galvani procede de, un violino, bambole, e molti altri<br />
i confini hanno unito e che le vicende e quale una microcamera viene spinta "agendo per sottrazione", con un ancora. Simboli <strong>di</strong> una realtà sul punto<br />
la realtà più volte hanno tentato <strong>di</strong> attraverso un tubo <strong>di</strong> scarico sulle note meccanismo che per contrarium, <strong>di</strong> trasformarsi.<br />
separare.<br />
del famoso brano classico, e ad alcune<br />
altre opere.<br />
anziché rivelare, maschera, <strong>di</strong>ssolve<br />
e tace per sempre.<br />
[alice cammisuli]<br />
[santa nastro]<br />
[nicola bozzi]<br />
[daniele capra]<br />
Gui<strong>di</strong> & Schoen<br />
Galleria Annarumma404 Ciocca Arte Contemporanea<br />
fino all'8 marzo 2008<br />
Karin Andersen - Nouvelles études<br />
fino al primo marzo 2008<br />
Marika Asatiani - Achara<br />
fino al 22 marzo 2008<br />
Helidon Gjergji - Silica<br />
Galleria Artericambi<br />
sur le magnétisme animal<br />
a cura <strong>di</strong> Domenico Quaranta<br />
via casati, 26<br />
via lecco, 15 (zona porta venezia) Andrea Galvani - N(-1)<br />
vico della casana, 31/r<br />
da martedì a sabato ore 16-19.30 da martedì a sabato ore 14-19.30 a cura <strong>di</strong> Anna Daneri<br />
lun. pom. - sab. 9.30-12.30 e 16-19.30<br />
ingresso libero<br />
ingresso libero<br />
via cesari, 10 (zona porta vescovo) ingresso libero<br />
Tel 02 39430655<br />
Tel 02 29530826 Fax 02 20421206 Tel/Fax 045 8403684<br />
Tel 010 2530557 Fax 010 2474307<br />
info@annarumma404.com<br />
gallery@rossanaciocca.it<br />
artericambi@gmail.com<br />
info@gui<strong>di</strong>eschoen.com<br />
www.annarumma404.com<br />
www.rossanaciocca.it<br />
www.artericambi.org<br />
www.gui<strong>di</strong>eschoen.com
62.déjà vu Exibart.onpaper<br />
FIRENZE.<br />
Enzo Cucchi<br />
L'immagine <strong>di</strong> Cucchi attraverso un<br />
video, un vinile e un'intervista. Forme<br />
fluttuanti nel vuoto, che lasciano il significato<br />
al <strong>di</strong> là della pittura. Lo spettacolo<br />
della Transavanguar<strong>di</strong>a: affabulazioni<br />
artistiche in funzione del mercato e<br />
in nome del postmoderno...<br />
<strong>Il</strong> corpo e la voce, la pittura e i <strong>di</strong>segni<br />
<strong>di</strong> Enzo Cucchi (Morro D'Alba,<br />
1949; vive a Roma) sembrano reliquie<br />
nelle due gallerie fiorentine;<br />
frammenti slegati che raccolgono il<br />
suono della sua voce, i movimenti<br />
sulla tela, l'espressività facciale.<br />
L'intervista, incisa su vinile e registrata<br />
per le vie del centro storico <strong>di</strong><br />
Firenze, ci sottrae l'immagine <strong>di</strong><br />
Cucchi, restituita invece dalle <strong>di</strong>rompenti<br />
inquadrature del documentario<br />
(Anima nuda, 2007, <strong>di</strong> Riccardo<br />
Buzzanca) che lo spia mentre lavora.<br />
L'operazione del curatore, Sergio<br />
Risaliti, è un sezionamento anatomico<br />
dell'artista attraverso vari mezzi (il<br />
video, la registrazione au<strong>di</strong>o e le<br />
opere) che consente allo spettatore<br />
<strong>di</strong> ricostruirne autonomamente la<br />
personalità. La pittura <strong>di</strong> Cucchi si<br />
colloca alla "fine della storia", dove le<br />
forme sono libere <strong>di</strong> fluttuare negli<br />
spazi assenti, dove non ha luogo l'utopia<br />
né il sogno, dove la libertà del<br />
gioco prende il sopravvento. <strong>Il</strong> senso<br />
ultimo della sua arte è la separazione<br />
dei significanti dai significati, la creazione<br />
<strong>di</strong> una retorica degli oggetti,<br />
pescati acriticamente dalla realtà e<br />
dalla storia. L'assenza <strong>di</strong> un rapporto<br />
tra figure e sfondo non definisce la<br />
spazialità del reale come un tutto,<br />
ma come una somma <strong>di</strong> parti immerse<br />
in un infinito spazio bianco. Nella<br />
serie <strong>Il</strong> vesuvio è il padre <strong>di</strong> tutte le<br />
nuvole del mondo (1994) compaiono<br />
pie<strong>di</strong>, cani, case, animali e teste <strong>di</strong><br />
uomini senza soluzione <strong>di</strong> continuità,<br />
senza significati manifesti, per affabulare<br />
lo spettatore all'incanto della<br />
figurazione postmoderna. Sta precisamente<br />
in quest'affabulazione il limite<br />
dell'arte <strong>di</strong> Cucchi. Se le avanguar<strong>di</strong>e<br />
storiche erano destinate fatalmente<br />
a confrontarsi con spazi istituzionali<br />
e commerciali per criticarli<br />
dall'interno, come <strong>di</strong>ceva Sanguineti,<br />
la Transavanguar<strong>di</strong>a ha ribaltato<br />
questo para<strong>di</strong>gma: l'arte sopravvive<br />
in funzione del rapporto con il mercato<br />
e con il museo. Nell'intervista che<br />
dà il titolo alla mostra, Presente!,<br />
Cucchi è più interessato al rapporto<br />
tra immagine e testo che a organizzare<br />
un <strong>di</strong>scorso logico o poetico:<br />
costruisce una presentazione grafica<br />
in cui proliferano segni che non significano.<br />
L'intervista è un'opera ridotta<br />
a oggetto (che ha un alto valore <strong>di</strong><br />
scambio), non uno spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />
critica (si parla <strong>di</strong> pugnette,<br />
apocalisse e scarpari). E se "ogni<br />
generazione ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scrivere la<br />
storia <strong>di</strong> quella che la precede", come<br />
voleva un maestro <strong>di</strong> metodo storico<br />
quale Marc Bloch, allora chi è nato<br />
negli anni ('80) che sancivano la consacrazione<br />
<strong>di</strong> Cucchi e della<br />
Transavanguar<strong>di</strong>a ritiene più attuali<br />
alcuni spazi dell'arte contemporanea<br />
(la riflessione sul video, la fotografia, il<br />
<strong>di</strong>gitale) che cercano <strong>di</strong> forzare le<br />
<strong>di</strong>namiche statiche del mercato, invece<br />
<strong>di</strong> sfruttarle.<br />
[clau<strong>di</strong>o gulli]<br />
Galleria Alessandro Bagnai<br />
Galleria Poggiali e Forconi<br />
Enzo Cucchi - Presente! Lato A - Lato B<br />
a cura <strong>di</strong> Sergio Risaliti<br />
via Salutati, 4/r<br />
Tel 055 6802066 Fax 055 6814190<br />
galleriabagnai@tin.it<br />
www.galleriabagnai.it<br />
via della scala, 35/a e via benedetta, 3/r<br />
Tel 055 287748 Fax 055 2729406<br />
info@poggialieforconi.it<br />
www.poggialieforconi.it<br />
Catalogo a cura <strong>di</strong> Lorenzo Poggiali, con<br />
un testo <strong>di</strong> Sergio Risaliti, 60,00 euro<br />
ROMA.<br />
Giuseppe Stampone<br />
Una classe elementare, con banchi e<br />
sgabelli. Appesi alle pareti, <strong>di</strong>ciotto<br />
cartelloni <strong>di</strong>dattici con le invenzioni<br />
che cambieranno il mondo. In fondo,<br />
la cara lavagna col titolo della lezione<br />
del Maestro Stampone. E tra i banchi,<br />
lui, il piccolo Pinocchio...<br />
Suona la campanella,<br />
tutti in<br />
classe. Dove<br />
quell'odore<br />
misto <strong>di</strong> gesso,<br />
carta, colori e<br />
fragranza <strong>di</strong><br />
bambini sale alle<br />
narici, inconfon<strong>di</strong>bile.<br />
Nell'aula<br />
del Maestro<br />
Giuseppe Stampone (Cluses, 1972;<br />
vive a Roma) c'è tutto il necessario: i<br />
banchi con i loro sgabelli, i cartelloni ai<br />
muri, la lavagna. Ma quei cartelloni,<br />
anziché essere quelli colorati del riconosciuto<br />
abbecedario, sono bianchi,<br />
con puntuali <strong>di</strong>segni tecnici a matita e,<br />
in qualche punto, una campitura col<br />
bianco acrilico. "Volevo ricostruire il<br />
primo giorno <strong>di</strong> scuola", racconta<br />
Stampone, "quando tutto è ancora da<br />
imparare". Quin<strong>di</strong> tutto può essere<br />
letto con occhi nuovi e visto con<br />
mente priva <strong>di</strong> preconcetti. Quando<br />
c'è ingenua inconsapevolezza e ogni<br />
cosa può essere battezzata con un<br />
nome ine<strong>di</strong>to. Candore e verginità tradotti<br />
attraverso il bianco dei cartelloni.<br />
E i titoli dei singoli lavori, con la loro<br />
semplicità, descrivono tutto un<br />
mondo, quello contemporaneo, dominato<br />
dalla velocità, dall'imperante e<br />
inarrestabile globalizzazione, e quello<br />
che comporta e determina, dall'annullamento<br />
delle <strong>di</strong>stanze alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>vidualità, al conflitto per l'accaparramento<br />
e accantonamento <strong>di</strong> ricchezze,<br />
alla <strong>di</strong>struzione e all'impoverimento<br />
delle risorse naturali. Quegli<br />
"oggetti", alcuni <strong>di</strong> uso comune e quoti<strong>di</strong>ano,<br />
altri entrati a forza nell'immaginario<br />
collettivo, vengono sezionati<br />
come al microscopio, quasi per carpirne<br />
l'essenza, per trovarne l'anima e<br />
capire da dove nasce il loro fascino e<br />
l'impossibilità <strong>di</strong> farne a meno.<br />
Macchina economica per la misurazione<br />
del tuo tempo (l'inconfon<strong>di</strong>bile<br />
swatch, icona degli anni '80, quando<br />
veniva battuto all'asta a cifre da capogiro),<br />
Macchina per la visione a <strong>di</strong>stanza<br />
(televisore), Dispositivo per catturare<br />
la pelle delle cose (macchina fotografica<br />
analogica), Dispositivo per la<br />
riproduzione intelligente (il preservativo).<br />
Altri evocano invece tutte le complicazioni<br />
economiche a essi legati<br />
(Pompa per la circolazione del mondo,<br />
ovvero la trivella petrolifera) o i livelli<br />
della perversione umana (Dispositivo<br />
ansiogeno, una bomba). Tutti questi<br />
<strong>di</strong>segni "tecnici" hanno il loro corrispettivo<br />
in bianchi modelli in scala. Ma,<br />
nascosto fra le gambe <strong>di</strong> un banco, c'è<br />
Pinocchio, a simbolo dell'ignoranza,<br />
della fase imme<strong>di</strong>atamente precedente<br />
alla conoscenza. Conclude il ciclo<br />
delle invenzioni, la "+1", originale del<br />
Maestro Stampone, Diomira. Visibile<br />
solo per pochi giorni al Complesso <strong>di</strong><br />
Santo Spirito in Sassia. Un banco <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni enormi; grazie a una semplice<br />
scala a pioli, si può sbirciare all'interno<br />
per scorgervi una New York<br />
resa attraverso anonimi parallelepipe<strong>di</strong><br />
in ceramica bianca, sotto una soffice<br />
polvere bianca. Dove colui che si<br />
arrampica altro non è che Pinocchio,<br />
trasportato in Second Life.<br />
[daniela trincia]<br />
Z2O Galleria - Sara Zanin<br />
fino al 29 marzo 2008<br />
Giuseppe Stampone - Le 18+1<br />
invenzioni che cambieranno il mondo<br />
via dei querceti, 6 (zona colosseo)<br />
da martedì a sabato ore 15.30-<br />
19.30 o su appuntamento<br />
ingresso libero<br />
Tel 06 70452261 Fax 06 77077616<br />
info@galleriaz2o.it<br />
www.z2ogalleria.it<br />
Catalogo con testi <strong>di</strong> Alberto Abruzzese,<br />
Derrick De Kerckhove, Franco Speroni,<br />
Antonio Tursi, Luisa Valeriani<br />
ROMA.<br />
Katharina Siever<strong>di</strong>ng<br />
Stravolge i tratti del suo volto da femminili<br />
a maschili, da incorporei a materici.<br />
Stabilendo una correlazione tra<br />
chimica biologica e chimica dei processi<br />
<strong>di</strong> elaborazione fotografica. Un unico<br />
prisma, che riflette le incessanti metamorfosi<br />
alla ricerca <strong>di</strong> un'identità...<br />
Se si escludono le<br />
proiezioni e il filmato<br />
nella prima sala, la<br />
galleria presenta<br />
gran<strong>di</strong> stampe che<br />
riproducono l'immagine<br />
seriale <strong>di</strong> uno<br />
stesso volto.<br />
Ambiguo e proteiforme,<br />
varia secondo<br />
l'incidenza dell'illuminazione,l'angolazione,<br />
il trucco, il variegato complesso<br />
<strong>di</strong> manipolazioni tecniche. È il volto <strong>di</strong><br />
una tra le più affermate rappresentanti<br />
della fotografia contemporanea,<br />
Katharina Siever<strong>di</strong>ng (Praga, 1944;<br />
vive a Düsseldorf e Berlino).<br />
L'artista, nota per le trasposizioni degli<br />
eventi della sua epoca su gigantografie,<br />
si è concentrata sull'autoritratto,<br />
declinando le molteplici possibilità d'essere.<br />
Una sorta d'investigazione del sé<br />
elaborata attraverso il doppio registro<br />
della finzione e del rituale, condotta<br />
me<strong>di</strong>ante quella che Roland Barthes<br />
definisce "un'astuta <strong>di</strong>ssociazione della<br />
coscienza d'identità", che si produce<br />
nell'assunzione del sé come altro. <strong>Il</strong><br />
ricorso all'analisi attraverso l'autoritratto<br />
fotografico (ingenerata da una<br />
matrice femminista) come critica allo<br />
stesso processo <strong>di</strong> rappresentazione<br />
la avvicina a fotografe quali Hannah<br />
Wilke e Cindy Sherman. Se quest'ultima,<br />
però, si avvale della nozionale<br />
spaccatura tra artista e persona raffigurata,<br />
in Siever<strong>di</strong>ng le due istanze<br />
sono palesemente fuse. Oscillando in<br />
una perpetua tensione fra ricerca e<br />
affermazione, metafora e somiglianza,<br />
l'artista utilizza la propria personalità<br />
mutevole come me<strong>di</strong>a e come simbolo.<br />
Lo scopo basilare è <strong>di</strong> trasmettere<br />
l'idea della metamorfosi: dell'essere<br />
umano e della natura, dell'arte e della<br />
scienza, dei fattori psicologici e del<br />
mondo esterno (società, costume,<br />
apparenza). Trasformazione è il tema<br />
della mostra, centrato grazie a una<br />
scelta curatoriale che ne ha rintracciato<br />
il filo conduttore lungo il percorso<br />
dell'artista, dalla fine degli anni '60 fino<br />
ai recenti Visual Stu<strong>di</strong>es. Nel primo<br />
ambiente della galleria, un documentario<br />
fotografico girato a Roma - dove<br />
Siever<strong>di</strong>ng visse tra il 1972 e il 1973 -<br />
attesta il fermento socio-politico-culturale<br />
<strong>di</strong> quegli anni. Gli incontri nello storico<br />
spazio-garage <strong>di</strong> Fabio Sargentini<br />
con personaggi quali Joseph Beuys<br />
(con cui l'artista ha stu<strong>di</strong>ato alla<br />
Kunstakademie <strong>di</strong> Düsseldorf) alle<br />
prese con la lettura <strong>di</strong> Anarchius Klots<br />
o con Gino De Dominicis, che si copre<br />
il viso con un foglio <strong>di</strong> carta. Le opere<br />
della Siever<strong>di</strong>ng hanno la facoltà <strong>di</strong><br />
dominare lo spazio, creando un simultaneo<br />
impegno per l'osservatore e l'osservato,<br />
e sono dotate <strong>di</strong> un possente<br />
simbolismo. Nella sequenza Die Sonne<br />
um mitternacht schauen X/VI<br />
(Guardando il Sole a mezzanotte,<br />
1988), il viso dell'artista ricoperto <strong>di</strong><br />
polvere d'oro e con eruzioni solari può<br />
ricondurre all'athanor, "l'alto forno<br />
cosmico" (Rudolf Schmitz) dove avvengono<br />
le trasmutazioni della materia<br />
alchemica. Nella serie Life-Death si<br />
<strong>di</strong>stingue il ritratto VII/3. Qui l'artista,<br />
rifuggendo il rapporto visivo <strong>di</strong>retto con<br />
lo spettatore, contempla la propria<br />
immagine riflessa su un cucchiaio.<br />
Allusione alla fase lacaniana dello specchio,<br />
può suggerire la presa <strong>di</strong> coscienza<br />
dell'identità che, per formare il sé,<br />
subisce una lacerante quanto inevitabile<br />
separazione. La fotografia, simulacro<br />
della morte, dà conto <strong>di</strong> una resurrezione<br />
simulacrale. Scrive Jean<br />
Baudrillard: "Di là da tutti gli specchi, o<br />
nei loro sparsi frammenti [..] bisogna<br />
cercare <strong>di</strong> vedere l'indeterminatezza<br />
ra<strong>di</strong>cale della vita e della morte".<br />
[lori adragna]<br />
Galleria <strong>Il</strong> Ponte Contemporanea<br />
Katharina Siever<strong>di</strong>ng -<br />
Trasformazioni<br />
a cura <strong>di</strong> Achille Bonito Oliva<br />
via <strong>di</strong> monserrato, 23<br />
Tel 06 68801351<br />
info@ilpontecontemporanea.com<br />
www.ilpontecontemporanea.com<br />
ROMA. ROMA.<br />
Luigi Ontani<br />
Emilio Prini / Nicola de Maria<br />
Numeri, non solo rebus linguistico-ico- Due artisti e amici, due linguaggi a<br />
nografici. Fotografie, opere in legno, confronto. La visione figurativa neo-<br />
vetro e ceramica. <strong>Il</strong> maestro dell'ironia espressionista <strong>di</strong> De Maria, il virtuosi-<br />
rende omaggio a Pitagora...<br />
smo psichico <strong>di</strong> Emilio Prini. <strong>Il</strong> recupero<br />
del passato, l'esaltazione del colore,<br />
l'energia geometrica delle linee e<br />
dei materiali. Un'esposizione sui<br />
generis per la nuova sede della galleria<br />
Pio Monti...<br />
Dove c'è ironia, l'intelligenza è d'uopo,<br />
si sa. Raffinatissima e giocosa anche<br />
questa personale alla Galleria Lorcan<br />
O'Neill. In mostra lavori recentissimi<br />
<strong>di</strong> Luigi Ontani (Vergato, 1943;<br />
vive a Roma), insieme a qualche<br />
pezzo "storico". Una sorta <strong>di</strong> anticipazione<br />
dell'antologica in preparazione<br />
al Mambo <strong>di</strong> Bologna, sulla scia <strong>di</strong><br />
Genthara, la memorabile esposizione<br />
allo Smak <strong>di</strong> Gent nel 2003-2004.<br />
Giochi <strong>di</strong> parole, double sens, rebus<br />
iconografici. A partire dal titolo della<br />
mostra, Perentorio. Dal tondo della<br />
fotografia acquerellata - il fondo è<br />
azzurro - esce il volto ornato da un<br />
copricapo <strong>di</strong> tre pere ver<strong>di</strong> e il corpo<br />
nudo dell'artista, ingabbiato da una<br />
corazza degli stessi frutti (varietà<br />
Abate Fètel). Ontani stavolta rende<br />
omaggio a Pitagora, padre della filosofia<br />
e della matematica, con<br />
ErmEstEtica Pythagorea (2007). La<br />
scultura in ceramica è arrivata per<br />
l'occasione da Faenza. Non è casuale<br />
la parata <strong>di</strong> numeri tracciati in oro<br />
sull'alta base dell'opera, considerando<br />
che Pitagora attribuì loro poteri<br />
magici. Ontani-Pitagora, quin<strong>di</strong>, come<br />
Ontani-Carabiniere, Ontani-San<br />
Pietro, Ontani-Maharaja. Filo conduttore<br />
anche <strong>di</strong> questa mostra è il lu<strong>di</strong>co<br />
travestimento, modulato dal frizzo<br />
irriverente, dal volubile sarcasmo.<br />
Uno spirito che, del resto, si coglieva<br />
già negli "oggetti pleonastici", piccoli<br />
lavori in gesso ottenuti a calco da<br />
reperti del quoti<strong>di</strong>ano, trattati con la<br />
scagliola e <strong>di</strong>pinti a tempera, che l'artista<br />
realizzava nel 1965, a cui seguirono<br />
i tableaux vivants in cui perdeva,<br />
<strong>di</strong> volta in volta, la propria identità per<br />
interpretare personaggi della storia,<br />
della letteratura, della religione, del<br />
mito, dell'arte. Coloratissime<br />
maschere in legno (Shiva Latri,<br />
2007; Di JuRe, 2006; Panaemonio,<br />
2007) sono alle pareti della galleria<br />
trasteverina, accanto a opere in<br />
vetro (NarciSpecchiOuroboros,<br />
2007; ArlecchiNerone, 2006) e a<br />
fotografie acquerellate, oltre che alle<br />
sculture in ceramica policroma.<br />
Impossibile negarsi un sorriso <strong>di</strong><br />
fronte alla grande fotografia lenticolare<br />
Electicthrone (2007) in cui<br />
Ontani siede o, meglio, è legato a un<br />
trono che ha le zampe a forma <strong>di</strong><br />
gambe e pie<strong>di</strong> umani, esattamente<br />
come i braccioli-mani. A seconda<br />
della posizione dell'osservatore, il<br />
maestro mostra il volto serio oppure<br />
fa le smorfie. Punto <strong>di</strong> partenza,<br />
comunque, rimane la pittura tardo<br />
manierista e barocca. In mostra<br />
anche un'opera del '75, Nudo con<br />
dado, <strong>di</strong>chiarato omaggio a<br />
Tintoretto. È del 1991, invece,<br />
Ennesima Cena, installazione <strong>di</strong><br />
tre<strong>di</strong>ci fotografie <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni<br />
in cui l'artista indossa i panni degli<br />
apostoli. Per questa rappresentazione,<br />
Ontani attinge agli stereotipi dell'iconografia<br />
sacra, che interpreta con<br />
un guizzo tutto personale: da una ciotola,<br />
ad esempio, ecco spuntare un<br />
piccolo <strong>di</strong>nosauro <strong>di</strong> plastica. Altra<br />
fonte <strong>di</strong> ispirazione è l'Oriente: il suo<br />
repertorio si arricchisce in<strong>di</strong>stintamente<br />
<strong>di</strong> influenze orientali e occidentali,<br />
il tutto declinato, come sempre,<br />
in prima persona.<br />
[manuela de leonar<strong>di</strong>s]<br />
Galleria Lorcan O'Neill<br />
Luigi Ontani - Perentorio<br />
via degli orti d'alibert, 1/e<br />
Tel 06 68892980 Fax 06 6838832<br />
mail@lorcanoneill.com<br />
www.lorcanoneill.com<br />
Nicola De Maria (Foglianise, 1954) è<br />
un esponente <strong>di</strong> quella corrente che,<br />
nel 1979, Achille Bonito Oliva definì<br />
Transavanguar<strong>di</strong>a. Sempre in quell'anno<br />
venne allestita la sua prima<br />
mostra, ad Acireale. De Maria non<br />
nasce pittore: si laurea in me<strong>di</strong>cina e<br />
si specializza in neurologia. E quando<br />
si de<strong>di</strong>ca all'arte, lo fa con uno stile che<br />
è marcatamente personale, soggettivo,<br />
tipicamente rappresentativo del<br />
"gruppo" <strong>di</strong> cui fa parte. Tra i suoi colleghi<br />
è l'unico che si de<strong>di</strong>ca a una tale<br />
rappresentazione astratta, <strong>di</strong>namica,<br />
che - superando i confini della tela - si<br />
mette in contatto con l'ambiente circostante.<br />
Le tele esposte <strong>di</strong>mostrano<br />
quanto la Transavanguar<strong>di</strong>a abbia<br />
lavorato al recupero del passato - in<br />
chiave narrativa ed espressiva - per<br />
sopperire all'esasperazione concettuale<br />
che aveva inasprito tutte le<br />
forme dell'arte, più che all'anti-accademismo<br />
dell'avanguar<strong>di</strong>a. Una particolare<br />
attenzione rivolta all'uso dei materiali<br />
che, nobili o vili, trovano comunque<br />
una nuova <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> vita, che li<br />
inserisce a pieno titolo in un processo<br />
artistico <strong>di</strong> combustione visiva. Anche<br />
la figura dell'artista passa su un piano<br />
<strong>di</strong>verso, traslando dalla funzione <strong>di</strong><br />
conduttore-eroe a quella <strong>di</strong> nomade.<br />
Un artista, insomma, che si guarda<br />
alle spalle per documentarsi e confrontarsi<br />
ecletticamente con la storia<br />
e le tra<strong>di</strong>zioni, il che lo porta a trovare<br />
infinite soluzioni stilistiche.<br />
I lavori <strong>di</strong> De Maria ben si inseriscono<br />
in questo contesto <strong>di</strong> contaminazione<br />
perpetua e perenne e, pur nella loro<br />
semplicità, coinvolgono sempre. <strong>Il</strong> concetto<br />
<strong>di</strong> recupero esplode nei colori<br />
vivaci delle tele più che nella luminosità<br />
traboccante o negli accostamenti<br />
energici. Le linee sono compatte e la<br />
geometria suscita un forte impatto,<br />
che non <strong>di</strong>sdegna <strong>di</strong> richiamare l'emotività<br />
espressionista. In altri casi, invece,<br />
l'impulsività creativa lascia spazio<br />
alla nostalgia <strong>di</strong> una pacata rappresentazione<br />
che narra <strong>di</strong> antiche e perdute<br />
visioni. In mostra anche due<br />
opere <strong>di</strong> Emilio Prini (Stresa, 1943),<br />
con un omaggio a De Maria. Qui il<br />
carattere è squisitamente psichico,<br />
perfettamente scarno. Ra<strong>di</strong>cale e raffinato.<br />
E suggerisce metafore concettuali<br />
purissime. L'opera <strong>di</strong> De Maria<br />
getta le basi per una riflessione artistica<br />
profonda. Lo spettatore perde le<br />
norme <strong>di</strong> ancoraggio morale, gli schemi<br />
formali predefiniti e trova nuove<br />
forze che animano linee e colori,<br />
immagini <strong>di</strong>sarticolate e visioni allo<br />
stato puro. La poetica della<br />
Transavanguar<strong>di</strong>a lascia spazio a<br />
stu<strong>di</strong> liberi e rappresentazioni ancestrali;<br />
una svolta ironica che, <strong>di</strong> lì a<br />
poco, ispirerà anche il gruppo dei<br />
cosiddetti "Nuovi selvaggi".<br />
Galleria Pio Monti<br />
[michele nero]<br />
Emilio Prini / Nicola de Maria<br />
piazza mattei, 18 (zona ghetto)<br />
Tel/Fax 06 68210744<br />
permariemonti@hotmail.com
Exibart.onpaper déjà vu.63<br />
ROMA.<br />
ROMA.<br />
Cy Twombly<br />
Simona Uberto /<br />
Sala ovale, sala del potere. Quando la<br />
Nathalie Du Pasquier<br />
fama del gallerista compete con<br />
quella dell'artista, in mostra non si<br />
può che parlare <strong>di</strong> circuito e mercato.<br />
Mentre l'arte si congeda educatamente.<br />
Senza lasciare tracce...<br />
Ombre, specchi, profili, sagome,<br />
masse. Simona Uberto popola le pareti<br />
<strong>di</strong> scatti che, dopo la camera oscura,<br />
tornano a muoversi. Mentre in vetrina<br />
il robot <strong>di</strong> Nathalie Du Pasquier, dopo<br />
pellicole e pellicole <strong>di</strong> gesta eroiche,<br />
rimane fermo, immobile...<br />
<strong>Il</strong> concetto<br />
moderno <strong>di</strong><br />
galleria nasce<br />
con l'obiettivo<br />
<strong>di</strong> creare uno<br />
spazio espositivopossibilmente<br />
asettico, materno e non offensivo<br />
nei riguar<strong>di</strong> dei lavori ospitati, aperto<br />
al pubblico più vario e privo <strong>di</strong> campanelli<br />
alla porta d'ingresso. <strong>Il</strong> white<br />
cube teorizzato e praticato negli anni<br />
'60, in grado <strong>di</strong> lasciare viva e intatta la<br />
volontà espressiva dell'opera, senza<br />
interferire con essa né oscurarla. Lo<br />
spazio <strong>di</strong> Larry Gagosian a Roma<br />
rispetta tutte le regole dello stile guadagnandone<br />
in estensione, location,<br />
luce e maestria degli architetti coinvolti<br />
nel progetto, Firouz Galdo e lo<br />
Stu<strong>di</strong>o Caruso St John Architects. <strong>Il</strong><br />
cubo si trasforma in ovale così come la<br />
banca inse<strong>di</strong>atasi nell'e<strong>di</strong>ficio degli anni<br />
'20 <strong>di</strong>venta galleria. Una magia da Re<br />
Mida che solo Gagosian è in grado <strong>di</strong><br />
praticare. E in Italia fa notizia. Se da un<br />
lato Gagosian si augura "<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />
parte della vita culturale <strong>di</strong> questa città<br />
straor<strong>di</strong>naria", in realtà non sembra<br />
parlare <strong>di</strong> integrazione, quanto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza<br />
nei confronti del contesto. La<br />
situazione romana vive <strong>di</strong> punti <strong>di</strong><br />
aggregazione ristretti, spazi che traggono<br />
faticosamente ossigeno dall'aria<br />
stantia <strong>di</strong> vecchie glorie un po' trascurate.<br />
Non esiste galleria ampia più <strong>di</strong><br />
un terzo dello spazio <strong>di</strong> via Crispi. I collezionisti<br />
non sono numerosi, ma molto<br />
attenti. Atterrare come un'enorme<br />
astronave da luoghi lontani, tendendo<br />
la mano a quelli che contano (più nella<br />
politica e nello spettacolo che nell'arte)<br />
vuol <strong>di</strong>re badare poco ai ritmi della<br />
comunità artistica che da anni si sforza<br />
<strong>di</strong> cambiare <strong>di</strong>rezione alla giostra<br />
arrugginita dell'arte romana, imponendo<br />
un nuovo corso e accaparrandosi le<br />
luci della ribalta. Ai livelli <strong>di</strong> Gagosian<br />
(sette gallerie all'attivo, <strong>di</strong> cui una a<br />
Beverly Hills, tre a New York, due a<br />
Londra e una a Roma) è <strong>di</strong>fficile parlare<br />
solo <strong>di</strong> arte. <strong>Il</strong> mercato la fa da<br />
padrone, fagocitando gli artistar e<br />
sponsorizzandoli in tutto il mondo. È<br />
una scelta che si può con<strong>di</strong>videre o<br />
meno, ma che <strong>di</strong> fatto manovra e conduce<br />
le fila dell'arte con più <strong>di</strong> tre zeri.<br />
Probabilmente nella capitale, e più in<br />
generale in Italia, manca una me<strong>di</strong>a<br />
borghesia artistica che riempia il gap<br />
tra piccola e grande "impresa" venuto<br />
palesemente alla luce.<br />
<strong>Il</strong> trittico imponente <strong>di</strong> un Cy Twombly<br />
(Lexington, Virginia, 1928; vive a<br />
Roma) maturo e riflessivo - con le sue<br />
larghe pennellate <strong>di</strong> bianco sgocciolante,<br />
come grafismi <strong>di</strong> un linguaggio indecifrabile,<br />
sul denso fondo verde, richiamo<br />
alla natura lussureggiante <strong>di</strong><br />
Salalah, oasi sul mare al cospetto del<br />
deserto <strong>di</strong> sabbia più grande del<br />
mondo - sembra pulsare dalle pareti<br />
lucenti <strong>di</strong> vernice fresca, quasi a corredo<br />
<strong>di</strong> uno spazio più carico <strong>di</strong> significati<br />
delle opere stesse. Tre immense tavole<br />
nella sala centrale, due manifesti<br />
con l'invito alla mostra velocemente<br />
abbozzati all'ingresso, una scultura in<br />
bronzo e una in gesso rappresentanti<br />
colonne afasiche come totem in equilibrio<br />
instabile e un collage su carta<br />
Fabriano racchiudono tutta la mostra.<br />
Davvero poco generosa in confronto<br />
allo spazio e alle aspettative. Un decorativismo<br />
che non si ad<strong>di</strong>ce all'artista,<br />
ma che nella sinergia <strong>di</strong> obiettivi prevale<br />
a causa del contesto. Leo Castelli<br />
insegna: l'arte può <strong>di</strong>ventare mercato,<br />
ma innanzitutto dev'essere arte.<br />
Gagosian Gallery<br />
[marta silvi]<br />
Cy Twombly - Three Notes from Salalah<br />
via francesco crispi, 16<br />
Tel 06 42086498 Fax 06 42014765<br />
roma@gagosian.com<br />
www.gagosian.com<br />
Catalogo <strong>di</strong>sponibile<br />
Persone che si muovono, persone che<br />
stanno compiendo un'azione ben precisa.<br />
Gruppi catturati in un istante, poi<br />
separati sagoma per sagoma e riassemblati<br />
in un nuovo insieme. Sono le<br />
Masse <strong>di</strong> Simona Uberto (Savona,<br />
1965; vive a Milano): una serie <strong>di</strong><br />
installazioni - serigrafie su acciaio, alluminio,<br />
legno - che raccontano spaccati<br />
<strong>di</strong> vita. Alcune letteralmente sbucano<br />
dalle pareti, colte in scene quoti<strong>di</strong>ane.<br />
Passeggiano, portano a spasso il cane,<br />
vanno in bici, in motorino, leggono il<br />
giornale, si abbracciano. Le piccole<br />
sagome giocano e <strong>di</strong>alogano con la<br />
parete bianca che le fa da sfondo, e<br />
con chi le osserva, contribuendo in<br />
questo modo al ricrearsi della situazione<br />
da cui sono state estrapolate. Le<br />
due facce, infatti, da una parte presentano<br />
lo scatto fotografico, dall'altra il<br />
supporto privo d'immagine che funge<br />
da specchio. In questo modo riflettono<br />
la fotografia della sagoma che hanno<br />
<strong>di</strong> fronte, così da ingannare l'occhio in<br />
una ripetizione infinita. <strong>Il</strong> modo, infine,<br />
con cui sono state installate sulla parete,<br />
crea un ulteriore gioco <strong>di</strong> luce che si<br />
trasforma in una serie <strong>di</strong> ombre. Tutto<br />
muta a seconda <strong>di</strong> come ci si pone <strong>di</strong><br />
fronte alle piccole figure, unico invariato<br />
è il movimento, l'idea <strong>di</strong> movimento.<br />
In Border line l'artista sostituisce al<br />
gioco dello specchio un'altra forma <strong>di</strong><br />
azione. La fotografia da un lato viene<br />
sviluppata normalmente, dall'altro è<br />
invece volutamente mossa. Due sviluppi<br />
della stessa posa. Scatto, sviluppo e<br />
realizzazione eseguiti dall'artista. Nella<br />
serie, poi, che dà nome all'esposizione,<br />
la visione è frontale. Non più, quin<strong>di</strong>,<br />
profili con giochi d'ombre e specchi ma<br />
impatto <strong>di</strong>retto sullo scatto. Qui le<br />
sagome si muovono su piani paralleli,<br />
strati. L'effetto ottenuto è proprio la<br />
moltitu<strong>di</strong>ne, la massa. Punto <strong>di</strong> vista<br />
dall'alto, invece, per le Aggregazioni.<br />
Qui un gruppo <strong>di</strong> persone in sit-in viene<br />
osservato da lontano: un insieme con<br />
uomini e donne, in pie<strong>di</strong> e per terra,<br />
con borse e megafono, un altro piccolo<br />
gruppo che arriva, una camionetta<br />
della polizia. Niente giochi <strong>di</strong> luce e<br />
d'ombre, nessuno specchio. Solo il<br />
punto <strong>di</strong> vista, l'osservazione, il racconto.<br />
Come nelle piccole cornici della<br />
memoria, piccoli scatti montati su adesivi<br />
e assemblati in nuove pose. Come<br />
sempre accade nella sede romana <strong>di</strong><br />
Romberg, al lavoro dell'artista nello<br />
spazio espositivo "Solo Show" se ne<br />
affianca un altro in quello esterno, la<br />
"Camera Con Vista". Qui, visibile dalla<br />
vetrina che si affaccia sulla piazza,<br />
Nathalie Du Pasquier (Bordeaux,<br />
1957; vive a Milano) ha allestito un<br />
coloratissimo, grande robot in stile<br />
cartone animato. Una sorta <strong>di</strong> Voltus<br />
V, per i nostalgici dei tempi lontani che<br />
non si vogliono arrendere ai Gormiti.<br />
Nella "stravaganza" dell'oggetto, nel<br />
gioco delle forme, affiora l'influsso della<br />
militanza dell'artista nel gruppo<br />
Memphis come designer.<br />
[valentina correr]<br />
Romberg Arte Contemporanea<br />
fino al 9 marzo 2008<br />
Simona Uberto - SoloShow<br />
Nathalie Du Pasquier - CameraConVista<br />
a cura <strong>di</strong> Italo Bergantini e Gianluca<br />
Marziani<br />
piazza de' ricci, 127<br />
da mar. a sab. 14-19.30; lun. e mattine<br />
su appuntamento - ingresso libero<br />
Tel/Fax 06 68806377<br />
artecontemporanea@romberg.it<br />
www.romberg.it<br />
NAPOLI.<br />
Jason Martin<br />
L'atlante geografico <strong>di</strong> Jason Martin.<br />
Tavole fisiche ricoperte con materiali<br />
eterogenei. Territori lunari e lucenti<br />
<strong>di</strong> una mappa figurativa originale.<br />
Supporti solcati da un grande pettine.<br />
Che movimenta la materia...<br />
"Astrazione terrena" è il titolo scelto<br />
da Joseph Masheck più <strong>di</strong> venticinque<br />
anni fa per definire la produzione<br />
pittorica <strong>di</strong> David Budd in occasione<br />
<strong>di</strong> una retrospettiva alla Max<br />
Hutchinson Gallery. Una definizione<br />
che si adatta bene anche ai <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong><br />
Jason Martin (Jersey City, British<br />
Islands, 1970), paragonati nel 1998<br />
dal "New York Times" proprio ai lavori<br />
più astrattizzanti del pittore americano.<br />
Un anno prima, un giovanissimo<br />
Martin aveva partecipato a<br />
Sensation, ormai celeberrima collettiva<br />
degli scalpitanti Young British<br />
Artists alla Royal Academy of Art.<br />
Rispetto alle brillanti provocazioni<br />
plastiche della premiata scuderia<br />
Saatchi, le opere dell'artista anglosassone<br />
sbalzano sulle pareti dello<br />
spazio espositivo in tutta la loro carica<br />
figurativa. "Astrazioni terrene",<br />
tavole geografiche che contribuiscono<br />
a delineare i segni fisici <strong>di</strong> un atlante<br />
solido e prominente, come le vedute<br />
aeree <strong>di</strong> tonalità zinco esposte<br />
presso la Lisson Gallery nel 2004;<br />
tra le opere esposte a Londra anche<br />
Atlas, una parola scelta come titolo<br />
per l'ultima personale italiana <strong>di</strong><br />
Martin da Mimmo Scognamiglio.<br />
Tavole fisiche <strong>di</strong> una cartina troppo<br />
irregolare e variegata per essere la<br />
descrizione politica <strong>di</strong> un territorio.<br />
Irregolari come la sagoma <strong>di</strong> alcuni<br />
supporti in acciaio: quadrilateri che<br />
aspirano vanamente all'armonia<br />
delle forme quadrate. I supporti<br />
accolgono materiali eterogenei<br />
come la sabbia, che aumenta la porosità<br />
dei composti pastosi scelti per<br />
alcune opere. Ne consegue che gli<br />
avvallamenti materici <strong>di</strong> Ruin (2007)<br />
rimandano alla morfologia <strong>di</strong> un territorio<br />
grigio e lunare. In questo caso,<br />
la grana spessa dell'impasto allarga<br />
le maglie del blasone curvilineo che<br />
solca la maggioranza dei lavori in<br />
mostra. L'impiego <strong>di</strong> gel acrilici su<br />
acciaio specchiante, talvolta in quantità<br />
tali da non ricoprire tutta la<br />
superficie, mette a nudo i supporti,<br />
come nel caso <strong>di</strong> Waimea, dove i<br />
riflessi delle striature esibiscono l'effetto<br />
liquido <strong>di</strong> un cerchio sull'acqua.<br />
E, ancora, la lucentezza del nero acrilico<br />
che definisce la superficie <strong>di</strong> alcune<br />
opere big size quali Cairo (2006)<br />
con la sua seducente morfologia da<br />
<strong>di</strong>sco vinilico. Lo stemma <strong>di</strong> Jason<br />
Martin movimenta la materia,<br />
mostrando i segni del supporto<br />
"agito" con una sorta <strong>di</strong> grande pettine,<br />
strumento da sempre presente<br />
nella sua personale cassetta degli<br />
attrezzi. Blasoni monocromatici<br />
come monogrammi astratti che<br />
(contras) segnano al centro dei supporti<br />
la paternità <strong>di</strong> un linguaggio originale.<br />
[giuseppe se<strong>di</strong>a]<br />
Mimmo Scognamiglio<br />
Arte Contemporanea<br />
Jason Martin - Atlas<br />
via mariano d'ayala, 6<br />
(zona chiaia)<br />
Tel 081 400871 Fax 081 19576621<br />
info@mimmoscognamiglio.com<br />
www.mimmoscognamiglio.com<br />
Catalogo a cura <strong>di</strong> Luca Massimo<br />
Barbero<br />
NAPOLI. NAPOLI.<br />
Gian Paolo Striano Hugo Markl / James Yamada<br />
Who wants to live forever?<br />
Dannazione e gloria dell'eternità. Che<br />
abbaglia la retina, confonde il pensiero,<br />
s'insinua nei polmoni. In<strong>di</strong>struttibile e<br />
assassina, come veleno...<br />
Coppia d'assi vincente per Markl e<br />
Yamada. Due partite <strong>di</strong>stinte, ma<br />
accomunate dal sottile gioco psicologico<br />
o, meglio, a-psicologico in cui<br />
irretiscono. <strong>Il</strong> grande bluff? Piuttosto,<br />
una mici<strong>di</strong>ale puntata al buio...<br />
Riflessione tragicomica sull'eternità.<br />
Sull'inafferrabile e talora non auspicabile<br />
esistere senza fine, ma anche<br />
sulla prosaica e purtroppo altrettanto<br />
eterna insipienza umana nel suicidarsi<br />
in nome <strong>di</strong> un "progresso" economico<br />
e tecnologico non sempre degno<br />
<strong>di</strong> tal nome. E che rischia <strong>di</strong> sopravvivere<br />
a tutti noi, seppellendoci sotto<br />
danni dalla portata ancora non preve<strong>di</strong>bile.<br />
Gian Paolo Striano (Napoli,<br />
1977) parte dalla concreta polemica<br />
sociale sull'uso dell'incorruttibile ma<br />
esiziale eternit per abbracciare<br />
astratte suggestioni filosofiche, superando<br />
la giustapposizione dei due livelli<br />
<strong>di</strong> senso con quella deflagrante ironia<br />
con cui già era emerso nel Premio<br />
Fondazione Arnaldo Pomodoro.<br />
Nell'itinerario espositivo, il processo<br />
ideativo della mostra è proposto all'inverso:<br />
la prima sala introduce all'ambigua<br />
connotazione dell'eternità in<br />
senso concettuale, mentre la seconda<br />
ne applica la duplicità allo specifico dell'utilizzo<br />
della lega <strong>di</strong> amianto. La balconata<br />
piastrellata <strong>di</strong> pannelli fotovoltaici<br />
<strong>di</strong> Panorama, netta ed elegante -<br />
come l'ironia che l'ha generata - nelle<br />
linee, trasfigura il quoti<strong>di</strong>ano e naturale<br />
gesto <strong>di</strong> rubare dall'affacciata <strong>di</strong><br />
casa quel po' <strong>di</strong> sole consentitoci dalla<br />
moderna e<strong>di</strong>lizia in una riflessione sull'eterno<br />
ciclo dell'energia, e su come al<br />
suo ripetersi in natura si sia affiancato<br />
un altro processo generativo, quello<br />
tecnologico. Catturata e riverberata<br />
nei pannelli specchianti Senza Titolo<br />
della parete contigua, la luminosità si<br />
amplifica evidenziando, oltre alla luce -<br />
che <strong>di</strong>venta quasi un ulteriore materiale<br />
scultoreo - anche il paradosso:<br />
ben poco "metafisici" in tutto questo<br />
spirituale lucore, si stagliano infatti i<br />
profili-nuvolette con citazioni famose<br />
sull'eternità, al contrario surreali e <strong>di</strong>ssacranti<br />
anche per l'accostamento <strong>di</strong><br />
frasi auliche a altre spoeticizzanti.<br />
Anch'esse, s'intende, trasformate ora<br />
in sempiterni fumettistici ammonimenti<br />
a futura memoria. Come scolpisce<br />
la luce, così nell'ambiente successivo<br />
Striano plasma il vuoto. Eternit, l'opera<br />
che ha dato l'idea per tutta la<br />
mostra, con un mirabolante meccanismo<br />
magnetico, così magico che<br />
sembra provenire ancora dal mondo<br />
dei comics, "sputa" via da sé il velenosissimo<br />
tetto <strong>di</strong> eternit (incapsulato<br />
per ovvie ragioni <strong>di</strong> sicurezza) che ne<br />
minaccia la can<strong>di</strong>da e intonsa purezza<br />
delle pareti, quasi ingenuamente<br />
infantili nella forma. Come se su un<br />
puro mondo familiare fosse improvvisamente<br />
piombata la minaccia <strong>di</strong><br />
un'entità maligna e venefica: denuncia<br />
non troppo da fumetto, dato che proprio<br />
ciò l'utilizzo <strong>di</strong> amianto ha prodotto<br />
nella realtà. Difesa utopistica,<br />
incapsularsi i polmoni, è quella suggerita<br />
da Senza Titolo, <strong>di</strong>segno che rivela<br />
gli inizi da illustratore <strong>di</strong> Striano,<br />
ancora evidenti nel carattere "<strong>di</strong>segnativo"<br />
della sua scultura, che spesso<br />
in<strong>di</strong>vidua un punto <strong>di</strong> vista privilegiato<br />
e si costruisce per linee esatte<br />
e limpide. Nitore <strong>di</strong> sguardo e d'acume,<br />
a denuncia della non trasparente<br />
spregiu<strong>di</strong>catezza umana.<br />
[<strong>di</strong>ana gianquitto]<br />
BlindArte Contemporanea<br />
fino al 10 marzo 2008<br />
Gian Paolo Striano - Eternit<br />
via caio duilio, 4/d (zona fuorigrotta)<br />
da lun. a ven. ore 10-13 e 16-19<br />
ingresso libero<br />
Tel 081 2395261 Fax 081 5935042<br />
info@blindarte.com<br />
www.blindarte.com<br />
Non potevano essere più <strong>di</strong>versi Hugo<br />
Markl (Pasadena, 1964) e James<br />
Yamada (North Carolina, 1967):<br />
caparbio, determinista quasi fino a<br />
essere opprimente il primo; sfumato,<br />
più possibilista e <strong>di</strong>scorsivo il secondo.<br />
Personalità artistiche opposte, ma inaspettatamente<br />
convergenti per la<br />
vibrazione comunicativa che inducono.<br />
Entrare in Mamatschi <strong>di</strong> Markl è ritrovarsi<br />
asserragliati senza scampo nel<br />
cupo cromatismo <strong>di</strong> un cubicolo blu<br />
notte. Monolitiche, gigantizzate, impenetrabili<br />
si ergono A Spade, A Heart, A<br />
Diamond e A Club, inoppugnabili armi<br />
<strong>di</strong> un invincibile poker d'assi. Quattro<br />
enormi carte da gioco, sembrerebbero<br />
rappresentazione del reale, esca<br />
per riflessioni esistenziali e psicologiche<br />
su regole sociali e <strong>di</strong> vita; eppure,<br />
l'eccessiva e ipertrofica presenza dei<br />
pannelli respinge ogni interpretazione<br />
mimetica o traslata, costringendo a<br />
prendere atto della loro inconfutabile e<br />
muta essenza, quasi come accade per<br />
le sculture minimal. Kafkianamente<br />
incarcerato nell'opera, l'osservatore è<br />
costretto a confrontarsi con contenuti<br />
che però si negano e gli sfuggono <strong>di</strong>etro<br />
l'apparente semplicità <strong>di</strong> una facciata<br />
autoreferenziale. Sorprendente<br />
meccanismo <strong>di</strong> spostamento e deviazione<br />
del senso psichico dagli esiti<br />
quasi paranoici e ossessivi, in linea del<br />
resto col gusto fetish delle precedenti<br />
opere dell'artista. Una boccata d'aria<br />
fresca, dopo il claustrofobico blu <strong>di</strong><br />
Markl, è il caleidoscopio multicolore in<br />
Daydream Nation <strong>di</strong> Yamada. Ma l'allure<br />
na?f è subito rotta dai sensori <strong>di</strong><br />
movimento che, quasi occhi vivi, realizzano<br />
il paradosso <strong>di</strong> essere gli unici elementi<br />
animati, seppur freddamente<br />
tecnologici, <strong>di</strong> una rappresentazione<br />
solo in apparenza "vitale". <strong>Il</strong> panico<br />
sogno <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione naturale, non<br />
me<strong>di</strong>ata dalla tecnologia, fa spogliare<br />
l'uomo dei suoi panni "civilizzati" in I am<br />
now a dolphin, rituale metempsicosi da<br />
un piano all'altro dell'essere, stigmatizzata<br />
dalla frattura formale del pannello.<br />
Modularità ripresa in Black eyed<br />
sun, trasposizione astratta del passaggio<br />
da uno sta<strong>di</strong>o "plumbeo" a un altro<br />
più "luminoso" del vivere. Storm e Leif<br />
in<strong>di</strong>viduano, con la liricità ottenuta grazie<br />
alle potenzialità del mezzo fotografico,<br />
un'ipotetica riappacificazione dell'uomo<br />
col contesto tecnologico, subito<br />
rimessa in <strong>di</strong>scussione dalla composizione<br />
scultorea <strong>di</strong> monitor <strong>di</strong> Warmer,<br />
simbolica e sa<strong>di</strong>ca catarsi dalla tecnologia,<br />
sobillata dal brainstorming <strong>di</strong><br />
immagini <strong>di</strong> vita olistica e incorrotta.<br />
Nonostante le immagini dalla forte<br />
connotazione emotiva, però, anche<br />
Yamada, come Markl, induce la sensazione<br />
<strong>di</strong> non riuscire a entrare in contatto<br />
con le atmosfere psicologiche<br />
sottese, "raffreddate" dalla me<strong>di</strong>azione<br />
tecnologica adottata. Spersonalizzato<br />
e anestetizzato dalla vita che si è creato,<br />
l'uomo <strong>di</strong> Markl e Yamada non<br />
riesce più neanche a leggere le sue<br />
carte, e <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>pendente del gioco e<br />
delle regole che egli stesso si è imposto.<br />
[<strong>di</strong>ana gianquitto]<br />
Galleria Raucci/Santamaria<br />
fino al 29 febbraio 2008<br />
Hugo Markl - Mamatschi<br />
James Yamada - I am now a dolphin<br />
corso a. <strong>di</strong> savoia duca d'aosta, 190<br />
da mar. a ven. 11-13.30 e 15-18.30<br />
ingresso libero<br />
Tel 081 7443645 Fax 081 7442407<br />
info@raucciesantamaria.com<br />
www.raucciesantamaria.com
64.intervallo Exibart.onpaper<br />
le preferenze <strong>di</strong> Giovanna Cattaneo Incisa<br />
Presidente Fondazione Torino Musei<br />
01. La città Londra<br />
02. <strong>Il</strong> libro Danubio (Clau<strong>di</strong>o Magris)<br />
03. <strong>Il</strong> film <strong>Il</strong> Gattopardo (Luchino Visconti)<br />
04. <strong>Il</strong> cantante Fabrizio De Andre’<br />
05. <strong>Il</strong> ristorante Dove non si aspetta<br />
06. <strong>Il</strong> cocktail Bellini <strong>di</strong> Harry's Bar<br />
07. L'uomo politico Ugo La Malfa<br />
08. <strong>Il</strong> quoti<strong>di</strong>ano La Stampa<br />
09. L'automobile Fiat 500 e Fiat Panda<br />
10. Lo stilista Giorgio Armani<br />
11. L'attore Cary Grant<br />
12. <strong>Il</strong> programma tv Che tempo che fa<br />
13. La canzone Imagine (John Lennon)<br />
Luca Massimo Barbero - <strong>di</strong>rettore artistico C4 - Centro Cultura Contemporaneo Caldogno, tenterà il tre<strong>di</strong>ci sul prossimo numero<br />
ahbbellooo!!!<br />
s t r a f a l c i o n i d i g e s t<br />
"...il primo portale nel settore dell'arte e del mercato <strong>di</strong> opere, con l'eccezionale me<strong>di</strong>a quoti<strong>di</strong>ana<br />
<strong>di</strong> cinquanta milioni <strong>di</strong> contatti"<br />
[toni un poco enfatici <strong>di</strong> andrea rustichelli che su affari&finanza <strong>di</strong> repubblica parla del<br />
sito <strong>di</strong> saatchi]<br />
Oh, per carità, il sito del grande pubblicitario lon<strong>di</strong>nese va bene, benissimo. Ma fare<br />
cinquanta milioni - ve lo <strong>di</strong>ciamo noi che internet lo mastichiamo - significa essere<br />
quantomeno sceso a patti con i governi <strong>di</strong> In<strong>di</strong>a e Cina ed aver reso il sito obbligatorio<br />
a tutti i citta<strong>di</strong>ni!<br />
"Per il gruppo <strong>di</strong> Palazzo Marino si trattava <strong>di</strong> agire nel tessuto milanese in modo spiazzante,<br />
curioso e filologicamente mirato"<br />
[gianluca marziani ripercorre l'epopea trussar<strong>di</strong> nell'arte contemporanea su panorama]<br />
Attenzione ai palazzi della downtown meneghina, però. La sede <strong>di</strong> Trussar<strong>di</strong> è in<br />
Palazzo Marino alla Scala, per la precisione. Quando si <strong>di</strong>ce 'Palazzo Marino', infatti,<br />
si parla comunemente dell'e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong>rimpetto, quello dove ha sede il Comune <strong>di</strong><br />
Milano.<br />
Un altro giovane artista italiano da tempo acquistato da Pinault è infatti il bravissimo e famosissimo<br />
(al pari <strong>di</strong> Cattelan) Francesco Vezzoli, oggi superstar dell'arte internazionale (in<br />
scuderia con Gagosian)<br />
[articolo del corriere della sera sugli artisti 'ricamatori']<br />
A parte i superlativi, forse un tantino esagerati, parlando <strong>di</strong> 'scuderia Gagosian' per<br />
Vezzoli non si fa un torto alla Galleria Giò Marconi <strong>di</strong> Milano che è la rappresentante<br />
italiana dell'artista? E se è vero come è vero che il Corriere è un giornale, anzi il<br />
giornale italiano...<br />
MoMa mia che bello!<br />
[il titolo <strong>di</strong> un articolo de l'espresso su una nuova mostra al museo manhattaniano]<br />
No, non ce la pren<strong>di</strong>amo - anche se dovremmo - con il titolista, ma con il gioco maiuscole\minuscole<br />
che troppe volte si sbaglia. <strong>Il</strong> Museum of Modern Art <strong>di</strong> New York<br />
City si abbrevia MoMA, non MoMa o MOMA, o Moma... Vabbene???<br />
premio spam per l’arte.<br />
abbiate pietà <strong>di</strong> noi (e della nostra e-mail)<br />
La galleria è la simpatica Changing Role <strong>di</strong> Napoli. <strong>Il</strong> gallerista è il simpatico<br />
Guido Cabib. L'artista è Nunzio de Martino. <strong>Il</strong> comunicato stampa<br />
ne descrive la ricerca artistica come "l'appropriazione <strong>di</strong> una coscienza<br />
dello spazio e del tempo". E va bene, ma questo non vuol <strong>di</strong>re che ci si<br />
possa appropriare del tempo <strong>di</strong> chi, povero, è costretto a lavorare con la<br />
e-mail. E poi il titolo della mostra,<br />
Nunzio de Martino - Passaggi<br />
FACCIAMO13CON<br />
fa comprendere che era proprio quello l'obiettivo: totalizzare un maggior<br />
numero <strong>di</strong>... passaggi possibile. Nelle nostre caselle <strong>di</strong> posta elettronica, però!<br />
�� Uno scontro <strong>di</strong> civiltà si<br />
potrebbe giocare al mattatoio.<br />
Dove in Occidente finisce un<br />
numero agghiacciante <strong>di</strong> bovini,<br />
mentre nella più grande democrazia<br />
al mondo, come usa<br />
chiamare l'In<strong>di</strong>a, quegli stessi<br />
animali sono sacerrimi per una<br />
fetta rilevante della popolazione.<br />
Questioni igienico-cultuali che<br />
s'intrecciano con la perspicua<br />
letterarietà delle religioni monoteiste.<br />
Ci si potrebbe spingere<br />
piuttosto lontano osservando il<br />
lavoro che Jannis Kounellis ha<br />
allestito nel 2006-07 alla<br />
Fondazione Pomodoro. Un quadrato<br />
inaccessibile, formato da<br />
pareti metalliche sormontate<br />
da centinaia <strong>di</strong> volumi, al centro<br />
del quale - visibile dall'alto - era<br />
una macchia <strong>di</strong> pittura. Quel<br />
che qui c'interessa sono però i<br />
quarti <strong>di</strong> bue che ne "decoravano"<br />
l'esterno. Come in una staffetta,<br />
il pensiero corre a immagini<br />
assai più splatter, alla profusione<br />
<strong>di</strong> sangue nelle azioni<br />
orchestrate da Hermann<br />
Nitsch. Dalla quarta alla settima,<br />
ad esempio, fra il 1963 e il<br />
1965, a farne le spese erano<br />
agnelli. Volendo concentrarsi<br />
sui bovi<strong>di</strong>, l'ottantesima fa il<br />
caso nostro. Siamo nel 1984:<br />
medesima, fluviale colata <strong>di</strong><br />
sangue e, in uno scatto particolarmente<br />
incisivo, sei braccia a<br />
fungere da <strong>di</strong>varicatori. (Al<br />
Teatro delle orge e dei misteri<br />
s'è pure interessato Franco<br />
Vaccari nel 1975, qualora si<br />
fosse attratti dalla resa in bianco<br />
e nero <strong>di</strong> abbondanti emoschizzi.)<br />
Ancora agnelli, performer<br />
e colature <strong>di</strong> sangue: titolo<br />
truistico, El peso de la culpa, per<br />
un'azione del 1997-99 <strong>di</strong> Tania<br />
Bruguera. Evidentemente, la<br />
simbolica nu<strong>di</strong>tà con echi neotestamentari<br />
è particolarmente<br />
ossessionante. Al punto che<br />
l'esercizio della ritrattistica della<br />
carne morta potrebbe essere<br />
oggetto <strong>di</strong> una storia dell'arte<br />
da macelleria. Gli esempi<br />
abbondano. Si pensi al Bue<br />
squartato del 1947 <strong>di</strong> Marc<br />
Chagall conservato al<br />
Pompidou (doppiato almeno<br />
dall'omonimo del 1929-35),<br />
alla Macelleria del 1930 <strong>di</strong><br />
George Grosz, alle numerose<br />
Carcasse de bœuf <strong>di</strong> Chaïm<br />
Soutine (un Quarto del 1923<br />
circa, ad esempio, ancora a<br />
Parigi ma al Musée de<br />
# lemma<br />
<strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />
BUE<br />
Jenny Saville - Torso 2 - 2004 - olio su tela - cm 360x294 - courtesy The Saatchi<br />
Gallery, London<br />
l'Orangerie). Niente <strong>di</strong> più facile<br />
che risalire la china del tempo,<br />
all'incontro del Bue macellato<br />
del 1655 - siamo sempre nella<br />
capitale francese, ora al Louvre<br />
- <strong>di</strong> Rembrandt e della<br />
Macelleria dei primi anni '80 del<br />
Cinquecento <strong>di</strong> Annibale<br />
Carracci. Ricalandosi vertiginosamente,<br />
va senz'altro citato lo<br />
straor<strong>di</strong>nario Painting (1946)<br />
<strong>di</strong> Francis Bacon conservato al<br />
MoMA e, sempre del pittore<br />
dublinese, la coniugazione <strong>di</strong><br />
Rembrandt e Velázquez in<br />
Figure with Meat del 1954. <strong>Il</strong><br />
turbine dei nomi e l'odore del<br />
sangue v'annebbia il ricordo?<br />
Quest'ultima tela è l'unica che<br />
Jocker salva dalla vandalizzazione<br />
del museo <strong>di</strong> Gotham City<br />
nel Batman del 1989.<br />
Ristabilito l'equilibrio, ancora<br />
un'oscillazione all'in<strong>di</strong>etro per<br />
vedere almeno qualche bue<br />
che sta sulle proprie zampe. <strong>Il</strong><br />
rifugio migliore l'offrono i<br />
Macchiaioli. Dai Pascoli a<br />
Castiglioncello (1861) <strong>di</strong><br />
Telemaco Signorini a Carro e<br />
bovi nella Maremma toscana<br />
(1867) <strong>di</strong> Giuseppe Abbati per<br />
giungere alla Mandriana trascinata<br />
da un bue infuriato (1895-<br />
1900 ca.) <strong>di</strong> Giovanni Fattori.<br />
Tornando a noi, si torna ai cadaveri:<br />
con Marc Quinn, che allestisce<br />
nel Parco Archeologico<br />
<strong>di</strong> Scolacium un bronzo con<br />
patina nera della consueta carnezzeria<br />
(titolo <strong>di</strong> un dramma<br />
sublime <strong>di</strong> Emma Dante); con<br />
Torso 2 <strong>di</strong> Jenny Saville, in una<br />
pittura dalla spiccata connotazione<br />
baconiana, violentissima<br />
nelle spatolate e nei tagli netti<br />
delle zampe, nel midollo esposto<br />
e nella scomposta rigi<strong>di</strong>tà<br />
della colonna vertebrale. Si possono<br />
infine seguire rivoli meno<br />
me<strong>di</strong>atici e più me<strong>di</strong>ati, approdando<br />
a Vito Boggeri e al suo<br />
Bue squartato realizzato con la<br />
camera d'aria, oppure all'omonimo<br />
<strong>di</strong> Gianni Castagnoli,<br />
esposto alla mostra senese<br />
Ipermercati dell'arte, letteralmente<br />
incartapercorito. La<br />
mattanza s'arresta alle soglie<br />
della fotografia. Se ne intravedono<br />
sprazzi, magari sul fondo<br />
<strong>di</strong> uno scatto in bianco e nero <strong>di</strong><br />
Bob Richardson. Ma lo sguardo<br />
è attirato altrove. �<br />
<strong>Il</strong> prossimo lemma sarà<br />
manichino
Exibart.onpaper recensioni.65<br />
the painting of modern life<br />
Fotografia e pittura che <strong>di</strong>alogano insieme. Dando vita a un co<strong>di</strong>ce espressivo nuovo. L'evoluzione dell'immagine che<br />
passa da un linguaggio all'altro. Con effetti percettivi <strong>di</strong> grande intensità...<br />
�� Una tematica importante e<br />
complessa: l'utilizzo del linguaggio<br />
fotografico nella pittura. È<br />
questo il nodo intorno al quale si<br />
muove la mostra The Painting of<br />
Modern Life / Dipingere la vita<br />
moderna, che affronta il problema<br />
esaminando il <strong>di</strong>venire e le<br />
profonde trasformazioni del linguaggio<br />
visivo negli ultimi quarantacinque<br />
anni, in ambito<br />
europeo, americano e asiatico. <strong>Il</strong><br />
confronto avviene dunque su<br />
<strong>di</strong>versi fronti culturali, oltre che<br />
su una multiformità <strong>di</strong> stili e<br />
meto<strong>di</strong>. In quest'arco temporale,<br />
la pittura ha palesato una<br />
costante riadeguazione delle<br />
sue modalità espressive,<br />
mostrando molteplici facce: citazioni,<br />
realismi, pittura <strong>di</strong> memorie,<br />
influenze me<strong>di</strong>ali, recupero<br />
della <strong>di</strong>mensione onirica, nel<br />
info.<br />
fino al 4 maggio 2008<br />
The Painting of Modern Life /<br />
Dipingere la vita moderna<br />
a cura <strong>di</strong> Ralph Rugoff<br />
Castello <strong>di</strong> Rivoli - Museo d'arte<br />
contemporanea<br />
Piazza Mafalda Di Savoia - Rivoli (TO)<br />
da martedì a giovedì ore 10-17; da<br />
venerdì a domenica ore 10-21<br />
biglietto intero 6,50 euro; ridotto 4,50<br />
Tel 011 9565222 Fax 011 9565230<br />
info@castello<strong>di</strong>rivoli.org<br />
www.castello<strong>di</strong>rivoli.org<br />
Catalogo Skira<br />
segno della ricerca<br />
<strong>di</strong> una "qualità"<br />
intrinseca. La fotografia,<br />
dal canto<br />
suo, una delle arti<br />
più recenti e forse la<br />
più prolifica a partire<br />
dagli anni '80, si<br />
è <strong>di</strong>latata sempre<br />
più verso incursioni<br />
extraterritoriali.<br />
Risulta dunque <strong>di</strong><br />
grande interesse la<br />
verifica delle possibilità<br />
<strong>di</strong> intersezioni <strong>di</strong><br />
co<strong>di</strong>ci all'apparenza<br />
molto <strong>di</strong>versi, che la<br />
mostra si propone<br />
<strong>di</strong> fare. La compenetrazione<br />
dei linguaggi<br />
esalta le peculiarità<br />
<strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> essi<br />
e li potenzia dal<br />
punto <strong>di</strong> vista<br />
espressivo e percettivo.<br />
"All'inizio degli<br />
anni '60", afferma il<br />
curatore della mostra, Ralph<br />
Rugoff, "un numero ristretto <strong>di</strong><br />
artisti segnò una svolta epocale<br />
nella storia della pittura.<br />
In<strong>di</strong>pendentemente gli uni dagli<br />
altri, Gerhard Richter a Colonia,<br />
Andy Warhol e Richard<br />
Artschwager a New York crearono<br />
quadri basati su immagini<br />
fotografiche". Questi artisti sono<br />
le figure fondamentali intorno<br />
alle quali si muove la mostra.<br />
emilio isgrò<br />
�� Nunc et in hora mortis<br />
nostrae. Amen. C'è tutto l'eclettismo<br />
<strong>di</strong> un "grande" come Emilio<br />
Isgrò (Barcellona Pozzo <strong>di</strong> Gotto,<br />
1937) in Mantra Siciliano per<br />
Madonne Toscane (2007), installazione<br />
situata nell'ultima sala del<br />
percorso espositivo al Centro<br />
Pecci <strong>di</strong> Prato. C'è eclettismo e<br />
sintesi <strong>di</strong> una vita de<strong>di</strong>cata all'arte.<br />
Un'arte a tutto tondo, carica <strong>di</strong><br />
emozioni, pensieri, concetti e<br />
gestualità. Incomparabile l'unica<br />
frase dell'Ave Maria che non è<br />
stata cancellata. Tutto il resto è<br />
oblio; tutto il resto, pavimento,<br />
pareti e soprattutto la statua<br />
bianca della Madonna con rosario<br />
sono invase dalle formiche che si<br />
accaniscono sul suo volto, quasi a<br />
coprirlo totalmente. D'altra parte,<br />
"le formiche italiane sono le più<br />
veloci" sta scritto in Formiche<br />
Ants, opera del 1998. La semplice<br />
locuzione latina fa rivivere anni<br />
nemmeno troppo lontani, quando<br />
le celebrazioni liturgiche erano in<br />
latino e il "<strong>di</strong>vino" supplicato si percepiva<br />
lontano, spesso ostile e<br />
incomprensibile. Pittura, fotografia,<br />
scultura, installazioni, poesia<br />
(Fiere del sud, 1956), saggistica,<br />
romanzi (nel 2003, Ultimo brin<strong>di</strong>si<br />
all'amico infame ha vinto il premio<br />
San Pellegrino) e... musica<br />
evocata. Molte le installazioni multime<strong>di</strong>ali,<br />
come La veglia <strong>di</strong> Bach<br />
(1985) per la Scala <strong>di</strong> Milano nell'anno<br />
europeo della musica e<br />
Chopin (1979), opera raccolta in<br />
una grande sala, che è possibile<br />
ammirare in questa ampia e suggestiva<br />
retrospettiva. Isgrò non si<br />
Per Richter, della fotografia -<br />
"un'immagine della mia e della<br />
vostra realtà" - risulta essenziale<br />
la <strong>di</strong>mensione dell'effimero che<br />
lascia nel <strong>di</strong>pinto tracce <strong>di</strong> evanescenza<br />
figurale, come si vede<br />
in Renate und Marianne (1964).<br />
Artschwager insegue nell'immagine<br />
il dettaglio, la quoti<strong>di</strong>anità<br />
<strong>di</strong> luoghi usuali, quali la<br />
Fabbrica (1969) o il Dormitorio<br />
(1968), dei quali riproduce l'ano-<br />
è fatto sfuggire nulla e non ci ha<br />
privato del suo punto <strong>di</strong> vista su<br />
molti aspetti della vita. Osservata,<br />
sentita e vagliata da un particolarissimo<br />
spirito poliedrico: "L'arte<br />
mi serve a conoscere e rappresentare<br />
le cose, ma ciò non significa<br />
che con<strong>di</strong>vida i fatti e le cose<br />
nimità. Warhol "sceglie con<br />
cura l'immagine", procede attraverso<br />
eliminazioni <strong>di</strong> particolari,<br />
ripete i me<strong>di</strong>a senza mo<strong>di</strong>ficarli,<br />
attingendo anche a situazioni<br />
che hanno una presa forte nell'inconscio<br />
collettivo, come Big<br />
electric Chair (1967). Accanto a<br />
questi tre anticipatori <strong>di</strong> una<br />
nuova ibridazione linguistica, la<br />
mostra presenta una vasta selezione<br />
<strong>di</strong> opere nelle quali l'utilizzo<br />
che rappresento". E mentre<br />
molte correnti artistiche percorrono<br />
la teoria <strong>di</strong> un'arte impotente<br />
<strong>di</strong> fronte a eventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione, la<br />
scommessa <strong>di</strong> Isgrò sta nel tentativo<br />
<strong>di</strong> "mutare la <strong>di</strong>struzione in<br />
ricostruzione costante". La cancellatura<br />
che ha contrad<strong>di</strong>stinto<br />
tutto il suo percorso artistico<br />
serve a liberare sempre l'opera<br />
concettuale dallo schematismo<br />
della forma, sia essa sociale o linguistica.<br />
In quest'ultima, solo la virgola<br />
si salva perché ne rappresenta<br />
"il sale", e l'artista la celebra<br />
in Le virgole (1966) e in<br />
Competition is competition<br />
(1999). La gestualità paradossale<br />
del cancellare l'inutile e il superfluo<br />
è vissuta non tanto come<br />
rimozione ma come estrapolazione<br />
in positivo <strong>di</strong> nuove costruzioni<br />
espressive e significanti <strong>di</strong> parole<br />
e immagini. La cancellatura dà<br />
linfa a nuovi messaggi; cancellatura<br />
come catarsi, liberazione<br />
essenziale e spesso provocatoria.<br />
La sfida al formale prende consistenza<br />
nelle sale del Pecci, dove<br />
Eberhard Havekost - National<br />
Geographic, 2003 - olio su tela,<br />
110x130 cm - Courtesy of Locksley<br />
Shea Gallery - © l'artista 2007 e<br />
Galerie Gebr. Lehmann, Dresden<br />
Foto: Werner Lieberknecht, Dresden<br />
del me<strong>di</strong>um fotografico ha un<br />
ampio ventaglio espressivo.<br />
Alcuni esempi: David Hockney,<br />
che "fa fotografie come un <strong>di</strong>segnatore",<br />
capace <strong>di</strong> riportare<br />
fedelmente un certo modo <strong>di</strong><br />
percepire la realtà; Malcolm<br />
Morley, che sud<strong>di</strong>vide l'immagine<br />
intera in parti, eliminando i<br />
primi piani e lo sfondo; Elizabeth<br />
Peyton, che rivede e corregge<br />
l'immagine fotografica nella pittura<br />
attraverso la mano; Franz<br />
Gertsch, che enfatizza i particolari<br />
fino a liberarsi completamente<br />
dell'emotività; o, ancora,<br />
Liu Xiadong, per il quale la fotografia<br />
è uno strumento atto a<br />
evidenziare gli effetti del capitalismo<br />
sulla società cinese.<br />
Insomma, quello della Manica<br />
Lunga è un percorso che propone<br />
allo spettatore un'articolata<br />
selezione <strong>di</strong> opere la cui efficacia<br />
è duplice. In quanto, accanto alla<br />
tematica forte della commistione<br />
linguistica, si evidenzia l'effetto<br />
percettivo, spesso esaltato<br />
dal formato dei lavori, quasi<br />
sempre molto gran<strong>di</strong>. �<br />
[tiziana conti]<br />
Cancellare la cancellatura. Emilio Isgrò duella con la parola da mezzo secolo e cerca <strong>di</strong> svincolarsi da<br />
schematismi formali e rigorosi. Sperimenta e <strong>di</strong> fatto trasforma - anno per anno, minuto per minuto - il suo "fare".<br />
Piegando l'idea al desiderio d'artista...<br />
Emilio Isgrò - Dichiaro <strong>di</strong> essere<br />
Emilio Isgrò, 2008 - 400x287 cm,<br />
acrilico su tela montata su legno -<br />
Collezione Centro per l'arte contemporanea<br />
Luigi Pecci<br />
circa quarant'anni dopo Dichiaro<br />
<strong>di</strong> non essere Emilio Isgrò, quasi a<br />
sconfessare se stesso nei primi<br />
anni '70, ecco l'enunciazione positiva<br />
<strong>di</strong> identità nell'opera introduttiva<br />
che dà il titolo alla mostra:<br />
Dichiaro <strong>di</strong> essere Emilio Isgrò.<br />
Basta il sottile spostamento <strong>di</strong> un<br />
elemento per ribaltare i piani <strong>di</strong><br />
lettura. E in questo caso la cancellatura<br />
dell'avverbio rimuove la<br />
censura comunicativa e fa "che ti<br />
fia chiaro / ciò che 'l mio <strong>di</strong>r più<br />
<strong>di</strong>chiarar non puote" (Purgatorio,<br />
XXIV, 89-90). �<br />
[daniela cresti]<br />
info.<br />
fino all'11 maggio 2008<br />
Dichiaro <strong>di</strong> essere Emilio Isgrò<br />
a cura <strong>di</strong> Marco Bazzini e Achille<br />
Bonito Oliva<br />
C.Arte - Centro per l'Arte<br />
Contemporanea Luigi Pecci<br />
viale della repubblica, 277<br />
da mercoledì a lunedì ore 10-19;<br />
chiuso il 1° maggio<br />
biglietto intero 5,00 euro; ridotto 4,00<br />
Tel 0574 5317 Fax 0574 531901<br />
info@centroartepecci.prato.it<br />
www.centroartepecci.prato.it
66.trecapitali Exibart.onpaper<br />
A Los Angeles i piccoli spazi cavalcano la scena dell'arte, <strong>di</strong>venteranno i giganti del west? Inoltre una riflessione… Proposte deboli o aspettative troppo alte nei confronti<br />
delle istituzioni museali made in L.A?<br />
Amie Dicke - Infinitely suffering Thing, 2007 -<br />
courtesy Peres Projects<br />
Mentre il primo round che vede protagonisti una<br />
donna e un afro-americano, in corsa per la presidenza,<br />
anima e scuote l'America e l'opinione internazionale,<br />
la scena dell'arte losangelina rimane<br />
tendenzialmente quiescente. Eppure Los<br />
Angeles, tra i <strong>di</strong>amanti della west coast, dovrebbe<br />
essere una città che osa, lanciandosi nei mercati<br />
asiatici ed europei e trovando strategie per invogliare<br />
il popolo dell'arte a "hollywoo<strong>di</strong>aneggiare" le<br />
strade che portano ai meravigliosi colossi architettonici<br />
dell'arte contemporanea. Alcuni tentativi<br />
Alla fine è sempre lui, Banksy, a tenere sotto scacco l'art world lon<strong>di</strong>nese. Intanto, mentre la Tate continua ad accumulare gran<strong>di</strong> sponsor per i suoi gran<strong>di</strong> eventi, Londra si riscopre<br />
classica. Per una primavera rassicurante. Da Roman Signer a Jenny Holzer. Non mancano, però, i nuovi e nuovissimi spazi <strong>di</strong> cui vi <strong>di</strong>amo conto...<br />
La nuova installazione <strong>di</strong> Jenny Holzer da<br />
Sprueth Magers<br />
Sul fronte degli eventi che fanno chiacchierare,<br />
due notizie dal mondo dell'arte si sono fatte largo<br />
tra le colonne dei giornali semi-scandalistici inglesi:<br />
in gennaio un lavoro "autentico" <strong>di</strong> Banksy è<br />
stato messo all'asta su eBay e venduto per la<br />
mo<strong>di</strong>ca cifra <strong>di</strong> circa 208,000 sterline. E non è<br />
tanto la cifra a sorprendere (Banksy continua ad<br />
emergere vincitore nelle case d'asta e tra il<br />
mondo delle celebrità con cifre <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta da capogiro)<br />
né la sempre più frequente e spesso<br />
"sospetta" associazione Banksy - eBay (già riportata<br />
per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> stampe non autentiche e per<br />
l'artificiale "gonfiamento" dei prezzi) quanto l'oggetto<br />
venduto: il muro <strong>di</strong> una proprietà <strong>di</strong> Notting<br />
Hill sul quale il writer aveva realizzato un graffito e<br />
Domingo Milella - Discarica <strong>di</strong> Mexico City, 2004<br />
<strong>Il</strong> Goethe Institute <strong>di</strong> New York ha appena inaugurato<br />
Ludlow 38, uno spazio de<strong>di</strong>cato interamente<br />
ad eventi e mostre <strong>di</strong> arte contemporanea situato<br />
- neanche a <strong>di</strong>rlo - nell'ormai noto Lower East Side.<br />
Lo spazio, ristrutturato dal duo Ethan<br />
Breckenridge e Liam Gillick, è stato aperto in collaborazione<br />
con il Kunstverein München, che ne<br />
curerà il calendario per un anno, e con Mini Bmw<br />
come sponsor principale. Stefan Kalmár e Daniel<br />
Pies del Kunstverein München organizzeranno<br />
mostre, eventi, conferenze, dal titolo USA 2008,<br />
invitando sia artisti tedeschi che internazionali, e<br />
quin<strong>di</strong> consolidando sempre più il supporto già<br />
notevole che le istituzioni tedesche, come quelle <strong>di</strong><br />
sembrano tuttavia esserci. Dopo gli scatti che<br />
immortalano la mistura socio-culturale, de La<br />
frontera tra Stati Uniti e Messico, <strong>di</strong> Graciela<br />
Iturbide (fino al 13 aprile), Bill Viola sarà protagonista<br />
fino al metà giugno con Emergence, un'istallazione<br />
video che, rifacendosi alla Pietà <strong>di</strong><br />
Masolino (XV sec), mette in scena una sequenza<br />
<strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> due donne che sollevano un uomo<br />
che emerge dalle acque <strong>di</strong> un pozzo rievocando<br />
morte e resurrezione. Una lunga lista <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
nomi per Museum of Contemporary Art con<br />
Collecting Collections: Hilights from the<br />
Permanent Collection of the MOCA, riorganizzando<br />
cronologicamente e per correnti artistiche le<br />
acquisizioni che vanno da Piet Mondrian a<br />
Maurizio Cattelan. In un’epoca in cui entrare nel<br />
privato delle persone, osservandone i comportamenti,<br />
anche con la capacità <strong>di</strong> manipolarne reazioni,<br />
sviluppa un perverso accanimento che spopola<br />
nelle tv internazionali, interessante è stata la<br />
proposta <strong>di</strong> Hummer Museum con una personale<br />
<strong>di</strong> Kaari Upson (conclusa il 17 febbraio).<br />
L'artista californiana, venuta in possesso <strong>di</strong> alcuni<br />
oggetti personali <strong>di</strong> un suo ex vicino <strong>di</strong> casa, Lerry,<br />
inizia a ricostruire la sua vita attraverso storie<br />
che dovrà naturalmente essere rimosso dall'attuale<br />
locazione, con tanto <strong>di</strong> Perspex a proteggere<br />
il lavoro dai vandali.<br />
Sotheby's ha poi finalmente offerto alla Tate<br />
Britain <strong>di</strong> sponsorizzare le installazioni della<br />
Duveens Commission, rendendo questo evento<br />
annuale. Dopo "Semi-Detached" <strong>di</strong> Michael Landy<br />
e "State Britain" <strong>di</strong> Mark Wallinger, quest'anno<br />
Martin Creed è stato scelto per la commissione<br />
ed il lavoro verrà rivelato in estate.<br />
Si apre un mese <strong>di</strong> "classici contemporanei" nelle<br />
maggiori gallerie <strong>di</strong> Londra, con una scelta tanto<br />
eclettica da rispondere a tutti, ma proprio tutti, i<br />
gusti possibili. A partire dall'ironico Roman Signer<br />
in mostra da Hauser & Wirth fino al 15 marzo.<br />
L'installazione con l'assurdo tagliaerba robotizzato,<br />
smarrito tra le quin<strong>di</strong>ci se<strong>di</strong>e <strong>di</strong> metallo <strong>di</strong>stribuite<br />
sull'elegante sala a parquet della galleria,<br />
suscita un malinconico sorriso allo stesso modo<br />
del film "Signers Koffer" che offre una documentazione<br />
unica <strong>di</strong> quasi tutte le "actions" dell'artista<br />
dagli anni '70 fino ad oggi, inclusi i pericolosi esperimenti<br />
con esplosivi e missili ed una quasi fatale<br />
passeggiata in mezzo ad un lago ghiacciato.<br />
Drammatico e a tratti sconfortante, il lavoro in<br />
video <strong>di</strong> Willie Doherty, riproposto in una fantastica<br />
retrospettiva alla Matt's Gallery fino al 16<br />
marzo, risuona della violenza dell'Irlanda del Nord,<br />
paese d'origine dell'artista, con i conseguenti<br />
traumi della memoria. Accanto alla proiezione <strong>di</strong><br />
tanti altri paesi europei, de<strong>di</strong>cano all'arte contemporanea<br />
a New York.<br />
La Scan<strong>di</strong>navia House, ad esempio, sede<br />
dell'American-Scan<strong>di</strong>navian Foundation, promuove<br />
gli artisti provenienti dai propri paesi<br />
con delle mostre interessanti e dal forte<br />
appeal. La serata inaugurale <strong>di</strong> Arts Fennica:<br />
Finnish art now - mostra cui partecipano Elina<br />
Brotherus, Markus Kåhre, Elina Merenmies e<br />
Anna Tuori - ha visto una quantità <strong>di</strong> pubblico<br />
tipica dei vernissage più patinati <strong>di</strong> Chelsea.<br />
Altro esempio sono i servizi culturali olandesi, sempre<br />
in prima fila nel sostenere progetti o eventi<br />
legati a propri artisti. Che sia il finanziamento <strong>di</strong><br />
una mostra, l'organizzazione <strong>di</strong> un evento o <strong>di</strong> una<br />
serata d'onore, o la semplice presenza del cultural<br />
attaché a un'inaugurazione <strong>di</strong> un artista olandese.<br />
Non è senza una sincera e sana invi<strong>di</strong>a che paragoniamo<br />
tutto ciò al supporto istituzionale che<br />
riceve l'arte contemporanea italiana, in quel <strong>di</strong><br />
New York. Infatti, se da un lato rimangono sempre<br />
solide le presenze italiane nei programmi <strong>di</strong><br />
residency per artisti, anche dopo la chiusura <strong>di</strong><br />
quella storica del P.S.1, dall'altro lato non si può<br />
non sottolineare come la promozione dell'arte e<br />
degli artisti italiani sia generalmente lasciata un<br />
po' al caso o all'iniziativa personale.<br />
Per menzionare alcune delle artist's residency più<br />
recenti, ricor<strong>di</strong>amo che a Location One è giunta<br />
che oltrepassano il limite del lecito, cancellando<br />
ogni traccia <strong>di</strong> obbiettività e trasformando se<br />
stessa nell'ossessione <strong>di</strong> Lerry. <strong>Il</strong> gigante LACMA<br />
continua a "giocare in casa" proponendo SoCal:<br />
Southern California Art of the 1960s and 70s<br />
from LACMA's Collection. Protagonista della<br />
mostra è l'opera <strong>di</strong> Edward Kienholz, Back Seat<br />
Dodge '38, scultura del '64, resa controversa dal<br />
set definito pornografico posto sui se<strong>di</strong>li posteriori<br />
della macchina simbolo dell'epoca.<br />
Ma non c'è da <strong>di</strong>re. A Los Angeles gli spazi privati<br />
spiccano <strong>di</strong> gran lunga sulle ricche istituzioni.<br />
Dalle pen<strong>di</strong>ci delle colline <strong>di</strong> Hollywood, al crescente<br />
quartiere <strong>di</strong> Culver City fino alle lunghe spiagge<br />
<strong>di</strong> Santa Monica. Appuntamento obbligatorio è a<br />
East L.A, Chinatown, tra le gallerie più cool. La<br />
new entry del momento è Bonelli Contemporary,<br />
sede gemella <strong>di</strong> Bonelli arte contemporanea <strong>di</strong><br />
Modena con una giovane ed intraprendente collettiva;<br />
Space as a Space cheha presentato i lavori<br />
<strong>di</strong> Joshua Callaghan, Malisa Humphrey,<br />
Justin Michell, Tadashi Moriyama, Nikko<br />
Mueller, Devon Oder, Karthik Pan<strong>di</strong>an, Ben<br />
Shaffer. Successo assicurato invece per Amie<br />
Dicke con Infinitely suffering Thing presso Peres<br />
altre otto opere della passata produzione <strong>di</strong><br />
Doherty, particolare attenzione viene riservata al<br />
lavoro già visto alla Biennale <strong>di</strong> Venezia, "Ghost<br />
Story", con la voce dell'attore irlandese Stephen<br />
Rea a rievocare - ma senza chiari referenti ed in<br />
un'atmosfera da incubo - la scena <strong>di</strong> un massacro,<br />
forse quello del Bloody Sunday, <strong>di</strong> cui l'artista<br />
è stato testimone oculare.<br />
Tematiche similmente socio-politiche sono riproposte<br />
da Jenny Holzer con la nuova installazione<br />
"Detained", presentata da Sprüth Magers fino al<br />
15 marzo: <strong>di</strong>pinti, proiezioni e lavori in LED che si<br />
riferiscono ad alcuni documenti militari ufficiali<br />
americani sulla situazione in Me<strong>di</strong>o Oriente<br />
recentemente rivelati al pubblico.<br />
Altra mostra gioiello, la monografica <strong>di</strong> Yayoi<br />
Kusama da Victoria Miro fino al 20 marzo include<br />
serigrafie, sculture, installazioni ed un lavoro<br />
specifico realizzato sul vicino Regent's Canal. A<br />
due passi da qui, dopo il recente assolo alla White<br />
Cube <strong>di</strong> Hoxton Square, Darren Almond rimane<br />
sulla scena fino al 30 marzo, questa volta da<br />
Parasol Unit, con una serie <strong>di</strong> immagini fotografiche<br />
in bianco e nero <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, a metà<br />
strada tra l'onirico ed il documentario, realizzate<br />
in alcuni dei numerosi viaggi dell'artista in destinazioni<br />
remote (Tibet, Indonesia, Siberia).<br />
Alla National Gallery poi, fino al 30 marzo, si possono<br />
stu<strong>di</strong>are le sei proposte per la quarta commissione<br />
per il pie<strong>di</strong>stallo <strong>di</strong> Trafalgar Square, tra<br />
Moira Ricci con il supporto <strong>di</strong> Artegiovane e del<br />
Comune <strong>di</strong> Milano. Pierluigi Calignano e Domenico<br />
Mangano, invece, sono stati ospiti dell'ISCP con il<br />
sostegno <strong>di</strong> Viafarini, per il primo, e della DARC, per<br />
il secondo. Grazie al Premio New York, poi, Ettore<br />
Favini, Linda Fregni Nagler, Andrea Mastrovito e<br />
Silvia Vendramel hanno l'opportunità <strong>di</strong> lavorare<br />
all'Italian Academy della Columbia University nel<br />
corso dell'anno accademico 2007-2008.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista dei progetti curatoriali, Senso<br />
Unico al P.S.1 ha rappresentato uno sguardo<br />
veloce e sommario all'arte contemporanea italiana<br />
pur costituendone uno spunto interessante<br />
per approfon<strong>di</strong>menti e un gesto d'apertura<br />
da coltivare in futuro.<br />
L'iniziativa in<strong>di</strong>viduale, però, resta quella con i<br />
risultati più incisivi e <strong>di</strong> lungo periodo, come<br />
<strong>di</strong>mostra l'ondata <strong>di</strong> mostre personali <strong>di</strong> artisti<br />
italiani che si prepara a Chelsea e <strong>di</strong>ntorni.<br />
Da Tracy Williams Ltd., Domingo Milella espone<br />
gran<strong>di</strong> stampe fotografiche <strong>di</strong> paesaggi scattati<br />
durante i suoi viaggi. Le stanze della townhouse/galleria<br />
del West Village, accoglienti e decorate<br />
da stucchi, non potrebbero esser più lontane<br />
dal concetto dell'asettico white cube, e ricreano<br />
un'atmosfera d'altri tempi per le foto a colori dal<br />
gusto molto pittorico. Uno dei lavori più interessanti,<br />
una <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Mexico City, rappresenta -<br />
purtroppo - un'iconografia attuale e per nulla da<br />
Projects. Oggetti, foto, materiali ritrovati, <strong>di</strong>ventano<br />
sculture, con sottese citazioni letterarie, attraverso<br />
cui l'artista me<strong>di</strong>ta sulla fragilità dell'esistenza.<br />
La testa <strong>di</strong> Dante è bendata evitando così <strong>di</strong><br />
osservare tutto l'orrore e il dolore attraverso il<br />
passaggio nell'Inferno. Un'ondata <strong>di</strong> freschi talenti,<br />
meno introspettivi e più metropolitani, è invece<br />
composta da Alejandro Diaz, Amir H. Fallah e<br />
Andrew Lewicki presso Mary Goodman con<br />
What Do You Care? a cui i tre giovani artisti<br />
rispondono in maniera <strong>di</strong>fferente ma puntando<br />
l'attenzione sull'affinità tra arte e sottocultura<br />
urbana, come, in particolare, Lewicki, che attraverso<br />
raffinate sculture <strong>di</strong> rampe da skate, usando<br />
legni e metalli nobili, ironizza sul rapporto tra<br />
vandalismo e istituzione losangelina. Poco lontano<br />
merita senza dubbio Mandarin Gallery con la collettiva<br />
<strong>di</strong> otto artisti quasi tutti gay; You, Whose<br />
Beauty was Famous in Rome. Emblematico, tra<br />
tutti, il lavoro <strong>di</strong> He<strong>di</strong> El Kholti che centra il concept<br />
dell'esibizione raffigurando uomini seminu<strong>di</strong><br />
che posano lascivamente <strong>di</strong>stesi in stanze decadenti.<br />
�<br />
[leonardo proietti]<br />
le quali un'automobile scassata <strong>di</strong> Jeremy Deller<br />
ed una famiglia <strong>di</strong> scimmie <strong>di</strong> Tracey Emin.<br />
Tra le nuove presenze sulla mappa lon<strong>di</strong>nese<br />
degli spazi espositivi, Limoncello, in Hoxton Street<br />
(www.limoncellogallery.co.uk), <strong>di</strong>retta da Rebecca<br />
May Marston, presenta fino al 1 marzo lavori <strong>di</strong><br />
Sean Edwards e Giorgio Sadotti. Sempre in<br />
Hoxton Street, Macbeth Gallery riapre dopo la<br />
ristrutturazione sopra l'omonimo pub, gestita<br />
dalla collettiva Lazy Gramophone e con un programma<br />
<strong>di</strong> mostre e performances (www.lazygramophone.com).<br />
Sempre in zona ma a sud <strong>di</strong><br />
Old Street, Rod Barton Invites, anche nota come<br />
Above the Griffin Pub per la locazione, rafforza il<br />
programma <strong>di</strong> mostre, a partire dall'attuale collettiva<br />
con lavori <strong>di</strong> Ian Monroe, Piers Secunda e<br />
Michael Stubbs fino al 9 marzo<br />
(ww.rodbarton.com). Più <strong>di</strong>slocate, Way East -<br />
come annuncia il nome ai margini dell'area ad est<br />
<strong>di</strong> Londra destinata ai giochi olimpici - ha aperto<br />
alla fine <strong>di</strong> gennaio nell'abitazione dell'artista<br />
Russell Martin, con una mostra <strong>di</strong> Nick Kaplony<br />
(www.wayeast.russell-martin.org.uk); mentre<br />
Spring Projects - a nord-ovest <strong>di</strong> Londra - inaugura<br />
un programma <strong>di</strong> mostre <strong>di</strong> moda/fotografia/design<br />
con il lavoro del fotografo norvegese<br />
Solve Sundsbo fino al 30 marzo (www.springprojects.co.uk)<br />
�<br />
[irene amore]<br />
Tante le iniziative del vecchio continente nella Grande Mela. La Germania al Ludlow 38 del Lower East Side. L’efficienza dei servizi culturali olandesi. E grande interesse per l’arte scan<strong>di</strong>nava.<br />
Ancora pochi italiani, che comunque si fanno sentire…<br />
terzo mondo.<br />
Alla Galerie Lelong, Angelo Filomeno prosegue la<br />
sua ricerca tra pittura classica e prezioso ricamo<br />
con Betrayed Witches ed espone tele monocromatiche<br />
esclusivamente nere e argento. Uno<br />
scheletro <strong>di</strong> vetro e una frusta in pelle, vetro e<br />
onice, trasferiscono la simbologia e l'ambiguità<br />
care all'artista nelle forme tri<strong>di</strong>mensionali, mentre<br />
i temi della catarsi e della spiritualità appaiono<br />
in un grande mandala nero al cui centro giace<br />
solitario uno scarabeo, simbolo <strong>di</strong> decomposizione<br />
e rigenerazione. Stefano Cagol, alla prima personale<br />
newyorchese da Priska C. Juschka Fine<br />
Art, sviluppa un progetto mixed me<strong>di</strong>a con foto,<br />
video, installazione e azione pubblica, dal titolo<br />
Guinea Pig. L'artista riflette sull'inganno generale<br />
provocato dagli ad<strong>di</strong>tivi tossici che si utilizzano nel<br />
cibo e nei giocattoli e che fanno <strong>di</strong> noi utenti cavie<br />
da laboratorio. Infine, Diego Perrone presenta da<br />
Casey Kaplan tre nuove sculture della serie La<br />
fusione della campana, iniziata nel 2005 alla<br />
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. In questa<br />
sede rappresenta tre <strong>di</strong>stinti sta<strong>di</strong> in cui si procede<br />
artigianalmente per arrivare alla forgiatura in<br />
bronzo <strong>di</strong> una campana.<br />
Per ora è tutto qui, e a New York si rimane in<br />
attesa <strong>di</strong> molti altri artisti italiani. �<br />
[micaela giovanotti]
Exibart.onpaper tornaconti.67<br />
a cura <strong>di</strong> alfredo sigolo<br />
lo spettro della crisi tra<br />
rinascimento e decadenza<br />
Magari è solo un fatto scaramantico ma, dopo l'ennesima imbarcata <strong>di</strong> Wall Street del gennaio scorso, gli<br />
analisti tornano a piangere il morto: finalmente sarà il 2008 l'anno in cui il mercato dell'arte impatterà con gli<br />
effetti della crisi dei mutui americani della scorsa estate?<br />
��Contrad<strong>di</strong>ttorio il polso dei collezionisti,<br />
registrato ora anche dal<br />
sito leader mon<strong>di</strong>ale per i risultati<br />
d'asta, Artprice. Non serviva certo<br />
il nuovo Confidence Index per stabilire<br />
che la congiuntura economica<br />
è sfavorevole, più significativo il<br />
dato che registra la previsione <strong>di</strong><br />
un ulteriore peggioramento nei<br />
prossimi mesi e soprattutto una<br />
sensibile contrazione dei prezzi<br />
dell'arte. Ad<strong>di</strong>rittura sorprendente<br />
invece, seppur in linea con le<br />
nuove regole del mercato che<br />
inducono a spendere anche i<br />
danari che non si hanno, scoprire<br />
che secondo il sondaggio <strong>di</strong><br />
Artprice tutto ciò non sembra<br />
compromettere la voglia <strong>di</strong> comprare<br />
ancora e comprare adesso.<br />
Nel frattempo, sul fronte delle<br />
aste, Londra è stato il primo<br />
banco <strong>di</strong> prova per la nuova stagione.<br />
Inattese le buone performance<br />
del comparto classico<br />
Impressionist & Modern, soprattutto<br />
per l'Espressionismo tedesco,<br />
Fauvisme e Secessione viennese,<br />
mentre qualche scricchiolio<br />
è arrivato da Christie's per il segmento<br />
del Post War<br />
& Contemporary,<br />
peraltro ben coperto<br />
da alcune buone<br />
aggiu<strong>di</strong>cazioni.<br />
Notizia l'hanno fatta i<br />
26.340.000 BP del<br />
trittico <strong>di</strong> Bacon degli<br />
anni '70, i 6.740.500<br />
BP del grande<br />
Concetto spaziale<br />
rosso del '65 <strong>di</strong><br />
Fontana, i<br />
7.350.500 BP spuntati dal<br />
Richter del '66. Meno roboanti e<br />
comunque significative sono state<br />
le risultanze su Jack Pierson<br />
(334,100 BP), Robert Longo<br />
(204,500 BP) e Francis Alys<br />
incanti.<br />
TUTTO IL MARCIO DEL MERCATO<br />
Don Thompson è un economista specializzato<br />
nel mercato dell'arte, già docente alla<br />
London School of Economics e all'Harvard<br />
Business School. "The $ 2 Million Stuffed<br />
Shark" è il titolo del suo nuovo libro pubblicato<br />
da Aurum Press. Si tratta <strong>di</strong> un ritratto<br />
impietoso del nuovo mercato dell'arte,<br />
manovrato occultamente, popolato <strong>di</strong> collezionisti<br />
che <strong>di</strong> arte capiscono nulla, ma<br />
sanno esattamente quanto costa, <strong>di</strong> galleristi<br />
annoiati con la puzza sotto il naso.<br />
L'arte contemporanea è temporanea per<br />
definizione, <strong>di</strong>ce Thompson, e lo squalo<br />
marcescente <strong>di</strong> Hirst è profetico. Su mille<br />
artisti che hanno fatto gran<strong>di</strong> mostre nelle<br />
più prestigiose gallerie <strong>di</strong> NYC e Londra<br />
solo venti si sono confermati sulla cresta<br />
dell'onda nel 2007. E sul fronte storico non<br />
va meglio: un ex <strong>di</strong>rettore del MoMA avrebbe<br />
confidato che circa il quaranta per<br />
cento delle opere circolanti sul mercato<br />
sono false e ci sarebbero prove evidenti. Ci<br />
sono circa seicento Rembrandt sparsi per<br />
i musei <strong>di</strong> tutto il mondo e altri trecento in<br />
mani private. Quasi il triplo <strong>di</strong> quelle storicamente<br />
<strong>di</strong>pinte dal grande artista olandese.<br />
(60.500 BP). Scendendo nel<br />
merito però un primo segnale<br />
negativo viene dal catalogo, per lo<br />
più nomi piuttosto consolidati con<br />
pochi emergenti e il deciso proposito<br />
<strong>di</strong> spremere la vena cinese,<br />
che costituiva il 12% dell'offerta.<br />
Tra i rari emergenti buona performance<br />
<strong>di</strong> Wangechi Mutu<br />
(204.500 BP) e mezza stecca<br />
per Dana Schutz (60.500 BP).<br />
Dei nostri restano sotto le stime<br />
Vezzoli, nonostante i 96.500 BP,<br />
e invenduti i lavori <strong>di</strong> Chia. A ben<br />
vedere il dato dell'invenduto è proprio<br />
il più eloquente: complessivamente<br />
nelle tre sessioni de<strong>di</strong>cate<br />
al contemporaneo ha raggiunto il<br />
30%, un chiaro invito al ribasso<br />
dei prezzi.<br />
Sorprendente invece il board dei<br />
compratori, che ha visto una<br />
larga partecipazione <strong>di</strong> collectors<br />
made in Usa che passano per<br />
essere quelli, sulla carta, più in <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Nelle due tornate <strong>di</strong><br />
Impressionist & Modern hanno<br />
sfiorato ad<strong>di</strong>rittura il 43%.<br />
Negli ultimi anni il mercato si è<br />
continuamente interrogato sul<br />
“<br />
Nei primi sette anni del<br />
nuovo secolo l'offerta in asta <strong>di</strong><br />
arte contemporanea ha già<br />
superato numericamente quella<br />
<strong>di</strong> tutto il decennio 1990-2000<br />
suo futuro, per molti aspetti<br />
imperscrutabile se si pensa all'ine<strong>di</strong>ta<br />
situazione in cui è venuta a<br />
trovarsi l'economia globale. Ogni<br />
previsione, dalla più ottimistica<br />
alla più catastrofica, è considera-<br />
ta plausibile e ottiene favori. Sarà<br />
interessante un giorno voltarsi<br />
in<strong>di</strong>etro e scoprire quale sia la<br />
reale ere<strong>di</strong>tà lasciata da questo<br />
periodo.<br />
Un piccolo assaggio può essere<br />
fatto analizzando proprio il segmento<br />
protagonista da ormai vent'anni,<br />
l'arte contemporanea. Nei<br />
primi sette anni del nuovo<br />
secolo l'offerta in asta <strong>di</strong><br />
arte contemporanea ha<br />
già superato numerica-<br />
mente quella <strong>di</strong> tutto il<br />
decennio 1990-2000. In<br />
proiezione la percentuale<br />
<strong>di</strong> aumento può essere calcolata<br />
intorno al 37%.<br />
Rispetto ai singoli me<strong>di</strong>a<br />
quasi nulla è cambiato, con<br />
la pittura a detenere oltre il<br />
70% del mercato e una<br />
lieve flessione della scultura. La<br />
vera progressione la mette a<br />
segno la fotografia, che molti artisti<br />
oggi scelgono come strumento<br />
<strong>di</strong> espressione insieme all'installazione<br />
e al video; sul fronte del mer-<br />
E INTANTO LA CINA CONQUISTA IL PODIO<br />
Terzo posto assoluto del ranking mon<strong>di</strong>ale per<br />
quanto attiene il numero <strong>di</strong> case d'asta e volumi<br />
<strong>di</strong> affari, scalzando così la Francia da una<br />
posizione che deteneva da tempo. In testa<br />
rimangono U.S.A. e UK ma la crescita del dragone<br />
è inarrestabile: +78% tra 2006 e 2007<br />
per volume d'affari. Al grande salto hanno contribuito<br />
non solo le succursali delle leader<br />
mon<strong>di</strong>ali Crhstie's, Sotheby's e Bonham's ma<br />
anche le numerose case d'asta locali emergenti:<br />
Beijing ChengXuan, Shangai Hosane<br />
Auction, Hua Chen Auction, Beijing Council<br />
International Auction. Trentasei gli artisti cinesi<br />
che, nel 2007, si sono piazzati tra i principali<br />
contemporanei per volume d'affari. E ben<br />
quin<strong>di</strong>ci tra i trentacinque che hanno superato<br />
il milione <strong>di</strong> dollari. La rivalutazione dell'arte<br />
contemporanea cinese, dal 2001, è calcolata<br />
in un + 780%. I big assoluti? Tra i moderni Xu<br />
Beihong e Chen Chengbo, tra i contemporanei<br />
Cai Guo Qiang, che detiene il record assoluto<br />
per un artista cinese con 8,5 milioni <strong>di</strong> dollari,<br />
Zhang Xiaogang, esor<strong>di</strong>o in asta nel 1998 e<br />
giro d'affari <strong>di</strong> 57 milioni <strong>di</strong> dollari nel 2007,<br />
Yue Minjun (record a 5,3 milioni <strong>di</strong> dollari),<br />
Zeng Fanzhi (record a 5 milioni <strong>di</strong> dollari) e<br />
Chen Yifei (record a 4,7 milioni).<br />
cato però solo la prima è stata<br />
realmente sdoganata dal sistema<br />
delle case d'asta, permettendole<br />
negli ultimi sette anni <strong>di</strong> quintuplicare<br />
il suo giro d'affari.<br />
LA FALSA CRISI<br />
La congiuntura economia minaccia <strong>di</strong> mettere<br />
in crisi il mercato dell'arte? Tutto falso secondo<br />
Souren Melikian che, su Artinfo.com, mette<br />
sul banco degli imputati le case d'asta, esaminando<br />
passo passo i loro punti deboli e accusandole<br />
<strong>di</strong> essere loro la vera minaccia. Scarsa<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> opere importanti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> artisti,<br />
quotazioni gonfiate e penuria <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>tori<br />
eccellenti sono le ragioni prime <strong>di</strong> una tensione<br />
crescente tra le auction house. In nome della<br />
tutela e della fidelizzazione del ven<strong>di</strong>tore e per<br />
scongiurare passaggi alla concorrenza si è<br />
innescato un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione che sta<br />
penalizzando fortemente i compratori.<br />
L'irrisolto problema del duopolio Sotheby's-<br />
Christie's non fa che aggravare una situazione<br />
che Melikian giu<strong>di</strong>ca critica soprattutto rilevando<br />
un pericoloso abuso della pratica delle<br />
garanzie, consentite al ven<strong>di</strong>tore a copertura<br />
del rischio che l'opera resti invenduta o venga<br />
aggiu<strong>di</strong>cata sotto la stima. Un tempo usato<br />
con parsimonia, il sistema è oggi <strong>di</strong>venuto per<br />
le case d'asta quasi una regola per fidelizzare i<br />
clienti ven<strong>di</strong>tori, a tutto <strong>di</strong>scapito dell'equità del<br />
mercato e della sua trasparenza. La quota <strong>di</strong><br />
garanzia infatti non è mai ufficialmente comunicata<br />
al pubblico.<br />
a sinistra: Francis Alys - Still from<br />
Ensayo I (The Rehearsal), 1999-2004<br />
(ed. 4)<br />
sotto: Thomas Scheibitz - Ideal, 2004<br />
- cm 295x195<br />
Mai l'arte contemporanea è stata<br />
insomma così protagonista.<br />
Qualcuno un po' frettolosamente<br />
ha invocato un nuovo<br />
Rinascimento. Ma la fioritura<br />
creativa <strong>di</strong> quell'epoca storica<br />
straor<strong>di</strong>naria dell'Europa a cavallo<br />
tra XV e XVI secolo è stata<br />
comunque appannaggio <strong>di</strong> un'élite<br />
economica, politica e religiosa ed<br />
è stata innanzitutto rivoluzione<br />
culturale e <strong>di</strong> pensiero. E<br />
pertanto non è mai accaduto<br />
che l'arte sia stata come<br />
oggi alla portata <strong>di</strong> tutti, vero<br />
ed ine<strong>di</strong>to fenomeno <strong>di</strong><br />
massa. Di consumo <strong>di</strong><br />
massa. Che ciò abbia delle<br />
ricadute culturali paragonabili<br />
a quelle del Rinascimento<br />
è dunque tutt'altro che scontato,<br />
anzi. <strong>Il</strong> nostro è certamente<br />
il tempo del boom del<br />
mercato dell'arte ma non<br />
del boom dell'arte. L'offerta<br />
è aumentata a <strong>di</strong>smisura<br />
ma l'arte pervasiva, proprio<br />
per le logiche del sistema<br />
che la alimentano, fatica a<br />
consolidarsi nel tessuto culturale,<br />
a determinare cambiamenti<br />
<strong>di</strong> gusto e <strong>di</strong> pensiero;<br />
essa vive in con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> instabilità e provvisorietà,<br />
vittima della bulimia collettiva.<br />
Soffre della musealizzazione<br />
precoce che, per converso,<br />
si traduce in prematura obsolescenza.<br />
Sarà un caso, ma proprio<br />
precarietà e anacronismo sembrano<br />
dominare non solo nella critica<br />
ma anche nella ricerca artistica<br />
contemporanea. Quasi che<br />
entrambe, critica e ricerca, tendessero<br />
pericolosamente a legittimarsi<br />
all'or<strong>di</strong>ne delle regole imposte<br />
dal mercato. Basta guardare<br />
ai top players della pittura (da Luc<br />
Tuymans a Elizabeth Peyton, da<br />
Karen Kilimnik a Peter Doig, da<br />
Kuitca a Scheibitz, da Daniel<br />
Richter a Rauch fino a Glenn<br />
Brown), per i quali è sempre più<br />
urgente rigenerare stili, ancorare<br />
concetti al passato recente e<br />
remoto. O ai gran<strong>di</strong> artisti fotografi<br />
e video (da Bill Viola a Douglas<br />
Gordon, da Richard Prince a<br />
Steve McQueen, da Kara Walker<br />
a Jeff Wall), per i quali il reenactment,<br />
la rievocazione e rivitalizzazione<br />
<strong>di</strong> una memoria perduta è<br />
spesso fonte <strong>di</strong> suggestione.<br />
<strong>Il</strong> sospetto è che <strong>di</strong>etro a tutto ciò<br />
si celi allora una grande contrad<strong>di</strong>zione:<br />
mentre il mercato alimenta<br />
l'illusione <strong>di</strong> una nuova svolta<br />
culturale, l'arte combatte una<br />
lotta clandestina per la sua identità<br />
e sopravvivenza, nella quale la<br />
tanto temuta crisi potrebbe persino<br />
rivelarsi uno straor<strong>di</strong>nario<br />
alleato. �
68.fashion Exibart.onpaper<br />
a cura <strong>di</strong> marzia fossati<br />
il volto della next generation<br />
Da vetrinista per Queen Viv a talento-rivelazione allevato tra le innovative fila <strong>di</strong> Anversa. <strong>Il</strong> perlaceo tocco<br />
lunare <strong>di</strong> Peter Pilotto punta ora alla conquista delle passerelle lon<strong>di</strong>nesi…<br />
�� Dall'austriaca città natale<br />
Wörgl alle vetrine della boutique<br />
lon<strong>di</strong>nese <strong>di</strong> Vivienne<br />
Westwood. Da Londra alla<br />
Royal Accademy of Fine Arts <strong>di</strong><br />
Anversa, culla della fashioncreatività<br />
più avant-garde.<br />
Diversi i premi all'attivo - tra cui<br />
il Maria Luisa Award ricevuto<br />
all'interno del contest ITS<br />
(International Talent Support)<br />
ed il Coccodrillo Shoe Award -<br />
prima <strong>di</strong> tornare nuovamente<br />
nel Regno Unito per il battesimo<br />
ufficiale sulle passerelle<br />
della London Fashion Week con<br />
la collezione SS08, gran debutto<br />
e al tempo stesso sintesi del<br />
lavoro precedente, con tanto <strong>di</strong><br />
NewGen Award sponsored by<br />
Top Shop: lo stesso riconoscimento<br />
che servì a lanciare, tra<br />
gli altri, i talenti <strong>di</strong> Alexander<br />
McQueen e Sophia Kokosalaki.<br />
Tra tailoring, printwork e ricerca<br />
sui tessuti si snoda tutto il<br />
<strong>di</strong>scorso stilistico della primavera/estate<br />
2008 firmata dal<br />
giovane Peter Pilotto. Surreale<br />
e scultoreo, <strong>di</strong>sciplinato e con-<br />
j'adore.<br />
QUANDO IL BRAND È "IMPEGNATO"<br />
Nato con la p/e 2008, il nuovo marchio made in<br />
Italy <strong>di</strong> abbigliamento streetwear BAMBOGJ ha<br />
presentato a Who's Next Paris la collezione a/i<br />
08/09, attraverso performance <strong>di</strong> video-arte<br />
realizzate da Basmati a.c. Felpe e t-shirt che rifiutano<br />
l'omologazione e comunicano con il pubblico<br />
tramite campagne pubblicitarie "intelligenti" che<br />
tematizzano questioni sociali fondamentali: dalla<br />
politica alla <strong>di</strong>soccupazione, dalla religione al<br />
tasso d'interesse variabile. Recentemente è poi<br />
nato BAMBOGJ Art Department per permettere<br />
a giovani artisti <strong>di</strong> dare libero sfogo alla propria<br />
creatività, realizzando una serie <strong>di</strong> opere d'arte<br />
che verranno utilizzate nei negozi quali esclusivi<br />
espositori per un capo BAMBOGJ. I primi ad<br />
essere coinvolti nel progetto? I giovani allievi<br />
dell'Accademia d'Arte <strong>di</strong> Ravenna.<br />
www.bambogj.it<br />
trollato nel taglio, Pilotto <strong>di</strong>segna<br />
silhouette mascoline - spalle<br />
forti e vita segnata - associandole,<br />
qua e là, ad un effetto<br />
drappeggio, cercato per<br />
ammorbi<strong>di</strong>re l'immagine generale.<br />
Le proporzioni si in<strong>di</strong>viduano<br />
agli estremi della vestibilità:<br />
ora un abito è ampio e voluminoso<br />
- abbondanza <strong>di</strong> riprese<br />
generosamente <strong>di</strong>stribuite<br />
lungo i fianchi <strong>di</strong> un tubino<br />
monocolore arancione - ora è<br />
asciuttissimo, letteralmente<br />
cucito addosso, nulla più che<br />
una tuta seconda pelle - robotica<br />
ra<strong>di</strong>ografia in lycra <strong>di</strong> seta -<br />
portata sotto una smoking-jacket<br />
attillata. La palette <strong>di</strong> colori<br />
si muove dai meccanici nerogrigi<br />
della session iniziale alle<br />
nuance pastello <strong>di</strong> tutta la<br />
seconda serie <strong>di</strong> outfit, dalla<br />
gamma dei nu<strong>di</strong> e dei sabbia<br />
alle fresche ombre ristoratrici<br />
<strong>di</strong> certi azzurri e ver<strong>di</strong> chiari.<br />
Toni ricavati sul limitare dell'arcobaleno,<br />
<strong>di</strong>alogo tra tinte unite<br />
e pattern geometrici: stampe<br />
che ammiccano tanto all'esteti-<br />
ca del pixel, quanto a certi<br />
canoni neo-etnici, per alcuni abitini<br />
smanicati in misto-cotone<br />
che si illuminano grazie a rifiniture<br />
lucide e cangianti. Lightblue<br />
malinconico per il mini-<br />
BIOCOUTURE MADE IN ITALY<br />
Nathu: un luogo reale dal simbolismo antico,<br />
un passo sulla catena himalayana, lungo la<br />
Via della Seta. Da questa suggestione geografica<br />
nasce la nuova linea <strong>di</strong> abbigliamento<br />
femminile che identifica ed esprime il lusso<br />
con l'equilibrio sostenibile. Nata da un'idea <strong>di</strong><br />
Marta Pietribiasi, la collezione utilizza esclusivamente<br />
tessuti biologici, con tanto <strong>di</strong> certificazione<br />
ICEA. Lo stile è fuori dal tempo,<br />
con dettagli preziosi <strong>di</strong> antica memoria artigiana.<br />
Gli accessori in tessuto, dal jersey<br />
operato al denim, passando per il morbido<br />
cotone, sono il logico completamento <strong>di</strong> un<br />
look eco-chic: le cerniere delle borse sono<br />
prive <strong>di</strong> nichel e cromo, manici e profili sono<br />
in pelle conciata al vegetale.<br />
www.nathu.it<br />
www.icea.info<br />
dress zippato stretto in vita da<br />
una cerniera legata a mo' <strong>di</strong> cintura,<br />
le coppe sono conformate<br />
- plasmate in un cotone rigido,<br />
sostenuto, ma al tempo stesso<br />
malleabile - ultima evoluzione <strong>di</strong><br />
IL PARKA DA SCUDETTO<br />
La caccia all'Inter Century Parka Woolrich è<br />
già iniziata da parte dei fans più accaniti, da<br />
Gabriele Salvatores a Clau<strong>di</strong>o Bisio, da<br />
Enrico Mentana a Paolo Bonolis, passando<br />
per Aldo Giovanni e Giacomo. Creato in limited<br />
e<strong>di</strong>tion per celebrare il centenario della<br />
F.C. Internazionale, è realizzato in Winter<br />
Nylon giapponese, ad alte performance tecniche,<br />
mentre l'imbottitura Slim è in termolight,<br />
materiale poco voluminoso che mantiene<br />
però inalterata la temperatura del corpo,<br />
per un "assetto costante" a prescindere<br />
dalle variazioni climatiche. I dettagli rivelano<br />
poi la vera passione nerazzurra: dal ricamo e<br />
patch del centenario della squadra, al lining<br />
interno personalizzato Inter.<br />
www.woolrich.com<br />
www.wplavori.com<br />
in alto: Peter Pilotto<br />
"origami-bra", accenno<br />
ad un contemporaneo<br />
Oriente, dopo i riferimenti<br />
nipponici più istituzionali<br />
dell'autunno/inverno<br />
07/08. Stesso concetto<br />
<strong>di</strong> reggiseno "costruito"<br />
anche per i top, da portare<br />
con un paio <strong>di</strong> minimal<br />
shorts a vita alta e con il<br />
materico copri-spalle<br />
traforato, oppure con la<br />
minigonna orange,<br />
mossa da numerose<br />
pince. Sopra a tutto riluce<br />
- fulmineo guizzo<br />
generatosi in un astratto<br />
punto del passato e<br />
proiettato verso il futuro<br />
- il "moon-light shadow<br />
theme", cifra <strong>di</strong>stintiva<br />
dello stilista, già opalescente<br />
e perlacea ossatura<br />
della graduation collection<br />
<strong>di</strong> Peter Pilotto,<br />
ospitata anche, sotto<br />
forma <strong>di</strong> video-installazione,<br />
presso <strong>di</strong>versi spazi d'arte:<br />
dalla Window Gallery <strong>di</strong><br />
Anversa al Museum Boijmans<br />
Van Beuningen <strong>di</strong> Rotterdam,<br />
passando per il Centre Culturel<br />
Suisse <strong>di</strong> Parigi. La sua visione<br />
poetica e al tempo stesso<br />
molto energica della moda femminile,<br />
continuo <strong>di</strong>alogo tra la<br />
prospettiva classica <strong>di</strong> eleganza<br />
e l'evoluzione contemporanea<br />
del medesimo concetto, si è già<br />
guadagnata le pagine <strong>di</strong> alcune<br />
tra le principali testate <strong>di</strong> riferimento<br />
per il fashion system:<br />
Women's Wear Daily, i-D,<br />
Dazed & confused, Self Service<br />
e Nylon hanno già iniziato a<br />
documentare il tocco magico <strong>di</strong><br />
Pilotto, la libertà che i suoi abiti<br />
incarnano e le innumerevoli<br />
possibilità <strong>di</strong> celarsi <strong>di</strong>etro a <strong>di</strong>fferenti<br />
personalità che essi<br />
offrono. �<br />
www.peterpilotto.com<br />
link.
Exibart.onpaper handbag.69<br />
a cura <strong>di</strong> valentina tanni<br />
POKER DI ARCHITETTI<br />
Se la vostra passione è l'architettura, il<br />
mazzo <strong>di</strong> carte Play Architecture potrebbe<br />
essere il gadget che fa per voi.<br />
Immaginate un tavolo<br />
verde dominato da<br />
Le Corbusier,<br />
Gaudì e Van<br />
der Rohe,<br />
protagonisti,<br />
insieme<br />
a molti<br />
altri gran<strong>di</strong><br />
nomi dell'architettura<br />
moderna, <strong>di</strong> un set <strong>di</strong><br />
carte da gioco francesi. I<br />
quattro semi corrispondono<br />
ad altrettante correnti<br />
storiche: Pre-Modernismo,<br />
Modernismo, Post-modernismo<br />
and De-Strutturalismo (in ven<strong>di</strong>ta<br />
su www.designmuseumshop.com)...<br />
NUTELLA BAG<br />
Non poteva essere firmata che da Gilli<br />
(www.gilli.com) la borsa a forma <strong>di</strong> barattolo<br />
<strong>di</strong> Nutella commissionata da Ferrero<br />
e prodotta in soli cento<br />
esemplari (Gilli<br />
Nutella Cube).<br />
L'accessorio, in<br />
vitello nappato<br />
marrone e bianco,<br />
riproduce nel<br />
dettaglio la confezione<br />
della<br />
mitica crema<br />
<strong>di</strong> nocciole,<br />
con tanto <strong>di</strong><br />
etichetta e<br />
tappo zigrinato.<br />
IL PARADOSSO<br />
ADDOSSO<br />
Le spillette rotonde (dette anche pins)<br />
sono tornate <strong>di</strong> moda già da qualche<br />
anno, aiutate dal successo dello streetstyle.<br />
Una versione colta e <strong>di</strong>vertente è<br />
offerta da Button Paradox, una coppia <strong>di</strong><br />
spille che inscena,<br />
con due semplici<br />
frasi, il<br />
più classico<br />
dei paradossi.<br />
<strong>Il</strong> cerchietto<br />
rosso <strong>di</strong>ce che<br />
quello blu è vero, mentre il blu <strong>di</strong>ce che il<br />
rosso è falso (in ven<strong>di</strong>ta su<br />
www.etsy.com)...<br />
SORRISI DI GHIACCIO<br />
C'è una dentiera nel bicchiere? Colpa del<br />
designer Jason Amendolara<br />
(http://jasonamendolara.wordpress.co<br />
m), che, al grido <strong>di</strong> "le dentiere non sono<br />
più solo dei nonni", ha trasformato la scomoda<br />
protesi in ghiaccio da cocktail. <strong>Il</strong><br />
prodotto si chiama Frozen Smiles ed è in<br />
ven<strong>di</strong>ta su www.worldwidefred.com.<br />
Niente più sorrisi <strong>di</strong> circostanza ai party,<br />
solo sorrisi congelati…<br />
Dall’alto a sinistra prima riga: il progetto <strong>di</strong> biblioteca sulle scale <strong>di</strong> Levitate Architects - Bibliochaise, degli italiani<br />
Nobody&Co. - Book Clock, l'orologio da libreria.<br />
Seconda fila: Equation Bookshelf, la mensola delle parentesi - Pile of Books, <strong>di</strong> Josefin Hellström-Olsson.<br />
Terza fila: See-Saw Bookshelf, <strong>di</strong> BCXSY - Nightstand / Poetry, <strong>di</strong> Marian Laššák - The Enlightenment, il libro<br />
luminoso <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>omeiboom.<br />
un libro<br />
<strong>Il</strong> mio regno per<br />
"Non riesco a saziarmi <strong>di</strong> libri. E sì che ne posseggo un numero superiore al necessario" scriveva<br />
Francesco Petrarca all'amico Giovanni Anchiseo nel 1346, in una famosa lettera in cui<br />
chiedeva, tra le altre cose, <strong>di</strong> procurargliene degli altri. La passione per i libri e per la carta<br />
stampata è sopravissuta ai secoli e a tutte le innovazioni tecnologiche; una passione che riguarda<br />
la forma dell'oggetto (con tutte le simbologie che racchiude) tanto quanto il suo contenuto.<br />
Ed è per questo che la libreria e i volumi rilegati restano i protagonisti in<strong>di</strong>scussi delle sperimentazioni<br />
dei designer <strong>di</strong> tutto il mondo. C'è chi si preoccupa <strong>di</strong> ottimizzare lo spazio, inventandosi<br />
nuove e fantasiose collocazioni per i patrimoni librari personali, come lo stu<strong>di</strong>o lon<strong>di</strong>nese<br />
Levitate Architects (www.levitate.uk.com), che ha presentato <strong>di</strong> recente The Book Staircase.<br />
Centinaia <strong>di</strong> volumi trovano posto, allineati con cura, negli spazi ricavati tra un gra<strong>di</strong>no e l'altro<br />
<strong>di</strong> una scala che collega due piani <strong>di</strong> un appartamento. Una simile logica, in piccolo, è stata applicata<br />
nel progetto Bibliochaise, degli italiani Nobody&Co (www.nobodyandco.it): una poltronabiblioteca<br />
pensata per "immergersi letteralmente nella lettura".<br />
Josefin Hellström-Olsson (www.beckmans.se/josefin-hellstrom-olsson), con il suo Pile of<br />
Books, propone invece un como<strong>di</strong>no che evoca, nella forma, una colonna <strong>di</strong> libri. Ciascun volume<br />
<strong>di</strong>venta un contenitore, non solo per romanzi e giornali, ma anche per la sveglia, le pantofole,<br />
la tazza <strong>di</strong> caffè. Quasi identico, ma con un piglio più mimetico, il progetto <strong>di</strong> Marian Laššák,<br />
Nightstand / Poetry, in cui ogni libro nasconde un cassetto (su www.comunistar.com).<br />
Due mensole originali sono invece quelle <strong>di</strong> Estu<strong>di</strong>o Breder (in Equation Bookshelf libri e oggetti<br />
sono racchiusi in parentesi graffe, quadre e tonde - su http://estu<strong>di</strong>obreder.blogspot.com)<br />
e <strong>di</strong> BCXSY (See-Saw Bookshelf misura ironicamente il "peso" delle pubblicazioni. Su<br />
www.gnr8.biz).<br />
Ci sono casi in cui del libro rimane soltanto l'involucro, che integra funzioni non previste. È il caso<br />
<strong>di</strong> Book Clock, un orologio che si mimetizza perfettamente in mezzo alla biblioteca simulando<br />
un tris <strong>di</strong> eleganti tomi rilegati con copertina rigida (su www.perpetualkid.com). The<br />
Enlightenment, infine, <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>omeiboom (www.stu<strong>di</strong>omeiboom.nl), immagina un libro capace <strong>di</strong><br />
illuminare, letteralmente quanto metaforicamente (www.lightupyourworld.nl).<br />
I suoi lavori sono stati efficacemente<br />
definiti "Book Autopsies", autopsie <strong>di</strong> libri. Questi<br />
ultimi infatti vengono scavati in profon<strong>di</strong>tà e usati<br />
come materiale scultoreo, dando vita ad affascinanti<br />
mon<strong>di</strong> tri<strong>di</strong>mensionali fatti <strong>di</strong> carta e inchiostro. Lui<br />
si chiama Brian Dettmer ed è un giovane artista<br />
americano. Una selezione delle sue migliori opere è<br />
visibile sul sito della galleria Hayeé Rovirosa <strong>di</strong><br />
New York: www.haydeerovirosa.com.<br />
NEOCLASSIC GRAFFITI<br />
Si chiama Art<br />
Relic ed è un<br />
insolito oggettod'arredamento<br />
che<br />
mescola suggestioniarcheologiche<br />
con un'attitu<strong>di</strong>ne<br />
punk. La scultura,<br />
in gesso <strong>di</strong>pinto<br />
<strong>di</strong> nero, viene venduta in una cassa <strong>di</strong><br />
legno con tanto <strong>di</strong> lucchetto e insieme a<br />
un punteruolo. A cosa serve? A sfogare<br />
latenti pulsioni vandalistiche "personalizzando"<br />
il busto classico con scritte e graffiti<br />
(in ven<strong>di</strong>ta su www.kael-shop.it).<br />
GEOGRAFIE<br />
GASTRONOMICHE<br />
C'è un duo <strong>di</strong> designer tutto al femminile<br />
<strong>di</strong>etro la serie <strong>di</strong> accessori per la tavola<br />
Topoware (www.topoware.org). La canadese<br />
Alexandra Deschamps-Sonsino e la<br />
tedesca Karola Torkos si sono ispirate al<br />
concetto <strong>di</strong> "<strong>di</strong>ning landscape", pensando<br />
all'universo della tavola e al rito del mangiare<br />
come ad un vero e proprio paesaggio.<br />
Ecco allora tovagliette, piatti e posate<br />
con curve <strong>di</strong> livello e profili topografici.<br />
Perché "mangiare è un viaggio"…<br />
OPTICAL SHOES<br />
Motivi geometrici, fantasie concentriche e<br />
illusioni ottiche. Si ispira <strong>di</strong>chiaratamente<br />
all'arte Optical la collezione primaveraestate<br />
2008 della Onitsuka Tiger<br />
(www.onitsukatiger.it). Una serie <strong>di</strong> sneakers<br />
che accosta pattern ipnotici in bianco<br />
e nero con dettagli coloratissimi.<br />
De<strong>di</strong>cate a tribù urbane<br />
dai gusti psichedelici…<br />
UN CAPOLAVORO DI TV<br />
Raramente quello che ve<strong>di</strong>amo sullo<br />
schermo televisivo può essere considerato<br />
"arte". Al contrario, l'estetica dell'oggetto<br />
tv assume sempre più importanza.<br />
Lo ha capito il designer svedese<br />
Axel Bjurström (www.bjurstrom.com),<br />
autore <strong>di</strong> TV Easel, un mobile porta tv<br />
che evoca le forme <strong>di</strong> un cavalletto da<br />
pittore. <strong>Il</strong> progetto fa parte <strong>di</strong> una serie<br />
commissionata da Panasonic.
70.decibel Exibart.onpaper<br />
a cura <strong>di</strong> alessandro massobrio<br />
paesaggi in movimento<br />
Una <strong>di</strong>sciplina plurale, rivoluzionaria, ma ancora in via <strong>di</strong> definizione. È il design acustico, i cui teorici si <strong>di</strong>vidono tra<br />
sostenitori <strong>di</strong> una "rumorosa" oggettività e pre<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> una "chiaroudenza" soggettiva. In mezzo, spunta la terza via…<br />
��<strong>Il</strong> design acustico è un settore<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare ancora in<br />
fase <strong>di</strong> definizione, sia pratica<br />
che teorica. Sviluppatosi sulla<br />
scia delle idee rivoluzionarie <strong>di</strong><br />
Pierre Schaeffer e messo a<br />
punto qualche anno più tar<strong>di</strong><br />
dal compositore e musicologo<br />
Raymond Murray Schafer con<br />
l'attivazione del World<br />
Soundscape Project, il design<br />
acustico ha contribuito a definire<br />
l'orizzonte della sperimentazione<br />
sul suono degli ultimi<br />
trent'anni. Con esiti spesso<br />
apprezzabili sia sul piano della<br />
pratica compositiva e artistica<br />
sia su quello della riflessione<br />
teorica, in cui trovano spazio<br />
un numero sempre crescente<br />
<strong>di</strong> filosofi, musicisti, antropologi,<br />
architetti, ingegneri, sociologi<br />
e amatori.<br />
Tra le questioni più <strong>di</strong>scusse,<br />
quella della scelta del modello<br />
e delle strategie <strong>di</strong> intervento<br />
nell'ambiente si pone ancora<br />
oggi saldamente al centro degli<br />
interessi degli stu<strong>di</strong>osi, dando<br />
vita ad alcune controversie per<br />
molti versi paradossali e ambivalenti.<br />
I teorici del modello acustico<br />
ambientale ritengono possibile<br />
un approccio totalmente<br />
oggettivo al suono, concepiscono<br />
lo spazio come il contenitore<br />
vuoto del suono e sostengono<br />
la necessità <strong>di</strong> pianificare<br />
interventi tecnici per migliorare<br />
l'ambiente urbano. Di contro,<br />
una nutrita schiera <strong>di</strong><br />
musicisti e ricercatori insiste<br />
nel porre l'accento sulle componenti<br />
soggettive dell'ascolto<br />
e sul legame che unisce, e letteralmente<br />
con-fonde, input e<br />
output all'interno del paesaggio<br />
sonoro. Un posto a parte è<br />
occupato invece dalla proposta<br />
<strong>di</strong> Barry Traux <strong>di</strong> definire progressivamente<br />
i compiti del<br />
design acustico, tenendo conto<br />
<strong>di</strong> una <strong>di</strong>alettica della complessità<br />
che si instaurerebbe tra<br />
micro e macro sistemi all'interno<br />
<strong>di</strong> ciò che lui definisce la<br />
comunità acustica.<br />
Secondo i teorici del primo<br />
modello il suono è essenzialmente<br />
un flusso energetico <strong>di</strong><br />
informazioni che si muove uni<strong>di</strong>rezionalmente<br />
da una fonte <strong>di</strong><br />
emissione verso un soggetto<br />
ricevente. Esso, così considerato,<br />
si configura perlopiù come<br />
un elemento astratto, misurabile<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dall'ascoltatore.<br />
Questo punto <strong>di</strong><br />
vista è l'impulso <strong>di</strong> una lunga<br />
serie <strong>di</strong> iniziative e progetti -<br />
inascolto.<br />
QUARISTICE<br />
L'uscita della nona release degli<br />
Autechre, Quaristice, che <strong>contiene</strong> ben<br />
venti tracce, porterà la storica band <strong>di</strong><br />
Rochdale in giro per l'Europa con un<br />
tour che toccherà anche l'Italia, dal 14<br />
al 16 marzo. Ecco il calendario: il 14, a<br />
Torino, Hiroshima Mon Amour; il 15, a<br />
Roma, Officine Marconi; il 16 a<br />
Bologna, Kindergarten.<br />
totalmente in<strong>di</strong>fferenti alla<br />
maggior parte delle amministrazioni<br />
locali italiane ma<br />
abbastanza <strong>di</strong>ffusi in altre parti<br />
d'Europa e nel Nord America -<br />
volti ad un miglioramento della<br />
qualità della vita secondo lo<br />
schema rumore=danno. Anche<br />
la politica <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />
dei rischi connessi con l'alto<br />
livello <strong>di</strong> rumore sul posto <strong>di</strong><br />
lavoro, finalizzata alla conservazione<br />
dell'u<strong>di</strong>to del lavoratore<br />
quanto a quella del denaro<br />
necessario per non danneggiarlo,<br />
segue lo stesso sentiero,<br />
mentre l'industria musicale<br />
e l'ingegneria elettroacustica<br />
ne sfruttano le intuizioni per<br />
definire uno standard <strong>di</strong> ascolto<br />
e <strong>di</strong> mercato - hi-fi - sempre<br />
più esigente e tecnologico. A<br />
tal proposito è piuttosto sorprendente<br />
notare come le tecniche<br />
<strong>di</strong> esaltazione della<br />
massa sonora, come l'enhancement,<br />
si muovano esatta-<br />
mente nella <strong>di</strong>rezione opposta<br />
a quella dettata dal binomio<br />
silenzio/benessere che le ispira,<br />
con l'effetto certo <strong>di</strong> isolare<br />
in basso: Pierre<br />
Schaeffer -<br />
Courtesy of the<br />
Cana<strong>di</strong>an Music<br />
Centre<br />
il suono dal suo contesto originale<br />
<strong>di</strong> produzione e quest'ultimo,<br />
attraverso le cuffie, dall'ascoltatore.<br />
Un destino simile a<br />
“<br />
Per il designer del paesaggio<br />
sonoro la ricerca coincide con la scelta<br />
<strong>di</strong> alcuni suoni piacevoli e l'esclusione<br />
<strong>di</strong> altri considerati sgradevoli, in vista<br />
del raggiungimento <strong>di</strong> un presunto<br />
sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> superiorità acustica<br />
TUTTI ALL'AUDITORIUM<br />
Meet In Town è la rassegna che la fondazione<br />
Musica per Roma de<strong>di</strong>ca alla club culture e al<br />
meglio della scena elettronica mon<strong>di</strong>ale. Un<br />
modo nuovo <strong>di</strong> vivere gli spazi dell'Au<strong>di</strong>torium.<br />
Un week-end al mese per scoprire alcuni dei più<br />
interessanti artisti internazionali. Paesaggi<br />
sonori <strong>di</strong>fferenti, contaminazioni, progetti speciali.<br />
Queste le prossime date: 7 marzo:<br />
Fennezs e Zav Jacob e Jean Marc Caimi; 8<br />
marzo: Telefon Tel Aviv; 4 aprile: Kode9 and<br />
Spaceape// Kikko Solaris e S.Dub.<br />
quello della realtà virtuale<br />
nel cinema, la<br />
quale, una volta assuefatti,<br />
anziché produrre<br />
un più forte realismo<br />
sortisce l'effetto contrario<br />
<strong>di</strong> uno smascheramento<br />
della finzione<br />
e <strong>di</strong> un invecchiamento<br />
precoce delle immagini<br />
o peggio <strong>di</strong> uno svilimento<br />
del reale; allo stesso<br />
modo il suono, separato del<br />
rumore, nel lungo periodo finisce<br />
col produrre un'intolleranza<br />
al suono dell'ambiente.<br />
I sostenitori del secondo<br />
modello, quello del paesaggio<br />
sonoro, preferiscono privilegiare<br />
l'esperienza dell'ascolto,<br />
trattano il suono come il risultato<br />
<strong>di</strong> una relazione bi<strong>di</strong>rezionale<br />
e continua tra sorgente e<br />
ricevente - tenendo cioè conto<br />
del soggetto simultaneamente<br />
come ascoltatore e produttore<br />
<strong>di</strong> suono - e appoggiano una<br />
valutazione non quantitativa del<br />
sonoro. In questo senso essi si<br />
DA METROPOLIS AD AFTERVILLE<br />
<strong>Il</strong> 27 marzo l'e<strong>di</strong>ficio più visionario e utopico<br />
della città <strong>di</strong> Torino - la Mole<br />
Antonelliana, costruita sul finire<br />
dell'Ottocento e oggi sede del Museo<br />
Nazionale del Cinema - ospiterà lo spettacolo<br />
"Da Metropolis ad Afterville", con la<br />
musica ipnotica dei torinesi Larsen e una<br />
videoinstallazione che ripercorrerà un<br />
secolo <strong>di</strong> storia del cinema <strong>di</strong> fantascienza,<br />
presentando, come in un vasto collage,<br />
scorci ed elementi delle città <strong>di</strong> domani.<br />
avvalgono <strong>di</strong> un'interpretazione<br />
del suono già nota ai fenomenologi,<br />
che ne esaltano il potere<br />
conoscitivo mettendone in<br />
luce il legame materiale con la<br />
realtà interna della cosa, a <strong>di</strong>fferenza<br />
per esempio del colore,<br />
che si ritiene inerisca solo<br />
alla superficie del mondo.<br />
Gli stu<strong>di</strong> sul paesaggio sonoro,<br />
che scelgono una metodologia<br />
in larga misura qualitativa e si<br />
basano perlopiù su <strong>di</strong>fferenze<br />
percettive, tendono a ricadere<br />
nel contenitore teorico dell'etnografia<br />
e dell'antropologia,<br />
fornendo scarsi risultati sul<br />
piano strategico e traducendosi<br />
il più delle volte in uno slancio<br />
emancipativo, pedagogico o<br />
morale. Per il designer del paesaggio<br />
sonoro la ricerca del<br />
suono coincide con la scelta <strong>di</strong><br />
alcuni suoni piacevoli e l'esclusione<br />
<strong>di</strong> altri considerati sgradevoli,<br />
in vista del raggiungimento<br />
<strong>di</strong> un presunto sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
superiorità acustica che<br />
Schafer chiama chiaroudenza.<br />
Le riflessioni <strong>di</strong> Marius<br />
Schneider sul significato della<br />
musica, o ancora il fascino <strong>di</strong><br />
Schafer per le culture primitive<br />
e le cosmogonie antiche, in cui<br />
egli vorrebbe rintracciare i<br />
segni <strong>di</strong> un primato sonoro del<br />
cosmo, si collocano a questa<br />
altezza con un forte richiamo<br />
spirituale che poco si accorda<br />
con le tecnologie elettroacustiche<br />
in<strong>di</strong>spensabili al designer, il<br />
miglioramento della qualità<br />
della vita e l'ambivalenza contemporanea<br />
<strong>di</strong> natura e cultura<br />
nel paesaggio sonoro stesso.<br />
�
Exibart.onpaper pre[ss]view.71<br />
a cura <strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />
idee chiare, colore scuro<br />
Presentato nei primi giorni <strong>di</strong> febbraio, il progetto "Brown Magazine" nasce da un'idea <strong>di</strong> Luca Francesconi<br />
e Luigi Presicce. Per una rivista che non sia soltanto tale. Gli interessi? Gli spazi non profit e l'alchimia, la<br />
curatela come <strong>di</strong>sciplina artistica e la spiritualità. Ne abbiamo parlato con i due artisti...<br />
�� Cominciamo dall'inizio:<br />
quando nasce il progetto <strong>di</strong><br />
Brown Magazine? E cosa significano<br />
i due termini che lo definiscono?<br />
L'idea del trimestrale nasce<br />
circa un anno fa da una delle<br />
tante chiacchierate fatte tra noi.<br />
Brown è il "nome proprio" <strong>di</strong> un'iniziativa<br />
con al centro un magazine,<br />
una rivista online <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
e ricerca sulle arti<br />
visive. Ma il progetto è certamente<br />
più ampio e articolato.<br />
Due artisti che fondano una<br />
rivista. È una cosa che non succedeva<br />
da qualche anno... <strong>Il</strong><br />
"sistema" vi pare asfittico? <strong>Il</strong><br />
vostro "ruolo" vi sta stretto?<br />
La necessità <strong>di</strong> creare Brown<br />
non nasce in contrapposizione o<br />
reazione a nulla, al contrario: lo<br />
stimolo è stato generato dall'osservazione<br />
<strong>di</strong> molte realtà non<br />
profit e spazi <strong>di</strong> progetto sparsi<br />
un po' in tutta Europa, con i quali<br />
desideriamo rapportarci e creare<br />
un network. Stiamo assistendo<br />
a un momento particolare<br />
della storia dell'arte contemporanea:<br />
artisti e curatori si mettono<br />
in gioco in prima persona<br />
senza più una <strong>di</strong>stinzione netta,<br />
come sarebbe avvenuto fino a<br />
poco tempo fa. Questa logica<br />
aperta evidenzia sempre più<br />
come la curatela <strong>di</strong>venti <strong>di</strong>sciplina<br />
artistica a sé stante, al pari <strong>di</strong><br />
tecniche quali la fotografia, la<br />
scultura o il <strong>di</strong>segno. Sarebbe un<br />
<strong>di</strong>scorso molto ampio, ma riteniamo<br />
davvero sia questo il motivo<br />
che sta portando gli artisti a<br />
un maggior coinvolgimento e<br />
non tanto un rimescolamento<br />
dei ruoli. <strong>Il</strong> nostro impegno <strong>di</strong><br />
artisti continua in<strong>di</strong>vidualmente<br />
come prima, Brown è un progetto<br />
<strong>di</strong>stinto.<br />
La scelta <strong>di</strong> fare un prodotto<br />
che resta sul web è funzionale<br />
alla creazione <strong>di</strong> un network<br />
senza troppi oneri economici.<br />
Ma come vive Brown?<br />
rotocalco.<br />
UNO SCRIVANO PER L'ARTE<br />
Presentata a Bologna ad Arte<br />
Fiera, Bartleby è una rivista <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento de<strong>di</strong>cata all'arte<br />
contemporanea. Stampata da<br />
Gli Ori e <strong>di</strong>retta da Alessandro<br />
Sarri, esor<strong>di</strong>sce con un #0<br />
Untitled. La lista dei contributor<br />
è nutrita: Giulio Paolini, Saretto<br />
Cincinelli, Elio Grazioli, Mauro<br />
Panzera, Tommaso Tuppini,<br />
Alessandra Violi e Jorge Molder.<br />
www.bartlebyrivista.it<br />
La rivista, il cui concept grafico è<br />
stato pensato da Paolo Gonzato,<br />
ha comunque due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere<br />
consultata: online, tramite il<br />
sito www.brownmagazine.net in<br />
italiano e in inglese, ma anche in<br />
versione pdf stampabile, sempre<br />
al medesimo in<strong>di</strong>rizzo.<br />
Brown è stato finora autofinanziato<br />
da noi e si è avvalso del<br />
contributo <strong>di</strong> persone vicine, che<br />
hanno messo a <strong>di</strong>sposizione con<br />
entusiasmo le loro competenze<br />
tecniche per il sito, come<br />
Francesca Conchieri, e per la<br />
comunicazione e ufficio stampa,<br />
come Valentina Suma. La nostra<br />
non è una rivista classica, non è<br />
quello il nostro obiettivo.<br />
Dunque, non vi sarà<br />
alcuna raccolta <strong>di</strong><br />
materiale pubblicitario.<br />
Piuttosto metteremo<br />
molta attenzione nella<br />
produzione degli<br />
accessori correlati al<br />
nostro brand e inoltre<br />
vi sarà una selezionatissima<br />
proposta <strong>di</strong><br />
multipli <strong>di</strong> artisti internazionali.<br />
Settore, quest'ultimo,<br />
molto sottovalutato<br />
in Italia.<br />
Ezechiele Leandro - Santuario della Pazienza (particolare) - San<br />
Cesareo, Lecce - photo Luigi Presicce<br />
Luigi Presicce per pre[ss]view<br />
ARTE IN LIBRERIA<br />
E<strong>di</strong>to dalla storica libreria Bocca<br />
<strong>di</strong> Milano - <strong>di</strong>tta fondata a Torino<br />
nel 1775 - Arte Incontro è un trimestrale<br />
stampato dal 1990.<br />
Ha naturalmente il suo interesse<br />
primario nell'e<strong>di</strong>toria d'arte, ma<br />
non vi si limita affatto. Anche grazie<br />
alla collaborazione dello storico<br />
dell'arte Antonio D'Amico e al<br />
supplemento Le Segrete <strong>di</strong><br />
Bocca.<br />
www.libreriabocca.com<br />
In cinque righe la La testata <strong>di</strong> Brown Magazine<br />
vostra linea e<strong>di</strong>toriale.<br />
Dieci se rispondete<br />
con una sola voce! Brown è un luogo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento,<br />
una realtà aperta, una<br />
volontà <strong>di</strong> connessione e, in ultimo,<br />
il desiderio <strong>di</strong> analizzare<br />
quella parte <strong>di</strong> arte contemporanea<br />
prossima alla cultura<br />
popolare, alla spiritualità, all'alchimia<br />
e alla metafisica. <strong>Il</strong> format<br />
sarà basato prevalentemente<br />
sull'intervista, sia come<br />
forma più <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e<br />
ricerca, sia come posizione <strong>di</strong><br />
scambio fra chi pone domande<br />
e chi risponde. Brown si avvarrà<br />
del contributo <strong>di</strong> curatori e<br />
artisti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse nazionalità.<br />
Oltre a una sezione de<strong>di</strong>cata in<br />
generale alla produzione artistica<br />
<strong>di</strong> vari autori, raccoglierà<br />
anche interviste specifiche su<br />
una sola opera, così come l'approfon<strong>di</strong>mento<br />
su artisti del<br />
passato recente. Una particolare<br />
attenzione sarà riservata a<br />
tutte quelle realtà simili, spazi<br />
<strong>di</strong> progetto e non profit, collettivi<br />
curatoriali, con i quali vuole<br />
porsi idealmente in relazione.<br />
CINA CANADESE<br />
Pubblicato a Taipei ma e<strong>di</strong>tato a<br />
Vancouver, si occupa <strong>di</strong> arte cinese<br />
contemporanea ed è scritto in<br />
inglese. È la schizofrenica geografia<br />
<strong>di</strong> una rivista che da gennaio<br />
<strong>di</strong>venta bimestrale. Niente crisi<br />
del settimo anno, dunque. Al contrario,<br />
Yishu si conferma leader<br />
nel settore sotto la guida <strong>di</strong> Keith<br />
Wallace. E amplia la propria rete<br />
<strong>di</strong>stributiva.<br />
www.yishujournal.com<br />
Parliamo del primo numero...<br />
La prima uscita conterrà una<br />
conversazione <strong>di</strong> Katia<br />
Anguelova con Seamus Farrell,<br />
un'intervista <strong>di</strong> Lorena<br />
Giuranna ad Alessandra<br />
Galbiati su Alik Cavaliere, con<br />
un'ampia selezione <strong>di</strong> scritti ine<strong>di</strong>ti<br />
dell'artista a cura <strong>di</strong> Lorena<br />
ICONO-GRAFIE<br />
Nato nel 2007 e votato alla<br />
cultura visiva contemporanea,<br />
il trimestrale Eikon affianca la<br />
storica rivista del gruppo Art'è,<br />
FMR. Ma la sequenza monografica<br />
si chiude con quest'ultimo<br />
#5 consacrato al "Viaggio".<br />
Perché è alle porte una ulteriore<br />
novità: una FMR "bianca",<br />
contraltare non solo cromatico<br />
dell'ammiraglia.<br />
www.fmrarte.it<br />
Giuranna e Luigi<br />
Presicce. Poi un'analisi<br />
<strong>di</strong> Caterina Riva sull'opera<br />
performativa <strong>di</strong><br />
Joan Jonas, oltre a una<br />
prima mappatura degli<br />
spazi non profit in<br />
Europa. Inoltre, una<br />
conversazione tra Luca<br />
Francesconi e Olivier<br />
Babin sull'opera Los<br />
Angelus e un'intervista<br />
<strong>di</strong> Eleonora Battiston<br />
con Carol Lu e Pink<br />
Stu<strong>di</strong>o.<br />
In una precedente<br />
occasione avete parlato<br />
<strong>di</strong> opera - e artista - come<br />
valore assoluto. In una società<br />
che, volenti o nolenti, si basa<br />
sul valore <strong>di</strong> scambio come la<br />
mettiamo?<br />
Non ne ve<strong>di</strong>amo l'antitesi.<br />
Approfon<strong>di</strong>re tematiche dell'arte<br />
legate alla spiritualità ci sembra<br />
la miglior piattaforma per<br />
iniziare quel <strong>di</strong>alogo, quello<br />
scambio che ci siamo prefissi<br />
verso tutte le realtà non profit.<br />
<strong>Il</strong> nostro obiettivo <strong>di</strong> crearne un<br />
network è <strong>di</strong> lungo periodo, noi<br />
due abbiamo iniziato con molta<br />
umiltà, e con altrettanta cercheremo<br />
<strong>di</strong> procedere. Anche<br />
ora che la squadra è più ampia!<br />
Arte contemporanea e spiritualità:<br />
non temete l'affrettato<br />
incasellamento nelle esperienze<br />
che per semplicità possiamo<br />
definire "New Age"?<br />
La New Age è un fenomeno sincretico<br />
e generalista abbastanza<br />
superato, molto più legato<br />
agli anni '60 e '70. La spiritualità<br />
è un tema ampio e a nostro<br />
avviso estremamente attuale<br />
nella <strong>di</strong>alettica contemporanea,<br />
con una ritrovata attenzione<br />
verso l'arte popolare. Basta leggere<br />
il primo numero e dare<br />
un'occhiata al sommario per<br />
capire che l'impostazione e<strong>di</strong>toriale<br />
ha un respiro più ampio e<br />
aggiornato. �<br />
RADDOPPIO PARIS<br />
Fabio Paris, titolare dell'omonima<br />
galleria, è fra le rare realtà<br />
europee a portare avanti un lavoro<br />
coerente sulla "new me<strong>di</strong>a<br />
art" con gruppi come 01.org e<br />
Ubermorgen. All'attività espositiva<br />
affianca ora quella e<strong>di</strong>toriale. I<br />
primi due volumi sono de<strong>di</strong>cati a<br />
Todd Deutsch e Gazira Babeli,<br />
con doppia e<strong>di</strong>zione italiana e<br />
inglese.<br />
www.fpe<strong>di</strong>tions.com
72.libri Exibart.onpaper<br />
a cura <strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />
il tempo dei frammenti<br />
Se il fascismo viene necessariamente dopo la lettera, allora le neoavanguar<strong>di</strong>e hanno un problema. Taccuino<br />
<strong>di</strong> viaggio attraverso una manciata <strong>di</strong> volumi. Connessi dallo stile frammentario. Talora loro malgrado...<br />
�� Uno degli interventi <strong>di</strong> Slavoj<br />
Zizek che la casa e<strong>di</strong>trice de "il<br />
manifesto" ha raccolto sotto il<br />
titolo <strong>di</strong> Distanza <strong>di</strong> sicurezza.<br />
Cronache dal mondo rimosso -<br />
talvolta veri e propri scritti d'occasione<br />
ed e<strong>di</strong>toriali scritti "a<br />
caldo" - è de<strong>di</strong>cato a Leni<br />
Riefenstahl e alla sua "perfezione".<br />
La tesi dell'intellettuale sloveno,<br />
che naturalmente si può<br />
applicare ben oltre il caso della<br />
regista tedesca, è che "non c'è<br />
'fascismo avant la lettre', perché<br />
è la lettera stessa (la designazione)<br />
che dall'insieme degli elementi<br />
fa nascere il fascismo vero e<br />
proprio". Perché si possa parlare<br />
<strong>di</strong> fascismo è dunque necessario<br />
che siano emerse contemporaneamente<br />
alcune caratteristiche;<br />
soprattutto, è in<strong>di</strong>spensabile<br />
che queste non siano limitate al<br />
piano retorico, ma subiscano<br />
una "torsione concreta". In altre<br />
parole, il fascismo è l'attuazione<br />
<strong>di</strong> un programma.<br />
Si potrebbe tentare una lettura<br />
"sociale" dell'arte a partire da<br />
questa definizione. E rintracciare<br />
conferme e smentite, in particolare<br />
concernenti il passaggio dal<br />
moderno al contemporaneo, sul<br />
crinale della Seconda guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale e della conseguente<br />
spartizione dell'Europa.<br />
Insomma, Storia e geografia,<br />
come sottotitola il suo libro<br />
Catherine Millet, fondatrice e<br />
<strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> "Art press" e nota ai<br />
più in Italia per La vita sessuale <strong>di</strong><br />
Catherine M., romanzo che ha<br />
goduto <strong>di</strong> una certa <strong>di</strong>ffusione.<br />
Ora, che un libro titolato Arte<br />
contemporanea venga ristampato<br />
con ben poche varianti a nove<br />
anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dalla sua prima<br />
pubblicazione (1997, 2006, traduzione<br />
italiana 2007) è già un<br />
dato interessante. Che situi la<br />
nascita della suddetta arte contemporanea<br />
a metà anni '40,<br />
oppure nei postmoderni anni<br />
'80, o ancora nei primi '90, e che<br />
comunque rammenti l'"ampio<br />
consenso sulla collocazione della<br />
data <strong>di</strong> nascita dell'arte contemporanea<br />
nel periodo compreso<br />
no dust.<br />
MANUALE DELLE PASSIONI<br />
Sono "incontri, scontri e tensioni<br />
<strong>di</strong> arte contemporanea" quelli<br />
che Francesca Alfano Miglietti<br />
ha raccolto in questo libro. Scritti<br />
riveduti e corretti per calzare in<br />
due macro-aree: l'invisibile e il<br />
visibile. Nel primo caso si va da<br />
Fontana a Laib, nel secondo si<br />
transita da Duchamp a Sophie<br />
Calle. Critica, ma sempre e<br />
comunque appassionata.<br />
Skira - 302 pp. - 24 euro -<br />
www.skira.net<br />
tra il 1960 e il 1969" -<br />
turbinìo <strong>di</strong> opinioni che<br />
derivano dal lavoro preliminare<br />
la stesura del<br />
libro, consistente in numerose<br />
interviste ad "addetti<br />
ai lavori" - rischia <strong>di</strong> essere<br />
piuttosto <strong>di</strong>sorientante.<br />
Ma ciò che turba, sebbene<br />
si tratti <strong>di</strong> un'assonanza<br />
e nulla più (?), è la considerazione<br />
relativa al passaggio<br />
dalle avanguar<strong>di</strong>e<br />
"storiche", i cui esponenti<br />
"avevano già rabbiosamente<br />
fatto a pezzi le convenzioni<br />
e giocato agli<br />
appren<strong>di</strong>sti stregoni", al<br />
decennio che avrebbe<br />
aperto "uno spazio <strong>di</strong> libertà<br />
<strong>di</strong> cui non avevano<br />
certo goduto i pionieri".<br />
Conclusione: "Nel riallacciarsi<br />
alle avanguar<strong>di</strong>e <strong>di</strong><br />
inizio secolo, i movimenti degli<br />
anni Sessanta si presentano<br />
come la loro realizzazione". Non<br />
solo. Questa attuazione porta<br />
con sé anche la propria legittimazione,<br />
comunicata a <strong>di</strong>versi<br />
livelli, dal mercato alle acquisizioni<br />
museali (con buona pace <strong>di</strong><br />
tanta ingenua retorica sulla<br />
purezza dell'arte e la sussunzione<br />
operata dalla finanza: quale<br />
miglior desacralizzazione del<br />
capolavoro se non il cartellino col<br />
prezzo apposto al suo fianco?). In<br />
altre parole, "l'arte contemporanea<br />
opera una saldatura laddove<br />
la modernità segnava una rottura",<br />
almeno in apparenza. E ancora:<br />
l'abbandono della teleologia<br />
comporta alcune controin<strong>di</strong>cazioni,<br />
in primis una sorta <strong>di</strong> collasso<br />
temporale nell'imbuto del<br />
presente, con effetti quali<br />
l'"amnesia <strong>di</strong> tipo parziale, selettivo"<br />
e l'ipoteca sul futuro, come<br />
ha insegnato Gillo Dorfles; e un<br />
secondo collasso, quello<br />
dell'"opacità del co<strong>di</strong>ce<br />
simbolico", per cui si può (?) <strong>di</strong>re<br />
che Cattelan ha impiccato alcuni<br />
bambini in una piazza milanese.<br />
Cosa incarna l'attuazione del programma<br />
moderno? Millet cita<br />
Cyril Jarton, e in particolare ram-<br />
FRANCESCO PAOLO MICHETTI<br />
Dopo l'impresa de<strong>di</strong>cata a Basilio<br />
Cascella, quel minuzioso biografo<br />
che è Franco Di Tizio si cimenta<br />
con il capostipite del cosiddetto<br />
"Cenacolo <strong>di</strong> Francavilla". La<br />
citta<strong>di</strong>na in provincia <strong>di</strong> Chieti<br />
dove un Museo prende il nome <strong>di</strong><br />
Michetti così come un premio<br />
che, nel 2008, giungerà alla<br />
venerabile 59esima e<strong>di</strong>zione.<br />
Ianieri - ill. b/n - 560 pp.<br />
36 euro - www.ianierie<strong>di</strong>zioni.it<br />
menta l'interazione fra l'accezione<br />
artistica e quella linguistica<br />
del termine performativo. In questo<br />
duplice senso, si può <strong>di</strong>re con<br />
Jarton e col nostro <strong>di</strong>menticato<br />
Pareyson che "formare significa<br />
fare, ma un fare che mentre fa,<br />
inventa il suo modo <strong>di</strong> fare".<br />
Insomma, è l'opera d'arte contemporanea<br />
stessa che scrive e<br />
attua il proprio programma; e<br />
questo programma è l'opera.<br />
Questo carattere autoreferenziale<br />
e autopoietico - Szeemann<br />
lo chiamava mitologia in<strong>di</strong>viduale<br />
e ne ha fatto il soggetto della<br />
quinta Documenta - coinvolge<br />
l'ontogenesi come la filogenesi<br />
dell'opera. Ovvero sia la progettualità<br />
che conduce e costituisce<br />
l'opera stessa, sia la "tra<strong>di</strong>zione"<br />
nel solco dalla quale quella stessa<br />
progettualità emerge:<br />
"L'ambiente artistico, trascinato<br />
nella fuga in avanti delle avanguar<strong>di</strong>e,<br />
ha finito per stabilizzarsi<br />
su una velocità <strong>di</strong> crociera che<br />
ammette tutte le tendenze contemporaneamente".<br />
È il modello<br />
del tra<strong>di</strong>tore teorizzato da Bonito<br />
Oliva e attuato in Italia in primo<br />
luogo dalla Transavanguar<strong>di</strong>a.<br />
Se dunque si può <strong>di</strong>re che il futuro<br />
non è più quello <strong>di</strong> una volta,<br />
no italian.<br />
MARTIN PARR<br />
L'ultimo uscito nella collana "55".<br />
Ovvero 55 scatti fondamentali<br />
nella carriera d'un artista con in<br />
mano una macchina fotografica.<br />
Or<strong>di</strong>nati cronologicamente,<br />
introdotti da un critico - Sandra<br />
S. Phillips nella fattispecie - e con<br />
sintetica biografia in chiusura.<br />
Data pure l'ottima qualità <strong>di</strong><br />
stampa, il rapporto qualità-prezzo<br />
è degno <strong>di</strong> nota.<br />
Phaidon - ill. col. - 128 pp. -<br />
19,95 euro - www.phaidon.com<br />
almeno per ora lo stupore si è<br />
rifugiato nei sempre più ridotti<br />
spazi dell'altrove. Per ciò il critico<br />
<strong>di</strong>viene curatore e lo storico, a<br />
detta <strong>di</strong> Hans Belting, si trasforma<br />
in antropologo. Con piglio più<br />
o meno partecipante, osserva la<br />
nascita dell'opera, la sua gestazione,<br />
il suo farsi.<br />
Viste le tesi esposte, la <strong>di</strong>sorganicità<br />
del libro <strong>di</strong> Catherine Millet<br />
<strong>di</strong>venta un manifesto, un raddoppio<br />
delle tesi stesse. Ma mai<br />
quanto la forma quasi aforistica<br />
del volumetto <strong>di</strong> Bruno Pedretti,<br />
La forma dell'incompiuto.<br />
Quaderno, abbozzo e frammento<br />
come opera del moderno.<br />
Volume eru<strong>di</strong>to, meta-citazionista,<br />
che zampetta con agilità fra<br />
<strong>di</strong>scipline, muse, tempi e mo<strong>di</strong><br />
dell'arte, della filosofia e della<br />
sophia. Per mostrare, più che<br />
<strong>di</strong>mostrare, l'estrema contemporaneità<br />
(e dunque modernità e<br />
antichità) della "forma incompiuta".<br />
Che solo in un'ottica teleologica<br />
può venir considerata una irrilevante<br />
bozza del prodotto finale.<br />
Le conseguenze <strong>di</strong> tale sguardo<br />
rinnovato sono innumerevoli:<br />
concernono ad esempio il mercato<br />
crescente e fiorente dei<br />
<strong>di</strong>segni, dei <strong>di</strong>ari, degli appunti,<br />
ARTE CONTEMPORANEA E<br />
TECNICHE<br />
Un volume che riflette su "materiali,<br />
proce<strong>di</strong>menti, sperimentazioni"<br />
nell'arte contemporanea. Dagli<br />
albori avanguar<strong>di</strong>sti alle nuove tecnologie.<br />
La cura è affidata a Silvia<br />
Bor<strong>di</strong>ni e l'obiettivo è puntato sull'opera<br />
d'arte intesa come frutto<br />
d'una tecnica e d'una processualità<br />
tecnologica. Un libro materialista,<br />
ben oltre il crocianesimo.<br />
Carocci - 314 pp. - 22 euro -<br />
www.carocci.it<br />
Maurizio Cattelan - Senza titolo, 2004 -<br />
courtesy Fondazione Trussar<strong>di</strong>, Milano -<br />
photo Marco Enrico Giacomelli<br />
finanche dei promemoria<br />
(l'Appuntamento con l'urologo <strong>di</strong><br />
Robert Gober), oppure possono<br />
riguardare la riflessione più teoretica<br />
sul rapporto fra mano e<br />
mente, sulla scia <strong>di</strong> Focillon. Non<br />
è naturalmente possibile sintetizzare<br />
linearmente le <strong>di</strong>vagazioni<br />
intrecciate alle quali Pedretti<br />
espone il proprio lettore. Questa<br />
stessa possibilità testimonierebbe<br />
dell'insuccesso del libro. Ciò<br />
che però va almeno accennato è<br />
che tutto questo <strong>di</strong>scorso, più o<br />
meno apertamente vitalistico,<br />
che ha il suo perno nella magnificazione<br />
dell'esperienza nel suo<br />
darsi o, in altri termini, dell'opera<br />
nel suo farsi, altro non è che una<br />
nuova - e nemmeno tanto - mitologia<br />
"sintomatica" del nostro<br />
tempo.<br />
A questo punto, unendo all'obsolescenza<br />
del kantiano "<strong>di</strong>sinteresse"<br />
dell'arte il carattere sintomatologico<br />
<strong>di</strong> quest'ultima nella sua<br />
declinazione contemporanea,<br />
non pare così azzardata l'ipotesi<br />
letteralmente delirante <strong>di</strong><br />
Roberto Cascone, noto alle cronache<br />
per essere il fondatore del<br />
Cattelan Funs Club. Ossia utilizzare<br />
l'arte contemporanea come<br />
terapia. Aristotelico. �<br />
I volumi segnalati.<br />
. Roberto Cascone, ArTherapy.<br />
Curarsi con l'arte contemporanea,<br />
Giral<strong>di</strong>, pp. 130, 11 euro<br />
. Catherine Millet, L'arte contemporanea.<br />
Storia e geografia,<br />
Scheiwiller, pp. 176, 16 euro<br />
. Bruno Pedretti, La forma dell'incompiuto,<br />
Utet, pp. 100+12 t.f.t.,<br />
11 euro<br />
. Slavoj Zizek, Distanza <strong>di</strong> sicurezza,<br />
Manifestolibri, pp. 174, 18 euro<br />
PAOLO GRASSINO<br />
I testi sono firmati da Gian Alberto<br />
Farinella e Norma Mangione, oltre<br />
naturalmente a Lóránd Hegyi,<br />
<strong>di</strong>rettore del Museo d'arte moderna<br />
<strong>di</strong> Saint-Etienne. L'istituzione<br />
d'oltralpe de<strong>di</strong>ca infatti a Grassino<br />
e a Francesco Gennari una doppia<br />
personale, aperta fino a metà aprile.<br />
Per Gennari intervengono<br />
Dieter Schwarz e Giorgio Verzotti.<br />
Hopefulmonster - ill. col. - 152<br />
pp. - 34 euro -<br />
www.hopefulmonster.net
Exibart.onpaper libri.73<br />
a cura <strong>di</strong> marco enrico giacomelli<br />
la carica del buon senso<br />
china ist nahe<br />
gilar<strong>di</strong> il fatalista<br />
��Chi s'imbatte in questo saggio dal titolo stravagante<br />
e dalle pagine leggere, <strong>di</strong>fficilmente<br />
potrà resistere alla curiosità <strong>di</strong> sollevarne la<br />
copertina, sulla quale giacciono laconici il titolo,<br />
La fidanzata automatica, e il nome dell'autore, e<br />
scorrerne rapidamente il sommario alla ricerca<br />
<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>zio che faccia propendere per l'una,<br />
piuttosto che per l'altra, delle numerose ipotesi<br />
che il libro, a una prima occhiata, suggerisce<br />
relativamente al suo contenuto.<br />
L'enigma è presto risolto: l'obiettivo <strong>di</strong> Maurizio<br />
Ferraris - filosofo formatosi nell'ambito degli stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> ermeneutica, ma da qualche anno impegnato<br />
in un ripensamento dell'ontologia che si avvale<br />
vantaggiosamente del contributo della filosofia<br />
analitica - è quello <strong>di</strong> fare una "ontologia delle<br />
opere d'arte", <strong>di</strong> identificare cioè "le caratteristiche<br />
necessarie, sebbene non sufficienti" affinché<br />
un'opera d'arte sia tale. Proposito ambizioso, che<br />
irrompe nel cuore del <strong>di</strong>battito che coinvolge da<br />
tempo l'estetica, la critica e la storia dell'arte<br />
intorno all'annoso quesito: cos'è un'opera d'arte?<br />
Uno stile agile e scorrevole cattura il lettore in<br />
una rigorosa logica argomentativa, articolata in<br />
sei tesi e numerose sottotesi. Dopo aver messo<br />
in <strong>di</strong>scussione le teorie contemporanee dell'arte<br />
alle quali più spesso accor<strong>di</strong>amo il nostro consen-<br />
�� Correva l'anno 2006 quando, per i tipi <strong>di</strong><br />
Electa e con le firme <strong>di</strong> Dalu Jones, Filippo Salviati<br />
e Mariagrazia Costantino, usciva Arte contemporanea<br />
cinese. Si trattava e tuttora si tratta dell'unico<br />
volume che, con un taglio crono-tematico,<br />
avesse come obiettivo l'introduzione approfon<strong>di</strong>ta<br />
a un mondo che il mercato e una serie <strong>di</strong> eventi<br />
espositivi <strong>di</strong> più o meno ampia portata avevano<br />
già posto all'attenzione del pubblico. Degli "addetti<br />
ai lavori" ma anche dei "semplici appassionati".<br />
<strong>Il</strong> tentativo, peraltro riuscito pienamente, <strong>di</strong> procedere<br />
alla storicizzazione del fenomeno testimoniava<br />
a favore dell'arte cinese contemporanea. In<br />
altre parole, considerarla una mera ed effimera<br />
moda destinata a scemare significava - e a maggior<br />
ragione significa oggi - restare ancorati a un<br />
"occidentrismo" non solo e non tanto politically<br />
uncorrect, ma miope dal cospetto <strong>di</strong> quella nicchia<br />
economica non trascurabile che è appunto il<br />
mercato globale dell'arte contemporanea. Senza<br />
peraltro considerare il dato meramente statistico<br />
concernente il potenziale umano che la Cina<br />
possiede e può <strong>di</strong>spiegare in ogni comparto del<br />
"sistema" artistico.<br />
D'altro canto, una delle possibili <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong><br />
tale persistenza era palese in almeno un paio <strong>di</strong><br />
tappe del "Grand Tour" della scorsa estate. A<br />
Kassel, la do<strong>di</strong>cesima Documenta aveva in Ai<br />
��Che Ando Gilar<strong>di</strong> sia un personaggio capace<br />
<strong>di</strong> stupire e coinvolgere in ogni sua impresa è cosa<br />
nota. L'ultimo suo lavoro non rappresenta l'eccezione,<br />
al contrario, rafforza la regola. Dissacrante<br />
e ironico, l'agile pamphlet composto in forma <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>alogo condensa tutte le pubblicazioni precedenti<br />
in un'autobiografia dal grande valore istruttivo,<br />
ideale per chi voglia avvicinarsi alle immagini fotografiche<br />
in modo affatto banale.<br />
D'altronde, tutto si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Gilar<strong>di</strong> - eccessivo,<br />
barocco, iperbolico nel sentenziare e collocare i<br />
valori del fotografico - tranne che sia un accademico<br />
preve<strong>di</strong>bile, uno scrittore soltanto abile ed efficace<br />
nella retorica. Impossibile semmai non prendere<br />
atto che ci troviamo <strong>di</strong> fronte a un autore<br />
capace <strong>di</strong> assumere una posizione forte su qualsiasi<br />
aspetto problematico del fotografare.<br />
Citando in apertura Jacques le Fataliste <strong>di</strong><br />
Diderot, Gilar<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiara sin da subito il riferimento<br />
filosofico alla sua personalissima teorizzazione<br />
della "fotografia fatalista", per poi giungere -dopo<br />
un <strong>di</strong>vertente e denso percorso- a <strong>di</strong>scorrere <strong>di</strong><br />
"fotografia scaramantica" e "fotografia arbitraria".<br />
In mezzo, un'infinità <strong>di</strong> riflessioni, spunti, ma anche<br />
rivelazioni sorprendenti. In appen<strong>di</strong>ce, infine, il<br />
Gilar<strong>di</strong> fotografo ripercorre la propria storia attraverso<br />
le proprie immagini. Ma, sarebbe meglio<br />
so, l'autore si appella al senso comune e alle<br />
esperienze più or<strong>di</strong>narie per azzerare le nostre<br />
credenze e immergerci in un mondo <strong>di</strong> oggetti<br />
ideali, fisici e sociali (che, assieme ai soggetti,<br />
costituiscono le categorie fondamentali dell'ontologia<br />
costruita da Ferraris) tra i quali giacciono<br />
<strong>di</strong>scretamente le opere d'arte. Ma quali sono le<br />
caratteristiche specifiche <strong>di</strong> queste ultime?<br />
I primi due capitoli dettagliano le caratteristiche<br />
fisiche in virtù delle quali alcune cose, e non altre,<br />
possono <strong>di</strong>ventare opere d'arte (l'or<strong>di</strong>narietà, la<br />
manipolabilità, la relazionalità). Ed è infatti da un<br />
punto <strong>di</strong> vista schiettamente fisico che le teorie<br />
che si appellano rispettivamente a una presunta<br />
straor<strong>di</strong>narietà o alla convenzionalità dell'opera<br />
d'arte incontrano un primo, grande limite.<br />
Ma siamo solo all'inizio del lavoro. Le opere sono<br />
anche e soprattutto oggetti sociali, sono iscrizioni<br />
e stratificazioni <strong>di</strong> atti, prossime al genere dei<br />
documenti. Le opere, prosegue l'autore - onde evitare<br />
che si pensi che un certificato <strong>di</strong> matrimonio<br />
possa ambire a <strong>di</strong>ventare un'opera d'arte - provocano<br />
accidentalmente conoscenza e necessariamente<br />
dei sentimenti. Inoltre, ecco la tesi che<br />
motiva l'apparente stravaganza del titolo, "le<br />
opere sono cose che fingono <strong>di</strong> essere persone":<br />
viviamo della e nell'illusione che esse, in quanto<br />
Weiwei uno dei suoi protagonisti, data l'inevitabile<br />
invasività costituita dalle 1001 sedute risalenti<br />
alla <strong>di</strong>nastia Qing e ai relativi 1001 cinesi che,<br />
sud<strong>di</strong>visi in cinque gruppi, le hanno occupate per<br />
la performance Fairytales. Mentre, a Venezia, il<br />
percorso ideato da Robert Storr negli spazi<br />
dell'Arsenale era punteggiato dai film in 35 millimetri<br />
della serie Seven Intellectuals in Bamboo<br />
Forest <strong>di</strong> Yang Fudong.<br />
<strong>Il</strong> volume curato da Uta Grosenick e Caspar H.<br />
Schübbe risulta complementare rispetto al libro<br />
italiano e al suo taglio manualistico, fungendo in<br />
primo luogo da strumento consultivo. Infatti, per<br />
ognuno degli ottanta artisti selezionati e or<strong>di</strong>nati<br />
cronologicamente, il lettore troverà innanzitutto<br />
una breve introduzione critica, offerta in tre lingue<br />
(inglese, tedesco e cinese) e firmata da uno dei<br />
do<strong>di</strong>ci contributor (Feng Boyi, Biljana Ciric, Birgit<br />
Hopfener, Wu Hung, Gregor Jansen, Carol Lu,<br />
Victoria Lu, Barbara Pollack, Karen Smith, David<br />
Spal<strong>di</strong>ng, Philip Tinari e Qiu Zhijie). A seguire, non<br />
manca naturalmente l'apparato iconografico,<br />
piuttosto esteso e <strong>di</strong> ottima qualità, unitamente a<br />
una bio-bliografia e a un breve statement dell'artista.<br />
<strong>Il</strong> tutto confezionato in una veste grafica assai<br />
meno scontata <strong>di</strong> quanto si potrebbe pensare,<br />
grazie innanzitutto al lavoro del designer svedese<br />
Jonas Lun<strong>di</strong>n.<br />
<strong>di</strong>re, Gilar<strong>di</strong> fotografo fatalista si guarda in<strong>di</strong>etro,<br />
riconoscendosi nell'esser stato costantemente e<br />
ossessivamente proteso a cogliere episo<strong>di</strong>, frammenti,<br />
casualità varie <strong>di</strong> un reale misterioso ed<br />
enigmatico.<br />
Una ricerca <strong>di</strong> tutta una vita, quin<strong>di</strong>, quella proposta<br />
in questo testo. Una ricerca ispirata dal culto<br />
per l'immagine e per l'anima che questa coglie e<br />
restituisce, perché "se l'anima è bella è bella<br />
anche l'immagine". Non si fraintenda però il senso<br />
<strong>di</strong> questa citazione come un atto <strong>di</strong> clemenza<br />
verso la fotografia amatoriale, perché l'arte non<br />
può essere un passatempo. È semmai sacrificio e<br />
sapienza per la risultanza <strong>di</strong> una forma e <strong>di</strong> un<br />
corpo che si vuole far desiderare, <strong>di</strong>ce Gilar<strong>di</strong>.<br />
Senza il desiderio che spinge alla visione e all'acquisto<br />
vi è solo consumo, non arte autentica.<br />
Infine, naturalmente, la "fotografia <strong>di</strong>gitale", identificata<br />
dall'autore sin dagli anni '80 come una rivoluzione<br />
epocale, in grado <strong>di</strong> far rinascere la "vera"<br />
fotografia, quella ch'egli colloca prima dell'invenzione<br />
dei proce<strong>di</strong>menti per renderla stabile, per farla<br />
uscire dall'evanescenza - pure fondante il fotografico<br />
autentico, cioè la sua flui<strong>di</strong>tà, interattività e<br />
vitalità - delle camere oscure. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>gitale che rivoluziona<br />
l'idea <strong>di</strong> supporto e il modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire le<br />
fotografie, i meto<strong>di</strong> e i mezzi per la loro archiviazio-<br />
suscitano in noi dei sentimenti, possano ricambiarci,<br />
ma non sono altro invece che "fidanzate<br />
automatiche".<br />
Si arriva così alle conclusioni, non senza una<br />
certa fatica e con la sensazione che questa ricerca<br />
abbia trascurato quel non so che d'indefinibile<br />
eppure fondamentale che riguarda l'esperienza<br />
delle opere d'arte. Ma quel che il libro promette,<br />
Ferraris non si stanca <strong>di</strong> ripeterlo, è l'in<strong>di</strong>viduazione<br />
delle caratteristiche necessarie, non <strong>di</strong> quelle<br />
sufficienti. Ciò significa che l'estetica che ci propone<br />
ha prima <strong>di</strong> tutto un obiettivo critico: solo una<br />
volta liberato il terreno della riflessione da posizioni<br />
fuorvianti e sterili si potrà sollevare <strong>di</strong> nuovo e<br />
con più vali<strong>di</strong> strumenti l'interrogativo, che non<br />
smettiamo <strong>di</strong> porci, sulle con<strong>di</strong>zioni sufficienti. �<br />
[giulia matteucci]<br />
info.<br />
Maurizio Ferraris - La fidanzata automatica<br />
Bompiani, Milano 2007<br />
Pagg. 206, ill. b/n, 12 euro<br />
ISBN 9788845259579<br />
libri.bompiani.rcslibri.it<br />
Ad aprire questo China Art Book, oltre a un'intervista<br />
con il succitato Ai Weiwei, va segnalata la<br />
breve quanto aggiornata e chiara introduzione <strong>di</strong><br />
Birgit Hopfener. La quale rammenta come agli<br />
inizi degli anni '90, in Cina, esistessero soltanto cinque<br />
gallerie che trattavano arte contemporanea.<br />
Mentre dopo appena una quin<strong>di</strong>cina d'anni si possono<br />
contare le biennali <strong>di</strong> Beijing e Shanghai, le<br />
triennali <strong>di</strong> Guangzhou e quella itinerante Nanjing,<br />
la casa d'aste locale Guar<strong>di</strong>an, il collezionista e<br />
mecenate Guan Yi, musei pubblici e privati come,<br />
rispettivamente, il Duolun <strong>di</strong> Shanghai e l'Ucca <strong>di</strong><br />
Beijing, e infine le fiere, in primis con l'ultima arrivata,<br />
la già notevole ShContemporary <strong>di</strong> Shanghai. E<br />
con le Olimpia<strong>di</strong> alle porte e le decine <strong>di</strong> cantieri<br />
per i nuovi musei, il trend non potrà che essere<br />
positivo, almeno per qualche anno ancora. �<br />
[m.e.g.]<br />
info.<br />
Uta Grosenick & Caspar H. Schübbe (eds.)<br />
- China Art Book<br />
DuMont, Köln 2007<br />
Pagg. 670, 39,90, ing./ted./cin.<br />
ISBN 9783832177690<br />
www.dumontliteraturundkunst.de<br />
ne e conservazione, oltre che per la riproduzione<br />
ed elaborazione. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>gitale che cambia in profon<strong>di</strong>tà<br />
la fruizione e la produzione delle immagini fotografiche,<br />
che cambia la sostanza stessa del fotografare<br />
per un ritorno all'origine - qui sta l'originalità<br />
<strong>di</strong> Gilar<strong>di</strong> - alla vitalità delle immagini non imbalsamate<br />
in un supporto.<br />
<strong>Il</strong> libro procede per riprese a tratti sincopate e in<br />
altri momenti <strong>di</strong>stese delle idee che hanno ispirato<br />
i suoi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> precedenti: Storia sociale della<br />
fotografia (2000), Storia della fotografia pornografica<br />
(2002) e Wanted (2003). Un Gilar<strong>di</strong> al<br />
solito libero e senza peli sulla lingua, capace <strong>di</strong><br />
costringere il lettore a prendere posizione su tutto<br />
quanto afferma, a provocare e a muovere il <strong>di</strong>ssenso,<br />
l'opposizione o il concordare. Per fare, in<br />
definitiva, riflettere. �<br />
[gabriele tinti]<br />
info.<br />
Ando Gilar<strong>di</strong> - Meglio ladro che fotografo<br />
Bruno Mondadori, Milano 2007<br />
Pagg. 160, 15 euro<br />
ISBN 9788842420415<br />
www.brunomondadori.com
74.design Exibart.onpaper<br />
a cura <strong>di</strong> stefano caggiano<br />
design fiction<br />
Oggi che la tecnologia trasforma gli oggetti in congegni magici che rendono straor<strong>di</strong>nario ogni minuto della vita<br />
quoti<strong>di</strong>ana, c’è chi <strong>di</strong>chiara apertamente <strong>di</strong> progettare "non-oggetti" e <strong>di</strong> puntare tutto sul design dell’immaginifico.<br />
Non per scappare dalla realtà, ma per spaccare la fragile crosta del presente e lasciare emergere la realtà del<br />
futuro. Sempre più impaziente <strong>di</strong> vedere la luce oggi…<br />
�� Branko Lukic è uno <strong>di</strong> quei<br />
designer a cui il presente va stretto.<br />
Ciò che gli interessa è il dopo, il<br />
possibile, l’inaspettato, the next<br />
step. Forse per questo, dopo aver<br />
lavorato a lungo per IDEO, la più<br />
importante azienda mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
consulenza per il design, due anni<br />
fa ha deciso <strong>di</strong> sciogliere del tutto<br />
gli ormeggi e <strong>di</strong> lanciarsi anima,<br />
corpo ed energia nel futuro,<br />
immaginandoselo attraverso il<br />
design.<br />
Inizia così l’avventura <strong>di</strong><br />
Nonobject, il suo stu<strong>di</strong>o fondato a<br />
Palo Alto, California, che si occupa<br />
<strong>di</strong> design e soprattutto <strong>di</strong> metadesign,<br />
progettando deliberatamente<br />
oggetti che non si possono<br />
realizzare (perché richiedono<br />
materiali che ancora non esistono,<br />
strutture produttive che non si<br />
possono mettere in pie<strong>di</strong>, sensibilità<br />
che ancora non hanno preso<br />
forma) con il preciso scopo <strong>di</strong><br />
esplorare i <strong>di</strong>versi volti che i nostri<br />
oggetti potrebbero assumere alla<br />
prossima, imminente svolta<br />
antropologica.<br />
A <strong>di</strong>fferenza dell’animale, il cui<br />
comportamento è predeterminato<br />
dall’istinto, nell’uomo il modo <strong>di</strong><br />
usare il corpo è plastico, cangiante,<br />
malleabile. Per questo possiamo<br />
imparare a sciare, guidare un<br />
aeroplano, usare un cellulare.<br />
Dipende dagli oggetti <strong>di</strong> cui ci<br />
dotiamo.<br />
Dopo aver passa-<br />
to anni a plasmare<br />
il futuro per<br />
aziende come<br />
Samusung, Intel,<br />
Nike, Starbucks e<br />
Motorola, Lukic si<br />
è reso conto che<br />
la partita del<br />
design si gioca<br />
sul piano antropologico,<br />
perché<br />
il lavoro sugli<br />
oggetti ha a che fare con il modo<br />
con cui il sentire quoti<strong>di</strong>ano delle<br />
persone evolve/involve. "Oggi<br />
siamo circondati da oggetti defe-<br />
compassi.<br />
SELF-MADE DESIGNER<br />
Nella nostra epoca la creatività è<br />
un <strong>di</strong>ritto universale preteso da<br />
tutti, anche da chi non ne avrebbe<br />
le possibilità. Se ne sono<br />
accorti quelli <strong>di</strong> Spreadshirt,<br />
azienda <strong>di</strong>ventata in poco tempo<br />
la più grande piattaforma del<br />
mondo <strong>di</strong> abbigliamento personalizzato.<br />
Secondo una ricerca condotta<br />
da Branded l'ottanta per<br />
cento delle persone vorrebbe<br />
realizzare da sé il proprio abbigliamento,<br />
ma <strong>di</strong> queste solo un<br />
quinto saprebbe come fare. Agli<br />
altri ci ha pensato Spreadshirt, la<br />
cui mission <strong>di</strong>chiarata è quella <strong>di</strong><br />
"far <strong>di</strong>ventare l'abbigliamento personalizzato<br />
un fenomeno <strong>di</strong><br />
massa". Simili esperienze sono<br />
destinate a moltiplicarsi nei prossimi<br />
anni. Le persone vorranno<br />
sempre più intervenire in prima<br />
persona nel design delle cose<br />
che compreranno.<br />
www.spreadshirt.net<br />
qui a destra:<br />
Nonobject, prog.<br />
Tarati - cellulare -<br />
Image courtesy of<br />
Nonobject -<br />
www.nonobject.co<br />
m - All Rights<br />
Reserved<br />
in fondo a destra:<br />
Nonobject, prog.<br />
CUin5 - Cellulare<br />
post-dysplay -<br />
Image courtesy of<br />
Nonobject -<br />
www.nonobject.co<br />
m - All Rights<br />
Reserved<br />
in basso:<br />
Nonobject, prog.<br />
Pebble - MP3<br />
Player <strong>di</strong> forme<br />
<strong>di</strong>verse come i<br />
ciottoli <strong>di</strong> un fiume<br />
- Image courtesy<br />
of Nonobject -<br />
www.nonobject.co<br />
m - All Rights<br />
Reserved<br />
renti che servono ai nostri bisogni<br />
primari portandoci dal punto A al<br />
punto B, ma lasciandoci emotivamente<br />
in<strong>di</strong>fferenti. È tempo <strong>di</strong><br />
cambiare".<br />
Proprio questa è la partita in cui si<br />
sono buttati Lukic e i suoi (gli altri<br />
membri <strong>di</strong> Nonobject: Suncika<br />
Lucik, Steve Takayama e Steve<br />
“<br />
<strong>Il</strong> comportamento degli oggetti<br />
info-elettronici, basato su tecnologie<br />
complesse e misteriose, non può<br />
essere "concepito" fino in fondo<br />
nemmeno dai suoi stessi progettisti,<br />
figuriamoci dagli utenti<br />
Vassallo, tutti professionisti al top<br />
level della categoria), che ogni<br />
giorno convincono aziende come<br />
BMW, Hewlett-Packard, Cisco e<br />
BRAND CONTRO BRAND<br />
Nasce il marketing user-generated<br />
content. Ad aprire la<br />
strada è un’applicazione web<br />
costruita su Ning in cui si chiede<br />
al visitatore <strong>di</strong> votare il vincitore<br />
fra due loghi scelti a caso.<br />
Attualmente i brand caricati<br />
sul sito sono poco più <strong>di</strong> un<br />
centinaio, ma gli utenti hanno<br />
la possibilità <strong>di</strong> aggiungerne <strong>di</strong><br />
nuovi. Anche se capita spesso<br />
che la sfida sia fra loghi che<br />
appartengono a mon<strong>di</strong> completamente<br />
<strong>di</strong>versi che rispondono<br />
a valori non comparabili,<br />
resta impossibile sottrarsi<br />
all’amletico quesito: è meglio<br />
Wind o Salumi Negroni?<br />
Dreamworks o Alitalia? Apple o<br />
Barilla? E alla fine un motivo,<br />
felicemente parziale e irrazionale,<br />
per votare un brand piuttosto<br />
che un altro, lo si trova<br />
sempre.<br />
http://brandcontrobrand.ning.com<br />
Ford (oltre ancora a Samusung,<br />
Intel, Nike, Starbucks, Motorola,<br />
Pepsi e altre) dell’enorme potenziale<br />
generato dalla loro capacità<br />
visionaria ma non spregiu<strong>di</strong>cata,<br />
che non si limita a immaginare<br />
nuovi oggetti, ma delinea una vera<br />
e propria antropologia del futuro.<br />
In quest’ottica vanno visti oggetti<br />
come CUin5, il cellulare<br />
dell’era post-<br />
<strong>di</strong>splay, o, ancora,<br />
Tarati ("attraverso",<br />
in sanscrito), che<br />
consente <strong>di</strong> connettersi<br />
ad altri utenti<br />
tramite il passaggio<br />
delle <strong>di</strong>ta attraverso<br />
il telefono, come se<br />
fosse una magia,<br />
qualcosa che accade<br />
al <strong>di</strong> là del regno<br />
del visibile.<br />
A questo proposito, secondo<br />
Mike Kuniavsky, della società <strong>di</strong><br />
experience design Adaptive Path,<br />
nel <strong>di</strong>segnare gli apparecchi info-<br />
GLI OGGETTI CHE PARLANO<br />
All’interno del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong><br />
Energia Elettronica dell’Università<br />
Tor Vergata <strong>di</strong> Roma è attiva dal<br />
2004 la società Raptech, che<br />
lavora per "far parlare gli oggetti".<br />
Tre ricercatori (Marco Berliocchi,<br />
Maurizio Manenti e Alessandro<br />
Bolognesi) e due docenti (Aldo Di<br />
Carlo e Paolo Lugli) sono all’opera<br />
per mettere a punto Archiviatech,<br />
piattaforma per la gestione <strong>di</strong><br />
archivi e magazzini reali (non virtuali)<br />
in cui la ricerca della documentazione<br />
raggiunge livelli critici.<br />
Grazie a queste tecnologie basate<br />
su Rfid (Ra<strong>di</strong>o Frequency<br />
Identification, inerti come come<br />
dei "tag" nel mondo reale consentono<br />
la lettura delle informazioni a<br />
<strong>di</strong>stanza) e Zigbee saranno gli<br />
oggetti stessi a <strong>di</strong>rci dove si trovano.<br />
<strong>Il</strong> gruppo è attualmente al lavoro<br />
su un sistema per localizzare<br />
persone e merci anche in ambienti<br />
chiusi dove non arriva il segnale<br />
Gps. L’annunciata fusione tra il<br />
web e il mondo reale è cominciata.<br />
www.raptech.it<br />
elettronici i<br />
designer<br />
dovrebbero<br />
considerare la<br />
magia come<br />
nuova metafora<br />
cognitiva, in<br />
sostituzione<br />
della metafora<br />
del desktop che<br />
per vent'anni ha definito i computer<br />
da ufficio. In effetti, il comportamento<br />
degli oggetti info-elettronici,<br />
basato su tecnologie complesse<br />
e misteriose, non può<br />
essere "concepito" fino in fondo<br />
nemmeno dai suoi stessi progettisti,<br />
figuriamoci dagli utenti.<br />
Secondo Kuniavsky la metafora<br />
della magia renderebbe più intuitive<br />
queste tecnologie, le cui prestazioni<br />
sono sempre più simili a<br />
pro<strong>di</strong>gi.<br />
Pro<strong>di</strong>giosa è infatti la possibilità<br />
offerta dal cellulare <strong>di</strong> parlare con<br />
chiunque da qualunque luogo tramite<br />
collegamenti posti al <strong>di</strong> là<br />
della soglia del percepibile. Se da<br />
un lato ciò genera entusiasmo,<br />
dall’altro occorre ricordare che<br />
ogni oggetto d’uso deve poter<br />
essere utilizzato da persone in<br />
carne, ossa e sentimenti. "<strong>Il</strong> rapporto<br />
stretto tra forma e funzione"<br />
- scrive Andrea Branzi - "si è<br />
<strong>di</strong>sciolto: il computer non ha una<br />
funzione ma tante funzioni quante<br />
sono le necessità dell’operatore.<br />
Siamo passati dall’epoca del funzionalismo<br />
all’epoca dei funzionoi<strong>di</strong>.<br />
Strumenti che non hanno una<br />
sola funzione ma tante funzioni<br />
quante sono le <strong>di</strong>verse necessità<br />
dell’operatore". 1<br />
<strong>Il</strong> problema con i<br />
"funzionoi<strong>di</strong>" è cognitivo prima che<br />
performativo. È la percezione del<br />
senso <strong>di</strong> questi oggetti che necessita<br />
<strong>di</strong> essere ripensata, perché<br />
tale senso - che coincide non solo<br />
con le prestazioni degli apparecchi,<br />
ma anche con il rapporto<br />
cognitivo e sensoriale tra oggetti<br />
senza più limiti e essere umano<br />
ricco <strong>di</strong> tutti i suoi limiti - evolve<br />
così in fretta che in certi casi <strong>di</strong>ssolve,<br />
o rischia <strong>di</strong> farlo. Proprio qui<br />
entrano in gioco il design e il<br />
nuovo compito a cui è chiamato<br />
www.nonobject.com<br />
www.nonobjectbook.com<br />
link.<br />
nel XXI secolo, che consiste nel<br />
tessere adeguate forme <strong>di</strong><br />
"senso" per oggetti ad alto tasso<br />
<strong>di</strong> potenzialità.<br />
Nel corso <strong>di</strong> questo 2008 è prevista<br />
l’uscita <strong>di</strong> Nonobject Book,<br />
libro + DVD che raccoglie "nonoggetti",<br />
concept e oggetti futuristici<br />
commentati dallo stesso<br />
Lukic, e <strong>di</strong> cui designer e architetti,<br />
scenografi e sceneggiatori,<br />
esperti <strong>di</strong> marketing e antropologi<br />
visionari potranno avvalersi per<br />
sbirciare il profilo degli oggetti <strong>di</strong><br />
domani, oltre che contribuire essi<br />
stessi a crearne le premesse<br />
nella <strong>di</strong>sponibilità sensoriale delle<br />
persone. "'Nonobject Book' è il<br />
primo <strong>di</strong> un genere che chiamiamo<br />
'Design Fiction'. Come la science<br />
fiction e le storie <strong>di</strong> fantasia ‘stirano’<br />
l’immaginazione, così la<br />
nostra speranza è quella <strong>di</strong> trascinare<br />
[il lettore, ndr] in un viaggio<br />
nel futuro del design e delle esperienze<br />
<strong>di</strong> consumo, con<strong>di</strong>videndo<br />
con lui storie e concetti che offrano<br />
un nuovo punto <strong>di</strong> vista, un<br />
nuovo modo <strong>di</strong> pensare, un nuovo<br />
passo in avanti. Naturalmente,<br />
come succede in ogni fiction, alcune<br />
delle nostre idee possono sembrare<br />
improbabili - persino impossibili.<br />
Non ti preoccupare. <strong>Il</strong> biglietto<br />
lo abbiamo comprato noi. Tu<br />
devi solo goderti il viaggio." �<br />
1<br />
Andrea Branzi, Modernità debole e <strong>di</strong>ffusa.<br />
<strong>Il</strong> mondo del progetto all’inizio del XXI secolo,<br />
Skira, Milano, 2006, p. 10.
Exibart.onpaper design (&aziende).75<br />
a cura <strong>di</strong> giorgia losio<br />
la casa missoni<br />
�� Gli elementi caratterizzanti dell'ultima collezione<br />
MissoniHome sono la rosa e le stampe floreali<br />
ideate da Rosita Missoni, mescolati - secondo<br />
la filosofia del put together perseguita dalla<br />
griffe - a da<strong>di</strong>, chevron e agli effetti animalier. Lo<br />
stu<strong>di</strong>o dei colori si concentra su toni e campi<br />
pieni, sfumature e asimmetrie che ricordano le<br />
armonie delle composizioni <strong>di</strong> Vassilij Kan<strong>di</strong>nskij<br />
e le ricerche cromatiche e ritmiche <strong>di</strong> Robert<br />
Delaunay e della moglie Sonia Terk.<br />
Un'esplosione <strong>di</strong> colori e segni che avvolge il fruitore<br />
in una visione prospettica che richiama le<br />
sperimentazioni Bauhaus e <strong>di</strong>viene un total concept<br />
nell'habitat <strong>di</strong> Missoni: i grafismi dei tessuti<br />
vengono estesi ai pannelli che rivestono le pareti,<br />
alle tende, ai pavimenti, dove i rilievi dei double<br />
elaborati per sofà e cuscini si traslano sui tappeti<br />
sagomati a fiore. Anche le isole <strong>di</strong> relax entrano<br />
nella collezione, ibri<strong>di</strong> tra sofà e letto che creano<br />
una geografia della lentezza immersa in un<br />
paesaggio fantastico in cui perdersi e nel contempo<br />
ritrovarsi. Rosita Missoni così descrive<br />
l'habitat della sua collezione: "La casa è viva e si<br />
muove, respira con te e accoglie gli amici, esprime<br />
i tuoi sogni. L'arredo creativo consente anche<br />
il viaggio dell'illusione, senza spostamenti.<br />
Viaggiare nella realtà è comunque un fantastico<br />
propellente vitale. Spesso, in viaggio, si ha biso-<br />
armani/casa code<br />
��<strong>Il</strong> tessile è uno degli elementi chiave della collezione<br />
casa <strong>di</strong> Giorgio Armani che ricerca,<br />
anche nella vestizione degli interni, un'elegante<br />
armonia tra l'universo maschile e quello femminile.<br />
L'ultima collezione si chiama emblematicamente<br />
Per Lui/Per Lei ed è una costellazione <strong>di</strong><br />
mobili, decorazioni e tessuti che rivestono l'habitat<br />
<strong>di</strong> lui e <strong>di</strong> lei in accostamenti armonici che<br />
riflettono l'habitus Armani. In questo modo la filosofia<br />
Armani si <strong>di</strong>ffonde anche negli interni casa<br />
sviluppando un vero e proprio stile <strong>di</strong> vita.<br />
La ricerca tessile per gli interni segue le creazioni<br />
moda della griffe: morbi<strong>di</strong> grafismi e linee sinuose<br />
si intercalano a geometrie più rigorose, come la<br />
losanga che crea un effetto optical tri<strong>di</strong>mensiona-<br />
trame femminili<br />
�� Ispirata dalla luce scan<strong>di</strong>nava, Aurora<br />
Boreale, della textile designer danese<br />
Charlotte Houma, è una collezione <strong>di</strong> tende<br />
con tessuto perforato che creano nell'ambiente<br />
un effetto tri<strong>di</strong>mensionale e continui giochi <strong>di</strong><br />
luce. Prodotta da Faber, questa collezione è<br />
stata recentemente selezionata per il premio<br />
Delta '07 organizzato da ADI FAD (Associazione<br />
<strong>di</strong> Industrial Design) <strong>di</strong> Barcellona. La designer<br />
ha lavorato con materiale tessile sperimentale<br />
per molti anni, usando <strong>di</strong>fferenti tecniche come<br />
stampaggi chimici, tagli fatti a mano con un<br />
semplice taglierino, tagli a laser e altri tagli <strong>di</strong>gitali<br />
per bucare la materia e giocare con la luce.<br />
L’ispirazione nasce dall'architettura moresca <strong>di</strong><br />
Alhambra, con i suoi motivi decorativi a buchi,<br />
le e che troviamo ad esempio nella zona living nelle<br />
trame della poltrona London e del sofà Otello.<br />
L'habitat Armani riflette il gusto dello stilista per la<br />
purezza minimal e per un lusso ricercato anche<br />
nelle forme più semplici, risultato <strong>di</strong> stratificazioni<br />
culturali come il suo amore per l'Art Déco e<br />
l'Orientalismo. Particolare attenzione è riposta<br />
alle armonie formali e materiche nell'accostamento<br />
dei mobili e a quelle cromatiche e stilistiche<br />
nell'abbinamento dei tessuti e nella scelta<br />
degli accessori.<br />
Rappresentative della filosofia Armani sono<br />
anche le novità in e<strong>di</strong>zione limitata prodotte per il<br />
periodo natalizio, Antoinette e Adelchi, veri e propri<br />
"arre<strong>di</strong> gioiello". Antoinette è una coiffeuse<br />
remixata in un look più scan<strong>di</strong>navo.<br />
Tra i progetti in corso d'opera anche un'importante<br />
mostra in maggio al Danish Museum of<br />
Decorative Art <strong>di</strong> Copenhagen intitolata<br />
Waterdreams. Con questo progetto la designer<br />
sottolinea il paradosso dell'acqua: bisogno<br />
per sopravvivere e ragione <strong>di</strong> morte in molti luoghi<br />
del mondo. Le gran<strong>di</strong> installazioni per questa<br />
mostra sono delle opere d'arte uniche, ma<br />
con pochi cambiamenti la Houman crea un<br />
design utile per l'industria che conduce <strong>di</strong>rettamente<br />
alla prossima collezione Faber ispirata ai<br />
suoi lavori artistici, nuovi motivi a buchi che possono<br />
essere utilizzati sia come tende che come<br />
pannelli.<br />
Anche le designer svedesi Ulrika Elovsonn e<br />
gno <strong>di</strong> trovare un rifugio, con lo spirito e il sapore<br />
<strong>di</strong> casa. E questo è possibile se lo stile <strong>di</strong> uno spazio<br />
è un <strong>di</strong>stillato <strong>di</strong> armonie, una fusione <strong>di</strong><br />
memorie e desideri, <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni e gusti universali,<br />
un insieme <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita".<br />
A queste originali creazioni in tessuto <strong>di</strong> soft-furnishing<br />
si affianca da qualche anno una produzione<br />
hard-furnishing con la rivisitazione, per esempio,<br />
<strong>di</strong> una delle icone della produzione <strong>di</strong> Verner<br />
Panton, la Rocking chair, <strong>di</strong>sponibile in versione<br />
relaxer singola ed extralarge, o la seduta<br />
Mademoiselle à la Mode vestita da Philippe<br />
Starck per Kartell anche con le tonalità Missoni.<br />
La collezione si incrementa così con un nuovo ele-<br />
rivestita in prezioso tessuto color champagne,<br />
mentre Adelchi è una scrivania che si caratterizza<br />
per il suo contenuto artigianale in cui le tessere<br />
<strong>di</strong> metallo satinato e lucido del rivestimento<br />
sono applicate una per una. Così Giorgio Armani<br />
descrive la sua special e<strong>di</strong>tion: "Con queste e<strong>di</strong>zioni<br />
numerate ho voluto parlare <strong>di</strong> unicità. Ho<br />
pensato a persone uniche e al loro desiderio <strong>di</strong><br />
possedere qualcosa <strong>di</strong> speciale".<br />
Armani/Casa, con trentatre negozi in<strong>di</strong>pendenti<br />
nelle più importanti città del mondo e cento punti<br />
ven<strong>di</strong>ta in oltre trentacinque nazioni, rappresenta<br />
un marchio in forte espansione nel panorama<br />
dell'interior design, grazie anche al lancio dell'esclusiva<br />
catena Armani Hotels&Resorts in colla-<br />
Ulrika Mårtensson creano originali trame tessili<br />
che vanno a caratterizzare lo spazio, come le can<strong>di</strong>de<br />
tende Wing e la serie <strong>di</strong> cuscini e plaid<br />
Wobbling Wool esposti all'ultimo Salone Satellite<br />
<strong>di</strong> Milano. La serie Wobbling Wool in particolare è<br />
nata durante il lavoro <strong>di</strong> ricerca della Mårtensson<br />
nel campo dei tessuti insonorizzati, da cui sono<br />
nate forme lavorate a maglia come un volume tri<strong>di</strong>mensionale<br />
organico che isola dal freddo e dal<br />
suono. Recentemente hanno esposto l'installazione<br />
Sculpturegarden of objects nella cornice del<br />
leggendario hotel <strong>di</strong> Stoccolma Berns Salonger.<br />
Forme multicolor caratterizzano invece le creazioni<br />
della designer belga Romy Smits, che dal<br />
2005 lavora sul concetto wooky, una forma<br />
organica in cui si riflette la componente infanti-<br />
mento nelle presentazioni-evento che<br />
MissoniHome ha in calendario ogni anno.<br />
L'altissima qualità tecnologica e la ricercatezza<br />
dei tessuti si deve alla collaborazione più che ventennale<br />
con l'azienda T&J Vestor che esprime il<br />
sodalizio tra il know-how <strong>di</strong> un'azienda ai vertici del<br />
settore dell'arredamento e la creatività della maison<br />
Missoni, grazie al quale la collezione<br />
MissoniHome, ricco mosaico <strong>di</strong> prodotti tessili<br />
(soft furnishing) e complementi d'arredo (hard<br />
furnishing), sta conoscendo un crescente successo<br />
che negli ultimi anni l'ha portata a ottenere un<br />
forte riscontro sul mercato internazionale. �<br />
www.missonihome.com<br />
borazione con Emaar Properties (una delle società<br />
immobiliari più importanti del mondo), i cui<br />
interni saranno arredati con collezioni<br />
Armani/Casa create ad hoc.<br />
Un altro dei progetti in progress è quello <strong>di</strong> ospitare<br />
mostre e co-bran<strong>di</strong>ng all’interno dei propri<br />
punti ven<strong>di</strong>ta, che <strong>di</strong>ventano così spazi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />
della produzione <strong>di</strong> artisti contemporanei affini<br />
alla filosofia Armani, come già è avvenuto con<br />
la mostra itinerante Immagini del Mondo, de<strong>di</strong>cata<br />
al fotografo Georg Gerster e inaugurata negli<br />
spazi della boutique Armani/Casa <strong>di</strong> Parigi, in<br />
seguito ospitata nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Londra, New York e<br />
Madrid. �<br />
www.armanicasa.com<br />
le della designer. Ricordando un po' la tecnica <strong>di</strong><br />
moltiplicazione <strong>di</strong> uno stesso motivo utilizzata<br />
dall'artista olandese Escher, il concetto wooky<br />
si articola attraverso una collezione sempre più<br />
numerosa <strong>di</strong> simboli, stampe grafiche, creazioni<br />
<strong>di</strong> alta moda e tessuti per l'interno.<br />
Nell'universo home sviluppa il total concept per<br />
il bagno Wookywahallah e la Wooky lamp realizzata<br />
per la mostra EI - Entity Identity al SM's,<br />
Stedelijk Museum's-Hertogenbosch, aperta fino<br />
al 2 marzo 2008 e in seguito a Pechino in occasione<br />
dei Giochi olimpici. �<br />
www.charlottehouman.com<br />
www.ulrikaelovsson.com<br />
www.ulrikamartensson.se<br />
www.romysmits.com
76.infumo Exibart.onpaper<br />
a cura <strong>di</strong> gianluca testa<br />
è deciso: si vive!<br />
Siamo lontani. Lontanissimi da Le Vite del Vasari. Distanti anni luce da qualsiasi forma <strong>di</strong> critica d'arte conosciuta. In<br />
questo caso conta il linguaggio. Nuovo, inclassificabile, <strong>di</strong>retto. E a svilupparlo, seppur con esiti <strong>di</strong>fferenti, ci sono due<br />
artisti che non sono né biografi, né storici, né critici…<br />
��Misurare il dolore è un compito<br />
<strong>di</strong>fficile. Ancor più faticoso è<br />
dare forma e corpo alla depressione,<br />
ai tormenti, agli incubi e<br />
alle angosce <strong>di</strong> certi artisti.<br />
Uomini assai poco comuni.<br />
Pren<strong>di</strong>amo ad esempio Paul<br />
Gauguin e Vincent Van Gogh, vittime<br />
loro malgrado della propria<br />
genialità. Due anime sensibili,<br />
maltrattate e abbandonate perché<br />
conoscessero da vicino solitu<strong>di</strong>ne<br />
e povertà. Ma chi dei due<br />
ha sofferto <strong>di</strong> più? Forse "il genio<br />
vestito <strong>di</strong> piaghe, il re del dolore a<br />
olio su tela, il maestro dell'acquerello<br />
e lacrime su carta". No. Non<br />
si tratta del pittore olandese.<br />
Almeno secondo Marcello Jori.<br />
"Non si tratta <strong>di</strong> Vincent Van<br />
Gogh a cui tutti pensano quando<br />
si pronuncia la parola dolore. Ma<br />
del suo amico Gauguin, ingiustamente<br />
collocato in seconda posizione<br />
della graduatoria del soffrire<br />
artistico". Due citazioni tratte<br />
dal libro illustrato da Jori e e<strong>di</strong>to<br />
da Coconino Press, È deciso: si<br />
muore!. Non un romanzo né un<br />
fumetto né una graphic novel né<br />
una biografia. Impossibile catalogarlo.<br />
Meglio parlare <strong>di</strong> libro illustrato,<br />
appunto. O <strong>di</strong> una "pre<strong>di</strong>cazione",<br />
come recita il sottotitolo.<br />
Un omaggio da artista ad artista.<br />
Un saggio poetico ed estremo,<br />
partecipato e carico d'ammirazione.<br />
Un'opera complessa<br />
che Jori, grande maestro per<br />
l'uso <strong>di</strong> parole e pennelli, ha scritto<br />
e <strong>di</strong>segnato perché fosse<br />
letta, recitata, raccontata. La<br />
scelta del linguaggio aperto e <strong>di</strong><br />
una pre<strong>di</strong>cazione illustrata che<br />
non ha precedenti da mettere a<br />
confronto è ciò che ci si aspettava<br />
dal ritorno al fumetto <strong>di</strong><br />
Marcello Jori. Lui, lo sperimentatore,<br />
è artista completo. Insieme<br />
a Mattotti, Carpinteri, Giacon,<br />
Brolli, Igort (che ha ritrovato<br />
proprio alla Coconino come <strong>di</strong>rettore<br />
e<strong>di</strong>toriale) e altri, negli anni<br />
'80 ha contribuito a fare grande<br />
il gruppo Valvoline. Tra sperimentazioni,<br />
suggestioni e citazio-<br />
bolle.<br />
DUE GUIDE ILLUSTRATE PARTONO DA "ZERO"<br />
Nascono le ZeroGuide <strong>di</strong> Milano e Roma. Due<br />
volumi annuali, gratuiti, completi <strong>di</strong> recensioni<br />
guidano ai migliori luoghi nelle città più gran<strong>di</strong><br />
d'Italia. Ma soprattutto due guide illustrate. Le<br />
sezioni sono accompagnate da <strong>di</strong>segni, schizzi<br />
e un breve racconto a fumetti realizzato da<br />
due giovani illustratori italiani coor<strong>di</strong>nati da<br />
Matteo Stefanelli: si tratta <strong>di</strong> Davide Toffolo<br />
(Milano) e Marco Corona (Roma). Sono loro a<br />
reinterpretare in chiave visionaria le atmosfere<br />
e i luoghi urbani. <strong>Il</strong> progetto, pensato e promosso<br />
da E<strong>di</strong>zioni Zero, proseguirà con la<br />
realizzazione della guida <strong>di</strong> Torino.<br />
www.e<strong>di</strong>zionizero.com/it/guide<br />
ni che trovavano nelle avanguar<strong>di</strong>e<br />
storiche la prima ispirazione,<br />
Valvoline ha stimolato lo sviluppo<br />
della nuova cultura del fumetto<br />
attraverso l'elaborazione <strong>di</strong><br />
forme espressive ricche <strong>di</strong> felici<br />
contaminazioni. Purtroppo il<br />
gruppo si scioglie con la chiusura<br />
<strong>di</strong> riviste come Alter Alter e<br />
Frigidaire. Ma gli artisti sopravvissuti<br />
al decennio oscuro che ne<br />
seguì sono riusciti ugualmente a<br />
lasciare un segno. Jori, più noto<br />
come pittore e romanziere (in<strong>di</strong>menticabile<br />
anche tra i bambini il<br />
suo Gigi Tempesta, reperibile in<br />
molte biblioteche delle scuole<br />
me<strong>di</strong>e come valida alternativa a<br />
Gian Burrasca), oltre che illustratore<br />
e fumettista è anche designer.<br />
Tutto questo conferma l'amore<br />
che Jori nutre per l'arte, in<br />
qualunque forma si esprima. Un<br />
amore che si traduce in questo<br />
tributo a Gauguin. Un solo grande<br />
capitolo che racconta gli ultimi<br />
anni dell'artista. La fuga da<br />
Parigi e la conseguente nostalgia,<br />
le lunghe notti <strong>di</strong><br />
Tahiti, il tentativo <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o,<br />
la realizzazione <strong>di</strong><br />
gran<strong>di</strong> opere e stralci <strong>di</strong><br />
un carteggio che ravviva<br />
la figura dell'uomo-artista,<br />
la sua fine (anzi, la<br />
liberazione) avvenuta ad<br />
Atuana, nell'arcipelago<br />
delle Isole Marchesi. Jori<br />
<strong>di</strong>pinge Gauguin come<br />
un martire, un Gesù crocifisso<br />
su una tela da<br />
pennelli gocciolanti.<br />
Sopra la sua testa la<br />
sigla P.P.R.P. (Pavulvus<br />
LUCCA: VENTUNO MOSTRE IN SEI MESI<br />
<strong>Il</strong> Museo del Fumetto <strong>di</strong> Lucca ha organizzato<br />
tre eventi espositivi e ventuno mostre a<br />
tema composte da oltre millecinquecento<br />
tavole originali. E tutto questo solo nei primi<br />
sei mesi del 2008. In primo piano ci saranno<br />
personaggi e storie western nati dalle mani<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> autori (Hugo Pratt, Sergio Toppi e<br />
Dino Battaglia). In cantiere c'è anche un progetto<br />
per la realizzazione <strong>di</strong> un albo che racconta,<br />
intrecciandole, le storie <strong>di</strong> emigrati<br />
lucchesi: da Giacomo Puccini al trombettiere<br />
al servizio <strong>di</strong> Custer, John Martini. A <strong>di</strong>segnarla<br />
saranno quattro gran<strong>di</strong> maestri del<br />
fumetto italiano: Sergio Toppi, Sergio Tisselli,<br />
Giovanni Ticci e Renzo Calegari.<br />
www.museoitalianodelfumetto.it<br />
Pariginus Rex Pictorvm). Lo<br />
ve<strong>di</strong>amo nudo e malato. Lo ve<strong>di</strong>amo<br />
vomitare sulla montagna<br />
dove pensava sarebbe morto.<br />
L'empatia si estremizza con l'invenzione<br />
<strong>di</strong> una lettera scritta<br />
dall'autore al maestro e con l'in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei tre picchi <strong>di</strong> dolore<br />
nella vita <strong>di</strong> Gauguin (l'abbandono<br />
della moglie, la negazione<br />
degli amici e il rifiuto <strong>di</strong> critici e<br />
colleghi) che lo porteranno a<br />
scrivere E' deciso: si muore!.<br />
L'intreccio dei registri e l'espressività<br />
violenta degli acquerelli <strong>di</strong><br />
Jori - che strappano la poetica <strong>di</strong><br />
Jean Michel Folon per rigurgitarla<br />
restituendo all'uso del colore<br />
nuovi significati visivi - vanno<br />
ben al <strong>di</strong> là delle aspettative del<br />
pubblico cui il lavoro è destinato.<br />
Quest'opera è per tutti. Per gli<br />
stu<strong>di</strong>osi e gli amanti dell'arte, per<br />
i lettori <strong>di</strong> fumetti, per i poeti e gli<br />
studenti. Anche perché Jori sa<br />
scrivere. Lo fa bene. E le parole,<br />
liberate dal vincolo dei balloon,<br />
scorrono leggere e sfumate, a<br />
tratti impercettibili. Parole scritte<br />
coi pennelli, con la stessa consistenza<br />
liquida dell'acquerello.<br />
Una scelta che rende il libro<br />
intraducibile in altre lingue.<br />
Anche per questo unico.<br />
Lo stesso non si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />
Gra<strong>di</strong>mir Smudja, che sempre<br />
per passione ha scelto invece <strong>di</strong><br />
raccontare una strana vicenda<br />
della vita <strong>di</strong> Van Gogh. L'artista<br />
serbo, emigrato nel 1982 e ora<br />
“<br />
Per nulla simili in<br />
esperienza e sensibilità,<br />
Marcello Jori e Gra<strong>di</strong>mir<br />
Smudja sono due illustratori<br />
che hanno raccontato coi<br />
fumetti, ognuno a modo suo,<br />
quella strana competizione<br />
del "soffrire artistico"<br />
BILBOLBUL, ATTO SECONDO<br />
<strong>Il</strong> festival internazionale del fumetto BilBOlbul<br />
arriva alla sua seconda e<strong>di</strong>zione (a Bologna<br />
dal 5 al 9 marzo 2008). L'organizzazione è<br />
ancora dell'associazione culturale Hamelin. <strong>Il</strong><br />
primo piano su Gianni De Luca, una sezione<br />
su "fumetto e jazz" con Louis Joos, focus sul<br />
fumetto cinese e statunitense e, come sempre,<br />
tanti ospiti. Tra questi Stefano Ricci e<br />
Gabriella Giandelli. Tra le proiezioni in programma,<br />
da non perdere il documentario sul<br />
maestro Will Eisner. Per i più piccoli ci sarà<br />
il Cocco Bill <strong>di</strong> Jacovitti interpretato da Luca<br />
Salvagno.<br />
www.bilbolbul.net<br />
www.coconinopress.com<br />
www.artling.it/jori.html<br />
link.<br />
residente in lucchesia, ha raggiunto<br />
la notorietà proprio grazie<br />
all'uscita dell'albo Vincent e Van<br />
Gogh (Grifo E<strong>di</strong>zioni). Una biografia<br />
romanzata poco attinente al<br />
reale. Un'opera <strong>di</strong> fantasia nella<br />
quale il vero autore dei quadri <strong>di</strong><br />
Van Gogh è un piccolo e turbolento<br />
felino <strong>di</strong> pelo rosso e per<br />
questo rassomigliante al pittore<br />
olandese. Quasi come fosse un<br />
alter ego. Quello folle e geniale.<br />
Molto simile al gatto con gli stivali,<br />
solo più violento e meschino.<br />
Nonostante il forte accento ironico,<br />
surreale e anche un po' grottesco,<br />
la storia scorre meno fluida<br />
delle vignette. Le carenze nei<br />
testi e nella sceneggiatura sono<br />
compensate da straor<strong>di</strong>narie illustrazioni<br />
che scorrono in una<br />
sequenza <strong>di</strong> richiami e riman<strong>di</strong><br />
pittorici. Smudja, pur mantenendosi<br />
fedele alla sua pittura, sfrutta<br />
a pieno l'acquerello coprendo<br />
ogni spazio e marcando visibilmente<br />
luci e ombre con i colori e<br />
lo stile degli impressionisti. Le<br />
citazioni si sprecando: da<br />
Rembrant a Delacroix (secondo<br />
il gatto Vincent <strong>di</strong>pinti dai suoi<br />
avi) fino a Picasso, Monet e<br />
Gauguin, i cui quadri sarebbero -<br />
secondo il racconto - opera <strong>di</strong> un<br />
pappagallo. In questo<br />
volume, in ven<strong>di</strong>ta perfino<br />
al Van Gogh Museum <strong>di</strong><br />
Amsterdam, il pittore ha<br />
una limitata espressività<br />
e viene presentato come<br />
un uomo inetto e privo <strong>di</strong><br />
qualsiasi talento. Mentre<br />
il Gauguin visto con gli<br />
occhi <strong>di</strong> Smudja, che non<br />
sembra neppure lontano<br />
parente <strong>di</strong> quello tormentato<br />
e poetico <strong>di</strong> Jori,<br />
rischia <strong>di</strong> confondere l'immaginario<br />
dei lettori<br />
meno preparati. Del resto<br />
si tratta pur sempre <strong>di</strong> un<br />
fumetto. E l'attinenza al reale<br />
<strong>di</strong>venta solo un pretesto per narrare<br />
una piccola grande storia <strong>di</strong><br />
fantasia.<br />
Tutto questo, comunque, è solo l'inizio<br />
<strong>di</strong> un genere. Anche se lavorando<br />
<strong>di</strong> fantasia c'è già chi ha trovato<br />
ispirazione rivisitando il<br />
mondo dei gran<strong>di</strong> artisti. L'ultimo<br />
esempio in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo è Chi<br />
vuole uccidere Picasso? (<strong>di</strong> Nick<br />
Bertozzi, e<strong>di</strong>to da Guanda): un triller<br />
<strong>di</strong> inizio secolo i cui protagonisti<br />
sono appunto Pablo Picasso,<br />
Georges Braque, Erik Satie,<br />
Guillaume Apollinaire, Henri<br />
Matisse e lo stesso Paul Gauguin.<br />
Ebbene, mentre Smudja ha già<br />
pubblicato un altro omaggio alla<br />
pittura con Le Bordel des Muses<br />
nella quale si rievoca la vita tormentata<br />
<strong>di</strong> Henri de Toulouse-<br />
Lautrec, Marcello Jori porterà<br />
avanti il suo progetto con la<br />
Coconino Press realizzando altri<br />
quattro volumi de<strong>di</strong>cati ad altrettanti<br />
artisti molto <strong>di</strong>versi tra loro.<br />
Picasso, Mo<strong>di</strong>gliani, Andy<br />
Warhol e Frederic Edwin<br />
Church. �
Exibart.onpaper primopelo.77<br />
a cura <strong>di</strong> pericle guaglianone<br />
umberto chio<strong>di</strong><br />
Romanticismo neo-folk. Ancora un artista <strong>di</strong>chiaratamente<br />
alle prese con l'Ideale. Solida formazione intellettuale e<br />
un'invi<strong>di</strong>abile coerenza <strong>di</strong> vedute. Ha da poco lasciato<br />
l'Emilia per una lontana (almeno idealmente) Milano…<br />
Una battuta che sintetizzi il senso della tua<br />
ricerca?<br />
Dovendo presentare il mio lavoro con un'immagine<br />
parlerei <strong>di</strong>… Un Semaforo Interiore<br />
[con le maiuscole, ndr].<br />
In effetti è un lavoro per molti versi imme<strong>di</strong>ato,<br />
benché denso <strong>di</strong> riferimenti alla storia dell'arte<br />
e non solo. Quali sono gli artisti e i movimenti<br />
cui hai guardato con più interesse?<br />
Di artisti ne ho amati e trascurati tanti. Dico trascurati<br />
perché alcuni mi hanno molto impressionato<br />
senza che poi riuscissi a de<strong>di</strong>care loro il giusto<br />
approfon<strong>di</strong>mento. La tv e Internet, che abituano<br />
all'immagine-flash, senza contesto, senza<br />
<strong>di</strong>dascalia, aggravano la <strong>di</strong>sattenzione; in più in<br />
Italia certi artisti storicizzati <strong>di</strong> fama internazionale<br />
non vengono valorizzati come meriterebbero.<br />
Penso per esempio a Füssli, o a William Blake...<br />
Parallelamente a questi, e ad altri giganti come<br />
Dürer, Leonardo, Klinger, Moreau, Böcklin,<br />
Picasso, Ernst, Bearsdley, Rops, mi hanno coinvolto<br />
e marchiato a fuoco certe illustrazioni per<br />
l'infanzia. Penso a John Tenniel, alla crudeltà <strong>di</strong><br />
Heinrich Hoffmann, alle fantasie coloratissime <strong>di</strong><br />
Antonio Rubino. Quel mondo naîf legato alla filastrocca<br />
e alla favola, si sovrappone nei miei riferimenti<br />
al mondo della stampa pubblicitaria fin<br />
de siècle e Decò, alla cartellonistica <strong>di</strong> Alfons<br />
Mucha o Marcello Dudovich. Sempre nell'ambito<br />
dell'arte applicata mi hanno appassionato le<br />
immaginette sacre antiche, quelle francesi<br />
soprattutto, e le vecchie foto-cartoline. Mi piacciono<br />
le fotografie <strong>di</strong> Lewis Carroll, le operazioni<br />
filmiche <strong>di</strong> David Lynch, <strong>di</strong> Matthew Barney... Gli<br />
artisti su cui mi sono soffermato e documentato<br />
<strong>di</strong> più sono i Simbolisti. Un contemporaneo che<br />
mi ha affascinato molto e <strong>di</strong> cui ho visto recentemente<br />
una mostra a Berlino è John Colemann.<br />
E sul tavolo in cucina, in questi giorni, ho la rie<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> Una settimana <strong>di</strong> bontà <strong>di</strong> Max Ernst.<br />
Artisti si <strong>di</strong>venta o, alla fin fine, si nasce?<br />
Essere un artista credo sia innanzitutto una<br />
con<strong>di</strong>zione dell'anima. Non credo alla con<strong>di</strong>zione<br />
dell'artista per caso. Se mi chie<strong>di</strong> come<br />
questo sia <strong>di</strong>ventato un lavoro, <strong>di</strong>co che forse<br />
ho sempre pensato che lo volesse <strong>di</strong>ventare.<br />
Formazione canonica?<br />
Mi sono <strong>di</strong>plomato al Liceo Artistico <strong>di</strong> Bologna e<br />
ho frequentato il corso <strong>di</strong> pittura all'Accademia<br />
delle Belle Arti, sempre a Bologna. <strong>Il</strong> mio percorso<br />
è stato <strong>di</strong>retto e preciso, ma ho anche avuto<br />
interessi trasversali significativi: dalle lezioni <strong>di</strong><br />
pianoforte ad esperienze come aiuto scenografo;<br />
dalla collaborazione con scrittori alla frequentazione<br />
<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'Antroposofia.<br />
Arti visive e attualità socio-politica possono<br />
guardarsi dritte negli occhi?<br />
Oggi quando l'arte e l'attualità socio-politica si<br />
guardano dritte negli occhi solitamente scoppia<br />
il sensazionalismo. Forse l'arte contemporanea<br />
vive anche <strong>di</strong> questa balorda pubblicità, che confonde<br />
la gran<strong>di</strong>osità <strong>di</strong> un'opera con la gran<strong>di</strong>osità<br />
<strong>di</strong> uno scandalo e dà a<strong>di</strong>to a grida inutili, in<br />
sostanza alla confusione. Le con<strong>di</strong>zioni sociali e<br />
culturali <strong>di</strong> un'epoca sono parte del processo<br />
creativo <strong>di</strong> qualsiasi artista, ma la vera opera<br />
d'arte è un riflesso capace <strong>di</strong> guardare oltre.<br />
Chi scrive d'arte come si è espresso a proposito<br />
del tuo lavoro?<br />
Ogni critico si è focalizzato su un particolare<br />
aspetto poetico o formale. Ognuno ha una propria<br />
linea <strong>di</strong> indagine che <strong>di</strong>pende dalla sensibilità,<br />
dal gusto personale e dalla formazione culturale…<br />
Ad esempio in Germania la critica ha puntato il<br />
<strong>di</strong>to sugli aspetti energetico-sessuali e sulle consonanze<br />
carrolliane; in Italia ci si è focalizzati sull'aspetto<br />
onirico-esoterico e pop-surrealista. Le<br />
interpretazioni sono su livelli <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong>versi e<br />
tutte, finora, possono trovare un effettivo riscontro<br />
con la mia opera. Con i critici ho un buon rapporto<br />
anche se oggi nel mondo dell'arte esistono<br />
molti improvvisati e poca professionalità.<br />
Una persona attualmente molto<br />
importante?<br />
<strong>Il</strong> mio gallerista, Enzo Cannaviello, con il<br />
quale ho un rapporto <strong>di</strong> esclusiva. L'ho<br />
conosciuto un paio d'anni fa attraverso<br />
Alberto Zanchetta, giovane critico<br />
e amico.<br />
Hai scelto Milano. Una decisio-<br />
ne sofferta?<br />
Sono sempre vissuto nella campagna bolognese<br />
e l'esigenza <strong>di</strong> vivere la città era <strong>di</strong>ventata<br />
forte. Ho scelto Milano per <strong>di</strong>verse ragioni, tra<br />
cui l'apertura alla scena internazionale. Non<br />
sapevo come la mia natura intimista avrebbe<br />
reagito alla realtà della folla, e <strong>di</strong> conseguenza<br />
come questo avrebbe influenzato il mio approccio<br />
al lavoro. Ora lo so e so anche che non tornerei<br />
più in<strong>di</strong>etro.<br />
Passi molte ore in stu<strong>di</strong>o?<br />
I modesti stu<strong>di</strong> che ho avuto sono <strong>di</strong>ventati tutti la<br />
mia piccola stanza delle meraviglie. Quando sono<br />
arrivato a Milano e ho trovato un nuovo stu<strong>di</strong>o, quest'esigenza<br />
si è rafforzata per bilanciare il mio spaesamento,<br />
per continuare ad avere un riferimento<br />
ambientale sicuro. Un elemento capace <strong>di</strong> influenzarmi<br />
mentre lavoro è la musica. Cerco <strong>di</strong> sincronizzare<br />
le sonorità con il mio stato d'animo e viceversa.<br />
Purtroppo a Milano vincono spesso le sirene<br />
della polizia e i clacson delle auto…<br />
Qual è la mostra migliore che hai fatto e perché?<br />
La più esaustiva è stata la doppia personale dal<br />
titolo Asfodelo, con Gabriele Memola, allo Stu<strong>di</strong>o<br />
d'Arte Cannaviello. Cito questa non solo perché<br />
è la mostra più recente e rappresentativa del<br />
mio lavoro ad oggi, ma anche perché si era creato<br />
una sorta <strong>di</strong> percorso guidato sulla metamorfosi<br />
(allestito in due sale separate). Le opere <strong>di</strong><br />
Memola poeticamente embrionali ed eteriche<br />
culminavano in una raffigurazione iper-umana<br />
del corpo, mentre nella mia sala si entrava nel<br />
corpo stesso e nelle morfologie dell'inconscio.<br />
Bio. Umberto Chio<strong>di</strong> è Nato a Bentivoglio<br />
(Bologna) nel 1981; vive a Milano. Personali:<br />
Semplicitas, Duplicitas, Galleria Schultz<br />
Contemporary, Berlino; Asfodelo, (con Gabriele<br />
Memola), Stu<strong>di</strong>o d'Arte Cannaviello, Milano<br />
(2007). Tra le collettive: Arrivi e Partenze. Italia,<br />
a cura <strong>di</strong> A. Fiz e W. Gasperoni, Mole<br />
Vanvitelliana, Ancona; The Mix-Up, Limited<br />
Gallery, Milano (2008); Arte Italiana, 1968-<br />
2007, a cura <strong>di</strong> V. Sgarbi, Palazzo Reale,<br />
Milano; Allarmi 3, a cura <strong>di</strong> A. Zanchetta, I.<br />
Quaroni, A. Trabucco, C. Antolini.<br />
Caserma de Cristoforis, Como;<br />
Dopamine, a cura <strong>di</strong> I. Quaroni, Stu<strong>di</strong>o<br />
d'Arte Cannaviello, Milano (2007); K<br />
to your heart, a cura <strong>di</strong> I. Quaroni,<br />
KGallery, Legnano, Milano (2006);<br />
XX Premio <strong>di</strong> Incisione Giorgio<br />
Moran<strong>di</strong>, Museo Moran<strong>di</strong>,<br />
Bologna; <strong>Il</strong> Serafico<br />
Succedaneo, a cura <strong>di</strong><br />
A.Zanchetta , Galleria Pier<br />
Giuseppe Carini, San<br />
Giovanni Valdarno, Arezzo<br />
(2005); Cauda Pavonis,<br />
a cura <strong>di</strong> A.Zanchetta,<br />
AndreA Arte<br />
ContemporaneA,<br />
Vicenza (2004).<br />
Simone Bergantini - a sinistra:<br />
Max, 2007 - Stampa a getto <strong>di</strong><br />
inchiostro fissata sotto plexiglass -<br />
150x150 cm e stampa a getto <strong>di</strong><br />
carboncino su carta cotone -<br />
90x90 (3/3) e 50x50 (9/9) + 1 pda.<br />
a destra: RM041SB, 2004 - dal<br />
ciclo La città plausibile, cm 60X40 -<br />
stampata su carta baritata tiratura<br />
3/3 + 1 pda.<br />
Umberto Chio<strong>di</strong> - a sinistra: Amore specchiamoci nella TV, 2007, 24x33 cm, china e acquarello su carta.<br />
a destra Lo specchio, 2007, 26x42 cm, mista su carta - Courtesy Stu<strong>di</strong>o d'Arte Cannaviello.<br />
Quando hai capito <strong>di</strong><br />
poter fare sul serio?<br />
Quando ho venduto la<br />
prima fotografia. E ho pensato<br />
<strong>di</strong> proseguire quando i<br />
collezionisti sono <strong>di</strong>ventati<br />
troppi... Cerco sempre <strong>di</strong> parlare<br />
con leggerezza <strong>di</strong> questo<br />
investimento sociale e lasciare<br />
che tutta la profon<strong>di</strong>tà si traduca<br />
nella superficie delle mie immagini.<br />
Che formazione hai?<br />
Ho avuto la fortuna <strong>di</strong> crescere in una<br />
famiglia che da sempre frequenta il<br />
mondo dell'arte. Ho avuto modo <strong>di</strong> relazionarmi<br />
quoti<strong>di</strong>anamente con pittori,<br />
scultori, critici e collezionisti. Poi mi sono<br />
laureato in storia dell'arte contemporanea<br />
alla Sapienza, seguendo le lezioni dei professori<br />
Di Giacomo e Zambianchi, cui oggi riconosco<br />
il merito <strong>di</strong> non aver ingabbiato il mio pensiero.<br />
La fotografia è stata una scelta successiva e<br />
relativamente recente. In quel momento rappresentava<br />
la cosa più lontana dalla mia vita ma anche<br />
la tecnica più imme<strong>di</strong>ata cui potessi accedere per<br />
affermare una mia autonomia espressiva, per esprimere<br />
con immagini alcune tematiche che sentivo<br />
esplodermi dentro. Ad oggi mi considero un buon auto<strong>di</strong>datta.<br />
Ho imparato sul campo: nella mia casa-stu<strong>di</strong>o<br />
c'è un arma<strong>di</strong>o con tutti i miei sbagli e un piccolo cassetto<br />
in cui conservo i negativi rappresentativi della mia<br />
poetica.<br />
In tre righe come presenteresti il tuo lavoro?<br />
Farei così: <strong>di</strong>sporrei queste tre righe su una superficie<br />
piana a formare un grafico ortogonale xyz.<br />
Allora ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> prenderla alla larga... Un tuo pregio?<br />
Quello che mi riconosco come un pregio è la capacità<br />
<strong>di</strong> rinnovare la forma mantenendo il baricentro nei<br />
contenuti. Anche se alcuni <strong>di</strong>cono che questo potrebbe<br />
essere il mio <strong>di</strong>fetto.<br />
<strong>Il</strong> tuo pantheon <strong>di</strong> riferimento?<br />
Emilio Cafiero, Gerhard Richter, Roger Ballen,<br />
Michelangelo, Gilbert & George, Kounellis, Jeff Koons,<br />
Antonello da Messina, Ettore Guatelli, Bronzino,<br />
Rembrandt, Canova, De Kooning, Duchamp, Bresson,<br />
Enrico Ghezzi, Fassbinder, Herzog, Antonioni, Fellini,<br />
Jonh McEntire, Battiato, Chris Cunninghum, Boltanski…<br />
Forse è meglio smettere, più ne scrivo più ne <strong>di</strong>mentico.<br />
Arti visive e attualità socio-politica in che rapporti<br />
sono?<br />
Sia l'arte che la nostra attualità socio-politica sanno che<br />
devono tenere la testa bassa per tutte le marachelle<br />
commesse. Per quello che mi riguarda due mie opere<br />
le ha acquistate un senatore, e questo mi sembra già<br />
un grande risultato.<br />
Sei sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> come viene interpretato il tuo lavo-<br />
simone bergantini<br />
Si <strong>di</strong>chiara un auto<strong>di</strong>datta della fotografia. Ma è cresciuto<br />
in mezzo agli artisti e si è laureato in storia dell'arte.<br />
Lucido e autoironico, ragiona <strong>di</strong> mercato e <strong>di</strong> metodologia<br />
<strong>di</strong> lavoro. E come molti, sta per sbarcare a Berlino…<br />
ro? In che rapporti sei con chi scrive d'arte?<br />
Ti sembrerò cinico ma spero si capisca il senso profondo<br />
<strong>di</strong> quanto sto per <strong>di</strong>re. Secondo me ad un certo livello<br />
non c'è migliore interpretazione <strong>di</strong> un lavoro che non<br />
sia il suo acquisto. È ovvio che non tutti possono acquistare<br />
un'opera d'arte e che, soprattutto, non tutti possono<br />
acquistare alcune costosissime opere d'arte, quin<strong>di</strong><br />
capisco quanto sia <strong>di</strong>scutibile questo mio modo <strong>di</strong><br />
pensare, che è riferito squisitamente a quello che io in<strong>di</strong>viduo<br />
come principale sistema <strong>di</strong> qualificazione <strong>di</strong> un'opera<br />
inserita nel "mercato dell'arte". D'altro canto devo<br />
pure confessare che le migliori interpretazioni vengono<br />
spesso fornite da chi non si occupa affatto <strong>di</strong> arte. Con<br />
i critici e con la stampa mantengo ottimi rapporti, non<br />
sono ancora sufficientemente famoso per potermi permettere<br />
dei nemici.<br />
Come avviene nel tuo caso l'approccio al lavoro?<br />
Ho due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavorare. <strong>Il</strong> primo, quello che pre<strong>di</strong>ligo<br />
come uomo, è legato al camminare. Alcune mie<br />
immagini traducono circostanze del mondo in cui<br />
riconosco un qualcosa che mi riporta alla mia natura<br />
profonda <strong>di</strong> essere umano. Confesso però che quando<br />
parto non lo faccio mai volentieri: i viaggi mi<br />
costringono a vedere cose profonde e dolorose, mentre<br />
a casa, nel mio stu<strong>di</strong>o, dove sto bene con me stesso,<br />
produco un altro tipo <strong>di</strong> immagini, più cerebrali,<br />
più intellettuali forse. Per l'ultimo ciclo <strong>di</strong> lavori<br />
Seminario sull'infanzia ho trovato un compromesso:<br />
costruivo dei set assumendo a stu<strong>di</strong>o gran<strong>di</strong> strutture<br />
industriali abbandonate. Ora vivo tra Milano e<br />
Roma ma sto per aprire il mio primo vero stu<strong>di</strong>o a<br />
Berlino. Spero <strong>di</strong> renderlo attivo per la fine agosto.<br />
Quale la mostra che non scorderai?<br />
Sicuramente la prima, a Milano. Una piccola personale<br />
in una stanza d'albergo. La ricordo veramente<br />
bene: fu la prima volta che degli sconosciuti espressero<br />
dei giu<strong>di</strong>zi sul mio lavoro.<br />
Un artista che ritieni particolarmente bravo?<br />
Qualche settimana fa sono andato a trovare in stu<strong>di</strong>o<br />
Pierluigi Febbraio, un mio coetaneo romano. Ho avuto<br />
l'impressione che in lui ci fosse poesia e ho visto nei<br />
suoi nuovi lavori una crescita formale incre<strong>di</strong>bile; se<br />
avrà la forza <strong>di</strong> insistere e la fortuna <strong>di</strong> trovare dei vali<strong>di</strong><br />
sostenitori credo possa fare gran<strong>di</strong> cose.<br />
Un'ultima battuta?<br />
Approfitto e la sparo grossa: posso propormi per una<br />
copertina <strong>di</strong> Exibart.OnPaper?<br />
Bio. Simone Bergantini è nato a Velletri (Roma) nel<br />
1977; vive tra Milano e Roma. Personali: <strong>Il</strong> sesto continente,<br />
Milano FlashArtShow, ATA Hotel Executive,<br />
room Romberg (2005). Collettive, premi, eventi: Vai.<br />
Vespa arte italiana, Pontedera (PI), Museo Piaggio, a<br />
cura <strong>di</strong> V. Dehò (2008); "Premio Cairo 2007" Milano,<br />
Palazzo della Permanente, finalista scelto dalla redazione;<br />
SerrONE, Monza, Biennale Giovani (2007);<br />
Rom[A]berg Roma, Romberg artecontemporanea;<br />
MiArtXI2006, Milano, stand Romberg (2006);<br />
Attraverso la fotografia, Bagnarola (BO), BW Project<br />
Breaking Waves; "Reality"<br />
Monteprandone (AP), Palazzo Parissi;<br />
Altre voci, altre stanze, Catania Arte<br />
Fiera, a cura <strong>di</strong> A. Riva; "Premio Celeste<br />
2005" Siena, Palazzo Pubblico, Finalista<br />
per Pittura Me<strong>di</strong>ale Studente; Se telefonando…,<br />
Teramo, PiziArte (2005); La<br />
Quadratura del paesaggio, Milano Flash<br />
Art Fair, Una Hotel Tocq, room Romberg;<br />
Finalista premio "PagineBianche<br />
d'Autore" per la regione Lazio, iniziativa<br />
promossa da SEAT Pagine Gialle, patrocinio<br />
DARC, in coll. con il GAI; Patti chiari!,<br />
Roma, RipArte 2004, Ripa Hotel, suite<br />
Romberg; "Terapia <strong>di</strong> gruppo", Latina,<br />
Romberg (2004).
78.ou? Exibart.onpaper<br />
elenco completo degli Exibart.point dove trovare Exibart.onpaper (se proprio siete così tirchi da non abbonarvi)<br />
Alessandria - ZOGRA - Corso Roma 123<br />
Ancona - ACRILICO CAFE - Corso Giuseppe Mazzini 89<br />
Ancona - ARTESSENZA - Via 1° Maggio 142/c<br />
Ascoli Piceno - LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7<br />
Asti - FONDO GIOV-ANNA PIRAS - Via Brofferio 80<br />
Bari - TAVLI BOOK - Strada Angiola 23<br />
Benevento - ARCOS - Corso Giuseppe Garibal<strong>di</strong><br />
Benevento - PESCATORE - Via S. Pasquale, 36<br />
Bergamo - ARS ARTE+LIBRI - Via Pignolo 116<br />
Bergamo - GAMEC - Via San Tomaso 52<br />
Biella - CAF. CITTADELLARTE - Via G. B. Serralunga 27<br />
Bologna - ARS CAPILLORUM - Via Del Pratello 13<br />
Bologna - ART TO DESIGN - Via Porta Nova 12<br />
Bologna - BETTY & BOOKS - Via Rialto 23a<br />
Bologna - BRAVO CAFE - Vico De Gra<strong>di</strong> 4r<br />
Bologna - FABRICA FEATURES - Via Rizzoli 8<br />
Bologna - IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20<br />
Bologna - LA SCUDERIA - Piazza Giuseppe Ver<strong>di</strong> 2<br />
Bologna - L'INDE LE PALAIS - Via De' Musei 6<br />
Bologna - MAMBO - BOOKSHOP - Via Don Giovanni Minzoni 4<br />
Bologna - MANA' - Via Cartoleria 15<br />
Bologna - MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24/b<br />
Bologna - NEON>CAMPOBASE - Via Francesco Zanar<strong>di</strong> 2/5<br />
Bologna - RAUM - Via Ca' Selvatica 4/d<br />
Bologna - SESTO SENSO - Via Giuseppe Petroni 9c<br />
Bologna - SUGAR BABE - Via San Felice 25d<br />
Bologna - VILLA SERENA - Via Della Barca 1<br />
Bologna - ZO'CAFE - Via Lodovico Berti 15/b<br />
<strong>Bolzano</strong> - CENTRO CULTURALE TREVI - Via Dei Cappuccini 28<br />
<strong>Bolzano</strong> - GOETHE2 - Via Dei Cappuccini 26a<br />
<strong>Bolzano</strong> - LIBERA UNIVERSITA' DI BOLZANO - Via R. Sernesi 1<br />
Brescia - PUNTO EINAUDI - Via Pace 16<br />
Cagliari - EXMA' - Via San Lucifero 71<br />
Cagliari - MAY MASK - Via Vincenzo Sulis 63<br />
Cagliari - T HOTEL - Via Dei Giu<strong>di</strong>cati<br />
Caldogno (vi) - C4 - Villa Caldogno, Via Zanella 3<br />
Castiglioncello (li) - LA LIMONAIA - CAST. PASQUINI - P.zza Della Vittoria 1<br />
Catania - PAPINI - Corso Italia 78<br />
Catania - ZO - Piazzale Asia 6<br />
Catanzaro - L'ISOLA DEL TESORO - Via Francesco Crispi 7<br />
Cesena - TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13<br />
Chieti - OFF. CULTURALI - Via Papa Giovanni XXIII 14<br />
Cinisello Balsamo (mi) - MUSEO DI FOTO. CONTEMP. - Via Frova 10<br />
Codroipo (ud) - VILLA MANIN DI PASSARIANO - Piazza Manin 10<br />
Como - LA TESSITURA - Viale Franklin D. Roosevelt 2a<br />
Como - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana 15<br />
Cortina d’Ampezzo - LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118<br />
Ferrara - LA CARMELINA - Via Carmelino 22<br />
Firenze - ASSOLIBRI - Via Del Sole 3r<br />
Firenze - BASE-PROGETTI PER L'ARTE - Via Di San Niccolò 18r<br />
Firenze - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47<br />
Firenze - G. CAFFE' GIUBBE ROSSE - P.zza Repubblica13/14r<br />
Firenze - LEF - Via Ricasoli 105<br />
Firenze - LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI - P.zza <strong>di</strong> Ba<strong>di</strong>a a Ripoli 1/A<br />
Firenze - LIBRERIA CAFE' LA CITE' - Borgo San Fre<strong>di</strong>ano 20/r<br />
Firenze - LIBRERIA DEL PORCELLINO - P.zza Del Mercato Nuovo 1<br />
Firenze - PLASMA - Piazza Francesco Ferrucci 1r<br />
Firenze - TEATRO DEL SALE - Via De' Macci 111r<br />
Firenze - VILLA ROMANA - Via Senese 68<br />
Forlì - CAMELOPARDO - Piazza Aurelio Saffi 38<br />
Gallarate (va) - CIVICA GALLERIA D'ARTE MODERNA - Viale Milano 21<br />
Gallarate (va) - EXHIBAIR MALPENSA - Strada Statale Dell'Aeroporto Della Malpensa<br />
Genova - BROADSIDE - Via XII Ottobre 31r<br />
Genova - C DREAM COSTA LOUNGE&BAR - Via XII Ottobre 4<br />
Genova - LIBRERIA ELECTA - EINAUDI - Piazza Bellini 70<br />
Genova - MENTELOCALE - Piazza Matteotti 5<br />
Genova - WOLFSONIANA - Via Serra Gropallo 4<br />
Genova - ZONAFRANCA - Via XXV Aprile 16<br />
Lecce - ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE - Via F. D'Aragona 14<br />
Legnano (mi) - KGALLERY - Piazza Europa 15<br />
Livorno - FACTORY DESIGN - Via Monsignor F. Ganucci 3<br />
Lucca - PUNTO EINAUDI - Via San Girolamo 19<br />
Mantova - CENTRO BOMA-BORSA - Piazza Vilfredo Pareto 1<br />
Matera - PALAZZO LANFRANCHI - Piazzetta Giovanni Pascoli<br />
Merano - KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163<br />
Milano - 11 - Via Alessio Di Tocqueville 11<br />
Milano - 55DSL - Corso Di Porta Ticinese 60<br />
Milano - ACCADEMIA DI BRERA - Via Brera 28<br />
Milano - ACCADEMIA DI BRERA 2 - Viale Marche 71<br />
Milano - A+M BOOKSTORE - Via Alessandro Ta<strong>di</strong>no 30<br />
Milano - ANGEL ART GALLERY - Via Fiori Chiari 12<br />
Milano - ARMANI\LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31<br />
Milano - ARTANDGALLERY - Via Francesco Arese 5<br />
Milano - ART BOOKBOVISA - Via Lambruschini 31<br />
Milano - ART BOOK MILANO - Via Della Moscova 27<br />
Milano - ART BOOK TRIENNALE - Viale Emilio Alemagna 6<br />
Milano - ARTIDORO OSTERIA - Via Manfredo Camperio 15<br />
Milano - BASE B - Via Lambruschini 36<br />
Milano - BOCCASCENA CAFFE - Corso Magenta 24<br />
Milano - BONDBAR - Via Pasquale Paoli 2<br />
Milano - CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23<br />
Milano - CAFFE GIAMAICA - Via Brera 32<br />
Milano - CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI - Via Della Moscova 25<br />
Milano - CCS - CENTRO CULT. SVIZZERO - Via del Vecchio Politecnico 3<br />
Milano - CHOCO CULT - Via Michelangelo Buonarroti 7<br />
Milano - CIBOH - Via Clusone (<strong>di</strong> fronte al civico 6)<br />
Milano - C/O CARE OF - Via Luigi Nono 7<br />
Milano - C-ZONE - Via Pestalozzi 4<br />
Milano - DERBYLIUS - Via Pietro Custo<strong>di</strong> 16<br />
Milano - DESIGN LIBRARY - Via Savona 11<br />
Milano - DOCVA - Via Giulio Cesare Procaccino 4<br />
Milano - DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27<br />
Milano - ELECTA | KOENIG - Piazza Del Duomo 1<br />
Milano - EMPORIO CHOCOLAT - Via Giovanni Boccaccio 9<br />
Milano - FASHION LIBRARY WORK - Via Vigevano 35<br />
Milano - FONDAZIONE PRADA - Via Antonio Fogazzaro, 36<br />
Milano - FOOD&DRINKS 35 - Via Panfilo Castal<strong>di</strong> 35<br />
Milano - FORMA LIBRERIA - Piazza Tito Lucrezio Caro 1<br />
Milano - FRANKLIN&MARSHAL - c.so P.ta Ticinese, 16<br />
Milano - FRIDA - via Antonio Pollaiuolo<br />
Milano - FRIP - c.so P.ta Ticinese, 16<br />
Milano - GALLERIA CARLA SOZZANI - Corso Como 10<br />
Milano - HANGAR BICOCCA - Viale Sarca 336<br />
Milano - IED - Via Pompeo Leoni 3<br />
Milano - IED ARTI VISIVE - Via Amatore Antonio Sciesa 4<br />
Milano - IULM - Via Carlo Bo 4<br />
Milano - ISTITUTO MARANGONI - Via Pietro Verri 4<br />
Milano - LE BICICLETTE - Via Giovanni Battista Torti<br />
Milano - LE TROTTOIR - Piazza XXIV Maggio 1<br />
Milano - LIBRERIA DEL CASTELLO SFORZESCO - Piazza Castello<br />
Milano - LIBRERIA CLUP - Via Andrea Maria Ampère 20<br />
Milano - LIBRERIA HOEPLI - SECONDOPIANO - Via Ulrico Hoepli 5<br />
Milano - LIBRERIA L'ARCHIVOLTO - Via Marsala 2<br />
Milano - LIBRERIA TIKKUN - Via Montevideo 9<br />
Milano - LIBRERIA UTOPIA - Via Giovanni Ventura 5<br />
Milano - LIFEGATE CAFE - Via Della Commenda 43<br />
Milano - MARGHERA 37 - Via Marghera 37<br />
Milano - MALO - Via Della Spiga 7<br />
Milano - MI CAMERA BOOKSTORE - Via Cola Montano<br />
Milano - MILANOLIBRI - Via Giuseppe Ver<strong>di</strong> 2<br />
Milano - MILANO LOUNGE BAR - Via G. Cesare Procaccini 37<br />
Milano - MOM - viale Monte Nero, 51<br />
Milano - MUSEO DELLA PERMANENTE - via Turati, 34<br />
Milano - NABA - Via Carlo Darwin 20<br />
Milano - NEON>FDV - Via Procaccini 4<br />
Milano - N'OMBRA DE VIN - Via San Marco 2<br />
Milano - PAC - PADIGLIONE D'ARTE CONTEMPORANEA - Via Palestro 14<br />
Milano - PALAZZO DELLE STELLINE - corso Magenta, 61<br />
Milano - PALAZZO REALE - Piazza Del Duomo 12<br />
Milano - PAPER & PEOPLE - Via Friuli 32<br />
Milano - PURPLE - c.so P.ta Ticinese, 22<br />
Milano - RAAS - Via Pietrasanta 14<br />
Milano - RADETSKY - c.so Garibal<strong>di</strong>, 105<br />
Milano - REFEEL - Viale Sabotino 20<br />
Milano - REVEL - SCALO D'ISOLA - Via Thaon Di Revel Genova 3<br />
Milano - RISTORANTE INDUSTRIA / SUPERSTUDIO - via Bugatti, 13<br />
Milano - RIVA RENO GELATO - Viale Col Di Lana 8<br />
Milano - S'AGAPO' - Via Lodovico <strong>Il</strong> Moro 171<br />
Milano - SKIPINTRO - Via Donatello 2<br />
Milano - SOTTOCORNO LIBRI&CAFFE - Via Pietro Maestri 1<br />
Milano - SOTTOCORNONOVE STUDIOGALLERIA - Via P. Sottocorno, 9<br />
Milano - SPACCIO DI CHARTA - Via Della Moscova 27<br />
Milano - SPAZIO BASEB - Via Raffaele Lambruschini 36<br />
Milano - SPAZIO CRAPAPELADA - Via Savona 12<br />
Milano - SPAZIO FITZCARRALDO - Viale Angelo Filippetti 41<br />
Milano - SPAZIO OBERDAN - Viale Vittorio Veneto 2<br />
Milano - SPAZIO PONTACCIO - Via Pontaccio, 18<br />
Milano - SPAZIO ROSSANA ORLANDI - Via Matteo Bandello 14<br />
Milano - SUITE - Largo La Foppa 5<br />
Milano - SUPERSTUDIO PIU - Via Tortona 27<br />
Milano - T35 - Via Tortona 35<br />
Milano - TAD - Via Statuto 12<br />
Milano - TOKIDOKI STORE - Corso Di Porta Ticinese 62<br />
Milano - TRACE [TRAS] - Via Savona 19<br />
Milano - VENTI - Via Celestino IV 9<br />
Milano - VIAFARINI - Via Carlo Farini 35<br />
Milano - WOK - Viale Col Di Lana, 5a<br />
Modena - ADRESSE - Largo Giuseppe Garibal<strong>di</strong> 30<br />
Modena - CAFE' LIVRE - Via Emilia Centro 103<br />
Monfalcone (go) - GALLERIA COM. D'ARTE CONTEMPORANEA - P.zza Cavour, 44<br />
Montecatini Terme (pt) - BK1CONCEPTSPACE - Via Della Nievoletta 20<br />
Monza - ARTE FATTO - Via Carlo Prina 18<br />
Napoli - AZAR CAFE - Via Alessandro Scarlatti 139<br />
Napoli - CULTI SPA CAFE - Via Carlo Poerio 47<br />
Napoli - EDICOLE' - Piazza Municipio 5<br />
Napoli - FONOTECA- Via Raffaele Morghen 31<br />
Napoli - INTRA MOENIA - Piazza Bellini 70<br />
Napoli - KESTE' - Via San Giovanni Maggiore Pignatelli<br />
Napoli - MADRE BOOKSHOP - Via Luigi Settembrini 79<br />
Napoli - MANI DESIGN - Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 1b<br />
Napoli - NENAPOP - Via Nardones 22<br />
Napoli - NUOVO TEATRO NUOVO - Via Montecalvario 16<br />
Napoli - PAN BOOKSHOP - Via Dei Mille 60<br />
Napoli - PENGUIN CAFE - Via Santa Lucia, 88<br />
Napoli - SUPPORTICO LOPEZ - Supportico Lopez 32<br />
Napoli - TEATRO TINTA DI ROSSO - Via San Biagio Dei Librari 39<br />
Napoli - TRIP - Via Giuseppe Martucci 64<br />
Napoli - TTC CLUB - Via Giovanni Paisiello 39<br />
Novara - MATERIMA - Casalbeltrame<br />
Novara - TEATRO COCCIA - Via Fratelli Rosselli 47<br />
Nuoro - MAN - Via Sebastiano Satta 15<br />
Padova - BARLUME - Via Antonio Francesco Bonporti 26<br />
Padova - CAFE AU LIVRE - Via Degli Zabarella 23<br />
Padova - GODENDA - Via Francesco Squarcione 4/6<br />
Palermo - EXPA - Via Alloro 97<br />
Palermo - KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21<br />
Palermo - LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18<br />
Palermo - LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79<br />
Palermo - PALAB - Via Del Fondaco<br />
Parma - FIACCADORI - Strada Al Duomo 8<br />
Perugia - CAFFE DI PERUGIA - Via Giuseppe Mazzini 10<br />
Perugia - GALLERIA MIOMAO - Corso Cavour 120<br />
Perugia - LA LIBRERIA - Via Guglielmo Oberdan 52<br />
Pesaro - CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI Settembre 184<br />
Pescara - ECOTECA - Via Giovanni Caboto 19<br />
Pescara - FEZ LIVING - Via Nicola Fabrizi 190<br />
Pescara - PUNTO EINAUDI - Viale Guglielmo Marconi 4<br />
Pordenone - CAFFE LETTERARIO AL CONVENTO - P.za Della Motta 2<br />
Prato - CENTRO PECCI - Viale Della Repubblica 277<br />
Prato - SPAZIO POLISSENA - Piazza Sant'Agostino 14<br />
Prato - SPAZIORAZMATAZ - Piazza Mercatale 107<br />
Reggio Emilia - COLLEZIONE MARAMOTTI - MAX MARA - via Fratelli Cervi 66<br />
Reggio Emilia - LIBRERIA ALL'ARCO - Via Emilia A Santo Stefano 3d<br />
Reggio Emilia - LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Migliorati 1a<br />
Riccione - SIXTY HOTEL - Via Milano 54<br />
Rimini - VELVET FACTORY - Via S. Aquilina 21<br />
Roma - 26CC - Via Castruccio Castracane 26 | 28a | 30<br />
Roma - ACC. DI FRANCIA VILLA MEDICI - Viale Trinità dei Monti 1<br />
Roma - AGAVE BISTROT - Via Di San Martino Ai Monti 7a<br />
Roma - ALICELIBRI - Piazza Della Chiesa Nuova 21<br />
Roma - ALTROQUANDO - Via Del Governo Vecchio 80<br />
Roma - AMERICAN ACADEMY - Via Angelo Masina 5<br />
Roma - AMORE E PSICHE - Via Di S. Caterina Da Siena 61<br />
Roma - ARCH - GALLERIA DELLE COSE - Via G. Lanza, 91/a<br />
Roma - BACCO E DAGUERRE - Via Nicola Ricciotti 6<br />
Roma - BAR A BOOK - Via Dei Piceni 23<br />
Roma - BIBLI - Via dei Fienaroli, 28<br />
Roma - BOOK Á BAR presso Palaexpo - Via Nazionale 194<br />
Roma - BOOKSHOP presso PalaExpo - Via Nazionale 195<br />
Roma - BRASSERIE CO2 - Largo Del Teatro Valle 4<br />
Roma - CAFFE FANDANGO - Piazza Di Pietra 32<br />
Roma - CAFFELETTERARIO - Via Ostiense 95<br />
Roma - CAFFE UNIVERSALE \ ACANTO SPA - Via Delle Coppelle 16<br />
Roma - CASA DEL JAZZ - ZONE ATTIVE - Viale Di Porta Ardeatina 55<br />
Roma - CHIOSTRO DEL BRAMANTE - CAFFE - Arco Della Pace<br />
Roma - CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia 42<br />
Roma - CIRCUS - Via Della Vetrina 15<br />
Roma - CO2 - Piazza <strong>di</strong> Spagna 9<br />
Roma - CONTESTA HAIR ROCK - Via Degli Zingari 9<br />
Roma - CRUDO - Via Degli Specchi 6<br />
Roma - DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79<br />
Roma - DOM CHAMPAGNERIA - Via Degli Zingari 49<br />
Roma - DOP CONCEPT STORE - Via Urbana 25<br />
Roma - DOOZO - Via Palermo 51<br />
Roma - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Margutta 11<br />
Roma - ÈSTILE BOOKSTORE - Via Chiana 15<br />
Roma - ESTROBAR - Via Pellegrino Matteucci 20<br />
Roma - ETABLI - Vicolo Delle Vacche 9<br />
Roma - FABRICA - Via Girolamo Savonarola 8<br />
Roma - FAHRENHEIT451 - Campo De’fiori 44<br />
Roma - FBPROJECT - Via Giovanni Battista Tiepolo 9<br />
Roma - FONDAZIONE BARUCHELLO - Via Santa Cornelia, 695<br />
Roma - FONDAZIONE GUASTALLA - Viale Regina Margherita 262<br />
Roma - FONDAZIONE OLIVETTI - via Zanardelli, 34<br />
Roma - FRENGO'S MUSIC - via Della Lungaretta, 65<br />
Roma - FRENI&FRIZIONI - Via Del Politeama 4<br />
Roma - FUZZYBARBOTTIGLIERIA - Via Degli Aurunci 6<br />
Roma - GIUFA' - Via Degli Aurunci 38<br />
Roma - GNAM BOOKSHOP ELECTA - Via Antonio Gramsci 73<br />
Roma - IED - Via Alcamo 11<br />
Roma - ISICULT - PALAZZO TAVERNA - Via Di Monte Giordano 36<br />
Roma - LA CONCHIGLIA - Via Dei Pianellari 17<br />
Roma - LA DIAGONALE - Via Dei Chiavari 75<br />
Roma - LA QUADRIENNALE DI ROMA - V.la Carpegna - p.zza <strong>di</strong> V.la Carpegna<br />
Roma - LIBRERIA ARION VIAVENETO - Via V. Veneto 42<br />
Roma - LIBRERIA BORGHESE - Via Della Font. Di Borghese 64<br />
Roma - LIBRERIA FERRO DI CAVALLO - Via Del Governo Vecchio 7<br />
Roma - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Dei Fienaroli 31d<br />
Roma - LIBRERIA L'AVENTURE - Via Del Vantaggio 21<br />
Roma - LIBRERIA NOTEBOOK - Via Pietro De Coubertin 30<br />
Roma - L'IMPICCIONE VIAGGIATORE - Via D. Madonna D. Monti 8<br />
Roma - LO YETI - Via Perugia 4<br />
Roma - MACRO - Via Reggio Emilia 54<br />
Roma - MACRO FUTURE - Piazza Orazio Giustiniani<br />
Roma - MASSI STUDIO D'ARTE - Via Val d'Ossola 34<br />
Roma - MAXXI - Via Guido Reni 6<br />
Roma - MEL BOOKSTORE CAFFE’ - Via Nazionale 252<br />
Roma - MOTAMOT - Via Giulio Rocco 37/39<br />
Roma - MUSEO CARLO BILOTTI - Viale Fiorello La Guar<strong>di</strong>a 4<br />
Roma - NECCI - Via Fanfulla Da Lo<strong>di</strong>, 68<br />
Roma - ODRADEK LA LIBRERIA - Via Dei Banchi Vecchi 57<br />
Roma - OFFICINE - Via Del Pigneto 215<br />
Roma - OPEN COLONNA RISTORANTE - Via Nazionale 194<br />
Roma - PAPYRUS CAFE - Via Dei Lucchesi 28<br />
Roma - PARAPHERNALIA - Via Leonina 6<br />
Roma - PRIMO - Via Del Pigneto 46<br />
Roma - PUNTO EINAUDI - Via Giulia 81a<br />
Roma - RASHOMON - Via Degli Argonauti, 16<br />
Roma - RGB46 - Piazza Di Santa Maria Liberatrice, 46<br />
Roma - RUFA - Via Benaco 2<br />
Roma - SAID - Via Tiburtina 135<br />
Roma - SALOTTO42 - Piazza Di Pietra 42<br />
Roma - SCOLARO PARRUCCHIERE - Via Ruggero Sauro 63<br />
Roma - SCUDERIE DEL QUIRINALE - Via XXIV Maggio 16<br />
Roma - SCUOLA ROM. DI FOTOGRAFIA - Via Degli Ausoni 7/a<br />
Roma - SECONDOME - Via Pianillari 26/27<br />
Roma - SHAKI - Via Del Governo Vecchio 123<br />
Roma - SOCIETE LUTECE - Piazza Di Montevecchio 16<br />
Roma - S.T. FOTOLIBRERIAGALLERIA - Via Degli Ombrellari 25<br />
Roma - SUPER - Via Leonina 42<br />
Roma - SUPPERCLUB - Via De' Nari 14/15<br />
Roma - TAD - Via Del Babuino 155a<br />
Roma - TEMPORARY LOVE - Via Di San Calisto 9<br />
Roma - THE CRYSTAL BAR - HOTELART - Via Margutta 52<br />
Roma - TUMA'S BOOK - Via Dei Sabelli 17<br />
Roma - VIVALIBRI - Piazza Di Santa Maria Liberatrice 23<br />
Roma - WINE BAR CAMPONESCHI - Piazza Farnese<br />
Roma - WONDERFOOL - Via Dei Banchi Nuovi 39<br />
Rovereto (tn) - MART - BOOKSHOP - Corso Angelo Bettini 43<br />
Rozzano (mi) - FONDAZIONE ARNALDO POMODORO - Via Adda 15<br />
San Can<strong>di</strong>do - KUNSTRAUM - Via Peter Paul Rainer 4<br />
Sarzana (sp) - DISTANZE - Via Sotto gli Uffizi 2<br />
Sassari - LIBRERIA DESSì - Largo Felice Cavallotti 17<br />
Siena - ALOE&WOLF GALLERY - Via Del Porrione 23<br />
Siena - PALAZZO DELLE PAPESSE - Via Di Città 126<br />
Siena - PUNTO EINAUDI - Via Di Pantaneto 66<br />
Taranto - LIBRERIA DICKENS - Via Medaglie D'Oro 129<br />
Terni - PLACEBO - Via Cavour 45<br />
Torino - AB+CLUB - Via Della Basilica 13<br />
Torino - ARTBOOK LINGOTTO - Via Nizza 230<br />
Torino - ARTEGIOVANE - Via Crescentino 25<br />
Torino - CASTELLO DI RIVOLI - Piazza Mafalda Di Savoia<br />
Torino - COMUNARDI - Via Conte Giambattista Bogino 2<br />
Torino - EATALY - Via Nizza 230<br />
Torino - FONDAZIONE MERZ - Via limone 24<br />
Torino - FONDAZIONE SANDRETTO - Via Modane 16<br />
Torino - GALLERIA CRISTIANI - Via Maria Vittoria 41/g<br />
Torino - GAM BOOKSHOP - Via Magenta 31<br />
Torino - IED - Via San Quintino 39<br />
Torino - ILTASTEBOOK - Corso Vittorio Emanuele II 58<br />
Torino - J&S VINTAGE - Via Matteo Pescatore 11b<br />
Torino - KM4 - Via San Domenico 14/15<br />
Torino - LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18<br />
Torino - LIBRERIA AGORA' - Via Santa Croce O/e<br />
Torino - LOV DURDEN - Via Franco Bonelli 3<br />
Torino - MAGO DI OZ - Via Maria Vittoria 58<br />
Torino - MARCO POLO - Via Sant'Agostino 28<br />
Torino - MOOD LIBRI&CAFFE - Via Cesare Battisti 3e<br />
Torino - OOLP - Via Principe Amedeo 29<br />
Torino - PALAZZO BRICHERASIO - Via La Grange 20<br />
Torino - RIVESTITEMI - Via Vittorio Andreis 18<br />
Torino - ROCK'N'FOLK - Via Bogino 4<br />
Torino - SCUOLA HOLDEN - Corso Dante 118<br />
Torino - TORINO ESPOSIZIONI - Corso Massimo d'Azeglio 15<br />
Torino - WIPE OUT - Via Bellezia 15<br />
Torino - YOU YOU - Piazza Vittorio Veneto 12f<br />
Traversetolo (pr) - FOND. MAGNANI-ROCCA - Via Fond. Magnani-Rocca 4<br />
Treviso - ARCI TREVISO - Via <strong>Bolzano</strong> 3<br />
Treviso - FABRICA - Via Ferrarezza Fraz. Catena<br />
Trieste - IN DER TAT - Via Diaz 22<br />
Trieste - KAMASWAMI - Via San Michele 13<br />
Trieste - KNULP - Via Madonna Del Mare 7/a<br />
U<strong>di</strong>ne - VISIONARIO - Via Fabio Asquini 33<br />
Venezia - CENTRO CULT. CANDIANI - Piazzale Luigi<br />
Venezia - CENTRO ZITELLE - Venezia - giudecca 95<br />
Venezia - I LOVE TOURISM - Piazza San Marco 71c<br />
Venezia - PEGGY GUGGENHEIM - BOOKSHOP - Dorsoduro 701<br />
Venezia - IMAGINA - Campo Santa Margherita (Dorsoduro) 3126<br />
Venezia - IUAV Biblioteca Centrale, Tolentini - San Marco 1345<br />
Venezia - IUAV FACOLTA' DI DESIGN E ARTI - Dorsoduro 2206<br />
Venezia - LIBRERIA DEL CAMPO - Campo S. Margherita 2943<br />
Venezia - LIBRERIA ED. CAFOSCARINA - Calle Foscari 3259<br />
Venezia - LIBRERIA MONDADORI - San Marco 1345<br />
Venezia - NARANZARIA OSTERIA - Campo San Polo 130<br />
Venezia - PALAZZO GRASSI - BOOKSHOP - Campo San Samuele 3231<br />
Venezia - TOLETTA - Calle Della Toletta 1213<br />
Venezia - VINUS - Dorsoduro 3961<br />
Verona - GHEDUZZI - Corso Sant Anastasia 7<br />
Verona - PALAZZO FORTI - Volto Due Mori 4<br />
Vicenza - LIBRARSI - Contrà Delle Morette 4<br />
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Abruzzo<br />
dal 23/02/2008 al 10/05/2008<br />
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Napoli<br />
Campania<br />
dal 22/02/2008 al 18/04/2008<br />
Alessandro Bergonzoni -<br />
Cardanico<br />
“che ciò che risulta non sia necessariamente<br />
il risultato ma qualcosa che non<br />
risultava ancora”, Alessandro vuole essere<br />
fomentato, per poi fomentare, con le<br />
sue opere, quel “chissa’” sconoscito che<br />
non centra solo con ciò che c’e’, c’era, o<br />
ci sarà.<br />
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e 14.30 -18.30<br />
mimmo scognamiglio<br />
arte contemporanea<br />
via mariano d'ayala, 6<br />
+39 081400871<br />
www.mimmoscognamiglio.com<br />
info@mimmoscognamiglio.com<br />
Napoli<br />
dal 23/02/2008 al 19/05/2008<br />
Alice Cattaneo<br />
Una selezione <strong>di</strong> video realizzati tra il<br />
2004 ed il 2007 e tre sculture del 2007<br />
negli spazi del piano terra del museo<br />
Madre <strong>di</strong> Napoli.<br />
dal lunedì al venerdì ore 10.00 –<br />
21.00; sabato e domenica ore 10.00 –<br />
24.00. martedì chiuso<br />
madre -<br />
museo d'arte donna regina<br />
via luigi settembrini, 79<br />
+39 08119313016<br />
www.museomadre.it<br />
Napoli<br />
dal 6/03/2008 al 6/04/2008<br />
Marco Tirelli<br />
La mostra è costituita da circa quin<strong>di</strong>ci<br />
<strong>di</strong>segni ed acquerelli <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni,<br />
come in una sorta <strong>di</strong> archivio delle<br />
apparenze e rappresenta un'ulteriore<br />
tappa del percorso dell'artista tra luce e<br />
ombra.<br />
vernissage: 6 marzo 2008. ore 19<br />
orario: lun-ven ore 10/13.30 -<br />
16/19.30, sab 10/13<br />
stu<strong>di</strong>o trisorio<br />
Riviera Di Chiaia 215 (80121)<br />
+39 081414306<br />
+39 081414306<br />
info@stu<strong>di</strong>otrisorio.com<br />
www.stu<strong>di</strong>otrisorio.com<br />
Napoli<br />
dal 15/02/2008 al 28/03/2008<br />
Takayuki Nakatake -<br />
Noriaki Yokosuka<br />
Due opposte concezioni della fotografia:<br />
l'uno aspira a rappresentare il vero, la<br />
realtà concreta e materiale in cui si svol-<br />
ge la nostra esistenza; l'altro vuole<br />
cogliere l'ineffabile, l'arcano, quella<br />
<strong>di</strong>mensione ulteriore che soggiace alla<br />
percezione sensibile.<br />
dal martedì al venerdì ore 17,30-20,00<br />
e su appuntamento. festivi chiuso.<br />
area 24 art gallery<br />
via ferrara, 4<br />
+39 0810781060<br />
www.adrart.it<br />
area24@adrart.it<br />
Emilia Romagna<br />
Bologna<br />
dall' 8/03/2008 al 12/04/2008<br />
Cristian Chironi -<br />
GAP<br />
Gap è una mostra che lavora sul complesso,<br />
e decisamente <strong>di</strong>fficile, rapporto che viviamo<br />
oggi tra memoria e presente, e più in<br />
generale tra passato e presente.<br />
da martedì a domenica<br />
ore 11-13 e 16 -20<br />
nt art gallery<br />
via dal luzzo, 6c<br />
+39 051237722<br />
www.ntartgallery.com<br />
info@ntartgallery.com<br />
Bologna<br />
dall' 1/03/2008 al 10/05/2008<br />
Per Barclay -<br />
Stanze d'acqua<br />
Dopo la prima mostra del 2005, la OTTO<br />
Gallery, in collaborazione con la Galleria<br />
Giorgio Persano <strong>di</strong> Torino, inaugura la<br />
personale <strong>di</strong> Per Barclay "Stanze d’acqua"<br />
in cui l’installazione e le fotografie<br />
presentate sono incentrate sul tema dell’acqua,<br />
elemento portatore <strong>di</strong> sentimenti<br />
ed emozioni.<br />
da martedì a sabato ore 10:30-13 e<br />
16-20 domenica e lunedì su<br />
appuntamento<br />
otto gallery<br />
via d'azeglio, 55<br />
+39 0516449845<br />
www.otto-gallery.it<br />
info@otto-gallery.it<br />
Ferrara<br />
dal 16/02/2008 al 25/05/2008<br />
Miró: la terra<br />
Una mostra ampia, articolata, destinata a<br />
ripercorrere l’intera parabola creativa<br />
dell’artista catalano. Prima esposizione<br />
internazionale ad indagare, in modo<br />
sistematico, il legame dell’artista con la<br />
terra nello sviluppo del suo immaginario<br />
e della sua arte.<br />
aperto tutti i giorni, feriali e festivi,<br />
lunedì incluso, dalla domenica al<br />
giovedì dalle 9.00 alle 20.00, venerdì<br />
e sabato 9.00 alle 22.00. aperto<br />
anche 23 e 24 marzo, 25 aprile e 1<br />
maggio<br />
palazzo dei <strong>di</strong>amanti<br />
corso ercole i d'este, 21<br />
+39 0532209988<br />
www.palazzo<strong>di</strong>amanti.it<br />
<strong>di</strong>amanti@comune.fe.it<br />
Traversetolo<br />
dal 26/02/2008 al 9/03/2008<br />
Nino Migliori -<br />
Terra incognita<br />
Attraverso trentaquattro splen<strong>di</strong>de fotografie<br />
in bianco e nero, il maestro bolognese ha<br />
interpretato lo Zooforo del Battistero <strong>di</strong><br />
Parma, fornendo una originalissima chiave<br />
<strong>di</strong> lettura a lume <strong>di</strong> candela <strong>di</strong> questo insigne<br />
monumento romanico che reca scolpi-<br />
to uno straor<strong>di</strong>nario bestiario me<strong>di</strong>oevale la<br />
cui interpretazione, a tutt’oggi, non è del<br />
tutto scontata.<br />
continuato 10 – 18. lunedì chiuso<br />
fondazione magnani-rocca<br />
via fondazione magnani rocca, 4<br />
+39 0521848327<br />
www.magnanirocca.it<br />
info@magnanirocca.it<br />
Friuli-venezia Giulia<br />
Codroipo (UD)<br />
fino al 25 marzo 2008<br />
Hard Rock Walzer. Scultura<br />
Contemporanea Austriaca<br />
La mostra accoglie quattor<strong>di</strong>ci artisti le<br />
cui opere abitano la villa con le loro<br />
metafore che, in alcuni casi incontrano il<br />
passato e instaurano un <strong>di</strong>alogo con esso,<br />
in altri lasciano che sia l'antitesi a stimolare<br />
una riflessione.<br />
villa manin <strong>di</strong> passariano<br />
Piazza Manin 10 (33033)<br />
+39 043282121<br />
+39 0432821229<br />
www.villamanincontemporanea.it<br />
info@villamanincontemporanea.it<br />
Gorizia<br />
dal 14 marzo al 27 luglio 2008<br />
Le meraviglie <strong>di</strong> Venezia. Dipinti<br />
del '700 in collezioni private<br />
A Palazzo della Torre, 120 opere ripercorrono<br />
una delle stagioni più raffinate<br />
della storia dell'arte italiana.<br />
orario: 10.00 -19.00. Lun. chiuso<br />
biglietti: Intero 6,00 euro; Ridotto<br />
4,00 euro (gruppi <strong>di</strong> 15 e max 25 persone,<br />
visitatori oltre i 60 anni, minori<br />
da 6-18 anni, fino a 26 anni non compiuti<br />
con tessera o libretto universitario,<br />
forze dell'or<strong>di</strong>ne non in servizio);<br />
Ridotto speciale scuole 2,00 euro<br />
cassa <strong>di</strong> risparmio<br />
Via Giosuè Carducci 2<br />
info@fondazionecarigo.it<br />
www.fondazionecarigo.it<br />
Trieste<br />
dal 23/02/2008 al 5/04/2008<br />
Laura Zicari -<br />
Gloria Mun<strong>di</strong><br />
In mostra la nuova serie <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>nali<br />
smontabili e rimontabili pensati, fra critica<br />
e incantamento, oscillando fra opulenza<br />
barocca, pop e ritratto, dall’artista<br />
romana. La personale consisterà in una<br />
graffiante installazione capace <strong>di</strong> far<br />
riflettere, con ironia, sul senso della vita<br />
e della morte.<br />
da lunedì a sabato ore 17-20<br />
stu<strong>di</strong>o tommaseo<br />
via del monte, 2/1<br />
+39 040639187<br />
www.triestecontemporanea.it<br />
tscont@tin.it<br />
Capena<br />
Lazio<br />
dal 20/02/2008 al 18/10/2008<br />
Friedensreich Hundertwasser -<br />
La raccolta dei sogni<br />
Raccogliendo i suoi sogni, il pittore, grafico,<br />
architetto, narratore ed ecologista<br />
Friedensreich Hundertwasser (1928-<br />
2000) è <strong>di</strong>ventato uno dei più noti e<br />
<strong>di</strong>scussi artisti austriaci del dopoguerra.<br />
lunedì - sabato 10.00 - 17.00<br />
art forum wurth<br />
viale dlla buona fortuna, 2<br />
+39 0690103800<br />
www.artforumwuerth.it<br />
art.forum@wuerth.it<br />
Rieti<br />
dal 23/02/2008 all' 8/03/2008<br />
Daniela Caciagli -<br />
About loneliness<br />
La mostra raccoglie le ultime opere<br />
dell’artista toscana finalista al<br />
Premio Arte 2007. Opere dominate<br />
da un profondo senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne,<br />
percepito nella mancanza <strong>di</strong> tratti<br />
somatici della figura umana, che<br />
porta all’annullamento della propria<br />
identità, ad una sorta <strong>di</strong> non esistenza<br />
in<strong>di</strong>viduale, quasi una <strong>di</strong>chiarazione<br />
<strong>di</strong> resa nei confronti <strong>di</strong> quel<br />
culto dell’immagine che ha oramai<br />
permeato la nostra società.<br />
martedì-sabato ore 16-19.30<br />
domenica su appuntamento<br />
3)5 arte contemporanea<br />
via dell'ospizio cerroni, 3/5<br />
+39 3396918072<br />
www.trecinque.it<br />
info@trecinque.it<br />
Roma<br />
dal 15/02/2008 al 27/04/2008<br />
AES+F<br />
La mostra, prevista per MACRO,<br />
attraverso video, fotografie e sculture,<br />
raggruppa progetti realizzati<br />
dagli AES + F nell'ultimo decennio<br />
(1997-2007), incentrati sui temi dell'infanzia<br />
e dell'adolescenza e sulle<br />
relazioni tra questi, la società e la<br />
cultura contemporanea.<br />
da martedì a domenica 16.00 - 24.00;<br />
chiuso: tutti i lunedì, 1 gennaio, 1<br />
maggio, 24, 25, 31 <strong>di</strong>cembre<br />
macro future -<br />
ex mattatoio<br />
piazza orazio giustiniani,<br />
+39 06671070400<br />
www.macro.roma.museum<br />
macro@comune.roma.it<br />
Roma<br />
dal 13 marzo al 13 aprile 2008<br />
Alessandro Ciffo -<br />
XXI Silico Marmirolli<br />
Alessandro Ciffo, fra auto-formazione e<br />
ricerca, basata unicamente sul silicone, è<br />
un autoproduttore. Essere autoproduttore<br />
vuol <strong>di</strong>re ideare, costruire,promuovere,<br />
vendere oggetti che stanno in quello spazio<br />
indefinito del nè arte nè design, essere<br />
allo stesso tempo creatore, ricercatore,<br />
operaio, comunicatore, commesso viaggiatore.<br />
10-19, dom. e lun. chiuso<br />
secondome - palazzo scapucci<br />
Via Dei Pianellari 26 (00186)<br />
info@secondome.eu<br />
www.secondome.eu<br />
Roma<br />
dal 19/02/2008 al 7/03/2008<br />
Angela Corti -<br />
Tessere frammenti <strong>di</strong> pietra<br />
Tessere i fili della quoti<strong>di</strong>anità, riallacciando<br />
i no<strong>di</strong> e <strong>di</strong>stricando la<br />
matassa per realizzare una nuova<br />
trama del reale è il compito che<br />
Angela Corti.<br />
dal martedì al venerdì<br />
dalle ore 17,00 alle 20,00<br />
stu<strong>di</strong>o arte fuori centro<br />
via ercole bombelli, 22<br />
+39 065578101<br />
www.artefuoricentro.it<br />
info@artefuoricentro.it<br />
Roma<br />
dal 29/02/2008 al 16/04/2008<br />
Boris Achour -<br />
Conatus: Timescape<br />
Conatus è una serie <strong>di</strong> mostre - iniziata<br />
nel 2006 al Palais de Tokyo e<br />
alla Galleria Vallois - basate sull’omonimo<br />
concetto tratto dalla filosofia<br />
<strong>di</strong> Spinoza. Con tale termine, alla<br />
base della sua etica, il filosofo<br />
descrive l’impulso fondamentale<br />
dell’agire umano.<br />
da martedì a venerdì ore 16 - 20;<br />
sabato ore 15,30 - 19<br />
galleria cesare manzo<br />
vicolo del governo vecchio, 8<br />
+39 0697606054<br />
www.galleriamanzo.it<br />
roma@galleriamanzo.it<br />
Roma<br />
dal 26/02/2008 al 15/06/2008<br />
Carlo Levi e Roma.<br />
<strong>Il</strong> respiro della città<br />
Una mostra che racconta il rapporto<br />
tra Levi e Roma attraverso il confronto<br />
tra le sue opere e quelle degli<br />
artisti della Scuola Romana.<br />
casino dei principi -<br />
villa torlonia<br />
via nomentana, 70<br />
www.museivillatorlonia.it<br />
villeparchistorici@comune.roma.it<br />
Roma<br />
dal 15/02/2008 al 20/03/2008<br />
Carola Bonfili /<br />
Natasha Bowdoin<br />
da martedì a sabato 15.30-19.30<br />
extraspazio<br />
via <strong>di</strong> san francesco <strong>di</strong> sales, 16a<br />
+39 0668210655<br />
www.extraspazio.it<br />
info@extraspazio.it<br />
Roma<br />
dal 19/02/2008 al 18/05/2008<br />
Cina contemporanea.<br />
Arte fra identità e<br />
trasformazioni<br />
Un incontro ravvicinato con l'arte contemporanea<br />
cinese, attraverso i lavori recenti <strong>di</strong><br />
alcuni eccezionali artisti.<br />
domenica, martedì, mercoledì e<br />
ROMA<br />
fino al 15 marzo 2008<br />
CHRISTIAN MACKETANZ<br />
"Notte lunga"<br />
da martedì a sabato ore 16 - 20 e<br />
su appuntamento<br />
GALLERIA MANIERO<br />
Via dell'Arancio, 79 - 00186 Roma<br />
tel./fax +39 06 68807116<br />
info@galleriamaniero.it<br />
www.galleriamaniero.it
Exibart.onpaper calendario.81<br />
giove<strong>di</strong>: dalle 10.00 alle 20.00<br />
venerdì e sabato: dalle 10.00 alle<br />
22.30 lunedì: chiuso.<br />
palazzo delle esposizioni<br />
via nazionale, 194<br />
+39 06489411<br />
www.palazzoesposizioni.it<br />
info@palazzoesposizioni.it<br />
Roma<br />
dal 20/02/2008 al 15/03/2008<br />
Coralla Maiuri<br />
Nei suoi lavori Coralla Maiuri utilizza<br />
oggetti che hanno <strong>di</strong>mestichezza<br />
con i molteplici aspetti dell’esistenza,<br />
forme che contengono in sé la<br />
memoria <strong>di</strong> una “prima” intelligenza,<br />
colori tenui che pacificano,<br />
forme sinuose e organiche, parolecomando<br />
che suggeriscono <strong>di</strong> abbandonarsi<br />
ad un’energia vitale, erotica<br />
e primor<strong>di</strong>ale.<br />
mar-sab 11-13 e 15-19<br />
valentina bonomo<br />
artecontemporanea<br />
via del portico d'ottavia, 13<br />
+39 066832766<br />
www.galleriabonomo.com<br />
info@galleriabonomo.com<br />
Roma<br />
dal 23/02/2008 al 7/03/2008<br />
Emanuela Salti -<br />
il mese della fotografia<br />
Per un mese Emanuela Salti si è impegnata<br />
a scattare, nell'arco delle 24 ore, un<br />
rullino fotografico a colori, producendo<br />
quin<strong>di</strong> ogni giorno, per trenta giorni, 36<br />
immagini <strong>di</strong>verse.<br />
da martedì a sabato ore 10.30-20<br />
domenica 11-18<br />
s.t. - fotolibreriagalleria<br />
via degli ombrellari, 25<br />
+39 0664760105<br />
www.stsenzatitolo.it<br />
info@stsenzatitolo.it<br />
Roma<br />
dal 22/02/2008 al 15/03/2008<br />
Franco Marzilli -<br />
Dipinti nella materia<br />
Dal 22 febbraio al 15 marzo la galleria d’arte<br />
contemporanea Edarcom Europa ospiterà<br />
presso la sede <strong>di</strong> via Macedonia, 16 a<br />
Roma, una mostra personale del Maestro<br />
Franco Marzilli intitolata “Dipinti nella<br />
materia”.<br />
lun-sab: 10,30/13,00 - 15,30/19,30<br />
galleria d'arte contemporanea<br />
edarcom europa<br />
via macedonia, 12<br />
+39 067802620<br />
www.edarcom.it<br />
edarcom_europa@yahoo.it<br />
Roma<br />
ROMA<br />
dal 8 marzo al 10 aprile 2008<br />
CYBÈLE VARELA -<br />
AD SIDERA<br />
per Athanasius Kircher<br />
Inaugurazione 7 marzo ore 17.30<br />
Orari: dal mar. al gio., 9.30-13.30<br />
Con il patrocinio del MiBAC -<br />
DGBLIC e dell'Istituto Nazionale <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> Romani<br />
Catalogo : Gangemi E<strong>di</strong>tore<br />
BIBLIOTECA D'ARCHEOLOGIA E<br />
STORIA DELL'ARTE<br />
Sala Crociera, Palazzo del Collegio<br />
Romano<br />
Via del Collegio Romano, 27<br />
Info : 339 622 4757<br />
www.cybelevarela.com<br />
Immagine : Varela, Athanasius, Kircher, acrilicosutela,<br />
50x70, 2007<br />
dal 22/02/2008 al 2/03/2008<br />
FreeLands, 12 anni <strong>di</strong> comunicazione,<br />
pubblicità, fotografia<br />
Lo spazio espositivo Embrice inaugura con<br />
una mostra fotografica il programma <strong>di</strong><br />
esposizioni e incontri de<strong>di</strong>cati all’arte e<br />
all’architettura.<br />
17,00 – 20,00<br />
embrice<br />
via delle sette chiese, 78<br />
+39 0664521396<br />
Roma<br />
dal 4/03/2008 al 5/04/2008<br />
Giacomo Piussi -<br />
Jungla<br />
La galleria One Piece presenta, per<br />
la prima personale romana <strong>di</strong><br />
Giacomo Piussi, un’opera unica dal<br />
titolo “Jungla Roma”. Una grande<br />
tela, appositamente eseguita per la<br />
galleria <strong>di</strong> Roma, con riferimenti in<br />
omaggio alla città eterna.<br />
dal martedì al sabato<br />
ore 15:30-19:30<br />
one piece contemporary art<br />
via dell'orto <strong>di</strong> napoli, 13<br />
+39 063244575<br />
www.onepieceart.it<br />
onepieceart@libero.it<br />
Roma<br />
dal 22/02/2008 al 30/03/2008<br />
Giuseppe Rado -<br />
A.I.KO - Artificial Intelligence<br />
Kombat<br />
Giuseppe Rado ha ideato un complesso<br />
progetto espositivo che ruota<br />
attorno ad una storia fantasy con<br />
personaggi, ambienti e specifiche<br />
azioni narrative...<br />
da marte<strong>di</strong> a vener<strong>di</strong> ore 16-20. sabato<br />
e domenica su appuntamento<br />
artsinergy<br />
via capo d'africa, 46<br />
+39 0645496564<br />
www.artsinergy.com<br />
asroma@artsinergy.com<br />
Roma<br />
dal 21/02/2008 al 29/03/2008<br />
Gol<strong>di</strong>echiari -<br />
Cosmic love<br />
lun-ven 11-19.30, sab 16.30-19.30<br />
vm21artecontemporanea<br />
via della vetrina, 21<br />
+39 0668891365<br />
www.vm21contemporanea.com<br />
info@vm21contemporanea.com<br />
Roma<br />
ROMA<br />
dal 28 febbraio al 16 marzo 2008<br />
F. FILINCIERI<br />
SANTINELLI<br />
Pittura in Progetto e Ispirazione n. 25<br />
a cura <strong>di</strong> Marzia Bistolfi<br />
e Giovanna Foresio<br />
Inaugurazione: 28 febbraio 2008. ore<br />
19-22, ad inviti<br />
orario: lun. dalle 15.30 alle 19.30, mart.ven.<br />
dalle 10.30 alle 13.30/ dalle 15.30<br />
alle 19.30; sabato dalle 11.00 alle 15.30<br />
catalogo: in galleria con presentazione <strong>di</strong><br />
Paolo Balmas<br />
CAOS<br />
CULTURALARTISTOPENSPACE<br />
Via Della Conciliazione 24<br />
+39 0668309540<br />
+39 0668136436<br />
giovanna.foresio@tin.it<br />
www.caos2004.com<br />
dal 19/02/2008 al 18/05/2008<br />
<strong>Il</strong> mito della velocità.<br />
Arte, motori e società nell'Italia<br />
del '900<br />
La velocità è un tema declinato in<br />
tutte le sue forme, me<strong>di</strong>ante un allestimento<br />
dal forte impatto scenografico,<br />
che ripercorre cronologicamente<br />
le vicende del ‘900, giungendo a<br />
esplorare affascinanti e suggestivi<br />
scenari futuri.<br />
domenica, martedì, mercoledì e giove<strong>di</strong>:<br />
dalle 10.00 alle 20.00 venerdì e<br />
sabato: dalle 10.00 alle 22.30 lunedì:<br />
chiuso.<br />
palazzo delle esposizioni<br />
via nazionale, 194<br />
+39 06489411<br />
www.palazzoesposizioni.it<br />
info@palazzoesposizioni.it<br />
Roma<br />
dal 29/02/2008 al 12/04/2008<br />
Jamie Shovlin -<br />
The ties that bind<br />
Per “The Ties that Bind” la ricerca<br />
<strong>di</strong> Jamie Shovlin si è concentrata<br />
sugli Stati Uniti d’America.<br />
Filtrando la propria visione sugli<br />
ultimi cinquant’anni <strong>di</strong> storia americana<br />
attraverso la musica “ere<strong>di</strong>tata”<br />
dai propri genitori e personali canoni<br />
artistici, l’artista ha realizzato una<br />
serie <strong>di</strong> opere.<br />
da martedì a venerdì ore 10-20 sabato<br />
ore 12-20<br />
1/9 - unosunove<br />
arte contemporanea<br />
via degli specchi, 20<br />
+39 0697613696<br />
www.unosunove.com<br />
gallery@unosunove.com<br />
Roma<br />
dal 22/02/2008 al 18/05/2008<br />
La mia casa è la tua casa.<br />
Wode jia shi nide jia. Botto e<br />
Bruno incontrano Liu Xiaodong<br />
In occasione della mostra Cina XXI<br />
secolo. Arte fra identità e trasformazione,<br />
il Laboratorio d’arte ospita<br />
nell’atelier La mia casa è la tua casa.<br />
L’opera, installazione e insieme progetto<br />
educativo, vuole creare uno<br />
spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo tra artisti lontani<br />
geograficamente che affrontano con<br />
la stessa sensibilità il tema dell’identità<br />
in rapporto con le nuove<br />
realtà urbane.<br />
domenica, martedì, mercoledì e giovedì:<br />
10-20; venerdì e sabato: 10-22.30;<br />
lunedì chiuso<br />
palazzo delle esposizioni<br />
via nazionale, 194<br />
+39 06489411<br />
www.palazzoesposizioni.it<br />
info@palazzoesposizioni.it<br />
Roma<br />
dal 16/02/2008 all' 11/05/2008<br />
Lucio Fontana scultore<br />
mar-dom 8.30-19.30; lun chiuso<br />
gnam - galleria nazionale d'arte<br />
moderna<br />
viale delle belle arti, 131<br />
+39 06322981<br />
www.gnam.arti.beniculturali.it<br />
gnam@arti.beniculturali.it<br />
Roma<br />
dal 14/03/2008 al 18/05/2008<br />
Nahum Tevet<br />
Due gran<strong>di</strong> installazioni selezionate come<br />
tappe in<strong>di</strong>cative nella ricerca dell’artista<br />
volta alla ridefinizione dello spazio attraverso<br />
complessi assemblaggi <strong>di</strong> oggetti, materiali<br />
e colori, che creano nuove e sorprendenti<br />
costruzioni.<br />
da martedì a domenica 9.00 - 19.00;<br />
chiuso: tutti i lunedì, 1 maggio<br />
macro - museo d'arte contemporanea<br />
<strong>di</strong> roma<br />
via reggio emilia, 54<br />
+39 06671070400<br />
www.macro.roma.museum<br />
macro@comune.roma.it<br />
Roma<br />
dal 28/02/2008 al 10/06/2008<br />
Ottocento<br />
La mostra è una grande sfida: è la prima<br />
volta che si fa un’esposizione sulla pittura<br />
italiana dell'Ottocento. Un'arte da rivalutare<br />
da domenica a giovedì 10.00-20.00;<br />
venerdì e sabato 10.00-22.30<br />
scuderie del quirinale<br />
via xxiv maggio, 16<br />
+39 0639967500<br />
www.scuderiequirinale.it<br />
info@scuderiequirinale.it<br />
Roma<br />
dal 7/03/2008 al 29/06/2008<br />
Pierre Auguste Renoir.<br />
Tra<strong>di</strong>zione e innovazione<br />
Circa 150 opere provenienti da importanti<br />
musei pubblici e prestigiose collezioni<br />
private <strong>di</strong> tutto il mondo, documenteranno<br />
il percorso umano ed artistico del<br />
grande maestro evidenziando soprattutto<br />
il suo rapporto con l'Italia.<br />
dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30;<br />
venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica<br />
9.30 – 20.30<br />
complesso del vittoriano<br />
via <strong>di</strong> san pietro in carcere,<br />
museovittoriano@tiscali.it<br />
Roma<br />
dal 29/02/2008 al 30/04/2008<br />
Pino Pascali -<br />
Disegni per la pubblicità<br />
Nel quarantennale della morte dell'autore,<br />
in esposizione una ricca<br />
raccolta <strong>di</strong> materiali: <strong>di</strong>segni, su<br />
carta o acetato, i collages e i fotomontaggi<br />
che preparavano i filmati e<br />
poi i filmati stessi.<br />
10,30-13 e 16,30-20. chiuso il lunedì e<br />
nei giorni festivi<br />
emmeotto<br />
via margutta, 8<br />
+39 063216540<br />
www.emmeotto.net<br />
info@emmeotto.net<br />
Roma<br />
dal 29/02/2008 al 19/04/2008<br />
Shahryar Nashat -<br />
Placed High for Dramatic<br />
Impact<br />
Shahryar Nashat è nato a Ginevra nel<br />
1975. Vive e lavora a Berlino. Nel 2005,<br />
ha rappresentato la Svizzera alla<br />
Biennale <strong>di</strong> Venezia. Ha esposto in<br />
numerose mostre personali e collettive:<br />
Centre Pompidou, Parigi; Art Unlimited,<br />
Basilea; MUSAC, Leon; Centre per l’arte<br />
Pecci, Prato.<br />
da martedì a sabato ore 15.30 - 19.30<br />
galleria sales<br />
via dei querceti, 4<br />
+39 0677591122<br />
www.galleriasales.it<br />
info@galleriasales.it<br />
ROMA<br />
dal 15 marzo al 10 maggio 2008<br />
SOLOSHOW<br />
FABBRICATO IN ITALIA<br />
Clau<strong>di</strong>o Spoletini<br />
Cameraconvista<br />
Why Style<br />
a cura <strong>di</strong> Italo Bergantini<br />
e Gianluca Marziani<br />
ROMBERG ARTE<br />
CONTEMPORANEA<br />
Piazza De' Ricci 127<br />
+39 0668806377<br />
+39 0668806377<br />
artecontemporanea@romberg.it<br />
www.romberg.it<br />
ROMA<br />
dal 28 febbraio al 21 marzo 2008<br />
TRE ANNI DI INTERVENTI<br />
A TRALEVOLTE<br />
a cura <strong>di</strong> Francesco Pezzini,<br />
Cesare Sarzini<br />
vernissage:<br />
28 febbraio 2008. ore 18.00<br />
29 febbraio 21.30 - 24.00<br />
Adesione a: FREAKY FRIDAY una<br />
notte de<strong>di</strong>cata all'arte<br />
TRALEVOLTE<br />
Piazza Di Porta San Giovanni 10<br />
+39 0670491663<br />
+39 0677207956<br />
+39 0677207956<br />
tralevolte@yahoo.it<br />
www.tralevolte.org<br />
Roma<br />
dal 26/02/2008 al 19/03/2008<br />
Valie Export<br />
Video & performance<br />
stu<strong>di</strong>o stefania miscetti<br />
via delle mantellate, 14<br />
+39 0668805880<br />
mistef@iol.it<br />
Finale Ligure (SV)<br />
Liguria<br />
dal 17 febbraio al 25 marzo 2008<br />
Attilio Antibo -<br />
La struttura del pensiero<br />
Una mostra de<strong>di</strong>cata ai lavori realizzati da<br />
Attilio Antibo negli ultimi cinque anni a<br />
documentare una fertilità e freschezza creativa<br />
che colloca l'artista savonese tra i maggiori<br />
interpreti dell'arte contemporanea con particolare<br />
pre<strong>di</strong>lezione alla pratica ceramica.<br />
orario: tutti i giorni, 10.00-13.00;<br />
16.00-19.00<br />
curatori: Riccardo Zelatore<br />
valente arte contemporanea<br />
via anton giulio barrili 12<br />
+39 019693343<br />
+39 019693343<br />
+39 019680343<br />
valentema@tin.it<br />
La Spezia<br />
fino al 24 marzo 2008<br />
Cittadellarte.<br />
Pistoletto e il Terzo para<strong>di</strong>so<br />
Sarà ricreata, attraverso un allestimento originale<br />
ed interattivo, una "piccola"<br />
Cittadellarte, rappresentata dai suoi Uffizi,<br />
completa delle opere <strong>di</strong> Michelangelo<br />
Pistoletto, quali Anno Uno, uno spettacolo<br />
teatrale interpretato da venti abitanti <strong>di</strong><br />
Corniglia e messo in scena al Teatro Quirino<br />
<strong>di</strong> Roma nel 1981. curatore: Bruno Corà<br />
camec - centro arte moderna e<br />
contemporanea<br />
Piazza Cesare Battisti 1<br />
+39 0187734593<br />
+39 0187256773<br />
camec@comune.sp.it<br />
www.comune.sp.it/citta/camec/camec.html<br />
Bergamo<br />
Lombar<strong>di</strong>a<br />
dal 23/02/2008 al 19/04/2008<br />
Chiara Dynys -<br />
Sante subito<br />
Chiara Dynys rende omaggio a tutte le<br />
artiste donne della storia, degne <strong>di</strong> essere<br />
santificate per le virtù eroiche e i patimenti<br />
subiti in vita e anche oltre.<br />
galleria fumagalli<br />
via giorgio e guido paglia, 28<br />
+39 035210340<br />
www.galleriafumagalli.com<br />
info@galleriafumagalli.com<br />
Brescia<br />
BRESCIA<br />
dal 15 marzo al 30 aprile 2008<br />
GAZIRA BABELI<br />
Opening sabato 15 marzo ore 18,00<br />
Second life, locusolus, 9 am pst<br />
Catalogo a cura <strong>di</strong> Domenico<br />
Quaranta<br />
FABIO PARIS ART GALLERY<br />
Via Alessandro Monti 13<br />
+39 0303756139<br />
+39 0302907539<br />
fabio@fabioparisartgallery.com<br />
www.fabioparisartgallery.com<br />
dal 23/02/2008 al 3/04/2008<br />
Serena Gallini -<br />
Serena dei balocchi<br />
Due serie <strong>di</strong> immagini ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> grande<br />
formato da: “in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>” 2006 b/n<br />
e “dal paese delle meraviglie” 2007 colori.<br />
dal martedì al sabato dalle 15.30 alle<br />
19.30. il museo rimarrà chiuso dal 22<br />
al 31 marzo<br />
museo ken damy<br />
corsetto santa agata, 22<br />
+39 0303758370<br />
www.museokendamy.com<br />
info@museokendamy.com
82.calendario Exibart.onpaper<br />
Gorgonzola<br />
dal 23/02/2008 al 30/04/2008<br />
Radomir Damnjan - Opera <strong>di</strong><br />
verificato valore artistico<br />
Video, performances, foto e opere pittoriche<br />
dagli anni ’70 in poi <strong>di</strong> uno dei<br />
maestri internazionali dell’arte concettuale;<br />
elemento centrale <strong>di</strong> tutto il lavoro<br />
il suo timbro <strong>di</strong> garanzia e la sua scritta<br />
“Opera <strong>di</strong> verificato valore artistico”.<br />
martedì - venerdì 15.00 - 19.30<br />
sabato 10.30 - 19.30<br />
federico bianchi<br />
contemporary art<br />
via gabrio serbelloni, 15<br />
+39 0295109080<br />
www.federicobianchigallery.com<br />
info@federicobianchigallery.com<br />
Mantova<br />
dal 29/03/2008 al 6/07/2008<br />
La forza del Bello.<br />
L'arte greca conquista l'Italia<br />
Con 100 capolavori <strong>di</strong> arte greca provenienti<br />
da collezioni e musei <strong>di</strong> tutto il mondo la<br />
mostra ha l'ambizione <strong>di</strong> ricostruire la fortuna<br />
dell'arte ellenica in Italia a partire dall'epoca<br />
delle colonie (VII-II secolo a.C.) per giungere,<br />
passando prima per la me<strong>di</strong>azione romana,<br />
alla riscoperta nell'età moderna.<br />
9-19 (chiusura biglietteria ore 18)<br />
palazzo te<br />
viale te, 19 - +39 0376369198<br />
www.centropalazzote.it<br />
segreteria@centropalazzote.it<br />
Milano<br />
BUSTO ARSIZIO (VA)<br />
dal 1 marzo al 30 marzo 2008<br />
THE MOMENT IT CLICKS<br />
80 SCATTI DI JOE McNALLY<br />
Orari: 15-19 dal martedì al giovedì,<br />
10 - 12,30 / 15 - 19 dal venerdì alla<br />
domenica<br />
FONDAZIONE BANDERA<br />
PER L'ARTE<br />
Via Andrea Costa 29<br />
tel.0331 322311<br />
www.fondazionebandera.it<br />
info@fondazionebandera.it<br />
GALLARATE (VA)<br />
dall' 8 marzo al 25 maggio 2008<br />
VISIBILE INVISIBILE.<br />
BIANCO-VALENTE<br />
Opere video e ambienti 1995-2008<br />
Orari: 10-12.20 / 14.30-18.20<br />
CIVICA GALLERIA D'ARTE<br />
MODERNA<br />
Viale Milano 21<br />
Tel/fax. 0331.791266<br />
www.gam.gallarate.va.it<br />
dal 21/02/2008 al 21/03/2008<br />
Aaron Sharp Goodstone -<br />
Ghetto Bourgeoise<br />
Direttamente da NewYork arriva a<br />
Milano il pioniere che dagli anni Settanta<br />
è ambasciatore della graffiti art della cultura<br />
hip hop nel mondo.<br />
dal martedì al venerdì 11.00 -17.00;<br />
sabato dalle 14.00 alle 19.00<br />
avantgarden gallery<br />
via giovanni cadolini, 29<br />
+39 3356833247<br />
www.avantgardengallery.com<br />
davide@avantgardengallery.com<br />
Milano<br />
dal 22/02/2008 al 2/06/2008<br />
Canova alla corte degli Zar.<br />
Capolavori dall'Ermitage <strong>di</strong> San<br />
Pietroburgo<br />
Circa quaranta opere selezionate dalle raccolte<br />
dell’Ermitage tra cui ben sette opere<br />
<strong>di</strong> Canova.<br />
lunedì dalle 14:30 alle 19:30; martedì,<br />
mercoledì, venerdì, sabato e domenica<br />
dalle 9:30 alle 19:30; giovedì<br />
dalle 9:30 alle 22:30<br />
palazzo reale<br />
piazza del duomo, 12<br />
+39 0280509362<br />
www.comune.milano.it/palazzoreale/<br />
Milano<br />
dal 23/02/2008 al 23/03/2008<br />
Davide Balliano -<br />
75 68 67 90<br />
75 68 67 90 è l'in<strong>di</strong>cazione in quadricromia<br />
del colore Nero. <strong>Il</strong> Nero è assenza <strong>di</strong> colore,<br />
quin<strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> Luce. Quin<strong>di</strong> Buio.<br />
triennale -<br />
palazzo dell'arte<br />
viale emilio alemagna, 6<br />
+39 02724341<br />
www.triennale.it<br />
info@triennale.it<br />
Milano<br />
dal 6/03/2008 all' 11/04/2008<br />
Greg Bogin -<br />
My Fellow Primates<br />
La galleria Curti/Gambuzzi & Co. è lieta<br />
<strong>di</strong> inaugurare la personale dell'artista<br />
americano Greg Bogin.I 7 quadri esposti<br />
in galleria possiedono un forte impatto<br />
visivo, sono composizioni estremamente<br />
rigorose, dalle tinte vivaci e contrastanti<br />
esaltate dalla brillantezza delle superfici.<br />
da lunedì a venerdì ore 11-19 sabato<br />
solo su appuntamento<br />
paolo curti /<br />
annamaria gambuzzi & co.<br />
via pontaccio, 19<br />
+39 0286998170<br />
www.paolocurti.com<br />
info@paolocurti.com<br />
Milano<br />
dal 27/02/2008 al 27/04/2008<br />
Joel Peter Witkin<br />
In mostra circa quaranta opere vintage e<br />
opere recenti, in bianco e nero, ripercorrono<br />
il lavoro del fotografo americano che<br />
affronta tematiche forti ma quoti<strong>di</strong>ane.<br />
lun. 14.30 – 19.30 | da mar. a dom.<br />
09.30 – 19.30 |giovedì fino alle 22.30<br />
pac - pa<strong>di</strong>glione d'arte contemporanea<br />
via palestro, 14<br />
+39 0276009085<br />
www.comune.milano.it/pac<br />
Milano<br />
MILANO<br />
fino al 29 marzo 2008<br />
DAN HALTER<br />
"never say never"<br />
a cura <strong>di</strong> Carla Roncato e P&P<br />
Orari: da martedì a sabato ore<br />
14.00/19.00<br />
DERBYLIUS LIBRERIA<br />
GALLERIA ARCHIVIO<br />
INTERNAZIONALE D'ARTE<br />
via P. Custo<strong>di</strong>, 16<br />
T/f. 02 89.408.592<br />
info@derbylius.it<br />
www.derbylius.com<br />
dal 15/02/2008 al 30/03/2008<br />
Kiefer e Mao.<br />
Che mille fiori fioriscano<br />
La mostra propone una lettura ine<strong>di</strong>ta per<br />
il pubblico italiano dell’interesse <strong>di</strong><br />
Anselm Kiefer per il ruolo politico-culturale<br />
<strong>di</strong> Mao Zedong nella storia occidentale<br />
attraverso 40 opere, sud<strong>di</strong>vise in<br />
<strong>di</strong>pinti e libri d’artista.<br />
dalle 11.00 a mezzanotte, chiuso il lun.<br />
triennale bovisa<br />
via raffaele lambruschini, 31<br />
+39 02724341<br />
www.triennalebovisa.it<br />
biglietteria.bovisa@triennale.it<br />
Milano<br />
dal 21/02/2008 al 26/04/2008<br />
Kimsooja -<br />
Video Album<br />
Raffaella Cortese è lieta <strong>di</strong> presentare la<br />
mostra <strong>di</strong> Kimsooja: Video Album, la<br />
seconda personale dell’artista presso la<br />
Galleria, in cui saranno presentati sia<br />
lavori fotografici che video.<br />
mart- ven 10-13; 15-19.30<br />
sabato 15-19.30<br />
galleria raffaella cortese<br />
via alessandro stradella, 7<br />
+39 022043555<br />
www.galleriaraffaellacortese.com<br />
rcortgal@tiscali.it<br />
Milano<br />
dal 20/02/2008 al 2/04/2008<br />
Luisa Lambri<br />
L'artista presenta alcune recenti serie <strong>di</strong><br />
fotografie de<strong>di</strong>cate soprattutto agli architetti<br />
italiani Carlo Mollino e Carlo Scarpa.<br />
dal marte<strong>di</strong> al sabato 15 - 19.30, la<br />
mattina su appuntamento<br />
stu<strong>di</strong>o guenzani<br />
via bartolomeo eustachi, 10<br />
+39 0229409251<br />
www.stu<strong>di</strong>oguenzani.it<br />
luciana@stu<strong>di</strong>oguenzani.it<br />
Milano<br />
dal 21/02/2008 al 12/04/2008<br />
Maria Friberg -<br />
Alongside us<br />
Alcuni uomini scalzi e vestiti <strong>di</strong> bianco si<br />
abbandonano malinconicamente sui rami<br />
senza foglie <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> alberi che paiono<br />
<strong>di</strong>segnati ad inchiostro: questa la nuova<br />
serie fotografica <strong>di</strong> Maria Friberg.<br />
galica artecontemporanea<br />
viale bligny, 41<br />
+39 0258430760<br />
www.galica.it<br />
mail@galica.it<br />
Milano<br />
dal 20/03/2008 al 19/04/2008<br />
Markus Schinwald<br />
Markus Schinwald, uno dei più interessanti<br />
e affermati artisti della sua generazione,<br />
si muove tra performance, teatro,<br />
cinema, moda e arti visive.<br />
da martedì a sabato, 10.30-12.30,<br />
15.30-19.00<br />
galleria gio' marconi<br />
via alessandro ta<strong>di</strong>no, 15<br />
+39 0229404373<br />
www.giomarconi.com<br />
info@giomarconi.com<br />
Milano<br />
dall' 11/03/2008 al 18/04/2008<br />
Out of Nothing -<br />
Omaggio a Baruchello<br />
Tre giovani artisti chiamati a confrontarsi<br />
con il lavoro <strong>di</strong> Gianfranco<br />
Baruchello.<br />
da marte<strong>di</strong> a venerdì dalle 15 alle<br />
19,30<br />
annarumma404<br />
via felice casati, 26<br />
+39 3491193237<br />
www.annarumma404.com<br />
info@annarumma404.com<br />
Milano<br />
dal 23/02/2008 al 9/03/2008<br />
Premio Europeo <strong>di</strong> Fotografia<br />
Riccardo Pezza <strong>Il</strong> racconto <strong>di</strong><br />
un luogo - XIII e<strong>di</strong>zione<br />
Premiazione e inaugurazione della<br />
mostra. <strong>Il</strong> Premio Europeo <strong>di</strong> Fotografia<br />
Riccardo Pezza, giunto quest’anno alla<br />
sua tre<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, è stato istituito<br />
nel 1995 in memoria <strong>di</strong> Riccardo Pezza,<br />
giovane fotografo che compì i propri<br />
stu<strong>di</strong> presso il CFP Bauer.<br />
triennale -<br />
palazzo dell'arte<br />
viale emilio alemagna, 6<br />
+39 02724341<br />
www.triennale.it<br />
info@triennale.it<br />
Milano<br />
dal 21/02/2008 al 29/03/2008<br />
Raffaella Crispino -<br />
In God We Trust<br />
IN GOD WE TRUST è un mixaggio<br />
au<strong>di</strong>o video <strong>di</strong> canti e cori religiosi<br />
della città <strong>di</strong> New York.<br />
L'installazione prevede l'accostamento<br />
<strong>di</strong> tre video della durata complessiva<br />
<strong>di</strong> 14’56’’.<br />
dal martedì al sabato dalle 15:30 alle<br />
19:30 e su appuntamento<br />
one piece art<br />
via cappuccio, 3<br />
+39 3358487615<br />
www.onepieceart.com<br />
Milano<br />
dal 27/02/2008 al 31/03/2008<br />
Ron Arad -<br />
Seats... and more<br />
Verrà presentata un’installazione<br />
che prevede una selezione <strong>di</strong> se<strong>di</strong>e<br />
“Blo Void” e “Oh Void”, in e<strong>di</strong>zioni<br />
limitate, in <strong>di</strong>fferenti versioni e<br />
colori.<br />
martedì-sabato 10-13 15-19,30<br />
post design galleria<br />
via della moscova, 27<br />
+39 026554731<br />
www.memphis-milano.com<br />
postdesign@tiscalinet.it<br />
Milano<br />
dal 27/02/2008 al 25/05/2008<br />
Sironi.<br />
Gli anni '40 e '50.<br />
Dal crollo dell’ideologia agli<br />
anni dell’Apocalissi<br />
Nella Sala del Collezionista, 50 opere<br />
ripercorreranno per la prima volta, l’ultima<br />
stagione creativa <strong>di</strong> una tra le figure<br />
più importanti dell’arte italiana ed europea<br />
del ‘900, dal crollo del Fascismo alla<br />
sua morte.<br />
martedì – domenica,<br />
10 – 20. chiuso il lunedì.<br />
fondazione stelline -<br />
palazzo delle stelline<br />
corso magenta, 61<br />
+39 0245462111<br />
www.stelline.it<br />
fondazione@stelline.it<br />
Milano<br />
dal 21/02/2008 al 21/03/2008<br />
Something Old, Something<br />
New. Something Borrowed.<br />
Something Blue.<br />
La mostra comprende alcuni degli artisti<br />
contemporanei americani afferenti alla<br />
temperie della Street Culture d'oltreoceano.<br />
martedì - sabato 11:00 18:30<br />
primo marella gallery<br />
via valtellina,<br />
+39 0234938090<br />
www.marellagallery.com<br />
info@marellagallery.com<br />
Milano<br />
dall' 11/03/2008 al 30/04/2008<br />
Tommaso Chiappa -<br />
Take away<br />
L’artista è legato al monocromo (per lo<br />
più blu, rosso, verde) ma utilizza sapientemente<br />
il colore con oli su tela, pennarelli,<br />
oli su carta, <strong>di</strong> recente anche acquarelli.<br />
15-19, chiuso lunedì e festivi<br />
galleria luciano inga pin<br />
via pontaccio, 12<br />
+39 02874237<br />
info@lucianoingapin.com<br />
Caraglio<br />
Piemonte<br />
dal 15/03/2008 al 15/06/2008<br />
Non tutti i bruchi <strong>di</strong>ventano farfalle…<br />
Storie <strong>di</strong> fili <strong>di</strong> seta<br />
da martedì a sabato: 14.30 – 19.00<br />
domenica e festivi: 10.00 – 19.00<br />
chiuso il lunedì<br />
il filatoio<br />
via giacomo matteotti, 40<br />
+39 0171618260<br />
www.marcovaldo.it<br />
info@marcovaldo.it<br />
Torino<br />
dal 6/03/2008 al 28/03/2008<br />
Andrej Mussa -<br />
X-Files<br />
L'artista presenta <strong>di</strong>eci collage sequenziali<br />
e il video "X-files. Requiem per un<br />
pianeta" invitandoci a riflettere sulle problematiche<br />
del genere umano utilizzando<br />
la metafora dell'alieno.<br />
da martedì a venerdì dalle 16 alle 19.<br />
lunedì e sabato su appuntamento.<br />
velan<br />
via modena, 52<br />
+39 011280406<br />
www.velancenter.com<br />
info@velancenter.com<br />
Torino<br />
dal 13/03/2008 al 15/06/2008<br />
Canaletto e Bellotto.<br />
L’arte della veduta<br />
De<strong>di</strong>cata al rapporto artistico tra i due<br />
gran<strong>di</strong> maestri, la mostra per la prima<br />
volta espone insieme le opere <strong>di</strong><br />
Canaletto e <strong>di</strong> Bellotto permettendo un<br />
imme<strong>di</strong>ato confronto delle peculiarità e<br />
dei loro raggiungimenti stilistici, tecnici<br />
e compositivi.<br />
lunedì: 14.30 – 19.30, da martedì a<br />
domenica: 9.30 – 19.30, giovedì e<br />
sabato: 9,30 - 22.30<br />
palazzo bricherasio<br />
via giuseppe luigi lagrange, 20<br />
+39 0115711811<br />
www.palazzobricherasio.it<br />
info@palazzobricherasio.it<br />
Torino<br />
dal 26/02/2008 al 25/03/2008<br />
Caroline Walker -<br />
The sense of interior<br />
Galleria Glance è lieta <strong>di</strong> presentare la<br />
prima personale italiana dell’artista scozzese<br />
Caroline Walker (Dunfermline, 1982).<br />
da martedì a sabato 15.30-19.30<br />
o su appuntamento<br />
galleria glance<br />
via san massimo, 45<br />
+39 3489249217<br />
www.galleriaglance.com<br />
info@galleriaglance.com<br />
Torino<br />
ALESSANDRIA<br />
dal 29 febbraio al 13 aprile 2008<br />
LA CITTÀ DELL'ARTE<br />
a cura <strong>di</strong> Edoardo <strong>di</strong> Mauro<br />
Martedì, giovedì, sabato e domenica<br />
Ore 16/19<br />
PALAZZO CUTTICA<br />
Via Parma 1<br />
Ufficio cultura 131 40035<br />
Ufficio IAT 0131 234794<br />
sistemamusei@comune.alessandria.it<br />
autori: Bernardelli Carena Caruso<br />
Marsiglia Merello Scarfò<br />
dal 10/03/2008 al 2/06/2008<br />
Fabre e l'Italia.<br />
Un pittore neoclassico tra<br />
Torino, Roma e Firenze<br />
Per la prima volta in Italia, una grande<br />
retrospettiva de<strong>di</strong>cata a François-Xavier<br />
Fabre (1766-1837).<br />
martedì - domenica 10-18.<br />
Chiuso lunedì.<br />
La biglietteria chiude un’ora prima<br />
gam -<br />
galleria d'arte moderna<br />
e contemporanea<br />
via magenta, 31<br />
+39 0114429518<br />
www.gamtorino.it<br />
gam@fondazionetorinomusei.it<br />
Torino<br />
dal 18/03/2008 al 17/05/2008<br />
Francesco Clemente -<br />
Opere scelte<br />
La mostra è costituita da una selezione <strong>di</strong><br />
opere realizzate dall'artista dal 1979 -
Exibart.onpaper calendario.83<br />
anno della nascita della<br />
Transavanguar<strong>di</strong>a - fino ad oggi.<br />
dal martedì al sabato<br />
dalle 10 alle 12,30 e<br />
dalle 16 alle 19,30<br />
galleria in arco<br />
piazza vittorio veneto, 3<br />
+39 0118122927<br />
www.in-arco.com<br />
info@in-arco.com<br />
Torino<br />
dal 6/03/2008 al 19/04/2008<br />
Giuliana Cunéaz -<br />
The Growing Garden.<br />
Occulta Naturae<br />
<strong>Il</strong> nuovo progetto <strong>di</strong> Giuliana Cunéaz<br />
con una serie <strong>di</strong> opere ine<strong>di</strong>te, appositamente<br />
realizzate per l’occasione, basate<br />
sul rapporto tra arte, scienza, natura e<br />
nuove tecnologie.<br />
mar - sab ore 15.00 -20.00<br />
gas art gallery<br />
corso vittorio emanuele II, 90<br />
+3901119700031<br />
www.gasart.it<br />
gallery@gasart.it<br />
Torino<br />
dal 19/02/2008 al 4/05/2008<br />
Rossa.<br />
Immagine e comunicazione del<br />
lavoro: 1848/2006<br />
La mostra vede impiegate tecnologie<br />
multime<strong>di</strong>ali e interattive all’avanguar<strong>di</strong>a<br />
in un percorso cronologico dell’immagine<br />
e della comunicazione prodotta<br />
dal movimento dei lavoratori, e dal sistema<br />
della comunicazione più in generale,<br />
tra il 1848 e il 2006.<br />
palafuksas<br />
piazza della repubblica, 25<br />
Torino<br />
dal 23/02/2008 al 23/03/2008<br />
Rä <strong>di</strong> Martino -<br />
The Night Walker<br />
La galleria Maze, in collaborazione<br />
con la galleria Monitor, è lieta <strong>di</strong><br />
presentare il nuovo progetto <strong>di</strong> Rä <strong>di</strong><br />
Martino. All’installazione video si<br />
accompagnerà un 45 giri della canzone<br />
prodotto in e<strong>di</strong>zione limitata <strong>di</strong><br />
500 copie.<br />
galleria maze<br />
via giuseppe mazzini, 40<br />
+39 01119715285<br />
www.galleriamaze.it<br />
mail@galleriamaze.it<br />
Torino<br />
dal 20/03/2008 al 6/07/2008<br />
Scoprire il design.<br />
La Collezione Von Vegesack<br />
pinacoteca<br />
giovanni e marella agnelli -<br />
lingotto<br />
via nizza, 230<br />
+39 0110062008<br />
www.pinacoteca-agnelli.it<br />
segreteria@pinacoteca-agnelli.it<br />
Bari<br />
TORINO<br />
dal 28 febbraio al 18 maggio 2008<br />
GREENWASHING<br />
Ambiente: pericolosi promesse<br />
e perplessità<br />
a cura <strong>di</strong> <strong>Il</strong>aria Bonacossa e Latitudes<br />
(Max Andrews &<br />
Mariana Canepa Luna)<br />
FONDAZIONE SANDRETTO RE<br />
REBAUDENGO<br />
Via Modane 16<br />
+39 0113797600<br />
+39 01119831601<br />
info@fondsrr.org<br />
www.fondsrr.org<br />
dal 22/02/2008 al 9/03/2008<br />
Puglia<br />
Franco Scaringi<br />
I dati naturalistici si perdono in una<br />
deformazione mentale che è sicuro possesso<br />
della figura. Con un gesto che non<br />
vuole essere provocatorio ma emblematico<br />
della consapevolezza del gioco della<br />
rappresentazione, muta i tra<strong>di</strong>zionali<br />
risultati della luce e del colore.<br />
lun - sab 10.00 / 13.30 -<br />
17.00 / 20.30 dom 17.00 / 20.30<br />
galleria bluorg<br />
via marcello celentano, 92<br />
+39 3402807324<br />
www.bluorg.it - info@bluorg.it<br />
Barletta (BA)<br />
dal primo marzo al 20 luglio 2008<br />
Paris 1900.<br />
La collezione del<br />
Petit Palais <strong>di</strong> Parigi<br />
La mostra amplifica l'indagine sull'arte<br />
d'Oltralpe con opere <strong>di</strong> artisti contemporanei<br />
a De Nittis, allargando lo sguardo<br />
sulla città oltre la pittura, attraverso sculture,<br />
oggetti d'arte, arre<strong>di</strong>, gioielli, ceramiche,<br />
stampe, fotografie della fine del<br />
XIX e l'inizio del XX secolo.<br />
orario: tutti i giorni 10.00 - 20.00<br />
ogni ven. 10.00 - 23.00<br />
lunedì ore 10.00 - 14.00<br />
ufficio stampa: ARTHEMISIA<br />
palazzo della marra -<br />
pinacoteca<br />
giuseppe de nittis<br />
Via Enrico Cial<strong>di</strong>ni<br />
+39 0883578613<br />
Lecce<br />
dal 15 marzo al 14 aprile 2008<br />
Sandro Zenok<br />
Se la sua formazione è da rintracciarsi<br />
nell'ambito della Aerosol art,<br />
negli ultimi lavori <strong>di</strong> Zenok si nota<br />
una sorta <strong>di</strong> ripiegamento e <strong>di</strong> "chiusura"<br />
su <strong>di</strong> sé, mentre la ricerca si<br />
sposta dal macro-segno grafico sul<br />
muro al micro-segno figurativo sulla<br />
tela.<br />
caffe’ letterario<br />
Via Guglielmo Pala<strong>di</strong>ni 46<br />
+39 0832242351<br />
info@caffeletterario.org<br />
www.caffeletterario.org<br />
Cagliari<br />
TERLIZZI (BA)<br />
fino al 25 marzo<br />
KUNST IN DER TASCHE<br />
ARTE IN TASCA<br />
RA COMUNICAZIONETOTALE<br />
via Pasquale Fiore, 35<br />
tel. +39 338 7674491<br />
e-mail: paolodesantoli@admeri<strong>di</strong>em.it<br />
www.admeri<strong>di</strong>em.it<br />
IL VICOLO RISTORAZIONE<br />
vico 5º Garibal<strong>di</strong>, 8<br />
tel. +39 080 3518825<br />
chiuso il mercoledì<br />
Sardegna<br />
dal 22/02/2008 al 9/03/2008<br />
Elisabetta Falqui -<br />
Obfashion<br />
inaugurata a firenze a la corte contemporanea<br />
la primavera scorsa,<br />
obfashion viene riproposta a cagliari<br />
in versione ridotta.<br />
da marte<strong>di</strong> alla domenica<br />
ore 18-22<br />
spazio p<br />
vico barcellona, 7<br />
+39 3488039469<br />
www.spaziop.it<br />
info@spaziop.it<br />
Nuoro<br />
fino al 15 aprile 2008<br />
Marc Chagall - Mostri, chimere<br />
e figure ibride / Temi biblici<br />
<strong>Il</strong> MAN apre la stagione espositiva<br />
del 2008 puntando l'attenzione su<br />
Marc Chagall con una rassegna che<br />
si configura come un approfon<strong>di</strong>to<br />
percorso nell'arte del maestro russo.<br />
man - museo d’arte della<br />
provincia <strong>di</strong> nuoro<br />
Via Sebastiano Satta 15<br />
+39 0784252110<br />
+39 0784252110<br />
man.nuoro@gmail.com<br />
www.museoman.it<br />
Palermo<br />
Sicilia<br />
dal 16/02/2008 al 5/03/2008<br />
Canecapovolto +<br />
Zoltan Fazekas -<br />
Presente Continuo<br />
Egli (per como<strong>di</strong>tà lo chiameremo <strong>Il</strong><br />
Vecchio) poteva <strong>di</strong>sporre degli<br />
uomini e delle loro azioni, soprattutto.<br />
Era come se ogni volta egli<br />
<strong>di</strong>ventasse un'altra persona ed agisse<br />
e creasse attraverso questa. Quelle<br />
persone allora cessavano improvvisamente<br />
<strong>di</strong> esistere. Un giorno però<br />
il vecchio cadde in un sonno profondo<br />
e solo allora le persone tornarono<br />
in vita ed espressero la loro inquietu<strong>di</strong>ne.<br />
Tutto questo poteva avvenire<br />
nello Stato dell'Arte.<br />
il giovedì dalle 16.00 alle 20.00 gli<br />
altri giorni su appuntamento<br />
francesco pantaleone<br />
artecontemporanea<br />
piazzetta garraffello, 25<br />
+39 091332482<br />
www.fpac.it<br />
info@fpac.it<br />
Palermo<br />
dal 15/02/2008 al 15/03/2008<br />
Xiong Wen Yun -<br />
Cai Hong -<br />
Arcobaleno<br />
Seconda parte del progetto che ha<br />
già visto lo scorso anno la presenza<br />
dell'artista in città con la mostra Cai<br />
Hong, l'esposizione presenta in galleria<br />
la realizzazione del progetto<br />
che Xiong WenYun ha realizzato a<br />
Palermo, de<strong>di</strong>cata allo Spasimo.<br />
tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle<br />
16,30 alle 19,30; dom. solo mattina,<br />
lun. solo pomeriggio<br />
galleria dell'arco<br />
via siracusa, 9<br />
+39 0916261234<br />
www.dearco.it<br />
info@dearco.it<br />
Firenze<br />
Toscana<br />
dal 19/02/2008 all' 1/03/2008<br />
Abitanti Ambienti 2008<br />
Secondo appuntamento della mostra<br />
Abitanti Ambienti 2008, che riunisce<br />
i lavori <strong>di</strong> cinque artisti toscani.<br />
16-19.30, chiuso lunedì e festivi<br />
galleria il ponte<br />
via <strong>di</strong> mezzo, 42/b<br />
+39 055240617<br />
www.galleriailponte.com<br />
info@galleriailponte.com<br />
Firenze<br />
dal 15/02/2008 al 20/03/2008<br />
Surasi Kusolwong -<br />
"Changing (I think there is<br />
something going on here)"<br />
Una riflessione sul sistema dell'arte<br />
e sulla situazione politica mon<strong>di</strong>ale<br />
attuale.<br />
martedì a sabato 17-20 / 0-24 come<br />
vetrina / per appuntamenti telefonare<br />
base -<br />
progetti per l'arte<br />
via <strong>di</strong> san niccolò, 18r<br />
+39 3286927778<br />
www.baseitaly.org<br />
info@baseitaly.org<br />
Pistoia<br />
dal 16/02/2008 al 29/03/2008<br />
Bazzana | Uzunovski |<br />
Moscar<strong>di</strong>ni<br />
La galleria S p a z i o Acontemporanearte ospita<br />
tre installazioni site-specific realizzate per<br />
l’occasione da tre giovani artisti emergenti che<br />
hanno in comune l’avere ottenuto dei riconoscimenti<br />
importanti nel 2007.<br />
dal martedì al sabato 15.30-19.30<br />
spazioa contemporanearte<br />
via modenese, 165<br />
+39 0573903756<br />
www.spazioa.it<br />
info@spazioa.it<br />
Siena<br />
dal 16/02/2008 al 30/03/2008<br />
Erranti / Wanderers nella<br />
videoarte contemporanea / in<br />
contemporary video art<br />
Nei suggestivi ambienti me<strong>di</strong>evali dei<br />
Magazzini del Sale, alcuni tra i più interessanti<br />
videoartisti e filmmaker a livello<br />
internazionale si confrontano con questo<br />
tema antichissimo, con<strong>di</strong>viso da tra<strong>di</strong>zioni<br />
e letterature <strong>di</strong>verse, e para<strong>di</strong>gma per<br />
eccellenza della con<strong>di</strong>zione umana.<br />
tutti i giorni 10.00-18.00<br />
palazzo pubblico -<br />
magazzini del sale<br />
il campo, 1<br />
+39 0577292226<br />
museocivico@comune.siena.it<br />
Trentino-alto A<strong>di</strong>ge<br />
Rovereto<br />
dal 23/02/2008 all' 1/06/2008<br />
Chen Zhen -<br />
<strong>Il</strong> corpo come paesaggio<br />
mart<br />
corso angelo bettini, 43<br />
+39 0464438887<br />
www.mart.trento.it<br />
info@mart.trento.it<br />
Trento<br />
dal 7/03/2008 al 10/05/2008<br />
Alessandro Bazan - Golden<br />
Circle<br />
“Golden Circle" è il titolo della prima personale<br />
<strong>di</strong> Alessandro Bazan in Trentino. “Golden<br />
Circle” era il nome del celebre locale <strong>di</strong><br />
Stoccolma che nel '65 aveva ospitato il concerto<br />
del gruppo jazz Ornette Coleman Trio. I<br />
<strong>di</strong>pinti esposti a Trento sono così ispirati a<br />
quell'in<strong>di</strong>menticabile esecuzione<br />
da mar.ì a sab. 10-13 e 16-19 domenica,<br />
lun. e festivi su appuntamento<br />
a.b.c. arte boccanera<br />
contemporanea<br />
via milano, 128<br />
+39 0461984206<br />
www.arteboccanera.com<br />
arteboccanera@gmail.com<br />
Trento<br />
dal 14/03/2008 al 15/06/2008<br />
Wilhelm Sasnal - Anni <strong>di</strong> lotta<br />
L’esposizione, sua prima personale in un’istituzione<br />
pubblica italiana, comprenderà<br />
molte serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti e filmati. Fra le opere<br />
pittoriche, vero cuore della produzione dell’artista,<br />
spiccano le serie legate alle tematiche<br />
dell’ebraismo (Maus, Shoah), al paese<br />
natale (Moscice), ai fiumi che attraversano<br />
la Polonia, agli e<strong>di</strong>fici religiosi (Chiese) alle<br />
fiabe (Andersen), alla sua passione per i<br />
gruppi musicali (Musica), accompagnate<br />
da una larga serie <strong>di</strong> ritratti.<br />
galleria civica<br />
d'arte contemporanea<br />
via rodolfo belenzani, 46<br />
+39 0461985511<br />
www.workartonline.net<br />
info@galleriacivica.it<br />
Padova<br />
Veneto<br />
dal 22/02/2008 al 16/03/2008<br />
Enrico Schiavinato - Un dolore<br />
assorto<br />
10.00 - 13.00 / 15.30 - 18.30, lun. chiuso<br />
museo civico al santo<br />
piazza del santo, 12<br />
+39 0498751105<br />
cnf@comune.padova.it<br />
Treviso<br />
dal 22/02/2008 al 5/03/2008<br />
Franca Minar<strong>di</strong> - Non si perde<br />
mai nulla<br />
Personale <strong>di</strong> pittura<br />
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18,30;<br />
sabato: dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00<br />
alle 19,00. domenica : dalle 10,00 alle<br />
12,00 e dalle 16,00 alle 19,00<br />
palazzo scotti<br />
via sant'andrea, 3<br />
+39 0422658313<br />
Venezia<br />
dal 15/02/2008 al 4/05/2008<br />
Lawrence Carroll<br />
Un progetto coraggioso, una mostra<br />
come opera d’arte totale, in nove sale e<br />
quaranta opere al secondo piano del<br />
Museo Correr.<br />
tutti i giorni, 10/17 fino al 21 marzo;<br />
dal 22 marzo 10/18<br />
museo correr<br />
san marco, 52<br />
+39 0412405211<br />
www.museiciviciveneziani.it<br />
Venezia<br />
dal 19/03/2008 al 27/04/2008<br />
Maja Bajevic<br />
L'artista opera con i mezzi più vari alternando<br />
performances, video, oggetti e<br />
fotografie, sovente coinvolgendo lavoratori<br />
e lavoratrici delle zone in cui imposta<br />
la sua opera<br />
da mercoledì a domenica dalle 10.30<br />
alle 17.30<br />
fondazione bevilacqua la masa<br />
- palazzetto tito<br />
dorsoduro, 2826<br />
+39 0415207797<br />
www.bevilacqualamasa.it<br />
info@bevilacqualamasa.it<br />
Venezia<br />
dall' 8/03/2008 all' 11/05/2008<br />
Stefano Arienti - Disegni<br />
<strong>di</strong>smessi<br />
L'esposizione veneziana presenta una<br />
varietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni e <strong>di</strong> immagini che si<br />
nascondono, trasmigrano o sconfinano<br />
dai materiali che solitamente li ospitano<br />
per ricomparire su altre materie e oggetti.<br />
10 - 18. il ven. e sab. 10 - 22. chiuso<br />
il lun. dal 18 marzo: mar. - sab. 10-<br />
20; dom. 10-19. chiuso il lun.<br />
fondazione querini stampalia<br />
campo santa maria formosa, 5252<br />
+39 0412711411<br />
www.querinistampalia.it<br />
VERONA<br />
fino al 30 marzo 2008<br />
PIETRO CONSAGRA<br />
NECESSITÀ<br />
DEL COLORE<br />
sculture e <strong>di</strong>pinti 1964-2000<br />
a cura <strong>di</strong> Luca Massimo Barbero e<br />
Gabriella Di Milia<br />
Catalogo Skira, testi <strong>di</strong> Fabrizio<br />
D'Amico, Lia Durante, Paola Marini,<br />
Francesca Pola, Laura Lorenzoni,<br />
Rosemary Ramsey, Francesco<br />
Tedeschi.<br />
GALLERIA DELLO SCUDO<br />
via Scudo <strong>di</strong> Francia 2<br />
tel. 0039 045 590144<br />
fax 0039 045 8001306<br />
info@galleriadelloscudo.com<br />
orario: lunedì 15.30 - 19.30 martedìsabato<br />
9.30 - 13.30 / 15.30 - 19.30<br />
MUSEO DI CASTELVECCHIO<br />
corso Castelvecchio 2<br />
orario: lunedì 13.45 - 19.30 martedì-domenica<br />
8.30- 19.30<br />
tel. 0039 045 8062611<br />
fax 0039 045 8010729<br />
mostre.castelvecchio@comune.verona.it<br />
Immagine: Ferro trasparente arancio
84.riman<strong>di</strong> Exibart.onpaper<br />
riman<strong>di</strong>.<br />
A MONDO MIO.<br />
[...segue da pag. 6 <strong>di</strong> opinioni] Viceversa, con l'arte <strong>di</strong> Second Life<br />
siamo sempre a metà strada, con un piede in un mondo e l'altro<br />
in un social network, sempre in equilibrio instabile. Un atteggiamento<br />
che invece ha parecchi punti <strong>di</strong> contatto con il realismo<br />
magico, un modo <strong>di</strong> leggere la realtà sopra le righe, alzandola<br />
tutta <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> toni, che va dal Fellini <strong>di</strong> Amarcord al Tim Burton<br />
<strong>di</strong> Big Fish, contemplando naturalmente il grande affresco del<br />
Garcia Marquez <strong>di</strong> Cent'anni <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne, con Macondo che anticipa<br />
<strong>di</strong> venticinque anni il metaverso <strong>di</strong> Neal Stephenson.<br />
Tasferendosi nei territori dell'arte figurativa, i nostri sospetti trovano<br />
ulteriori conferme. I personaggi che riempiono le pagine personali<br />
degli utenti <strong>di</strong> Flickr dei pool <strong>di</strong> Second Life riportano curiosamente<br />
alle atmosfere dei maestri del realismo magico, quello<br />
americano e quello europeo.<br />
Nei paesaggi <strong>di</strong> Nephie Eerie si sente l'eco delle scenografie in formaldeide<br />
<strong>di</strong> Carel Willink, nei volti <strong>di</strong> Daequix Scarborough c'è un<br />
riflesso delle opere <strong>di</strong> Paul Cadmus e <strong>di</strong> George Tooker, nelle composizioni<br />
eleganti <strong>di</strong> Marya Nesiote si ritrova il gusto che rende<br />
grande l'arte <strong>di</strong> Michael Parkes.<br />
Si <strong>di</strong>pana così un filo conduttore ine<strong>di</strong>to, che svela nuove associazioni<br />
<strong>di</strong> stile, spesso involontarie e inconsce, derivate da quella che<br />
la mia amica Harper Beresford definisce "risonanza culturale". In<br />
poche parole, queste persone che frequentano uno stesso milieu<br />
assorbono un sostrato <strong>di</strong> idee che appartiene a una tra<strong>di</strong>zione che<br />
magari non hanno stu<strong>di</strong>ato sui libri, ma che affiora inaspettatamente,<br />
in virtù <strong>di</strong> una curiosa teoria dell'evoluzione dell'arte, una<br />
teoria che ancora aspetta il suo Darwin per essere co<strong>di</strong>ficata.<br />
mario gerosa<br />
giornalista, autore <strong>di</strong> "Rinascimento virtuale" (Meltemi)<br />
CHOPSTICK.<br />
[...segue da pag. 6 <strong>di</strong> opinioni] In chiusura del pamphlet, Marinetti<br />
chiede alle donne aiuto nella realizzazione <strong>di</strong> un programma futurista<br />
che vuole offrire loro: "Diritto <strong>di</strong> voto. Abolizione della autorizzazione<br />
maritale. Divorzio facile. Svalutazione a abolizione graduale<br />
del matrimonio. Svalutazione della verginità. Ri<strong>di</strong>colizzazione<br />
sistematica e accanita della gelosia. Libero amore." Proprio così:<br />
libero amore nel 1918. Ossia cinquant'anni esatti prima dell'ormai<br />
insostenibile 1968.<br />
La destra si appropria <strong>di</strong> Marinetti come icona, ma poi che fa del<br />
suo programma? Lo <strong>di</strong>mentica. E le signore Prestigiacomo,<br />
Santanché, De Albertis lottano contro i Dico ("Svalutazione a abolizione<br />
graduale del matrimonio" chiedeva il Poeta). Le belle dame<br />
cotonate <strong>di</strong> Forza Italia come Maria Goretti invocano la verginità.<br />
Ferrara lotta contro l'aborto. E in fondo anche Almirante era contrario<br />
al <strong>di</strong>vorzio e ai tempi del referendum <strong>di</strong>ceva in tv "non voterete<br />
come vorrebbero che votaste gli uomini delle Brigate Rosse"<br />
(Almirante, come molti politici <strong>di</strong> un tempo, era colto e non sbagliava<br />
i mo<strong>di</strong> verbali).<br />
Graziano Cecchini, se davvero si ritiene erede marinettiano,<br />
dovrebbe tenere conto <strong>di</strong> tutta la lezione del Maestro e magari,<br />
tra una performance e l'altra, insegnarla ai militanti della sua<br />
parte politica, così antifuturisticamente scandalizzati dal futuro.<br />
tommaso labranca<br />
scrittore<br />
Daniele Puppi<br />
[... segue da pag. 58 <strong>di</strong> déjà vu] L'illusione della tri<strong>di</strong>mensionalità<br />
è infatti percepibile soltanto grazie alla prospettiva che si ha centralmente<br />
fino a pochi metri dall'ingresso. Come se l'opera saturasse<br />
completamente lo spazio, impedendovi l'accesso. Oppure,<br />
come se lo rendesse luogo sacro e inviolabile, confinando lo spettatore<br />
in una sorta <strong>di</strong> pronao antistante. La ripetizione dei gesti è<br />
funzionale al rapporto <strong>di</strong> simbiosi che l'artista vuole avere con lo<br />
spazio, rifiutando perciò la linearità <strong>di</strong> un tempo narrativo, che<br />
abbia inizio e fine. Le Fatiche <strong>di</strong> Puppi danno suono e movimento<br />
allo spazio, ma ne vogliono mantenere l'aspetto permanente e<br />
imme<strong>di</strong>ato, fuori dal tempo della storia, come e meglio delle Music<br />
for Airports <strong>di</strong> Brian Eno. Pretendono modalità <strong>di</strong> percezione che<br />
non abbiano la linearità del racconto, ma l'aspetto puntiforme<br />
della visione, le possibilità <strong>di</strong> durata dell'architettura e la pienezza<br />
senza tempo del rito.<br />
[stefano mazzoni]<br />
Werner Herzog<br />
[... segue da pag. 58 <strong>di</strong> déjà vu] "Ho <strong>di</strong>fficoltà a considerarmi un<br />
artista", ha <strong>di</strong>chiarato in conferenza stampa il regista, "e a <strong>di</strong>stinguere<br />
tra finzione e documentario. So che ci sono <strong>di</strong>fferenze, ma<br />
queste non mi fanno sentire a mio agio". Molto utili alla comprensione<br />
del fenomeno Herzog anche i sei montaggi per nuclei tematici,<br />
schierati nel lungo corridoio della Fondazione, realizzati con<br />
sequenze del suo cinema più celebre. Quello interpretato dall'allucinato<br />
Klaus Kinski in titoli che vanno da Aguirre, furore <strong>di</strong> Dio<br />
(1972) a Nosferatu, il principe della notte (1979), fino al mitico<br />
Fitzcarraldo (1982), del quale sono in visione pure alcune scene<br />
dove compare Mick Jagger, poi tagliate nella versione definitiva.<br />
Conclude la mostra l'unico storyboard dell'intera carriera del regista<br />
tedesco, realizzato per la scena finale del film Grido <strong>di</strong> pietra<br />
(1991). Che suonerebbe un po' come l'abiura del suo credo cinematografico<br />
tutto genio e sregolatezza, se non fosse specificato<br />
nella <strong>di</strong>dascalia: "Su espressa richiesta della produzione".<br />
[clau<strong>di</strong>a giraud]<br />
Marco Perego<br />
[...segue da pag. 59 <strong>di</strong> déjà vu] Solo l'operazione artistica dota "le<br />
nuove icone o iconologie prodotte da Perego <strong>di</strong> una nuova aura,<br />
benché appartengano all'universo dei consumi né più né meno <strong>di</strong><br />
un prodotto industriale", spiega Sergio Risaliti. Le opere offrono<br />
riferimenti essenziali per la lettura della mostra: il "sopra le righe"<br />
è imme<strong>di</strong>atamente percepibile dall'ingresso attraverso tutte le<br />
altre sale del Museo. E "questa specie <strong>di</strong> bassa, orizzontale sacralità<br />
è riconfermata a livello formale dalla pittura sontuosa e iperrealistica",<br />
prosegue Risaliti. "Qui la grande tra<strong>di</strong>zione figurativa<br />
rinascimentale, quella della mimesi idealizzatrice, è messa in<br />
campo a servizio del banale, del kitsch, del popolare, dell'infantile".<br />
In Devastated land, olio su tela <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, la "fantasyland"<br />
è al completo: giocattoli rotti, bambole e orsacchiotti, cartoons<br />
e favole, il Cappellaio matto, biglie traslucide. Insomma, "un'iconografia<br />
neo pop che invade le sale dell'Archeologico" (Caverni).<br />
[daniela cresti]<br />
Olivo Barbieri<br />
[...segue da pag. 59 <strong>di</strong> déjà vu] Site specific per questo ed altro:<br />
non solo perché l'ecci<strong>di</strong>o cinematografico si consuma tra le copie<br />
degli affreschi pompeiani <strong>di</strong> Villa dei Misteri, ma anche perché l'ibrida<br />
rielaborazione <strong>di</strong> questo classico <strong>di</strong> celluloide ricorda il mix tra<br />
cronaca nera e romanzo <strong>di</strong> Gomorra, il best seller <strong>di</strong> Roberto<br />
Saviano citato nell'articolo del "Guar<strong>di</strong>an" che ha fatto scoprire<br />
all'artista questo simbolo della pacchiana megalomania camorrista,<br />
che si circonda <strong>di</strong> pompa nel degradato deserto dell'hinterland.<br />
Un meschino parossismo d'onnipotenza, ri<strong>di</strong>colizzato riprendendo<br />
nel titolo TWIY. The world is yours la scritta lampeggiante sulla fontana<br />
<strong>di</strong> Scarface. Evidente la <strong>di</strong>somogeneità fra le due tranche della<br />
mostra, nonostante lo stesso autore in<strong>di</strong>vidui un nesso nella <strong>di</strong>storsione<br />
del concetto <strong>di</strong> committenza e tracci un parallelismo tra<br />
icone <strong>di</strong> ieri e miti <strong>di</strong> oggi. Tronconi, in ogni caso, entrambi sviluppo<br />
<strong>di</strong> un'interpretazione fedele della consegna: da una parte ciò che lo<br />
sguardo ha colto nel museo, dall'altra ciò che questo stesso sguardo<br />
è andato a cercare fuori. Strabico, ma acuto.<br />
[anita pepe]
Exibart.onpaper fotofinish.85<br />
1<br />
8 9<br />
ArteFiera è ormai una rassegna internazionale. Con tutto quello che ne consegue, però. In bene e, soprattutto, in male! Ad esempio? Ad esempio il carrello delle ostriche e dello champagne(2), in puro<br />
stile Art Basel & company. Evvabbé. Anche se c'è chi cerca <strong>di</strong> ricomporsi e <strong>di</strong> pensare a vendere, come Primo Marella (1), l'atmosfera gioviale suggerisce più un sano vip watching. Le vittime dei paparazzi?<br />
Sempre le solite. Ma le ri-osserviamo con piacere (si fa per <strong>di</strong>re). Dal buon vecchio Lucio Dalla (3) ad Aldo Busi (5) piacevolmente in posa, passando per l'immancabile Alessandro Bergonzoni (6),<br />
impegnatissimo a promuovere la sua personale da Mimmo Scognamiglio. Vip in azione anche al tavolo da ping pong nello stand della galleria Jablonka. (4) Li avete riconosciuti? E già, proprio loro:<br />
Francesco Clemente e il <strong>di</strong>rettore del Madre <strong>di</strong> Napoli Edoardo Cycelin. Menomale che c'è sempre il nostro lettore feticista il quale, per allentare la tensione, ci propina come al solito alcune foto (per carità<br />
<strong>di</strong> patria ne pubblichiamo solo una, 7) <strong>di</strong> scarpe e calzari <strong>di</strong> bizzarra natura. Questa volta, sempre nel bailamme <strong>di</strong> Arte Fiera, ecco a voi i pie<strong>di</strong>-topo... A proposito <strong>di</strong> fiere <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là per il mondo. I<br />
colleghi giornalisti ricorderanno la sala stampa <strong>di</strong> Arte Fiera (ma anche quella <strong>di</strong> Artissima, per non <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> MiArt...): ebbene, non si superano mai i tre computer a <strong>di</strong>sposizione. Vedete questa<br />
foto? (8) Beh, è la sala stampa della fiera Arco <strong>di</strong> Madrid... E poi non vi lamentate se i reportage dalle fiere su Exibart.com non sono tempestivi come dovrebbero! Attovagliamenti romani non mancano<br />
mai. Nelle foto rubate si intravedono (9) Mario Pieroni, Jimmie Durham, neo trasferitosi nella Capitale, e Danilo Eccher. Nello scatto a fianco (10) il collezionista Antonino Marino e il gallerista Pino<br />
Casagrande, gozzoviglianti a Villa Me<strong>di</strong>ci in occasione della grande mostra <strong>di</strong> Giuseppe Penone. Chiu<strong>di</strong>amo con un poker d'assi composto da artista \ teorico \ gallerista \ collezionista. Nell'or<strong>di</strong>ne (11)<br />
Omar Galliani che presenta con Cristina Aci<strong>di</strong>ni le sue opere acquistate dagli Uffizi a Firenze; (12) il professor Mario Lupano che si sfama durante un buffet al MAXXI; (13) il gallerista Andrea Perugi che<br />
illustra al collezionista Paolo Consolan<strong>di</strong> il suo stand alla fiera Arco <strong>di</strong> Madrid.<br />
LE FOTO PIU' BELLE VERRANNO PUBBLICATE. INVIATECELE A > fotofinish@exibart.com<br />
2<br />
3<br />
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13
86.hostravistoxte Exibart.onpaper<br />
crimes and misdemeanors...<br />
<strong>di</strong> Marco Senal<strong>di</strong><br />
�� Ormai passiamo la maggior<br />
parte del tempo a lamentarci.<br />
Ci si lamenta del virus<br />
parainfluenzale che resiste ai<br />
farmaci da banco, del percolato<br />
che minaccia <strong>di</strong> fuoriuscire<br />
dalla <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Ariano Irpino,<br />
del ten<strong>di</strong>ne rotuleo <strong>di</strong> Ronaldo<br />
che si strapapa come lo guar<strong>di</strong>,<br />
dei SUV che scorrazzano<br />
in<strong>di</strong>sturbati per Ceppaloni…<br />
Siamo d'accordo, qui c'è poco<br />
da scherzare, ci sono in ballo<br />
malformazioni, appalti truccati,<br />
proteste prepagate, e una<br />
serie <strong>di</strong> italiche bizzarrie degne<br />
<strong>di</strong> una canzone <strong>di</strong> Rino<br />
Gaetano. Eppure, tutto ciò non<br />
dovrebbe farci <strong>di</strong>menticare<br />
che esistono anche "crimini<br />
culturali" che possono arrivare<br />
a malformare le menti in un<br />
modo forse meno percettibile,<br />
ma sicuramente con effetti <strong>di</strong><br />
lunga, a volte lunghissima,<br />
durata e danni <strong>di</strong>fficilmente<br />
calcolabili.<br />
La circolazione delle opere<br />
straniere tradotte in italiano è<br />
per esempio, sempre inspiegabilmente<br />
inconsueta. Io stesso,<br />
come curatore <strong>di</strong> traduzioni e<br />
<strong>di</strong> saggi, mi sono senz'altro<br />
reso colpevole <strong>di</strong> qualche forzatura,<br />
ma qui il problema è un<br />
altro: sono le omissioni, gli<br />
errori, le autentiche perle infilate<br />
un po' dappertutto nel<br />
panorama culturale. <strong>Il</strong> mio<br />
amico Slavoj Zizek, uno dei filosofi<br />
viventi più prolifici e<br />
influenti del pianeta, soffre per<br />
esempio <strong>di</strong> storpiamenti pro<strong>di</strong>giosi:<br />
le ce<strong>di</strong>glie sulle due z del<br />
cognome saltano quasi sempre,<br />
ma mi ha stupito constatare<br />
che in una recente e<strong>di</strong>zione<br />
italiana persino il nome in<br />
copertina è stato sostituito da<br />
un ineffabile "Slavoy". In una<br />
traduzione <strong>di</strong> una biografia <strong>di</strong><br />
Salvador Dalì viene riportata<br />
una frase del grande catalano<br />
che suona così: "C'è soltanto<br />
'un' quadro che continui a<br />
<strong>di</strong>pingere tutta la vita su <strong>di</strong>fferenti<br />
tele, simili a cornici del filmato<br />
vero dell'immaginazione".<br />
Dato che l'immagine delle "cornici<br />
del filmato" mi lasciava<br />
perplesso ho confrontato l'originale<br />
inglese dove si parla <strong>di</strong><br />
"frames"; il senso vero della<br />
frase è pertanto: "…<strong>di</strong>fferenti<br />
tele, simili ai frames [fotogrammi]<br />
del film dell'immagi-<br />
nazione…". Per anni ho pensato<br />
che un importante saggio <strong>di</strong><br />
Sartre, L'imaginaire, non fosse<br />
stato mai tradotto in italiano,<br />
salvo poi accorgermi che invece<br />
era stato tradotto eccome,<br />
però con un altro titolo,<br />
Immagine e coscienza, che<br />
con l'originale c'entra poco o<br />
nulla. Se si pensa che il libro è<br />
degli anni '40, quando<br />
l'Immaginario in senso lacaniano<br />
era <strong>di</strong> là da venire, si capisce<br />
che aver mis-tradotto il<br />
titolo originale <strong>di</strong> Sartre equivale<br />
a una specie <strong>di</strong> depistaggio<br />
culturale; sotto le spoglie<br />
innocenti e para-fenomenologiche<br />
<strong>di</strong> Immagine e coscienza,<br />
si nasconde in effetti uno dei<br />
testi potenzialmente più rivoluzionari<br />
del '900, solo che noi<br />
lettori italiani non lo sapevamo<br />
(tranne gli eru<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> professione,<br />
che però non hanno avuto i<br />
mezzi per mettere in relazione<br />
il testo <strong>di</strong> Sartre con l'idea <strong>di</strong><br />
Lacan, oppure ce li hanno avuti<br />
e non l'hanno fatto, <strong>di</strong>sgraziati).<br />
Einau<strong>di</strong> ha pochi mesi fa<br />
rie<strong>di</strong>to il saggio in questione<br />
col giusto titolo: un caso più<br />
unico che raro <strong>di</strong> ravve<strong>di</strong>mento<br />
operoso, anche se tar<strong>di</strong>vo. E<br />
che <strong>di</strong>re <strong>di</strong> certi libri d'arte<br />
contemporanea dove i titoli<br />
delle opere, per eccesso <strong>di</strong><br />
zelo, sono tradotti anche quelli?<br />
Passi per Fontana <strong>di</strong><br />
Duchamp, ma se Full Fathom<br />
Five <strong>di</strong> Pollock - che fra l'altro è<br />
una citazione <strong>di</strong> Shakespeare -<br />
<strong>di</strong>venta Cinque leghe sotto il<br />
casino è assicurato.<br />
Ora, qualcuno potrebbe finalmente<br />
saltar su a <strong>di</strong>re: sì, ma<br />
attenzione che a noi della saggistica<br />
eru<strong>di</strong>ta non ce ne frega<br />
niente. <strong>Il</strong> problema è che,<br />
anche se in parte questa posizione<br />
estrema è con<strong>di</strong>visibile,<br />
d'altro canto non si può sottostimare<br />
l'impatto che il saggio<br />
<strong>di</strong> estetica più peregrino ha<br />
sulla vita <strong>di</strong> tutti i giorni; già<br />
oggi una griffe come Alberta<br />
Ferretti usa la <strong>di</strong>zione<br />
Philosophy per i suoi abiti, e<br />
non bisogna <strong>di</strong>menticare che<br />
decenni fa Lacan aveva profetizzato<br />
che i suoi illeggibili<br />
Scritti sarebbero <strong>di</strong>venuti un<br />
fenomeno <strong>di</strong> costume (come è<br />
puntualmente avvenuto); con<br />
l'aria che tira, non ci sarebbe<br />
da meravigliarsi se Alain<br />
Ba<strong>di</strong>ou <strong>di</strong>segnasse la nuova<br />
collezione <strong>di</strong> cravatte per<br />
Piombo.<br />
Del resto considerate un ultimo<br />
esempio: la celebre collaborazione<br />
fra Dalì e Disney del<br />
1946. <strong>Il</strong> risultato dei mesi trascorsi<br />
dal grande surrealista<br />
negli Su<strong>di</strong>os Disney è rimasto<br />
tra la leggenda e il gossip per<br />
oltre cinquant'anni, finché nel<br />
2003 la Disney ha mostrato<br />
una versione del breve cartone<br />
animato Destino, su <strong>di</strong>segni <strong>di</strong><br />
Dalì, al Festival <strong>di</strong> Annecy. La<br />
visione <strong>di</strong> questo frammento<br />
(reperibile su YouTube) è stata<br />
per molti una sorta <strong>di</strong> esperienza<br />
semi-epifanica: tutto ciò<br />
che è venuto dopo in materia<br />
<strong>di</strong> ibridazioni è parso <strong>di</strong> colpo<br />
obsoleto. Ma il fatto è che, a<br />
oltre cinque anni dall'anteprima,<br />
la Disney non ha mai<br />
messo in ven<strong>di</strong>ta il dvd ufficiale<br />
<strong>di</strong> Destino!<br />
Che sia questo il Destino dei<br />
misfatti culturali? �<br />
(scrivimi:<br />
hostravistoxte@exibart.com;<br />
illustrazione <strong>di</strong> Bianco-Valente)