Milano 19(10)

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VERTENZA UNIDAL

In fabbrica* e meglio che all'università

Ciò che più colpisce nei commenti che gli organi di informazione (televisione, radio e giornali) ci stanno fornendo al riguardo della vicenda UNIDAL è che per la quasi totalità si considera la vertenza conclusa.

Dal "Corriere della Sera" del 24-1 ad esempio leggiamo "LA VERTENZA DELL'UNIDAL (Ex MOTTA e ALEMAGNA) è stata finalmente risolta".

Dal "GIORNO" sempre del 24-1 "... La vicenda si è conclusa nelle prime ore del pomeriggio..." Se ciò è vero, è vero solo in parte; più corretto è dire che si conclude in questi giorni una parte della vicenda UNIDAL: quella che è iniziata il 23 settembre 1977 con la messa in liquidazione della società e con l'attuazione dell'esercizio provvisorio sino al 31 Dicembre 1977 e che vedeva nella proposta SME la formazione di una nuova società (la SIDALM) che a partire dalli Gennaio 1978 avrebbe riassunto 3747 degli 8417 occupati nella UNIDAL in liquidazione.

Ponendo i restanti 4670 in un forma di cassa integrazione senza serie garanzie di futura ricollocazione, altro non era che l'anticamera dei licenziamenti che fra l'altro potevano anche rappresentare un pericoloso precedente ed un'arma in mano agli imprenditori privati per presentare a loro volta una catena di richieste di licenziamenti.

I lavoratori decidevano a questo punto di intraprendere la forma più dura di lotta vale a dire "L'OCCUPAZIONE".

Questa decisione, seppure dolorosa, devo dire che è stata presa da tutti con la consapevolezza che fosse la forma più consona al duro attacco padronale portato all'occupazione.

Termina quindi con l'accordo raggiunto la fase di lotta rappresentata dall'occupazione ma inizia una fase meno drammatica ma non meno dura, in quanto qualitativamente qualificante della gestione dei risultati per non far vanificare i risultati e per percorrere con decisione la strada del risanamento e dello sviluppo dell'occupazione.

Al di là di quelli che sono i positivi risultati legati al numero e ai diritti intrattabili di chi sarà impiegato nella nuova SIDALM o collocato in altre aziende (cifre e dati peraltro ampiamente esposti su tutti i giornali) occorre analizzare i contenuti politici di questo accordo e l'originalità della lotta sindacale svolta.

Originale perchè si tratta di uno dei primi fatti concreti di ristrutturazione industriale nel quale il sindacato sia riuscito, tramite le proprie proposte, non dico a ribaltare il piano SME ma ad evitare che la logica del "prendere o lasciare", in un primo tempo confortata dall'avallo

che il governo aveva dato al piano SME, mettesse i lavoratori nella condizione di dover continuare in questa occupazione che avrebbe portato alla scadenza ormai imminente del fallimento chiesto da piccoli creditori che avrebbero rappresentato un grosso rischio non tanto per la cifra globale di indebitamento ma in quanto spinti all'istanza di fallimento dai grossi creditori.

Si aggiunga a questo la grave posizione debitoria nei confronti dell'INPS e la perdita del mercato delle Colombe (per le uova la campagna è ormai quasi completamente compromessa) di difficile recupero poi negli anni a venire.

Un altro punto qualificante della vertenza era il forte contenuto meridionalistico dato alle proposte sindacali e sulle quali

la vertenza si chiude con un grosso successo. Il mantenimento dei livelli occupazionali al nord con le concrete prospettive di sviluppo al sud, date dal governo, sono un contributo reale a quella politica di unificazione fra nord e sud in nome della quale molti si sono fatti tanta propaganda elettorale senza poi farne seguire i fatti.

Altrettanto importante è la conquista dell'ente unico di gestione delle partecipazioni statali nel settore agroalimentare che permetta una seria programmazione degli investimenti ed uno stretto collegamento fra l'agricoltura e l'industria alimentare di prima e seconda trasformazione in modo tale che non si debba importare derrate alimentari dall'estero, sgravando sensibilmente la bilancia dei pagamenti.

Alla ricerca della verità

Per riassumere, il lato positivo di questa vertenza è che il sindacato si è posto nei confronti del piano SME in modo estremamente costruttivo allacciandosi ai temi più generali del nostro paese vale a dire: piano agricolo-alimentare, funzioni delle Partecipazioni Statali, sviluppo del Mezzogiorno.

Non entriamo qui nel merito dei dati tecnici dell'accordo in quanto ampiamente illustrati dalla stampa e dalla televisione ma una cosa però ci preme di fare. Ringraziare tutti quei giornali e la RAI TV che hanno voluto darci una prova della loro solidarietà sostenendo la nostra lotta; ma vogliamo altresì denunciare il misero e squallido tentativo di voler ridurre il significato della nostra lotta da parte del "Corriere della Sera" che (segue in seconda)

Organizzata dal consiglio di zona 19 sabato 14 gennaio è stata tenuta una assemblea presso la sala parrocchiale del paese per discutere sull'incremento dei tumori e sull'eventuale rapporto con l'inceneritore di rifiuti del"A.M.N.U..

UN QUARTIERE AL MESE S. Leonardo: le cascine si trasformano in palazzi Pa9. 3
zona
4 La scheda di valutazione
5 La lunga vertenza dell'UNIDAL pagg. 6-7 che cos'è il gioco della zona 19 pag. 9
in questo numero
Il consultorio in
19 pag.
pag.
ANNO II - N. 11 - FEBBRAIO 1978 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300

Erano presenti all'assemblea, oltre a moltissimi abitanti del paese, il comitato popolare di Figino, il presidente del Consiglio di zona Sergio de Cesare, un sindacalista della U.I.L. Riccardo Caminiti e il dottor Maiuri, medico mutualista del paese.

Assenti ingiustificati, anche se regolarmente invitati, il presidente dell'A.M.N.U. e gli assessori all'ecologia Ferrario e alla Sanità Sirtori, del Comune di Milano.

Assente anche il dottor Berrino, un collaboratore del prof. Veronesi della clinica dei tumori di Milano incaricato dal Comune di fare accertamenti sui dati denunciati dal dottor Maiuri.

Assenti anche, e concludiamo la lunga lista, di assessori alla Sanità dei comuni di Settimo Milanese, Pero, e Rho, comuni che confinano con Figino, invitati per poter coordinare una politica antinquinamento più efficace vista l'alta concentrazione di fabbriche a tasso di inquinamento elevato presenti in questi tre comuni.

La completa assenza delle autorità sia milanesi che dei comuni limitrofi ha impedito che si parlasse concretamente dell'organizzazione delle due commissioni che dovranno studiare il problema: una dal punto di vista medico, coordinata dal dott. Berrino, e un'altra che dovrà studiare e denunciare le fonti dell'inquinamento nel territorio di Figino perciò, non solo gli scarichi dell'inceneritore ma anche quelli del torrente Lura ecc..

Il dott Maiuri ha, in un suo intervento, confermato i dati rilevati con una intervista pubblicata in prima pagina sul Giorno del 5 dicembre scorso. Ha anzi precisato che da successive indagini tali dati devono essere aggiornati. Concludendo ha affermato che il suo unico scopo è stato quello di denunciare questo forte aumento dei casi di tumore: non sta a lui trovare le cause perchè non è uno scienziato ma era giusto che denunciasse il problema all'opinione pubblica.

Ha inoltre avvertito di essere stato convocato in Comune dal sindaco Tognoli per sabato 21 gennaio con il presidente del

consiglio di Zona e con la coordinatrice della commissione Igiene e Sanità Giorcelli.

A tale incontro si è deciso partecipino anche gli abitanti del paese, rappresentati dal Comitato popolare di quartiere di Figino.

Cosa è il Comitato popolare di Figino?

Dopo l'assemblea abbiamo parlato con Giulian Porta del Comitato Popolare di quartiere. Prima di tutto gli abbiamo chiesto di questa organizzazione quando è nata e che rapporti ha con gli abitanti del paese. Ci ha risposto che è nata negli anni attorno al 1968 ed è riuscita, tra alti e bassi, a tirare avanti fino ad ora, cosa che in altri quartieri, vedi Gallaratese, non è riuscito. Questo momento aggregativo ha trovato, specialmente in alcune situazioni un rapporto di piena partecipazione tra gli abitanti di Figino. Al comitato popolare partecipano cittadini qualsiasi e militanti di partiti democratici. Proseguendo con le domande abbiamo chiesto cosa ne pensano dell'inceneritore e dell'aumento dei casi di tumore.

Giuliano Porta: Indubbiamente se consideriamo la situazione di solo Figino l'aumento di tumori è impressionante. È necessario arrivare alle cause che li generano, vedere dove lavoravano le persone che ne sono state affette o che lo sono tuttora, studiare bene, scientificamente e presto il problema.

Milano 19: E se fosse veramente l'inceneritore la causa di tutto questo?

Giuliano Porta: Se si accertasse che la causa dei tumori sono i fumi emanati continuamente dall'inceneritore chiederemo di certo la sua chiusura. In ogni caso pensiamo siamo necessari due provvedimenti: fare un censimento dei rifiuti bruciati ogni giorno dall'inceneritore. Se i fumi sono cancerogeni è perchè vengono bruciate alcune sostanze particolarmente dannose. Bisogna scoprire quali sono queste sostanze e distruggerle in un altro modo.

Vorremmo inoltre, e al più presto possibile, che vengano potenziati i filtri che bloccano i fumi in uscita anche se saranno necessari costosi interventi.

Alla ricerca della verità Verso la campagna congressuale

Milano 19: Il comune ha incaricato il Prof. Veronesi e per lui il dott. Berrino di accertare i casi di tumore denunciati dal dott. Maiuri. Che rapporto volete avere con questa commissione di studio?

Giuliano Porta: Vorremmo essere presenti sia in questa commissione che in quella che studierà le fonti di inquinarriento, questo per far in modo che le indagini non passino sopra alla testa degli abitanti di Figino. Ripeto le indagini devono iniziare al più presto, essere fatte seriamente e i risultati devono essere pubblicizzati.

L'incontro con il Sindaco a Palazzo Marino

Sabato 21 gennaio è seguito l'incontro fra il sindaco Tognoli, quattro rappresentanti del comitato di quartiere di Figino, il dott. Maiuri, De Cesare e Giorcelli per il consiglio di Zona.

Il sindaco ha dato le più ampie assicurazioni in merito alle indagini da avviare, ha affermato che il problema sarà studiato a fondo dalle due commissioni alle quali parteciperanno abitanti del paese.

Sono state costituite ufficialmente due commissioni: una medica presieduta, come è già stato precedentemente scritto dal dottor Berrino che avrà lo scopo di accertare la patologia dei tumori denunciati da! dottore mutualista di Figino.

La seconda invece di carattere ecologico dovrà appurare le fonti di inquinamento del luogo e fare adeguati esami sugli scarichi dell'inceneritore e sulle altre fonti inquinanti della zona. Sarà composta da membri deil'ufficio d'igiene del Comune, da un tossicologo, un chimico, un farmacologo e da rappresentanti del consiglio di fabbrica dell'inceneritore. Ad entrambe le commissioni parteciperanno abitanti di Figino.

Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 40 anni casalinga; mia figlia 19 anni universitaria; mio figlio 13 anni 3a scuola media; io, 42 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.

Quando leggerete queste righe la neve caduta in Gennaio a Milano sarà già un ricordo. Perché, adesso, anche la neve è marcia e si scioglie subito per via del calore petrolifero che percorre la città.

Ma per un giorno e una notte il problema c'è stato.

Mio figlio è tornato da scuola tutto contento e bagnato: "Finalmente un po' di palle di neve. E abbiamo anche fatto un pupazzo, che assomiglia al professore e l'abbiamo preso a pallate Proprio una bella sbiancata, è il caso di dirlo stavolta "

La madre del piccolo lanciatore del Gallaratese si preoccupa per ragioni storiche della sua salute: "Togliti scarpe e calze, asciugati i capelli, metti i guanti sul termosifone".

È a questo punto che entra in casa la (molto) futura laureanda con un diavolo per capello "Che schifo: un'ora e mezza di metrò e autobus dall'Università a casa — bastano pochi centimetri, cioè, per mettere in crisi tutta l'ATM e dintorni".

Per la verità i piedi bagnati ce li ho anch'io per via delle strade rimaste piene di neve e di acqua (ma dove sono questi spazzini della nettezza urbana? E questi

spalatori occasionali?) Già sui giornali si parla di Milano nel caos e della giunta in crisi per incapacità di far fronte alla nevicata. Negli uffici nelle fabbriche e nelle scuole c'è un fortissimo assenteismo con gravi danni alla produzione e alla istruzione. Certamente c'è qualcosa che non funziona. Provo a ricordare a tutta la famiglia altri tempi. Per esempio l'inverno 1946-47. C'era una Giunta con dentro PCI e PSI anche allora (ma c'era già anche la DC). "Fu una nevicata con i fiocchi (in tutti i sensi).

Il Comune non aveva mezzi, c'erano i disoccupati ma non i soldi per pagarli, i mezzi pubblici avevano difficoltà a funzionare e le macchine private erano poche. La guerra era finita da poco.

Ci si vestiva poco e male e si manovrava male e poco. E allora le sezioni del PCI promossero il lavoro volontario dei giovani studenti, dei disoccupati, delle donne. Tutti a spalare per far funzionare le fabbriche, le scuole, la vita di ogni giorno.

E anche quello fu ricostruire la nostra città, riorganizzare la vita produttiva e sociale".

"Ecco le solite rievocazioni storiche del passato. Pensa un po' se

potevano mancare in questa occasione". È il commento senza pietà della figlia della Statale: "Papà, quelli erano altri tempi e voi vi siete pure prestati a riorganizzare la Società capitalista e maschilista".

Che fossero altri tempi lo so: s'era appena usciti dal fascismo e dalla guerra: ma anche stiamo cercando di uscire dal tunnel nero di trent'anni di DC.

Propongo allora al figlio "Sabato andremo a slittare sul Monte Stella. Almeno la nevicata sarà servita a qualcosa". "Basta che vi copriate per bene perché sennò mi tornate a casa con il raffreddore o la "russa" leggasi influenzan.d.r.)

E allora darete una mano all'assenteismo sul lavoro e a scuola".

È il saggio invito di mia moglie.

Un sabato pomeriggio, Imbacuccati e muniti di slitta siamo andati sul nostro monte zonale. Ma di neve neanche l'ombra.

Il pallido sole di Milano unitamente al kerosene del riscaldamento avevano vinto.

Ed ora siamo al ricordo di una giornata di caos involontario.

In questi giorni si stanno svolgendo, nella nostra zona, i congressi di sezione dei partiti. L'avvio è stato dato dalla sezione Ernesto Ragionieri del Pci al suo secondo congresso che si è svolto nei giorni 21 e 22 gennaio con la larga partecipazione di delegati e di pubblico.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario uscente (e successivamente riconfermato in carica) Gabriele Geroldi. seguita la relazione amministrativa (di cui pubblichiamo il bilancio a parte), nella quale si è affermato il principio della pubblicizzazione delle fonti di finanziamento dei partiti anche nelle strutture di base, che nasce dalla necessità di un corretto finanziamento pubblico.

Nel dibattito che ne è seguito è stata evidenziata la linea generale del partito in relazione alla

crisi economica, politica e morale che sta attraversando il paese, da cui si può uscire "solo assumendosi responsabilmente, come classe operaia, un programma di scelte di politica economica, capaci di determinare una svolta e un rinnovamento nel processo di trasformazione della società in senso socialista".

È stato messo in rilievo il ruolo del consiglio di zona e del nuovo modo di governare che con l'attuazione della legge 382, vede la concretizzazione nella partecipazione dei cittadini alla gestione della vita pubblica. È stata rilevata l'importanza del comitato popolare di quartiere, quale organismo di tutte le forze politiche e sociali presenti nel quartiere, e quale momento di coesione e stimolo dei cittadini nella continua pratica della democrazia.

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UN QUARTIERE AL MESE

S. Leonardo: le cascine si trasformano in palazzi

I campi erano molto verdi, solcati da canali, rogge e fontanili, alcuni coltivati, altri lasciati, a foraggio. Nei primi crescevano grano, granoturco, riso e ortaggi.

Ogni tanto s'incontravano delle cascine: Torazza (la più grande), S. Leonardo (da cui prenderà il nome l'attuale quartiere), Comina, Molin Dorin, Molin Biss. Vicino alla cascina Torrazza c'era il parco Campiglio con le vasche dei pesci (carpe, lucci, trote) e il fruttetto. In tempo di guerra i nazisti si erano appropriati del Parco facendone un luogo di ritrovo per soli tedeschi.

Ma la gente dei dintorni prima e dopo la guerra, continuava la propria vita, sempre nei campi, andando solo la domenica magari al Circolo dove c'era la trattoria e la balera. Non si consideravano certo milanesi e conducevano una vita completamente diversa da quella dei cittadini. Quel ragazzo laggiù se ne va sempre, solo o in compagnia, per i campi in cerca di nidi o di pesci nei fontanili. Se è stanco fa il bagno nell'acqua pulita dei fossi. Forse pensa che quando arriverà l'autunno potrà andare a caccia. Si potranno prendere anatre, tordi, e allodole. Le anatre piomberanno sullo specchio d'acqua, richiamate da altre anatre ammaestrate.

Ma adesso è già tardi, il ragazzo deve correre a casa a mangiare. Si è in tanti a casa; 100, 150 persone, tutti quelli che lavorano alla cascina più i parenti. In due camere sette o otto. Ecco la giornata si fa più scura, un temporale comincia a minacciare il cielo sereno. "Su, corri a suonare la campana". E la campana suona forte, rimbombando nell'aria, facendo concorrenza ai primi tuoni. Forse il temporale si spaventerà se ne andrà, forse Dio ascolterà il richiamo dei suoi fedeli e scaccerà il temporale.

La sera bisogna portare i cavalli al fiume. L'acqua è pulita: è quella dell'Olona.

D'inverno poi i cavalli tireranno lo spartineve per le strade così i soldi che il Comune darà per questo lavoro serviranno nella cattiva stagione.

Ora al posto dei prati e delle cascine grandi palazzi rossi guardano indifferenti la strada. La gente si è integrata nella nuova vita cittadina o se n'è andata ancora più fuori Milano: verso Pero e Rho. Molti hanno avuto la

quale le cedeva ad I.N.C.I.S., G.E.S.C.A.L. ed UNRRA - Casa, a circa L. 1.000 il mq. Tutte le spese di urbanizzazione erano a carico del Comune. Anche parte del G3 ricadeva in zona di verde pubblico. Il risultato lo possiamo vedere con i nostri occhi: dei palazzi rossi, alcuni negozi, la Casa del Giovane e alcune sedi di centri culturali e politici: il circolo Trevisani, la sezione Ragionieri, una sede del SUNIA, la Polisportiva Gallaratese. "Il S. Leonardo è un quartiere abbandonato - ci dicono alcuni abitantiSe il Gallaratese è un quartieredormitorio, il S. Loeonardo è in corna, in catalessi".

Nelle case rosse mancano le rifiniture, le piastrelle esterne stanno venendo via e gli abitanti non sanno a chi rivolgersi per i lavori di riparazione dato che il quartiere è del Comune ma gestito dall'Istituto. Nelle scale non ci sono pompe antincendio, a volte non arriva l'acqua nei rubinetti o ne arriva troppa attraverso il tetto.

Non ci sono i garages e i primi piani sono sempre al freddo per le correnti d'aria degli androni.

Mancano perfino i citofoni, per i quali sono state fatte molte

richieste. "Se non ce li mettono casa dal Comune.

Qui inizia la storia di uno dei quartieri "modello" della nostra zona: il S. Leonardo.

Alcuni lo definiscono un quartiere a se stante, altri un'appendice del Gallaratese. Il S. Leonardo ha in ogni caso una storia e una nascita molto simile a quella di quest'ultimo. La zona Gallaratese - San Leonardo è stata infatti definita "un'autentico laboratorio urbanistico permanente" in essa si sono avute esperienze urbanistiche tra le più disparate. Già durante il fascismo si era pensato di utilizzare l'area nei pressi della via Gallarate e del cimitero Maggiore per l'edilizia popolare.

Nel 1959 vengono presentate in Comune tre delibera che riguardano strade e fognature da realizzare al Gallaratese.

Nessun piano particolareggiato viene però presentato in Consiglio comunale. Per questo motivo le delibera vengono respinte in quanto ritenute illegali. Nonostante questo le costruzioni, previste dalle delibera, vengono appaltate ugualmente, e si dà inizio, pur senza approvazione, all'esecuzione dei lavori.

Si pone mano anche al G3,

detto S. Leonardo, su aree acquistate dal Comune nel 1933, il loro li faremo mettere per conto nostro — dicono alcuni inquilini — e poi non pagheremo l'affitto per un certo periodo per rifarci della spesa sostenuta".

Anche gli atti di teppismo contribuiscono ad amareggiare la vita agli abitanti del San Leonardo. Non si contano infatti i furti di macchine. Pare sia accaduto perfino che un vecchio sia stato picchiato da alcuni giovani, nella rotonda di fianco alla scuola, parche aveva detto loro di fare meno fracasso con le moto.

Non si contano più neppure i furti nei negozi, per i quali (ricordate?) è stato anche organizzato da Milano 19 un incontro fra gli esercenti e le forze politiche e sociali della zona.

Nonostante al San Leonardo la vita non sia troppo serena e varia gli abitanti hanno trovato il modo di utilizzare parte del terreno di fronte ai loro palazzi. Ne hanno ricavato una miriade di orticeli delimitati e protetti da una infinita quantità di strani materiali: pezzi di vecchie lamiere, assi di legno, bidoni, cerate ecc.

Il risultato non è certo molto valido dal punto di vista estetico. "Ma io mi diverto — ci dice un inquilino — d'estate passo il tempo nell'orto. È l'inverno invece il più triste, nel bar non si può andare, così torno nella zona della Centrale, dove abitavo prima, a trovare i vecchi amici."

Nonostante la buona volontà dunque, melanzane e peperoni non riescono a consolare gli abitanti della mancanza di una vita più attiva e comunitaria. La sera sotto casa si vedono solo quelli che portano il cane a fare un giretto.

Oltre gli orti, dopo la via Gallarate, si può vedere ancora una cascina, o quello che è rimasto dei suoi tempi migliori. Grandi cartelli scritti a mano annunciano_ la vendita di uova fresche e polli.

Davanti alla cascina, infatti, faraone, tacchini, polli e papere scorazzano in libertà. Tre cani si danno da fare per annunciare il nostro arrivo... e la partenza di una macchina (forse un cliente che se ne va).

"Sunare forte", c'è scritto vicino ad una campanella dl ferro battuto. Assomiglia a quella che portano al collo le mucche. Noi

picchiamo forte e da una delle tante porte esce una donna.

"La cascina non è nostra — ci dice — l'abbiamo in affitto da una società immobiliare. Gli ex proprietari non li conosciamo".

Ma come si vivrà in una cascina ai limiti di Milano davanti ad uno dei quartieri più moderni?

"Noi ci troviamo bene. Siamo qui da sette od otto anni", rispondono. ll marito poi spiega, però, che a volte ci si sente isolati e fare il suo mestiere è sempre più difficile. Le vendite di pollame non sono molte e i clienti più assidui non sono certo gli abitanti del S. Leonardo. Mentre parliamo brucia alcuni pezzi di legno e un ragazzino con i calzoni corti, un cappellaccio e un paio di stivaloni (sembra uscito da una foto di 50 anni fa) affonda piedi e stivali in un secchio d'acqua sporca.

Da dietro una porta con il vetro rotto si sente venire un forte rumore di macchinari. Da una parte, sotto la tettoia, c'è un mucchio di ciarpame con ogni sorta di cianfrusaglie: il solito gommone d'auto, tronchi d'albero, ombrelli e sedie rotte, ecc.

"lo ho sempre fatto questo mestiere — continua intanto il padre del ragazzino - questa cascina è piccola ma lavoriamo ancora a livello rurale. Produciamo soltanto il necessario per vendere a privati. Passiamo la giornata accudendo agli animali che devono mangiare ed essere puliti sempre, anche nei giorni di festa. Inoltre coltiviamo erba e granaglie per il mangime. Anche i miei figli mi aiutano dopo essere tornati da scuola. D'altronde qui non ci sono altri bambini con cui possano giocare". Di fianco alla cascina le macchine sfrecciano incuranti dei polli, che a loro volta non paiono troppo preoccupati dal rombo dei motori.

Il S. Leonardo è proprio al limite di Milano ed appare un quartiere contraddittorio nella sua doppia veste di esempio urbanistico moderno, pur con tutti i suoi limiti, e gli ultimi rimasugli di un'antica realtà contadina.

Chi ha dunque ragione, gli alti palazzi rossi che aspirano a bei giardini curati, con panchine e fontanelle, in cui i bambini possano scorazzare liberamente in bicicletta, con i pattini, ecc. oppure i cespi di insalata e i polli che hanno fin'ora resistito così a lungo?

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Il Consultorio in zona 19

Finalmente dopo tante speranze, tante lotte, in zona 19 verrà aperto un consultorio; la prima sede proposta dalla commissione sanità e deliberata dal C.d.Z. 19 sarà in via Albenga presso il centro sociale già funzionante.

Una seconda sede dovrà essere al più presto trovata anche nel quartiere Gallaratese previa verifica delle strutture già esistenti per poter così permettere un completo utilizzo di questo servizio a tutta la zona.

La legge regionale 44 istitutiva dei "Consultori per l'educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla maternità, all'infanzia ed alla famiglia" ha creato nei cittadini della nostra zona, speranze di risoluzione della situazione sanitaria in generale che non corrispondono ai limiti

Parlano le donne di via Albenga

Da più dì tre anni abbiamo preso l'abitudine di incontrarci regolarmente, cioè da quando il Comune aveva avuto l'intenzione di aprire un consultorio pubblico in via Albenga. Questo nuovo servizio di cui tanto si parlava a Milano ha interessato subito molte donne perchè molte pensavano che questa poteva essere una prima risposta a tanti gravi bisogni e volevano conoscere come veniva programmato e realizzato.

Ogni donna che arrivava in via Albenga portava con sé un grosso carico di fatiche e problemi non risolti, ma quali di questi problemi erano suoi e quali invece di tutte le donne?

Per sapere questo dovevamo discutere insieme e non solo discutere ma anche prendere conoscenza più in generale della condizione che noi donne viviamo nella società (come mogliemadre - figlia nella famiglia, operaia in fabbrica, insegante, impiegata, casalinga, studentessa).

Intanto la lunga odissea per l'apertura del consultorio nella zona 19 si svolgeva in un intreccio crescente di nostra partecipazione al C.d.Z. per il consultorio (scelta della sede, regolamento,Ö comitato di gestione, ecc.), di verifiche delle proposte che venivano fatte, di "andate" in Consiglio Comunale, di occupazioni simboliche dell'ufficio dell'assessore all'Igiene e Sanità, Sirtori. Mentre facevamo queste cose affrontavamo anche via via i contenuti del consultorio. All'inizio sapevamo soltanto come non volevamo che II consultorio fosse (non un ambulatorio INAM, non un posto dove con i medici non si può parlare, non un luogo dove non ci si può riunire) poi abbiamo cominciato a capire cosa invece volevamo e tutto sommato, leggendo la legge Regionale 44 sui consultori si trattava di dare vita a questa legge nel migliore dei modi. Cercavamo anche di coinvolgere le persone del quartiere volantinando e parlando molto con loro.

Fra le donne che venivano in via Albenga chi era credente e chi non lo era, chi militava in questo o quel partito e chi invece non militava, chi era "istruito" e chi invece lo era meno, chi era vecchio e chi era giovane. Parlando insieme — malgrado tutte queste diversità — abbiamo finito per individuare, non senza fa-

tica, tutta una lunga fila di "punti fermi" cioè di necessità, di bisogni che TUTTE indistintamente abbiamo, sia che ci troviamo in via Albenga, sia che viviamo altrove o in altre città. Questi "punti fermi' che man mano con fatica raggiungevamo erano traducibili in obiettivi concreti da affrontare e questo ci invogliava ad affrontarli. Talvolta si trattava dei consultorio, altre della scuola, altre dei rapporti all'interno della famiglia altre dell'emarginazione degli anziani o ammalati o dei numerosi problemi della salute. Cose molto concrete: Per esempio sul consultorio: la funzione di un consultorio, i criteri di scelta dei medici, il rapporto con i medici, il ruolo dei tecnici e degli "addetti ai lavori" in genere, il consultorio come luogo di aggregazione di tutti ma in particolare delle donne e perché delle donne.

Si apre — non si apre, si apre — non si apre sfogliando la margherita le foglioline tornano dispari: SI APRE.

Se venite in via Albenga e se avete presente come era il Centro Sociale, troverete Alle novità.

Subito entrando,.... oh meraviglia! un "servizio" nuovo (cioè per dirla in parole povere: un gabinetto) che finalmente sarà aperto al pubblico. Poi, andando avanti e svoltando il corridoio a destra la BIBLIOTECA che dovrà potenziarsi con l'andi - rivieni degli utenti del consultorio e aprirsi al quartiere in maniera più viva (richieste di nuovi libri su argomenti che ci interessano, magari una "tavola rotonda" con gli assidui della biblioteca — grandi e piccoli). Poi, In fondo d'angolo il SALONE con le sue grandi finestre che — finalmente — chiuderanno bene, aerazione buona (un vasistal nuovo), illuminazione abbondante. Il Salone ci aspetta perché abbiamo ottenuto che rimanga del quartiere. "Quante riunioni! Che animazione!": per propagandare e discutere del consultorio, per approfondire questo o quell'argomento, gli incontri delle donne, riunioni dei condomini (perché tutti i problemi del quartiere devono trovare il loro spazio). Ma lasciamo il salone e andiamo avanti verso il lato opposto del corridoio. A sinistra l'ufficio del consultorio. Ci starà l'assistente sociale, l'ostetrica, per

della legge stessa. Ci pare quindi opportuno chiarire i contenuti della legge stessa.

Cos'è un consultorio

avere il primo contatto con gli utenti. Segue, sempre a sinistra la stanza del ginecologo — bella, ampia con annessi i suoi servizi. Poi c'è la sorpresa: in fondo al corridoio abbiamo proposto e ottenuto di ricavare un piccolo ma molto accogliente locale con grande porta - finestra sul giardino dell'asilo - nido, l'uso potrà essere molteplice: riunioni di un picolo "gruppo di lavoro", di addetti ai lavori, colloqui fra poche persone, ecc. A destra, attigua al salone c'è la saletta che potrebbe servire d'appoggio per gli altri servizi socio - sanitari (SIME, IGIENE MENTALE, HANDICAPPATI, SMAL, ANZIANI, ecc.).

La pediatria l'abbiamo proposta nel suo attuale posto, cioè nell'asilo-nido con l'attuale pediatra, il prof. Aldeghi che è già profondamente radicato fra la gente del quartiere e molto oltre.

Questa è una presentazione sommaria. Venite a vedere. Ci siamo tutti i lunedì dalle 21 in poi e giovedì dalle 10 - 12. È aperto a tutti e vi potremmo raccontare delle cose che, in attesa del consultorio, abbiamo fatto: incontri con dei ginecologi sulla maternità, la gravidanza, la contraccezione, l'aborto, le malattie; incontri con pediatri sui problemi della prima infanzia; incontri con psicologhe per affrontare il tanto diffuso problema degli esaurimenti nervosi e delle crisi depressive; ultimamente incontri con il SIME (servizio zonale per la psicologia dell'età evolutiva) e il Centro dell'Igiene Mentale (servizio zonale per il trattamento delle psicopatie degli adulti); e, come abbiamo già detto volantinaggi ai Supermercati e ai mercati per parlare con le donne del consultorio.

Incognite: sono tante, tantissime, ne parleremo in seguito, una per volta. Fra le tante nominiamo una: come potrà un consultorio con un orario di sole 15 - 18 ore del ginecologo, dell'assistente sociale e dell'ostetrica, bastare alla zona 19 che conta 114.000 abitanti che comprende il Gallaratese, arriva a Piazza Brescia, comprende la SIEMENS e la RECORDATI? Non è la struttura (cioè l'edificio) che è piccolo ma pesa invece il taglio fatto in tutta la città sugli orari inizialmente previsti.

Le donne del Gruppo dl Via Albenga

È un servizio che come dice il titolo della legge deve occuparsi di tre ordini di problemi: il primo di essi è quello di garantire una maternità e paternità consapevole. Nel nostro paese, ogni anno, vi sono più di un milione di aborti che testimoniano una mancata educazione sanitaria sessuale che permetta di avere solo "figli desiderati". A questa drammatica situazione risponde, da una parte, l'iniziativa di promulgare una legge sull'aborto che garantisca una assistenza sanitaria alla donna costretta ad abortire, dall'altro la battaglia per una educazione sanitaria che permetta di "liberare la donna dall'aborto" (e non come qualcuno sostiene di liberalizzare l'aborto). Promuovere e prevenire le gravidanze non vuol dire trasformare il consultorio in un dispensario di pillole; una seria politica di contraccezione deve avere alla base una informazione sanitaria che permetta di scegliere, alle utenti del servizio, il metodo contraccettivo conoscendone i meccanismi di azione, i vantaggi e gli svantaggi in modo da vivere coscientemente e liberamente la propria sessualità.

La seconda esigenza a cui deve rispondere il nostro servizio riguarda la tutela della salute della donna e della gravidanza. Non è inutile ricordare che nel nostro paese il numero delle donne che muoiono durante la gravidanza e il parto è il più alto d'Europa. Cosa può fare un consultorio in una situazione così grave? Certamente poco se si guarda all'inadeguatezza dei fondi stanziati e quindi al fatto che nella zona 19 (124.000 abitanti) opereranno solo due medici a tempo determinato, uno psicologo e una assistente sociale una équipe che sarebbe in grado di coprire una popolazione di 20.000 abitanti).

Il consultorio può, d'altra parte, costituire un elemento decisivo nella tutela della gravidanza se accanto a tre-quattro visite ambulatoriali (i casi che presentano rischi per la salute della donna e del feto saranno inviati in centri ambulatoriali specialistici presso l'ospedale S. Carlo e la Clinica Mangiagalli), vi saranno iniziative di educazione sanitria per gruppi di donne in gravidanza sull'andamento della stessa, sulla preparazione al

parto, sui problemi concernenti la tutela della gravidanza. Impostare attività di questo tipo significa di fatto battere le concezioni settorialistiche che da sempre contraddistinguono il sistema sanitario italiano creando un rapporto di continuità tra la tutela della gravidanza e quella della salute del bambino.

I dati riguardanti la mortalità infantile nel nostro paese testimoniano (vedi principi della Organizzazione Mondiale della Sanità) la drammatica situazione sanitaria creatasi in questi anni; contraddistinti dallo sperpero di risorse economiche e umane per far vivere enti inutili e carrozzoni burocratici funzionali solo alla politica clientelare di una considerevole fetta della dirigenza democristiana. Ribaltare l'attuale concezione dell'intervento sanitario inteso da anni solo nei termini di assistenza deve volere dire partire dallo sforzo di un diverso impegno nei confronti dell'infanzia. Tutelare la salute della donna in gravidanza è dato essenziale di questo impegno in quanto la maggioranza delle cause di malattia nel neonato trovano una loro base nel decorso della gravidanza.

Il bambino nel primo mese di vita dovrebbe essere visto a domicilio da personale socio - sanitario che dovrebbe occuparsi essenzialmente dei problemi dietetico - igienistici; indi fino a tre anni visitato periodicamente, nel consultorio. Sarebbe opportuno a tal riguardo riuscire ad ottenere il decentramento del servizio di igiene, onde poter far coincidere le vaccinazioni con le visite periodiche. Anche in questo caso caratteristica del nostro servizio, dovrà essere quella di favorire la conoscenza e lo scambio d'esperienza in merito allo sviluppo ed all'accrescimento del bambino. È naturale che tale intervento dovrà trovare una continuità in un nuovo modo di concepire l'intervento sanitario nella età evolutiva (3 - 14 anni).

Queste brevi note vogliono essere una semplice introduzione al problema; in un prossimo articolo affronteremo quelle che ci paiono essere le condizioni perchè l'apertura del consultorio nella nostra zona costituisca una importante novità del nostro modo di vivere.

Invitiamo i singoli cittadini, le altre forze politiche e sociali a contribuire al dibattito e mettiamo a loro disposizione le nostre pagine.

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La scheda di valutazione

L'anno scolastico 77-78 si è aperto, nella scuola dell'obbligo, all'insegna di alcune novità, ma quali? La più discussa e discutibile proprio perchè interessa, più da vicino, tutte le componenti della scuola, genitori, insegnanti e alunni è l'introduzione della "SCHEDA DI VALUTAZIONE" che sostituisce la pagella.

La legge 517 (art. 4 e 9) e le successive circolari esplicative di detta legge precisano, infatti, che "gli insegnanti o l'insegnante di classe sono tenuti a compilare e tenere aggiornata una scheda personale dell'alunno contenente le notizie sul medesimo e sulla sua partecipazione alla vita della scuola, nonchè le osservazioni sistematiche sul suo processo di apprendimento e sul livello di maturazione raggiunto sia globalmente, sia nelle singole discipline..."

La scheda consta di più parti, a quella più strettamente burocratica, in cui si devono riportare i dati anagrafici relativi all'alunno e altre notizie sul medesimo, seguono le parti in cui si devono specificare la partecipazione alla vita scolastica, le osservazioni relative al processo di apprendimento e sul livello di maturazione raggiunto dal soggetto sia globalmente, sia nelle singole discipline. Una parte della scheda resta a scuola, viene messa agli atti e segue il ragazzo nel suo iter scolastico mentre ai genitori sarà consegnato, alla fine dell'anno scolastico, un foglio in cui sono riportate le valutazioni trimestrali o quadrimestrali sul livello globale di maturazione raggiunto.

Le innovazioni, quindi, ci sono state ma quanto sostanzial-

mente è cambiato? Che cosa si valuta? Come si valuta? Perchè si valuta? Questi sono i punti su cui si deve articolare il dibattito che si è aperto fra le diverse componenti della scuola grazie alla scheda Malfatti che, nonostante non risponda alla richieste e alle esigenze di una scuola che voglia effettivamente rinnovarsi, ha sollecitato un confronto e un dibattito, già per altro avviato in alcune scuole, dove in questi anni si è lavorato per un cambiamento. In diverse scuole infatti si era introdotto il voto unico (era stato dato alle pagelle solo un valore burocratico) e si erano fatti dei tentativi per dare alle famiglie e ai ragazzi strumenti più idonei, che potessero meglio chiarire i dati relativi alle capacità operative raggiunte dall'alunno e sulla sua effettiva crescita. Tutti questi tentativi erano e sono per il superamento di un concetto di valutazione che non sia un giudizio finale di premio o castigo ma che, invece, sia un momento di verifica per l'insegnante di quanto l'alunno ha appreso e di come ha appreso per consentire gli apprendimenti successivi. Una valutazione, quindi, non "sommativa" o riassuntiva che viene effettuata a posteriori, una volta cioè che l'apprendimento si è verificato o si presume che si sia verificato ma una valutazione formativa che interessi l'apprendimento nel suo verificarsi. (Benedetto Vertocchio - Valutazione Formativa - Loescher).

La scheda di valutazione pur se rappresenta un passo in avanti per come è fatta e come è stata proposta, ancora una volta, dimostra che a livello mini-

steriale non si è tenuto conto delle esperienze maturate nelle scuole dove si è lavorato per un effettivo miglioramento.

Ripropone infatti la valutazione come momento di sintesi finale trimestrale, quadrimestrale fine anno senza apportare alcuna modifica nel modo di fare scuola e, quindi, nel modo nuovo di porsi nei confronti del processo di apprendimento dell'alunno che deve essere verificato nel suo svolgersi momento per momento. Si parla di programmazione, ma in che termini?

In modo sempre generico, mentre deve diventare l'elemento qualificante perchè si faccia quel salto di qualità che deve caratterizzare una scuola più rispondente alla società e ai processi di trasformazione in atto.

Come si può fare una valutazione, se non vengono fissati gli obiettivi che devono essere raggiunti? Come e quando si può dire che l'alunno può andare avanti, se non si è stabilito dove deve arrivare?

E questo è uno dei punti da approfondire nel dibattito che si è aperto e che deve portare a formulare delle proposte concrete che possano diventare operative e, quindi, sollecitare a livello ministeriale una elaborazione per un cambiamento effettivo.

Occorre una seria e precisa

AIVARIVItIAll NOUS. IdllEVAINTI SULLA SCOLARI IRKAIDERAE programmazione dove siano precisati obiettivi, contenuti e metodologie, dopodichè si potranno apportare delle prove per verificare come e quanto è stato appreso. Si potrà così portare avanti il lavoro tenuto conto dei dati acquisiti. Diventa quindi un momento importante per gli insegnanti che si accertano così della validità delle metodologie approntate e cercano, perciò, di adeguare il loro insegnamento alle effettive difficoltà e bisogni dei ragazzi. Un modo nuovo di far scuola che deve vedere sempre pronti gli operatori scolastici a confrontare il lavoro con la realtà che hanno di fronte e tenere conto delle diverse variabili che intervengono nel processo di apprendimento che vanno analizzate e messe in relazione; dove è possibile, perchè l'insegnante sia veramente scientifico. È la scientificità che deve essere recuperata, non a parole, ma di fatto ed è perciò necessario che si promuovano o che almeno si richiedano e si ottengano corsi di aggiornamento che vedano impegnati tutte le componenti della scuola per un lavoro serio e sempre più rispondente alle esigenze delle varie realtà locali. Che cosa si sta facendo oggi e che cosa si è fatto per la scheda Malfatti? Tra gli insegnanti molti sono

stati gli incontri per le scuole e per provincia. Il 14 e 15 di questo mese si è tenuto un Convegno promosso dall FUL Scuola proprio sulla VALUTAZIONE che ha visto una grossa partecipazione. Le innovazioni parziali prodotte con la legge 517 in una situazione così contradditoria e differenziata portano alla necessità di un confronto per arrivare ad una mobilitazione che sviluppi la capacità di un concreto intervento riformatore. Gli insegnanti si sono trovati d'accordo nella possibilità di un uso alternativo della scheda di valutazione con l'impegno che si lavori per formulare la struttura della scheda stessa. La capacità del movimento sta nel sapersi porre in modo interlocutorio nei confronti del Ministro o di chi per esso perchè le riforme siano il frutto di un lavoro di ricerca e di collaborazione !ra le singole realtà scolastiche, le Università e i Centri nazionali di ricerca. È in questo contesto che si deve inserire, anzi deve svolgere un ruolo di protagonista nella zona, il Distretto scolastico appena eletto, perchè si faccia promotore di tutte le iniziative che vedono impegnate tutte le componenti della scuola perchè si lavori sulla base di problemi concreti e si elaborino delle proposte per una scuola che deve e vuole cambiare. Le modifiche, anche se parziali, apportate con le successive circolari emanate dal Ministro (possibilità di slittamento dal trimestre al quadrimestre, provvisorietà della scheda, impegno di confronto con il Consiglio Nazionale dell'Industria per il miglioramento della stessa) frutto delle lotte e delle iniziative sviluppate, ci inducono ad aprire e ampliare sempre di più il confronto a livello di zona, a livello cittadino fra tutte le forze politiche e sociali perchè le proposte di cambiamento devono venire da chi lavora per la scuola e nella scuola.

Mariarosa Ardizzone

Diritto allo studio più vicino a casa

Abbiamo letto su qualche giornale la notizia dell'ordinanza del Ministero della Pubblica Istruzione che richiede agli Enti locali di formulare le domande per aprire nuove scuole.

Data la ristrettezza dei tempi per programmare un piano completo che tenga conto delle eventuali nuove sedi, nonchè degli studenti e degli insegnanti, la Provincia ha formulato una serie di proposte riguardanti le scuole di sua competenza, cioè i Licei Scientifici, gli Istituti Tecnici Industriali e Commerciali, che già sono state sottoposte all'esame del Provveditorato agli studi e che saranno presto esaminate da parte del consiglio provinciale.

Di queste proposte per l'anno scolastico 78-79 due in partico-

lare riguardano la Zona 19: ['VIII Liceo sicntifico dovrà avere una succursale al Centro scolastico omnicomprensivo del Gallaratese, e il X Istituto tecnico commerciale avrà la sede principale nel medesimo centro.

A questo punto occorre una precisazione allo scopo di non generare false speranze nè timori infondati: vogliamo fare notare, e non ci stancheremo di ripeterlo, che quelle della Provincia sono solamente delle proposte.

E quanto queste proposte con molta probabilità rimarranno tali anche durante il prossimo anno scolastico almeno, lo si può capire osservando lo stato dei lavori per la costruzione del

Centro, che molto difficilmente sarà agibile il prossimo autunno.

Per capire qualcosa di più circa le ragioni che hanno spinto la Provincia a formulare queste proposte siamo andati a chiedere delucidazioni al Prof. Spegne, preside di una scuola della zona 19, il Liceo scientifico Vittorio Veneto.

La prima questione che ci preoccupava era che il Centro scolastico del Gallaratese non diventasse più un centro omnicomprensivo ove convivessero e collaborassero o in qualche modo venissero a contatto studenti di diversi tipi di scuola superiore, ma divenisse sfogo per scuole superaffolate, un centro di succursali. Ci rassicura il prof. Spegne, informandoci che

c'è sempre la ferma decisione di fare un centro omnicomprensivo. Infatti non saranno le succursali che occuperanno ed utilizzeranno la futura nuova struttura, ma vere e proprie, indipendenti, scuole superiori. Alcune attrezzature didattiche e ricreative, quali la biblioteca, i laboratori, le palestre, la mensa, saranno messe in comune fra gli istituti: si cercherà così di evitare, per quanto possibile, l'isolamento di ciascun tipo di istituto dagli altri, come avviene di fatto, anche se gli intendimenti sono diversi, nelle strutture di vecchio tipo, e di favorire quindi i contatti fra studenti di varie culture, esperienza, se vogliamo anche di diversa estrazione sociale e di varie ideologie. Non ci si nascondono d'altra parte le difficoltà ed i problemi nuovi che potranno sorgere proprio da questa presenza di più scuole in un unico complesso.

Non appena sarà agibile il Centro si avrà comunque un sensibile alleviamento al problema dell'affollamento nelle scuole superiori della zona 19, e ciò porterà forse (speriamo) alla cessazione del regime dei doppi turni. Oltre ai vantaggi per gli studenti, se non ci saranno più i doppi turni, i cittadini potranno beneficiare dei servizi sociali che potranno essere messi a loro disposizione durante il pomeriggio nelle stesse strutture scolastiche. Per fare un esempio la biblioteca del Vittorio veneto, che dispone di oltre 6000 volumi, potrebbe diventare nel futuro, sempre che si arrivi ad un accordo fra i vari enti interessati, un centro di cultura per molti cittadini, anche per quelli che non hanno nulla a che fare con la scuola media superiore.

Ed anche il Centro omnlcomprensivo dovrà servire al cittadini, soprattutto a coloro che abi-

tano nel Quartiere Gallaratese, mettendo a loro disposizione le sue strutture. Ma, afferma il prof. Spegne, perchè questo nuovo tipo di servizio sociale sia veramente utile per i cittadini è necessaria innanzitutto una seria programmazione per attività da svolgere e precise responsabilità che non lascino nulla all'improvisazione. Inoltre sono necessarie ordine e chiarezz per quanto riguarda la gestione del Centro, in modo tale che non si crei nè confusione fra i vari enti di gestione, nè assemblearismo: gestione aperta alle richieste ed alle proposte dei cittadini ma che sia ciascun ente a gestire ciò che è di sua competenza. Domandiamo al preside del liceo se in previsione del loro trasferimento dài Vittorio Veneto al Centro scolastico gli studenti del Gallaratese siano stati inseriti, come si sente affermare, nelle classi in soprannumero. Anche per questa questione veniamo rassicurati che le tre classi di studenti provenienti dal Gallaratese fanno parte a tutti gli effetti del Vittorio Veneto, ma al termine del biennio (1° e 2° anno) è previsto il loro trasferimento al Centro omnicomprensivo.

In conclusione giova ripetere che non si devono creare nè false illusioni, nè false paure. Quelle della Provincia sono semplici proposte e come tali possono ancora essere soggette a modifiche. Resta il fatto che, sia pure con critiche e riserve, sono state accolte favorevolmente da un preside della Zona 19, che vede nella creazione del Centro scolastico del Gallaratese la possibilità di utilizzare in modo nuovo, a favore di tutti t cittadini, sia II Centro omnicomprensivo, sia le vecchie strutture scolastiche isolate.

milano 19 - pag. 5 SCUOLA
o MINISTERO
CAÄAw Sesor SCHEDA PERSONALE N. 4344", fp) RISULTAI, DLI ANNINAILLASIELL `
DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE CDICOLO DMATILLO SCLACA
E. P.

La lunga vertenza dell'UNIDAL

dalla prima in fabbrica è meglio che all'università

usciva il 24-1 con il titolo "SI-

STEMATI GLI 8000 DI MOTTA E ALEMAGNA" "CERCANO IL PRIMO LAVORO 1.200.000 GIOVANI".

Già un'altra volta su questi fogli era uscito un articolo dl Enzo

Biagi un ironico commento sul "Panettone di Stato".

Auspichiamo che da parte di questo giornale si svolgano analisi più approfondite delle realtà e che quando si ha intenzione di accostare due fatti tanto significativi come la vertenza Unidal e la disoccupazione giovanile lo si faccia con la serietà che dovrebbe contraddistinguere del professionisti preparati e onesti e che comunque si metta in risalto di chi sia il merito della risoluzione positiva della vertenza

Unidal e di chi siano le colpe delle disoccupazione giovanile.

Anche nei riguardi dei partiti politici dobbiamo registrare la solidarietà di quasi tutti che in delegazione sono venuti a portare il loro sostegno alla nostra lotta durante l'occupazione mentre abbiamo invece atteso invano un gesto da parte della Democrazia Cristiana.

Dico questo perchè se le giuste lotte dei lavoratori non sono supportate da posizioni unitarie si rischia di andare verso pericolose fratture anche all'interno del movimento dei lavoratori.

Veramente grande e compatta la solidarietà dimostrata dagli Enti locali e dal mondo della cultura.

Un particolare ringraziamento va indirizzato al Consiglio di Zona, alla commissione cultura sport e tempo libero che ci

Caro padrone

hanno consentito di allestire in fabbrica alcuni spettacoli e colgo qui l'occasione per ringraziare tutti gli artisti che gratuitamente si sono esibiti a sostegno della nostra lotta (Tullio De piscopo, l'orchestra de'l Pomeriggi Musicali", "Quelli di Grock e altri).

E vorrei concludere citando la toccante visita che ci è stata fatta durante l'occupazione dagli alunni della 3° Elementare della scuola di via Trilussa (Quarto Oggiaro).

La visita era stata preceduta da un lavoro preparativo (assemblea, disegni, lettere ai padroni e persino una raccolta di soldi provenienti dalle loro mance) che noi vorremmo portare come esempio di una nuova metodologia di insegnamento capace di portare le realtà della società nella scuola.

Durante la visita bambini ci hanno posto diverse domande dimostrandosi molto preparati e pungenti nelle loro osservazioni; noi lavoratori abbiamo risposto come meglio potevamo consci di usare a volte un linguaggio a loro non idoneo.

Al termine della visita una maestra si è rivolta a noi ringraziandoci e dicendo queste parole che hanno suonato alle nostre orecchie meglio di qualsiasi altro elogio: "IN FABBRICA È MEGLIO CHE ALL'UNIVERSITÀ".

Noi crediamo che in questa frase si racchiuda un po' tutto il senso della lotta che la classe operaia dell'Unidal ha condotto in questi mesi.

Roberto MartInl un lavoratore dell'Unldal

Pubblichiamo alcune delle lettere scritte dagli alunni della 3" elementare della scuola di via Trilussa sulla questione dell'Unidal.

Consiglio di zona in fabbrica

Riunione in una sede insolita quella tenuta dal Consiglio di Zona 19 il 10 gennaio all'interno dello stabilimento UnidalAlemagna di via Silva con la partecipazione attenta ed attiva oltre che dei lavoratori delle forze politiche e sociali e di singoli cittadini venuti per portare la loro solidarietà ed il loro contributo alla lotta per il salvataggio della fabbrica e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Dopo una breve introduzione del presidente Sergio De Cesare, ha voluto ricordare come nessuno dovesse attendersi da quella riunione soluzioni che il Consiglio di Zona non ha potere di realizzare, è iniziato il dibattito, durante il quale, constatato come, malgrado gli sforzi delle organizzazioni di fabbrica, dei sindacati confederati e dei partiti della sinistra, le giuste richieste dei lavoratori non erano ancora state accolte, si è messa in evidenza la necessità di avviare rapidamente un confronto con il governo.

Scendendo più nel particolare Ivan Mambri, lavoratore dell'Unidal-Alemagna, dopo aver premesso che gran parte della crisi dell'industria dolciaria deriva dal continuare a considerare il dolce come prodotto da ricorrenza e non come alimento, ha posto in risalto la mancanza di coordinamento tra le aziende alimentari statali, mancanza che certamente non contribuisce a riequilibrare la bilancia agroalimentare italiana, il cui deficit di circa 5 mila miliardi di lire all'anno, fra cui 50 miliardi di prodotti dolciari, è quasi pari a quello del petrolio. Con la differenza che il petrolio non lo abbiamo, mentre il settore alimentare ha ampi spazi per essere rilanciato, offrendo anche sbocchi all'occupazione giovanile. La lotta dei lavoratori dell'Unidal, ha concluso Mambri, non è quindi una lotta corporativa tesa soltanto alla salvaguardia del proprio posto di lavoro, ma tende a contribuire alla soluzione dei problemi politici ed economici del paese. Dopo altri interventi di lavoratori che hanno messo in rilievo come la crisi dell'Unidal lascia larghe fette di mercato alle industrie private ed alle società multinazionali ha prbso la parola Piras, del Consiglio di Fabbrica, che ha posto in rilievo come lavoratori nel chiedere alla nuova società che dovrebbe rilevare gli impianti di assumere tutti i dipendenti dell'Unidal, chiedono

anche- di non essere inseriti in un organismo assistenziale, ma di entrare a far parte di un'azienda che abbia precisi piani di produzione e di sviluppo. Altri interventi di lavoratori hanno sottolineato come la loro lotta abbia radici profonde ed una matrice politica per dare sviluppo al Piano Agro Alimentare, strumento che, se utilizzato come indicato dai sindacati, potrà avere effetti positivi. Anna Catasta, del CUZ 18-19, ha respinto recisamente le accuse mosse da alcune parti ai sindacati confederati di condurre una lotta solo per il Nord contro il Sud, di voler mantenere al Nord stabilimenti che producono "panettoni e caramelle di stato". Il problema, ha continuato, è di salvare il settore alimentare delle partecipazioni statali, ma finora da parte della SME (la finanziaria statale che controlla l'Unidal ed altre importanti industrie alimentari n.d.r.) non sono state avanzate proposte concrete di sviluppo per il Mezzogiorno. Passando poi al problema della mobilità delle forze di lavoro, premesso che essa, deve intendersi soltanto da un posto di lavoro ad un altro posto di lavoro e non, in alcun caso, da un posto di lavoro alla disoccupazione, la Catasta ha ricordato come ogni qualvolta il sindacato affronti il problema in modo concreto il padronato non avanzi proposte altrettanto concrete.

A nome delle forze politiche hanno preso la parola un rappresentante della Democrazia Cristiana, che ha posto in rilievo la difficoltà di far partecipare la gente e pertanto di informarla compiutamente, specie per quanto riguarda alcuni strati sociali. Un rappresentante di democrazia Proletaria ha proposto di portare la discussione sul piano Agro Alimentare a livello di Facoltà di Agraria dell'Università.

Calerio portando la solidarietà dei comunisti della Zona 19 ha sottolineato la preoccupazione per le sorti della vertenza dell'Unidal, non soltanto perchè la crisi colpisce migliaia di lavoratori in diverse fabbriche, ma, soprattutto, perchè colpisce una grande azienda e l'intero settore agroalimentare, decisivo per il rilancio dell'economia del nostro paese ed in particolare del Mezzogiorno. Rilevato come l'incapacità dimostrata del governo sul terreno economico e di giungere ad un accordo su

importanti questioni, quali la mobilità, l'applicazione della cassa integrazione con la legge di riconversione, il loro controllo politico e sindacale, è fra le motivazioni per cui il P.C.I. chiede un governo d'emergenza, Calerio ha concluso affermando che la convocazione del Consiglio di Zona 19 aperto ai cittadini ed alle forze politiche e sindacali ha permesso l'incontro con lavoratori dell'Unidal in lotta e che ciò ha un grande valore e significato politico e sociale e deve favorire l'incontro tra lavoratori e forze sociali, donne, giovani, ceti medi in modo capillare, perchè soltanto con la più ampia unità e solidarietà la lotta per l'Unidal sarà vincente.

Maria Szalai, consigliere di zona per Democrazia Proletaria, ha proposto manifestazioni pubbliche davanti allo stadio di S. Siro tendenti a coinvolgere un sempre maggiore numero di cittadini nella lotta dei lavoratori dell'Unidal.

Vincenzo Sciarrone, consigliere di zona per il P.S.I, dopo aver rifatto la storia di lunghi anni di lotta sostenuti dai lavoratori dello stabilimento di via Silvia ha esortato ad operare perchè le iniziative si traducano in atti tangibili da parte del Consiglio di Zona e della cittadinanza.

Danilo Pasquini, capogruppo del P.C.I. al Consiglio di Zona 19, dopo aver posto in rilievo come il non voler discutere su problemi quali l'occupazione, la salvaguardia del posto di lavoro, la politica agricola, ecc. possa essere causa di gravi tensioni e provocare reazioni non controllabili dando forza alla strategia della tensione, si è detto convinto che la risposta più ferma contro tale strategia stia venendo dalla classe operaia.

Pur ammettendo che il problema dell'Unidal non possa essere risolto in poco tempo, Pasquini si è detto convinto che la sua soluzione possa essere raggiunta senza licenziamenti ed ha concluso esprimendo la solidarietà dei comunisti con lavoratori in lotta e la disponibilità loro e delle loro organizzazioni a sostenere tale lotta.

A chiusura del dibattito il presidente De Cesare ha riaffermato l'impegno del Consiglio di Zona 19 di prendere iniziative politiche a diversi livelli a sostegno della lotta dei lavoratori dell'Unidal organizzando anche una capillare opera di informazione nella zona sulla vertenza.

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SEZIONE FOTOGRAFICA DEL GRUPPO SIRIO A TEATRO DELLA NOSTRA ZONA

Saper vedere fotograficamente Quando le parole non sono più nostre

Cos'è una bella fotografia? A questa domanda si potrebbe rispondere con infiniti modi, esprimendo punti di vista personali e soggettivi.

Ciò che conta, è di possedere quel requisito fondamentale che fa un buon fotografo: "Saper vedere fotograficamente".

I più quotati fotografi del mondo suggeriscono con tre parole il concetto di bella fotografia, cioè INTERESSE + COMPOSIZIONE + BUONA TECNICA = BELLA FOTOGRAFIA. Suppongo che buona parte di noi condivida questa tesi.

Direi di più: in occasione di un importante concorso fotografico risultò da un referendum, il totale di sei definizioni cht, caratterizzano i requisiti di una bella fotografia:

quando parla senza didascalie quando provoca emozioni quando risveglia sentimenti lieti o tristi quando induce a pensare quando induce a prendere posizione quando rimane impressa nella memoria.

Il considerare tutto ciò ci può aiutare a "giudicare" e nello stesso tempo anche a "realizzare".

Tenendo presente che il soggetto non è quello che è, ma è quello che noi vogliamo che sia, si può dire che la rigidità del mezzo meccanico non costituisce un vincolo, perchè offre mille e più modi per cogliere e plasmare il soggetto, secondo i punti di vista. Ciò che distingue i fotografi l'uno dall'altro è che l'uno coglie "il soggetto" mentre l'altro sa cogliere qualcosa "nel soggetto". Ora vediamo di elencare una serie di errori e da essi imparare quali possono essere i difetti più comuni, ed evitarli. Ampie zone neutre, primi piani sproporzionati, primi piani vuoti, mancanza di primo piano, cielo e piani lontani senza contrasto, mancanza di linee di fuga, due soggetti di uguali valore, soggetti privi di importanza, cattivo uso dei toni, cattivo uso della prospettiva, impostazione statica, cattiva interpretazione della luce, ecc. ecc.

L'elenco non è completo, sarebbe troppo lungo elencare tutto, ma si spera che ne venga compreso il senso e l'importanza.

E a questo punto vogliamo introdurre il discorso su Fusi Alberto, che l'ha compreso. Egli è il più giovane dei fotografi del Gruppo Sirio, ed ha messo a frutto i nostri suggerimenti, migliorando le proprie capacità, perfezionandosi, eseguendo molte prove fino ad ottenere I risultati desideati, mettendo in pratica tutte le spiegazioni e i commenti avvenuti nelle serate che i soci del Gruppo Sirio hanno dedicato alla fotografia. Alberto Fusi ha una vera predilizione per il ritratto, nel quale sa cogliere, nel soggetto, espressioni fugaci e insolite, ed ai quali sa dare un taglio deciso e personale.

Altri soggetti attraggono la sua attenzione, ovunque si trovi, passa da luminosi, alberi, al controluce, ed a contorte composizioni urbane, inoltre non vanno taciute le sue realizzazioni umoristiche alle quali si dedica con grande passione.

Egli ha già partecipato a diversi conscorsi, nei quali ha ricevuto plausi per i buoni lavori presentati e questo sarà certamente uno stimolo alla sua volontà di proseguire a migliorarsi. Facendo ai lettori di queste note i migliori auguri di buon lavoro, oonsiglieremmo di passare al setaccio le rispettive fotografie, imparando a riconoscerne gli errori, per evitarli in futuro. Chi scrive, quando prova con le proprie, suda freddo. Riassumiamo dunque brevemente gli elementi per la composizione fotografica:

INTERESSE: chiaro linguaggio sensazioni umane risveglio di sentimenti in genere induzione a pensare induzione a prendere posizione permanenza nella memoria

BUONA COMPOSIZIONE: scelta del punto di vista un solo centro di interesse utilizzazione di tutto lo spazio armonia di linee importanza degli oggetti importanza dei piani dinamicità delle espressioni armonia dei piani BUONA TECNICA esposizione perfetta armonizzazione dei contrasti equilibrio delle dominanti nitidezza perfetta illuminazione perfetta.

OSAN

"Mi riunisco in assemblea" di e con Livia Cerini

"Mi riunisco in assemblea..." Perchè?

"Perchè è così bello... con tutta quella gente.... come me lo chiedo sempre la parola, ma non mi fanno mai parlare. Però mi dicono: "Scusa compagna".... proprio cosi, mi dicono: "Scusa compagna"....

Lo spettacolo della Cerini è un monologo che dura un po' più di un'ora. Sul palco solo un tavolo con su degli arnesi da cucina a colori vivaci, una grande foto della regina Elisabetta da un lato, e alcune sedie.

La Cerini parla un po' in inglese, un po' in anglo - varesotto, un po' nell'italiano "di tutti". Di tutti perchè c'è dentro il "bestiale" il "cioè", il "cazzo". E la necessità di "confrontarsi" sempre, in ogni momento, per ogni azione: nel lavoro, nell'amore, con gli amici.

Ma soprattutto c'è la solitudine perchè se vedi la gente è solo in quanto gli hai prestato il letto per fare l'amore, e se aspetti che lui ti telefona... hai ragione, lui ti telefona, ma solo per dirti che sta fuori. "Cioè" non viene. E allora? Allora ti prendi l'agendina e guardi un po' di nomi cominciando dalla A, B, C.... A dire il vero su alcune lettere non c'è scritto niente, in altre c'è solo il numero del dentista.

L'agendina è il resoconto di una serie di amicizie o conoscenze banali nel loro egocentrismo. Vi è segnato il nome di quello che si è fotografato parti intime per fare un volantino, il nome dell'autonomo - iuventino, oppure del disegnatore di fumetti porno che collabora anche a "critica sociale" perchè tutto fa politica.

C'è poi il numero di "lui" che vuoi fare l'amore in modo diverso per "smetterla con gli apriorismi" e perchè "altrimenti sei provinciale, cazzo".

L'attributo maschile è molto menzionato; gli uomini ne potranno essere fieri.

Ma lei è capace anche di togliersi la maglietta per mettersi

una mezza mela sotto ogni ascella: un'ottima ricetta per mandare via il cattivo odore. E la dieta macrobiotica ha qualcosa a che fare con l'effluvio di sandalo. In onore, quest'ultimo, di Moravia, Fellini e il figlio di Leone. Perchè anche la protagonista sogna, come tutti, di conversare con questi "grandi" personaggi, divi della nostra epoca. E i films di Fellini sono: "Bei, bei anche se non ci ho capito un Cristo ma bei, bei...."

Appare un po' in "tilt" lei, ma continua il suo monologo con quelli che non ci sono ma sono ugualmente sempre li anche perchè si somigliano un po' tutti, anzi dicono tutti le stesse cose.

A proposito di dire, ricordate che non si dice "camionista" bensì "autotrasportatore", come specificato in una rappresentazione che la protagonista e alcuni suoi amici volevano mettere in scena. Il gruppo si sarebbe dovuto chiamare in mille modi e alla fine: "gruppo di autocoscienza padana". Ma due componenti hanno bisticciato: si sono presi, lei e lui, a calci in faccia, e lo spettacolo non s'è più potuto fare.

Il tempo libero lo si potrebbe passare andando a ballare?

"Scherzi?... La sinistra non balla: canta. Solo i revisionisti ballano." "E i rivoluzionari fanno tapezzeria?" "Non fanno un cazPerfetto, perfetto... "Ma ci pensi che non riesco pii:, a dire "cioè" e "cazzo"? Pensa a quando non potremo più dire neppure "cazzo"... diciamo così.... cosi..." Che tipo di linguaggio sembra questo? Non certo quello che si sente sull'autobus, alle sette e trenta di mattina. È il linguaggio "sinistrese". Parole assurde, incomprensibili, usate a sproposito per riempire l'imbarazzo della mancanza di contenuti, per non sentire la propria incapacità di comunicare, anche se la volontà di cambiare è vera, è sincera. Ma la solitudine cresce proprio parlando. Allora si potrebbe fare uno "straccio" di viag-

SEZIONE PITTURA DEL GRUPPO SIRIO

gio, come dice la protagonista. Tutti partono, vanno dappertutto. Anche lei vorrebbe fuggire, invece rimane rintanata nel suo guscio a guardarsi le dita dei piedi e a dare agli spaghetti una spolveratina di crusca contro la stitichezza.

Tutto dunque appare conformistico: la stitichezza, il modo di fare l'amore di vestire (maglietta e jeans) ma soprattutto il parlare.

La parola chiara, pulita, significativa, è andata perduta nel quotidiano consumismo intellettuale.

"Voi restate pure — dice la Cerini alla fine del suo monologo — lo vado a coinvolgermi un pò"

Molti spettatori pensano che sia soltanto l'intervallo e aspettano che lei torni in scena, ma altri si alzano già e se ne vanno, allora è chiaro che lo spettacolo è terminato: "divertente", "ma dura un'ora soltanto?", "si", "bestiale", "io mi ci riconoscevo".

Nell'atrio del Teatro Uomo si vendono i costumi teatrali, soprattutto le donne frugano fra le camice vecchie in un ombrello da uomo aperto. Un grande mantello nero, usato nello spettacolo "Fede Speranzae Carità", costa ventimila lire. "È caldo" ci dice una che sta lì a vendere.

La gente si aggira e fruga ancora, un po' perplessa, ridacchiando e ironizzando. Alcuni ripetono le frasi e le parole che ha detto la Cerini nel suo monologo. Prendono in giro se stessi o la Cerini? Forse se stessi attraverso la pungente critica di quest'ultima.

Tutti si accorgono delle proprie contraddizioni verbali, della perdita di significato delle parole. Ma che farci? Fare il verso allé proprie parole può servire? Ripetiamole a vanvera allora. E proviamoci vecchie camice che vecchie poi non sono: le hanno fatte apposta per le recite, dunque possono servire anche a noi: ogni giorno

"Arte moderna"

Gli esempi nella storia e nell'arte, come nella cultura, lo dimostrano: stanno davanti a noi luminosi insegnandoci il cammino; essi hanno lasciato aperto un orizzonte che solo col sacrificio e la grande fatica trova il necessario completamento dei valori, su cui fare affidamento per un discorso sull'arte, tecnicamente moderno e culturalmente valido nella dinamica dello scambio.

Cos'è l'astrattismo?

È, impressione che ci trasporta in un mondo misterioso. Quanti, di fronte a un quadro moderno sono in grado di capirlo?

Probabilmente pochi. La stragrande maggioranza, abituata a vedere materialmente solo con gli occhi, recepisce solamente I riflessi di un laghetto, I paesaggi montani, la contadina sull'ala, le onde del mare ecc. e non riesce a concepire qualcosa di diverso.

Il moderno come l'antico stimola lo spirito, i sentimenti, le passioni, gli stati d'animo dell'uomo. Questa stimolazione si chiama "espressione artistica"

ma molti non l'accettano.

Per rendersi conto e capire, è senz'altro necessario fare anche degli sforzi per imparare a conoscere il significato dei simboli che il pittore usa nelle sue espressioni.

Perciò, se accettiamo l'evoluzione in tutte le attività umane, dovremmo fare qualche sforzo per accettare anche l'arte moderna nelle varie correnti: cubismo, (che ha aperto un vastissimo orizzonte), l'astrattismo, lo spazialismo, il nuclearismo.

Dobbiamo cercare di assorbire queste nuove espressioni che sono la somma delle sensazioni e delle emozioni che l'artista prova in tutto ciò che lo circonda.

Cos'è allora l'arte moderna? È la realizzazione di ciò che l'artista recepisce dalle visioni

naturalistiche di fronte all'universo.

Non si creda che l'artista dipinga per puro capriccio, ma dipinge solo quando ha estro, quando sente quella certa forza scaturire dall'intimo e la necessità di essere a tu per tu con i colori, con le idee che gli pullulano nella mente.

Dopo questo travaglio spirituale il pittore trova la quiete nel suo animo, vedendo riprodotti sulla tela tutti i complessi coloristici a cui egli ha prestato fede, come una danza celestiale.

Rappresentando la sensazione spirituale sommata all'elaborazione delle culture precedenti, diremmo benvenuta a quest'arte moderna, che non ci sarà più incomprensibile.

pag. 8 - milano 19
ABBONATEVI!
OSAN

Che cos'è il gioco della zona 19?

Una grande cartina lucida, molto bella e colorata, illustra la nostra zona. I punti più importanti sono indicati da una freccia e con poche parole ne vengono delineate un pò di storia e alcune caratteristiche. Come si gioca? Tirando i dadi e avanzando a turno, per squadre, sulle caselle. Partendo dal quartiere Gallaratese, vince chi arriva primo al Monte Stella. Che significati e scopi ha questo gioco?

Moltissimi. Primo fra tutti quello di far conoscere la realtà della nostra zona al maggior numero di persone: grandi e piccoli. È un gioco rivolto a tutti, dunque, che tutti possono giocare.

Ognuno poi, ha la possibilità di fermarsi (senza intralciare il gioco si spera) più a lungo in un punto, così da osservarlo meglio e scoprire nuove caratteristiche della parte, magari quella in cui abita, che lo interessa di più.

Di solito a scuola è molto importante conoscere bene la Cina e altre nazioni. Giusto. Ma non è altrettanto importante conoscere bene la propria zona?

Pare che insigni architetti e disegnatori, fa cui per esempio, Leonardo da Vinci di cui c'è la casa di campagna proprio nella nostra zona, (Confessate, chi di voi lo sapeva? ...In confidenza: anche noi l'abbiamo saputo guardando la mappa) abbiano studiato e disegnato il quartiere in cui abitavano.

La mappa, ideata e disegnata dall'architetto Monzeglio per gli abitnati della zona 19, vuole permettere a tutti, anche a coloro che non sono insigni architetti e non hanno avuto il piacere (forse perchè troppo giovani) d'incontrare Leonardo Da Vinci passeggiante per i verdi (soprattutto allora) prati del proprio quartiere, di avere una visione generale e particolare del luogo in cui abitano.

Se poi questa visione stimolerà istinti artistici, tanto meglio. È intenzione del Consiglio di Zona infatti pubblicare un libro scritto, disegnato e ...."fotografato" da 126.000 persone: tutti gli abitanti che vorranno portare le proprie creazioni artistiche sulla zona o il quartiere in cui vivono, al Consiglio di Zona.

Il libro risulterebbe così il frutto e l'esempio di un lavoro autogestito in cui si possa riconoscere e ritrovare chi vi ha contribuito. L'ottica individuale con cui

ognuno osserva la realtà che lo circonda sarebbe fusa con quelle di altre migliaia di persone, per formare una visione organica, e generale, di tutti gli aspetti i problemi e le esigenze della zona.

Soprattutto gli studenti, nelle scuole, potrebbero utilizzare parte del proprio tempo didattico per approfondire l'argomento zona in cui vivono, ricercando di questa, da un punto di vista storico, architettonico e sociale, il maggior numero di aspetti e caratteristiche.

Sarebbe indubbiamente un lavoro piacevole e utile perchè a contatto con il reale per incidere e partecipare sulla e alla realtà.

Non un lavoro esclusivamente a tavolino, non un lavoro esclusivamente nozionistico, ma capace di portare ragazzi giovani, bisognosi di una continua verifica della società in cui vivono, fuori, a contatto con la gente e i loro problemi, per arrivare a capire lo scopo, il risultato di certe nozioni per esempio matematiche e di disegno, spesso a scuola buttate lì, nel campo architettonico, statistico, fotografico ecc...

L'iniziativa del Consiglio di Zona, cominciata con lo stampare questa, veramente ben riuscita mappa, vuole essere non solo la proposta di un gioco intelligente per ogni famiglia, ma anche e soprattutto il contributo al raggiungimento di un maggiore contatto con gli abitanti, gli studenti e gli insegnanti. Ed ognuno allora, dovrebbe dare il primo contributo aiutando a diffondere questa cartina nelle scuole e nelle famiglie perchè tutti ne possano venire a conoscenza. I genitori potrebbero poi convincere gli insegnanti del nuovo modo di studiare, partendo dalla realtà, di cui questa mappa vuole essere un aiuto.

Nuova collaborazione fra insegnanti e genitori dunque, per ritrovarsi assieme agli alunnifigli.

Tutto questo non vuole essere il miraggio idilliaco di una perfezione di rapporti fra le maggiori componenti della scuola, ma semplicemente l'esempio di una volontà, attraverso una proposta originale, di cambiare veramente in meglio anche la scuola, cominciando dai contenuti.

Spesso a causa della routine quotidiana; lavoro, casa, televi-

sione, oppure: scuola (magari nozionistica), casa, gioco, siamo disabituati a creare, a ricercare criticamente ed individualmente, anche un modo per lavorare collettivamente. Si ha paura, magari, di scrivere, di disegnare e proporre le proprie idee. Siamo stati abituati alla specializzazione e alla istituzionalizzazione anche dell'arte e della creatività. Ecco dunque che lo studio della nostra zona potrebbe essere un primo buon momento per districarsene. "Il Gallaratese, d'altronde, l'hanno fatto i cittadini e non la Triennale" ha detto il presidente del consiglio di Zona

Sergio de Cesare.

Una rappresentante del consiglio dei genitori Visconti - Borsa ha fatto notare che oltre alla buona idea bisogna avere anche la capacità organizzativa per portare avanti l'iniziativa. Giusto.

Sta quindi ora ai primi venuti a conoscenza della mappa e del gioco dimostrare la propria capacità e il proprio interesse per far sì che il maggior numero di persone nelle suole, nelle case ecc. arrivino a conoscerli.

Sarebbe perciò utile trovare, per esempio nelle scuole, dei collaboratori che si incarichino

di mantenere contatti con il Consiglio di Zona. In ogni caso ripetiamo: per questa iniziativa ricreativa e culturale il punto di riferimento è il Consiglio di zona — Dipartimento cultura, sport e tempo libero, via Pagatschnig 34.

Ah, dimenticavamo: la cartina, grande cm 72x140 e disegnata su cartoncino lucido, costa solo mille lire. Questo è naturalmente un prezzo politico che serve a recuperare solo il 50% dei costi.

Dunque buon divertimento e buon lavoro dal Consiglio di Zona e da Milano 19!

A pochi minuti d'auto trovate tante occasioni per tutta la famiglia, a prezzi veramente sbalorditivi

RIMESSAGGIO

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PER ROULOTTE

LO SPORT COME MOMENTO DI SVAGO

E DI DISTENSIONE:

L'U.S. Trenno

Nella nostra zona non è difficile trovare gruppi sportivi di ogni tipo e per tutti i gusti. Viviamo infatti in quello che si può definire il centro sportivo di Milano.

Lo stadio di San Siro, il Palazzo dello Sport, il Palazzetto e molte altre strutture importanti per lo sport a livello professionistico, sono collocate nella zona 1,9.

Il difficile è trovare gruppi di persone che intendano lo sport come divertimento per potersi rilassare e divertire al tempo stesso.

L'Unione Sportiva Trenno è appunto uno di quei gruppi formatisi all'inizio della crisi energetica nel 1974 per opera e su iniziativa di un gruppo di amici che nonostante il fatto di essere rimasti bloccati la domenica, per l'impossibilità di poter circolare con i veicoli a motore, non si dettero per vinti e cominciarono ad andare a fare delle "sgambate" in campagna che si concludevano regolarmente in allegria intorno ad un tavolo, con la promessa di rivedersi la domenica successiva con mogli e figli.

Da questi incontri domenicali, alle volte anche serali, nacque l'idea di formare un gruppo sportivo che si dedicasse al podismo divenuto, per necessità, di nuovo di estrema attualità. Questa riscoperta ha portato un numero notevole di persone a dedicarsi a questo sport, un po' per hobby e un po' per smaltire ciccia e tossine che purtroppo si accumulano negli organismi stressati dalla convulsa attività quotidiana.

La sede della U.S. Trenno, o meglio il ritrovo, venne posto in un primo momento nel bar Romano, in via Luigi Ratti in uno degli angoli della vecchia Trenno, luoghi rimasti tali e quali a cent'anni fa e che nonostante l'età, hanno la prerogativa di poter instaurare facilmente un rapporto umano fra le persone. La perseveranza dei membri del Consiglio direttivo però, dette i suoi frutti un anno dopo. La società riuscì a trovare due piccoli locali dove sistemarsi: sempre in via Ratti a fianco del bar Romano nei localini della vecchia canonica di Trenno. I membri non hanno certo la pretesa di farne la sede di una importante società sportiva. Questi localini tuttavia, con il loro caminetto funzionante contribuiscono a creare quel calore che aiuta a predisporre le persone ad un rapporto più umano.

Può sembrare strano, ma con ogni probabilità trattando i problemi di una società sportiva si inizierebbe subito, naturalmente, a parlare dei successi e dei programmi che la società ha realizzato o ha in programma di realizzare.

L'U.S. Trento ha mantenuto, forse anche inconsapevolmente, quelle caratteristiche di genuinità che la fanno apparire simpatica. Le stesse discussioni politiche che si svolgono tra i soci, sono improntate ad un estremo rispetto delle idee. Sarebbe oltremodo sciocco pen-

sare che in una società sportiva non si svolgano discussioni o dibattiti politici: la vita dl tutti 1 giorni ci porta necessariamente a discutere di ciò che avviene e a vivere le situazioni così come esse si presentano affrontandone le difficoltà e i problemi anche sportivi.

Comunque è anche necessario parlare dell'attività che la società ha svolto fin'ora. Questa, come dicevo all'inizio è nata come gruppo podistico. Si è però, negli anni successivi affermata anche a livello calcistico. I soci hanno partecipato ad alcuni tornei ottenendone anche delle affermazioni lusinghiere (si tenga naturalmente conto che si tratta non di una squadra omogenea che svolge allenamenti regolari con tanto di trainer e via dicendo, ma formata da elementi raccogliticci che spesso hanno dalla loro parte solo della buona volontà).

E, siamo giunti a trattare l'argomento che sta più a cuore al soci dell'U.S. Trenno: il ciclismo. In questa attività si sono ottenuti i risultati più lusinghieri. Ciò sarà forse stato determinato, dalla volontà dei dirigenti o dalla giovane età e dall'impegno dei partecipanti. Resta il fatto che questa è l'unica società, almeno da ciò che mi viene detto, che ha organizzato corse dilettantistiche all'interno dei dazi di Milano.

Gli atleti del gruppo ciclistico, regolarmente tesserati alla U.C.I. sono trentasei, nelle categorie: primavera, esordienti, allievi e dilettanti.

Da notare resta che al di là delle logiche ambizioni che ogni società ha in proposito, vi è l'orgoglio di non aver alcuna sovvenzione da terzi, cosa anch'essa per chi conosce un po' l'ambiente sportivo, abbastanza rara.

Penso che anche ciò possa essere annotato quale nota positiva di una organizzazione, ed il termine non è eccessivo, se si usa il termine organizzazione per definire coloro che, da soli, senza l'aiuto altrui, sono stati capaci di creare qualche cosa di diverso, di più confacente alla realtà in cui viviamo.

La visita che il nostro giornale ha fatto all'U.S. Trenno, si può definire indubbiamente proficua per l'esperienza che noi stessi abbiamo raccolto.

Pensiamo che il caso' di questa società non resti tale ma si sviluppi ulteriormente nella nostra zona. I rapporti umani sono in stretto collegamento con le iniziative che singoli gruppi sanno prendere.

Altre iniziative di questo genere sono indubbiamente auspicabili, anche se di difficile organizzazione, ma se qualcuno lo desiderasse potrebbe sempre mettersi in contatto con il consigliere dell'U.S. Trenno.

Ci permettiamo di rivolgere questo invito proprio perchè abbiamo trovato in queste persone quello di cui maggiormente abbisogna la nostra società civile: buona volontà e modestia.

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PALLAVOLO il G.U.VOLLEY BALL "OMBRA 77"

CON SEDE IN VIA F. ABBIATE 1 MILANO tei. 4037197 segreteria 4078066

e la »AR A LOC " CONFEZIONI — CASUALS

La nuova attività agonistica 1977/78 del complesso VOLLEY BALL "OMBRA 77" formatasi il primo marzo 1977, e diretta dal sig. SCANDELLI Geom. GIANCARLO allenatore Federale F.I.P.A.V. e continua ancora regolarmente in collaborazione con la "ARALDO" confezionicasuals. Vorremmo far conoscere la leggera modifica del nominativo della squadra, aggiungendo il G.U. (gruppo universitario). Riconfermando le sue qualità Tecniche — morali — agonistiche — accettate da numerose iscrizioni, si rende noto che nel mese di marzo, inizieranno corsi gratuiti di pallavolo, maschile e femminile. Si porta a conoscenza che gli allenamenti oltre specifici e di base per la pallavolo, sono anche ftlnzionabili sotto il profilo correttivo "PARAMORFISMI INFANTILI e SCOLASTICI. Palestre per allenamento: SCUOLA MEDIA CALDARA via S. GIUSTO, SCUOLA ELEMENTARE di via CILEA n° 4 SCUOLA MEDIA "RICCI" via LOVERE n° 4.

Prospetto Consiglio Direttivo

Presidente sig.ra Lombardi Bruna — Vice Pres. sig. Pozzoni Antonio Segretaria sig.ra Galofaro Marica — Direttore Sportivo sig. Candelli Ciro

ALLENATORI

Scandelli geom. Giancarlo tessera F.I.P.A.V. n°132 responsabile unico Airaghi Gabriella — Galoraro Teresa

SEGNAPUNTI tesserati P.I.P.A.V.

Cassardo Luisa — Bosè Manuela ACCOMPAGNATORE ufficiale Sig. De Mastro Antonio.

CONSIGLIERI

Sig. Scandelli Roberto — Sig. Lombardi Silvio — Sig. Santagostino Bietti Luigi Galofaro Francesco — Sig. Lambitecchio Michele — Sig.ra Zaffaroni Maria

Attività agonistica in corso

Torneo città di CORSICO, classifica dopo la quarta giornata di ritorno, che si svolge in sabato.

C.S.C. (Corsico

C.R.B. (Baggio)

G.U. OMBRA 77

U.I.S.P. (Corsico)

C.R.A.C. (Buccinasco)

San AGNESE (Tessera)

I.M.E. (Corsico)

C.R.B. (Corsico)

Punti 24

Punti 20

Punti 18 (due partite in meno).

Punti 10

Punti 8

Punti 4

Punti 4

Punti 2

CAMPIONATO che si svolge in domenica mattino.

Risultati del 15-1 e del 22-1-78

1 giornata A NOVA MILANESE.

1 giornata A NOVA MILANESE.

2 giornata A BUCCINASCO

2 giornata A BUCCINASCO.

NOVA MIL.

NOVATE MIL. (A)

G.U. OMBRA 77 (B) set. 1 - 3

G.U. OMBRA 77 (A) set. 2 - 3

BUCCINASCO - G.U. OMBRA 77 (B) set. 1 - 3

NOVATE MIL. (B) - G.U. OMBRA 77 (A) set. 1 - 3

pag. 10 - milano 19
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Polisportiva Gallaratese Che rogna la neve!

CALCIO

F.I.G.C.

Fermi i Campionati Federalicontinua l'attività con intensa preparazione atletica e gare amichevoli per la ripresa del girone di ritorno della Illa categoria - Under 20 e Allievi - il prossimo 19 marzo.

Nel contempo, la società ha predisposto l'effettuazione di una leva giovani calciatoriN.A.G.C. - FIGC con il patrocinio della A.C. Milanese 1920Sul campo "La Madonnina" via Torrazza 80. Nelle domeniche: 26 febbraio - 5 marzo - 12 marzo - ore 9 in punto.

Tutti i ragazzi nati dal 1 luglio 67 al 1 luglio 64 interessati al calcio, sono invitati alla leva con propri indumenti sul campo con puntualità.

NUOTO

F.I.N.

In collaborazione con la delphinium nuoto - CONI - F.N.I. si effettuerà col prossimo 1 marzo il II° ciclo dei corsi suddivisi in:

Avviamento al nuoto per bambini in età pre-scolare.

Avviamento al nuoto e specializzazione per tutte le età.

Avviamento al pre-agonismo. I corsi si terranno presso il Centro Balneare Lampugnano (quartiere Gallaratese - Via Lampugnano, 76) sotto la direzione di allenatori della F.I.N. nei giorni: dal lunedì al venerdì non festivi dalle ore 17,30 alle 19,30 ed al sabato dalle ore 10 alle 12.

Frequenza bisettimanale. Corso della durata quadrimestrale. Quota d'iscrizione L. 20.000 e L. 1.000 per tessera C.O.N.I. -

F.I.N.

PALLAVOLO FEMMINILE F.I.P.A.V.

Nelle palestre scolastiche di via Uruguay e via delle Ande al mercoledì e venerdì dalle 18,30 continua la preparazione delle squadre per il - Prossimo Campionato Fipav - corsi e leve sempre aperti per la composizione di squadre giovanili per il Trofeo - Beccari - 78 FIPAV Milano età dal 1-1-64 al 31-12-65 campionati - Palestra Cappelli e Sforza.

KARATE

F.E.S.I.K.A.

Esami 1° Ciclo Atleti 30-1-78. Corsi sempre aperti palestrascuola - elementare via Uruguay - lunedì e giovedì dalle 18,30 in poi senza limite di età e ambosessi con buoni validi per lezione effettuata. Si può sempre iniziare senza obbligo di frequenza.

ATLETICA

F.I.D.A.L. La nostra squadra che ha partecipato alla 7° maratona d'inverno il 15-1-78 Parco Monza è stata veramente sfortunata decimata dai ritiri per cause di forza maggiore (strappo muscolare al 23° km. Vantini - frattura costola Canova - slogatura caviglia - Fasolato - febbre Borgonovo).

Ci ha compensato il meraviglioso piazzamento di Cappato Gabriele - intramontabile quasi quarantenne che ha sfidato l'imperversare della pioggia e della neve - nonchè un lungo percorso di terreno inondato dallo straripamento del Lambro - con melma e fango. Si è classificato 51° con l'ottimo tempo di 2 h53' 30".

Su oltre 1.800 partenti il traguardo è stato tagliato da soli 365 atleti risalta quindi maggiormente l'eccelsa dote di un vero atleta quale il nostro - Cappato - che citiamo ai giovani quale esempio di serietà - abnegazione - e sacrificio per lo sport. La maratona è stata vinta da Accaputo "Fiamme Gialle" col tempo di 2h 22' 51" ultimo - 365° - Perego con 3h 59'11".

La sezione atletica indice leve di giovani ambosessi di età dal 11-1976 in poi.

Per la composizione delle squadre che effettueranno i prossimi campionati propaganda di atletica leggera F.I.D.A.L. ed ai giochi della gioventù.

Sono in avanzata fase di preparazione corse campestri e marce non competitive (24-26 marzo).

Le leve giovani atleti si effettueranno (come la preparazione ginnico atletica) nella palestra della scuola elementare di via Quarenghi dalle 18 in poi giorni da stabilire (martedi - giovedìvenerdì - sabato).

Siamo in attesa di approvazione da parte del CONI della richiesta da tempo inoltrata per la costituzione del nostro "Centro Olimpia".

Le nostre manifestazioni ufficiali sono effettuate "sotto l'alto patrocinio del ministero SportTurismo - Spettacolo".

Informazioni iscrizioni e adesioni si ricevono presso la Polisportiva Gallaratese «1967» via Appennini, 41 (angolo Alex Visconti), il mercoledì dalle ore 18,00 alle 19,30; il giovedì dalle ore 21 alle 23; il sabato dalle ore 10 alle 12. e dalle 17 alle 19 ed alla domenica dalle 10 alle 12.

Polisportiva S. Leonardo G

Si è iniziato sabato 21-1-78 la 4° Edizione del TORNEO "ANNI VERDI", torneo calcistico, riservato ai ragazzi dagli 8 ai 13 anni, che occuperà per due mesi oltre 2.000 ragazzi settimanalmente.

Detto torneo è organizzato collegialmente da 30 società dall'interland Milanese.

Infatti i dirigenti che formano dette società, occupano il proprio tempo libero per raggruppare, educare ed avviare allo sport tutti i ragazzi che lo desiderano.

Il torneo "ANNI VERDI" è iniziato 4 anni fa, con la partecipazione di 6 società, oggi ne partecipano 30.

Gli incontri si disputeranno settimanalmente sui vari campi messi a disposizione delle società del settore Giovanile.

Caratteristica del torneo è quella di non essere esasperata nell'agonismo, infatti tutti i partecipanti saranno premiati con lo stesso premio, l'unica graduatoria sarà considerata relativamente alla disciplina ed al comportamento dei piccoli atleti nonchè dai dirigenti delle loro rispettive società.

SS La Spezia GSC

2° girone S. Ambrogio II° GS Corvetto AC Atletic Gratosoglio Cesanese B

3° Girone Corsico

S. Ambrogio II° Yunior Gratasoglio Fatima B Baroni GS La Rossa Rozzano AC Vigentino

Fatima CSG

S. Luigi US La Rossa US

Pontesestese US

Risultato 2°partita ritorno

Gratosoglio Polis del 22-1-77

Baggio II° SS Cadetti

Guma polisp

Pejo AS

F.I.G.C.

S. Leonardo - Alcione 0-0

Giovanissimi: Afforese - S. Leonardo 2-1 Mini Allievi

PRIMI CALCI Pasubio - S. Leonardo 3-3 composizione del gironi

Allievi

S. Leonardo - Cleaser 8-0

1° girone Torneo anni verdi

1 Cesanese A Risultati 1° giornata

2 Baggio II°

Categoria Pulcini:

3 Pontesestese Muggiano - S. Leonardo 0-3

4 Pejo A Categoria Debuttanti

5 Alcione Muggiano - S. Leonardo 1-0

6 Olmi Categoria Esordienti:

7 Sal Leonardo Muggiano - S. Leonardo 3-0

Aveva cominciato la sera prima e per tutta la notte non ha cessato di cadere un minuto la neve del famoso giovedì ed anche coloro i quali non brillano per fantasia non fecero fatica a prevedere una buna spanna di neve.

La mattina scendo un poco prima sicuro di dover affrontare un lungo litigio con la mia automobile che nell'intenzioni mi dovrebbe portare in ufficio. La distesa di neve che mi si presenta è allucinate, sicuramente più di 20 cm. coprono tutto.

Subito immagino le difficoltà che avrebbero incontrato tutti coloro che devono recarsi al lavoro, in città e fuori, gli automobilisti, gli scolari, i mezzi pubblici e le squadre adibite allo sgombero.

Non ricordo una nevicata così da molti anni. Mi avvio alla macchina, classe 1971, completamente sommersa dalla neve, tolgo quella che posso e poi mi accorgo che non è la mia, un vicino di casa mi ringrazia e mette in moto, io non riesco e rinuncio all'auto. Decisione saggia in quanto i pochi audaci affrontano peripezie inenarrabili.

Le ruote girano senza far presa sull'asfalto, automobili vengono spinte da volonterosi per alcuni metri ma poi vengono abbandonate in mezzo alla strada senza alcuna speranza, altri tentano il passaggio nella neve vergine che si trasforma immediatamente in sabbie mobili.

Gli unici incoscientemente felici sono i bambini che, recandosi a scuola lanciano le prime palle di neve contro i padri alle prese con catene che non si agganciano, baterie che starnutiscono, ombrelli inutili, scarpe già inzuppate, un freddo cane e, in più, l'idea che, arrivando in ufficio con un'ora di ritardo il principale ti faccia la tipica domanda cretina: Come mai in ritardo oggi?

Un amico mi dice che la sua macchina è l'unica che in simili giornate può marciare, ha un sistema oleodinamico che l'alza e l'abbassa e mi offre un passaggio. Davanti alla chiesa siamo nella neve fino alla portiera e non si va avanti; lo saluto mentre impreca e decido per il mezzo pubblico. Alla fermata della 71 non c'è un'anima. Tutti sopra l'autobus fermo di traverso in mezzo alla strada con le ruote a far da sci, altri non ne giungono ed altri sono fermi poco più avanti. Decido per il podismo. Camminando (se il termine è giusto, con la neve che mi arriva al ginocchio) ho l'occasione di osservare i disagi provocati da questa nevicata che per alcuni renderà indimenticabile questo 13 gennaio: traffico nel completo caos (determinante per lo più il fenomeno di maleducazione collettiva) auto abbandonate dove capita, scambi ATM bloccati, in alcune zone è mancata l'energia elettrica, diversi alberi sradicati in mezzo a binari e strade e poi, per riportare tutto come prima, una spesa di 40 milioni per centimetro di neve caduta.

Bisogna rassegnarsi e, se è possibile, cogliere gli aspetti umoristici anche da questa giornata imprevedibile. lo li colgo tra la gente, tra i commenti che fanno; come quel signore che dice all'amico,: Hai visto la neve?? o quella nonna che accompagnando a scuola il nipotino dice: Tu non ti ricordi quella del 1931.... che nevicata!

Poi c'è una signora che impreca contro la giunta. Mi avvicino e le do ragione. — È vero, la giunta non è ancora riuscita a far si che nevichi in una misura ragionevole — Signora, mi creda, la giunta l'impossibile lo sta facendo, per i miracoli si stà attrezzando.

Calendario Pallavolo femminile

1° giornata 15-1

Ombra 77 B

Ombra 77 A

2° giornata 22-1

C.R.A.C. - Ombra 77 B

Pol. Novatese 2 - Ombra 77 A

30 giornata 29-1

Ombra 77 A - SGEAM

Ombra 77 B riposa

4° giornata 5-2

Ombra 77 A Ombra 77 B

5° giornata 12-2

C.S.C. 1 - Ombra 77 A

Pol. Novatese 1 - Ombra 77 B

6° giornata 18-2

C.S.C. 1 - Ombra 77 B

Ombra 77 A riposa

7° giornata 25-2

Ombra 77 B - C.SC. 2

Ombra 77 A - Dairago

8° giornata 4-3

Sgeam - Ombra 77 E3

Crac - Ombra 77 A

9° giornata 11-3 e 12-3

Csc 2 - Ombra 77 A

Pol. Novatese 2 - Ombra 77 B

10° giornata 18-3 e 19-3

Cinisello - Ombra 77 A

Ombra 77 B - Dairago

11' giornata

Ombra 776 - Cinisello

Ombra 77 A - Pol. Novatese 1

PENSIONATE, PENSIONATI E LAVORATORI DI TUTTE LE CATEGORIE.

3-1

Ii Sindacato Pensionati C.G.I.L. ha disposto finalmente un servizio nel quartiere "Gallaratese". Presso le sedi del "SUNIA", in via URUGUAY 11-2 il venerdì: dalle 16 alle 18 e in via Appennini 41 il sabato dalle 16 alle 18 è a vis. disposizione per tutti i problemi pensionistici, inoltro pratiche anzianità, vecchiaia, superstiti, invalidità, malattie professionali, etc. un nostro incaricato della Lega Pensionati.

Fate controllare i vostri libretti di pensione per verificare se corrispondono realmente ai contributi versati, se le trattenute fiscali sono regolari, se la ricostruzione delle pensioni sono regolari.

Il servizio è esteso a tutti, iscritti e non ai sindacati ed è completamente gratuito.

Il coordin. di zona Bracchi Antonio. Via Ugo Betti 12 Tel. 3082829

3-2 ore 9.00 Palestra Buccinasco ore 10.30 ore 9.00 Cinisello ore 10.30 Buccinasco ore 9.00 Corsico ore 10.30 ore 16.30 Corsico ore 15.00 Buccinasco ore 16.30 ore 15.00 Buccinasco ore 16.30 ore 15.00 Corsico ore 10.00 Cinisello ore 15.00 Cinisello ore 10.00 Buccinasco ore 16.30 Cinisello ore 15.00 - Poi. Nova ore 9.00 Pales. Nova M - Pol. Novatese 12
milano 19 - pag. 11
ore 10.30
1° Girone G.S. 1 Muggiano 2 S Leonardo 3 Pasubio US - Barona AS 4 Olmi AICS 5 Alcione SS 6 Vercellese SC 7 Tessera SS 8 Cesanese SS 9 Corsico US 10 Atletic US 2° Girone A.C. Gobetti Macallesi AC
Savorelli
S. Rita GS 8 Fatima
Olmi-Fat-Sa

Ancora una volta il terrorismo colpisce la SIT SIEMENS

L'attentato al dott. Torna, Impiegato presso il servizio relazioni industriali della &tSiemens, rappresenta l'ultimo clamoroso episodio di quella catena di violenze che da troppo tempo insanguinano il nostro paese. Questo comunque è un attentato che colpisce tutti i lavoratori dell'azienda e costituisce l'ennesima provocazione di coloro che fanno del terrorismo e della violenza in generale II proprio credo politico, ma che con simili gesti manifestano la loro natura antipopolare e fascista nel metodo e nei risultati cui tutto ciò può portare.

In una situazione di grave crisi del paese, mentre è in atto una crisi di governo e faticosamente le forze democratiche e popolari si adoperano per trovare una soluzione positiva e adeguata alla gravità del momento, e mentre è aperta una vertenza nel gruppo, tali gesti servono solo a colpire il movimento dei lavoratori e le loro lotte.

Calendario attività del mese

1 Mercoledì

A chi tenta di intimidire e dividere i lavoratori, speculando sulla paura, per mettere In crisi le libere istituzioni democratiche, occorre risponder con fermezza e coraggio ricercando tutte le possibili occasioni unitarie per isolare e sconfiggere ogni forma di terrorismo, con la mobilitazione di massa dei lavoratori.

Le forze politiche e i lavoratori che esse rappresentano esprimono la loro solidarietà al collega di lavoro colpito ed Invitano i lavoratori alla più ferma vigilanza. Nel contempo rinnovano l'invito agli organi preposti affinchè individuino e colpiscano esecutori e mandanti, nello spirito di quell'attaccamento alla Costituzione già da tempo espresso dai lavoratori.

D.C. - G.I.P. - Sit. Siemens

P.R.I. - Gruppo Sit Siemens

P.S.I. - N.A.S. - Ennio Anzaghi

LelTere a milano19

Egr. giornale Milano 19

Finalmente in quella palude di conformismo obbligato del vostro giornale, a favore della Giunta, del Comune, del Consiglio di Zona, per qualsiasi decisione anche la più sballata e antipopolare, finalmente in quella palude è nata una pianta utile!

La pianta della contestazione, sotto il titolo «Gli aumenti dell'ATM».

Approvando in pieno quanto scritto nel suddetto intervento, vogliamo aggiungere qualche cosa. Gli aumenti ATM soltanto a parole sono stati concordati con le forze sociali ma nella realtà essi sono passati sulla testa di tutti andando a rubare nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati, che più di tutti usufruiscono dei mezzi pubblici.

Gli Amministratori del Comune e dell'ATM ci vengono a raccontare che con i 15 (quindici) miliardi circa derivanti dagli aumenti risaneranno un deficit di 186 (centoottantasei) miliardi previsto per quest'anno.

Questo come barzelletta non c'è male La verità è che la crisi economica sta colpendo duramente I redditi più bassi, lavoratori, masse giovanili, disoccupati, pensionati. E se il mezzo di trasporto pubblico è un servizio per queste classi l'aumento ATM è ancora un colpo alla busta paga!

E allora gli Amministratori pubblici che si qualificano di sinistra, dicano veramente da che parte stanno: ammesse pure come vere le difficoltà economiche del Comune e dell'ATM, non è giusto che siano sempre e solo gli stessi a pagare: I lavoratori.

Sacchi Carlo operalo Alta

Pozzoli Giuseppe operalo erede anche a nome di molti altri compagni

Ringraziamo I lettori che ci hanno inviato la lettera sopra riportata e che, pur volendo essere critici

17 venerdì

Circolo Trevisani: Via Appennini 41, Inizio iscrizioni corsi di chitarra. Consiglio di zona, via Pogatschnig 34 ore 21, Dipartimento Gestioni Sociali, Commissioni Servizi Scolastici, Sicurezza Sociale e Cultura Sport e Tempo Libero.

2 giovedì

Consiglio di zona: via Pogatschnig 34 ore 18, Commissione Pianificazione Territoriale.

3 venerdì

Consiglio di Zona: via Pogatschnig 34 ore 18

4 sabato

Circolo Trevisani: Una serata al Teatro dell'Arte "Lo zio Vania" di A. Cechov con la compagnia del Teatro Stabile di Torino.

P.C.I. sez. Montoli: ore 21 Congresso, relazione introduttiva, dibattito (Missaglia).

P.C.I. sez. Luglio 60: ore 21 Congresso, relazione introduttiva e dibattito (Bologna).

P.C.I. sez. Fornasari: ore 21 Congresso, relazione introduttiva e dibattito (Anna Pedrazzi).

18 sabato

P.C.I. sez. Luglio 60: ore 21; Congresso, dibattito (Bologna)

P.C.I. sez. Fornasari: ore 21 Congresso, dibattito (Anna Pedrazzi)

19 domenica

P.C.I. sez. Luglio 60: ore 15 Congresso, elezione organi dirigenti e conclusioni (Bolonga)

P.C.I. sez. Fornasari: ore 9,30 Congresso, elezione organi dirigenti e conclusioni (Anna Pedrazzi).

P.C.I. Sezione Mauro Scoccimarro nei nostri confronti, ci danno atto di essere sulla strada che ci eravamo prefissati nel dar vita a questo giornale. Proprio nel presentare il primo numero, difatti, ed i nostri più attenti lettori certamente se ne ricorderanno, ci eravamo impegnati a fare un giornale "aperto" ad ogni contributo, un giornale che fosse momento di aggregazione e di confronto tra la gente, un veicolo per creare un clima politico unitario nei quartieri e nella zona, per superare le rotture che la crisi crea nel Paese, nella società civile e politica, per passare dal dibattito ideologico a quello sulle cose concrete.

In questa logica abbiamo sempre invitato, e tuttora invitiamo, i lettori a scrivere su questo giornale esprimendo apertamente e liberamente il loro pensiero il loro "dissenso" se credono dalle decisioni prese dal Consiglio di Zona o dalla Giunta comunale, come nel caso dell'articolo "Gli aumenti dell'ATM" (che tra l'altro non è un caso isolato, e se ne sarebbero potuti accorgere anche j lettori che ci hanno scritto se ci avessero letto con maggiore attenzione). Per questo motivo respingiamo con fermezza l'accusa di conformismo che ci viene mossa.

Certo, la redazione di Milano 19 ha proprie opinioni che esprime e difende. Nessuno in nome della giusta difesa del suo diritto al dissenso ed alla critica ha II diritto di impedire ad altri di dissentire dal suo dissenso e di criticare la sua critica (scusate il bisticcio di parole) altrimenti sarebbe la fine della democrazia.

Ma non basta soltanto contestare quanto altri fanno. Bisogna confrontarsi, discutere, partecipare concretamente al dibattito, apportandovi il proprio contributo di idee e di esperienza, senza comunque perdere mai di vista le realtà in cui si opera. Questa è democrazia. Altrimenti è inutile lagnarsi che le decisioni siano state prese "sopra le teste di tutti".

Un'ultima cosa: ci piacerebbe sapere "quanti" sono i "molti" altri compagni a nome dei quali i nostri due lettori si sono firmati.

5 domenica

P.C.I. sez. Montoli: ore 9,30 Congresso, dibattito, elezione organi dirigenti, conclusioni (Missaglia).

Campionato F.I.G.C.: Cadetti - S. Leonardo -S. Romano ore 15. Allievi B: S. Leonardo-Napoli ore 9. Giovanissimi: Affori-S. Leonardo ore 9.

8 mercoledì

Consiglio di Zona: via Pogatschnig 34 ore 20,30, Commissione Servizi Scolastici.

9 giovedì

Consiglio di Zona: via Pogatschnig 34 ore 20,30, Commissione Casa e Commissione Pianificazione Territoriale

10 venerdì

Circolo Trevisani: ore 21, "Programmazione Scolastica": Rapporto tra distretto e scuole. Incontro con gli eletti delle varie liste presso la sede del Consiglio di Zona.

15 mercoledì

Circolo Trevisani: la serata "Conoscere il Quartiere Gallaratese" presso Parrocchia Regina Pacis.

- Breve introduzione politica da parte degli allora dirigenti del Comitato Popolare.

16 giovedì

22 mercoledì

Circolo Trevisani: Terza Serata "Conoscere il Quartiere Gallaratese" presso scuola media Alex Visconti.

- Dibattito con la Popolazione.

23 giovedì

Circolo Trevisani: Quarta serata "Conoscere il Quartiere Gallaratese" presso scuola elementare di via Betti.

- Breve filmato sul quartiere.

P.C.I. sez. Di Vittorio: ore 21 Congresso, relazione, introduttiva, dibattito (Roberto Vitali).

24 venerdì

P.C.I. sez. Di Vittorio: ore 21 Congresso, seguito dibattito (Roberto Vitali).

P.C.I. sez. Oriani: ore 21 Congresso, relazione introduttiva ed inizio dibattito.

P.C.I. sez. Bottini: ore 21 Congresso, relazione introduttiva ed inizio dibattito (on. Andrea Margheri del C.C.)

25 sabato

P.C.I. sez. Di Vittorio: ore 21 Congresso, elezione organi dirigenti e conclusioni (Roberto Vitali).

P.C.I. sez. Oriani: ore 21 Congresso, elezioni organi direttivi e conclusioni

P.C.I. sez. Bottini: ore 21 Congresso, seguito dibattito (on. Andrea Margheri).

Circolo Trevisani: Seconda Serata "Conoscere il Quartiere Gallaratese" presso Parrocchia S. Ro- 26

mano.

domenica

P.C.I. sez. Bottini: ore 15 Congresso, elezione - Criteri generali del piano particolareggiato organi dirigenti e conclusioni (on. Andrea Marspiegati da parte dei progettisti. gheri).

GRUPPO CICLISTICO UISP-S. SIRO

Sono aperte le iscrizioni al Gruppo Ciclistico U ISP-S. SIRO per tutti gli appassionati della bicicletta, senza alcun limite di età. La quota di iscrizione è di L. 2.500, compresa l'assicurazione, più L. 2.500 per il fondo sociale. Le iscrizioni si ricevono presso la sede del Gruppo, in via Maratta 3 (ARCI-S. Siro) ogni venerdì dalle ore 21 alle 22,30 ed ogni sabato dalle ore 15 alle 18. Per eventuali maggiori ragguagli rivolgersi alla sede sempre negli orari e nei giorni suddetti.

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"milano 19" - mensile di informazione, politica e cultura della zona 19 della città di Milano - Sede della redazione: Circolo Giulio Trevisani, via Appennini, 41 - tel. 3539458 - Redazione: Alessandro Cappelletto, Adalberto Crippa, Alfonso Darè, Enzo Gallina, Luigi Gnemmi, Giampiero Pagetti, Patrizia Romano, Luciano Zagato. Proprietà Circolo Trevisani - Numero unico in attesa di autorizzazione - Stampa e impaginazione: Coop. "Il Guado"Robecchetto con Induno (Mi) -tel. 0331/881475.

pag. 12 - milano 19 11.
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