In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il parco regionale di interesse locale del Reghena, Lemene e laghi di Cinto è un'area protetta nella regione Veneto. In questo contesto sorge il Mulino di Cinto, di antica edificazione, presente già nel corso della prima metà del XV secolo in un documento risulta già in rovina ed inutilizzabile.
Nel 1498 fu acquistato dalla famiglia patrizia veneziana Giustinian, il ramo detto dei vescovi, e da questi proprietari viene ristrutturato e potenziato: in una mappa del 1590 esso si presenta con un fabbricato possente e turrito. Nel 1627 il mulino è acquisito dal patrizio Francesco Marcello, già proprietario del territorio vicino, detto Bando Scodelle. Lasciato poi in eredità ai suoi famigliari con clausola di fidecommesso, rimarrà legato alla stessa famiglia per quasi trecento anni. Nei primi anni del Novecento fu acquistato dalla famiglia Bornancini, ultima proprietaria del mulino di Cinto.
In una relazione del 1875, nel periodo in cui è condotto da Sebastiano Bronzin, il mulino viene descritto nel seguente modo: È animato dalle acque del canale, Cao-maggiore, la cui portata media si calcola, di litri 900. A monte, il canale scorre tortuoso e l'acqua vi è mantenuta da spesse sorgenti e dalle colatizie dei prati e campi circostanti. Dispone l'opifizio molino di quattro ruote idrauliche verticali. I motori sudetti comunicano il movimento alle macine per ingranaggi semplici di scudo e lanterna e sono destinati i numero 1.2.3. alla macinazione del granoturco ed il numero 4 alla macinazione del grano. Habbi pure altro opificio con due ruote idrauliche verticali, l'una movente n. 5 pistelli per rompere scorze [si macinava cortecce di pino e di rovere, per tingere le reti da pesca e per conciare pellami] l'altra movente n. 8 pistelli per pilatura del riso. (…) A monte, a circa cento metri havvi un canale scaricatore che percorrendo una linea curva si riunisce al canale principale a 300 metri circa a valle dell'opificio; l'acqua nel caso di sovrabbondanza viene smaltita da questo canale nonché, da paratoie di scarico conducenti alla pescheria, a valle il canale si apre in un vastissimo bacino (…).
"Il Mulino, di proprietà del Comune di Cinto Caomaggiore, è attualmente sede della Biblioteca Comunale, ed è rimasta solo la struttura del vecchio Mulino. Nella giornata di Domenica 24 marzo sarete accompagnati dai Ciceroni e dai Volontari FAI alla scoperta della storia dei Mulini in quanto prime forme di archeologia industriale, molto diffusi sui corsi dei fiumi della Venezia Orientale, in particolare su Lemene e Reghena."
Apprendisti Ciceroni del Liceo XXV aprile, Volontari FAI