Piano di Gestione Salina di Comacchio

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Progetto LIFE00NAT/IT/7215 - Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio

PIANO DI GESTIONE DELLA SALINA DI COMACCHIO porzione del SIC “VALLI DI COMACCHIO” - IT4060002 SINTESI

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PROGETTO LIFE00NAT/IT7215 “RIPRISTINO ECOLOGICO E CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT NELLA SALINA DEL SIC VALLI DI COMACCHIO” Gruppo di Coordinamento e Direzione Stefano Corazza - Responsabile del Progetto Regione Emilia Romagna Lucilla Previati - Responsabile del Progetto Parco del Delta del Po Cristina Barbieri – Direzione Generale del Progetto Susi Carboni – Coordinamento attuativo Regione Emilia Romagna GRUPPO DI LAVORO Cristina Barbieri, Graziano Caramori, Giuseppe Castaldelli, Elena Cavalieri, Andrea Cuccurullo, Stefano Corazza, Michele Mistri, Gian Andrea Pagnoni, Mauro Pellizzari, Filippo Piccoli, Thomas Veronese, Alessandra Zanin RICERCHE Responsabile: Prof. Remigio Rossi Ricercatori: Graziano Caramori - Ittiofauna Giuseppe Castaldelli, Elisa Valli, Ivan Zucconelli - Acque Gian Andrea Pagnoni, Giovanni Arveda, Luca Melega, Davide Tartari- Avifauna Michele Mistri, Lorenzo Caruso, Simone Modugno, Emanuela Salasso, Caterina Zaghi, Cristina Munari – Macrobenthos e Zooplancton Graziano Caramori - SIT

Responsabile: Prof. Filippo Piccoli Ricercatori: Filippo Piccoli, Mauro Pellizzari – Flora e Vegetazione

Responsabile: Prof. Alessandro Gaiani Ricercatori: Alessandro Gaiani, Michele Ronconi, Claudio Tassinari – Valore Architettonico

Massimiliano Costa, Elisa Giunchi, Daniela Giunchi – Piano di Fruizione

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

PREMESSA Il Piano di Gestione è riferito ad una porzione del SIC “Valli di Comacchio”, compreso nella Stazione “Valli di Comacchio” del Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna. Il Parco, ricade sul territorio delle Province di Ferrara e Ravenna. Ferrara e Ravenna coprono la parte nord orientale della Regione Emilia-Romagna, collocata in Italia settentrionale.

Posizione del Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna

La regione Emilia Romagna possiede un notevole patrimonio naturale ad elevato grado di biodiversità. Numerosi e vari sono gli Habitat presenti grazie anche alla variabilità geografica del territorio che offre ambienti diversi: dalla costa adriatica al crinale appenninico, dalle anse del Po ai circhi degli antichi ghiacciai dei monti più alti. Un quarto della sua superficie è ricoperto di foreste, che rappresentano l’espressione più evoluta del dinamismo vegetazionale e un decimo è protetto all’interno di Parchi e Riserve Naturali che costituiscono un sistema gestito conservato e valorizzato dalle comunità locali. In virtù di tale diversità di ambienti in Emilia-Romagna , la Rete Natura 2000 è costituita da 127 aree diverse per un totale di circa 236.500 ettari: i SIC sono 113, mentre le ZPS sono 61. La Commissione Europea, con Decisione n. C/2004/4031 del 7 dicembre 2004, ha confermato tutti i 113 siti proposti in Emilia-Romagna individuandoli come SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Analogamente, ai sensi della Direttiva n. 409 del 1979, negli anni passati furono individuate 41 Zone di Protezione Speciale (ZPS), anch'esse riportate nell'allegato al D.M. 3 aprile 2000. La richiesta dell'Unione Europea nei confronti dello Stato italiano di incrementare le aree ZPS ha portato il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ad avanzare alle Regioni ulteriori proposte di Zone di Protezione Speciale. La nostra Regione ha, quindi, attivato nel corso dell'anno 2003 un'ampia consultazione con gli Enti locali interessati e, partendo dalle proposte avanzate dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha individuato, attraverso la delibera n. 1816 del 22.9.03, un nuovo elenco

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PdG Salina di Comacchio - sintesi di aree ZPS, passando dalle precedenti 41 alle attuali 61 ed incrementandone la superficie di circa 58.000 ettari, portandole ad oltre 155.000 ettari. Tra le aree a maggior importanza e valore ambientale rientrano le zone umide naturali presenti soprattutto nella parte orientale della regione tutelate dalla Convenzione di Ramsar. Le dieci “zone Ramsarâ€? dell’Emilia-Romagna sono tra le prime istituite in Italia e rappresentano uno degli elementi piĂš importanti sui quali si articola il Parco regionale Delta del Po. Sono aree fondamentali per lo svernamento di Ardei, Anseriformi, e limicoli e come aree di sosta per le specie migratrici, oltre naturalmente rappresentare habitat ideali per la nidificazione di specie legate al bacino del mediterraneo. Il patrimonio naturale della Regione viene tutelato inoltre dai tredici Parchi regionali, 13 Riserve Naturali e due Parchi Nazionali.

La Rete Natura 2000 e il sistema delle aree protette in Emilia-Romagna.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

Oasi per la Protezione della Fauna selvatica della Provincia di Ferrara La Regione Emilia-Romagna nel 1988 ha istituito il Parco e nel 1996 ha costituito l’Ente di Gestione del Parco; gli enti consorziati sono le Province di Ferrara e Ravenna ed i Comuni di Alfonsine, Argenta, Cervia, Codigoro, Comacchio, Goro, Mesola, Ostellato e Ravenna. ll Parco Regionale del Delta del Po è stato istituito per tutelare e valorizzare uno degli ambienti naturali più ricchi ed interessanti di tutto il territorio nazionale, ha una superficie di 53.653 ha, comprende la parte meridionale dell’attuale delta padano, il “delta storico”, nonché una vasta porzione di zone umide collocate più a sud, di grande interesse naturalistico. Si estende su due Province: Ferrara e Ravenna e comprende il territorio o porzioni di teriitorio di nove Comuni: Mesola, Goro, Codigoro, Comacchio, Ostellato, Argenta, Alfonsine, Ravenna, Cervia. La legge n° 27 del 1988 configura il Parco Regional e del Delta del Po come l’insieme di sei stazioni, di cui tre in Provincia di Ferrara, due in provincia di Ravenna e una ricadente in entrambe le province (Valli di Comacchio). 1 “Volano – Mesola – Goro” 13.730 ha - Ferrara 2 “Centro Storico di Comacchio” 6.715 ha - Ferrara 3 “Valli di Comacchio” 15.105 ha – Ferrara e Ravenna 4 “Pineta San Vitale e Piallase di Ravenna” 7.336 - Ravenna 5 “Pineta di Classe e Saline di Cervia” 8.286 ha - Ravenna 6 “Campotto di Argenta” 2.481 ha - Ferrara

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

Il Parco del Delta del Po suddiviso nelle sei stazioni. In generale, la perimetrazione delle stazioni è stata disegnata dalla legge con riferimento abbastanza stretto ai biotopi da tutelare, e il territorio protetto risulta costituito in gran parte da zone umide. Sempre la legge 27, d’altro lato, assegna al Piano territoriale generale dell’Emilia Romagna il compito di individuare - sulla base delle aree delle stazioni - i territori da destinare a Parco interregionale del Delta, recependo le intese conseguite con la Regione Veneto ed il Ministero dell’Ambiente. Il Parco comprende inoltre: • 11 Zone Ramsar (Iran, 1971) • 18 Siti di Interesse Comunitario (SIC) • 18 Zone a Protezione Speciale (ZPS) Da un punto di vista faunistico e floristico sono presenti: • 297 specie di uccelli, fra cui 146 specie nidificanti e 151 specie svernanti • 53 specie di pesci • 10 di anfibi • 15 rettili • 41 mammiferi • 1000 specie di piante

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Volume I

QUADRO CONOSCITIVO

Descrizione biologica - il SIC Valli di Comacchio Il sito comprende quanto rimane delle vaste valli salmastre ricche di barene e dossi con vegetazione alofila che sino ad un secolo fa caratterizzavano la parte Sud-orientale della provincia di Ferrara e che ancora oggi costituiscono il più esteso complesso di zone umide salmastre della regione. I principali bacini inclusi nel sito sono quelli delle Valli Fossa di Porto, Lido di Magnavacca, Campo, Fattibello e Capre. Relitti di valli adiacenti ormai bonificate sono Valle Zavelea e Valle Molino. L'estensione totale del complesso vallivo è di circa 11.400 ha. Le profondità sono assai variabili e risentono della morfologia dei fondali e delle variazioni stagionali dovute a gestione dei livelli idrici a fini itticolturali, del bilancio tra precipitazioni ed evaporazione, delle maree: in media si aggirano sui 50-60 cm, con massimi di 1,5-2 m. Le valli di Comacchio si sono formate a causa dell’abbassamento del delta del Po etrusco-romano e dei catini interfluviali circostanti, in particolare nel medioevo, e quindi dell’ingressione delle acque marine. Le Valli Fossa di Porto e Lido di Magnavacca sono separate dalla lunga penisola di Boscoforte, coincidente con il cordone litoraneo dell’età etrusca. La parte Nord-Est del sito è costituita dalle Saline di Comacchio, estese circa 500 ettari e in disuso dal 1985. A Nord delle saline vi è la Valle Fattibello, l’unica attualmente soggetta al flusso delle maree, mentre a NordOvest si trova la Valle Zavelea, con acque debolmente salmastre, così come acque debolmente salmastre si trovano in numerosi bacini delle Valli di Comacchio isolati a scopo itticolturale. Le Saline di Comacchio sono state interessate dalla realizzazione di un Progetto LIFE Natura che aveva come scopo la conservazione e il ripristino degli habitat tipici della salina. Il sito è pressoché totalmente incluso nel Parco Regionale del Delta del Po, stazioni "Valli di Comacchio" e "Centro storico di Comacchio". Il comprensorio vallivo di Comacchio è classificato come zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Habitat e specie di maggiore interesse Habitat Natura 2000, 4 habitat di interesse comunitario, 2 dei quali prioritari, coprono il 75% della superficie del sito: lagune, pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi), steppe salate mediterranee (Limonetalia), foreste a galleria di Salix alba e Populus alba. Specie vegetali. E’ presente Salicornia veneta, specie di interesse comunitario prioritaria. Sono segnalate specie rare e/o minacciate quali Bassia hirsuta, Plantago cornuti, Limonium bellidifolium, Triglochin maritimum, Halocnemum strobilaceum. Mammiferi. Fino a metà degli anni ’80 era presente la Lontra Lutra lutra (ultimo sito di segnalazione nella pianura Padana). Uccelli. Sono almeno 37 le specie di interesse comunitario regolarmente presenti nel sito. L'ampia laguna e i bacini d'acqua dolce rappresentano un ambiente elettivo per la sosta, l'alimentazione e la nidificazione di una diversissima avifauna acquatica comprendente tutti i gruppi sistematici. Di rilievo internazionale la comunità di Laridi e Sternidi che conta 9 delle 10 specie nidificanti in Italia e nel Mediterraneo, delle quali sei di interesse comunitario (Sterna comune, Fraticello, Sterna zampenere, Beccapesci, Gabbiano corallino, Gabbiano roseo). Per alcune di queste specie le Valli di Comacchio rappresentano, o hanno rappresentato per anni, l'unico o uno dei pochi siti di nidificazione regolarmente occupati in Italia o addirittura in Europa (Sterna di Rüppel), ma anche un centro di attrazione e di espansione che ha portato alla colonizzazione di altre zone umide nell'area del Delta del Po e dell'Adriatico settentrionale. Di importanza internazionale la nidificazione della Spatola qui presente con la più importante colonia in Italia (circa 100 coppie nel 2003) ed il recente insediamento (primavera 2000) di una 7


Volume I

QUADRO CONOSCITIVO

delle 4 colonie italiane di nidificazione del Fenicottero. La presenza di questa specie, simbolo degli ambienti ipersalati, conta nel comprensorio di Comacchio oltre 500 coppie nidificanti (anno 2003) e sino ad oltre 1500-2000 individui al di fuori del periodo riproduttivo. Di importanza nazionale le popolazioni nidificanti dell'Airone bianco maggiore, di alcune specie di Caradriformi (Cavaliere d'Italia, Avocetta, Fratino) e di alcune specie di Anatidi tra cui in particolare Volpoca (30-50 coppie nel 1999, pari al 25-30% totale nazionale), Mestolone, Canapiglia e Moriglione presenti con popolamenti che nella maggior parte dei casi superano il 50% del totale italiano. Importante nucleo svernante di Tarabuso. Oltre agli uccelli di interesse comunitario sono presenti regolarmente numerose altre specie migratrici 69 delle quali con popolazioni di interesse regionale e nazionale. Le Valli di Comacchio sono una delle aree di maggior importanza nazionale e internazionale quale sito di sosta e alimentazione durante i periodi di migrazione primaverile ed autunnale. Vengono soddisfatti i criteri per l'inserimento dell’area nell'elenco delle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (oltre 20.000 uccelli acquatici svernanti media anni 1994/95: 34.539 uccelli). Inoltre, è un sito di importanza nazionale per lo svernamento di Podicipedidi, Ardeidi, Anatidi, Caradriformi e Folaga. Rettili. Segnalata la Testuggine palustre Emys orbicularis, specie di interesse comunitario poco diffusa nel sito. Anfibi. Presente la specie di interesse comunitario Tritone crestato Triturus carnifex. Pesci. La ricca ittiofauna annovera 5 specie di interesse comunitario: la rara Lampreda di mare Petromyzon marinus nelle foci dei canali, Cheppia Alosa fallax nel fiume Reno, importanti popolamenti di Nono Aphanius fasciatus e Ghiozzetti di laguna Pomatoschistus canestrini, Padogobius panizzae specie tipiche degli ambienti salmastri e lagunari poco profondi. Invertebrati. Diffuso il Lepidottero Ropalocero Lycaena dispar, specie di interesse comunitario.

SIC Valli di Comacchio.

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Volume I

QUADRO CONOSCITIVO

La Salina di Comacchio La Salina di Comacchio occupa 550 ettari del SIC Valli di Comacchio ed è situata nella porzione NordOvest del distretto delle Valli di Comacchio, un settore nel quale sono individuabili tracce di diramazioni deltizie del Po di epoca romana. L’area della salina è un bacino infradunale, il cui limite orientale corrisponde al cordone dunoso di epoca tardo romana sul quale corre l’attuale strada Romea. Confina a Nord col Canale Torre Rossa (Canale Fosse Foce), ad Est col canale Bayon a Sud e Ovest con la Valle Campo. La Salina costituisce un area idraulicamente delimitata dal resto delle valli e per questo specifica per le caratteristiche ecologiche. La Salina presenta una porzione orientale caratterizzata da vasche di forma rettangolare ed una porzione occidentale, con bacini di forma e aspetto seminaturale. La porzione orientale è costituita da una numerosa serie di vasche di seconda, terza evaporazione e raccolta del sale, tutti bacini di forma geometrica, rettangolari o quadrati, ad oggi parzialmente comunicanti tra loro a causa della rottura degli argini originali. La porzione occidentale è costituita invece da vasche di raccolta, o prima evaporazione. I bacini principali sono denominati Valle Uccelliera, Valle Montalbano e Valle Lamenterio, la Battuta è un sottobacino dell’Uccelliera e da questa ancora completamente isolato da un basso argine.

Valle Uccelliera Particolarmente importante per lo svernamento e la sosta di Anatidi e per alcune piccole colonie di Caradriformi (Sterna comune) sui dossi con vegetazione alofila. La limpidezza e la buona qualità delle acque permettono la presenza di letti di idrofite che costituiscono una basilare fonte trofica per le anatre in periodo invernale. La salinità e i livelli sono idonei alla conservazione della vegetazione alofila sui dossi. Valle Montalbano E’ un bacino quasi privo di arginature interne. Dopo la cessazione dell’attvità produttiva e prima dell’esecuzione degli interventi del progetto Life l’acqua contenuta in Valle Montalbano non veniva rinnovata e vi è rimasta lì stagnante per anni. A causa della ridotta profondità del bacino e la mancanza di nuovi apporti idrici, la salinità ha raggiunto valori elevatissimi (circa 70/80 psu). E’ un’area di scarso interesse naturalistico, eccezione fatta per l’ittiofauna, presente con popolamenti di Aphanius fasciatus. Valle Lamenterio E’ la Valle delle colonie più importanti della salina, quelle di Spatola e di Fenicottero. La salinità elevata e l’assenza di vegetazione algale consentono l’insediamento del Fenicottero, poiché mantengono acque libere e fangose, idonee alla colonia. La Spatola è insediata su un argine con graminacee alotolleranti e piante alofile, che va conservato. I bacini di seconda evaporazione I bacini di seconda evaporazione, trasformati nel 1963, hanno mantenuto in massima parte gli argini di separazione tra le scale interne, che però non sono mai continui, in quanto presentano diffuse interruzioni che facilitano lo scambio delle acque. Questi bacini, insieme a quelli di terza evaporazione, ai servitori e alle vasche salanti, rivestono particolare importanza per la sosta e lo svernamento dei Caradriformi, ma anche per alcune specie di Anatidi, favoriti dalla presenza di acque basse e limose. anni.

I bacini di terza evaporazione I bacini di terza evaporazione hanno perso per erosione gran parte degli argini minori di separazione delle vasche. Un recupero di tali morfologie risulta essere in questa fase economicamente impossibile; in

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Volume I

QUADRO CONOSCITIVO

un futuro si potrà discutere se provvedere a questo “restauro morfologico” in quanto la terza evaporazione è la parte di salina in cui persiste da secoli il disegno del primo impianto francese della salina, secondo il progetto di Gerard De Bayon. Il bacino di Santa Filomena Santa Filomena attualmente ospita le principali colonie di Cavaliere d’Italia, Avocetta, Pettegola della salina ed è importante anche per molte specie durante i passi. La presenza di praterie di Puccinellia e di vegetazione prettamente alofila ed i bassi, ma piuttosto costanti, livelli idrici, la rendono ottima per queste specie. I bacini servitori e salanti Questi bacini, frutto della grande trasformazione del 1963, possono subire anch’essi periodi di allagamento diversificato, e possibilmente con acque a diversa salinità. I bacini di levante e quelli di ponente possono avere una gestione idraulica separata. I depositi di acque ad alta densità L’importanza di questi bacini sta nel fatto che essi ospitano i nuclei di Artemia salina e, quindi, vanno conservati come tali, avendo cura di regolare la salinità, per mantenerla negli intervalli favorevoli a questo crostaceo della sottoclasse anostraci.

La Salina di Comacchio. Dopo l’abbandono dell’attività salifera la regimazione delle acque è stata rivolta al semplice scolo delle acque meteoriche, che, data la profondità media di poche decine di cm, influiscono pesantemente sul bilancio complessivo. 10


Volume I

QUADRO CONOSCITIVO

Il carico dell’acqua marina avviene attraverso una chiusa di collegamento tra il canale Foce ed il canale Adduttore, quest’ultimo comunica direttamente con Valle Uccelliera. Il collegamento diretto influisce sulla qualità delle acque, infatti solo in Valle Uccelliera è presente una prateria di Ruppia, non uniforme ma abbastanza consistente. Come evidenziato il livello delle acque può variare notevolmente durante le precipitazioni, ma la profondità media è inferiore ai 50 cm. La batimetria è uniforme, i diversi bacini presentano un fondale livellato, in cui non si riscontrano variazioni di livello degne di nota. I punti a maggiore profondità sono presenti nel canale Duomo e nel canale Adduttore, ove raggiungono la profondità massima di poco oltre il metro.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

Descrizione biologica - Dati di presenza (scheda Natura 2000) Il presente aggiornamento dati è relativo ed esclusivo alla sola Salina, non può quindi essere considerato un aggiornamento dati della scheda dell’intero sito Valli di Comacchio. L’aggiornamento utilizza i dati provenienti dai monitoraggi svolti durante il progetto LIFE, nell’arco temporale 2002-2006.

TIPI DI HABITAT di cui all'Allegato I della Direttiva 92/43 presenti nel sito e relativa valutazione del sito SCHEDA RETE NATURA 2000 - CODICE SITO IT4060002 CODICE

1150 1510 1410

DATI PROVENIENTI DAL MONITORAGGIO DEL PROGETTO LIFE 2002-2006

Nome

Presenza

Lagune * Steppe salate (Limonietalia) * Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

Confermata Confermata Confermata

PIANTE elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43 SCHEDA RETE NATURA 2000 CODICE SITO IT4060002 CODICE 1443

DATI PROVENIENTI DAL MONITORAGGIO DEL PROGETTO LIFE - 2002-2006

Nome

Presenza

Salicornia veneta*

Confermata

PESCI elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43 SCHEDA RETE NATURA 2000 - CODICE SITO IT4060002 CODICE

1152 1155

Nome

DATI PROVENIENTI DAL MONITORAGGIO DEL PROGETTO LIFE 2002-2006

Popolazi one

Presenza

Aphanius fasciatus

Stanziale

Confermata

Knipowitschia panizzae

Stanziale

Presente fino al 2002

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PdG Salina di Comacchio - sintesi SCHEDA RETE NATURA 2000 - CODICE SITO IT4060002 NOME

P

SCIENTIFICO

DIMENSIONI DELLA POPOLAZIONE NEL SITO (stime quantitative) RESIDENT MIGRATORIA E

(IN LATINO)

Platalea leucorodia

Phoenicopterus

X

RIPROD UZIONE (n. coppie) 15-38

SVER NAME NTO

60

X

DATI PROVENIENTI DAL MONITORAGGIO DEL PROGETTO LIFE - 2002-2006

SOSTA

X

X

ruber Himantopus

110-200

X

himantopus

Recurvirostra

130-250

RESID ENTE

X

X

avosetta

X

RIPRODUZ IONE (n. coppie) 15-20 (2001) 10 (2003) 400 (2000) 866 (2004) 438 (2005) 25-35 (2000) 24 (2001) 8 (2004) 13 (2005) 4-6 (2000) 104 (2004) 7-10 (2005)

SVER NAME NTO

SOSTA

X

X

X

X

X

Glareola pratincola

X

X

Philomachus

X

X

X

X

pugnax Tringa glareola Larus

1000-

melanocephalus

2000

Larus genei Gelochelidon

X

X

60-80 (2000)

X

X

19-32

X

173 (2004)

136-165

X

X

1010-

X

X

X

nilotica Sterna hirundo

1790 Sterna

482-569

X

-

X

239-1271

X

166 (2004)

X

sandvicensis Sterna albifrons

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

Flora e Vegetazione

In base all’elenco floristico aggiornato alla fine del 2005, le specie di maggior interesse presenti nel territorio della Salina sono le seguenti: i motivi di rilevanza sono l’inclusione negli elenchi della Direttiva CEE 92/43 “Habitat”, del progetto CORINE Biotopes, nel Libro Rosso della Flora d’Italia (Conti et al., 1993), la rarità su scala nazionale secondo la Flora d’Italia (Pignatti, 1982), la protezione ai sensi della Legge Regionale dell’Emilia-Romagna, la rarità locale in base ad osservazioni personali. La nomenclatura delle specie segue generalmente Pignatti (1982), ma con aggiornamenti (Scott, 1977; Melderis, 1978; Kerguélen, 1983, 1999; Géhu e Biondi, 1994; Conti et al., 2005). Il dato sulla diffusione (da molto rara a molto comune) si riferisce al territorio della Salina. Arthrocnemum glaucum (Delile) Ung.-Sternb. (Chenopodiaceae) – Salicornia glauca – molto comune. Specie stenomediterranea, caratteristica e dominante di un habitat che ha qui il limite settentrionale di diffusione. Bassia hirsuta (L.) Asch. (Chenopodiaceae) – Granata irsuta – rara. Specie indicatrice di habitat d’interesse secondo il CORINE e vulnerabile secondo il Libro Rosso. Bupleurum tenuissimum L. (Apiaceae) – Bupleuro grappoloso – raro e strettamente legato nell’ambito del Parco del Delta del Po ai prati alonitrofili. Frankenia pulverulenta L. (Frankeniaceae) – Erba-franca annua – rara. Specie stenomediterranea, nuova per l’Emilia-Romagna che, dopo la Venezia Giulia, costituisce la stazione più settentrionale dell’areale italiano. Halocnemum strobilaceum (Pallas) Bieb. (Chenopodiaceae) – Salicornia strobilacea – rara ma in contenuto aumento. Stenomediterranea, vulnerabile per il Libro Rosso, si trova al limite settentrionale del suo areale. Hornungia procumbens (L.) Hayek (Brassicaceae) – Iberidella maggiore – molto rara. Alofita subcosmopolita, nuova per l’Emilia-Romagna. Limonium bellidifolium (Gouan) Dum. (Plumbaginaceae) – Limonio del Caspio – abbastanza comune. Vulnerabile secondo il Libro Rosso. Limonium densissimum (Pign.) Pign. (Plumbaginaceae) – Limonio densissimo – comune. Vulnerabile secondo il Libro Rosso. Limonium serotinum (Reichb.) Gams (Plumbaginaceae) – Limonio comune – abbastanza comune. Limonium virgatum (Willd.) Fourr. (Plumbaginaceae) – Limonio virgato – poco comune. Tutte le specie del genere Limonium sono protette da Legge Regionale. Linum strictum L. subsp. corymbulosum (Linaceae) – Lino minore – raro. Ruppia cirrhosa (Petagna) Grande (Potamogetonaceae) – Erba da chiozzi spiralata – localizzata e in diminuzione. Indicatrice di buona funzionalità degli ecosistemi sommersi di acque salmastre. Sagina maritima G. Don (Caryophyllaceae) – Sagina marittima – non comune. Specie (steno)mediterraneo-atlantica, nuova per l’Emilia-Romagna. Salicornia patula Duval-Jouve (Chenopodiaceae) – Salicornia patula – comune. Salicornia veneta Pign. et Lausi (Chenopodiaceae) – Salicornia veneta – comune. Endemica delle coste nord-adriatiche, è d’interesse internazionale per la Dir. Habitat e il CORINE, e considerata minacciata dal Libro Rosso. Sarcocornia fruticosa (L.) A.J. Scott forma typica (Chenopodiaceae) – Salicornia fruticosa – molto comune.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi Sarcocornia fruticosa (L.) A.J. Scott var. deflexa Rouy (Chenopodiaceae) – Salicornia radicante - comune. In passato è stato utilizzato il binomio Arthrocnemum perenne (Mill.) Moss.

QUADRO SINTASSONOMICO L’analisi della situazione delle comunità vegetali riferisce gli aggiornamenti e le modifiche sopraggiunti con il progredire del progetto LIFE nel contesto di un biotopo soggetto a cambiamenti in genere governabili con una corretta gestione. I tipi vegetazionali riscontrati compaiono nel seguente quadro sintassonomico: la nomenclatura fitosociologica fa riferimento alla Carta della Vegetazione del Parco del Delta (Piccoli et al., 1996; 1999), con aggiornamenti (Pellizzari et al., 1998; Biondi, 1999; Brullo e Giusso del Galdo, 2003). RUPPIETEA MARITIMAE J.Tx. 1960 Ruppietalia maritimae J.Tx. 1960 Ruppion maritimae Br.-Bl. 1931 em. Den Hartog et Segal 1964 Ruppietum cirrhosae Iversen 1941 THERO-SALICORNIETEA Pign. 1953 em. R.Tx. 1974 Thero-Salicornietalia Pign. 1953 em. R.Tx. 1974 Salicornion patulae Géhu et Géhu-Franck 1984 Salicornietum venetae Pign. 1966 Suaedo maritimae - Salicornietum patulae (Brullo et Furnari 1976) Géhu et Géhu-Franck 1984. CAKILETEA MARITIMAE R.Tx. et Prsg. 1950 Euphorbietalia peplis R.Tx. 1950 Thero-Suaedion Br.-Bl. 1931 Salsoletum sodae Pign. 1953 Suaedo maritimae - Bassietum hirsutae Br.-Bl. 1928 SAGINETEA MARITIMAE Westhoff, Van Leeuwen et Adriani 1962 Frankenietalia pulverulentae Rivas-Martinez ex Castroviejo et Porta 1976 Frankenion pulverulentae Rivas-Martinez ex Castroviejo et Porta 1976 PHRAGMITO - MAGNOCARICETEA Klika in Klika et Novák 1941 Bolboschoenetalia maritimi Hejny in Holub et al.1967 - facies alofila a Phragmites australis SARCOCORNIETEA FRUTICOSAE R.Tx. et Oberd. 1958 Sarcocornietalia fruticosae (Br.-Bl. 1931) R.Tx. et Oberd. 1958 Sarcocornion fruticosae Br.-Bl. 1931 Sarcocornienion deflexae Rivas-Martinez et al. 1990 corr. Géhu et Biondi 1995 Sarcocornietum deflexae (Br.-Bl. 1931) Lahondère, Géhu et Paradis 1992 Sarcocornienion fruticosae Rivas-Martinez 1980 Puccinellio festuciformis - Sarcocornietum fruticosae (Br.-Bl. 1928) Géhu 1976 Puccinellio festuciformis – Halimionetum portulacoidis Géhu, Biondi, Géhu-Franck et Costa 1992 Arthrocnemenion macrostachyi Rivas-Martinez 1980 Puccinellio convolutae - Arthrocnemetum macrostachyi (Br.-Bl. (1928) 1933) Géhu et al. 1984 15


PdG Salina di Comacchio - sintesi Halocnemenion strobilacei Géhu et Costa in Géhu et al. 1984 Halocnemetum strobilacei Oberd. 1952 em. Géhu 1994 JUNCETEA MARITIMI Br.-Bl. 1952 em. Beeft. 1965 Juncetalia maritimi Br.-Bl. 1931 Puccinellion festuciformis Géhu et Scopp. 1984 in Géhu et al.1984 Limonio narbonensis - Puccinellietum festuciformis (Pign. 1966) Géhu et Scopp. 1984 in Géhu et al.1984 Juncion maritimi Br.-Bl. 1931 Puccinellio festuciformis - Juncetum maritimi (Pign. 1966) Géhu et al.1984 Juncetum maritimo - acuti Horvatic 1934 Elytrigio athericae - Artemision coerulescentis (Pign. 1953) Géhu et Scopp.1984 corr. Pirone 1995 Limonio - Artemisietum coerulescentis (Pign. 1953) Géhu et Scopp. 1984 Elymo atherici - Limonietum densissimi Pellizzari, Merloni et Piccoli 1998 Elymetum atherici Pellizzari, Merloni et Piccoli 1998 RHAMNO - PRUNETEA Rivas-Goday et Borja Carbonell ex R. Tx. 1962 Prunetalia spinosae R. Tx. 1952 Pruno – Rubion ulmifolii O. Bolos 1954

Habitat Nella Salina sono presenti tre habitat: 1. Lagune * 2. Steppe salate (Limonietalia) * 3. Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) La distribuzione di questi habitat è riportata nelle figure successive. L’habitat “Lagune” è stato fatto corrispondere a tutti i bacini della Salina permanentemente inondati, mentre l’habitat “steppe salate” con quanto cartografato come Frankenion pulverulentae e l’habitat “Pascoli inondati mediterranei” con i Juncetalia maritimi. In termini di copertura l’habitat Lagune ha una superficie di 280 etttari pari a circa la metà della salina in pratica i bacini di Valle Lamenterio, Uccelliera inclusa La Battuta, Montalbano e Lamenterio. L’habitat Steppe salate copre soli 400 m2 ed è ristretto a piccole aree nei pressi del Centro Operativo e della Salinetta. L’habitat Pascoli inondati mediterranei copre 2,7 ettari ed è presente in alcune aree adiacenti alla strada di accesso al Centro Operativo.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi Macrobenthos L'analisi della composizione, della struttura e della dinamica delle comunità macrobentoniche è un approccio quanto mai idoneo per la valutazione dello stato di salute o del livello di disturbo (sia di origine naturale che antropica) di un determinato corpo d'acqua. Di seguito vengono riportati i risultati delle campagne d’indagine, effettuata dall’Estate 2002 alla Primavera 2005, e finalizzate alla caratterizzazione della struttura della comunità macrobentonica della Salina di Comacchio e dei suoi cambiamenti dovuti ai lavori di ripristino della antica funzionalità dell’area per la produzione del sale. Sono state prese in considerazione 4 stazioni, ritenute maggiormente rappresentative dei vari habitat tipizzanti i sub bacini della Salina, e disposte secondo un gradiente di confinamento rispetto all’ingresso di acqua salmastra, apportato dal canale Duomo. In particolare i siti scelti sono stati: • una stazione in Valle Uccelliera; • una stazione posta nel Canale Duomo, circa all’altezza della precedente; • una stazione in Valle Montalbano; • una stazione in Valle Lamenterio. Il prelievo di campioni, per la componente biotica del sedimento, è iniziata nell’Estate 2002 ed è proseguita fino alla Primavera 2005. Utilizzando le abbondanze dei vari taxa, sono stati calcolati i descrittori sintetici di comunità in ciascuna stazione ed a ciascuna data di campionamento: a) abbondanza; b) numero di specie; c) alfa-diversità. L’analisi tassonomica delle comunità macrobentoniche della salina di Comacchio mostra comunità caratterizzate da poche specie, ben adattate alle condizioni peculiari di tale ambiente. Sono queste specie opportuniste, r-selezionate, caratterizzate da piccole dimensioni, elevato tasso riproduttivo, brevità del ciclo vitale. Possono dar luogo ad improvvise esplosioni demografiche. La tabella riportata di seguito fornisce la lista specifica completa dei taxa rinvenuti nei vari bacini della Salina nel periodo 2002-2003 (P: presenza).

Taxa rinvenuti in Salina nel periodo 2002 -2003 Hydrobia ventrosa Hydrobia acuta Cyclope neritea Cerastoderma glaucum Abra alba Polydora ciliata Capitella capitata Neanthes succinea Perinereis sp. Oligochaeta Corophium insidiosum Idotea baltica Gammarus aequicauda Palaemon elegans Chironomus salinarius

Uccelliera P P P

Montalbano

P P P P P P P

Lamenterio P P

Duomo P P

P P P P P

P P P P

P

P P

P P

P

P P

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PdG Salina di Comacchio - sintesi Di seguito viene riportata la lista tassonomica relativa al periodo 2004-2005. Si evince come il complemento specifico sia ridotto rispetto al biennio precedente, con scomparsa dei crostacei.

Taxa rinvenuti in Salina nel periodo 2004 -2005 Hydrobia ventrosa Cerastoderma glaucum Abra alba Polydora ciliata Capitella capitata Streblospio shrubsolii Oligochaeta Corophium insidiosum Chironomus salinarius

Uccelliera

Montalbano

P P P P P P

P

Lamenterio P P P P P P

Duomo P

P P

P

P P P

Considerando i descrittori di comunità, le associazioni macrobentoniche della Salina di Comacchio si caratterizzano per il basso numero di specie presenti, ed i bassi valori di alfadiversità. Stagionalmente, si è assistito ad incrementi demografici a carico della comunità, ma tali incrementi di abbondanza hanno perlopiù riguardato singole specie che sono riuscite ad avvalersi di condizioni ambientali momentaneamente favorevoli. Tuttavia, tali incrementi non sono stati supportati nel tempo, ed a seguito di momentanei blooms demografici la situazione è ritornata, per lo meno nel periodo di monitoraggio, ai livelli precedenti. I grafici riportati di seguito evidenziano l’andamento del numero di specie, dell’abbondanza e dell’alfa-diversità riscontrati presso i quattro siti di campionamento, dall’Estate 2002 alla Primavera 2005. Zooplancton Artemia parthenogenetica di Comacchio e Cervia appare più grande rispetto alle altre popolazioni; ciò è dovuto ad una maggiore grandezza cellulare delle artemie tetraploidi (84 cromosomi) rispetto alle diploidi (42 cromosomi). L’artemia viene solitamente trovata nelle saline artificiali o in bacini naturali ipersalati, dove gli alti livelli di salinità costituiscono un ostacolo insormontabile per i predatori. Il genere Artemia presenta una spinta differenziazione geografica, con il continente americano che presenta tre sole specie anfigoniche (A. persimilis, A. monica e A. franciscana) e quello eurasiatico che, oltre a due specie bisessuali (A. tunisiana e A. urmiana), presenta in maggioranza popolazioni unisessuali multiclonali (A. parthenogenetica). Quest’ultime presentano diversi livelli di ploidia (di-, tri-, tetra- e pentaploidia), e solitamente vivono in località diverse rispetto alle popolazioni anfigoniche. Infatti, alcuni Autori parlano di “partenogenesi geografica” per indicare quelle popolazioni multiclonali, solitamente poliploidi, che vivono ai margini dell’areale di distribuzione delle specie parentali bisessuate. Le popolazioni di Artemia della Salina di Comacchio sono partenogenetiche e tetraploidi, come quelle della Salina di Cervia. L’artemia è dotata di una notevole efficienza di regolazione iposmotica ed ha, quindi, un’elevata capacità di tollerare alti livelli di salinità. E’ in grado di vivere alla normale concentrazione ionica marina (28-35 psu), ma, data la presenza dei predatori, viene solitamente trovata in bacini ad elevata salinità (>70 psu).

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

Vasca 3

Vasca 1 Vasca 2

Vasche di deposito dove è stata svolta l’indagine zooplanctonica.

Le vasche oggetto del monitoraggio su Artemia hanno funzione principale di servizio alla salinetta. E’ fondamentale tuttavia l’ottenimento di condizioni in grado di supportare l’intero ciclo vitale dell’anostraco, interrotto allo stadio di nauplio a causa della competizione con altri organismi zooplanctonti. E’ fondamentale riuscire a mantenere una salinità attorno ai 200 psu tramite sversamento di acque sovrassalate provenienti dalla salinetta, il cui ciclo produttivo è iniziato nel Giugno 2005.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi

Ittiofauna Check-list delle specie presenti in salina dal 2002 al 2006.

Anno 2002

Anno 2004

Anno 2005

Famiglia Anguillidae 1) Anguilla anguilla

Famiglia Anguillidae 1) Anguilla anguilla

Famiglia Cyprininodontidae 2) Aphanius fasciatus

Famiglia Cyprininodontidae 2) Aphanius fasciatus

Famiglia Cyprininodontidae 1) Aphanius fasciatus

Famiglia Mugilidae 4) Liza saliens

Famiglia Mugilidae 3) Liza saliens

Famiglia Mugilidae 2) Liza saliens

Famiglia Gobiidae 5) Knipowitschia panizzae

Famiglia Gobiidae

Anno 2006

Famiglia Cyprininodontidae 1) Aphanius fasciatus

Famiglia Gasterosteidae 3) Gasterosteus aculeatus

6) Zosterisessor ophiocephalus

Famiglia Gobiidae

4) Zosterisessor ophiocephalus 2) Gobius paganellus Famiglia Pleuronectidae 5) Platichthys flesus Famiglia Blennidae 6) Salaria pavo

Per quanto riguarda le specie protette delle due rinvenute nel 2002 una sola è ancora presente fino al 2005, il nono (A. fasciatus). La popolazione di A. fasciatus mostra un generale trend in aumento. Pertanto per individuare meglio il trend sono state calcolate la medie annuali su tutta la salina, utilizzando le 10 stazioni mantenute costanti dal 2002 al 2005. Il risultato è riportato in forma grafica nella figura XX, in cui è evidente un trend complessivo in netto incremento a partire dall’anno successivo ai lavori di ripristino idraulico.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi Si sottolinea che non tutta la salina è idonea ad ospitare fauna ittica in modo permanente. Non lo era prima dei lavori eseguiti con il progetto LIFE ne lo potrà essere in futuro. Le aree idonee ad ospitare la fauna ittica sono le tre valli principali, Lamenterio, Montalbano, Uccelliera e porzioni delle vasche di seconda evaporazione. Si tratta complessivamente di circa 350 ettari pari quindi al 60% dell’intera salina, idonei ad ospitare ittiofauna in modo permanente. Le rimanenti aree rimangono invasate per periodi troppo brevi, o con un battente d’acqua insufficiente. Ciò è dovuto al regime idraulico necessario sia per mantenere drenata la salina dalle acque meteoriche, sia per consentire il ciclo di produzione del sale nella nuova salinetta, a sua volta necessario per il mantenimento gli habitat alofili. Non si ritiene quindi che neanche in futuro le superfici possano essere ampliate, d’altro canto le dimensioni dell’area attualmente idonea non rappresentano una limitazione.

Avifauna Studiando le dinamiche della comunità ornitica nel corso degli anni e monitorando il periodo riproduttivo delle specie di maggiore valenza ecologica, si è cercato di identificare le strategie gestionali per valorizzare al massimo gli aspetti avifaunistici della Salina di Comacchio. Check-list All1 SPEC LRER Check-list All1 SPEC LRER Check-list All1 SPEC LRER Check-list All1 SPEC LRER air. bianco m. X r corriere picc. mestolone sterna Ruppel air. cenerino falar. beccos. X mignattino X 3 E sterna mag. X albanella min. X 4 aV falco di palude X mV mignatt. alibian. sterna zamp. X 3 mV albanella reale X E fenicottero X moretta r svasso mag. airone rosso X 3 mV fischione moriglione 4 svasso piccolo albastrello folaga oca selvatica totano moro alzavola r fraticello X 3 mV pantana tuffetto avocetta X 4/3 mV fratino X 3 aV pavoncella volpoca mV beccaccino gabbianello X pettegola 2 mV voltapietre becc. di mare r gabb. comune mV piovanello zafferano beccapesci X 2 mV gabb. corall. X 4 mV piov. pancian. X canapiglia 3 r gabb. reale piov. tridattilo casarca X gabb. roseo X mV piro piro bosc. X cav. d'Italia X gall. d'acqua piro piro culb. chiurlo magg. gambecchio piro piro picc. i chiurlo picc. gamb. nano pittima minore X codone garzetta X mV pittima reale 2 i combattente X germano reale pivieressa cormorano r marang. min. X r spatola X 2 r corriere grosso marzaiola 3 aV sterna comune X mV

Elenco delle specie osservate nel periodo 1993-2005 e loro appartenenza o meno all’Allegato I della “Direttiva uccelli”, la categoria SPEC secondo Birdlife e lo status nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Emilia-Romagna (E = estinta come nidificante; aV = altamente vulnerabile; mV = mediamente vulnerabile; r = rara; i = status indeterminato). Airone bianco maggiore (Ardea alba) Airone di grandi dimensioni, comparabili a quelle di A. cinerea, che dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, è numericamente cresciuto come svernante sino a divenire sedentario e nidificante nei primi anni ’90. E’ una specie ittiofaga che non trova all’interno della salina il suo habitat ideale (max 20-30 ind.) ma piuttosto abbondante, durante tutto l’anno, nelle zone umide circostanti, laddove particolari condizioni concentrano il pesce. “Albanelle” (Circus pygargus, C. cyaneus e C. aeruginosus) Rapaci di medie dimensioni dalle ali e dalla coda lunghe, ecologicamente legati alle zone umide. 21


PdG Salina di Comacchio - sintesi L’albanella minore è una specie migratrice nidificante (estiva) che depone le uova in ambienti aperti erbosi spesso ai margini di zone umide. Sebbene non ci risultino studi in merito, nell’ambito di monitoraggi degli uccelli acquatici, più volte sono stati rinvenuti uova e pulli di questa specie. Molti argini possiedono le caratteristiche adatte per ospitarla nel periodo riproduttivo, perciò riteniamo importante che l’accesso a questi sia impedito durante il periodo riproduttivo. L’albanella reale, sebbene un tempo nidificante in Pianura Padana, oggi può essere considerata esclusivamente migratrice e svernante regolare. Frequenta ambienti aperti, erbosi, pianeggianti, spesso nelle vicinanze di zone umide. E’ stata osservata più volte in attività di caccia. Il falco di palude, rispetto alle altre due albanelle, ha le ali più larghe e meno appuntite, nidifica in zone umide ricche di vegetazione (soprattutto Phragmites), sul terreno nei pressi dell’acqua. Non abbiamo dati in merito, tuttavia riteniamo poco probabile la presenza di questa specie come nidificante all’interno dei confini della salina. Airone rosso (Ardea purpurea) Più piccolo del comune cenerino, in Italia l’airone rosso è una specie migratrice e nidificante. Generalmente frequenta le zone umide d’acqua dolce ricche di vegetazione e di canneti perciò non trova nella salina il suo habitat ideale e possiamo dire che la sua presenza sia sporadica e accidentale. Avocetta (Recurvirostra avosetta) L’avocetta è un tipico limicolo di salina e in Italia è parzialmente nidificante e svernante regolare. Durante la nidificazione si riunisce in colonie monospecifiche o si associa con altri caradriformi. Gli individui di questa specie sono generalmente fedeli al sito riproduttivo. Le uova vengono deposte da aprile ai primi di luglio (ma il periodo può variare notevolmente in base alle condizioni climatiche e al disturbo), sul suolo nudo o ricoperto da rada e bassa vegetazione erbacea. In Salina di Comacchio, il numero di coppie nidificanti è sceso, nel corso della seconda metà degli anni ’90, fino a ridursi a zero o quasi (i dati del 2002 e del 2003 sono mancanti ma possiamo essere certi che, se nidificazione c’è stata, il numero di coppie è stato certamente molto basso). I dossi costruiti nel 2003 in Valle Montalbano, nell’ambito del progetto Life, sono stati colonizzati da un centinaio di coppie già nel 2004 mostrando il loro alto valore attrattivo (per contare un numero così elevato di avocette al nido bisogna risalire al 1993). Nel 2005, l’evento non si è ripetuto sebbene alcune coppie abbiano deposto.

Beccapesci (Sterna sandvicensis) Il beccapesci è un’elegante sterna di medie dimensioni. Questa specie, oltre ad essere inclusa nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli”, viene classificata da BirdLife come SPEC 2, cioè specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa e dallo status di conservazione sfavorevole. In Italia è regolarmente svernante e, a partire dal 1979, pure nidificante. Il primo caso è stato accertato proprio nelle Valli di Comacchio, di cui la salina occupa la porzione nord-orientale. Il nido viene costruito su isolotti piatti parzialmente ricoperti da detriti di molluschi bivalvi e da vegetazione alofitica. E’ una specie coloniale che tende ad associarsi con la sterna comune, Sterna hirundo e il gabbiano corallino, Larus melanocephalus. Casarca (Tadorna ferruginea) Questa specie è affine alla volpoca ma la sua presenza in Italia può essere considerata sporadica sebbene le Valli e la Salina di Comacchio siano tra i siti in cui si registrano, negli ultimi anni, il maggior numero di osservazioni. Non può perciò essere considerata una specie “target”. 22


PdG Salina di Comacchio - sintesi

Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) Limicolo inconfondibile, migratore e nidificante regolare, che sverna in Italia solo eccezionalmente (non più di 5 ind. nell’inverno 2005-6 in Salina di Comacchio). Un censimento a livello nazionale della popolazione nidificante ha messo in evidenza che un percentuale compresa tra il 20% e il 35% delle coppie nidifica in saline attive o in disuso da pochi anni, mentre tra il 17% e il 32% nidifica su barene e dossi di valli salmastre arginate e utilizzate per l’itticoltura estensiva (Tinarelli 1990). Combattente (Philomacus pugnax) Limicolo di dimensioni medie ma assai variabili a seconda dell’età e del sesso. In Italia è una specie regolarmente migratrice (assai più consistenti le presenze primaverili di quelle autunnali) e svernante. Dopo il piovanello pancianera è uno dei limicoli più comuni, seppure per brevi periodi. Utilizza la salina soprattutto per l’alimentazione mentre trascorre la notte al di fuori d’essa in gruppi che possono superare i 5000 individui. Nella Salina di Comacchio è più frequente vederlo nei Salanti e Servitori (sia di Levante che di Ponente), nelle vasche di 3° evaporazione e, sebbene non molto numeroso, in Santa Filomena. Fenicottero (Phoenicopterus ruber) Il fenicottero è un grosso trampoliere inconfondibile per forma e colori. In Italia è parzialmente migratrice, dispersiva, svernante regolare e, recentemente, parzialmente sedentaria e nidificante. Nidifica in dense colonie in ambienti salmastri o salati su isole piatte o argini affioranti dall’acqua. Spesso si associa al gabbiano reale il quale, però, come accade in Salina di Comacchio, può esercitare talora una forte predazione sui pulli inetti. La presenza di questa specie in Salina di Comacchio può ormai dirsi consolidata. Qui i siti adatti alla riproduzione, probabilmente, sono stati ormai tutti occupati. Se le condizioni al contorno rimarranno le stesse anche in futuro non dovrebbero insorgere problemi. Come si è già detto, probabilmente l’unico fattore limitante (a parte il disturbo antropico) è costituito dal gabbiano reale. Fraticello (Sterna albifrons) Il fraticello è una sterna di piccole dimensioni i cui adulti si distinguono per il becco sottile e giallo e per la fronte bianca che contrasta con il nero del cappuccio. In Italia è una specie migratrice e nidificante regolare, assai rara nel periodo invernale. Nidifica prevalentemente in ambienti salmastri costieri come le saline, gli stagni retrodunali, le valli per l’itticoltura ecc. Dal 1997 fino al 2003 questa specie non ha nidificato all’interno della Salina di Comacchio, sebbene si sia riprodotta con regolarità in diversi siti delle zone umide circostanti. La costruzione, nel 2003, in Valle Montalbano, di alcuni dossi è stata accolta con successo da diverse specie. Fratino (Charadrius alexandrinus) Piccolo limicolo nidificante, migratore e svernante regolare che, tipicamente, depone le uova sulle spiagge e nelle saline in zone solitamente prive o quasi di vegetazione ma non lontano dall’acqua. Talvolta nidifica in associazione con il fraticello ed è spiccatamente fedele al sito dove si è riprodotto con successo. Secondo BirdLife (Tucker e Heath 1994) la popolazione europea di fratini è in moderato declino e le viene, perciò, attribuita la categoria di SPEC 3. Probabilmente la situazione è andata aggravandosi negli ultimi anni a causa, soprattutto, della riduzione dell’habitat riproduttivo e del disturbo antropico durante la nidificazione.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) Si tratta di un elegante gabbiano dal cappuccio completamente nero e dal becco rosso vivo nel periodo riproduttivo. In Italia è migratrice e svernante regolare e, dal 1978, pure nidificante (primo caso nelle Valli di Comacchio). Nidifica sul terreno, in colonie plurispecifiche in ambienti salmastri costieri (come lagune e saline) con copertura vegetale bassa frammista a gusci di bivalvi. Gabbiano roseo (Larus genei) Il gabbiano roseo, in Italia, è una specie parzialmente sedentaria e nidificante a seguito di immigrazione abbastanza recente. Come il gabbiano corallino, il L. genei si è insediato nella zona delle Valli di Comacchio a partire dal 1978. In salina ha nidificato nel 1993, nel 1998 e, più recentemente, nel 2004. Le lagune, gli stagni salmastri e le saline, su substrati fangosi o ghiaiosi e su isolotti spogli o ricoperti di vegetazione alofila frammista a detriti di bivalvi. Garzetta (Egretta garzetta) Airone di colore bianco, di medie dimensioni che nel periodo riproduttivo mostra eleganti penne allungate su varie zone del corpo e sul capo. In Italia è migratrice, nidificante (forse parzialmente sedentaria) e regolarmente svernante. E’ una specie ittiofaga che, in Salina di Comacchio, è presente tutto l’anno. Il numero massimo di effettivi (35-50 ind.) si registra nel periodo giugno-settembre. In salina non nidifica ma sono presenti alcune colonie a breve distanza. Marangone minore (Phalacrocorax pygmaeus) Sebbene questo piccolo cormorano sia in fase d’espansione nell’alto Adriatico, la sua presenza nell’area di studio è sporadica in quanto la salina è una porzione delle Valli di Comacchio, in generale, povera di pesce. Mignattino (Chlidonias niger) E’ una piccola sterna dal piumaggio scuro durante il periodo riproduttivo. Un tempo nidificante abbastanza comune nelle risaie, oggi si riproduce con regolarità soltanto in Piemonte. Nella Salina di Comacchio è osservabile specialmente nei mesi di agosto e settembre, durante la fase di dispersione giovanile. Piovanello pancianera (Calidris alpina) E’ sicuramente il più abbondante tra i limicoli svernanti in Italia. Il nostro paese è interessato sia dal flusso migratorio della sottospecie nominale alpina che da quello della sottospecie schinzii (di presenza regolare ma meno numerosa). Solamente la sottospecie schinzii è inclusa nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli”. Le vasche più adatte ad ospitarlo, sono i Salanti e i Servitori di Ponente, i Salanti e i Servitori di Levante e la porzione meridionale di Santa Filomena. Spatola (Platalea leucorodia) La spatola è un uccello medio-grande che può essere superficialmente confuso con l’airone bianco maggiore. In Italia è migratrice e nidificante di recente immigrazione (primo caso nelle Valli di Comacchio nel 1989) oltre che regolarmente svernante. Si riproduce in lagune e saline dove costruisce il nido prevalentemente sul terreno o sulla salicornie. E’ marcatamente fedele ai siti di nidificazione e svernamento. Sterna comune (Sterna hirundo) Sterna di dimensioni intermedie tra quelle S. albifrons e quelle del S. sandvicensis che nidifica in colonie (anche centinaia di coppie) spesso in associazione col gabbiano comune e il 24


PdG Salina di Comacchio - sintesi fraticello. Il nido è posto sul terreno ma vicino all’acqua. In Italia è una specie migratrice e nidificante regolare mentre sverna raramente e con pochi individui. Sterna maggiore (Sterna caspia) Sterna inconfondibile per le sue dimensioni paragonabili a quelle del gabbiano reale e per il lungo e vistoso becco rosso. In Italia nidifica di rado (alcuni casi accertati nelle Valli di Comacchio) mentre è assai più comune durante le migrazioni (max ad aprile e settembre). La Salina di Comacchio viene utilizzata principalmente per trascorrervi la notte (nella parte più settentrionale dei Servitori di Levante e/o di Ponente) poiché questa specie è prevalentemente ittiofaga. Sterna zampenere (Gelochelidon nilotica) Sterna di medie dimensioni dal caratteristico becco corto e scuro. Tipicamente nidifica in ambienti salmastri costieri come le lagune e le saline. Depone le uova su argini coperti di vegetazione alofitica frammista a gusci di bivalvi. Sebbene il numero delle coppie nidificanti nelle Valli di Comacchio sia fluttuante, esso è andato aumentando dalle 10 circa del 1954 fino alle 166 del 2002. Non ci risulta che abbia mai nidificato nella salina ma è possibile osservarla di frequente sorvolare i canali circondariali. Altre specie incluse nella “Direttiva Uccelli” Il Falaropo beccosottile (Phalaropus lobatus) è una specie a distribuzione circumartica che sverna generalmente in mare aperto. In Italia è osservabile principalmente durante la migrazione autunnale nei mesi di agosto e settembre e la Salina di Comacchio è uno dei siti migliori per incontrarla. Il Gabbianello (Larus minutus) è un piccolo gabbiano di dimensioni paragonabili a quelle di un mignattino. In Italia è una specie migratrice e svernante regolare. Più comune in primavera e numericamente molto fluttuante, la sua presenza in Salina di Comacchio è rara. Il Piro Piro boschereccio (Tringa glareola) è un limicolo di dimensioni medio-piccole che frequenta principalmente acque dolci e che, perciò, può essere considerato accidentale in salina. La Pittima minore (Limosa lapponica) è un grosso limicolo dal lungo becco lievemene rivolto all’insù. In Italia è una specie migratrice regolare e svernante scarsa. Frequenta le saline principalmente in inverno quando, in Italia, mediamente se ne stimano non più di una ventina d’individui. Alla luce di quanto detto, questa specie può essere considerata accidentale in Salina di Comacchio. Specie d’interesse escluse dalla “Direttiva Uccelli” La Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) è un uccello limicolo dalla corporatura robusta inconfondibile per il piumaggio nero e bianco e per il lungo becco rosso. In Italia è parzialmente migratrice nidificante e parzialmente sedentaria. Nel delta del Po si concentra oltre il 90% della popolazione italiana. Frequenta soprattutto spiagge, scanni e cordoni sabbiosi. Nidifica solitamente in zone sabbiose con vegetazione sparsa e nei pressi di aree fangose. Una coppia si è riprodotta all’interno della Salina di Comacchio sia nel 2004 che nel 2005. E’ presto per dire se la Salina di Comacchio possa diventare un sito di nidificazione regolare. Probabilmente questo potrebbe dipendere dalla futura gestione dei livelli idrici. Se le saranno rese disponibili ampie zone fangose non è da escludere che l’evento possa ripetersi. La Pettegola (Tringa totanus) è un limicolo di medie dimensioni parzialmente nidificante e sedentario nelle lagune dell’alto Adriatico. In Salina di Comacchio il numero di coppie che si è riprodotto è fluttuato rimanendo più o meno sempre sotto la decina dal 1994 fino ad oggi. Si associa al gabbiano comune in Santa Filomena e il gabbiano reale potrebbe essere, anche in

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PdG Salina di Comacchio - sintesi questo caso, il motivo che impedisce a questa specie di distribuirsi su una superficie più vasta della salina. La Pittima reale (Limosa limosa) è un limicolo di grandi dimensioni inconfondibile per il lunghissimo becco. Nel 1998 ha nidificato nelle Valli di Comacchio ma, a livello italiano, può essere considerata una specie migratrice e svernante regolare. In salina è più frequente durante le migrazioni e pare che tenda ad utilizzarla più come dormitorio e a preferire l’adiacente Valle Spavola per la ricerca del cibo.

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Fruizione Il piano di fruizione della Salina di Comacchio deve svolgere il difficile compito di organizzare la visita ad un sito di elevato valore naturalistico, da decenni interdetto all’accesso. Il lungo periodo di isolamento è, in parte, proprio alla base del valore naturalistico del sito, in funzione dell’elevata tranquillità che caratterizza la Salina. L’obiettivo prioritario, quindi, è quello di permettere la visita al sito, senza arrecare alcun disturbo all’ecosistema, con particolare attenzione verso gli elementi più rari e minacciati e maggiormente sensibili. Si evidenzia che tutti i percorsi individuati hanno il valore di proposta, la scelta dei percorsi si baserà sull’evoluzione degli habitat e delle comunità animali e vegetali, tutti influenzati principalmente dai pochi parametri abiotici come i livelli idrici e la salinità. Altro obiettivo è poi l'apertura dell'area ad una fruizione controllata, realizzando dei percorsi di visita, un centro operativo attrezzato dove saranno proposte al pubblico le attività di ricerca e monitoraggio avviate nell'area e strutturando il sito con attrezzature e infrastrutture tali da “renderlo” ai turisti appassionati di natura, di paesaggio e di storia e tradizioni locali offrendo anche a coloro che presentano problemi di deambulazione la possibilità di visitarlo :ambiente fruibile da tutti. Le molteplici attività che tendono a sviluppare una conoscenza scientifica e storico – critica della realtà circostante, nonché la consapevolezza delle risorse del territorio e delle opportunità lavorative offerte, concorrono alla formazione del linguaggio e del pensiero, della logica e della creatività, dell’equilibrio e della socializzazione, componenti essenziali dell’azione formativa che al contempo mantiene come obbiettivo principale quello di preservare e migliorare le sue caratteristiche floro faunistiche di questo ambiente. Gli elaborati di analisi propedeutici al progetto sono utili anche per evidenziare, come già in parte descritto, le esigenze di tutela di cui il presente piano deve tenere conto. Le indagini effettuate permettono di individuare differenti livelli di delicatezza e vulnerabilità delle diverse aree che compongono la salina di Comacchio. Vi sono certamente alcuni ambiti in cui è opportuno evitare possibili fonti di disturbo durante tutto il corso dell’anno ed altri in cui tale disturbo può essere tollerato in alcuni periodi, più o meno brevi. Il sito di nidificazione della colonia di fenicotteri, Valle Lamenterio, deve essere precluso a qualsiasi accesso durante tutto l’anno. Questa scelta è indispensabile per garantire la necessaria tranquillità ad una specie molto esigente in tal senso e che frequenta il sito della colonia riproduttiva praticamente durante tutto il corso dell’anno. Ciò permette di assicurare la nidificazione anche ad un’altra specie molto esigente, la spatola, presente in sito per un periodo più breve, ma ugualmente nidificante. Valle Montalbano non è attualmente sede di nidificazioni di pregio, ma è stata scelta nell’ambito del progetto per la realizzazione di dossi e barene finalizzate ad ospitare colonie di laridi e sternidi. Quindi, in questa area è necessaria assoluta tranquillità da aprile a luglio. Negli altri periodi dell’anno potrebbe essere oggetto di visita, anche per dissuadere il gabbiano reale dalla nidificazione sugli argini perimetrali. Tuttavia, gli argini tra Montalbano e Uccelliera sono stati scelti per la collocazione di due osservatori per il birdwatching e la frequentazione delle arginature lungo un ipotetico percorso renderebbe meno efficace la presenza degli osservatori. In altre parole, il passaggio di visitatori lungo il margine di Valle Montalbano allontanerebbe gli uccelli oggetto di osservazione dalle strutture schermate. La visita di Valle Montalbano, in definitiva, è possibile durante tutto l’anno dalle sole strutture schermate per il birdwatching. Valle Uccelliera non è stata individuata come sede di nidificazione di specie coloniali oggetto dell’indagine. Essa è, però, un sito particolarmente rilevante per lo svernamento di molti uccelli

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PdG Salina di Comacchio - sintesi acquatici, in particolare anatidi. Deve, quindi, essere posta attenzione all’accesso a tale ambito nel periodo in cui è consentita l’attività venatoria, ossia da settembre a gennaio. Santa Filomena è individuata dalle indagini propedeutiche al progetto come uno dei più importanti siti riproduttivi per cavaliere d’Italia e avocetta, negli anni in cui queste specie frequentano il sito. I bacini sono limitrofi alla strada carrabile di accesso alla Salina e le specie dimostrano di ben tollerare il passaggio di mezzi e persone lungo la strada asfaltata. Il percorso lungo la strada di accesso potrebbe essere individuato come percorso carrabile, dalla Romea al potenziale ingresso della Salina, da cui osservare direttamente gli uccelli, utilizzando le automobili come capanni per il birdwatching; in tal caso, l’accesso pedonale dovrebbe essere interdetto per non allontanare gli uccelli in sosta. Non si ritiene opportuno utilizzare altre rive del bacino per la realizzazione dei percorsi. I bacini di seconda e di terza evaporazione sono utilizzati per la sosta durante la migrazione e lo svernamento prevalentemente da stormi di limicoli e anatidi e da esemplari di ardeidi, pur non rivestendo la stessa strategica importanza di Valle Uccelliera. Essi possono essere sede di percorsi che li attraversino, a debita distanza dalle sponde dei bacini di prima evaporazione. Esigenze di tutela: disturbi da mitigare Le aree più delicate della Salina sono interdette all’accesso o accessibili in tempi e con modi tali da garantire già la quasi totale mitigazione del disturbo. I disturbi da mitigare sono soprattutto finalizzati a non allontanare gli uccelli dalle vicinanze dei capanni per il birdwatching. Pertanto, si prevede l’inserimento di schermature in adiacenza dei siti maggiormente sensibili. La quantità e la frequenza di accessi alla Salina verrà definito sulla base dei risultati dei primi monitoraggi. L’esperienza dei primi anni di conduzione consentirà una più attenta calibratura del carico sostenibile. La Salina di Comacchio, attraverso la realizzazione di questo piano diventa un sito fruibile in tutti il periodi dell’anno caratterizzato da una apertura mirata a seconda dei periodi. Il piano di fruizione individua inoltre una classificazione della sentieristica organizzata per utenze e per tematiche didattiche Il piano di fruizione proposto con il progetto prevede percorsi distinguibili sia per tipologia di percorrenza (percorsi ciclabili, pedonali, carreggiabili, in barca e su rotaia), sia per grado di difficoltà di percorrenza (percorso escursionistico di media difficoltà, percorso escursionistico ad alta difficoltà), percorsi contraddistinti da tematismi, sia per tipo di fruitore (percorsi per gli addetti alla gestione e manutenzione, percorsi per gli studiosi, percorsi per i gruppi o singoli),e con l’accessibilità incondizionata dei percorsi (disabili, cechi ..) Per la realizzazione di tali percorsi sono necessari interventi di manutenzione, adeguamento e ripristino dei tracciati. Contestualmente al sistema di fruizione ipotizzato si prevede la riorganizzazione degli accessi. Il sito necessita di un “ingresso” che identifichi il luogo e che sia attrezzato con i servizi necessari per l’accoglienza, viene però presa in considerazione anche l’ipotesi di fruire degli accessi ai siti limitrofi al fine di assicurare il collegamento con le strutture esistenti al fine di articolare il progetto integrandolo nel sistema territoriale. Vengono individuate diverse possibili alternative da adottarsi anche in base alla priorità della realizzazione degli interventi, così da consentire una fruizione adeguata all’ambiente. Accesso 1 “accesso attuale” Questo corrisponde all’attuale ingresso al sito, ed è in corrispondenza di quello che era l’accesso nel periodo produttivo della salina anche se le modalità con cui si raggiungeva erano diversi prima via acqua, ora su gomma, questo era l’unico modo per raggiungere le saline.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi L’accesso all’area permette il controllo dei fruitori ed un punto di sorveglianza all’area dato dalla presenza della Portineria. Accesso 2 “Foce” Il complesso di Foce ben si presta all’uso di nuovo ingresso: il sito si presenta attualmente strutturato per le visite escursionistiche e attrezzato con parcheggi e servizi di biglietteria, inoltre i potenziali percorsi 1, 2 e 7 vedono come unico possibile punto di partenza proprio il centro di Foce. Si segnala solo la presenza anche di un punto di ristoro. Si ritiene che questo potenziale accesso debba comunque avere un ruolo secondario per la fruizione della salina che necessita di un accesso ad uso esclusivo capace di valorizzare la connotazione del sito. L’uso del Centro visite di Foce per il sevizio ai percorsi ad esso associati mantiene l’attuale regolamentazione, per il carico di fruizione dei tracciati si rimanda in specifico alla descrizione degli stessi. I percorsi ipotizzati in questo piano sono sviluppati coerentemente a quanto indicato negli obbiettivi: vogliono strutturare la fruizione potenziandone le capacità di carico in relazione alle esigenze di tutela individuate. Il sito viene reso disponibile ai fruitori attrezzandolo con segnaletica e quant’altro necessario ma al contempo viene regolamentato nei tempi e nei modi di fruizione anche attraverso l’educazione ambientale proposta nella cartellonistica. I tracciati si distinguono oltre che per le diverse tipologie di utenti anche per le caratteristiche di fruibilità: vengono diversificati temporalmente in base al tipo di avifauna nidificante e svernante in modo tale da non arrecare disturbo perché anche a scopi turistici (oltr che scientifici)si ritiene necessario preservarel’habitat.

tavola dei percorsi proposti

Percorso 1 “Escursionistico in bicicletta”

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PdG Salina di Comacchio - sintesi Si prevede di creare un collegamento fra i percorsi attualmente già attrezzati in località Foce con il comprensorio degl’ex impianti per l’itticoltura a Valle Campo attualmente in disuso. L’ex impianto di itticoltura offre un affaccio privilegiato alle Saline di Comacchio; attualmente non esistono percorsi e attrezzature per la fruizione ma con interventi minimi si può realizzare un collegamento fra le due località transitando su sulla sommità dell’argine del canale Foce dalla stazione di Foce fino al ponte del canale sublagunare ed entrando nella proprietà della Salina percorre la sommità dell’argine circondariale di Valle Santa Filomena fino a raggiungere la stazione di Valle Campo. Per la lunghezza il tracciato ha una difficoltà molto elevata, ciò costituisce di per se un fattore limitante per il numero dei fruitori. Si prevede la realizzazione di schermature e di punti di sosta da realizzarsi in materiale vegetale o con piccole infrastrutture leggere (legno e cannicci) da collocare dove si rendono necessari. Questo tracciato può essere percorso in bicicletta o a piedi, la fruizione è gratuita in quanto il tracciato è in parte fuori dall’area di pertinenza della salina e collega i percorso ciclabili (esistenti o di progetto situati a Foce e a Campo). Nel tratto adiacente a valle Santa Filomena non è consentita la sosta in quanto il sito di notevole importanza per la nidificazione di verrebbe compromesso dalla presenza di pedoni. Percorso 2 “ Casone Valsecca” Il percorso pedonale che può essere fruito esclusivamente con visite guidate, parte da Foce e si snodo lungo l’argine circondariale di Valle Uccellerai giungendo fino all’osservatorio faunistico di Casone Valsecca. Tale percorso può integrarsi con la visita in battello e l’osservatorio faunistico diventa il punto d’interscambio o sostituendo il servizio nei mesi consentiti.. Si prevede dove necessario l’inserimento di schermature vegetali tali da mitigare la presenza dei fruitori che possono utilizzare il percorso in gruppi di massimo 25 persone accompagnate da guide. Le visite devono comunque essere prenotate e concordate con l’ente gestione e sarebbe opportuno che avessero luogo esclusivamente nei mesi di febbraio e marzo. Percorso 3 “ Decauville” Il recupero del tracciato originale della decauville diventa un elemento di grande potenzialità per la fruizione: permette ai disabili di avere un percorso fruibile senza ostacoli dando ai fruitori con problemi di deambulazione e ai non vedenti la possibilità di compiere l’intero percorso didattico con le stesse modalità per tutti i tipi di fruitori. Permette di compiere il percorso in qualunque momento dell’anno in quanto le carrozze stesse fungono da elemento schermante così da non arrecare nessun disturbo all’avifauna. L’impiego di fonti energetiche alternative per la locomozione si integra perfettamente con la collocazione del progetto in un sito di grande rilievo ambientale e vincolare il transito unicamente lungo i binari annulla l’effetto calpestio causato dal passaggio di persone a piedi creando un minore impatto sulla vegetazione Il tracciato dei binari si ipotizza rinverdito così da annullare il potenziale impatto visivo del tracciato e al contempo aumentare l’effetto di consolidamento dell’argine con la vegetazione. La “stazione” di scalo può ipotizzarsi all’interno dell’edificio “magazzini” dove i binari sono ancora esistenti sono necessarie delle semplici opere per la messa in sicurezza dello stesso, come gia previsto per la realizzazione del centro di monitoraggio. Il tracciato di binari nel tratto che collega l’accesso 2 con l’ accesso 1 subirà variazioni in base all’ingresso che verrà utilizzato. Percorso 4 “ Vegetazione alofita” Lo scarico in questa porzione di saline delle acque derivanti dalla salinetta ad uso didattico che si prevede di ripristinare potenzialmente innalzera il gradiente salino delle acque innescando dei 30


PdG Salina di Comacchio - sintesi fenomeni tali da ricreare le condizioni ideali per la ricomparsa di molte specie vegetali ora scomparse. Costeggiando le vasche di terza evaporazione si transita su parte dell’argine destro del Canale Bajon fino all’altezza del gruppo edificato; scendendo dall’argine percorre il limite fra le vasche di seconda e quelle di terza evaporazione raggiungendo la sala macchine, il percorso si chiude ad anello arrivando ai fienili tramite la viabilità principale Si prevede l’inserimento dove necessario di pontili, passerelle e parapetti atti a garantire la fruizione. Il percorso esclusivamente pedonale viene fruito nel periodo luglio-febbraio da gruppi accompagnati da guide e la lunghezza e la difficoltà del tracciato costituiscono di per se un limite per la fruizione. Percorso 5 “ La produzione del sale” Questo tracciato si articola in funzione del percorso didattico legato alla produzione del sale: partendo dal centro visita Fienili si percorre l’argine che circonda la salinetta didattica, il centro di monitoraggio, il museo e le altre attrezzature potenzialmente interessanti legate alla produzione del sale. Si prevede anche la sosta dei visitatori in particolare legate alle scolaresche che possono soggiornare più giorni per partecipare alla produzione del sale all’interno dell’edificio destinato a foresteria. Lungo il percorso saranno posizionate bacheche didattico informative sull’ambiente, oltre ad arredi necessari alla fruizione. Il percorso può essere effettuato per tutto l’arco dell’anno ma sarà di particolare interesse durante il periodo produttivo, il percorso sarà effettuato con visite guidate. Percorso 6 “birdwatching” Questo percorso si caratterizza per essere l’unico percorso legato alla salina da effettuarsi su acqua. L’escursione in battello viene organizzata presso la sede di Foce dove è gia presente un servizio analogo,si percorre il canale di valle che delimita Valle Uccelleraia fino a raggiungere il sito del Casone Valsecca in corrispondenza dell’approdo (vedi accesso 4) La connotazione idraulica della salina non permette attualmente di strutturare altre escursioni di questo tipo. Potenzialmente viene organizzato esclusivamente nei mesi da giugno a settembre, con carico massimo di 25 persone (oltre agli operatori), con orari tali da consentire le escursioni senza arrecare disturbo all’avifauna Percorso 7 “Servizio” Si prevede di mantenere l’attuale percorso carreggiabile che parte dalla portineria ed arriva al nucleo principale degli edifici esclusivamente ad uso degli operatori e dei manutentori per la gestione degli edifici (esposizioni ecc.) ed in caso di emergenze. Percorso 8 “Santa Filomena” Tale tracciato conduce fino alla stazione ecologica prevista nella Casa Bianca; si configura come un percorso di servizio fruibile esclusivamente dagli operatori e da coloro che svolgono attività inerenti all’uso di questo edificio. Percorso 9 “Valle Montalbano” Il tracciato si snoda sull’argine circondariale di Valle Montalbano percorrendo alcuni tratti di argine in massicciato con folta vegetazione di salicornie, per renderlo fruibile sono necessari interventi di risezionamento e in alcuni tratti è consigliabile l’impiego di passerelle in legno atte ad evitare il calpestio della vegetazione. Tale percorso si configura come servizio ai manufatti e alle attrezzature dislocate in questa porzione di salina. Verrà fruito esclusivamente dagli addetti e dai manutentori che necessitano di recarsi in sito.

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PdG Salina di Comacchio - sintesi L’argine circondariale della valle Montalbano costituisce il tracciato di questo percorso ad uso esclusivo del personale addetto e di esperti e ricercatori (le fruizione devono essere accordate con l’ente di gestione della salina) partendo dalla Centrale Elettrica si percorre il primo tratto dell’argine destro del canale fino ad arrivare al Canale Duomo, l’attraversamento avviene con una passerella (in concomitanza con l’attraversamento delle rotaie) Si prosegue ancora sull’argine destro fino al secondo dosso perpendicolare all’argine, in questo punto è necessario proseguire sull’argine sinistro pertanto si prevede la realizzazione di un piccolo pontile; seguendo l’argine sinistro si raggiunge il Casone Valsecca (rifugio dei rapaci notturni). Fino a raggiungere l’osservatorio faunistico.. Percorrendo l’argine si giunge a Valle Lamenterio, per ostacolare l’accesso all’argine della valle Lamenterio (sito di nidificazione dei fenicotteri) si prevede di collocare una schermatura tale da consentire l’avvistamento senza arrecare disturbo all’avifauna (struttura in legno, cannicci); Il tracciato scende dall’argine e proseguendo sul dosso che divide valle Montalbano da valle Lamenterio; è previsto un piccolo intervento di movimentazione terre per interrompere la continuità del dosso nel tratto che prosegue in direzione valle Lamenterio (per impedirne l’accesso è sufficiente creare una discontinuità tale da non essere agilmente superata dai fruitori). si giunge fino alla chiusa e la si attraversa proseguendo sul dosso perpendicolare a quello precedente, il percorso si ricongiunge al tracciato iniziale sull’argine destro del canale. Se necessario si prevede che parte del percorso possa essere su passerella in legno con assito tale da consentire la filtrazione di luce ed acqua, al fine di evitare il calpestio della fitta vegetazione esistente costituita prevalentemente da salicornia e per evitare interventi diretti di consolidamento dell’argine che provocherebbero la perdita della vegetazione.

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Obiettivi generali Gli obiettivi generali sono il mantenimento, o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora a cui il sito è dedicato. A tale scopo è utile riportate alcune definifizioni delle Direttiva habitat, all’Art. 1, relative al concetti di “conservazione” e “soddisfacente”. “Conservazione: un complesso di misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente ai sensi delle lettere e) e i). e)Stato di conservazione di un habitat naturale: l'effetto della somma dei fattori che influiscono sull'habitat naturale in causa, nonché sulle specie tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua struttura e le sue funzioni, nonché la sopravvivenza delle sue specie tipiche nel territorio di cui all'articolo 2. Lo «stato di conservazione» di un habitat naturale è considerato «soddisfacente» quando — la sua area di ripartizione naturale e le superfici che comprende sono stabili o in estensione, — la struttura e le funzioni specifiche necessarie al suo mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare ad esistere in un futuro prevedibile e — lo stato di conservazione delle specie tipiche è soddisfacente ai sensi della lettera i). i) Stato di conservazione di una specie: l'effetto della somma dei fattori che, influendo sulle specie in causa, possono alterare a lungo termine la ripartizione e l'importanza delle sue popolazioni nel territorio di cui all'articolo 2; Lo «stato di conservazione» è considerato «soddisfacente» quando — i dati relativi all'andamento delle popolazioni della specie in causa indicano che tale specie continua e può continuare a lungo termine ad essere un elemento vitale degli habitat naturali cui appartiene, — l'area di ripartizione naturale di tale specie non è in declino né rischia di declinare in un futuro prevedibile e — esiste e continuerà probabilmente ad esistere un habitat sufficiente affinché le sue popolazioni si mantengano a lungo termine.”

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Obiettivi di dettaglio Gli obiettivi di dettaglio da un lato articolano la finalità di gestire la conservazione nella specificità del sito e del suo stato attuale, dall’altra associano condizioni e modalità perché l’azione di conservazione possa produrre informazione, conoscenza e conseguentemente sostegno sociale ed individuale attraverso una fruizione consapevole e sostenibile dei luoghi. Gli obiettivi di dettaglio sono messi in connessione alle Azioni richiamando il numero della scheda relativa. Si riporta una tabella di sintesi degli obiettivi di dettaglio ed il riferimento alla scheda attività.

Obiettivi di dettaglio Risanamento e mantenimento della qualità delle acque in Valle Uccelliera in quanto habitat per Ruppietum cirrhosae e Knipowitschia panizzae Garantire l’uso dei dossi realizzati in Valle Montalbano col progetto LIFE per la nidificazione di alcune specie di Laridae e Sternidae di particolare significato conservazionistico. Garantire il ricambio delle acque presenti in Valle Lamenterio ed il mantenimento di condizioni idonee per la nidificazione della colonia di fenicotteri. Migliorare la circolazione. Garantire la conservazione e l’ampliamento della presenza di componenti botaniche e vegetazionali di pregio quali Puccinellia palustris, Salicornia veneta. Mantenere e incrementare la presenza di alcune specie di avifauna di particolare significato conservazionistico (Cavaliere d’Italia, Avocetta, Pettegola). Scoraggiare la presenza del Gabbiano Reale. Mantenimento della Salicornia veneta ed eventuale espansione del suo areale. Miglioramento paesaggistico. Contenimento della presenza di Gabbiano reale Garantire le condizioni in grado di supportare l’intero ciclo vitale di Artemia parthenogenetica. Riqualificazione paesaggistica. Contenimento della presenza del Gabbiano reale. Eventuale produzione di acque a salinità oltre il 35‰ da utilizzare in caso di necessità. Garantire la presenza di Halocnemum strobilaceum . Favorire la nidificazione di beccaccia di mare (Haematopus ostralegus), la sterna comune (Sterna hirundo), Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), Avocetta (Recurvirostra avosetta), Anatidi (Anatidae). Garantire la produzione di acque sovrasalate per la conservazione di habitat prioritari e la diversificazione degli ambienti (Halocnemum strobilaceum e Salicornia veneta) . Qualità della fruizione Garantire la sostenibilità delle attività di fruizione Garantire la corretta gestione della Salina Garantire il rispetto delle norme regolamentari relative agli accessi. Garantire la buona conservazione di strutture, manufatti edilizi, barriere di interdizione, ecc., attrezzature ed impianti. Vigilare sul buon funzionamento del sistema idraulico (rilevazione di eventi accidentali). Scoraggiare i reati contro il patrimonio dei beni immobiliari ed ambientali. Aumentare la capacità del sistema di pompaggio Mantenimento in efficienza del sistema di telecamere.

Scheda Attività IA - 1 IA - 2 IA - 3

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Obiettivi di dettaglio

Scheda Attività

Garantire il successo riproduttivo delle specie target: Fraticello (Sterna albifrons), sterna comune (Sterna hirundo), gabbiano roseo (Larus genei), avocetta (Recurvirostra avosetta) e beccapesci (Sterna sandvicensis).

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Obiettivi conflittuali Fra gli obiettivi potenzialmente conflittuali con gli obiettivi prioritari di conservazione c’è la presenza dei visitatori all’interno del sito. Tuttavia nel corso del progetto LIFE è stato elaborato un Piano di Fruizione che ha assunto come propri i requisiti della sostenibilità e minimizzazione del disturbo. Tale Piano è stato recepito come strategia della fruizione nel sito e comunque ne è stato previsto un accurato monitoraggio per verificarne la piena compatibilità con la conservazione delle entità biologiche presenti. Stante l’aspetto dimostrativo e didattico della produzione del sale, subordinata in ogni caso alla soddisfazione del fabbisogno di acque salate per la conservazione degli habitat e delle specie prioritarie, caratteri sanciti già dal progetto LIFE e pienamente confermati dall’articolazione del Piano di Gestione si può affermare che i due obiettivi non possono essere tra loro considerati conflittuali. È doverso infine ricordare che non sempre è stato possibile definire in modo preciso le esigenze ecologiche delle specie/habitat ed in alcuni casi i monitoraggi effettuati durante il progetto LIFE hanno evidenziato situazioni al di fuori di quanto codificato in letteratura. Ad esempio per il nono, che è stato ritrovato in vasche con valori di salinità ben oltre quanto registrato in letteratura. In sintesi è verosimile che eventuali obiettivi conflittuali possano emergere durante i prossimi anni di gestione della Salina, in tal caso dovranno poi essere evidenziati nelle successive revisioni del presente Piano di Gestione.

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Tipologia del sito Secondo linee guida Ministero la tipologia del Sito a cui appartiene la Salina di Comacchio è quello denominato “Siti a dominanza di Coste basse”, la cui descrizione si riporta integralmente. Come già evidenziato nel capitolo “Descrizione biologica” ben tre degli habitat citati in questa tipologia sono presenti nella Salina di Comacchio (Codici: 1150,1510,1410). “Siti a dominanza di Coste basse” Habitat determinanti la tipologia 1150 – *Lagune costiere 1510 – *Steppe salate mediterranee (Limonietalia) 1420 – Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi) 1410 – Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) 1310 – Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose. Caratterizzazione ecologica e fisica della tipologia I siti di questa tipologia sono molto ben caratterizzati e omogenei per la presenza di habitat. A livello di geosigmeto, anche gli habitat meno frequenti sono fortemente correlati agli altri, si tratta infatti di tipologie di vegetazione e ambienti tipici delle coste basse (1210, 2110, 1320, *2250, 6420, 2120, 1140); talvolta sono incluse nel sito anche le praterie di Posidonia (*1120). Le lagune presentano comunità a dominanza di alghe o piante sommerse, dei generi Chara, Zostera, Ruppia, Cymodocea e Potamogeton, riferibili alle classi Charetea, Zosteretea, Ruppietea e Potametea, che costituiscono habitat ricchissimi per varietà di comunità animali e vegetali. Si ricorda che, in questo contesto, per “laguna” s’intende “una distesa d’acqua salata costiera poco profonda, di salinità e di volume d’acqua variabile, separata dal mare da un cordone di sabbia e ghiaia o, più raramente, da una barriera rocciosa”. Le formazioni a dominanza di alofite presenti nei siti, sono classificabili Sarcocornetea e Pegano-Salsoletea, se caratterizzate dalla presenza di specie dei generi Artrocnemum e Salicornia, e riferibili alle steppe salate mediterranee, se caratterizzate dalla presenza di specie del genere Limonium e Lygeum (Crithmo-Limonietea, Thero-Salicornietea, Spartinetea maritimae). Gli equilibri ecologici di questi ambienti sono particolarmente delicati e permettono la sopravvivenza degli habitat dei pascoli inondati mediterranei, che sono comunità a dominanza di giunchi (Juncus maritimus), spesso in contatto con le steppe salate. I fattori ecologici che caratterizzano maggiormente i siti di questo gruppo sono un clima mediterraneo, suoli prevalentemente sabbiosi, un’elevata salinità e, per le lagune, le variazioni del livello delle acque. I siti di questa tipologia hanno distribuzione prevalentemente tirrenica e adriatica. Essi solo in pochi casi hanno una superficie maggiore di 600 ha e sono omogenei sotto il profilo altitudinale, avendo una quota minima corrispondente al livello del mare (con valori sempre compresi in un arco di variabilità di 15 m). La copertura forestale è generalmente inferiore al 7% della superficie del sito. Indicatori La particolarità dei siti di questo gruppo è legata principalmente alla presenza di lagune costiere e alle formazioni vegetali che generalmente si trovano a contatto con esse. È 36


PdG Salina di Comacchio - sintesi evidente quindi che il loro buono stato di conservazione sia legato alla persistenza delle acque e alla loro qualità, con riferimento a un basso carico di inquinanti e di materiali in sospensione. I parametri chimico-fisici delle acque dei siti (in particolare, la salinità) dovrebbero avere un’evoluzione stagionale, con caratteristiche più dulcicole nei mesi di massima piovosità e/o di massimo apporto fluviale e con caratteristiche alofile nelle stagioni secche. La mancanza di una tale ciclicità è indice di ingressione marina, le cui conseguenze sono una semplificazione delle comunità e la loro trasformazione verso caratteri marini, più banali. Indice di un buono stato di conservazione è la presenza di elementi contigui catenali, che siano dinamicamente collegati al gradiente ripario (presenza di microgeosigmeti caratterizzati dalla presenza di specie natanti, radicate ed elofitiche), e la presenza di elementi importanti dell’avifauna con caratteristiche stenoecie e stenotope. In genere le comunità ornitiche presentano elevato grado di complessità strutturale sia in periodo di nidificazione che di svernamento, con la formazione nel primo periodo di colonie da parte di Laridi, Sternidi e Limicoli in diretta dipendenza di parametri di estenzione dei siti oltre che di qualità ambientale. Colonie di gabbiano roseo Larus genei e corallino Larus melanocephalus possono essere localmente importanti parametri di importanza dei siti. In presenza di estesi fragmiteti al bordo dulcicolo dei siti,indici di qualità sono senz’altro rappresentati dalla nidificazione di tarabuso Botaurus stellaris, tarabusino Ixobrychus minutus e falco di palude Cyrcus aeruginosus e più localmente di pollo sultano Porphyrio porphyrio. Un aumento del fenicottero Phoenicopterus ruber che non sia esclusivamente legato a fluttuazioni distributive della specie, può invece rappresentare un chiaro sintomo di deterioramento ecologico con aumento della salinità oltre le normali fluttuazioni stagionali tipiche di ambienti dinamici ed imprevedibili. La presenza del nono Aphanius fasciatus tra i pesci eurialini e la sua prevalenza sulle popolazioni di gambusia, è indice di buona qualità ambientale come le estese formazioni bentoniche a Cerastoderma o la bassa incidenza di quelle a Merceriella enigmatica. La valutazione degli effetti di ingressione di acque salse sulle comunità bentoniche e perifitiche può essere utilmente realizzata con la valutazione della composizione di comunità macrobentiche a Crostacei e Platelminti, nonché con la valutazione delle comunità ornitiche in cui si vengono a perdere gli elementi più sensibili ai tenori salini anche stagionalmente elevati. . Possibili minacce • Fenomeni di degradazione del suolo per compattazione dovuta a calpestio. • Abbassamento della falda. • Incremento della variazione di salinità dei corpi d’acqua per cambiamenti nel regime idrologico: sia per la fauna immersa che per quella terrestre, l’innalzamento del tenore di salinità porta alla banalizzazione delle zoocenosi ed a un loro profondo cambiamento. • Predazione nei siti di nidificazione e di riposo da parte di cani vaganti, gatti o cinghiali. • Disturbo dei siti di nidificazione da parte della fruizione turistica • Agricoltura intensiva e allevamenti: in particolare, le acque reflue da zone di agricoltura intensiva possono determinare un apporto di nutrienti che determinano una rapida eutrofizzazione delle acque. • Inquinamento della falda. • Trasformazioni a carico dei fondali. • Presenza di impianti di piscicoltura e mitilicoltura, che possono determinare l’immissione di specie alloctone, un forte aumento del particellato in sospensione e lo sversamento di acque reflue cariche di antibiotici. • Prosciugamento e destinazione ad altro uso, anche parziale. • Erosione costiera. 37


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Indicazioni per la gestione A fini gestionali occorre: • definire adeguati piani, che prevedano una fascia di rispetto intorno al sistema lagunare e un progressivo allontanamento delle attività agricole verso l’interno; l’ampiezza della fascia di rispetto dipende dal tipo di attività agricola e dalla capacità di fitodepurazione delle cenosi vegetazionali costiere (canneto, tifeto, ecc.); • mantenere i necessari livelli di acqua salmastra, monitorandone le caratteristiche chimicofisiche; • ripristinare e recuperare, anche mediante interventi di fitodepurazione, le aree lagunari che lo richiedano; • monitorare in termini qualitativi e quantitativi le cenosi a dominanza di alofite, specialmente per quanto riguarda la loro estensione, il cui aumento è indice di un deterioramento in senso marino dei popolamenti; • censire i possibili tipi di approvvigionamento d’acqua dolce, comprese le possibili fonti alternative e monitorare le derivazioni per fini agricoli; • gestire adeguatamente il pascolo dei bovini nei periodi sensibili per la nidificazione degli uccelli e ai fini del mantenimento delle steppe alofile, nei siti tirrenici; • creare, ove necessario, adeguate aree di lagunaggio, con la realizzazione di meandri per l’ingresso delle acque dolci; • riqualificare le sponde, ove necessario, con progressiva eliminazione delle opere in cemento, al fine di riqualificare il tipo di contatto terra/acqua, che è fondamentale, sia per la riattivazione dei processi naturali di depurazione biologica, sia per aumentare gli spazi disponibili per la nidificazione e, più in generale, per la presenza della fauna caratteristica; • mantenere o creare siti per la nidificazione e il riposo di uccelli, non raggiungibili da predatori terrestri (isolotti); • regolare opportunamente il traffico veicolare e pedonale, nelle zone soggette a rischio di compattazione ma anche e soprattutto in considerazione delle esigenze di salvaguardia delle aree di nidificazione e riposo delle numerose specie ornitiche • Regolare la pesca dilettantistica e la frequenza di natanti

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PdG Salina di Comacchio - sintesi METODOLOGIA Le opere individuate consistono in massima parte in manutenzione ordinaria e straordinaria e in pochi casi potenziamento di strutture e attrezzature già realizzate nel corso del progetto LIFE o complementari ad esse, rivelatesi indispensabili per garantire la continuità dei risultati finora prodotti. Gli assetti organizzativi e protocolli operativi che garantiscano la continuità delle funzioni attivate col LIFE, in primis la conservazione, prendono atto delle difficoltà incontrate ed ipotizzano una evoluzione nel senso di maggiore sistematicità, efficienza ed efficacia della gestione partendo dalla fattibilità consentita dallo situazione attualmente consolidata. Le opzioni di monitoraggio individuate consentono di verificare in continuo l’efficacia degli interventi, di ridefinirne i caratteri, di individuare le future esigenze regolamentari, operative e di conoscenza, ma soprattutto, garantendo la continuità delle rilevazioni di indicatori significativi relativi alle entità di maggiore importanza conservazionistica, consentono di valutare in continuo l’opera di conservazione messa in atto. Le azioni gestionali elaborate per la presente strategia sono state ricondotte alle tipologie individuate nel “Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000” : • • • •

interventi attivi (IA) regolamentazioni (RE) programmi di monitoraggio e/o ricerca (MR) programmi didattici (PD).

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Interventi attivi (IA) Secondo la definizione del “Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000” (pag.253): “gli interventi attivi (IA) sono generalmente finalizzati a rimuovere/ridurre un fattore di disturbo ovvero a “orientare” una dinamica naturale. Tali interventi spesso possono avere carattere strutturale e la loro realizzazione è maggiormente evidenziabile e processabile. Nella strategia di gestione individuata per il sito, gli interventi attivi sono necessari soprattutto nella fase iniziale di gestione, al fine di ottenere un “recupero” delle dinamiche naturali, configurandosi in tal senso come interventi una tantum a cui far seguire interventi di mantenimento o azioni di monitoraggio (vd. oltre), ma non è da escludersi, soprattutto in ambito forestale, una periodicità degli stessi in relazione al carattere dinamico degli habitat e dei fattori di minaccia”. Molte delle azioni elaborate per il nostro Sito sono relative, in particolare, alla gestione della circolazione delle acque nelle diverse zone della Salina e mirano a fornire nell’immediato la possibilità di operare al personale del Parco secondo linee e con obiettivi chiari seppure con margini per futuri approfondimenti e aggiustamenti che, anche l’osservazione dei risultati ottenuti, consentirà di mettere a punto. Spesso tali attività sono state raggruppate per “Unità gestionali” ovvero i bacini della salina; in altri casi l’oggetto di intervento è individuato con riferimento alla toponomastica consolidata. 1. Regolazione delle acque in “Valle Uccelliera” 2. Regolazione delle acque in “Valle Montalbano” 3. Regolazione delle acque in “Valle Lamenterio” 4. Regolazione delle acque in “S. Filomena” 5. Regolazione delle acque nei “Bacini Servitori di Levante e Bacini Salanti di Levante” 6. Regolazione delle acque nelle “ex Vasche deposito e accumulo acque sovrasalate” 7. Regolazione delle acque nei “Bacini Servitori di Ponente e Bacini SaIanti di Ponente” 8. Regolazione delle acque nelle “Vasche di seconda evaporazione di Ponente zona sud e di Terza Evaporazione” 9. Regolazione delle acque nelle “Vasche di seconda evaporazione di Ponente zona nord” 10. Manutenzione e gestione della Salinetta 11. Miglioramento della funzionalità delle strutture e degli spazi per la fruizione 12. Mitigazione del disturbo provocato dalla fruizione alle entità vegetali ed animali 13. Operatività del personale 14. Attivazione/potenziamento Servizio di vigilanza e controllo 15. Potenziamento della capacità di sollevamento delle acque 16. Manutenzione periodica del sistema di telecamere 17. Utilizzo di sistemi di difesa dei nidi delle specie di avifauna di interesse conservazionistico

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Regolamentazioni (RE) “ Con il termine di regolamentazioni (RE) si possono indicare quelle azioni di gestione i cui effetti sullo stato favorevole di conservazione degli habitat e delle specie, sono frutto di scelte programmatiche che suggeriscano/raccomandino comportamenti da adottare in determinate circostanze e luoghi. I comportamenti in questione possono essere individuali o della collettività e riferibili a indirizzi gestionali. Il valore di cogenza viene assunto nel momento in cui l’autorità competente per la gestione del sito attribuisce alle raccomandazioni significato di norma o regola (…)” (Da: “Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000” (pag.213) Nella nostra trattazione per “Regolamentazioni” intendiamo proprio caratterizzare solo le attività mirate a definire nuove regole o a rinnovare quelle esistenti capaci di sostenere la adeguata conservazione del sito. Come descritto nel capitolo “La stazione Valli di Comacchio e la Stazione Centro Storico di Comacchio” tali esiti normativi hanno, nel caso della Salina di Comacchio, una valenza di tipo Regolamentare circoscritta cioè all’interno dello specifico strumento: Regolamento del Parco. 1. Definizione di regolamentazione degli accessi e delle modalità di fruizione 2. Definizione di regolamentazione di altre attività ammissibili e del servizio di Vigilanza e Controllo. 3. Imposizione di sanzioni

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Monitoraggio (MR) “I programmi di monitoraggio e/o ricerca hanno la finalità di misurare lo stato di conservazione di habitat e specie oltre che di verificare il successo delle azioni proposte dal Piano di Gestione; tra tali programmi sono stati inseriti anche gli approfondimenti conoscitivi necessari a definire più precisamente gli indirizzi di gestione e a tarare la strategia individuata” ( Da “Manuale…….) Le attività individuate: A) garantiscono la continuità con le attività di monitoraggio che il progetto LIFE ha reso possibile e che consentono di 1) rendere disponibili dati in grado di supportare la verifica di efficacia ed adeguatezza della azione di conservazione operata dal gestore; 2) consentono la verifica e validazione in continuo degli indicatori e dei parametri che sono stati e che vengono di volta in volta utilizzati; B) consentono di mantenere sotto controllo gli effetti innescati da attività realizzate con il progetto LIFE e che si considerano particolarmente influenti sulle condizioni di base da cui dipende l’efficacia della gestione; C) sono mirate ad ampliare le conoscenze sulle strutture e sulle dinamiche che caratterizzano il sito e che determinano le possibilità d’intervento del gestore per rendere più efficace la conservazione; D) alimentano lo sviluppo del sistema informativo per rafforzare la sua natura di strumento di supporto per le decisioni d’intervento e gestione.

1. Valutazione dell’efficacia dell’organizzazione della fruizione (strutture, percorsi, temi e modalità) 2. Controllo dei battenti d’acqua nei diversi comparti 3. Controllo dati meteorologici 4. Verifica livello di affioramento dei dossi in Valle Montalbano 5. Verifica della funzionalità delle arginature dei canali principali e dell’efficienza dei manufatti idraulici. 6. Monitoraggio delle dinamiche delle aree attualmente non interessate da habitat prioritari 7. Catalogo manufatti idraulici 8. Monitoraggio Avifauna

9. Monitoraggio Ittiofauna 10. Monitoraggio Acque

11. Monitoraggio floristico-vegetazionale

12. Aggiornamento SIT 281


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Programmi didattici (PD) 1. Manutenzione e gestione della Salinetta 2. Diffusione delle immagini delle telecamere 3. Coinvolgimento volontariato e associazionismo 4. AttivitĂ didattiche 5. Visite guidate

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