Plurale Mediterraneo Mare Bianco Di Mezzo - Gus Gruppo Umana Solidarietà

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PLURALE MEDITERRANEO mare bianco di mezzo


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PLURALE MEDITERRANEO mare bianco di mezzo

Edizioni Milella - Lecce ISBN: 9788833291826 A cura di Marta Ampolo, Divina Della Giorgia, Federica Ferri (GUS - Gruppo Umana Solidarietà) Testi di Amnesty international – sez. italiana, Marta Ampolo, Mariagiovanna Angelini, Raffaella Aprile, Gabriella Armenise, Daniela De Leo, Giuseppe Devita - WWF Brindisi, Ada Donno, Massimo Donno, Andrea Gabellone, Monica Genesin, Minonne, Gianfranco Molfetta, Federica Montinaro, Elisabetta Nicolardi, Donato Nuzzo (Casa delle Agricolture), Traduzioni a cura

ATTR AVER SO IL CAST ELLO

Revisione a cura di Gabriella Armenise (Dipartimento di Storia, Società e Studi sull'Uomo), Daniela De Leo (Dipartimento di Studi Umanistici di Studi Umanistici) Monica Genesin (Dipartimento di Studi Umanistici), e Laura Tundo (Dipartimento di Studi Umanistici e referente del Centro Pace e Diritti Umani) Illustrazioni di Federica Ferri di Paola Rollo


Indice

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Prefazione Preface

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Plurale mediterraneo. Introduzione The Plural identity of the Mediterranean

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La Puglia e l’accoglienza, una storia millenaria Apulia and hospitality, a thousand-year history

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Il porto The port

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Mercati e mercatini del Mediterraneo Markets in the Mediterraneant

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Olivo: una storia identitaria del Mediterraneo The olive tree: story of a symbol of the Mediterranean identity

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L’esigenza del seme The need for seed

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Dell’Io e del Tue del Più Of me, of you and of more

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Mediterraneità come luogo politico delle donne Mediterranean as a political place for women

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Intrecci culturali salentini e albanesi attraverso l’immaginario delle Fiabe e de li “Cunti” Salento and Albanian cultural intersections through the imagination of Fairy Tales and the “Cunti”

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Nodi Knot

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Le cicale (il dubbio, l’ulivo e l’orecchio) Cidadas (the doubt, the olive tree and the ear)

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Il Mediterraneo balla The Mediterranean dances


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Un mare “dentro” A sea “within”

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Il ritorno dei migranti nelle regioni di partenza Migrants’ return to the regions of departure

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Rotta per Otranto - diario di bordo On The Way To Otranto on-Board Diary

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La notte dell’Europa The night of Europe

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Mediterraneo. Mare bianco di mezzo Mediterranean. A white sea in between

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Il Mediterraneo, scrigno di biodiversità a rischio The Mediterranean, a treasure box of endangered biodiversity

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Cartographic maps

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Mar Mediterraneo Canale d’Otranto Canale di Suez Bocche di Bonifacio Mare Egeo Mare di Alboran Stretto dei Dardanelli Lampedusa Mar di Levante Mar Adriatico Stretto di Gibilterra

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Inventario emotivo mediterraneo

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GUS - Gruppo Umana Solidarietà

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Ringraziamenti Credits


nell’ambito dell’Avviso pubblico 2021 - Art 8 L.R. 12_2005 – Iniziative per la Pace e per lo Sviluppo delle relazioni tra i popoli del Mediterraneo Realizzato dal GUS assieme a: Ricerca Italiani, ActionAid International Italia Onlus, AWMR Italia –Donne della Regione Mediterranea,

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Realized by the GUS together with

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Prefazione Massimo Vita

lambiscono tre continenti, l’Africa, l’Asia e l’Europa civiltà e lingue. Una culla di popoli e culture. del Mediterraneo sono stati legati tra loro, accomunati dai continui scambi attraverso il mare. Seppur lungo le sue sponde si sviluppino tre diversi continenti, con le loro peculiarità e le loro differenze, i tratti delle coste, delle culture e

latino Mediterraneus, «tra le terre». E non si può

cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. […] Il Mediterraneo storia” così scriveva lo storico francese Fernand Braudel in uno dei testi sacri del Mare Nostrum.

assimilano ad accadimenti drammatici, in cui il passato e il presente si fondono come se la storia non fosse mai passata: dalle rotte degli

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attualità. Ma la storia “accade” e passa, così come gli uomini; mentre il Mediterraneo resta, seppur mutando. “Il trovasse oggi davanti al Mediterraneo, divenuto altre parole. naviganti e avventurieri. Nei poemi di Omero storia, il mare fa da cornice. Gli arabi, i greci e i delle loro struggenti storie d’amore. Ibn Battuta, il più grande viaggiatore arabo, uno dei primi e più grandi scopritori del mondo, soleva dire “viaggiare ti porta a casa in mille posti strani, poi ti lascia straniero nella tua stessa terra”.

Questo sentimento di dolore mal si accosta con la bellezza del Mediterraneo, con i suoi lasciti emotivi, con la vivacità dei suoi tanti popoli. E

delle vite, delle speranze e dei drammi degli tante sponde e non “muro”, tanto caro ad alcuni allontana. continua a raccontare la sua storia al plurale, dialoga e fa dialogare le “differenze” dai tratti

l’importanza dei valori universali e umanistici.

saperi e d’idee, oggi viene negata, e il nostro straniero nella sua stessa terra, nel suo stesso il plurale; il plurale dei popoli, il plurale delle culture, il plurale degli incontri.

società e la natura. Guardando il Mediterraneo, oggi, non si può non provare un sentimento di dolore nel ricordare le migliaia di persone morte alla ricerca di una vita migliore, nell’indifferenza naufragio di civiltà.

Gruppo Umana Solidarieà

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Preface Massimo Vita

populations and cultures.

"between lands". And it is impossible to imagine

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episodes of our present day.

divides, separates and alienates.

discoverers, used to say " Traveling - it gives you you a stranger in your own land”.

sea is apparently being compelled to become a

Gruppo Umana Solidarieà

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Plurale Mediterraneo Introduzione Marta Ampolo

“Il mare non lo scopriamo da soli e non lo guardiamo solo con i nostri occhi. Lo vediamo anche come lo hanno guardato gli altri, nelle immagini e nei racconti che ci hanno lasciato: veniamo a conoscerlo e lo riconosciamo al tempo stesso. Abbiamo conoscenza anche dei mari nei quali non ci specchieremo e non ci immergeremo mai.”

Breviario Mediterraneo

Proviamo a mapparlo in maniera imprecisa, sbapa emotiva, sentimentale, fantastica. Diamo forma all’invisibile, al profumo, al vento…

Il mediterraneo, la méditerranée, i mari del metrattiene la sua potenza e la sua ombra. È tempo Mediterraneo è un sentiero di ciottoli, o fornell’entroterra. È una soglia, un cortile, un naubini giocano alla guerra. Una borraccia condivisa. Un’oliva. Una piastrella dipinta a mano. È ruvida. Una ruga. Una parete umida, scrostata.

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l’intenzione e lo spirito con cui il gruppo di lavoro appena costituito si apprestava a preparare il

degli autori.

trici, illustratrici, poetesse, giornalisti, musicisti, docenti, ricercatori, militanti… Ognuno di noi era vamo persone, abitanti del Mediterraneo, provedelineare un sentore di identità. Dove mi sento a

tando, avesse un immediato fremito di vicinanza, si riconoscesse in parte e in parte si scoprisse, in cui far decantare nuove domande.

sembrano perdere di senso così… sti aperto agli sguardi ora assenti. Procederemo per fotogrammi, ci siamo detti, per impressioni, per particolari, per evocazioni. -

Marta Ampolo, GUS - Gruppo Umana Solidarieà

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The Plural identity of the Mediterranean Intro Marta Ampolo

“We do not discover the sea ourselves, nor do we see it exclusively through our own eyes. We also see it as others have seen it, in the pictures they draw and the stories they tell: we cognize it and recognize it simultaneously. We are familiar with seas we have never laid eyes on or bathed in.” Mediterranean Breviary

Let’s try mapping it in an imprecise, smudged, inis conventional. Let’s draw some sort of emotional, sentimental, fantastic map. wind… a sound… a cry.

bottom.

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lective group. We are cultural operators, facilita-

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seness, to recognize and discover a bit of yourself

now… -

Marta Ampolo, GUS - Gruppo Umana Solidarieà

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La Puglia e l’accoglienza, una storia millenaria La storia delle migrazioni in Puglia è stata presdecennio, la regione non era particolarmente atpunto di vista sociale ed economico, ed è possibile reperire esclusivamente studi sull’emigrazione dalla Puglia e sulle migrazioni interne, e, banizzazione. re si risolvono in una sostanziale marginalità dell’emigrazione regionale in confronto ai monuovo secolo, i dati restano costantemente sotimpoverimento delle aree rurali più marginali un’economia relativamente più moderna. In piena fase di meridionalismo marxista, per splosione di gruppi della tradizione popolare to e guidato da Rina e Daniele Durante, torna in auge la retorica della terra ospitale secondo la

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regione. Il più orientale d’Italia, nel caso del faro di Punta Palascìa; poco più all’interno nel caso del mosaico monumentale di Otranto. l’attitudine al dialogo e alla ricerca di vie terze, in cui il caos non è un estraneo da abbattere, ma una connotazione da cui lasciarsi pervadere e ispirare. Uno sguardo indietro La millenaria presenza umana in Puglia, testimoniata dai resti preistorici rinvenuti nel Gargano, a Mo-

Alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, il territorio divenne sostanzialmente un terreno di batta-

e Normanni. Mentre il papato perde le sue battaglie contro i normanni, nel 1087 arrivano a Bari le re-

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Dopo l’annessione al Regno di Sicilia nel 1156 e la conseguente distruzione del capoluogo, ebbe inifece costruire tra l’altro il suo famoso castello ottagonale ad Andria. Sono gli anni delle crociate e dei pellegrinaggi verso Gerusalemme. Il porto di Brindisi è l’ultimo lembo d’Europa della via Francigena Regno di Napoli, allora governato dagli aragonesi.

decisivo in Puglia, impossessandosi di Monopoli, Brindisi, Otranto e diversi altri porti strategici della penisola, integrando la Puglia nello Stato da Mar veneziano.

menti latinoamericani, causando un sostanziale disinteresse per le colonie del Mediterraneo.

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1734 con il passaggio del Regno di Napoli dagli Asburgo ai Borbone, in seguito alla Battaglia di Bitonto.

cui la Puglia, e Andria in particolare, inviò un contributo importante in termini di uomini e di mezzi. Il 1860 fu l’anno della caduta di Francesco II e dell’annessione al Regno d’Italia. La stagione delle riforme, però, subì un brusco rallentamento, e il Novecento pugliese si aprì con un

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popolare e culturale in un sostanziale fenomeno di abbandono della terra senza ritorno, cui i venti della prima guerra mondiale sembravano fare da ovvio contrappunto. soccombere ai manganelli del fascismo agrario. La Seconda Guerra Mondiale sferzò duramente il proletariato pugliese, restituendo una popolazione ampiamente analfabeta e in mano a potentati di ogni genere e ai maneggi dei notabili. Risollevavano la testa le organizzazioni sindacali e la lotta per i diritti dei cittadini riuscì a ottenere un L’attrattività migratoria della Puglia con-

tità di manodopera a basso costo.

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diventa semplicemente un argomento demagogico. Fino ai primi anni Novanta, la Puglia è un territorio di passaggio per altre destinazioni. Intanto, con l’implosione del colosso sovietico, viene meno uno degli ultimi regimi a non poter avere un’economia gione di accoglienza e tante contraddizioni. grande espansione delle comunità cinesi sul territorio. Dal 2001 ai giorni nostri sono le crisi umanita-

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Il modello di accoglienza mediterraneo di ingiusti, opta per la neutralità e per la non intromissione negli affari di stato, la realtà dell’accoglienza in Puglia gode di modelli virtuosi.

organizzate. Il sistema migratorio va riformato, inserito in una logica non emergenziale, ma strutturato secondo

“Le migrazioni dalla Puglia in età moderna e conco dell’emigrazione italiana, 27 marzo 2007. 2007. “Storia della Puglia” voll.1-2, Massafra-Salvemini (cur.), Laterza, 2014. “Transiti e approdi”, Luigi Perrone (cur.), FrancoAngeli, 2007. “In Puglia un modello diffuso e condiviso di accoglienza - Atti del Tavolo di coordinamento regionale per l’immigrazione”, Ministero dell’Interno, Roma, 2015.

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Apulia and hospitality, a thousand-year history studies available focused on emigration from between rural civilization and urbanization. All ginal reports of regional emigration if compared

relatively more modern economy.

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A look back -

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mas came into being: an interesting connection between cult and society.

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A century of internal battles, uprisings, natural disasters and famine began and culminated in 1734

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Mezzogiorno in order to start modern urbanisation. 26


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certain level of protection or mere illegal immigrants. -

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The Mediterranean hospitality system -

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reality, not to mention organized criminal activities.

Bibliographical References “Le migrazioni dalla Puglia in età moderna e vio storico dell’emigrazione italiana, 27 marzo 2007. 2007. “Storia della Puglia” voll.1-2, Massafra-Salvemini (cur.), Laterza, 2014. “Transiti e approdi”, Luigi Perrone (cur.), FrancoAngeli, 2007. “In Puglia un modello diffuso e condiviso di accoglienza - Atti del Tavolo di coordinamento regionale per l’immigrazione”, Ministero dell’Interno, Roma, 2015. 28


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Il porto Musica Emanuele Coluccia Testo Claudio Prima Banda Adriatica

Il porto non è che una vertigine, ferro di relitti andati in cenere, e ad ogni approdo ritrovi tutta la ruggine. Getti parte di te al di là del ponte, in un racconto che annebbierà la gente. Il porto è l’artiglio della terra, è la parte oscura della sua città come un rapace in un fremito già ti afferra E’ quella parola che ti sfugge Ad un orecchio acquieta come l’acqua, nell’altro si trasforma e diventa ruggine

un occhio serrato che ti chiama a sé e così come ti vuole così ti rende Al porto si balla in re minore Con le braccia tese a trattenere il dondolio perenne di un barcone 30


The port Music Emanuele Coluccia Lyrics Claudio Prima Banda Adriatica

The port is like a vertigo, iron of wrecks gone to ashes, and every landing brings up the rust again. You throw part of yourself beyond the bridge, to get into a new plot, in a story that will cloud people. The port is the claw of the earth, the dark side of the city like a raptor catching you in a heartbeat That’s the word you are missing In one ear it is like soothing water, in the other it turns and becomes rust The port is a grimace insulting you a closed eye that is luring you and as it wants you it shapes you At the port you will dance in D minor With your arms outstretched to hold back the perpetual rocking of a boat 31


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Mercati e mercatini del Mediterraneo Elisabetta Nicolardi

Mediterraneo, Mare di mezzo, in mezzo tra tre continenti: l’affascinante Asia, l’immensa, ricca Paesi si affacciano sullo stesso mare, accomunati da clima simile e simili frutti della terra e del mare: la vite, il grano, l’ulivo, il sale marino e il pesce. Poi ci sono le braccia di donne e uomini trasformano i prodotti, li consumano, li vendono. L’espressione “bacino” del Mediterraneo suggecoglie e custodisce al suo interno un immenso patrimonio di materie, colori, atmosfere, suoni, odori, sapori … storie. gina il Mediterraneo come un continente ed immagina un unico popolo del Mare di mezzo, da Tripoli a Trieste, da Istanbul a Barcellona ed agva impensabile in altre zone meno favorevoli”.

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energia vitale, in cui circola un patrimonio imin cui si creano e si mantengono i legami tra le popolazioni. 34


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Questa realtà è rappresentata benissimo lungo le sponde del Mediterraneo da piazze celebri come

Illuminano il giallo dei limoni e dei peperoni e l’arancione delle carote, delle arance, delle dolci clemen-

fertilità; rasserena il bianco delle cipolle e degli agli, sovrani incontrastati delle tavole mediterranee. Mediterraneo impara a riconoscere sin da piccolo. Sono l’origano, il timo, la menta, il rosmarino, il cumino ad inondare del loro profumo le vie dei mercati e le cucine dell’area mediterranea.

E ancora… le ciotole, tutte della stessa dimensione, posizionate una accanto all’altra, contenenti montagnole di spezie o coloranti in polvere, montagnole tutte della stessa altezza, o i barattoli di vetro allineati

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asciugandosi il sudore dalla fronte, risistemando la giacca, la camicia, la borsa, e con più calma, go36


dersi la passeggiata.

namente nei mercati e mercatini del Mediterratripudio di luce, sfumature, odori, aromi, suoni, sti mercati sono punti di incontro tra culture e genti e parlano delle loro tradizioni, culinarie e mercato mediterraneo è un’esperienza bella, redel mondo. I mercati mediterranei raccontano di popoli vivaci, di persone dalla fervida fantareinventano tutti i giorni la propria vita, tra una battuta ironica o sarcastica, una contrattazione cia parlano della loro voglia di riscatto e di continuare a sperare. Mediterraneo, Mare di mezzo, Mare Nostrum, il mare di tutti noi, con le nostre similitudini e le nostre differenze, ma, soprattutto, con i nostri umori e le nostre anime, piene di luce e di colori

siano datteri da palma, verze giganti o zenzero riscalda il cuore, sempre.

Elisabetta Nicolardi è insegnante, educatrice montessoriana e mediatrice di lingua e cultura araba.

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Markets in the Mediterraneant Elisabetta Nicolardi -

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created and preserved.

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negotiations and a cup of coffee or a mug of tea. -

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Elisabetta Nicolardi is a teacher, montessori educator and mediator of arabic language and culture.

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Olivo, una storia identitaria del Mediterraneo Francesco Minonne

tutte le grandi civiltà mediterranee già dal 3000 potrebbe essere avvenuto grazie a Fenici e Greci. Molti reperti attestano la presenza di noccioli o

L’associazione dell’olivo alla fertilità e prosperità pianta è da sempre riconosciuta dispensatrice anno: l’olio. Atena concede agli uomini. Nella Bibbia viene in segno di pace. Nella religione ebraica, l’olio di olivo veniva impiegato per i rituali sacri: profeti e re ne erano unti in segno di investitura. I frutti dell’olivo contengono circa il 20% di olio e proprio la sua estrazione è stata la principale presenta durissimo, compatto ed omogeneo, resistente al tarlo e a molti altri parassiti. È adatto

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per lavori d’intarsio e per la tornitura. Nelle tradizionali imbarcazioni da pesca, costruite dai per intagliare pezzi essenziali, come per esempio il dritto di prua e il dritto di poppa. accudire, proteggere, custodire famiglie di insetti disturbate, la loro casa naturale, o piccoli volatili salentina, dormono sicuri nel ventre scuro e fresco del grande albero. racconta di un dialogo animato e curioso tra la cincia (uccello canterino sempre presente nelle campagne salentine) e il contadino con l’ascia pronto alla potatura; il piccolo uccello nel suo verso sembra dire “Ci si tu, ci si tu, ci si tu”, e lo Ieu su Giacintu cu la ’cetta a cintu, vegnu taju l’arbulu dhunca ’nci si tu”. La cincia allora sembra tacere… ma solo Il centro di origine dell’olivo viene individuato in Asia minore; la specie Olea europea L. differenziatasi nelle due entità Olea europea subsp oleaster. e Olea europea subsp. domestica è rappresentata in entrambi i casi da piante dalle La prima, detta oleastro, è un albero di piccola taglia (5-8 m di altezza) con rami più o meno spinescenti e frutti piccoli dotati di scarsa polpa. Olea europea subsp. domestica, olivo coltivato, è invece un albero di maggiori dimensioni del e rami senza spine. Al di là degli aspetti legati all’utilizzo dell’uomo,

accomunano le due entità; primo fra tutti selvatico, l’albero simbolo del Mediterraneo, numero di vicende umane e fenomeni naturali data dalla capacità di perpetuarsi attraverso le numerose formazioni di polloni radicali. La sua forza di rigenerazione è particolarmente evidente dopo il passaggio di un incendio devastante. Le foglie, persistenti, sono lucide e coriacee come nella maggior parte degli alberi e arbusti della più aridi ed ostili. Oggi, però, proprio nel cuore del Mediterraneo, nel Salento, nella Puglia, i segni devastanti di paesaggi olivetati. I segni lasciati dal disseccamento rapido dell’olivo della longevità dell’olivo. Sembra il tramonto di un paesaggio millenario, un mosaico di immagini spettrali si imprime nello sguardo e, tuttavia, la vita e la morte si susseguono in un processo

il suo posto; sempreverdi rampicanti avvolgono

oggi può essere recuperato e nuovi modelli

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l’olivo può tornare, nella biodiversità, nella sostenibilità, in un territorio dove sia possibile assecondare la sua rigenerazione. completa, il frutto diventa quasi nero. L’oliva è una drupa ovale del peso medio di 1-3 g a seconda della varietà, costituita da una buccia (epicarpo) sottile che ricopre la polpa ricca di olio e contenente un nocciolo legnoso in cui è posto il seme unico o doppio, formato dalla mandorla con i suoi tegumenti. I costituenti fondamentali del frutto sono l’acqua di vegetazione (35-50%), l’olio (15-34% – suddiviso per il 96-98% nella polpa e per il resto nel seme) e le materie solide (cellulosa ed altri carboidrati, proteine, ecc.) che rappresentano il 25-40% del peso. L’olio, che si forma progressivamente nel corso tessuti della polpa e man mano si raccoglie in goccioline di dimensioni sempre crescenti, mentre le

Francesco Minonne è un biologo, direttore del Parco Naturalistico Otranto-Leuca

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The olive tree: story of a symbol of the Mediterranean identity Francesco Minonne

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been considered as a generous giver of a very -

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europea L. differentiated into two subspecies: Olea europea subsp. oleaster and Olea europea subsp.

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possible way.

ripen rapidly at the end of summer, taking on a purple color in late autumn. At this time of the year, the formation of the oil begins and lasts until when the fruit is fully ripe, becoming almost black. Olive fruit is an oval drupe with an average weight of 1-3 g depending on the variety, consisting of a think skin (epicarp) that covers the pulp, rich in oil, and containing a woody stone where a single or double seed is placed, this latter consisting of an almond with its integuments. The main components of the fruit are vegetation water (35-50%), oil (15-34% - 96-98% of which is in the pulp and the rest is in the seed), and solid materials (cellulose and other carbohydrates, proteins, etc.) which represent the 25-40% of its weight. The oil, which is progressively formed during the tissues and gradually collects in droplets whose size progressively increase in size, while drupes pass

Francesco Minonne is a Biologist,

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L’esigenza del seme Casa delle Agricolture Tullia e Gino

tinui, miscugli. Più di ogni altro essere vivente, il il suo movimento è determinato dagli uomini, il suo mutare, il suo adattarsi è determinato dai nati per curare e custodire, così è stato da semdistrugge. Fin dalle origini dell’agricoltura nella Mezzaluna fertile, affacciata sul Mediterraneo, e di conseguenza le sorti di un popolo e di intere civiltà, veniva custodito e meticolosamente conservato e riprodotto. Nel 1924, in Russia sotto il di botanica applicata di Leningrado (oggi San Pietroburgo). Ben presto l’istituto diventò famogrande collezione di semi del mondo: all’inizio degli anni Trenta riuniva 250mila campioni. Successivamente il suo responsabile, il genetista ricerca sparse in tutta l’Unione Sovietica. diale e si stava delineando un assetto geopolitico per il bene dell’umanità salvare l’elemento primalità genetica, salvare la biodiversità per salvare le specie viventi e detenere allo stesso modo la

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Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale i nazisti tentarono invano di appropriarsi dell’immen-

e nutrirono lo spirito umano.

nel tempo. Eravamo aperti allo scambio, curavamo relazioni, le stagioni erano le lancette del tempo agricolo, la luna, la speranza, la terra, l’abbondanza. Nel corso dell’ultimo secolo, le vicende legate ai

sementiera ed andare verso la razza pura. Standardizzare le produzioni, rendere tutto uguale e semplice, distese e distese di grano canadese tutto uguale, tutto da trattare con lo stesso diserbante, tutto della stessa altezza, tutto meticolosamente studiato nei laboratori della genetica nucleare. ci siamo condannati alla standardizzazione e alla perdita della nostra sovranità alimentare, abbiamo parti del mondo. Nel nostro pianeta il numero dei suicidi dei contadini di tutte le parti del sud del nella terra. Nel corso degli ultimi 50 anni abbiamo ceduto senza accorgercene i nostri diritti primordiali e abbiamo reclamato a voce alta diritti secondari, come ad esempio il gas nelle nostre abitazioni

e cioè dall’aver voluto delegare all’uomo Finanziarius, le sorti dell’intero pianeta. 51


The need for seed Casa delle Agricolture Tullia e Gino

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entire civilizations was carefully preserved and plied botany in Leningrad (now St. Petersburg), Russia, was founded under Lenin’s patronage. -

versatility, to save biodiversity and living speentire planet. 52


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Dell’Io e del Tu e del Più Chiara Marangio

Della moltitudine vorrei esser mare, degli opposti, dei contrari, delle estreme sponde esser mare, tra il non detto e il pieno essere mare, nel ritrarsi e nell’avanzare dell’onda, onda mai sola esser mare.

Dire vorrei che il bianco è parto di colore e gravido di voci eppur sento l’eco di assenza e di dolore, di gravida morte grave, di pupilla assente.

Sai esser mare tu, mare bianco di sale e zucchero e deserti di neve. Sai essere del bianco un mare forte e lieve.

Mare bianco che tu sei, non è solo mancanza, non è solo l’attesa che arde sulla costa. Esiste un quieto stare, di mani ad intrecciare le reti dell’essenza.

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Col Bianco che pronunci vorrei far spuma e per tutti dare latte, non più arreso pianto di silenzioso destino, non più miraggio al largo ma di luce raggio da vicino

Del mare che mi dai Sei bianco e sai di giglio. Del tuo virtuoso amare Sei sponda, sei un appiglio.

In te mi riconosco Già tanto da svenire Nel bianco mio accecare Di luce naturale.

Nel togliere e nel dare, in battere e levare, nell’incubo e nel sogno, fai mare tutto intorno.

Non sei solo sudario, ma trama stesa al vento dell’invadere e del carezzare sai esser bianco mare.

Col bianco ti conduco Nella canuta conoscenza Per far poi nel mezzo Con te riconoscenza.

Reciproco esser noi del mare noi sentiamo quel vivere e morire che da me a te ricorre in partire e partorire.

Del mare che io sono, tu sei forma e sostanza, mi abiti nel petto col ritmo del tamburo e coi tuoi piedi bianchi rincorro di noi il futuro.

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Of me, of you and of more Chiara Marangio

Of the multitude I would like to be the sea Of opposites, of contraries, of extremes shores be the sea, of the unspoken in the withdrawing and advancing wave, in the wave ever alone be the sea.

I wish I could say that the white Is birth of colour and gravid of voices and yet I hear the echo of absence and pain, of gravid heavy death, of empty pupils.

You know how to be the sea, white sea of salt and sugar and deserts of snow. You know how to be a white a strong and light sea.

The white sea you are It is not only absence it is not only the waiting A quiet stay there is peaceful presence of hands weaving the nets of essence.

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Through the White you utter I would like to make a foam and give milk to all, no longer surrendered cry of silent fate no longer mirages offshore but a ray of light close

Of that sea you give me You are the white and smell like lilies. Of that virtuous love You are a shore, you are a support

In you I see myself Already enough to faint In my blinding white Of natural light.

In taking and in giving, in beating and and rising, in nightmares and dreams you are the sea all around you.

You are not just a shroud but a weft stretched out in the wind of the hot and cold blowing of the overwhelming and stroking you know how to be white sea.

With the white I lead you Into the grey knowledge To then form in between With you gratitude.

Mutual essence of us Of the sea we feel The living and dying in departure and birth. Of sea that I am form and essence you are you live in my chest at the beat of the drum and with your white feet I chase after us the future

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Mediterraneità come luogo politico delle donne Ada Donno Nawal El Saadawi, si comprò un costume da bagno dal mercatino e si perse nel mare fenicio, mentre Islam.

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ammiccando: «Non dovrei spendere tanti soldi, ma sono la First Lady della città e devo essere elegante…».

derazione Democratica Internazionale delle Donne10 arrivate da diverse latitudini. in un Mediterranean women’s meeting for peace1

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donne mediterranee. Per un po’ navigammo separatamente, puntando allo stesso porto ma seguendo rotte diverse e approdando a scali diversi. Yana nella sua Malta nel ’90 e poi a Tunisi l’anno dopo, dove il progetto mediter58


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promossa dalle donne di Bologna e Torino, e la rivista Mezzocielo5 a Palermo.

e navigare tra sviluppo e sottosviluppo, diversità culturali, contraddizioni strutturali e disuguaglianze .

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, a conclusione di un meeting in cui avevamo cercato di abbozzare un discorso convergente fra donne provenienti da nove paesi delle opposte sponde, su Diritti delle donne, diritti nazionali e regionali. 7

anno un grande sconvolgimento - la caduta del muro di Berlino - ancora tutto da decifrare; mentre la creano le isole di conoscenza e i territori dell’incomunicabilità. L’appartenenza all’area mediterranea - il

dall’Impero nord-atlantico – pesassero e interferissero. Né potevamo immaginare – potevamo solo te59


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patriarcato, il militarismo, la violenza sulle donne, la salute delle donne, le migrazioni e il neo-razzismo -

Due volte l’appuntamento è stato in Italia. Nel 1998 a Gallipoli e nel Salento, per parlare di cosa noi donne del Mediterraneo possiamo fare insieme per affermare il nostro diritto a lavorare in piena dignità e di come il diritto al lavoro si possa accordare con i progetti di libertà delle donne8. E poi nel 2003 a Bologna e Montesole – luogo fortemente suggestivo e simbolico – per ragionare ancora di strategie di

di risoluzione delle controversie internazionali9» . Il riconoscimento del contributo delle donne alla codal trovare applicazione fattuale. dove Afrodite continua a rinascere dalle onde del mare greco – avere assunto un logo e un organigram-

litica.

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Nel frattempo la tecnologia è intervenuta a facilitare enormemente le modalità di comunicazione e ne abbiamo potuto misurare i vantaggi. Ha permesso, ad esempio, alla nostra Associazione di Donne della Regione Mediterranea di diventare un nodo di una rete molto più ampia – dal 2007 abbiamo aderito alla Federazione Democratica Internazionale delle Donne – estendendo il lavoro di tessitura delle relazioni ben oltre il Mediterraneo. Un approdo ineludibile in tempi di globalizzazione. dette in un recente seminario internazionale della Società della cura11, rete italiana di cui fa parte la tutti e tutte a fare i conti con la vulnerabilità come condizione umana e con l’interdipendenza dei viventi.

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Vedi IRIDE, bimestrale delle donne in lotta per la pace, Lecce/Firenze, anno 4 n.2/1989, pag.4 Vedi IRIDE, idem, anno 6 n.3, 1991 3 MEDiterranean MEDIA, www.medmedia.it 1 2

4 5 6 7 8

MEZZOCIELO, bimestrale di politica cultura e ambiente pensato e realizzato da donne, Palermo, www.mezzocielo.it Vedi IRIDE, idem, anno 7 n.2, 1992

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Ada Donno è la presidente della AWMR Italia - Donne della regione mediterranea

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Mediterranean as a political place for women Ada Donno

and Islam.

vating an idea: to create an association of Mediterranean women.

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oppress.

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men in 200710 essential step in times of globalization. 11

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Vedi IRIDE, bimestrale delle donne in lotta per la pace, Lecce/Firenze, anno 4 n.2/1989, pag.4 Vedi IRIDE, idem, anno 6 n.3, 1991 3 MEDiterranean MEDIA, www.medmedia.it 1 2

4 5 6 7 8

MEZZOCIELO, bimestrale di politica cultura e ambiente pensato e realizzato da donne, Palermo, www.mezzocielo.it Vedi IRIDE, idem, anno 7 n.2, 1992

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Intrecci culturali salentini e albanesi attraverso l’immaginario delle Fiabe e de li “Cunti” Gabriella Armenise, Daniela De Leo, Monica Genesin, Gianfranco Molfetta e Laura Tundo

tastici (come guerrieri e principesse, mostruosi tagonisti di storie tramandate, di leggenda in suggestivi e “magici” dove le credenze popolari sono ambientate. -

usi e costumi. Alcune storie sono state intenzionalmente ambientate in un particolare paese, o costiere. Queste ultime come baluardi di difeoltre a raccontarci stralci di storia, alimentano inevitabilmente l’immaginario collettivo di un ai veneziani, dai cretesi ai borboni. In un intreccio con il paesaggio le intrigate leg-

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uomini e i loro territori, entrambi delimitati, in gran parte, dal mare.

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della vita. La cornice del “c’era una volta” delimita lo spazio dell’azione senza barriere e senza tempo dell’impresa dell’eroe, il tutto tra libertà immaginativa e canoni descrittivi. Ogni azione compiuta nella I personaggi tra fantasia e realtà

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Incubi), rompendo oggetti o facendoli svanire e ricomparire per magia. Disturba il sonno delle sue vittime saltando sulla loro pancia o seno e facendo tutti i possibili dispetti (ad esempio, intrecciando

essere allontanato ponendo sull’uscio della porta una staffa di cavallo o delle corna di montone o bue. Naturalmente, come per tutti i pericoli, esiste un rimedio. Alcuni racconti popolari narrano i metodi per 69


a lui caro, prevede un premio: la realizzazione di un desiderio. Però per la sua natura dispettosa, la

delle convergenze nell’immaginario.

se la loro presenza in casa si avverte da piccoli segnali, come il cigolio di una porta, o lo sfarfallio di poi, nessun essere umano osa mettervi più piede.

La strega utilizzava la prima roccia come giaciglio e come luogo di profezie all’alba. Sotto la roccia -

arrampicavano sui tetti, facevano ammalare i bambini o si trasformavano in spaventosi gatti neri per

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strega)] e lanciandosi nel vuoto si trasformava in felino, per recarsi al sabba della città di Benevento

la svuotò sostituendone il contenuto con dell’olio di oliva. La notte successiva, la moglie ignara della sostituzione effettuata dal marito si unse pronunciando la formula, ma una volta lanciatasi nel vuoto -

inoltre, come altre creature della notte, la capacità di lasciare il corpo all’imbrunire in forma immate-

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essere ora il servo arguto e ora il servo sciocco, talvolta è il maestro e talaltra lo studente ottuso, il giudice e l’imputato, il profeta visionario e il buffone. In una storiella Nastradin, monta il suo asino posizione per non limitare troppo il proprio orizzonte mentale e mantenersi aperte tutte le possibilità. L’immaginario fantastico

solo abitato.

-

tradizioni e si riappropria della sua identità storica.

Il presente testo di carattere divulgativo è stato realizzato da Gabriella Armenise, Daniela De Leo, Monica Genesin, Gianfranco Molfetta e da Laura Tundo, si stanno svolgendo attività di ricerca sull’argomento.

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Salento and Albanian cultural intersections through the imagination of Fairy Tales and the “Cunti” Gabriella Armenise, Daniela De Leo, Monica Genesin, Gianfranco Molfetta and Laura Tundo passed down over time. Fairy tales and “cunti”

simultaneously real and unreal, religious and

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The characters between fantasy and reality

to dry).

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to go inside.

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Fantastic imagery

Armenise, Daniela De Leo, Monica Genesin, Gianfranco Molfetta and Laura Tundo, contact (Department of Humanities, University of Salento)

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Nodi Federica Montinaro

/nò·do/ La tessitura è come un racconto silenzioso. Per me è un racconto personale, ma si riallaccia a una storia più ampia e condivisa. Se si guarda indietro, alla storia della tessitura, c’è una società completamente diversa a fare da sfondo. Non esistono tessuti, e l’unico modo di averli è fabbricarli con le proprie mani. Siamo attualmente in una situazione completamente antitetica, caratterizzata da un consumo vorace Nel passaggio dalla povertà contadina alla modernità, si è perso il rituale della trasmissione del sapere. fatto di stenti. sa nelle trame e negli intrecci prodotti lungo tutta l’area mediterranea.

-

strade e nuovi modi in cui incanalarla. Poi però bisogna lasciare andare, le mani spesso prendono strade alternative, è un po’ una metafora A volte si annoda la tristezza, altre si annodano i sogni. E il racconto va avanti.

dell’ass. Trama - Mani che raccontano

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Knot Federica Montinaro

Knot sons. In a larger sense, the relationship or the totality of relationships that unite individuals or groups, or populations belonging to the same community or society.

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destination and a barely planned itinerary.

-

Weft - Hands that tell

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Le cicale (il dubbio, l’ulivo e l’orecchio) Massimo Donno

Il verso delle cicale è una domanda. Un vociare ciclico, costante, una ritmica ternaria, le cime alte, grigie, bianco e oro, a volte verdi:

si impercettibili, sonagli luccicanti, ferrei, tra un per una grande, complicata, scomoda, eterna sole è a picco sulle nostre teste leggere, nell’ora in cui, guardandoci, inizia a desiderare il nord-ore: lanciano la domanda, ma solo a metà. Una un dubbio, sempre differente nei toni, sempre uguale nell’intenzione. desidera il nord-ovest, la domanda è posta

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sciame di voci al mercato, un brusio sotto la cassarmonica, un mormorio al passaggio del santo nella

pure è solo una domanda, la stessa, ma con le nuvole diafane, tra noi ed il sole. -

di tramutarli in cicale, in modo da permettere loro di passare tutta la vita, seppure breve, cantando attraverso le parole di Orapollo, ci aveva visto bene, infatti: per lui la cicala rappresentava l’iniziazione

grigie, sempre meno bianco e oro, sempre meno verdi.

alte, sempre più grigie, sempre meno bianco e oro, sempre meno verdi. E durante il resto dell’anno zione umida e rigogliosa di novembre, ancorata ad ogni goccia di nebbia mattutina, vicina a noi come il 84


mente, la stessa domanda, tra le cime ora basse, sempre più basse, sempre più grigie, come ossa E noi ignari di essere la domanda, di essere la domanda coraggiosa, risposta vigliacca a mezza voce, sguardo basso, sorriso a mezz’asta, imbapiù basse, nuvole polverose e immobili in giorni esseri senza colpa, esistenze senza meriti. nodoso è ora ridotto a magro fuscello senza polsi, vuoto, leggero, inconsistente, sempre meno utile per accogliere la voce dell’artista del dubspetto nell’aria. E intorno sempre meno foglie, -

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Cidadas (the doubt, the olive tree and the ear) Massimo Donno

A large drum, made up of small, almost imper-

intention.

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lower and lower tops, dusty and motionless a gnarled arm is now reduced to a meagre twig

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… 88

Massimo Donno is a Songwriter - Musician


Il Mediterraneo balla Raffaella Aprile

la rappresentazione danzante degli stati alterati Nel Mediterraneo, tra la Grecia e il Salento, la za è associata alla trance, ovvero alla sensazione di estasi, ebbrezza o rapimento della sfera emozionale. Essa si snodava lungo le sponde del mare Nostrum e in altrettante e diverse manifestazioni si esprimeva. La trance nel Mediterraneo non si può datare o do in modo eccessivo il sistema legato ad essa, comprende tre ingredienti: musica, danza ed estasi. Questi tre ingredienti opportunamente miscelati tra loro, possono indurre il cervello ad entrare in un stato alterato di coscienza. La co. Attraverso il ritmo costante e incessante, diviene pulsazione. Un continuo pulsare ripetitivo a sé i ritmi ipnotici dei tamburi, le strofe cantate cadenzata. L’estasi è l’evasione dalla realtà, l’annullamento del circostante. La fuga dalla conmoderna non dà punti di riferimento, i mutamenti sono all’ordine del giorno, si vive la vita in continuo affanno. Il mondo moderno poggia le proprie basi sull’aumento delle possibilità di 89


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mondo agricolo-pastorale scompaiono. Ma non del tutto. Piuttosto evolvono, prendono la forma del momento. Le pulsazioni sono sempre esistite. La vita nel Mediterraneo pulsa. Di conseguenza la trane di ballare per giorni, è diventata una necessità. Assistiamo alla ripresa dei party come negli anni

con le reazioni del corpo. Danzare implica il movimento, un cambiamento. una reazione ad uno stato per allontanarsi momentaneamente dall’amarezza della vita, dalla realtà. Per entrare in contatto con gnawa. La trance non è tutta uguale. In tutti i casi come il tarantismo la danza rappresenta una cura, la Nel Mediterraneo la danza è stata usata per lenire profonde ferite, per comunicare lo stato di disagio oppure per entrare in empatia con il prossimo e con l’altro. Nel nostro tempo la trance dance continua

Raffaella Aprile è un’artista musicale

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The Mediterranean dances Raffaella Aprile

of ecstasy, inebriation or emotional rapture. It and was expressed in a variety of ways. Trance

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melody. Ecstasy is an escape from reality, an customs. Nowadays, modern society does not currence, and life is lived in a constant state of 92


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Raffaella Aprile is a musical artist

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Un mare “dentro” Pace (Lecce) a cura di Mariagiovanna Angelini

E così, “in mezzo alle terre” emerse, un Mediterraneo di tesori e vite perse.

ritorna prepotentenella mente,

ne è certo pieno tutto il mondo. celano in fondo disperati lamenti. “Io ci provo”, dissi a me stesso, giungo sull’altra sponda e poi mi confesso. troverò democrazia e l’agognata libertà. Ma purtroppo mi sbagliavo, son giunto a un precipizio,

lo scorrere del tempo non è più lo stesso.

eppure appartengo alla lista dei dimenticati. voglio liberarmi, solcare onde nuove.

abbiamo ancora molto da dire.

Mariagiovanna Angelini è una mediatrice penitenziaria

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A sea “within” prison (Lecce) edited by Maria Giovanna Angelini

And so, “in between lands” it emerged,

A colour so blue and so deep, But its water, so clear and transparent, “I’ll try”, I said to myself,

Everybody’s water, nobody’s privilege, of vile interests and someone’s power.

edge of a precipice,

Mariagiovanna Angelini is a prison mediator

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Il ritorno dei migranti nelle regioni di partenza Franco Merico

1. Le migrazioni come un “ponte” fra le Regioni sto breve articolo. Naturalmente si tratta di un ponte economico, culturale e sociale. Tale ponte o contatto sociale si instaura già nel momento parte da un determinato luogo e va ad insediarsi

parte del gruppo di emigranti decide di ritornabrevemente come si sviluppa il processo e pergià possono contare su una lunga tradizione di Quando si parla di migrazioni spesso la maggiore attenzione viene rivolta al momento dell’arrivo e del primo insediamento degli immigrati nel nuovo territorio. Per esempio oggi in Italia tutta l’attenzione della stampa e degli studiosi è rivolta prevalentemente ai temi dell’integrazione sta seconda facciata è molto importante per il consolidamento dei legami fra le due società.

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2. La narrazione parte dall’esperienza italiana e mette a confronto le vicende del ritorno in Italia con svolte negli altri tre Paesi dell’area mediterranea.

-

per la produzione di ortaggi o si sono dedicati alla coltivazione di frutteti ed aranceti.

Per esempio, si rilevava una grande trasformazione lavorativa tra il lavoro svolto alla partenza ed al rientro, con una notevole contrazione dell’attività agricola a favore dell’occupazione nel settore comnomici dalle stesse condivisi in Svizzera od in Germania e poi trapiantati come per il Salento. Provo a fare alcuni esempi. dall’Estero o dal Nord Italia, dove già si erano diffusi.

-

ne rientrate dalla Spagna. Si tratta di un campione modesto ma dalle interviste e dalla osservazione

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dall’Italia. In pratica il legame con l’Italia proseguiva ben oltre il periodo della migrazione. Ovviamente

lavorato in tali settori in Italia ed ora cercavano di esportare tale modello alimentare nel loro Paese. pensioni avevano il nome italiano spesso legato alle città in cui i proprietari erano emigrati negli anni

o tunisini vengono ad insediarsi nelle nostre contrade oppure in Spagna o in Francia. Lo scambio ecolegame ma in certi casi lo prolunga e lo rafforza. Se un immigrato rientrato dall’Italia in Marocco o in Albania e dall’Italia continua ad importare piastrelle o pasta fresca certamente il legame rimane vivo. curati, rafforzati e continuamente favoriti. Il Mediterraneo ne trarrà giovamento.

Franco Merico già professore di Sociologia presso l’Università del Salento

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Migrants’ return to the regions of departure Franco Merico article. Surely it is an economic, cultural and somigrants leaves a given place and goes to settle -

already count on a long tradition of contacts, al-

tion and coexistence. But, as I mentioned before, -

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sectors. -

already popular.

empirical considerations. 103


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Franco Merico is a sociologist at University of Salento

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Rotta Per Otranto Diario Di Bordo Emanuele Coluccia e Claudio Prima Banda Adriatica

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Notte fra il 15 e il 16 Maggio. Da Brindisi a Dubrovnik lenzioso di Idea 2 mette tutto a tacere e ci porta in Adriatico. Al suono triplice della sirena scatta un Il buio e il freddo avanzano, ma ce lo aspettavamo già, vi andiamo incontro emozionati e curiosi. E’ una

inaspettata ma familiare, e’ calmo e ci culla dolcemente. Il freddo aumenta però. E’ il momento di prendere i giacconi e di sprofondare nel mare aperto, l’Italia e’ sempre più lontana. Non c’e’ più terra visibile intorno, in nessuna direzione. scorrono libere le emozioni di ogni secondo. Siamo sulla rotta e il comandante si raccomanda di organizzare i turni di guardia notturna. Ricordo di essere stato assalito dal sonno non molto prima di mezzanotte. Ho raggiunto la cabina per darmi al letil letto. Mi sono coperto, lana, pile. Ho raggiunto il comandante fuori: lo trovo seduto su una sedia di -

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On The Way to Otranto On-Board Diary Emanuele Coluccia and Claudio Prima

BandAdriatica

The night between the 15th and 16th of May. From Brindisi to Dubrovnik. -

port full of unusual palm trees and Albanian and -

- for over 30 years.

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welcomes us from now on.

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La notte dell’Europa

di fortuna, riescono a trovare riparo in un centro di accoglienza sovraffollato, tentando innumere-

Andrea Gabellone

mine antiuomo. Alcuni di loro, nell’attesa di poter superare

Per l’attraversamento illegale della frontiera -

“Abbiamo bisogno di aiuto per affrontare la si-

il gioco. Per provarci si attende il momento migliore: la notte, la mattina presto, magari in un giorno senza pioggia o neve. Si raccolgono le forze e si parte. La tappa per mettere piede in Europa è, tuttavia, solo l’ultima di un lungo ed estenuante viaggio bambini in cerca di una vita migliore, o sempliceverse, ma storie in comune. Guerra, fame e per-

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e sono stati brutalmente respinti. Gli agenti utilizzano droni e cani per la ricerca; poi, una voltasca e rompono i loro telefoni cellulari. Tutti so-

una realtà non più sostenibile. La cosiddetta “rotta balcanica” parte dalla Turanni i percorsi, costringendo i migranti alla ricerè diventato una “bomba” pronta ad esplodere alle porte dell’Europa, un collo di bottiglia dove

frenata dalle divisioni interne. una moneta di scambio, un’arma di ricatto con la di euro. Un gioco delle parti, come nel caso della e l’ipocrisia dell’Unione Europea; un cinico braccio di ferro giocato sulla pelle di milioni di esseri il rispetto per la vita. Andrea Gabellone è giornalista e fotoreporter d’inchiesta.

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The night of Europe

of landmines.

Andrea Gabellone

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longer bearable. visions. border controls implemented by some countries -

-

ter in an overcrowded reception centre, trying 111


Mediterraneo Mare bianco di mezzo Amnesty International Il Mediterraneo centrale è da tempo riconosciuto come una delle rotte migratorie più pericolose del mondo. perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Unione europea a bordo di imbarcazioni fatiscenti e sovraffollate. Sebbene il numero complessivo di dal 2017, in centinaia continuano ad annegare ogni anno. Molte vite potrebbero essere salvate ni di ricerca e soccorso, invece di negare l’impiego di navi e ostacolare l’attività delle organizzazioni non governative, criminalizzando la solidarietà e condo cui le operazioni di salvataggio sarebbero

umani. Ne è un esempio la cooperazione con la tare le persone in mare e riportarle in un paese ritto internazionale, e in cui bambini e bambine, donne e uomini così rimpatriati sono soggetti a gravi abusi. cità e il potenziale regionale di offrire protezione internazionale, oltre a danneggiare i valori euro-

granti è collegata all’incapacità europea di im-

cui tutti possano vivere in sicurezza e dignità e godere dei propri diritti civili, politici, economici, scriminazioni; dove nessuno si senta obbligato

mettano al primo posto il rispetto e la tutela dei diritti umani. Il numero di arrivi irregolari è relativamente basso e gestibile rispetto ad altre re-

altre gravi violazioni dei diritti umani, inclusa la mancanza di accesso ai livelli essenziali di diritti economici e sociali, e in cui rotte sicure e regolari

gran lunga inferiori. Eppure, governi e istituzioni europee continuano a concentrarsi sulla prevenzione degli arrivi e sull’esternalizzazione delle responsabilità stringendo accordi con paesi con

parte fondamentale di una risposta sostenibile e a lungo termine alla situazione nel Mediterraneo.

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Mediterranean A white sea in between Amnesty International -

European Union in crumbling and overcrowded

every year. Many lives could be saved if Euro-

regional capacity and potential to offer international protection, as well as damaging European -

nmental organisations, criminalising solidarity

-

ge in effective migration governance based on is relatively low and manageable compared to far fewer resources. Yet, European governments and institutions continue to focus on preventing arrivals and externalizing responsibilities -

Mediterranean situation.

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Il Mediterraneo, scrigno di biodiversità a rischio Giuseppe Flore e Giuseppe De Vita

Immenso patrimonio naturalistico, scrigno di biodiversità e culture, oggi il mare Mediterraneo sta pagando il prezzo dell’impatto antropico esercitato sul suo immenso ecosistema nel temdel mondo si sta inesorabilmente riducendo. La do di arrestare il declino del nostro mare, tante nome della tutela ambientale stanno lavorando nel locale per salvare il globale. 0,82% di tutte le aree marine del pianeta. Malgrado le ridotte dimensioni, il Mediterraneo è vantando una biodiversità pari a circa il 7% di stemi al mondo. Il nostro polmone blu deve le sue peculiarità alle dell’area in cui si trova e alle particolari correnti ste, provocando il rimescolamento dei nutrienti essenziali presenti, offrono nutrimento al plancton, la base della catena alimentare marina, da

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del mare Mediterraneo il gioiello naturalistico Ora le sue condizioni di salute non sono delle Stiamo uccidendo la biodiversità.

biamo perso circa il 60% della biodiversità. Il mare Mediterraneo non è esente dal disastro mare sta soffrendo esattamente come il resto della Terra, se non di più. diversità sono tutti strettamente legati alle atpesca intensiva con prelievo indiscriminato del-

Proprio a causa della sua conformazione, essenaccessi di Gibilterra e canale di Suez, il mare Memodo più accentuato rispetto agli oceani. Que-


a ritornare alle condizioni precedenti.

verni nazionali alle piccole realtà, sta lavorando per provare a porre rimedio. Un esempio virtuoso in Puglia è la Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. come tutti gli altri. In buona parte, la pesca veniva condotta con metodi non sostenibili, come -

attraverso altrettanti progetti di cooperazione internazionale. sa fare agendo locale, viste le dimensioni ridotte dell’area protetta, e pensando globale per una costante riduzione dell’impatto antropico sul mettere al Mediterraneo di rigenerarsi se non si lavora tutti uniti e puntando verso un’unica tantissimo, come cittadini attivi attuando tutte le possibili azioni per non peggiorare la situazione

pesca assoluto nell’area protetta per 5 anni, e punto, l’ente gestore insieme ai tecnici dell’Unimodello di pesca in grado sia di rispettare l’eco-

Allo stato attuale, i piani per la collaborazione internazionale al livello europeo nell’ambito del Mediterraneo sono tanti, ed in alcuni casi ben strutturati, ma si può e si deve fare di più.

aderito al protocollo. Da ormai 15 anni, a Torre Guaceto possono pescare, solo una volta a settimana, i pescatori professionisti residenti nel modello, oggi a Torre Guaceto si pesca meno e riprodursi e, grazie al fenomeno della dispersiopolano l’intera costa Sud della Puglia. pio virtuoso di coesistenza tra concetto di tutela dell’ecosistema e sostegno della comunità sostenibile di Torre Guaceto è in fase di attuazione in svariate aree marine del Mediterraneo

Thalassia

Guide Ambientali Escursionistiche

Giuseppe Devita è Presidente del WWF Brindisi

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The Mediterranean, a treasure box of endangered biodiversity Giuseppe Flore e Giuseppe De Vita

impact exerted on its immense ecosystem over -

-

ledge. Today its vital condition is not as good,

-

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It is precisely because of its conformation, being -


and “warmed up”, it struggles to return to its natural state.

-

nean.

-

Thalassia

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Federica Ferri

Quando nel 1973 Arno Peters diffuse la sua nuova mappa del mondo, con i Paesi del Sud più grandi mondo e sulla sua rappresentazione.

deformazioni. Oggi siamo abituati a immaginare un mondo Europa-centrico in cui l’Africa occupa la parte centromeridionale del pianeta mentre il Sud America e l’Oceania occupano lo spazio in basso a sinistra una rappresentazione del mondo con il continente al centro della mappa, e l’Asia divisa a destra e a sinistra delle Americhe. stato il momento d’oro dell’orientamento con l’Est in alto, che consentiva di seguire il sole e il suo movimento dall’alba al tramonto. L’epoca delle esplorazioni navali produsse esigenze nuove e diverse piccoli manuali dotati di carte nautiche, rotte, informazioni sulle coste e consigli per i marinai, i quali conoscevano già la funzione orientante della Stella Polare e avevano ormai preso familiarità con la

Sud del mondo sono sbilanciati a discapito di quest’ultimo, non scartiamo troppo in fretta la mappa universale del mondo diffusa nel 1974 da McArthur, che ritrae un mondo con il Cile, l’Australia ed il Sud Africa in alto, simboleggiando il desiderio di poter avere molte rappresentazioni della realtà, dove Federica Ferri GUS - Gruppo Umana Solidarietà 119


Cartographic maps Federica Ferri

When in 1973 Arno Peters released his new map of the world, the southern countries were larger compared to the traditional Mercator map, and the attention was drawn to a topic that until then was relegated to cartographers and mathematicians, fueling the debate on the relationship between the The cartographic projections that have been produced over the centuries are the result of geometric, mathematical or empirical transformations of geographical points. Planispheres and maps are intended to represent a phenomenon that in practice exists on the surface area of the sphere: the inability to avoid distortions. Today, we tend to think of a Europe-centric world in which Africa occupies the central-southern part of the planet, while South America and Oceania cover respectively the bottom left and right corners. But this is only a convention, and over time women and men have produced maps with different orientations. For instance, in America there is a widespread representation of the world in which the continent is placed at the centre of the map, and Asia is split between the left and right side of America. Middle Ages was the golden age of orientation with the East at the top, that allowed to follow the sun and its motion from sunrise to sunset. The era of naval exploration produced new and different books appeared, which were small manuals with nautical charts, routes, information on coastlines and compass, whose needle, according to Chinese tradition, indicated the South instead of the Magnetic The orientation of our maps, like so many other features of the modern world, originated from the combination of chance, technology and politics. However, in times when the relations between the quickly the universal map of the world released in 1974 by McArthur, which depicts a world with Chile, Australia and South Africa at the top, symbolizing the desire for many different representations of reality, and where each territory acquires the central role that until now has only been given to Europe. Federica Ferri, GUS - Gruppo Uamana Solidarietà 120


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Inventario emotivo mediterraneo

mare bianco di mezzo al ba r al abya al mutawassi ilel agrakal mare tra le terre akdeniz la mediterranée im sdhe pozza conca anfora giara cicale agorà labyrinth damigiana piastrella vimini

reyekh salvia timo lavande melitzána zucchina pomodoro peperone aglio cipolla jasmine gerani sui vino rosso aceto damigiana cisterna barile cantina superstizione scazzamurreddhu sincretismo porodica patriarcato noce palme batin alyad pini cipressi olivo frassino quercia papiro canapa canapé mula salamoia marinata scapece pupi siciliani cocomero karpuz pasta salsa brodetto buille frittella lanterne fanali del porto terrazza racconti amorosi logge pergole muri scrostati ‘uwmidta portoni pellegrini commedianti humoristas suore peyot saltimbanchi giocolieri caballos chianche equipaggio vicolo sokak calle trattoria artigiano legno ferro battuto caffettiera istilah turp melanconia stanchezza utrujenost pietà attesa sevdah essiccazione travaso raccolta messa a dimora mungitura spremitura lupanare catacombe suk voce alta gesto teatralità contaminazione linguistica nefes nefese banchi del crossing croissant fertile gerusalemme costantinopoli venezia canali genova boccadirosa campane fontane vasche zampilli giardini rito barmitzvah battesimo rocce scogli saline entroterra ciottoli sassi 132


kamen sabbia ámmos terra rossa lidi insenature baie grotte promontori macchia mediterranea albe garbino libeccio levante faro molo ponente grecale tramontana wind scirocco tornio mulino macina pressa torchio colatoio abbeveratoio pastori sardi bastone fascina za’atar accabadora torri merlate rifugi mine coltello bunker lisca osso randagio vele miele nodi retiacula esca fagotto shukran shukaria testamento vangelo sinai rosa di gerico rosa dei venti giordano nilo beduini tuareg carte nautiche stella polare mappa battello gommone materassino contrabbando parasol telo battigia piedi nudi verginità sangue strascico pizzo anello mandolino violino promessa obljubi lettera pismo tromba

mano di fatima cicatrice sulla fronte caviglie irene di bisanzio matera grembiule haii cerchetto fez quaresima lago di tiberiade muro del pianto church cupola della roccia lutje minareto chiese rupestri briganti partigiani questione mediterranea naufraghi annegati madonna vegfarer santi fatima rachele saraceni turchi otranto martiri porta sublime porta del deserto monili stoffe danubio tigri pistacchio heys moltsayt biblioteca di alessandria biblioteca di sarajevo urbs troiae ulisse karakoy

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nasce nel 1993 da un gruppo di volontari per portare aiuto alle popolazioni colpite dalla guerra razione allo sviluppo alle emergenze umanitarie, dalla tutela dei diritti umani all’accoglienza e nizzata alla realizzazione di progetti culturali e di contrasto alla povertà educativa. sviluppo sostenibile e di solidarietà sociale capaci di creare inclusione e coesione. Dai progetti sviluppati nei Paesi a basso reddito e dal lavoro d’integrazione dei cittadini stranieri in Italia, il e della comunità.

-

community’s development.

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Ringraziamenti / Credits

Gabriella Armenise, Daniela De Leo, Monica Genesin, Gianfranco Molfetta, Ada Donno, Federica Montinaro,

evocazioni sonore.

Monica Genesin (Dipartimento di Studi Umanistici), e Laura Tundo (Dipartimento di Studi Umanistici e

reciproco. ed Angelica Paiano, per ogni giorno. Grazie ad Hamado Tiemtoré per la sua profonda voce.

progetti nati da e con Plurale Mediterraneo.


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