Meccanico3

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Una analisi da fare

Fare un discorso agli impiegati è sempre stato quanto mai difficile, farlo oggi dopo l'accordo contrattuale significa, da parte delle organizzazioni sindacali e del C.d.F., analizzare innanzi tutto in modo critico le carenze emerse nella fase della lotta.

Si è dovuto purtroppo scontare una politica sindacale imperante sino a non molto fa, politica che complessivamente privilegiava seppure in modo sperequato, le categorie impiegatizie rispetto a quelle operaie.

Da un lato l'esigenza di arrivare in tempi brevi ad una decisiva svolta verso la parità normativa Operaiimpiegati, ha fatto sì che le rivendicazioni contrattuali non fossero immediatamente incentivanti per la mobilitazione degli impiegati, dall'altro la scarsa informazione, il mancato collegamento, il poco dibattito su contenuti politici ha oggettivamente creato una partecipazione, là dove c'è stata, a livello solidaristico. Tale posizione deve essere criticata, poichè rappresenta un atteggiamento contingente e non idoneo a costruire la coscienza di classe necessaria per unire tutti i lavoratori.

Tuttavia questo tipo di adesione alla lotta, che è già un superamento del corporativismo latente negli impiegati, non ha permesso nei momenti cruciali di mobilitazione, la creazione di sacche di reazione negli uffici contro i caroselli operai.

Quello che più conta comunque è riuscire a stabilire un nuovo dialogo che, partendo dalla situazione odierna faccia scaturire le oggettive condizioni degli impiegati.

LA DEOUALIFICAZIONE

I nuovi processi di produzione tendenti sempre più ad allargare e a specializzare il lavoro delle stesse industrie, la esigenza della previsione e del controllo della produzione, derivante dalla sempre più spinta concorrenza tecnologica, hanno notevolmente allargato e allargheranno la fascia degli impiegati.

A questo punto, l'esigenza di ridurre i costi, di aumentare la produttività dell'impiegato, attraverso il controllo del lavoro, allargano negli uffici l'area delle operazioni standardizzate.

Per esempio la normalizzazione dei disegni negli uffici tecnici, il

sistema CLASS di programmazione per l'officina, il conteggio delle paghe per gli uffici manodopera, il lavoro dei capi commessa, sono tutti settori che ormai vivono di fatto su processi ripetitivi.

Nè c'è da stupirsi che qualche cosa si stia muovendo anche in' quei campi (ricerca - progettazione - commerciale - tempi e metodi) comunemente ancora ritenuti roccaforti del mero apporto contrattuale.

CONTINUA IN VLTIMA

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ICA DELLA INNSE-MILANO (Supplemento al «Metallurgico) GIORNA
IMPIEGATI
SOMMARIO : Impiegati Fascismo Commis. lavoro
- Tesseramento 73
- Elezione delegati

CONTRIBUTI AL DIBATTITO

DI GIORGIO BOCCA - DA MONDO OPERAIO - NOVEMBRE 73

FASCISMO: IL VOLTO DELLA BORGHESIA ARRETRATA

Volendo affrontare il tema del fascismo, per poter capire non solo la sua natura autoritaria e antioperaia, che è entrata abbastanza nella mentalità generale, ma anche il perchè della sua continua presenza nella nostra società, è necessario fare almeno una breve analisi storica di ciò che è stato il fascismo, di ciò che ha rappresentato in quel determinato momento politico e quale era la sua matrice di classe.

Senza questa analisi storica non si riuscirebbe a capire come mai dopo un'esperienza più che ventennale di fascismo, dopo una lotta partigiana di liberazione e quasi trent'anni di Repubblica, ancora oggi si assiste al risorgere dei rigurgiti fascisti, che mettono in pericolo quel poco di democrazia popolare che il movimento operaio si è duramente conquistato. Nel 500 della marcia su Roma vi è stata una vera alluvione d'informazione che: si è rovesciata sugli italiani con memorie, testimonianze, giudizi e sentenze.

C'è chi ha detto che « la chiave della marcia su Roma, e più in generale del fascismo, è il caso, anzi, la disgrazia ». Per essi il fascismo viene perchè incontra l'uomo sbagliato e qui c'è solo l'imbarazzo della scelta: il re Vittorio Emanuele III, l'irresoluto Facta, l'invecchiato Giolitti, l'ammiraglio Thaon di Revel, amico delle camice nere, o Armando Diaz preoccupato di ottenere da Mussolini l'autonomia delle forze armate, e naturalmente Mussolini, lo scaltro e il fortunato.

E' chiaro che ognuna di queste versioni ha la sua parte, ma limitarsi ad esse è fare una storia dacaffè, scambiare il particolare perir tutto.

Poi c'è il genere degli storici seri che per l'occasione hanno riassunto in poche pagine i loro libri e le loro ricerche che non pare abbiano fatto grandi e decisivi mutamenti.

Infatti si è fatto ben poco per capire il fascismo perchè poco si conosce la storia d'Italia dall'unificazione, questa parte di storia appunto viene anche sorvolata nell'insegnamento delle nostre scuole dove si parla molto di Giulio Cesare

e dei Galli.

Non si capisce infatti il fascismo se non se ne dà una spiegazione ben fondata, se non si parte almeno dalla prima guerra mondiale e dalla irruzione che con essa le masse fanno nella storia della nazione. Si organizza e si moltiplica la classe operaia, che ha prodotto i mezzi necessari per la guerra, fa sentire la sua voce la classe contadina che ha pagato più di ogni

li estende la proc•sta • l'iniziativa politica, in Italia e nel mondo, contro il colpo di Stato nel Cile. :Con Anta imponente. manifestazione- unitaria i . democratici;' milanesi hanno manifestato la loro solidarietè con il popolo -cileno che. combatte contro colpo di Stato fascista. Le organizzazioni sindacali, che hanno indetto-la man if•atuionii, comenicano !che contorni!a persone hanno sfilato dai Bastioni di Porta Venezia -Duomo.

altra e che chiede il mantenimento delle promesse. Si organizza « terzo incomodo » la piccola e media borghesia, che ha fornito all'esercito i quadri medi e subalterni.

Il vecchio stato è ancora abbastanza forte per impedire che una di queste classi conquisti il potere, ma non abbastanza per amministrarle, per farle coesistere. Sceglie un alleato, quello naturale, la piccola e media borghesia che si organizza nel fascismo: la aiuta a debellare le classi operaie e contadine. E nell'ottobre '22 si arriva alla resa dei conti che non può mancare: vi sono già 400.000 squadristi che hanno stabilito legami di stretta complicità con la polizia, con l'esercito, con la magistratura. Chi li manda a casa?

Chi esamina freddamente la situazione in quel periodo vede che, in quella data, le scelte sono ormai esaurite, che ormai si è andati troppo avanti sulla via del fascismo.

Non si capisce il fascismo se non si conosce la storia interna della magistratura che in tutti i processi politici è sempre intervenuta per reprimere. Non si capisce il fascismo se non si fa la storia della scuola italiana, scuola di classe, di falso patriottismo, di autoritarismo. Non si capisce soprattutto il fascismo se non si conosce dal dì dentro l'esercito italiano.

Ancora oggi le resistenze sono fortissime: gli archivi militari re-

stano chiusi e a quelli delle procure non si può accedere. Si segna il passo sulle responsabilità della Chiesa e delle organizzazioni cattoliche. La Chiesa infatti come potere sovrano, sovranamente conserva i suoi segreti così che uno dei principali filoni della nostra storia sta per buona parte sommerso.

Non si capisce il fascismo, se non si capisce a fondo la storia della borghesia italiana, che è stata incapace di fare la sua rivoluzione e perciò di assumere in pieno le funzioni di classe dirigente come la borghesia francese o inglese. Ne deriva che la dittatura fascista, come del resto diversi governi democristiani (ultimo esempio quello di Andreotti) rappresentanti di una classe egemone, ma non dirigente, sono dei sistemi immobili che non dirigono lo sviluppo dr lla nazione, ma lo adattano agli interessi della borghesia.

La coesistenza nel fascismo del '22, e nel neofascismo di oggi, di due anime, di due linguaggi e cioè dell'ordine da un lato e sovversivo dall'altro rientrano perfettamente nella logica di una classe sociale che è fermamente per la difesa del « suo » ordine, ma sovversiva ogni volta che il paese tenta di proporre un ordine diverso.

La cattiva o deficiente comprensione del fenomeno fascista è tuttavia imputabile anche alla propaganda antifascista, durante e dopo

il regime: e in particolar modo alla solita illusione, condivisa anche dalla sinistra, di mutare la realtà con le parole, dí presentare il fascismo come una congiura del grande capitale imposto alla intiera nazione. Ma la realtà del fascismo è di rappresentare, se non tutta, la maggior parte della borghesia, quella più arretrata.

Il fascismo infatti diventa più aggressivo e sovversivo ogni qualvolta la classe operaia e le altre classi più sfruttate si muovono più fermamente verso la strada di un nuovo tipo di società, più giusta, più libera, che accorci le distanze con le altre classi.

Per questo è certamente illusione quella di pensare che il fascismo si possa completamente estirpare in una società dove le lotte di classe sono la sua logica migliore. Il fascismo esisterà sempre finc4 esisteranno quegli interessi economici, politici e di potere che appartengono alla borghesia.

Per cui oggi assistiamo ad una nuova ondata fascista proprio perchè questa componente è ormai entrata, con la complicità della borghesia più arretrata, in quei posti di potere nella magistratura, nell'esercito e nel potere politico, dove trova quella copertura necessaria per impedire ai lavoratori di gestire più democraticamente la vita del paese.

Commissioni di lavoro

Nella riunione del C.d.F. del 14 luglio 1973 si è proceduto al riesame della funzionalità e composizione delle singole commissioni. La discussione ha messo in luce il significato della commissione che deve essere ricercato nella capacità di ricerca e studio dei delegati ad essa appartenenti. Ne scaturisce così un duplice effetto: il primo quello di responsabilizzare il delegato ed i lavoratori più strettamente interessati, il secondo, non meno importante, è quello di sgravare l'esecutivo di una parte di lavoro lasciando ad esso il compito di coordinare le iniziative delle singole commissioni e di convocare il C.d.F. per valutare i lavori in atto.

I membri della commissione avranno il mandato dal C.d.F. per discutere direttamente il problema in direzione con la presenza di alcuni componenti l'esecutivo.

Le commissioni risultano così formate:

AMBIENTE LAVOROANTINFORTUNISTICAPATRONATO

Aresi, Barezzani, Belloni, De Marini, Pilotto, Quarzo, Romanelli.

CRAL

Gallione, Granata, Romanelli, Sfalcin.

FIAMLI - FIP

Bielli, Brenta, Burlini, lorio, Pilotto, Sfalcin, Zanzi, Zerlotin.

SOGGIORNI ESTIVI - MENSACOOPERATIVA LAVORAT.

Aresi, Barlassina, Belloni, Brenta, D'Alfonso, Fontana, lorio, Margutti, Visconte, Zanzi.

STUDI E PROBLEMI SCOLASTICI

Bianchi, D'Alfonso, De Marini, Dragoni, Gallione, Visconte, Zorzi.

STAMPA

Bianchi, Visconte.

ELEZIONE NUOVI DELEGATI

In base ai risultati delle votazioni svolte ne! giorno 15-6-73 sono stati eletti i seguenti lavoratori.

Barenzani Orazio, operaio - Rep. 202 Perucci Salvatore, operaio - Rep. 203 - 205 - 207

Fontana Affilio, operaio - Rep. 208 Quarzo Luigi, operaio - Rep. 209

De Marini Augusto, impiegato - Rep. FIN / capi reparto

Accettone Armando, impiegatoRep. SID / Sidercast.

Il Consiglio di Fabbrica risulta così essere composto di 27 membri di cui 17 operai e 10 impiegati.

RINNOVO DELLA SEGRETERIA DI COORDINAMENTO

In data 7-9-73 durante la riunione del Consiglio di Fabbrica si è proceduto come ogni semestre al rinnovo della segreteria di coordinamento, essa è così formata: Burlini, Gallione, Pilotto, Visconte, Zanzi.

Tessera mento 1973

Nel fare un rapido bilancio dei risultati del tesseramento dobbiamo notare con soddisfazione che vi è stato un aumento di 154 lavoratori iscritti al sindacato. Questa significativa nuova adesione ci conferma la valadità delle scelte e degli strumenti adottati. A riprova di ciò non occorre dimenticare il difficile momento di lotta per il rinnovo contrattuale in cui è venuta a cadere la campagna per il tesseramento.

Nonostante questi aspetti positivi non mancano alcune ombre che si scoprono dall'analisi dei dati. Dobbiamo notare che solamente il

20% degli impiegati è iscritto mentre gli operai raggiungono il 68%.

Ciò non deve suonare solamente come critica, bensì deve essere motivo di seria riflessione per tutti polche solamente attraverso la più larga unità tra lavoratori è possibile portare avanti gli obiettivi che ci prefiggiamo.

INVITO DELLA REDAZIONE

Nell'intento di fare del giornalino uno strumento capace di sviluppare tra i lavoratori la formazione, l'informazione e il dibattito/la redazione invita quanti avessero delle critiche, delle proposte e... degli

apprezzamenti per l'operato del C.d.F. a farli pervenire tramite il delegato, o meglio personalmente, alla redazione del giornalino presso i locali del C.d.F.

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Per cui la dequalificazione, sia rispetto alla media del vecchio tipo di impiegato, sia rispetto alle aspettative del giovane diplomato è già in atto.

Ma per riuscire a capire compie• tamente quale sia il tipo di dequalificazione a cui gli impiegati vanno incontro occorre distinguere: la standardizzazione del lavoro, dalla perdita del potere decisionale...

Infatti se prima avevamo collegato il concetto di dequalificazione alla pura operazione ripetitiva, a questo deve aggiungersi la perdita di un giudizio complessivo. capace di eliminare la stessa operazione e di conseguenza la stessa ripetitività.

Molto spesso parlando con i vecchi • impiegati ci si sente dire: • Una volta queste cose non succedevano • riferendosi a scelte sbagliate dei capi.

In essa sta infatti racchiuso tutto il processo di trasformazione avvenuto in questi anni.

Siamo cioè passati dall'impiegato collaboratore partecipante reale alle decisioni aziendali, odierno, relegato al semplice ruolo d'esecutore di compiti, magari anche importanti, ma sempre subordinati.

Per cercare in qualche modo di sgonfiare e attenuare le contraddizioni verificate entrano nel discorso la canacità di gestione del conflitto delle varie direzioni del personale.

LE ARMI DEL RICATTO

Esistono diversi modi per la corn,, posizione del conflitto. Il primo, più semplice, meno dispendioso, è quello in un dato senso di appagare gli impiegati di un certo livello attraverso una apparente cogestione del lavoro.

Evidentemente questa politica attecchisce là dove esistono ancora fasce retributive al di sopra della media.

Dove queste si portano nella normalità ed ad esse si sommano la rabbia e la frustrazione della dequalificazione, si innesta allora, la ricompensa pecuniaria attraverso le ore straordinarie e il lavoro à

Esaminandolo a fondo scopriamo

che essi svolgono una duplice funzione.

Innanzi tutto sul piano politico poichè l'impiegato che accetta di lavorare a domicilio, così come quello che acconsente a svolgere del lavoro straordinario deve assentire a tutte le contraddizioni che quotidianamente vive: il sempre meno contenuto professionale del lavoro, la perdita del potere decisionale, del dissenso magari in cose profondamente sentite, come possono essere le condizioni dell'ambiente di lavoro.

Vi è poi l'altro piano che è quello economico poichè la discreta entrata permette di accedere a livelli di consumo che poi dovranno essere mantenuti rendendo così necessaria e non più facoltativa questa entrata.

Ciò che chiarisce e conferma l'uso ricattatorio e calmante di questi mezzi è il fatto che entrambi vengono concessi di solito a quelle persone che reclamano una richiesta di passaggio di categoria o un aumento di stipendio, dimostrando, di riflesso, la consapevolezza della Direzione nel mantenere a livelli di fame !a maggior parte degli stipendi impiegatizi.

La pratica del lavoro a domicilio poi, meriterebbe delle verifiche e constatazioni più approfondite.

E' infatti abbastanza noto il ricco e non troppo pulito sottomercato

esistente, prestanomi che fanno da intermediario tra azienda e impiegato, ricevendo i soldi da quest'ultima, e versando solamente una parte al diretto interessato, quindi un vero e proprio subappalto del lavoro a terzi.

Se dunque questo tipo di scelta appaga i problemi di tipo economico dell'impiegato, ne aggrava però ulteriormente le frustrazioni, sommando a quelle quotidianamente vissute in ufficio, quelle familiari dovute alla mancata realizzazione sotto il profilo umano (scarso tempo dedicato alla famiglia, ai propri interessi culturali...).

Ne deriva così un impiegato estraneo e insensibile alla propria collocazione politica, ma funzionale al sistema di produzione.

Evidentemente non è questa la fotografia di tutti gli impiegati dell'Innocenti, ma abbiamo voluto ugualmente sottolineare determinati aspetti degli straordinari e del lavoro a domicilio, proprio per indurre i più ad una seria riflessione. Questi che erano e sono ormai diventati degli istituti nella politica aziendale della nostra direzione riconfermano ancora una volta il sistema teso ad individualizzare ogni rapporto tra impiegato e direzione.

Per cui nulla è cambiato nella politica del personale se non i personaggi più o meno.., simpatici.

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