La Ciclovia del Po Alessandrino

Itinerario in bicicletta lungo la sponda sinistra del Po, in Piemonte.

La confluenza fra Sesia e Po è il momento del grande teatro. Qui il Po assume aspetti di naturalità unici e non più replicati oltre. Assomiglia a quello che era circa un secolo fa, prima degli interventi di contenimento e ‘canalizzazione’. Dall’incontro delle acque emergono i ghiareti e tante isole, coperte da salici, piante adatte a resistere alle piene più forti; il letto si allarga a dismisura, non ancora premuto dagli argini; alvei secondari e lanche si aprono ovunque recando un abbozzo di vita fluviale fra le campagne; sulle sponde appaiono i gerbidi, radure ghiaiose con un sottile strato terroso che le fa sembrare savane. Sulle rive più alte allignano boscaglie di ontano e pioppo nero; ancora più in là si rinvengono i lembi residui delle foreste padane antiche con querce, roveri, olmi, farnie. Inutile dire che la fauna trova qui un provvidenziale rifugio. È il tratto del fiume dove è più alta la densità di garzaie, le ‘città’ degli aironi, piantate sui rami degli alberi nei boschi di ripa. 

Il fiume scorre silenzioso. La corrente, dove il letto è più profondo, sbatte contro la golena, la erode in verticale e la terra fa apparire le radici denudate degli alberi. In altri punti invece la corrente dilaga. L’acqua gorgoglia dove il letto è basso e fa trasparire il fondale, poi si divide in parti non uguali, fra isolotti sassosi; le torbide del corso principale si purificano con l’afflusso del Sesia dalle acque azzurre. Nella piana casalese, la cortina degli alberi nasconde cascine, villaggi, paesi. S’intravede un trattore meccanico intento a lavorare la terra con uno svolazzo di gabbiani intorno ma così lontano che il suo rumore si perde con la distanza. Sono infinte le varianti ‘soggettive’ che si possono apportare al percorso principale: ora sull’argine, ora sotto, ora nei boschi di ripa, ora fra i campi. Tanto che lo si potrebbe percorrere quasi tutto sullo sterrato con grande diletto dei patiti del ‘gravel’. In bicicletta si ha davvero la sensazione della lontananza. La pianura è vasta e senza limiti apparenti. Occorre imbattersi in una strada trafficata o passare sotto il viadotto di un’autostrada per riavere le coordinate del territorio e la percezione della realtà. La Ciclovia del Po, nel tratto alessandrino, da Casale Monferrato a Molino dei Torti, confine con la Lombardia e l’Oltrepò Pavese, copre 71 km equamente divisi fra tratti su sterrato e asfalto. Più o meno a metà strada incontra Valenza, l’unico abitato che può fregiarsi del titolo di città, gli altri sono minuti paesi ma ognuno con una sua storia, spesso legata a quella del grande fiume.


SCHEDA TECNICA

Itinerario lineare in Destra Po nella provincia di Alessandria su strade secondarie asfaltate e sterrate. 

Lunghezza: 71 km

Partenza: Casale Monferrato, Stazione FS (alt. 115). 

Arrivo: Molino dei Torti (alt. 76). Da cui in 11 km si raggiunge la stazione FS di Voghera sulla linea Torino-Piacenza.

Tipo di strada: strade campestri 47% (33.5 km), strade secondarie o provinciali. Attenzione agli incroci con la viabilità principale al ponte di Valenza (SR 494).

Fondo: sterrato 47%. Segnaletica: assente, tabelle didattiche.

Dislivello: 150 m – Tempo:  4h 50’ – Altezza massima: 125 m 

Connessioni: Ciclovia del Po Alessandrino-Vercellese (tratto alessandrino), Ciclovia Po-Gavi.

Mezzo consigliato: bici da turismo, gravel, mtb.

Difficoltà: intermedia.

La buona tavola: Ristorante I Pioppi, Piazza Vittorio Veneto 3, Frassineto Po AL, 0142.482102; Le Braci, Via Carlo Noè 30, Bozzole AL, 0142.60587; Trattoria Pizzeria PaneLardo, Via Ariosto 6, Valenza AL, 0131 .041646; Da Manuela, Via Ponte sul Po 31, Isola Sant’Antonio AL, 0131.857177.

Il buon riposoB&B Casa Mortarino, Via Vittorio Emanuele 8, Bozzole AL, 347.7899741; Cà degli Ovi, Str. Rocche 4, Valenza AL, 339.5946479; Agriturismo Cascina Nuova B&B, Strada Per Pavia 2, Valenza AL, 335 6230457; Agriturismo Ra Mansena, Via Mazzini 5, Alluvioni Cambio’ AL, 0131.84207.

Assistenza: Biciklando, Via del Castagnone 36, Valenza AL, 347.8021744.

Quando andare: sempre, in estate evitare in pianura le ore più calde e in caso di piogge recenti.

Info: Parco fluviale del Po e dell’Orba, Cascina Belvedere, ex-SS 494 Vigevanese, Frascarolo PV, 0384.84676.

TRACCIA GPX disponibile su richiesta a: info@guidedautore.it

@marcarinialbano 2021



LE SOSTE

Frassineto

Un paese in riva al Po di quasi 1500 abitanti, ma con due iniziative di rilievo ospitate nel palazzo Mossi. La prima è il Centro di interpretazione del paesaggio del Po dove in modo facile e immediato si ha conoscenza dei vari aspetti dell’ambiente fluviale con materiali, documenti storici e fotografici. La seconda è l’istituzione del Villaggio del Libro: una rifugio privilegiato per libri fuori catalogo, usati e antichi.

La Cascina Belvedere

Si trova in terra lombarda sull’opposta sponda del Po, all’altezza del ponte di Valenza della SR 494. È la sede operativa del Parco fluviale del Po e dell’Orba. Cura in pratica tutto il corso del fiume da Crescentino al confine con la provincia di Pavia. Vi sono disponibili pubblicazioni e gli opuscoli ‘In bici sul Po’ con 8 itinerari cicloturistici. Dalla cascina si possono raggiungere i capanni di osservazione faunistica posti lungo una lanca del Po dove vive una colonia di aironi rossi. La visita va prenotata per tempo..

La pianura casalese

Valenza

Strategica la posizione di Valenza a partire dal V sec. quando fu fondata. Sollevata di circa 50 metri sulla piana alluvionale del Po, sopra una sorta di altopiano. Infatti, per arrivarvi, si affronta la sola salitella di tutto l’itinerario. Una strada, non più esistente, portava al ‘porto’ fluviale dove nel 1843 c’era un ponte di barche in comunicazione con la sponda pavese. La ferrovia per Alessandria, sopraggiunta nel 1857, si colloca tangente, a una certa distanza dalla città. Dentro, la maglia urbana è fitta, con quattro porte, castello (a nord-est) e rocca. Nel 1840 Vincenzo Morsetti aprì il primo laboratorio orafo, divennero 44 nel 1913, 300 alla fine della seconda guerra mondiale, 1300 circa oggi tanto che Valenza è detta “città dell’oro”..

La confluenza del Tanaro

Il Tanaro è il primo grande affluente del Po in sponda destra. Per superarlo la ciclovia è costretta a un rientro per raggiungere il ponte sulla SP 78. Poi, una volta giunti all’altezza di Montariolo si può scendere dall’argine e seguire uno stradello che si avvicina alla confluenza. C’è una frangia di bosco fluviale, con salici e ontani, che nasconde i retrostanti pioppeti, e c’è una lunga lama di greto sassoso che, in situazioni di magra, divide ancora per un buon tratto i due fiumi. In passato il Tanaro aveva però ben tre foci diverse nel Po. Il fiume, che ritroveremo lungo la sua ciclovia nell’Astigiano e nel Cuneese, nasce presso Ormea e ha un corso di 276 km. 

Il ponte sul Po a Valenza

Alluvioni Cambiò

Si chiamano alluvionesi e non alluvionati i suoi abitanti anche se con l’acqua da queste parte si dovette spesso combattere. Nelle vicinanze il “combinato disposto” di Scrivia, Tanaro e Po, è stato spesso scenario di rovinose inondazioni. Addirittura per un certo periodo della sua storia il paese si trovò in sponda sinistra del Po, facente parte della Lomellina. Sparvara fu sommersa dal fango nel XVII sec. ed era l’abitato precedente all’attuale, chiamato in dialetto tortonese ‘I liviò’, che per la sua relativa ‘giovinezza’ non più vantare monumenti di rilievo.

La pianura alla confluenza del Tanaro nel Po

Albano Marcarini, La Via delle Risorgive – Il Pinerolese in bicicletta, Itinerari di Cycle, 48 pag.

Sotto la benevole mole del Monviso, un invito alla scoperta della pianura fra Pinerolo e il Po, nel Grande Piemonte: la Ciclovia Torino-Pinerolo per Stupinigi; la Via delle Risorgive sulla ex-ferrovia Airasca-Saluzzo e un tratto della Strada delle Mele. Tutto in questa pratica guidina.

5,00 €


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