Cronaca

Navi da guerra Usa sulle coste italiane, da settimane “albergano” tra Stretto di Messina ed Adriatico

Da oltre due mesi le navi di Nato e Russia tengono il fiato sul collo l’una dell’altra, controllandosi a distanza su tutta l’area del Mediterraneo

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Una sosta tecnica per consentire un cambio di parte dell’equipaggio e un po’ di riposo al resto del gruppo impegnato in mare da diversi mesi. La portaerei Uss Harry Truman, ammiraglia del Carrier strike group, ha calato l’ancora sabato 23 aprile al largo di Barcola, a Trieste, dove resterà fino a mercoledì prossimo. A scortare l’unità statunitense la fregata norvegese Knm Fridtjof Nansen F310 che invece si è attraccata al Molo Bersaglieri, operazione impossibile per la Truman visto il fondale troppo basso mentre il Molo VII è impegnato da unità mercantili. In rada a Trieste resterà per pochi giorni, ufficialmente per una “sosta tecnica operativa”, dopo un periodo di due mesi di esercitazioni nel Basso Adriatico e nello Jonio con l’aviazione militare greca e ripartirà mercoledì 27 aprile.

La presenza in rada dell’imbarcazione della marina militare statunitense rientra nella logica di “scudo” di controllo e deterrenza allestito fra Europa e Mediterraneo in considerazione del conflitto russo-ucraino. Mentre le attenzioni sulla guerra in Ucraina si concentrano sul fronte del Donbass, nel Mediterraneo continuano le grandi manovre delle flotte tra i due schieramenti. Le rotte delle navi di Nato e Russia si incrociano da diverse settimane nello Jonio e nello stretto di Messina, aumentando le tensioni davanti le coste italiane. La Marina Militare italiana sarà impegnata con alcune unità di supporto alla Truman, come stabilito dai protocolli Nato. Previsto anche un tavolo tecnico in Prefettura a Trieste al quale parteciperanno esponenti del Comando militare del Nord Italia, addetti della Capitaneria di Porto e altre rappresentanze dello scalo.

La USS Truman fa parte del gruppo d’attacco Carrier Strike Group 8, comandata dal contrammiraglio Curt Renshaw, a capo di una flotta composta anche di altre 6 unità navali e 9 squadroni di velivoli. La nave della marina militare statunitense, di classe Nimitz, può ospitare fino a 7.500 soldati e trasporta 65 aerei ed elicotteri che hanno a disposizione una pista di decollo di 330 metri. Il motto della portaerei è “The Buck Stops Here”, citazione di una scritta presente sulla scrivania del presidente degli Stati Uniti da cui prende il nome, Harry Truman. Una frase idiomatica americana parafrasata nel senso: “È il Presidente che prende le decisioni e se ne assume la piena responsabilità”.

Da oltre due mesi le navi di Nato e Russia tengono il fiato sul collo l’una dell’altra, controllandosi a distanza su tutta l’aera del Mediterraneo. All’inizio della guerra in Ucraina la flotta russa si è radunata davanti alla coste della Siria, garantendosi la tutela dei propri caccia e dei sistemi contraerei a lungo raggio attivi nella base di Tartous. Una posizione obbligata nell’impossibilità di attraversare lo stretto del Bosforo e raggiungere le coste dell’Ucraina nel Mare Nero, per il divieto imposto dalla Turchia (qui abbiamo parlato dell’allarme armi chimiche nella guerra in Ucraina). La marina militare di Mosca è schierata in forze con la presenza degli incrociatori Varyag e Maresciallo Ustinov, dei cacciatorpedinieri Tributs e Kulikov, della fregata Kasatanov e un sottomarino classe Kilo (qui abbiamo parlato dell’affondamento dell’incrociatore Moskva). Il meglio del dispositivo navale russo tra Creta e il mar Jonio per tenere sotto scacco le portaerei della Nato, l’americana Truman, la francese De Gaulle e l’italiana Cavour, in un gioco di pressioni militari parallelo alla guerra sul terreno ucraino (qui abbiamo parlato della seconda fase della guerra in Ucraina).