La nuova vita di Randi Ingerman è fatta di piccole gioie quotidiane: un appartamento nuovo con vista sul LagoMaggiore, le albe «che qui sono meravigliose », la colazione nella pasticceria sotto casa, le passeggiate, gli amici, quelli che quando c’è bisogno «ti danno un calcio nel sedere». E un nuovo amore, di quelli che arrivano quando non ti aspetti più niente, dopo anni di solitudine sentimentale – foto | video
Randi Ingerman, i suoi primi 50 anni: “Dal calendario all’abisso… Vi racconto tutto” - guarda
LA RINASCITA - Così la modella e attrice, protagonista di un indimenticato spot per una vodka negli anni Novanta, sta rinascendo dopo anni duri, segnati da lutti familiari, dalla depressione e dagli attacchi epilettici. E torna con un progetto legato a quello che le sta più a cuore, la salute mentale. Naked sarà un podcast con video (pensati per social e YouTube), uno spazio sicuro in cui Randi, padrona di casa, incontra amici e personaggi famosi per parlare di fragilità e dell’importanza di prendersi cura di sé. «Andare dallo psicologo o dallo psichiatra dovrebbe essere considerato normale, come andare dal dentista», dice.
Randi, come sta ora? «Sto bene, ringrazio Dio per essere ancora qui. Ho appena festeggiato i 56 anni qui in casa, con amici veri. È venuta mia madre Sandy a trovarmi dagli Stati Uniti, non la vedevo da due anni. Ho lasciato Milano e vivo ad Arona, sul lago, e quimi sento coccolata, conosco tutti. Nella mia vita ci sono gli amici, il fidanzato, questo senso di famiglia mi scalda il cuore».
Randi Ingerman, dalla malattia al desiderio di un figlio – guarda
Come ha conosciuto il suo fidanzato? «Manuela Ronchi, la mia manager e partner (con lei realizza Naked, ndr)mi aveva invitato al suo compleanno. “Ti presento un amico”, mi dice. Io mi raccomando: “Deve avere almeno 50 anni, niente ragazzi giovani”. Ma quando conosco Marco (Colombo, produttore cinematografico, ndr) ho capito subito che non aveva 50 anni, ne aveva 39. Non volevo avere a che fare con uomini, tantomeno più giovani. Ma lui mi ha corteggiato come i vecchi signori di una volta, non ha forzato niente, è stato tutto spontaneo. Siamo insieme da otto mesi, è una storia che sta crescendo».
La differenza d’età si sente? «È un gentleman, fuma la pipa, sembra uscito da un’altra epoca. Mi ero dimenticata dell’esistenza di uomini così eleganti, fini, e questo è quello che mi ha colpito di lui».
Cosa vi piace fare insieme? «Ci piacciono i mercatini, andare a fare shopping, o passeggiare in giro nei boschi. Io vivo ad Arona, lui a Como ma lavora a Milano. Ora abbiamo anche un cane, Tartufo, un gigante che pensa di essere un cucciolo. Stiamo formando una famigliola, io, Marco e Tartufo.
Amo giocare a tennis, lui anche, sta prendendo lezioni per migliorare. Abbiamo tanto in comune, e dopo una certa età è questa la cosa più importante. L’amore mi sembra quasi più bello adesso rispetto a 20 anni fa».
Randi Ingerman (e non solo) in versione figlia dei fiori – guarda
Lei è stata tanto tempo senza amore. «Sono stata sola per quattro anni, castità totale, Santa Randi. Mi sembra di avere trovato la persona giusta, mi fa stare bene. Vivo il momento».
Questo amore arriva dopo tanta sofferenza. Lei soffre di epilessia. Il primo attacco? «Mio fratello nel 2005 ha perso sua figlia quando lei aveva nove mesi, ha iniziato delle cure, ha esagerato ed è morto nel 2007, per overdose. Lì è incominciato tutto. Una volta mi sono svegliata per terra, non ho capito cosa fosse successo e ho fatto finta di niente, sono andata a letto. Un anno e mezzo dopo, nel 2009, è successo di nuovo. Avevo finito di girare un film in Piemonte (Backward, ndr) e sono caduta davanti al mio fidanzato di allora. Pensavo fosse stanchezza, invece il medico mi spiegò che era una crisi epilettica. Il fidanzato mi ha lasciata».
Altri episodi? «Un’altra volta, in vacanza, sono crollata in un ristorante davanti a 200 persone e sono finita in ospedale a Napoli. Da lì è iniziato un percorso difficile con medicinali, finché sono diventata farmaco resistente. I farmaci hanno ingigantito la depressione, di cui ho sempre sofferto».
Negli anni Novanta ha perso suo padre. «Ero appena arrivata in Italia, lui ha avuto un infarto, poi in ospedale, a causa di un errore, gli è mancato l’ossigeno al cervello. Dopo dieci giorni, lo abbiamo dovuto lasciare andare. Lì sono andata fuori di testa, volevo morire. Per fortuna gli italiani mi hanno accolto, mi hanno avvolto con l’affetto. Negli Stati Uniti avevo una carriera di rispetto, avevo fatto un film con Jack Nicholson e Miami Vice. Ma qui ho trovato amore, amici, affetto».
L’epilessia le ha procurato nuovi guai. «Sono svenuta due volte nel bagno turco. La prima, due anni fa, mi ha causato un’ustione alla schiena. Un anno fa ho fatto di nuovo la stessa cavolata, sono andata nel bagno turco di casa mia da sola, mi sono ustionata il gluteo destro. Sono stata ricoverata per 26 giorni al Niguarda, mi hanno trapiantato la pelle della schiena sul sedere. E sono uscita con uno stress post-traumatico tremendo, per uscirne mi sono rivolta a una psicologa e a una psichiatra».
Perché ha lasciato Milano? «Non avevo più tanti amici, erano dispersi in giro per l’Italia, mi ero chiusa in me stessa. Una cara amica, Jessica, che vive qui, mi ha detto: “Tu devi venire a stare con me e la mia famiglia”. Sono stata con loro cinque mesi, a giugno ho preso questa casa. E mi sento rinata».
Non le manca la mondanità? «Ricordo quelle cene a Milano, può immaginare, tutto bello, gente importante. Quando qualcuno mi chiedeva come stavo, io rispondevo pungente: “Ma ti interessa davvero, posso dirti la verità o dobbiamo essere tutti finti, falsi, superficiali?” Per anni, dovevo essere bella e basta. Perché se avessi raccontato davvero come stavo, la gente non avrebbe voluto più avere a che fare con me».
Perché è così importante questo progetto Naked? «Perché so di poter fare la differenza, perché quando parlo dei miei problemi la gente mi scrive, mi ringrazia e io vorrei poter aiutare tutti».
Le hanno voltato le spalle in tanti? «Sì, in tanti mi hanno abbandonato. Ma non è stata solo colpa loro. Anch’io sono stata incazzata con il mondo, cattiva, poco simpatica. Ma gli amici veri sono rimasti e io sono positiva, guardo avanti, nonostante tutto. Non posso guidare, non ho trovato la cura giusta. Uso la cannabis, quella legale, prescritta dal medico, che mi aiuta. Ma non voglio fare la vittima, piangermi addosso. Spero solo che il mio esempio possa essere d’aiuto agli altri».
Tornerebbe in tv o al cinema? «No. In tv vado solo a parlare di Naked e di salute mentale. Mi manca da morire il lavoro d’attrice. Farei volentieri un cameo, ma non un ruolo importante. Ho rifiutato proposte, non me la sento di stare via tre mesi su un set. E se mi venisse una crisi? Mi spiacerebbe creare problemi alla produzione».
È stato difficile innamorarsi in questa situazione? «Non bisogna vergognarsi, avere paura di chiedere aiuto. E se la persona con cui stai non ti capisce, meglio stare da sola. Dopo quei brutti momenti in ospedale, ero ustionata, non mi sentivo bella. Eppure Marco c’è. E anche se non sono perfetta come prima, mi sento amata».
Dea Verna
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Attenta, Randi, dare meriti ad un uomo farà incazzare le iene femministe!