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Diario e Cantadiario

by Gloria Fuzzi

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1.
Nel cielo dove ogni visione s’immilla E spazio al cielo e alla terra avanza Talor si spenge un desiderio e brilla una speranza. Come nel cielo, oceano profondo, Dove ascendendo il pensiero nostro annega, Tramonta un Alfa e pullula dal fondo cupo un Omega.
2.
Il Libro 04:58
Sopra il leggio di quercia e’ nell’altana, aperto, il libro. Quella quercia ancora, Esercitata dalla tramontana Viveva nella sua selva sonora E quel libro era antico. Eccolo aperto sembra che ascolti Il tarlo che lavora. . Ma L uomo non vedo io lo sento Invisibile la come il pensiero.
3.
Lungo la strada vedi su la siepe Ridere a mazzi le vermiglie bacche Nei campi arati tornano al presepe Tarde le vacche. Vien per la strada un povero che il lento Passo tra foglie stridule trascina: Nei campi intuona una fanciulla al vento. Fiore di spina!…
4.
Per il viale, neri lunghi stormi, facendo tutto a man a man più fosco, passano: preti, nella nebbia informi, che vanno in riga a San Michele in Bosco. Vanno. Tra loro parlano di morte. Cadono sopra loro foglie morte. Sono con loro morte foglie sole. Vanno a guardare l'agonia del sole.
5.
Il Vischio 06:34
La forza della sopravvivenza L'uomo albero strano
6.
Nevicata 02:47
E Notte di neve Nevica: l’aria brulica di bianco; La terra e’ bianca, neve sopra neve… Pace! Pace! Pace! Pace! Nella Bianca oscurità’
7.
Il Tempo chiamò dalla torre lontana... Che strepito! È un treno là, se non è il fiume che corre. O notte! Né prima io l'udiva, lo strepito rapido, il pieno fragore di treno che arriva; sì, quando la voce straniera, di bronzo, me chiese; sì, quando mi venne a trovare ov'io era, squillando squillando nell'oscurità. Il treno s'appressa... Già sento la querula tromba che geme, là, se non è l'urlo del vento. E il vento rintrona rimbomba, rimbomba rintrona, ed insieme risuona una querula tromba. E un'altra, ed un'altra. - Non essa m'annunzia che giunge? - io domando. Quest'altra! - Ed il treno s'appressa tremando tremando nell'oscurità. Sei tu che ritorni. Tra poco ritorni, tu, piccola dama, sul mostro dagli occhi di fuoco. Hai freddo? paura? C'è un tetto, c'è un cuore, c'è il cuore che t'ama qui! Riameremo. T'aspetto. Già il treno rallenta, trabalza, sta... Mia giovinezza, t'attendo! Già l'ultimo squillo s'inalza gemendo gemendo nell'oscurità... E il Tempo lassù dalla torre mi grida ch'è giorno. Risento la tromba e la romba che corre. Il giorno è coperto di brume. Quel flebile suono è del vento, quel labile tuono è del fiume. È il fiume ed è il vento, so bene, che vengono vengono, intendo, così come all'anima viene, piangendo piangendo, ciò che se ne va.
8.
La Pioggia 02:31
Cantava al buio d'aia in aia il gallo. E gracidò nel bosco la cornacchia: il sole si mostrava a finestrelle. Il sol dorò la nebbia della macchia, poi si nascose; e piovve a catinelle. Poi tra il cantare delle raganelle guizzò sui campi un raggio lungo e giallo. Stupìano i rondinotti dell'estate di quel sottile scendere di spille: era un brusìo con languide sorsate e chiazze larghe e picchi a mille a mille; poi singhiozzi, e gocciar rado di stille: di stille d'oro in coppe di cristallo.
9.
La Voce 07:42
Zvanì
10.
L'anima 05:15
Nascosta, a noi, l’anima pura, dal vivere stesso, vive ella? La luce è che l’oscura? Ma cadi, o sole, e brilli, o stella? E simile al sole tu, vita, più che non riveli, nascondi? E il raggio tuo ci addita la terra, ma c’invidia i mondi? E dopo il fuggevole giorno dell’unico piccolo sole, in cui moviamo attorno con nostre pallide ombre sole, la notte ci accenderà l’anima in tanto che il giorno dirupa? la notte agli occhi umani innumerevolmente cupa? Di qua, come radi i viventi nell’abbarbagliante raggio passano all’afa, ai venti, seguendo qualche lor miraggio... Oh! morte che le anime accendi, di là, con un tacito anelito, oh! sempre più risplendi tu negl’invïolati cieli! Là stelle si uniscono a stelle: son grappoli, nuvole, ammassi di stelle e stelle e stelle, crescenti ad un sospir che passi. Là splendono le anime, intatte, serene, con l’essere immerso nella goccia di latte che fluisce per l’universo.
11.
Un desiderio che non ha parole v’urge, tra i ceppi della terra nera e la raggiante libertà del sole. Voi vi torcete come chi dispera, alberi schiavi! Dispergendo al cielo l’ombra de’ rami lenta e prigioniera, e movendo con vane orme lo stelo dentro la terra, sembra che v’accori un desiderio senza fine anelo. — Ali e non rami! Piedi e non errori ciechi d’ignave radiche! — poi dite con improvvisa melodia di fiori. Lontano io vedo voi chiamar con mite solco d’odore; vedo voi lontano cennar con fiamme piccole, infinite. E l’uomo, alberi, l’uomo, albero strano che, sì, cammina, altro non può, che vuole; e schiavi abbiamo, per il sogno vano, noi nostri fiori, voi vostre parole.
12.
Nella Torre il silenzio era già alto. Sussurravano i pioppi del Rio Salto. I cavalli normanni alle lor poste frangean la biada con rumor di croste. Là in fondo la cavalla era, selvaggia, nata tra i pini su la salsa spiaggia; che nelle froge avea del mar gli spruzzi ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi. Con su la greppia un gomito, da essa era mia madre; e le dicea sommessa: "O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna; tu capivi il suo cenno ed il suo detto! Egli ha lasciato un figlio giovinetto; il primo d'otto tra miei figli e figlie; e la sua mano non toccò mai briglie. ...
13.
X Agosto 04:42
San Lorenzo, Io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell’ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l’uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido portava due bambole in dono… Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d’un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del Male!

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Poesie cantate di Giovanni Pascoli

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released February 28, 2022

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Gloria Fuzzi Bologna, Italy

Italian storyteller, more American, for the sake of freedom.
I sing Giovanni Pascoli poems, a great poet (1855-1912), whose sister was my great-grandmother, so the voice of the heart guides me in search of sounds, emotions, dreams, colours, a huge keyboard of the soul. ... more

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