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La televisione danneggia gli occhi?

No, ma può affaticarli. È, quindi, opportuno mantenere una distanza adeguata dallo schermo. Inoltre, per quanto riguarda i bambini, è consigliabile che non superino le due ore di impegno visivo nell’arco della giornata e che vi sia una illuminazione diffusa e uniforme nell’ambiente dove si trova la tv. Lo schermo televisivo emette radiazioni, ma in bassa quantità: non risultano essere pericolose per l’occhio.

Perché è importante l’illuminazione ambientale?

L’illuminazione dell’ambiente circostante riduce lo sforzo visivo poiché determina un intervallo più breve tra stimolo e reazione cerebrale. Inoltre, grazie a una corretta illuminazione priva di riverberi e riflessi, l’occhio si rilassa e si ha un miglioramento nella percezione dei dettagli dell’immagine, del contrasto e del colore.

Se si ha un difetto visivo e si guarda la tv senza lenti l’acuità visiva può diminuire?

Generalmente no, ma è vivamente sconsigliato farlo, in quanto l’apparato visivo si sottoporrebbe a uno sforzo supplementare che potrebbe anche causare sintomi fastidiosi (affaticamento visivo, bruciore, lacrimazione abbondante, sensazione di corpo estraneo, mal di testa, ecc.).

Sono importanti le dimensioni dello schermo?

Sì. Bisogna osservare la regola della distanza tra schermo e osservatore: più la tv è grande e più bisogna guardarla da lontano.

Qual è la distanza corretta?

Si misura in base alla lunghezza in cm della diagonale dello schermo (indicata di solito in pollici) moltiplicata di solito per un fattore cinque. Ad esempio, una TV a cristalli liquidi da 28” (pollici), con una diagonale di circa 70 centimetri, andrebbe guardata ad una distanza di almeno 0,7×5 = 3,5 metri.

Per quanto riguarda gli schermi ad alta definizione (HD) tale calcolo cambia. Per calcolare la distanza si tiene conto della capacità che l’occhio umano ha di percepire distinti due punti che equivale a 1/60 di grado. Questo altro non è che l’angolo visivo più piccolo entro il quale l’occhio umano è in grado di distinguere i pixel che costituiscono l’immagine (ad esempio su uno schermo a cristalli liquidi o plasma).

Il fattore moltiplicante varia a seconda del tipo di schermo. Ad esempio, per un Full HD si moltiplica la diagonale dello schermo per 1,5 mentre per l’HD si moltiplica la diagonale per 2,3. Naturalmente, tutto ciò va poi valutato in rapporto al singolo caso. Ad esempio, se si soffre di maculopatia la distanza dallo schermo può essere inferiore, senza per questo arrecare danni all’occhio.

È importante il tipo di schermo?

Sì, gli schermi appartenenti alle ultime generazioni (ora LED) hanno sostituito la tradizionale TV a tubo catodico. Grazie all’evoluzione tecnologica, con gli schermi più recenti le immagini risultano essere generalmente più stabili e definite [soprattutto gli HD, i Full HD e i 4K], affaticando meno gli occhi se si trascorrono molte ore davanti alla TV. Qualche dubbio è stato sollevato riguardo alla potenziale nocività della luce blu emessa dagli schermi al LED [si vedano anche Photochem. Photobiol.Free Radic Biol Med., (Exp. Eye Res)]. per le cellule della retina. A tal proposito attualmente è sempre più diffuso l’utilizzo di occhiali muniti di filtri appositi per la luce blu, che dovrebbero svolgere un’azione riposante per gli occhi soprattutto quando si guarda la tv, o si utilizzano altri apparecchi hi-tech.

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