5 preziosi insegnamenti di vita de L'incantevole Creamy

Il 29 dicembre 1985 debuttava su Italia 1 il primo degli Oav della maghetta e idol giapponese icona dei cartoni anni '80, che con il suo stile unico e le sue canzoni indimenticabili è stata anche una maestra di vita

Il 29 dicembre 1985 andava in onda su Italia 1 Il ritorno di Creamy, film animato (ed episodio speciale) ambientato due mesi dopo gli eventi di uno dei cartoni seminali degli anni '80, L'incantevole Creamy. Questo anime dello Studio Pierrot (lo studio nipponico specializzato, tra le altre, nei personaggi della majokko, le maghette) che vantava il caratteristico, tenue e pastelloso character design di Akemi Takada, descriveva la quotidianità dell'undicenne Yu, la cui placida esistenza viene movimentata dall'incontro con una creaturina aliena che le dona una bacchetta magica in grado di trasformarla nella bellissima idol teenager Creamy. Regina incontrastata delle maghette, è un'icona come come altri personaggi memorabili dei cartoni anni '80 – da Ken il guerriero a Lady Oscar, da City Hunter a Lamù passando per Capitan Harlock e le ladre di Occhi di gatto* –* e come questi anche lei ha dispensato insegnamenti preziosi che influenzano le nostre vite ancora oggi. Di seguito ne trovate alcuni.

1.Trucco e parrucco contano più di ogni cosa

Lo stile è tutto. È un'esagerazione, senz'altro, ma L'incantevole Creamy affermava fin dal primo episodio e dall'incontro con il produttore musicale Jingle Pentagramma che avere un look impeccabile può trasformarti in un'icona (e in un idol). Lo dimostra il confronto con la collega e nemica-amica Duenote: più preparata, più professionale e altrettanto bella, era svilita dalla totale mancanza di glamour del suo abbigliamento e della sua anonima capigliatura.

Qualsiasi concorrente di Amici,* X-Factor* e di altri talent show è consapevole che non basta avere talento per sfondare, e che una confezione priva di gusto o troppo mesta possono rivelarsi esiziali. Maschi e femmine, tutti eravamo affascinati dai capelli a forma di marshmallow violetti di Creamy, dai suoi abitini con le ruches, dagli ankle boots che Prince avrebbe voluto nella propria collezione e del pacchetto in toto offerto dalla portentosa bacchetta magica di Pino Pino. Se anche voi vi siete bruciati capelli e sopracciglia per cercare di replicare lo stesso colore della chioma di Creamy, sappiate che ne valeva la pena.

2.Il mondo dell'intrattenimento è diabolico

Per quanto fosse un cartone animato per bambini di quasi quarant'anni fa, L'incantevole Creamy è quanto mai attuale negli anni degli influencer, delle star dei reality, dei concorrenti dei menzionati talent. Rispetto alle altre serie di maghette, Creamy si contraddistingueva perché svelava i dietro le quinte dell'agguerrito mondo dello spettacolo. L'importanza del merchandising, la persecuzione dei paparazzi e l'influenza del gossip controllato, la rivalità spietata tra gli artisti: chiunque abbia seguito questo anime lo ricorda bene e se si è lasciato ispirare dalla deliziosa maghetta per avventurarsi arsi nel mondo dello spettacolo musicale, avrà senz'altro fatto tesoro di quanto imparato.

3.Nostalgia di Cristina D'Avena

I suoi concerti fanno il tutto esaurito: Cristina D'Avena è un personaggio sacro della cultura popolare nostrana e di chi, cresciuto a pane e cartoni, conserva un acuto senso della nostalgia che lo spinge ad affollare i concerti di Lucca Comics della propria beniamina.

Per una frangia di puristi Cristina D'Avena resta colei che ha deturpato il meraviglioso mondo delle sigle dei cartoni animati – delle indimenticabili come Conan, Lupin, Devilman, L'uomo tigre, Kimba, Lady Oscar, Holly e Benji, non ne ha interpretata neanche una – con un soffocante monopolio che è costato l'oblio a molti, compresi quei Cavalieri del Re che annoveravano il genio musicale di Riccardo Zara a la spettacolare voce di Clara Serina, soppiantati dalle sigle della Valeri Manera e dalla voce leziosa della D'Avena. Eppure la versione italiana eseguita da Cristina delle canzoni cantate da Takako Ota nell'originale è inappuntabile,** perfettamente aderente alla fonte. Se state per dirci che non avete il disco quelle canzoni di Creamy – e magari neanche quello dei Bee Hive di Kiss me Licia – non fatelo. Ci spezzate il cuore.

4.Cosa sono gli Idol(i)

Uno degli effetti provocati dall'animazione giapponese sui bambini italiani è stata l'assuefazione alle sigle dei cartoni, evolutasi in una passione duratura per il J-pop. Molte canzoni ascoltate nei titoli di testa o coda – o durante gli episodi – nelle loro versioni originali sono infatti interpretate da Idol, dai cantanti nipponici ai quali si ispira proprio il personaggio di Creamy. Che siano nomi storici come Arc-en-ciel, Illion, Miyavi che hanno firmato le colonne sonore di Nana, Tokyo Ghoul o Blade the Immortal oppure più recenti, tutti sono noti a questa parte di pubblico in occidente.

Oggi la passione per il pop orientale insegnatoci da Creamy si è in buona parta trasferita sulla musica coreana e su k-pop band come Bts, Blackpink, Exo e così via, i quali svettano nelle top ten americane, battono record di visite su su YouTube e fanno incetta di premi internazionali. Noi abbiamo imparato che cos'è un idolo – anzi, un Idol – in tempi non sospetti proprio grazie a Creamy e ai Beehive e sapevamo già che il futuro dello musica sarebbe stato asiatico.

5.La fantasia è la miglior cura contro il tempo

Se da bambini ci fosse capitato di imbatterci in minuscoli alieni, in gatti parlanti, scoiattoli volanti chiacchieroni o principesse di pianeti sperduti, sicuramente avremmo ignorato la raccomandazione di non parlare agli estranei e avemmo seguito la misteriosa creatura magica. La programmazione dei cartoni animati giapponesi di due generazioni è stata perseguitata dalle associazioni dei genitori che esigevano censure scellerate e talvolta omofobe, ignorando l'importanza che questi prodotti provenienti dall'Estremo Oriente rivestivano a diversi livelli educativi. Gli anime nipponici degli anni '70-80 vantavano tutti un valore didattico, e miravano a insegnare ai bambini i principi cardine della cultura giapponese come l'onore, la solidarietà, l'amicizia, il sacrificio, l'abnegazione.

Soprattutto, trasportavano ragazzini divisi dalla grigia routine casa-scuola-doposcuola in luoghi fantastici immaginari, fino a quel momento descritti solo nelle favole. Tutti abbiamo sognato di visitare l'arca di vetro della Stella piumata e un'intera generazione, grazie a Creamy, è stata formata in un esercito di sognatori che anche in età matura conserva intatto il proprio bambino interiore. Il tempo per noi passerà, ma i fan di Creamy resteranno giovani per sempre.