Visita alle Grotte di Zungri, la Città di Pietra

Escursione al villaggio rupestre degli “Sbariati”
Zungri

© imageBROKER.com/Shutterstock

Sport e natura

16 feb 2024 10:05

Nel paese di Zungri, in provincia di Vibo Valentia, poco distante da Tropea e dalla Costa degli Dei, sorge un luogo magico, sospeso nel tempo.

Un gioiello scavato nella roccia friabile del posto, alla maniera dell’antico “vivere in grotta” tipico di molte aree del Mediterraneo.

L’Insediamento Rupestre di Zungri, noto come “Grotte degli Sbariati” (o semplicemente Grotte di Zungri), rappresenta un esempio suggestivo di un antico abitato ricavato dalla roccia viva.

Visitare questa “Città di Pietra” e i suoi incantevoli dintorni paesaggistici è come fare un salto indietro nel tempo, godendo la bellezza del mare e dei monti che la circondano.

L’Insediamento Rupestre di Zungri

Nel cuore del centro storico sorge l'Insediamento Rupestre di Zungri, che si estende per circa 3000 mq. Vi si accede scendendo giù per un sentiero nel verde, al termine del quale si prova una forte emozione nel veder comparire la “piccola Petra calabrese”.

Le pareti di roccia, scavate in nuclei diversi, con ambienti adibiti a varie destinazioni d’uso, costituiscono l’abitato di un’antica comunità nota come gli Sbariàti. Chi erano questi primi abitanti?

Secondo alcuni potrebbe trattarsi di una fondazione di provenienza orientale, come suggeriscono la suddivisione in aree produttive e residenziali e le tecniche di gestione e raccolta delle acque piovane e sorgive del tutto simili agli esempi più famosi del Medio Oriente e del Nord Africa

La seconda interpretazione vede questo sito avamposto produttivo o di deposito del vicino Kastron di Mesiano, un fortino i cui resti si attestano tra l’VIII e il XII secolo. 

Le Grotte degli Sbariati si raggruppano in una decina di unità rupestri, in parte scavate nella roccia e in parte edificate, utilizzate sia come abitazioni che per il ricovero degli animali domestici, la produzione di vino, calce e l'immagazzinamento delle granaglie.

Sbirciare nei piccoli ambienti, così sapientemente suddivisi, dà l’idea di come vivessero gli abitanti e della diversa percezione dello spazio che si aveva all’epoca, in base a esigenze di comunità oggi inimmaginabili.

Giunti al termine del percorso, ci si trova su un’ampia terrazza panoramica dove era piacevole sostare quando si andava al pascolo e si allevavano le api, intonando gli antichi canti popolari di lavoro.

Grotte di Zungri
Giuma/Shutterstock

Immerse in un ambiente naturale incontaminato, ai piedi del Monte Poro, le Grotte di Zungri rappresentano una destinazione affascinante per grandi e piccini. Meta di scolaresche e famiglie con bambini, alle quali sono destinate apposite visite guidate, queste cavità di pietra evocano leggende e storie millenarie.

Alcune si possono scoprire visitando il vicino Museo della Civiltà Rupestre e Contadina. Una ricca collezione di oggetti rappresentativi della cultura materiale e tradizionale di questa zona e delle abitudini di vita tra il XIX e il XX secolo: attrezzi agricoli, antichi macchinari di produzione, strumenti per la tessitura e la forgiatura, abiti e arredi domestici, oltre a una mostra fotografica permanente sul terremoto del 1905.

Ciascuna delle 5 sezioni espositive (Contadina, Tessitura, Ferro, Abiti e Domestica) propone oggetti di uso quotidiano e qualche pezzo di pregevole fattura, tra i quali spiccano un possente aratro in legno, un telaio calabrese, un’antica forgia e una serie di costumi tipici femminili, inclusi gli abiti da matrimonio e lutto. Un’intera sala è allestita come riproduzione di una tipica camera da letto.

Non solo antichità! Il museo è dotato di un tavolo touch-screen che illustra in modo interattivo le peculiarità dell’Insediamento Rupestre di Zungri.

Monte Poro e dintorni

Prima di lasciare Zungri e intraprendere un bel trekking sul Monte Poro, visitiamo il Santuario della Madonna della Neve e scopriamo la leggenda miracolosa di quella volta che nevicò ad agosto, periodo in cui si svolge tuttora la grande festa di devozione a Maria Nives.

L’escursione sul Monte Poro offre l’occasione di immergersi nella natura rigogliosa del territorio di Joppolo (VV), che da un lato è rivolto al Mar Tirreno e dall’altro culmina con questa vetta, a 710 metri s.l.m.

La passeggiata tra i boschi mette appetito ed è un ottimo pretesto per concedersi alcune degustazioni imperdibili a base di eccellenze agroalimentari locali, a partire dal rinomato Pecorino del Monte Poro DOP.

Pecorino del Monte Poro
Dionisio iemma/Shutterstock

Un formaggio a pasta semidura, dal sapore aromatico, ricavato dal latte di pecora locale e presente nelle varietà fresco, stagionato e semi-stagionato. Inutile dire che questo squisito pecorino completa il tagliere tipico calabrese a base di ‘Nduja di Spilinga, l’insaccato piccante prodotto nell’omonimo Comune, in questa stessa zona.

Tra le peculiarità dell’orografia calabrese c’è la prossimità mare/monti, che anche in questo caso consente di ritrovarsi dalla vetta alla spiaggia in una manciata di chilometri.

Gli amanti del mare apprezzeranno uno dei tratti più belli della Costa degli Dei, compreso tra le località balneari di Tropea, tra I Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Blu; Santa Domenica, con la Baia di Riaci e la Spiaggia di Formicoli; Ricadi e le strepitose falesie di Capo Vaticano; Nicotera e lo Scoglio Partuso.  

Capo Vaticano
Regione Calabria

https://calabriastraordinaria.it/news/visita-alle-grotte-di-zungri-la-citta-di-pietra