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Prometeo In-Carcerato

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Dal 4 al 9 luglio, alla Casa di Reclusione di Augusta, in scena progetto laboratoriale della Biblioteca Comunale di Siracusa
Dal 4 al 9 luglio, alla Casa di Reclusione di Augusta, andrà in scena Prometeo In-Carcerato, un progetto laboratoriale della Biblioteca Comunale di Siracusa realizzato in collaborazione con il Carcere di Augusta. La regia e drammaturgia sono di Salvo Gennuso.  L'ingresso è libero su prenotazione.  

Interpretano: Abdel Bouzidi, Salvatore Capuano, Samuele Di Maio, Massimo Famà D’Assisi, Ridha Haj Hassine, Nunzio Il Grande, Khaled Walid, Salim Lazzez, Antonino Leonardi, Maurizio Lucà, Elisa Marchese, Redzep Ramadani, Kastriot Pietri, Giovanni Strambelli. Aiuto Regia Marco La Placa.

Che senso ha fare prometeo in carcere, sfidare il senso, il buon senso comune per far indossare una maschera nuova ,a dei detenuti, delinquenti dunque, gente che la società civile non può accogliere, che deve alienare dal consesso comune per preservare il bene collettivo? Che senso ha sul corpo maschera del condannato riscrivere la tragedia che più d’ogni altra si confronta col mito dell’umanità, con l’umanesimo, sfidando gli editti e le leggi dei potenti? Che ragione ci può essere in un detenuto che incarna la maschera di colui che fonda il mondo così come lo conosciamo, un mondo nato dalla conoscenza, se il detenuto è per definizione un poco di buono?

E se così non fosse? Se fossero altre le ragioni di prometeo, dell’uomo in catene, che si ribella al giusto, che disobbedisce alla legge, che tradisce il patto sociale, di solito appannaggio delle aristocrazie, e mostra ai reietti un modo nuovo di vivere? Lavorare col corpo degli attori, lavorare con le loro intelligenze, trasferire sul piano dell’azione gesti e comportamenti usuali nella vita carceraria e darne un senso nuovo. Costruire una drammaturgia di scena che ci racconta di come la prigionia sia un’esperienza sensibile, di come non siano le metafore a renderci edotti sulla mancanza di libertà, ma le sbarre, la loro reale presenza. E dentro un luogo che è un recinto, spazio chiuso ed assoluto, gli attori lavorano senza maschera, portando in scena i loro corpi, in una dimensione che assomiglia alla danza, non per la plasticità del movimento, ma per il modo diverso con cui si costruisce lo spettacolo, attraverso suggestioni di movimenti più che sui significati primi, utilizzando solo due oggetti per scena: le sedie, oggetto negato, lo sgabello, unico sedile delle celle.

Il potente siede su comode poltrone e dal suo scranno pontifica. Il carcerato siede su uno scomodo sgabello e la sedia è un lusso riservato alle ore di lezione a scuola. La sedia diventa il segno della mancanza e della prigionia. Prometeo è braccato dalle sedie, costretto a viverle come spazio inumano, a subirle. Mutare il senso delle cose, la funzione degli oggetti, il valore del proprio corpo; prometeo incarcerato non ci racconta nulla di nuovo: ci mostra una nuova violenza, l’ennesima, perpetrata attraverso l’oggetto comune, ad un individuo che disobbedisce. Abbiamo fatto tanta strada per capire che la disubbidienza è un valore, ma esistono ancora leggi che ci impediscono di disubbidire. Prometeo ci mostra questo: l’assurdo dell’assioma per cui alla colpa per legge corrisponde la pena per legge, senza nessuna considerazione per l’umano. Un mondo che non riesce a comprendere i propri errori, che costruisce edifici per correggere gli errori, sarà un mondo fatto di democrazia ma non di bellezza.

La bellezza di questi corpi nudi che sono i corpi della gente detenuta racconta che si può essere uomini anche dietro le sbarre, e che disubbidendo si trasgredisce alle regoli civili ma non si diventa meno umani. Prometeo in-carcerato racconta della disubbidienza a leggi che non si comprendono e la vicenda umana di un uomo considerato carne da macello, fegato da spolpare, escrescenza da suppurare o correggere, sul faccia liscia della società, coprendola con una cipria fatta di spazzatura. Ma è dal letame, dice De Andrè, che nascono i fiori. (Salvo Gennuso)

Per partecipare alla spettacolo è necessario prenotarsi entro il 25 giugno per l’autorizzazione mandando una mail a spettacolocarcere@gmail.como inviare un fax al 0931 981368, indicando nome, cognome data e luogo di nascita, indirizzo mail cui inoltrare la conferma della avvenuta autorizzazione, indicando anche per quale giorno si prenota (si consiglia di indicare anche un altro giorno di riserva). Lo spettacolo avrà un numero di partecipanti limitato per replica.
Per info: Tel.  0931 68101 - Biblioteca Comunale di Siracusa

(04 luglio 2011)

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