Il segreto di Ida


L'accento

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    L'accento



    Sbagliare è facile, facilissimo, purtroppo...

    E' obbligatorio mettere l'accento:

    • sui nomi composti con ...blu, ...re, ...su e ...tre. Esempi: Barbablè, vicerè, lassù e ventitrè.
    • su tutte le parole tronche (il cui accento cade sull'ultima sillaba). ES: bontà, portò, città. Fai particolare attenzione al Passato Remoto, che abbonda di accenti (udì, cullò, servì, andò, ...)
    • sui monosillabi con dittongo ascendente. ES: sciò, può, già, ciò...
    • su alcune parole che, grazie all'accento, non si confondono con altre. ES: è (essere), là(avverbio di luogo), dà e dànno (verbo dare), dì (giorno), lì (avverbio di luogo), sé (particella pronominale), sì (affermazione), né (congiunzione), tè (bevanda).

    Non si deve mettere l'accento:

    • sugli altri monosillabi: mi, su, fa, sa, so, sta, sto, qui e qua.

    In generale i monosillabi non vogliono accento, tranne:
    • ché (in senso causale o finale, cioè quando sostituisce perché, esempio: non chiamarla, ché è ancora arrabbiata con noi)
    • dà (indicativo del verbo dare, esempio: Luca dà troppa importanza...)
    • dì (come giorno, o imperativo del verbo dire, esempio: due volte al dì oppure dì la tua sulla questione)
    • là
    • lì
    • né
    • sé (pronome, esempio: è troppo pieno di sé). Quando è unito con stesso, il pronome "se" non vuole l'accento. Lo recupera invece nel plurale, quindi: l'autore parla di se stesso, ma gli autori parlano di sé stessi. Questo perché potrebbe confondersi con "se stessi", congiuntivo del verso stare.
    • sì
    • quando entrano a far parte di una parola composta, esempio: gialloblù, autogrù...

    ATTENZIONE: l'Imperativo Presente di FARE è FAI. Si può sostituire la I con un APOSTROFO e scrivere FA'. Stessa cosa con VAI >> VA' (queste però non sono parole accentate, ma apostrofate).
     
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    Gli accenti sono la prima fonte di confusione per chiunque si accinga a scrivere e spesso anche nella pronuncia delle parole. Gli errori si sprecano, ma in realtà le regole degli accenti in italiano non sono molte.

    In italiano abbiamo sillabe atone (senza accento) e sillabe toniche (accentate).
    A livello grafico l’accento può essere grave, con pronuncia aperta (come quello del verbo essere “è”) oppure acuto, con pronuncia chiusa (come quello di “perché”).

    L’accento si scrive obbligatoriamente in italiano solamente quando cade sull’ultima sillaba mentre all’interno della parola generalmente non viene segnalato, a meno che non serva a evitare un fraintendimento di significato (es. ancora come avverbio e àncora come nome ed elemento di un’imbarcazione).

    L’accento viene messo sempre sulle parole tronche (bisillabi o polisillabi accentati sull’ultima sillaba), su alcuni monosillabi che possono generare ambiguità nel significato (vedi messaggio precedente), su monosillabi che comprendono dei dittonghi (due vocali insieme) tranne in alcuni casi particolari, e, di regola, su alcune parole specifiche (vedi sotto).

    Le vocali a, o, u, i se accentate in fine di parola hanno sempre un accento grave (beltà, più, così, verrò, ecc.).

    Con la vocale e la situazione si complica ma, in generale, basta tenere a mente che l’accento è acuto con:
    1. Ché causale e tutti i suoi composti (affinché, poiché, perché…);
    2. I composti di tre e di re (cinquantatré, trentatré, viceré…);
    3. Le terze persone singolari del passato remoto dei verbi quando finiscono in e (ribatté, poté… escluso l’arcaico diè per “diede”).


    Cerchiamo, comunque, di sciogliere i principali dubbi per evitare i più comuni errori, come risulta dalla lista di parole che segue. Notate la differenza tra accenti acuti e accenti gravi, troncamenti e assenza di qualsiasi segno grafico.

    (negazione) diverso da ne (avverbio o pronome).

    Sé (riflessivo) diverso da se (congiunzione o pronome). Sé quando seguito da stesso o medesimo può avere o non avere l’accento (se stesso o sé stesso). Si consiglia comunque di metterlo al plurale (sé stessi, sé stesse) per evitare di confondersi con il congiuntivo di stare.

    Tè (bevanda) diverso da te (pronome personale).

    Sì (affermativo) diverso da si (pronome, nota musicale).

    Dà (verbo dare) diverso da da (preposizione semplice) e da da’ (imperativo di dare, sta per “dai”).

    Dì (giorno) diverso da di (preposizione semplice) e da di’ (imperativo di dire, sta per “dici”).

    È (verbo essere) diverso da e (congiunzione). E' (scritto aggiungendo l'apostrofo al posto dl vero e proprio accento) per la maiuscola del verbo essere è scorretto.
    Ché (causale, sta per “poiché”) diverso da che (congiunzione o pronome).

    Lì (avverbio di luogo) diverso da li (pronome).
     
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    GR-Accento3


    Accento grave o accento acuto?



    L'accento grave è quello con la pronuncia aperta: caffè, canapè, cioè...Come grafia, è inclinato a sinistra.
    L'accento acuto è quello con pronuncia chiusa: perché, ventitré, poté. Come grafia, è inclinato a destra.

    Le vocali A I O U vogliono sempre l'accento grave in fine di parola.
    Quindi: andrò in città, farò così.

    La vocale E vuole l'accento grave:
    • come verbo essere: è
    • nei nomi di origine straniera: caffè, narghilè, tè...
    • nei nomi propri: Noè, Giosuè...
    • nelle parole: cioè, ahimè, ohimè, piè

    La vocale E vuole l'accento acuto:
    • nel passato remoto: poté, ripeté...
    • nei composti di che: perché, affinché, benché...
    • nei composti di tre: ventitré...
    • nei composti di re: viceré...
    • nei monosillabi: sé (pronome), né, ché...
    • nella parola mercé.

    Nella tastiera del computer, le due lettere (è - é) sono sullo stesso tasto. Quella grave è in basso, quella acuta è sopra.

    Sull'annosa questione della E maiuscola accentata, riporto quanto dice il Lesina, guida più che autorevole in materia:
    "Dato che sui sistemi di scrittura non sono in genere disponibili le maiuscole accentate, si dovrà in ogni caso ricorrere all'accento separato per la e maiuscola "grave". In questo caso, anche se la forma corretta sarebbe E`, è invalso l'uso corrente della scrittura E', che peraltro risulta più accettabile da un punto di vista grafico. [...] Un'analoga soluzione può essere eventualmente adottata per l'accento di qualsiasi vocale maiuscola che dovesse comparire nel testo, esempio: ATTIVITA'. "




    Accenti sulla tastiera



    Riguardo alle vocali maiuscole accentate, vi ricordo che Windows mette a disposizione dell’utente la Mappa caratteri, attraverso il quale è possibile visualizzare tutti i caratteri disponibili, senza utilizzare scorciatoie difficili da ricordare, ma che comunque riassumerò più sotto.

    Per visualizzare la mappa dei caratteri, cliccate il pulsante Start (la pallina col simbolo di Windows), selezionate la voce Tutti i programmi, quindi scegliete il menu Accessori e quindi Utilità di Sistema, dove trovate Mappa dei Caratteri che si apre con la seguente finestra:

    mappa-caratteri



    Selezionate la lettera che vi serve (potete selezionarne anche più di una tutte insieme) e incollate dove vi serve. Quando selezionate una lettera dalla schermata della mappa dei caratteri, in basso appare il codice che la può ricreare, cioè la combinazione con il tasto ALT per scrivere il carattere in questione, senza rivolgersi necessariamente alla mappa dei caratteri.



    http://tech.attualissimo.it/come-digitare-la-e-e-la-a-maiuscola-accentata/ ha trascritto le combinazioni più comuni, oltre la E e la A accentata:

    À – Alt + 0192
    Á – Alt + 0193
    Â – Alt + 0194
    Ã – Alt + 0195
    Ä – Alt + 0196
    Å – Alt + 0197
    È – Alt + 0200
    É – Alt + 0201
    Ê – Alt + 0202
    Ë – Alt + 0203
    Ì – Alt + 0204
    Í – Alt + 0205
    Î – Alt + 0206
    Ï – Alt + 0207
    Ò – Alt + 0210
    Ó – Alt + 0211
    Ô – Alt + 0212
    Õ – Alt + 0213
    Ö – Alt + 0214
    Ù – Alt + 0217
    Ú – Alt + 0218
    Û – Alt + 0219
    Ü – Alt + 0220

    Edited by Ida59 - 20/2/2021, 11:06
     
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2 replies since 19/12/2020, 21:23   530 views
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