I Luoghi del Cuore
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SAN SEBASTIANO CURONE

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SAN SEBASTIANO CURONE, ALESSANDRIA

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SAN SEBASTIANO CURONE
San Sebastiano Curone è un comune italiano 533 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, posto alla confluenza dei torrenti Museglia e Curone. Fu per secoli parte dei Feudi imperiali e tappa fondamentale sulla via del sale che collegava il Mar Ligure alla Pianura Padana. Vi nacquero Felice Giani (1758 - 1823), pittore neoclassico che lavorò, tra gli altri, per Napoleone Bonaparte e l'imperatrice Caterina II di Russia e Piero Leddi (1930 - 2016), figura di spicco della pittura milanese del dopoguerra. Fin dall'epoca longobarda il territorio è fra i possedimenti dell'abbazia di San Colombano di Bobbio, inserito nel territorio della corte monastica di Casasco. In un antico manoscritto il paese San Sebastiano Curone compare come “cella” dipendente direttamente dall'Abbazia di Bobbio. Durante il medioevo il territorio assieme a Gremiasco è inserito nel feudo imperiale di Fabbrica Curone, dominato prima dai Malaspina e poi dai Fieschi di Genova. Nel XVI secolo è sotto la giurisdizione dei Doria, grazie alla sua posizione lungo la via del sale, percorsa dai mulattieri che trasportavano merci da Genova a Milano e Piacenza (sale, acciughe sotto sale) e viceversa (cereali), divenne un importante centro commerciale con magazzini di deposito, locande e osterie, maniscalchi e sensali. Dal punto di vista ecclesiastico il borgo dipendeva dalla Pieve di Montacuto.Il borgo antico è caratterizzato da strette viuzze, caratteristiche piazzette e importanti palazzi e dominato dal castello Giani, edificio in forme medievali, ma ristrutturato negli anni '30 da Ulderico Giani. Il municipio ha sede in una splendida palazzina in stile liberty opera di Lorenzo Bourges, denominata Palazzo Mazza Galanti. La chiesa parrocchiale (1670) conserva una tela attribuita alla scuola dei pittore genovese Domenico Fiasella, il Martirio di san Sebastiano della seconda metà del XVII sec. attribuito al pittore genovese Giovanni Raffaele Badaracco e l'altorilievo in legno policromo dorato intitolato la Crocifissione, realizzato nel tardo Cinquecento dal maestro tedesco Stefano Vil. Interessanti anche i due oratori, detti rispettivamente "dei rossi" e "dei bianchi", con facciate in stile barocco. Di particolare pregio la scultura lignea policroma Madonna Addolorata di Anton Maria Maragliano nella Chiesa della Trinità (oratorio dei rossi). Nella piazza più alta, piazza Solferino, l'imponente casa del Principe Doria e la chiesetta delle Grazie. I portali e sovraporta in pietra, i più antichi dei quali risalgono ai secoli XV e XVI, appartengono al filone dell'architettura rustica genovese e contribuiscono a creare l'atmosfera suggestiva del borgo. Di recente apertura l'Archivio Pittor Giani, sito in piazza Roma per volontà dell'artista stesso, e l'Archivio Piero Leddi, sito nella casa del Principe Doria, valorizzano l'opera degli artisti sopracitati con mostre ed eventi. La sala SMS Stella d'Italia, storica sede dell'annuale Fiera Nazionale del Tartufo, teatro risalente all'inizio del ventesimo secolo e recentemente restaurato.

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San Sebastiano Curone è un comune italiano 533 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, posto alla confluenza dei torrenti Museglia e Curone. Fu per secoli parte dei Feudi imperiali e tappa fondamentale sulla via del sale che collegava il Mar Ligure alla Pianura Padana. Vi nacquero Felice Giani (1758 - 1823), pittore neoclassico che lavorò, tra gli altri, per Napoleone Bonaparte e l'imperatrice Caterina II di Russia e Piero Leddi (1930 - 2016), figura di spicco della pittura milanese del dopoguerra. Fin dall'epoca longobarda il territorio è fra i possedimenti dell'abbazia di San Colombano di Bobbio, inserito nel territorio della corte monastica di Casasco. In un antico manoscritto il paese San Sebastiano Curone compare come “cella” dipendente direttamente dall'Abbazia di Bobbio. Durante il medioevo il territorio assieme a Gremiasco è inserito nel feudo imperiale di Fabbrica Curone, dominato prima dai Malaspina e poi dai Fieschi di Genova. Nel XVI secolo è sotto la giurisdizione dei Doria, grazie alla sua posizione lungo la via del sale, percorsa dai mulattieri che trasportavano merci da Genova a Milano e Piacenza (sale, acciughe sotto sale) e viceversa (cereali), divenne un importante centro commerciale con magazzini di deposito, locande e osterie, maniscalchi e sensali. Dal punto di vista ecclesiastico il borgo dipendeva dalla Pieve di Montacuto.Il borgo antico è caratterizzato da strette viuzze, caratteristiche piazzette e importanti palazzi e dominato dal castello Giani, edificio in forme medievali, ma ristrutturato negli anni '30 da Ulderico Giani. Il municipio ha sede in una splendida palazzina in stile liberty opera di Lorenzo Bourges, denominata Palazzo Mazza Galanti. La chiesa parrocchiale (1670) conserva una tela attribuita alla scuola dei pittore genovese Domenico Fiasella, il Martirio di san Sebastiano della seconda metà del XVII sec. attribuito al pittore genovese Giovanni Raffaele Badaracco e l'altorilievo in legno policromo dorato intitolato la Crocifissione, realizzato nel tardo Cinquecento dal maestro tedesco Stefano Vil. Interessanti anche i due oratori, detti rispettivamente "dei rossi" e "dei bianchi", con facciate in stile barocco. Di particolare pregio la scultura lignea policroma Madonna Addolorata di Anton Maria Maragliano nella Chiesa della Trinità (oratorio dei rossi). Nella piazza più alta, piazza Solferino, l'imponente casa del Principe Doria e la chiesetta delle Grazie. I portali e sovraporta in pietra, i più antichi dei quali risalgono ai secoli XV e XVI, appartengono al filone dell'architettura rustica genovese e contribuiscono a creare l'atmosfera suggestiva del borgo. Di recente apertura l'Archivio Pittor Giani, sito in piazza Roma per volontà dell'artista stesso, e l'Archivio Piero Leddi, sito nella casa del Principe Doria, valorizzano l'opera degli artisti sopracitati con mostre ed eventi. La sala SMS Stella d'Italia, storica sede dell'annuale Fiera Nazionale del Tartufo, teatro risalente all'inizio del ventesimo secolo e recentemente restaurato.
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