Carmen Gesmundo - Lo sguardo dell'anima

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In copertina foto di C. G. Varazze (SA), Liguria

Senza regolare autorizzazione scritta dell’autore è vietato riprodurre questo volume, anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, neppure per uso interno e didattico.

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Recensione ”Quarta antologia di autori” Carmen Gesmundo, pluridiplomata e impegnata nel lavoro, in componimenti come ”La sabbia nel cuore” ci dà una storia, ciò che definiamo ”tranche de vie” in poesia, attraverso flahs che rendono la modernità e il postmodern dei ”whatsapp”, dove il ritmo franto è incalzante e al tempo stesso mai ”invasivo”. Altrove, come in ”Sei gradini”, una vera e propria scena teatrale (Io non parlo/tu non parli) prelude a sinestesie che contengono la pregnanza della riflessione esistenziale: “E nel silenzio stride l’anima/in un pianto/ alla ricerca del vero,/Sono salva”. Il verso franto di Gesmundo risulta efficace per la capacità di esprimere la realtà dei sentimenti. Eugen Galasso

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L’emotività si lega strettamente ad un intimo percorso psicologico nella lirica sofferta di Carmen Gesmundo, e lo stile predilige I’esposizione a fotogrammi, che vengono aperti per un attimo e poi richiusi, immagini fugaci, attimi di vita vissuta, penose situazioni, storie raccontate in forma di sommari essenziali. Questa movimentazione e velocizzazione scenica potrebbe avere la sua spiegazione eziologica nel tipo di vita toccata alla nostra poetessa, in continuo adattamento alla vita militare di suo padre, che richiedeva di per sé spostamenti frequenti. Infatti la nostra poetessa si è divisa fra nord e sud, da Silandro a Merano, poi a Foggia, a Bolzano, a Francoforte, a Colonia. La poesia di Carmen Gesmundo, si tratti di amore sostanzialmente mancato, appena sfiorato (“Sei gradini”) oppure vissuto (“La sabbia nel cuore”), è costruita come un originale racconto d’amore, che si sciorina a fotogrammi posti in stretta sequenza. Tutto ciò che appartiene alla sfera intima, però, i sentimenti, l’ansia, le incertezze, gli impulsi emotivi, ci passano davanti come in una folata di vento, che porta improvvisa sensazione di fremito, ma poi subito tanta solitudine e desolazione. In “Amore malato” la reazione è ironica e denunzia un amore finito, considerato sostanzialmente non vero. Però si avverte che dentro l’anima gocciola un rimpianto, e traspare un’indicibile amarezza, una delusione. Il tono ironico e rancoroso in “Il vampiro” tenta di mascherare la sofferenza interna per l’ingiustizia subita. In “Un giorno come un altro” aleggia ancora di più quella sensazione di angoscia velata di mistero, che ci lascia immaginare una storia dolorosa, trattenuta segretamente dentro l’anima. a cura di Francesco Laterza e Giacomo Bonazza

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Sei gradini Sono salva Cielo plumbeo, grigio da settembre inoltrato Inverno anticipato Sono salva Tutto quel sole Corpi nudi sulla roccia bianca Messi in mostra pieni di sudore Asciugati dal vento solo una scia di sale sulla pelle assetata dal calore Una scala di 6 gradini ci separa 6 gradini e tu non scendi 6 gradini e io non salgo, solo il fruscio di un giornale, poi silenzio Sono salva Notte buia Il rullio dei motori e un lieve ondeggiare mi culla Mare e cielo si fondono in un unico inchiostro nero Io non parlo Tu non parli E nel silenzio stride l’anima in un pianto alla ricerca del vero Sono salva

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L’amore finito Amor mio…Amor mio vengo da te col cuore pesante pieno di odio, pieno di rancore, pieno di tristezza, pieno di AMORE. Amor mio Amor mio sono venuta a parlarti per guardarti negli occhi e scoprire cosa è rimasto del nostro AMORE l’hai buttato via come una scarpa vecchia? o conservato come un diamante? Sotterrato nella cenere arde ancora vivo come brace scintillante! Amor mio Amor mio Sono venuta da te col cuore pesante Pieno di odio, pieno di rancore, pieno di tristezza, pieno di AMORE sono venuta per guardarti negli occhi sono venuta per chiudere il cerchio sono venuta per andare Avanti!

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Amore malato Sensazione di leggerezza Sento dentro di me crescere Tutto sembra più limpido, oggi, tutto ha una diversa bellezza. Ieri, pensavo di dover raccogliere i cocci di un cuore spezzato, che si nutriva di una amore malato… oggi ce l’ho fatta a dire basta! Ho rotto quel filo invisibile che mi collegava a chi non mi amava, e il ricordo di lui è tutto quel che resta di quel periodo sprecato per un amore malato!

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Amore eterno affondo i piedi nel soffice avvolgente calore di ardenti zolle color rosso peperoncino arancio curcuma giallo zafferano punteggiate qua e lĂ pietre candide dure come gemme emergono dalla terra degli avi nel blu intenso si stagliano all’orizzonte ulivi solitari plasmati dal soffio costante del vento di maestrale squarciati a metĂ ... il tronco si separa mostrando senza paura le interiora rami nodosi si contorcono cercandosi si uniscono in un abbraccio senza tempo amanti disperati che nessuno mai dividerĂ

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Casa CASA COSA MA CHE COSA QUESTA CASA QUESTA CASA E’ UNA CHIESA C’E’ UN SILENZIO CHE ATTANAGLIA C’E’ UN FREDDO CHE TI SPOGLIA I TUOI PASSI FANNO L’ECO LA TUA VOCE TI RINCORRE IL TUO CORPO NON FA OMBRE TROPPI SPECCHI SULLE MURA!

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Deserto Amanti indesiderati mi regalano sassi di tutti i tipi di tutte le forme e colori Il mio giardino si sta riempiendo si è trasformato lentamente in un giardino roccioso. Non c’è più spazio per tenera erba e fiori colorati la nera terra ha preso il sopravvento. Sabbia grigia e cespugli isolati E tu! Unico amore, arido come il deserto dell’Oman, ho cercato di sopravvivere piena di linfa carica di amore e adesso sono duna spazzata dal vento, orizzonte mutante di granelli di sabbia in movimento, sono il suono triste di un violoncello

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Festa di matrimonio Appoggiata allo stipite della porta guardo la gente dimenarsi.. musica dal vivo per una festa di matrimonio. Vorrei fondermi tra il muro e le tende...sono vicina all’uscita posto strategico per una eventuale fuga. Qualcuno mi sta parlando...forse mi ha letto dentro. Ha capito tutto. Il vuoto nell’anima ....menomata di una parte di me mi da le vertigini. Qualche volta, quando ci penso,...zoppico veramente. Non ricordo come è iniziata la nostra chiacchierata... ma la sua voce tranquilla mi calma e mi trattiene lì attaccata alla porta. Mi accorgo quasi divertita che siamo in due a condividere quel piccolo spazio sotto l’architrave come a voler sostenere l’intera casa. Mi chiedo perché insiste a volermi stare così vicino....c’è un mondo divertente e allegro dentro e fuori la stanza... io, in quel “posto di mezzo,” certo non sono di buona compagnia. Un impercettibile movimento svela il bastone accanto a lui... Adesso capisco.... è menomato...come me in una parte di se! Mi giro... voglio fargli sapere che avevo capito tutto e che condividevo il suo tormento... Il posto è vuoto..lui è sparito... il matrimonio è finito.

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Ho voglia di cose semplici Ho voglia di cose semplici Ho voglia di tranquillità Non ho più voglia di essere quella che risolve che capisce tutto sono quella che SONO Non ho più voglia di mostrare una facciata Non ho voglia di correre in una autostrada Non voglio allontanarmi da me Per raggiungere qualcosa o qualcuno Io resto qua nella mia quotidianità Sotto un cielo grigio dentro un piccolo giardino Non cerco la luna Sono contenta di riscaldarmi al sole Non voglio compromessi d’amore Ma voglio un affetto autentico Voglio sfoltire.. potare... buttare via il superfluo Per ritrovare me.... e trovare te

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Il vampiro ho incontrato un vampiro... si nascondeva dietro le sembianze di un uomo innamorato... la mia pura essenza gli ho regalato convinta che non potesse più starne senza! succhiò le mie energie fino all’ultimo respiro... mostrandosi come un semidio! e...dopo essersi rifocillato... un giorno mi disse...scusa ma stasera sono impegnato! in quell’istante il sangue cominciò a scorrere nelle mie vene... finalmente mi liberai di tutte le mie pene! avevo capito cosa voleva dire voler Bene! e se fosse tornato a bussare alla mia porta... gli avrei risposto che non gli aprivo... che non volevo più vivere come una morta!

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Il viaggio Lunga è la strada davanti a me Bianche strisce delimitano gli spazi In fretta svaniscono i confini Mentre tutto fuori scorre veloce Dentro….seduta accanto a te Il tempo si è fermato Il metallo del guard rail ci accompagna Guizzi luminosi Lasciano alle spalle l’indefinito Lento sale il fumo del grano bruciato Leggero si disperde nell’aria L’orizzonte immobile apre la mia visuale Mentre tutto intorno si deforma Dentro….seduta accanto a te Il silenzio è pesante

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Il vuoto Cosa cerchi Cosa speri di trovare negli angoli della tua giornata Tra il rapporto di un foglio bianco E una penna piena di inchiostro rimangono le tue illusioni Rimane la tua incapacitĂ di vivere il vuoto

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La decisione E’ arrivato quel giorno che tanto avevo aspettato In un tempo non sospetto un lui alla mia porta ha bussato Per chiedere ciò che forse da sempre avevo desiderato E nel momento stesso che formulò a modo suo la richiesta Io pensai “non sarò mai tua” In cuor mio so che non voglio rimanere da sola Ma la paura di sbagliare mi congela Vorrei potermi fidare e la testa sulla sua spalla appoggiare Ma poi ripenso a quante lacrime versate Per questa mia debolezza E allora mi raddrizzo e alzo lo sguardo con fermezza E mentre mi allontano Lo saluto per sempre Con un semplice cenno della mano

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La via Dov’è diretto Sbucato dal buio quel piccolo animaletto Cammina seguendo i suoi radar Due antennine che muovendosi di continuo gli indicano la strada Schiva gli ostacoli sotto lo sguardo attento del mio cane Non lo sa ma potrebbe venir mangiato in un sol boccone per fame Anche io vorrei dei radar affinché mi indicassero la giusta via E mi viene in mente Che ogni errore fatto non è mai stato per niente Alla fine ho sempre detto è finita Adesso vai via Ne sono cosciente E se ammetterlo mi costa fatica Ti confido che lo rifarei In un’altra vita

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Lampi di luce Sono andata in cerca di lampi di luce.... li ho incontrati nei sogni ad occhi aperti... nei desideri nascosti... nelle aspettative mai esaudite in ogni sorriso fatuo in ogni espressione vuota! Sono andata in cerca di lampi di luce... li ho incontrati negli sguardi fugaci di baristi curiosi... in una risposta inaspettata... in una rivelazione immediata in un incontro casuale! Sono andata in cerca di lampi di luce... senza mai fermarmi a riflettere... ne a fare respiri profondi per concedere una pausa ai miei pensieri... alle mie emozioni! Sono andata in cerca di lampi di luce... scavando nel buio anche dove c’è il nulla... e in tutto questo mio cercare... di una cosa sono certa... niente niente niente niente

è è è è

stato stato stato stato

fatuo vuoto inaspettato casuale

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Libera-mente I pensieri si rincorrono mentre guardo le onde giocare in mezzo ai sassi acqua scura sparisce si inabissa...si curva...si contorce come il dorso di un serpente che non ha mai fine segue il suo percorso travolgendo ogni cosa infine sfinita riaffiora come spuma bianca e.... anche i pensieri si placano!

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Nata in settembre Avvolta dall’umida rugiada in un tremolo mattino Rorida terra, mentre affondo i piedi sento il suo tepore Le narici fremono al suo sentore L’equinozio d’autunno si fa più vicino Il sole si immerge scendendo nelle profondità dell’oceano cosmico Incrocia l’equatore celeste e lentamente declina Sollievo per incauti turisti con la pelle bruciata, esce di scena Placa animi frenetici di ragazze innamorate di uomini eccitati da tanta nudità E’ periodo di conservazione prima del grande freddo E con esso una apparente pausa agli animali abbandonati con superficiale crudeltà Rami recisi da colpi precisi Sfoltire, buttare, piangere e gioire Balli propiziatori nei campi di spighe segnano l’inizio della caccia Fuoriesce il sangue rosso vinaccia Dalle botti e dai tini odorosi di mora selvatica e rancido mosto Dionisio Dio dell’ebbrezza ci porta a trascendere da noi stessi e perdere il giusto posto E’ mese di amori lasciati perduti dimenticati Morti per inerzia per distrazione per poca voglia di investire Le ultime energie per cercare di capire Settembre il mese dei tagli, Un colpo netto per sentire meno dolore con un ultimo raggio entra un pallido sole

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Pioggia Gocce di pioggia cadono impetuose Bagnando nutrono foglie bisognose Scendono sulla terra arida Che le assorbe tutte come una amante avida Cadono su teste calve e giardini dimenticati Cadono su chiome fluenti e campi coltivati Cadono sulle dita spalancate della palma Con grandi mani vibranti le accoglie al suo interno con calma Cadono sul mio viso Scivolano lungo le gote fino ai bordi delle labbra Spalanco la bocca Il loro sapore è salato In un istante Svanisce la mia rabbia

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Solitudine Se tu sei solo Io sono sola come te Se tu sei morto Io sono morta nella gente e in me Se tu sei disperato I miei occhi ti vivono tutti i giorni Se io ti chiedo quello che non mi puoi dare‌ Se io non ti chiedo quello che mi vorresti dare Non esito per te Se non nel tuo egoismo

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Eternità Mi stacco... mi vesto... esco e mi immergo nella folla abbagliata dal sole.. l’aria frizzantina mi risveglia... sorrido...con l’universo avevo fatto pace Ripenso a quando ho chiuso quella porta... il suo respiro farsi regolare...in una dimensione lontana e inaccessibile sentirlo lentamente sprofondare E mentre mi allontano come sempre... rieccheggiano le sue parole nella mente... “ci vediamo...ci sentiamo...non sò...ti farò sapere....non sparire Improvvisa arriva la risposta che da tanto tormentava la mia testa... se questa è la felicità...allora ho vissuto solo un attimo di eternità... solo un istante di completezza... e se pur colma di tristezza... sorrido baciata dal sole... so che non tornerò...anche se lui lo vuole

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Tempo La fatica di ogni giorno concentrata nei pensieri‌nei gesti Impegnata da tutto quello che mi trasporta nel ritmo vitale della quotidianità Ma poi ci sono dei momenti Degli attimi come fotogrammi Come immagini di foto Polaroid che mi tornano in mente e‌ Per un istante il tempo si ferma

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Tutto ha un senso un significato Mi venivano in mente nel dormiveglia o quando pensavo al mio giardino quei scarafaggi neri che appaiono nel buio e scompaiono con la luce vivono nell’ombra, si nascondono sotto terra, sotto i sassi, dietro i mobili ma ci sono. Prima come larve, poi come animaletti corazzati, si nutrono di piccole formiche, “da quando ci sono loro sono spariti i formicai”. Un incubo i formicai… ma loro… i bacarozzi mi fanno impressione! Sembrano tanti piccoli becchini in completo nero, camminano furtivamente nel buio. Avevo intuito che erano collegati alla sepoltura della nostra gatta! Piccola dolce fragile Mitzi sei stata così importante per noi che ti abbiamo sepolta in giardino invece di cremarti come legge vuole, e così sono apparsi loro e si sono moltiplicati adesso rimpiango le migliaia di laboriose formichine “ma se tutto ha un senso un significato… mi sono detta” Come quella notte di mezza estate… quell’uomo venne nel mio giardino e disse vedendo la statuina di gesso di un cagnetto dalmata “questo è il mio posto… tienimi qui con te” Se da una parte ne fui felice, dall’altra provai un senso di inquietudine, di fatto lui non è mai stato il mio uomo è rimasto come quel cane di gesso un po’ fuori un po’ dentro “ma se tutto ha un senso un significato… mi sono detta”

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Un giorno come un altro La sveglia suono’ alle quattro in punto facendo vibrare le assi del tavolino che mutilato si reggeva su una catasta di libri dai titoli più strani. Con uno sbadiglio cercò di allungare i piedi fino alla fine del letto ma il gelo delle lenzuola non scaldate glieli fece ritrarre di scatto. Aprì gli occhi e si rese conto che fuori era ancora notte lentamente scivolo’ giù cercando di far piano con una smorfia di invidia al corpo raggomitolato accanto. La luce tenue di frammenti di brace ancora viva sotto la cenere illuminava parte della stanza. Si guardò i piedi… le mani… le briciole sul tappeto… la polvere sul legno pensò: “sarebbe stato un giorno come un altro” Lentamente si avviò verso il bagno sulle guance aveva ancora le tracce delle lacrime versate quella notte Cercò di evitare lo specchio mentre si lavava, non guardò il suo corpo quei segni blu non le appartenevano e la spaventavano. Il fresco del mattino la rinquoro’ forse aveva solo fatto un brutto sogno Affondo’ i piedi nel fradicio humus del terreno Le narici si dilatarono al suo pregnante sentore il rumore dei passi si confuse con il fragore dei suoi pensieri in una notte che si stava sciogliendo. Inforco’ la bici è si immerse nel buio di una nuova alba che stava nascendo Pensò: “Non sarebbe più stato un giorno come un altro”

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Biografia Carmen Gesmundo nata a Silandro (BZ) l’11 settembre 1957 da madre metà altoatesina e metà austriaca e da padre pugliese. Essendo mio padre militare, trascorro l’infanzia da “nomade”: Silandro fino all’età di 6 anni, poi a Merano per 3 anni, trasferimento a Foggia per altri 3 anni, infine tornata nuovamente in Alto Adige e precisamente a Bolzano, dalla quale mi sposto per studiare al Liceo Artistico di Carrara. Dopo il liceo mi trasferisco a Francoforte sul Meno e frequento l’università alla facoltà di Educazione Artistica (Kunstpedagogik) mentre nel frattempo conseguo la maturità magistrale a Colonia. Tra vari riadattamenti più o meno dolorosi, reputo la fusione delle due culture, quella italiana con quella del mondo tedesco, un prezioso arricchimento alla mia formazione. Durante i primi anni all’estero (1978-1985) ho maturato l’esigenza di scrivere e ho continuato questa mia passione dal ritorno in Italia fino ad oggi, collaborando con diversi gruppi di poeti, partecipando a concorsi di arte figurativa ed espressiva. Negli ultimi anni collaboro con l’Associazione Nord-Sud a Villa Lagarina e l’Associazione Lettera 7 di Laives. Esperienze in Italia: • Nel 2013 ho collaborato con il gruppo di poeti “Antares” a Bolzano e ho partecipato al concorso di arte figurativa ed espressiva, con esposizione presso il Foyer del Comune di Bolzano, sul tema “espressione della violenza sulle donne”. • Nel 2014 ho partecipato al concorso di arte espressiva e figurativa presso il Comune di Bolzano. • Nel 2015 ho collaborato con il gruppo “poeti d’Unterland” e con l’associazione “Lettera 7”. • Nel 2016 ho partecipato all’iniziativa di poesia e pittura organizzata dall’Associazione nordsud a Villa Lagarina. a 29 b


Un ringraziamento a tutti coloro che hanno fatto parte del mio percorso poetico dandomi la forza e il sostegno di credere nella mia attivitĂ artistica. Grazie alle mie figlie Francesca e Federika mie sostenitrici amorevoli. Un ringrazimento particolare a Renato Sclaunich e Matteo Dori.

impaginazione e stampa - maddesign.it

stampato nel mese di dicembre 2019

Tiratura limitata 40 copie numerate

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