La bambina “che metteva i puntini sulle i”

puntini

C’era una volta, e c’è ancora, una piccola bimba che se ne andava saltellando in giro fra la gente a mettere i puntini sulle i.
La piccola si sentiva GRANDE, e grande portatrice di giustizia, sapere e verità.
“Potrebbe essere più gentile” rimbeccava con voce gentile e un che di ingenuo nel tono.
“Potresti essere più accogliente” sottolineava al bimbo prepotente. E nel farlo si sforzava di essere gentile, ma in lei c’era un “non so che” di prepotente.
Eppure era così piccina che quando i suoi occhietti, dal basso verso l’alto incontravano altri occhi, le si perdonava quasi tutto. Anche il piglio impertinente e il ditino accusatore che la rendevano un poco buffa.
Forse era quel suo modo un po’ pittoresco di spostarsi nel mondo – come saltellando a sparar sentenze qui e là e prodigandosi in consigli – a suscitare quasi simpatia, e nascondere così bene una certa arroganza, saccenteria e vaga superiorità.
Venne il giorno in cui la bimba “che metteva i puntini sulle i” incontro una i vera, in carne e ossa… e tanta luce.
Con suo grande stupore e un poco di disappunto, la bimba vide che questa i già possedeva un suo puntino.
Era grande, luminoso e ben posizionato sulla testa, di questa bella i – per di più – maiuscola.
Allora, con un certo imbarazzo rimase li, come inebetita, disarmata e senza parole, ma con un puntino di troppo tra le mani, senza nemmeno sapere più dove posizionarlo.
Fu così che smise di saltellare e di guardarsi intorno, ma cominciò a osservare questo puntino e provò a trovare un posto dove collocarlo. Ma un posto non c’era.
Nel silenzio scese il buio e il puntino senza i cominciò a illuminarsi, come una stella nella notte e fu solo allora che la bimba “che metteva i puntini sulle i” comprese che quel puntino era proprio il suo.
Comprese che nel buio quella era la sua luce, che non serviva a nessun altro se non sé stessa.
E da allora, quel puntino risiede in lei, e con lei sarà per sempre.
Nei secoli dei secoli, nel buio fino alla luce.