15 aprile 2019 - 08:29

Bologna, effetto Daspo nelle zone rosse. E lo spaccio cerca nuove piazze

La polemica Comune-governo sui rinforzi. Il Viminale: «Entro il 2020»

di Maria Centuori

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Nella foto, ragazzi «accampati» in piazza Verdi
Nella foto, ragazzi «accampati» in piazza Verdi

In sottofondo c’è il vociare degli ambulanti che stanno finendo di chiudere i loro banchi, quelli della Piazzola del venerdì, e ci sono i netturbini che hanno iniziato a raccogliere le buste di plastica e i fogli di carta lasciati a terra. Qualche metro più in là un capannello di ragazzi che si sta preparando sotto la pioggia per allenarsi per una maratona all’interno del Parco della Montagnola. Saranno le uniche persone che si incrociano su e giù per il parco finalmente restituito ai cittadini. Sulle panchine, che una volta erano campo base per i pusher della Montagnola, non c’è più nessuno.

Una pace «ritrovata»

Davanti all’ingresso delle scuole Giaccaglia-Betti, dove erano all’ordine del giorno risse tra bande di spacciatori africani — una volta è stata usata anche una pistola scacciacani – non c’è traccia di cocci di vetro, carta stagnola e cellophane usate per confezionare le dosi. Una ritrovata pace dovuta certamente ai continui blitz delle forze dell’ordine e solo in parte ai mini Daspo prefettizi, prima a firma dell’allora prefetto Matteo Piantedosi, ora braccio destro del ministro dell’Interno Matteo Salvini, poi allargato dall’attuale prefetto Patrizia Impresa alla zona universitaria e al centro. Un provvedimento che ha ricevuto recentemente il plauso del vicepremier che ne ha auspicato l’allargamento ad altre città, mentre Firenze lo ha appena adottato.

Agenti della polizia in servizio di pattuglia appiedata in piazza Verdi
Agenti della polizia in servizio di pattuglia appiedata in piazza Verdi

Provvedimenti e controlli

Da solo, però, il mini Daspo nelle aree urbane può ben poco. A Bologna, dove ha funzionato, è stato accompagnato da servizi ad alto impatto e presidi più o meno mobili. Per questo il Comune continua a chiedere a gran voce i rinforzi promessi da Salvini. Una polemica che ha visto contrapposti Palazzo d’Accursio e il Viminale, perché se da una parte si pensa di ampliare i Daspo ad altre zone della città, dall’altra l’annuncio del sottosegretario leghista all’Interno Stefano Candiani dell’arrivo di nuovi agenti solo «alla fine del 2020» ha fatto storcere il naso all’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini.

Pusher in cerca di «nuovi» territori

Del resto spacciatori e balordi, come li chiama il vicepremier, non sono certo spariti di colpo. Si sono spostati in zone meno battute e meno «illuminate» dai riflettori, come dimostrano i recenti arresti della Mobile della polizia e dei carabinieri della Bologna centro nel parco del Dopolavoro ferroviario e al Pratello. Se i Daspo prefettizi e i continui controlli di carabinieri e polizia all’interno del Parco della Montagnola hanno allontanato i pusher, quelli urbani a firma di Palazzo d’Accursio e in vigore da novembre 2017 hanno sgomberato, non senza polemiche, i senza tetto. Sui viali, da via Barozzi a viale Masini, attraversando l’autostazione e piazza Medaglie d’Oro, ora c’è solo un clochard che ha trovato riparo sotto i portici. Basta però spostarsi in altre zone della città, assolutamente centrali, come in via Farini e in via Santo Stefano, oppure a Porta Castiglione, per trovare i giacigli dei senzatetto.

I Daspo emessi dal Comune

I Daspo emessi dal Comune in poco più di un anno (da novembre 2017 a dicembre 2018) sono stati 50 e 150 quelli firmati dalla Prefettura nello stesso periodo. Percorrendo le «zone rosse», le aree cioè dove sono in vigore i provvedimenti, i risultati sono piuttosto evidenti. Ma, come detto, l’effetto deterrente è stato accompagnato soprattutto da servizi mirati e azioni repressive contro pusher, piccoli criminali e venditori abusivi. Il banco di prova, inutile dirlo, è la primavera inoltrata e l’inizio dell’estate quando le piazze della movida e non solo tornano a riempirsi. Piazza Verdi come sempre fa storia a sé: nonostante le pattuglie della polizia e della Municipale, l’altra sera un gruppetto di spacciatori faceva la spola nel triangolo tra piazza Rossini, via San Vitale e via Zamboni.

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