Paesaggi italiani: Dolomiti, le montagne nate dal mare (parte I)

Paesaggi italiani: Dolomiti, le montagne nate dal mare (parte I)

Sono conosciute e ammirate in tutto il mondo: le Dolomiti incantano con la loro sinfonia di forme e colori. Ma questi monti non sono solo una magia della natura. Guglie, valichi, balze e altopiani nascondono una storia geologica plurimillenaria, un vero museo a cielo aperto che ci racconta la storia primigenia del nostro Pianeta.

ITALIA Regioni Dolomiti

Dolomiti

  • Regioni: Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia
  • Province: Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine
  • Aree geografiche: Alpi orientali

Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat Dolomieu (1750-1801), che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, chiamata in suo onore “dolomia”.

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L’unicità delle Dolomiti

Le Dolomiti sono considerate tra le più belle montagne del mondo. La loro tipica conformazione e il contesto in cui sono inserite rispondono ai canoni dell’estetica romantica del Sublime: vi sono infatti rappresentate le categorie della verticalità, della grandiosità, della monumentalità, della purezza essenziale, dell’intensità delle colorazioni.

Un primato riconosciuto dai più e che riecheggia anche nelle parole del celebre architetto svizzero Le Corbusier che le definì “l’opera architettonica più bella al mondo”.

La loro bellezza deriva dalla varietà delle spettacolari conformazioni verticali (pinnacoli, guglie e torri) che contrastano con gigantesche bastionate di roccia a sviluppo orizzontale. Tutte le formazioni rocciose s’innalzano bruscamente da verdissimi pendii boscosi o dalle dolci ondulazioni dei prati e ondulati, così si crea un forte contrasto nelle colorazioni. È molto comune riferirsi alle Dolomiti come ai Monti pallidi. Infatti chi si avventura di notte tra questi monti di colore chiaro, con mille sfumature tra il bianco e il giallo-arancio, ha l’impressione di trovarsi in un fatato paesaggio lunare! 

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I 9 sistemi dell’area dolomitica (140.000 ettari).

Una coppia vincente

Il paesaggio dolomitico consente di vedere accostati due tipi di rocce, dolomitica e vulcanica, di norma mai vicine perché derivate da processi e da ambienti completamente diversi.

Nell’area dolomitica possiamo quindi ammirare allo stesso tempo il biancore dei carbonati delle antiche scogliere coralline, formatesi in fondo al mare ed emerse dopo milioni di anni a causa di sconvolgimenti avvenuti nelle profondità della crosta terrestre, e le scure rocce di origine vulcanica; queste ultime costituiscono un substrato che affiora alla base delle cime.

Per la loro unicità geologica e paesaggistica, il 26 giugno 2009, con voto unanime da parte dei 21 componenti del World Heritage Committee riuniti a Siviglia, le Dolomiti sono state ufficialmente inserite nella lista del Patrimonio Universale dell’Umanità Unesco.

Una lunga storia geologica

Le Dolomiti mostrano un’ampia gamma di morfologie connesse all’erosione, alla tettonica e alle glaciazioni e una straordinaria concentrazione di formazioni calcaree con alcune delle pareti verticali più alte del mondo, che hanno guadagnato un fondamentale ruolo di riferimento per lo studio scientifico della Terra.

Poche località del pianeta permettono di leggere come in un libro a cielo aperto gli ultimi 250 milioni di anni della storia della Terra con la ricchezza e continuità di informazioni di carattere geologico e geomorfologico che offrono le Dolomiti.

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Il monte Agner, in provincia di Belluno, è la cima dolomitica con la parete più alta: 1600 metri di dislivello dalla base alla cima, due volte il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo.

Un arcipelago fossile

In queste montagne si riconoscono fossilizzati nella roccia gli ambienti che qui si sono susseguiti nelle ere geologiche: aride pianure, atolli tropicali, vulcani e abissi marini. Per questo le Dolomiti fin dagli albori delle scienze geologiche sono state meta di studiosi e ricercatori da tutto il mondo.

Le Dolomiti infatti sono uno dei migliori esempi di conservazione di scogliere fossili e ambienti tropicali del Mesozoico, quando un grande numero di organismi cominciò a costruire strati rocciosi creati dall’accumulo di conchiglie, coralli e alghe: una volta elevatesi dal mare si trasformarono nelle fenomenali montagne che sono ora un arcipelago fossile unico al mondo.

Un viaggio nel tempo nel Geoparc Bletterbach di Aldino

Il Geoparc Bletterbach di Aldino, piccolo borgo nel cuore della provincia di Bolzano, si estende su una superficie di 818 ettari e fa parte delle Dolomiti. Nel suo paesaggio unico si trovano importanti tracce del passato, mentre nel Centro visitatori sono illustrate una geologia e una geomorfologia del tutto particolari.

Oltre 15.000 anni fa ad Aldino, infatti, il piccolo Rio Bletterbach iniziò a scavare il terreno per una lunghezza di 8 chilometri, incidendola a 400 metri di profondità e dando origine a una magnifica gola, unica del suo genere in Europa.

La discesa nella profondità del canyon mostra 250 milioni di anni di storia della Terra: pietre che risalgono a milioni di anni fa, orme di sauri, piante fossilizzate e sedimentazioni marine con conchiglie, chiocciole e ammoniti che vissero nei mari tropicali delle Dolomiti milioni di anni fa.

Gola-del-Bletterbach
La Gola del Bletterbach: i vari strati geologici sono integri e ancora ben visibili, dandoci informazioni importanti sul clima e sulle condizioni di vita sulla Terra 250 milioni di anni fa.

Fare Geo

  • Crea uno slogan per promuovere la bellezza delle Dolomiti con l’obiettivo di attirare i turisti. Elenca cinque motivi di attrazione.
  • Le Dolomiti sono considerate il luogo migliore per compiere spettacolari trekking d’estate: cerca in rete informazioni sul Giro del Sassopiatto, una tra le più belle escursioni che si possono compiere sulle Dolomiti e che consiste in un trekking attorno alla montagna che domina l’Alpe di Siusi. Stampa una carta della zona e traccia il percorso che hai individuato.

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