20 settembre 2019 - 08:40

«Ammazzali», mamma di Padova incita il figlio a picchiare i compagni

Le vittime sono due studenti di 12 anni. La donna è stata denunciata per istigazione. Tutto è avvenuto per il presunto furto di un braccialetto

di Andrea Pistore

shadow

PADOVA «Picchiali più forte, dai! Dai! Ammazzali tutti». Le frasi non sono state pronunciate dall’angolo di un ring di boxe ma da una madre trentunenne di origini sinti che nel cortile di una scuola media ha incitato il figlio undicenne a vendicarsi malmenando i compagni. Il tutto per la convinzione di aver subito un furto che in realtà non è mai avvenuto. Teatro della vicenda è stato un istituto di Padova dove martedì mattina è accaduto un episodio che ha coinvolto tre ragazzini e un genitore. Intorno alle 8 del mattino, due dodicenni che frequentano la seconda media hanno trovato a terra, nel cortile esterno all’edificio, un braccialetto di bigiotteria. Entrati in classe hanno subito consegnato il monile alla professoressa per poterlo restituire, se qualcuno l’avesse reclamato. Nel frattempo, un undicenne del primo anno si era rivolto alla preside, raccontando che qualcuno gli aveva rubato il bracciale e telefonando alla madre per informarla del presunto furto.

Botte fra studenti a scuola (foto d’archivio)
Botte fra studenti a scuola (foto d’archivio)

Il braccialetto

La donna si è precipitata a scuola, inveendo contro tutto e tutti, sebbene nel frattempo la vicenda si fosse risolta: con un veloce giro tra le classi era infatti stato possibile recuperare il braccialetto e restituirlo al proprietario, appurando che non era avvenuto alcun furto. La questione sembrava archiviata come un malinteso fino alle 13, quando al termine delle lezioni è successo il finimondo. La madre ha atteso il figlio all’uscita e l’undicenne, appena notati i compagni varcare il cancello che si affaccia sul cortile, li ha aggrediti con una scarica di pugni e schiaffi. Le vittime sono un padovano che abita con la famiglia poco distante (colpito a un occhio) e un coetaneo di origini africane nato anch’egli in città, percosso alla nuca.

Gli epiteti razzisti

Oltre alle botte sono volati epiteti di matrice razzista: «Sei un negro di m.» ha urlato il ragazzino sinti, mentre la madre lo esortava a sfogarsi sui coetanei davanti ai compagni e agli altri genitori basiti per la scena a cui stavano assistendo. La donna ha poi intimidito i dodicenni con frasi agghiaccianti: «Vi uccidiamo. Io e la mia famiglia veniamo a casa vostra e vi ammazziamo».

L’intervento dei docenti

Negli attimi concitati della rissa la trentunenne ha poi assicurato che nei giorni seguenti avrebbe fatto malmenare nuovamente i ragazzini dall’altro figlio, il primogenito quindicenne. Grazie all’intervento dei docenti e dei altri genitori la rissa è stata sedata. Gli aggrediti non hanno subito lesioni gravi e per loro non è stato necessario ricorrere alle cure dei medici, cavandosela con qualche escoriazione e tanto spavento. Della vicenda si sono occupati i carabinieri della stazione di Padova principale del luogotenente Giovanni Soldano che hanno ascoltato tutti i testimoni, ricostruendo la dinamica e le responsabilità.

La denuncia

Per la donna è scattata la denuncia per istigazione a delinquere e minacce. L’undicenne è stato segnalato alla procura dei minori di Venezia. La scuola, che è considerata tra le migliori della città e dove non si erano mai verificati simili avvenimenti, si è già attivata per rafforzare il programma di sensibilizzazione e prevenzione al bullismo che era già in atto. La preside ha subito fatto richiesta ai carabinieri per la pianificazione di una serie di lezioni ad hoc sul tema della violenza scolastica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA