Unità a sinistra5

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CONSIGLIO DI ZONA

Approvato alla unanimità il documento sulla proposta di delibera-quadro

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SCUOLA DELL'OBBLIGO

Ancora a proposito del comitato genitori della scuola di piazza Sicilia

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SERVIZI DELLA ZONA

Apriamo un'inchiesta sui servizi della zona, cominciando dai trasporti

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ZONA6

unità a sinistra

A CURA DEL COMITATO UNITARIO DI ZONA (PCI - PSI - PSIUP - MPL)

Anno IV - N. 2 - L. 50

Un primo successo contro la speculazione in via Correggio - Colonna

Giovedì 24 febbraio, ore 21: in Consiglio di zona si discute sulla richiesta di licenza edilizia per la costruzione di un complesso di edifici di lusso sull'area della ex-fabbrica Rusconi, 10.000 metri quadrati di terreno tra via Correggio e via Colonna che fanno gola a quell'insaziabile piovra che è la speculazione edilizia.

I cittadini della zona sanno già tutto di questa manovra • tentacolare »: il Comitato unitario di quartiere, costituito dalle forze politiche che danno vita al nostro giornale (comunisti, socialisti, socialproletari, cattolici dell'MPL), ha provveduto per tempo ad informarli con una forte azione di volantinaggio, con la raccolta delle firme in calce a una petizione che chiede case popolari su quell'area, azione accolta con entusiasmo dalla cittadinanza, dalle masse popolari dei quartieri. E i risultati si vedono. Quasi 2000 firme raccolte, ordini del giorno dei Consigli di fabbrica di alcuni grandi complessi industriali della zona o che gravitano sulla zona, e

Il testo della mozione approvata

A Milano, nella nostra zona, ancor oggi si tentano spaventose speculazioni edilizie ai danni degli interessi della cittadinanza.

Dopo che la nostra zona ha dovuto subire negli anni passati la rapina incondizionata di spazio vitale da parte delle grosse immobiliari, che hanno accumulato miliardi sfruttando la rendita di posizione (esempio ruacroscopico la lottizzazione De Angeli-Frua), esiste ancora oggi, nel 1972, chi tenta di far passare una operazione speculativa immobiliare, pretendendo di costruire la bellezza di 63.000 metri cubi su di un'area di circa 10.000 metri quadri. Tale operazione comporta peraltro l'insediamento di circa 700 abitanti, ovvero circa 220

la Ripartizione all'urbanistica. Noi sappiamo per esperienza (il caso della exSalmoiraghi lo ha dimostrato a sufficienza) che non ci si deve assolutamente cullare sugli allori, che la mobilitazione deve continuare e allargarsi, coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini, perchè la posta in gioco è molto elevata. Si tratta infatti di andare a colpire uno dei meccanismi più forti del potere delle classi dominanti, quello della speculazione sulle aree fabbricabili appunto, attorno al quale ruotano grossissimi interessi e spregiudicati giochi di potere e di connivenza fra forze economiche e determinate forze politiche che dirigono la pubblica amministrazione, anche a livello personale.

famiglie, ovvero altri 200 bambini senza prevedere la dotazione di asili, di scuole, di servizi sociali adeguati ed indispensabili.

Il Consiglio di Zona 6 oramai conosce a fondo quale dannoso qualuilouisim; e quale egoistico interesse spinge a simili aberranti tentativi di lucro.

Perciò esprime, nel caso particolare della Rusconi, il suo più energico diniego a questo ulteriore tentativo di speculazione edilizia, e invita le autorità comunali, nella fattispecie la Ripartizione Urbanistica e la Ripartizione Edilizia Privata, a rivedere la loro posizione nei confronti della immobiliare suddetta applicando con il dovuto coraggio la legge urbanistica vigente.

Richiede che la suddetta area venga inserita nel piano 167 per la realizzazione di case popolari e servizi espropriandola a prezzo agricolo secondo la legge vigente n. 865. Inoltre si chiede che l'amministrazione comunale, prima di esprimere un parere sulle licenze edilizie, consulti in sede di Commissione Edilizia e Commissione Consiliare per la Pianificazione Territoriale, anche i rappresentanti dei consigli di Zona.

Infine, il Co:.nsiglio di Zona 6 indice seduta stante per il giorno 21 marzo alle ore 21, presso la scuola di P.za Sicilia, una assemblea popolare sull'argomento: Recupero delle aree edificabili disponibili per la realizzazione di case popolari.

Democratizzazione della RAI-TV per battere il monopolio democristiano

Il 15 dicembre 1972 scade la convenzione fra lo Stato e la Rai-Tv, che (non tutti lo sanno) è una società per azioni la cui maggioranza è controllata dall'IRI.

Marzo 1972

Approvato in Parlamento

Regolamento della legge sul commercio

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 27 gennaio 1972 del regolamento di attuazione, la nuova Legge sul commercio è entrata in una prima fase di applicazione. L'adempimento immediato è ora quello dell'iscrizione al Registro degli Esercenti Commerciali presso la Camera di Commercio, iscrizione che è resa obbligatoria dalla Legge sul Commercio per il rilascio di nucve autorizzazioni da parte dei Comuni, per trasferimento, volture e ampliamenti merceologici delle autorizzazioni esistenti.

Ricordiamo che gli esercenti già in possesso delle licenze prescritte dalle Leggi abrogate hanno diritto di essere iscritti al Registro istituito presso la Camera di Commercio. La domanda di iscrizione, redatta in conformità al modello ministeriale, deve essere presentata entro e non oltre il 21 luglio 1972. Decorso tale termine l'esercente perde il diritto all'iscrizione automatica.

In allegato alla domanda va allegata la ricevuta di versamento di L. 15.000, ridotta a 5.000 per gli ambulanti e cooperative di consumo, versata a favore della Camera di Commercio.

soprattutto un'aula gremita di cittadini quando inizia la discussione.

E' quest'ultimo uno dei fatti determinanti, come è stato ampiamente dimostrato in tante altre occasioni. Di fronte alla mobilitazione dei cittadini, alla loro vivace presenza, i democristiani sono costretti a recedere dalla loro posizione di sempre, che è di aperto appoggio alle scelte delle classi economiche dominanti e quindi anche della speculazione, e dopo aver cercato di tergiversare a lungo, di perdere tempo, alla fine alcuni di loro (ad eccezione del tetragono Fiorani) votano per l'ordine del giorno presentato dalle sinistre, qui pubblicato.

La mozione viene approvata con 12 voti favorevoli,1 contrario (quello del democristiano Fiorani, appunto) e 1 astenuto (il liberale Buzzetti). L'altro consigliere liberale presente, Falini, si rifiuta di esprimere un parere (che coerenza!) ed esce dall'aula.

La mobilitazione popolare ha ottenuto quindi un primo successo. Ma evidentemente le cose non possono fermarsi a questo punto. La parola spetta ora alla Giunta comunale, in particolare alla Ripartizione all'edilizia privata e al-

Contro le scelte della speculazione, del privilegio, degli interessi parassitari della rendita fondiaria, i cittadini, le masse popolari vogliono che sia reso operante il diritto ad abitare nella città, e in una città umana, non al servizio del profitto e degli interessi privati.

Ecco perchè vogliono che anche nella nostra zona si ponga mano a un piano di insediamenti di case popolari, a basso prezzo e che in questo piano rientri evidentemente la creazione di servizi sociali (scuole, verde, attrezzature sanitarie, culturali e sportive) tale da garantire alla zona un aspetto umano.

Per ottenere ciò (l'abbiamo sottolineato sempre) è necessario che le decisioni del potere pubblico vengano prese in pieno accordo con le esigenze più volte manifestate dalle masse popolari e dalle loro organizzazioni sociali e politiche: blocco di tutte le edificazioni speculative di lusso e realizzazione di servizi sociali e di edilizia abitativa popolare.

Per questo ci battiamp e intorno a questi obbiettivi chiamiamo alla mobilitazione i cittadini; un momento di questa mobilitazione sarà l'Assemblea popolare indetta dal Consiglio di zona, su richiesta della sinistra, per il 21 marzo, nella scuola di piazza Sicilia.

Trattandosi di un problema di rilevante importanza politica era prevedibile che, intorno alla scadenza della concessione, si sviluppasse una battaglia politica di massiccie proporzioni. Grosso modo si può affermare che le posizioni attualmente in campo sono tre.

La prima riguarda sostanzialmente il rinnovo della concessione alle attuali condizioni. Naturalmente nessuno osa propugnare ufficialmente questa tesi. Nemmeno i democristiani che, tutto sommato, sarebbero quelli che beneficerebbero maggiormente di una tale soluzione. Resta però una ipotesi plausibile proprio perchè la riconferma dello status quo, purtroppo, rappresenta una consuetudine difficilmente eliminabile nel nostro paese.

La seconda possibilità, ed è quella propugnata con qualche sfumatura in più o in meno, dalla sinistra (PSI, PSIUP, PCI) propende decisamente verso una democratizzazione effettiva della Rai-tv, che sia accompagnata da una diversificazione di canali regionali. In tal modo si dovrebbe poter mettere il « mezzo « a disposizione dei cittadini e delle masse popolari, intendendo l'informazione come servizio pubblico e sociale.

Infine c'è una terza posizione, propugnata dai grandi editori privati, le gran-

di finanziarie ed alcuni personaggi come il socialdemocratico De Feo, l'ineffabile Sandulli (ex - presidente della RAI), e — duole dirlo — il « socialista « Eugenio Scalfari (il quale però — in questi ultimi tempi — ha avuto modo di rettificare il tiro), che consiste nella richiesta di privatizzazione della RAI-TV, o in quella che impropriamente viene chiamata «libertà di antenna». Queste tre posizioni avranno modo nei prossimi mesi di confrontarsi. E' necessario che il dibattito non resti segregato solo fra gli « addetti ai lavori « ma venga esteso e coinvolga tutto il paese. Proprio per questo, e perchè la RAI-TV di Milano, che dopo Roma rappresenta il maggiore centro televis'io italiano, è situata nella Zona 6, Unità a Sinistra indice I' assemblea popolare qui indicata.

La legge prescrive inoltre che ogni esercente sia munito di licenza comunale. Al rilascio di tale licenza hanno diritto gli esercenti già in possesso delle licenze prescritte dalle leggi abrogate. Anche in questo caso la domanda deve essere redatta in conformità al modello ministeriale prescritto, e deve essere presentata entro e non oltre il 21 luglio 1972 a pena di decadenza del rilascio della licenza comunale in caso di ritardo.

A favore di tutti gli esercenti interessati il giornale offre un servizio di consulenza legale e amministrativa. Ogni richiesta deve essere indirizzata alla Sede del Giornale.

Inoltre se verrà raggiunto un numero adeguato di richieste, il Giornale organizzerà uno o più convegni diretti a divulgare il contenuto e gli adempimenti della nuova disciplina sul commercio.

VENERDI' 24 MARZO, ALLE ORE 21 presso il Circolo CARDUCCI, via Bertini, 19

ASSEMBLEA POPOLARE

indetta da « Unità a sinistra » sul tema

MAGENTA-SEMPIO NE
Il Consiglio di Zona respinge la licenza edilizia sull'area ex-Rusconi e vota per le case popolari
RAI-TV: DUE CANALI DA DEMOCRATIZZARE TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE

A che punto siamo con...

Le lotte degli inquilini

Via Giusti 3/5 e Via Giannone 6

La battaglia degli inquilini di queste case per ottenere condizioni di vita più decenti, l'effettuazione dei lavori di manutenzione e una riduzione sostanziale degli affitti prosegue su due fronti: quello legale e quello della lotta. Sul fronte legale le cose non vanno troppo bene per il signor Friso (amministratore degli stabili), infatti nove delle undici (!) richieste di sfratto avanzate dall'immobiliare Besenzanica sono state respinte, mentre le altre due non sono state ancora discusse. Per di più la Pretura ha accettato la richiesta degli inquilini di stabilire in quale stato (ed è davvero pietoso, signor Friso!) sono gli edifici in questione-. Il Pretore ha perciò ordinato l'effettuazione di una perizia negli stabili, tenacemente avversata dagli avvocati della Besenzanica. A conclusione della perizia il padrone si è trovato di fronte ad un lungo elenco di lavori di manutenzione necessari per rendere abitabili le case. A questo punto la tattica dell'immobiliare Besenzanica è quella di accettare la sconfitta, effettuando però i lavori di manutenzioni solo per i nove inquilini in causa, con l'evidente intenzione di dividere il fronte della lotta. Ma su questa via il signor Friso non si faccia troppe illusioni: gli inquilini sono uniti e decisi alla lotta; se l'immobiliare Besenzanica non vuole discutere per tutti gli inquilini e su tutte le richieste (riconoscimento del comitato inquilini, riduzione dell'affitto, manutenzioni e ritiro degli sfratti) si troverà contro non solo tutti gli inquilini di via Giusti e di via Giannone, ma anche tutti quelli del quartiere, le forze politiche di sinistra, i cittadini democratici e il consiglio di zona, che già ha espresso la sua solidarietà con la lotta di via Giusti-Giannone. Sul fronte delle iniziative di lotta c'è da registrare una nuova delegazione di massa in comune, per sollecitare l'intervento dell'Ufficio d'Igiene e l'effettuazione dei lavori di manutenzione. A seguito di questa iniziativa c'è stata un'ispezione in tutti gli appartamenti da parte di un addetto dell'Ufficio di Igiene e voci non confermate collegano questa visita all'intenzione che il comune avrebbe di effettuare i lavori addebitandoli poi alla Besenzanica. Sconcertante comunque appare il comportamento dell'assessore democristiano all'igiene e sanità Ester Anglolini: già in dicembre, poi in gennaio, quindi in febbraio gli inquilini sollecitarono un int'.rvento del comune parlando persor 'mente con l'assessore, che distribuì promesse a piene mani, senza che poi facessero seguito atti concreti. Dal settembre del '71 giace in corni ne un'ingiunzione che ordina l'effettuazione dei lavori indispensabili di manutenzione; a sei mesi di distanza il signor Friso non ha iniziato unc di questi lavori, cosa aspetta dunque l'assessore competente ad inviare multe previste dalla legge? O forse la legge è uguale per tutti, esclusi gli assessori democristiani e le immobiliari? E poi ci sono norme precise che prevedono la possibilità di intervento del comune per l'effettuazione di lavori di manutenzione, che vengono poi addebitati alla proprietà; cosa aspetta l'assessore democristiano Ester Angiolini a muoversi decisamente in questo senso? Gli inquilini avevano anche chiesto un intervento del comune per costringere l'immobiliare Besenzanica a discutere le loro richieste, e anche per questo l'assessore Angiolini si era impegnata ad organizzare un incontro tra le parti, non mantenendo poi — manco a dirlo — la promessa fatta.

Via Fauché-Castelvetro

La trattativa per risolvere la vertenza tra inquilini e immobiliare Castello è in pieno svolgimento. Grosse novità non ce ne sono, salvo il fatto che la questione riguardante gli esercenti è ormai praticamente risolta. Per alcuni si è concordato un prezzo ragionevole di acquisto del negozio, per altri una buonuscita. L'altra • novità » è la volontà dichiarata dalla Castello di rinunciare alle operazioni di vendita frazionata e al conseguente sfratto degli inquilini (ammissione clamorosa della sconfitta dell'immobiliare). Il Comitato inquilini ha presentato alla Castello le richieste in quattro punti (che abbiamo riportato sul numero di febbraio di

« Unità a sinistra ») per verificare le reali intenzioni della controparte e far sì che il diritto degli inquilini a restare nelle proprie case sia riconosciuto e sancito nero su bianco. Per ora non siamo a conoscenza della risposta della Castello, comunque le trattative proseguono.

Via Fioravanti 12-Via Niccolini 33

Come abbiamo già riferito su • Unità a sinistra » il padrone di questi stabili aveva preteso aumenti di spese di 4050 mila lire con l'assurda giustificazione del saldo arretrati per spese di portineria. E' da notare che in una lettera inviata nel '69, la proprietà annunciava che malgrado gli aumenti verificatisi nel costo del portierato, le spese a carico degli inquilini non sarebbero aumentate, dato che la portineria sarebbe stata chiusa le domeniche e gli altri giorni festivi. Gli inquilini si sono perciò riuniti in assemblea e hanno deciso di non pagare gli aumenti richiesti. E il padrone, malgrado qualche velata minaccia fatta ad alcuni inquilini, finora ha dovuto starsene zitto e ingoiare il rospo.

A seguito della denuncia fatta dall'assemblea degli inquilini sulle condizioni malsane degli stabili, l'Ufficio di Igiene del comune, sollecitato da una folta delegazione recatasi a Palazzo Marino, ha ingiunto l'effettuazione di una serie di lavori di manutenzione per via Fioravanti 12 (riassetto dei servizi igienici, riparazione dei solai e del tetto, rifacimento delle solette ecc.) e ha deciso l'invio di un ispettore per via Niccolini 33. Vedremo se la proprietà si deciderà ad eseguire le indispensabili opere di manutenzione.

Via C. M. Maggi 3 e Via Balestrieri 6

Voci preoccupanti sono giunte agli inquilini di via C. M. Maggi; pare — secondo queste voci — che la proprietà intenda vendere l'edificio, che poi sarebbe abbattuto. Verrebbe così effettuata una speculazione sull'area dove sorge ora la casa e si costruirebbe un nuovo palazzo di lusso.

Segno evidente dell' intenzione di mettere in atto questa manovra è il mancato recapito agli inquilini (senza alcuna giustificazione) della bolletta di affitto dell'ultimo trimestre. Gli inquilini comunque sono decisi a rimanere nelle loro case e hanno indetto una assemblea per iniziare la lotta.

Poche cifre danno la misura dell'assurdità della situazione di via Balestrieri 6: gli inquilini sono tutti a fitto bloccato da moltissimi anni e pagano all'incirca 20-25 mila lire annue, mentre di spese si sono visti arrivare (per una casa vecchia e fatiscente) una nota di 130-140 mila lire. E siccome in questi ultimi due anni il numero degli inquilini è diminuito, questo furbo proprietario ha pensato bene di aumentare le spese a carico di quelli rimasti, anzichè affittare gli appartamenti vuoti (evidentemente anche per questa casa si vuole arrivare alla demolizione).

La questione delle aree

Via Tolentino

Il democristiano Zorzi ba annunciato in Consiglio di zona che la Giunta starebbe per sborsare diversi miliardi per l'acquisto dell'ex-giardino Firenze. Su quest'area, come è noto, la proprietà vorrebbe realizzare un gruppo di palazzi di lusso, mentre i cittadini del quartiere vogliono una scuola e il verde.

Vittoria dunque? Sembrerebbe proprio di sì.

Senonchè c'è un piccolo particolare: la nuova legge sulla casa dispone che per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria (tra cui verde e scuola) le aree necessarie sono espropriabili a prezzo agricolo. Nel nostro caso ciò significa che anzichè alcuni miliardi (pare 3) l'area dovrebbe essere pagata non più di 50 milioni.

A questo punto noi, invece di dare notizie come è compito di un giornale, dobbiamo chiederne: cosa succede dei 2950 milioni di differenza? Attendiamo urgente risposta, soprattutto l'attendono tutti i cittadini della zona.

Inchiesta sui trasporti della nostra zona

Siamo tutti dei messieurs Hulot nel caos del traffico cittadino

Muoversi per andare in ufficio, a scuola, per motivi di lavoro, per fare acquisti, per andare Al cinema o a teatro: ogni giorno molti di noi passano ore incolonnati in lunghe file di automobili, in tram e autobus affollati e lenti, nelle soffocanti gallerie della metropolitana. Indice di prosperità, di vitalità, di benessere? E' facile purtroppo rispondere di no.

Gran parte del traffico cittadino è dovuto all'espandersi della città in quartieri dormitorio privi di servizi e di possibilità di impiego, al concentrarsi di attrazioni culturali, commerciali e ricreative nelle aree più centrali, alla carenza di attrezzature per la vita associativa nei ghetti popolari della periferia.

Circa i 2/3 della popolazione urbana

vivono ormai al di là di quella che viene ancora chiamata circolare esterna (dove passa la 90-91). Ebbene, questa circolare fra le 6 di mattina e le 9 di sera di un giorno feriale qualsiasi è attraversata in media 1.300.000 volte, da veicoli che trasportano avanti e indietro circa tre milioni di persone!

Nella nostra zona gran parte del traffico è dovuta a questo andare e venire. Si può calcolare che ogni giorno la nostra zona è attraversata in media da 100.000 veicoli diretti o provenienti dal centro, e che in essa hanno origine o destinazione almeno 250.000 collegamenti con la periferia e 100.000 con il centro.

Ma come avvengono tutti questi spostamenti?

In periferia prevale l'uso dell'auto privata. Andando verso il centro il numero di persone che si servono di mezzi pubblici aumenta fino a essere quasi uguale al numero di coloro che si spostano con mezzi privati. La difficoltà di parcheggiare, la congestione del traffico, i sensi unici etc. consigliano infatti molti a lasciare l'auto a casa e a spostarsi per il centro con il tram, per lo meno nelle ore di punta.

Ma non è questo il solo motivo. C'è anche il fatto che in centro il servizio pubblico è molto migliore che in periferia. La rete di trasporti pubblici di Milano infatti corrisponde quasi esattamente alla carta dei valori fondiari (cioè al costo delle aree): più la rete è fitta più questi valori sono alti, e viceversa. In estrema periferia, a valori fondiari bassi, corrisponde una rete di trasporti pubblici quasi nulla. Dimodochè le classi popolari, spinte all'estrema periferia alla ricerca di case meno costose sono costretti a spendere ciò che risparmiano sull'affitto nell'acqui• sto di un'automobile.

Nella foto: un aspetto degli stabili di via Giusti-Giannone. In Comune giace da sei mesi un'ingiunzione per i lavori di manutenzione. L'assessore competente quando si deciderà ad intervenire?

Non bastano i genitori per rinnovare la scuola

La vivacità dei consensi e delle polemiche suscitate dall'articolo pubblicato su « Unità a sinistra » di febbraio dimostra quanto scottante e vitale sia oggi li problema della partecipazione dei cittadini alla vita della scuola. Hanno acconsentito, e spesso con molto calore, genitori e insegnanti di scuole della zona che hanno riconosciuto nei modi di elezione e nei limiti di azione dei comitati genitori una situazione oggi vissuta in prima persona. Hanno dissentito, con civile vivacità, i rappresentanti del comitato genitori di Piazza Sicilia, ritenendo che lo spirito dell'articolo tendesse a sottovalutare il lavoro faticoso e difficile compiuto da questo comitato per rompere i limiti imposti dalla fragile circolare Misasi. Eppure proprio il colloquio con l'attuale presidente del comitato genitori della scuola di Piazza Sicilia, (il Comitato ha infatti un sistema di rotazione trimestrale del presidente) ci ha confermato che non è possibile agire nella scuola soltanto come genitori, che come genitori non si ha e non si può avere alcun potere, che se si riesce ad ottenere il risultato di smuovere sia pure in parte la sclerotica struttura scolastica, questo si può fare soltanto proponendosi come forza unita di volontà popolare, al di là degli schemi imposti dell'alto. Questo è il senso della democrazia popolare, che i genitori appartenenti al Comitato di Piazza Sicilia dimostrano di avere ben compreso, anche se poi nell'attuazione delle loro intenzioni, dovranno scontrarsi con una realtà per niente morbida. Ma allora, se questa constatazione

è vera, si ritorna al problema di base: i comitati genitori, a cosa servono?

Quando si cerca la partecipazione di forze nuove, di esperti, di consensi popolari; quando si arriva, per via di deduzioni logiche e lampanti a constatare che chi vuole occuparsi della scuola arriva fatalmente al problema delle aree, dei trasporti, della spesa pubblica, allora il salto dall'azione limitata a una scuola a quella estesa a tutte le scuole della zona è praticamente già fatto.

E il problema si allarga ancora di più quando si vuole entrare nei contenuti e metodi della didattica: dai libri di testo ai voti alle bocciature.

Cioè, ammesso che nella stessa zona ci sia un comitato di genitori che funziona bene, prima o poi dovrà scontrarsi con gli interessi e le intenzioni dl altri comitati che funzionano « male », che non hanno capito cioè che scuola pubblica significa pubblica partecipazione di tutti a tutti i problemi. Ed ecco sorgere quella divisione in • corporazioni » che da sempre è una delle armi più potenti in mano di chi ha interesse a dividere le forze unite da bisogni comuni. Ecco perché è sempre più necessario che i cittadini: genitori, allievi e insegnanti scontenti dello stato attuale delle scuole, e in particolare delle scuole dell'obbligo della nostra zona, si uniscano in un comitato popolare di zona che veda il problema della scuola in una prospettiva più ampia e più generale. A un simile comitato proprio l'esperienza del Comitato Genitori di Piazza Sicilia potrebbe essere preziosa.

Nella nostra zona invece la dotazione di trasporti pubblici è piuttosto buona; infatti è difficile trovare un punto dal quale nel raggio di 200-300 metri non si trovino almeno 2 o 3 linee di trasporto pubblico con una discreta frequenza di passaggi.

Non possiamo quindi lamentarci. Senonoché il problema non è questo. Il fatto è che andando avanti così, continuando la espansione della città a macchia d'olio attorno a un centro che genera sempre più traffico, incentivando l'uso del mezzo privato rispetto a quello pubblico, ci si avvicina rapidamente alla totale paralisi della città, nella nostra zona come in tutte le altre.

E allora si dovranno spendere miliardi in opere di viabilità, sacrificando indilazionabili investimenti per servizi sociali, al fine di tenere in piedi questa assurda situazione, che favorisce solo la rendita fondiaria.

E' per questo motivo che il nostro giornale da tempo si batte contro la espulsione di ceti popolari dalla nostra zona, contro l'insediamento di uffici e case di lusso, conducendo la stessa battaglia, seppure in termini diversi, di coloro che in altre zone lottano per la riqualificazione della periferia, per una più equilibrata dotazione di servizi nella città, per la diffusione nel territorio delle infrastrutture più qualificanti. Solo in questo modo infatti la città potrà ritrovare un giusto equilibrio fra la residenza e attività di lavoro, di studio, di svago e di ricreazione, equilibrio che la città ha perso dall'epoca del tram a cavalli, diventando sempre più inabitabile.

Gli avversari da battere sono i soliti: le forze organizzate della speculazione edilizia, che da questi squilibri traggono enormi guadagni a spese della collettività, aspettando semplicemente che i loro terreni aumentino di valore con l'espandersi della città, acquistando aree dove è prevista qualche realizzazione qualificante, e le forze politiche 'che ne sostengono gli interessi (la D.C. in primo luogo e quanti na hanno condiviso le responsabilità nell'involuzione conservatrice del centro-sinistra).

Gli strumenti ora ci sono: la nuova legge sulla casa, che consente l'esproprio di vaste aree nelle zone d'espansione e la riqualificazione delle aree già urbanizzate può arrestare questo processo. Deve solo essere resa operante.

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Ancora sul comitato di piazza Sicilia

Con modifiche al progetto della Giunta sul decentramento

Approvata la delibera - quadro con i voti di tutti i gruppi

Nella seduta di giovedì 17 febbraio, il Consiglio di Zona ha approvato all'unanimità la seguente mozione sulla proposta di delibera-quadro per la seconda fase del decentramento amministrativo. Dato l'interesse che la questione riveste, la pubblichiamo integralmente.

Scopo principale del decentramento è quello di fornire a tutti i cittadini la possibilità di partecipare a livello politico ed amministrativo alla gestione della cosa pubblica (diffusione dell'informazione a tutti i livelli, al fine di permettere il più ampio dibattito possibile sulle scelte amministrative ed un controllo assiduo sulle decisioni dell'amministrazione; libertà di proposta di scelte autonome sugli argomenti e le necessità emergenti; in pratica, la possibilità di influire sulle scelte politiche).

Pertanto, in una società come la nostra, dominata da gravi contraddizioni e animata da spinte centrifughe che lasciano prevedere la tendenza verso soluzioni massimaliste ed autoritarie, è assolutamente indispensabile ricercare ambiti nuovi di incontro, che ponendosi come momento interlocutorio democratico, stimolino la partecipazione sociale nella nostra città e recuperino ad una cosciente responsabilità le grandi masse di cittadini.

Per i motivi sopra espressi, e per rivendicare con forza, il pieno diritto delle classi popolari di entrare nella gestione pubblica e nelle scelte politiche, il Consiglio della Zona 6 fa proprio l'obbiettivo politico del decentramento, e cioè l'effettiva partecipazione sociale e politica dei cittadini. intesa come processo mediante il quale si giunge ad una comune decisione.

Pare però a questo Consiglio, che per liberare da ogni possibile mistificazione il decentramento, sia necessario mantenersi in un ambito ben aderente alla realtà, evitando da un lato che esso si attui attraverso forme espressive involute, di per sè stesse negatrici della partecipazione, e dall'altro attraverso troppo accentuate segmentazioni e dilatazioni del potere delegato ai singoli che minano lo spirito della partecipazione attraverso inevitabili frustrazioni. Ugualmente, in considerazione del rapido evolversi e svilupparsi delle relazioni intercorrenti tra la nostra città e l'hinterland milanese, è importante a nostro giudizio prendere in seria considerazione la possibilità di nuovi tipi di rapporti con la provincia e la regione stessa, attraverso un'opportuna riforma della legge stralcio per le aree metropolitane.

FORME ORGANIZZATE DEL DECENTRAMENTO

L'Assemblea popolare rappresenta la più alta manifestazione di democrazia a livello sociale della Zona.

Ad essa pertanto occorrerà far ricorso per qualsiasi problema « comportante scelte relative agli indirizzi generali dell'amministrazione civica e alle decisioni in ordine al governo della zona ,,.

E' però altrettanto importante che le Assemblee popolari non diveptino momenti mistificanti sia nel senso della manipolazione del consenso che dell'organizzazione del dissenso; pare pertanto a questo punto necessaria una regolamentazione di massima concordata tra i vari componenti del Consiglio di Zona, che stabilisca le modalità di convocazione (le assemblee possono essere convocate su richiesta della maggioranza semplice del Consiglio — la metà più uno dei consiglieri presenti).

Per ciò che riguarda la richiesta di convocazione di Assemblee popolari, questa può essere effettuata da qualsiasi cittadino della Zona. Il Consiglio di Zona, esaminata la richiesta, può respingerla solo per fondati motivi.

Si ritiene inoltre indispensabile poter fornire a tutti i cittadini della zona, per questioni di particolare importanza, la possibilità di esprimere il proprio parere mediante l'istituzione, come momento decisionale, del referendum.

Occorre rendere possibile e regolamentare chiaramente la possibilità dí intervento della popolazione nel dibattito dei Consigli di Zona, in modo che non intralci i lavori, aggiungendo al diritto di parola del primo dei 500 firmatari, anche un rappresentante di quelle organizzazioni che ne facciano richiesta e, decidendo a maggioranza semplice, prevedere sedute comuni con le organizzazioni operanti in zona.

GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI

I consigli di gestione devono essere espressione di tutte le realtà operanti nello ambito del servizio (utenti, operatori permanenti, rappresentanti del Consiglio di Zona); inoltre rappresentanti dei consigli di gestione devono far parte delle Commissioni del Consiglio di Zona.

I CONSIGLI DI ZONA:

I consiglieri di zona, devono essere eletti direttamente dalla popolazione; i luoghi di lavoro e di studio esistenti nella zona, ne fanno parte integrante; coloro che si svolgono la loro attività e le organizzazioni che li rappresentano, partecipano con pieni titoli alle Assemblee popolari e ai lavori delle commissioni del Consiglio di Zona.

PARERI CONSULTIVI OBBLIGATORI

Tali pareri debbono essere espressi su tutti gli atti fondamentali dell'Amministrazione comunale; in particolare per quanto riguarda la pianificazione territoriale si richiede l'inclusione di: licenze di costruzione, demolizione, trasformazione e modifica di destinazione. Per il Bilancio di previsione e i Conti consuntivi, si richiede che l'Amministrazione provveda alla predisposizione di documenti particolari per ogni Zona, che mettano in evidenza gli impegni che si intendono assumere nei vari quartieri. Qualora emergano divergenze fra le proposte dell'Amministrazione e i Consigli, dette divergenze vengono risolte dal Consiglio Comunale.

PARERI VINCOLANTI Devono verificarsi su tutte le questioni riguardanti la Zona stessa. A tali pareri l'Amministrazione può opporsi solo per gravi e ben documentati motivi; in caso di disaccordo decide il Consiglio Comunale sentiti l'Amministrazione e il Consiglio di Zona.

POTERI DELEGATI

Si prospetta la necessità che vengano delegati al Consiglio di Zona: la gestione di tutto il patrimonio immobiliare del Comune; la gestione e il coordinamento dei servizi decentrati; l'ordinaria manutenzione delle attrezzature e infrastrutture della zona; la politica viabilistica della zona. Si richiedono inoltre poteri di verifica e di controllo sull'attuazione delle decisioni prese dall'Amministrazione comunale e sull'uso del patrimonio comunale della zona.

POTERI PROPRI

Le modalità di gestione dei oervizi sociali siano uguali per tutta la città.

COMMISSIONI

Le commissioni devono rispettare quelle del Consiglio Comunale, salvo casi speciali. Il coordinatore o suo delegato deve partecipare ai lavori delle Commissioni Comunali. Si aggiunga la commissione Igiene e Sanità.

STRUMENTI OPERATIVI

Sono necessari per conoscere la realtà, intervenire su di essa, organizzare i contatti con la popolazione: strumenti di informazione (tabelloni, bacheche, ecc.); nucleo dei vigili urbani; un assistente sociale; un segretario ed una stenodattilografa; un fondo spese di segreteria.

Nel quadro di un rapido riassetto funzionale del personale e del decentramento dell'apparato comunale, gli uffici decentrati ed il personale che vi svolge la propria attività, sono posti al servizio dei Consigli di Zona che avranno poteri di controllo su di essi.

I Consigli di zona devono poter stabilire rapporti diretti con le ripartizioni senza dover passare obbligatoriamente per la Ripartizione Decentramento.

Per la fornitura di documenti, atti, ecc., le Ripartizioni siano al servizio dei Consigli di zona, così come sono oggi al servizio degli Assessori.

I tempi per sottoporre ai Consigli di zona gli argomenti sui quali devono esprimere pareri, devono essere rigidamente e chiaramente regolamentati onde questi ultimi possano essere convenientemente meditati in piena conoscenza.

L'amministrazione deve fornire tempestivamente i mezzi necessari all'organizzazione dei contatti tra Consigli di Zona e la popolazione.

La speculazione edilizia torna all'assalto; in tutto il quartiere si moltiplicano i tentativi delle immobiliari di portare a termine i loro disegni contro i lavoratori e gli inquilini.

Nel complesso De Angeli Frua (che ospita da decine di anni ex lavoratori di quella società) dopo aver lasciato per anni le abitazioni in uno stato di assoluto abbandono (trascurando ogni opera di ripristino e di manutenzione) la proprietà ha presentato in comune licenze edilizie per opere di « ristrutturazione degli stabili di via Colonna 47 e di via Trivulzio 6 che sono giunte nei giorni scorsi al consiglio di zona per il parere. Gli inquilini che abitano queste case vecchie e ,malandate sanno cosa significano « certe opere di ristrutturazione».

Lo insegna per tutti la vicenda di via Castelvetro: operai in casa che buttano giù muri, che aprono tubature, polvere dovunque, mobili danneggiati ecc.

Una condizione di vita e di abitazione impossibile per un lungo periodo, seguito poi dalla vendita frazionata degli appartamenti a prezzi assai elevati con l'impossibilità degli inquilini di sostenere canoni d'affitto considerevolmente aumentati in seguito alle opere eseguite.

Una speculazione quindi ai danni degli inquilini quella che alcuni giorni fa è passata sotto gli occhi di tutti gli esperti e consiglieri della commissione urbanistica del consiglio di zona.

Ma nonostante da sinistra si fossero più volte messe in luce le analogie con

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Le forze politiche della redazione

Sezione Arreghini del PCI via E. Ferrario, 5

Sezione Dal Pozzo del PCI via Fioravanti, 38

Sezione Novelli del PCI via Morbelli, 8

Sezione Rubini del PCI via Gran S. Bernardo, 1

Sezione Porta-Magenta del PSI via Duccio da Buoninsegna, 23

Sezione Sempione del PSI p.le Sempione, 1

la nota vicenda di via Castelvetro e soprattutto essendosi accertato che le case erano abitate da inquilini completamente all'oscuro dei piani della proprietà, il democristiano Zorzi, l'ineffabile Treves ed il suo esperto, e il signor Falini, liberale, hanno determinato una maggioranza favorevole alla concessione della licenza.

Per fortuna dopo la commissione vi è il consiglio che decide; a questo punto, allora, cade a pennello un pensiero di Mao Tsetung che suona così: « Tutti i reazionari del mondo sollevano delle grandi pietre che poi ricadono sui loro piedi ».

Così pochi giorni dopo in consiglio di zona la pietra è puntualmente ricaduta in testa al democristiano Zorzi, al socialdemocratico e alle destre in generale; per il colpo, in delirio, si sono lamentati distribuendo insulti a destra e a manca che si possono giustificare solo considerando il « trauma » subito.

Il trauma è stato la partecipazione popolare degli inquilini e dei lavoratori che hanno fatto sentire la loro voce.

Di fronte al giudizio della gente i più reazionari tra i democristiani, i liberali e l'ineffabile Treves si sono dovuti rimangiare tutto ciò che avevano detto in commissione anche se questo deve aver fatto loro l'effetto, a giudicare dall'espressione dei volti, di gustare un cactus.

Così sotto gli occhi attenti del pubblico si è votato all'unanimità il parere negativo sulle licenze edilizie ed in più un ampio documento dove si richiede, tra l'altro, la requisizione da parte del comune di tutti gli appartamenti sfitti del complesso De Angeli Frua ed un incontro degli inquilini con l'Assessore all'Igiene.

Prima di concludere è però necessario chiarire due questioni che sono sorte nell'ultimo burrascoso consiglio di zona:

la questione Zorzi.

I consiglieri di sinistra non hanno nulla contro quest'uomo; ciò che si giudica è il suo operato politico sia nella commissione urbanistica come nel consiglio; politicamente egli è sempre dalla parte dei proprietari e dei padroni. Per questo dobbiamo attaccarlo e smascherarlo di fronte ai cittadini con particolare veemenza. Per la sinistra Zorzi rappresenta, in piccolo certamente, la linea di destra della D.C., quella stessa linea che a livello nazionale le forze di sinistra combattono.

II liberale Buzzetti.

Il liberale Buzzetti ha apostrofato chi scrive accusandolo di aver creato un clima che ricorda il regime fascista. La velenosità dell'accusa è proporzionale certamente alle dimensioni del cactus e alla debolezza delle gengive.

In realtà per i padroni ed i loro portaordini la partecipazione popolare alla vita civile e democratica è offesa e sopraffazione; così per il nostro liberale, che gli inquilini abbiano potuto gridare che sono stati sfruttati due volte dalla De Angeli nella fabbrica prima ed in casa dopo è un intollerabile sopruso.

Aristocratici questi liberali!

VI

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La sinistra al contrario è per una democrazia effettiva e tanto più crescerà la partecipazione delle masse a tutte le istanze di vita democratica tanto più severo sarà il giudizio dei lavoratori su chi per anni ha contribuito ad organizzarne e legalizzarne lo sfruttamento e l'oppressione.

La Redazione del giornale ha sede presso il Circolo UDI Vera Pax via Morbelli, 8 - Milano - Tel. 49.68.82 (lunedì, martedì e venerdì, dalle ore 21 alle ore 23)

Il Comitato di redazione è costituito da PCI, PSI, PSIUP, MPL Ne fanno parte: Gianni Bagioli (PCI), Maria Luisa Basamini (MPL), Marco Dragonetti (PCI), Giuseppe Fassari (PSI), Mario Giorcelli (PSI), Giuliano Giuliani (PCI), Guglielmo Giumelli (MPL), Edoardo Magni (PCI), Toni Muzi Falconi (PSI), Bona Oxilia (PSIUP).

Hanno inoltre collaborato a questo numero: Rinaldo Ardini (PCI), Alessio Arenosto (PSI), Antonello Boatti (PCI), Francesco Mazzarelli (PSI), Lucia Vecchia (PCI)

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Una tragedia da ricordare sempre

Grecia

: 5 anni di violenze fasciste

Sono 5 anni che i colonnelli, agenti della CIA e del Pentagono, hanno realizzato i loro mostruosi piani. Il 21 aprile il popolo greco ha visto svanire un timido tentativo di democratizzare le istituzioni del paese e mettere in discussione la politica ventennale della destra conservatrice reazionaria. Ma il popolo greco resiste .Dietro l'apparente calma regna il terrore, la paura, la tortura.

In Grecia vige ancora la legge marziale e le prigioni sono piene di patrioti che scontano pesanti pene. Il regime, data appunto la sua natura, non riesce a risolvere le sue fondamentali contraddizioni: garantire il posto di lavoro e diffondere l'istruzione. Negli ultimi 5 anni il numero degli emigrati greci che varcano il confine in cerca di lavoro è più che raddoppiato, d'altra parte la vita universitaria è paralizzata. Tutti i professori democratici sono stati espulsi dalle università e dalla scuola in generale, e al loro posto si mettono speciali commissari fascisti.

Da una parte la scuola viene svuotata di ogni contenuto scientifico e culturale, dall'altra l'ammissione alle scuole avviene in base a una rigida selezione classista.

Così quest'anno su un totale di 48.000 studenti che hanno dato l'esame di ammissione alle università, 34.000 sono stati respinti.

Ecco come si spiega il massiccio afflusso di studenti greci alle università italiane. Quest'anno sono più di 16.000.

Il regime li segue con gli occhi attenti. In primo luogo tramite gli accordi avuti con il governo italiano che ri-

E' stato il tema di un'assemblea al Circolo Carducci

Il referendum contro il divorzio è uno

strumento di divisione delle masse

chiede per l'ammissione all'università il superamento, a parte l'esame della lingua comune a tutti gli studenti stranieri, di un particolare esame di « cultura generale » sostenuto solo dagli studenti greci. Così anche qui in Italia un'altra percentuale di questi emigrati-studenti viene respinta.

Ma questo è solo un primo controllo. Infatti i colonnelli, tramite i consolati e le varie Leghe fasciste ad essi collegate, ricreano lo stesso clima di terrore che esiste in Grecia. Spie e informatori si inseriscono fra gli studenti. E qui subentra la responsabilità dell'atteggiamento passivo delle autorità italiane che permette di fatto il permanere di questo clima intimidatorio. Ad esempio, a Pavia rimane ancora aperto, nonostante le ripetute denunce dei democratici italiani e greci, un locale notoriamente adibito a sede della Lega dei fascisti greci, con la scusa che esso sarebbe semplicemente un ritrovo ricreativo e quindi apolitico. Questo esempio, e tanti altri che per « brevità « non riportiamo, dimostrano la necessità che sentono i democratici greci di unirsi con quelle forze che in Italia portano avanti la stessa lotta contro il nemico comune: il fascismo.

Quei democratici che per vent'anni hanno conosciuto la tragedia del fascismo italiano e l'hanno combattuto così duramente con la guerra di liberazione, sanno che finché esisteranno regimi come quelli attuali in Grecia, Spagna, Portogallo, anche in Italia esisteranno maggiori possibilità di una « ricaduta » fascista.

M. P.

MERCOLEDI' 8 MARZO, ALLE ORE 21 presso il Circolo CARDUCCI, via Bertini, 19

Incontro con la Spagna in lotta

Un rappresentante delle Commissioni Operaie spagnole porterà una testimonianza sulla lotta antifascista del popolo spagnolo.

Un gruppo di noti cantanti spagnoli canteranno canzoni popolari andaluse, galiziane, catalane e castigliane.

TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE

Un centinaio di persone hanno affollato, mercoledì 9 febbraio, la saletta del Circolo Carducci di via Bertini, per partecipare all'assemblea popolare indetta da Unità a Sinistra sul tema: Referendum contro il divorzio: a chi giova?

Oltre ai relatori ufficiali (i loro interventi sono qui sotto riportati in sintesi) numerosi sono stati gli interventi del pubblico.

Si è quindi sviluppato un dibattito assai articolato e ricco di motivi di notevole interesse e originalità. Per motivi di spazio non ci è concesso riportare gli interventi nella discussione al di fuori di quelli ufficiali. Ci rendiamo conto che questo potrebbe essere un errore. Cercheremo di evitarlo la prossima volta.

Ha moderato il dibattito il compagno Vladimiro Cavallari, neo-presidente del Circolo Carducci e segretario politico della sezione Sempione del PSI.

Nella sua introduzione, Cavallari ha indicato chiaramente le linee di politica culturale che guideranno la nuova gestione del popolare circolo Carducci.

Si tratta — ha concluso Cavallari — di prendere coscienza dei problemi calati nella realtà politica e sociale dél paese ».

Bruno Recusani (LID)

Fatta una brevissima cronistoria della attuale legge sul divorzio e della LID, ricorda che questa legge nacque sotto la spada di Damocle del referendum che venne approvato dal Parlamento nella speranza di indurre la DC ad attenuare la sua rigidità che aveva condizionato la vita politica italiana per quasi due anni. Il referendum sul divorzio voluto da un comitato che si definisce laico si è realizzato con la raccolta di 1.300.000 firme avvenuta per la maggior parte presso le parrocchie, gli istituti assistenziali religiosi, gli ospedali ecc., attraverso ignobili pressioni morali, ricatti e imbrogli.

oggi la DC si è schierata a difesa della famiglia italiana e contro il divorzio insieme al pluridivorziato Almirante che pensa possibile strumentalizzare i sentimenti religiosi del nostro popolo per disegni eversivi. Ma ci chiediamo: cosa si è fatto fino ad oggi in infesa della famiglia? Le scuole materne e gli asili nido che mancano (pensate all'ONMI della on. Gotelli, democristiana!); l'assistenza degli handicappati (pensate al caso Pagliuca!); il fenomeno della emigrazione che costringe tanti lavoratori a lasciare la propria casa per trovare lavoro; il pendolarismo che costringe oltre le otto ore molti lavoratori anche della nostra provincia per altre tre, quattro ore lontano dalle loro famiglie; la disoccupazione con ciò che ne deriva sulla stessa condizione familiare; l'aver privilegiato nello sviluppo del paese i valori materiali, il consumismo nonostante vent'anni di governo di un partito che si dice « cristiano »; 2° - la DC sul referendum: i democristiani ad un tempo non vogliono e temono il referendum e insieme vogliono scaricare sugli altri la responsabilità del rinvio; anche questo è un segno di doppiezza, uno dei tanti che ingenera nel paese sfiducia, insicurezza. Oggi il paese manca di ideali in cui credere, di un progetto comune di società da costruire a misura dell'uomo, che esalti al massimo la libertà e la giustizia ma non riesce per timori e pregiudizi a liberarsi di una classe dirigente che ha fatto il suo tempo, convinta che tutto si può strumentalizzare, compresa la religione, per fabbricare voti.

nei tempi che più gli convengono, costringendo la donna a lavori di ripiego, mal remunerati e saltuari.

La subordinazione della donna nella società viene sancita anche sul piano giuridico del diritto di famiglia, basato su una concezione patriarcale e autoritaria del nucleo familiare, ove il marito è l'unico arbitro del destino della moglie e dei figli.

La legge Fortuna sul divorzio riconosce per la prima volta, nell'ambito familiare, la parità tra marito e moglie, mettendo così in crisi tutta la struttura gerarchica del diritto di famiglia.

La donna non può quindi, nell'eventualità del referendum, rinunciare a questa sua prima conquista, ma deve trasferirla dal piano giuridico a quello economico.

Il problema del divorzio deve divenire l'inizio di una presa di coscienza collettiva della condizione di sfruttamento della donna e l'inizio della sua liberazione con la rivendicazione del diritto al lavoro, con l'abolizione della figura attuale della casalinga, con la socializzazione dei servizi domestici e con l'istituzione di servizi sociali adeguati per l'infanzia e per gli anziani. Solo così si riuscirà a coinvolgere nella lotta, in caso di referendum, le grandi masse femminili contadine e proletarie.

Giuliano Giuliani (PCI)

II referendum antidivorzista si propone sostanzialmente di introdurre nel paese un elemento di divisione e di spaccatura fra masse popolari laiche e cattoliche, proprio nel momento in cui si vanno rinsaldando i processi unitari con l'unità sindacale e con l'avvio dell'unità politica. E in pari tempo si propone di unire, intorno alla battaglia antidivorzista sostenuta dai fascisti e dagli esponenti più accesi della destra clericale, la DC e il MSI.

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La LID è sempre stata contro questo referendum perchè sottopone il diritto di una minoranza al giudizio della maggioranza e da farsi su di una legge permissiva che non impone obblighi ad alcuno. Ma non si può accettare il ricatto di un gruppo di fanatici e sacrificare una legge di civiltà barattandola con un'altra peggiorata e modificata secondo i desideri dei clerico-fascisti. Se il referendum non è stato contrastato durante la fase della raccolta delle firme e queste hanno legalizzato (nonostante le illegalità) un diritto costituzionale, meglio accettare lo scontro sul piano del giudizio popolare e battere (come lo prevedono i sondaggi di opinione) sul loro stesso terreno questi residui clerico - fascisti: dimostrando ancora una volta la maturità democratica e civile del popolo italiano e spazzando via i privilegi che permettono al potere clericale di mantenere la sua egemonia nel nostro Paese. Non ci saranno guerre di religione o spaccature nelle classi lavoratrici: ci sarà soltanto una scelta che darà la misura del raggiungimento di un più alto livello di rapporti umani e civili.

Gino Rocchi (MPL)

Mi limiterò a sottolineare in modo schematico e conciso — mi perdonerete la sommarietà — due punti: alcune idee chiare in merito al divorzio; il comportamento della DC sul referendum.

1° - in merito al divorzio:

la legge non obbliga nessuno a divorziare e interviene già quando una famiglia è irrimediabilmente in crisi; l'indissolubilità del matrimonio, che è principio religioso, è una scelta, che — in quanto cattolici — riteniamo derivi dal credere fino in fondo in determinati valori e non ha quindi bisogno alcuno di essere tutelata nè dalla legge nè per essa dai carabinieri;

si parla tanto di tutela dei figli: ma fino ad oggi sia l'istituto della separazione con la creazione di famiglie « clandestine », sia la possibilità di ricorrere alla Sacra Rota per ottenere I'« annullamento » del matrimonio, a tutto pensavano tranne proprio che ai figli. Molto ci sarebbe da dire sul funzionamento della Sacra Rota: vi ha ottenuto l'annullamento anche Tamara Baroni!

Non c'è dubbio che una linea comune unisce il referendum alla svolta a destra. Questa linea corrisponde alla ricerca dell' unità degli elementi più reazionari del paese. Sia chiaro che noi non siamo contrari al referendum in generale, ma a questo sì. D'altronde non credo si possa approvare la proposta di Ballardini, la quale non risolve affatto il problema, ma lo rinvia solamente.

Quanto poi alle accuse secondo le quali i partiti di sinistra non hanno fatto abbastanza per contrastare e contestare la raccolta di firme da parte degli anti-divorzisti, debbo dire francamente che la raccolta di un milione e mezzo di firme non mi stupisce affatto.

Resta, a mio avviso, l'iniziativa della compagna Carrettoni, che potrebbe essere portata avanti perchè mette la DC con le spalle al muro e la costringe ad uscire allo scoperto.

Il referendum è da evitare. Esso crea artificiosamente nel Paese una divisione nella classe su un problema di diritti delle minoranze e può costituire un ulteriore ostacolo a quel fondamentale processo in atto fra i lavoratori, e cioè l'unità sindacale, che potrebbe domani anche portare alla unità a sinistra, che è a nostro avviso, l'obbiettivo di fondo da perseguire.

Nicoletta de Varda (PSI)

Il problema del divorzio è, bene o male, un processo alla attuale condizione storica della donna nella nostra società, condizione arretrata sia sotto il profilo economico che giuridico.

Le masse femminili costituiscono da sempre la forza lavoro di riserva del capitale il quale le utilizza nei modi e

Questo tentativo si ricollega quindi al più generale disegno reazionario, secondo una trama infame che si snoda dalla tragedia di piazza Fontana a tutti gli altri episodi di violenza fascista, fino alla sfacciata connivenza dei gruppi dirigenti democristiani con i fascisti.

E' quindi per queste ragioni, oltre che per garantire l'introduzione nel nostro ordinamento giuridico di una norma civile e democratica quale è il divorzio, che noi siamo contro questo referendum e contro tutte le speculazioni politiche ad esso collegate. Perchè vogliamo che il paese vada avanti, nella ricerca di una unità che è la sola garanzia di mutamenti profondi negli indirizzi economici e politici, di risoluzione dei problemi vecchi e nuovi, ma tutti altrettanto gravi e angoscianti, che ci stanno di fronte.

Il referendum eviterebbe ogni chiarimento sulle scelte sempre più urgenti da compiersi per far uscire il paese dalla crisi, gettando il paese in un vicolo oscuro nel quale non dobbiamo sottovalutare il clima da guerra di religione. Ed è anche per questo che la DC vuole il referendum, per sfuggire ancora una volta alle sue responsabilità nei confronti dei lavoratori, delle masse popolari, del suo stesso elettorato.

Di qui la nostra richiesta che si vada allora alle elezioni anticipate, nelle quali i cittadini saranno chiamati a dare il proprio giudizio sulla politica della DC e su tutto l'arco dei problemi, con la certezza che il giudizio sarà di condanna e tale da consentire una profonda svolta democratica nel paese.

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Supplemento a Milano oggi - Periodico di attualità politica - Dir. resp. Bruno Enriotti - Iscritto al n. 297/67 del Tribunale di Milano Teograf - Milano
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