GRANATIERI DI SARDEGNA CENTOCINQUANT’ANNI DI STORIA ITALIANI

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XI

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PRESENTAZIONE DEL PRESIDENTE ASSOCIAZIONE N AZIONALE GRANATIERI DI SARDE GNA Anche questa volta pioggia! È venuto spontaneo dirlo perchè ha piovuto nel corso della celebrazione del 350° anniversario della fondazione dei Granatieri. Forse anche in quel fatidico giorno, il 18 aprile 1659, pioveva. Difficile saperlo per certo, ma facile immaginarlo, sono gli scherzi del mese di aprile. Comunque che fierezza nel portamento e nel cuore dei Granatieri mentre sfilavano per le vie di Torino. Non c'è stato nessuno, proprio nessuno, anche fra i più anziani, che abbia rinunciato alla parata, dopo più di un ' ora di attesa mentre continuava incessantemente a piovere, e che abbia ceduto accettando il comodo riparo che offrivano i po1tici di via Po. Questi sono i Granatieri! Uomini intimamente convinti dell'onore militare e della ferrea disciplina. Fieri delle loro tradizioni, "massicci" e granitici a similitudine delle rocce del Cengio, o come ha scritto il Delcroix: ''.fìgure di titani ed anime difànti, riserva eroica

pronta a rovesciarsi nella mischia come un torrente di giovinezza o serrarsi petto contro petto in una barriera irta di baionette ... " . Tuttavia da sempre invidiati. Sentimento che si manifesta col ricorrente tentativo di ridimensionarne l'inm1agine ed il valore. Si pensi ad esempio alla rifomrn del 1852 allorché furono tolti tutti i privilegi guadagnati nei primi due secoli di vita, od al 1871 quando i Granatieri furono privati degli alamari - gli Ufficiali li portavano cuciti sotto il bavero del colletto della giubba-, oppure al mancato riordinamento dei Reggimenti nell'agosto del 1944, ma con la costituzione di due battaglioni anche se inquadrati in gloriose Unità, con il pretesto che non si riusciva a reclutare giovani dai requisiti granaterieschi, o, cosa più grave, la mancata concessione della medaglia d 'oro al valor militare alle bandiere del 1° e del 2° Reggimento per i fatti d'anne del Cengio e di Porta San Paolo, fino alla attuale sistematica esclusione dei Granatieri dagli impieghi più impegnativi nelle Operazioni di pace, dimenticando il mandato loro assegnato dalla storia di "essere sempre dove maggiore è il pericolo", come, senza andar lontano nei secoli, è avvenuto nel '900 sul Monte Cengio, in Grecia, in Russia, ad El Alamein, a Porta San Paolo durante la guerra di liberazione. Saranno sicuramente i trecentocinquantanni di storia ininterrotta che fanno di questi uomini una realtà, una leggenda italiana. Anni in cui sono state scritte pagine di storia epica e comune da eroi e da uomini semplici, da comandanti e da gregari, da nobili e contadini, da poeti e da analfabeti, pagine scritte dal comandamento dell'onore e della fedeltà alla propria Patria. Questo è il credo che genera lo slancio vitale dei "Die Grosse" - come li chiamavano gl i austriaci durante il primo conflitto mondiale - che mai s i frantuma e si rigenera dando vita e credibilità ad ogni azione anche la più banale.

XIII


Signori, questi sono i Granatieri! Ieri, oggi, domani, sempre! Perché la storia, bella o brutta, leggenda o banalità, si scrive ogni giorno. Storia che resta nelle immagini, nei cimeli, nei ricordi che si raccolgono in Musei, nelle mostre, nei testi affinché le future generazioni possano attingere linfa per le proprie azioni. Nel trecentocinquantenario della costituzione del Corpo non poteva trascurarsi quesf aspetto essenziale e, pertanto, quale Presidente Nazionale dell'Associazione Granatieri di Sardegna, faccio mio ed esterno il sentimento di gratitudine alJ' Associazione Amici del Museo Pietro Micca e dell'Assedio di Torino 1706 per aver partecipato all'organizzazione delle celebrazioni del predetto evento e della Mostra sulla specialità ed essersi fatta promotrice dell'edizione del catalogo di quest'ultima tradottosi in un vero volume raccoglitore di immagini, documenti e testimonianze, e alla Fondazione CRT per il fondamentale ed essenziale contributo. Un grazie sentito al mio Presidente del Centro Studi Generale Ernesto Bonelli, per il suo impegno affinché anche questo testo fosse all'altezza dei fasti del nostrn orgoglio. Un impegno infine per tutti noi che indossiamo i bianchi alamari. Marciamo sempre avanti senza lasciarsi andare a pessimismi e con immutata fi ducia nel futuro per la nostra specialità, tenendo presenti le parole del l'allora Principe di Piemonte e futuro primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele U, dopo la battaglia di Novara del 23 marzo 1849: "/ Granatieri Guardie ebbero il dolore di non prendere parte attiva alle fazioni combattenti onde coprire necessarie importanti posizioni. Si compiacciano d'essi di lor condotta nella prima campagna, dell 'esemplar loro contegno, del singolare entusiasmo di che vanno distinti, arra sicura di altri gloriosi jàtti nel! 'armi. " Con questa convinzione guardiamo serenamente al futuro che segnerà, se ne può essere certi, nuovi traguardi sul nostro cammino.

IL PRESIDENTE NAZIONALE Associazione Granatieri di Sardegna Gen. CA Mario Buscemi

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Roma Gmnatieri impegnati 11ell'Operazio11e "Strade Sicure"

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INDICE III

PRESENTAZIONE DEL CATALOGO PRESENTAZIONE DEL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATlERl I>I SARDEGNA INDICE

XIII XVII

PREFAZIONE

1

INTRODUZIONE

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CAPITOLO PRIMO DALLE ORIGINI AL CONGRESSO DI VIENNA

7

BRICIOLE DI STORIA DI GTGANTT PRIMA EPOCA LA PRIMA UNIFORME L'ORDINE DI PRECEDENZA LO STEMMA ARALDICO l L LIEVITO DELLA ROSSA GUARDIA lL PRIMO COMBATTIMENTO DELLE ROSSE GUARDIE l8AGOSTO 1690. BATTAGLIADI STAFFARDA OTTOBRE 1693. BATTAGLIA DELLAMARSAGLTA "A ME LE GUARDIE" ASSEDIO DI TORINO ( 12 MAGGIO - 7 SETTEMBRE 1706) IN SICILIA 1713- 1719 LABATTAGLIADTPARMA LA LEVATA DEL REGGIMENTO CACCIATORI DI SARDEGNA LA BATTAGLIA DELL'ASSIETTA 19 LUGLIO 1747 LA RIVOLUZIONE FRANCESE IL COMBATTIMENTO DELLA SACCARELLA 26 APRILE 1794 L'AVVENTO DI NAPOLEONE COSSERIA 14 APRILE 1796 IL PERIODO NAPOLEONIC LA GUARDIA PIEMONTESE A VERDERIO

CAPITOLO SECONDO DAL CONGRESSO DI VIENNA AL PRIMO CONFLITTO MONDIALE SECONDA EPOCA IL CONGRESSO DI VIENNA I GRANATIERI ED IL RISORGIMENTO ITALIANO IL REGIO YIGLIETTO 20 GENNAIO 1816 EVOLUZIONI ORDINATIVE ED AMM1N1STRAT1VE PRINCIPALI FATTI D' ARME I MOTI RIVOLUZIONARI DEL 1821 IL PERIODO DEL REGNO DT CARLO FELICE E DELLE RIFORME DI CARLO ALBERTO LA PRIMA GUERRADTNDTPENDENZA 1848-1849

xvn

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17 20 20 21 27 30

32 33

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51 65 68 74 75 83 88

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104 108 111 113 119


PASTRENG030APRILE 1848 COMBATTIMENTO DI SANTA LUCIA 6 MAGGIO 1848 LA BATTAGLIA DI GOITO 30 MAGGIO 1848 LA BATTAGLIA DI CUSTOZA 25 L UGlO 1848 LA BATTAGLIA DI MILANO 4 AGOSTO 1848 LABATTAGLIADI NOVARA23 MARZO 1849 LA SPEDIZIONE IN CRIMEA 1855- 1856 LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA 1859 LE GUARDIE ALLA MADONNA DELLA SCOPERTA 24 GIUGNO 1859 1860 CAMPAGNA DI ANNESSIONE DELL'ITALIA CENTRO MERIDIONALE LA CAMPAGNA DELLE ROMAGNE FIRENZE ANCONA 3-29 SETTEMBRE 1860 LA PRESA DI PERUGIA 14 SETTEMBRE 1860 MOLA DI GAETA 4 NOVEMBRE 1860 LA LOTTA AL BRIGANTAGGIO NELL'TTALIA MERIDIONALE 1860- 1867 LA TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA 1866 24 GIUGNO 1866 BATTAGLIA DT CUSTOZA I GRANATIE RI DA CUSTOZA ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE 1866-1 915 DUEC ENTOCINQUANTESIMO ANNIV ERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPO 18 APRILE l909 CINQUANTENARIO DELL'UNITA' D'lTALlA l GRANATIERI NELLE IMPRESE COLONIALI LA BATTAGLIA DI ADUA l MARZO 1896 I GRANATIERI NELL'IMPRESA LIBICA

119 121

122 128

129 130 132 139 140 155 156 157 159 168 173 174 180 184 187 187 188 194

CAPITOLO TERZO IL PRIMO CONFLITTO MON DIALE

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ENTRATA IN GUERRA ED INIZIO DEI COMBATTIMENTI MONTE SABOTINO - OSLAVIA 19 16 L'ANNO DELCENGIO OSLAVIA. TL LENZUOLO BIANCO CENGIO - CESUNA - MAGNABOSCHT 24 MAGGIO - 8 GIUGNO

213 225 230 230 240

COMBATTIMENTO Dl SAN MICHELE, DEL PECTNKA, DEL NAD LOGEM COMBATTIMENTI DE L VELlK.l K.IBRAK, DT SAN GRADO DT MERNA OP ERAZIONI NEL SETTORE OPPACHlASS ELLA- HUDT LOG (AGOSTO - DICEMBRE 1916) DAL NAD LOGEM ALLE QUOTE DI REGIONE FORNAZA AGOST01916- GIUGNO 1917 "LABATTAGLlADELLAGLORlA" DON LUIGI QUADRI CAPPELLANO DEI GRANATIERI 1917 LA RICONQUISTA DI QUOTA 219 QUOTE 235 - 241 219\ CAPORETTO LA MANOVRA IN RITIRATA 1918 4 NOVEMBRE 19 18 LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO

XVIII

263 265 268 269 274 276 279 293 307


CAPITOLO QUARTO TRA I DUE CONFLITTI MONl)lALl IL MILITE IGNOTO FIUME I GIURATI D1 RONCI-II TGRANATIERÌ NELLA "PASSIONE" DI FIUME INNSBRUK NELLA TERRA DEI VINTl L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA IL MUSEO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA UMBERTO DI SAVOTA E I GRANATIERI LE CERIMONIE DEGLI ANNI VENTI E TRENTA DEL XX SECOLO LA NASCITA DEL TERZO IL MOSAICO DEL GRANATIERE LA2l ,.. DIVISIONE GRANATIERI DI SARDEGNA LA GUERRA IN ABISSINIA 1935 - 1936 PRESENZA NELLE SARRE (SAARLAND) 1935 L'OCCUPAZIONE DELL' ALBANIA 1939

317 320 321 322 323 342 343 349 352 359 363 367 368 370 370

CAPITOLO QUINTO L A SECONDA GUERRA MONDIALE

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LA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA FRONTlERA ORITALE (1939- 1940) LE OPERAZIONI CONTRO LA GRECIA (1940- 1941) VICENDE DEL 1 BATTAGLIONE DEL 3° REGGIMENTO GRANATIERI DT SARDEGNA A DIECI ANNI DA WIETZENDORF IN SLOVENIA E CROAZIA STRALCIO DELLA TESTIMONIANZA DEL GENERALE TADDEO ORLANDO OPERAZIONI IN AFRICA ( 1942- 1943) LA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN NEI RICORDI DI UN GRANTIERE OPERAZIONI IN RUSSIA ( 1942) LA DIFESA DI ROMA(8,9, IO SETTEMBRE 1943) LE BANDIERE DEL l 0 , DEL 2° E DEL 3° DOPO L'8 SETTEMBRE 1943 IL BATTAGLIONE GRNATIERI DEL RAGGRUPPAMENTO CACCIATORI DEGLI APPENNINI I GRANATIERI SUL FRONTE CLANDESTINO DELLA RESISTENZA E NELLA GUERRA DI LIBE RAZIONE I GRANATIERI DI SARDEGNA DEL III BATTAGLTONE LA CORSICA E LA GUERRA DI LIBERAZIONE ( 1942 - 1945) T GRANATIERI IN CORSICA (RAGGRUPPAMENTO SPECIALE GRANATIERI DI SARDEGNA) LA PARTECIPAZIONE DEI GRANAfJERI ALLA DURA GUERRA DI LIBERAZIONE 1° BATTAGLIONE SPECIALE GRAN.ATTERI DI SARDEGNA (10 DICEMBRE 1943 - 10 DICEMBRE 1945) LA CONTINUITA

379 383 384

XIX

372 373

390 398 401 406 408 410 416 424 435 442 446 449 452 466 475 478


CAPITOLO SESTO DALLA RICOSTITUZIONE DEL 1° REGGIMENTO AL 350° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPO

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L A RICOSTITUZIONE DEL 1° REGGIMENTO GRANATIERI E DELLA 'DIVISIONE FANTERIA GRANATIERI DI SARDEGNA" IL TRECENTENARIO LA "BRIGATA MECCANIZZATA GRAN.ATTERI Dl SARDEGNA" I GRANATIERI E GU ALTRI LE OPERAZIONI TN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DA PUBBLICHE CALAMITA' LE OPERAZIONI TN CONCORSO ALLE FORZE DI POLIZIA LE OPERAZIONI F UORJ AREA VOLONTARI PER LA SOMALIA IL 1 ° GRANATIERI SI RECA IN ALBANIA ALLA GRANATIERI DI SARDEGNA IL COMANDO NATO TN ALBANIA FINE DELLA MISSIONE DEI GRANATIERI DI SARDEGNA TN KOSOVO KOSOVO: LA NOSTRA MISSIONE IN KOSOVO LA BRIGATA AOSTA SUBENTRA ALLA GRAN ATTERI SOSPESA LA LEVA IL 1° GRANATIERI SI TINGE DI ROSA ASSEGNATE ALLA BANDA LE PRIME GRADUATE VFB DONWE LE SUCCESSIVE NAVI "GRANATIERE" IN RICORDO DI FRA' GIANFRANCO, GENERALE DEI GRANATIERI E SOLDATO DI DIO TRECENTOCTNQUANTENARJO DELLA FONDAZIONE TORINO 18-1 9 APRILE 2009 I GRANATIERI A GOTTO RICE VONO LA CITTADINANZA ONOR.A.RIA ASSEGNATO IL PREMIO CASALEGNO AL l O REGGIMENTO GRANATIERI RIEVOCAZIONE DELLA STORIA DEI GRANATIERI ROMA - PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO 1° OTTOBRE 2009 CONVEGNO I GRANATIERI E LA CITTÀ DI ROMA

538 545

CONCLUSTONJ

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I FRANCOBOLLI

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BIBLIOGRAFIA

557

LE ALTRE MEDAGLIE D'ORO

568

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486 493 497 499 504 505 508 509 511 514 515 516 520 522 525 526 527 531 536 538




PREFAZIONE

Più di una volta nella vita mi sono prefissato l'obiettivo di scrivere un testo sulla storia dei Granatieri di Sardegna. Un racconto che fosse gradevole a tutti perchè ritengo che coloro che amano l'Italia ri volgano lo sguardo alla storia gloriosa di questi uomini cercando di cogliere, ciascuno nel proprio intimo, il perchè d i un così lungo passato e trarne insegnamenti e propositi per l'avvenire. Le celebrazioni del trecentocinquantenario della nascita del Corpo sono state l'occasione per dar vita al progetto, realizzato grazie alla volontà dell ' Associazione ciel Museo Pietro Micca e dell'Assedio cli Torino 1706, del contributo fondamentale della fondazione CRT, e della " spinta vitale" degli amici granatieri della sezione di Torino: Valter Costamagna, Pierandrea Ferro e Carlomaria Braghero e del Presidente dell 'ANGS Regionale ciel Piemonte Sebastiano Gallo. Nel compi lare il catalogo della mostra di Torino, non ho inteso riscrivere la storia: essa è dettagliatamente e con passione raccontata dal Guerrini, dal Cataldi, da Renato Castagliol i, eia Franceschin i e tanti altri poco noti ai contemporanei, uomini a cu i i Granatieri devono un sentito grazie, e le cui opere resteranno sempre un punto cli riferimento per coloro i quali volessero approfondire le vicende, ma rendere omaggio e fare una ri flessione necessari per mantenere il patrimonio di trndizioni e di gloria oggi più che mai indispensabili per assicurare quella carica di esempio e di stimolo fondamentali per affrontare l'incertezza del futuro. li risultato finale è un insieme di immagini, d i testimonianze, cli documenti custoditi presso il Museo Storico dei "Granatieri di La granata Sardegna" - molti dei quali, riordinati e catalogati, saranno pros- Simbolo dei Granatieri simamente disponibili sul sito dell'Associazione Nazionale "Granatieri di Sardegna"- e di articoli pubblicati sui periodici dell'Associazione stessa, che descrivono episodi di vita trascorsa ed i più recenti avvenimenti relativi all'impiego dei Reparti della Brigata e dei Reggimenti (ìranatieri in operazion i di peacekeeping, di concorso alle Forze di Polizia per esigenze di ordine pubblico e di interventi a favore delle popolazioni colpite da pubbliche calamità . Mi sia consentito infine ringraz iare coloro che hanno collaborato alla ricerca storica ed in paricolare il personale in servizio presso il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna (menzione al Signor Mario Gizzi), e presso l'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna (in particolare la scrupolosa correzione delle BOZZE da parte di Mario Scalzi). Un doveroso e sentito grazie al Presidente dell 'Associazione Granatieri ed ai Comandanti - pro-tempore - della Brigata Granatierì di Sardegna per il supporto materiale e morale sempre assicurato. Un grazie infine a tutti i Granatieri che mi hanno accettato nei loro ranghi - anche se cli " quota non elevata" - rendendomi partecipe di una storia che solo chi ha indossato, indossa ed indosserà gli alamari può vivere e vantarsene. Ernesto Bonelli



INTRODUZIONE 350 anni hanno compiuto i Granatieri di Sardegna, una delle Istituzioni di più lunga vita di questa Italia ricca di storia millenaria. Si pone dunque naturale domandarsi il perchè di una così lunga e rinnovata vitalità, quando altri Istituti, altri Corpi, alla pari gloriosi e meritevoli, sono stati man mano travolti dalle vicende della Storia. Leggendo l' ordine ducale, che costituisce l'atto di nascita del Corpo, si possono fare alcune consideraz ioni: - la prima è che l'ord.ine fu scritto in lingua italiana quando, diversamente e nella quasi totalità, gli atti ufficiali del Ducato di Savoia sono redatti in francese; - la seconda è che il Reggimento viene denominato "nostro", affennando così il principio che il primo reggimento d'ordinanza fosse un reggi mento nazionale, e non provincìale quali erano i precedenti cli milizia, ed appartenesse esclusivamente al Capo dello Stato e non ai singol i Signori (M.arolles, Challant, De Challe, ed altri) che davano il nome al Reggimento perchè ne erano i proprietari; - la terza è che la denominazione attribuita al Reggimento "di Guardie" o "delle Guardie.", ebbe valore essenzialmente onorifico e non corrispose alla principale fì..mzione che il Reggimento stesso avrebbe dovuto assolvere fin dai primi anni della sua vita, quella di costituire un solido e potente strumento di guen-a. Quest'ultima considerazione non sembra superflua, perchè se è titolo di merito dei Granatieri di esistere ancora a 350 anni dal momento della costituzione, maggior merito ne deriva dal constatare che i compiti assegnati al Reggimento Guardie sono oggi sostanziahnente gli stessi di ieri. Infatti, anche se spesso i Granatieri hanno svolto il servizio di guardia ai "Palazzi", sin dalla nascita hanno combattuto in un numero infinito di battaglie: da Staffarda a Marsaglia, dalla battaglia di Madonna dell 'Olmo, ali' Assietta, a Cosseria, al S. Michele ed al Bricchette, da Goito a Custoza, dal Cengio a Caposile, dal Kurvelesh a Porta San Paolo, a Montelungo, sul Fiume Scnio. E già era risuonato a Marsaglia il fatid ico grido di "A me le Guardie", quando fr1 consolidato ali' Assietta il principio che i Granatieri di fronte al nemico non possono volgere le spalle. Ma se la longevità non è attribuibile a particolari privilegi, o all'esplicazione dei serv izi d'onore ai Palazzi Reali, "si può dunque ricercare nel valore sovrumano di uomini eccezionali il privilegio di così lunga sopravvivenza?" A questa domanda ritengo si debba dare, dopo una valutazione dei fatti, una risposta negativa, giacché - citando il Guerrini - "questa nostra è storia e non panegirico". Difatti i Granatieri sono sempre stati degli uomini, con tutte le qualità ed i limiti degli esseri umani ed hanno anch'essi avuto, nei più difficili momenti della storia nazionale, perplessità e sbandamenti. Come quando, nel 1792, le armate rivoluzionarie di Francia im.1ppero in Savoia, senza una dichiarazione di guerra ed attaccarono di sorpresa le fortificazioni di Montraelìan per cui il Reggimento Guai"die, insieme ad altri reparti, venne travolto. O come quando, nel 1798, come ricorda il Guerrini: "un proconsole della Repubblica francese compieva a Torino La meditata iniquità di in.frangere nella debole

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Edizione de/1(1 testata in occasione del 300° a1111iver.rnrio della costit1r:;io11e del Corpo

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mano di Carlo Emanuele IV lo scettro de' Sabaudi". Le Guardie, anche se solo dopo l'ordine del Sovrano, rimasero immobili. O come durante i moti del 1821, allorché la Brigata Granatieri Guardie si trovò nel dilemma se seguire i reparti "costituzionali" oppure quelli denominatisi "tèdeli" scesi entrambi in campo al grido di "Viva il Re!". Ma questi, come qualche altro episodio successivo, furono errori, non colpe e - commenta sempre il Guerrini - "il ricordo degli errori può dolere, ma solo quello de/Le colpe jà arrossire". Tanto più, senza presunzione, si può osservare che in queste circostanze l'errore non fu dei Granatieri , ma di chi non seppe comandarli. Che cosa, dunque, diede titolo a così lunga e gloriosa vita? Si può trovare la risposta nelle parole con le quali Vittorio Emanuele 1, nel "Real Viglietto" del 20 gennaio 18 16, accompagnava la sua determinazione di estendere qualifica, grado e distinzione di Granatieri a tutti i componenti del Reggimento delle Guardie che "ha costantemente giustijìcato La grazia sovrana, mostrandosi, tanto in tempo di guerra come nelle epoche di pace fedele all'onore delle armi e osservatore della militare disciplina". Fu dunque l' onore militare e la ferrea disciplina cbe distinsero sempre i Granatieri di Sardegna e che consentirono ad essi cli superare le prove più dure, imponendos i sempre all'ammirazione ed al rispetto di quanti combattendo al loro fianco od essendo loro avversari li videro sul campo di battaglia. Onore militare e ferrea disciplina intimamente sentiti come imperativo morale da osservarsi fino al cosciente sacrificio del la propria vita ed estrinsecatesi nel comandamento di non cedere, di resistere, di tenere 1848. U.fficiale in gran montura il proprio posto. "Siamo noi gente da arrendersi'.?" grida a Goito il Tenente Riccardi di Netro. "Non si retrocede di un passo, si muore sul posto" ordina il sottotenente Nisco durante la battaglia degli Altipiani. "Tenente, i rinforzi arriveranno; resista sino alla morte" grida morente a Cesuna il Granatiere Samoggia al proprio Ufliciale. E lo stesso convincimento che animò il Sottotenente Carlo Stuparich che si tolse la vita sul Cengio per non cadere in mano nemica, il Capitano Govoni immolatosi alle Fosse Ardeatine, il Caporal Maggiore Nembrini caduto sul Senio durante la guerra di Liberazione e tantissimi altri.

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l Granatieri conservarono 1' onorato luogo, tennero sempre il loro posto e non fu colpa se il posto che fo loro assegnato talvolta non corrispose alle possibilità ed ai meriti. Bisognerebbe ricordare sempre le parole che Vittorio Emanuele 11 rivolse nel suo proclama dopo la battaglia di Novara: "I Granatieri Guardie ebbero il dolore di non prendere parte attiva alle fazioni combattenti onde coprire necessarie importanti posizioni. Si compiacciano però d'essi di lor condotta nella prima campagna, del/' esemplare loro contegno, del singolare entusiasmo di che vanno distinti, arra sicura di altri gloriosi jèltti nell'armi". Mai parole furono più veritiere. l Granatieri possono dunque veramente compiacersi e sperare nel futuro , solo che il contegno e l'entusiasmo siano pari a quello che Ii animò nei secoli . Le dure campagne di guerra, le trasformazioni organiche, i mutamenti istituzionali, le vicende ora prospere ed ora avverse che sono state affrontate nei trecentocinquanta anni non hanno mutato lo spi rito del Corpo. Dopo la bufera napoleonica, le vecchie Guardie si ritrovarono salde ed efficienti U.fj'iciale dei Granatieri quanto prima, anzi più di allora perchè avein grande uniforme vano acquisito dall'esperienza straniera una maggiore preparazione. Così, dopo la bufera della seconda guerra Mondiale, i Granatieri di Sardegna, ricostituiti in Reggimento con i battaglioni che avevano partecipato alla guerra di Liberazione con il gruppo di combattimento "Friuli", si sono ritrovati, dopo pochi anni, baldi e disciplinati, degni di tenere l'onorato luogo che sempre ebbero nelle fanterie piemontesi ed italiane. E guardando sereni e fiduciosi verso l'avvenire, con nel cuore e nella mente il patrimonio che venne tramandato, con la ferma volontà di esserne degni, i Granatieri procedono, affrontando le nuove sfide, con onore e passione ancora innanzi, con nell' orecchio la frase del vecchio Duca: "Tanto eseguite e che Dio nostro vi conservi"

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CAPIT'O LO PRIMO

DALLE ORIGINI 18 aprile 1659·

AL CONGRESSO DI VIENNA 1814-1815


BRICIOLE DI STORIA DI GIGANTI Ai tempi di Carlo Emanuele Il Duca di Savoia, quando un principe intendeva costituire un reggimento, si sceglieva un guerriero distinto od un nobile, gli confèriva la patente di Maestro di Campo, ossia di Colonnello, e stipulava con esso un vero contralto, nel quale venivano stabiliti il numero delle compagnie e dei soldati, la qualità delle armi e la somma annuale da corrispondersi. li Colonnello, comandante e proprietario del reggimento da crearsi, si sceglieva il suo stato maggiore, un cappellano, un medico, un chirwgo, un sergente maggiore, un porta stendardo, un tamburo generale, ed infine un luogotenente che doveva comandare la compagnia colonnella e tener d'occhio l'intero reggimento: fàtto questo, distribuiva, vendendoli, i brevetti di capitano. 1 capitani a loro volta si rifàcevano della somma sborsata col nominarsi i subalterni ed i graduati. A llora sergenti e caporali si davano atlorno per le piazze e per le osterie e con denaro e promesse, arruolavano uomini disoccupati di età non superiore ai 30 anni. Non vi scandalizzate se oso dire che il decreto ducale del 18 aprile 1659 che costituiva il Reggimento defla Guardia produsse probabilmente tutlo il descritto affaccendarsi: il Duca Carlo Emanuele Il non poteva certamente prevenire i tempi e le istituzioni. Fatto sta che si ebbe il primo corpo del! ·esercito nazionale permanente anche in tempo di pace e dal quale riconoscono la loro origine gli odierni Granatieri. Quei primi soldati della Guardia ebbero un vestito uniforme, cosa che allora rappresentava una novità. e di color rosso essendo quello il colore di 5i'avoia. Le stampe ed i dipinti dell'epoca ce li rappresentano nel tipico costume dei moschettieri; cappello di.feltro a larghe lese, casacca aperta sul petto e.fluente, calzoni corti e scarpe basse: mentre i picchieri e gli archibugieri dei co,pi di .fanteria ancora si attenevano al cappello ed alla corazza difèrro. Afa la Guardia aveva grandejìducia nel1'arme terribile che le era stata affidata: il moschetlo a Ujjicìale dei Gra11<ttieri ruota, non più il pesante ordigno delle armate del Walin grande ,wijàrme lens tein che si caricava in 99 tempi e doveva appoggiarsi ad una.forcella, ma un 'arme maneggevole che, in condizionifa.vorevoli, si poteva mettere in pronto in due minuti con dodici movimenti e si poteva appoggiare comodamente alla spalla. Quelle armi costavano un occhio ai colonnelli, i quali economizzavano col mantenere nelle compagnie un certo numero di soldati armati di picche e di alabarde, le quali rimasero ancora, per lungo tempo in servizio ed in onore, e venivano impugnate anche da.gli 1,ifjiciali e dai sergenti nel dirigere il.fiwco.

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Oggi ci rideremmo di un guerriero armato di moschetto a ruota, ma per quei tempi, quell'arnese che dava ilfìwco sempre pronto sotto il braccio di chi voleva usarne, era un arme che costituiva lo spavento dei popoli e dei principi per l'abuso che ne.fàcevano i traditori nelle private vendette. Vedete quei ciondoli che pendono dalla bandoliera della nostra Guardia del 1659? Sono bosso/etti in ognuno dei quali sta una carica per moschetto già dosata e preparata: il soldato la calca per bene giù 11el.fòndo della camera delL 'arme, prende dalla fiaschetta un buon pizzico di polvere e La depone sullo scodellino che è difìanco a/focone della culatta, con una chiavetta monta la nwlla della ruota del meccanismo di accensione, e tira. la rotella scanalata scatta, gira e rode la pietra focaia e ne cava scintille che accendono il polverino dello scodellino e la vampa si comunica, passando per il.focone, alla carica del 'interno de/l'arma e se le cose vanno a seconda, il colpo parte. Guai però se piove o tira vento, perché la polvere dello scodellino sta allo scoperto; è poi incerto l 'istante in cui la ruota produrrà il suo effetto contro la selce: ma in ogni caso il moschettiere non si perde d 'animo, se manca il colpo si ritira dietro ai picchieri e giusta l'arnese, oppure .~fodera la spada e si caccia avanti. '-

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Acquarello di .~:r.:11rzi dedicato II Fra. Gia11fi·11nco 1l-faria Chiti

l'uso della baionetta non erasi ancora generalizzalo. Consisteva La baionetta primitiva in un pugnale a manico.fisso che si.forzava nella bocca della canna ed impediva il tiro: pure nel 1686 diede una prova decisiva della sua utilità nella battaglia d'Argo, in Grecia, quando le fanterie italiane, armate di tali baionette, dispostesi in quadrati, sgominarono gli squadroni turchi ed insegnarono a tutta Europa quella tattica vittoriosa contro i cavalli che usò anche Napoleone alla battaglia delle Piramidi.

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Fu nel 1703 che il ministro francese Vauban introdusse nel suo esercito la baionetta a ghiera, cioè a manico vuoto, che si poteva mantenere innastata senza impedire il.fuoco; ed i nostri Granatieri, quelli del tricorno, non tardarono ad adottarla; e sul loro petto .fi'egiato dei bianchi alamari vediamo la bandoliera che più non regge i hossoletti, ma fa giberna per le cartucce. Entriamo così nel secolo decimo ottavo, che è il secolo classico per i Granatieri. Già da qualche secolo nella difesa delle.fòrtezze e delle navi usavasi lanciare piccole bombe a mano. Le primitive consistevano in un sacchetto di polvere strozzato verso la metà della sua lunghezza ed i soldati le chiamavano «salsicce di guerra»; vennero in seguito piccole bocce di/erro, simili a quelle lanciate dai mortai; avevano il bocchino per la miccia ed erano ripiene di mitraglia sicché i soldati, sempre disposti alla celia, le chiamarono« granate» perché assomigliavano alla melagranata. Si con.fèzionavano anche di cartone e di vetrone, ossia di vetro grosso, duro e compatto; riuscivano meno micidiali di quelle di.ferro, mafàcevano pure servizio; ed il Padre Guglie/motti, nella sua storia della nostra marina, descrive una rivolta di galeotti avvenuta a Civitavecchia nel 1770 e domata con alcune granate di vetrone.

Cartolina di inizio ventesimo secolo

Qualche volta anche i nostri vecchi si mostrarono cattivelli coi loro avversari, e già nel secolo decimo sesto si permeltevano di lanciare paLie di veleno, ossia bombe che colla polvere ordinaria contenevano argento vivo, arsenico sublimato e canfora, e producevano veri gas asjìssianti. Zo(fanelli ed accendisigaro allora non si avevano per darfùoco al miccio della granata e per questo sul ponte delle navi e nelle fortezze usavasi tenere il micciere. Era una specie di catino sul! 'orlo del quale erano disposte e trattenute le cime di qualche centinaio di pezzi di corda cotta: ali 'occorrenza si gettava nel catino un pugnetto di polvere, si cavava una scintilla: d'un tratto tutte le cime erano accese, ed ogni combattente si prendeva la sua.

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lL lancio delle granate era talmente efficace che si volle adottarlo anche nei combattimenti in campo aperto. Per accendere l'innesco della bomba occ.:orreva che il soldato se ne stesse al coperto dietro le prime .file, accesa/a bisognava lanciarla lontano più che fosse possibile nel.fìtto della schiera nemica od al suo tergo onde le schegge non avessero ad offendere i commilitoni del lanciatore: per questa manovra si scelsero uomini di alta statura, robusti nel braccio e risoluti di cuore, e così si crearono i primi granatieri, che da principio erano quattro per compagnia. Ma dopo una certa esperienza fu mestiere convincersi che il lancio delle granate <4fensive, simili alle moderne Sipe riusciva impaccianle e pericoloso ai battaglioni operanti, onde i granatieri dovettero rinunciare alla loro arme caratteristica: ma la/ama che si erano guadagnata era sì grande che si vollero conservare, e passarono a rappresentare la milizia scelta, più disciplinata ed ardita. E si ebbero i granatieri colla parrucca ed il tricorno gallonato, poi quelli col vestito dalle/a/de a coda di rondine pro.fuso di alamari e col berrettone di pelo con placca .frontale lucente, che ricordava La visiera degli elmi antichi ed anche la mitria, perché nella seconda metà del settecento i granatieri di tutti gli eserciti ebbero una speciale predilezione per il copricapo vescovile che talora portarono tale e quale con disinvoltura, nè trovo scritto come se la cavassero sotto la pioggia e tra i rami dei boschi. Le un(fòrmi verso la fine del settecento si fanno sempre più distinte dall'abito borghese e vengono conjèzionate e portate con più rigidi criteri. La spadina diritta e sottile è riservata agli iif.Jìciafi, mentre agli uomini di truppa vien distribuita una sciabola alquanto larga e ricurva: in un altro fodero sta la baionetta triangolare, che_ diventa ! 'arme della vittoria e della carn<:!jìcina. Veniva essa innestata sul.fucile a pietra focaia, maneggevole e pronta allo sparo, sicché, dopo più di un secolo di servizio, appariva ancora a Napoleone come il non plus ultra deifitcili da guerra. Ma era un 'arme soggetta ai raffreddori: se il tempo era umido la selce non dava .fìwco, se poi pioveva occorreva portarlo rovesciato perché non si bagnassero Le polveri, e sappiamo come in una delle più grandi battaglie napoleoniche nessuno dei due eserciti avversari potesse tirare un colpo. Afa si arrangiarono colle armi bianche e vi si sparse molto sangue. Veri giganti erano allora i nostri granatieri ed incrollabili per la saldezza della disciplina: le loro schiere, inchiodate sul terreno col lungo fucile in resta, costituivano un ostacolo insuperabile alle cavallerie, se avanzavano travolgevano ogni resistenza, se sopraffatti non sapevano arrendersi.Fisse erano veramente le Guardie, uno scudo mobile, una fortezza vivente.

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Acq11arello, custodito presso il JWuseo Storico ''Grmwtieri di Sardegna", raffì~urante Grmwtieri in uniforme del periodo immediatamente posteriore al Congresso di Vie111w

Il fi'utto di sacrlfìci ed eroismi secolari piacque a Napoleone che lo trovò ,naturo, e lo carpì. Ed eccoci ad una parentesi dolorosa della storia dei nostri granatieri, sul quale si sorvola. ma a torto io credo, perché non ingloriosa. Infatti, durante la dominazione napoleonica il Piemonte subi sorte più dura che non le altre province italiane soggetle al grande Conquistatore. 12


Lombardia, Veneto ed altre regioni costituivano il Regno Italico sotto lo scettro di Napoleone, che vi sifàceva rappresentare dal Vicerè Eugenio, lasciandovi una parvenza di autonomia; ed i nostri soldati andavano a sacrifìcarsi in terre straniere per gli interessi e le ambizioni del despota straniero, ma almeno avevano una bandiera propria e la soddi.~fazione di chiamarsi Italiani. invece il Piemonte, la Liguria ed il Parmense vennero direttamente incorporati alla Francia, jòrmando 14 dipartimenti Ji-ancesi. le milizie di quegli Stati assunsero bandiera e divisa.francese ed in i 8 anni beni 64 mila reclute Levate in quelle regioni andarono a versare largo tributo di sangue nella Grande Armala, raccogliendovi grandi meriti e scarsi elogi. A1a .fìnalmente arrivò pure quel giorno benedetto della grande nuova che Napoleone non era più nostro padrone e subito dopo, il 20 maggio del 18 I 4, Vittorio Emanuele I. Re di Sardegna, lasciato il suo esilio, entrava in Torino col suo seguito e coli 'antico stato maggiore. vestiti ancora ali 'antica, colla cipria. il codino ed il cappello a tre punte. Truppe nazionali non se ne aveva ed il servizio d'onore toccò ali 'improvvisata Guardia Urbana i cui ufficiali erano in gran faccenda per imparare a mettersi in riga e manovrare senza.fèire tutta un 'insalata. J\1.a ben tosto il Governo del Re si accinse a ricostruire l'esercito piemontese e. come in quell'anno si istituirono i RR. Carabinieri, così si pose mano a riorganizzare le Guardie ed i Granatieri. Come andassero le cose in quei momenti di impreparazione e di confusione, c'è lo descrive nei suoi « Ricordi» A1assimo D'Azeglio, il quale a soli 15 anni venne creato sottotenente nel Piemonte Reale Cavalleria e partecipò allajòrmazione di quel Corpo. Si richiamarono in servizio - egli dice - tu.tti gli antichi ufficiali sardifùori d'esercizio da tanti anni, si distribuirono brevetti ai giovani della nobiltà; mentre i reduci degli eserciti jì-ancesi jùrono ammessi perdendo un grado, sicché il capitano diventò tenente ed il caporale soldato: di modo che i superiori tutto avevano dimenticato, i giovani nulla sapevano ed i sottufficiali e soldati, usciti dalla prima scuola militare del mondo, ridevano sotto i bajfì deLL 'imperizia dei comandanti e specialmente quando il colonnello, uomo di poca memoria, cercava nelle tasche ilfòglietto sul quale aveva annotato i movimenti, e, non trovandolo, gridava ai vicini: "Padroni I'papè? Chi e lo eh 'à l 'a pia l'papè?" Ma il colmo del! 'imbarazzo e del buffo si ebbe quando il regolamento J,,-ancese per gli esercizi se lo volle sostituire con uno in italiano, impreziosito dalle esperienze beLLiche che i compilatori nella lorojàntasia avevanofàtto durante lafòrzata inazione dell'esilio. In modo non dissimile andarono le cose per la ricostruzione degli altri corpi, e dobbiamo aggiungervi le incertezze e le difficoltà di quel periodo di transizione. Si discuteva se ed in qual misura dovesse ammettersi la coscrizione; le classi di leva erano già state sji·uttate in. antecedenza dal regime cessato: i veterani napoleonici, benchè agguerriti, non erano tutti adatti aL! 'arruolamento; non .si sapeva rinunciare allefànterie speciali che s'erano fàtto gran nome, ed ogni buon reggimento doveva contare nei suoi battaglioni granatieri, jùcilieri e cacciatori: infine gli elmi prendevano il sopravvento sopra i classici peloni ed i pantaloni lunghi tendevano a sostituire le ghette montanti sopra il ginocchio. Tutte questioni che nascono quando un sistema ha compiuto il suo massimo 4òrzo, e non si sciolgono che a gradi. Trascorse cosi per la rinascente potenza militare del Piemonte più di un anno di crisijìn-

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ché, al principio del 1816, Vittorio Emanuele I raccolse tutt; i granatieri dei diversi reggimenti nella Brigata Granatieri Guardie, e poco dopo chiamò ajàr parte della stessa Brigata anche il Reggimento di Sardegna, L'unico rimastogli durante l'esilio, che venne denominato Cacciatori Guardie. Vennero così per la prima volta a trovarsi riunite nella Brigata Guardie le tre istituzioni che ancora oggi militano sotto Le assise gloriose della Brigata Granatieri di Sardegna, e ciascuna vi portò salde tradizioni di valore efedeLtà. Le quali virtù germogliarono ed approfondirono fòrti radici nel cuore della Guardia ringiovanita che nei sei Lustri di pace che ne seguirono si consolidò nella sua compagine preparandosi alle campagne decisive della nostra indipendenza. È veramente solido ed imponente il tipo del nostro granatiere di Carlo Alberto; berrettone di pelo voluminoso e pur elegante calcato sugli occhi, tunica lunga a doppio petto, pantaloni pure lunghi ed agiati, alamari al colletto ed alle manopole, cinturini e cinghie candidi, e candide le cinghie del! 'inseparabile zaino che egli porta montando la guardia alla porta del quartiere. Le spalline a frangia rossa, tanto care alle.fànterie, non ottennero mai le simpatia dei nostri granatieri, i quali si attennero in.sino al I 860, a quelle antiche 5palline bicornute che erano assai pratiche per trattenere il jilcile sulla spalla, ma che i nostri.fanti non voi-

!ero mai tollerare. In quei tempi i popoli italiani che aspiravano a combattere per la libertà si ispiravano nelle cose militari alle tradizioni di Roma e coLL 'elmo di Scipio riesumavano la spada romana diritta, larga e breve, onde anche i nostri granatieri scambiarono La sciabola ricurva con una daga dal! ' impugnatura a crociera. La baionette a lama triangolare la tenevano in un altro fodero che in marcia aiutava a spolverare i polpacci e la innestavano sopra il lungo.fucile modello 1843 abbastanza immune dai reumatismi perchéfìnalmente era a percussione e s i innescava colla capsula di rame.

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L'arma, difabbricafì'ancese, era abbastanza maneggevole, ma aveva la canna liscia internamente e La pallottola tonda prima di uscire al sole sballacchiava in ogni senso e poi se ne iva alla buon 'ora, e guai a chi toccasse perché, essendo di grosso calibro e dotata di scarso potere di penetrazione,fì'antumava le ossa, oppure.faceva giri capricciosi per il corpo sicché i chirurghi penavano assai nell'estrarle e .frequenti erano le suppurazioni delle.fèrite. Per il servizio di tale jùci!e ad avancarica il granatiere aveva il suo gibernone ù?fìlato nel cinturino sopra Le reni, onde prima di caricare si soleva dare il comando giberneavanti e la giberna era fatta scorrere fino alla placca del cinturino. Là dentro stavano le cartucce ossia sacchelli di carta o tela ingrassata contenenti polvere, stoppaccio e pallottola; era pure un ripostiglio per le capsule, e spesso anche la pallottiera, vale a dire

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MEDAGL IA D'ARGENTO ALLE

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GRANATIERI

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Ou~nl~ di un anno di a:Unu C1he,-~o 1916 •toato ' 191151' Hpa •ndoal ._ Moi,f11lco11•, s ul Sabotltto ad O alavh1. · d~~~I ocnor~ 1ft0,tu.to di •ucro • ~

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MEDAGLIA

D'ORO

ALLA BANDIERA DEI. 1 REGGIMENTO;

una specie di tanaglia colle branche in.cavate che permetteva al soldato di fondersi i proiettili stradafaoendo senza ricorrere alle.fabbriche di munizioni. Per la manutenzione del.fucile stava riposto nello zaino un arnese a tre raggi che jbrniva il cacciavite, il tiracaminetti ed un punteruolo per spazzare il lumellino: se poi l'ujfìciale voleva assicurarsi della pulizia interna della canna, vi lasciava scorrere una pallottola inargentata e vi sbirciava contro luce. Rimaneva nel.fòndo della camera una cartuccia inesplosa. L 'ajfùre si presentava un po 'serio; occorreva avvitare il cavastracci sulla bacchetta e poi girarla nella canna efì'ugarefì,n che si riusciva a perforare la palla come un turacciolo per poi tirarla su pian piano: la via più spiccia si era di arroventare la culatta della canna, e questo era i/favore che usavano ifùbbri ai soldati di passaggio. Per caricare, il soldato prendeva la cartuccia e coi denti incisivi ne strappava il.fòndo, versava la polvere nella bocca della canna premendovi anche il resto della carica, cioè stoppaccio e pallottola: tre colpi di bacchetta per intassare il tutto nella camera, ed attenti a non ferire la mano colla punta della baionetta; e jìnalmente armare il lume/lino colla capsula. L'alzo afi>gliette era stato abolito, bastava una tacca di mirajìssa, e per mirare al di là dei I 00 passi ci si arrangiava ad occhio.

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Con queste istruzioni si potevano ben eseguire due o tre colpi al minuto; pure, nella imminenza di una carica di cavalleria i nostri granatieri riuscivano ad eseguire unfuoco accelerato micidiale; i soldati di prima riga scaricato il loro .fucile lo porgevano, con gesto regolamentare e senza rivolgersi, agli uomini di seconda riga ricevendo in cambio un 'arme carica, e la manovra poteva ripetersi finché durasse il pericolo giacché alle spalle dei tiratori s i lavorava a caricare. Unfiwco così ordinato e continuo obbligava i cavalli degli squadroni attaccanti ad eseguire istintivamente la manovra appresa in piazza d'armi, jàcevano un "perfìla dest" e portavano in salvo i loro cavalieri. Un lieve progresso nell'armamento dei granatieri si ebbe nel 1860 quando venne loro distribuito il.fucile colla canna internamente rigata ad elica: si caricava tuttavia colla bacchetta e lanciava a maggior distanza una pallottola cilindro-conica di grosso calibro, perché ijùcili ad avancarica di medio calibro, come il Lorenz austriaco, presentavano una certa difficoltà di caricamento ai soldati di quel tempo alquanto duretti injàtto di meccanica. E venne.finalmente anche per i nostri, nel 66, il.fùcile a retrocarica, mentre i Prussiani già l'usavano nel '44. Si denominava "Fucile ad ago" perché il percussore, lungo e sottile, doveva forare la cartuccia e tutta la polvere per arrivare a percuotere la capsula che stava nella parte posteriore della pallottola. Quindi frequente la rottura dell'ago che occorreva sostituire durante il combatti.mento smontando l 'otluratore; perdita di gas dalla chiusura imperfetta della culatta; la camera sempre ingombra dei rimasugli della cartuccia: ma il soldato teneva fissato alla giberna mediante una catenella il suo bravo gancio estrattore, col quale ad ogni colpo s'ingegnava di rasparjùori la cartuccia. Gli ufjìciali anziani si mostravano seccati e scettici davanti ad una innovazione imperfetta che causava frequenti incidenti e spesso bruciava i mustacchi ai loro uomini: ma la crisi venne presto risolta e nel 70 nacque il Wetterly, ottimo sotto ogni riguardo, e di struttura cosi robusta da sopportare due trw,formazioni, sicché nel 1915 a 45 anni di vita, raggiunse i battaglioni della Terribile e della Mobile e fece le campagne dell 'ultima guerra. Giunto a questo punto tiro le redini ed arresto il mio trotterello perché mi trovo davanti ai granatieri in grigio verde ed ifasti da essi affìdati alla storia combattendo sul Sabotino, sul S. Michele, al Cengia ed in cento altre battaglie non possono essere toccati se non da chi li visse: sarebbe una leggerezza imperdonabile se, nulla avendo io veduto, tentassi lavorare difàntasia e volessi fare della poesia. E poesia e parole altisonanti e .fàtti gloriosi volli di proposito schivare in questa mia conversazione per dimostrare che se i granatieri nostri d'altri tempi seppero compiere grandi cose e coprirsi di gloria con armi ed ordinamenti imperfetti, bisogna convenire che nelle ore del dovere e dell'onore è pur sempre l'uomo che colle sue doti di.fedeltà, di coraggio e di idealità, costituisce la forza viva ejàttrice di vittoria. Le armi e le macchine sono in relazione ai tempi: le.fògge, i colori e gli ornamenti delle divise nobilitano il soldato, gli richiamano le tradizioni, ed il soldato s 'acconcia a ridurle ad un simbolo poco appariscente; la disciplina concorda le volontà; gli ordinamenti le utilizzano nel miglior modo: ma sotto la giubba lacera, infangata e scolorita di ciascun granatiere palpita un cuore, un piccolo mondo spirituale governato da un sentimento sublime, più forte di qualunque esplosivo. Don Diongi Puricclli

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PRIMA EPOCA La prima grande riforma militare piemontese fu iniziata da Emanuele Fi liberto di Savoia nell 'anno 1559. Il Duca, infatti, modificò "per gradi gli ordini, e per gradi intese ridare loro la pe,fezione cuifòsse. Principiando neppur sapeva ancora con sicurezza quale dovesse essere''. Per prima cosa dispose che era" Vietato ai sudditi suoi di militare a soldo straniero" (Duboin, Raccolta ... delle

leggi ....emanate ... sino a11'8 dicembre dai Sovrani della Real Casa di Savoia). Instaurò l'obbligo elci servizio, e "perché fosse universalmente adempiuto, lo rese gradevole con privilegi che concesse ai descritti nei ruoli della milizia". Costituì, quindi, non un esercito permanente, ma una milizia "solo diversa dalle antiche perché destinata anche alla guerra in carnpo, e a questa apparecchiata con giusto addestramento e buon ordine di comandanti". Tale

milizia viveva in guarnigioni e prestava servizio agli ordini di capitani, castellani o governatori nominati dal principe, che aveva affidato tutta l'organizzazione a.cl un certo Giovanni Antonio Levo, detto Sergente Maggiore Generale della fanteria piemontese.

L'Europa ai tempi di Lu(i:i XIV

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Coudray suo novo Comandante, finché nel 1664 fu chiamato Monferrato, nome che conserverà fino al 1821 quando, disciolto dopo i moti di quell ' anno e ricostituito, prenderà il nome cli Casale. Un quinto reggimento nazionale cl' ordinanza fu levato sempre nel 1660 "cogli avanzi del reggimento del Catalano da cui prende il nome, che muterà in quello di Magliano dal nuovo Comandante, jinché nel 1664 si chiamerà di Piemonte" (Guerrini, La "Brigata dei Granatieri di Sardegna"). Per ultimo fu costituito il reggimento di S. Damiano che successivamente assumerà il nome di reggimento Nizza.

LA PRIMA UNIFORME

Nel 167 l il Duca Carlo Emanuele II stabilì l'abito d'uniforme alle sue truppe che prima portavano per divisa una croce turchina cucita sull'abito ed una sciarpa ed una coccarda dello stesso colore. Il reggimento Guardie ebbe il vestito di panno turchino con rovesci, paramani e fodera rossa, giustaco11)0, calzoni e bottoni d'oro.

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:r.!l', :rr,JUllc'l•JI) 1

L'ORDINE DI PRECEDENZA Fu con l'Editto del 19 ottobre del 1664 che i sei predetti Reggimenti ebbero un nome e venne stabilito il loro ordine di precedenza negli schieramenti. Il Reggimento delle Guardie fu collocato al primo posto, secondo quello di Savoia, terzo Aosta, quarto Monferrato, quinto Piemonte, sesto Nizza. Con lo stesso editto furono concessi agli ufficiali delle Guardie taluni privilegi di precedenza "che bene dimostrano la eccezionale considerazione in cui il nostro reggimento è tenuto. Perciò crediamo sia pregio de/l'opera riferire qui testualmente le parole del Duca" (Domenico Guerrini). "Dichiariamo in oltre che il colonnello del regimento delle Guardie nelle annate efontioni militari hauerà le medesime prerogatiue di marescial di campo, lasciata però la precedenza a gl 'altri, ove egli non abbi tal carica... . .Li posti si distribuiranno, quanto a tutta, l'ir(lanteria, al solito nelle piazze, et il regimento delle Guardie hauerà / 'elettione di un posto fisso. oltre

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•/ la guardia della casa del governatore, e tutti gl'altri si daranno come piacerà al gouernatore ". Il colonnello delle Guardie aveva nelle funzioni militari le medesime prerogative del maresciallo di campo (grado con-ispondente all'attuale generale di brigata); i Capitani avevano il diritto di comandare i luogotenenti colonnelli che non avevano però rango e paga di colonnelli; gli alfieri (simili agli attualì sottotenenti) comandavano ai tenenti della fanteria piemontese; infine gli ufficiali delle Guardie, allorquando si riunivano sulla piazza con gli ufficiali degli altri reggimenti per montare di guardia, dovevano disporsi a tre passi di .. distanza eia questi, così da formare un gruppo a sé stante. Al reggimento delle Guardie venne affidato il compito di ser- Viglietto Ducale, "firma Vittorio Amedeo Il, relativo all'ordine vizi particolari presso la Fami- di precedenza degli Ufficiali del Reggimento Guardie rispetto agli (1/tri Ujjìcùtli. Documento custodito presso il il,Juseo Stoglia regnante. rico dei "Granatieri di Sardegna". Tali privilegi veruJero esercitati fino al 1852, anno nel quale la riforma militare, fatta necessariamente con spirito democratico perchè si uniformasse a tutto il movimento nazionale del Risorgimento, portò

l'abolizione di tutti i privilegi concessi nei secoli.

LO STEMMAARALDICO 1692 Nel 1692 Vittorio Amedeo 1T assegna ad ogni Unità lo stemma araldico. Al Reggimento delle Guardie concede lo stemma del casato Savoia a conferma ciel legame che unisce i Duchi alle Guardie.

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Gli originali sono custoditi presso il Jl'/useo Storico "(;ranatieri di Sardegna"

Stendardi e Bandiere della Brigata Guardie, della Brigata "Granatieri di Sardegna'' e dei Reggimenti Granatieri custoditi presso la Sala Bandiere del J\l/useo Storico dei Granatieri

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ORJGlNI E VITA DEL REGGIMENTO DELLE GUARDIE (Dalla costitu7.ionc: 18 aprile I 659 al Congresso di Vienna: 18 14- 18 I 5) Al'il\O

GIORNO /MESE

EVENTI

1657

15 febbraio

Viene redatto un progetto per ordinare un Reggimento di Guardia, di 600 fanti, in 6 compagnie, in servizio tutto l'anno

1° luglio

È sciolto il Reggimento bavarese Badanl, già formalo nel 1654, restando in armi la sola compagnia del luogotenente colonnello Blanc Rocher

29 ottobre

E' indicato nel bilancio del Ducato di Savoia la presenza di una compagnia del marchese fleury. qualificata appaitenente al Reggimento di Guard ia

18 aprile

Ordine del Duca Carlo Emanuele TI per la formazione di un Reggimento di Guardia o delle Guardie. di 12 compagnie, incorporando la compagnia Flelll)', quella Blanc Rocher. e 4 compagnie del reggimento francese (Marolles)

3 1 luglio

Vengono incorporate le quallro compagnie del Reggimento Marolles.

1658

1659

11 reggimento viene ordinato su 12 compagnie, che negli anni successivi vengono incrementale nella for:a1

1660 1664

19 ottobre

Viene assegnato al Reggimento l'ordine di anzianità quale 1° reggimento della fanteria d'ordinanza,

1685

2 aprile

Sono istituiti 6 granatieri in ognuna delle 20 compagnie del Reggimento 11 Reggimento viene ordinato su 2 battaglioni, di IOcompagnie ciascuno

1692

1696

28 aprile

I granatieri vengono riuniti in 2 compagnie, una per battaglione

1701

3 1 maggio

Il reggimento viene ordinato su 3 ballaglioni, ognuno cli 6 compagnie fucil ieri ed una granatieri.

1703

29 settembre

Il 2° battaglione viene sorpreso e fat!o prigioniero dai Francesi a S. Benedcllo sul Po, e viene sciolto

24 luglio

Il 2° battagl ione, ricostitu ito, cd il 3° battaglione vengono fatti prigionieri dopo la resa di Vercelli. e vengono sciolti

febbraio

Con gli evasi dalla prigionia, con nuove leve e con l'incorporazione del soppresso Reggimento di Chablais, il Reggimento si riorganizza su 2 battaglioni di 7 compagnie cadauno

1774

21 ottobre

Il Reggimento viene ordinato su 3 baltaglioni. complessivamente di 14 compagnie.

1786

15 gi ugno

Viene nuovamente ordinato su 2 battaglioni, 01:,>nuno di una compagnia granatieri e di 4 fucilieri

1704

f-

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ORIGINI E VITA DEL REGGIMENTO DELLE GUARDIE

(Dalla costituzione: 18 apri le 1659 al Congresso cli Vienna: 1814-1 8 15) ANNO

GIORNO /MESE

EVENTI

9 dicembre

lJ reggimento viene sciolto dal giuramento di fedeltĂ al re di Sardegna e passa al servizio della repubblica piemontese

8 febbraio

li reggimento è incorporato nella prima mezza-brigata leggera piemontese

maggio

La p1ima mez7..a-brigata leggera si scioglie

giugno

Con parte del personale del Reggimento, ritornato in servizio, si fom1ano 2 compagnie

settembre

Melas ordina che si formi un battaglione del reggimento delle Guardie

20 febbraio

Con le due compagnie giĂ in atmi e con altro personale del corpo si forma un battaglione delle Guardie

8 marzo

Per completare il battaglione, viene dato in aggregazione il contingente del Reggimento Saluzzo

19 marzo

li Reggimento riceve 20 uomini da ogni compagnia cli riserva provinciale, in totale 200.

24 maggio

Il Re dispone la ricostituzione del Reggimento delle Guardie.

1798

1799

1800

1814

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CAMPAGNE

FATTT D'ARMA PRINCIPALI

1663

6 lug,lio Angrogna

1686

22 aprile dei Plans

CONTRO GENOVA

1672

17 ottobre Ovada

CONTRO LA FRANCIA

1690-1693

l 8 agosto 1690 Staffarda 4 ottobre 1693 Marsaglia

1701-1 713

15 agosto J 702 Luzzara 5 g iugno-20 luglio Assedio di Vercelli ottobre 1704-aprile 1705 Difesa cli Verona 12 maggio-7 settembre 1706 Assedio d i Torino luglio-agosto I 707 Assedio d i Tolone 11 agosto 1708 Cesana Torinese 15-31 agosto 1708 Assedio cli Fenestrelle

1718

9 luglio Caltanisetta 26 luglio-4 agosto Assedio Castello Termini Imprese 29 settembre Forte del Salvatore

1733-1735

novembre 1733 Assedio di Pizzighettone 29 giugno 1734 Parma 19 settembre Guastalla

GUERR'-\

CONTRO l VALDESI

(LEGA DI AUGUSTA)

PERLA SUCCESSIONE DlSPAGNA

IN SICILIA CONTRO LA SPAGNA PERLA SUCCESSIONE DI POLONIA

DI SUCCESSIONE D'AUSTR[A

1742

12-29 giugno assedio della cittadella di Modena J 6-22 luglio assedio della Mirandola

1743

8 ottobre Castelde lfino

1744

19 luglio P ietralunga 30 settembre Madonna dell'Olmo

1745

10- I7 novembre difesa d i Asti

1746

19 aprile-3 maggio Assedio cli Valenza

1747

21 maggio Madonna della M isericordia (GE) 19 luglio Colle cieli' Assietta

1792

22 settembre Les Marches

1740-1748

17 aprile Co lle di Brouis

1793

25

8 giugno Perus e Authion


IL gmgno Auth10n 8 settembre Sommalunga e Ccrisiera l ottobre Forte Pharon 19 ottobre assalto della Giletta 25 novembre Colle della Valletta 26 novembre Sommalunga

CONTRO LA FRANCIA

CONTRO GLI AUSTRO-RUSSI

1792 - 1796

1794

25 aprile Testa di Nava 27 aprile Saccarella 28 aprile Briga

1795

23 novembre Col le d i San Bernando 26 novembre Co lle della Spinarcla

1796

14 aprile Difesa di Cosseria 19 aprile San Miche le 21 aprile Bricchetto

30 marzo Pescantina 29 ap1ile Verde1ia

1799

CONTRO LA FRANCIA 1800 e 1815 NAPOLEONICA

1800

26 maggio Chiusella

1815

6 luglio attacco di Grenoble luglio Nantua

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IL LIEVITO DELLA ROSSA GUARDIA La parte epica della storia d'Italia, e specialmente di Venezia, sono le guerre contro i Turchi. Questi dopo la rotta di Lepanto non si erano dati per morti e ripresa ha/danza pirateggiavano i mari con gravissimo danno e scherno della cristianità stanca e discorde. ! Cavalieri di Ma/la e di S. Stefano colle loro galeejàticavano aji-enare le scorrerie ottomane, mentre i Veneziani, per amore dei loro commerci in Oriente, tenevano pace colla Turchia e le pagavano anche un tributo. Ma un hel g iorno, nel I 644, i Cavalieri di Malta si imhallerono in unaJlottiglia nemica che portava una donna del Sultano al pellegrinaggio della Mecca con ricchissimo carico, l'assalirono, uccisero seicento nemici,fecero trecentottanta prigionieri, presero 1111 bottino di tre milioni e la donna che morì, con un figliuolo suo che poi battezzato, si fece domenicano. Questo scioglimento della tragedia non soddisfò il Gran Turco, e siccome i Cavalieri avevano menato quel bottino in 1111 porto de/I 'isola di Candia, posseduta dai Veneziani, radunò ji-ella fretta 348 navi e 50. 000 soldati, veleggiò sopra Candio e cinse d ·assedio la città de/La Canea. I Veneziani, obbligati ad accettare la sfida, vuotano il cassone, domandano prestiti ed aiuti, inviano milizie a Ca11dia e spingono le loro flotte in tutti i ,nari, pe,:fino nei Dardanelli, a minacciare il Turco in casa sua. Sono i11 ballo e vogliono ballare, senza perdere il buon umore. Ecco in.fatti che una sera d'agosto del! 'anno 1647 l 'ammiraglio Veneto Crimani, che da due mesi tiene bloccata una squadra turca nel µorto di Nauplia, chiama l'aiutante e con piglio marziale gli dice:" Vi invito questa sera al Veglione dove.farete onore alle signore turchesche: a un 'ora di notte la serenata. Quattro vascelli di ronda, (< quattro galeaz::e i11 balleria e quattro galere di riserva. Nfusica e "trombe del miglior calibro." Gli esperti marini comprendono la metafore e prendono chetamente le loro misure livellando kluseo Storico dei Granatieri i cannoni contro iforti ed i vaSala Fo11da-;,io11e 1659 scelli nemici.

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Calata la notte, a luna vecchia, la musica di bordo in piena orchestra modula in tono.flebile di bemo!Le una di quelle ariette selltimentali che sono tradizionali.fra i gondolieri. A quella voce, nel punto stabilito, la nave capofila appoggia la ba/fitta collo sparo della prima .fiancata, le altre di seguito; ed i cannonieri, so//eggiando fi-a i denti, scaraventano ferro e fiwco, secondo il tempo ordinario della cadenza. I Turchi di là, inveleniti dalla rabbia, rispondevano alla cieca dalle loro batterie; i nostri trombavano e colpivano, e durarono nel gioco gradito per due ore senza riceverne alcun danno. Ma nell'isola di Candia l 'affare era assai più serio. Fracassata La Canea, i Turchi posero assedio alla città di Candia, un assedio che venne paragonato a quello.fàmoso di Troia per lunghezza. vicende ed eroismi; e durò quasi 25 a,mff Arrivato l'anno 1666 gli indovini furono colpiti da quelle tre c(f're "sei " e strologarono il.fìnimondo: i cristiani aspettavano l'Anticristo, i mussulmani iL Degial, gli ebrei il Messia, ed i terremoti accrescevano lo sgomento. Il Papa che non prestavafede al Vesta Verde, non finiva di predicare la crociata co11tro i Mussulmani e vi esortava i principi cristiani dando esempio egli stesso nell'imporsi sacr~fici di denaro e di uomini. Fu allora che il Duca di Savoia, Carlo Emanuele 11, che tenevasi imbronciato con Venezia per il titolo di re di Cipro, pose da banda i suoi risentimenti e, come ne fa fede il Cantù, arruolati nella Savoia due reggimenti di robusti montanari, li spedì a difesa di Candia sotto il comando del prode generale Francesco Villa. Questo aiuto riusciva di somma utilità all'eroica città ormai ridotta agli estremi e priva assolutanzente di risorse sicché occorreva spedirvi pe,fino il biscotto e la legna da ardere. A poche migliaia erano ridotti i dlfènsori, le case ed ifòrtiliz i diroccati, le vie cittadine ingombre di cadaveri e di soldati storpiati; di fuori un nugolo di giannizzeri e di spahi.\·, milizie terribili il cui nome metteva la pelLed 'oca. I Turchi, abilissimi artiglieri non cessavano dal tirare sulla città contro la quale usavano le parallele che avevano imparato da un ingegnere italiano, e moltiplicavano le mine e contermine e gli assalti che ripetevano dì e notte. Toccò aLLora alle milizie sabaude, nuove arrivate e fi"esche, il sostenere principalme11 te il p eso ed il rischio delle operazioni di difèsa e de!le.fì·equenti sortite. L ·aspettare colla pancia a terra il nemico per giornate intere, l'essere balzato in aria nel cuore della notte, il trovarsi improvvisamentefàccia a.faccia con quei barbari.feroci e bestiali. eran cose che non scoraggiavano quei nostri s oldati saldi come macigni: ma erano essi come una goccia d'acqua gettata sopra un grande incendio. È dovere riconoscere che 11011 vennero del tutto abbandonati, ma i soccorsi riuscirono loro più generosi che non utili. Nel 1668 giunse loro di Francia il cava!Leresco marchese Della Feuillade con un grosso squadrone di 500 gentiluomini della prima nobiltà e 200 capitani r[/òrmali e numeroso seguito cli cavalieri scudieri ed amici e, sprezzando La tattica prudente del generale veneziano Cornare, diceva di volerfarlafinita con quella guerra. Alla testa dei suoi gradassi assaltò i turchi colfì·ustino in mano, quasifossero paperi: ma vennero respinti con tale strage e .\ pavento che i superstiti se ne ritornarono chetamene a casa, smesso il vanto di dar lezione ad altri. A riparare lo smacco, l'anno appresso, l 'anuniragliofì"ancese dì Bem.ifò,fsbarcò a Candia, al I 9 di giugno, altre milizie guidate dal Duca di Navailles e tutte lusso, pro.fì1mi, ciondoli, merletti e spennacchi. Questi signori si consiglianofi·a di loro e, sprezzando i

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consigli dei nostri generali già ammaestrati dalla lunga guerra, decidono battaglia immediata senza prima impratichirsi della posizione. La mattina del 26 giugno con duemila marinai, seimila.fànti e seicento stradioli corron jitori con.furia e leggerezza, saltano (fossi, respingono i turchi, prendono i ridotti, gridano vittoria : ma un di loro scorge uno di quei pozzi per cui si discende nelle gallerie sotterranee e grida alla mina! A quella in/a.usta parola tutti gettano le armi, fu.ggono a dirotta verso la città ed i turchi infilzano 600 teste sulle loro picche. Tocca ai Savoiardi il rimontare La guardia, lavorare alle contromine, seppeL!ire i cadaveri,· sono ormai ridotti ad una piccola schiera consunta da/La.fame e dalle piaghe: e tengon duro. Ma i Turchi, che in 28 mesi avevanofèttto brillare tremila mine ed avevano perduto 118 mila uomini, mentre prima si ammutinavano chiedendo il rimpatrio, dopo quella rotta inflitta ai nostri, ripresero coraggio e rinnovarono gli assalti. La guarnigione di Candia era ormai ridotta a 3000 uomini assottigliati ogni giorno dalla peste ed il generale veneziano Morosini, abbandonato da tutti,fu.orché dai nostri, dovette aljìne capitolare. Ebbero i Turchi rispetto per quel pugno di prodi, concessero loro dodici giorni per imbarcare le armi, le robe e gli arredi sacri: ed in quel! 'if~fàusto ma glorioso settembre del 1669 i resti dell'armata cristiana lasciarono Candia a bandiere spiegate e si imbarcaremo sulle galere. Con un ultimo squillo la tromba amniiraglia salutò per l'ultima volta quelle torri diroccate, quelle chiese rovinate, que!Le tombe ::;convolte, un brivido serpeggiò nelle vene di quei valorosi infelici; si guardarono negli occhi e vi lesserò il ricordo di giorni acerbi, di sacr?fici generosi, di compagni perduti: e ritornarono in patria C{/franti, ma non umiliati. Quando Carlo Emanuele Il rivide sfilare dinanzi a sé l'esigua schiera di quei superstiti, barbuti, laceri e zoppicanti, intuì che quelle gemme di una corona non dovevano andar disperse fra le rocce che gliele avevan date, ma meritavano una degna custodia che gliele serbasse per l'avvenire: fece aprire le righe della sua Rossa Guardia e ve li incorporò. Fu quello il lievito generoso che tutta.fece fiorire la giovane Guardia per valore e fedeltà, sicché in breve stagione, a/La battaglia della S/affàrda potè mostrarsi già matura e provetta meravigliando di sua bravura. Don Dionigi Puricelli

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IL PRIMO COMBATTI.MENTO DELL.E ROSS.E GUARDIE (Ponte di La Papcrera. 18 luglio 1672) Su/Le alture prospicienti l'abitato di Pieve di Teco, a specchio dell 'Arroscia e della Giara di Rezzo, hanno.fàtto La prima prova, pochi anni dopo la loro creazione, i reggimenti di .fèmteria: 1° (Guardie, oggi Granatieri di Sardegna) 2° (Savoia, oggi Re), 4° (Monferrato, oggi Casale) e 5° (Piemonte, ancor oggi Genova). Sarebbe troppo lungo per un articolo narrare quali fossero i motivi che indussero Carlo Emanuele Il di Savoia a muover guerra nell'anno 1672 alla Repubblica di Genova. Basti ricordare che il 27 giugno una colonna savoina, al comando del conte Catalani Alfieri, iniziava l 'invasione della Liguria da Ponte di Nava ed il successivo giorno 28 occupava la Pieve (ora Pieve di Teca). Componevano la colonna - oltre a rniLizie paesane, reparti irregolari e cavalleria - i Reggimenti Guardie, Savoia, J'v!on/èrrato, Piemonte, nonché il Nizza il quale, nella prima fase della campagna, non ebbe occasione di scendere in campo.L'inizio delle ostilità.fì,1provocato da una banda di elementi del peggior stanipo assoldata dal Senato di Genova, che attaccò d'improvviso La Milizia Reale di Oneglia, posta di presidio a Ponte di Nava, e l'avrebbe ridotta a mal partito, se non fòsse accorso il Reggimento Piemonte, rinfòrzato da qualche compagnia del Reggimento Mon/èrrato: episodio di poco conto che purtuttavia merita di essere evocato, poiché rappresenta il primo cimento della.fanteria italiana. Un nuovo tentativo, jatto qualche giorno dopo dalla banda ma[/àmata contro la Pieve, si il1fi-anse difi'onte a un vigoroso contrattacco di 150 uomini del R.eggim.ento Monfèrrato, che la disperse. Iniziatesi ormai le ostilità e non approdando a risultati positivi, le trattative fra la Savoia e la Repubblica di Genova, il Duca Carlo Emanuele li ordinò di avanzare verso la marina, dopo aver espugnato il castello di Rezzo. II comandante in capo, .fàtta occupare Pormassio, sistemata a difesa la Pieve, il l Oluglio inviava a Rezzo il Reggim.ento Savoia, che ne rase al suolo castello e mura: prima impresa della loro lunga storia dei reggimenti 1° Guardie e 2° Re. Frattanto, il Senato di Genova, orga11izzatefi·ettolosamente le A1ilizie deLLa Repubblica, si era accinto a presidiare fortemente i valichi di confìne, che dalla Savoia conducevano verso la Riviera e, .fa gli altri, di5.poneva fosse saldam.ente occupata La Paperera di Mosso (oggi Muzio), punto di obbligato passaggio i11 quel tempo per truppe che intendessero dirigersi tanto su A Lbenga quanto su OnegLia. L'impresa era stata afjidata al sergente maggiore Pier Paolo Restori, corso, con cinquecento suoi conterranei meritatamente infama di valorosi, i quali si asserragliarono sia entro il caseggiato, sia in forti trinceramenti sulla sinistra del torrente. li 18 luglio, il Catalani designava per l'attacco deLLa posizione cento volontari e due compagnie di cavalleria appiedata, affìdando loro il compito di aggirare il.fabbricato da sud, allo scopo di tagliare le comunicazioni dei nemici con Afuzio e quindi verso Albenga. l reparti, obbligati ad attraversare allo scoperto il torrente, .fìmmo decimati dai repubblicani, né miglior sorte ebbero altre unità gettate nella lotta. Il Catalani decise allora di avanzare egli stesso col Reggùnento Guardie riuscendo a vincere la resistenza del Restori e di rù1forzi, comandati da Vincentello Gentile, sinché li obbligò a ritirarsi. Fulgida villoria, ma pagala a caro prezzo. Specie Le Guardie dovetrero annoverare dolorose perdite. Caddero sul campo il marchese di Cavow~ antenato del Grande Statista,

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il co11te di Osasco, il cavaliere di Pluvier e il cavaliere Porporato, questo ultimo per mano del capitano corso Gerolamo Ventimiglia. Chi si reca alla Paperera di Muzio, ad un chilometro circa a sud-est di Pieve di Teco, girando lo sguardo tutt'intorno, può ricostruire nella mente il disperato combattimento. Il paesaggio è meraviglioso: il ponte,forse opera medievale, si erge maestoso su/fondo del torrente, ove l'acqua scorre aprendosi il passo fi'a grossi massi ; le colline che digradano sull 'Arroscia danno alla zona con la loro rigogliosa vegetazione un aspetto di incanto. Solo la Paperera, con i suoi mattoni bruni e l'edera che lungo i muri si arrampica, effonde un senso di tristezza. La Paperera ! Chissà per quale prodigio le resta cmcora l'annoso, storico nome, giacché ha cessato di essere una cartiera da tanto tempo, che neppure i più vecchi del luogo la ricordano tale ! Diven11e per molti anni conceria di tabacco, poi frantoio di olive, oggi serve da deposito di.foraggio: il fieno esce disordinatamente daLlefìnestre, le porte sono sconnesse, la torretta è sventrata. Quanti ruderi, quanti edifici so,w monumenti nazionali per molto m.eno. Quante lapidi, quanti cippi sono sorti per ricordare avvenimenti, che impallidiscono difro11le a gesta, degne di Plutarco, quali vide la Paperera di Muzio. Ben so, fì, guerra ji·atricida: "petti ji-aterni trajìssero pettifi·aterni", lamentava Carlo Botta pretendendo che nel secolo XVII s i.fosse ragionato come nel XIX, quando egli scrisse la sua monumentale Storia d ']tedia. Afa non potrebbe una stessa epigrafe glortfìcare a un tempo lo slancio eroico della Guardia e L'intrepida.foga dei Corsi, comandati da quel Pier Paolo Restori, che.fì., uno dei più e!:,perti capitani del suo tempo? Attraversando il ponte di Afuzio, e rivolgendo ancora lo sguardo al vecchio edifìcio par di sentire, col mormorio delle acque La suggestione del luogo, il grido: "A me le Guarclie per l'onore di Casa Savoia" e si è portati ad esclamare: "Paperera, spogliati della tua tristezza. Verrà il giorno, in cui i.fèmti d'Italia, gelosi custodi delle secolari glorie della loro Arma, Li strapperanno cl 'attorno il velo del! 'oblio. E sorgerà sul tuo ponte un cippo marmoreo, che ricordi il combattimento, nel quale i Granatieri di Sardegna ebbero il battesimo del fuoco e del sangue. "

Costantino Salvi

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18 AGOSTO 1690. BATTAGLIA DI STAFFARDA

"Storitt del 1° Reggimento Gm11atieri. JS35" redatta dal Marcl1eseA1111ibale Frmzone di Montaldo, già Capitano del Reggimento. Doc11111e11to custodito presso il Museo Storico dei "Gmatieri di Sardegna"

1689. Fece parte della spedizione contro i Valdesi nelle valli di Lucerna ma essendo questa una guerra contro compatrioti non si è stimato .far ricerca delle occasioni in cui si trovò il Reggimento non volendo annoverare fra i suoi fasti quelli bagnati di sangue cittadino e non nemico. Nel 1690 accesasi la guerra tra Vittorio Amedeo II e Luigi Xl V Re di Francia ebbe il Reggimento la bella sorte di dar prova per la prima volta del suo valore e del suo attaccamento al Sovrano combattendone il nemico. 1690. i 8 agosto si trovò alla battaglia di Staffarda la quale benché sia stata per l'Armata piemontese d'esito infèlice pure il Corpo ebbe campo ad illustrarsi mentre sotto gli ordini del Principe Eugenio di Savoia unito ai gendarmi jòrmò con valore e condotta ammirabile la retroguardia del-

Il Principe Eugenio di Savoia

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l'Armata nella ritirata in modo che contenne col suofuoco gli squadroni nemici che non ardirono inseguirlo e tanto meno attaccarlo. Gli Spagnoli allora alleati dei Piemontesi pubblicarono una relazione uJ.Jìciale stampata di questa battaglia in cui parlando delle truppe piemontesi leggesì in questo combatto: si portarono molto bene il Reggimento Guardia di S.A.R. ed il Terzo di Colonna perché il primo restò molto maltrattato

Vittoria Sciaiola, 1995. "Battaglia di Su{ffàrda,1690" Olio s11 tela 200 x 25(). J0 Reggimento "Granatieri di Sardegna".

4 OTTOBRE 1693. BATTAGLIA DELLA lVIARSAGLIA "A lVIE LE GUARDIE" Nel settembre ciel 1693 un altro esercito francese invase dal Colle delle Finestre il Piemonte. Nel piano della Marsaglia, il 4 ottobre, si scontrarono quarantamila francesi contro venticinquemila piemontesi . Nella disperata, aspra battaglia si udì per la prima volta un grido incitatore, che è tuttora motto glorioso dei reggimenti granatieri italiani , quando il Marchese di Parella al grido "a me le Guardie!" lanciò più volte i superstiti del suo reggimento contro il nemico incalzante. E quando l'armata ducale ripiegò, le Guardie si batterono, ultime, in retroguardia. Dopo se i anni di lotta, la guerra, nel 1696, ebbe termine. La pace di Riswick sancì la restituzione da patte della Franc ia di Pinerolo, dopo sessantaquattro anni di possesso.

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"Storia del 1° Reggimento (;1wwtieri. 1835" redatta dal 1l1archese Annibale Panzone di ilfonta/do, già Capitano del Reggimento. Documento custodito presso il }\'111seo Storico dei "Gmatieri di Sardegna"

1692. S.M. Vittorio Amedeo li jèce un 'irruzione in Francia nel Deljìnato. Il Reggimento Guardie.fu a parte di questa operaz ione. Il suo Primo Battaglione unito ai Reggimenti Chablais e Fucilieri era nella Divisione comandata dal Conte Bernegro Luogotenente Maresciallo, il 2° Battaglione.faceva parte del Corpo d 'Armata comandato dal Marchese Parella. In questa campagna gloriosa per le armi piemontesi il Reggùnento si trovò agli assedi di Guillesto Embrun e Gap. 1693. Non così fortunata per l'Armata la campagna di quest'anno benché il Reggimento abbia avuto campo a distinguersi. Trovatosi esso ali 'assedio di Santa Brigida nelle vicinanze di Pinerolo indi alla Battaglia della 1v.farsaglia. 1693. 4 ottobre. In questa giornata disgraziata trovavasi il Reggimento a formare l 'estrema destra dell'Armata sotto gli ordini immediati del Principe Eugenio il quale respinse sempre i nemici e fi, dal suo canto vincitore; la relazione pubblicata dal governo ecco come si esprime parlando dal/ 'ala destra . l'ala destra respinse tutti gli 5/orzi dell'ala sinistra del nemico quali tutti ridondarono in suo vantaggio in modo che .fu messa infi1ga la sinistra del nemico in confusione efitga.fùrono dai nostri della dritta. Sogliasi nel campo nemico più di mille morti. Quando si credeva la vittoria in pugno, .si seppe che erafi,tggita la nostra sinistra ala campo.sta da Spagnoli e Napoletani e si vide la destra molto impensatamente prendere perflanco e per di dietro sicchè convenne pen-

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sare ad un 'altra panita e per non essere inviluppati. Caricare per ogni parte il nemico il che /11 eseguito con sommo vigore perché furono rivolti al nemico molti stendardi che ci avevano preso alL 'ala sinistra jì-a quali cinque delle Guardie Scoz=esi senza di questi ne conta l 'ala nostra 24 nemici. Con tutto ciò bisognò forzatamente ritirarsi il che si fece in buon ordine . Le Truppe di S.!I.S. si sono distinte e tra queste in particolare le Guardie del Co,po ed il Reggimento Guardie ebbe quest'ultimo morti il Marchese Della Chiesa. Con.te Challant, Cavaliere Caraccio, ..... .

Il Maresciallo Nico!as C"tinat. l ò 111"11da11te delle Truppe Francesi

Rara (111ticlt cartolina co111111emonttiva della battaglia di Orbassano. Ai caduti della Afarsaglia 4 ottobre 1693- 5 ottobre /913.

l'ia110 di battag lia - 4 ottobre 1693: si nota cltiaramente la disposizione, prima e durante lo scontro, delle due armate (f1 s inistra i fran cesi, a tlestr11 gli fllleati) nella piana co mpresa tra Piossasco, Volvera ed Orb"ssa110

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ASSEDIO DI TORINO ( 12 MAGGIO - 7 SETTEMBRE 1706)

Storia del / 0 Reggimento Granatieri. 1835" redatta dal Mt1rchese A nnibale Faw;,011e di Mo11taltlo, gitì Capita110 del Reggi111e11fo. Docu111e11to custodiw presso il 1l1useo Storico dei "(ìra11atieri di Sardegna"

1706. Ebbe luogo in quest'anno il glorioso assedio e liberazione di Torino il Reggimento vi si trovò e si distinse al pari di tu/lo il resto de/l'Armata ecco le occasioni in cui si mostrò in modo p articolare e per meglio descriverlo copierò verbalmente le relazioni stampate. 3 luglio. Nella sortita i11 cui ebbe un luogotenente ucciso. 7. Detto altra sortita in cui ebbe u11 Luogote11e11te ferito. 14. Uscì dalla F leccia del Beato Amedeo un Luogotenente ciel Reggùnento Guardie con 29 Granatieri il quale entrò nelle Trinchere nemiche mandò più di 30 nemici a filo di bajonella e ritornandosene al suo posto con un prigioniero

Qui11to CENNI. 19 lu1:lio 1887 I GRA NATIERI Numem 1111ico illustrato. 111 occasione del 140° A1111iver.m rio della battag lia dell'A.u ietta.

U c-,a. 1>:.i.."" ~J il ru;g-, Hulgu ddle Oiutdlt n~lb 1,,4omala del l i i\1o.to lfOUo Tot\DoJ { ~ d•l Mc, ~bu:bao l'n.-1!1.N.).

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"Storia del 1° Reggim ento G'ra11atieri. 1835" redatta dal Marchese A 1111ibale Fa11:;011e di Mo11taldo, g ià Capitano del Re1:gi111ento. Docum ento custodito presso il Museo Storico dei "Gmnatieri di Sardegna"

22. Comandò il Generale Daum due compagnie Granatieri una delle Guardie e l'altra di Sa/uzzo di uscire dalla Porta Susina per attaccare la Fleccia del Beato Amedeo nel mentre che due altre compagnie una austriaca e l'altra di Piemonte avrebbero attaccato dal! 'altra parte i11 un batter d'occhio .fi,rono alle prese gli uni cogli altri ne andò la zuffa imperciocchè avvilitisi dalla resistenza i Francesi nel fuggirsi dalla Flecciafurono gli assalitori perseguitati sino alla loro trincera lasciando imprigionati quattro luogotenenti e 30 soldati e morto il Comandante del Reggimento Normandia. 26 agosto. Nell'attacco contro la controguardia del Beato Amedeo e San Maurizio difendeva il Reggimento quella del Beato Amedeo in cui ebbe un Capitano ferito dopo un lungo combattimento già erano i nemici per ritirarsi quando la disgrazia di u11fi1oco che si attacca a qualche barile di polvere chefece saltare in aria più di quaranta dei nostri loro diede animo ad un nuovo assalto in questo scompiglio rimasero padroni delle punfe di dette retroguardie in questo affare la guarnigione perdette 20 Ufficiali e 400 soldati tra morti e/èriti. Sul./ètrsi del giorno 27 sifècero partire per scacciarli 4 compagnie una austriaca ed una del Reggimento Trinità contro la con traguardi a del Beato Amedeo ed una delle Guardie ed una di Sa/uzzo verso quella di San Maurizio. Era oggello misto di meraviglia e di terrore il vedere avanzare da due parli quei distaccamenti coi loro./i,cili sulle spalle come se .fossero sicuri de/ fatto. Giunti chefitrono ben vicino diedonsi sulle prime a bersagliarlo a colpi di moschetto pietre e granate e poscia a gara a montar sul parapetto e tale fù la tempesta de colpi onde furono caricati gli occupatori di

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quei sito che per non rimanere gli uni dopo gli altri sconfitti non ebbero miglior cons iglio che ritirarsi con disordin e ne loro trinceramenti.

A ..,s t:: JH<) IJf ..J'Ol tf~O - 17 A ~o$i1o 1/(h,. L~ Gmm.!h: 11~ rd"l;10 ~Watl:.tie:i:o .J'-'11:. COMr'Ol;U 1r'11:l (lot b-:1Miono dl ~- ~fa,1rido tl>U' arma tu h-p'!IU:1.

Quinto CENNI. 19 lug/io 188 7 I GRA NA1'JERI Numero unico illustrato . /11 occasion e del i 40° Anniversario della hattag lia de/1 'Assielta.

31. In questo giorno dopo lungo combattimento riuscito essendo il nemico di impadronirsi della controguardia di S. Maurizio venne chiamato a riprendere quest'opera il Reggimento nostro. Ecco come racconta questo fatto Tarizzo nella relazione dell'assedio; avvicinatosi.fi-atlanto alla controguardia di S. Maurizio il Reggimento delle Guardie venuto colò dal suo quartiere di San Carlo con le insegne spiegate, tamburo battente quasi a passo di vincitore. Andasse direttamente a presentarsi alla faccia dei Francesi nel momento che c~f.fi·etavansi a trincerarsi coi gabbioni e sacchi di lana. La prima operazione fi,1di caricare il nemico col.fuoco quindi di salire intrepidamente sul parapetto con nobile gara Ufficiali e soldati promiscuamente. Il desiderio della gloria e l'amor della patria accesero in quegli animi cosi magnanimo sdegno che non potendo più reggere l 'avversario a tanti urti si ritirò dal posto con vergogna niente minore della s trage. Il Afaggiore del Reggimento Guardie Cavaliere Baratta col suo gran cuore onde non pensava che a distinguersi vi lasciò La vita; ad un altro Maggiore M . Bolger.fu troncata la mano; essendogli andato all'incontro il Gene-

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"Storia del 1° Reggimento Granatieri. 1835" redatta dal Marchese Annibale Panzone di j'l,fontaldo, già Capitano del Reggimento. Documento custodito presso il 1Wuseo Storico dei "Granatieri di Sardegna"

IN SICILIA 1713-1719

Vittorio Amedeo 11; a seguito dei trattati di Utrecht (1713) e di Radstadt (1714), ebbe la Sicilia col titolo di Re. Nell'ottobre del 1713, egli andò ad occupare il nuovo reame con 6000 uomini e le Guardie parteciparono alla spedizione con il 1° battaglione che prese stanza in Palermo. Nel 17 18 gli Spagnoli assalirono l'isola e le trnppe piemontesi, inferiori cli numero sì concentrarono in Siracusa. A Caltanisetta avvenne un combattimento, vittorioso per i Sa-

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baudi, in cui le Guardie patirono perdite sensibili. li 23 agosto 1719 le truppe piemontesi sgombrarono la Sici1ia e Vittorio Amedeo ebbe in cambio la Sardegna. Le due più belle imprese di resistenza agli Spagnoli sono legate alla storia del reggimento Guardie. Il castello di Termini, sotto il comando del capitano Biscaretto delle Guardie, resistette fino all'estremo sostenendo combattimenti e fame. La cittadella di Messina, comandata dal Marchese di Andorno Colonnello delle Guardie, sostenne con vigore stupendo gli assalti degli Spagnoli. La difesa di Messina fu così splendida e pertinace che quando la guarnigione ridotta allo stremo dovette capitolare, gli Spagnoli le concessero tutti gli onori di guerra e la facoltà di ritirarsi colle armi a Reggio Calabria. A ricordo di quel periodo resta oggi un segno: l' aquila La placca granatintl che è impressa sulle placche d'ottone che i Granatieri italiani tuttora portano sugli spallacci delle loro giberne nei servizi di onore. Essa non è che l'aquila dello stemma di Palermo, che fu messa al centro dello stemma dello Stato. Con foglio d'ordini del Ministero Difesa 11°7 del 30 Aprile 1984 tutti i militari appartenenti alle Unità Granatieri sono autorizzati a portare la placca granatina al centro deltaschino sinistro dell'uniforme. Accordatisi in Londra: Impero, Inghiltena, Francia e Olanda intimarono alla Spagna di cedere i possessi italiani riconquistati. La Sicilia fu data all 'Austria, la Sardegna a Vittorio Amedeo rr. Nacque così da quegli eventi il Regno di Sardegna. Il Capitano, il Grtlnatiere, il Soldato. Stampa del '7()0 custodita presso il iltfuseo Storico dei Granatieri.

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LA BATTAGLIA DI PARMA (1734) Correndo l'anno 1734, la vecchia Europa è quasi tutta in armi perché si va'disputando da alcuni suoi principi la successione a quel di Polonia che,.fin dal! 'anno precedente è vacante per la morte di Augusto JI. Nella vallata padana stanno a.fàccia a/accia Imperiali (Austriaci) e S;Jagnoli, e con questi i Francesi e Carlo Emanuele III di Savoia. Nella primavera, gli Imperiali adunatisi nel lvfantovano, tendono alla Lombardia, si oppongono gli alleati Gallo/spano-Piemontesi. All'alba del 29 Giugno, questi guidati dal Coigny marciano su Parma. A loro volta gli !mperiali del Merey da mezzodì puntano ve,~w settentrione, donde l'urto. L'avanguardia degli alleati, composta del reggimento francese di Piccardia e di sette compagnie di granatieri piemontesi, all'inizio del cimento, si a/forza nei grandi fabbricati delle Crocetta, località, sulla via Emilia ad occidente di Parma. 1Piccardi e le guardie Piemontesi, rinforzati dai jànti di Sciampagna, tenacemente resistono sopportando numerosissime perdite. J!érso sera gli Imperiali vittoriosi su tutto il resto della fronte si danno a far bottino, ma La disperata difesa delle Crocette permette al Coigny di mantene1:~i ancora su/Le proprie posizioni. Ne/La notte gli imperiali ripiegano, all'alba gli alleati constatano di essere rimasti padroni del campo. 1 Granatieri Guardie Piemontesi hanno con il loro sacrificio contribuito al successo, sicché di essifù scritto: "Si comportarono gloriosamente alla battaglia di Parma, ristabilendo il combattimento sulla destra, dove La brigata di Piccardia era stata disfatta, quella di Sciampagna respinta.

Le. guerra del 1738-85.

½fi

Il l-l Ottobri) 1i83 Carlo Emannele 11l· lento della Francia. dlohfllrò la irnerra ali A11&trln. r,o Ounrdfe seguirono il lw noli!\ co11qul111A dt,lln I.oiu'b:i.rdla. - ed alt' assedio della. llhiera d' Add4 si stg'llal:ll'Ono ntll':issalt.ve o vrondor,; 111 strada coperta., impreBn elle deci.e la pinr.r.a :i capitoliire lo s~sso giorno (30 N'ovombre). Si u•ovurono 1101 ali' Mi!Odio di alflnno. · TI 29 Oiuguo 17M e'bbe luo;o fa bat~;Ua di Panna in cui $i dW.irut pari iMla>'J'1e11rc i1 ,·cppimmto 011ard~ CSA1,uo1:s. /for. A'fil. d" 1'1n111011l) oho ora eollocn.to In rlffcrvn ùlotro l' 1\la sinistra. Oli An!!t1faci da quella parte avevano ;hl dillfaua 1~ brigai.O (ran~ d.l Plccaroia e rupinta In brli;ntn dJ Cbaiupngne, qu11ndo le Ounrdio si 1wuuzarouo e c:-011 villQl'OSO ntu1oco 1-osphlscro ~ti AuHtl'illcl o dò· clsuro da!IA vlttorm J>u\" noi. 011 Austriaci ebbero l0,000 uomi4li tra morti, reritl e prigioni. I Piemontesi nel tG batto.• glloni pr8Sijllti sul Cll.lllJ)O ebb(lro GO 11.lllc!All mol'tl: 16 cli questi uppnrtenevnno nl reggi· m~nto Gunrdie. li 19 Sett-embre dello stesso nnno si c:-0m· bJ\IM\ sou.o Guutalla don~ i Piel.llontesi ave· vnno l mai;au.ini cU cui gll· A111triaci volovnilo imp1ulronlrs!. S11I centro dolio. llnen di buUaglil\ Cl'I\ una waclnl\ dalla cui conserYn· zione dip,mdovnn<> le sorti della giornal4: quella cascina fu ,-itt.oriosame111ò dl!es:k eon· tro aeue bnUnglionl 1W1triacl furiosàmenle irrompenti nll'nssalto, dnl :regghnenr.o GUllrdie e dal l'illllfimento Piemonte (ora 3• e 4• fanteria}. li Sopc.it nello sue Jllmoir,~ do la fl"~rrt d' Jtalui, scrivo: I due corpi si disp1ttarono l' onore dl soslellere ~uella posWooo e tut.ti due ebbero quello di difoudorlo e con· ·

sermrlo. Iniziate i;ln le tr;ittlltlve d.i pace, la ca10pagnn del 17Sb fo condottn selli& ope.ruloni ri=rchevoll 11110 al Nonmbre, q11&ndo • Vienna fo 84CUO.to il trottato di pl\ce.

Quinlo CEll/NJ. 19 fuglio /887 i GRA l'lATIERI Numero unico il/us/rato. In occasione del 140° Anniversario della battaglia del/ 'Assietta

LA LEVATA DEL REGGIMENTO CACCIATORI DI SARDEGNA Don Bernardino Antonio Genovese, Duca d i San Pietro e Cervellon, Marchese della Guardia, patrizio sardo, il 10 luglio l 744, aveva ottenuto da Carlo Emanuele III il permesso di levare a sue spese, com'era consuetudine di taluni gentiluomini in quei tempi , un reggimento di gente della sua isola, che in cambio della Sicilia era passata ai Savoia. li reggimento, costituito per il servizio del sovrano durante la guerra di successione d' Austria, si chiamò "Sardegna Fanteria" e il duca Alberto, figlio di don Bernardino, che vi era ufficiale, donava alla bandiera la somma di 120.000 lire piemontesi. Detta somma do41


veva servire sia per la manutenzione della musica, sia per venire in aiuto delle fan,igl ie bisognose dei soldati morti o feriti in guerra. Il modo di impiegare i redditi del capitale fu stabilito con atto notarile che ancora oggi ha valore e che data dal 1775. In particolare l'atto notarile prevede: "perpetuamente celebrar anniversario in suffragio cd in memoria di esso, Sig. Duca A lbcrto, nel giorno anniversario della di Lui morte" (I 8 febbraio) "ed ove q uesto fosse impedito nel giorno immediatamente susseguente". li reggimento composto oltre che di sardi, di cors i e di spagnoli, si distinse nel 1745 al1'attacco di Acqui e nel 1746 a Venti miglia. Durante la bufera napoleonica, dopo aver combattuto su lle Alpi, aveva seguito il Re, nel 1796, in Sardegna e fu l'unico a non subire alcun influsso straniero. Tornò in continente alla Restaurazione e fu denominato Cacciatori G uardie. PiÚ tardi, esso doveva diventare il 2° Reggimento Granatieri.

Don Benwrdi110 Anto nio Genovese, D11ca di San Pietro e Cerve/1011, 1\1arc/1ese della Guardia, pMrizio sardo e s110 figlio Don Alberto (;e11011ese

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COME NACQUE LA DEI\OMINAZIONE DEL REGGIMENTO DI SARDEGNA Con l'accordo di Londra del 1718, il 3 agosto dello stesso anno, Vittorio Amedeo Il, divenuto Re cedette la Sicilia ed ebbe in cambio la Sardegna; perc iò, a presid io di tale nuovo possedimento furono subito raccolte alcune compagnie di Sardi, le quali, in numero di quattro, con varie vicende organiche, giunsero a l 1744 riunite in un piccolo battaglione di duecento uomi ni cl'arme. La vera fede di nascita, de l Reggimento, che ne sancisce la costituzione, è il Regio Viglietto del 1O lug lio 1744, che, a firma autografa del Re Carlo E manuele TT, autorizzava il Nobi le Don Bernardino Genovese, Duca. di San Pietro e Cervcllon, Marchese della Guardia, a " levare un Reggimento di Fanteria Sarda. Questo interessante documento si trova tuttora nell'Archivio di Stato in Torino. Il nuovo Reggimento fu in breve tempo costituito su dieci compagnie, di cui una di " Granatieri" e tre di "Stato Maggiore" (''Comando" , d iremmo no i oggi) per una com plessiva forza di sellccento uomini, in esso furono naturalmente incorporati g li Uffic iali ed i gregari già appartenenti al piccolo battaglione sardo citato; i " sergenti" ed i caporali invece furono tratti da venti vecchi veterani nazional i delle cofftpagnic sarde del Reggimento d i Sicilia, promossi per l'occasione. Trasportato nel continente il nuovo Reggimento si distinse ben presto, nel 1745, all'attacco di Acqui e meritò ampia lode nell'anno seguente a Ventimiglia. Fini ta quell a guerra, nel 1748, in virtù della pace di Aquisgrana, esso fu ridotto ad un solo battaglione che, s uccessivamente, ne l 1775, fu nucleo base per la ricostituzione nella regolare fom1azione di Reggimento, avvalendosi della valida cooperazione di due battaglioni del Reggimento Svi:acro "Grigione", allora al servizio del Re di Sardegna. Nel 1793 i Sardi e le Guardie ebbero il loro primo incontro all 'Authion e, scrisse il Guerrini: "la co111u11a11za della vigoria 11el combattere e della gloria di vincere quella bella vitloria, fu magni/ìco augurio allaJi1tura sorte che doveva quei due Co,pi comporre in una sola buonafcuniglia". Negli anni 1794- 1796 il Reggimento presidiò Cuneo e soltanto le due compagnie "Granatieri" e "Cacciatori" furono impiegate in opcrazion i belliche. A fine del 1796 il Reggimen to rientrò in Sardegna, a pres idio dell'lsola, e, nel 1798, fu raggiunto dal Re Carlo Emanuele IV, scacciato da l continente dalla violenza francese . Per tale motivo assunse il ruolo di "guardia reale" e si può affermare che solo in lui vi fu la continuità organica dell'Armata Sabauda. Con tale suo compito partico lare venne confermato l'obbligo ciel requisito d i " maggiore statura", (39-40 once, m. 1,69 circa). già richiesto per le "G uardie". Al predetto Re rimase così, nel giugno 1800, il solo Reggimento '·Sardegna", residente nell'lsola, che fu l'unico esistente fino alla restaurazione del 18 14. Questo Reggimento, che doveva avere la for7.a di 1. 156 uomini , sia per ristrcllezze di bilancio che per difficoltà di reclutamento, nel 1803 fu ridotto a 14 compagn ie, per un totale di 923 uomini e fu adibito a continui fat icosi servizi di tutela dell'ordine pubb lico. Quando il Re Vittorio Emanue le I rientrò in possesso dello Stato ebbe per prima cura quella d i riordinare l'Esercito, ed il Reggimento "Sardegna", con Regio Viglìetto del!' 11 aprile 1816, ottenne in premio "per i fedeli servigi ognora prestati" il nome di ''Reggimento Cacciatori G uardie". Di guarnigione a N izza, nell 'aprile 1821 tanto si distinse per il suo leale comportamento, che il Magistrato Civico a capo della Munic ipalità, concesse in dono al Reggimento una medaglia d'oro a ricordo di perenne consapevo le riconoscenza. Nel riordinamento de ll'Esercito Sardo, decretato i I 23

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ottobre 1831. dal Re Carlo Alberto, il Reggimento fo denominato semplicemente «Cacciatori» e formò, col Reggimento Granatieri-Guardie, la Brigata «Guardie». E, con l'occasione sarà bene precisare, come stabilì il Ministro della Gue1rn, dell'epoca, con lettera del 17 maggio 1834, che: "la nova provvidenza riguarda solo laformazione pe! caso di guerra; li Sardi continuano ad essere Cacciatori e nonfi1rono già creati 2° Reggimento di Granatieri". Si vede così in certo qual modo confermata la precedente disposizione, del 1832, in cui il Ministro della guerra aveva concesso ai Cacciatori - Guardie il diritto di precedenza su tutti i reggimenti cli linea, subito al secondo posto dopo i GranatieriGuardie ai quali soltanto spettava presentare a S.M. il Re, in alcune determinate solennità, un mazzo di garofani bianco-rossi. Partecipò, con la Brigata "Guardie" alle varie vicende belliche ed organiche di quegli anni cruciali per la storia della nostra Patria, finché, il 14 ottobre 1848, con la costituzione del 2° Reggimento di Granatieri, il Reggimento "Cacciatori di Sardegna" f1,1 staccato dalla "Brigata", nella quale poi si fuse definitivamente il 18 marzo 1852. Con tale ultimo atto, a perpetuare il ricordo del glorioso Reggimento "Sardegna", la Brigata ricostituita prese nome di "Brigata Granatieri di Sardegna". Con l'avvenuta fosione dei Cacciatori nella Brigata Granatieri, passò a questa il godimento della rendita del cospicuo lascito che il Duca di San Pietro aveva munificentemente fatto al proprio Reggimento, il l O agosto 1776, donando in due riprese ben 120.000 lire vecchie di Piemonte, in scudi d'oro chiamati "ciel Sole" per il loro particolare conio, che con la loro rendita dovevano mantenere il decoro della musica del Reggimento ed a fare un "modesto" funerale io ogni ricorrenza anniversaria della morte del donatore; un quinto della detta somma era altresì destinato in sussidi ed opere di pietà a beneficio dei militari del Reggimento. Per quanto riguarda le uniformi del Reggimento "Sardegna", si hanno le seguenti notizie. li vestito uniforme del Battaglione Sardo fu interamente bianco, con bavero, risvolti e paramani neri, veste e calze rosse, tutti i bottoni gialli, fin dal l 741; con la riforma effettuata nel 1751, per motivi di esclusivo carattere economico, ci furono delle sensibili varianti e perciò il giustacorpo da bianco fu cambiato in azzurro insieme alla veste e alle calze, la fodera e le "mostre" in giallo chiaro, mentre il tricorno rimase nero con bordo cli pelo cli capra bianco e mappa azzurra; alla truppa fu conservata la bandoliera con giberna di cuoio nero con bordo rosso, ed un cinturino porta sciabola, che si portavano a tracolla, aveva inoltre il fucile con cinghia, la sciabola e la baionetta; i sottufficiali portavano l'alabarda, gli ufficiali uno spuntone ed una spada con impugnatura d'argento e dragona. Nel 1775 ci furono ancora delle varianti per cui il giustacorpo fu prescritto azzun-o con la fodera rossa, il colletto, le "mostre" ed i paramani neri: la veste, i pantaloni ed i bottoni bianchi. Da documenti dell'epoca risulta che tale uniforme fu conformata anche nel regolamento del 1798, mentre nel 1803, a distinzione da tutti gli altri reggimenti dell'Armata Sarda, al solo Reggimento "Sardegna" furono conservate le falde lunghe della veste. Con la circolare ciel I O novembre 1815 il colletto, la cravatta, le manopole e la fodera dell'uniforn1e furono prescritte rosse cd i bottoni d'argento. Nel 1769, durante il regno di Carlo Emanuele III la bandiera colonnella fu uniforme per tutti i reggimenti escluse le "Guardie", e perciò il Reggimento "Sardegna" la ebbe con drappo azzurro, con aquila sabauda al centro, armata di giallo e linguata di rosso, caricata in petto dallo scudo di Savoia entro cornice gialla, sormontata dalla corona reale foderata di rosso; asta e cravatta azzurra; freccia e puntale gialli. La bandiera di battaglione invece aveva il drappo bianco con la cravatta rossa e lo stemma della Sar-

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degna al 1° quarto araldico. Dal 1773, nella bandiera del reggimento lo stemma sabaudo fu sostituito da quello della Sardegna. Nel 1814 il Reggimento ebbe due specie di bandiere, la prima con drappo azzurro, chiamata cli Reggimento o Reale, che fu affidata al l O Battaglione, e la seconda, con drappo rosso, che fu affidata al 2° Battaglione; entrambe erano quadrate, d i 31 once cli lato ( circa m. 1,3 1); negli angoli del drappo erano poste delle stelle del colore del colletto e delle manopole; c'erano inoltre quattro fiamme rosse sui quarti, di cui due azzurri e due neri , profilate di bianco.

L'EREDITÀ DI DON ALBERTO GENOVESE DUCA DI S. PIETRO E CERVELLON MARCHESE DELLA GUARDIA E UFFICIALE DEL REGGIMENTO Il 1 Agosto 1776 Don Bernardino Antonio Genovese Duca d i San Pietro e Cervellon, Ufficiale del Reggimento, stipulava una convenzione con Gavino Pagl iaciu Marchese della Planargia, Comandante e proprietario del Reggimento di Sardegna - po i Cacciatori di Sardegna - per la creazione di una musica e cli una messa di pietà con un capitale, elarg ito dal Duca cli San Pietro, di 100.000 lire vecchie di Piemonte, con gli interessi annu i cli 4.000 lire, da impiegarsi dal Comandante, per quattro quinti a mantenere in buona effi cienza la musica ciel Reggimento e per una funzione f unebre nell'amrnale ricorrenza della morte ciel donatore, e per u n quinto in opere di bene a favore cli mi litari ciel Reggimento e delle loro famigl ie. Ad essa fu aggiunto dallo stesso Duca la somma di 4 .000 lire vecchie di Piemonte destinate per il vestiario e per le prime provviste della banda. Con istromento 25 ottobre 1777 furono dal Duca assegnate altre 20.000 lire per la vestizione del tamburino e l'equipaggiamento della Banda. Nel 1815 il Reggimento, per i meriti acquis iti, veniva incorporato nella Brigata Guardie, che nel 1852 assumeva la denominazione di Brigata Granatieri dì Sardegna. Da tempo immemorabile i Granatieri di Sardegna, eredi del munifico lascito, fanno celebrare, in forma solenne, nell'anniversario della morte di Don Alberto Genovese, una Messa di suffragio alla presenza dei Reparti in armi. In tale Messa, oltre al Benefattore, i "Granatieri di Sardegna" intendono onorare tutti gli eroici Granatieri che in oltre tre secoli servirono la Patria nei ranghi dei Reggimenti delle Guardie, dei Cacciatori e dei Granatieri.

SCUDO D'ORO DEL SOLE Fu emesso originariamente in Francia e fu denominato Scudo d'oro del sole per avere un minuscolo sole sul recto della moneta; si diffuse Tn Italia dove venne coniato per la prima volta in Sav oia nel 1580 . Le coniazioni si susseguirono in varie città ciel Piemonte fino al 1670. Venne coniato anche dalle maggiori zecche delle altre regioni italiane. La pezza più di ffùsa fu quella denominata doppia o <lobbia (doppia del sole, doppio scudo d'oro del sole, doppia d'oro ciel sole). Lo scudo valeva 12 lire, le doppie 24 lire. Esistevano anche multipli. In peso lo scudo da 12 lire corrispo ndeva a grani 64 al titolo di 23 carati; il contenuto cli fi no era dunque di gran_i 6 1 e 24/72. Un grano = gr. 0,0648.

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Cofanetto, ubicato nel Salone d'onore del 1lfuseo Storico dei Granatieri di Sardegna, che custodisce i doc11111e11ti del lascito del Duca di San Pietro

ROMA. BASILICA SAL"'ITA MARIA DEGLI ANGELI. 18FEBBRAIO ONORANZE FUNEBRI IN SUFFRAGIO DI DON ALBERTO GENOVESE

Roma J8fehbraio 1926 Ceri111011iafimebre in sujji·agio del Duca di San Pietro

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Roma 16 febbraio 1996 Cerimonia.fimebre in sujji¡agio del Duca di San Pietro

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QUINTO CENNI. EVOLUZIONE DELLE UNIFORMI Dl[L REGGIMENTO CACCIATORI GUARDIE DI SARDEGNA SINO ALLA lJNiflCAZIONE CON IL REGGI.MENTO GRANATIERI GUARDI!::

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Granatiere Reggimento Cacciatori Guardie 1843-1848

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LA BATTAGLIA DELL'ASSIETTA 19 LUGLIO 1747 Durante Ja guerra di successione di Austria ( 1740-1748) Carlo Emanuele 111, alleato dcli' Austria. combatteva contro i Franco-Spagnoli . Le Guardie parteciparono onorevolmente il 30 settembre 1744 al la battagli a della Madonna dell 'Olmo, ma la pagina più gloriosa la scrissero il J 9 luglio 1747 all 'Assietta . ln quell 'estate movi mentata, Carlo Emanuele 11T aveva dislocato un corpo di operazione sulle montagne del I' Assietta per opporsi all'avanzata dell 'esercito franco-spagnolo guida Lo da I generale di Belle !sic. Negli improvv isati tri nceramenti che fo1i ificavano la posizione montana, le Guardie erano comandate dal Tenente Colonnello Paolo Navarrino di S. Sebastiano. "Sentite se non erano disperati gli accenti della vedova morganatica di Vittorio Amedeo 11, primo Re di Casa Sa Foia: Si battevano al/ 'Assietta. Ci mellemmo a pregare. lo non connettevo più, 11011 sentivo più nulla. Mi parve che passasse un tempo sterminato. Non arrivavano notizie. Venne la notte. A 111ezza11otte.fì11n1110 riscosse da un gran rumore nella città. Era la notizia della vittoria! li Conte di Panissera 0. L,TntT,\ «.:.ACl........"0 ot IIUCIIJIIU. aveva a/fraversato Pinerolo come U/1 fulmine, per portar la notizia e un .fàscio di bandierefi·ancesi a Carlo Emanuele. Ma il mio Figliuolo'! Che cosa era avvenuto di lui? Ernjèrito? Era morto forse? Non si sapeva nulla! lo morivo d ·affanno, d 'impasienza, di terrore; volevo ji,ggire, correre verso i monti, a cercarlo, a domandare. Ah! fina lmente la grande notizia venne: E· vivo! Gittai un g rido, caddi in g inocchio, ringraziai l ddio. Oh! io 11011 conoscevo ancora tutta la grande=za della sua grazia. D'ora in ora sopraggiunsero le altre notizie. li Conte d i San Sebastiano ha respinto tutti g li assalti della principale colonna nemica. li Conte di San Sebastiano ha salvato la giornata, rf/ìutando tre volte di obbidire al Conte di Bicherasio, comandante supremo, che gli ordinava di abbandonare la tenaglia e di correre in soccorso al Serin. E p oi una voce generale, crescente, la notizia che arrivava da cento parti. ripelllta, ripercossa da mille echi, dal Piemonte, dall 'Jralia, dalla Francia, dall 'Jiuropa in tera: Lo gloria della ballaglia è del San Sebasriano; lui Quinto CENNI. / 9 /uglio 1887 il Generale, l'anima della d(fesa, davanti a cui I GRANATIERI Numero unico illustralo . morirono il Generale Bellisle ed il Maresciallo

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Arnault; lui che vide e comprese tutto, e trio11fò con un atto temerario d'inobbedienza in cui sapeva di giocar la vita e l'onore; Lui l 'eroe dell 'Assietta, il vincitore della grande battaglia, il salvatore del Piemonte. La gioia mi soffocò, mi ottenebrò la ragione. Oh 1 vederlo, abbracciarlo, poterlo benedire. Sentirmi chiamare madre un momento, ricevere un suo sorriso, un suo saluto. " Da "Gazzetta del Popolo" del l 9 settembre 1906. "Bicherasio e il J706" di L.C. Bolles Il co11lG G. B.. Dl URICUf.RASlO

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Quinto CENNI. 19 luglio 1887

I GRANATIERI Numero unico illustrato. LA

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COLLE DELL' ASSIETTA, S EGUI T A

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GIUSEPPE 8 AR T OLI.

CARLO EMANUELE MONJ.l\CA

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I. pregio, o SIRE, di co nfeffare , che •quefl:o Componimento Poetico fopra un' ialìgne

1 N" T O I. f N 0, NE LLl1. ST A)ffE.& i A tt'J! ALE , CV!l 111.>.tl J JI0).' 5',

Opuscolo celebrativo redatto un mese dopo la vittoria dell'Assietta da Giuseppe Bartoli. le pagine sono prese da 1u1t1 copia originale di collezione privata.

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Morte di Bellisle(0 ) IL Cavaliere di Bellisle era rimasto da principio presso la batteria, donde p ote va seguire le vicende del combattimento. Egli riteneva che le sue truppe avrebbero incontrato minore resistenza, ma vedendo che l'alfacco del ridotto non aveva la riuscita sperata. corse egli stesso a piedi sul luogo della lotta, impugnò una bandiera, e g ettatosi i1111a11zi di'ìperatamente, La piantò sul pendio in cui gli assalitori avevano cominciato l'ascensione al! 'angolo sul/ 'entrante del ridolfo, ma due colpi di.fucile lo conjiisero nella folla dei morti. Il Bormida invece dice che il Bellisle riuscì a piantare la bandiera sopra ww piccola breccia che i suoi sole/ali avevano cominciato ad aprire presso il rientrame della tenaglia. Ma in quel moniento gli è dato un colpo di baionetta al braccio, e subito dopo viene percosso da una palla di fucile, cionondimeno 110 11 si ritrae. ma cominua ad animare i suoi, finché un secondo colpo di.fitcile lo stende morto a terra. Questa asset7io11e è suffragata dalle tradizioni locali. Altrove è detto che egli colla bandiera alla mano riusci ad attraversare in mezzo alle palle, alle pietre, ed ai massi di roccia e piantò il drappo di Francia sul parapetto. Ma i Granatieri E/lena ed Adami, che stavano pur anco la sopra, aflerrano con gioia il valmvso Be/liste che cade morto trascinando seco la sua bandiera. Il conte di Malines cosi dice della sua morte: "Prese una bandiera in 1110110, riuscì a piantarla sopra un trinceramento, dicendo: Eccola nelle terre del Re " Le voilà, dans la terre du Roi ". Un soldato delle Guardie non ostante le divise che lo decora vano, gl'immerse la Baionetta nel ventre. Egli cadde confuso coi cadaveri dei soldati, mentre i nostri Granatieri raccogiievano la sua bandiera. 0 ( ) Brano tratto dal testo"La valle di OULX e le guerre per la successione d' Austria. La Battaglia dell'Assietta", scritto dal Sac. Peracca Luigi Francesco. Torino 1909.

Quinto CENNI. /') luglio 1887

I GRANA TIERJ Numero 1111ico illustrato.

MOJt1'U Jlltl. CA VA LIKllM 01 IIHI. I.ISl.l~ .\(.l_.'MlSAl.TO n1n ..J,I\ 'l't;S1"A l)lU.,1.'~.t\SS(Jt'l"'rA.

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LA FASE FINALE .DELLA BATTAGLIA Intanto la colonna del Marchese di Villemw; dopo aver impiegate molte ore per salire alla spicciolata dal vallone dell 'Assietta alle pendici più elevate del Gran Serin, era riuscita a disporsi pel combattimento a poca distanza dei trinceramenti, con dodici battaglioni, ed altrettante compagnie di granatieri. Furono respinti tre volte e tre volte ritornarono a/La carica col medesimo ardire. Questa posizione, dominando pienamente quella dell 'Assietta, tutta La resistenza che si era fatta in quest'ultima, sarehbe restata inutile, se essajòsse stataJòrzata ad arrendersi. Il conte di Bricherasio vi si era recato egli stesso, dopo d'aver incaricato il conte di Martinengo di tenersi al centro per essere attento ai movimenti che il nemico avrebbe potuto/are dal lato del Vallone che, discende dal Puy d'una parte, ed a Fenestrelle dall'altra. Il rumore della lotta L'aveva preoccupato. Lasciò ordine al maggior generale Alciati di occupare la comunicazione che è dal1'Assieua al colle Gran Serin e vi condusse per rinjòrzo i picchetti di Casale, di Meyer e di Slagembae, che non erano impiegati altrove opportunamente, mentre il conte di S. Sebastiano ehbe la direzione del ridotto. Il Bricherasio poco dopo mandò l'ordine al generale A lciati di sgomhrare l'!lssietta e di raggiungerlo al Gran Serin. Ricevuto questo ordine, l 'Alciati si disponeva ad eseguirlo, senonchè ritenendo poco prudente uno sgombro simultaneo dei trinceramenti diJì-cmte al nemico, si avviò bensì verso il Gran Serin colle truppe in quel momento non impegnate, ma lasciò indietro il conte di S. Sebastiano colle/razioni di vari battaglioni che avevano preso parte alla lotta della Teste dell 'Assietta e sulJìanco occidentale dell'altipiano. Un secondo attacco di Vi!lemur contro il ridotto era stato respinto, ed egli si apparecchiava a tentarne un terzo con tutte Le suejòrze. Il conte di Bricherasio non vedendo arrivare tutte le truppe dell 'Assietta. che gli parevano appena bastanti per assicurare la conservazione del Gran Serin, ripeteva al conte S. Sebastiano l'ordine di venire a raggiungerlo. il.1a prima di ottemperare a quest'ordine il San Sebastiano credette opportuno di rappresentare al generale in capo gli inconvenienti che dalla sua esecuzione sarebbero nati. Nòn convinto di queste osservazioni il conte di Bricherasio mandò per la terza volta al conte di S. Sebastiano L'ordine cli sgmnbrare immediatamente I Assietta, ma quando quest 'ordine giunse a destinazione, non era assolutamente più possibile di eseguirlo. I Francesi, ripresa lena, avevano dato principio ad un ultimo e decisivo attacco. "in.faccia al nemico, disse allora ai suoi soldati il come di S. Sebastiano, "non possia,no voltare Le .\ palle", e queste sue parole .furono accolte con entusiasmo dai difensori della tanaglia, che rin.forzati dalle compagnie di granatieri del battaglione di Meyer e del battaglione austriaco di Forgatsch, re~pinsero un 'ultima volta (fi'ancesi mentre già cominciava ad annottare

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Nelfi'attempo anche il marchese di Vi/lemur aveva dato un ultimo attacco al Gran Serin, ed era staio respinto per la terza volta con gra vi perdite. La sua posizione di venne allora assai critica; il sopravvenire della notte gli toglieva la poss ibilità di nuovi tentativi contro i trinceramenti, ed il perno/lare sul luogo del comhattimento era impossibile. Villemur si vide quindi cosiretto ad operare la sua ritirata, ricalcando la strada percorsa al mattino e presentando ilfìanco per lungo tratto alle p osiz ioni dei Piemontesi. Una simile ritirala, eseguita di notte e con truppe scosse per le fatiche soslenute, nonché per le perdite toccate, poteva agevolmente mutarsi in completa rotta, solo che poche fo,ze .fossero uscite dai trinceramenti per cadere sul loro.fìanco procedendo dal 'alto in basso. Era anzi probabile che se il Bricherasio si fosse appigliato a questo partito, sarebbesi tagliata la ritirata ad una parte almeno delle truppe di Villemw: che sarebbe caduta sotto il cannone di Fenestrelle. Cli Ujjìciali p iemontesi sentivano che così operando si sarebbe completata la vittoria e insistevano presso il generale in capo acciò ne desse l'ordine. Ma il conte di Bricherasio obbiettò che le /ruppe avevano consumate tulle le munizioni, e sarebbe stata p er conseguenza cosa arrischiata il.farle uscire dai trinceraménti, mentre il nemico si ripiegava ordinatamente. Un distaccamento però di Valdesi e di truppe d 'ordinan::e fu poi spinto al! 'inseguimento. Alcuni granatieri di Kalbennatten erano usciti soli dalle trincee, senza .fare grande danno al nemico. Finalmente il sole trarnontando ci lasciò vittoriosi. Il conte di S. Sebastiano aiutato dal soccorso dei granalt C4llua 411 3. M,;u.t&.IH 1, ,-kMelJ• uma,.. ••• Il 1• latt.arl......,. o..,.,i., alr&rdlllf. ...U.1tc1J Pff L\ lfn:u Yolla. fa lffflllO. di f11ln.n'9 rlt po.alt - /u (ttclt, 11/ Wllf;,. ["4'Hi4,_ '°"'"' k 1,.,,U,, tieri di Meyer e di Fo,gafsch e di - t rup!a1e dt'lln11lw11Pott l'alCJJ\G allatto 1ld l'nlrwffl un picchetto del Reggimento di Quinto CENNI. 19 luglio 1887 Sardegna, comandato da l lvfarI GRANATIERI chese di Berne=. si era mantenuto Numero unico illustrato . costantemenLe nel ridotto delle tenaglie, dove degn amente rneritò e la stima degli Ujfìciali che combattevano sotto i suoi ordini, e gli elogi che continuarono a tributargli. 0 ( ) Brano tratto dal testo"La valle di OULX e le guerre per la successione d'Austria. La Baltag lia del] ' i\ss ietta", scritto dal Sac . Per acca Luigi Francesco. Torino 1909. #' #

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ALAMARI E PENNE D'AQUILA

Sarebbe certo un be/Lo studio rffàre la storia del nostro Alpinismo A1ilitare. incominciando dalle prime audaci ascensioni delle Legioni di Roma, .fino a prospettare il sorprendente schieramento sulle vette alpine di tutti gli Italiani accorsi pur dal Li!ibeo per sostenere i figli della montagna nella d{fesa della impervia e gelida fi·ontiera. Tale lavoro è peso sproporzionato alfe mie spa!Le, onde mi limito a qualche linea della storia generale notando una delle tappe di quella lenta evoluzione per cui le "mal vietate Alpi", già considerate quale barriera ~fòndata, per rinsavimento degli Italiani passarono ad esercitare la lorojitnzione provvidenziale di <?:ffìcace scudo della Nazione. E l'occasione me I 'offi·e l'invito ad illustrare quella memorabile azione di guerra alpina che meritò aL/a Rossa Guardia i/fregio di quei candidi alamari che la onorano e la spronano a distinguersi. Ilfatto cijèt risalire al quinto decennio del secolo decimottavo durante il quale tutta Europafì1 in armi perché alcuni potentati agognavano mettere a brani lo Stato della Imperatrice 1'vfaria Teresa d'Austria, mentre altri avevano interesse a conservarlo. Milizie impe1fettamente 01ga11izzate, passabilmente disciplinate in guarnigione ma brutali in campagna, erano allora scatenate a scorrere ed infestare tutte le regioni; navi da corsa bloccavano i porti ed intercettavano i grani; soffhvano i popoli inconsci ed estro-

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neifi'a tanto accanirsi, mentre i diplomatici credevano venire a capo con infiniti raggiri inconcludenti. E la conclusione si ajfacciò inaspettatamente ad un nostro varco alpino. Fra i parteggianti per l'Austria stava il Re di Sardegna, Carlo Emanuele Il!, il quale nel suo fervore di alleato attivo non trascurava di pensare ad un qualche possibile indennizzo per i suoi sacrifici, e siccome assai gli importava di ottenere una diretta comunicazione col mare, nel 1743 si fece cedere da Maria Teresa il marchesato del Finale, tra il Monferrato e la riviera ligure di ponente. Ma quel jèudo era già stato venduto nel 1713 dal padre di quella imperatrice alla Repubblica di Genova per un ,nilione e duecentomila piastre, il contratto era stato confermato in solenni trattati nel 1718 e nei 172 3, onde Genova non volle saperne cli rinunciare al suo buon diritto, e si difese, mentre Carlo Emanuele reclamava altamente contro i genovesi che osavano d?fèndersi: ma per lui non troviamo oggi altra scusa che quella preparatagli dal Principe Eugenio di Savoia il quale giudicando la condotta dei Duchi di Baviera e di Lorena e dei Principi di Savoia, soleva dire che la geogn4ia impediva loro di essere galantuomini. L'eroismo con cui Genova si ribellava alla dominazione austriaca ed agli strapazzi dei Sardi commosse nelle intime viscere la Francia la quale contemporaneamente si pentì d 'aver lasciato passare un po' di tempo senza mettere becco nelle cose d'Italia: mise assieme un esercito di 50 battaglioni di Francesi e Spagnoli, lo jòrnì di artiglierie, e lo spedì su per la Savoia qffìnché, valicato il Monginevro, piombasse sul Piemonte. Granatiere nell'uniforme Carlo Emanuele, che tutto preso dal!' idea di condella battaglia dell'Assietta quistare la Liguria aveva Lasciato indifesi i passi alpini, si trovò in una siwazione assai df/Jìcile, perché i nemici, una volta varcato iL Monginevro, avrebbero potuto scendere dalla Va!Le dei Chisone ed in quattro salti prendersi Torino, oppure volgersi direttaniente contro il suo esercito che assediava Genova e stringerlo ji-a clue.fìwchi. Intelligente e risoluto il Re sardo non esitò ad abbandonare l'impresa dell'assedio per muovere cogli alleati a respingere l'invasione ed intuì che bisognava innanzi tutto tentare di.far argine a/Le schiere nemiche sui valichi alpini. Per quella marciajòrzata e.fè1.tìcosa,Ji-a le truppe dipendenti, disseminate in molti posti e logorate dalla lunga guerra, non potè mettere assieme che dieci battaglioni Piemontesi e qualtro Austriaci che affidò al conte Bricherasio e spedì alla minacciatajìnntiera coll'ordine cli ivi resistere ad oltranza, jìno alla morte. Quella debole colonna era completamente _ç(ornita di artiglierie, aveva un equipaggiamento assolutamente inadatto per escursioni alpine,· ma era fortemente anùnata dal sen-

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timento del dovere e dell'onore, ed internatasi nelle vallate incontrò incoraggiamento ed effìcace cooperazione nelle popolazioni che per motivi religiosi e politici erano fortemente avverse ai Francesi e jèdelissime al Re di Piemonte. Quei.forti montanari, veri "cosacchi d'Italia " come li chiamarono poi i Francesi dopo d'averli esperimentati terribili nefla guerra irregolare, rendevano eminenti servigi all'esercito regolare intercettando i convogli, arrestando le staffètte, trasportando le munizioni ed cif.Jàticando il nemico con inattesi ed incessanti colpi di mano. Arrivarono i nostri sul posto appena in tempo per impedire il dilagare delle schiere nemiche nelle valli piemontesi. li generale Bricherasio appostò sette battaglioni sul colle dell 'Assietta (altit. 2472 metri), assegnando alla Guardia il posto d 'onore perché di maggior pericolo; gli altri battaglioni disseminò un po ·' in lLltli gli altri colli e nelle vallate che si stendono dall'Assiettafìno ai colli di Faitieres e Fenestrelle, mentre sull'alpe di Argue! si trinceravano i montanari Valdesi disposti a concorrere valorosamente all'esito della battaglia. A quella rada catena di difensori tutto mancava di quanto è necessario ad una resistenza; insignificanti erano poi le opere di jòrt(ficazione giacché 1 'ingegnere Vedano, ivi spedito in tutta fretta da T'orino, per la mancanza di tempo, non era riuscito che a far costruire qua e là qualche muricciolo a secco senza.fosso e palizzata ; non rimaneva che trar partito dall'asprezza dei Luoghi ed cif.Jidarsi al coraggio preparato al sacr[ficio. E la prova non si jèce attendere. SPADA DEL TENENTE COLONNELLO li 19 Luglio 1747 comparvero in assetto di battaglia le PAOLO NAVA RRINO truppe franco -spagnuole ed incominciarono a salire DI SAN SEBASTIANO verso l 'Assietta divise in tre colonne, sostenute da 9 can- (custodita presso il f'vluseo Storico noni da campo ed animate dal! 'esempio del loro gene"Granatieri di S<trdegna'') ratissimo il Cavaliere di Bel/'lsle, giovane e valoroso uffìciale, .fi·atello del celebre Maresciallo di Francia. La sproporzione delle forze ed il pericolo evidente di venir circondati e fatti prigionieri causarono per un iswnte viva trepidazione nell 'anirno del Generale piemontese e nel suo Stato Maggiore, ma la coscienza della estrema importanza di quel posto e l 'ordine ricevuto di resistere fino alla morte, li decise a giocar di audacia. La colonna nemica di mezzo, composta di 22 compagnie di Granatieri, erajìancheggiata da 4 battaglioni di truppe leggere che ne agevolavano l'avanzata bersagliando abilmente i dijènsori della posizione; saliva su per L'erta e dirupata china compatta ed imponente, e raggiunta più volte la contrastata cirna era riuscita a rovinare le trincee di queLLa parte dellafronte che era affidata ai nostri Granatieri. Ma là stavano il comandante delle Guardie tenente colonne/Lo Paolo Navarrino, conte di S. Sebastiano, ed il non meno prode cav. Caldera, i quali seppero infondere tale coraggio ai loro uomini che questi usando delle armi e dei sassi, respinsero ripetutamente il nemico con gravissime perdite.

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Le altre due colonne che tentavano salire a destra ed a sinistra non poterono raggiungere Le trincee, sia per! 'asprezza del cammino, sia per il tempestare che jàcevano i difensori. il Cavaliere di Beli' lsle, che sentiva di rappresentare l'onore di Francia e del.fratello, e prevedeva Le dicerie che si sarebbero.fatte in Parigi apprendendolo vinto, dopo tanti vanti, da poche genti e fi'a sperdute montagne, sospinto da/L'amor proprio e dal coraggio tolse di mano ad un a(/ìere la bandiera, e con intento piuttosto da forte soldato che da prudente capitano, si spinse avanti per piantarla sull 'orlo dellafàtale trincea. Seguito dagli iifficiali e soldati più animosi egli si piantò impavido sulle diroccate macerie chiam.ando e richiamando incessantemente i suoi guerrieri, che pronti accorrevano per tosto stramazzarefi1lminati dai nostri Granatieri. Granatieri a petto di granatieri: la pugna doveva riuscire epica e nobilissima: e La storia ci dice come gli ufficiali piemontesi, ammirati per tanto valore, pregassero e scongiurassero più volte quel! 'eroe di togliersi da quel posto troppo pericoloso per un generale. Anche Napoleone durante la campagna di Hltlgram, ritiratosi nel 'isola di Lobau, volle un giorno spingersi ad occhieggiare nei posti nemici dai quali era separato da 11110 stretto canale. Un i!f/iciale austriaco lo riconobbe e gli gridò: « Ritiratevi, o Sire, non è quello il vostro posto!». L Imperatore accetto il consiglio e ricordando poi queljàtto dettò questo elogio che possiamo estendere ai nostri granatieri: "Parole ammirabili che, visto il risentimento di allora contro Napoleone, la crisi del momento e l'importanza della sua morte, onorano per sempre i ranghi dai quali sono sortite e mostrano in colui che le ha pronunciate, una lealtà ed un culto all'onore che non si potrebbero superare t " . Disgraziatamente il Beli' Jsle per tutta risposta piantò la sua bandiera sulla trincea ed in quel punto perdette la vittoria e la vita. Un colpo di baionelta lo ferì al braccio e le guardie Adami ed E/lena lo colsero nel petto e nella testa con duejì1cilate: e rimase morto sul ca,npo. La perdita del generale anziché scoraggiare i .fancesi Li accese del desiderio di vendicarlo onde si precipitarono sopra i nostri con una .fiJria ed una tenacia ammirabile: i battaglioni si abbattevano contro l'esigua schiera piemontese come w, onda travolgente; e già si delineava al L'EROICO COMPORTAl1'1ENTO NELLA Bricherasio la necessità di ritirarsi dal campo, BATTAGLIA DECISIVA DELL'ASSIETTA già ne aveva spedito l'ordine al Conte di S. Seil!/ERITO'AL REG<]IMENTO GRANAT/ERJ bastiano; ma questi gridò: "fnfètccia al nemico GUARDIE J,'ONORE DI PORTARE SULLE le Guardie non possono volgere le spalle!". E GIUBBE COi14E SE<]NO DI DJSTINZlONE I BJANCHI ALAMARI, CARATTERJSTICl colla ostinata e sanguinosa resistenza dei suoi DELL'A SBOTTONATURA SPAGNOLA. strappò al nemico una memoranda vittoria.

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I .francesi ormai scoraggiati si diedero a precipitosa fi1ga abbandonando tra morti, feriti e prigionieri 5000 soldati e 300 u/fìcia.li, fi'a i quali due marescialli di campo; riparatisi nel loro campo della Rua, dovettero presto sloggiarlo ed abbandonare anche la Savoja inseguiti tenacemente dai nostri. Dopo questa vittoria gli Stati belligeranti rimasero com.e pe1plessi, la guerra languì, e .fìnalmente nell 'ottobre del 1748 si venne alla pace d Aquisgrana. Un esame superficiale della condotta dei Granatieri all 'Assietta potrebbe farcela giudicare come un episodio fortunato di eroismo cieco e puntiglioso imposto dai capi per idolatria del proprio onore, uno di quei rischi disperati che di solito non ottengono altro effetto che una ecatombe gloriosa : invece essa ci dice che con capi intelligenti il sacrifìcio di un pugno d'uomini, anche se da questo non venga compreso in tutto il suo valore, può produrre un bene incalcolabile alla Patria. Ed innanzi tutto la resistenza dell 'Assietta pose termine ad una lunga e rovinosa guerra che si trascinava disordinatamente in diversi paesi d'Europa. Dopo tanto battagliare sconfinante in scopi secondari, uno dei belligeranti, il francese, concepisce un piano ardito e veramente pratico e risolutivo, viene arrestato di colpo con non minore perizia e risolutezza, ed ecco che tutti gli eserciti campeggianti si abbandonano e desiderano la pace. Secondo risultato conseguito fu che ifrancesi, assuefatti a correre l 'Italia quale terra da razziare, colpiti da una lezione chiara e tremenda, per 50 anni più non varcarono le nostre frontiere. Rileviamo .fìnalmente come questa azione abbia dimostrato al mondo, e specialmente a noi italiani, come anche nelle Alpi si possano trovare le grandi soluzioni della nostra difesa senza aspettare, carne purtroppo si usava in quei tempi, che il nemico scendesse nella pianura padana per batterci. Disgraziatamente il salutare avvertimento ebbe per noi italiani un eco troppo breve; e mentre già Tito Lucio aveva notato come le gagliarde tribù alpine avessero per poco mancato di .fùrfàllire l'audace impresa cl 'Annibale, e malgrado che il nostro Petrarca avesse cantalo : B en provvide natura al nostro Stato, Quando dell 'Alpi schermo Posefi'a noi e la tedesca rabbia si persistette a ritenere che la barriera alpina jòss e troppo mal costruita e troppo lontana dal cuore dello Stato, efìno al 187I si considerarono i valichi alpini quali porte d ' invito alle invasioni straniere e non come chiuse al loro straripare. La vittoria del! 'Assietta venne guadagnata dal coraggio e dalle altre virtù militari d; i difensori, tuttavia è bene notare come vi concorressero altri di quei .fàttori di riuscita senza dei quali il coraggio si guadagna af!ori senza.fì-'utto. Logico e netto fu il piano concepito in quel .fiw1.gente da Carlo Emanuele e perciò venne compreso anche dai gregari i quali si sentirono le ali ai garretti, persuasi che ogni prohabilità di resistenza consisteva nel raggiungere per primi le creste dei passi obbligati. Diamo pure gran peso alla collaborazione attiva e generosa della popolazione di quella regione alpestre. In un campo di operazione nuovo, aspro e privo di risorse ove ogni rupe ed ogni crepaccio celano una insidia od una scappatoia, l'indicaz ione di un s entiero, di una fonte o di un riparo, l 'offerta di un so-

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miere o di una mano che sostenga ed incoraggi, riescono aiuti di una preziosità incalcolabile. Nel I 870-71 il capitano Giuseppe Perrucchetti, incaricato di compiere rilievi e ricognizioni topograjìche militari nelle regioni alpine, non solo intese la.fìmzione delle Alpi, ma seppe comprendere l'anima dei nostri alpigiani e, lottando contro vecchi pregiudizi e la incredulità generale, ottenne, colla istituzione delle prime compagnie distrettuali alpine, che i gagliardifìgli delle Alpi nevose invece d'essere inviati ad arroventarsi nelle Puglie ed a infiacchirsi sulle coste siciliane del mare africano, ricevessero in consegna quelle vaL!i e quei monti che essi amano tenacemente, e cosi divennero gli eroi della montagna e i domatori delle A /pi. Venne la grande guerra, ed i.figli del mezzogiorno trasportati ai piedi di quei monti erti ecoperti di ghiaccio eran presi da un brivido di sgomento; ma levando lo sguardo scorgevano le .file indiane degli Alpini che sparivano e riapparivano.fa le cime dei nevai con piede leggero, con lena instancabile, con ardire cosciente, ed essi pure incoraggiati affrontavano la scalata per intonare al nemico il motto fatidico della Regina Margherita: "Di qui non si passa". Nel J882, allorquando la passione per l'alpinismo era ormai diventata una passione patriottica e quasi un dovere di ogni italiano intelligente, il Club Alpino Italiano ebbe la felice idea di eternare la memoria della prima grande vittoria alpina italiana e sulla testa dell 'Assietta innalzò un massiccio obelisco sormontato da un aquila, il quale dice che i Granatierifì,1.rono i primi custodi delle porte d 'Italia, dice che ogni corpo del nostro Esercito deve essere allenato per poter piantare come un termine inviolabile la propria bandiera al fìanco della percossa Madonna del Grappa, alfìanco della Vergine del Rocciamelone più candida della neve che la circonda, a piedi della quale il Venerando Pontefìce tracciò le nobili, le.fiere parole: ltaliae tuerefines. Don Dionigi Puricelli

1.t~ 'l' l\lJT'l>F. Ol~L 1n: rAI\ LO l~MANVl!U~ lll. 'flAX~O S'.fl\ACM. IW.' VP..ANC\!'.Sl M\$l'[S'Tf l)Al.l.~ Al,T(fl'\R m,:u: AS:0: U;:1'1'A

1757.

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LA STORICA SFILATA

Lungo la parete semicircolare della Sala del Consiglio direttivo del 1lfuseo si svolge, dipinto ad acquarello, lo sfilamento in parata del Reggimento Granatieri-Guardie all'epoca di Vittorio Amedeo III. Il disegno, tlonato da Vittorio Emanuele III al Museo Storico dei "Granatieri di Sardegna", si r(ferisce al regno tli Vittorio Amedeo Ili ed è, più precisamente, posteriore al riordinamento del 1786. Rappresenta lo sfìlaniento del reggimento ridotto, per necessità di rappresentazione, ed effettivi succinti. Contiene qualche inesattezza. I due battaglioni di fucilieri, ognuno dei quali dovrebbe essere di quattro compagnie, sono inquadrati fra le due compagnie granatieri,ma per battaglione. Al centro dell'incolonnamento è la bandiera colonnella, mancano le bandiere di battaglione. Gli Ufficiali a cavallo sono Ufficiali Superiori; essi davano gli ordini. Per la loro esecuzione, incominciando dal necessario comando, provvedeva il personale di maggiorità, Perciò, accanto ad ogni Ufficiale Superiore è - a piedi - un Ufficiale di maggiorità e cioè: accanto al Colonnello, al centro,

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$/llnmenfo In pdrdlò di on Reggìmento f;r4nalieri

(iuarifie ali' epociJ di Vittorio Amèdeo Il#

il maggiore contrae/distinto dal bastone che portava quale insegna di comamlo; accanto ai Comandanti di battaglione i garzoni-maggiori. Gli Ufficiali a piedi della compagnia eremo armati di fucile; i vari loro gradi,oltre che da varie passamanterie d'argento che il disegno riproduce troppo all'ingrosso, si distinguevano dalle scia111e cinte alla vita e.formate da righe alternate oro ed azzurro, in numero proporzionato al grado. Il colonnello aveva la sciarpa tutta in maglia d'oro. Le compagnie avevano tutte un tamburo ed un p~ff'ero; il tlisegno però,invece di un p~ffero ha riprodotto un oboe. Il Reggimento ,lelle Guardie poi, oltre ad alcuni altri dij'anteria, aveva una banda composta da due corni da caccia, 7 oboe, e 2 fagotti per accompagnamento. J1entre le marce e la batteria di tamburi erano regolamentari, era lasciata invece completa libertà per la marcia della banda. La fanteria non aveva tromba, queste jì,rono specialità, sino a tutto il 1849, dei corpi leggeri che manovravano sparsi e che dovevano perciò esser guidati con segnali.

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Dal 1749 al 179 . rlo loro

Bandiere della Brigata Guardie custodite nelht Sala Bandiere del Museo Storico dei "Granatieri di Sardegna"

Portastendardo del Reggimento Guardie

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

Nel Settembre del 1792, per effetto della rivoluzione fran cese, scoppiò la guena tra il Re di Sardegna e la Francia. Il 1° Battaglione Guardie da Torino fu inviato a rinforzare i presidi della Savoia. La campagna sortì es ito sfortunatiss imo e l'esercito Piemontese fu costretto a ritirarsi su Torino, abbandonando l'artigl ieria, i magazzin i ed il bagaglio. S.M. i l Re vo lendo com pensare gli U fficial i de lle Guardie del danno patito a Chambery, dove avevano dovuto abbandonare i loro equipaggi, accordò a tutti una somma di danaro a titolo d'indennizzo. Gli Ufficiali del 1° battaglione con una nobilissima lettera scritta a nome loro dal Cav. Vibò Colonnello del Reggimento, supplicarono il Re perché quel danaro fosse ripartito tra gli uomini d i truppa in prem io della loro d isciplina nell ' insuccesso, del loro valore nei pericoli, della loro buona volontà ne i disagi della campagna. Nel 1793 una compagnia delle Guardie concorse alla formazione cli un battaglione temporaneo misto e con esso si trovò il 12 giugno al combattimento cli I-Ians in cui il Capitano Cav. La Motte f u ferito due volte. La stessa compagnia fu più tardi ali ' assedio cli Tolone. Il 12 giugno altre due compagnie delle Guardie combatterono all ' Authion perdendo un utììciale e 40 granatieri tra morti e feriti. I due battaglioni (2" e 3°) che erano rimasti a Torino lasciarono la città il 23 giugno e 1'8 di settembre si trovarono all' attacco del Colle di Morignon e il 18 ottobre alla battaglia della G iletta vinta dai Francesi. Due compagnie difesero accanitamente per due giorni (25 e 26 ottobre), contro forze soverchianti, la ridotta di Sommalunga. Nel novembre il reggimento Guardie contenne i Frances i che inseguivano i Piemontesi in ritirata, attaccando il Bricco d'Utelle.

Il (;ra11atiere Oserti da Bra mette in salvo l'intrepido Comandante Vittorio di /l,Jo11tezemolo (1794).

1115 ( V. ltorlo Amed~~J

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Nella campagna del 1794 una compagnia fu destinata insieme ad altre truppe alla difesa della ridotta di Bosco Bruciato. Un battaglione (il 2°) unitamente al reggimento Pinerolo e ad un bauaglione austriaco ebbe l'incarico di difendere la ridotta di Fclz che il 27 Aprile fu attaccata da 6000 Francesi. La difesa lunga e disperata avrebbe forse indotto il nemico a desistere dall'impresa, se, per il cattivo esempio del battaglione Austriaco, il battaglione Guardie non fosse rimasto solo alla difesa, sicché fu schiacc iato dal numero non dal valore, pur grande, del nemico. Il battaglione in quel fatto d'armi perse 6 Ufficiali , 8 Sottufficiali e più di 200 Guardie. Quel poco che rimaneva del valoroso 2° battaglione dovette battersi il 29 aprile al colle di Cirione, per coprire la ritirata dell'artiglieria. T Francesi furono sempre respinti e le Guardie persero tre Ufficiali. Uno morto e due feriti. Frattanto il 1° battaglione era rimasto al Campo di Colle Ardente. l Francesi dopo conquistata la ridotta cli Fclz volevano tagliare la ritirata su Tenda al Corpo d 'Armata che era al campo di Colle Ardente. Due compagnie del battaglione Guardie furono mandate ad occupare la Busta Rossa e le altre due la Cima del Bosco per opporsi al progettato movimento dei Francesi. Dopo un'ostinata difesa si dovè abbandonare la Busta Rossa e le due compagnie che la guarnivano si raccolsero alla Cima del Bosco dove per tal motivo vennero a trovarsi l'intero battaglione Guardie, due compagnie Austriache ccl un cannone.

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Schizzo preso dagli "Appunti sugli avvenimenti militari del Nizzardo". "Operazioni dei Granatieri delle Guardie al Raus". Appunti del Colonnello Cecilio Fabris, Cttpo della Sezione storia del Comando del Corpo di Stato Maggiore, compilato nell'estate del 1894.

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li nemico attaccò vigorosamente, 111a senzajh,tto: p erò i nostri, temendo d 'essere soprafàtti del soverchiare del numero, domandamno soccorsi e appe11afi1 giunla una compagnia del Reggimento Piemonte. il capitano Via/ardi colla sua compagnia di Guardie uscì dalle trincea e contras.rn!tò alla baionelta il nemico: /'impresa 11011 riuscì. Frattanto una grossa colonna.fì'ancese arrivòjìn sotto i parapetti: i nostri, non avendo più cartucce erano ridotti a difendersi colle baionefle e coi sassi. li cannone taceva perché gli artiglieri erano tulli morti o grave111e11teferiti. Allora lo stesso capitano Via/ardi, insierne ad 1111 tenente e ad alcuni soldati deLLe Guarclie, andò a servire il pezzo: la mitraglia e l 'ostinata resistenza dei bravi Piemontesi, persuasem il nemico alla ritirata e così il Corpo d'Armata potè non molestalo ripiegare su Tenda. Il 29 d'Aprile tu/lo il reggimento ji, riunito a Bo,go S. Dalmaz::-o. li 13 Lug lio Le Guardie sostennero vittoriosamente unJìero attacco del nemico contro la Dormigliosa. !I 23 luglio le Guardie erano impegnate nel combattimenw di Rocca vione quando il generale Colli le mandò a difendere il ponte sui Gesso 111i11acciato dai Francesi. Malgrado/ 'ostinato valore dei nemici, le Guardie mantennero il ponte.

(Quinto CENNI. I9 luglio l 887. TGRANATI ERI. Nwnero unico illustrato . In occasione <lei 140° Anniversario della battaglia dell ' Assictta).

Uniformi dei Granatieri antecedenti il periodo 11apoteo11ico

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IL COMBATTIMENTO DELLA SACCARELLA 26 APRILE 1794 (giacchè le Guardie hanno cominciato, finiscano)

Schizzo preso dagli "Appunti sugli awenimenti miliI tari de/Nizzardo" "Opera'<.ioni dei Granatieri delle Guardie al Raus Appunti del Colo1111el/o Cecilio Fabris, Capo della Sezione storia del Comando del Co1710 di Stato 1'\!Jaggiore, Compilato nell'estate del 1894. "

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REGGIMENTO GUARDIE IL CAVALIERE MASSIMILIANO DI MONTEZEMOLO ALLASACCARELLA (26APRILE 1794) ( ora Colonnello in Comando nel Corpo dei Reali Veterani) Nel mese di aprile 1794 il Reggimento Guardie, quello di Piemonte, i Granatieri Reali, e vari battaglioni di Cacciatori erano accampati al Colle Ardente nel contado di Nizza, i Reggimenti di Piemonte e quello dei Granatieri Reali occupavano le posizioni del Tanarda e Tanarella sulla destra del campo, le Guardie tenevano la posizione del centro, ed i cacciatori quella della sinistra. Sull'innanzi del campo era un 'altura chiamata la Saccarella La quale siccome dominante era occupata da una compagnia cui si dava scambio ogni ventiquattro ore. Vicino ed alquanto sulla sinistra della Saccarella era un piccolo ridotto chiamato il Pellegrino, luogo forte per positura importante. li giorno 26 tornò il reggimento Guardie a tenere il posto della Saccarella. La compagnia per mancanza del Capitano, era comandata dal Cavaliere Massimiliano di i\lontezemolo luogotenente di soli diciotto anni. Quest 'Uf .ficiale, appena giunto alla Saccarella, conobbe di quanta importanzafòsse l'altura, e come la sua compagniafbrte di ottanta uomini circa, potesse difficilmente resistere da sola ad un assalto dei nemici, i quali per lo più apparivano sempre infòrza considerevole. Nulla-

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dimeno, spinto da.forte animo e da quella coscienza del proprio dovere, che contraddistinguono il vero soldato, era risoluto di combattere a tutto potere prima di fare il segnale per chiedere il rinforzo. Tutto il restante di quel giorno e la notte appresso.lit per loro tranquillo, ma all'alba del 26 le sentinelle videro da lungi apparire sulla destra i .fi'ancesi. Datone avviso al Tenente, l'allarme non fu grande perché da quella parte, per la troppo ripida e scoscesa salita, era avviso che riusciva ùnprobabile un attacco. J\1a i repubblicani conoscendo che la sinistra non si poteva j()rzare così.fàcilmente per motivo del Pellegrino, posizione più.forte, trincerata. più bassa della Saccarella, appurò facilmente soccorso da questo, diressero l'attacco dalla parte opposta ove, sebbene fosse dura la salita sapevano che presa la Saccarella, si trovavano, per la fàvorevole positura, in grado di impossessarsi del PelleDocumento autograjr1 del Capiwno dei Granatieri Guardie grino. Vittorio di iH011tezemolo. Il lvfontezemolo, osservando i nemici, conobbe quale ne.fosse il disegno. Prese adunque le armi animava i suoi a sostenere ! 'assalto. Non tardò a farsi sentire il crepitio dei colpi nen1ici, ed i nostri rispondevano animosi. Pareva che i nemici avanzando ingrossassero, talchè in breve apparve essere pressoché un migliaio la forza loro. Fu allora acceso un jiwco dall'altura; segnale convenuto. Una compagnia del Reggimento Piemonte viene ad ingrossare il posto e si cominciò un vivissimo.fìmco di pelottoni in colonna; (fàn da champiè) ma essendosi sparsa nel campo che i repubblicani s'avanzano assai grossi, .fìmmo spediti un battaglione di Granatieri Reali comandato dal Tenente Colonnello Conte di Santa Rosa e due pezzi di artiglieria in nuovo soccorso. L 'arrivo di questo rinforzo ristorò di molto l'animo dei combattenti. lljiwco sifece più vivo, ed i pezzi di campagna comandati dal Cavaliere Filippi di Cavallemaggiorefacevano gran guasto nelle.file nemiche. S'accorse però il Conte di Santa

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Rosa che volerlo durare lungo tempo con quella tempesta di colpi non erano bastanti le munizioni. Ordinò pertanto che su tutta la linea fosse pertanto L'avvis o di rallentare i/fuoco ed aspettasse il nemico quasi alle strette perché i colpi investissero. 11 Montezemolo, con il braccio sinistro passato da una palla, andò volontario. Si mettevasi ad una rischiosa impresa, chè per la posizione dei nostri non era possibile passare dietro alfi-onte della soldatesca, ma di tanto gli fu proprio.fòrtu11a, che tra i due .fiwchi passò illeso. Fu eseguito l'ordine il fiwco sospeso. Parve ai repubblicani che questo cessare del.fiwco nemico fosse indizio di ritirala; epperciò, fatti più audaci, s 'avanzarono ardimentosi per s loggiare i nostri colle bajonette. Ma giunti ad un sesto della portata del 'archibugio, furono accolti da unfiwco micidialissimo, perché i colpi non davano in .fallo. Da ambo le parti cadevano assai morti e .fèriti. ma l 'intrepidezza dei nostri rintuzzò l'ardore dei repubblicani che cominciavano ad indietreggiare disordinati. 11 Conte di S. Rosa desiderando valersi di questo loro disordine per accettare la vittoria, chiese chi volontariamente volesse inseguire il 11emico e pigliare prigionieri. Il Mo11tezemolo balzatojì,f()ri dallefì.lagridò: "Ciacchè le Guardie hanno cominciato, esse finiscano". Queste medesime parole ripetevano con nobile orgoglio i suoi soldati, e tutti, lanciatosi quasi leoni sulla preda, fecero certa la rotta dei nemici. lvla in quella che la prospera riuscita dell'impresa il loro ardimento sifa insuperabile, una palla s.fi'acel!a l'osso della ga,nba destra diAfontezemolo e lo rovina per terra. A cotal vista alcuni fran cesi, mostrando il viso, cercano impadronirsi di Lui, ,na invano, perché tale Oserti da Bra, soldato della compagnia, preso il suo Tenente sulle proprie spalle lo portò indietro al sicuro. rnentre gli altri incalzando con maggiorfitria il nemico, terminarono glorio-

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samente il combattime11to. Il numero dei repubblicani venuti a quest ·aspetto era considerevole, cosicché una colonna diede /'auacco contro il Pellegrino. Qui.fu caldissimo e hrioso il combattimento . Il Cavaliere Del Vermonte, capitano del Reggimento di Piemonte, Co111a11dante del posto, morì combattendo colpito eia una palla nellafronte. Furono feriti in quel g iorno alcuni alti Ujfìciali, fra i quali il Cavaliere Barhavara, Sottotenente nei Granatieri Reali, e il Cavaliere Filippi, il quale vedendo diminuito il numero dei cannonieri, per cui mal pote vano essere .fàvorite le sue artig lierie, erasi posto esso stesso all 'ujjìcio di semplice cannoniere, prestando doppio servizio alla patria e in quelfi·angente del dirigere e de/l'eseguire. Ma se la lode dei posteri può essere buon compenso alle azioni eroiche. 11011 è da tacere il .fè,tro seguente: il Marchese Coste de Baurezard savoiardo colonne/Lo agg regato, aveva 1111 suo fìgliuolo nei Granatieri Reali. Animato da devozione alla casa di Savoia ed ad wt tempo dal 'amore di padre, m·eva indossato la di visa dei Granatieri Reali e seguiva il suo .figliuolo alla g uerm e nella battag lia. A lla Sacca rei/a il.fìgliuolo però è colpito da 1111a palla che gli cagiona poi la morte ed il padre voitosi ad alcuni che/ 'attorniavano disse: "Emµorcez-la" e 11011 abbandonò il posto f inché la disjàtta del nemico 11011 f u completa. Vittorio di lvfonte=emolo Capitano nei Granatieri Guardie

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IL GRANATIERE GARONETTI ALLA SACCARELLA li 26 Aprile 1794, la 4" compagnia del Reggimento Guardie .fi~ mandata ad occupare la Saccarella. Al! 'alba del 27 i Francesi, superiori in numero, attaccarono quella posizione e dopo una lunga resistenza il capitano di A1ontezemolo che comandava la compagnia si decise a chiedere rinforzi. Accorse subito una compagnia del reggimento Piemonte e poco dopo altre quattro del reggimento Reale agli ordini del Ten. Col. Santarosa. Così la d[/èsa_fi,1 più fortemente organizzata e gli attacchi del nemico furono tutti respinti. li colonnello Santarosa per decidere il combattimento volle .fare una sortita e a tale scopo domandò ai soldati che volevano partecipare ali 'arrischiata impresa di uscire dalle righe. li capitano di Montezemolo si.fece avanti e disse: « Tocca alla mia compagnia di Guardie che ha il diritto di occupare in battaglia il posto d'onore. » A queste parole il soldato Garonetti esclamò: « Per Dio, che tocca a noi! Le Guardie hanno il privilegio di montare esse sole la guardia al palazzo Reale. ma hanno anche quello di marciare in testa a tutti contro il nemico! » 11 colonnello .fatto uscire dai ranghi il Garonetti gli strinse la mano e lo nominò caporale, concedendo in pari tempo alla compagnia Guardie di uscire ad attaccare il nernico. L 'assalto.fì1 eroico, stupendo: i Francesi resistevano con valore e con più valore attaccavano le Guardie: il capitano ferito al braccio continuò a combattere e vide cadere i suoi due ufficiali, uno morto ed unoferito,fìnché nuovarnente e gravemente.fèrito ad un piede dovette arrestarsi. Allora il comando della compagnia.fii assunto da l sergente Tiretti e con un supremo sforzo i Francesi attaccatifiirono sloggiati dalla Loro posizione. (Quinto CENNI. 19 luglio 1887. I GRANATIERI. Numero unico illustrato . In occasione del 140° Anniversario della battaglia dell'Assietta).

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Per l'intrepidezza e coraggio dimostrati dai Granatieri Reali nell'attacco dato dai Francesi alla Saccarella li 27 aprile J 794 CANZONE Già fugata la notte L'alba novella compariva in cielo Cinw di bianco velo E già sugl'arboscelli Gli agnelletti canori in cima all'Orno Salutava/I col canto il 111ww, giorno. Quando dall'erta balza Che del sol nascente il raggio mostra Di se superba mo.Hra Fa il Gallo audace e fiero E minaccioso in rauco s11011 dall'alto Sfidava i Piemontesi al duro assalto. Og11i guerriero a lotta Lascia la tenda e la fulminea destra Di guerreggiar maestra A1·mc1 del fido acciaro 011de veloce come etereo lampo Desioso s'onor s'inoltra al campo.

Ah perché mai la musa A più sublime volo 11011 si muove Che alle tue chiare prove Essa darebbe il premio Efòrmerehhe dell'immortal tuo merto Di lauro trionfai glorioso serto.

Questa canzone è stata estratta da 1111 volume 111l11wscritto co11te11e11te 11otizie specialmente di guerra dell'anno 1792 al 17.99 e scritto da Sctverio Barone morto nel 1799.

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L'AVVENTO DI NAPOLEONE "Annibale ha passato le Alpi, noi le abbiamo girate" La campagna del 1794 si chiuse con la battaglia di Dego, quella del l 795 con la battag lia di Loano, quella del l 796 si aprì col passaggio del Colle cli Cadibona. Difatti, nella primavera del 1796 Napoleone venne nominato Comandante dell'Armata d'Italia e diede inizio alla sua prima campagna . li Generale trovò "la strada spianata" in quanto i frances i presidiavano tutta la Riviera Ligure di Ponente, con comando in capo in Savona, mentre sulle Alpi Marittime presidiavano Tenda, 01mea, Bardineto, il Mclogno cd i relativi passi. Fu quindi da Savona che Napoleone iniziò la sua campagna, usufìucndo per il passaggio in Val Bormida del Passo di Cadibona, che, oltre ad essere il più basso fra la Val Padana ed il mare, segna il termine delle Alpi Marittime e l'inizio degli Appenini. Suo pri mo obiettivo fu il Massiccio ciel Montenotte, la prima massa montuosa Appenninica, il secondo fu Cosseria, il colle che do1nina il Passo di Mantecala fra la Bor- l' mida di Levante (Cairo) e di Ponente (Millesimo). Nel periodo dell'offensiva Napoleonica, le truppe Piemontesi erano schierate sul crinale che separa la Valle del Tanaro dalle Vallate delle Born1ide, dal passo dei Giovetti a Montezemolo, con l'Unità più importanti dislocate nel caposaldo cli Ceva. G li austriaci si trovavano invece dislocati da Montenottc a Dego, fino ad Acqui. Cosseria, quindi, si trovava a far da cerniera fra le truppe Piemontesi e quelle Austriache. Difatti al momento dell'attacco, il presidio del Castello era composto cli forze Austriache e forze Piemontesi, che combatterono eroicamente senza ricevere rinforz i, né dagli uni né dagli altri. La disfatta delle forze austriache che seguì a Dego non fo che il corollario della caduta di Cosseria e Montenotte.

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COSSERIA 14 APRILE 1796 "Sappiate che voi avete a che fare con i Granatieri .Piemontesi che non si arrendono mai"

~

Austriaci

Francl!Si

Apertosi il varco attraverso le Alpi marittime, con la battaglia di Montenotte, Napoleone invia il 13 Aprile 1796 una forte avanguardia verso MiJlesi mo, per completare la rottura del collegamento fra g li austriaci , attestati a Dego ed i piemontesi asserragliati presso il campo trincerato cli Ceva . Questo collegamento era mantenuto dal debole corpo cli Provera (5 battaglioni austriaci) che si trovava tra Millesimo e Cosseria. li mattino del 13 le colonne di Augerau, sbucarono da Carcare e raggiunsero Millesimo, schiacciando le unità ciel Provera. Costui avendo compreso che la sua posizione diventava cri ticissima, per le perdite subite e per lo sbandamento d i alcuni reparti, chiese ripetutamele a iuto al Gen. Colli-Marchini le cui linee avanzate erano poco distanti; costui, peraltro, non essendosi reso conto della gravita della mi naccia, si limitò ad inviarg li il battagl ione di del Carretto composto da 569 uomini divisi in 6 compagnie. Mentre i francesi dilagavano da ogni parte, il generale Provera si era venuto a trovare completamente isolato con soli 500 Croati. L'unica via di scam po, l'attraversamento della Bormida, si era infatti chiusa a seguito dell'abbondanti piogge dei giorni precedenti che avevano reso inguadabile il fiume. Non restava, quindi, al Provera altra possibilità che ritirare i suoi pochi uomini sul colle di Cosseria, tra i ruderi del Castello, per sostenervi l'assedio nemico nella speranza che il Colli mandasse dei rinforzi. Frattanto cli buon mattino il del Carretto, muovendosi verso la zona dei combattimenti, era giunto a Millesimo, già occupata dai francesi ma da

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questi lasciata momentaneamente sgombera per inseguire d'appresso il Provera. L'Ufficiale piemontese superò il paese e si spinse in ricognizione sulla strada per Carcare, senza prendere adeguate misure di sicurezza. Giunto così alle falde ciel Castello cli Cosseria si trovò improvvisamente di fronte all'intera divisione Joubert. Senza, per questo perdere la testa, con geniale intuizione lanciò contro le brigate del Gen. Banel, che stavano incalzando dappresso i Croati di Provera, le due compagnie di Monferrato, che con una carica magnifica attaccarono i francesi sulle ripidi pendici della collina, mentre con le altre quattro compagnie si portò a dare man forte al Provcra. L'audace iniziativa fu coronata da momentaneo successo. I francesi, infatti, non potevano aspettarsi un attacco dalla parte di Millesimo, pertanto, colti di sorpresa dal violento impeto dei Granatieri piemontesi, ebbero un momento di sbandamento e ripiegarono sul grosso de lla divisione interrompendo il fuoco sui Croati. Ben presto, però, i francesi, accortisi che avevano davanti solo un pugno di uomini, si riordinarono per tornare, con rinnovata violenza, all'attacco. Tuttavia, quel breve arco di tempo insperatamente guadagnato aveva consentito al Provera e al del Carretto di organizzare la ritirata delle loro esigue forze, fino al Castello. Inoltre il comandante piemontese, vedendo in quale situazione disperata s i erano venute a trovare le due compagnie Monferrato, mandò altre due compagnie per farli riDopo la resa del Castello, i Francesi piegare sul colle. Queste sostenendosi a vicenda riu- prese11taro110 le armi ed abbassarono le bandiere in segno di massimo onore scirono a disimpegnarsi e l'intero battaglione di Granatieri si riunì presso i ruderi del Castello. Erano le 8 del mattino e 1100 Austro-Sardi, con i soli viveri del giorno e le munizioni individuali, si preparavano ad una ostinata difesa contro più di 6000 francesi ammassati alle falde e.lei colle. Mentre il Provera e il del Carretto organizzavano la difesa rinforzando i punti più deboli della cinta, Augcrau si accorse subito che l' impresa non era facile e pertanto esitava a sferrare l'attacco. G iunse, da quelle parti, Napoleone che travisò sulle prime il significato di quella resistenza. Egli sospettava, infatti, un 'azione di ritardo del Colli per frenare la sua avanzata piuttosto che una esplorazione di piccoli reparti. Il generale corso fremeva d ' impazienza e non pensò che sarebbero bastate poche unità per bloccare lassù le forze nemiche, permettendogli di proseguire verso Montezemolo, ordinò, invece, al Gen. Augernu di conquistare l'altura. Tuttavia prima dell'attacco intimò ai piemontesi di arrendersi a mezzo del Gen. Banel a cui il del Carretto rispose con fermezza: "Sappiate che avete a che fare con i Granatieri Piemontesi, che non si arrendono mai". Un primo attacco condotto dallo stesso Banel con la 18a Brigata, disposta su tre colonne, fu respinto in breve tempo con vivacissime scariche cli fucileria. Le perdite fran cesi furono pesanti. Erano le due pomeridiane quando Napoleone intin1ò di nuovo la resa tramite lo stesso Augerau ma di nuovo fu respinta. Nel pomeriggio, dopo che Napoleone se ne era andato, i frances i piazzarono quattro cannoni contro il Castello (gli ef-

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fetti furono però quasi nulli) ed il Gen. Augerau dispose quasi l'intera divisione su tre robuste colonne per attaccare il Castello da tre punti diversi. l tre attacchi portati contemporaneamente da migliaia di uomini furono respinti con energia sovrumana, con i fuc ili, le baionette e le pietre. Un nuovo e disperato attacco fal lì come il precedente e sulle ripidi pendici giacevano ora più di 1000 francesi tra morti e ferit i. Il Gen. Augerau, sfiduciato, fu udito dire: "Quel maledetto Castello ci farà ritornare indietro verso il mare! " . Egli ignorava che poco prima il del Carretto era rimasto ucciso da un colpo di foci le mentre, in piedi su un parapetto, aveva già abbattuto due avversari con la baionetta. Una fine epica che fu tenuta nascosta dagli ufficiali piemontesi per non deprimere i suoi uomini. Seguì una sospensione d'armi per raccogliere i fori ti. La notte fo carica di tensione e di allarmi, ma alla mattina del 14 Augerau e Provera stabilirono i termini della capitolazione. J1 presidio alleato era rimasto senza viveri e munizioni e i soccorsi tanto attesi non sarebbero mai arrivati . Alle ore 12 del 14 Aprile, dopo aver sepolto il loro Comandante ai piedi del parapetto sul quale il prode ufficiale era caduto, la piccola colonna dei piemontesi uscì dal Castello con il tamburo battente e le bandiere spiegate a cui i francesi, ammirati, resero l' onore delle armi. I soldati furono tratti in prigionia a Carcare. Là Napoleone, prima li rimproverò con aspre parole per 1' inutile resistenza, ma poi addolcì il tono della voce e rese omaggio alla loro tenacia e al valore di del Carretto. L'eroica giornata di Cosserìa si era conclusa e con essa una delle piò ' ' prestigiose pagine mai scrìtte sul libro dell'onore. "Giovani soldati, prendete con OR.DINE DEL GIORNO letizia e con fidanza quelle armi consegnatevi dalla patria. Nep" S o1da.li dei contin.;enù dd)e Bri;:1to , fa p:ttrù. cl eoatcnt.a di Toi. pure uno di voi mancherà nel Ai i,rimi 1>uoi ~ri(O)i, al primo «.-etino del GoYCTflO , ,·oi avt.lC ).i&ci.tte le vostre o;s,t., e ~i ~ictc u1,uM1j 11ei d·cpO).ili. E lo ave.te fuuo qunndo I:. d,jfli<»hà delle coagiorno degli onorati perigiumurc non a\'"rcbbc fonc permcuo 411 Governo Ji c:o.1ringcn: gl' imlugi~tori dia pu.. tcni.\-t e 4tu~udù ~· era chi m~o WJla p.lU?a, o di.Jc.,fo Terso h p::uri.i, vi c<ltWgfura coli .......... quel giorno è vicino. di risunt "Giovani miJil.llrì, io 'fffll.Ccn:eme ,·i d1i:=im'? b parte t leru Jdla ~uione. 'tu ,-i d-.:ve h.mtt; la l'lelb. ror&/11, le iue sperui::i1e di di(C$1 e- di s.,late, Soldati piemontesi' Voi sorridete Le i1U,C",{;nC , intorn<> nife qu;,li voi ,·i nccogltcte, e An!lc 0Mim1ti iu bam,..1ioni. per- u.i.:i.r-:ii1n'!. pres12mentc :i.Ile frontiere, oòn $0110 insegue tÙ ri1'.clli, I ribelli u~chbtro a quel pensiero: e vi farete ricol!a J.oYe ,i prep.·u·use :ii forc::«icri J' cni.nu. nel lCrTilorio .Picmomc.&e. Le n ~ iu.scgoc .sono Rc:ali.. Esi;c port:irtfl, e ne anJ.ia.mo ahicri , r .tquila i;coe~ Jj ~foi:a. noscere .fìgLi dei difensori di Nel 'XIV &ecolo qut:U' ;rq11ila ,.l umuò iu LòmbJ.nli:. per $.'\h·,:u:b. (U una mlsm.J.a di :an-enturicri, terrore dc.li' fo,.1~ Sf'1teotriocuk. Ot:t necom2n~1~ .1.I v0$U0 fflo~ vi coni_p.,rlr~ pç.r li.ben«:: popoli fut.c.Ui, e per f.u rbvr,ere là ;loria e b ,·irui Jcgli Cosseria, la cui jèrocia destò lt.tliaui. ' ~....Jlos.t.rè ins.cgne sono qm:Hc del R.c; e se b Pn\,,,i,lrnu h~ ,·ohut> ~ u,e.n., ..,,1 .. meraviglia in Napoleone Bona'3tttfD:, pro-.--tJ DOll'l'.d'~ co1t...enggi'td de.Ila doppi.a snmtun ddl':i.bd.i.e:atioac di u.n ftc ? e.uo al ~polo, e dèll'° usenr.a del mo succl'.UOn:, il qum ér.a parte e, forse, fermava i primi 2l.o$ln spc..rw.u, cd ora .si. tl.~n fta i ,DQStri m,mici, e ~ttctto a. ~r"4rc li.4gu;1g... sio , d'O non potremo ncon.OS<:C,rc tbl Juo cuoro, noi. $Cmprc e.t r~1\'lruC'l'llcn:mu, suoi passi nella conquista dele in ogni fortum1, d1c 6. OO$tn fc.dcl~ :ii Princi;r,i di Savoia deve llij8U:rt:,liuc il q,r..tro •Oe:tto :rlla Costituzione, d~b quale le DOflre f~niglic ~peu.ano la loro blCu.rc;aa c. la loro fcli..,iù. l'Italia, se noi non avevamo alGiona.i ~ ltbti , prendete con lctilU. e con fuùn.u quelle a.rmi consep:itc"i 1Jalla 1~1ni. iSeppur uni) <li voi puanche:rà nd gfonlo <k-gli ononù pericoli.. Avrei.O r.rodi lora austriaci per alleati". 'Uff'uiali e Sou~ Uffiti:ili. 00 o.mm:ic,trnrvi g!i_ ,·cdrtlC t""°orcJjrC! negli ouo-ri n11fo:tri .secondo i loro meri li, uou sccomlrJ il f:wore... :J::sai ,,i cbrn.nno ~empio d1 di.sc;iplina e SANTORRE DI SANTA ROSA di (Cr111C-m. Voi bli mirerete nelle prime me nel dl ddb l>=ilU~li:i, Qve$t0 Si.O.mo è

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IL Cor<n SXNTORRE DI SANTA ROSA.

TOJU~O, ll.\LLA ST.1lll'EJIIA

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ALLA BICOCCA DI COSSÈRIA APRILE 1796 La via che partendo da Savona varca il crinale ligure per portars; in P;emonte, valicato il colle di Cadibona, si dirama nel! 'altipiano delle Langhe solcato dalle due Bormide e tutto co//;ne e montagnole che al piede abbondano di scarpate.franose e perciò portano gli scarsi abitati in groppa ed in cresta, costituendo un paesaggio singolare ed anche pittoresco per le pinete, i castagneti ed i querceti nani che lo rivestono. Questa regione, cosi' appartata e tranquilla. ai tempi della rivoluzionefi'ancesefit corsa e ricorsa dagli eserciti ed i suoi paesi e le sue cittadine parlano delle prime imprese vittoriose di Napoleone. Ma ergesi colà un dù'upo coronato dalle rovine di un antico castello il di cui nome Cosseria suona caro e glorioso nella storia dei nostri Granatieri; ed io intendo illustrarlo in omaggio ad una causa nobile e ad un valore sfortunato e parzialmente misconosciuto.

Nella primavera del 1796 il generale Bonaparte, venticinquenne appena, assunse il comando del! 'armata .francese destinata ad invadere l'Italia per abbattere l'Austria, punire e sottomettere il Piemonte suo alleato, e d[IJ'ondervi le idee rivoluzionarie. Trovò egli a Nizza 36 mila uomini sprovvisti d; tutto.fuorché di coraggio ed entusiasmo, ed eccellenti generali per guidarli. D;sciplinata alla meglio quella turba, la mosse lungo la via litoranea coll'intento di penetrare in Italia per il punto ove la catena alpina si congiunge con quella degli Appennini, e di manovrare in modo di separare gh Austriaci dai Sardi ossia Piemontesi. Gli alleati, superiori per uomini ed artiglierie, lo attendevano appunto in quei posti, tutti

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sotto il comando del generale awstriaco Beaulieu. "Chi é che cade e pare ascendere ombra Ali 'esercito Sardo, cui era aggregata una divisione là da le Langhe nuvolose ? Ogrigia in mezzo a le due Bormide Cos1>eria, austriaca, l'Austria aveva prestato od imposto croce di ferro come comandante il vecchio e malaticcio barone Su le ruine del castello avito, Colli, suo generale nato a Vigevano, il quale aveva u ltimo arnese or di rip.aro a i vinti suoi luogotenenti il generale Latour ed un altro del re, tre glonl, senza vitto, senza generale austriaco, il conte Provera, pavese, artiglieria, prode ma vecchio egli pure. contro al valor repubblicano in cer.chlo Finse Bonaparte di puntare su Genova, ed invece, battente a f"t0tti di rovente bronzo, supremo fior de l'alber d'Aleramo, giunto a Savona, difilò per la valle del Letimbro, stiè Del Carretto. varcò il colle di Cadihona, e con una prima vittoSu le ruine del castello avito, ria bauè gli alleati a Montenotte, ohhligandoli a giovine, bello, pallido, senz'ira, ripiegarsi, gli Austriaci su Dego ed i P iemontesi ei maneggiava sopra i sal'ienti su Millesimo, solleciti questi di coprire Torino e la baionetta. Scesero al morto cavaliere Intorno quelli Milano. Da l'erme torri nel ceruleo vespro Il vincitore corre sui piemontesi: ma per attaccarli L'ombre de gli avi; ma non il compianto De' trovadori con successo occorreva .~/rattare un distaccamento nemico che si era asserragliato nelle rovine del diRuppe i silenzi de la valle, un giorno Tutta sonante di liuti e gighe roccato castello di Cossèria posto sulla cresta di Dietro i canori peregrin dal colle un colle che tagliava la strada: incaricò quindi il Di Tenda al mare. " generale Augerau di prendere la posizione colla La bicocca dì San Giacomo G. Carducci sua divisione di 12 mila uomini. Ma chi erano mai quei prodi che in piccolo numero e senza artiglierie osavano arrestare i' invasione straniera ? Purtroppo la Storia gioca spesso dei brutti tiri ai più meritevoli de suoi allori. Ed ù1fàtti, Napoleone, narrando la sua storia a S. Elena, non ricorda che lassù pugnassero contro di lui i Piemomesi; lo storico italiano Botta, che allora serviva come medico nelle schiere .fìwicesi, attinse alla relazione dello Stato lvfaggiore austriaco e non vi trovò memoria dei nostri g ranatieri: lo levi asserisce senz 'altro che Cossèria venne difesa da 1728 austriaci appartenenti al reggimento Belgioioso e ad un reggimento croato; anche il De Norvins, il Trolard e pe1fino il nostro Cantù nonfanno cenno del valore dei nostri: fra gli storici di gran norne solo il Thiers rende omaggio alla verità, Ma un eroe che in qualità di sottotenente dei Granatieri visse le gloriose giornate di Cossèria, il Marchese Carlo Birago, lasciò una prez iosa memoria del.fàtto, la quale ebbe l'onore di inspirare un ode a Carducci, e venne completata e d(ffusa per merito di appassionati cultori di storia paesana quali il Notaio Colombo ed il comm. Barri/i. La chiara narrazione di quest'ultimo trovo riprodotta per intero in una pregevole monografia storica del chiarissimo Arciprete di Millesimo cav. D. Valentino Paladino che me la inviò per compiacere ai Granatieri di Lecco; ed io ne approjìtto la,gamente. La sera adunque del 12 aprile, dopo La rotta di lvfontenotte, il Generale Colli ordinò al terzo battaglione di Granatieri Piemontesi di occupare l'altura di Cossèria. Comandava il battaglione il Colonnello di Stato Maggiore Marchese Filippo Del Carretto di Camerana, discendente dalla illustre jàmiglia che aveva ottenuto in feudo quelle valli, i![ficiale di molto valore e talmente stimato ed am.ato dai suoi soldati che poteva disporre di essi come di cosa sua propria. li battaglione era composto di sei piccole compagnie

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che davano complessivamente 548 uomini di truppa.

li Marchese non indugiò a mettersi in marcia ed ali 'alba del 13 aprile si trovò sbarrata la strada dal! 'avanguardia della divisione Augerau; nello stesso tempo si accorse che i francesi avevano respinto in disordine verso la cima di Cossèria duefìtte compagnie di Croati, 500 uomini, ed il Generale Provera con due suoi u/Jìciali. Vedere e risolversi.fu un attimo per l'animoso Del Carretto, si apri la strada colle baionette e con ordine e calma raccolse i suoi uomini sul 'altura, perdendo però l'aiutante maggiore Rubin e parecchi Granatieri, in breve Croati e Granatieri si trovarono in un cerchio di/erro e di.fuoco, stretti in una bicocca cadente, colla vecchia cisterna sfondata e vuota d'acqua, con poco pane, poche cartucce, niente cannoni e nemmeno un 11:ffìciale di sanità: i 048 uomini in tutto e 31 i(f/ìciali contro 12 mila. Mentre il Generale Provera, per nulla perdutosi d 'animo, cercava raccapezzarsi nella nuova posizione, fii annunciato un parlamentare di Augerau: era il Generale Cervoni, un piemontese passato ai rivoluzionari, che veniva ad intimare la resa. SìJettava al Generale Provera di rispondere come maggiore in grado, ed egli era perplesso sapendo gli alleati in ritirata, ma udito il.forte proposito del Colonnello Del Carretto che si dichiarava risoluto a difendersi, gli cedette volentieri il comando. Chiara e decisa jit la risposta del Colonnello a Cervoni: "Sappiate, signor Generale, che voi avete a che fare con dei Granatieri, e che il Granatiere piemontese non si arrende mai!" Fece dare nel tamburo ed attese l'assalto. Un primo assalto, che ebbe l'audacia di guidare lo stesso Cervoni, venne respinto coljùoco a venti passi: un secondo, diretto da Napoleone in persona, non riuscì più fortunato. Arrivata ai francesi una batteria da campagna, un secondo parlamentare dichiarò ai di/ènsori che se non sifossero arresi il Generale in capo non avrebbe.fatto grazia ad alcuno: eguale risposta da parte del nostro Colonnello. Allora tutta la divisione di Augerau monta ali 'assalto in colonne serrate. Nel castello già sono numerosi i caduti e scarseggiano le munizioni: "Rispondete coi sassi! E giù, alla baionetta ! "grida il Colonnello Del Carrello. Egli stesso si drizza sopra un masso elevato, scaraventa pietre sugli assalitori, ne uccide due di sua mano: ma un colpo di moschetto lo passa da parte a parte, e cade. "Su le rovine del Castello avito, giovine, bello, pallido, senz 'ira, ei maneggiava sopra i salienti la baionetta". "Non è che ferito ! ·· gridano gli u_fficiali, " alla baionetta, Savoia!" E tutti si scagliano con impeto irresistibile sui nemici già penetrati nel ridotto, e per una terza volta li ricacciano. Jfi'ancesi in quella giornata perdettero 2700 uomini : i Generali Bonel e Tuentin morti,Jèrito il Generale .Joubert da un colpo di pietra. Un sergente stava inginocchiato accanto al prode Del Carretto morente,· "Sono stati respinti?" gli chiese il Colonnello. " Sì Colonnello - rispose il sergente - anche questa volta abbiamo vinto ... Sorrise l'eroe ed esalò l'anima invitta.

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Scesero al morto cavaliere intorno da l'enne torri nel cerulo vespro I 'ombre degli avi Frattanto venne spedito agli assediati un terzo parlamentare per ottenere La resa di quella terribile guarnigione, ma dal vecchio Provera si ebbe La solitajìera risposta. Si stipulò tuttavia, a domanda. dei.francesi, una tregua per raccogliere i morti ed ifèriti e, per uno di quei Lampi di umanità che allora brillavano anchefra orrori delle stragi, si videro i_f'rancesi trasportare nelle proprie ambulanze i feriti nemici ed approjìttare della sospensione d 'armi per recare ai nostri combatlenti castagne, pezzi di biscotto e bottiglie d'acqua. Trepidazione, fa.me e sete furono compagne agli assediati durante La notte. Un consiglio di guerra presieduto dal generale Provera e dal Capitano Tibaldè dei Granatieri, decise di inviare a Colli un messo per invocare soccorsi e di resistere in attesa di quelli. Un caporale dei Granatieri indossò la divisa di un soldato.fi'ancese morto sui ripari e spari nel buio; ma di lui più non si ebbe notiz ia; probabilmente venne catturato e passato per le armi. E così arrivò l'alba del 14 ed i poveri difensori di Cossèria, decimati, afjàmati, bruciati dalla sete, e senza cartucce si preparavano a vendere cara La vita. Ma ormai ogni resistenza si addimostrava inutile ed impossibile, e si accettò di patteggiare una resa onorevole. Le trattative vennero condotte per iscritto tra "Gioie! Dal carme balza Cosseria il Generale Augerau da una parte e Pro vera e erta degli arsi tufi sul vertice Tibaldè dall'altra, osservandosi reciproca- e non a membrarmi le caccio non gli ingenui ritrovi d'amore. mente rispetto e solennità. Balza, e sovr'esso, Il Generalefi'ancese compreso d'ammirazione mesto e terribile verso i suoi prodi avversari aveva già jàtto conSir del Carretto cessioni altamente onorifìche : ritto tra i ruderi "La guarnigione di Cossèria uscirà e :;:filerà qual'io da fanciullo lo vid i battendo il tamburo e a bandiere :,,piegate, tra- ne' racconti dei suoi granatieri". versando« la.fi'onte dell 'esercito.fì·ancese, che le renderà gli onori militari; ma essa deporrà Cesare Abba Le armi e si renderà prigioniera. Tutti gli iif.fì.ciali ed un sottujfìciale per compagnia non abbandoneranno Le Loro armi, e potranno così rientrare in Piemonte, con promessa di non più servire fino alla permuta dei prigionieri. "Sarà in potere della guarnigione di portar seco il cadavere del colonnello Del Carretto", aggiunsero i dfensori. "Concesso" soggiunse il Generale francese. Ed allora i nostri osarono pretendere un 'altra condizione che ci muove a meraviglia ed ammirazione: '' La presente convenzione non avrà effètto se non dopo mezzodi, perché se l'esercito piemontese corresse "in soccorso di Cossèria, questa capitolazione sarebbe annullata. "Davanti a si jìera richiesta il Generale francese rimase perplesso, ma dovette ancora scrivere: "Concesso ". Dopo sei ore di angosciosa ed inutile attesa i prodi difensori di Cossèria abbandonarono il castello, e .~jìlarono severi e dignitosi sulla fronte dell'esercito Ji-ancese, salutati dai "Bravo!" dei loro vincitori.

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Quando a notte.fàtta Bonaparte si incontrò cogli ufficiali di Cossèria usci in vivaci parole che contenevano tuttavia un elogio: "Avete combattuto da barbari, perché trovandovi senza ~peranza di soccorso era inutile uccidermi i miei generali e decimann i iljìore del! 'esercito. ' ' Il generale Provera si limitò a rispondere che credevano di aver/atto il Loro dovere; ed allora Napoleone, mutato accento, invitò tutti quei poveri ufficiali, affamati da cinquanta ore, ad una sobria cena nella quale egli solo sedette a mensa con Loro, mentre gli ufficiali del suo seguito Li servivano in piedi. Intanto i Granatieri avevano scavato una fossa al loro glorioso Comandante e L'avevano coronata di rose,· poi presero La via di Francia portando nella prigionia un nome caro ed una coscienza pura e gloriosa. Passarono gli anni a diecine, e sui ruderi di Cossèria il tempo andava stendendo la patina dell 'oblio, ma allora che a },.fola di Gaeta i Granatieri si coprivano di novelle glorie un Del Carretto ne richiamava a vita Le antiche facendo incidere sulla porta del Castello una bella iscrizione dettata dal sacerdote prof' Zappata. Un 'altra iscrizione, composta dal comrn. BarriLi, venne poi ivi collocata dalla Brigata Ferrara nel I 884 ; eccola :

Al POCHI E OLORJOSJ ITALIANI CHE DUE GIORNI CONTESERO IL COLMO DI COSSÈRJA AD UN PRODE ESERC1TO E AD UN GRANDE CAPITANO LA BRIGA TA FERRARA POSE IL 2 AGOSTO 1884 LA VOTIVA SUA LAPIDE INVIDIANDO L 'ESE!'vfPIO Di VA.LOR DL')PERATO DI FEDE INVITTA ALLA BANDIERA ED AL RE in Germania, per il passato, era assai in jàvore questo detto: "Chi vuol aver sfortuna in guerra, incominci a combattere col tedesco"; e si vede che anche lassù vigeva la congiura degli storici contro i Granatieri di Cossèria. Perché se i tedeschi avessero saputo come l'Italia sappia dare Granatieri capaci di trascinare i Croati a far causa comune, di.far ringiovanire un vecchio Generale austriaco, di far attendere per sei ore l'esecuzione di una capitolazione, e dijàrsi pagare la cena dai vincitori avrebbero adottato maggior prudenza. Don Dionigi Puricelli

Un altro eroe Granatiere balzò alla luce in quella campagna di guerra: è meno noto, ma non meno prode. E' l'eroico Colonnello Dichat, che, a capo di tre battaglioni granatieri, fu l'anima, il 19 apri le, della difesa ciel San Michele, cui partecipò anche col consueto calore il Reggimento delle Guardie, che per otto ore resistette tenacemente agli attacchi francesi che si svolgevano sotto gli occhi delle stesso Generale Bonaparte . Verso la fine dell'aspra e impari battaglia, il Dichat, granatiere, prode fra i prodi,cadde sul campo colpito da una palla in fronte. L'armistizio di Cherasco pose fine alla guerra durata anni. La fortuna non aveva arriso al valore.

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IL PERIODO NAPOLEONICO "Si fremette. si tacque,si ubbidì!" Il 6 dicembre 1798, Carlo Emanuele lV di Savoia, che, con la convenzione di Milano del giugno precedente, aveva accettato che i Francesi presidiassero la Cittadella di Torino, abdicava sotto l' imposizione del Gen. Grouchy, dando ordine al suo esercito di porsi al servizio delle armate Francesi. "Dal 'obbedienza a tale ordine., che fii accolto dal Reggimento delle Guardie con doloroso stupore", dovevano scaturire conseguenze di grande rilievo per il futuro Risorgimento Ttaliano. Quella robusta aliquota del Reggi mento Guardie - trasformata in mezza brigata leggera di fanteria piemontese - doveva infatti costituire il primo nucleo dcli ' Eserc ito del Regno d 'Italia, la cui creazione rappresentava da secoli un fatto nuovo. Nota il Salvatorelli che ''.furono stranieri a crearlo e ad averne il comando supremo e per gli interessi stranieri esso combatté quasi sempre. Afa i Quadri,fino a quello di Generale compreso, oltre le truppe, erano italiani, e per essi fii un addestramento tecnico, una scuola di energia, un.fòcolaio di sentimento nazionale. Non per nulla nei primi anni de/La Restaurazione, gli ex _ Ufficiali di que// 'esercito.fì1rono "Storia del 1° Reggimento Granatieri. 1835" in prima linea, fra gli agitatori redatla dal 1',t/archese Annibale Fa11zo11e di ,Wontrtldo, ed i cospiratori per I' indipengià Capitano del Reggimento. denza e La libertà d'Italia; e ancora nel quarantotto i superstiti agirono per la causa nazionale". Sicché quelle Guardie incorporate in una brigata della Divisione Serrurier, che sul fini re del 1798 male si adattavano a tale trasformazione, se non altro perché gli uomini degli altri reparti erano di statura assai più modesta, con il loro valoroso comportamento nella primavera del 1799 a lncaffi, a Pescantina, a Magnano e a Verderio e successivamente iri tutte le campagne napoleoniche (alcuni Ufficiali delle Guardie lasciarono la vita sui campi di battaglia di Spagna e di Russia) costituirono i primi fermenti di quel lievito salutare, che doveva più tardi far risorgere il popolo italiano.

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E lo stesso Bonaparte, che il 16 vendemmiaio (7 ottobre 1797), formulando un giudizio sull'attitudine degli Italiani alle armi, aveva scritto al Direttorio di "non potersi/are alcun assegnamento su un popolo jìacco, superstizioso e vile", doveva nel 1813 riconoscere "i segnalati servizi resimi dagli italiani in questa campagna mi hanno colmato di giubilo. La loro fedeltà' intemerata, in mezzo alle tante seduzioni adoperate dai nostri nemici ed i perjìdi esempi, la loro intrepida condotta, la costanza dimostrata in mezzo ai rovesci, mi hanno sensibilmente commosso. Tutto ciò mi ha confermato nel! 'opinione che bolle sempre nelle vostre vene il sangue dei dominatori del mondo. Forse non é lontana l'epoca in cui il nome d 'Italia tornerà a brillare in tutto il suo splendore". Gli anni 1797 e 1798 il Reggimento fu di guarnigione in Torino. Per la morte accaduta li 15 ottobre J 796 al Re Vittorio Amedeo III, il suo successore Carlo Emanuele IV si dichiarò Capo del Reggimento Guardie. Colla solita intemerata.fedeltà di inesprimibile devozione gli individui tutti servirono il loro Re per due anni di laboriosissimo regno. A tutti è noto come in sul principio di dicembre 1798 in prima pace, col medesimo abuso della forza e della prepotenza violando ogni pubblico diritto, il Governo Francese abbia proditoriamente invaso gli stati del Re occupandole le città, simulando di amichevolmente entrarvi di passaggio, e come costretto fu stato il Monarca a .firmare l 'injàusta convenzione dell '8 dicembre con cui abbandonando il trono al! 'usurpatore nemico dovette colla sua reale famiglia ritirarsi in Sardegna. Non v 'ha dubbio che se allora il Piemonte avesse avuto per sovrano un .Emanuele Filiberto, un Carlo Emanuele l, od un Vittorio Amedeo 11 avrebbero essi opposta disperata resistenza; e fors 'anco avrebbero protratto in lungo sino a dar tempo alla nuova alleanza di soccoglierli (e jòrse la campagna che ebbe luogo in sul finire del 1799 sul! 'Adige avrebbe anticipato sin da allora Suvarov i suoi trio,'!fì, in Piemonte) ma Carlo .Emanuele [V, ù1fèrmino di salute, e temendo i mali estremi che sarebbero avvenuti ai sudditi in caso di disperata guerra, amò

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meglio sacrificare se stesso al comune bene. Fremevano di rabbia i soldati Piemontesi dover senza combattere veder pari.ire l'adorato sovrano, gravissimo caso riu.sciva il dover obbedire all 'ordine di stare tranquilli e sottomettersi ai comandi del Generale Francese. Temeva il Re un movimento di truppe per sue difese, il quale desse ai Francesi un appig lio onde violare la condizione suaccennata ed impedirgli di rifùgiarsi in Sardegna;Jèce dunque ordinare verbalmente dal Marchese Thaon di San Andrè, morto nel 1820, Governatore di Torino, al Colonnello del Regg imento delle Guardie che il Corpo dovesse star tranquillo ubbidiente al Generale Francese e che spera va che tutti avrebbero valorosamente servito nel/ 'A rmata Francese,· si_jì--emette, si tacque e si ubbidì. IL Generale Francese Granchi incaricato della formazion e dell'Armata Piemontese incorporò il Reggimento Guardie, il Reggimento Cacciatori, le compagnie Franche e li Zappatori, e formò il nuovo corpo, cui fu dato il nome di prima mezza Brigata leggera Piemontese composta di tre battag lioni di otto compagnie cadauno, di forza di uomini circa 3000. Questa mezza Brigatajèce nell ·armata.fancese la campagna d'Italia del 1799. Sotto gli ordini di Scherer Generale in Capo incorporato nella Divisione comandata dal Generale Sarrurie,: Essa si trovò a tutte le battaglie di quella terribile guerra; li 27 marzo viuoriosamente passato l'Adige g ià alle porte di Verona La Divisione di Surrerie1; assalita da superiori .forze, dovette retrocedere onde conservarsi in linea cola destra dell'A rmata bauuta e respinta solfo Legnago; Magnano li 5 aprile, Villaji-anca li 7 aprile .fiirono testimone del valore della mezza Brigata, ma Scherer sempre vinto dovette ripiegarsi sino al! 'Adda; in questo Suvarov coli 'Armata russa si congiunse coi vittoriosi austriaci, e presone il supremo comando passò a viva forza l 'Adda sollo Cassano dopo aver riportato segnalata vittoria sul Generale Morceaul; succedette a Scherer nel comando del/ 'Armata d 'Italia, la Divisione Serrurier in cui vi erano incorporate le truppe Piemontesi, avviluppate a Lecco, e Verdeggia capitolò col nemico li 28 aprile. In seguito di questi avvenimenti i deboli avanzi delle truppe Piemontesi si sbandarono e individualmente si ritirarono in Piemonte il qual Paese venne hen tosto in massima parte occupalo dalle truppe russe. In sul bel principio di quest'occupazione i proclami del Generale S11varov.fum11o le più gradite speranze che.fosse ben presto ristabilito il Governo del Re. Già i cuori tutti si

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aprivano alla gioia, già si dimenticavano le passate disgrazie confidando di veder ben tosto di ritorno l 'amato Sovrano, ma come lampo svanirono si belle apparenze. li Piemontefu occupato dagli austriaci, non .fi.1 permesso al Re Carlo Emanuele !V, già condottosi in Toscana, di rientrarvi, e Le truppe Piemontesi, che sarebbero pure state di grande aiuto, nonjitrono riorganizzate. Poche compagnie di ogni Reggimento.formarono un nodo attorno a cui avrebbero potuto ristabilirsi l'Armata; due compagnie delle Guardie sole riunite e comandate dai Capitani Dal Verme e Marazzani combatterono tutto lo Stato nel 1799 nella valle di Susa sotto gli ordini del Generale Austriaco Metsko. Soltanto nell'inverno dell'anno 1800 si formarono i primi battaglioni dei 4 primi Reggimenti, Guardie, Savoia, Monjèrrato e Piemonte.!! battaglione delle Guardie si.formò a Vercelli ed era composto di sette compagnie compresi i Granatieri, comandava il Corpo il Conte Mussano Colonnello e specialmente il Marchese Tluse Maggiore. Esso si trovò il 24 maggio al combattimento della Chiusella ove il battaglione di Savoia coprì la ritirata delle truppe Austriache da Chivasso, indi venne a Torino ove accampò nel Giardino Reale. Succedette il 14 giugno la battaglia di Marengo e le convenzioni con cui il Piemonte.fi,1abbandonato all'Armata Francese, il Reggimento Guardie si sciolse. In quest'occasione deve deplorarsi la perdita degli antichi registri e libri del Reggimento, i quali unitamente agli stendardi ritirati dal Colonnello Conte Mussano, essendosi estinta la suajàmiglia durante la lunga occupazione nemica d'anni 14 non vennero più rinvenute a/l 'epoca del.fàusto ritorno del Sovrano legittimo Carlo Emanuele IV il 20 maggio 1814.

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BREVE SUNTO Sulla campagna in Lombardia f )3 /·e 1,1~ • /t1/1lo nel i 799, anno settimo ji-ancese. per quanto riguarda però diret{~rn1p,1,,,ul'. ,ff, ~;,v/,r..,}hi-r ,w/,f/.'!'I, (1 ,,,," ,ft/lì,m• tamente ed indirettamente il Reg;~tf1t.'~ / " ' 'J'Alhtl/, 7-:ll~/l'r,' ,t.1,1'# ,,M,,i,b , )- ~1'N'f'lfmMh /~•')Jr),w;,,,/p gimento Guardie, di cui lo f1,uu Ji1 u ,,.,/t .(,,;,...n. ,,//nu;",r >Y./P},, ~ ,.,,,,,,,,., J ,,,i/, scrivente si gloriava vestirne le onorate di vise. ( ,,,,,,,,.,":'""' , M:,1 . ,,,,,.,.h,,,~ ,;,,..., ,1' n)~r/"" :w;r,,.,fo,I' 7 Consumato addì 9 dicembre in Tol~v~ ), t ~7;, ,~ l",,nu;,;,/4 ,1.,1:..,.,,-, 1/;h ..l- J1.,,0~.r· '~'7/'""''"""' s:,l'l l,.,, ,./h'..,,.,J: /"'/,,,.,/,, . .,'l',.,,y.,. ,1,////,,..,.A,,_,., ,,;,/,/, ,, ,,,.,. rino il nefèmdo assassinio della Real Casa di Savoia, con cacciata )/'"'.7'-'~k,Ky,4,;/,,_,, ,,//_~rp .,~ ,y./,r À-#J ~~71''" • ,•;)A, ' / * da i suoi Stati di terre .fèrme, il ]lii'/,/,/,.;,-.(. ('1;,;,..;:,.,. ,t;,,,,_,/ '""/'"Q/l'IN,?,•,,11',/,1'.//,,.,,....-/ Aftf'.,N)..• Reggimento Guardie, che trova7,.// t17.w/, ,,,,,,,,,v. ~7,..,.,,,,,. c1~~f,, &u u t uurfl -t; '"'/_,,.,,,. tasi acquartierato nel palazzo del,'".# .,71, ,,j , ~.# /.;,;,//'', ,,,///'"l'A'_,. ),/,,, Mh/"7"M 6:'),,w,)'//Mi", • l'Accademia Militare onde più ~/, _,;.,,,"'~ •h/-,..y .tl;,,w;-;I'. ' ,/. : /. agevolmente prestarsi all'uopo ( N~uh 7'' ,.,..,.,HY,,/~1//Ao"r.r/ .1. ,~~,(N_,,,,,,,."), ,,,,,..,.,,/4,,N?,../, alla difesa della Reggia, vidde µ,,wh •,/~/, .,,,,n;,.,~'~*4fa/IN# ~/4 /h~,/,?J/6,/, "'?",' comparire ivi il Cm1. re Arduino .,...,,..N ,,,,,/,7,,, ,:/,7',,,,,,,.,;,, .,,,).,.. ./v_,,, ,/l~.,.,4, , /,.;/,!,.,,,. ""'-:/ Lana piangente, per esternare gli (''" ,l'/"1"' •/ I' ?,,/llf_,/, estremi comandi dell'augusto ve~ u~.1v7,,,,;,·,.Y.,.,,"f/'"'',._b,,.,,..Jt,o/,,/;7:/·"'" ;-/4/4,,,,, ,4'~,- , nerato Monarca Carlo Emanuele .,./,,.,; ,,:,,4:.1/n .,..,,/,.,J ,> pft.-r/4.4,7NN,'..<,,,, r7,4,.,,..V. ,. "4/l'N,• • IV, con prescrivere ad ogni Corpo /,,,//,,,.j /;"';:!"''/"'/,• ./,~!,~ ;,//llN,.,..fl MA ,h' dell 'Esercito, Jollo pena di sua in,1/h//,,t,; -,,,.,/p h///_,,,,,,.,,,,~ degnazione lo dover obbedire ag li /,.•,,, ~., .,,/4,,4,;1/,, ,,/, ,,'),.,.,,. 7 ,"""' ·.,.,..,,./.,,;;~""* Y'' ordini del nuovo Governo. d//4 .,,,.,./r',,//, ,/..... "'l~,· fr._71"'/'~// ,.),,, . Tultoché ogni sudditoJosse persuaso che tale comando era stato J)oc11111e11to autografo del Capitano dei Granatieri Guardie Vittoria di Mo11teze1110!0. violentemente strappato dalla prepotente.fortuna delle Armi Gallicl,e, ad ogni era forza il confìrmarvisi onde scemare a/I 'appoggio So vrano maggior sevizie. Venne perciò il Regg imento destinato a subito partenza per Milano e sebbene pochi carissimi per valide ed ostinate ragioni siano riusciti ad esimersene; tuttavia la maggior parte degli Ujjìcia/i e soldati del 'Esercito llltto si avviarono alle Loro novelle des tinaz ioni. Era troppo naturale che ad un Coqw così eminentemente ligio alla R eal Corte vi si disposero in quei tempi Li maggiori sfregi da chi erano n emici e subentrava al comando, e p erciò m entre gli altri distintissimi corpi di linea venivano imbrigadati fm egregi compagni, le Guardie, 1to11 dirà già degradate, perché ogni Arma è ovunque egiutlm ente nobile, ma bensì p er umiliarle quanto g ià si poteva, vennero destinate a Brigata L egg era, arma per cui si s uole ovunque ricercare la pirì svelta tag lia, an ziché uomini di alta statura come noi eravamo.

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LA GUARDIA PIEMONTESE A VERDERIO (1799) "A soli tre anni delle compiuta guerra contro la Francia (J 792-96) nella quale i Granatieri defla Guardia scrissero pagine di leonino eroismo in combattimenti gloriosi e leggendari quali le battaglie del Saccarello e del Brichetto e di esemplare condotta e merito nel combattimento in ritirata da Cosseria, vediamo nuovamente la Guardia mobilitata agli ordini degli stessi francesi contro l'Austria e la Russia alleata. I campi del veronese forniranno nuovi elementi dì gloria per i bravi Granatieri. Costoro (inso.ffèrenti per l 'infranciosimento della milizia piemontese) videro, in questo, assai propizia I 'occasione per dimostrare quanto essi valessero da soli, tanto più che il risentimento era originato del 'aver trasformato la Guardia in truppa leggera, senza riguardo alla disparità della statura che nelle guardie era alta e tarchiata. E buona prova.fil/atta dalle guardie perché ù?fàtti, come vedremo più avanti, quelli del Corpo Franco alla prima occasione scapparono tanto che il Serruriet; comandante di una divisione francese facente parte dell'armata d'Italia, ebbe a dichiarare come.fossero piùfìdi alla Francia i valorosi soldati che per i/passato avevano gagliardamente combattuto. 1126 Marzo 1799 da Peschiera costeggiando il Garda fino a Bardolino, punta su Rivoli il Contingente Franco-Piemontese comandato dallo Schérer, il quale avuto notizia che il nemico è trincerato ad lnca.ffi, muove al primo attacco la 18° mezza Brigata francese e spiccia raggiungeva la nostra piemontese, tutti agli ordini del Serruria Suhito queste truppe, gareggiando per impeto, col.fuoco prima e poi colle baionette, sloggiano gli Austriaci dai poggi di S. Fermo e di lncaffi e li premono in ritirata fin oltre la Corona senza che siano inviate altre truppe di rincalzo. li Serrurier, per questo fatto, ebbe molto a lodarsi dei Granatieri e ricordando che negli anni precedenti aveva avuto campo di misurarsi con loro, passando in rivista i reparti della Guardia ebbe a dir loro - Miei bravi piemontesi, io sono soddi::,:fatto di avervi nella mia Divisione ; ho appreso a stimarvi battendomi contro voi, e certo il Direttorio non poteva farmi miglior regalo destinandovi alla Divisione che io ho l'onore di comandare. - E primo nella lode è il Capitano delle Guardie San Martino della Torre che alla testa di una compagnia di Granatieri combatte in mischia.fì1ribonda in mezzo a tal tempesta di colpi da aver.forati in più luoghi gli abiti e il cappello. La giornata del 30 la Divisione Serrurier ha ordine di passare sulla sinistra dell 'Adige a Polo. 1 Piemontesi comandati in avanguardia alfa Brigata francese (Maye,) appena varcato il jìume attaccano gli avamposti Austriaci a Pescantina, li fugano e inseguono mentre la lns Mayer si schiera s1:1lle alture di S. Maria e Pedimonte. Ne/frattempo sbocca da Verona con hen 14 battaglioni austriaci il Kray a rincalzo della Divisione Elsvitz ed in-

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gaggia colla nostra guardia una Lotta assolutamente impari e pericolosa. Jnjàui gli austriaci, partiti ali 'attacco su Ire colonne, si stendono con due a tentare / 'accerchiamento del Serrurier col 'intento di addossarlo ali 'Adige e togliergli i ponti. 1 Piemontesi, primi a sentire il peso del contrattacco, ondeggiano ma pur resistono per guadagnare spazio e tempo ad un ordinato ripiegamento mentre la Maye1; che potrebbe accogliere ed appoggiare La mezza Brigata delle Guardie, fugge senza aver combattuto e gli Austriaci procedono spediti al/'aggi.. .......~"" :J ramento, bloccano i ponti • · ,~ ••·• •.,;,"' ) ... ,,... ., c:-: (U !_•''4.tl'.. 1 ') 11 , <.q,.... \:lt ,•o_,ov,..,,·....., di Polo obblig ando i pie- · ,~ ---• •· - · ·- ·montesi ad un feroce COipo a corpo per aprirsi vigorosamente il passo. Ogni impeto è però vano. Il nemico già Li soverchia e molti son.falli prigionieri; gli altri scampano sulla riva destra, co11fus amente, su g alleggianti che trovano o improvvisano. la piccola Divisione Serrurier (,nale scagliata oltre l 'Adige) composta di circa ottomila uomini aveva impegnato lizza contro ben quindicimila Austriaci e ne era uscita pesta e malconcia da/l'ineguale cimento. Pure, la sera del 4 Aprile, è rimessa innanzi alla estrema sinistra del nuovo ji-onte francese sul Tartaro a valle di Vigasio. Sua avanguardia, al solito, è la mezza Brigata Piemontese ridotta a un migliaio di uomini, (bellissimo omaggio tributato alla prodezza pei piemontesi). L ·avanguardia, il 5, urta in un agguato nemico che la coprono di mitraglia e cariche di cavalieri, ma subito vincendo la s01 p resa essa assalta il villaggio di isolata e, a gara coi .francesi sopraggiunti, lo conquista. A Povegliano la Guardia, marciando sempre in te.!il'a, trova nuova resistenza, nuovo a.!isalto d'impeto, nuova vittoria. Occupa Villa/ranca, passa per Verona e arriva fino a Lache ove l'arresta la notizia che i fra ncesi sono in rotta a destra. A Magnano la battaglia è perduta e il Serrurier deve piegare dietro il Tartaro, lasciando dietro di sé, a trattenere il nemico che lo preme minaccioso, i resti della Vecchia Guardia alla quale occorre grande valore per contenere il nemico che 5ferra ripetute cariche di Ussari e di Dragoni si che i nostri devono ad ogni mezzo miglio circa, fa rfronte e fo rmare i quadrati e magnificamente dimostrano coi/ atti quanto o/.lime sono le baionette p iemontesi. Vinti a Magnano, i Francesi, passano l 'Adda, mentre agli Austriaci, già vincitori, si uniscono i freschi e buoni soldati del russo Su vorov.

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A Lecco la sera del 24 Aprile il Comando francese può riunire appena duemila cinquecento uomini che le traversie dalla guerra hanno strenuati di forze e con pochi mezzi bellici. Li comanda il Piemontese Fresa. Nel pomeriggio del 25 i nostri hanno contatto coi Russi presso Lecco e arrestano la loro marcia; questi si asserragliano in un grosso cascinale e vengono tosto sloggic/ti da una compagnia di Granatieri al comando del Capitano Mantiglio (promosso a tale grado per merito di guerra sul campo di ;'vfagnano) il quale saputo che per detta impn:sa si domandavano volontari ebbe a dire che: - dove erano Granatieri, ivi non vi cercavano volontari per le imprese rischiose - e nell'impresa ebbe ragione e gloria. Segue nei giorni 27 e 28 la battaglia di Cassano neila quale i Francesi perdono la linea del! 'Adda. Il Serrurie1; ridottosi con cinquemila uomini compresi quelli del Fresa, e inutilmente impegnato col rinnovarsi degli attacchi nemici che si intrecciano col succedersi di ordini e contrordini, non può ottenere nessun risultato durevole ed ogni rovescio diviene più grave. A sera del 29 si trova a Verderio; cerca una strada aperta allo scampo ma da ogni parte il nemico lo cinge e pensa solo allora, se la salvezza sarà impossibile, di vender cara la vita. Disloca le poche truppe attorno al villaggio e dentro nel cimitero, quale jòrtino avanzato, tutto quello che gli rimane della mezza brigata Piemontese. (poche centinaia di uomini e quasi tutti delle nostre Guardie) Tutto attorno al muro, nella parte interna, sifa. una specie di palco con cavalletti, tavole e imposte requisite nel villaggio perché ci si possa alzare di sopra il muro; altri intanto.forano colle baionette il muro di sotto il palco e si accoccolano pronti a.far fiwco attraversando le jèritoie cosi aperte. Vengono all'assalto, per primi, i Cosacchi. Contro quel quadrato di muro cadono come mosche perché i Granatieri sparano a non più di venti passi ed il loro jitci!e, appoggiato, è micidialissimo. Con eguale jòrtuna tentano l'assalto le fantelie. Per più di un 'ora dura la .sparatoria dei d(fènsori e per più di un 'ora dura La lotta accanita contro quegli asserragliati;fìnché le munizioni vengcmo, a mancare nel.fortino. Il Serrurier; al quale son chieste e che non ne ha, risponde che vadano a prendere quelle dei nemici morti e feriti; ed ecco uscire dal cimitero.fotte di Piemontesi che corrono addosso ai caduti che ingombrano il terreno, Fugarli nelle giberne e raccogliere le nnmiAlfiere 1813 zioni sparse per il campo. - "Andate a pren-

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dere anche ifitcili ! ,, - grida il Serrurier ai Piemontesi avviliti perché il calibro dei loro facili è piccolo alle palle degli Austro-Russi. Tutti coloro che restano inoperosi in mezzo al cimitero, perché la linea di cornbattimento non ha ancora concesso loro lo spazio per :,,parare, sia U[fìciali che Granatieri, vanno a gara a avventurarsi. È un andirivieni continuo, una lotta, un onore a chi più innanz i va, e, noncuranti del tiro nutrito che l 'avversario vomita loro addosso, raccolgono ifitcili abbandonati. Taluni, i più coraggiosi; si avventano anche contro i validi e strappano loro di mano l'arma ritirandosi poi precipitosamente col bottino. Il disperato ed eroico gesto non concede però gloria alla Guardia. lnjàtti, col sopraggiungere di dodicimila Russi a rincalzo dei diecimila Austriaci, poco può il valore e la tenacia dei Franco-Pienwntesi che, dopo ben nove ore di dura e disperatissima resistenza, ritengono ormai la resa necessaria. Può esser/atta con onore ma non è facile ottenerla. Parecchi parlamentari sono ripetutamente rifìuta.ti dagli Austro-Russi i quali vogliono che La Divisione venga presa combattendo. Viene poi concessa con buoni palti. Il nemico sente di doverli concedere al valore ed alla generosa umanità dei nostri. Generosità che aveva spinto i Granatieri a raccogliere sul campo, in piena battaglia, un ufficiale austriaco (aiutante di campo del generale Wukassowich) caduto mortalmente ferito a pochi passi dal cimitero e curato fraternamente pur essendo ormai vano ogni tentativo: mentre i parlamentarifì-ancesi venivano rimandati col preciso rifìuto, ed a un austriaco che si era spinto coraggiosamente.fin sotto il muro del cimitero per chiedere notizie dell 'Uffìciale raccolto, fu concesso di vederlo e rimandato poi per assicurare il campo nemico dei buoni ed wnani trattamenti usati al morituro. in se6'1Uito quando gli Austriaci occuparono il Piemonte, vennero esclusi dal servizio tre Uffìciali del/ 'antico Reggimento dalle Guardie.... "per aver troppo valorosamente combattuto per la Francia contro l'Austria". Questo.fàtto è citato per dimostrare come i Granatieri della Vecchia Guardia pure al servizio e per interesse di altre nazioni sapevano interamente eseguire gli ordini del loro Re".

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CAPITOLO SECONDO

DAL CONGRESSO DI VIENNA 1814-1815

AL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 24 MAGGIO 1915



SECONDA EPOCA Dal Congresso di Vienna (1814 - 1815) a Vittorio Veneto (4 novembre l.918) Spuntò .finalmente il giorno in cui il Piemonte venne richiamato a nuova politica vita; risorse il Sabaudo trono e con esso.furono richiamati ogni sorta di beni suifòrtunati popoli; non di tosto Vittorio Emanuele TV.fra le festose grida d'esultazione dei sudditi ebbe ripreso le redini del Governo il 20 maggio detto anno, suo primo pensiero.[,,, di ristabilire l'Armata e con suo Regio Viglietto in data 1° luglio 1814 ordinò la formazione di 9 Reggimenti di fanteria tra i quali il primo.fu quello delle Guardie. Questo Reggimento unitamente agli altri fu stabilito sul seguente piede: Battaglioni due di 6 compagnie cadauno cioè una di Granatieri, una di Cacciatori, e 4 di jìtcilieri, totale circa 1300 uomini. - .t. \I. /,' ltt I'/#-,:,-,,.,,.,;,."" 1..;J«mrwC.,,.,,.,tc Utd,ot,,, tW lltz,J;'.-1<>y;,, ~ t ~- f/tU·IUI)

"Storia del 1° Reggimento Grnnatieri. 1835" red{ltfa dal 1\i[{lrchese Annib{l/e Fanzone di Mo11t11ldo, già C(/pitano del Reggimento.

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IL CONGRESSO DI VIENNA 1 ottobre 1814 - 9 giugno 1815 Il Congresso di Vienna si tenne nella capitale dell'Impero austriaco, dal l O ottobre 18 14 al 9 giugno 1815. Vi parteciparono le principali nazioni europee, che tentarono così cli dare un assetto all'Europa dopo l'avventura napoleonica. L'Italia fu divisa in sette stati. ltalien 1815 bis zur Gcj!enwart. Nel nord venne costituito il Regno Lombardo-Veneto sotto il contro Il.o dell' Austria, comprendente i territori della Repubblica di Venezia (Veneto, Friuli e Lombardia orientale) che, contrariamente ai principi guida del Congresso non venne ricostituita. Ad esso fu annessa la Valtellina, per la quale furono respinte le richieste svizzere, che questa valle - Svizzera dal 1512 al 1797 - ritornasse al Canton Grigioni o fosse annessa alla Contèderazione, come cantone autonomo. Al Regno di Sardegna, governato dai Savoia, furono restituiti il Piemonte e la Savoia e venne ulterionnente ingrandito con i territori della ex Repubblica di Genova, senza alcun diritto di opposizione da parte di quest'ultima e senza plebiscito. Nell'orbita austriaca si trovarono il GranL'Italia disegnata dal Congresso di Vie1111a ducato di Toscana, il Ducato di Modena, il Ducato di Parma. Il papa fu restaurato nello Stato Pontificio, perdendo oltralpe definitivamente la città di Avignone e il Contado Venassino lasciate al Regno di Francia. Nel Sud Italia il cognato di Napoleone, il maresciallo napoleon ico Gioacchino Murat, fu originariamente autorizzato a mantenere il Regno di Napoli. Tuttavia, in seguito al sostegno da lui forn ito al cognato durante i "Cento Giorni", venne deposto e la corona fu assegnata a Ferdinando IV di Borbone, che 1'8 dicembre 1816 riunì il Regno di Napoli e il Regno di Sicil ia in un solo regno, nella denominazione già precedentemente adottata di Regno delle Due Sicilie.

I GRANATIERI ED IL RISORGIMENTO ITALIANO l limiti temporali entro i quali racchiudere il Risorgimento Nazionale sono oggetto di diversa interpretazione. Alcuni lo fanno decorrere dal trattato di Utrecht (1743), altri, come il Carducci, dal 1749, pace dì Aquisgrana, altri ancora dal 1789, inizio della Rivoluzione Francese, altri infine dal 1814-1815, termine dell'epopea Napoleonica. li limite "superiore", di contro, alcuni lo collocano nel 1870, con la breccia di Porta Pia, o con la vittoria del 4 novembre 1918, altri invece vedono nel 25 apri le 1945 la data ultima

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del Risorgimento. Queste dispute, per quanto possano interessare, per i Granatieri non hanno particolare rilevanza, difatti , qualsiasi data si vogli a pcme quale limite del Risorgimento Italiano, ciascuna è caratterizzata dalla presenza del Corpo. La fine dell'epopea napoleonica segna, per il Guenini, l' inizio della "Risunezione"; ma, se per lo storico questo termine può indicare la restaurazione dello Stato Sabaudo e di conseguenza la ricostituzione del Reggimento Guardie, non può certo essere inteso come la "Risurrezione d'Italia". Il Piemonte sabaudo fu il più ''restauratore" cioè il più reazionario fra gli stati italiani, perchè più degli altri aveva subito l' imposizione austro-russa con la Santa Alleanza. TI Reggimento delle Guardie - che nel 1816, con l'incorporazione delle compagnie Granatieri degli altri Reggimenti di fanteria, assunse il nome di Brigata Granatieri Guardie - nell 'estate del 1814 aveva già proceduto alla sua ricostituzione. 1 Quadri furono tratti da ufficiali e sotmfficiali che avevano prestato servizio nel Reggimento p1ima della bufera napoleonica e di conseguenza erano tutti piuttosto anziani ; altri avevano fatto parte delle Armate 1816. Foto del Se11:e11te Maggiore />ornapoleoniche o avevano seguito il Re in Sardegna, p()rMo Cipria110 del Reggimento Graaltri, infine, erano di prima nomina; fra essi il quinnatieri Guardie. dicenne Sottotenente Alessandro La Marmora il futuro fondatore dei Bersaglieri. Fu una ricostituzione lenta e diffici le per mancanza di effettivi. Il 23 novembre 181 4 furono consegnati al Reggimento i nuovi stendardi, sicché, il mattino successivo, esso fu già in grado di fornire la guardia al Reale Palazzo, dando il cambio alle truppe austriache. Il 1O marzo I 82 1, propagatasi dalle Due Sici lie, scoppiò a Torino l'insurrezione, che si estese subito ad Alessandria e a Genova. Contatli tra i Carbonari Piemontesi (ambienti dell'aristocrazia illuminata, per lo più Ufficial i) e Carlo Alberto, principe cli Carignano, probabile erede della Corona, già ufliciale del l'Armata Napoleonica, avevano dato ai cospiratori speranza che il Principe - per la sua professata tede liberale - avrebbe promulgato la Costimzione spagnola, ed a ciò sarebbe seguita la guerra all'Austria e l'annessione della Lombardia, per la quale erano stati presi accordi con i liberali di quello Stato. La rivolta - alla quale partecipò una rilevante aliquota dell'Esercito - indusse Vittorio Emanuele I ad abdicare; il Reggente Carlo Albe110 concesse la Costituzione, ma fu sconfessato dal nuovo Re Carlo Felice, in quei giorni assente dal Regno. Fallito un tentativo di mediazione della Russia, gli Austriaci ch iamati da Carlo Felice, intervennero con un corpo che trionfò facilmente sui"Costituzionali". Il Guerrini, nel respingere il termine di "ribelli" che la parte vincitrice attribuì ai Costituzionali, afferma che "la Brigata Granatieri Guardie passò incolume attraverso la dolorosa prova. E la co:m non potrebbe non fàr piacere se essa fosse vera e, soprattutto se I 'incolumità della Brigata 11011 avesse avuto il determinante concorso di dodicimila austriaci".

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U11(for111i dell'inizio del/'800 Cartolina di coller.io11e privata

Perchè è pur vero che, nel pomeriggio dell' 11 marzo, dei Comandanti di Corpo chiamati dal Re per sincerarsi dello spirito delle truppe, tre soli poterono senza esitazione rispondere di essere sicuri dei loro Reggimenti: il Comandante delle Guardie, quello di Piemonte Reale e quello de.i Cavalleggeri di Saluzzo, ma è lo stesso Guerrini a narrare come le tre compagnie Granatieri Guardie, inviate in rinforzo alla C ittadella di Torino, allorché il presidio di essa proclamò la Costituzione, non sì opposero a ciò per lo stesso pretesto di avere " in quel momento le armi smontate a seguito di una rivista". Comunque, ai primi di aprile, il grosso della Brigata Guardie si trovava a Novara, sotto la protezione degli austriaci, unitamente alle truppe rimaste fedeli al Re, mentre il Reggimento Cacciatori Guardie era a Nizza, a difesa dell'ex re Vittorio Emanuele 1, in procinto, dopo l'abdicazione, di lasciare il regno. L'encomio che il Re Carlo Felice tributò, al termine d i quelle tristi vicende, alla Brigata Granatieri Guardie era ben meritato, non tanto per il loro comportameì1to verso i rivoltosi, quanto per la fedeltà dimostrata al Capo dello Stato, malgrado i disagi di ordine morale e sentin1entale che essi dovettero sopportare per la tracotante presenza degli austriaci, ai quali il Re aveva fatto appello. La rivoluzione del 1821 si chiuse con l'avvento al trono di Carlo Albe110 e con la convenzione militare austro-sarda del l 831, la quale accentuò l'orientamento filoaustriaco della politica sabauda. Non fu , per la Brigata Granatieri Guardie, un periodo fel ice, come non lo fu quello che precedette la Guerra del 1848, anche se, in quel periodo, l'Unità godette degli allori ricevuti per la riconosciuta fede ltà. fu accentuato in essa quel carattere di Reggimento di Guardia che le era già stato attribuito dopo la Restaurazione e che mai aveva avuto nei due precedenti secoli, con com-

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piti territoriali e di rappresentanza. Molti onori, mol te parate, un trattamento economico migl iore degli altri reparti del! 'esercito, un 'un iforme sgargiante e nel 1834 il berrettone impellicciato, freg iato di cordoni, caratteristici dei granatieri. L'addestramento era quasi inesistente. Le memorie raccontano che ne 11'agosto del 1834 ebbe luogo nelle lande di S. Maurizio e Ciriè un campo d'i struzione, che fu il secondo del! ' Esercito piemontese dal I 815. Di ta le carenza addestrativa doveva risentirne nel 1848, allorchè la Brigata Granatieri Guardie, in una di quelle incomprensibili pause che caratterizzarono quella sfortunata campagna, ne approfittò (dopo un mese che era iniziata la guerra) "per rendere fa miliari alle truppe, che poco o male li avevano praticati, tulle prese dalle ist.ruzioni opportune alle parate, il servizio di sicure==a e la scuola di cacciatori, o tiragliatori, come allora si diceva". M a, scri ve il Guerrini, "da/l 'intenso lavoro si trassero g li scarsi/rutti che soli si potevano trarre, stringendo il tempo e mancando lo spaz io ai piccoli reparti p er s ingolarmente addestrarsi" . "E il Quarantotto scoppiò, citando il Carducci, tempesta magn(lìca. Non più iniziativa ji·ancese; non carhonarismo aristocratico o militare: 11011 selle: era il popolo italiano, il popolo a!fìne che si moveva che iniziava oggi la rivoht=ione d 'Europa" . L'Italia, ma non l'esercito piemontese, che si dimostrò, nel suo comp lesso, militarmente e moralmente impreparato. "Tutta l 'ispirazione regio-governariva del q11indicennio - nota il Salvatorelli - era stata nel senso della Santa A /Lean=a e de /I 'in lesa con I 'A 11stria; come d'improvviso l'Austria poteva divenire. p er coloro che erano stati educati cosi: il nemico mortale?... la stessa sostituz ione del tricolore italiano (fino allora bandiera rivoluz ionaria) a/L 'a ntica bandiera sabauda produsse su!l 't!ffìciali!à un senso spiacevole. Fu il D11ca di Genova, cioè i/fratello di Vittorio Emanuele, a indicare, nella sua relazione.finale sulla guerra, che Ufficiali e soldati andarono a combatlere per una causa contraria del tutto ai principi nei quali erano stati allevati fino allora". Come più volte afferma il Guerrini:" la storia narra la verità e non l'accomoda ", sembra perciò doveroso sotto lineare che sebbene da quella campagna i Granatieri riportassero mo lti allori ed il motto araldico, quegli all ori e quelle magnifiche parole non bastano a coprire le miserie di quella guerra in fe lice. Voler evidenziare i meriti di allora equivarrebbe a togliere la giusta luce alle più gloriose pagine che, nel ' 48 e nel ' 49, il popolo italiano scrisse a Milano, a Brescia, a Venezia ed a Roma. E poiché per valutare il comportamento dei belligeranti non v 'è altro metro che rivedere, nelle campagne vittoriose, i successi conseguiti ed, in quelle sfortunate, il con-

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tributo di sangue offerto, quest'ultimo in tale occasione fu assa i modesto, al confronto di quello dato dalle popolazioni che - nel '48 e nel '49 - insorsero contro Io straniero per la libertà della Patria. A Santa Lucìa ed a Goito, che furono le giornate per i Granatieri più onorevoli, si ebbero in totale 60 morti, ben poca cosa contro i 424 Milanesi delle 5 giornate, delle oltre tremila perdite dei combattenti della Repubblica Romana, degli innumerevoli caduti che si ebbero a Venezia e che si assommano ai 4.000 cittadini spenti dal colera, propagatosi nella città assediata. Ma gli Austriaci ebbero - a Venezia ventimila perdite, quanto non erano costate loro le due guerre del '48 e '49 sommate insieme. S icché, la campagna del '48 si concluse, per i Granatieri con la malinconica difesa della persona del Re contro la folla milanese, esasperata nel sapere che Carlo Alberto, che si era poche ore prima impegnato di dife ndere fino all'estremo la città, aveva deciso di abbandonarla 1311 agli Austriaci. Del 1849, "dellafàtal Novara", non meriterebbe nemmeno parlarne, se non per porre in ri lievo quanto fu nocivo per i Granatieri, in quella campagna, essere impegnati in "oziosa riserva". li Duca di Savoia che, come a Goito, ne era ancora il Comandante, non ebbe neppure il tempo di fare appello alle Guardie per lanciarle all'attacco e da.re ad esse la possibilità d i concorrere ad una strenua difesa. L' ultimo ordine che egli aveva ricevuto dal Capo di Stato M aggiore Generale del l' Esercito, il polacco Chamowski, in data 21 marzo, due giorni prima della battaglia, stabiliva il distacco di due battaglioni Cacciatori Guardie (che saranno gli unici della Brigata Guard ie a combattere, con valore, alla difesa estrema della Bicocca). Per il resto, era un ordine logistico: prevedeva trasferimenti da un luogo all'altro e disposizioni per i rifornimenti . Fra l'altro, prescriveva: "sarà ordinato ai soldati di conservare la carne cotta nel loro sacco a pane, per poterla mangiare a guisa di secondo rancio" . La campagna del 1849 si concluse con la resa, con l'abdicazione del Re, con la fuc ilazione del Generale Ramorino, reo di inosservanza delle istruzioni ricevute, in merito alla dislocazione della 5" Divisione di cui era Comandante. "Fu - osserva il Salvatorelli - un episodio meschino, sotto il puro aspetto militare: inettitudine e disfattismo gareggiarono insieme, forse con prevalenza del secondo. Ma ebbe valore morale la iniziativa quasi disperata, quando ormai l 'Austria era consolidata e il Piemonte solo in Italia e in Europa. Qui.fu la grandezza del gesto di Carlo Alberto col sacr{fìcio della corona e col silenzioso esilio " . Nell'aprile del 1850, la Brigata Guard ie, nell'assumere la denominazione d i Brigata Granatieri, fu privata degli antichi privilegi e prerogative, venendo equiparata alle altre Brigate di Fanteria, sulle quali, peraltro, conservava la precedenza. Ed in questa atmosfera di libera eguaglianza, partirono nella priJA:I mavera del 1855 per la Crimea due battaglioni, inquadrati in un [I'.... r.1.,,1

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Corpo di Spedizione al quale concorsero, ciascuno con un battaglione, h1tli i 20 reggimenti di fanteria de ll' Esercito Piemonte!'ie. La campagna di Crimea fu un'impresa modesta; dei 15.000 soldati, pochi parteciparono direttamente alla battaglia della Cernaia, di cui si ebbe allora grande eco in ltalia. Essa però fu utile a Cavour per fare entrare il Piemonte nel gioco della politica europea, a Viuorio Emanuele II, per ristabilire il prestigio delle armi del suo esercito, cd ai due battaglioni Granatieri, che pure non presero patte ad alcun importante combattimento, per potenziare il loro spirito militare e la loro organizzazione logistica, per addestrarsi al combattimento, secondo i nuovi procedimenti che la guerra rnsso-turca aveva po1tato e per liberarsi, per oltre un anno, dai servizi di presidio nella capitale, "sen1izi che i Granatieri ha11110 sempre ben disimpegnato, ma a cui non hanno mai ambito, preferendo ad essi la più dura, ma più formativa vila di campagna". E si giunse al 1859, a lla seconda guerra di Indipendenza che diede vita a quel periodo "favolo:samente breve" in cui fu realizzata l'unità italiana. Tale guen-a, lasciò delusi per l'improvvisa e intempestiva conclus ione, ma l'armistizio dì Villafranca, confermo ' ancora una volta l'eroismo dei Granatieri, che scrissero, a Madonna della Scoperta, una be llissima pagina della loro storia. Più che le numerose ricompense al va lore meritate dai singoli, va lgono a provare il loro accanimento cd il fulgido eroismo, le perdite da essi s ubite in cinque ore di combattimento: 58 morti e ben 3 17 feriti , fra i quali entrambi i Comandanti di Reggimento. E' s ignificativo citare l'episodio di un giovane granatiere di nome Gaddi che il giorno seg uente fu trovato ferito, giacente su poca paglia in un cortile. Era un giovanissimo volontario ( I 8-19 anni) di Massa Lombarda. Aveva il ventre squarciato ed una coscia fracassata dalla mitraglia. A chi gli chiese se soffrisse mo lto e se avesse bisogno di qualche cosa, domandò a sua volta : "Chi l,a vinto ieri'!". "E in cosi dire - narra il Boggio - lutto ilfuoco dei suoi occhi semL\penti dal lungo patire e tutta l'ansietà di quella vita così minacciata parevano concentrarsi in quella sua domanda. L 'Italia ha vinto, risposi; ! 'Esercito Tedesco è in jì.,ga oltre il Mincio. Ora posso morire balbettò alzando gli occhi al cielo con un indefinibile senso di gratitudine" . Con queste azioni, con questo spirito, i Granatieri di Sardegna celebrarono - durante que lla campagna - il compimento dei due secoli della loro vita. Venne, quindi, il 1860. In quell'anno, le Bandiere dei Reggimenti Granatieri, alla presa di Perugia, guadagnarono entrambe una Medaglia d'Argento ed, a Mola di Gaeta, quella del I O Reggimento una Medaglia d'Oro e quella del 2° una Medaglia d 'Argento al V,lior Militare. Se, come aveva ammesso il Cavour, in altri momenti erano state necessarie " le teste calde", pcrchè altrimenti egli non avrebbe 1833 potuto propugnare al Congresso di Parigi la causa italiana, ora,

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alla vigilia della proclamazione del Regno d'Italia, era necessario dare prova di molto sangue freddo e di grande fermezza. I Granatieri di Sardegna dettero, anche in questa occasione, magnifica prova dell'uno e dell'altra. E ancor più ne dimostrarono nei quattro anni successivi durante le dure operazioni per la repressione del brigantaggio, nell'Italia Meridionale. Si trattò di una vera e propria campagna di guerra, nella quale fo impiegata metà dell'Esercito Italiano (circa 120.000 uomini), in estenuanti azioni di guerriglia e talvolta in veri e ,;,.,.,~ i;.,_,,_ 'l""'"'' propri combattimenti. Anche la campagna del 1866 - 3" guerra d'Indipendenza Nazionale - lasciò amarezza e rimpianto. La liberazione del Veneto si compì attraverso le sconfitte militari (di per sé non vergognose né rovinose, ma divenute tali per l'inettitudine dei comandi supremi), l'umiliazione nazionale della consegna da parte dello strnn.iero, la rinunzia al Trentino e tanto più alla Venezia Giulia. Per parte loro, i Granatieri non avrebbero potuto fare di più. Le quattro Medaglie d'Oro individuali mc1itate, di cui due ai Comandanti dei due Reggimenti, dicono il valore dimostrato in quella campagna, ma ancor più lo dicono le perdite che i Granatieri ebbero a Custoza: 15 ufficiali morti e 21 feriti (ivi compreso il Cappellano); fra i soldati, 80 morti e 304 feriti.

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REGIO VTGLIETTO 20 gennaio 1816 conferma al Reggim ento del grado, della qualità e della distinzione Co11 Regio Viglietto del 20 giug110 1816, S.M. il Re Vittorio Emanuele di sempre gloriosa ricordanza degnassi conferire al Reggimento La qualità. grado e distinsione di Granatieri; detto Sovrano rescritto è composto nei seguenti ter111i11i. "Cavaliere Via/ardi. IL Reggimento Guardie da voi comandato è s tato in ogni tempo dagli augusti nostri predecessori riguardato con occhio di particolare predilezione, s iccome quello d1e è il primo della nostra ar"Storia del 1° Reggimento Granatieri. 1835" mata. Esso ha costanternente giustifìcato le grazie Sovrane mostrandos i tanto in tempo redatta dal M.arcl,ese A nnibale Fa11 zone di di guerra come nelle epoche di pace.fedele Montaldo,gitì Capitano del Reggimento. ali 'onore delle Armi ed osservatore della militare Disciplina. Noi vogliamo dar oggi al prelodato Reggimento un nuovo contrassegno della soddis.fàzione che proviamo per i servizi a noi resi, tanto dagli Ujjìiali che dai Soldati che lo compongono e ci siamo perdò degnati di COi(ferir loro come p ur con il presente loro conferiamo, la qualità, grado e distinzione di Granatieri, essendo nostra mente che per quanto conceme le distinzioni esteriori, di cui avranno ad essere jj-egiaci gli individui, voi vi conform.ate a quanto vi sarà dal nostm A1inistro di Stato primo Segretario d i Guerra prescritto".

DICnl!I.Wl)lff:

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MANIFESTO

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1821. Manifesto di c!,iamata 111/e armi

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EVOLUZIONI ORDINATIVE ED AMMINISTRATIVE

ORIGINI E VITA DEL REGGIMENTO DELLE GUARDIE (Dal Congresso di Vienna:1814-1815 al a Vittorio Vcneto:4 novembre 1918) GIORNO /MESE

EVENTO

24 maggio

Il Re determina la fo,mazione del Reggimento delle Guardie.

25 luglio

Si forma il I O Battaglione del Reggimento

1°gennaio

Si fonna iJ 2° Battaglione

1°novembre

li Corpo prende il nome di Brigala delle Guardie con 2 Battaglioni in pace e 4 in guerra

30 novembre

Incorpora lo due compagnie Granatieri elci Reggimenti provinciali Casale, Mondovì, Vercelli, Susa e la 2" compag11ia Granatieri dei Reggimenti Torino, Pinerolo, Tvrea, Asti, Nizza, Acqui, Tortona, Novara

1816

20 gennaio

Prende nome di "Brigata elci Granatieri Guardie"

1830

18 dicembre

La Brigata si costituisce su 3 Battaglioni di Granatieri , cli cui uno cli deposito, e di un Battaglione di scelti

1831

25 ottobre

La B,igata Guardie viene fonnata dal Reggimento Granatieri Guardie, di 2 Battaglioni in pace; di 4 ed un deposito in guerra (ogni Battaglione di una compagnia scelta e 5 compagnie Granatieri) e ciel Reggimento Cacciatori Guardie di 2 Battaglioni ed un deposito (ogni Battagl ione di una compagnia Granatieri e 5 Cacciatori)

1832

9 giugno

La sede del Battaglione deposito del Rcggimentò Granatieri è fissata in Torino

1833

8 ottobre

La sede del Battaglione deposito ciel reggimento Granatieri è fissata a Torino

ANNO

1814

1815

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ANNO

GIORNO

EVENTO

/MESE

1834

21 gennaio

Il Battaglione di deposito del Rcggùnento Granatieri diventa 3° Oauaglionc attivo, e si fo1ma il 4° Oattaglione con funzioni di deposito. Sciolte le compagnie scelte, ogni Hattaglione rimane composto di 6 compagnie di Gnu1atieri

1839

4 maggio

Il Reggimento viene costituito di 5 Battaglioni: 4 allivi ed uno di deposito (ognuno di 4 compagnie)

23 marzo

La Brigata entra in campagna costituita di 2 Reggimenti, ognuno di 2 Battaglioni, dei quali il IO comprende le compagnie l" e 3" di Granatieri e 1• di Cacciatori, e il 2°, le compagnie 2•e 4° di Granatieri e 2·' di Cacciatori

14 ottobre

La l-3rigata viene costituita di 3 Reggimenti: IO Reggimento Granatieri: I0 e 3° Hattaglione Granatieri: 2° Reggimen!o Granatieri 2° e 4° Battaglione Granatieri; 3° Reggimento Cacciatori: 1° e 2° Hattaglione Cacciatori

25 ottob,·e

La Brigala Guardie viene formata dal Reggimento Granatieri Guardie, di 2 Battaglioni in pace; di 4 ed un deposito in guerra (ogni Battaglione di una compagnia scelta e 5 compagn ie Granatieri) e del Reggimento Cacciatori Guardie di 2 Battaglioni ed un deposito (ogni Hattaglione di una compagnia Granatieri e 5 Cacciatori)

10 febbraio

Si forma un Reggimento provvisorio di Granatieri Guardie con il I O e con il 2° Battaglione provvisorio Granatieri Guardie

11 marzo

Il Reggimento provvisorio prende nome cli 3° Reggimento Granatieri Guardie

1° giugno

È sciolto il 2° Battaglione di riserva d'ogni Reggimento, e viene quindi soppresso il 3°

I 0 agosto

É licenziato il l O Battaglione di riserva

12 ottobre

TReggimenti Granatieri della Brigata sono ordinati ognuno in uno Stato Maggiore e 2 Battaglioni (una compagnia scelta, 4 ordinarie) rimanendo un solo deposito (provvisoriamente) per i due Reggimenti Granatieri. Vengono sciolti i terzi Battaglioni d'ogni Reggimento ccl in ogni Reggimento Granatieri la dodicesima compagnia scelta è J'ormala con gli scelti delle prime 6 compagnie; la 2• compagnia scelta è formata con gli scelti delle altre 6 compagnie.

1848

1831

1849

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GIORNO /JVJESE

EVENTO

1850

20 aprile

La Brigala prende nome di "Brigata Granatieri", composta dal l 0 e dal 2° Reggimento Granatieri; conserva la precedenza sulle altre Brigate cli fanteria. Cessa di farne parte il Reggimento Cacciatori

1852

16 marzo

La B rigata prende il nome di "Brigata Granatieri di Sardegna", composta dal IO e dal 2° Reggi mento, ognuno su uno Stato Maggiore e su 4 Battaglioni (cli 4 compagnie). Incorpora il Reggimento Cacciatori

1855

31 marzo

Per la spedizione in Crimea, le compagnie I•, 2•, 9" e 13" di ogni Reggimento formano: quelle del 1° Reggimento, il I O Battaglione del 1° Reggimento provviso1io: compagnie l°, 23, 3" e 4°; quelle del 2° Reggimento, il 2° Battaglione del l O Reggimento provvisorio: compagnie l', 2", 3' e 4". Le compagnie che restano in Piemonte vengono raggmppate in 3 Battaglioni

1856

18 g iugno

I Battaglioni costituiti per la guerra vengono sciolti cd i Corpi riprendono l'organico precedente

9 marzo

Sono costituiti i depositi in Alessandria, ciascuno organicamente costituito da uno Stato Maggiore e da 2 compagnie divenute successivamente 3.1 due Reggimenti sono d i guarnigione in Alessandria. Inoltre il 2° Reggimento ha un Battaglione con sede in Casale, una compagnia a Gavi ed un' altra a Bobbio

25 giugno

Viene ordinata la 4" compagn ia per ciascun deposito

ANNO

1859

1860

agosto

È sciolto il 2° Battaglione d i riserva d'ogni Reggi mento, e viene qui ndi soppresso il 3°

ottobre

É licenziato i I IO Battaglione cli riserva

5 no, 1 embre

Si ricostituiscono i due battaglioni ceduti e ciascun Reggimento trac gl i uomini dai due Battaglioni in vita. Così c iascuno è costituito su quattro Battaglioni cli quattro compagnie ed un deposito cli 4 compagnie

febb raio

Ogni deposito è ordinato su uno Stato Maggiore e su 2 compagnie

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GIORNO /MESI<:

EVENTO

febbraio

A seguito della ristn1tturnzione dell'Esercito viene ordinata una nuova Arigata Granatieri che prende il nome di Brigata Granatieri di Napoli. 1 Battaglioni di ciascun Reggimento sono ridotti da 4 a 3, ma le compagnie sono aumentale da 4 a 6. I depositi aLm1entano da 2 a 3 le compagnie. I quarti Battaglioni dei Granatieri di Sardegna, passano alla Brigata Granatieri di Napoli e diventano 1° e 2° del 5° Reggimento, mentre i quarti Battaglioni della Brigata Granatieri di Lombardia diventano l O e 2° del 6° Reggimento. Tutti i Battaglioni sono su 4 compagnie

26 novembre

Vengono costituite le 5 compagnie e prendono il nome di 13' nei primi Battaglioni, 14• nei secondi el5" nei terzi

febbraio

Vengono ordinate le 6 compagnie e prendono iI nome di 16", 17' e 18•

1°agosto

A seguito di un 'ulteriore rist:mtturazione dell'Esercito vengono costituite sci nuove Brigate fra le quali una di Granatieri, la "Brigata Granatieri di Toscana", formata con le 17° e 18° compagnie dei Reggimenti Granatieri in vita. Per completare l'organico, viene scelta la Truppa di più elevata statura degli altri Reggimenti di Fanteria.

1° luglio

Per economia vengono sciolti i depositi della Brigata Granatieri di Sardegna

fine aprile

Per mobilitazione vengono ricostituiti i predetti depositi.

31 maggio

Vengono ordinati i 5 Battaglioni nei Reggimenti a numerazione pari ad eccezione di tre Reggimenti tra cui il 4° e 1'8° Granatieri

10 giugno

Vengono ordinati 16 nuovi Reggimenti mediante il raggn1ppamento dei quinti Battaglioni

17 giugno

Viene ordinato un nuovo reggimento Granatieri che prende il nome di "9° Reggimento Granatieri"

23 luglio

A seguilo della costituzione cli nuovi Reggimenti è ordinato il " 10° Reggimento Granatieri" coi quinti Battaglioni dei Reggimenti 1°, 3° e 4°

31 dicembre

È sciolto il l 0° Reggimento Granatieri

2 aprile

Ai Granatieri di Sardegna, per unifonn ità, sono tolti gli alamari e conservano solo la Granata sul berretto. Gli Ufficiali si cuciono gli alamari sul rovescio dell'abito

1° novembre

Viene sciolta la Brigata cd i due Reggimenti prendono il nome di JO e 2° Reggimento "Granatieri di Sardegna"

1871

29 giugno

Con le insegne scarlatte, vengono restituiti gli alamari d'argento

1881

1°gennaio

Viene nuovamente costituita la Brigata "Granatieri di Sardegna"

ANNO

1861

1862

1865

1866

1871

107


PRINCIPALI FATTI D' ARME

GUElU{A

CONTRO L'AUSTRIA

CONTRO LA RUSSIA

CAMPAGNE

FATTI D'ARMA PRINCIPALI

1848

30 aprile combattimento di Pastrengo 6 maggio combattimento di Santa Lucia 30 maggio battaglia di Goito 13 - 23 luglio blocco di Mantova 24 luglio combattimento di Sommacampagna 25 luglio battaglia d i Custoza 4 agosto battaglia di Milano

1849

21 marzo combattimento di Mortara 23 marzo battaglia di Novara

1848-1849

1855-1856

3 giugno combattimento di Alsù 17 giugno combattimento di Ciorgun 16 agosto battaglia della Cernaia 10 ottobre occupazione d i Monte Zig Zag

1859

24-25 giugno battaglia di Solferino, combattimento cli Madonna del la Scoperta

1860

11 settembre occupazione di Città cli Castello 14 settembre presa di Perugia 16 settembre entrata in Foligno 17 settembre attacco di Spoleto 29 settembre Assedio di Ancona 4 novembre Battaglia di Mola cli Gaeta

LOTTA.AL HlUGANTAGGIO

1860-1861

Gli otto Reggimenti Granatieri parte,ciparono a tutta la campagna del 1860 nel territorio di competenza della Zona M ilitare di Gaeta. Nel 1861 furono presenti solamente i Granatieri di Sardegna e quelli di Lombardia. ln particolare i Granatieri affrontarono scontri sanguinosi nei pressi di Sora, Fondi, Sperlonga e Gaeta.

CONTRO L'AUSTRIA

1866

24 giugno battaglia di Custoza

CONTRO L' AB1SSJNJA

1895-1896

o GUEJUl..<.\.Dl CRIMEA

CONTRO L'AUSTRIA

CONTRO PONTIFICI E BORBONICI

1896

l08

1° marzo battaglia d i Adua


CONTRO LA T URCHIA

19U -1915

1911

26 ott.obre Tripoli 26 novembre combattimento di Henni 3-4 dicembre battaglia di Ain-Zara 19 dicembre combattimento di Bir-Tobras

1912

18 gennaio combattimento di Gargarech 25-26 giugno combattimento di Sidi-Said 15 luglio combattimento cli Sidi-AlĂŹ

1913

I marzo combattimento di Bu-Agilah

1915

12-26 maggio difesa e sgombero di Misurata 29 maggio combattimento di Fondugh Gemel

109


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I MOTI RIVOLUZIONARI DEL 1821 Il Guenini, la cui fedeltà alla famiglia reale dei Savoia è indiscutibile, non ~i avventura nel racconto dei fatti avvenuti durante l'epoca dei moti carbonari del 1821. Un racconto dettagliato è 1iportato nelle pagine della "Storia del l O Reggimento Granatieri. 1835", redatta, dal Marchese Annibale Panzone di Montaldo, già Capitano del Reggimento, che descrive con minuzia di particolari gli avvenimenti. Anche il Cataldi si limita ad una descrizione cronologica dei fatti, evidenziando la fedeltà dei Granatieri al Giuramento ed alla Corona. "E tale era la situazione allorché nel i 82 I si ebbero in Piemonte i moti popolari, a seguito dei quali il I 3 maggio Vittorio Emanuele !.fù costretto ad abdicare. Assunse La reggenza Carlo Alberto principe di Carignano, ma subito dopo, il 18, Ji~ nominato re Carlo Felice".

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AGOSTO

1820

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E'stato scritto che il Reggimento, fedele al dovere, si astenne dal partecipare al moto militare tendente ad ottenere la costituzione. Vero è che esso fu comandato a· reprimere quei moti, e se pure fu costretto a farlo, operò con uno spiiito che in più episodi manifestò quanto quel dovere pesasse. La sera del 12 gennaio 1821 proprio una compagnia di picchetto annato fonnato da Granatieri Guardie dovette schierarsi contro gli studenti

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barricati nell'Università; e l' 11 marzo dovettero essere ancora i Granatieri, unitamente ai dragoni di Piemonte Reale, a sciogliere un assembramento di studenti e soldati che in San Salvano inneggiavano alla costituzione. Lo stesso giorno le tre compagnie Granatieri Guardie avrebbero dovuto presidiare il palazzo reale ed il castello, ma sta di fatto che allorché altri reparti proclamarono la costituzione e ne diedero annuncio alla folla sparando tre colpi di cannone, i Granatieri non si opposero ed in parte finirono anche con l'essere fatti prigionieri, anche se poi oltre cento di essi riuscirono a fuggire e rientrare nei ranghi. Il 18 marzo Carlo Felice ordinò che tutti i soldati rimasti a lui fedeli raggiungessero Novara, e quivi il 23 marzo il reggente Carlo Alberto dovette deporre il potere nelle mani del generale V Sallier de La Tour. Dopo un breve scontro dei "regi" con i "costituzionali", del quale approfittarono gli austriaci per presidiare Alessandria ed erigersi a tutori del Re in gran parte del Piemonte, la Brigata tornò a Torino, partecipò alla "rassegna di parata", e quindi fu mandata a presidiare Genova.

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"L'ordine del giorno (12 aprile) da pubblicarsi ad ogni Corpo per parte del Sig. Conte Della Torre , per man!fèstare La sua soddi.~fàzione e contentezza. Nello stesso giorno venne dato l 'ordine a tutta la truppa di passare La rassegna di parata fùori la porta nuova da SE. il Generale in Capo per l'indomani I 3 alle ore 11 antimeridiane. IL I 3 aprile ebbe Luogo secondo l'ordine, il Generale subito dopo fàcendo elogi del Reggimento mi manifestò il suo progetto di mandare il Reggimento sul momento a Genova dietro le premure e le istanze dell'Ammiraglio Conte Des Geneis Comandante interinale del Ducato, onde ristabilire il buon ordine e ristabilire la pubblica tranquillità. li 15 il Reggimento è partito per Genova ove giunse colà il 23. " ( Marchese Annibale Fanzone di Monta/do). TL 1Oagosto Re Carlo Felice indirizzò al colonnello Vi.a/ardi una lettera nella quale espresse un sentito compiacimento per essersi mostrata la Brigata Granatieri Guardie "degna di conservare l'onorato luogo" che essa aveva sempre avuto ed avrebbe saputo mantenere "gelosissimo" in .fitturo"(Cataldi).

IL PERIODO DEL REGNO DI CARLO FELICE E DELLE RIFORlVIE DI CARLO ALBERTO (1821 - 1828) "Il 18 ottobre 1827 assunse il comando del Reggimento il colonnello conte Luigi Frangia di Genola, Comandante in 2" il Colonnello Conte Giuseppe Lanzavecchia d i Buri; comando che passò quindi, il 9 dicembre 1830, al colonnello conte Bonifacio Michele Negri cli Saint Front. Proprio in quell' anno, il 28 luglio 1830, Re Carlo Felice nominò Ispettore Generale della fanteria e della cavalleria il marchese Filippo Paolucci, già ufficiale ciel Reggimento delle Guardie, vissuto in Russia dove era stato consigliere dello zar, il quale, tornato in Piemonte, si era guadagnato la massima fiduc ia ciel sovrano. E fu, infatti, su proposta ciel Paolucci che Carlo Felice, con disposizioni del 18 dicembre, stabilì che a partire dal l O gennaio 183 1 le Brigate di fanteria di linea dovessero essere ordinate su un Battaglione di Granatieri di quattro compagnie, un battaglione di cacciatori pure di quattro compagnie e tre Battaglioni di fucilieri (di cui uno "di deposito") su sei compagnie ciascuno. Ad eccezione però della Brigata Granatieri Guardie, che avrebbe dovuto avere tre Battaglioni di Granatieri di sei compagnie ciascuno (uno

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dei quali di deposito) ed un Battaglione di "scelti" su quattro compagnie". La Brigata Granatieri Guardie venne ad avere in tal modo a ruolo tremilaquattrocentocinquanta uomini, dei quali però solo millesettecento alle armi. A meno di quattro mesi dalla attuazione della riforma, il 24 apri le I 831, Carlo Felice morì; e salì al trono Carlo Alberto, al quale il 27 aprile, alle ore 17, sulla piazza d'anni di Torino le truppe prestarono giuramento. Come i predecessori anche Carlo Alberto provvide immediatamente al riordinamento dell'esercito, tanto più che le modifiche appottate qualche mese prima da Carlo Felice avevano creato malcontento e resistenze. D'altronde Carlo Alberto aveva firmato, appena salito sul trono, una convenzione m ilitare con la Francia cbe Lo obbligava sul piano internazionale; inoltre era a conoscenza che all'interno del Paese esistevano fermenti sempre più accesi. Disporre quindi di un esercito fedele ed efficiente era fondamentale per la sicurezza del trono. Il nuovo ordinamento fu decretato il 28 ottobre 183 1. ln virtù d'esso ogni brigata venne sdoppiata in due reggimenti di linea, numerati "primo" e "secondo"; ogni reggimento fu ordinato su due battaglioni, tre in tempo di guerra; ed ogni battaglione fu composto da sei compagn ie, una di granatieri, una di cacciatori e quattro di fucilieri. Unica eccezione la prima brigata, la "Brigata Guardie" - come fu denominata - la quale non fu sdoppiata in due reggimenti Carlo Alberto uguali, bensì formata dal ricostituito Reggimento Granatieri Guardie, che assunse il nome cli "Reggimento Granatieri" e dal vecchio Reggimento di Sardegna, divenuto successivamente Cacciatori-Guardie, che assunse il nome di "Reggimento Cacciatori". Il Reggimento Granatieri ebbe in tempo di pace due battaglioni con un organico di cinquecentoventidue uomini ciascuno, mentre in caso cli guemi sarebbe dovuto diventare su quattro battaglioni di settecentoventi uomini ciascuno. Con successivo "regio viglietto" del 9 giugno 1832 fu istituito un terzo battagl ione "di deposito" - stanziato a Torino (in quel momento il reggimento era di presidio a Genova) che avrebbe dovuto fornire duecentosessantacinque uomini occon-enti in tempo di guerra. L'organico effettivo di ciascuno dei due battaglioni attivi venne portato a quattrocentoquattordici uomjni ed a millequarantaquattro in tempo di guerra. Un ulteriore mutamento si ebbe poi il 21 gennaio 1834: il battaglione di deposito diventò terzo battaglione attivo e fu formato un quarto battaglione di deposito, della forza dì un centinaio cli uomini; inoltre l'organico dei tre battaglioni fu pmiato, ciascuno, a trecentonovantasei uomini in tempo di pace e milleventi in tempo di guerra. 114


Furono apportate alcune modifiche anche nelle uniformi dei granatieri. Già nel ] 83 1 gli alamari, fino allora portati sul petto, uno in corrispondenza di ogni bottone (per tale ragione venivano all ora chiamati " asole"), vennero apposti invece sul colletto e sulle manopole della divisa. Quanto al copricapo, fu lasciato come berretto ordinario lo "schakot" in uso presso tutta la fanteria - che tuttavia era fregiato di ricamo d 'argento sul la visiera per g li uffici ali e di uno speciale gallone per i gregari del reggimento dei granatieri -; ma allo scopo di "procacc iare maggior lustro al Reggimento", ai granatieri dei primi tre battaglioni di esso fo concesso di usare nelle parate d 'onore e nei servizi d 'onore il berrettone nero in pelle d ' orso con granata davanti , cordone rosso ed imperiale in tela cerata con croce bianca su disco rosso chiamato, appunto, "benettone da granatiere". 'làle copricapo fu poi soppresso nel 1842 . Carlo Alberto, inoltre, nel 1833 istituì le decorazioni. Jn occasione di un campo d'arme svolto nell 'agosto 1834 da un Corpo d'Armata del qua le fece parte anche la Brigata Guardie, fu inaugurata una "marcia d'ordinan7-a speciale" per la Brigata. Il 18 settembre 1838 il re consegnò solennemente al Reggimento Granatieri le nuove bandiere, su lle quali furono cucili, con trapunra la data" 18 15", i brandelli delle vecchie g loriose bandiere a suo tempo consegnate da Vittorio E manuele T; la regina Maria Teresa, inoltre, "volle dare una pubblica testimonianza del suo affetto, decorando le nuove bandiere di un dis tintivo 1ica111ato con le proprie numi, che fu posto sulle fasce delle bandiere

a "contrassegno di non dubbio sovranofavore" "Nel 1836, sempre nel contesto della ristrutturazione e dell'ammodernamento dell'esercito che si stava effettuando, un capitano de l Reggimento Granatieri comandante dell' 11" compagnia, Alessandro Ferrero La Marn1ora, ideò una nuova specialità de ll a fan teria leggera, q uella dei "bersaglieri". L' idea d i tranc personale dai reggimenti "tout ce qu 'il y a de

plus ingambe. de plus j eune et de plus leste" ed addestrarlo a "saute,~ couril-; et surtout tirer", era giù stata espressa dal maresciallo di Sassonia; ed il nome di "bersaglieri " era già comparso nel I' ordinamento del 1814 cli Vittorio Emanuele l a proposito di soldati scelti tra i cacciatori. Fin dal 183 I Alessandro La Marmora aveva proposto la fonnazione di alcune compagnie di veri bersaglieri (Tireurs)

La Marmom prl!se11ta il bersag liere a Carlo A lberto Quinto CENNI. 19 luglio 1887 I GRANATIERI N umero unico il/11strr,fo.

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per i servizi "specialmente nelle montagne"; e nel 1835 aveva avanzato nuovamente "la proposizione per la formazione di una compagnia di bersaglieri e modello di uno schioppo per uso loro", presentando al re anche l'uniforme appositamente ideata, indossata dal sergente granatiere Giuseppe Vayra. Con decreto 18 giugno 1836 venne istituita, con decorrenza 1° luglio, la prima compagnia cli bersaglieri, di centocinque uomini, dei quali tredici tratti dal Reggimento Granatieri. Uno di questi, il furiere Guastoni della 7a compagnia, fu nominato furiere maggiore ciel nuovo repa1to. Subito dopo fu costituita una seconda compagnia ed il nuovo Corpo - posto al comando del La Marmora promosso maggiore il 29 dicembre 1835 - fu dislocato a Tori no nella caserma Leppi. Una terza compagnia fu istituita nel 1839 e una quarta nel 1842. Nella storia dei granatieri si "insedia di diritto" il vanto dell'origine del corpo dei bersaglieri. Tale circostanza non deve ritenersi puramente casual.e, giacché fu proprio l'esperienza acquisita dal La Marmora, quale Ufficiale dei granatieri, a fargli sentire l'esigenza di cercare una risposta tattica alla sperimentata impostazione bellica napoleonica ed a suggerirgli una nuova specialità della fanteria. La rapidità fulminea degli spostamenti tattici e strategici di Napoleone, infatti, aveva sconvolto i canoni settecenteschi dello schieramento geometrico e fitto delle fanterie o della lunga linea inglese; e se pure la guerra si combatteva ancora con la fanteria e soltanto "il piede del fante" sanciva la conquista del terreno, "il/ante non jì1fatto da nessuno - ebbe a scrivere un poeta - lo dice la parola, è lui che/a", il sistema rivoluzionario di Napoleone aveva dimostrato che onnai occorreva una grande mobilità di reparti per ogni tipo di terreno, in particolare montano, e con la massima rapidità. 1 reparti che procedevano compatti sul campo di battaglia in uno scontro frontale, tra questi appunto quelli degli alti ed imponenti granatieri, costituivano l'elemento INNO AL RE d'urto e di scudo per le fanterie che li seguivano non erano più sufficienti: occorreva avere a disposizione anche un Corpo abile "nel manovrar legV i\'n il so\'io, l'iu,·ilto SO\'nUto gero e nel tirar preciso". Cbe dei po1>0li il voto compio! Ful0i,lissi1110 ima30 di Dio Nel generale rinnovamento delle fanterie postnat lo mente d' un pronido Ile. poleoniche i bersaglieri furono quindi la risposta Il pii, soldo ,;o,tcuun dui troni italiana ad una esigenza militare precisa, tanto che È riposto ,lçi popoli in co,.,; Piì, possente dcll'nrmi è 1"01110,sc per l'intero arco del diciannovesiìno secolo uffiVerti cloriti ,lifo~o ,lui Ile. ciali di stato maggiore di vari eserciti europei ven\ '.ha..-AL1,um10 che ~"oUa:o,.:imtowo nero in Italia a studiare, per imitarlo, il nuovo Su Liourio, ~ull'Alpi Jisli,udo ! Corpo militare. Yor,tl• ltaliu in omplcsso f111ter110 I 8uoi popoli unili col Ile. Alessandro La Marmara, che era anche un abile meccanico (si era perfino costruito da sé un reggiYivn ALBf.llTO ! che prolo d'Cl'ùi Ln (lrrunl'opru ,lei po,lri compio 1 mandibola di ferro dopo aver riportato in combatl ,11 più spl endido inrnuo di Dio t lo menlc d'un 1iro\'vido lle. timento una lesione alla mascella), curò particolarmente l'armamento e l'equipaggiamento I ', !:IUOI~ . del nuovo "Corpo scelto", come del resto era già abituato a fare con i suoi granatieri. Ulteriori modifiche ali ' ordinamento delle fanterie I)

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piemontesi fu rono apportate nel 1839, anche se alla spesa di trenta mi lioni l'anno non corrisposero 1usingh ieri risultati . Furono eliminati gli uffic iali prov inc iali (di complemento), formando l'esercito di ufficiali di caJTiera e di riservisti contadini. I reggimenti di Linea fu rono ordinati su quattro anziché tre battaglioni; i battaglioni su quattro anziché su sei compagnie cd i primi due con una compagnia di granatieri ciascuno; ed anziché numerare "primo" e "secondo" i due reggimenti di ogni brigata, tutti i reggimenti delle nove b1igate di linea assunsero il numero progressivo da "primo" a "diciottesimo". Cou l'au.urr-J Vl(',,:,nb ,111 11et10. A l Reggimento Granatieri fu assegnato un orgaCon 11ntic1 p;,lp1h III r11ore , nico speciale : i battaglioni diventarono quattro, C'.omn fil(li d'un pidrt• dilrllo, più il quinto di deposito; ogni battaglione ebbe C, 111.,Lu1·11To, vculomo 1tl luo pio; I·: gridio mo ,•sulln111i ,l'amore: quattro compagnie; ed al colonnello comandante \li\'a il Il~! \'hn il Ile! \'ha 11 Ilo! fu affiancato un comandante in 2•. Figli lulli J· llnlia noi ,t,1mo, La presenza cli questo secondo colonnello fu resa Forti e liberi il hrucdu o la 111cn1c: Più che 11101111 i 1inm111 11hhorri111110 , necessaria (a patte la sua normale fo nzione integraAhborriom più clic 111urle il ~n·ir; trice e vicaria) dal fatto che il Reggimento CacciaMa del Il,· 1•11f• ,·i n•izizc dem1•111e ',oi <iam figh c. i;.uJ~11110 ul,ti,;,111 • tori abbinato al Reggimento Granatie1i nella costituzione della Brigata Guardie, fom1ato di tre A compire il 1110 , 11.,10 ,hscgno A11c11<lc.,s1i i I 111~..,l!~io ,li Dio: battaglioni più un quarto di deposito, manteneva Oi oomplrlo, o Hr grn111tc, sci dt·fiM: due di questi battaglion i di stanza in Sardegna, per Tu r' innolri nll'nulira , irtu. C,ll\1 Bf.nTO ,i <lr1115e COll l'io; cui, quando i due reggimenti si riunivano in b1igata, Il gran l'allo fu ..:riHo l:1.ssù. dovevano assumere una diversa form azione, ossia So 11 ~Od i 111 mt,hin s1rn11lcrri, ognw10 era formato da due battaglioni di granatieri Monia in sella e :,<>lle,a il tuo IJn,11110: e da uno di cacciatoti: e del secondo prendeva il coCon murr.i l"OCC.'3rda e b.lJ1dirr.1 Sorgrl't'm lulli qun111i 1'(111 Te: mando appunto il colonnello in 2a del Reggimento folCl't'lllO nlln PU811A g,-idAmlo: Granatieri. In data 24 ottobre 1840 il Reggimento \'h·o il llr! \'lv" il 111•! ,·hn Il llr ! '. I Granatie1i ebbe sosti tuito il p01tam iccia usato come e 111 n 1n1111 fregio della bandoUera dalla "piastra in metallo g iallo con effigiata in rilievo l 'aquila reale in mezzo a quattro bandiere col molto GranatieriGuardie" , così descritta dal decreto ministeriale. Nel 1842, soppresso come si è detto il "berrettone da granatiere", vennero però conservati gli alamati. Nel settembre 1843 in sostituzione delle vecchie sciabole i granatieri vennero armati di daghe; e furono adottati in tutta la fanteria i cinturi ni in luogo delle bandoliere, per i granatieri d i colo re bianco anziché nero. Re Carlo Albe1io ebbe sempre una grande predilezione p er il Reggimento Granatieri e per i suoi ufficia li, scelti del resto sempre con grande cura. Poco dopo essere sal ito al trono nominò comandante del Reggimento Granatieri dell a Brigata Guardie il 18 agosto 183 1 il colonne ll o Valentino Pallav ic ini cli Priola. A questi seguirono : il 24 ottobre 1833 il colonnello Giuseppe Nicod de Maugny, il 26 novembre 1839 il colonnello Giuseppe Biscaretti di Ruffia, il 29 febbraio 1848 il colonnello Alessandro Lovera Di Maria, già all a vigilia de lla guen-a. Al comando della Brigata Guard ie chiamò, il IO gennaio 1832, il generale Boni fa cio Michele Neg ri di Saint Front che già era stato comandante de l Reggimento Granatieri ; cui successe il 6 dicembre 1837 il generale marchese Federico Millet d' Arvillaire.

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Nel 1848 scoppiò la prima guerra d'indipendenza. Già alla fine del 1847 avevano cominciato ad affluire volontari, e nel gennaio del 1848 si iniziò il richiamo alle armi di alcune classi, quelle dal 1822 al 1825, per essere sottoposte ad un 'addestramento che doveva essere come scritto su di una circolare del 3 maggio "spinto ed eseguito con tutta la solerzia ed attività possibile". Vennero create unità di riserva per essere pronte a reintegrare gli organici dei reggimenti di linea, e questi furono posti sul piede cli guerra. Al contando della Brigata Guardie fu designato il I O marzo 1848 il generale conte Giuseppe Biscaretti di Ruffia che già aveva comandato anni prima il Reggimento Granatieri; al comando di questo, diventato il Lovera Di 1"4$ , l'.:ol,,.m, llo Comon~anl, M 1\01. enmaticri. Maria generale e trasferito al comando cli altra brigata, venne posto il 13 agosto 1848 il colonnello Giulio Cesare Dapassano. Proprio allora, con regio decreto del 25 agosto 1848, furono modificate le uniformi dell'esercito. Alla Brigata Guardie rimase, unico distintivo nei confronti della restante fanteria, I'"alamaro alla goletta della tunica" . Le tuniche dei granatieri, già scarlatte, divennero cli "colore chermisino" come per tutta la fanteria (il colore scarlatto, però, sarebbe stato nuovamente adottato il 15 maggio 1849); furono aboliti gli "schakot", dopo che lo erano stati i "berrettoni pellicciati" e fu adottato il "queppic (keppy)" cli cuoio, ricoperto di panno "che1111isino", con copertura di tela incerata nera forgiata in modo da spiegarsi ~oprendo la nuca; la sciarpa, già portata alla cintola, ven.ne sistemata "ad armacollo". ln esecuzione delle disposizioni in caso di guerra di cui ali' ordinamento del I 839, il 22 marzo 1848 la Brigata Guardie fu ordinata su due reggimenti Granatieri con l'aggiunta ciascuno di un battaglione ciel Reggimento Cacciatori. Ma anche in considerazione delle rimostranze avanzate dal Reggimento Cacciatori nel vedersi in tal modo ulteriormente smembrato, con decreto del 14 ottobre 1848, la Brigata Guardie venne ordinata su tre reggimenti, ossia due Reggimenti Granatieri ed un Reggimento Cacciatori, "indipendentifra di loro, comandato ciascuno dai rispettivi colonnelli". Allora venne disposto (art. 3 del decreto citato) che al comando dei due Reggimenti Granatieri così costituiti stessero, rispettivamente, il colonnello già comandante ed il colonnello in 2• del reggimento originario: il che sta a confe rmare l'opinione del Guerrini, che si trattasse di una ''partizione piuttosto tattica che organica. E poiché in quel momento colonnello comandante del Reggimento era il colonnello Giulio Cesare Dapassano ed in 2" il colonnello Luigi Scozia di Calliano, furono questi due ufficiali ad assumere il comando dei due reggimenti.

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LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA 1848-1849

t p,a-llf'ri dr& Bri.PIL& Gu.rdk ~b b.atta,&Ua di C~t.. U _, magio IMS. Il ....nt Uhutra O ao•-•• I• -1 U pttadp,r """41tario \ 'ti.torio ......,..... (a n1,allo) b.adai li ,rrtdof e A •ce (;-,,dir .,-r 1•0110ff di ('Ma Snob•· l ,:rautltrl attaffano «Il aMtriKI albi blltoa•tta f al quno ...no U mrlloao I• fup. D11ranle Il #'1h'.• ttul~o l~f•mto, va ~ppo di l(NMl«°rl al ~11Und11 dtl trnl'"nle RJlf'C'llrdl di Stiro 111f lf'01'a l~bto t 4"1rt'01Mt.ato dalb fnlt:rtil rroa1.11, "11'1.otlm.allJorir d i 11,rnndtnil, I 110ldAt1 11$pondQ1u1 C'OA li.Ili rarlOIIC'I u......110 r nt.CJtia.11~""._. IJ ~ dtlLII klr•ts. po~ndo H tutti I f trlU.

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PASTR ENGO 30 aprile 1848 "Jl 26 marzof 848 il 1° Reggimento di Grana/ieri, destinato a far parte della Divisione di Riserva. s,/ilava in parata nella piazza Castello di Torino davanti al Re Carlo !I !berlo e.fa i plausi della Guardia nazionale schierata e del popolo aj: follato. Il Reggimento si avviava così ai campi delle prime battaglie per La indipendenza italiana, sogno e fède di pensatori e di martiri, di Re e di Popolo...... Carlo Alberto era a San Martino; come le bmulierefill'o110 mutate (ndr. Ve1111e consegnato il tricolore ai reggimenti), si mise a capo delle truppe aventi in testa le nostre Guardie, e varcò con esse, lo stesso giorno 29, il Ticino. e con esse entrò i11 Pavia festosa di bandiere nelle vie e di gaudioso entusiasmo nei cuori." Con queste parole il Guerrini inizia il racconto degli avvenimenti che videro i Granatieri protagonisti della prima fase della prima guerra per l' indipendenza naziona le. "Così l 'esercito piemontese s i è posto tra Mantova e Peschiera: efficacemente cingere questa seconda fortezza, deve ora staccarla da Verona: così nasce il combattimento 11 9


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Aprile 1848

BULLETTI o b' ltalia Noo :ippooa preso Goìto, passalo il Mincio sui re~ti del ponte che il nemico avca fauo saltare, e respinti gli austl'iaci Jalla spon<la sinistra del fiume, i Zappatori del Genio i·istahilirono il ponte, e si potè dar passo all'artiglieria, che immao;inenti stabilì una testa di poutc. l prigionieri fatti somuiano a minor nurue,Q di quello anonnciato ie1·i, css~mlosi il 11e01ico dato a foga , nè ess.:udosi potuto farlo insc-guir·e dalla c,l\'allerìa prin,a del ris1abilin1euto del ponto. 1 due \lffi.ciali rimasti morti su l campo dell'onore sono il cav. , •Vright del battaglione R. Navi ed·

Quel branco di sciagurati che s'introdusse r,1,lla Savoia il 2 elci corrente mese dalla frontiei-a di Ycuuc , il primo allo che foce al suo a1·rh•o in quella ciuà · fu cruelfo ili farsi tosto rapprese,u-0.ro li fou<li di cassa ritenuti da quei coutallili locali, e di carpire da quel haocbiere clei sali l:i so1ùnla di lire 1388, dall'iusiuuatorc quella di lire 186 02 , ,1311' esanore ciuella, di JI. , 680, lascia ndogli non senza difiicoltit l'altra sorullla dì lire t ooo pi,opl'ia di quel comuoe , e ehc quegli amministratori comunali rapp1"ès~otarono essere indispensabile ad urgenti bisogni. Quei coutal)i!i sovraffatti dnlln forza l.lill:...-CJ1Ì - n_c=- Calli di M«uti.:a dd tattaglionc Dcrsafec~.J.'O le loro proteste oueuucro quitauza delle glieri, I feriti sono 3, il colonnello cav. AJes- somme che vet11Jel'O loro iu sostanza così risaudro Dellamarmora ad una guancia, il cav. spet1iva111cnte depredttte; e questo modo di A.lii llfocaraui comandante il ba ttaglione R. .Na"i proct-<lcrc pci- pal'té di quegli aggressori dimostra ed il cav. di Bellegarclc dello stesso lmt:1glio1w, i scotimenti da cui erano guidati parlando di Fra i bassi t1illziàli e soldati il danno fu pro- 1·epubblica Cbt'. susciti> nella fedele e gcuct'Osa popol:iziooe ,lella Stt\'Oia una così giusta aniponiooat,nnentc minore. u1aJvcrsione . 11 9 nlfa patteuzn del corricr~ si combatteva ,_..._......,_. ·----a Borghetto e Mooutlnl)ano per fon:à reaoco dn "ieri a notte a,·:mzata comiuciù a spal'gcl'si quell; parte il passo del Mincio. li coml1nuìvoce cl,e poi si .iccrebbe questa mattina, , clic me11to non era anr.or finito. nno stuolo Ji perturbatoti provcnie1ne dal confine francese si fosse port.~to r,elle ,·alli di Lu· se1·nt1 con mÌl'c ostili alle nostre popolazioni. Il quartier genc,ra le del re CARLO ALnER 'J'O Fonuuataineotc queste notizie oon sì \'cstaDZÌa nttualmeutc a Castiglione ddlu Sti"icn!. l'itìcate. l\fa quaudo il pericolo tenm10 foss~ pct· Una grossa comp3gnia di volont..1rii , ,n·cmì avverarsi , uou dubitereouno che quelle cùrn3· seco due cannoni di grosso èu!iln-o, de\'c cu- Si1>se popoln2iòoi cbe intco,10110 così hcuc gli trare nel Tirolo per la via di Val Trompì:t per intel'cssi dèl p>èse etl i benefizii della liht rlà a.gire di concerto coi corJli fruncbi di Descu- vera di che godiamo, daranno prova di quella z,mo e T,ooato che entrano parimeoti u,I Tirolo bravura e ,li quell'atlaccn1Denlo alla cansa della uostra nazionalità per cui gii,, iu circostauzt dalla. parte \li Riva Ji Trento. Queste 1)1osse pc,· loro meno felici 11cquistarono isto1·ic11 l'Ì· hanno per iscopll Ji tenere in sogge:rJouc le uol)lnozn. li Covèrno nou mancherebl:ic dal gunrnigioui atlstriacbc di e-0lit, fomcutarc ]' in. cauto suo, occotTéudo il caso, di fari! i pro,·s11rrczìouc, ed iotrrcettan: il passo ai nemici. vedi,;nemi convcuieuli per le di.fese.

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sono

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del 30 aprile a Pastrengo, il primo del 1848 in cui le nostre Guardie possano appagare l 'ardente desiderio loro di combattere . Nel piano per/ 'atlacco di Pastrengo è stabilito che i Nostri vadano con tre colonne, moventi da Santa Giustina, da Sandrà e da Colà, a tentare le forti posizioni del nemico: le Guardie devono rimanere a Santa Giustina per rincalzo della colonna di destra e per protezione dell'ala esposta a probabili offese venienti da Verona. Sono, in tutto, 13500 Italiani che vanno ad assalire 7000 Austriaci. .. ... La vittoria fii piena, ma non se ne raccolgono tutti ifi-utti, poiché si lascia che il nemico indisturbato si ritiri. Però da Santa Giustina sì !.ferra, un manipolo delle Guardie condotto 4al tenente Riccardi «animoso guerriero», il quale ha "l 'ardire dì penetrare "fìno dentro nell 'abitato di Bussolengo a turbarvi la ritirata nemica. Una bella medag lia d'argento è premio all'animoso". (Gueuini)

COMBATTIMENTO DI SANTA LUCIA 6 MAGGIO 1848 II 6 Maggio 1848, viene comandata una ricognizione contro le posizioni nemiche ad occidente di Verona (Croce Bianca, San Martino, Santa Lucia). L'azione ha inizio alle ore 7 ad opera della Brigata Aosta(5° e 6° Rgt. Fanteria), che ben presto è sottoposta a violento fuoco nemico. Ai fanti che continuano ad avanzare comunque, viene inviata di rincalzo la Brigata Granatieri Guardie al comando del giovane Duca di Savoia (il futuro Vittorio Emanuele II), che si affianca sulla sinistra della Brigata Aosta. Il Battaglione Cacciatori della B1igata Granatieri Guardie, comandato dal Magg. Cappai, attacca impetuosamente il cascinale della Pellegrina e lo conquista d'assalto facendo prigionieri i difensori. Fra le numerose perdite ricordiamo quella del Col. Caccia, Comandante del 5° Aosta, che aveva percorso tutta la carriera nelle Brigata Granatieri Guardie, caduto sul campo e, fra i più valorosi feriti, l'Aiutante Magg. dei Cacciatori Ballerò, il Furiere Casca ed il Granatiere Pcmer che, rin1asto nella "terra di nessuno", si trascinò fino alle nostre linee, per segnalare la ritirata degli Austriaci. Dopo

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cinque ore di combattimento, i Fanti d'Aosta e le Guardie del Re entrano vittoriosi in Santa Lucia. La condotta dei Granatieri Guardie a Santa Lucia, così come dei Fanti d'Aosta, fu ricordata dal Re stesso che aveva seguito le due Brigate e che, nella relazione ufficiale, dichiarò di essere "testimone del loro valore al sopra di ogni elogio". Le perdite della Brigata Granatieri Guardie furono di 170 uomini; fra gli ufficiali cadde il Cap. Pinna e furono feriti il Ten. Boncompagni, l'Aiutante Magg. Porqueddu ed i Sottotenenti Reggio, Marchetti, Della Costa, Rodriguez. Per il combattimento di Santa Lucia, sulle 62 medaglie d'argento al valor militare concesse e le 152 menzioni onorevoli (le attuali medaglie di bronzo), ben 20 medaglie d 'argento e 74 menzioni furono guadagnate dalle Guardie del Re".

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LA BATTAGLIA DI GOITO 30 MAGGIO 1848 II 29 maggio il Maresciallo Radetzky, ricevuti rinforzi stabilì di riportarsi sulla riva destra del Mincio per accerchiare l'ala destra dello schieramento piemontese ed attaccare da tergo le truppe che assediavano Peschiera. La manovra venne vanificata dalla valorosa resistenza dei battaglioni degli studenti volontari toscani a Curtatone e Montanara. Ciò pennise a Carlo Alberto di concentrare le trnppe del 1° Corpo d ' Armata a Goito. Nel pomeriggio del 30 Maggio lo schieramento piemontese, fronte a sud di Goito, era costituito dalle Brigate "Casale", "Cuneo" , "Acqui" ed "Aosta" e dai reggimenti di Cavalleria "Nizza" ed "Aosta". Mentre l'ala sinistra si appoggiava al Mincio, l' ala destra era priva di appoggio. Qui fu schierata la Brigata Granatieri Guardie con i due reggimenti scaglionati in profondità a difesa del fianco scoperto.

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Gli Austriaci attaccarono nel pomeriggio su due col onne d 'assalto. Il combattimento in iziò violentemente verso le ore 16 ed un ballaglione della Brigata Cuneo, alla destra dello schieramento, venne costretto e ripiegare. Fu allora e avvedutosi del g rave pericolo che minacciava l' intera linea, il Duca di Savoia, chiamò a sé le Guardie . .fòrmò il quadrato e trascinò i soli Battaglioni Granatieri Il e IV in un contrallacco travolgente che respinse il nemico al grido "Evviva il Duca di Savoia!".

Quin(() Cenni. Numero 1111ico dedicato a Vittorio E111a1111e/e li. "Vittorio Emanuele II a (ìoito".

g u ardie per l \'iuorio f.n'l4nuele 11 Goito 30 Maic:iio 1S...SJ

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Testimonfrmza del Maggior Generale Luigi Sozia di Gallia110. Futuro Comwulmzte della Brigaia Granatieri di Sardegna durante la seconda guerra d'indipe11den.za

Bandierra Colmmella della Brigaur Guardie alla battaglia di Goito

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TRA Gorro E SANTA LUCIA LA BRIGATA EBBE 60MORTI E 200 FERITI

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Marchese A ugusto Be11so di Camw; nipote dello statista. Morto alla battaglia di Goito

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Da quel momento la lotta si fece sempre più violenta: per tre volte le Guardie assaltarono alla baionetta e per tre volte subirono il contrattacco nen1ico finché, ad un quaito assalto, gli Austriaci furono messi definitivamente in fuga. Oltre al Duca di Savoia, che rimase ferito sul campo e si guadagnò la medaglia d'oro al valore militare, si distinse il Comandante del 1° Reggimento Colonnello Lovcra ed il comandante del 2° Colonnello MarL'episodio del Te11e11te Riccardi di Netro chese Da Passano, nonché i Tenenti Balbiano e Riccardi di Netro, che, nella foga dell'inseguimento, trovatosi ad un certo momento circondato da un fo lto nucleo di Cacciatori Tirolesi che gli intimava la resa, urlò in risposta " Siamo forse noi gente da arrendersi?" e con il calcio del fucile uccise il croato che cercava di afferrarlo, continuando a battersi fino allo sfondamento dell'accerchiamento. Nel furibondo inseguimento del nemico caddero gloriosamente sul campo tre giovani Sottotenenti: il Marchese Augusto Benso di Cavour, nipote del grande statista, il Marchese Rovereto di Rivanazzano cd il Cavaliere Laiolo di Rivera . Fra i feriti ricordiamo il Magg. Radicati di Marmorito ed il Sottotenente Cardanez.

LA BATTAGLIA DI CUSTOZA 25 LUGIO 1848

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INOIPENDEN7.A 01:1. 18 48

QUTNTO CENNI. CUSTOZA 1848 - 1866. A lbum Artistico Storico Mil itare

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"La quarta compagnia del I O Battag lione Granatieri Guardie (Capitano Incisa di Santo Stefano) fa u n ultimo attacco alla bajonella sul Belvedere per disimpegnare la ritirata delle altre truppe. E' accompagnato nella carica dal Colonnello Della Rocca, Capo di Stato Maggiore della Divisione di Ri serva. • --,,..:•

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Il 2a l,n1dio 1\ Cu11to,.11 mnncn 111 no•lrl 111 (ortunn non Il ,•1tlore. li 1• l(m·

nntleri comh:\Ue con V1lrlu. fortu1111crul· ramcntè tt1,1prt' prim., ronlm Il },'enl· letto pol a li. llam.111r (aticù,uu .. 11tti

1C\llto ed occupato. l'h' tnnll t.-nu, con

at11111lti rlpt•t111nmoutu l11f1·11ttuo~l 1\' hu· p.adronirsl di Ripa.. l nlill'lt.a ln rlUrot~, lel :-IU1li, Il 1• ~r-.inatlrri la .,,,,.tt,·ne atnpcndl\Jlltnre du cn..toz.'l. A C111U.o'tl1 l1\hrl!{1\tll icnumtil1l'I Ouar!1o m1.J rltl1 ~ I 1m•dRi;llo il' urgollto u ll2 111c11tlonl onuren,11 111 , 1Ù<•r wlllt.n1~ Quruldo 11ell' A~ tu tlupo J., c.1Jilto-lM!fon~ ,li ,111.mo, lo follt, :icn1rvhla\'a 1ril11ncciosn. li Jlol11:,.;so Clroppl , il1111orn J1>I Hc, nu bRtt.ni;llonu llo1 On11111tl01·i Guard.lo ~condal-0 d;i uun tom11t1~oiA li kn.nicllrrf n('con..· a 1~nlnln ri· lpttrtnlarnloh., ,•oi..l di 11u1cchlu1 I d'un lùlltc-0 1 tratta daU' l.'Ct'lt11tlono ,t.,t moOwutA>. S. ll. Il Ilo Carlo \)berlo 11u:rn· !u \'lde ghuigerc di ro1 :1 il no ltu l,at141,tUoms cln_mò: J:"''' /r ,,.;~ lwur, 011t1rtf1,,

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Q11i11to CENNI. 19 luglio 1887. I GRA NA TIERI. 11111ero unico illustrMo . In occasione del 140° A1111iversario della battaglia dell'Assietta.

lr'111'flli/fo ,1

LABATTAGLIA DJ MILANO 4 AGOSTO 1848 "La notte sul 5, essendo follia sperare salvezza, nonché vittoria, da novi esperimenti colle armi, il Re, col! 'animo straziato, chiede i p atti al vincitore. Nella g iornata del 5, sono conclusi, e il p opolo milanese prima è percosso, poi scatta ji,riosamente al pensiero di dover tornare nella signoria dei Tedeschi, indarno scacciati quattro mesi e mezzo prima. E poiché i fu rori popolari, anche quando s iano g iusti, vanno sempre a ingiusti termini, le ire si appuntano tutte sul R e. la cui vita, quando cade la notte sul 6, è pe,jìno minacciata nel palazzo Greppi dove il quartiere generale ha stanza. Il p op olo i1fe rocito sorge attomo: le truppe sono lontane sui bastioni e.fuori delle mura. Un animoso e devoto uffìs.Ten. Ga:zelli tli Rossana eia/e si cala da una .fìnestra e vola a chiamare soldati che m orto a Milano salvino il R e: l 'onore del doloroso ujfìcio tocca ad un bat4 agosto 1848 taglione di granatieri delle Guardie e ad uno di bersaglieri. Una tradizione racconta che Carlo A lberto. scorgendo il battaglione nostro accorrente, esclamasse: "Ora sono tranquillo in mez=o alla mie brave Guardie!" L 'indomani. le Guardie prendono coll'esercito la via del Piemonte. e. varcato il Ticino, pongono il campo presso Vigevano, restando vi un mese. Poscia veng ono mandate ai quartieri in Valenza." (Guen-ini).

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LA BATTAGLIA DI NOVARA 23 MARZO 1848

Il 184-9. Quinto CENA'!. 19 luglio 1887. I 6'/UNATIERJ. Numero unico illustrato. In occasione del 140° Anniversario della battaglia dell'Assietta.

Oiuseppe Ferrari. 185(). La battaglia di Novara

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IL .1848 - ·t 849 FU P IU' UNA GLOR1A DI POPOLO (MILANO, BRESCIA, ROMA, VENEZIA) CHE UNA GLORIA PER L'ESERCITO PIEMONTESE CHE ARRlVO' llVlPREPARATO

..

i7 Luglio, 1848.

RIVOLUZIONE DI ROIIA DAGLI AUSTRIACI t

STATI J>QSTIFl(;U Dl)lla G11:,;etli1 di GnroM. : On nostro (:orri<iponcleute di Romjl ei scri'\·e,·:i in ,.Wl1:. del l 7 qli:into appresso: - ~ oi ci :u-ttnemmo ieri dal J)uhhlic?l'e 1.::ili noti1..ic affi.da.ti J:ilb $J)Cr:un~ di ,ma fdi(:e soluzlonc tn Ì.;mlo coufliuu. I~ ~ limit:muno a ripòrtM'C pocl1i ccmli cl.ii sfornali n.lln:mi.

Que1,1.11 nouc a P:tp,'\ b.:t ri('C\'U~ Ja climi.ssifJuC ,ld Ministero ro: m;mo , ed ha (lomin.ilO un ~fjnislcro uuo,·o, nel qu.ale sono ue preu

ca.n:fou1oli. Q.uest:.e notizi:i ha ptodotlO tl.O'~l3LÌOlle immtllS:lS~r.t si Je\·e fo.te una Sl':lllllc dimost.razioue. Alcuni par1::mo cli dcc;ret-.rc l;'I òcpositionc del Papa e di oon1io.arc un Co,·cruo pmTfisorio. lo l'~li~ 1 ofa irriL1tissima, lo s11.F.i. pili .O.\ C0f3 qua11do C(>no:;<:tr.l 'fllCltl.t ..nQfu.ia. Ciccn'3ét~hio

li.i

~rringato

•!f popolò tuua qut'Sl!'I

n;i..,uin:i. per csort.ufo a1b ~ce e all:i c.tlma. G~bcrù h.:i distnm.o la

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,·encnilo •{t1Ì ; ~ dispn:v.~to ~ \ e , e se rùmdò~gn3Sl

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:i.O:u-i es1cri, e 5j ere.le po rli J3 U(llizia officilllc J db il.tiw,..ioui: di nu Gonruo pr(>,·,·isorio in llom:1, (C,nrr. [ùon,cse ).

J>ad0<•a. Uo uRWa1e Croci.itt,, pri"o di un braccio che pcrdc,•-a ncll'o1tim.i. iti-nnortalc siomala ln \'icc.uit1 , è ghul\O oggi col (;Onit.re: tH Veoe,:ia. S 1nonJ.ato appena, h.a scritto nel muro : Pnc/t)(>tl l~raUi ,lata 20 lug(io, noti':la uOi,:,ù1lc. Uu eiu:t,lino Molfe.nes-e etl un .sol1h1.o l'ìe,._. - - - -

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Ora ci .tcric'<:mo d.JJ. f,ù•ei,=c in Òala del 21. n!'m., il t !) er:i in f,,T.lnde ~-i1azioo('_ .L a C:1mcra ùelibcrò ,ul1 i.n<lin~:to <l,1. pn:~enl,1n-i :il P.ip-, -'ll'eO'euo ebe 1li.chi::ir.1...sc fom1.ilmen1ela gne.-ra :ill'Au.4-ri:1. Perù il P.Jpa ha didLiac.ito cl.e non :t,•rt>.h hc rtCCrnta la dcrn1uionc che fiuò a 5ion .·1Jj. È '.s-utto pre...;e.r1t~to un indiri:u.o :J1a Carnera ;i nome del ropolo a«.'Omp.i.;;u:i.to da IO mila 1~rs(me, nd quale alb. Camer:1 si chicclel·a di prendere ,Jdlc misure cùer:;•clu~, le <prali ~rnb1:M-..m :1pp•)gbi~1e ~lai ()')Polo. - Jf prtSidc.:ntc non "·olle Ji..',(21(ere! <1uincli m:a;,giorc ;1t;ft.uiouc. - 11 popo lo ri è ree:,w (131 gene.raie <lcll;t cl\·ie:a., 1idù4,..Jcn<lo che 6.ccs.se d~ 11ucs1.2 prcoJcr p 0SSC$.Su dc;Uç porte ùella ciuà, e di Cutel S..-.mt':\ngio!I). P. I.a set'lma SO~p,ts:I :tHe ore 3 1,2. Il ')linistcro de6niti,-arncnlC dimesso. li P-'pa osciualò :. non volere ,lid1iarare la guerra; è imminente un ~.o;uiooso coulliuo.

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- E m:-lha Jìi.,.i slo l.rulip1m,le1,.te del 21 : Ncl mon11' 11t(, ,li <-biuder bi presente ,;rand.i a,'\·enime.nti si compjooo. L' ~ '1W'.i(,n~ ,lei ~umi scoffi e le nuo,·e di Botugn:. h.:1.nno condotto .:id un risuh:,t1>. Il f•npçiio si è portato al cou.'4glt0 cd h1 invaso le tn.buoe ehic:<lcwb un:. ptonu dic biau.zionc di ff'Ucrra; il Mfoiuero h:a partt'Op:-Jt.o il t.coort deU' intiiri~zo, ehe credo ~ià conosce-rete. Ù\ turi~ COrs(: allorn a) Quirio.-ft e U.11;1 pn.Hlla rÌSJ-lò,~'I. :1Jr inJ.iriii:O Jcl eotlSiS,Jio fo p rornc::313 c.:on :arde1ui p,u·otl!; e,;.s., è O\l1ne.tta e. l' ~:1.spcr.n:ione è Giuo1:a. :11 colmo;

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J' anul tl.a .Gioco o da t.lglio; :m:s.sc rel:u:.iouc col uemioo; m:m.ifelèrulcn.re rl\'olu;:,ionarie; scroin:t~e noti1.ic sul faui ùclla '1"tlern; ill• 1.rodnecs.sc ,·iw::ri. o bevande in Vcm.':Ua , ò deott'O fo li.n e.~ dclb J,.3guna ccc.; e sopr.'lgg-iunse u n :ihro beccaio, d ,e prese 1~ 1'le a (lilfSL del mo ;ullico, l o llll iM~010 una ;;chie.r:. Ji ~ ldali baftò $11i cJ1.1c W(lv!l.Oi 1 che fii.,. rono oou(loui io è.-..rcere e nella suçc;e.-.si,•a mattina del 20, fut.ifati sema

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::ilcun JH'OCCS.SO, " Come .sciutilla elettrica p~~ di euo-re in cuore lo sc.l<'.gno dd popolo P;,rlo,•aoo, e <la lì a<l mt'ora circ:a fo ;;cncratc 1'am1amc.uto; !;<-

.t1c.rale J'assalto oom ro b a11arnioionc; e si 1'a lfoll:unen1.o, si il ço~'l.O iu tutti , che le set"nc Jel Ycspro Siciliano er.wc riJ\no,·iitC in P.:00,·~. (( Non tempo :tgli ::irt.i,glicri <li OIU()\·erc i pezzi; non lttnpo alfa li· nea di p<n·si in <>Mine, cli ricevere ._"Otll.:mdi : l' infierito j>0polo ha s;;ombr-.ita la ciul io tre ore di tempo. P~.:hi M>Jtl:i.ù :iUStriaci si 5a]v-arono {;ett.1odosi ,blle mura: pochj nhl'l n.-~ti ncllc ditcsc. Non è auc:or uoto il numcr-0 <:le' morti ; non si .sa r:ic:mi:ueoo qnell<Ldcll:,: truppa i·vi sa:uu:in1a.. 11 popolo (: p,;id'tOne 1ldla ciub : è .axina10 eoll'an:ni del nemico : è <leC.U.0 di tutto 5,ac.rifìc:n'Si 1,rimn che ndcrc un solo wl<lat<J .:ms1riieo in P::ifl<>t'3"'. Ah.re notWe d:iooo ~ieur:i la libcrazfooe di P:.do,·~ : p.ubn<> <lei {ltte

,;jot'a.ni pas.~ti l><'·r Je ;1rrni, m:i non ~g,Ì(:uraoo taut.a ..::hc gli aw.lnaci ~iau.si Ul gr:;io li.'lrtc ~h·;1ti colla fi1ga.

una 50h ,•oce tlr,Mio:a";i tuLle. le altre : Q ;;urrn,., o qo,:.,en,o pn,v,.itorib. Ù ci,·i,·.a (~ LnU:t ~uno le ò\nn.i e bt:u d is.~ per il m<>rimemo. U po-

f.(~'"e , ~ ~111111'21

MoJcua . 2:.> luglio t8t8.

polo lu m,cup;itc le (>Orte dc.li.. citt..'1, e b,a 5Ì p arta d i oocup:.m:: iuclae il (a,.. tcUo.

(Gior,.. ilfilJ

lJ MiuiMao nù:,ur.:.mlo 1.-. t,ra'i.lt!t f.l ell3. circxr..t.l.Jll3 e le ,lìffiet,lL; <lell:a 1 $Ll:t ))95Ìiionc si i.: tliC:1esso in ~ " e i.I pc,isiero d "t-m Cornmo pro,· ·

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LA SPEDIZIONE IN CRIMl!:A 1855-1856

Foto ricordo dei reduci della Crimea riunitisi 50 c11111i dopo l 'impresa.

''Non certo p ensano i Nostri, posando l 'armi dopo Novara che il primo sole di guerra che le vedrà scintillare snudate sarà oltre i mari nella lontana Tauride. Ma la politica è .fonunosa. il 14 di aprile, l 'anno del I 855, più mig liaia di soldati piemontesi sono raccolti ad Alessandria per ricevere da lle mani di Vittorio Emanuele Il le bandiere tricolori audacemente serbate dal giovane Sovrano alle 5peranze della patria italiana. nel do /omso colloquio di Vigonza. E, nel dare le bandiere alle truppe destinale alla g uerra di Oriente, la parola reale rievoca le recenti ballaglie italiane: «l o vi condussi altre volte sul campo dell'onore ... ». A!! 'armate /la sarda che va in Crimea, ognuno dei venti reggimenti di.fànti ha dato un baltaglione: quattro battag!io11i.for111a110 un reggimento provvisorio, e il primo è composto coi battag lioni dei due reggimenti di granatieri di Sa rdegna e coi due dei f anti di Savoia : ogni reggimento, unito ad un battaglione di bersag lieri e ad una batteria di battaglia,.fòrma una Brigata : e il nostro reggimento f orma la prima col primo battaglione di bersaglieri e colle batterie di battag lia l " e 4": due Brigateformano una divisione, ma la nostra rimane indipendente col nome di B rigata di riserva: il maggior g enerale Ansa/di ne ha il comando. 1114 di maggio, le prime truppe sarde sbarcano a Balaclava e subito si allogano a Corani. Il 25, allo scopo di prendere salda posizione presso la ripa sinistra della Cemaia, onde siano sicuri il jìanco e il tergo degli alleati che intanto la vorano a l 'assedio di Sahastopoli, si 111ovo110 da Carani verso Camara due Divisioni.francesi e due Brigate sarde, cioè la I" e la 3". li nemico non oppone resistenza di sorta, e llllli i Sardi vanno tranquillamente ad allogarsi a Camara. li 3 di giugno deve essere.fatta una ricognizione nella valle di B aidar: ne viene commesso l 'incarico a 4500 Francesi e a sei battag lioni di Sardi, cornpresi i quattro del 1° reggimento, e quindi due dei granatieri. I Francesi devono p enetrare nella valle di Baidar: i Nostri, stendersi lung o la Cernaia, a protezione. Alle 4, il 1° reggimento nostro sale sul-

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l'alto del Cirka Kajassi, eppoi scende verso Alsù e lo oltrepassa, scambiando qualche .fucilata innocua coi Cosacchi che scampano. Pel 18 di giugno, gli Alleati disegnano di assaltare il baluardo di j\;falakoff' a Sebastopoli: perciò, allo ::;copo di impedire i soccorsi esterni al nemico, tutti i Sardi e 21 battaglioni di Turchi varcano la Cernaia, il giorno 17 e si fanno innanzijì.no a metà cammino.fa Ciorgun e Sciuliò. Con pochi colpi di cannone e pochissimi di.fucile, i Nostri occupano le posizioni stabilite e le tengonofìno al 22, quando ripas::;ano la Cernaia ritornando agli alloggiamenti di Camara, p erché l'assalto contro Sebastopoli è jètllito. li 16 di agosto, i Russi dell'esercito esterno a Sebastopoli vengono ad assaltare la linea della Cernaia, per scacciarne i Franco-sardi che la muniscono e aprirsi il varco alla lungamente meditata oj/esa contro il fianco destro degli assedianti. La battaglia riesce micidiale ai Russi che vengono respinti, e gloriosa ai Sardi che efficacemente concorrono a re.\ pingerli, mostrandosi degni compagni dei Francesi, belli, quel giorno, di strenuo valore. 1\1a la Brigata di riserva, e, quindi, i nostri granatieri, non conibattono, sicché meglio che d'essere stati alla pugna della Cernaia, possono dire d'averla veduta da presso. Il 10 di ottobre, i Sardi varcano novamente la Cernaia per assecondare una mossa dì alquanti Francesi a levante di Sebastopoli, al latgo. !I battaglione del 1° di granatieri e il i° battaglione di bersaglieri occupano il Monte Zig-zag a ponente di Ciorgun: vi rimangono, senza molestie, fino al giorno 13. Nessun 'altra azione compiono i Sardi, dopo, tranne quella dijàre buona guardia sulla Cernaia perché l 'as::;edio non sia molestato, finché riesca alla espugnazione di Sebastopoli. Il 15 di giugno, l'anno del 185 6. tutti i reduci della Crimea sono raccolti a Torino: e Vittorio Emanuele, nell'atto di riprender loro le bandiere, accenna afuture occasioni di spiegarle novam.ente al sole di.future battaglie, C!ffèrmandosi sicuro che esse saranno « dovunque, sempre, in egual modo difese e di nova gloria illustrate. Questa pensiero è in tutte le menti e in tulli i cuori: mirabilmente lo ha già tradotto in parole Enrico Cialdini dicendo ai soldati della 3" brigata piemontese, rimasti col desiderio di partecipare alla battaglia della Cernaia _- «Fortuna ci tolse di prender parte attiva alla gloriosa battaglia... Voi meritate un giorno di ampia gloria! E il Dio delle anni lo farà sorgere anche per voi!". (Guenini)

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I GRANATIERI IN CRIMEA-1855- 1856 "Un amiw mio saluzzese mi usa la cortesia di cedermi per alcuni giorni il diario redatto da un suo congiunto. (Jjjìciale medico, durante la spedizione di Crimea: sicconie interessa i Granatieri, mi prendo La Libertà di pubblicarlo integralmente. 6 1-W-arzo. Il Re ha stipulato alleanza colla Sublime Porta, la Camera approva la guerra contro la Russia, e presto noi Piemontesi ci schiererem.o a fianco dei Turchi e dei loro alleali Francesi ed inglesi. Torino è in grande orgasmo: le gazzelle inneggiano agli alleati e vilipendono il Re di Napoli che vuole pace ad ogni costo; schiere di cittadini percorrono le vie plaudendo e fischiando, echeggiano le canzoni del quarantotto; ma l'entusiasmo non mi appare così sincero e vivo come in quelle giornate, c'è pure della musoneria. Passando sotto i portici di Po entro nel Cafè e proprio nell'istante nel quale viene salutato con .fragorosi battimani un brindisi a Cavour; ma vedo che alcuni signori in fama di liberali e di conservatori si raggruppano attorno ad una tavola ed ostentano il loro malumore. Dopo qualche istante uno di questi si toglie dal suo posto; rivo!- Slzakot mod. 1843-1846 per truppa del Reggimento Granatieri gendosi concitatamente al dott. Biestro esclama : della Brigata Guardie Torino, "Ma alla .fìne dei conti si può sapere perché ce la scal- Museo Nazionale d'Artiglieria diamo cotanto per il Turco, noi discendenti dei Crociati'! Perché si debba fare la guerra alla Russia che ripristinò sul trono i Re Sardi sbalzati dalla rivoluzione? Bel momento difczre una guerra d'oltremare con 610 milioni di debito e coll'Austria che ci prende alle spalle. È l'Austria che dobbiamo tenere di mira. Austria delenda est". ''Appunto - gli rispose il Dottore - Cavour secondato dal D'Azeglio prende le difese dei Turchi e dei cristiani d'oriente per impedire che tale difesa se l'assuma l'Austria. D 'altronde non è dflficile scoprire il macchiavello: il nostro esercito depresso dopo la batosta di Novara ha bisogno d essere agguerrito e disciplinato, e se manda un contingente in Crimea perché vi compia le grosse manovre a.fianco dei primi eserciti di Europa: non ci sarà spreco di sangue, basterà che un nostro spari una schioppettata contro i bastioni di Sebastopoli ed i nostri ministri, a guerra .fìnita avranno il diritto di wedere al Congresso delle Nazioni e di perorarvi la causa dell'indipendenza d'Italia. Ed allora nascerà quel che nascerà. ... ''. La discussione si protrasse a lungo ed io, sorbito un bicchierino di elisir della China, m 'a.ffì-ettai verso casa ove trovai i miei in grande apprensione. 15 .tifarzo. Alcuni miei colleghi hanno rassegnato le dimissioni disapprovando la guerra, ma arrivano volontari da ogni regione d'Italia. 5 Aprile. Si lavora alacremente per organizzare il Corpo di Spedizione. Ogni corpo dell'esercito deve partecipare all'impresa.fòrnendo un battaglione provvisorio: anche il i° Granatieri organizza il suo contingente ed io pure lo seguirò. 10 Aprile. Vengo comandato interinalmente allo Stato Maggiore del Corpo di Spedizione per collaborare alla sistemazione dei servizi sanitari. Una confusione da non si

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dire. Un amico mio, Maggiore di S. M., mi comunica la costituzione del nostro piccolo esercito, il quale sarà in due divisioni di due brigate ciascuna, più una brigata di riserva. Avremo un regg imento di cavalteggeri, un corpo di artiglieria, zappatori e pochi carabinieri. li comando generale verrà assunto dal!' ex ministro della guerra A/fonso La Marmora: comanderanno le divisioni Durando ed Alessandro la Marmara; mentre le brigate saranno guidate da i generali Fanti ed Ansaldo e dai colonneL!i Cialdini, Mon tevecchi e Mollarci. Ogni g iorno arrivano in città reparti di truppe e squadre di volontari accolti entusiasticamente dal popolo. 14 Aprile. Ieri abbiamo lasciato Torino accompagnati dagli applausi e dai voti della cittadinanza. Mi consta che il Generale in capo sia preso dal m alumore in seguito a qualche battibecco avuto con Cavow~ Si sa che in .forza del trattato stipulato con gli alleati noi entriamo in campagna come alleati e non come mercenari del/' Inghilterra, la quale ci ha concesso un prestito di un milione di sterline, m a, per quanto si riesce a subodorane, l 'Inghilterra si ostina a con.'ìiderarci come truppe al suo soldo ed alla sua dipendenza: sarebbe una vergogna. Dicono allo S. M. che la Marmara abbia p regato più volte Cavour perché g li indicasse i nostri obblig hi verso gli alleati e che il Ministro eludesse alle domande scherzando e ridendo: messo alle strelle dall'impazienza del Generale, lo abbracciò e gli disse: "Ingegnati ". 26 Aprile. Si naviga da parecchi g iorni bollendo bandiera sarda. i miei Granatieri, in buona parte montanari della Val d'Aosta e della Savoia, si adattano discretamente alla vita di bordo e vivono in unafamig /iarità che fa piacere. Disgraziata- Tunica moti. 1843 per Ujjìmente al primo partire andò in fiamme sotto ai nostri occhi il ciafe del Reggimento Gra11atieri de/fa Brigata Creso, una nave gigantesca che caricava gli oggetti più neces- Guardie Roma, Museo st.osari per stabilire magazzini ed ospedali. Noi medici ne siamo rico dei Gnuwtieri gravemente impensieriti. Speriamo di trovare i nostri alleati ben forniti e disposti alla generosità. Abbiamo doppiato il Capo Matapan ed enh·ati ji-a le isole del Mar Egeo, ne toccammo alcuna ove i Granatieri ebbero modo di rifomù~si di ottimo vino che li trova assai resistenti. 30 Aprile. Siamo sbarcati a Costantinopoli. L e preoccupazioni mi impediscono di godere l'incanto di questo delizioso giardino del mondo. So che il Generale è assai irritato perché Cavour gli ha reso noto d'aver.fallo concessioni ali 'Inghilterra, e d'altra parte lord Raglan, comandante ing lese in Crirnea gli.fà premura di raggiungerlo , in termini cortesi ma equivalenti ad un ordine. Gli ufficiali stentano a dissimulare il ma/contento. Intanto si sussurra che a Sebastopoli gli alleati si trovino in condizioni dijjìcili e che le Loro truppe siano infette dal colera e da altre malattie. 1° maggio.l'incanto del Corno d'Oro è svanito appena entrammo n.ei Mar Nero, mare d'acqua plumbea e :.porca che rattrista ed inquieta per le sue ondulazioni lunghe ed irregolari che affaticano la nave ed abbattono gli uomini. Volli discendere fra i miei Granatieri e trovai che i loro stomachi, quantunque agguerriti, sono orribilmente scossi; un bass 'ufficiale da il "Cuard 'a voi " ma nessuno si muove, sono letteralmente disfatti e sembrano cenci umani ammucchiati nella lordura.

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3 Maggio. - Finalmente avvistiamo la Crimea. La vita orribile di queste giornate dinavigazione ci.fà sospirare l'istante di saltare a terra: ma ci prende pure un 'ansia inesprimibile di conoscere la terra ove andiamo a cimentarci con un nemico che conosciamo unicamente per i racconti dei nostri vecchi chejùrono a 1'1/osca. li nostromo del nostro legno ci avverte che in Crimea troveremo i contrasti del più orrido squallore e della.floridezza la più gioconda; ivi vulcani difango, acque termali e minerali, sorgenti di nafia, colli ubertosi e sterili pianure; le città o/fono un aspetto misto di orientale e di europeo; la popolazione è un amalgama di Russi, Tartari e di altri popoli asiatici. 10 1l1aggio. ieri abbiamo preso terra nel porto di Balaclava, città non fontana da Sebastopoli ed adagiata in un piccolo e stupendo goffo ove un sole d'oro in un ciclo d 'opale fa pro::,perare una.flora giardinaie. I soldati arrivano malconci ed intontiti, ma sentendo la terraferma sotto ai piedi riprendono animo e non si danno soverchio pensiero del cannone di Sebastopoli che romba ad intervalli. Ho la cara sorpresa d'incontrarmi tosto in un sergente della legione stranierajì··ancese, antica conoscenza, un savoiardo di buona/amiglia che, essendosi rovinato al giuoco, si fece soldato: mi trascina in una lurida gargafè e dopo i necessarii preamboli mi mette al corrente sull'andamento della guerra. Le operazioni militari, ei mi racconta, hanno per loro centro la.fortezza di Sebastopoli nel di cui porto si è rifugiata anche una metà della.flotta russa irta di cannoni alla Paixhans che lanciano, bombe come i mortai ma con tiro radente. i marinai russi sbarcati hanno eretto batterie eridotte che rivelano unaperizia non comune; ma il centro di quel.formidabile sistema dffensivo è la torre di lvfalako,D,' ove l 'anuniraglio Nakimoff'se ne sta risoluto a saltare con essa. Corpi di milizia russa sopraggiungono giornalmente e formano nei pressi della fortezza una massa di manovra che minaccia continuamente gli alleati intenti a!!' assedio, sicché anche le fòrze di questi vennero divise in due empi dei quali, l'uno attende alle operazioni d 'assedio, e l 'atro rimane in osservazione per sventare la minaccia del nem.ico veramente temibile. Képi mod. 1850 p er Già fin dai suoi tempi Napoleone soleva dire che "ucciso un Russo Musicante della Bri- non è fatto tutto, bisogna ancora urtarlo per farlo ca,Jere ", ed ~ata Granatieri di ancor oggi questi uomini in Cappotto verdognolo e pantaloni rossi Sardegna Torino, che ronzano attorno, ignoranti e disciplinati, formq.no una massa Jl,f useo Nazionale impassibile che si può schiacciare ma non vincere. d'Art(i:lieria 111lfaggio. Vengo a conoscere che il nostro Comandante ha mostrato i denti a Lord Raglan il quale, Jìsso nel concetto di tenerci alle sue dipendenze, pretendeva umiliarci collo spedirci a presidiare i magazzini ed i depositi. Dobbiamo alla fermezza di La Marmara. l'aver egli ottenuto per sé un posto nel Consiglio dei Comandanti, e per le truppe piemontesi una posiz ione di combattimento nel corpo d ·osservazione. Per conseguenza abbiamo preso posizione sulla destra degli alleati, a Kadiltoi, ed incominciamo a tracciare le nostre trincee sulle alture di Kamara; una catena di colline rocciose arse e brulle che dominano il.fiume Thernaya (Cernia). I miei Granatieri si adattano rnirabilmente a questo nuovo genere di servizio e maneggiano la gravina con alacrità.

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18 Maggio. 1 lavori per la costncione delle trincee e degli alloggiamenti danno scarsi risultati p erché il paese venne già sfhtttato dag li alleali. Rimaniamo esposti ad ogni sorta di privazioni sotto un clima che, a detta degli esperimentati, è micidiale tanto d'estate quanto d'inverno: manca perfino il legname da ardere e da costruzione e bisogna pazientare perché ci affivi da altri porti. Nelle file del mio battaglione serpeggia il t(/o ed in altri reparti vien scoperto qualche caso di colera. 25 Maggio. T Russi hanno voluto oggi tastare il polso ai nuovi arrivati, ma vennero accolti a dovere: /'italico valore non s i smentisce. 20 Giugno. Con mio grande rincrescimento debbo Lasciare il battaglione dei Granatieri dovendo prestare l'opera mia in uno degli ospedali campali che rigwgitano di !(/osi e di colerosi. li terribile morbo colerico ha fatto una vittima illustre nel generale Alessandro La Mormora, ii valoroso istitutore del Cot1Jo dei Bersaglieri, già capitano dei Granatieri de/La Guardia. I nostri valorosi soldati, impavidi davan ti al nemico, vengono presi da raccapriccio al cospetto di liii commilitone colpito dal contagio, e 11011 osano assisterlo: per incoraggiarli un nos tro Cappellano d'arm ata ebbe il coraggio di rimanere coricato una nolle intera a.fianco del cadavere di un coleroso. 5 Luglio. li colera ha già mietuto più di mille vittime nel nostro Corpo di Spedi=io11e, e, quasi ciò 11011 basti, s i generalizza l'emeralopia, malattia propria a questi paesi, chetog lie il vedere durante il giorno, sicché i servizi vengono.fèttti da/ìle di ciechi che si te11gono l 'uno al cappollo cieli 'altro, .fìno ad un primo veggente. Occorrerebbero occhiali a vetri affumi<.:ati: fone a11daro110 perduti col Creso. 18 Agosto. Abbiamo riportato u11a villoria che ci ripaga delle passate sofferenze e ci permetterà di rijwrtare in Patria Le nostre bandiere.fregiate di alloro. Nella notte dal 15 al 16 i Russi presero improvvisamente/ 'o.ffen:iiva e, con un Co,po di 40 mila.fanti,.fìanc!,eggiato da 7 mila cavalieri e sostenuto da 180 cannoni egregiamente serviti, scesero dal colle Makensie e piombarono soprn le trincee tenute dai nostri e dai Francesi. Sulle prime riuscirono a travolgere i nostri avamposti e si gettarono sulla seconda linea piemontese la quale però, riavutasi dalla smpresa oppose una tenace resisten=a e diede tempo alle nostre artiglierie ed a quelle degli aLLeati di intervenire con un fuoco efficace che paralizzò l'impeto dei Russi. A flora queLLa valanga di baionette e di lande si rovesciò contro le linee dei Francesi, e già questi si trovavano seriamente investiti, quando il nostro generale La Marmara spinse in loro aiuto la Divisione Trolli e volse le sue batterie a prendere d'infilata i nemici. A I primo allarme chiesi di poter raggiungere la mia Guardia, e sono fiero di poter asserire che anche alla Thernaya sì diportò col tradiz ionale valore. li nemico venne 11etta111e11te respinto. Le nostre perdite sono relativamente esigue, 200 uomini, ma dobbiamo deplorare la perdita di Montevecchio che da pochi g iorni era stato promosso generale. TRussi perdettero pure il generale Read, lasciaro110 sul campo 2000 morti e perdettero altri 4000 uomini. 25 Agosto. Il comportamento delle milizie piemontesi alla battaglia della Thernaya riscosse gli elogi più vivi del Comandante Britannico; quello Francese, meno eloquente del suo collega, ha dovuto ammettere e rico11oscere che le truppe piemontesi sono degne di combattere, bontà s11a, a.fianco dei soldati di Francia. Senza tale persuasione non ci saremmo mossi da Torino; si fa per dire.

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5 Settembre. Mi si vuole rimpatriare in causa del cattivi stato dei miei occhi. Dovrò attendere una corvetta inglese. Pure crederei di poter ancora prestare qualche servizio. Qui si arresta il manoscritto dei nostro modesto e sincero relatore il quale, suo malgrado, venne rinviato in Patria in causa di malattie contratte nello zelante adempimento dei suoi doveri di sanitario. Trovo allegati al fascicolo alcuni numeri della Gazzetta dell'Associazione Medica pubblicanti alcuni suoi accurati studi sulle malattie endemiche della Crimea, ed alcuni ritagli di giornali del! 'epoca, dai quali raccolgo che i nostri l' 8 novembre di quello stesso anno ebbero l 'onore di concorrere alla espugnazione di Sebastopoli. La torre di Malakojf' venne presa d'assalto ed un italiano, certo Bianchì, al serviz io della Francia, vi piantò la bandiera di quella Naz ione; in seguito l 'inlera.fòrtezza si arrese e si venne alla pace. E sappiamo che allora Cavour, col suo enigmatico sorrisetto si portò al Congresso di Parigi col Villamarina e ivi ottenne venisse posta sul tappeto la questione dell ' indipendenza italiana ; e s e ne parti portando con sé l'alleanza offensiva contro l'Austria conclusa con Napoleone 111. In quella guerra, che oggi diremmo coloniale, i rappresentanti della Rossa Guardia, tatticamente nulla ebbero ad imparare dalle truppe alleate e nemiche, ma dimostrarono ancora una volta di non costituire una milizia privilegiata e di parata, e si conservarono il fatto di saper condividere cogli altri Corpi le sofferenze e le privaz ioni le più penose. E quando, pochi anni or sono l'eroico maggiore Negrotto ed il colonnello Ravina si portarono in Crimea per restituire alla Patria le spoglie gloriose di Alessandro La Marmara, nel piccolo cimitero italiano che domina la Thernaya poterono leggere su/fianco dell'altare della cappella la seguente iscrizione nella quale ogni Granatiere può ri!>pecchiarsi : "Qui sulle rive guerreggiate della Cernaia riposano le ossa onorate dei Surdinien·. soldati subalpini, che nella spediz ione degli anni I 855-56, in suolo straniero fecero olocausto della loro vita per crescere fortuna alle armi italiane, meritare potenti alleanze, e.far preludio glorioso alle vittorie lombarde, e alla indipendenza e libertà della Patria ". Don Dionigi Puricelli

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LA SECONDA GUERRA D'IJ.~DIPENDENZA 1859 La Brigata "Granatieri di Sardegna" partecipò alla seconda guerra di indipendenza, inquadrata nella 1n Divisione dell'Armata, formata oltre che dalla B rigata Granatieri di Sardegna anche dalla Brigata Savoia e dal III Battaglione Bersaglieri. Nella prima fase della gue1Ta la Divisione fu tenuta in riserva.

L '8 giugno la Brigata Granatieri di Sardegna, con alla testa i due sovrani, Vittorio Emanuele Il e Napoleone III, entrava in Milano.

Il primo vero scontro tra gl i austriaci ed i francopiemontesi si ebbe il 24 a sud del Garda, su di un fronte di sedici ch ilometri. Tn quel g iorno si svolsero le battaglie di Solferino e di San Martino. " Furono battaglie durissime, sia per essere ognuno dei contendenti privo del tutto di informazioni sul 'altro tanto che volendo incontrarsi si mossero in senso opposto, sia per essersi trattato di battaglie di incontro che furono condotte con azioni tra foro slegate ed impiegando i reparti separatamente". (T combattimento fu accanito e si prolungò per tutta la mattinata del 24 g iugno per riprendere nel primo pomeriggio e durare fino a sera mentre infuriava un forte temporale. La 1a Divisione, della quale la Brigata Granatieri di Sardegna faceva parte, aveva puntato su PozzoVittorio Emanuele Il e lVapoleone III, nella ll!fes.m solenne nel Duomo di 11/ilano lengo, credendo che il nemico fosse sulla sinistra 139


GUERR4. D'ITALIA

I GR<\..NATIERI DELLA GFARDIA A MAGENTA

del Mincio ed occorresse occupare soltanto le posizioni adatte per investire la fortezza di Peschiera. 11 nemico aveva invece già passato il fiume ed una brigata austriaca si era assestata saldamente fin dall'alba a Madonna della Scoperta. Fu contro questa brigata che andò ad urtare l'avanguardia piemontese, che precedeva cli due ore il grosso dell'esercito, comandata dal colonnello Casanova e formata da un battaglione del I O Reggimento Granatieri di Sardegna al comando del maggiore De Rossi cli Santa Rosa e dal III Battaglione Bersaglieri. L'avamposto austriaco fu attaccato più volte da detta avanguardia; ed altri impetuosi assalti vennero ripetuti quando, due ore dopo, an-ivarono gli altri battaglioni del l O Reggimento Granatieri ai comandi dei maggiori Diana e Scaletta; ed ancora più tardi, al sopraggiungere del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna. Ma le posizioni nemiche erano molto salde, i contrattacchi austriaci violentissimi, i granatieri ormai decimati, feriti gli stessi comandanti dei due reggimenti, Massa di-San Biagio e Isasca. Né gli attacchi ripetuti nel pomeriggio dagli stessi granatieri e dai fanti dell 'altra brigata della Divisione, la Brigata Savoia, permisero di conquistare l'altura della Madonna della Scope1ta. E ciò malgrado i tanti eroismi ed il tanto sangue versato. LE GUARDIE ALLA MADONNA DELLA SCOPERTA 24 G I UGNO 1859 Lunga e dura assai fu la giornata di combattimento che le guardie sostennero il 24 giugno del 1859. Lasciamone agli intenditori lo studio tattico: a noi uomini da gavetta gioverà il raccogliere ciò che riguarda il morale. Supponendo di partire dalla nostra Lombardia, cercate il.fiume Mincio nel primo tratto

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del suo corso, appena uscito dal Garda. Poco prima di avvicinarvi incontrate a sinistra, verso il lago, le alture di San Martino, a destra i colli di So(ferino ed il piano di Medole; quei due gruppi di montagnole sono separate dalla valletta del torrente Redone dominata da un poggio sul quale si erge l'antico convento della Madonna della Scoperta: ecco il posto ove si batterono i Granatieri. Siccome si riteneva che gli Austriaci stessero al di là del Mincio, per accertarsene la Prima Divisione Sarda (Brigata Guardie e Savoia) comandata dal Gen. Durando quella mattina spinse avanti per quella valle una ricognizione che doveva puntare su Pozzolengo. La comandava il Ten. Colonnello Casanova il quale aveva a sua di~pos izione un battaglione di Bersaglieri, uno squadrone di Cavalleggeri, pochi pezzi, ed il primo bctttaglione del primo reggimento Granatieri. A Ile 5, 3 O, giunti a Vanzago si accorgono, per il tuonar del cannone, che gli alleati F rancesi sono già impegnati col nemico a So(ferino, mentre i Sardi si battono a S. Martino contro l 'Vlfl corpo del lvfaresciallo Benedek; non indugiano, si spingono risolutamente alla Madonna della Scoperta, trovano la posizione già occupata dagli Austriaci, si slanciano alla baionetta e la prendono; ma poi tosto, assaliti da forze preponderanti devono cederla.

24 giugno 1859 Battaglia di San Martino I Granatieri attaccano gli Austriaci a Mado111w della Scoperta

In quel mentre arrivò a Vanzago Re Vittorio Emanuele Il il quale, intuendo l'importanza dell 'azione, ordinò al Generale Scozia di Calliano di accorrere al cannone con tutta la sua brigata Granatieri. Arrivò primieramente sul posto il 3° Battaglione del / 0 Reggimento il quale, sostenuto da due compagnie di Bersaglieri, riprese di slancio la Scoperta; ma essendosi i Granatieri lasciati trascinare da/l'ardore ad inseguire il nemico, vennero di nuovo respinti da compatte colonne nemiche sopraggiunte, e la Scoperta rimase agli Austriaci. Gli altri due battaglioni del reggimento tentarono allora arditamente di attaccare di

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jìanco la posizione nemica, e con quella mossa miravano pure, con lodevole cameratismo, di coprire L'ala sinistra francese che si trovava seriamente impegnata; ma sopraffatti da fànteria e cavalleria nemica furono costretti essi pure a retrocedere ji-enando l'impeto nemico con sbalzi alla baionetta. Entrò allora in azione il secondo reggimento Granatieri: sotto il tiro sempre più intenso delle.fànterie e del! 'artiglieria austriaca si avanzarono il 2° battaglione, poi il 4°, poi il 1° e finalmente il 3°: ma il nemico teneva duro e insisteva nei contrattacchi. Era mezzogiorno, la mattina era stata calda e soffocante, i Granatieri erano ormai spossati, lefUe si scomponevano; pure non vollero sostare nella Lotta e ripeterono con ammirabile ostinazione altri attacchi che riuscirono vani; e purtroppo si perdeva terreno. A risollevare La sorte del combattimento arrivarono allora i Fanti della vecchia e gloriosa Brigata Savoia che, gettatisi sul nemico, presero, perdettero e ricuperarono La posizione. Ma anche gli Austriaci non mancavano di tenacia e di iniziativa e verso Le ore 13 tentarono di aggirare La destra dei Savoia: una brillante evoluzione dei nostri stornò quella minaccia, ed un vigoroso assalto, accompagnato dai battimani dei camerati francesi, ricacciò le schiere nemiche. ·m 1 '~ ,. . • :: :-~'$' .., Se a/Jranti erano i nostri, non lo erano m.eno gli Austriaci i quali, pur conservando un distaccamento alla Scoperta, verso le 14.30 iniziarono laritirata. A .fàr traboccare La bilancia, arrivò sul posto la Il DEL 1889 Divisione Fanti che si mostrò La ,pai'n 111u e 'I <,ucb an \tfòl.l PitJOt d' nbia o d'urogaoua Coo. la (n~.d.a. ,ul subito intraprendente, ed alA tria l'A1ntria : (;b.i ,, là? A risroodo li.ali.a e Frtrun: resu A o' ioYita la N"1"ion. l'vpol, j)l!na • hbem I lora gli Austriaci, percossi f'lu .n ,&a-plaa Pb•~·l&-pl111 J/ord, oa ...., 11..d.t - __, pure dal vivo fuoco del/ 'artil'lu -ra-\&·p~o '1ao-n-ta.- ptu Ft"a •o j AltUa, F,u. •• j Ala,.o. glieria francese, si ritirarono A d' 9«04 cb' i uptto<IIDI L'h1ti1n iodipet1de11..,. d~finitivamente dal posto. Cou.s1 ,tra.o dl. toul gr-.ao momtat. Diu la 1101; • ,·a dail d1!c.l Spt1.l1 $fwu1 J.llie ij D <:oari~ 4' litiii.&tnJ.u • Yin Iuli&! Oh fi,uhotnl! E \'iu.orio Eaiat1od. Ed ecco che dai neri nuvoloni l'lui-n•ta.-pbn Pl~1t- r1•t.a-plaa llfltt!. .. _ , J/ord• • _ , che nel pomeriggio si erano 1'1ao -n-ta-pl.AO Plu-ra-i.a~pl•~ addensati sulla valle del Minf'cu ,u j Feo so .Ua:uo. D' rwhJO : ~lxrU ~ r a gani.O cio e sul piano di Meda/e, Ne11,1 oni-,o, popol e Re. 0m dwù ri lort: U n,oo foo~b. pt-r Dio! A In u11 Como • ().tteglo verso le 17, si scatenò sul el lùer dt1HU I• •: l'~l~ tro e fraaioò l'htna,U ,plao Plu-ra-u- pbn campo di battaglia una terriJIOTW 11.-cA.. n omtl P1u,r-a,....,.9h.1 bile bufera. Si ebbero prima •·ro 1-u j A.111ao. Fto se j Alma.o. Fi..l d'ltolia, ,i. b ....i,. A lt la ha.Laja soffi impetuosi di vento e Co!UI ,~j aood ritonà; h1 ciwu 11eail • dl, Staht, ,i,:ot.,. 'I IOO d'l& troa1b.1• Dal ba•i$1) d' le .;lr1.j1 nembi di polvere che acceca,.,n; ,...,..,._,... d'Italia i ...a Il. A mo,, r....,..1 ,..._,......,._ vano, quindi una pioggia torM.nM •__, 11..... . . ............... renziale accompagnata da .. . . . j ·Mala.• ' ......,... ·... .·~.. abbaglianti baleni e da .\paventosi scoppi di tuono, e per circa mezz'ora, il temporale che tutto travolgeva, e l'oscuGiova111d Berto/di. "Canti Patriottici", • I tj

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rità posero quasi .fine al combattimento. Quando si dissipò la meteorajùrono visti gli Austriaci ritirarsi da Solferino protetti dalla loro splendida cavalleria. li1a a S. Afartino, ove combattevano i Sardi l 'affàre non era ancora completamente deciso. Il Generale La Marmara, ministro della guerra al campo, prese allora la direzione delle truppe della l" e li" Divisone per convergere verso Pozzolengo e San 1\;Jartino, ma per quanto la marcia della colonna venisse/orzata, i nostri arrivarono per vedere i Piemontesi che -~ferravano l'ultimo vittorioso attacco e gli Austriaci che iniziavano il loro sanmartino dalla Lombardia. lnnal.ùamo le nostre bandiere , Alle 18. 30 le Guardie p osarono .finalmente nel bivacco: E Ili fragor delle trombe guerrirr~ alla Brigata mancavano 45 granatieri rimasti morti sul In ,~i~ cauiou. lnluoniamo campo e 179 feriti, fra i quali i due Colonnelli che vennero tosto raccolti dalle ambulanze. Siamo ooi dcll'iWlcbc porte ln quella aspra e gloriosa giornata i Granatieri peccaI tcmuli , gli clcrru cu, lodi; rono di eccessivo ardore. Siccome l'onore degli alamari Noi a.,prcmo snnlarlc cb prooi era in quel tempo assai ambito, 600/i-a i Volontari che da So il ue1niw ci elìda a ' "1tzo11. tutta Italia erano accorsi sotto il tricolore avevano ottenuto l'arruolamento nella Brigata Guardie e di essi 430 A. Brofferio erano giunti al campo appena il giorno prima: questi valorosi. giovani animati da vivo patriottismo si lasciavano trasportare a spingersi soverchiamente avanti, gli anziani non volevano rimanere indietro, onde gli l!ffìciali riuscivano dff!ìcilmente a dominarli e le.fìJe si scomponevano presentando minore solidità ai contrattacchi. Per il contegno di questi volontari il Gen. Durando credette di potersi lagnare col Re e colla sua propria Con sorte; ma se si riflette che i battaglioni della Guardia vennero inviati a/fuoco a spizzico e che per mezza giornata mai cessarono dal rintuzzare da soli la resistenza e L'offensiva del nemico superiore per/orze e posizione, dobbiamo convenire che quella brigata era un ottimo strumento d 'azione. Sappiamo d'altronde che, data l'imponenza delle operazioni svoltesi a Solferino e S. Martino, passò parecchio tempo prima che venisse debitamente riconosciuta l'importanza del combattimento sostenuto alla lvfadonna della Scoperta che influi direttamente sulla sorte della grande battaglia, sia coi minacciare a tergo L'8° Corpo austriaco, sia col distogliere le brigate austriache Koller e Gàal dalla azione alla quale erano state chiamate verso Solferino, sicché a sostituirle venne chiamato gradatamente il primo co,po austriaco, che ne rimase scomposto e non.fu più in grado di opporsi ali 'avanzata francese. Ben meritate/urano adunque le 69 medaglie cl 'argento e le 162 menzioni onorevoli che per quella gloriosa. giornata vennero concesse ai Granatieri della Guardia e fra tanti valorosi ci piace ricordare la vivandiera ambulante della Divisione Serafìna Donadeni, pure insignita di medaglia d 'argento perché, appena vide le fìle dei nostri battaglioni solcate dalfiwco nemico, mossa da generosa p ietà, abbandonò ogni speranza di Lucro, ed aggregatasi volontariamente all 'ambulanza. si portò coraggiosamente sul campo stesso di battaglia, e sotto l'azione delfiwco nemico si prodigò nel dissetare e medicare i feriti.

· INNO

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Dobbiamo pure ricordare, quale particolare non privo di significato, che il primo Reggimento della Guardia, mentre ancora una volta si assicurava l'onore di ciffrontare le prime cannonate della battaglia, non volle cedere quello di garantire la persona del Re, avendo esso lasciato una compagnia del 3° Battaglione a guardia del quartiere generale del Re a Lonat(), La pace che seguì a quella memorabile giornata ebbe una conseguenza dolorosa per il nostro esercito, vale a dire il passaggio alla Francia dei valorosi e fedeli soldati savoiardi. Nel 1860 il Governo.fì-'ancese conoscendo il valore altiss imo della Brigata Savoia, fece pratiche insistenti afjìnché quei due reggimenti passassero alla sua armata nella loro completa.forrnazione organica; ma la dignità dell'esercito nazionale non consentiva che una brigata nazionale avesse ad abbandonare lo Stato e cambiar bandiera come se si.fosse trattato di truppe mercenarie, ed il nostro Governo con lodevole .fermezza ottenne di licenziare classe per classe quegli uj]ìciali e soldati che preferivano seguire la sorte del loro paese: adottato questo ripiego, la Brigata Savoia rimase in vita e venne sollecitamente completata nei vuoti lasciati, ma nello stesso anno per ragioni politiche di facile intuizione, ricevette la nuova denominaz ione di Brigata Re. Assai esiguo fit il numero degli Ufficiali della Savoia che abbandonò le bandiere sotto le quali si erano coperti di gloria; i gregari passarono invece alla Francia quasi in massa; ma prima di lasciare il nostro suolo che essi pure avevano redento col loro scmgùe, inviarono un commovente saluto ai.fratelli d 'arme d 'Italia, e partirono accompagnati dall 'affetto e dalla riconoscenza degli Italiani e specialmente dei Granatieri coi quali avevano condiviso i pericoli e gli allori alla Madonna della Scoperta.

Don Dionigi Puricelli A Madonna della Scoperta alla Brigata furono concesse 149 medaglie al valore, 145 menzioni onorevoli e 5 croci dell'Ordine J\'lilitare di Savoia (ora d'ltalia). U11(f'or111i dal 1848 al 1887

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Relazioni sul combattimento di Madonna della Scoperta del Comandante della Brigata Granatieri ,li &1rdeg11a 1ltlaggior Generale Luigi Sozia ,li Galliano e del Capo di Stato Maggiore Capitano Balario.

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MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO • PALAZZO CA.R lGNANO • TORINO

RELAZIONE

SULLA

PAI:tTE

PRESA

DALLA

BRIGATA

GRANATIERI

ALLA BATTAGLIX DALLI 24 GIUGNO 1859.

Al Sig. Vomandante

la Brigata Granatieri. Dietro gli ordini della S.V. mi era recato la sera antecedente dal Capo di Stato Maggiore della Divisione onde ottenere schiarimenti ed istruzioni sul movimento da operarsi i l giorno 24. Mi partecipò ohe la Brigata Granatieri doveva dirigersi alla volta di Pozzolengo seguita a tre ore di distanza dalla Brigata Savoja, perocch~ giungendo a Castel Venzago doveva arrestarsi la Brigata spingendo innanzi un corpo d'esplorazione composto di d~e Squadroni, del 3° Battaglione Bersoglieri e d'un Battaglione Granatieri, ed attendere quivi per avanzare o no a norma delle circostanze. Giunti alle 5 1/4 sw.le alture di Castel Venzago, si videro colonne austriache provenienti dalla direzione di Solferino che già avevano respinto gli avamposti francesi di Barche, si avviavano per attaccare le posizioni di Castiglione. Dopo collocate le truppe a Castel Venzago, si spinse la ricognizione verso la Madonna della Scoperta. ~

e' incon-

trarono i nemici che giunsero ad occupare la Madonna prima. delle nostre avanguardie. I nos t ri Bersaglieri cominciarono i l fuoco. Contemporaneamente osservai i Francesi che marciavano all'attacco di Solferino, ed una forte colonna austriaca, che giudicai eeHere almeno di una Divisione, avanzarsi sulla nostra destra nella valle, minacciando la sinistra dei Francesi . I suoi tiragliatori si spiegarono subito, e si trovarono a f ronte dall'ala destra d.e lla nostra catena. Interpellai tosto il Sig, Colonnello Casanova sul da farsi, sembrandomi che i nostri due Battaglioni fossero compromess i se lasciavansi a così grande distanza dal resto della Brigata ( 2 kilometri almeno ) , e che d'altra parte se noi avessimo abbandonato quella posizione,la sinistra dei Francesi sarebbe stata :/-Il pericolo, minacciata come er_a sul fianco da quella forte colonna. Dietro suo ordine corsi ad avvertire la accompagna.i il Batta~ione

s.v.

della situazione, e come fu ordinato

del Maggiore Diana in sostagno del 1°, e feci

. //.

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- ,:

MUSEO NAZ.IONALE DEL RISORGIMENTO - PALAZZO CARJGNANO - TORINO

pure avanzare gli altri due Battaglioni del io Regg.to Granatieri, prendendo posizione alquanto indietro dagli altri, s\Ùla destra della strada che da Castel Venzago va alla Madonna della Scoperta; seriasi in pari tempo un biglietto al Generale di Divisione avvertendolo delle nostre condizioni, e del bisogno che avressiao avuto di essere tosto sostenuti dalla Brigata Savoj14. Giunto col Battaglione ( Diana } a breve distanza dalla Madonna della Scoperta, seppi che i l 3° Battaglions Bersaglieri con una Compagnia del 1 ° Battaglione Granatieri, avevano attaccato e preso i l cascinaggio della Uadonna e fatti molti prigionieri fra cui un Capitano, ma che sopra!atti da forze esorbitanti non po•

terono sostenersi, Si erano perciò ritirat~ sopra il poggio a destra della strada ove era collecata una sezione della 10.a Batteria a circa 700 metri dalla Madonna. Allora collocai i due Battaglioni Granatieri sopra i due po0gi ai due lati della strada, ed i l 3° Beraaglieii si S,ese di nuovo in fronte per coprirli . Gli Austr iaci avevano occupato fortemente la posizione della Kadonna e collocato una mezza batteria dinnanzi alla medesima non più di cinque o seicento metri dalla nostra sezione, e facevano un fuoco continuo a mitraglia contro le nostre posizioni, Jilentre un ' altra mezza Batteria collocata alquanto pi~ indietro e dino.nzi alla nostra sinistra mante~ un vivo fuoco a palle egranate. Seppi dal Cap,tano ungherese fatto prigioniero che una intiera Brigata de ' suoi era impegnata contro i suddetti battaglioni posti in posizione, onde, dietro invito del Capitano Quaglia, spedii di galoppo a chiamare i l resto .dell a sua batteria e feci conoscere alla S.V. le nostre condizioni, ond ' Ella si avanzò cogli altri due Battaglioni del 1° Reggillento in sostegno del nostro fronte. Ricevetti in quel frattempo dal Cavaliere Ceresa Luogo T.te applicato allo Stato Maggiore della Brigata l ' annun:;io che i Francesi, i quali non erano riusci ti all ' attano di Solferino, chiedevano di essere appoggiati sulla loro sini-

stra, e contemporaneamente mi fu recato un biglietto del Generale Durando in risposta al mio, che annunziava avanzarsi la Brigata Savoja, onde, come ordinò la

s.V., i due Battaglioni del 1 ° Reggimento, Gozzani .//.

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- ;~ MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO • PALAZZO CARlGNANO • TOP.JNO

e Scaletta, appoggiarono avanzando e destra, sino ad occupare le al-

ture che ci separavano dai Francesi, ed i l 2° Reggimento della Briga" ta si avanzò con tre Battaglioni S\Ùla sinistra della strada, e col Battaglione Blanchetti a destra in riserva di quelli del 1° ed in sostegno dei nostri pezzi. O.si 1° intiera Brigata ai trovò impegnata, e quantunque la S.V. dalla posizione che costantemente occupava sul fronte della linea, sia al certo conscio del come successt?!Rf8fatti tutt avia credo di continuare la relazione onde non resti incompleto questo rendiconto. Erano verso le 10, quando le riserve della Drigata sopraindicàta entrarono in linea e si steiero a dest ra, e vi era ben tempo, poiché i tre Battaglioni che sino allora, con un contegno che può ben direi eroico avevano sostenuto tutto il pondo degli attacchi nemici senza cedere un palmo, erano talmente esausti, che poteva dirsi impossibile continuassero a resistere. I nemici vedendo che non potevano avanzare da Solferino senza impadronirei della nostra pos izione, avevano spiegate forze esorbitanti, s pecialment e in Artig+ieria, che avevano aumentato sino a tre batt erie contro i nostri soli 6 pezzi della Batteria Qua,glia. Appena giunto i l Battaglione Diana del 1° Reggimento unitamente al 3° Bersaglieri, avevano bensi attaccata e ripresa alla baionet t a l a Madonna, ma spinti da ardire che non fu possibile di franare, non limitaronsi ad occuparla, ma Bi posero ad inseguire i fuggenti nemici. Questi ritornarono in grandi forze, ed i nost r i non avendo avuto temp• ad essere sos tenuti , dovettero ritornare nelle primitive posizioni. Giunti in linea, i nuovi Battaglioni avanzarono ; due del 1° Reggimento ( 2° e 4° ) sino alla Cascina Piopa respingendo quanto trovarono diµus&llt:i I ètqtlelli del 2° Reggimento occuparono a sinistra le Cascine di S. Carlo Vecchio e Porterosse. Dopo un vivo cannoneggiamento, gli Austriaci tentarono un estremo sfor zo su tutta la linea. I loro Batt aglioni si avanzarono all'attacco, ed uno squadrone di Ulani si avanzò contro il nostro centro, tentando di gettarsi sui pezzi, ma accolto da un vivo fuoco, dovette ri" tirarsi. Allora il Batt a glione Cavalchini sull a s i nistra, ed i l Be.ttagliJl.e Adorni sulla destra , at taccarono alla l oro volta colla bajonetta , ed i nemici furono dappertutto respinti. Ciò malgrado

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- 4MUSEO NAZIONALE DEL RISORG!MENTO • PALAZZO CARIGNANO • TORINO

ricominci a rono più. vivo il cannoneggiament o. Collocata una nuova batteria sopra un poggio a 500 metri da Cascina Piopa, costrinsero i nostri due Battaglioni, chè l'ovcupavano, a ritirarsi, Qliindi ne collocarono un'alt~ sulle alture di Ca Sojeta, l a quale prendendo d'infilata la nostra posizione , l a resero i nsosteni bil e. Fu ordinato allora di r iti rar si indietro sino a Casellin nuovo. I n quel momento , ed er ano le li pomeridiane, giungeva fresco il 2° Regg.to Savoja colla Batteria CivalÌeri. Questi collocò i suoi pezzi sulla strada con;~ quelli di Ca Sojeta, e mentre

ii.

fulminava, i nostri Battaglioni

uniti a quelli del 2° Savoja si' gettarono un' ultima volta sui nemici e li respinsero su tutta la linea. +

Solferino essendo stato in quel frat tel!lpo preso dai Francesi, i

nemici si ritirarono dov~que e cessò i l combatt imento. illora la Br'i.5ata, meno i battati].ioni s taccati a dest ra, s i ritrasse tra i monti Polperi e Fenile Vecchio per ristorarsi alquanto e rifornirsi di munizioni. Sebbene sia stato testimonio di molti e distintissimi atti di valore e decilli di più grandi encomi ed ammirazione; tuttavia ne debbo lasciare i l rendiconto ai rispettivi Capi di Corpo, l imitand omi a dire in complesso che t utti i Corpi ùella Brigata, oltre la 10,a Batteria e lo Squadrone Incisa dei Cavalleggieri d 'Al essandr ia, che fe ce verso l'ultimo una brillantissima carica, si regolarono in modo che non poteva desiderarsi meglio, e che la invincibile costanza dei medesimi nel mantenere quell ' avqnzata posizione durante

6 ore

di una fitta pioggia di palle e mitraglia contribui, a mio giudiziè)

potentemente a favorire la presa di Solferino e far vincere la battaglia.

+ Seppi d' appoi che lo fu più tardi , cio~ non prima delle)½,

Il Capo di Stato Maggiore f. to Balario

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RELAZIONE SULLA PARTE PRESA DALLA BRIGATA GRANATIERI ALLA BATTAGLI.A DELLI 24 GIUGNO 1859,

Cascina Vestona 26 Giugno 1859, In attesa dei rapporti dei Corpi di questa Brigata per constatare la parte e meriti particolari degli individui nella battaglia delli 24 corrente Giugno, e trasmetterli a codesto Comando di Divisione, io mi faccio dovere di porgere alla S.V. 111.ma una relazione sommaria di quanto venne operato dalla Brigata in detto giorno. Dietro ordine di codesta Divisione d'Armata, la Brigata unitamente alla 10.a Batteria partiva da Lonato fa mattina delli 24 alle ore 4 del mattino per la strada che tende a Po0zolengo passando par Castel Venzago.

Il Capo. dello Stato Maggiore conte Casanova trovavasi col-

l'avanguardia; ed era specificato che la Brigata dovesse prendere posizione a Castel Vanzago, nel mentre che quell'~vanguardia (3,0 Batt. ne Ber.saglieri, l,o Battagliane l.o Granatieri ed una sezione d'Artiglieria) doveva recarsi più avanti in ricognizione col succennato Capo di Stato Maggiore. Nel mentre che si eseguivano queste disposizioni, sentivasi il cannone verso Solferino, e vedevasi perfettamente che eravi un forte scontro fra il nemico ed i Corpi Francesi su quelle alture. Innoltrata nullameno la auccennata ricognizione più avanti, incontrava il nemico verso la Madonna della Scoperta, ed ingrossandosi in numero, mi fu spedito avviso di presto recare le forze tutte avanti, che già avevo posto in ppsizione a Castel Venzago. Vi erano circa due kilometri di distanza per giungere sul punto dell'attacco, per cui quella avanguardia dovette sostenere .er circa due ore il peso di forze nemiche superiori, e debbo rendere giustizia al merito

.//.

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r

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del 3° Battaglione Bersaglieri ( Magg.re Bonardelli) e 1° Battaglione Granatieri ( Magg.re

s.~ ~ Rosa

) , che dimostrarono ammi-

rabile fermezza non solo per conservare la posizione occupata, che anzi si spinsero ad attaccare e fecero alcuni prigionieri, fra i quali un Capitano ferito del Regg.to Gran Duca d'Este. Frattanto giungendo per primo sul luogo del combattimento il 3~ :Battaglione del 1° Reggimento ( Maggiore Diana), lo mandai avanti diretto dal.Capit.no di Stato Maggiore addetto alla Br1€1).ta, nel mentre che io fa~eva àpiegare 11

2° !attaglione

( ~gg.re

Scaletta) e 4° Battaglione ( Magg.re Gozzani) a destra della strada per osservare quest9 lato, e mettersi in relazi~ne, se era possibile, colle truppe francesi, le quali avevano avvertito di appoggiare 11 loro lato sinistro. Il Battaglione del Maggiibr Diana prendeva tosto l'offensiva passando in prima linea un poco a destra del 1° Battaglione, per cui restavano questi Battaglioni a cavaliere della strada, e spingendosi unitamente ai Bersaglieri verso la Madonna della Scoperta, se ne impadroniva, ma non avendo tempo di stabilirvisi, fu obbligato di indietreggiare tosto perchè sopraffatto dal> n'limero dei nemici e dalle Batterie che tosto si misero a bersagliare sul Poggio ove eravi collocata la sezione della nostra avangnardia, tosto taggiunto dal rimanente della Batteria stata fatta chiamare dal di Stato Maggiore applicato a questa Brigata.

Capitano

Aumentando intanto le colonne d'attacco nemiche, e le batterie nemiche sia a sinistra che di fronte; recai tosto avanti 111° e

'

2° Battaglione del 2° Granatieri, 11 primo per occupare a sinistra le cascine di Porterosae es. Carlo Vecchio, l'altro andando di fronte aecondato dal 3° ( Maggiore Blanchetti), e finalmente 11 4° Magg.re Adorni) ai portò a destra a guardia della batteria. Era cosl impegnata l'intera Brigata; cioè sei Bat taglioni fra le cascine di S. Carlo Vecchio a sinistra, e di fronte contro la Madonna della Scoperta; e dué Battaglioni a destra sulle alture di Ca Sojeta.

.//.

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Sebbene i vari Battaglioni sian.s i spinti ripetute volte alla carica ed abbtano sloggiato i nemici, non era possibile respingere forze superiori che ad ogni momento ingrossavano; le truppe si trovavano da circa tre ore sotto il fuovÌ> della mitraglia nemica, ed essendosi recata ancora una Batteria nemica sulla nostra destra a Ca Sojet~ fummo obbligati a retrocedere in una posizione più indietro. Ad eccezione del 4° Battaglione del 2° Reggimento in cui vi fu qualche confusione, la ritirata si f ec·e unitamente alla Batteria sino alla cascina Casellino nuovo. Debbo quivi soffennarmi per dire, che se vi fu un po ' di so.oiìpigl.te nel succennato 4° Battaglione, si deve attribuire alla grandine di scaglie che riceveva di fronte e di fianco da Ca Sajeta ( situazione assai critica per truppe che per la prima volta trovavansi al fuoco); però il Maggiore in breve tempo riordinava quella-truppa. In questo frattempo io mi recava indietro onde pregare la

s.v.

di

far awanzare la Brigata Savoja per potere rimettere le mie truppe in ordine, mentre sfinite dal combattimento che sostenevano da cina sei ore, e mancando le munizion.i , era necessario fossero rilevate e prendessero riposo, La Brigata Savoja valorosamente riprendeva la primiera nostra posizione; e tosto messi per ordine i Battaglioni , li recai dinuovo avanti. Ma già finiva il combattimento . I Fr~cesi avevano preso Solferino e marciavano avanti; epperciò il nemico era obbligato a lasciare l'attacco spinto contro di noi. I Battaglioni staccati sulla destra dei Maggiori Scaletta e Go~z ni + Tsi tennero sempre su quelle al ture indietreggiando in ordine unitamente al resto della Brigata e vegliando a non essere avvilluppati a destra. Verso la 5 pomeriadiane riceveva l'ordine di recarmi a sinistra per la strada di S. Pietro in soccorso· della 5° e 3° Divisione, che erano seriamente impegnate a Sal\,Kartino . Un forte turbine e passi difficili ritardarono alquanto questa marcia ; però giungev~ la Brigata verso 11 crepuscolo sull ' altipiano avanti la cascina di S. Gerolamo, ove mettevasi in posizione e serenava la notte. +si spinsero prendendo l'offensiva sùl;principio sino a Ca Piapa ma obbligati di retrowedere per non essere girati ritirandisi su M . 1:R r.nnA

i

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Il Maggior Generale Comandante la Brigata f.to Scozia . ~er copia conforme il Capitano di Stato Maggiore della


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RAPPORTO INTORNO A COLORO CHE PI~' BI DISTINSERO NELLA BATTAGLIA DELLI

24

GIUGNO 1859.

Cascina Vestona 27 giugno 1859. · Inseguito a quanto io aveva l'onore di significare alla

s.v.

Ill.ma nel mio rapporto sommario di jeri, mi faccio dovere di trasm~tterle quelli dei Comandanti dei Corpi con le note rettificate delle perdite e gli elenchi degli individui che più si distinsero nella battaglia delli 24 corrente, avvalorati questi per quanto si può da dichiare o documenti annessi; e siccome l'azione del 3° Battaglione Bersaglieri, fu piuttosto particolare d'ogni Compagnia, cosi credo più conveniente di unirvi ancora 1 singoli rapporti dei Comandanti di esse, onde meglio si possa distinguere la parte che ognuno prese al combattimento. Avendo lasciato ai Comandanti dei Corpi l'onorevole incarico di segnalare quelli fra 1 loro subardinati che maggionnente si dis tinsero, raccomandandoli alla

s.v.

per le ricompense che possono ·

aver meritato; per mio conto cr~do di dover indicare le seguenti persone, che furono da me partioola.rmente ravvisate pendente l'azione. I due Comandanti dei Reggimenti, cioè il Colonnello Conte Massa per l'esempio dimostrato di energia e fermezza ai suoi subardina-

' lasciare ti; distaccato a destra con due Batteglioni, dovette poi i l campo di Battaglia perchè ferito in una gamba, ed ucciso 11 ca-

vallo non poté reggersi in piedi. Il Luogot,te Colonnello Cav.re Frasca, il quale, sebbene ferito nella fàocia, continuò la giornata Utiera a dirigere i Battaglioni del suo Reggimento, e non si ritirò che alla sera costretto dal dolore ohe provava da quella ferita, ( fortunatamente leggera, per cui già ieri raggiunse i l ·Corpo).

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- e MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO - PALAZZO CARIGNANO - TORINO

Il Maggiore del 3° Battaglione Bersaglieri Sig, Bonardelli per la perizia e sangue freddo nella dlii!ézione delle Compagnie nel primo scontro col nemico, conservandole per lungo tempo al fuoco e spin'gendole a ripetuti assalti, se. i Maggiori del Battaglioni Granatieri dimostrarono perizia e fermezza nel condu,rre i ltro Battaglioni e mantenerli ordinati sotto una numer.osa grandine di palle, per cui vengono particolarmente nominati nei rapporti dei Comandanti dei Corpi, debbo per mio conto portare a conoscenza della S,V. la condotta del Maggiore S,ta Rosa, i l quale col suo Battaglione e ~uello dei Bersaglieri, sostenne per

circa due ore l'urto del nem.i co superiore in forze; come ancora quello del Maggiore Diana che con energia e sommo ardire assalì

e

prese la posizione della Madonna della Scoperta, fatto di cui feci menzione nel mio rapporto di jari. Non trovandosi ora presente i l Colonnello Conte Massa, credo di dover pure particolarmente indicare i l Maggiore Gozzani, i l quale dimostrò molta perizia nella direzione del Battaglione staccato a destra, di cui prese il comando allorchè si ritirò i l predetto Colonnello dal combattimento, (Questo Sig, Maggiore, oltre la riputazione di valore che s'era acquistato nelle precedenti campagne del 48-49 e 1855, ha le cognizioni volute e meriti per comandare un Corpo). Non credo finalmente di dover ommettere fra quelli ohe si distinsero i l Capitano dello Stato Maggiore applicato a questa Brigata Sig, Balario per la perizia e colpo d ' occhio dimostrato nel condurre le truppe giunte le prime al combattimento, che furono confidate alla _sua direzione, nel mentre che io faceva avanzare e disporre in varie posizioni 1 rimanenti Battaglioni ohe giun&enno da Castel

Vanzago, Oltre l'intelligenza, quosto Capitano ha dimostrato singolar valore e sangue freddo, non curando pericolo di sorta per recarsi ove più occo~eva ·11 bisogno, Parimenti credt dover comprendere fra qUeil.li che di distinsero

.//.

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MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO • PALAZZO CARIGNANO • TORINO

il T.te Applicato Cav,re Ceresa, e Sotto T,te Sig, Gola mio ajutante di Campo; i quali con distinto valore si recarono la giornata intiera ove più ferveva la mischia, pèr recar ordini, ed indicare le disposizioni, che venivano da me, o dal succennato Capitano di Stato Magg,re stabilite. Nel dar termine a questa mia relazione, non debbo nascondere alla S,V, che allorquando la Brigata veniva rilevata dalla Brigata Savoja e passava in seconda linea, vi fu un po' di scompiglio in q\Ùùcge Battaglione, e vi erano quindi alcuni sbandati, ma credo debbasi tener conto che la Brigata rimase non meno di cinque ore sotto il fuoco micidiale di numerosa Artiglieria nemica, che di fronte e di fianco bersagliava ad una piccola distanza di 400 o 500 metri soltanto; che per la prima volta la Briga·t a si trovò a fronte del nemico, che mancavano le munizioni e che nelle sue file si contano più di 600 volontari quasi reclute, e di cui 430 erano giunti soltanto ai Battaglioni il giorno prima a Lonato. Furono però in breve tempo raccolte e riordinate le truppe, e la S,V, può attestare che già si era pronti per entrare nuovamente in azione. IL · MAGGIOR GENERALE COMANDANTE LA BRIGATA

f , t,. Scozia, Per copia conforme n · capmt,no di Stato Maggiore della Brigata Balario. Monza addi 6 agosto 1859,

154


1860 CAMPAGNA DI AN NESSION E DELL' ITALIA CENTRO MERIDIONALE

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LA CAMPAGNA DELLE ROMAG.NE FIRENZE - ANCONA 3-29 SETTEMBRE 1860

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Diario Storico redtltto dtl! Sottotenente Eugenio Guerra del 2° Reggimento Grn11atieri di Sardegna. Dacumento custodito presso il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna. Sala 1848-1866.

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LA PRESA DI PERUGIA 14 SETTEMBRE 1860 "Partenza alle cinque del mattino si sale .fino a Perugia ove si arriva alle 8 . .T bersaglieri attaccano; la cavalleria fa alcuni prigionieri e poi si ritira per le strade cattive; si atterrano le porte; il 1° granatieri entra e carica i nemici sparsi nelle case fino al forte ove è o.ffeso gravemente dalla mitraglia. Il Capitano Meana muore. Il.forte inalbera bandiera bianca. Vengono proposte condizioni non accettabili; quindi tregua.fino alle cinque e mezzo. Intanto vengono snidati i pochi svizzeri che erano in città; un prete di Perugia (Santi?) ammazza il nostro tamburo maggiore; il giorno dopo èfucilato . Alle 6 si riapre iljìioco mirabilmente diretto; dopo pochi colpi si danno tutti prigionieri assieme al Generale Smith. li 4° granatieri e la brigata Bologna giungono durate i combattimento per cui il fòrte durante il combattimento era completamente bloccato. Passiamo la notte per strada. Milleduecento sono i prigionieri." (Eugenio Guerra Sottotenente nel 2° Granatieri di Sardegna).

IL CAPITANO TANCREDI RIPA ))J MEANA

Di nobile famiglia torinese, nacque il 12 Marzo 1820 dal Marchese Vespasiano, Colonnello di Cavalleria e Gentiluomo di Camera di S.M. il Re di Sardegna e dalla Marchesa Onorina Doiia di Cirié. Aveva passato i primi anni della sua giovinezza nei collegi di Chivasso, di Chieri ed in quello della Provincia di Torino. Ai primi clamori della guerra per l'Indipendenza corse ad arruolarsi come Soldato volontario nel I O Reggimento Granatieri di Sardegna, e come tale combatté valorosamente in più scontri. TI 12 Settembre 1848 fu promosso Sottotenente nello stesso Reggimento. Nella spedizione di Crimea si guadagnò la medaglia

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commemorativa Inglese. Cessata la guerra d'Oriente intraprese un viaggio nel!' Africa a scopo di istruzione, e nel Gennaio 1857 fu fregiato dell'ordine equestre di 3° classe Nisciam di Tunisi. Ripreso il servizio militare l '8 Agosto 1857 nel suo antico Reggimento, fu promosso Luogotenente. Con tale grado fece la campagna del 1859, durante la quale fu decorato della Croce di Cavaliere nell'Ordine Imperiale della Legione d'onore di Francia e della medaglia commemorativa Francese per la Campagna d'Italia. Promosso Capitano il 15 Ottobre I859 partecipò col suo Reggimento alla Campagna per la liberazione dell'Umbria. Comandante della Compagnia cli avanguardia, mentre con la voce e con l'esempio guidava e incoraggiava Ba,uliem do11ata dalle Dame di Pemgia alla i suoi Granatieri all'assalto della Por1a S. MarBrigata Gra11atieri in occasione del 40° mmigherita a Perugia il 14 settembre 1860, cadeva versario della pres" di Perugia. eroicamente. Con atto del notaio torinese Gaspare Cassinis,la madre Marchesa Onorina Boria vedova Ripa di Meana,delegava un suo mandatario a ritirare la salma del Figlio che fu tumulata nel sepolcro gentilizio della famiglia nel Cimitero di Madonna di Campagna presso Torino.

la Partenza da A11co11a ( Disegno eseguito appositamente dal Sig. Com111.Po11tremoli.Corrispmule11te e Testimone oculare.)

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MOLA DI GAETA - 4 NOVEMBRE 1860 (testimonianza scritta di un combattente) "Oggi che la Brigata Granatieri ha ~..a.d,,.o a,. 4,11t· 9,w...,,,h ~ stanza fissa a Roma, dirò quanto la ....tt..: ~ ,vJ;.. <1io.11 .. Ji:..t..., .,.u· ,._, libO mia labile memoria ancora ritiene sul r ; ~ , / ' " ~ - 1 - u /'<f"Q·~ · ~·c/~-,d fatto d'armi di Mola di Gaeta (For~~ ~ ..-..A''.....,..., 1/'4 d .' {"'o/j>' ,.,.:,~ mia) per cui la bandiera del 1° reggi• .p· ,.....;.,;., ,.." t"J" ,... ..m; 1-,,..,.:..u /'f/mento Granatieri è decorata di ~ '"f'._, ii.oli' ~ . ~ 1-~ il{' V~r--,/J., medaglia d'oro al merito di guerra. H,o..: ~ ,,_..'1;.,., 4..U.' .,._.t., ·/...._J,,·.-.li .l.....r-~~Io appartenendo al 1° Granatieri .fùi 'H'~•i' ~ : presente aifatti d 'arme di questo reg~ " lo .l'-,'f/--4 ~ -,:-:-. !..r d,; Jt:"l."1f• c.""'-,P,. a..t. .e,,,;11. ""'f.'"'4. gimento nella campagna di guerra : ""'fP~ ' t... 4, ~ , . & r ~;..... i~t:,..,. ._;.1/,_,_,,...1860, per cui solo di questo mi è dato ½, r!: ~...r.. , a ricordare qualche cosa, mentre è b. ,-1-,ft,.._,f, llft'?;.d4t I{:·~· ~ 6,-:,,certo che altri reggimenti Granatieri e ì"r .i. A •. ,..4-~ ~• .;.t,,_,..;. ,r---iv,,1..;-/--... r1r ~ ./.~~-~ _ /4 /H ~ • . l~/4,.;.. :.1/-:.;'o """". corpi delle diverse armi., compresa la fJ-..J.JAJ.uI)!.. ,,.r.;,;,.:--. ~~ .....,_,,h~ flotta di Persano, vi presero parte con ;4,;-,.,_.~"'T' 'f.:,•• "t"W"'· ~ ~ } ugual disciplina e valore. .. 1-"'~~-.4 r ~ Dopo le gesta di Garibaldi in Sicilia e ~~·~"-\ )' ...... . .&t..,,.. l'entrata trionfàle a Napoli (7 settem., ~..r,......,...,.,_,-~,.bre) per non perdere quanto que!l'ar, ~ , ~ -.c-'-"n.... ' :...L.,'~.,_,, dùnentoso Guerrigliero aveva fatto 111~··" ""'I~.. . ....,;.,. ,l,.,,,,.;. con i suoi prodi, i generali Cialdini e U' ;;.. . . . - ~ Fanti, con rapide marce occuparono, l'Umbria e le 1'vfarche, guardate e difese dal generale Smith e dal Lamoriciere. Questi a Castelfidardo, a Perugia (I 4 settembre) ed in Ancona (29 settembre) .fimmo senza tregua scon.fitti e così potè il nostro esercito accorrere nel! 'Italia Meridionale in soccorso di Garibaldi che al Volturno aveva jàtto prodigi di valore. Passato il Tronto, (confine) di via via si occuparono gli Abruzzi passando per Popoli, Sulmona, Castel di Sangro, Isernia, Venafi··o, e poi Teano sino al Garigliano. Non essendovi allora i Corazzieri, erano i Granatieri guardie del Re, epperciò S.M il Re Vittorio Emanuele li.fu sempre alla te.sta del nostro reggimento. Sco,~fìtto l'esercito borbonico al Volturno, ripiegava su Gaeta inseguito dalle truppe di Fanti le quali giunte al Garigliano trovarono il ponte distrutto. Sotto la sorveglianza ed incitamento del Re, i nostri bravi zappatori del genio, sebbene tormentati dal fuoco nemico,jècero prodigi e ricordo molto bene che gli ufficiali immersi nel jìume sino alla cinta,dirige-

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vano i lavori del ponte che nella notte del 2 novembre ricostruito, potè dare ai nostri il libero passaggio. Ricordo che in quella stessa notte ritenendo che il ponte non potesse essere terminato,.fu voce generale che dovevano passare il.fìume a guado sotto i/fuoco nemico, ciò cha avrebbe portato una ecatombe.

Il passaggio del fiume Garigliano

( Disegno eseguito flppositamente dal Sig. Co111111.Po11tre111oli. Corrispo11dente e Testimone ocul1tre.)

In quella notte non si dormi né dormi Re Vittorio che con noi assisteva ai lavori del ponte. Ricordo ancora che una compagnia guidata da un capitano aiutante maggiore, osò con una zattera prendere il largo del.fìume s0rprendere gli avamposti nemici alle spalle e farli prigionieri. in tal modo le operazioni del ponte procedettero con più calma alla luce di torce a resina. Afalgrado questo.sempre più si dava notizia che il Re voleva a/1'alba si.fosse passato a guado il Garigliano in quello stesso punto. Cosi in quella notte non si fece che scrivere tale notizia alle famiglie, dandole l'ultimo addio, e le grosse borse di posta da campo traboccavano di corrispondenza. Ad onta di ciò il buonumore e La giovialità non mancarono,e quando all'una dopo la mezzanotte fu distribuito il rancio di maccaroni con il cacio napoletano, fa tale i 'allegria che si converti' in festa da ballo al campo con prigionieri stessi napolitani, circa 1500, i quali benedicevano il momento che si fecero prigionieri perché, come essi dicevano, "se scordavano a dacce da magna". Siccome nel 1860 i bersaglieri erano formali in battaglioni autonomi cosi ogni Divisione ne aveva uno o due per il servizio di avanscoperta, avamposti ed avanguardia secondo che il corpo principale (Grosso) si muoveva o mettevasi in fermata protetta. Cosi all'alba del 3 Novembre i bersaglieri di avanguardia precedettero i granatieri passando il nuovo ponte sul Garigliano,dirigendosi a Traetto. Dopo la disfatta toccata a Volturno, non restava all'esercito Borbonico che ritirarsi a Gaeta ove r[fugiato si era il loro Re Francesco Borbone il quale sperava sempre in un intervento straniero. Gaeta, .fortezza di primo ordine, era molto bene armata (500 cannoni) e provvisionata se non che quel presidio, sebbene forte in numero di ventimila uomini, non poteva resistere a un lungo assedio; per cui occorreva che l'altra metà dell'intero esercito borbonico si ricongiungesse in perfette assetto di guerra con quello di Gaeta.

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Per !.fatare tal compito 11011 restava al Generale Ma,?fi·edo Fanti che tagliare la Strada che conduce a Gaeta, affrontare l 'esercito borbonico comandato dal Generale Sa Izano, impedirli ad ogni costo il procedere, e sbandato . inseguirlo ove non si.fosse arreso. Erano le prime ore pomeridiane,tempo sereno e si marciava sul 'unica strada che conduce a Formia; a sinistra fiorenti giardini di aranci e melagrane si perdevano nel bacio delle onde marine a destra Le ville Nicci e Cicerone che salivano in vigneti ed oliveti sino al monte Petrella. Il 1° Granatieri formava la testa della colonna di avanguardia,ma 11iuno pensava ad uno scontro, avendo la sinistra libera e le alture dominanti la destra, ben guardata dai nostri bersaglieri. Ciò non ostante dovendo subordinare la nostra marcia allo andamento dell'estrema

avanguardia, a lenti passi ed a bilanciarla, procedevano ad ogni istante. Assetati con le fàccio piene di polvere, 11011 parve vero trovarci in giardini con alberi colmi di aranci e così un poco alla volta si andò alla rincorsa per coglierne; offrendone anche agli u.ffìciali. Frattanto vedemmo giungere in quella rada la flotta di Persano la quale prendendo il lmgo, disponeasi in ordine di combattimento. A/l'improvviso fu dato /'allarme con il segnale 11emico in vista. Già ci dùponevamo in battaglia quando vedemmo le ambulanze a muli con i nostri bersaglierifèriti. Il cannone tuonava e la mitraglia nemica già.fàceva strage dei nostri g ranatieri. Fu ordinato L'attacco alla posizione, ma questo .fu respinto dal micidiale fuo co che ci piombava. L'assalto della posizione sotto ilfiwco nemico si rendeva assai d[ffìcile per avere trovato il terreno sbarrato dafolti e grossi alberi attel'l'ali e da lmghi.fossati espressamente.fatti per rendere inaccessibile la località. Dopo rari auacchi, si sostò ed allora la nostra flotta aprì un conti11uo e terribileji10co su quella posizione, tanto che i borbonici.furono costretti ripiegarsi sul loro.fianco destro, abbandonando p er poco la loro meta, B orgo-Gaeta, alla quale già si ritenevano sicuri di giungere.

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Quinto Ce1111i Numero unico sui Gra11atieri. La Battaglia di i'dola di Gaeta. ll 1° Granatieri prende d'assalto 1'\tlola di Gaeta. ( Diseg110 eseguito appositamente dal Sig. Co111111.Po11tre111oli. Corrispo11de11te eTestimone oculflre.)

il 1° Granatieri, che come ho detto formava la testa della colonna, ripetè con mirabile slancio l'assalto della posizione, e presa questa, apri un ben nutrito.fuoco e con ripetuti attacchi alla baionetta mise in fi,1ga il nemico inseguendolo ad Itri, a Fondi sino che potè salvarsi a Terracina territorio pontificio. Considerando che un tale decisivo attacco sotto il fiwco dell'artiglieria nemica .fì,1superiore ad ogni eroismo e che coronò il piano del generale Fanti. Considerando, che si aveva a che fare con ottima, artiglieria napolitana e con truppe borboniche provviste di Remington .. Ed injìne ben considerando, che i nostri combattevano in posizione assai in/eriore a quella del nemico, dovendo sotto il.fuoco dell'avversario superare negli attacchi molti ostacoli ad arte fi'apposti, tal fatto d'armi che onorò tutti i presenti del 1° reggimento Granatieri venne considerato meritevole di medaglia d'oro di cui è fregiata la bandiera. Non rammento il nome di molti prodi che su quella terra diedero l'ultimo respiro per l 'Unità d'Italia e per la libertà di un popolo da secoli oppresso dalla tirannia borbonica; solo ricordo il tenente Calliano colpito infrante ed i sergenti Villa e De Maestri .\fracellati da mitraglia, ai quali la sera stessa io con la mia squadra diedi sepoltura. Occupata Mola di Gaeta (oggi Formia) la nostra Divisione riprendendo la via di Capua entrò a Napolife.steggiata dal popolo. Il 20 jèbbraio i 86i il tricolore vessillo sventolava sulla torre del 'ultimo baluardo di Orlando e 22 milioni di abitanti fraternizzati in un sol popolo formavano il nuovo Regno d'Italia. Roma, 3 No vembre 1902". Battaglia di Mola di Gaetà. L'entrata dei Piemontesi a lWola

Luigi Ruffin Maggiore a riposo 162


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Schema della BattaKliu di Mola di Gaeta, elaborato dal Generale Re11ato Costaglioli

Per la battaglia di Mola di Gaeta furono concesse: - medag lia d'oro a l valor mi litare alla Bandiera del 1° Reggimento; - medaglia d'argento al valor militare alla Bandiera del 2° Reggimento; - 7 Croci dell'Ordine Militare di Savoia (oggi d'Italia); - 167 (44 al 2° Reggimento) medaglie d'argento al valor militare; - 233 menzioni onorevoli.

Messa funebre in .m jji·agio dei morti dell'assedio, celebrata il 17f ebbraio ll/61 sull'istmo di Montesecco

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PER. L'INDIPENDENZA. E L'UNITA D'ITALIA NÈL 1.848, 1.84,9, 1.859, 1.860-61. , .

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IL CONSIGLIO D'AMUINISTRAZIONE

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LA LOTTA AL BRIGANTAGGIO NELL'ITALIA MERIDIONALE 1860-1867

CIR COSCRIZ IONE delle zone militari di Gaeta, Caserta ed Avellino (l.4 #ti', l n ,1t,1:,rM1' ,r,m tn:iw Mm1r1YU ,,,, /lrri(,'lf~ rfdf~ di;,,isi,o,if ,f1' :\14>,.,,i) ,

Territorio dove hanno opemto i Granatieri nella lotte, al Brigantaggio Cartina tratta dal testo "Il Brigantaggio" di Cesare Cesari. Ed. 1920

Dopo la Battaglia di Mola di Gaeta, la Brigata Granatieri non partecipò all'assedio di Gaeta, ma fu impiegata, sin dai primi mesi del 1861, nella lotta al brigantaggio nel I' Ita1ia meridionale ed in particolare nei territori al confine con lo Stato Pontificio. La lotta durò ben dieci anni e si concluse senza vincitori e vinti. Difatti, allorché nel gennaio 1870, il governo italiano soppresse le zone militari nelle province meridionali, sancendo così la fine ufficiale del brigantaggio, la resistenza non terminò, ma venendo meno qualsiasi carattere di azione collettiva, si affievolì l'appoggio popolare e la guerriglia degenerò spesso in banditismo. Certamente non è parlando del confronto militare tra le forze contrapposte che si esaurisce l'escursus sul brigantaggio, tanti altri fattori entrarono in gioco: quello politico, quello sociale, quello economico che se al momento fossero stati affrontati e valutati nella giusta misura e non con la sconcertante superficialità di alcuni uomini di Governo, avrebbero impedito molti lutti, lacrime ed odio tra fratelli. Il ricorso all'impiego della forza normalmente, proprio per i risultati che produce, deve essere sempre l'estrema risorsa da spendere. La storia ci insegna come tutti i popoli hanno vissuto e combattuto lotte fratricide il cui risultato è stato la traccia di solchi incolmabili e l'innalzamento di ostacoli insormontabili.Sicuramente questa "attitudine" dell'uomo è innata per le origini dell'uomo stesso. Non deve, pertanto, meravigliarci se fratelli si affrontano anche in modo cruento. Sta nell ' intelletto umano ed in quegli organismi, che la parte migliore dell'uomo elegge

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into rno per una sopravvivenza comune, siano essi Stato o Governo, la morale o l'amore, cli individuare quei presupposti affinché queste lotte non abbiano a verificarsi. Purtroppo ciò mancò nelle province meridionali tra il 1860 ed il 1870. Ben centocinquantamila uomin i si sono affrontati e combattuti per dieci lunghi an ni . La storia, una volta che non esistevano tutti i mezzi di comunicazione attuali, la scriveva chi la vinceva . Nella guerra al brigantaggio colui il quale ritenne d i aver conseguito l'obiettivo non ha mai voluto inneggiare ad un "vittoria", al punto cli non aver mai concesso ai reduci una medagl ia Col. Ignazio A dorni Coma11 da11te del 2° Reg- commemorativa per la partecipazione ai fatti d'anne. Ciò arigimento Granatieri dal prova della volontà di far dimenticare questa triste vicenda ita1861 al 1866 liana. Lo Stato Haliano ha, però, riconosciuto gli episodi di valore e concesse numerose ricompense.

REPARTI GRANATIERI IMPEGNATI NELLA LOTTA AL BRIGANTAGGIO GRANATIERI ANNO

LOCA.LITA DISLOCAZIONE

REGGIMENTO B. G. di Sardegna

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PARTICOLARE FATTO D'ARlVlE

Zona 'Mil itare Gaeta Banco (20/0 I) Durazzo (27/06)

3° (dopo 73° f.)

1861

Zona Mil itare Caserta

B. G. Lombardia

S. Marco (4/06)

4°(dopo 74° f.) B. G. di Sardegna

10_20

Zona Mil itare Gaeta

B. G . Lombardia

3° (dopo 73° f.) 4°(clopo 74° f.)

Zona Militare Caserta

B. G . di Sardegna

10-20

lungo la frontera dell 'Umbria

B. G . Lombard ia

3° (dopo 73° f.) 4°(dopo 74° f.)

B. G. Napoli

5° ( dopo 75° f .) 6°(dopo 76° f.)

Marsica

B. G . Toscana

7° (dopo 77° f.) 8°( dopo 78° f.)

Sangermano

1862

1863

S. Ma1i a di Vico (5i8) Pietre Schiatte ( 18/8) Messerolc ( 13/ I 2)

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Combattimenti conLacedonia, Bisaccia, S. Angelo Dei Lombardi tro banda Caruso


GRANATIERI ANNO

LOCALTTA DISLOCAZIONE

REGGIMENTO 10_20

B. G. di Sardegna B. G. Lombardia

1864 B. G. Napoli B. G. Toscana

Gaeta

3° (dopo 73° f.) 4°(dopo 74° f.) 5° (dopo 75° f.) 6°(dopo 76° f.) 7° (dopo 77° f.) 8°(dopo 78° f.)

Lacedonia Sora Cassino

10

Gaeta

20

Calabria Citerione

B. G. Napoli

5° (dopo 75° f.) 6°(dopo 76° f.)

Mignano

B. G. Toscana

7° (dopo 77° f.) 8°(dopo 78° f.)

Zone Militare Caserta Avellino

5° (dopo 75° f.)

Beneventano

6°(dopo 76° f.)

Circondario Lanciano

B. G. di Sardegna

1865

1866

ultimi mesi

18671870

B. G. Napoli

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PARTICOLARE FAITO D' ARME


Tutti i Reggimenti Granatieri (dal primo al decimo) hanno pa1iecipato a questa lotta diffici lissima sia per le difficoltà dovute ad aspetti prettamente militari (conoscenza del terreno e del nemico, forme di lotta mai adottate), ma principalmente determinate alle caratteristiche fisiche e morali dei Granatieri, il cui fisico è poco idoneo alla lotta basata sulla sorpresa e sulla rapidità e la cui indole è poco incline alla repressione, a volte spietata, del nemico. Tuttavia, anche in questa lotta, il valore e la fedeltà del Corpo non mancarono così come i riconoscimenti , che furono di: 42 medaglie d'argento al valor militare cd 84 menzioni onorevoli. Snakot mod. .1842 per truppa del Reggi111ento Granatieri, con il nuovo fregio stabilito nel 1846

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Lettera di richia1110 del Co111a11tante della Zona !11ilitare di Gaeta al Comandante della Brigata Grcmatieri. D0c11111e11to conservato nelfondo "Brigantaggio" dell'Archi11io Storico del/'Ujjìcio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

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Ge11rale Gozzcmi di freville


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1863 Ujjìciali e Granatieri presso il Deposito di Siena Foto custodita presso il Museo Storico "Granatieri di Sardegna"

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Il Maggiore Giulio Fiastri, reduce dalle campagne del 1848 e del 1849, dalla Crimea, da San Martino e dalla presa di Perugia, durante un'azione contro le banicate palermitane fu ferito una prima volta alla coscia, continuò a combattere, sciabola in pugno rimanendo di nuovo gravemente ferito. Morì qualche giorno dopo in ospedale. Prima di morire scrisse al fratello:"ieri fu i graffiato da una palla, oggi però hanno tirato meglio"; ed all'aiutante maggiore dettò queste parole: "il Reggimento ha dato prove del suo dovere; se io vengo meno, il Battaglione sosterrà il resto e la reputazione del Reggimento". Meritò la medaglia d'oro alla memoria.

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LA TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA 1866

Giova1111i Fattori: Scena di hattagfia con gruppi di gramt1ieri i11torno al c,umone, (I 8661870), matita a grafite, fochiostro bruno e acquerello grigio sll C(ll"Ut beige, mm. 278 x 426

Nel I 866 /'llalia si sentivajòrte nel suo esercito, ricordava con orgoglio la recente rassegna di 300 cannoni nei campi di Somma e w,pettava come una notizia lieta l'annunzio della dichiarazione di guerra: La vittoria parea certa, ammettendo tutto al più che non sarebbe pronta né esente da qualche rovescio nei cominciamenti. L'esercito nostro era novizio, appena messo insieme con soldati di origine, di stirpe, di tradizioni diverse, talora sino ripugnanti: con i!fficiali di carriera, ed L![fìciali di ventura, allievi d'accademia o allievi di caserma, resti di llltte le tirannidi o rigogli di tutte Lo rivoluzioni; c'era di tutto. Il cemento della disciplina, la bandiera, il nome d'Italia, il giuramento pel bene inseparabile del re e della patria, gli interessi, i 'amor proprio, lo spirito di tolleranza, aveano fatto miracoli. ma L'omogeneità della massa non c'era ancora; o quest' esercito moveva contro un esercito tutto d 'un pezzo: L'austriaco, vecchio radicato, con tradizioni secolari, memore.fòrse più di botte prese che date, ma ad ogni modo tale da poter s.fìdare più burrasche, e per di più asserragliato in uno dei più.formidabili sistemi difort~fìcaz ione che si conoscano; ma in nostro .favore stava - massimo dei vantaggi: essenz iale a saperlo s/i·uttarlo - una superiorità numerica, schiacciante pel nemico. l'Austria tra I 'A lpi e il basso Po, tra Venezia e il Mincio contava 146982 fanti, 17082 cavalli, I 5192 cannoni, e noi avevamo pronli più di 250 mila soldati con 250 cannoni; ma restringendosi al computo delle.fòrze che sifi·onteggiavano verso il Mincio e verso il Po, trascurando, cioè, dalle due parti le cifì·e dei presidi discosti, le proporzioni numeriche dei due eserciti risultavano ancor più promettenti per noi".

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Eccole: ITALIA FANTI 215652 CAVALLI 35180 CANNONI A. 630

AUSTRIA

103074 15767 176

La vittoria non potea essere dubbia; la dichiarazione di guerra fu accolta con entusiasmo. Non erano passati due giornie e due nottiuna notizia che parea incredibile. ed era vera, si diffuse come un lampo: l 'Jtctlia tra lo sue date nefaste dovea registrare per la seconda volta il nome di Custoza; noi avevamo perduto al primo urto, non già assalendo il nemico nelle.fòrtezza, ma combattendo in campo aperto."

24 GIUGNO 1866 BATTAGLIA or CUSTOZA II mattino del 24 Giugno 1866 dal Quartier Generale del neonato Regio Esercito Italiano, venivano diramati gli ordini per l' azione della giornata . Mentre il 11 Corpo d'Armata doveva lasciare due Divisioni a guardia di Mantova e le altre quali riserva generale, il III Corpo cl ' Annata doveva portarsi sulle posizioni cli Sommacampagna e Villa franca ed il I Corpo d 'Armata avanzare sulla linea Santa Giustina-Sona. Del 1° Corpo d 'Armata faceva paite la 3a Divisione, comandata dal Gen. Brignone ed a questa appa1teneva la Brigata Granatieri di Sardegna al comando del Magg. Gen. Alessandro Gozzani di Treville. Verso le 7 la 3a Divisione, proveniente da Valeggio in direzione di Villafranca, ode il rombo del cannone. Il Gcn. Brignonc comprende che occorre occupare le alture di Custoza e, preceduta da una ricognizione di Cavalleria (3° e 4° Squadrone Guide), la

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I Granatieri a Custoz" Quinto Ce1111i Numero unico sui Granatieri

Brigata Granatieri sale sul Monte Croce. Dopo la preparazione d 'artiglieria che causa parecchie perdite alla Brigata, ben sci Brigate Austriache si apprestano ad attaccare Monte Croce. 11 Gcn. La Marmora ordina al Gen. Brignone di tenere le alture di Custoza ad ogni costo. TI 2° Reggimento Granatieri, sulla destra, subisce l'assalto dell'intera Brigata Weckbecker, ma la respinge oltre Casa Vegruzzi. Sulla sinistra, due Battaglioni del ! 0 riescono dapprima a respingere anch'essi gli Austriaci, ma, intensificatosi il fuoco dell'artiglieria nemica sull'intero reggimento, questo sembra entrare in crisi. A questo punto il Comandante Ten. Col. Annibale Boni ordina di suonare ''il silenzio'' e nella calma conseguente addita la Bandiera e grida "se non vijèrmate, io porto la Bandiera in mezzo al nemico". l Battaglioni riprendono rincuorati lo schieramento e poco dopo respingono l'attacco austriaco. Nel pomeriggio avanzato viene ordinata dal!' Alto Comando la ritirata generale sulla riva destra del M inci o, ma la resistenza opposta alle truppe austriache dai Granatieri per tutta la giornata, è stata definita epica. La Relazione Ufficiale recita testualmente: "Le truppe austriache che avevano partecipato al! 'attacco di },;/onte Croce, si erano totalmente esaurite, dopo di avere impiegato le loro/orze sino aL rnassimo limite possibile; i vincoli tattici nelle stesse si erano a!Lentati ed attenuati ed anche, in parte, perduti a cagio11e delle gravi perdite". Nella triste ma gloriosa giornata di Custoza, i Granatieri subiscono più perdite di qualsiasi altra delle Brigate impegnate nell 'az ione. Cadono sul campo tre u ffic iali del 1° Reggi men lo (Cap. Locatelli e Tenenti Barucchi e Gabba) e ben dodici del 2° Reggimento (Ten. Col. Statella, Magg. Cappa, Cap. Caselli, Tenenti Vatteville, Giulini, Miraglio di Moncestino c Sottotenenti Santi, Gaudiez, T homiz, Branchinì, Pasetti e Mancini). li valore della Brigata Granatieri cli Sardegna a Custoza è stato riconosciuto dalle medaglie d'oro "a viventi" conferite ai due Comandanti cli Reggimento Ten. Col. A nnibale Boni ciel 1° e Col. Conte Federico Manassero ciel 2° e dalla medaglia d 'oro alla memoria del Ten . Col. Vincenzo Statclla pure del 2° Reggimento. "La cooperazione di circa un sesto dellaf<Jrza della 3" Divisione ali 'azione della 9" mi

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obbliga a jèrmare ancora l'attenzione sulla intera divisione Brignone per debito di giustizia. Durante i vari combattimenti cui presero parte le due brigate granatieri, tra gli u_ffìciali vifi,1rono 24 morti e 38/eriti, tra i quali SA il principe Amedeo ed il generale Gozzani di Treville , i due comandanti di brigata,· nessuna brigata del! 'esercito pagò quel g iorno al paese maggior tributo di sangue; né quel sanguefit sparso da truppe inseguite dal nemico, ma speso valorosamente o fatto pagare a misura di carbone dagli austriaci, rimanendo dal loro combattere rotti due terzi di un corpo di esercito austriaco il 9°, Hartung, e terribilmente scrollato un terzo di un altro corpo. il 7° Maroicic,· o in questo l'azione di nessun altra divisione può esser paragonata a quella della 3''. Con tuttociò nessuna divisionefupeggio giudicata e durante la battaglia e dopo." (Q.Cenni)

QUINTO CENNI CUSTOZA 1848 - 1866 Album Artistico Storico Militare

In una delle relazioni sulla campagna del '66 che Alfonso La Marmora, già Capo d i Stato Maggiore del! 'Esercito, scrisse negli anni successivi, a discolpa del suo operato: "Ho dovuto quindi riconoscere, massima dai rapporti aus triaci. che se realmente biasimevole jù la condotta della Brigata ... (e qui fa il nome di un 'Unità che non si reputa opportuno citare) che, ad eccezione di qualche Uffìciale e qualche frazione che tennejèrmo, appena ferito il principe, si ritirò in disordine, La Brigata Granatieri di Sardegna ha energicamente, anzi per servirmi appunto delle parole del! 'Arciduca Alberto, eroicamente combattuto''. Le parole di Alfonso La Marniora, La cui fi'anchezza non trova alcun .fì·eno dalla considerazione che quella tale Unita 'fòsse allora comandata da un Principe della Real Casa (trattavasi di Amedeo Duca d 'Aosta). sta a conjènnare ancora una volta come il prestigio dei Granatieri di Sardegna sia stato conquistato e m.antenuto, non per he-

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nemerenze di carattere dinastico, ma per lo strenuo valore da essi sempre dimostrato sui campi di battaglia ".

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Alfonso F errero della /l!farmora a Custoza

Vittorio Emanuele I I a Custoza

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I GRANATI.ERI DA CUSTOZA ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

1866-1915 Fu un periodo di pace relativa perchè, al di fuori delle guerre coloniali (Guerra italoabissina ed italo-turca), l'Italia trascorse un periodo di trasformazioni politiche, sociali ed economiche volte ad unificare la nuova nazione ed a creare le premesse per I'acquisizione di un ruolo di prestigio europeo e mondiale. In tale contesto l'Esercito, nonostante la presenza tra i governanti di molti militari, fu messo in disparte - gravi furono le conseguenze delle scarse risorse economiche assegnate - ed impiegato solo nelle rare necessità di ordine pubblico e cli calamità nazionale. Da qui le riforme più disparate ed il decadimento della preparazione dei Quadri e del1'addestramento dei Reparti. Rimasero fortissimi lo spirito interiore dei Corpi ed il ricordo delle tradizioni, consentendo di tenere fede agli ideali, specie in quelle Unità, come i Granatieri, le cui radici affondavano nei secoli. La Brigata Granatieri di Sardegna, difatti, che al momento di pa1tire per la guerra si trovava, come si è visto, di guarnigione in F irenze, tornata dal fronte venne messa di stanza in Udine ( 1° Reggimento) e Codroipo (2° Reggimento). Il 1° Reggimento salvo un breve periodo (ottobre-novembre 1866) di permanenza in Palmanova - fu di stanza in Udine fino al settembre 1869; il 2° Reggimento dall' l ottobre 1866 al marzo 1868 venne trasferito anch'esso ad Udine, per essere poi dislocato a Treviso dal marzo 1868 al settembre 1869. Tuttavia nel dicembre 1867 il 1° Reggimento fu inviato, unitamente ad altre Unità, in Sici lia per soccorrere la popolazione colpita dal colera. N el settembre 1869 la Brigata Granatieri di Sardegna, al completo, fu dislocata a Venezia, per essere quindi trasferita, nell' aprile 1871 a Roma, nuova capitale del Regno, dove sarebbe rimasta fino all'agosto 1875. ' Il 5 marzo 1871, Ministro della Guerra Ricotti, si procedette al riordinamento della fa nteria. Le Brigate Granatieri di Lombardia, cli Napoli e cli Toscana, costituite tra il 1859 ed il 1861, furono sciolte, ccl i sei reggimenti che le componevano ridotti a reggimenti cli fanti di linea. La Brigata Granatieri di Sardegna fu così l'unica della spec ialità arimanere in vita. Dal 1° aprile 1871 tutta la fanteria di linea fu fornita d i identica uniforme, la sola distinzione per i Granatieri fu la granata sulla coccarda tricolore del berretto. Gli stessi alamari d' argento iùrono aboliti , con tale amarezza dei granatieri che gli Ufficiali continuarono a portarli cuciti sul rovescio del bavero. GI i alamari, ad ogni modo, furono restituiti alla Brigata Granatieri di Sardegna nel 1879, unitamente alle placche da giberna ed alle "tante altre cose soppresse nel 1871 - annota il Guerrini - per amore, forse dottrinario, cli uniformità".

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Nel 1878 Vittorio Emanuele II morì e il 9 gennaio salì al trono suo figlio Umberto I. 112 gennaio 188 1, poi, pressoché a llo scadere del decennio dal loro scioglimento, le Brigate riassunsero le loro antiche denominazioni e formazioni , e si riebbe pertanto formalmente la "Brigata Grnnatieri dì Sardegna", formala dal 1° e dal 2° Reggimento. Nel dicembre 1884 ancora una volta scoppiò in Italia una epidemia di colera, ed il l 0 Reggimento Granatieri fu impiegato, con altre Unità, a Salerno. La Brigata Granatieri di Sardegna nel gennaio 1885 venne dislocata in Livorno e nel di cembre 1888 ritornò nella sede di Pirenze. Fu trasferita successivamente in Puglia dove i due Reggimenti fornirono una co mpagnia ciascuno - formata da volontari per partecipare alla guerra italoabissina nel 1896. "Va qui ricordato, intanto, che dopo che la guerra contro I' Austria aveva dimostrato la superiorità del fucile " ad ago" usato dai prussiani, e cioè un fucile a retrocarica che s i serviva, per sparare, del meccanismo di accensione della carica detta ap- X-J 1"Eb.~ .i:-u:wi:t tSGL punto ad ago - anche l'esercito italiano aveva provveduto a sostituire, nel 1868, al vecchio fucile ad avancarica, un fucile del detto nuovo tipo, s ul modello per l' occasione studiato dall 'ingegncre Salvatore Carcano della Fabbrica d'Annidi Torino. Ma venti anni dopo era stata manifestata l'esigenza della fanteria di essere dotata di un fucile più maneggevole, di piccolo calibro e con cartucce senza fumo; e poiché g li studi in proposito, intrapresi nel 1888, avevano portato ad escludere l'adozione di un fucile straniero, nel 1890 era stato bandito un concorso con termine il 31 dicembre 189 1, concorso che aveva visto vincitore il modello presentato dalla detta Fabbrica d ' Annidi Torino s u progetto ancora dell'ingegner Carcano. Era nato così il "fucile modello 9 1", calibro 6,5 ed a rigatura parabolica, che venne adottato l' anno 1892, costituito in sostanza <lai model lo Mann 1icher a otturatore scorrevole, con serbatoio per cartucce centrale e fis so, capace di un caricatore contenente sei cnrtucce, ossia il fucile Mannlicher, appunto, al quale il Carcano aveva però applicato, modificandolo alquanto, l' otturatore creato per il "modello I 868". (Cata ldi) Proprio a cavallo del secolo, intanto, le uniformi rosso-azzurTo dell'epoca risorgimentale vennero sostituite da quell e g rigio-verde,

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strette le gambe nelle fasce mollettiere : per tutti , compresi i granatieri, che serbarono sul colletto gli alamari e sul berretto la granata . Nel settembre 1899 i primi Battaglioni dei due Reggimenti vennero posti di stanza in Roma, dove l'intera Brigata sarebbe stata definitamente destinata nel settembre 1902. Da allora la cittadinanza ha conside''.Fanfara dei Granatieri". Olio su tela di Luigi Nono (]850-1918) Copiagentil111e11tefomita rato i Granatieri "i soldati di Roma". da Giovanni Scarpelli Il 29 luglio 1900, a Monza, per mano dell'anarchico Brcsci, venne assassinato Re Umbe1to r. Salì al trono il figlio del defunto sovrano, Vittorio Emanuele TU il quale, ad ulteriore testimonianza del legame dei Savoia ai Granatieri, fece clono al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna della dragona d'oro appartenuta al padre. TI 28 dicembre 1908 un terribile terremoto d istrusse Reggio Calabria e Messina: ed in quella occasione il l O Reggimento Granatieri di Sardegna, con l'invio di 1.500 uomini nella zona di Villa San Giovanni, prestò opera di soccorso alle popolazioni calabresi colpite e la sua Bandiera venne decorata con medaglia d'argento di benemerenza. Nel 1909, re Vittorio Emanuele Ill, in occasione del 250° anniversario dalla fondazione della Specialità, concesse che gl i alamari fossero portati sulle manopole della giubba e fosse impressa la granata sui bottoni dell ' uniforme e su l berretto. Lo stesso anno fu adottata la tenuta di marcia grigioverde, usata poi in Libia e contro l'Austria. Anche il copricapo fu in panno grigioverde con fregio nero, venendo anche fornito alla truppa, per le diverse esigenze, un casco di sughero e l'elmetto "adrian" in acl'fS:l.™'2.\liM ~. ciaio. N~~~~ N el 1911 venne di~~ chiarata dall'Italia guerra alla Turchia mirando alla conquista della Libia. "Alle operazioni di sbarco in Tripolita11ia nel 1911 e poi alle operazioni militari in Mar Rosso e' a ~fìne ma(roio b<~ ~h·ìnnfo ç;in:a1rnti,.n:ì 6i $ cn·ben1rn 19 I 2, nelle isole del C..tu~ Jtl/11 8>1r1di,r:i .1 C'3~l111~ed1t11t.tfl! .. Or!n.t!,,t " - Hoin1:, 18 n1:i;_tHI 1,va '{Ili

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Dodecanneso per il consolidamento delle occupazioni eJJèttuate e per i collegamenti con i porti greci e turchi, partecipò il cacciato,pediniere ''Granatiere". Questa nave, uscita dall'"Ansalclo" di Sestri Ponente con armamento di quattro cannoni da 76/40 singoli e tre lanciasiluri da 450 singoli , lunghezza m. 65,07, larghezza m. 6, 11, in immersione media m. 2, I O, con equipaggio cli quattro ufficiali e cinquantadue sottufficia li e marinai, era stata impostata quale " torpediniera d'aho mare" il 24 luglio 1905, varata il 27 ottobre 1906, ed era entrata in servizio il 5 g iugno 1907. Assegnata per l'addestramento preliminare al Dipartimento Marina Militare di La Spezia, nel maggio 1908 aveva risal ito il Tevere per ricevere dai Sovrani iW(lestro Giuseppe l11anente d ' Italia la bandiera di combattimento offe rta dalla Brigata Granatieri di Sardegna, avendo assunto appunto il nome "Granatiere". Dopo essersi prodigata nei soccorsi alle zone colpite dal terremoto di Messina e per il ripristino delle comunicaz ioni con le isole minori, nell'aprile e maggio 1909 era stata i_nviata in Medio Oriente per la protezione dei connazionali durante i torbidi poli tici e le persecuzioni verificatisi contro i cristiani ad Adamoeie. li 6 aprile 1909, in occasione del 250° anniversario della fondazione dei Granatieri , il comandante del cacciatorpediniere capitano cli corvetta f crretti aveva inviato al Comando della Brigata Granatieri di Sardegna, dal mare delle Sporadi, una lettera così concepita:

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Foto del 2° Reggimento (li/a fine del/'800. Si 11ota110 tra gli altri i Ten. A11Ji1.u i, Big11a111i,Spi1111cci che si rie111pirt1t111() di gloria durante il primo conflitto 11w1uliale

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"In quest'alba gloriosa che si avanza a incoronare l '.ltalia rinnovellata, noi vogliamo essere degni, o Granatieri, del nome vostro che ci affidaste. "Noi, pugno d'uomini su una piccola nave, diamo la nostra piccola opera di Gregari alla Grande Marcia. Ci aiuti Iddio, e il pensiero di essere degni di voi, fratelli nostri, con cui abbiamo comune il nome e la meta". l 'anno dopo, 191 O, il cacciatorpediniere era stato di rappresentanza a Monaco e di scorta aLla nave reale in visita alla Sardegna ed alla Sicilia. Dopo la riferita partecipazione alla guerra del 1911 -1912 in Africa, il "Granatiere" nel 19 I 3-19 I 4 ha operato in funzione di dragamine nello Jonio. Quindi, nel conflitto del I 915-1918, è stato impiegato nel Basso Adriatico nella scorta per e dalla Albania, e nell'Alto lì.rreno per La caccia antisommergibili, effettuando anche particolari missioni a Gibilterra ed a A1arsiglia e collegamenti tra la Sicilia, Malta e le coste della libia, per restar poi nel Dodecanneso jìno al I 921. Classificato "to1pediniera" il 1° luglio 1921, dopo un triennio di permanenza a Taranto, il "Granatiere" è ritornato nel Dodecanneso e quindi, nel 1925, è stato assegnato in Venezia alla Scuola meccanici navali per l'attività addestrati va, jìno aLla sua radiazione, avvenuta nel novembre 1927. Undici anni dopo, nel 1938, il suo nome è stato assegnato ad altra nave". (Cataldi)

DUECENTOCINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPO 18 APRILE 1909

18 Aprile 1909.

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ur.u \'Il.SU s.pi:1.n:n11 dd !:t Ca:.tnn ;i Umbeno I, tun:i awolt:,. in b:mJicre tricolori c,l onut.1 J.i ;idJobbi, b. V(:cchia Gloriosa Hrig:1.11 1!11 in :irmi; Essa 21t1.'fldc,•:1 che il Gion oc SoVr:tno \'cniss-,: tt f!IMWl:t in r.assegn.t. ' I.a Briwita t rll su due lin«, CÌ:lS(Un l di un Reg_(ill'lento, con l lhttaglioni io .:oJono:a doppia. Tuuo. i.momo riJM $rotgor.mte' di luce e di gioi:i, supcrb, b primavera renano t:

sulU \ ~ l2. distèU bi.:tn..:a, piU solenne~ $ C\'tf1 spìt,;,;:i,\·a l, nuss:i dei ll:1.u:agtiooi Gran2ticri. P.erch~ qudh prl,'$), d'armi ~ ptn:h~ quella ri,•im? 1118 2.prile l659 Urlo Em:umdc 11, Ouc1 di S:.t,·oU, ordìn2,-a b. 1e-.•au di nuo,•t 1n.1ppt ptr costituire il Reggimento di G\J:udi;i, nd qu~lc Jo,·C\-ano ir,quadrar~ le gi¼ esistenti cOm· 1,:ignic di ~broltcs e 81an Roches.

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O::i. questo R,:,g.i;iumno <li Gu:1rJi.1, ~tlr•wc,ro num~'f0:1~· vi,.:n-:lc- e u:i~fo,m:u:ioni. Jcri• ,..a,ono i Gr:i.m.ticri cd C r~·r qu~to .,:hc t,:i~ ,l'l Juc .mni Cfl son:1 in :ilf.ul'li Uffid:11i ~ :,i d1 pni Jifiul-) in 1-utti, ri,!Cl Ji cddime b rkorrc111;:i <.l <'I 150· Annin•1:,11tio. Mohi t:r.il1<) "t,t:.ui i

wturio JnnvJ. ..:debr,'-·si con ,u.assimA s.<:rnp!i.:it~. Cosi fu dlc si ptnsò :,J mt:i r:1t.t1;i, che il Sl)\·t.rno \'0111.: onm:ar.: ,li Sw prcscn.1~ e dw ~ !òviluppò J'.;,uirrui j,Jc:i. Jd l.'..:I\', .\lo1..tj<mi Coloandlo C<im;inJ:un..: ,Id l" Gr,m:aticri, .Il lnn:1lurc: nd .:ortilc dcll:i CJ.~..:1111;1 Umb,nu I uru .colonn.1 che s1cssi: :1 5imbolcsgim• il p:i~s.,to glorioso ,Id Gr:m:11icri ,: ne .1.t!Jil:t"-~ r:in-c:uire.

Jl<{'lgetd per rcnJcrt: 11:U geniale cd :11tr:1t:ntc b ksu gforim.a e all'oopo ~i er.too g~i. 1.1,:<olli numerosi fo-;1Ji, ,iu:inJo V<ono: li (uocsurc il Nu$tt() P:icsc l,1 c.i1:i.:1tn:1(e che tr.m)lll.:: Rciizio e Mrnini .

~db nobile~g.,.rn per .soccorrere i. miS('l'l colpi1,i <!J. Un tris.(' Je:stino, non furono in, fcriuri 11gli :iltri gli Uffid:ili iki GtJ.mticri d~ vollero destin.." ~ Il; i.ommc m.:ohe J"-""1 l:i fe·m., :i.i fmclh J, (~l.1h1h ,. Si('lli:1: 11c venne di vum,:çu~•~i:.~ che il glnri,,-.o Ar.ni-

J:.:.:o J"l.'r.:h\! 11d m:minu :mkutc di p i1H.i\''vf.l', b \'i:.:chi;1 l\rig:u:t cr.1 in lrmi. ,.\Il,; 1r pr«isc k lromb\.' :-..1uilbwmo :tnmmd:tnti il SO\ r.\110 e b ri,·isl.1 comin..:iJva; mui. :uuhc i 11i(1 umili ~r:t qud :mlJ:11i, intui,•Jno I.i sokn11it!1Jd 1nomcntò. Fini1.t L, u ..scgn.t, 1 l<crgimc:mi ,i :uunlJ.S$.3\'41tw p,:r lo .,fil;in11.:nt<' e S(ICassi\':tmenh: i ll,mJ;lioni f'-l."Sav,mo ian.m1.i .11 S<mirn.:, .:on <}Udi., .:bssi,J. pcricliun,: d1c ~ scmrrc ~t,;ta fa {:11.1u<-rb.1i.;:i Jei Cra-

·rcrmin.tto lv ·,pkne!i,11• Jis,:ot:1•>, :.i rcn,!tv:inc1 Ili n.1.lt1:ri : 'iuindi vcl'l.i\'.t romu.to il '{U,1,b.11t1 iat,W1<,1 :11l.1 c,11,>nn.1. n1:i tr'I.' L,1i I.: Hu?i),:, nd qo.mo il Sun:mu, :.eguilu .bl $+.10 $t;11V .\1 l~1;iN <.' ~ ,l:,i rii'1 Ahi L)i~nlt:.ar• Jdl.t c~,,i1:11..... Ai:• 1mFJx· ,t~ml'l\:m-o nei rbp,·uhi :tllo~p_i.m1àuti. .:.uno al Re I<: lh n,liN,:, Jet ,lite l{e~g1mcmi non.:h~· 1.1\1111,: ,lei t,:,mpl p.1.·;:,.,1i, 11:uh· per b .::,1111in~.:nz1 1fal ,\ fo,;t•ò St(1ti.:(I <Id Cr.ina?icn . .\ lir:ibik ~o:1Ji.1; ~tct111c rmniom: ,Id 1u .,, , :11t) e ,!ti prçscm1'.. p:iu,lio,:1 11mm K":l j'ICr i'.t\Ycni~c l l'rcscm,\:,: k· ,u mi, :il ,m;1hl 1lc1l:i nur,1:t r.·J1.: , ;iJ\',·:i l:i ~..1.1 tri.:<'lloHc :1.n'Ol_t;c11tt b .:<•· lom:.t, <.i :1,·:1n1.:1.,·.t J.llvt,l il C n·..\1tlb j,1ni. CununJJ.nt<' ,kl a" Gt:ti1...t1kti .:b.:, .:,)n l•r\•,·i vibPI-: 11:m,1k-, !-:'llut:t,·J. il mo11ucn~n\<.1 ~ 1w •,;>k'.1;:i,·..1. b i mb<.1li.::i r.1gio1w. 1'\1i inizi:1~·:1. !I r.110 Ji...:msu D0111,·11i..;v G1:c~1ini IC'f!cmc .:olo11ndl('• :1:!li..-(, ( it.m.uicr..· ,: .:uhorc proi111d,) ,!di: ~mri.:hc <li¼'il'lin~·.

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Con l:1 p1mb ot.t su11C1h.1mcm,: l1ri.:.t. or., SC\'(r.tm~-iltc n1,,-k s1:-i, E;::li <;i tW\°llf;<V.l :illt: m;dli~..,nz.~ ddh' c.1 :,lii:- umili. 1u1w :tffo,;.:ì1un1to. rntk 11:1!i,i11,;md11 1'1:t ì ;::lorìo,;i ,:1.mmi11i ,Id p.w,.110; .i ..u11i:u•.2 EJt!i li f.r:111,l,:.u:.) Ji H..,m.1 :..:-iui:,ut.1 c1.1lt:i lc!'me:zz.1 .m.:1:c n,:i più gondi iu, n.:~:,i ,: qu\·~u frnw.:u;1 mit:1t·ilc tr:,U p.trJ~ona\'J .11!:1 t..m~~·i:t :.,...mrr.: Jj.

mosu:n:.t .I.ti Gr.:in,Hlcti 111.'II,: iu:1gh\· hllCH<.: ,vml,,:1ttu~c in .?jO:inni. :,u;lw ,111:1n\l,"> b vi1toru n::,1, .wc,•a lllto .:iniso c ,·onduJc\·;1 dtl' ~!,, il fc11l~ù \'1)1,:r.: C .trrJ. di buon ,·, itu .lll.:h1: m;llc im-pr~"Y.: sfa, orc\·ohmmle iui;-i.1k, Q1u ndn l':.e;li ricvo.:6 ~li spiri;i J.ci (;1:w.,ti.:11 n1ùrti ç ,!iss,: cht- ,l.,ffinlinitv ~r.u1 .:on, n·uu1i i1umno :tgli :t<-1.lnti. .mr:mi J ;1.l l.l tm,cs:.'l ,.ldl':itiuu\·, uu f,ri, i+Jo prokm,i,1 ,1ttr.wcrs6 ..: :.(0~$:: l'.lt1i111.l ,h 11m\ ç ,111.:i nwmcmo foi,:.1.:c \·.;r,..,,:,n,;h..;·i~i ;;i,nni pil'J fom:111i. rk,1hl.i1<.1 J:i .:ùloro .:hc cbN.T11 I.i fr,1run:1 Ji rr,:nJcr r ;tm: .1lh ~ol1·nn1: .:crinrnni,1.

185


A.Ile 12, I o il Re lasèi:1,·a h Caserma osscqui:no dai pr~scnti, a,;d:1mat0 ,b l popolo, che numeroso ancn,k,·a sulb spi:111:it:1 di Santa Croce in (;uus:tkrnmc ; poi a pOèn :1 po.:o unti

F()T. /:ll/1N GE/.!.S7"i

-

22 -

Regio Decreto. VITTOR IO EMANUELE III PEil GRAZIA 01 DIO jj PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D' JTALIA.

lti. oc.cas10nc del 2 50° Anniversario della fondazione del Reggimento Guardie, dal qLiale trasse ongm~ l'attuale Brigata Granatieri di Sardegna e come attestato della Nostra speciale consider.aztone; Abbiamo decretato e decretiamo: Artiéolo unico. Gli- ufficiali ed i militari di truppa della Brigata Granatieri · di Sardegna. portèra1mo fre1fsegu~nti oltre a quelli già d1 prescnz1one : 1° Sulle manopole scarlatte della giubba di panno turchino scuro un alamaro simile a quello del c-olletto: 2 ~ Su tutti i bottoni e bottoncini metallici, la granata caratteristica del Corpo. IkMìnistro della Guerra

e incaricato della esecuzione del presente decreto, che

gistrato··alla Corte dd conti.

Dato a Roma, addi r 5 aprile r 909. VITTORIO EMAN UELE.

186

snra rc-


ilE6SIMEtiTCJ GftAIIA TIEII OnDINE DEL GIORNI 27 MARZO 191 1 ORANATIER I ! Si cçmriono '-'a'f!• dnqmnfannl &I a· ln l:,~r."or.a,,c.!(, 1n cui il )(f \/fTTf)RfO EMANU!LE.

l C'ios,:lltndo il volo ètJ M:,n:nfmo Suo Otult<t,r. rc:!do1mav• ti Mci:éo U dirilfo ~cll'Ualia 1101fu. r,u , mlrAbJ!t vlrtU, per ccr.cordl1 di fr:nc1Fe e d i f>c!o, rutilulta in dfP,n;1b di ftEQJ\'O LIBEr::O E INDIPENDENTE, In QUt.<i:t~ giorno solcm>t', s.ia" 1ll1t ploriruicne ttll,, Patria r"tr.t,. noi, the ncn vtd~ cr gll •mart giorni od ttn••t~io. \·ol,&?iamo H nodr~usitro rfc<'t1Ucr.r.te a1• 1nfin1t1 uhl~ra di ~trtltl, , che ntll'ulHo, r.d t:uc•r•, su: ptljb(lfl, tt._1 cr rr1 ~i ti!'lltt,:1·1, tacriiic.:.rc.ro !f 1'usl, r:,u C~f!Ctll:rte

CINQUANTENARIO OELL'U~ITA' D'ITALIA

l'anika \'ttg<'gn:. e redimere lo P:t!tl.t cJ11ll' ahh1t1.iflC' ci'ur.!'I 1tcc.'l:u,: 1erviH1.

GB!~ATl 8 RI ! 0,1v-ahli :il r.oStro 11r.io Tricolort. tt,::nttlo , ·tnff21o dtU2 Pafria rtdtnl,. rmno"-cUf11r.o neWanimo m., stro II giuramento d 'Jnc-roll.abil!! ftdtft;'I :t11 nc!lt,. c'orlcu Oi11~sH• di Sa\'Cla e allt Ub(rt fs1ituzlonl c he d r~sono, n!corJicmccl c he ria f.or:au:h!a e lo S111u1o !ono le t'Ote

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ltali.1, Il limbolo e il ugitli, c!tlfa su11 rinno\•11:~ \randt•11a. SII lr1gf:,rcd iJ,101r:o :d Eue

aHtlto

riconnf(ltnl• e con fcc!c u1dlu.!ma. t guardl11mo e:n !-lcura f!t"i.;cia 211'1V\tnhe c!tlla F.i!irif tt11I in cwore che quri due Astri Mn¼rfit. <:he IJJumfnaro.r:., rauror• c:!tl no,iro Ri!0rahrcn10, gufc'turiro fl polo lhill1no al cor.stguimtnto d~i SUOI ALTI U fMMANCAOILI ÒESTJNI.

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l,'31UIOnle Magg In f'

r.U1gnru111

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IL COL ONNELLO C-Omnnd. del Reµirlrnenlo

r. Mo JaJonJ •

I GRANATIERI NELLE IMPRESE COLONIALI Con lo stesso spirito, indomito e gagliardo, con cui si erano distinti nelle guerre d ' indipendenza, risolvendo con onore s ituazioni di ffic ili, alcune compagnie di G ranatic r.i parteciparono alle campagne co lonia li. Quando le fop:e ne miche furono notevolmente superiori al nostro Corpo militare, come ad Adua nel 1896, - quindicimila uomini, ascari e indigeni compresi, contro i centoventimila del negus Me nelik molti caddero sul campo. Nella gue1n italo-turca ( 19 11 - 191 2), che ebbe risvolti più fortunati , identico fu il loro valore nei numerosi, insidiosi combattimenti. Nel Musco sono conservati cimeli di anni, tolte agli arabi, fucili e divise co loniali dei nostri soldati , caduti o feriti, sullo sfondo pittorico di alcune battaglie e della foto del cacciatorpediniere "Granatiere" che partecipò allo sbarco in Tripol itania, a i co llegamenti nel Mar Rosso e al consolidame nto delle azioni di te rra.

U11if,1r111i ed abiti abissini rnstodite nella sala dedicata alle guerre colo11iali del Museo storico dei "Granatieri di Sardegna"

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A destra, abito di gala di un Ras abissùw.(fòto riprodotta dal libro "Esercito e 1ìw/izùmi" di Mauro Pucciarelli, edit() dallo Stfllo Maggiore dell'Esercito nel 1990).

LA BATTAG LIA DI ADUA 1 MARZO 1896 L' Italia aveva posto 1nilitannente la prima volta piede in Africa - dopo l'acquisto nel 1869 di Assab annessa poi nel 1882 - il 5 febbraio 1885 quando un suo Corpo di spedizione forte di ottocentodue uomini al comando del colonnello Tancredi Saletta (I 8401909) era sbarcato a Massaua, costituendovi poi - a cura prima del generale Carlo Gene ( 1836-1890) succeduto al Saletta e poi ciel colonnello Giambattista Segni - le prime " orde" di soldati indigeni (i "basci-bazuk", a lettera " teste matte"), poste agli ordini di ufficiali ital iani (capitano Francesco Cornacchia, tenenti Brero, Poli, Viganò e Virghi), tutti caduti poi nel primo combattimento contro le orde del degiac Dcbeb Araja nell'agosto del 1888. Tali soldati indigeni su proposta del generale Antonio Balclissera ( 1838- 1917), con R.D. 30 giugno 1889 erano stati orQ,...,.Jo • .,,Ilo •('1•(,io ,J,I la i1111,1••t1•I• ,.;,,;,;. ,Id S''""'' J;,.,11.., ,1, 1.• I',. ... !,., Ala!C~• :I (;-,.. h aJ,.,,.v ,Ivo} ·~·t,fiu ;,. , ..u . Cutt.o nio•,u~,i ,;,.f.,,.; •rU• E,:1ru ,o.,i,1u, 1i ;.., . ,. .... ; r,r•oti c-,...,,;,,.;11 J.., 'tVlc:uou,; e ,J,. ,,,,.11; • ,,cuu 111(,; ,I. dinati in quattro battaglioni regolari di .:, ;l,~~t !~'.-.,i:rf~;~·:·~.,:;::,r:, ,:..~~~t'.',;:.~~·:.~::1'!,7",;~~l~(!;:,;·::.!"l:ft .r.:,"';~f:ii: truppe eritree (i Battaglioni Turino, Hi- ::·· 'I*' ,ti Sl'lCCHIO 4.,ii tht ,,,...,. J.N1• ASI, nrt. .,,41zW dalgo, Galliano e Toselli) ai quali se ne d' 'ltfu '"' "" o,... erano poi aggiunti altri quattro nel 1895 110,u(hOu ,1,,~..,....,. 11,...,. (i Battaglioni Arneglio, Cossu, Valli e g.,...,.. r..Gamena). t*f lo.,..., Clc•• Molti fatti d ' armi intanto si erano verifi i'cati, qual i quelli di Cassala ( 1890), Agor•le ,i.__,. dat (giugno 1892), ancora Agordat ~ :..,_ :~.~!U!!:L ~!l1r,i. !!:,,.."i.. ,le (dicembre 1893), ancora Cassala (27 luc,,.,u. •• glio I 894), Coati e Senale (gennaio lrtCCHtG --«l'k• 4itil e1 .,.,,. r &lnu Cli .,;a, ,u tr•lli 1895), ArnbaAlagi (dicembre 1895). Tali c.., ,. eventi, che avevano visto immolarsi nu: ~ I merosi ufficiali italiani alla testa dei sol••lrlu •. ........ ....... _,,.. ,. -.n. .... ... +---t--1--t--f u,..., dati indigeni (gli "ascari") s ia in Eritrea che in Libia e in Somalia, indussero I'Italia a costituire in Africa ai primi del 1896 un Corpo di spedizione di quindicimila uomini, ascari e bande indigene compresi, agli ordini del generale Oreste Ba- Brano tratto da "La Vecchia Guardia" Organo Ufjìcia/e

Granatieri di Sardewia nella Impresa Africana , t(.,5, - ,,,,

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delf-'Associazio11e l\/azùmale Granatieri negli anni 20

188


rati eri ( 184 1- 1901 ), già veterano degli scontri cli Cassala e Senafé. I Granati eri di Sardeg na alla battaglia di Adua Di tale Corpo di spedizione feC:01nt ri,ul, ...1.11.. •.. t.,11, utl,,i,1~ I 1•• 11 .. 5lion1 ; " '~ ,li • r...,...;•. I' Affl(..I • tM,,.,o • rÌ lo,o u•,sl,: 1 ,I 1ui.-o • "llui.al, • .f .o11.-tl1nal1 r •9 01)Ur•li , ~ 1,1,,t ,lt1 cero pa1ie le due Compagnie di (;N,hditn, .-,1 11 ,.( nir cl.l..., ..,..., ,,,lu... -. ,,.,,,,,i .. ,,. ,I -.,maa,lal!ltt ..kl f,..1tt1o.5I,..,., 1•hlt1Ì•o. ,r ti,o; ,l 111111.1..,ci.or SoJ.,M ,,.,., ~lt<>nJoJ, ,,,. ,,-.1t1111,l•n lc il » Jcl vo lontari fornite, come si è detto, • H$$iu1,,m.-. • P, r J'Oi '·"" ( i:, cl., l'HI r,..,.u ;I! •1u•·•I• f,., •., .... 5:0,0 .. ,~ ,I, ;\,l,u l,00511• a lr "'" l,,,rvÌ ('cr'lni u1ll'1111l~111,r1111,1 5c:ru·1alf 1l,l l11 l,~11a~l i11, l~cir,,I, in l,1r1tJ dai due reggimenti di Granatieri L'r.uu'."Ìl1.1 ct11tC'u, u)1n.anJ•1u in C'apu ,1,.1 '"" ~.-,,,,.,1, l\,. ,.1iui com1J1, O,t11r • ,ht rt• a1J il ilrll' ,li"";,lo f,11.5a1, di Sardegna. Esse furono inqual,,i1•h in,1:srni.... s,arul" All..-11011,, .• lorfJ•••• .... stu A,i .. u,.. li. ~-- ,.. I"'' Q_. . S", •- Sf" Il ,ltU• fuua!l'.I,. r••f' t1rl1• drate in battaglioni di nuova foru•"t , .. nln 1 11,i,s•t• 1n,Ji5,,.; • unin, ... l,,;.5.u a l)_.l~n•1·I_.. • ,lu1u. lu·-i,:sata Art-oLJ, a l rcnho, l,1is••• Ell,11• in ,i,ou, ma7.ione e consistettero di Tale ,,. 1u11e l'n,,l:nt ntl ,1u11I, ,lrur : 111:ulu1rnunno urll11 forv 11111~i., ., ,rcon,lo il 1li1a•o1i1i,o ,1,1 cou,amlt1 :1u.,.1al,, I, tnimr ,,,. 1,,;!C""' ,luvr,•11,11) rv, m•n: ;,, 1uu •al11 linea t"On1Ìn11at• ,J; fuml r , .io~ • ,in:10,11 ,1; m,li.,rni t'OII,. Cl1iJ111t• trentaquattro ufficiali e cinque1',\a.,,. al "cn1, o uil m. l\ 11jt1, • ,1,.,, . la •·otlt1 l\elol•i•A ri,nni , • ,li, 1auow-tui •'• la li l"'';,jp.,: ••• ,Ì,i1111c1.,f ;,- •Hr•• ,1,$-li Ollli11i ,l('I t'01uan,l•11lr cento soldati, dei qual i però alJC'ftoal, <hf' •11ti11-a C'oll• l,115au ,li 1Ut1"• J,. ._ .. _.J,. Joy,r:1a .,I ''"'"' t.... cuni erano ancora in fase di l.:a ,ut,4r.i. ,lrl Uu111(, ,.,( 'l""lc ,1.,.,, .. ,, '"" 11à .. ; I, 1011"1 l,11,r• ,r: 11,lf., •111•lr p H• pot t ut avr, 1u, 4'utnl111u:"1f'11tv, ,, 011 tn1 mvh,.1 cont,1ctu1" u u11rt1• trasfe rimento da ll ' Italia quando d1t tu ,,min,ua ,I; a,,11,.. M , mnlu, 101111tn l • t• ,. 4'111' la l:110 11,ll• ,lo"""••••(,.. uu u: I, nu,ttt l+t1JAlt f' ta ,l,.1.:rn1.. l,u1 lo d,il,,m , 111 ,lajli •f<•u•1•011 .. ntL Si 1+11t1 ""'•"i• ,l;IC', pir:r •ommi ca1~ , 11er 1111anto 1, 11, ;. u1n110 " vi,111 ,ti l'"i, cl1r i ,l11l" 10111 C'l,i ebbe inizio, la sera del 29 feb H.c-U,i,A1tt1Hl1 • 11.-111,i 11u11 ,1111,, dir ;,.,,llatt1111 1111.us.s, t, •• C'ltr3S11tt t10.. ~10~ ~ ,f,.,1,_., ....,.no ,1_.1 ...@Hlt .:,,._.j,.,,_ braio (era un anno bisesti le), • ,i11uu1-. •"""" f,. lt ,f." i•t.rlla1"'" (1•1•11"0•,..,,. .. al,,- ...0111c mt11<> alto •• t.,.11.,. ,c...,,.,-0 ,. ,1i1r."at', ,1 .... R.~ l'operazione conclusasi con la di Q,1t,11o tn, la 11110, du:: ,ll)v,r:v,. u,1111111, ,. L, 1111,11.- f1 ,1111r ,I; l,11U•,!j.li10 , ,,,Il,. ,11.ul,. +luv•• cu• frn1u1,i a,I •t1cn,l,1t $li l);,$•••i••• •ut11lt irru11 r ,I, ,lt1141r111o sfatta di Adua. Il Corpo di opera0 1,ionC' mamli, • m,1111f lt,l111•1>u;1;oni rl,t- , , , ,,,.. 1!1tlc ,11111 Il colle: C l,i1l111r , M a1 tt a ,; .. ~ura , 1111 •lu_.l, ,lot1e-o ft-111,,11,; la l,1:s11t • i1ul1'(tt1Ì {,A IIH",, puC' !, C'l1ilomr11i 1·•" •va111i, ;,. ,li1rttut1fl ,li ,,,lua (u""'), •11111 zion i italiano si trovò contro un l.. u ...s.s•• pOIUntC' ,. nOIIIC' r.. ~ 1hr r..,.1.. r....,J1.1uo l'AllocthHU ........, ... [,. s• lo1i5•I• (0.119t"1tJ_.) lf'. 1t•1•1Joo> l.afl.11 esercito molto superiore di forze, ,l11u ,I.I colf.. R,M,i,A,i.-111ni 1,ii, ,..,..... ,.,, .,,.,,111, tr1,i11 lo,, .. .alla f,,i,.. ,., 1111,l,sr•• . ."inoh,@n t ll,. ••Il• ,li 1'\a,Ì111n.S.-i,.,;, i. ;,. , li,..,;otlr 11il,111•"tu Htt111tio, ,iu~ 11111 • ccntoventimi la uomini al co,11111•, •tM;.,; a1111u•i. ,J. (out "tl'l1iri. n o n 1.01} Olltutlf il •11~ u·11p1,, 111'11111. •10,,i •c111,u111• ,lal 1i:11,1 ,Idi' fot1 C1h.i fl J,. " "' .,;out ,; , wul1t ,I.. ,io ... I.. ;., .,,.U~t• 111111011, 1r11u a lcuna infl11 uu1 ,ull" 111,l,1111c n10 g r n r , alr ,1-,11 .. l,•tt•jli. "111111,i ""'"' ,0, 1,11 mando del negus Me ncLik. Il ,I' ,,,u·ito .n.110 a u1011oum . La liris••• AIL.r1hu1e fo11r ,J, ,{C17h f,1t1f; 14 IM'rri, 41tti't'•u ,.1 ,rui,,.,/,, •,I t'l1i,lu.-. Corpo di operazioni mosse, la ~\atf'I, 111,t~ • S • So.ooo •C"wa1u r-oa alr-lllftt 11ou11 • up:Jo .- "I"'"•'" lu«YC' MU 11iù ,-llC' CUUU ,1..11 .. l·•t1J.IIU• t'f1l>c l•U•lù U$-t, sera del detto giorno, da Saurià. , ti L1111il h1Li11.1, .. ,ro ..... ,1. al11« u,11, ,l11f' f,,i,satf ,lrl (A11mun,h ,,1 El1tt11) C'1H ma1ci6t11110 ~,n11,l11po l ',.li,1 '"1111 ,, ..... li"" 11111 (,.o(>o f11t'fli C'Ì•,ll, ._4 llf"frt su quattro colonne, due al coL.1 11uu1 u ·io, na, l'iU ir:1,e Jj fo ru ,,I ,l,.fl,. 1•t1fe: 11~ 1lt; luo.51.i, r.. 0, :1, ,lue ~u111li uio1:1n-,n1i, •1u, llo ,l111l'.1111011! . 1 1110p1;\i ,11,,l11 .. ,, .... 11.) 1lella J rlla d u11u at'talJÌti.,;11\111 ,l,rf!>. f':I llllll ma ndo elci generali A lbertone e ,I' ••')O 1, 1u11Ì, q1.1,II, ,J.,,. ,I .. ~!; 1,.;,•lf ""''' u1to1• j'C'1f,1u111f't1I<' . , 111""''" ,r Dabormida ai fianchi , quella al ,., ...)t_,...,........ ,.--.... - ... . , ...... ··,-· ... ,_~ ... t. .~ ..... '"".., ..,._ ... comando del generale Arimondi al centro e quella al comando del generale Ellena cli riserva : quest' ultima di quattromiladuecento italiani, mentre le altre erano fo rmate in tutto o in prevalenza da clementi indigeni. Ma alle sei del mattino del giorno successivo 1° marzo gli Italiani vennero attaccati violentemente, ed alle 15 dello stesso giorno i combattimenti erano già finiti. I Generali J\rimoncli e Dabonnida caddero sul campo, e con loro duecentosettanta ufficiali, quattromila soldati italiani e duemila ind igeni. Tra i cadu ti, quattro uffi ciali dei granatieri ; il capitano Anton io Rossini, del 1° Reggimento, al comando cli una compagnia di ascari, che quando vide costoro volgere le spalle al nem ico li spronò all'attacco, egli stesso balzandovi, gridando che bisognava fa r vedere come un uffic iale italiano sapeva morire, per cui gli venne conferita la medaglia d' oro alla memoria; il maggiore Secondo Solare, ciel 2° Reggimento, comandante del IV Battaglione della Bri gata Dabormida, che dopo tre assalti alla baionetta cadde nel tentarne un altro ancora, medagl ia d'argento alla memoria; il capitano Jacopo Cancc ll ieri , del IO Reggimento, che con il V Battaglione "combattè eroicamente finché perdette la vita'', come s i legge nella motivazione della sua medaglia d'argento alla memoria; il tenente Umberto Bassi, pure del 1° Reggimento. lf generale Albertone fu fatto prigion iero con millenovecento soldati , ed anche cinfL

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quantasei cannoni rimasero in mano abissina. Il generale Baratieri ed il generale Ellena ripararono a sera con i superstiti a<l Adì Cajò. (Brano tratto dal testo di Cataldi) II secondo nu mero del I3ollettino dell'Ufficio Storico del lo Stato Maggiore del Regio Eserc ito, pubb licato in data 1° Marzo 1926, rende " un reverente omaggio a coloro che trent'anni prima combatterono nella infausta giornata di Adua". Tale ricordo è reso ancora più sentito dalla pubblicazione contenuta nel precedente Bollettino della commemorazione, fa tta in Camp idoglio il 7 dicembre del 1925, della battaglia dell'Amba Alagi e dell'eroico Maggiore Toselli. L'A mba A lagi fu il preludio del dramma di Adua: Toselli soccombette eroicamente, con il s uo manipol o di prodi , nel disperato tentativo <li arg inare l ' ava nzata dell e avanguardie di quelle stesse masse scioane che, tre mesi p iù tardi, dopo aver subito un arresto davant i a i valoros i difensori del forte di Makallè, sconfissero il piccolo eserc ito di Baratieri ne ll'impervi o terreno fra C hi danc Meret e Ma riam Sciavitù. A ll'Amba A lagi, pochi Ufficiali ital iani, con un piccolo nucleo di ind igeni , si erano disperatamente aggrappati al terreno , difendendo la posiz ione con abile d ifesa manovrata, fi n ché la schiacI' i;$Ch Ì, 1111n ,,:i. ..,... c onfuto\ ,1; fussc111i o,I 11orc11n itamc:ntc 1l i(rmlt'nl ,c: ,Ì - f,,.mmi,t i 1ul i u ,c$11Ìto1·Ì 1ci u 1rllt1 volte rn11,JS:o, i ,I; c iante superiorità numerica n 1ot1rro, .,.ltrirt1.1nhl " più .1u.n1iti. trn,l,il .. cnte ( fanta,tioau~nlr tla,,ic,i l'lti lo,o~impdÌ 'f'''"'• foo,t ...... , ..... ul,ai ..... dell ' avversario non ebbe il E 1.. ,. l,, :1••• '' I.a ,. l,1is· ··· 11lf1111to 1111T.11v isnau Ji <aiumtto Hl(("C(lc,.va t\l tl°ll • \H':so pravvento s ull 'eroismo oil r;.,H-o fi l a lle ,p.11le 1,e,, 1.;. I' . 110 ~l11riam ,Sei11vi1ù J. '"'I.,,.,. .-t.11u11le1"'"',f'Hl e ,l,.J u,1_0 ,lel r•tn tM'.t Ji, l1,.lla$ l i a , prou:3u;,.~ !n reSol.a,iui,,no ~~: de i difensori ; ad Adua circa I, .t,, rfn1to e 1•ropue • fctnuu1ma,ncntt •sii ,,.fnuuu il l"''°° ,1(1 v.a1lo11f ,H ~l a,iam-StiavÌh.1 Tr.H"f' C"I~.- 11,c:ll,co 11,i111i rn111t o•t Jcl t0mL.11ti. 12.000 italian i e 2.500 in tnuu.. f'tu noa ,nr,• Jt0lwtn ,in,.,,., alrwa. <u1l1nt" o.! a YTÌMt ,I.I Com•ndo t•H'<lt~ IC' tao,.urnit".,.sion; t'Uni.I 1n1c1«11a1f> ,. 1•tt 14' o.tc•.o u1<n1•0 uu. non or potè nt•n,1.a, .lruno al C(lman,lu ,1c,w, d igeni, co ndotti ali ' attacco Fu ,lu11qu~ c•11ml,1111i1nr.11111 all',u 1u ""l'""''iJ e l,oir l1~ 11u•ciumcn te • I,,;!(••• t-1,,. a run1insf'lll ( .1.,0 ,l,i (,'N"~,,;,,; ,, •. &,"'''""• <cHl ~ l.(n , ..... in terreno diffici l issimo e ,I J.1,-,c: '-1: tuo co1nl,auimf1uo u1"1111 nuurionc:, lun•r '"" ' ' c.u... • .,.. r•ur- alqy•tuo piY rirc.--.;,,t,1ni••• ,I; ,h,. al.l,u'"o ,lato ,lelf< .J.,,. l11·Ìs•1c. non noto, furo no costrett i La f, nsala 0 .1,n,m:,f .. ouli11e da lla preponderanza avverCom1••sni• ,lrl rJ.i,.., 11' A,mara, lhu.-~licrnc ,I, n1il;:: .. 11101,ile (O.e Vito), saria a passare da ti ' offen n,;5_.,. Ji l l1at1«-ri< ,111 1non1113 u (Zoia). ad una imprevista siva Co•••~lo ,le.Ila •" 1~f"is•••· s· u··gs;,nfnlO €.1nl(:ri a (Ra3ni). G1I u•5,5Ì111r n! tt (1n1cria (Aiu5J1i), difensiva e, dopo essersi C:i"'''_. Lr. colu1uu in 1p, c•t • furnu,r:onc .al tùllr ,li Re:l,l,i..A,:oni fu •l1it'ut• av•uti va lorosamente battuti, fini11.11ta l'ann5u.1,,lia ~"" rintc.ntu ,I, ,orprcn,Jcu un foo;-.o nu11i,o cl1,c Ji«•••; <ollocu o a ll't,..llOt"t"O Jella • •Ile rl,. ,lovf•II 1•f'fC"onc:rt la ltri,1•1a , e: d,c:. J.,_,.,. n,.er (lift.t0 da •ooo rono per essere sopraffatti -.o .. ini, - · d, .. ;,, c:Uttto r.. trowato nOH C-Uf'U" al,,-o d1e 1• .-i11nionc di lttl hH":ul t intata un mi,,-c,llo co• ut1c:. wnra .l,wn nc-,nil'o Ìn .li€c-u e travolti in una d isastrosa I." av•t15uuJi• ,o ,ttt in allf•a ili tt•uc:. u s.5mn1a rtal s•otto, Q11ct10. (10 1.0 11n11 fcm,i at» ,li ' ' " mt, r1155i1111 10 ,I.I t'\•1111111,l,wtl'I iu <'• 110, 8t ntr•l11 l\,n 11ie1i, d1e ,i tt:Uu •il i,11< .. ritirata. Nessun a ltro corpo aion•,c:. I .. l"ima (,not e, "" ,.1,1>(: I' ",,linc- ,li ...........-,. aud, c: c-ol 1110,~,i,o ,li • a•poaia,c: la b,:,.,,. All~11011t t"lif: ,i 1,va sù Ì•pt"3n•I• in forte: co,nbauimuto 1110110 a ..-anti d'operazione, se posto in '"n.. t1nutr.1. E ,... . n>•mn• ri~ d,« v•W Ji,c:.1h ... cntf: ...-Ol'l('Ull<lt i I\Ottri L, • • ; paah,ri ,Il $Jnltg1ta. cond izioni a na loghe, 1),.,,.... - ,t ,...J....... ''""' ""'· ... 11,. ,roll' ....1..... J , ...I(;. p,H.,,I, ..,. 1. J.. :,..11. ,:.... .., • ,:,... , .1,,1,......-,m J,.JI,, ,1i,;..,,,,. .I, ...... _.,,,,,., ,I l.. V,,,..,.,. "' 1""' .r:.,- ,1o11J,. 1w~,, : .... :.. ,. t l.lft J,..,,.,.j. ••-"••1• I" ,l,.,w"", ..,.,,1,.,;.,,.., I. ''""l"*J.. ;" ,1,1 • .t..,,,. J'A -••• ..1 11,. J, J"h•" I" ,.,.,J~,;,. ,.1 ,t•tM avrebbe potuto subire una ,,,, ""ti ....11. ,.,,Il. ,1••,. .. "" ti l..o n. \' f., ·-,•r;• .ftl • ,L,,o. 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': ":~'i.}.;:. ~·~:: :.:: ~i·:': ~~:L~:r...... ·.·ì;::·:::':: ... 11.. ·''''" " (H~c.. ~, •• ~·· f, ........ ,.,ft r•·· " ,I, ,......., nl .u...,••11.. ,·......... f• •,,r.-... ,.... ., ....... ,,,o,:,;.........,., ..... ;...r ..,...,.,. J.,I ,.. .,,. J;, p<"UI• .,J ,I ....... ,.. o....H ...,.I • •• •,....... a f .. , ........ u soltanto i "vinti di Aclua ". 1...:,:, ..~. .., , , ...., ~. 1 ......,1., f,,. 1.. ,r. .. s .. 1.. ,t,. J_. ,I,,, . . .............1........ ' "'"" ,1,1 ....... ... . . Ì"" u "'" - ,. ~::_::::...-N::!1l:; ;~:. ::. . :·,:;::;_"::·~r,.,~ :~;:,:~":1i•.~ ·:~;.'~::"!:,:,;;•t:.'.',:·;,,~;:.::::!!:,,;~:::~:~. :·ttt~':ì::::: Come ha scri tto il Poll io jtf~l:;r;•:c:;";;~ ~.:1,':::~·:: !::'::'~:::. 1~.."~~::.~.:·:;:. "::,':::~'!t;:,,t;•:f{•t..•:;r.:~~ :.;i;.,;.,,~·i:: ,I.. ,I, t\ . 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MAURI • co lo corpo italiano di f•llbrlca bu6'1f• • dM1• ~ Con t Y1t1trio Effl111.ele, 26 • Mitau • .:hlc6crn)i. fUf!Pct1tlul, 6 lu:t1r1I o 11~1i11i p,c,,I, t · cma easo di co111ptc:to fl6ucla ckc: •c, m, bene, "'61to o f>'~l(I 1t.-ram r.11t c: o nc,.11 14.000 uomini. Il corpo ita- .al lia no attaccò le fort i posizioni scelte dall 'avversario, senza unità di az ione . Sopraffatto, a com inci are dalla sua ala sinistra, da forze superiori, dovette ripi egare combattendo con disperata bravura, che i1n posc l'ammiraz ione ai propri avve rsarì, e perdendo c irca 10.000 uomini fra uccis i, ferit i e prigionieri". Le perdite dcgl i Abissini furono circa 7 .000 uccisi e 10.000 feriti, c ioè un numero superiore al totale della forza combattente de l corpo d'operazione ita~

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liano. Per lunghi anni la storiografia uflic iale ha presentato la battaglia di Adua come " un avvenimento tragico nel quale la fatalità fu realmente al disopra delle possibilità degli uomini", negando con incredibi le pertinacia che l'es ito disastroso della battaglia potesse essere attribuito "ad incapacità o imprevidenza personali". L'opera di disinformazione è stata talmente estesa e profonda che si è scritto che ad Adua " 15.000 soldati bianchi dotati di fucili a ripetizione e di un discreto parco di attiglicria, per la prima volta nella storia delle guerre coloniali , vennero battuti da un ' ann ata abissina soverchiante ma armata di lance e di spade". L'ignoranza e la presunzione furono alcune delle cause principali di tante de lusion i.

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Non si peccò certo di vigliaccheria, ma di improvvisazione, di temerarietà e di scarsa decisione.

Jm111agi11i della battaglia di /ldua JO Jll(lf"l,() ]896

Si affrontò la conquista del territorio coloniale con preparazione pressoché nulla per il tipo di guerra imposta dal teJTeno e dal clima, con mezzi irrisori , con risorse finanziarie inadeguate. Si giocò una partita rischiosa con poche carte in mano, ma si sarebbe comunque potuto vincere perseverando. Fu la dirigenza politica dell'epoca a non dimostrarsi all'altezza della situazione. Una grave responsabilità dinnanzi al Paese ed alla storia si assunse il Ministro Rudinì, succeduto al Crispi, il quale pensò soltanto a liquidare quella triste avventura. TI proseguimento della campagna avrebbe potuto neutralizzare completamente e far dimenticare la sconfitta, ma il governo avrebbe dovuto essere all'altezza della situazione. Caduto Crispi, si ritirarono le truppe proprio quando, sotto la guida del Generale Baldissera, si poteva ottenere la riscossa. Allora, e solo allora, Adua fu una sconfitta. Purtroppo tutti i retroscena politico-mi litari della vicenda non sono stati mai interamente chiariti. Pregiudizi politici e riguardi personali impedirono allora di rivelare per intero la verità. Il processo intentato al Generale Baratieri, gli scritti di eminenti storici che hanno analizzato l' avvenimento, le stesse memorie del generale sconfitto, presentano zone d'ombra mai chiarite. Fra g li ufficiali sopravvissuti che presero parte alla campagna, alcuni occuparono poi posizioni di rilievo nell'esercito. La storia ha atteso invano un loro contributo di verità, che avrebbe potuto essere assai prezioso. TI Governo ed il Gen. Baratieri, all' epoca Governatore della colonia, si palleggiarono la responsabilità della pericolosa situazione venutasi a crcarn in Africa nell'autunno 1895. Roma rimproverava al Governatore di non essere stata avvertita in tempo del minaccioso atteggiamento del Negus; a sua volta il Baratieri lamentava la penuria cli risorse finanziarie e di truppe inviate in colonia, quando già la situazione era compromessa. Una vicenda complessa di Lrattative fallite con il Negus, e con il suo maggiore alleato ras Maconncn, finì per portare la s ituazione alle

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estreme conseguenze. In Ita lia C ris pi, avversato da oppositori politici che lo accusavano di megalomania, ordinò a Baratieri di arretrare nuovamente su Adigrat, che divenne di conseguenza il lim ite estremo del la Colonia. Influente ne.I Paese, Cris pi era debolissimo in Parlamento, dove c'era chi , per liquidarlo, avrebbe accolto volentieri anche una sconfitta militare. Già commilitone di Baratieri durante la spedizione dei Mi lle, aveva su di lui un grande potere; ma non seppe capire che in quelle difficili c ircostanze avrebbe dovuto lasciarlo libero di operare in perfetta tranquillità di spirito, oppure sostituirlo subito, come eg li stesso aveva p iù volte precedentemente chiesto. Invece, in piena campagna, alla fine cli febbraio, dec ise se. · # / / ~v.• ----··-- gretamente d i sostituirlo con il Gen. Baldissera. Non si è mai saputo - però - se la notizia dell'esonero, giunta per v ie traverse al Baratieri , abbia contri buito a Cap. Rossini verso la funesta decisione di accettare una batspingerlo 0 / Granatieri m ed. d 'om taglia, sino ad allora prudentemente evitata. In sintesi la battaglia di Adua costituisce una esempl are conferma di quanto risponda al vero l'asserto più famoso di Clausew itz, ''essere la guerra la prosecuzione di una azione politica" perché proprio nell' incoerente e dilettantesca politica coloniale italiana degli ultimi decenni dell'Ottocento si trova la causa prima e vera dell' insuccesso militare. Il 2 marzo 1896 un breve telegramma spedito dal generale Lambe1ti, vice governatore de ll 'Eritrea, informò il generale Mocenni, min istro della Guerra, della battag lia combattuta il giorno precedente presso Adua, sintetizzando il risultato con questa frase: "Attacco scioano impetuoso, avvolgente destra e sinistra, obbligò truppe ritirata che presto prese aspetto di rovescio. Tutte batterie da montagna cadute in mano del nemico". li dispaccio suscitò nel governo un atlo nito, incredulo, doloroso stupore. Al 1noment.o fu tenuto segreto e le prime indiscrezioni smentite. Nella tarda notte, assunta ogni precauzione per il mantenimento dell'ordine pu bblico, il governo diramò un comunicato ufficiale."

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Cap. Cancellieri I O (/ranatieri m ed. d'argento

Ten. Bassi / 0 Gra11atieri m ed. di bron:o

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M a::;::;. Solaro 2° Gra11atieri m ed. d 'argento


L'IMPRESA LIBICA (1911-1912)

"Correva l'autunno del! 'anno 1911 fremiti di guerra agitavano la penisola: da tre lustri oppressa dal! 'incubo di Adua, essa sembrava risvegliarsi sotto ! 'azione di un benefico fluido misterioso che, dai lidi del nord Afì·ica, agiva come potente (OONTlqifllJTO AU.A ST"ORIA CELLA BRIOATA) calamità attraverso l'azzurro del PRIMI\. VOCI D J CUERRA Mediterraneo. C\ .. n .. ,. l ...111nuw ,l,lr.i.11 ... •·>''· ln• d • ,I. , .. ~"• 113,t.an11rn L. P, • .,,ola A I campo di Rocca di Papa prima, 1,,..,, ti.li' i1trio1I,,- ,11 Adi.•. ,t1l.,11u .-i,v,5li•n• Jj ,o, l,,u~f,c-o flui,lo u111unrun , l,r, •l•i lidi 1f,j ,.,..,,I Afriu, .a3iu ro111e potr11tf' sulle ba!ze.fèrrigne dell'Elba poi, i .. :t.1....,.. r11 nalhl ,t.l Al Ulltf'"' J, tl1'f1 • ,li P.,._. u11f,. l,.af,,. f(1f"ijut: ,J,Jr Elln Ct) I""• , Granatieri di Sardegna, come 1 ' C:uu.u11:ri 11, S ..ttlo!'sl"l.a, rvm, ru,uim ourn. '·rf'·AflO $'·"· \lill('"11rrtlf' ,l,1111 3.i,1111 ""'Ila T,,,,.l,u, a,io1nr-uto • 1u, • l'l'"ul,......,. t"' esercito lutto,fùcevano un gran di,,.,U,J,u •••w,,~, ,.. .,11., r... ,ltlr 1-: .. scorrere della guerra colla Turuo ....,J '"*I°" •• ._., t-Omplnu , , Ji,,.,.l:,n .,,J Atat"uu", la l',.,"i~ I'"' ,I ,li chia, argomento che appassionava .Afs(,;,11, dovr:u 11; :,,1~.-,,u,li 1Lun,1,, :11 ,..,,itu J•'••i, u-. .. , .. r lii. C,,.,,ani.a, la pubblica opinione, pur rimat,111il,luiU ,r hf'f 1101tl Al n.t.a., lri,l,, • .,.au11 , l1~U"-"'"111r eu.f'r nendo ancora in un campo molto :s_furot.a I' n,~ r....,,... ult' nl H:4Si,m,,m,-111c, ,1,1 1,.,11 .. .- .... 1,; ...,,,v11ir ,,,.J;:llff.. ,I, ...t,:l,roi '" vago. T,ip.tl,1ul,1 ,. Cir1"1ui~~ \I ,c-, lu ,1.r,y , 1i ,Il La situazione politica dell 'Europa f11111 .. ,lo. I''' ,,..,.. ,I; • .,.,.,,lhn-1' l,,.u,u u, .:.i Ct•it CIOUO Cti&II( U.SSOkl rro11""'' 1u,,,., ,lu.s.,cnl" t',~,.~.uu:,,., ,11 0.,.-,,1 era in quel tempo assai complessa: a.-.;~"~~~~,.._.. ·~• .!'• 1,,~f,.; E.sim, ,._:,..•. r, ml; ,n 111. ,.~ J''''· i disordini nel Marocco, cui la p,.,,..,. 'lù~i 5:(lt,1, 1'ltt «:1,r,,.~n11 .frll11 ,,u,iu,1:-. vu•.a• rli"'-t•iiu ,~, •t"-*'"' ,lr!{f'til'fÌ u,"i fisl: • .,_..,~,Hl r1unn••••A all'<C'J'IOLJI 1lrll.a ,fj J\ il\lA; l,A lr ,;,,_ lo ;<rOtnili 1,11n.lJUI Ì Francia per il trattato di !I lgesiras 11111,.i ,li •1 :npno di.- • ;$'4io.t J; p,v,,.,1,., • t1ir,afçi J.,IJ_. unr,t-u ••1J•~•11v 1r"1•u1lo n.; 1,ii.1 J)Opul,n; ,ltlla P.-nlu,k doveva provvedere e gli intervenuti 11 111 •r11,,11liu1 , l,,u1i\,liof11 d"1:1<1.i11 1111' l~II •• u1lir,5r.af,ta._,..,,~ ri<l.,.1n -,,, ,,,..... i,,ouftU m R,,••. A 1,,.. 1111' t<laj~ll•u~ 11,.•I ,i, 1,i,t.. o ,J.an ùt;JÌllt, - . pc-1 :I nhl• accord( in merito presi, tra essa e 1lo,·t.,,u,1.r • ' '"""~ iu .,._,," 11,lu41~ui, Il l •tth,111,,..- ..,... in ,.;.,1,; .....,. f• c-L.b., ,Hij~ l.: 5,o,4i J"i"'' ;I,. la Germania, stabilendo un nuovo ,..iti ,li P,,,". R vllUI s;,.,,vo11u h,,a .. ,.._., ..,nuli , ntl11a1.1,1o1i, ,..c11111I", ,.,... lt l ..i1u l,111+111 fll'•j•"", f '.,,1•rr.h 1ul'II' ,lrll ~11,,ll~ 11.tli,11•, :si1u.l,1> eu• v,o.-rm•••_. ,la tutti equilibrio d 'ù1/luente nel nord t ,li,u .. ui 11,1 n.,$-'I'*"' C,m I, (illol'lff•.s"i" ......u ...,.lnu,,r J; fv.-a 1,,. il ,011!""· d1t1italu ,J.,11.a , J.,.. 1 8K'v, rl11,..i!(1triu oJtllle ,.ialmrm, Mll•)nlmtiue, 111t ...11t•vo1a 1.1ft Africa, indicavano chiaramente 1l11.:.r11h1 41,urn,41 J1 i11 •·•51oP"J'I•• esser giunta l'ora favorevole al 1,1 ~.u..........14 "l"-r'.t'~-". .i,11,.,.,...... ,,,., ..._...,.., J.Jb r.. •.,........,~••- . 1 ,.,...,_ .t• t::~.!li!7. ~·.•~.~·~· :~:::t'ii"s" ::-rr-..:~, i1a.:'.'J.:~·;1."·.:-:.::'J!tt:·.\~...: 1~·,:.:..·~:~ raggiungimento del/ 'antica aspi... 1...;..,.,.I) (•) C..- .- _..., , to&P-,•• lri....a1, .,,. ,ul..._......_,,. ,.,,.., "61-•l, razione italiana di stabilirsi in Tri-

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Vecchi ricordi venivano estimati di L-- • ..1............ e,.......,_•• ~ ... .1,11.. -· l1ilit.1:t1>,u: ,; fr.-1'•• ,uli.i1u ..., .. ,,.,. ,.,(1., lm,1••• ,; ,l•• , o, f. , ...~ l"''.,.~""I( .,fl. quando, per tema di avventure lon•••'"'li( (I, lln..,•, ,,.,.,.,1,.,. r J.;,. 11n ..loHI' ,,,.,Il; ,1.. 11' 14a ·• f•ntrl",., ,ll',1:,111lv ., ,..,,1;,f, (t'1J( 1( mau , 1.J, " •111,1 tane, ci eravamo lasciati sjì,ggire I 'ocH~•""n•1v. ••••;1,,.,( ,11f11K 1 r1tv11alr .I, .....,, .,,l1l,11u .... .,., ,,,ria corll• ••1•1hl(. tal, •f(U~n. -... •$'.,..; l.,.,.n tf -.Lo..-- •-pi~o. • - .. ~ · r .. , " .. r•• r'' ,,.,,, ,I,; ,.-••• .,u, d, .... 11,fu_.,., ,I..,. •• • .,,.J.,.,..•• •• 1,.1,.., ,.._L., casione di opera con gli inglesi in , .-:,;I, .. f,,.,; ,1,(,,,,o,.; ,1..11,. ,\ lri ., ~1., .. ,(11 ..,., ,1,., ,. ,.,,., 1...,.,.. 1,, ...,,,.,... l"" " '••1•• h•• 1\\11 ,.I, Egitto prima, e, soli in Tun isia poi. 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Il 19 settembre i battaglioni distaccati , ,u.,,i.,,., ,J,i ,. ,.,,u.,: ,lr11, o,, otl'••tl,,. ,i,fl'Afl, ,.,,,.,., , ,..1 1,., ,.., i\\.,l,1to;,••t<t1 • pi»i ,.,,;,I; J"' ''l'it,,.,,w .sii ,.,.,.i,,;, ).,. •fil;,,,_,..,., ,J,11,. ,\\. ,.,,,. ;,. 'l',,1,,11,, l';ol""' .~ ...,. J..Jt.. (:;,.1.,ou. I. ,.,t•• ,1,-Uf' r"'u" ... ,, ....... , ,,;,.., .u.,,L; ..Il, tt11•,« ,1, ali' Elba, telegrajìcamenle richiamati, T,,,.I; .,_.,...,. • 1:.,....... , ~-··'"''' .L,, .- ,.,...,,.......,, ••nonJoli, w·•u..-.,u, I.. ,..,,,.I!'"' J, ....,,.,.. """'""· rientravano in Roma. A quante conE ,f,. , l,it ,.,,..,r ,...,,,..,,,,u ,o,.t,..,~. tr .,I,,, ,,.~,,. .......,w.. 1u,I ,.,.,.,,,. ,I; . Il., ,,.,,.;•. o.o l'.,1111..;.....~, ,.,ofu,.,I., ,1..11,. ,.,;,..,. .,;,u,,.,., 'l'"'io,li,i 1'·""' '"'" ,,~,, I., getture quel richiamo dava origine, sr••••i,,, ,lu J11, f(S5i..c-1'11 Ju11 ••11 • ,.,...._, ;I.., '''"I, ~ ..,........ ,1,1 .S""""' , r•• ,.,J. ,.I,,, ...1 .,,.uc;.11 .. Dr I..., o,a J.. I I , .. 1, .....t...... u ..5l, ..1 ma per il momento dovevano abortire l,...f, ,,,.,.,,..,, ,t.,.. 1..;.I,.,, ,1,1 C.:..1••.,11. ('• .,,r R..w" l,....&..,.I.... '""'"....," ,.. .,.,.;,,.,ir , .,,..,,,., .,,.o.,., P"""'" c-,1 ,,.,!C""" I, .,,~,.,;;.,,.,. l a,1,.,.. ,,,, i I.. ,.. , 5,.,.,,11... in amare delusioni. ~t"~:;;;~: t:;1;/;,''',1)1i~::".:~:·•.':.·.·~J~,~1;:;:~· ,. ::·,::::,··;4>r:;::,:~ ·!:;1~·~.:~~~~::'t".i',I ,... ,... ol Jl.. -u-o .tf'u. ~- ~·-~,••• ,f.,J "'"'"f'"" J .... Il 23 sellembre veniva richiamata la -• classe 1888 e pochi g iorni dopo dai depositi di Parma e Roma giungevano lieti e speranzosi i richiamati. recando, con le loro balde energie, l'espressione del/ 'anima italiana, giacché essi provenivano da tutti i distretti del regno. Cosi le compagnie, rimaste sminuite di fo,-=.a per il congedamenlo della classe 1889, rinvigorite materialmente e moralmente presentavano un discreto contingeme ansioso di entrare in campagna. Pochi giorni dopo, L'impresa, essendo onnai decisa, veniva pubblicato i 'ordine di mobilitazio11e per il corpo di spedizione, ma i Granatieri con loro grande rammarico non vi erano in alcun modo compresi. Ciò no11dime110 gli effetti della mohilitazione si fecero subito sentire sulla brigata; si dovette .fòrnire personale alla stazione di vellovagliamento di Roma, spedire distaccamenti a Frosinone e Fontana Liri per rilevare quelli de/l '82° fan teria, destinato a partire, cedere materiali a quel reggimento. sostituire infine personale di esso. adibito a vari servizi nella capitale. Mentre tali necessari, ma ingrati lavori si andavano G , •,,T•fRE AUGUSTO SARRA ROMANO compiendo, 11011 si poteva jàre a meno per parte dei tlf •·-' granatieri di considerare che si mandavano in libia . . ., . . . . . .

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anche i vigili e.fòrti difensori delle Alpi e ne restavano esclusi coloro che a tutte le spedizioni e le imprese passate avevano partecipato. Ma tali ragionamenti, per quanto improntati ad un desiderio vivissimo di partire, si il1/iw1gevano contro la decisione ministeriale che, nel formare la spedizione, non vi aveva compreso la brigata granatieri di Sardegna. Non mancavano però i Jìduciosi ad obbiettare che la guerra sarebbe s!Clta lu11ga e che nei suoi imprevisti poteva ancora riserbare una parte ai granatieri. Coloro fu rono giusti vaticinatori delfitturo. 11 29 settembre a sera larda si divulgava per la capitale la 110ti:::ia che il Governo del Re aveva dichiarato la guerra alla Sublime Porta. Ad onta della energica nota, del nostro Governo rivolta a quello imperiale, questi non aveva desistito dal tenere 1111 contegno subdolo e dall'inviare in Tripolitania armi o materiali da guerra, e ciò costituiva

appunto la causa determinante dello inizio del 'ostilità. Bisogna per anni ed anni essere vissuti nell 'amare==a della sconfitta per comprendere tulfa la ir?finita onda di poesia che invase la mente ed il cuore degli italiani, quando si ebbe noti:::ia della dù.:hiarazio11e di guerra. Pareva di rivivere i tempi gloriosi delle lotte dell 'Indipe11denza, pare va da u11 momento all 'altro di essere balzati da una cupa oscurità in una jit!gida luce, di esser passati da un penoso incubo ad un roseo sogno. E pochi giomi dopo <.:ominciarono Le partenze, dai vari presidi dei co,pi destinati ad imbarcarsi a Napoli e ,,ella 11olle plenilunare di ottobre, salutato dal plauso di Roma wtta, sfilava per l 'etema città !'82°./anteria diretto alla s tazione, mentre i granatieri /111111agi11i di omaggio ai caduti in Libia colla morte nel cuore presta-

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vano, agli sbocchi di essa, servizio di !/) ltlcpllogo 11111111,rico clc•llc rkom11rnKI' concc'KSO ordine pubblico; intanto tentando di trattenere la immane .fìumana di popolo che voleva recare ai Ji'atelli partenti l 'augurale saluto. lunh·i.uli v11111nndo I ISegui un breve silenzio di a/lesa impanr1~n1n . . . I ziente, indi l'Italia fu scossa dal rombo I" irmlitri \ llfcòili l tnm vittorioso dei cannoni delle sue squadre \ Ultìtl!II nell'Adriatico e nel basso Mediterraneo l" 1111111111 ; tnm e poi rapidi precipitarono gli eventi. la l hlii·i~li • rornrti l'O settimana della marina in Tripoli, 1011111 11 • • • • 1 I n l'epico sbarco deila Giuliana. la presa l li,I Totali :11 7:! 11,1 delle piazze costiere. i primi attacchi alle trincee di Tripoli concorsero a rendere J?ÌIÌ 111alinco11ici i ~!!ranatieri che, ,I.01"lc gc,nornlo 11ro111111m,1..\ . t l hlìcìfili "" j 'l'rupp;i ~Jl purfùori dei trionfi nazionali, sentivano acuta la nostalgia dì esserne esclusi. "I Granatieri di Sardegna nella impresa libica " di E tra quel rumore di trio,?fì , che come Nicotù Gù,cclti (Te11• Ge11. , già Comandante del 2° mormorio confuso, d'oltre mare veGrtmatieri). etli:ione 1914 niva alla patria, tra l 'ent11siasmo pro.fondo delle prime vittorie. sporadici partirono pochi granatieri dei due reggimenti des tinati a prestar servizio negli zappatori del genio e più tardi altri col maresciallo De Lucia del / 0 reggimento quali ordinanze agli Ufficia/i stranieri, che, guidati dal Colon11ello Conte Ruggeri Laderc/1i s i recavano a visitare i nostri nuovi possessi ed ad eseg uire le operazioni. Partivano i bravi giovani, contenti di andare nella nuova terra iLaliana, rattristali però di dovere abbandonare il proprio reparto, p iù tardi uno di essi. recatosi volontario negli =appatori del Genio. il Granatiere Berrini della 5" compagnia del 1° reggimento scrive va al suo capitano una ingenua e rozza lettera nella quale narrava lo sbarco della Giuliana ed esprimeva la propria soddLifa::ione, velata però dalla tristezza di non portare pùì gli alamari. li 20 ottobre cominciarono a circolare nella hrigata voci cori/use di nuove spedizioni cui i granatieri avrebbero partecipato, ma in che misura e q uando non si sapeva. Col riaprirsi degli animi alla speran:;a, cominciarono discussioni sul come gli eventuali contingenti sarehhero stati.formati, ed allora fii un affannoso consultare il passato un rievocare come si erano f ormate le compagnie inviate i11 Eritrea nel 1896, e si giunse sino a p arlare della ormai lontanissima spedi::ione di Crimea. le compagnie avevano a quella data una fo rza oscillante intorno ai l 00 eff ettivi delle classi 1888 e 1890 evidentemente era questa troppo scarsa per entrare in campagna e quindi s i pensa va che si sarebbero destinati uno o due batJ111111agi11i di omaggio ai md11ti in Libia tagli on i di ciascun reggimenlo, op-

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Schi:zo custodito presso il Museo Storico dei "Granatieri di Sardegna "

portunamente ri,?lorzati da quelli che rimanevano. E lì altre discussioni sorgevano, con qual criterio si sarebbero scelti i battaglioni? Quale turno si sarebbe seguiro? Bei giorni quelli pieni di rinascenti speranze che erano divise dal generale al più oscuro gregario e che attestavano il solido spirito militare della vecchia brigata. li mattino del 23 giungeva l'ordine che il 3° bartaglione del 1° Granatieri si tenesse pronto a mobilitars i, la notizia fu accolta con grande giubilo dai componenti del reparto prescelto, ma anche con grande mestizia da coloro che dovevano rimanere. li 111atrino del 24 cominciarono le operazioni di mobilitazione che si susseguirono rapide ed ordinate sicché alle ore 17 del 25 erano compiute. li battaglione si mobilitò con tutti i propri disponibili, ogni compagnia ricevette dalle corrispondenti che restavano alla sede gli opportuni rÌl?fòrzi per raggiungere lafòrza di / 9 I uomini stabilita dal bollettino speciale di mobilitazione. La 9" ebbe un rinfòrzo uomini della 8" e 5°, la I O" uomini della 2° e 611 e così via". ··1 Granatieri di Sardegna nella impre!,a libica" di Nicolò Giacchi (Ten. Gcn., già Comandante del 2° G ranatieri). edizio ne 1914

Foto, s cattala <1 Bengasi, il 22 giug11u 1914, dal S. Ten. Alberto Trionfi, conservata presso il Mu.~eo Storico, della 12" compagnia del 3° battaglione, mobiliwta per /(I Cirenaica, del 1° Reggimento. Su 01:ni Granatiere è scritto 111111wne1·0 corrispondente al nominativo riportato sul retro della f<JIO.

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Volume edito nel 2008dal Celllro Studi D(/e:m e Sicu rezza del Senato della Repubblica ltaliww, a c11r" del Se11. Gen. C.A. Luigi Ramponi, in cof{(lbor(lzione con il Comune di Pocenia.

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Dedica

Al

mio bravo Caporale M as9iore D.:gcnì$Gelindo che, in pace ed in 91,1err a , i dislin>e fra i miglio.

ri 9r$duali della 12' Compa gni a per &e r ielà,1:1ufo. revolezza (( ner""gia (8 buon voler~ . giunso J'effigicekl suo Copila no con nffdluosi auguri per l"anno nuovo Il suoCap ilono J.• fl Dina R o ma 'l'l• xu ~1913

Morlo il Venezia d a mal" che non p• rdona: 1921 .-Le su~ rclcu::ioni di padre mi g iunsero fino a ll'ull,,,.,o m omen!o della !>Ua diporlila . ~

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1le• a\'Uf(I Ja..fonooa c1u:tl<.'hl.! tempo fa di J)O(er-lcggcri: il diario Sl.TÌ1to dal C.ti.p(lr.tl Mng· giure.Gelindo Déga,nis r.::fativo alla su.a parte<;.i1>:\1'.ione ncll'amb110 dello Xll 0)m1>a$nià dtl Il Rc"imt1ll0Granaticri allagucmi libid l911.19 12. ;Nd prendere tro. k: mani il testo ori~in:ìle ovn~è:(\'(l.10 gelosu.mcntc nell'au.:hi\'iO del Comui~ di"P~li:i., in.i !K>no subito commos::o. Lo copenina di cartoncino J)<t!Wnla ai 4 mi· goti un rinforzo l(lfonticrino lr.ttlo dalle sca,totcu.e di camc_dcUa r.tzioné \'iVtti dei oo~lri ' sold.ili ceu1•;u)uiJa. È imprc$$iO;~;"J;1u: 13 schicttc1:1.a, la 111-0deslia. è la 6erci1,a oon la quale Ck.ganis scrive ..a chi kggt.r~" la !X'&in..'l in1mdu1ti\·a della ~ua opero. fu css-.1 ri\1cla un:t gr.mc.lè ,-.tr'eni13 di fondo cd ,uul. gl'.lll.dc nentile:t.:Ln di animo nel prt-Se1)1,3.n: il-$UOdi:uìo. llracconlo si :1prc i:on fa copi:l di m~:1ncsu110 di l)cncmcrenza che il Capitano, poi èolonncllo Coi ::iod:uuc del ( Regg:imc:,~U> Gran.:nic,ri I.R. Dina, lribtm, alla M:!'<iità, 'lllrautorevolt'1.1'A1 ..nJJ'encrgi::ie al buon \'Ofc:,r'.e*c.lel C:tp<,>rnl Ma2,g1on-. Il racconto poi. tuno scritto -a mano, in be.Ila gràfi3. si snoda IUtravcr.i:o i) r.icc(1nrQ(lel· la parten·,a d~u ·r~ali:i.. ~el visrutio lnna,..c. dc11'mi\'Oe élcllo ~:i.reo a'Tl'lpoli. Giunti in Libia i granatieri sonojmpcg.n:ui in tulltt una se.rie .)i opem1.ioni belliche c:hcil rcstimone raocontà con grnnrte <JO\'iiia di pankolmì: .sono impic:ssionanti le riflc.s,;ioni rdnfrvc as.1i ~tali d·animo. al :ienli<J dcll ·()oore. al cnmc-rati~n'?e al ris1>e11Qper i u avven;:;1Ji.,. Uno ck-i pregj di qucs10 libt() sta proprio. al di Jù dctla.fedclt:l del r.t<:conto~odl:l çc11nf)ll· ncnte uma.nà è ~ icologica chi! emetgedalla :,;ua lc:tturJ, lo :lgg.iunlil alla i;hi:,l'is.1ima dcscò7io!le<lci fatti J'~te1,sorc del diario ha ru1<:he èl61:110 lo stC$SO di uoa St.lie numerosa di pregevoli di~ gni e ~1<:l1oen,~m. in stile naif eftic.tCi$Simt e

mollo belli a vedtrSi. Àhro aspeuo che Otg.i suscita gn1ndc. nmmir.i.zionè è il sereno spirilo dj Sàcrifi<:iò di cui dà te-Sttmonianta l':n.nore cbc ri,..tl:a unn eapadtà di sup-ponu.ione che pote,1~ CS:$1...~ 001)· sc.ntirn. solo da un e:ir.1t1t1c moho fortc1da un.a el:.wala eduea1.fone e-da uml gr.v1de a.,m~ rJ.k gencrosi1li. • Gr-c1Zfo all'aiuto di DMiò B:1Iioli, del (ìen. Cordov:.1. d("J r;>ou. 13«>tto e.dd Simlac;o l):1 nilo Dt'rnanJis. il Q:.S~tDi.~ (Ccmm Studi Dife..-.a e Si-cu~ua) io collabornzione co11il Comune lH Pucc;:uià,, h.) poiu10 ccaJiz:t.a~ 1·cdi.i.ione ,;ta111p:11a del diario proponenel.osi <li consc-ntimè- in là) moc1(> I~ lcttur.t 3 t!lnti .1Jniti. Suno oom in10 che. gli stessi ne tr.lffiUU)O un profondo godìmemo.

SEN. LUIGI RAMPONI

201



CAPITOLO TERZO

IL PRIMO CONFLITTO MONDIALE

24 MAGGIO 1915 4 NOVEMBRE 1918



"Il 25 maggio 1915 la Brigata varca il confine.fra Palmanova e Visco. il 31 spara le primeji1cilate oltre il Torre. li 9 giugno espugna la Rocca di Mcm .falcone. Cade il primo granatiere vicino alla Bandiera del 1° Reggimento spiegata al vento in cospetto del nemico. ll 30 giugno e il giorno seguente La Brigata si esaurisce in reiterati attacchi che si il1/i-angono contro i reticolati delle quote 121 e 85, i quali resistono alle pinze ed ai tubi di gelatina che per la prima volta vengono impiegati. TI I O agos to La Brigata è su quota 121, ma rientra alle linee di partenza. Il 20 la Brigata va a riposo per riordinarsi perchè in Granatiere della prim<1 guerra 1110,ulia/e questo periodo il solo 1° reggimento nel tipico lancio della granata ha avuto 257 morti e 735 feriti. Il 24 ottobre la Brigata è chiamata in linea e il 28 tenta il primo assalto al Sabotino che non ha esito non avendo le altre truppe raggiunte le posizioni. in quest'az ione il solo 2° reggimento ha 400 perdite. TI tentativo viene ripetuto il 29, il 1° novembre ed il 2 mentre il colera infìerisce sulle truppe decirnandole. 11 20 i granatieri occupano quota 186 che rimane in saldo loro possesso solo il 21. Il bollettino del Comando Supremo del 23 reca la prima citazione: "Con le truppe della ÌV Divisione gareggiò la Brigata Grana-

tieri di Sardegna in slancio e valore nell'assalto e nel contrastare con tenacia e resistenza i violenti ed incessanti ritorni offensivi cieli 'avversario". 1 resti della Brigata decimata dalla guerra aspra e da /La malattia vengono inviati a riposo dopo un doloroso periodo contumaciale. Ali 'inizio del 1916 comincia ad applicarsi il sistema di impiegare la Brigata in linea nel momento e dove è più urgente il bisogno e ciò perché già s 'erafàuo un nome non soltanto nei nostri ranghi, ma anche in quelli nemici che parlavano con terrore dei ''lun ghi" che in seguito chiamarono brigata d'assalto. JJ 24 gennaio La Brigata è chiamata in Linea per riprendere quota 188 che altri reparti hanno perduta. Va al Lenzuolo Bianco dove non si può resistere e solo nella notte del 26 vi si stabilisce nonostante Le tantissime perdite cagionate dai nostri riflettori che illuminano il terreno d'opera zione. Segue un lungo periodo massacrante di trincea che viene rotto il 29 marzo da un terribile bombardamento seguito da un attacco nemico Cartolina della Brigata Granatieri di Sardegna

'.A·GJ\ANA1JEJ\I 01SAI\DEQNA 205


fiiribondo. il nemico riesce ad occupare parte delle posizioni, ma viene ricacciato. Uno speciale encomio viene tributato alla Brigata dal generale Montuori comandante la !V Divisione. 1l I 6 aprile la Brigata va a riposo. Dall 'inizio della campagna al termine dell'azione del Lenzuolo Bianco la brigata ha già perso 5281 uomini. L'offensiva sferrata dal nemico il 15 maggio nel Trentino.fa accorrere in quel settore la brigata che viene schierata fi'a Punta Corbin, Tresche-Conca, Cesuna. Il 30 maggio, perduta Tresche-Conca, la Brigata ripiega sulle difèse di Monte Cengia e vi rimane disperatamente attaccata. La lotta aspra e serrata, prosegue nei giorni l e 2 giugno per/arsi epica nel giorno 3, quando il generale Pennella, comandante la Brigata, alla testa delle ultime due compagnie di riserva, presente l 'On. Bissolati che ha voluto un moschetto, difende con accanimento la S tretta di Fondi impedendo al nemico su molti battaglioni di passare. 1l 3 giugno la Brigata è ancora citata all'ordine sul Bollettino dì Guerra, ma alle 15 dello stesso giorno il Cengia cede. Non si può andare oltre all'eroismo. Le truppe di rincalzo sono giunte, il Comando ha preparato la difèsa e l'obiellivo della Brigata è raggiunto. Il nemico è fermato, a giorni inizierà il ripiegamento. L'azione è durata tredici giorni. Su un.fronte iniziale di oltre cinque chilometri non v'era altri che la Brigata Granatieri a contendere il passo al nemico superiore di fòrze e di mezzi ed imbaldanzito della vittoriosa avanzata, i granatieri resistettero aggrappati colle unghie al terreno e senza viveri, senza munizioni, senz'acqua, per tredici giorni tennero a bada il nemico. Vennero distribuite sette medaglie d 'oro individuali, ma il quadro delle perdite è il più eloquente: 4987 uomini_fiwri combattimento su 6000 di organico e 200 1,!fficiali. i morti fin-o no 95 I dei quali 30 1.if.ficiali. A lvfarostica la Brigata sfilò fi··a la popolazione esultante nella .formazione di un battaglione. Ritorna in linea la Brigata il 6 agosto a rinforzare la Brigata Catanzaro fortemente impegnata sulle cime del S. Michele; il 9 si incunea e penetra nelle linee nemiche provocando il crollo del baluardo pre-Carsico. Il l O la Brigata avanza su Colici, scende nel Vallone che attraversa presso Develachi puntando sul Nad Logem che viene occupato A.,· mi,,.,.' ,;,....,;ti:< ~ •77- ..,(~ il I 2 assieme a quota i 88; il 13 è occupato il Pe- d"-<' ~ç,A>...J<, ..... ~ ~ ù,~~c/4 ( cinca e viene tentata l'occupazione di Velicki Kribak che non riesce che parzialmente.

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206


RIEPILOGO DELLE PERDITE IN COMBATTIMENTO Il• Rl:GCIMl:NTO

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Sfilamento della Brig(lfo nelfo Piana di Clauiano (UD) davanti al Duca d'Aost"

Il 15 la Brigata è avvicendata. Ritorna al Nad Logem il 27 e rimane in attesa della ripresa dell'azione che avviene il 14 settembre. !l 15 la collina di S. Grado di Merna è in mano ai granatieri con un migliaio di prigionieri e numeroso materiale. Jl Veliki Kriback resiste agli attacchi del i 5, 16 e 17 giorno nel quale le operazioni vengono sospese. La Brigata il 20 è a riposo, ritorna in linea ad Hudi-log dal 3 novembre all '8 dicembre. Le azioni dopo il Cengia sono costate alla Brigata la perdita di 8600 uomini. Dopo alcuni periodi di Linea la Brigata il 2 3 maggio 1917 muove da Caseboneti e conquista le quote 241 e 235. La quota 241 che domina il Vallone non sarà in saldo possesso dei granatieri che il 3 giugno perché passa alternativamente dalle nostre mani a quelle austriache. Il 24 viene occupata quota 219. Lasciate le posizioni conquistate e tenacemente difese, nella notte del 5 giugno, il 1° reggimento raggiunge Casehoneti per riorganizzarsi. Verso le 6 del mattino riceve ordine di riportarsi in linea a q. 208-sud per riconquistare le quote 235 e 219 perdute nella notte dai reparti succeduti. Alle 1O quota 235 è di nuovo in mano ai granatieri che combattono fì1ribondi: poco dopo anche quota 219 è in nostro possesso, rerso sera viene occupato il cavernone di quota 219 e alle 22 la vecchia linea è ristabilita. ll giorno dopo la Brigata scende a riposo. Dopo un avvicendamento sopra le linee di Caseboneti la Brigata partecipa alle operazioni di Scio che si iniziano il 19 agosto e proseguono il 20 giorno nel quale, superato Selo, ridotto ad un cumulo di rovine, va a dare di cozzo nelle formidabili difese dello Slari-Lovka. Questa azione ha valso alla Brigata una nuova citazione sul Bollettino di Guerra. Dopo un avvicendamento la Brigata ritorna a presidiare le posizioni tra Comarle e Se/o per essere inviata a riposo il 4 settembre. Dal 23 maggio al 4 settembre, la brigata ha perso altri 5545 uomini. Nella ritirata la Brigata viene usata come truppa di copertura della 3" Armata e disimpegna il suo compito con bravura e disciplina, senza defezioni e sbandamenti. Viene nuovamente

208


Bandiera del 1° Reggimento "(;1wwtieri di Sardegna"

citata all'ordine. A Flambro al Ponte della Delizia, a S. Vito, a Lorenzago Livenza, al Ponte di l\lfeduna, sul i\tfonticano, la Brigata trattiene il nemico resistendo per guadagnare tempo ali 'apprestamento della d(fesa sul Piave che viene attraversato !'8 novembre. TI 14 la Brigata è in linea per arginare l 'avanzata neniica al Piave vecchio e vi rimane.fino agli ultimi del mese. Ritorna in linea il 17 dicembrefra Zenzon e Campolongo poi si sposta a Candelù e Saletto. Il 14 gennaio partecipa alla rettifica della linea a Capo Site e il 16 ripristina brillantemente la linea rotta da un violentissimo attacco nemico. Una temuta irruzione nemica in Val d'Adige fa spostare la Brigata a nord di Verona . L'azione nemica del .Montello fa chiamare urgentemente la Brigata a Castelfanco, ma quando giunge già il nemico è stato ricacciato alle basi di partenza. La Brigata rientra alla ]" Armata e il i° luglio è nelle trincee di partenza per l'azione che culminerà col darci il tratto

fra i due Piave che il nemico ci contende disperatamente il 2 ed il 3 e che abbandonerà soltanto il 6 sotto la pressione delle nostre truppe. Dopo un mese di riposo la Brigata torna in linea a Cavazuccherina dove deve lottare contro un nuovo terribile nemico: la malaria. L'avanzata della vittoria trova la Brigata in quelle posizioni sofferente, ma non doma. Il 30 attraversa il Piave sotto La molestia nemica. il 1° novembre a San Stino di Livenza cade l'ultimo granatiere. Il 2 la Livenza è passata travolgendo la resistenza del nemico in _ji,1ga, il 3 il Tagliamento è attraversato a Latisana. L'armistizio coglie la Brigata a San Giorgio di Nogaro. A corifermare il valore della Brigata nella campagna 1915-18 a compensare il sacrifìcio ingente dei granatieri vennero co,ferire alle gloriose bandiere, già fi'egiate di una medaglia d'oro e di una d'argento quella del 1° e di due d'argento quella del 2°, una medaglia

209

Bandiera del 2° Reggimento "(;1wu1tieri di Sardegna"


d'argento ciascuna per le azioni di J\1011falcone. Sabotino. Oslavia e altopiano Carsico, una medaglia d'oro ciascuna per le azioni di Monte Cengio-Cesuna, Carso, reg. Fornaza, quote 235-219 e la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia. Le perdite totali della brigata nell'intera campagna assommano a 27.172 uomini dei quali 6357 morti compresi 217 ufjìciali: ijeritifurono 13,465. Nel co,~f'ronto delle perdite poche sono le ricompense individuali, nel confronto del sacrificio e dell'eroismo dei granatieri, esse sono troppo poche: 15 medaglie d'oro individuali. Alla Brigata Granatieri venne concesso di eleggere a giorno dijèsta dei reggimenti il 24 maggio, data.fàtidica dell'entrata in guerra e giorno che ha segnato neifàsti della storia dellaBrigata meravigliose pagine di gloria". M PIVI. dalla "La Gavetta del Granatiere" ciel novembre 1928

.Monte Cengio

q. 188. Rovescio verso l'L~onzo

Basso Piave

.Flamhro

210


OPERAZIONJ GRANATIERI DI SARDEGNA SETI'ORE

PERIODO

Monfalcone

25 maggio-22 agosto 191 5

Monte Sabotino, Oslavia, Quota 188 e San Floriano

24 ottobre 1915-1 2 aprile 19 16

Altipiani (Ylonte Ccngio, Cesuna. Magna Boschi)

22 maggio-9 giugno 1916

Veliki Kribak, San Grado di Merna

26 agosto-1 7 seuembre 1916

Oppach iasella, Iludi Log-Palikisce

novembre 191 6-marzo 19 I7

Carso ( Jamano, Scio, Fornaia, Quote 2 19, 235,241)

21 maggio-22 settembre 1917

Ritirata dall'Isonzo a l Piave

ottobre-novembre 191 7

Piave (Capo S ite, Piave Vecchio e Nuovo, Vittorio Veneto)

19 18

PIUJ\CIPALI FATTr D ' AR!VIE DLLA PIUMA GUERRA MONDIALE

ANNO

DATA

FATTI D'ARME PRINCIPALI

9 gi ugno

Presa d i Monfalcone

10 agosto

Attacco di q. 12 1 (est di Monfalcone)

28 ottobre 2 novebrc

Attacco di Monte Sabotino

20/23 novembre

Com battimento d i Oslavia

191 5

211


29 marzo

Combattimento di San Floriano

29 maggio

Combattimento di Treschè Conca-Cesuna

3 giugno

Combattimento di Monte Cengio

1916

Combattimento di San Michele, del Pecinka, ciel Nad Logem Combattimenti ciel Veliki Kibrach, di San Grado di Marina

7/15 ojuano ,,., ,,.,

27/28 settembre

1917

novembre dicembre

Operazioni nel settore Oppachiessella-Hudi Log

24 maggio

Attacco di Selo

6 luglio

Attacco alle quote 219 e 235 (Carso)

20/24 agosto

Attacco e presa di Selo

agosto settembre

Att.acco alla Bainsizza

ottobre novembre

Ripiegamento dal Carso al Piave

29 ottobre

Combattimento cli Lestizza

30 ottobre

Combattimento cli Flambro

14/16 gennaio

Combattimento di Caposile

luglio

1918

24 ott:obre 4 novembre ....,.____

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Operazione del Delta del Piave Offensiva del la Vittoria

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ÂŽ --212

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1915 ENTRATA IN GUERRA ED INIZIO DEI COMBATTIMENTI La Brigata Granatieri di Sardegna, al comando del Maggior Generale Luigi Pirzio Broli, attraversò il confine tra Palmanova c Visco il 25 maggio l 91 5 inquadrata nella 13" Divis ione, III Corpo d'Armata, 3a Armata. GRANATIERI Nel primo periodo, fi no al 22 agosto, partecipò alle operazioni nel settore 'Nde li piani der Piave e là sur Carso di Monfalcone, laddove gli austriaci Ribattezzassi o vecchio Granatiere. C o' li compagni morti e er sangue sparsi avevano predisposto sulle alture muLi drappi de l'antiche tu' bandiere. nitissime posizioni difese da forte fuoco di artiglieria e protette da fitti In ogn i fatto d'arme, in d'ogni sbarso reticolati; posizioni che i Granatieri Su' la neve del l'Arpi o a le trincere cercarono di smantellare con ripetute Oer Libbico deserto, asciutto ed arso, La vittoria fu sempre in tu' potere. cd ardite azion i di volontari che si spingevano fin sotto i reticolati per Ogni azzione è 'na paggina de gloria apporvi tubi di gelatina e per a prire E siccome n' hai fatte a cento a cento passaggi tagliando i fili con le pinze. diventi 'na leggenna in de la storia. li primo scontro con gli austriaci E 'gni sempre poi di' co' un certo tono,. avvenne il 4 giugno allorché la BriChe ciai di compagno d'arrne ar Reggimento, gata, passata s ulla sinistra delEr fijo de Colui che sta sur trono !' Isonzo, occupò Picris, puntando quindi verso Dobb ia e poi s u San Augusto stefanini Nicolò e San Polo. 11 9 giugno, occupata Quota 61 con azione nella quale caddero il maggiore Manfredi , il sottotenente Marsigli cd un centinaio di Granatieri, i due reggimenti raggiunsero Monfa lcone, continuando ad e ffettuare "reiterati attacchi contro le alture limitrofe" condotti con "energia e ardire, disciplina e alto spirito militare'' , ma con "gravi perdite", tanto che, proprio a causa di tali perdite, si ritenne che la Brigata avesse "bisogno di riposo e raccoglimento per rimettersi", non prima, peraltro, d i aver provveduto al completamento dell ' organizzazione difensiva della regione. II mese di luglio trascorse senza altra attività che quella de i norma li servizi di avamposto e di rafforzamento della di fesa. li IO agosto s i svolse, invece, un furibondo combattimento, del quale fu principa le protagonista il I Battag lione del 1° Reggi mento, per la conquista di Quota 121; mentre il llI Battaglione del 2° Reggi mento, al co-

21 3


mando del maggiore Guardabassi, venne impiegato per tentare la conquista di Quota 85. Già due settimane più tardi, tuttavia, venne decisa l'occupazione da patte del IO Reggimento della Quota 121 ad est di Monfalcone e da parte del 2° Reggimento delle Quote 85, 77 e 21 (Sant' Antonio) di Adria Werke, disponendosi che nulla si dovesse "lasciare di intentato p er

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1° REGGIMENTO GRANATIERI

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avere anche in questa circostanza la pagina di soddisfazione e di gloria". La Quota 12 1 ( che venne attaccata particolarmente da l la 5" Compagnia del I O , al comando del tenente Le Mètre) e la Quota 85 (attaccata dalla 11 • Compagnia del 2°, al comando del capitano Dina) non potettero però essere conquistate, malgrado le forti perd ite subite.

215


216


MaKKio-Gi11g110 1918. S11perame11t11 del co11fi11e italo-austriaco e lihera:.io11e delle prime cittadine fri11/a11e

217


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219


220


• dal Dia rio del IV

».. tt11 1Tl1one

del 1° :Re~gimento

Granatieri di Sardegna•

AZIONR D'!':L •

0

»ATTAGLIOlm NRI COMBA1'TTVRNTI

DlllI GI ORNI 8 - 9 g1 ugno

\~li; .

(Al turo di Selz (quota 61) • UONFALCOlra )

Alle ore 16 d~ l g i orno 8 u.a, Jl 4° BattcRllon~

(l!ag,u oro Man tr~di), in oolonnn di vie (ii·, 14•, 10·,1eA Compagnia e sesi one Mi traslin tr1oi)

1

-muoveva de.l lo linea

di dite ea Beliano-S, ~~nziano dirigendo ai au Dobbia, d'onda preceduto t\al 2° Ba.ttn gliono (l.lagR, Anfoaai) proseguiva alle ore 16 per 3 . Ricolb-s. Polo, in toniiazio-

ni affiancato, app01Jg1ant\o la d.Alet't'a alla strada carro zznb ile,Obiettivo dell'avanza ta per tutto il Regp,to era tl p&89"P'Bio, anche a viva torsa, T'lrao

s.

Polo, del

oanale di derivazione dell 1I !!onzo ohe da Sagrado econde p er Monfalcone al 1110re , canale i cui ponti ai sapevano

la maggior parte d1ntrutti e nulla cui riTa airuatra il nemico e ' a ppnraochiava a forte reaiatenzR , Oltwepe.eaato il canale,il Reggimento deTe puntare per quota 61

221


oul monte Coeich, oollegi;. to

&

ai a bi t:a nU • oep et U, tl 2• lo. t taslion. doranti l& notte

de a tra c:'-'n 14 Br1aata di

ooattuS<ra con 1 'atuto d•l Oenio una P&••erel.la •ul cana.-

4=1at er 1a:1.tees tna, ( Jl . OtU'le rale C&riRtJnni ) • a e 1r1i,tra

l• ,,.-arc&Y& qu.uo alle on a e io. ia.stdiata•nt• H·

oon t.ru.p»• de ll.a 14"' D1v1e1une (T. Oen. aoata«no ).-

,rulto dal 4• llotttagllon•, -

Alle ore 18 , centre 11 Sattagliont raggiungeva •• ntrt 11 2• Batt-clione 11 dirtgeva 1ul.l 'a1tul ' al tassa del quadrivi o , eotto l ' S. di S . Jnoolò (Ca r-

ra. tn4h'iduat.a da.11.a. ou.rTa di liYel.l o a 2 • • a Sud del•

t& l;l00.000), in romuiono di c olonoa doppia (ll3• •

1& let tera

a di su. (carta -

t,100.ooo),ll ••

llat•

14"' 1n l"' Unea • l ts "' • 16"' in 2 "' ), c-, 1 plotoni artta.n ..

ta4Uon1, laeoiàt.a la 13' ... C.oapagasa (cap, Roiuoco)

cati ad intc,nallo di e pS•e;a.aento

• acorta cl 1 una 'batteria •o•tQiata in pofl•ion• aul.1.e

n. , en. r a tto ,.,.gno

111

f!

cUt$10t:l ti •

eoe.ochte-

un Yi11lento ruooo dt n rti gl1tr1•

pendici ••r141-,mal1 della aoce n.na\& a.ltu..ra, 11roo1d•••

n.t'r:dce. di D!Sd.io calibro I ruo co 1 cl:lo p.tr (lua.nto 'bene

ad occt.rpere con. la 1~· Coapagnia (Cap. Melotti) 1 'altu•

aagiu.s tà to, non proa.loee aleun daano n~ ecomPB,ginh 1ft

ra di quo i. 61. r acaordand-ooi coll• 1&• Coa}*gnia (Ca p.

fil• del lh1 t togl1on e ...

1>1 'luni) • l 2• Ba.ttagUon• • tenendo

frattanto il 2"' 1'at.~gUone , arr1Tato con la

nu.a. t-oeta d'aT:i,nauardi.a a s . Polo, T4n1T• a.ocolto

ai) reatava al. oop•rto die tro la ac:al'pete. dt U.a linea ter.ro·d a rt. Ron.ohl >tonf'llloon•, prttao la piu1• nlla 1uac•

ni a tra del cena lt che dal l 'ln t•rn.o dell '&bi tato s"t•a-

a rlntor10 d•l

a•

••aut to

1e· Coapapla

tro di l"' Unq; la ksione IUt.regUa\r1ot (Ten. Da.lida-

Ila

vivo tuoco d.i ructlu·ia prov-•nienh eia dalla riY& st-

a o. La 13"' coapc,.gnia in

i,.

(Oap. Jbuooni) in 2"' Un•• ln c:orr1•pond•nH, dll. oen ..

cenae.ta.-

a ciò vent Yn i nviata

All• ore e una nutrita f'\aoU•ria. pa.rtiTa dalle

&. tteg11one, mentre lo altr• ooJOpe•

torti tri~• au1 tr1acb• di eont• Contch aU '1-o4Jriuo

gnt• d.el 4.• Ba t taglion , e i aptogaTano tutte a rido••o

de1 ,• Battaal,.ion• , che ri s ponl!eYa con t'uoch.1 a c:oeando

dell 'argine l ung~ la •trad& Rono.hi•S. Polo. proni.

per par-t• 4flla 14• Co~cni•, •rfa.ttuatt o p i ,\lalYol•

a d entrare t ,i uione ( oro 10 .. ore 21) ...

ta, in e e ,u.1

Yugat. l • ultilll!t x,at.tuRU• 41 r etrogl.lO.rdJa •

w a Uri bu» a.cs.haaiats delle noatr• •rti•

aUer-1• auJ. trJn~ra•ntt ne:'liat 1 d

··di mole • t1a" dell ' &T••r!JJi.rio • tratti in arr• oto 11,leu-

ootaYano in q_u.eats

./ .

./

.

• 5 •

tscompiglio e ao•i•otiti di ritirata.L'artigll•rl• aTYer1arta Datina fron.t.a.l.,nte l e no•tr e po1iai.; nt, m. unu. alcun aenti'bile rleult.at.o: no1tri granatie ri ria.rtaTano tend • 1eronl nelle lo-

render :otO ,olJda l 'occll\&Cione di quota Gl , dato che alla noe tra deotra ancora non 9r$OO arri•&t• l e truppe

ro J>Oaisiont, c ui non pote• ano peri> rattonar•, data

l.a na.tura 1a..eeo10 .. car , ic.a d.tl torr,no e la mancanza d.1

del la Briga.ta lle,11n• e\lll ' altu.re della Jlocca( quote

8? • UU.). -

a=-.terial• conYeniente ( tronchi d 1 albero. Tiaini, eacchi

ATendo tncUv lduato eaat ta1111tnte le poa1s1on1

• t.erra). - l mproTvi ....nt,, a.lle ore 8 circe., \IJ'la all. ...

dttllt noetre truppe

Y& di ba ttorie da 7& colp1Ta •iolent•ente dt roTeeoio t Ttreo Jl f1An.co 11infatro le ooiapa.gni a del Battaglione ed a1tri

1

colpi a J nc·r-ocù.vano provenienti dal tergo

e• da. n.otarei

eh• tul tetto 4 ' \ln

tabbri~to attiguo alla C11erm 41 Kontaloone

à 1tato

rtnYenu.to uno 1pecchio 41 a. l per 0 1 eo rtrl•ti.ntesi T•r•o 11 f'i-ont• . &T'H raarto), verso le ore 8 • oltre

4•etro . -

1 •1noeaaante tiro tron tale delt "aJ'ttg:l i • ria auatria4&,

Y•nt•n1ndo ocottpato oon plotoni in oatena U oiglio di quota Il • Hçr• in coll•ea--nto a 1int-

1tra col 2• EattacUon•, .ltidntra alla d•atra ai o.rc&Ya 11 contatto colla B~ipt& lleelina ohe da Monfalcone aa•

d

d••t·aTA quello d' intU,ata pro'f't~ibntf dalla di re-

zlone d i Vermegliano (p•nl di m•dlo oalibro). lin dal

priai.o aolJ>o etticaciaaimo.Srano caduti poco pri.11& un centinato di

lh·a ,ol la Rocca. 11 a:ioe•o del • • 'Bett.sli~ae. per ,ot trarai alle aicidiaU r&N'tcbt, d.oTUt. ad un fata.le

c:ra.na.tierS ed 11 , ot totenente lta.r11gll , teriU 1 Ca pi• Ruacon.1 • leelotti ed 11 aottot•r»nte Volpi , col·

errore di no1tr1 batterie poetate Yt rao 8 . J(tcol1.,;·A,r1a

ta.n:1

e •eTeO .llarctlUana, si raccogli••• a pJedi dell 'ùtu-

pltl tutti por U 4hçaa1a to equhoco d•ll• aNtro

ra addoaNndoei alla acarpata della terroTia.-

batterle: aa le truppe,a.niut• d.all ' •• ••P1o dei loro

ln. etgu ito a4 aTYi11 apedi ti da.l la.ttagUone

Ut'tictali, pur protonda• nte aaar•ggia te, noa p,&Tenta•

1 te1 1Jo, ceeqto 11 fuoco intn»••tho 4•1 noetri p11ai,

T:s.no le ratticho d@ll ' artiglteria auatriaaa . Il Co-.n•

il CffllO del .Ba.tc..1Uon• ritor.na'f'& eul l• primi UN

da.ate del B4attag:l..ion1 1 X.gg. liler,tr •d.i. riaun••• 001

p.oei•ioni ,rin.torz...to da. 2: coapap1, del

a• R•a. to

ora,.ttert (O.a p. 7ontnt • Ruggero), a4praa,iunt1 per

./.

auo at&to maggi ore I gU, aol to rldo~to dJ nUMro, preaao qu ota 61 , l"aoco-.ndando la • • siaa calai. • una t•naoe

./

222

.


re•btcnza, in • ttite-& d•lle dbposi!:hmt che 11 Coa.an-

t.ruppa 1 QWi.tltUIJlU e doloro a•nt.t provat tt

d.o di .Brigata aTre'b'b4 ored.uto prendere, ..

r1pt op••no dalle poeizi u n.1 . Il Capi tano .Ruaooni c he ,

u

00111.an::So del 4°

deoimat•, non

<:Ol'H tl Ot.pi t.ano ate lotti, bt nchè tiri to e r a rh:a eto

11 Comandante Jel Roge . to 1 Colonnello Gand1nJ,

col auo aiu.tant1 q ga;J.ore , Coplt.ano Pt r ic,oli, ra ggiunse• va

Snttagl.ion• f)roe l'I O cui .ata1'a la

1u l po ato, ••1t.2ttna quali capi i.no pi~ am tano ll Co .. mando del •• Be.ttnel tono 1 i.. S..nd1tra, rermam:ento tenu•

B•n41era tenuta d.all.A l&'" Compagnie.. Mentre l'aiutante

te &tl l 'Al.fior• a ottot•n•nt.t fe r rar! •

OMll@:iore del lla_U.aglione (TenoDte Spochel ) blla aotl21l.l ·

Serit:entt, n:agglore Coi:ùn i • 4-.l aar gente Sr\lno ( 1r;• O.la

tà di quo~• 61 torotTa al Com.,.ndl.nt• del Regg?to 1nd1-

i mpavi di aot.t o lA plagia d.1 1h ra pnel1, d'ordine del

oAcion1 eulle a.ntJ atantl poeic1 on1 ne~ic:h• . uoo fthra tu'lel

colonnello tra por tai. a a·• 1ntolar1 •ulla priM linea

eodtiYn. a pochi JIOt,81 da quella q,uota, coali•ndo 1n :pieno il p1oool.o JTUPPD ohe

•t.a••

t

col llaftP:';iore 1!2lnfred.1;

ecor t&ta d.&l

1 1 Calonttel. l o: •Grn.natieJ"i - Halt••• -

te•i col la ante • col cuoN

& ttomo

rao c:oau., ..

alla noat.rt\ Ban-

unn achegsi• del protetto apexz.aTa 11 te,r.ore a1n1otro

di era : • •~ non pi•gherà cai, -. a t si.pr ll? a.lta. • e •mpr•

d i qu•ato prod• utt1ciale auperiore , altri !J·e..1wHntt

a canti eaii. porta t.a.. s orretta dal •oatro Talor e, ,., mag•

1 pa.ll•tt.e r~rJTa no quasi tutti 1 m.:1Utt. r1- aupar 1t1t1

gior ,;lori& delle oplend14o trad.ialoni doll'anUca !ri-

dello o.t-a-to •Raiora dtl Ba ~tagUon•, • oolo l 'ah1t.a.ntt

a:nauiore i n l .. ,C&.:p1"4. m Per 1oo11 , ohi en. oon lo ro, \UJo11'a 1lleeo d.a quello scoppio. M.entd l ' •Jutant e &ag~ior• sn

a'""

gata.1 • -A q,uell& SnTocaz t one ~n .p-tdo 4nt.ua1"•~ r iap,ondna da tutti 1 patti : *T1Ta l 'Jtalia, T1T& 11 Re , •••

•tva i l noot.ro ColonMllo1 • ...

T•nent• Speobtl e 11 OomU1daDt-t la lfl ...

l'rano l o ore 12 • 30, qu.endo, • ••endo stata.

Ooel:pagnia Cllpi t&no 01 Suni aocorrtT•no a pMa tar 100-

o ooupata lo lloooa dal 1• Jlattaallone (T- (;ol, Coppi)

coreo al 11'.agRiort , a ac.eono ln..,.no, chi egli r ep1nt1-

d.11 1• Or a.,,.,tt e ri oolla. Brigata )hta a inA, U 4• l?e. 11tft..

naà1nt.1 spjrA.Y& { pt r v iol.ent• e:morra,tla 'Provocata

gl.toa.• rie~•••• o rdine dJ naootr,1.ler1l a ltontal.oone;

Ulla reo!ei~n• 4~U '•rterta. toesorale), un a ltro ohrapnel

a oa teau to n ~l auo rlp·t •«•-n:t.o da un Battaglione d.tl

e t a.bbe.tttT& tn q,u•l punto, Certndo g:raYeaente d etto

./.

ca.pita.no• Utvt1Mntt l'utricial.e 1ubtalterno. IC,l. l• ./_

a•

Orenathri ahe .-1 t ra tt0r\.ato a OGat.ltulra 11 noat ro

2•

.z. n .• gl..lon, ,

e • teri44tndo l..a pToprta eat.reaa 4.e atl"a

••reo l a ~uota e 1. au.l ~ qu.•le, :s,.r tutto quol. t.i,»o , 1.' a l't:l4 l.14"?'"1a a u et ri&Ol'a . . 1 • .,. • .,.a o••••to di conTe rae-

r • 1 euol t1r-t .-

( .A. SlHOKBL )

~-~ Monfalcone -

Panorama

223


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I. I

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Giug110-luglio 1915. i'lfo11jhlco11e Zona di comhattimento della Brigata "Granatieri di Sardegna "

224


~~~M'c,,1!,/- ,t>-7/.r

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MONTE SABOTINO OSLAVIA

Il fatto d 'armc di Quota 121 suscitò tanta ammirazione negli ,:,.-+/., /.- / ,h tr,.., arf ;/.-%.r:/'h ,--r ,e,,,,,,(.,:..,,.,, stessi austriaci che presentarono cavallerescamente le armi ai poch i ufficiali ed ai granatieri superstiti delle due Compagnie, la 1" e la 4" che gu idate dal1'eroico Tenente Colonnello Umberto Coppi, caduto poi nel corso dell'azione, dopo aver respinto un attacco nella zona di Sei Busi erano riusciti a conquistare alla baionetta l' altura ed a resistere fino all' estremo contro i reiterati contrattacchi del nemico, il quale si era avvalso del violento fooco di sette batterie, delle quali due cli obici pesanti da 240, mentre la nostra artiglieria da campagna taceva per mancanza di mun izioni. Per questa azione la Brigata ebbe la prima citazione nel "Bollettino di Guerra" del! ' 11 agosto 1915n. 77. Circa tre mesi essa rimase poi sulla linea di Monfalcone conquistando, palmo a palmo, ed a caro prezzo il terreno, tanto da meritare l'elogio del Duca d'Aosta, comandante della 3a Annata. In queste prime operazioni di guerra la Brigata Granatieri cli Sardegna ebbe undici ufficiali e trecentocinquantotto soldati uccisi, ed oltre ottocento fe riti. Molti gli eroismi, e le decorazioni concesse. Le operazioni, che si svolsero dal 24 ottobre 1915 al 12 aprile 19 I 6 nel settore cli Monte Sabotino, Oslavia, Quota 188 e San Floriano, costarono alla Brigata ben millequattordici caduti, quattrocentosessantasette ciel l O Reggimento cinquecentoquarantasette del 2° Reggimento. Il 26 ottobre 19 15 la Brigata Granatieri di Sardegna raggiunse Podsenica alle dipendenze della 4" Divis ione ed occupò le trincee sotto il Sabotino, il monte che _,

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sulla sponda destra del! ' Isonzo, davanti a Gori zia, costituiva il caposaldo • 000 t'J.'O A t.t.:i.coo i,,on1 ~<t.n1 (lU.O t.c 1.11 a 06 nord della testa di ponte L>o=• ~Unn 14 lln,:at.,, pc.- or"1Do a<ll ~o,, Jldo tl1 1>1-rio:ù>no (o nl11l• <Il op<=• 1!1ouo J • 31) a tÙleolu,r' le quoto :,,;;1 - f)tl pu ""''" ,u COO J'T>io '1j tul:4 n...i re che difendeva la città, riutl..col.a tJ, .fuooo /JJ. ort111l1 ma OJ. 11o<lio o p1coolo onli 1..,,, a tt.."t~oo del.lo 1'watol'ic . t L~:::t!::1;:r:J,gp;~cl2,l'J~~ :;m'l~nt.~t"te 441_ lhtt. OopJ11 •ého (l\lCO~ nito, attraverso la catena eor" ollN '11.laY.:ito !l{,11 . , _ .u •U ,,,h,i. " abl l>:ltt J"1ror..t • collinosa di Peuma ed fl •n L' itt.'lCCo tlcll '0»01" ~ o~' ft1Ul\ tront.,:~;,.:nntlt tf!'.ll lJt1t.t.Outll"'d.Abutd e.ho quoot o •= l m,Ooro lloe<>o lrande al 0"141"0 dollo no tto O oi trm,fol'irl, auo Oslavia, al caposaldo sud e ne cU _ :,rl .J.conu .~~: 'o ~:p ~'r'...:kT.tg:eo~l ~.;,~.t: 0 ~ ~.i~.~:'t •tJ"a1'! costituito dal Podgora. do.no ••\J,J'GiJ'l at"tOlDbi"J.to 1 o Cu.v.o dtll. l'!\tt".Ou:t.rdAbGBai ri. cd tr atertl"":i. t:1 l'Ol)f.C o,o:lucei U l'.ntt , 'looc1.U Di>'li.nento o:u,ì. •• ,:,iuta l o""' ,L3/, . ll IJ'1tt,:.. Era una posizione formil,liono m.rm..u tls c ,lbr..,l'in~ ai QOttcrn in .,......,la w4:ol.,,do 11 114n.cn1.o 1Jl .,.•Jo •li r "J!JliW'IION i tl1.J10011U10n1:I. hl. CM!>lo pc,r lo oro :> . ,., /4. dabile magnificamente J_.' ltttetu•, •le'l:a (l .ml 03,.1''> 8tl1"'1"::r31t to da a.t'Lwoo 41,out;r Uvo contro 1) .7"/, A$ ' O.l'IO queot:t olio on..l"tl nol\!1 4"1. Ub.A COt.J) . d cl lJ tt.,:to .tJ1 od .un ott.oco ù.1Jao organizzata dagli au11t~3t.1v" ou fl. 4 ..:ho o.1r=. .-volt.o 1.1.i.l vati' i>~d!IJ'\ to 4C6,U w .mpooti Ad.ria . ;S•• 11 Coc::41ot ~ lo'l J• Or ..>at. . U i.Gor:\ 1 ' a4oro cu <:. -L'll. 11 t::ai J>(l:tJ)W t;lel 2° striaci, ed occorreva scarUr,..,n t . (lUcl'1 , !:I\ quota U e mi ~ 'l.r'U1DO eono.,co-ff 11 l.o 'rV poeto 11 CCY.t .n·l.c . 11 n,t.t.lli>où nllo C,rt• mo,o h C0'1}>,un\a ~'ho ""1000 v ffao 'l, 77 e 11 Bott. .111• Pi'l:l=,l Al UUJhal.O Oitol!l.TO\O 4 ad. .. "19' •iOUO . dinarla se s r voleva 4. ll ~o-."'u · ut~ 4 •..,.u aUot'i ~ 41 GC'Uor"# ca11om1,.~~.t« nuru? che .ùl ' tU.bA J '"''""° ol>ioi 0 "1C'llll'>O n11r..- -11 .tùooo CoJ\1.lv 'l · ~ o qµcllo c!l ,i,.t, ru-.7.1 ~ 1 arrivare a Gorizia. ftoco uont.t-o q .8&. b 1 t t . ~ 1 r c tt col ... o i tn.noor=cnti...,Collc b"'tt~k'i-o 41 • •Ja~-n:i dJ w,t.lonoi1o,..., b H•~ lo ut.• ••• J>Ool '1oni l)Ol' , " p1c t , m o l ~•tlAll'alba del 28 ottobre z:1ono . . l l t.i n, d •a.rt.t.g:Ueria. -t1,1r.:_r,;_ 1.1n ( J J ~ lG ·(1\1.~~te non no or0.1nm l C(!OOO l'attacco fu sfe1rnto contro nor.fil . 8 "= ,tu ""10 l o t$llM!d" ooYl'I' Y'.'Jls.:,,r-,, M li -up;,o òJ otd cl 'b tt=i\ , o rt1&U•r1c dol C03it:.h o ùol l>c.bc.Uv t, l 'Ut:ac, e naP)'iO 014.ol 4.iOll lo b ·1t Lcdc '21 c:..eip (t>la. t. il fortino del Sabotino, 11ir.,:,,orl 11 tl."1 ., b tt>lno. 1 •orl,h,a •lei t"1JlooJ'""""t1 tr . 1a1 &>..i rio•• l,o hffl iotru.non!. u, ,,1:1.1o J G,:u 1'1 d1 obic1. ,1 Col onn .Pbn.,,4 . puntando su San Mauro, o•• 11· Comao<lo Coo.-ip .<lel Oa uio élll'<><'ÌI i l'I ljlomirt<i uuvo por~ti 00 tub1, 2<.~ a,:,,eJ1ott1 • 111U:1craco l>oobe o "\lllO ptee,a l a ur..n r;u...r.U. <11 Oe o t.ra clqsU .Ta preparato da fuoco di aitipooU oot - ooll1~. ~1Ni"31UIO i,otr 1 ~ , tt. CopJ-1 • 011!.1·l.!ll&n1 . C!J1',. 1 tubi, o l o>o f"Jli<uo 4""""1lb o rcl1b1 1 Coio,nc4,.nta!, •Il. R<1~ .,anto, C1VT.nno l o"' " diopolli glieria e da azioni di saboziono 4 rJU&r•li o 'li finrn14 por o,:rd bo tt .,u a,J.or.o Oott, t.JU:>rdio flll o :.o 111 i pl"eutnt ff.Ql\1l0 ..ii r i ~ tt.1"1 Uo-r.cU 41 l " ~••fl to, a Vl'JQlO 7tohc o. dJ.çofll.&!011 ~.,.,,. 'JOld~t1 ~ol 001!.l.o. taggio. Jl Co'1'l.fldQ.Dte 1h dl~ Co'!JJ) .Ccnio l 'l r eri(done dello Unce t.clotoniohe o 1'11"-rd-:n to 6-i "''- nuov~ Ublla l:r1\ ls otni.I'ùo o l a l o,;,>4a. d1 .....,1r1a .Pooa!.ld li primo movimento fu . ,.,,t, ool!<'lllll>.l'' eou" co,u-,io u hott"6liono OuM"!lw ::i.o1d. . l 1tfino l a COUJ>.OCttll> ti!. ùovorà coi oontl.nc;ffltl •l1tl])On1bl.11 !Ùl.o ore Il al.14 r compiuto dai due primi """" di e,mpobti cot.-colllll,. pronti, por~.z-oi l!T<Olti 11o:r ru ..,.., t,.,.,ll l'Gf ton'l0tlr. t1 uullo p0"1:ioni oon~obto. battaglioni dei reggimenti •, - 11 1• Cr:m1ttJer1 curarli. elle ll<lll no t te ,dono f a t ti """""""" 1 aab14on!. n eo a:u-1 eh.e •1 oonca,U'O'J".umo aJ l 11C..'lo::lone, vuroo q .03, 11 J;• e1 tllff1r' d1 quoll sotto il forte bombardaoonc.,nt:r. t.1 c,Ut. 8 t ,>1ono. 8•• Tut.t.1. tµi uol'll1n1 crrr "'llll..lO llll• l.t!!OOh.otU, ll!UM>hora,.a.oou.a no'lle bor.r.1CC10, o:p0r~ mento nemico, procerunno G.fflA MillO portiando DCOO le wn1 d.oni o 1 V1TO.ri d1 tiaa-rva. . l ca....,Qi di llcc.m!.o"'1 I.o requi Gir>1ino b..rill da tenerai pi,m t!. ; i l - d ' <.O®A " dendo lentamente tra i q . ~ o o.11<1 rl eo-rY.2 cPa v...tll't,.loU out.,..colUnt1 pe rtfomiro t&l.trò Che collo ehi be le truvo-o c>!'ff<mU . • reticolati estesi e profon9•• L<1 'b11tte1'!.u oom"'l/!l.al.4 uam Jl!'Onta COD , ~-,lii A4 un ffenllla).o OJ>Ooi... ....,_to par 10 ON l!O . • dissimi. E le perdite fo10°• Ic> ~ d..Uo & di aloll!lttl.m allA Lagnai& di 11N,4J'ia <lon t:t:! f&r.lJlllO per,, nnlro l • 1 nfom,,;.ionl • • rono tante che occorse IL IIMOIO'll O ~ l'immediato arrivo di c......i....t. dOlla 11r14,.ta complementi per riempire t• i vuoti: ma la roccafo1te resistette. Il J O novembre fu pertanto sferrato un secondo attacco: ma inutilmente tra l'altro subendo forti perdite, specialmente tra gli ufficiali, e malgrado i ripetuti atti di valore. Un terzo attacco dovette quindi essere attuato il 2 novembre, da pmte di un battaglione ciel 2° Reggimento al comando del maggiore Ugo Bignami e di un battaglione ciel 1° al comando del capitano Federico Morozzo della Rocca. Fu una lotta durissima, reiterata, accanita, che vide tra l'altro l'eroismo cli un reparto condotto dal sottotenente volontario triestino Pessi (nome di guerra, Pelliccioni), che riuscì per pochi istanti ad occupare il fortino; ed accanto ai granatieri combatterono i fanti della Brigata Lombardia, eredi dei granatieri di Lombardia delle campagne del 1860 e del 1866. Ma ancora una volta occorse ripiegare. CCW.AJ

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La Biigata Lombardia riuscì tuttavia a prendere Oslavia: ,~..,4,,J:• ~ "\..;..;,.;,~•u1~ lS ~1 ·rw ed occo1reva ora, necessariamen te, occupare la Quota 188, caposaldo principale della catena che univa Sabotino e Podgora. Il 1Onovembre ebbe inizio la quarta battag lia dell'Isonzo: e la Brigata Granatieri di Sardegna ebbe assegnato il compito di appoggiare il Vl Corpo d ' Armata nell'attacco a Quota 188. A tale attacco mosse per primo il ITT Battaglione del 2° Reggimento con rincalzo il 1 Battaglione: ma inutilmente si tentò attraversare i reti colati, mentre le compagnie erano orma i ridotte a non più di un centinaio di granatieri ciascuna. Perciò, quando il giorno seguente i reiterati attacchi si dimostrarono inutili e sanguinosi, si decise di formare, per un estremo d isperato tentativo, due compagnie di volontari, che presero il nome di "Compagnie della morte" e furono poste al comando del capitano Guala, quella del 1 ° Reggimento e del capitano Luraschi, quella del 2° Reggimento: ma anche il sacrificio di questi valorosi (morì tra gli altri, nel la pericolosa missione, il capitano Guala) non riuscì nell ' intento. I giorni 16 e 17 novembre videro ancora az ioni di uffic ial i e granatieri " in gara di generosità e di abnegazione. purtroppo con risultati non più note voli". Ed il 18 venne deciso di effettuare ancora un attacco a Quota 188, da condursi, a livello Brigata, su due colonne a cavallo della strada di San Floriano. Tutto il fronte fino ad Oslavia ven ne posto perciò agli ordini del comandante di Brigata. 1120 novembre fu la giornata di gloria del 1 Battaglione del 2° Granatieri che conquistò finalmente la contrastatiss ima posiz ione di Quota 188 cli Oslavia, con audace, improvviso attacco al comando del maggiore Bignami, e che riuscì a mantenere la posizione stessa malgrado i contrattacchi violentissim i degli austriaci che resero detta Quota "una bolgia infernale". Si distinsero nell'azione fulmi nea, oltre al comandante Bignami, il capitano L uraschi che con due soli portaordini catturò alcuni ufficiali e numerosa truppa nemica asserragliati in una baracca, il sottotenente Latini comandante la sezione mitragliatrici che restò gravemente ferito, g li uffic iali Bollardi, Capocci, Revel, Benett ini; e,

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tra gli altri, il granatiere Fabio Tognetti, il quale, visto un gruppo di una ventina di granatieri che rimasto senza ufficiali. rischiava di sbandarsi, calzò il berretto di un ufficiale caduto e gridando "ora qui comando io", guidò i compagni in un ardito corpo a corpo. In dieci giorni la Brigata Granatieri perse ottocentocinquantaquattro uomini , dei quali cinquanta ufficiali; ed avrebbe annoverato, per questo periodo, centocinquantanove decorati al valore, ottenendo altresì una seconda citazione nel "Bollettino cli Guerra" , quello n. 181 del 23 novembre 1915. Ma i due reggimenti erano ridotti ormai in stato miserevole, per cui il 1° dicembre vennero ritirati, il l O nei va lloni della strada di San Floriano ed il 2° nei camminamenti coperti che scendevano al vallone del Penmica, dove restarono fino al 27 occupati a sistemare i piccoli cimiteri reggimentali. Si trasferirono quindi, il 28, a Manzano nella valle del Natisone per un periodo Cimitero sul 1'1onte Sabotino di quarantena. Il 3 dicembre 1915, con Ordine del giorno del Capo di Stato Maggiore cieli 'Esercito tenente generale Luigi Cadorna, il comando della Brigata Granatieri fu assunto dal colonnello Giuseppe Pennella.

1'1011te Sabotino

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Sopra l'Arciduca d'Austria e soldati austriaci salutano al suo passaggio. Sotto Cerimonia di consegne di 011orifice11ze al valore a militari 1111striaci. Foto trovate dai Grn11atieri nei Posti Comando Austriaci.

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1916 L'ANNO DEL CENGIO 29 marzo 1916 OSLAVIA. IL LENZUOLO BIANCO Trascorso un periodo di circa due mesi di riposo, i granatieri sono nuovamente in linea nel settore di S. Floriano, alle dipendenze, dal 23 gennaio al 19 aprile, della 4" Divisione. Il solo avvenimento degno di nota fu la lotta sostenuta il 29 marzo per respingere un forte e ben preparato attacco avversario, nella regione del Lenzuolo Bianco (Oslavia). Il l battaglione del 2° reggimento ed il n del 1° ricevono per primi l'urto, che cercano di infrangere; ma il nemico con forze notevoli, superati i reticolati sconvolti e le trincee spianate per il lungo intenso bombardamento, irrompe nelle posizioni ed occupa il tratto compreso tra la strada S. Floriano e Gorizia. Con immediato contrattacco i ricambi retrostanti, in unione al l O battaglione ciel 7° fanteria, accanitamente lottando ritolgono al nemico le trincee perdute, e gli catturano circa J50 uomini. ln questo combattimento la brigata riportò molte perdite, di cui 34 ufficiali.

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I granatieri del "lenzuolo bianco" Dal "Giornale d'Italia" del 13 aprile 1916 "Dalfronte, aprile la cittadinanza romana conosce assai bene quei ragazzoni alti, robusti, e quegli ufficiali gagliardi che nel gergo della guerra sono chiamali« la fanteria prolungata». lvfa gli austriaci in pochi mesi hanno imparato a conoscerti assai meglio che i romani durante la lunga guarnigione ".

DIEGROSSE La rinomanza è stata consacrata da un appeflativo lusinghiero. Per il nemico i granatieri sono "clie grosse", i grandi. Dai rapporti rinvenuti nelle saccocce degli u[/ìciali

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austriaci prigionieri si è rivelata la costante preoccupazione per la resistenza e l 'aggressività "dei grosse". Oltre che nei bollettini di Cadorna la celebrità dei ~~ -e fll110l I~ I I~ granatieri è così entrata /·1,..,6''· ~· tt--. 3-~ t·....,.. 4.....,w e.,fl.~ ,,.,·t,A-c..wb ufficiabnente anche nella storia nemica. Dopo aver partecipato brillantemente alle prime azioni sull'altura carsica di I~ I__J ( F.,..:_I É.J ,- I ft...r /ò·~ y.·'...t· G·,~r ~,•., J'·'-,· Monfalcone, sono venuti a conquistare e a mantenere quella .fetta settentrio11a!e della "soglia" di Gorizia, che si riallaccia a nord con le pe11dici del Monte Sabotino e a sud con la bassa gobba della CJ J·,,--•·· 'mwosa collina di .f l o Cl):~,--~"" ;•(-,Peuma. 01·1--·"'· Questa =ona, assai vitale per la nostra minaccia s ulla pianura goriziana, da/febbraio ha ricevuto il nome L!{fìciale di lenc:::r c::::l t::;.2. ,.,_,. f•t...f zuolo bianco. La denom.it=:'.::l c::J. nazione risale alle prim.e / tN ..,//•,_,.. fasi della guerra, quando tra la decorazione dei peschi e dei meli spiccava il grande dado candido di una casa colonica di recente costruzione. Pare che vi si fosse insediato un comando secondario del nemico. l 'L!{/ìciale di artiglieria che prese di mira il biancore della casa ordinò al capo pe=zo di colpire quella specie di !e11z11olo bianco teso fra un albero e l'altro. Della casa non rimase nemmeno una p ietra ma è rimasta Ia denominazione p er i11dicare la località Fa il torrente Peumica e il Va llone dell 'Acqua. E· in questa zona, assai contesa, che i granatieri hanno conquistato la loro celebrità presso il nemico, nei numerosi combattimenti, da quelli dell 'a11110 scorso al più recente dell'ultima settiniana di marzo, durante la vana ma aspra o.f/ènsiva austriaca. E s u questi piccoli vallo11celli, su queste basse colline che i granatieri hanno dovuto lottare contro tre nemici: il fàngo, il colera e gli austriaci. vincendo/i ugualmente con le risorse i11esauribili dello spirito e del corpo. Ora il« Lenzuolo Bianco» è tuttofìorito. Ha un altro lenzuolo assai pilÌ leggiadro, quello lievemente incarnato dei mandorli e dei meli in.fìore, dai quali cadono leggiadre nevicate

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alle brutali percussioni dei proiettili. La guerra sembra infastidirsi della vicenda primaverile e si indispettisce con le sue brulle/orme contro tanta bellezza superba e indiffèrente. i.;....., ~ •..f.; ~"'!-' ' I . ' \ - tlf'.'.,....,fy ~~..~ i~ :i"""' ;:,.q Durante i quaranta -.-.~. ..;, ~ ~ ,.,.i"'i\,~ ~t.~lc. ~""'ij)~l,·'lf ~.,il'1f·t-...ir i.,"l"i\· ~p , giorni di inesorabile Z,..,,.;.... ~ )'.Xw.fw pioggia i granatieri si l?-(, .. ~ .;,.,, 1~J..iy.,(111,, ,• ~ii 1'10 ~ t IO~ Hl m (~~ ,~..i~...., 1 i ,o i i 5i erano visti sgretolare i 1 . i~{ ;'.'"..,t~~ ,.,;,., 6 l,~~l I•) 1 Hl i camminamenti, l rico't,...i:.,.,t,. 1,01 11 4/l J) JH' lL \ veri, le impalcature deL!e trincee dalle colate del ~~~,,~ f.x...e.., 1 ni, t ,., 1 i4t 1 Ul 1%G\ jj:.t.;, ....., •1,...... ~~~0-, ')~ ~ Hl l 1 t u~., t l'.6 fàngo in continua eru-')l'<..,.;, 1 1i1 I,.~ 'I HJ i I,-~ 1 H1 ,;-.1\...i.; 1, t < 11, Jt Ho J zione dalle viscere della a~,~, i....w~ ,r terra. Tornavano dai combattimenti tutti ricoperti dì argilla come in.formi abbozzi di scultura. Le alte spalle toccavano gli angusti bordi dei camminamenti che riversavano su/Le divise la bava rossastra del suolo".

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"FANGO Assai prima. nell 'autunno dell'anno scorso, avevano lottato i granatieri, come le altre truppe, contro i morbi df/Jùsi dai vicini contatti del nemico, contro le infezioni ed il colera serpeggianti nelle posizioni conquistate, colme di cadaveri c!ffìoranti Ira i sacchi, sotto lo strato di mota. Dentro il pozzo di una casa colonica ai « tre buchi», una piccola gobba che precede quella del« Lenzuolo bianco», gli austriaci avevano gettato durante la loro scorifìtta del novembre parecchi cadaveri. Era I 'affi·ettata ricerca di una sepoltura o il vasto tentativo criminoso di attossicare i granatieri assetati? Nel balzo offensivo del novembre i granatieri avevano conquistato le alture afjìancate a nord-est del « Lenzuolo bianco », le colline di quota 188 e di Oslavia. I soldati del genio avevanofatto brillare i tubi di gelatina ed erano stati aperti due varchi. ;Jfle 8 del 20 novembre attraverso i vani aperti negli sconvolti reticolati si lanciavano i granatieri alla baionetta per la conquista di quota I 88. 1 prigionieri dichiarano che gli austriaci ci attendevano non prima delle 1 Odel mattino. Il nemico ha sovente queste strane determinazioni di orario per le nostre iniziative. Meglio che le coltivi o che gliele coltivino i suoi maldestri informatori!

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In quella prima azione che i tiri falcianti delle mitragliatrici nemiche non erano riusciti ad arrestare furono distrutte rapidamente le difese accessorie che venivano a trovarsi a/Le spalle dei nostri e si provvedeva a rajfòrzare la d(ffìcile posizione con il rapido trasporto dei cavalli di.frisia e dei sacchi a terra. A I mattino stesso e nella sera gli austriaci, dopo Le rqffìche delle loro artiglierie, attaccavano più volte i granatieri per scacciarli dalla collina. Erano quelli i primi saggi per il nemico della gagliardia dei granatieri, i primi esperimenti dei colpi terribili che menavano i grosse anche col calcio del fitcile quando l'attacco si Jì-"azionava in tante minuscole colluttazioni. Ali 'alba rigida e serena del 21 novembre l'artiglieria nemica cominciava a tempestare la quota I 88. Il nemico non poteva darsi pace che i granatieri riuscissero a mantenere una simile posizione sotto ilfì,wco delle sue artiglierie. Quando non esistono ricoveri in caverna dientro i quali le fanterie possano attendere al sicuro che cessino i colpi terribili delle artiglierie e si pronunzino gli attacchi dellefanterie nemiche per respingerli, è un compito spaventevole, soprannaturale quello di conservare la posizione. le truppe debbono rimanere immobili sotto le raffiche delle granate che spezzano le armature delle trincee, buttano all'aria i parapetti di sacelli, e squarciano gli uomini, scoprendone gli improvvisati ripari. Nella guerra aggressiva, assediante che noi combattiamo la fase più spasmodica è quella che segue alla conquista di una posizione. Conservare una posizione signifìca diventare un bersaglio vivente, accertato delle artiglierie nemiche, resistere nella snervante immobilità, subire il bombardamento mortale.fìno al momento del contrattacco nemico. Questa tenacia sovrumana delle nostre.fanterie riceve spesso il premio delfa menzione de/La brigata nei concisi bollettini del generalissimo che sa valutare lo sfòrzo eroico dei nostri soldati. Perciò il bollettino del 23 novemhre citava con un caldo e raro elogio la brigata dei granatieri che erano riusciti a mantenere la posizione e a respingere tutti i contrattacchi nemici del 20 e del 2 I. nonostante i soldati, nella cresta di quota 188 fos sero presi d'infìlata dalle artiglierie e dafle mitragliatrici. .l granatieri sui quali - come diceva l'ordine dei giorno - si erano fissati gli occhi e la fede del Comando Supremo erano stati assai provati in quelfe terribili giornate. Lo sfòrzo era costato larghi vuoti. La brigata aveva lasciato tracce del suo valore durante la campagna estiva, autunnale ed invernale, durante le conquiste dell ' alture carsiche, del fortino del Sabotino, e delle colline della« soglia» goriz iana. La consistenza della brigata aveva assai sofferto per i combattimenti, per il colera e per i/fango. Era necessario un riposo e una ricostituzione. Le norme rigorose del Comando Supremo per scacciare deJìnitivamente il colera dall'esercito imponevano alla brigata un indispensabile isolamento. Dopo aver combattuto cosi eroicamente i soldati si vedevano appartati in un accantonamento, durante la quarantena demoralizzante ma provvidenziale per le cure rigorose che impedivano il propagarsi di pochissimi casi contratti nella.fase autunnale della guerra. Dopo la quarantena la brigata riacquistava la sua libertà e si recava ad un breve riposo meritato in un comunello veneto, dopo sei mesi di intensa attività guerresca e di aspri combattimenti. Benedetti

233


V

·Comando della Brigata (1. e 2. REGG IM I

N.

/ OH '

0

0

r

-)

di prolocof!o

RELAZl OllE ~

Jtieri di Sardegna TO GRANATIER I)

~

Zona di Guerra li 30

1 AZIOm.:

luglio

/916

'I~ 'rlOA D~L GI ORNO 29 !lARJO-I9I6 .

•D•=•m••••oooooOooooo•••••• • • • •

1!L

Attacco ~ustriaoo dlle trincee dQlla Seziono nord del LenY.uolo Bi anco e for tunato oontrattaooo da parte di reparti del 2° Regg 0 ,Gronotiori . 000 0 0 00 0 ~ 0 0 0 0 000

Al matti no del 28 marzo l ' ar tiglieria nemica i ni zi avn un violena to bombardomonto sullo trinoeo d1 IA o 2A l inoa del aett oro Lenzuolo Bi an• oo , 11 qual o, eal vo 11na breve int erruzione vers o 11 mozzogi orno , veniva ria pr oeo con 1na.g~ioro viol onza al le ore I 3 e continuava poi inintenott o f in verso l o or e 19 dnlla aer a , Il bombardamento cont r o tutt o i l settoro vonno cont i nuato nel auoa oeoa1vo gior no , 29 marzo, bom1»o1ato poao dopo lo ore 8,oon vi olenza ancora maBeiore o ooll11 i mpiego di medi o BTOllr.i onl ibri , ai pr ot i·aeoo per t utt a lCL gi or nl)t a aenzCL i nt erruiiono al cuna, in modo speoi o.l o dirotto a eoonvol • (I)

gero i reticolat i o le trinooo occupate dal I 0 nucleo del 2° Gr ùnqtieri o più precisamente nel t ratt o i rnmeài at amont o

a

nord dolla strada dol lCL :ta•

donnina oooupat a dHlla I A compagni a dol suddetto Roggi mont o (Schiz zo ala log-ito N" I ) . A oomi noiaro dall a soro dol 27 marzo l a d1sl ooau1one ~allo t ruppe nol eottor o LenzuolQ ~1~noo riaultava oonformo l o aohi zzo aohematioo ohe s i unioce . (Soh1 zzo cillo~ato 11° 2 ). Lu oer~ aol 28, i n oonao'\Uonza drl vioJonto bombor damonto ohe pr o• dueao liovi perdite e f eoo ritenero probabilo 1UI atto.o:!o nemico contro l o pooi~ioni dol Lenzuolo 31nnoo, il Comundw:ito del l a IA lineo. oppo~tuna• monto dir,pono ohe roplll'ti di 2" l inoa, dur nnto l n not'to, r1nforzasoero il pr esi dio dollo trincee di IA linea por pararo ad ogr1i ovenionza ~'!:ll.1 ro • ~

o~

~

a

~ •

1~

~~

•u•

fI) Per ordino del ComtmdO dolla 1" D1v:1 ai ono, ogn1 singolo t1·att o di trin•

ooa fra i l Ponmion o l n strana di d.Jloi iano o fra quest a od il val l ond,~ . o ,. , .,t n'\ u n •o1;:1(l a 1 ~ .,.,. "'C ,·~ J

tinll 1'l.n,mR 11'!'• t't"t

234


a)

parti all' alba dol giorno 29 :f'u.rono ritirati sulle trinooo di 2~ linea. Il fuoco di arti glieria avvoreario del 29 marao produeee eenei• bil i pordite, speoie nelle comp~ni9 di I" linea del sot tceettore di eini• etra e eoonvolae completamente l o trinceo

di

tal e eottoeottore,»tl~oe.gio•

ne del tonano scoperto non :fu poeei~le eseguire lo sgombro dei feriti. In coneeguonza doll~ perdite or~ oocennate , vonno a prodursi un M• r atameuto in corrispondenza dolla zona a cavallo dei due sottosettor i , dapprit:10. col1:1"to 1l l'i meglio con un grup))O di collogamonto , poi oon duo

\

od infine oon tro nnoloi.Oo11t1tatota lo nooesait?\ di provvedoro a rini'Or• zare l ' ocaupoziono d'un tale trutto di trincea oon elementi da prelevar• ai dalla seconda linoo., 11 Co::ia.'ldo.nte dol I O nuoloo d 11 ·: 0 Oronatiori,~;og. gi ore A~1Sl , veroo l o oro 15 i~uov'tl i oroalo riobiocta, al ComandentQ dell o. I " linea. por aver e ver uo l'itnb:ru.ulre :ù!.lono nn 00·1pCB'J'lin. cli rinforzo . A ouuea dolle linee telefonioho intouoit e, lo relazioni -:ra i repe.rti, f.r.·u. I " " 2" lino:i., e

fl'n

quJete due linao od il Comando di Mttor&

riuacivuno aJoo.i dif!ioiU .I portatorj d1 ordin1 ,dootinat1 u oosti tuiro i mozzi toloZoni ci , giil govuno c. doatina.9liono con ritardo o non vi giun•

••

f;8V:.l.'l0 u.ffa.tto • noll& provisiono doll 1 attaooo nol!lioo 11 Com<\lldMto dolla ! o!\ ( oomo

IA

li•

ave ve. c1il f:Jtto ntlll · aerP 1lroood ' !lh) , ordinava lo opontnmon•

to di una co 1.)lJ'•li!l d·11b

!100:,nll'l liM 'l

'JUll'l

pr1,m ed il Oomondo.nte

del oettoro ordinava,por lo oro 20, 111 Colonnello ALBER':'A7.?.I Co'!!'lndcnto doi rinoolzi , a. s . norio.no , ohe il I

nuoleo del 1° GrMntiori si epoeta11•

eo da s . rl ori!lllo veruo i ?ro Buobi Alti ,mentre oontociporaneomonto chiamavo da Snezatno 11 I Battagliono dol 7° Fnnterin, o pronvvioave l o 6 oornpagnfo in rie,;,·va " J'l5g1:tr.nn r 1 tonoroi pronte a partiro, Verso le ore~ . . tnoni ro oi iniziavo.no tl\l.1 MOvimonti. o 'llontre

anoorn irnrervereavn sullo trinoeo di 2A linea e eoprn pnrte di quoi10 di

l~.,;.

,ty-1:t;;...:_',~),,~/1u1~- ...._..,

I" linoc. il fuoco Ydollo ar1;:l r,lierie avversuieVfl nomioo irrompevn nolle

nostro trinooo

di I "

"'

(

,

linen dol oottoaott oro !lord avcmtsandoVlungo lo.

l' intera giorneta. er a stat più violontemonto ~attl!t n e eoonvoltn. L1 1rrua zione noaioa obbo per effetto di aggi rare 1 reati dalla I " compagni a del 2° ~r ·matiori ed~ farli prigion1er1 . 0ontomvoro.neamento a queot o,un altr o

235

f

I' ' '"' fao• ~

.. tt

oir. eet1entr:l onalo del rivellino dollt\ I adonnina, zona quoet~e durante

l

,


,,,,.

,:::.;-

3}

attaooo nemico voniva del inoa.nd..ai in oorriepondenza del saliente oho lo

11-r;

.

---.-

noatr9 trinoee f ~oevano fra la .fadonnina e V6l peumioa, l~ dova ai verifia cava l a congiunzione fr~ l a 2A e 3A oomp~i a,minacoi nndo tl1 a~gir!ll!len= to le r i manenti truppo rinmnto ,. pro oidio dolln linoa di trincea , In ooneegu~nzn di tal o ~1n~ooia l a~~ e l 'l

aA

oomp~in, vorno le

oro 20 . :10 , r,or sfuggire a ll 'l strettn avversaria, data. l ' oeiguit ll. della for• za riepotto a Quella nomioa, suoooos1vam?nto ripiegll.rono in pooiziono più arrotrata ,o prooiaemonto 8Ulla linea. 4ollo trinoeo 481 Tre Ruohi ,Il maggio• ro Ats,JSI , Oomll.l'ldante 11 1° nuoleo , oriontatoei 8Ulla sitiu\ziono e riordi• nati oolormonte i rosti dei reparti ripiegati,dooidova, di sua iniziativa., di muovoro al oontratteooo

'\,r ....t.,t,.,.' òd..

~

impartire lo occorrenti diBposizion,,

Il Tononto Colonnollo ANJl'O

tito vorso l o or.o

?,l

I

.. Cnn mlhnt a dr>lla IA linea , avv&r•

-

di quanto i1ra avvannto, i nviavn i flll!lodio.temonto ordine

al 2° nuoloo d~l ~· Gr6?l~t1er1 (Capitano Ru8soro) di portlll'ai sulla. stra• da delln

.ladonnins per pr1mdere oonte.tto

COil

..,,.,.,,

~

una/'6ompagnia f ~~M I 0 lJra'.'

natieri e con le al tre due a1 41apore1 lungo dotta et rada, fronte a nord, por oopriro da eventual i minacci o 11 f i enoo scor orto dol 2° nrioloo dol I 0 Gra.notiori, oooupanto lo trinoeo di IÀ linea del eott oaottoro sud. l!e. quM4o t ale ordine giunao a aestinazione , il Haggioro ALESSI aveva già diApoeto oho lo compe.gnie d·>l 2° nuoloo dol 2° Grc.natiori dalle t rinooo di 2A linea ei llll:loie.eeero all' attaooo dol nem1oo oho aveva oooua ,W/1/11,,/,,.:-,.,..,

pato q,:tfil-11.la I" 11nea.11ioguendo ln ro ta.bilo dolla l:ndOnni ne.,~ 1. V'•

1,bWttulb!Y•• t"" '·'-··

'(,.~/t.i,, /,'u.,4.,.,.,-t 1,.// '#11,.;11,-....

noi,,:t:on'd~o. I l oonootto dI attaooo ora q_uosto .Giungere allo sbarra.men. to della •la.donnina ;pnnd<Jro oontat to oo l 1° Gran&tier 1, po soia atta.ooe.ro 11 nemico procedendo »iaolutOlllonto verso nord•est lungo le trincee ooau• pa.te,oon p~r te d~i ij'rfllùl.ti1ri aoenaendo offott1vamento nello trtnoeo ed inol1ioù&:ldovi 1 1 e.vvoreario oon corpo a corpo o oolla bajonetta, oolla ri•

,,,.

lll'l.rlenti f orze prooedondo esternamente o sopravvanzando1, in guisa ......

da

minao•

oiar~ .d 1 o.g~iramonto,l?t!1W,tfé't,aff(to . Tali dispoaisioni.tradotto in atto oon fulminea rapidità ed oner• gia, dieorientar ono e aoossero l ' avvereari o ohe , inoalzato alla bujonetta, ripiegò dieordinate.mante abbandonando oltro

~

oupati dai nostr i , e l ~aeoio.ndo nelle mani

questi molti~

dj

IOO m. di tr1nooa, subito oo• prigioriteri,

Lll rioooupazione d, lle trilloeo venne progreeei VD.lllGnto continuata

236

I


procedendo vorso Val Poum1oa, d1 ebo.l zo 1n ebnlzo , o mnno n mano p11 l •n• hlll'>nte , ~ oauel.\ d'> l l1:1, a ootwit a r oat atonza oppoe t n d111l ' nvver o11rio o doi prigioni ori oho •11 tmduvo.no co. ttura.ndo .

Ln ::io.r ima roo1.:tomm f'n i noontr o.t o. al ealionte dolla trincea vor = I

')

eo Caea dnl _>o.::zo , dove 1 1o.vver1mrio nvcvn g:!.?i. compi\tto or,or o d.i IJi.ntorne.-

lliono dii'onsivu abbaat a.nza notevoli (roveaoinmento dolla frC1nte dt11lo ·trinoetJ oocJup.~ ~e , ut1llzza:-:1on,, d1 mnn.:>ros:!. e v, 1111 11.1 friain e:ii~t.,nt i noll~ tr:lnoae , oo:1t ruzfono ai una lunotto ) o dove oi orri M l doménto ata bi • lito .

Lo agombro d ,1 fori ti e d-,1 pr irri oniorj , 11 r ifor nimonto dallo muc ni zi on1 , il iliffioi11J oriontrunonto por l' ooouT1. tà. della nott e , l n nooesai•

t h di un r1ordin~nonto "J1Cho BO~Mnr1o , 1mr.oeo for zata.mant o un ma~~ior r al• lont umunto nollll proaeoru.:iono doll 1 ~ttscco cu1. 001·riopoe9 , d<J. plll'to a,,1

nomi oo , 1 1 e;rri vo di nuo bi r i ncalzi cllO 81 ·a.nd.avano mo.n mano Bi'ltemB.Ddo ~81•

or~

l u luuotte. so~r a r icordnt e..?or ò i l tompestivo nocorrere voroo 1e(U11a do l

giorno M , d1lle. 4" comr,u8'llill, già. ch'i. ·1111nta n. rincalzo , pormi ao al Ua;i!p;i or e ~!:1:-II , non solo di r on:rin~oro w, nt•ovo viR1)r oso a.tte.060 tentato do.11 1 aV•

vor eari o oon tTuppo froe cho o oon l w;ioio d1 l i quidi o ~

eoRtanzo i nfi e.M•

mabili , mn. ruJ.cho di contraoonl t nrl o violent omento, o d1 rionocie.rlo i n di• sor dino vorfio 11 fondo di Vol

Ol.dll1Ca, obt,l i5ondol o od abòandonaro 1n ma•

no do1 r1oat1•i ( ohe 1n quol momonto vani v!l!lo rinforza.ti dollo. I4 dol I

A

oompnen1n

r.ranutìeri) altri mntarial i o pr1~1on:tr1 ,

Durnnto quaf!to aA"alt o, 11 '».;· ·1orn AL~:I ,I oo.lll!o rr11vrimonto fo1·1t o ad una opulla ullt-, to ~Jt/l ll!·i suoi

to peri ool o c11

!I!''

1·1· 1\Jl11t

i 'lr i pri mo r,-n tntti , con ovi don•

orfl I TOftO ,1, 1 no 0 iioo e t€tgl 1~to f'Uor1 .

maaq fllll clo 11ulJ a 111)81 yj one uontinonnao :i d inoi t rro

1'1. ,

oroi oanonto , r i •

1 1 ur do r o

ilni ouo1 a

gro.n vooo f i no a CJU~ndo non ~iun110 11 o~.pit 0 no Rucrr-oro , cu 1 vallo per oo ..

nalmorto 00C1ro il Comrntìo d"l rr.tt."~liono o 1r. poei tliono , ol't:1".i anlde~ monte 1•1 oonqu1 t1tnta . Ooe1 vo11no 1·1preai: t-utt

1

r"

Une•1, ne l t r utto oo'llpreeo f r:l l o.

etro.d.u dolh 'udonn:!ne. od il Ju.H ent o <.1 1 0es!l d •l Po:120 . i.a occu:pllro 11

rimanont a tratto dollo l1nou f ino el Poum1oe,11 Co~llI!dant o a~1 rinoo.l zi Colonna11o t.LB3.R'l' .\'.nI , i nvi a.va ver 90 l" or o 3 truppe i!~l I" Be.t t11t1lione ~Gl

7° f'.!.nte r1 e 0J1e , rnb,nilo poche per di t e , cc.t1,ur ando a.l tri pr1iri on1er1 , aoao.:.

237


;;;,-

.oiarono gl i ultimi nuolei nemioi dalle trincee dol eott oeettor e d1 Bini• atr u o rinnova.rono , 11 collegamento collo tl'Upye dol eet t oro 3abot1no , PERDIT1i.1 D,1L!.A Gl ORlH TA .. I n booo agli aooortomonti fatti dur·mte i duo

giorni ohe seguirono l 'opor ozi ono risultano l o ao6110nt i :

Ro~gimento

Uoci ei fori t i diepe-rei Il 6• •••a•an• • •••• •••••••••• • • • ••• •••••••••••••~•••a••~•••• l luf fioi o.11 l truppa I uff i oittl i I truppa luf fioiuli I truppa I I ! I I ! ! ! !

a 2°Gr 'l?latier1

6

7° Fanter ia

••

I I I I

II II 5

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1T;T° I / 9I 1 4! ,U<~;.kAllo oi f ro aopr a.riportuto . obo r nppraoontllào l o pordito subito ao• ~ !, l!!:!!''frJ.t,,t ·x -11;,.+1rW.'-~ ,.,. ..,.J- 1./1..-d{f°f,/,A,. <.Ahft'A"- 1-4 oer tato. 4ebbona1 ~'iiungor~:,to oi~o r ipor~ t e dallo 8poooh1o compi l at o ~~"'j;,~;

,,y,

dal Colll·mhnto l a Compagni a Zl\pr,atori inonrio11,t o dello 011ercu11on1 di eep• polimonto doi oa.lfo.vori (vede.ai 1(, ::gl ssie)l.Q o.llognto

lt 0

/1.l ,) , Do. quoet o 1tlJ,,...

cif r e rilovasi oon ovidonza 1nd1eout1bilo ohe buona parte

d.ai

grenatieri.

dat i prim~ oomo dis11erei ,non vennero f atti rpi gionieri cl&gli auetrie.oi poi ohà ben 44 di oed (tra cu.i due ui''"ioial.1 ) i noontl'arono gl orioe8lllonte l a mort o eul campo,Ne è da eeoludore oho ol t1·0 n quost1,iftr 1 prodi ri• maneoaoro aul torrono. poiohè b cort o obo non tutti i cadavor i furono <li• eottorrat i e posci a eoppelliti , ot o.nto lo st et o di nvansata pu.trofazione dei medesimi neglt ul t i mi eiorni della pietoo~ oper azione oompiuta dal la compagni a z&ppatori dol 2° Grnnntiori . l a qunlo per oi ò non fu potut a pr ou oogui r o.

,

238


=

COMANDO DELLA B816DTD BHDBDTIERI DI SAHDE6NB ( 1• t

N.

2• REGGIMENTO GRANA"fJERI) Zo11a di Guerra li ~9 li>u 10 191 fi

di protocollo

rropo ~v nz MA to a ~celta ecce;ion~lo r~r ~er~to 41 c'.:\ll)rl'a 1 :f'nvoM hl ~:e ..:ioto il~· I \" ,'" 'l r-.,. d&l 2• Re3 .. gimonto '}rùnnt1or1 . ll Uuiç"iore Al.E' 'T Ollv. Toodor11 dol 2~ Ro!l'&iuumto '}ran'\tieri è u ->riOl'" ~1 no:, oo"!IUn1 ualH~ mili•o.ri.Egli !li ~ 51 molto di stinto no11 1 e ... tua1e no...,rasna di guerr· , oltro ohe in quol1'1 di Libia nP l •• ll-> .,11rit' la mo o.clia d' o.rgimto al vr.lore militare p9r l ' ozio• n11 dt ~ir ~obrae . -~ !tonfo.leone oombattendo da prodo alla testo dAi suoi non vol lo u nooRur oosto • ( t1.11oorohè due vo1 t e feri t o I :nb'b11.ndonar11 la pr opri e. oompe.snio. impoll'nut a in n.flpro oombat timAnto 1,ot'\.urno , e •undn&no. cosi .. no. bilmo!'lte un' nl tr" Mda,zli d' or5onto i..1 vnlor oilital'e . .:1 " . S::.bot'inc ,,· l" ,•10..,1d + d 1 ro111p .5nio., si oot11,ortc in modo ~ "US,:" 1r O"' ..,,,, i pl .ui>o o 1 1 u 1ra~i no Ci tu• '"1 , m lll'oha da indnr,·" 1 1uo1 !'luperior1 d in"ltrnrn in di lni fe.vor~ 1'"ff0ll · proposto. d1 _vai s ,. •to e110 ,1 u.lo " !!Mlta ror oooo7.1on· 11 morit cli 5Uerra . Questo. r.roposta .o•i oortl ol'!'lto nlouno 0010 poroH _;lj eoprovonno '4 nol f r e.ttampo , la pl'omoiiono ad unBiMit ~. . Dipoi , o.l " Lom:nolo BiO!'loo" dur~ to 11 furioso 'ltti.c:M nuetriaao 0 contro quollo posizioni nel lo nott, dol 29 oarJo I I& ~e 1 fu l ' idtO• tor(\ I) "Ollt<'m}icrano~onti, 1 1 ,.sooutoro dol !u1':!11noo ed c.nil"loflo aontrc:t. ,. te.eco oh, tr woU e o r1 o, u•iò 11 Mci'\oo , oho nvevo. invaso 1., •1oatro tr1"'• ooo . In quol~ 'll'!ot' ~ tr,rrib1le , solo h oalma, il oorag,:io , l ' avvoduto::::a, 1L\ siou1·0. oox\oaoenr.a d'li l\lo(;ld . 1l gr(mdo Qtloond •nto di ~·ui eoa~vn il ~5u 0 "i"r' U,mJil ci:w . Toodoro sopra uf".ioil:l,11 o croge.r i , l ' indiaouseo preatieio or-o ~1{ v1;1v, da quoll ' e.""'otto in 'll'IUC •"io tutti gl i tribu• ta,"al'!o he.n o potuto trl1ll"~~srn 1 ~-r~n~tieri n11_ ~1pr ne~ d~l o rceizio• ni , cho 11 "ul'it.it di u bo-:i\.tn·· •!tnto di <I" n::.ioM n int.,noi~ oi o1v.,v11 '!lonvmtc.neamo\lt O fa'to t ll'd•lr& , !,o proolnro v1 rt.1 'llili tari, 11 oor "g51o l ooni 110, l I indomit e. energi a , 1 1 0.soondonto od il valoro di 11te<itc ll!le'f1ifioo nf 01oi:.tlo h'\ eaputo r1Jn tutrun11nto r•,r r:lful Pnro , lo virtù mili tari l o qur1l1 dimootr'\110 oon o vi d,m::a oh1J 11 'ilno • i o l'lrn seoond.01·e nei sr11d1 ri dondort n ve.nt e.sr,i o 11.--11 1 :;;sor•·ito ~ 4"1 1>~019 , • oonvolidi.mo a.•11,1 i":l.,nto la ntrnordinerin rroroeta di ~vMta1Mrto rer ~eri to ~1 :;ll$Tl'!!., ol'>,. qnt e ' inol tl"n ;.1. fevo r2 dal ?.:o. iore 1nSSl C:.•·."'oodo.,.o , ohl) noll ' ozion,. d'll 29 a:4r llO ri':1880 ferito no~i eravomonto a11• epalla, ranntre mnroinvn '\ll ' nsua to ~, J .,.. , Ot" d'li •moi • pr'lnto ,..,.,. tu.,ii • uhe !UlOOr!l O(:Pi d0!'0 4 1118111 t rovnai ria oovorntn 1,, u·, oerodalo . '

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CENGIO - CESUNA- MAGNABOSCHJ 24 MAGGIO - 8 GIUGNO Ma s'approssimano le epiche giornate dal 29 maggio al 3 giugno a M. Cengio, in Val Canaglia, a Cesuna, a Magnaboschi. La Brigata appena riordinata, è chiamata sugli Altipiani, per concorrere ad arginare la minacciosa invasione nemica. Lasciato Percoto (Udine), ove ha dimorato un mese (20 aprile - 20 maggio), il 22 maggio, per ferrovia, si trasferisce a Bassano e quindi, con autocarri, i suoi battaglioni raggiungono successivamente la 30" Divisione, dalla quale ricevono il compito di sbarrare il passo al nemico sul tratto M. CengioMonte Lemerle. Il nemico, sfruttando con abilità il terreno coperto ed intricato del Ghelpac, tenta di insinuarsi nelle linee italiane in fase di allestimento. Audaci pattuglie, cui è anche affidato il compito di accertare l'entità dell'avversario, tentano di ritardare l'avanzata. La lotta, che accenna a div.entare cruenta · trova i granatieri decisi a batters i con tenacia ed abnegazione. Il 29 maggio il Il battaglione del 2° reggimento resiste al nemico che, vinta e supeTen. Col. Federico 1lforozzo Della Rocca rata la difesa di Val d' Assa, avanza verso le Comandante di btK. del 1° rgt. Granatieri alture di Tresche Conca-M. Belmonte e verso Tresche Fondi e Sculazzon. La lotta si accende accanita su tutta la fronte, specialmente presso Cesuna, Fondi e Monte Cengio, e si protrae quasi ininterrotta il 30 e il 31 maggio. Né essa accenna a scemare d'intensità nei giorni successivi, che anzi il nemico, imbaldanzito dal successo, stringe sempre più i nostri. 111 ° giugno i granatieri, che a causa delle alterne vicende del combattimento sono frammisti ad altri reparti delle brigate Campobasso, Pescara, Cat~mzaro e Trapani in una stessa comunione di eroici sforzi, spiegano tutto il loro valore nella difesa della testata di Val Canaglia, M. Cengio, M. Barco, M. Belmonte e fieramen te contendono il terreno al nemico. Malgrado ciò la situazione non migliora. II 2 giugno essa diventa assai grave: l'avversario, avvalendos i delle anfrattuosità del terreno, spinge grossi reparti sul Cengio, a M. Barco e a M. Belmontc: i difensori, sebbene esausti per la lunga lotta e consci dell'impossibilità di aiuti e rifornimenti, riescono tuttavia a mantenere ancòra le posizioni, già abbondantemente bagnate del loro sangue. Il nemico però riceve continui rinforzi e i suoi mezzi vanno sempre più aumentando. ·Il 3 giugno sul Cengio, preceduto da un poderoso bombardamento, viene sferrato un fur·ioso assalto contro i nostri: le fanterie austriache, dapprima a piccoli nuclei e q uindi

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con reparti in formazioni serrate, avanzano avvolgendo la nostra difesa sulla destra di Val Canagl ia ed a cavallo della strada Cesuna-Magnaboschi. I granatieri del 1 battaglione del 2° reggimento e quelli del IV battaglione del 1°, rispettivamente al comando del Tenente Colonnello Ugo Bignami e del Capitano Federico Morozzo Della Rocca - entrambi decorati della medaglia d'oro al valor militare per l'eroica condotta tenuta in questa azione - si prodigano in tutti i modi in una disperata difesa, ma circondati da soverchianti forze avversarie, soccombono. A Cesura-Magnaboschi, intanto, il comando del 2° reggimento con pochi uomini , costituenti il nucleo dello Stato Maggiore, riesce a stento a liberarsi dal! 'avvolgimento. Con uguali forze e intensità gli austriaci attaccano le posizioni di M. Bel monte, Malga della Cava e M. Barco, ove lottano strenuamente altri granatieri del IO reggimento. Verso mezzogiorno per ordine della 32" Divisione, che nella notte sul 3 ha assunto il comando della zona, i pochi superstiti della Brigata hanno l'ordine di ripiegare sul M. Pau,

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ove il giorno 4, con due battaglioni del 211 ° fanteria, organizzano una nuova linea di resistenza tra M. Pau e M. Busibollo, sul versante meridionale di Val Canaglia. Il 7 giugno, sostituiti dal 95° fanteria, i resti della Brigata, riuniti in un sol battaglione, vengono raccolti a Farà Vicentino e indi a Poiana, alla dipendenza della 24:1 Divisione. In tale periodo il I O Granatieri ebbe l 5 ufficiali morti, 16 feriti e 49 dispersi; il 2° Granatieri l 3 ufficiali morti , 21 feriti e 23 dispersi. La Brigata fra morti, feriti e dispersi subì la perdita dì 4478 uomini. Monte Cengio. Il S{l/to del Granatiere.

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oott.aglione del 1° Ro....:.1L,E>nto G-.rtmnt-eri (one ere

._. . sto r1t1r9to, con Lutta l'l ~ri.~<Jte

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"1t1&.t'i di ..;».rde<>tH1 1

il )8 A~.r1lo 1916,della pr1CIA 11.neo ùolla .,<,no d<-J. Len.i.uolo

f.li'lnco,eull'l 1ronto dell' Isonzo) ai t.t·ovevs,nel mee,..,1o 1916, a r1po3o 1 1n dllmm9rd11ncllln (p.rov.d1 Udine),'i1.tar.do .ricev ette J • ordin A di p'lrtl.r~ per la zon'l del T1·ent1no.

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i.A~,

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J 1«::+f ,..)§ tir

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"'"'·1

Alle ore 2. 30 :mt1n;er1dlsno 11 Bottngliono parte po.r vle

ordin'lr1a 'lll~ volto d1 rdine . Il morale è elevst1a a 1~o.A Udine viene lt!!medietoment9 carlceto sul treno e olle 6 ps.rte.

Alcu ni uffio1.ol1 addetti ad alt1. ComJind1 in Udlnn,pr coenti el1 ' ar.r1vo e 1Jllll pertenza,oloeioro il ! attot,;lione 1e.r ln su.A

diec1.pl1ns,11 suo ordlne,11 suo silon~io . Il t ~ eno , ohe avrebb~ dovuto raggiun gerfl Tevernelle k' re1:.aJ

Vi cen:!8 1 viene avv1r1to~ Bnl'seno Vicentino. ove ù i unto nolle prime o:re del i,c,u.eri5e;1o, ri i.:eve ordine di pr,ose~-ir"I nor1e , 11lle volta di Morootioa: vi d i

Ul!SO

,r·er

v1a orcii-

elle 18 e v1 ui nocon-

tor.a. ln giornata c-~so è raz.:;i un o d.0"11 'llt.r1 bett~c,11on1 dol-b

B.rii;nta.-

~Jrente ln mat tinata io .ric evo l'ordine di èond~rt 1mc,od int ·,mente 11 ?i ettsglione - in sutoo fl.l·.tl - ed Asiaeo. Gli alt.cl

batte3lloni ovrebbero eoe:uito. All9 ore 9 ai in1 ~1e il movi~en-

'

to, ell!l pre aenza del Signor Oomandenta lo tlrig at.e . b'io.ri ven-

gono get i.:s 1 della rolla plaudente ai g ranatieri.

Oiunt.a ln oolonno ad Asiago viene istradata sull e .rotabile di Vel d ' Aeee,d1rett8 a Osterie Termine,mo 6iun e nei prPS81

Qher tdo

,t..

1 r ioev e or dine di retrocede.re e di ratigiungere la lo-

calità • t'i L'.llnd.rielle" 1 g 1rendo e sud. Un cs~itan o di s.z.i . sale Gul p r imo outoo.arro a guidar e ln colonna : si attravers a Roano.-

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.\1 pnese. di 1.:ez::e Selvs ml rog~iunge un carnbinlerf' c1cl1~to e mi trss~ett~ l ' ordine verbsle di retrocedero ancore e di raggiunge re 11 RPCB1mento e Cemporove re. Cbbed1sco,dopo oaaerml 1.J.&.~.;.~~""41 cons~glloto col G"ner'lle Pr.,st1nar1 cev. L'Jercello;y;r.-irno e ~

peeeò oc competi n 13 lle v icinanze di U'.lrr:r orovere, culle r,endioi a.oridionali di ìLotite lnter.rotto, all ' altezze del forte ot11oniroo.

'l'utt<l lo .Brig'ltB riceve ordLne d1 r1tl.re.1·t1 i : paeeendo per lo rotabile di Conove, c .. aune, Treoche , r'l_;c;iun~e '!'reaci,t> Con e.o,,, , dove ai oocampo. Le marcia avviene ln ordlne perfetto,rne ~ tri-

s te per tutti il r l.tireroi! 23 Uoggio

~~~

AllA oere, sull ' imbrunire, l.l Be ttogl1one ri ceve ord~ne di rortqrei in nvempoeti,e 6 1mo Arde ~;~~o,...le Val d ' Asso,d1 fronte q

Rotzo. ll nemico non oi moleats. 24, 25, 26, 27, 28 ?i!egg1o v..C

Servizio di 9vempoeti. Il J qtteg lione ò disteso ou larga f r onte ,tn poelzione ottlme,nel tratto che le Val d 'Aaoe precipita aull ' Aaae. Tutti lavorano slacre_Jl'Jente per re tiorzare la posizione,priva d i qual siasi lovoro preventivo

Ricevo ordine di r1p1e0 ar e~la oc1ondo 4 plotoni s c,U8rdia 1.(~~·~'I

della poei;,:ione eteessv. L' O"rè'JUH rene e egu1to durante la notte

e senza pordite ,malgrodo il nemico ave sse individuato e bomuerdsto gli u ltimi reparti. ·11 Bstts0 lione o1 riuniaoe a sud dl Tr ooohe Oonca,alla testate nord di val di Gev an o, là dove fu socempeto 11

22 msggio.~el p~meriggt o eeao v ien e apostato e collocato eul oigl to 11 eridionale di monte 'Boroo, in 11;. linee , quale riserva di Reg 0 1~ento e col , emendo di questo ( Colonne l lo Alber tazz1 cov.G1ovsnn1 ) . Ne l le ore pomeridi~n e le dielooazione degl i a ltri due b&ttaglloni del ],ggimento era le seguente: il lX Battag lione (Ten . Col onn~ l lo Anfoeai) , oon i euoi repa r t i ,oooupa vo 11 016110

245


""" 1ras

settentrionale dell'AlturA di Monte Beroo, er1nsondoe ~

du~ co~pogn ie,a de8t rs ( eet ),a 011valiere della etrqda u,ilitAre di vall e di Gievono. A. d el'ltra (eot) di qu e ste aorupa!:)Il1 e v i e.re 11 I

B&ttagl1on e (!.6a 6 giore Roiaecoo c av, Carlo) col 0011.ando del .Bet t ag llone e oir oe d\.e oowpegnle e mezzo,11,entre una cou,pac,'1\ia (3A) e dne plotoni (della 1~) trovav sn ei s ll 1 e st.reaia ein1str&

(ov est) df.l ~ 111ulla cime dell' slt,ua dl Jlonte Oent.,10 1 sep'l.rRtfl dl'lf ~:t~'p°:rò, dalla Volle d 1 .i,srctle ti e-.{41 Dello zr.1" ,.uatt.ro oou,_pa..,nio: la 16, (Tener::t.e ~e.rntl d1J . U11i-

berto) 1 v11.rso uerorl.'u r.,rmdota d1 r.J}J.cr:::o tal.la 3t c-on.o&Jli8 (.:<ip1 tsno Trionfi Sig . 1\.lbc.>rto), cho occupov11 allora lu .;ln.s di i..or.<'

Ci,n151o 1

'-',

roco dopo, lti 14 ~ ( S. '!'enen te di

w. .

T. J:on,,.don 1 ::\1t:.

Asostino),J·v 1nv iotu a rincalzo dello 2~ (Sopitnno Forgol1 Sig . Ugo),la quel c,'mitaruontc 01 II1

l.!att4lglione del J 0 Rn ... 1.1n.Pntc

Gr nnatie r i (10· 1 11· 1 12; oomro~n1a),ore ricordato,prerr pArte, 11 30 1ta'..tine 1 ad

w,:i

e::ione ol'1"reivs vereo limtR .:iorb1n. ca-

duto fArit o 11 Con'lndentr (Ten . .:olcnnel Jo ~omero C9v. Uruberto ), 9lcun1 gr uppi del vnloro flo bnttogl iono,ane,aeg~er.do l ' eoA~pio

d~l auo bravo comandante ,qveva co~batt-to aroico~onte quaa1 tutta la g1ort1qte 1 rtp.eg,irono et1ll11 Cime d 1 !Jont9 C•.mp1o . : n ._.1e-

8t'l oz1one cadde .l'eri t o il Cap.l.tsno Fongol1 Sig , Ugo, cocandante

1~ clt?te 2~ oompognis e lncont .rq.rono mor te glorioes tl ospit&no Tonini 51g. V1ttorio 1 della 12':' con,pegni e,11 Capi.teno V1sdom1n 1 S1g. Oiulio, delln 10". oompa.sni a , o Ll SOHot er (l'lte di ?.. . T. St uparich (S1.1rtor1) Sie:. Oll.L'lo, della ll • aomi,a~1a . ln acetlt~zione delltl

1~~

~i ero stata dqta la~~

C\ll)f,8-

sn1a del 20,, Rei; 6 . 0i·enetie.l.'1 (..;opitano Ga.)li&J.·di SiJ . .:.milio), .:h e, pt-rò, l o m11ttine del

.so

' Moggio

~4'

fu mondets ttnch ' a(UJa o 6 1.ma di Llonte Ccn810 , Nel pomer1g:1o .,ell o at oooo g1o.cuo 30 anche la· 13"; oompognio (Capi tAno lls:n ani S1g .

Uorio),d'ordine de l e omnndo dol RegB1m8nto ,fu inviat a oalle deot r ~

Bel monte, a rinos lzo del I

b a ttagl ion e {t,ag~1o.ro Roieeoco

Cev. c a .do): rimAo1 cosi ocm l n sol-i 1 5":. ooOlps gn 1e { OOpit a•.o B11r-

246


beria Sig. 01useppe) a.

i..

;· ~ _,1; i , , . ~ ~ ~ <nff ~ ;,._;)·

r'u llllore oh e 11 Sig , Colonnello Albert.azz1 oav. Giovanni, co1tendante del Reggimento, mi ordinò di reoerm1·, ool pereonele di truppR del mio comando di BAtte~lione,alla Ci ma di Monte Cengio, l ornendomi1a tal uopo,un granatiere di , guid a,per prendere 11 comando dei ... ~11~..,_J.nµ..,, vari reperti oolà d i elocati,~esciendo le 16~ compagn ieYin aeconaa linea1dove trovaveà i . Verao le ore 16 circa dal 30 1 re 061uns.1 la Cima di Monte oengi o,ove t r ova i 11 CAp1tsno Trionii S1~.Alberto oon la aua oompagn l s (3~) diete ee ,unitamente ad altri r ipar ti e nuclei di sposti oorue ~egue, do de atra vers o la e in letra del r ronte oocu.poto: 167 .;ompegn 1a, comsndan,s del Tenente Perna Sig.tnnberto (meno un plotone rimesto di collegamento fra le truppe di Belmonte e quelle di Monte Barco) _ 3~ compagn ie - due ploton~ella 4~ compagn1a,al comando dei s ottoten enti ?lf:\.rnbini S1g. Lino e Cortese S1g ; G1ennantonl1o - alcuni gruppi d i milit ari del ~Il · Bettas lione (101 e 11~ compagnia) del 2~ Regg ittento Grana_t ieri. In une galleria, s i tuate, presso e pooo,nel centro della poeizione , e al ou1 1ngree eo eranv1 piazzat i due pe zz i da 149,trovovaei la 1ntera~i ompsgn1e del

2~ Reggi mento

°r"r

Orenat1er 1l~ \/c.l,w ~ ~J Feo1 11 giro della poeizione,ove erano appostati i granatieri 11..:. in piccoli ripaiiM fatti con pietre,non potendo e1,e causa del ter-

reno roccioso e dello mancanza di mezzi (evevsn ei eolo attrezzi leggeri da zappatori),coetruire veri trinoerementi; aolo all' estrema e1n1atr s ere etata iniziate le co struzione di une epec1e ù i trinceramento un po ' mi gliore degli altri e ppoetament'I.. Tutti

i luogiji delle zon~ erano uctto il t iro dell ' artigl i erie n ooiioa , 19 qu1:1le RvevB preso di mirA in i s pecial modo l'l nos tre s ezi one 0

d1:1 119,piszzate al centro delle poe izione, e un'altra pi ù verso ~s t,lungo le vie mil itare. Lo fronte tenute, per n~oee ~ità di oo se,dai r eperti ore detti f aceva er che le via di .ri fornimento e . egomth:o,an zi ch~ svoil.gersi pe.1:pecdicolermente <Z obliquem'3Tlte, r i eu.lts-.ve au.l prolungamento del1~ f ronte eteaea,eooperts in ruol t1 punti ella vis te e el tiro evv er eer1o1 ed era,nel euo oomples eo,una linee prive di terreno retr ostante, ques1 une l ame di coltello.-

247


Intanto ~llq ~olloria 9f1Julvano,pooo ell$ volts ,m1l itBr1 dispe r e1 ,epp8rt enènt1 ollo tre c1tatr compot511ie {l0~, 11~.12,, cl el 111 B'ltt·9ci'lione del 2° RAtH!1mm to Gr em it lor1 e alla 2" e 1 4." de l 1 ° Re.:;g. O.r.nnetier1 , i ,usH avevano pre so ~ rte :nella nmttinata ,e1la gi à ecc ennota azion e verso Punto corbin. ti foci recocf1l1ere e r1ord1nsrr ljl"'l m1t(l1or !!;Odo poo!.l1t>il.e oon 0 li uf.I.'1..:!sH

d~1 loro repJJrti che t rovs i:

sr partenevano

t"' 111lla 1c- e 11; dP l 2~ e alla 14" de l l 0

per 1111 moc;gior par-

.-

v.. r eo· l ' imbrun1r~,d1epoa1 l a truppa negli eppoots~entl nel modo eegu '!l'lte pr ooeder do diii dAetra vers o Gini ~t.ra del zronte ocouo ato: un ploton111 circa della 14, comp~ gnia -16~ oorupagnia (meno un ploton o) - 3 " comp11gn1e - d ue pl~ton1. dell9 4" compa1n1ia (gll Altri due p l otoni erano rlmeotl a Balmonte col Oomand o dl oompa .:p 1a o oor. qunllo de1IBl)ttagl1one ) -

·!u 1nd1 d~e nuol,,1 d1

granetier1 dollQ 10~ e il~ oorupaonie del i Red~.G.rsn ! el comando J.el c a pitano VlNA I Signor ·Albe.rto,dells 11, - e all ' e at.r,.ms 0

oin iat r~ 1 l a intero 9;· oompa& "l\ia de l l o eteo~o ~ oòg1mento . Del mio ~ attegl ione non vi erlll'lo dun qu e che o ir~o c in que pl otoni (tre del la 16~ oomp&gnia e poo o meno di due della l1i ) . k'u n ooeasar1o dior orre tutti i reparti in linee per ~h~ l ' ampiezzs dell1t fronte sul l a Cima d i Monte Cengio ora di oi r o A. un

ch -looetro e mezzo e 11 terreno r etr os tonte, comr ho ~ià oocemiato, atret t o e eaponto s l lJ:I v1o te e al t i r o evverae r 1o da non offrire nessun riparo. Lo ga~ler ie, che ero pioool a, doveva esser e , iu:a

00"'1

c ome do or dine del Comando di Ar tig lia.ria della zono,comUD1cstom1 del comandonte la seziona da 149, laaoieta libe.ra per 11 s ervizio dei pezzi: l o ut i l izzai eo l o oome poeto di m~dioozip~e e dl oonoent r omento d r.: feriti . Aloun1 rr:111ter1 della 1 2~ del 2~ e della 2~ del 1.~1 al .,massimo un \l de.oino, che erano f1 Xl.'l uit1 au Monte Oeng1o, l1 inviai 1ndrappellat1 oi Oowsndi dei riap e ttivi Rflég1mgnt1 1 ove

'

ritene~o si trovQeee 11 ' gr o eRo delle co~po&nie st esse.-

!,"' notte dal 30 al 31 m'lbtio passò .relativaaamt.t- tran 1;.uil.ls

nel settore d i lJon te Oongi o: solo

t.1.1:0

di a.rt1. 6 11e r ia di pooa 1n-

ten o1tà e tiro a interva l~i re8ola r1 dei nostri ~utlttro poz1.i da H9. Dur ante l e notte a.Cf.luir ono olè.'Ulli pochi mil~tari dello 10"

e 11" co~pegnia in cerc a Jel loro ripa.rt9: all 'albo v1 1urono inviati. -

248


vor eo l o 22 c1r co , v9nno do mo 11 ca pitano Ban oi eig. Cor l o, co1Inndan t9 dellg compogn 1a opgc i Ale

zaop stor i e minetor .. del

R@ {im.,.r to ,o he , con l o 81.18 compagn ia ,d ov evs coot1tu1 r e ll collegAW'!tito CrJJ le truppe form-m t i la pri!l.:i lin ea nu lle al t u re s e t ten t r 1onal 1 di Mon te llqroo (Mslga dello Cova ) e quelle occupanti l o Cim11 di i.:onte 0'3ngio.

~uPoto col legereento,dopo molti Atent1, oousat1 dallo 1rot on do oeo1U" i t b,dsllo vicln nn za del nen,100 1 e de l terreno &0~8080 e fitto~ente cope r to,tu steb111to ver Ao le B del 3( ,me sol o e grufp1 1 atant e 11 grar. de 1n tgrvallo es istente.

ln mettineta mandai 11 mio aiut ante ocsggior e 1e ZA,sot t o~enen te

S1l1~ben1 S1g , G1soomo 1 el Ooman do _del ReJ~"1.mento,perchè receo8o preeen4~ 14 situozione e perchb eeponesae che lo trup~e si w1e1 ordi-

ni or a costit ui ta n on d ol m1o B0tteg lione ,e-&11Bnhon~ e e n & ~ elementi d1 diver si r eparti e l'r o-1 on1 d i -r 10perto, olcun i ecar-

me dÀ

semgnte

i:n qWJ drati, epec1e qu el li del 2° Gr ana t i°er1 e ch e 1 del mio

l attagl \one,come h o g ià ocoennotofer a::o eol o c1ren cin que plotoni.-

i.a

fu r tsp osto ohe 16 81. tuaz i one i mponeva che io r ee tao&i a l coman-

do delle t ruppe es1 otent1 sul la Cima d 1 Mon te Oen gi o comun que oo~t 1tu1te e ohe la posizione doveva ess ere d i re ee •Bd ol tran zaw. Fui fier o dt comun i care que st'ordine elle t ruppe e Io rinnova i d i poi e voce agli Uff1o1ol1 percorrendo la f ronte ,fscendo loro ben oompren• dere lo m1 oa 1one di f1duo1o a noi etot e tu l'ideta: d1t'end era le po13t-

zi on e !ino a.ll ' es tremo a, oooorrendo, oaor1f1oaro 1. 1 peroh&, avend.o dovu,. t o le truppe occupanti la zona ontietan t e,prime· del nostr o arrivo, r1p1eg ore ,ero 1nd1o peneBb1le d i dar tiempo alle tn1ppe ~etroet m,ti di adunsre1 , r1ord1nsn81

e

porsi in &"Sdo di r l ntuzzaro, co~e , 1n 1s tt1 ,

evvenne 1 l'avveres.t1o,momentsneamente incalzante ; - Tutti, u1. i1 oi~l1 e t ruppa mi compre sero e 91 sppre atarono ae r ensoente

e con t r as t are

ogni pRlmo di terreno al nem1oo,ohe steve svsn zando , e t'srgl1 pagar o era la 111011u?ntmes baldan za, sicuri anche ohe d~ls · n os tre salda resistenza dipendeva lo rièoooee di 9ltri repsrt1· e reggi menti. Si a tovs ,111fat t 1 1 prepanndo la exierg i ca c ontrof .i.ens 1vs, che .Cece poi in-

d 1-a;reggiere l ' nveros z io.

249


31

Le g iorn ,M dt> l r !.!\ J'c,r z s r e,nol

fu po usPt o a r . or,; anl. z:io rP l e tnq, ;.,c e n

l .~. it e d"l 1, oc:,ibi l" , le po:.:iziont>,~~1"tre rente rie

ovv,.r nn ri e , tlsll" »l tu r l) di Punte Cor hin e d H q:.iall c od E::i,m let(': Rl 1, " Cc<>n"'nvsno 'ld ·.1r irov b i~n to 6 mi>re l e è !. av snzstA , ind !. »t:.;.r t>at e ,, un s i dn lle n o!:lt·r s n r tl _l 1eria e ment:r e qu el )q ne~,. c'l to1tpe>sto\'"'l

l <:1.t ,;,r 'l l mr."t" di. ;: r o1 .. t · l. :l! ~ e~!o e ·r oi::so <'all.t'r o !.:onte C,:,n-

g i o , n rr,.,: •p ·,do n on l ievi re r •l . te d l. itl'f. c-l.ol!. e <ti tru;,r,s nni ri,_ nr t~ ::-h,:,

r "tiinf!,c,n lnO 1 13 CW''l .-

l') o

l'u r tnttAv iu tu~1.!. ria •tCH'ro }1ttr"'!'l 'Jr:.rnt e a i l oco r;ooti, hpot<'rtì :-"r~ nd -i:-r ,•!;';<1r<1 l ' 'J\•!lnt antn nv vnr,:1 <?.rio,pe .:-chè,d!ltn l •i l or.tmi Ar :;9 d11 t,11

J ' a sp0r1t?, del tt>r.-r@no

r:.odo co!l . J :.:.lll

0

t'

lq nut1 J. c l t n v egeto::iOn':' 1roor es,1 1

l !.> tr.lp!)c 'IV8."lt:sn1no, l.J. ti r u d i 1uc .l ed.13 ,~ ul.

rr,it.r nc l l.•Jt r lci 11nmo d ~ poc11 <1.t'l\. c a i e. ~'. !!l l 'l ,;!orn :,t a

VNlno.

n e de ll•1 O. r.,.-i d\. i.:on tP

n <·ollcc :lrei

en c·1o il

:.:-z

':i

.l l ti 1le .>;.1·s de lls ! + ,-iol: tn,t. n~lio:-:'3 de l :.;: .. ~~ .!cg -

[l.m,.nto 11 't'er!.-i (:.:?i::;::iore ì irol!J .:nv . ::m'l.1.lo) , a llo 1<ccpo dl ri e:r.pir a 11 l •ir éo vuoto ostntente f r n 11 B<it tRé l ione dt .,,ont<> l.inrc o ( T"'re nt ,,

Oolonne llo Anfo:rn l c11v. l's cl o) ,, l;, t r uppe Alle i1.11e dipend.en-

:: e e aost l.1. dri:, c osì l h comp<J :,-n ia .. rJ :, p<ito r 1 del Rt>_; t,;1:n~nto (~n p t ,._

no !h,. 1 .:1cnor Corlo~ eh'? a ctento l o 511·, r de vn. ~un, t-:. •1v1·Pb be dev~to -r i entrare al Co .r.Ando dcJ Re i.;{1l.1cent o , me poi , in .,c -~,1 o !id un ~on r ' ord.!.nc , r trr oa" ru l ;-oato, !)"r "Ooper •1re ed •me o;:ion" che ote VQ

per ef fflttua r c> 11 Bnttll,; l \on e d'll ::!i..:.l 11 , , ueì i :nt'st:ti v o.rso

l P 14 c irc '1 1 r ic,-ve"..tc- ordir:" d i in:!lnre ver lo or i'"nni v ~

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Reg ;, Fnr t<>ril3 {~q,: ~l orn Ri r· hlq r «H

~'lv . Zdoa :-<lo), cbo :•

rol , dl · f'n oor l dt> l l s Cimo di ,.,or.t<i

"Tlg i o , avr qn.n,o do vute appo.;Jillr9

9\11)

g:· r 1vord o .

ed oco<1concl <Jri> c·ol !'uo o qur.~ o 1Lov 1mento . T•1 tt t1ciò no!l potlì 9ve i-

' l uogo p l'r~h~ tl n('mi00, pr evenendool, i n i:t.1. ò c> 0 l\. Bte sso l ' 1.1vsn::o s dello ~ ., l'~nt13r i t . i'r mm:er o r!. l cvnnt r 1 non u.oleata o a : wit. do ne.ss:.m v i vo ruoc o d1 no etr a art1gl ie r 1o,:nu Codt.onu.te 1 inv eco,dol v lo ler.-

to çir o del l4 pr opria.ve r s o l A 17 cir c o , cont r o lo Cima di •.•onte ::en~ 1o 11.n Lopecl. Al mcdo 1 r~ 1n1:1ato un v iolentis s imo nttac ~o con 1or zo d! iolto s uper1o r 1 1.11 10 mie,oornP oe ne ebbe 11nche lo confe r,a. l 'indomani d o soldetl. nem1 i

sdut1 n o at r i pr ig ion i~r l , , ues t c ut:e aoo per di vPrfH' o-

r e fu Ai'f l. cacHl!l(ll'lte t r o.tten ut o col fuoco , ms i l n emico, V'i! r so 1 ' .Lmbr u:'l~r.- 11, 'l;pr of.:. ttendo d e lle r llevnnt

perd• te c l,o ,elJ ' lll timo ruomen to

250


r~cioli:cute, nvevo rirodo' to 01ll'l 11.10 eo· rf"uu •1n1st.rl! 11

OC!". Ol" e.

lotono dollo l~ ..

'lli9mn. 8'J.bit.o n dnJ.'ci·:..o U

ers o 11':l de •ro 1e,ut~l1:.:ondo 1: i 1.1•~ .. !,

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~ ili tori del III . ,,1, "' c.r.-'r\- .... \•\ "·:'n.~{....\4,;_ C..~:t..... - ~ -

o lcùovole 1r1;:. int 1\''1 1 ncr>cH, • "

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le .ricu •c.er<>,àopo

r1v11 1o~to ·ol >:uoco ... con 19 h91one:.t•1, 11 nA:.. 1co,norio t.er.t

ri~' del

,, 11

ronde oo·ui·i·ù ~· 1° ·rordi eo&e-

crrer.o copnr·o da •1Jberi._r.

uo t<>

io1~ 1 to,u!a 11\u..•rte

.l \'1olr.rtiooiu:o 't:orr;bardow!:?lto 1 c"e ·r~..:cdette 1 1 :.1, eroc 1 aia du.:··•r.·é l's·•n"o iel ncn!co,rllcw .... t • .tu.rene lo :,c,

11>1·d ..

te ::iub1te.

E2

e 1uro-

di c1..rcn ct1.1.cco"tod.. n1ì•1ffct11 lr:J i;.orti o ied.1..i 1 d1 cui Olona par•e

s f'Jrtoncnti nl]!l 9" com1,1 '!li9 del ..:0 G.rt•rc·1eri 1 cho •.rcvov<Jsi oll'11r,trcrr,'l olniatra. D0 1;11 ·a.ncigli cndut!. 1n ,ueo:.u

omi;ae,r. .... Jl ncr.-

tionnrb il .,'lpit.ono Gn-linrdi o1·.Em111o 1 1 .'.ìot1.o·e:renti ,\goet1n1 1

?re-ccni,.Berr.ett!., l'apironte Sulvoiori. :'tJL·onei inoltre Ier1t1 1 .ouo~enar.-1 •uvclP ti e Trois 1 ,po lit!. egomberore,·ut•! 9fpA!·.-er. r,~1 sl bravo III 'i""'t-,, I

bettogl.!.one dt'll 2° Gr:.mrit.l..,ri.

4J.tA v 11i. 4\.' ~• ..._ ~\\\"C'-"\-'\" (..._.t.._, ... 1.A4: 1

,1w ,..,_..,.

rf;...f$:~t.~.A.

Dql 'o •~10 d~l Rot,Uimen•o ~1 1urono m~ndoti: 1~ 2· cwpo~mis 1111 15.0 Reggirr.,.nto f"nteri!l (l:~r,i t11no Sei;rP Sii.-.;. u~o) o 1.1 .! 0 HiJpn;· o "nppo~or1 del 112~ Reg~.Fontorio (.;o .. toter."n e d1 com1,lerr.orto gorr.1 Slg. GiUl1ep1JP), con 1 quali cot1t1 tui \ n e1?l1etd, unn nccondp 11tt!9

cl1e f!lcov n 'ln:olo éon la l1r.o:i pl'in·ip:.ilc di res1otPr.2e,onde

fron·<'IH.'llirl" 1ib nculco 1 ch",n.1nncc1oeo 1 ·Jvnvn pri>i,o po •!::ioni! o brl'lvc Le+"""Z8 S1..1,l1<i ~

'riotre e che,con ol ·urr- r.:i1t.reòllatr1c1,dcmtnava

dominò po.\. :wrr.rro,ogni. più piccolo n,ovl11.or:to ct19 dt c:-.!.onio noi

111 .t':.iceva,'1 d. note apriv!l ,sogni

1 ... r•• c;o

nur.on\il 1uo·o .. -

l'c:>11n nott~ vPr.nA !ln<'l1e o oore1 •1i tt.1ei ordini le .~" .lezione

·i:Ngl1o .. r

4 C't

del Re._'8111.cr.~o ( 11'ener.te

.:st!o't!o S1g.?/o~·!o)

~ r-

eci

poetare Rl l ' M•trom•1 &tiM8 de t.rn! in modo ·ue voteef)a l>ottorf' le ,,ro'.''!'liente di Valle d!. S1ln,ar.t1ets:; ,: 1.a ;::oa'..::lor,e.-

25 1

i

o/ u.....,J,)

wellBI' p1a::"oto gih dello !fltt.rfl_3l13;.r1ci ,elle urr .. rcno 1:uoco ·;ivios!z:.o contro ù1~o1," neinoot3"'to l•i

j

J/

lnr"'e"t" !r.vl, :.o ùtil 'u! 1 ter.o B9!lc1 sl,:. Curlo,

:q·•q liorn dnl " 0 Re·r. 'rt;l'lAt1nr~

i

t· 10 \ 1 lvo


,fo Giugno lOI6

Fella mattinate del 1° giugno mi iu mandato 11 J 0 Re~erto zeppetor1 del 2fa0 Regg. Fento.ria (oottoten8llte di ooa.plementp Mittica S1b't10r Domenioo) ,che ~eci collocat e a deetro, prees~ la 16A compegn1a 1 e nella oernta mi tu inviate 10 3A sezione m1t.regl1atr1c1 dello etea eo Re ggimento ( Sottotenente di oomplemen"o Zenere e1g . Iginio)1ohe i'eci posterfl al oentr o del la posizione, là ove io era oon gli uom1n1 di truppe del mio stato maggiore.I.o truppa ai miei ordini venne alloro ed esser~ ooetituite de quattordici f ra riparti e r r azion1 di reperto di11orenti.I repert i erano 1 seguenti : 3~ compagnie del 1° i_eggi mento ~ranetieri,

due pl otoni della

4~

oompegnie dei 1° ,e ~b·~renat1er1 1

~];otone e mezzo cir oe delliL_B'; o~!!o!!1s_A~l 1°, J,~~Ull·; ~eleo del];!._!5~ oow2e@18 del i~ Re&ic. 0 rane~_! 1 3~ Reperto Zoppetor1 del 1° Regg,Granatieri ;

Sezion e !~!!egl1atr1o1 del_!.,.__:__ _ ; 9 ~, compagn ie del 2° Regg.gronetieri , Nuclei della 10~ compa gnia del 2°. Regg.gre.natieri 1 • • llA oomp eania del lf • •

~~

6 ~ compagnie del l54'Regg1mento Jenteri~ ; 2°~ Repar to

.

Zeppatod del 142° Reg~ . .l!'snte.r1s · 3~ Sezione m1tr sglietr i c1 del 2i2~ Re~ò. Ponteris , 3~ Reper to Zappator i del 2t2° Regg. rentaria . A queet1 quettord1c1 reparti e f r azioni di r eperto si aggiun-

se 11 mattino del 3 g1ugno,un picco!ò nucleo di soldati della 9A oompegn1e del 164A Regs. Fsnteris.J..Ji!.2!!ill-i2ll2Un.til.L1!.ltk!!!1!_n.u.~no el IV' Battegliont, di 0111 io avevo 1l ~omBDdo ti tolere.Orev1 1noonven1ent1 e 1 verU'icerono nel vettovaglieruento dells truppa stessa.Durante tutte le g1or n'3ta del·i0 il nell.1co e•duitb 1 euo1 a t tacchi tur1os1 ,contro 1 quali le truppe ai miei ordini oppeee.ro sempre accanite reai stenza.

252


Verso le ore 18 r1oevett1 dal Comando del Reggi mento u.n b1gliet to, nel ·qual e mi si oomunioava ohe, da in1or111azioni assunt e da prigionieri e dello svolgerei dell• azion e, le 10.1:ze che proapettoveno il mio settf're asc endevano a tre bst. taglioni.Tutti i militari alle mi e dipendenze,p\U' ess e ndo bers_a 0 l1at1 di continuo , pur non potendosi conced ere un momento di ri poso, pur

non ricevendo viveri di aorta ed essendo ooetret t1 o bere acqua putride di una scor s e pozzanghera, contrastarono rabbiosamente . g,iorno e notte , ell' 1noe l zante nemico , ogni suo tentativo di avanzate , controbattendo con tiro moderato 11

16UO

.1.uo_oo, e r 1oeccian-

dolo con i'u..riosi contrassalti a lla baionetta, oonso i del l or o

dovere e del compito stato loro as segnato.2 Giugno 191.6

Intento la battaglia infleriva au tutta le linee. Della poel; ione delle Ci me di Monte Oengio era palese e vi sibile a ' tutti il mov i mento avve r eario, con 11 quale 11 nemioo m1nsoc1evs seria-

mente le comunic a zioni. Infatt i, que s te, dU.t'ic il1 nei primi g i orni, 11 2 giugno si res ero quasi impo selbil1,ess endo le vis militare, unico mezzo di comu_nicazione,e l a strette zona scoperta limitro10, oompletam en te dominate dalle vista e dal tiro de.d.1 avveras.r1o 1 1.l. qual.e sveva preso posizioni a breve distanza dé

esse e,ed ogni

cenno di vita;'lità ,Rpriva 11 tiro con le mitragliatr1è1 1 eia di giorno che di notte. Solo 11 mio aiutante maggiore e alcuni coraggiosi portatori d l ordini riuscir ono , talvolta, a passa re.Non potendoci arrivare i viveri,le oond 1z ion1 s i f a c evano s empre più cr itiche . La truppa aveva consu.meto i viveri di ris erva nei primi due giorni ed ere, inoltre, pr1va di a oqua. Il c omando del

1~

Re 6 gimerito Grflllatieri , al ·ll.U&le :ucl pre s ente qu este condl z1oni,m1 comunicb oh e la aera del 3 gill6no 1e tr~pp e de lle

o.wa

di ~onte

Ceng io sareb bero state liberete da quella critic a poaizi on e da un .Bsttsgllone organico del Uft,0 Reg 6 imento .ranterie.Diverai f eriti soccombe tt ero per mancan z a d i mezzi di soccorso e perohè impos sibile lo s gombero. Di giorno 11 nemicv tirava contro chiun que si i'so esse vedere, compre s i 1 f eriti in· bare l lo

253


,, i portaie.r lti muniti di re 6olare brfjcc.iale internazionale della Croce rloeas,per quanto 11 loro paeas6610 non oetscolaa1te nessuna operazione milita.ro; di notte a_!Jozzavu con le n.1t.t·e 6 11strio1,Fr ravsn:o rimaot1 senza medioo,con un oolc s1u.tsnte d i s anità e 1;.us:i...

ohe porte foriti,oon poahiss1n:.e barelle in vrinoip 1o, oon nessuna poi. Le tru,ppa era ofinits dalle mancanza ui v1veri,eo que e riposo, Ognuno,pur tuttevia, r1~aoe aeronrur.ente al euo poeto,riepondendo oon fuoc o d 1ao1:i; linsto al .1'uooo avverae.i.• io, sopportando l i; ronie e la eete ,e ggrsppst1 alle roooe,~al coperti, oontra&tando osti n atamente col 1uoco,oon le baionette e con l e poche vowb e a mano ohe erano r1n:.eete,ogn1 tentativo di avanzat a del aover o1'1ante nemico. Nelle giornata del 2 ricevetti un lua1nfSh 1e.i.·o biglietto del Signor Comandante della .Brigata Cranatiel'i di Sardegno,Uegg1or Gone role Fenne lla Qqv. Giuseppe, nel quale e1 lodava l'operato dello truppe della Ci ma di ~onte Cengio e e1 1noitavs a ~ersistere nella difesa ad olti·onza della pos1;1one per l'onore d 1 l tt1 11e.-oowunioai 11 oon tenuto d1 questo biglietto ai ~1 6 . U11ic iali,1acendolo seguire dalle mie raooowondaz1on1 per le dU'eee de.I.la posizione otesaa 1 che nessuno avreboe dovuto,per neoeun roo~ivo,obbandonsre.Quando osddi prigioniero strappai quel biglietto ohe ai trovava unito agli Bltr1 rigu.o rd9llt1 lo svolgerei dell ' azione.Verso la sera del

l

oom1no1arono e di!et.tare ancho le munizioni ,

ohe non potevano più arrivare a o&u88 del dominio a .i soluto che il

nemioo aveva della nostro unioo via di oomunioazione, Ordinai di per s istere nell'uso parsimonioso di 3

Giugno

88 8 8,-

i,

Du.r8tlte le notte del 2 al 3 giuano gli attaoah1 di Iuoileria contro la 01ma di Monte Q9ngio diminuirono leggermente d1 intensità, per eh~ 11 n emico oonc ent r&va 1 eu.o1 eforz 1 sul.le poai doni situate a mie dest.rel&dO) . Alle nove g iunee, dopo molti e tenti, 411 Sottotenente di complemento D'Am1oo Signor Giueeppe ,oon un piooolo nuc leo di so ldati della 9A compagnia del 164° ReKgimento ian t erie, oon 1 viveri per

254


1 6"

compagnia del Re~gi mento eteaso: era la prima volta cae a r per deLto reparto . Eueendoe1 p.r:op.r:io in quel mol ' attaoc o in modo più v1ol ento ,trattenn1 11 euoi so ldati, collooandol1 in linea a l oent1·0 della

l'oco dopo le 9 l ' attaooo e1 .f eoe v1epp1ù violento , Alle li poi 1 11 nemico oprl contro li:ont e Cengio un iuoco d i una vivacità e4 intensità grendieeime di oui, in di versi meai di l)Uerra,wai

n evo inteso e sopportato l' eul)Uale : artiglierie di t utti 1 calibri o mitragl1st r 1c1 tempetarono letteralmente la poeizJ.one, apr ovviete di ripari e tr1noer8111enti. -

1 proposito di queato tiro violento dirò ch e, pa ussndo 11 5 glusno de Celdonazzo, quale prigioniero di guerra, apJ.,ree1 da un Utflciale dello eteto maggiore ~e.manioo, C4e 11 giorno 3,nel eo l o tratto di fronte Ceaune - Monte Cangio 1u concentrato da por te del nem1cv 11 tiro di più di

JC,C,

pezzi, de i quali

aliteno .?00 di

groeeo e n.edlo c alibro e lùv da campagn a, vrocio elle a tutto quel t iro queoto g iorno,nel settore di A.onte Cen~io,noi ai op1-oneaee, e solo oul principio dell' azion e, una batteria da wontagna, AU ' at tacoo cont1·0 la Ei mo di 1lcnte Cengio 1u. degnamente,a.a

ne l limite delle noe t r e limitate ri aoi·ee,rispoato col 1uoco, ai,. ecie dalla sezione mitr a gliatrici del

212°

tanteria, che era al centro.

Le munizioni di.t:et tavano, 11 nemico, aoverobiante, riusci ad in:i~ tra.rei nel terreno a ccidentat o e fitte.mente oope.rto da alberi,

non controbattuto da nessun tiro eff icace di nostre ort1glier1a, appoggiato, invece, dal tiro sopraccennato delle e ue artig lJ.erie di tutti 1 cel1br1,ohe,oon mirabile a ccordo e preai aione,pre cedev a di pochi pesai la fanterie senza colpirla.

Ad un c erto pu.nto,verso l e 15,ci avvolae da ogni pa r te,e dopo che noi ai ebbe fetta ostinata e oruE>nta re s i sten ze lottando os ti-

netemente corpo a cor po c on l'ar ma b1anoa 1 color o ohe' non furono uooiai, eopral'atti dal numero, oa dde.ro , loro molt,.ra do , prigionieri di guerra.-

255


Sono altwn,nt, orgoglio,o ii 9ot1r 11re che tutti i r1parti, OrBnati,ri o 11 Fanteria, cui fu affidatB la 11feqo d!llo Cima di Kont, Cengio, seppero fare ,,rml.llll~nte

e

pienament,, fi•

no all'ultimo i,tant1, il loro 1oYere, p1r d1fen1ere a1 oltranza la posizione 9t~ta loro affidato, ftiouri ohe il loro eacrificio, oh, ogni minuto di re9 ht.enz.a, favor iYo. l'accorrere delle trup• pe de<Jtinate alla oontrof!en,iva. Tutti, ripeto, Ufficiali

e

truppa, eeppero eroicamente

Yare il loro 1overe, ,o~portan1o le pi~ gravi perdite in caduti e feriti: tutti combattendo •~;re, 9enzo in1ietreggiare di un

pa,,o, travolti dal numero ,uperiore dei nemici, dopo aver tofforto pazientemente i rthagi, tutti tenen1o alto, onohe nell1&

1110._

mentanea avversa fortuna, 11 nomo e l'onore 1ella Patria e della nostra vecchia

e

glorioea Brigata,

256


257


258


~:· ~:· .., ;~:: :~:~ . ;:-~~~,. -~~~: ~~:.:; ,._~..-~ . .·- -'~'· ~,.,.t, ·~·1·-. . ! ; _ , . [ i; ~'" .(.__.- <f.J'• ,/4.,/ll .+AI.,, o/'~ ;,#,,17 .,.,,._ ... ·- ,...,,..i, - G .,. 114 ,._ _/1.,. --.~~ ·•-i'7'• .,<,o. y'~.,. r--~,._,$'4 .- ·W..-,· .!,....,.,,,. ~· .;...._ .... ,.._,,.,~ .. .,_ ___..........4

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LE J\1EDAGLI E D' ORO DEL CENGIO (OLTRE .FEDERICO MO ROZZO DELLA ROCCA)

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GRANATIERI

1' BATTAGLIOf'IE

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(ALTIPIAt'IO DI A.J IAGO ) 3 G IVG N O 19 16

LA PRIGIONIA Alcuni Ufficiali, dopo la battaglia degli Altipiani furono fatti prigionieri dagli austriaci e furono condotti a Dunaszerdahely (S lovacchia). Durante il periodo di prigionia, presso il campo fu redatto un opuscolo. Nelle pagine successive sono riportati l'elcnco dei predetti Ufficiali ed alcune pagine del citato opuscolo.

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Anche in prigionia i GN111atieri 11011 di111e11ticaro110 di commemorare la.fe sta della specialità. Biglietto di "invito" per gli Ufficiali presenti nel campo di prigionia

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Ili Giomale stampalo dai pri1::ùmieri italiani (1::1w,atieri)

MUNICIPIO DI WOHNBARACCOPOLI STEMMA DEL COMUNE

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COMBATTIMENTO DI SAN MlCHELE, DEL PECINKA, DEL NAD LOGEM COMBATTIMENTI DEL VELlKT KIBRAK, DI SAN GRADO DI MERNA OPERAZIONI NEL SETTORE OPPACHIASSELLA - HUD1 LOG (agosto - dicembre 1916) Ne lla zona di Poiana si procedette alla ricostituzione della Brigata che vi restò fino al31 luglio. Sull'Isonzo intanto iniziarono i preparati vi per l' investimento della testa di ponte di Gorizia e dell'altopiano carsico (VI battaglia del~t Il tlll ti er.e ~e t l!ì.e l'Isonzo, 6-17 agosto). Molte brigate che avevano •r,,:.>1> partecipato alle operazioni sugli Altipiani, ove la lotta era stata contenuta e il nemico costretto ad arroccarsi o indietreggiare, furono trasportate sulla 8usto alto, salbo petto Sordbonte, con l'elmetto nuova fronte di battaglia. <fsso bominh le scl1ie;.e, Il 2 agosto 1916 la Brigata, dopo un breve periodo (Quanto è bèllo il ©ranatiqre l di riposo e riordinamento, partì in ferrovia "per Uoit ui son psr lui iaticlie ignota destinazione". La battaglia di Gorizia stava «:ante son lt gosta anticl1c I per cominciare. D'ogni gloria egli è l'olfino, Il 5 agosto la Brigata era nella zona di Versa, presso <l:osl è fatto, il <!fotm:1ticrc ; l'Isonzo. Oell' '.ltalia e bel suo Ne A lle ore 7 del 6 agosto aprivano il fooco le artiglie~bd guarbia scelta egli è: , Di sua patria le bcmbierc rie italiane da Tolmino al mare: aveva inizio la sesta Sol conosce il <l'Sranatierc battaglia dell 'Isonzo. ' Nelle prime ore della notte il 1° Granatieri valicò '.al cimento è pronto ognora . <f, se colpito, griba ~ncora : l'Isonzo sulla passerella di Gradisca e sul. ponte di m,unma, ~o fatto il mio ~i>ere; Sagrado, passando alle dipendenze della Brigata «:osi muore il <l'Sranatiere. "Catanzaro". Iniziò allora un impiego frammentario dei battaglioni Granatieri a sostegno dei fanti di linea. 11 primo ad essere inviato avanti fu il IV battaglione del 1° Granatieri, spinto d'urgenza su Cima 1 a sostegno del 141 ° fanteria. Anche il l O battaglione del 1° Granatieri intervenne nella lotta, battendosi fra Cima 1 e Cima 2, contro gli austriaci che per tutto il giorno attaccarono invano, anche a sei battaglioni alla volta. Ma Granatieri e Fanti, nell'inferno di colpi d'a1iiglieria e di proietti a gas, seppero far muro. 11 giorno 7 agosto anche il rimanente battaglione del 1° e il 2° Granatieri furono sul S. Michele, impiegati a battaglioni isolati, frammisti alle truppe residue del 141° e 142° fan teria, da cui dipendevano direttamente. Nelle due giornate 34 ufficiali e 874 granatieri furono uccisi o feriti . Il giorno 8 agosto, menlTe veniva conquistato il Pod-

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gora e reparti delle Brigate "Casale" e "Pavia" passa.rn 64) !H :'i'.? r,.a .-;4- .;.s :.n :i; .~ :m uo or 6:! tl:J 414- o.> oo vano l'Isonzo puntando OJOO avanti verso Gorizia, la u.200 6300 lotta sul S. Michele continuava asperrima. GranaMO(I tieri e Fanti respingevano ouuo OHIO attacchi, contrattaccavano GdOO a loro volta, lavoravano a q\\ò<> '1()00 rafforzare le sassose trin1100 cee conquistate. aou L'8 agosto la Brigata perse i àfJO HflO altri 20 Ufficiali e 547 uo'riltlO mini di trnppa. Il 9 agosto finalmente la 7$0(/ Brigata Granatieri agì 7900 miovamente compatta al -:;::.-.--comando del Generale ... -..:~ ·--::=.:- Pennella e dei colonnelli Anfossi e Graziosi, inserita come fronte sul S. Michele, fra le Brigate "Catanzaro" e "Brescia", nella sella tra Cima 2 e Cima 3 e su q. 275. Nella stessa mattinata i Granatieri attaccarono; primo a raggiungere i suoi obiettivi fu il I Battaglione del 2° Granatieri. 11 mattino del l O agosto i Granatieri si accorsero che i I nern ico nella notte aveva ripiegato dal S. Michele. La Brigata avanzò fino a Gotici e là ricevette ordine di riprendere il movimento (che doveva avere carattere "d'inseguimento") nelle prime ore della notte oltre il Vallone di Doberdò, con obiettivo il Nad Logem. Nella stessa notte e nelle prime ore del giorno 11, arrestati da reticolati dislocati davanti alla forte posizione del Nad Logem i Reparti si accorsero che non si trattava d'inseguire, ma occorreva ancora attaccare. I Granatieri si trovarono a dover rompere i reticolati con le pinze, con le vanghette e con i calci dei fucili . Attaccarono però con tale impeto e slancio, che gli austriaci ne furono sorpresi . Le difese di q.187 e q.198 caddero. Fu impossibile però conquistare il Nad Logem rivelatosi posizione molto munita e dura. li 12 agosto, dopo adeguata preparazione d'artiglieria, la Brigata "Lombardia" e il l 0 Granatieri (antichi granatieri di Lombardia e Granatieri di Sardegna ancora una volta legati sui campi di battaglia) conquistarono il Nad Logem. Del l O Granatieri agì superbamente l'intrepido IV Battagliooe guidato dal Maggiore Alberto Rossi. Il capitano Ferrnccio Anitori con la 15" compagnia pose piede sulla dominante q.212. Fu un'azione bellissima per slancio, ardimento ed accurata organizzazione. Centinaia cli prigionieri caddero nelle mani, con armi e materiali. Elogi aITivarono ai Granatieri non solo dai Comandi Superiori e dai comandanti delle Grandi Unità laterali che avevano seguito, ammirando l'impetuoso attacco dei Granatieri.

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Alla fine della giornata i Granatieri erano prostrati dalla stanchezza, dalla sete, dal caldo afoso, ma quante mcravigl iose energie erano ancora in loro, vivificate dalla glo1iosa tradizione e dall'alto senso del dovere e dell'onore. Il J 3 agosto, la Brigata Granatieri, che aveva già perduto l 00 Ufficiali e 2600 uomini di truppa, attaccò ancora oltre q. 187 e in accanita lotta riuscì ad inoltrarsi nei trinceramenti nemici per più di 800 metri , catturando un migliaio di prigionieri. Arrivò ad un chilometro circa dal Veliki Kribak e dal Pecinka, e perse, ucc isi o feriti, altri 18 Ufficial i e 479 g ranatieri. Nella notte due contrattacchi austriaci furono respinti. TI giorno seguente, 14 agosto, al mattino i due Reggimenti ..d O si lanciarono avanti, il l Granatieri contro il Veliki Kri\.ltw~rn,{h, \_1:n~:.~t,al !/,,,/,, ·':t1d,,,1,, bak, il secondo contro il Pecinka; ma il valore e il san',,, ,,~/:_;;·:. \,.',',5;:.;'.'.:·~t:.,:.h,!.• gue furono vani , gli attacchi s' infransero contro le fo1iissime posizioni. Riuscirono i G ranatieri ad arrivare fin quasi alle d irute case di Loquizza, a conquistare q. 263 e q. 265 e due ordini di trinceramenti, a catturare 500 prigionieri, ma il Veliki e il Pecinka rimasero in mano nemica. Cooperò con loro un battaglione ciel 75° Fanteria "Napoli". A sera i Granatieri, malgrado la stanchezza, tentarono ancora, a file decimate, di progredire. Il tiro terribile delle artiglierie e delle mitragliatrici nemiche ed i reticolati arrestarono l'attacco. Quasi t utti gli ufficiali della Brigata furono mess i fuori combattimento. Nella notte i superstiti stremati della Brigata furono sostituiti in linea dalla Brigata "P inerolo" e si diressero a Peteano. TI g iorno 16 agosto furono nuovamente chiamati nel Vallone di Dobcrdò, riuniti in un reggimento di formazione, s u due battaglioni, come riserva della 4a D ivisione fino al 22 agosto. A tale data furono trasferiti a Versa, ove erano giunti complementi tratti dal deposito di Parma. Tra il 22 ed il 26 agosto la Brigata si ricostituì. La Brigata infatti nel periodo fra il 6 ed il 21 agosto aveva perduto il 75% dei suoi Ufficiali e il 56% della truppa. Aveva avuto 3.572 uonlini messi fuori combattimento e fra essi un gran numero di sottufficiali, con perdite difficilmente colmabili . Senza respiro i Granatieri d i Sardegna furono subito chiamati ad altra prova durissima. Il 26 di agosto erano ancora in prima linea, sostituendo la Brigata "Napoli", fra il T. Vipacco e q.2l3 del Nad L ogem. Il 14 settembre iniziò la breve e sanguinosa settima battaglia dell'Tsonzo.

DAL NAD LOGEM ALLE QUOTE Dl REGIONE FORNAZA AGOST01916 - GIUGNO 1917 "LA BATTAGLIA DELLA GLORIA"

"Dalle cime dell'insanguinato S. Michele i granatieri, pa::;sando a nord di Devetaki (lungo il Vallone,) puntano verso il Nad Logem, Gli austriaci rafforzati da nuove truppe inviate d'urgenza dalfi"onte russo, oppongono

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ai nostri disperata resistenza, ben comprendendo che dopo la nuova perdita del S ilJichele, è aperta una grave falla nella zona Carsica. L' 11 e il 12 Agosto 7916 i decimati resti della Brigata Granatieri, ben appoggiati dalle nostre artiglierie, conquistano quota 198 e puntano su quota 212. Quota 212 è un braciere ardente: le opposte artiglierie scaricano sulla posizione contrastata un diluvio di granate. Austriaci ed Italiani in mischia convulsa lottano jìeramente e molti cadono ji·ammisti negli spasimi dell'agonia, uniti nel supremo sacrfficio del dovere, della morte. Obici d'ogni calibro sconvolgono la tormentata quota ed i reparti che assaltano sono .\ferzati da mille proiettili d'ogni genere, comprese le membra dei morti e dei.feriti, sca-

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raventate addosso ai morituri quasi ad infrenarne la meravigliosa avanzata. Il Nad Logem è nostro. Numerosi prigionieri e parecchio materiale bellico compensano i nostri delle gravi perdite subite nel travolgente attacco. Molti sono anche i morti austriaci. il nemico però non ha rinunciato ali 'attacco. Diversi aeroplani sorvolano le posiz ioni lanciando pericolosefimzate d'avvertimento, per indicare alle artiglierie avversarie le nostre nuove posizioni. I granatieri, pur esausti dallo sfòrzo, provvedono sollecitamente a rafforzare il terreno conquistato. La notte del 13 Agosto è abbastanza calma: s'intuisce che il nemico sta riorganizzando le proprie riserve, ben sapendo che il nostro obbiettivo d 'attacco è più avanti. L 'attacco al Veli/cl Kribach si svolge con garibaldina.fierezza: ma mentre i granatieri a van-

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zano superbamente, le truppe laterali piegano alla pressione nemica. Il giorno dopo, superando con sbalzi leonini le zone battute da micidialissimi tiri dì numerose mitragliatrici i nostrifi'antumano la resistenza avversaria, e il Veliki Kribach (al pendio) in parte è nostro. Contemporaneamente da Gotici si svolgeva l 'a.ttacco per la conquista del Pecinka assicurando cosi il possesso di tutta la zona retrostante al S. Michele. Prima però di ritornare a meritato riposo il 16 Agosto 1916 i resti della Brigata sono richiamati nel Vallone per riprendere quota 187 perduta da altri reparti. In seguito la Brigata è inviata a riposo a Peteano. Verso la metà di Settembre si parte di nuovo per il settore Veliki Krìhak, !ludi Log e S. Grado di lvlerna, dove i nostri debbono sostenere non lievi sacr(jici per la conquista della Collinetta di S. Grado,fortemente presidiata dagli austriaci. Per queste azioni, S. E. Cadorna cosi scriveva al Generale Pennella: "Mi rallegro con lei e con la storica Brigata delle ,nagnifìche Gesta! Non credevo a tante perdite. E ' enorme! Esse testimoniano l 'eroico valore dimostrato. Onore ai Granatieri di Sardegna. Da Palikisce i due reggimenti si sostituLr;cono neifàticosi e dolorosi turni di trincea davanti ad /-!udi log e lungo la linea Castagnevizza Oppachiesella ". Durante l'inverno 1916, Gennaio 19 17 la Brigata è impiegata in lavori difensivi sulla destra cieli' Isonzo e sulle alture di Oslav ia.

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DON LUIGI QUADRI CAPPELLANO DEI GRANATIERI MED. D'ARGENTO AL VALOR MILITARE MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE Subito dopo il combattimento, mentre ancora era intenso il fuoco nemico, con superbo sprezzo del pericolo, compiva la sua missione perconendo impavido la linea dando sepoltura ai morti , confortando i feriti , e facendo efficace opera d'incoraggiamento ai combattenti. (Boll.Uff. 1917 - Disp. 83). Altipiano Carsico (Quota 241 ), 25 Maggio-6 Giugno 19 17 MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR MILITARE Durante la ritirata sul Piave, sempre in mezzo al proprio reggimento in sanguinosi combattimenti, compì sempre nobilmente le sue mansioni. Primo fra tutti in linea ed ultimo ad abbandonare le posizioni, dette tutta la sua attività per incoraggiare e confortare i feriti. Effettuato il ripiegamento sulla destra del fi ume paitecipò con una compagnia ciel reggimento a sanguinosi combattimenti sull' ansa del Zenson, e ritiratosi il reparto, ri mase sul posto, sotto il fuoco nemico cli artiglieria e mitragliatrici, per l' inumazione dei caduti, dando esempio di sublime abnegazione e cli alto spirito ciel dovere. (Boli. Uff. 1918 disp. 40) Medea al Piave (Treviso), 13-15 Novembre 1917

RADUNO NAZ IONALE GRANATIERI IN TRIESTE 4 GIUGNO 1961

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LU IGI QUADR I APRE LA SFILATA


1917 L' anno 1917 trovò la Brigata Granatieri di Sardegna nei propri alloggiamenti (il IO Reggimento a Pradamano e Cargnacco, il 2° a Cussignacco e Tere nziano), impegnata al riordinamento delle Unità. Il 3 gennaio fu posta a disposizione della 2" A1111ata, ad eccezione del I Battaglione del 2° Reggi mento (ventidue ufficiali e novecentocinquanta uomini di truppa) passato a disposizione della Piazza di Gorizia. Fino al 4 febbraio la Brigata tenne quindi il fronte che già era stato della 43" Divisione, provvedendo alle opere di assestamento e impegnandosi in piccoli scontri armati. TI 26 marzo, per ordine del Comando Supremo, ridusse la forza delle proprie compagnie da duecentocinquanta a duecento uomini, costituendo con i granatieri esuberanti un VII Battaglione che fu dislocato ad Orgnano. In quel mese sia il comandante della Zona di Gorizia che il comandante della 12a Divisione, passando in rassegna la Brigata, manifestarono il loro compiacimento e la certezza che la preparazione raggiunta dai granatieri avrebbe trovato "piena cor?ferma nei prossimi cimenti". Dal 21 maggio al 22 settembre la Brigata fu impegnata in sanguinose offensive sul Carso nel settore Jamiano, a Selo, a Fornaia e sulle quote 219, 235 e 241 , avanzando poi verso I'Hermada, sulla direttrice di Trieste. I combattimenti che i s ingoli reparti dei due reggimenti - posti in un certo periodo alle dipendenze l'uno della Brigata Mantova e l'altro della Brigata Padova - dovettero sostenere a partire dal 24 maggio, secondo anniversario dell'entrata in guerra, furono numerosi ed in particolare quelli per la conquista "sofferta" delle quote 219, 235 e 241, in particolare l'ultima più volte conquistata e perduta. Basti d ire che soltanto nel suddetto giorno il solo 2° Granatieri perse, tra morti e feriti, ventotto Ufficiali e millecentosessanta uomin i di truppa; morirono tra gli altri il Tenente Vincenzo Rocca alla testa della sua compagnia, meritando la medaglia d'oro (la noqa concessa a granatieri}, e il Tenente Giorgio Reiss Rornoli, triestino (mentre suo fratello Guglielmo restò ferito). Molte compagnie restarono senza ufficiali, al comando di aspiranti ufficiali, o furono completamente annientate. Si era anche disposto, il 26 maggio,

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che pur così ridotto il reggimento avanzasse su Selo e quota 247: ma l'ordine dovette essere sospeso per l'impossibilità materiale di quei reparti di compiere, in quel momento e ridotti al minimo della forza, qualsiasi azione offensiva. Dopo un tentativo del nemico, il 30 maggio, contro il fronte del 1 ° Granatieri, eia questo respinto, fino al 2 giugno non ci furono operazion i di rilievo. Ma il 3, dopo un fo1ie fuoco di artiglieria, gli austriaci attaccarono in forze. Il contrattacco dei granatieri, effettuato anche con bombe a mano ed all'arma bianca, fu tale che il nemico dovette ritirarsi, "lasciando ai reticolati e di.fronte alle nostre trincee mucchi di cada veri". Finalmente, la notte sul 5 giugno la Brigata fu ritirata dalla prima linea, dalle aspre posizioni costate fino allora complessivamente tremila uomini. Ma non fu trascorso il giorno, erano trascorse appena diciannove ore, che il 1° Reggimento, che s i era raccolto in località Casa Bonetti, fu inviato, con urgenza, a rioccupare le quote 219 e 235 che nella notte gli austriaci avevano riconquistato. 11 1° Granatieri, con un attacco rabbioso, in " mischie convulse" le riconquistò. Furono imprese, quelle dei due Reggimenti Granatieri nel maggio-luglio 1917 ne lla Reg ione Fornaza, a quote 235 e 219 il 1°, a quota 241 il 2°, che veramente rinverdirono "di novella gloria le jìere tradizioni dei Granatieri di Sardegna", come si legge nelle motivazioni delle due medaglie d'oro concesse alle loro bandiere. La sera del 15 luglio la Brigata partecipò ad un'azione offensiva per consolidare le posizioni SETT I AGOSTINO attorno alla quota 241 , operazione nella quale furono partieolannente impiegati il Il Battaglione (ìU.NAflt•t I. ttCCfMtNfO.. • MAf'R'IC. 3507.A del 2° Reggimento al comando del maggiore folJtido IÙ r1tnu1111~ni di tiUivhil, J.elo fttOIUCJII, 1.1uol~ ridh111 1,rr•"o Il ronu1ndo di ,un l,11. Giunta e poi una compagnia del Battaglione Artar.11,,n'", ds.itlll)C'Flh' '4"111Jltt- rnn J11(111lcobll, IC"nll il 111n11rio t'oUJpilu ~Ilo furlu,.I lmml111.r•la11.1,.u1l an,:rurf, dissone ciel 1°. Il 19 luglio la Brigata fu ritirata in •11tf'IU11l1lr tiri l'«'til"nlu C' dt'i dlwitl, cd t•~c<11Jv ,H ml, r,1l1Ue 1:•r•111d•1 ,u1, hi-t al J•i•) uJhi. ACliJ11opll in 1.w zona di riposo dove restò fino al 13 agosto; ed ivi m,,1nr1110 ,·rhìt'n ,lt'll',d,irw un flflllne 1JI 1•le iùtjl·tJrHul• u Juv"' ,.,,.f'ltf tf"C"11[1h111\r• In P~nd,J il 5 agosto il duca d'Aosta volle personalmente tutnl tf' 1•1•\ hitN1•t1 ,·NI Il fu1JC0 n1•111ir,t, C(11pirn a 111or11• 1lur,:1111r il ,•.,1n1ttiilu r C'OJIII• lo l1 ..11 .. ,ir.t, hà ,J,11 1JmWl"P• consegnare, al cospetto della Brigata in armi, le t11 lr uhiml' 1;111,•ri:l,•, u1lk lne-,·iu11oi fi11,, 11l t:•Hl11iU1tlh dr,i1u1w ~11ir11 10N1lrr ll'li rt·,:~11Jho,11 l',,r. ricompense al valor militare agli ufficiali ed ai ,lini". •ni, ur,uuJ11 ,:<in I erulrn .o.~crilirlt, Jdl11 J!rri11rio1 \ h11, 11 ,iti, drl granatieri che maggiormente si erano distinti ,.. r nella cruenta battaglia, dicendosi orgoglioso di decorare i "rossi Granatieri di Sardegna" . "Da tre " secoli - disse - dove più acceso jù il bagliore delle • C,11110 1,e

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armi, dove più arduafì,1 la lotta, maggiore il pericolo, .fiammeggiarono i vostri belli alamari che nel rosso vivo dello .\jèmdo sono segnacolo di vittoria, nel bianco affermazione di fedeltà"; e disse: "Granatieri di Sardegna, su/Le vostre bandiere stanno i ricordi di venti guerre eroicamente combattute., splende una storia non interrotta di abnegazione, di onore, di valore". Poi, dal 17 agosto al 12 settembre, deflagrò l'undicesima battaglia dell'Isonzo, quella della Bainsizza. Ali' alba del 19, dopo le azioni preparatorie, la Brigata Granatieri d i Sardegna, ancora in prima Iinea, scattò ali 'attacco, raggiunse ed oltrepassò, "furente e sanguinante", Selo, e arrivò ai piedi dello Stari Lovka, il punto più avanzato allora toccato dalla 3" Armata sul Carso. Anche in questo ciclo di operazioni il numero dei caduti e fe riti fu enorme, cinquanta ufficiali, circa millecinquecento soldati. Il portaordini Agostino Setti, un contadino ciel pavese, ebbe la medagl ia d ' oro "alla memoria" per essersi offert o di portare un ordine e per avere adempiuto all'incarico benché colpito a morte, trascinandosi lungamente a terra con l'ordine serrato tra i denti. Il " Bollettino di Guerra" n. 819 del 2 1 agosto 1917 citò ancora la Brigata Granatieri cli Sardegna. Alcuni reparti di q uesta furono quindi impiegati in operazioni di piccola guerra, come quelle per l'avvicinamento della 1inea delle vedette sul fronte orientale di Seio effettuate dal li Battaglione del 2° Reggimento al comando del maggiore Magri, che conseguì importanti risultati. Il Duca d'Aosta inviò in proposito, il 22 novembre, una lettera al Comandante della Brigata, nella quale celebrava "il valore dei bravi Granatieri, sempre primi nel più aspro cimento", ed auspicava che "il sole de/La vittoria splenda sempre più radioso sulle vecchie provate bandiere". Una espressione, questa, che il comandante della Brigata, colonnello Gastone Rossi succeduto al generale Albertazzi, si affrettò ad indicare alla truppa, con lieve adattamento ("All'ombra delle vecchie provate bandiere") come un fatidico motto,

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segno di duratura promessa. Anche per le azioni individuali compiute nella battaglia della Bainsizza, agosto-settembre 1917, vennero conferite decorazioni, oltre alla ricordata medaglia d'oro al granatiere Agostino Setti del I O Granatieri.Nell ' intero ciclo delle operazioni sul Carso dal maggio al settembre 1917 morirono millecentoquarantatre granatieri, dei quali cinquantatre ufficiali.

LA BATTAGLIA DELLA GLORIA Dagli alloggiamenti di Pozzuolo del Friuli la Brigata parte ai primi di Maggio del 1917 dislocandosi nella zona di Palmanova e quindi il 20 Maggio nella zona Monte Sei Busi, Case Bcmetti (Vallone) . "23-24Maggio 1917: obbiettivi d'attacco: quota 241. 235,219. Comincia così la disperata battaglia di Regione Fornaza dove Italiani ed Austriaci si contendono in una cruenta lotta il possesso delle quote. il nemico attacca e contrattacca a masse compatte sviluppando più volte pericolosi accerchiamenti. l'artiglieria batte la zona a settori/rantumando tutto. 1 boati degli obici e de/Le granate aumentano allo spasimo la battaglia, ed i loro scoppi cupi, sinistri, rendono più selvaggia la tenzone, da ambo le parti comballuta con disperato coraggio. Si delinea un momentaneo successo degli austriaci che a masse serrate, come bufàli ruggenti, assaltano le nostre posizioni e riconquistano quota 24J. I nostri, distesi a catena ed a piccoli gruppi oppongono fiera resistenza,fì··enando l'impeto nemico con bombe a mano e spesso alla baionetta. Gli austriaci deviando dal prefìsso obbiettivo tentano poi da quota 241 L'aggiramento di due nostri battaglioni. ;\,fa i nostri, con travolgentefiu·ore assaltano e conquistano quota 235 mantenendone iL possesso, catturando prigionieri e ributtando diversi attacchi in forz e. Lafidminea azione dei granatieri disorienta il nemico che vede annullati i suoi atlacchi dai nostri baldi granatieri, come sempre superbi per valore e per resistenza. El 'azione non s'arresta perché anche quota 219 viene conquistata e sistemata a d(fesa. Gli austriaci si ritirano: i nostri rc{f!orzano le posizioni ed i battaglioni si riordinano sul pendio di quota 219 per marciare su Selo e tagliare cosi la ritirata al nemico. Il 2° reggimento fronteggia quota 241 e parte di quota 235 mentre il l° reggimento si prepara a nuovo sbalzo con obbiettivo: Selo. Partono cosi le prime ondate d'assalto, ma improvvise terrificanti ra:ffìche di mitragliatrici e di bombarde schiantano di colpo lo slancio dei nostri, che presi sul fianco sinistro sono annientati inpochi minuti. Quota 241 che si riteneva nostra è invece il baluardo dal quale l 'austriacofulmina le nostre colonne. 1l mattino del 2 5 }li.aggio si ripete l'assalto ed i nostri debbono nuovamente piegare davanti al diluvio di.ferro difi,w co che decima le nostrefìfe, impedendo ogni avanzata. l 'attacco viene ripetuto due, tre, quattro volte ancora, e senipre con esito negativo. Centinaia di morti, molto sangue generoso arrossa il terreno: moltissimi.feriti invocano il trasporto e parecchi di essi, gementi, urlanti si trascinano C(JJponi per levarsi da quel/ 'inferno. Parecchi i!ffìciali e moltissimi graduati e granatieri giacciono sul campo dell'onore, testimoniando ancor una volta al tracotante nemico ! 'indomito valore delle rosse guardie. Al calar della notte l 'azione è sospesa e la Brigata si ra.ffòrza sul terreno, continuando per più giorni a tenere la linea ed a rintuzzare i_frequenti attacchi austriaci. In seguito la nostra destra si sposta verso Comarie (Valle di Yamiano). Il 3 giugno 1917 il nemico ritenendo.fiaccata ogni nostra resistenza, inizia un terr{fìcante

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tiro d'artiglieria che dura un 'intera giornata. Descrivere questo bombardame11to è c:usa impossibile. I proietti grossi e piccoli cadono a migliaia su/Le nostre posizioni, tanto che la terra è scossa come da un terremoto. Fumo efìamme rasentano il suolo e rendono l'aria irrespirabile. In seguito il tiro è allungato e gli austriaci vengono all'assalto ottenendo un primo successo con lo sfondamento di alcune nostre linee. Ma i granatieri non domi né vinti dalla tempesta di.fìwco di un 'intera giornata, con le b01nbe e con le baionette si lanciano sul nemico catturando prigionieri, riprendendo la linea perduta e ributtando gli austriacifìn oltre le primitive posizioni. Quota 219 è sempre in nostro saldo possesso. Nella notte dei 5 Giugno 1917 avviene il cambio con due Brigate di Fanteria. Le consegne delle posizioni sonoJàtte in un baleno:fìnabnente il cambio! Dopo tanto in.fèrno i granatieri superstiti possono sperare di aver ben meritato il turno di trincea. Infila indiana i nostri raggiungono Case Bonetti. Un silenzio di morte incombe su tutta la zona rotto di tratto in tratto da qualche lacerante sibilo di proiettile. Il caratteristico tintinnio delle armi e delle b1,!ffètterie rompe la mo. ... ... .. ·-···· . . ,1.,.,1,.,11,. • >Uh•11•u .. 1 1, . ... , .. 1... ,, ::__ '• • ,. ' ,..- ._, :-appltllKlll•> . ,.,. -...... ,..... , ' ·--~ 1ft1utt11" dd .. Corrh:cc Jdla :oi.eri, .• H I t." . , notonia di quel! 'immane cimitero, dove italiani ed austriaci, fi'ammisli nel terreno sconvolto, sono uniti nel dovere, nel sacrffìcio, nella morte che eguaglia ed c~[fi·atella tutti i combattenti. Ogni tanto si inciampa in un cadavere e .spesso in membra umane disseminate ovunque. Ecco un fascio di Luce bianchissima: è il faro nemico! Come un sol uomo i gra~ 11alieri si buua110 a terra jèrmi. immobili come statue. La luce passa, gira, sonda il terreno, scruta in tutti gli angoli, .fruga dappertutto con quel suo occhio di linee. Le asperità del terreno ""o'" ,.,.~,ir.- ,,.,rn1tul1tlorl'. ,,,,.u,,uJJ• l•••u ,,,,.,. .,.,,,. .,,..,. 11/tt "'•"•u11 ,•ot • ..,_.,,..,..h p,,;,. f'll.f'l<ltu,.111.,. ., àU•• <dd ,,• .,.,..,,, t11Jh e.a.,.,.,,,. impediscono al nemico •~N..,.•• "''""*•~ ,.,.,-~

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d'individuare le ombre dei nostri, rannicchiati a terra in pe,:fètto silenzio. Ecco di nuovo le tenebre: avanti, senza perdere il collegamento. Cosi sul mattino i duefìeri reggimenti raggiungono Case Bonetti e le vallette circostanti per meritato riposo".

LA RICONQUISTA DI QUOTA 219 "lvfentre i granatieri del / 0 Reggimento (appena ristorati dalle.fatiche e dalle lotte che duravano dal 23 Maggio) provvedono a sistemare il campo provvisorio per il necessario riposo ed il Colonne/Lo Paolo A11fossi, come un semplice granatiere, sta lavandosi all'aria aperta e cambiandosi la biancheria che indossa da più di quindici giorni, ecco che giunge dì corsa un portaordini della Divisione con un biglietto urgentissimo per il Comandante di Reggimento, "TI Generale Adolfo Marchetti la desidera subito, subito". Il Col. Anf'ossi con l'abituale calma completa la sua toeletta e segue il portaordini. Al.fèdele Sergente Bertuletti ed al personale del Comando che cercano di leggere nei suoi chiari occhi la ragione della chiamata improvvisa, egli dice: "nulla di nuovo; sarà qualche istruzione del Sig. Generale". E parte solo per il Comando di Divisione. 11 Generale Marchetti, valoroso Uffìciale, uomo intelligente e generoso, appena vede il Col. A,if'ossi gli tende la mano ed esclama: "Caro Colonnello: Quota 219 è stata perduta dalla fanteria! Bisogna assolutamente riprenderla. Ho chiamato lei ben sapendo eh 'ella compirà questo miracolo necessario per salvare tutto il settore!,," II Col. A11/òssi non batte ciglio, non discute, non chiede spiegazioni. Fa presente solo il ridottissimo numero degli e.fjèttivi del Reggimento. Il Generale Marchetti insiste: "Bisogna riprendere le quote altrimenti perdiamo tutto il settore." 11 Col. Anj'ossi s'irrigidisce sull 'attenti, saluta militarmente ed al Gen. lvfarchetti che gli stringe .forte la rn.ano, risponde: " Va bene", e ritorna al suo posto dz' comando. Lo sfòndamento del settore avrebbe jàtto perdere ai nostri tutte le grosse artiglierie eh 'erano state piazzate a Case Bonetti. in un baleno i miseri resti del reggimento apprendono la nuova. Ufficiali, graduati e granatieri si guardano sbalorditi. La Fanteria ha perduto le quote! Perché? ma quando? accidenti alla Brigata Marmitte! E chi ritorna lassù. in quell'inferno ? .,.« po;> _ Jj't•.:(!l,(LJ na. °!>~~\W '-~f'• .........,wc _,;.i_~.;.,:.;..:._._ _ _-;;_ veri i nostri morti I .,,, . Le domande s 'incro(j)e,,.,Ul-f() Cc:>11,, ~dtc Hs,d<'tLfC at "7l\.i,it ...~tu~,,,1-c ciano e le in vettive non mancano con quel (: ,1,·.,.... ,..r,n 5 J~ \•:o,c:a<>). caratteristico frasario militare che integra in 3 te.\ ,i.e, r,c, 'H• f 117.,~·''"' )}<>"..,,, ,t poche parole tutta l'anima del.fante! .,.,o f,,i't"" 1917 A Il 'ordine di togliere le tende e di tenersi pronti

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ad immediata partenza, i granatieri in un silenzio di morte provvedono ad equipaggiarsi. Ve in loro e nel Loro cuore avvilimento, ira, terrore. Sono 800 uomini esausti, sfiniti da 14 giorni d'incessante battaglia, di patimenti inauditi. Aver vinto con tantafàtica, aver conquistato le quote con tanti sacrifici, per vederle di nuovo tolte nello :,pazio di un sol giorno.' E per colpa di chi ? non certo dei granatieri! Ecco il dolore, l'avvilimento. Accidenti agli austriaci ed alla brigata Marmitte. L 'ordine di ritornare indietro mette i brividi anche ai più anùnosi. E quei granatieri che per 14 giorni erano stati dei veri Leoni, degli autentici eroi, sentono in quel momento, in quell 'ora solenne pesare su di loro Lafatalità de.i destino che Li richiama al Loro posto di dovere e di morte. Ma a togliere i granatieri dalla prima penosissima impressione d'ira e di dolore, ecco un uomo, il capo, il Papà, l'eroe di dieci battaglie che avanza col solito bastone di bambù, .fissando i granatieri coi suoi chiari sereni occhi, col bonario sorriso col quale cento volte aveva guidato i granatieri ali 'assalto. "Su granatieri: bisogna, riprendere le quote: su . .. col vostro Colonnello". Ed al passaggio di quell'uomo, i granatieri presi da magico fi1scino, si alzano, si ar-

SUL.

OA~SO 'I

Parole pronu1zl1te da S. A. R. Il DUCA D' AOSTA , Comandante della 31 Armata, Il 5 agosto 1917, consegnando

le medaglle al valore ad alcuni mllllarl della Brigata Granatle1I di Sardeuna, riunita In armi v,.

A ..,,.,. ro111 oranal•C't• '1t S..r~·ca,, • "'"' vrhuh• lt\JrU nu u,tlt JI Caq ~.a,ol•. 1•11nct?4" Nt.,vJ~ e •c>ld1to d' 1111,1. •,u.w, , •"C•..Cll ..i" J• uç_..,,, or,~. a hrcvt i,,11c,u ili ttapo. dGl')Y( llut..-1:f(' eh v11lort: nr t un me•t lt pro,na,lnnl ••I c.1«11M fl~C:t , n•au1 aHUlfl ~rl Rt I

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mano, lo seguono. In pochi minuti i plotoni delle assottigliate compagnie si ordinano. II Col. Paolo A,io.ssi seguito dai portaordini e dal personale del Comando marcia in testa al reggimento, e la mattina del 6 Giugno 1917 il Primo Granatieri, ridotto a soli 800 uomini, raggiunge le trincee di quota 208 per marciare poi aL!a riconquista delle quote 235 e 2 I 9. Nel Valloncello, da quota 175 muove ali 'attacco di quota 235, che conquista in seguito facendo diversi prigionieri. II nemico sorpreso dal tiavolgente attacco inizia sulla zona (da quota 208 a quota 235) un intensissimo bombardamento. Nulla frena i 'avanzata dei nostri, che pur marciando sui cadaveri di mille compagni caduti nelle precedenti azioni, trovano ancora La/orza di scagliarsi contro quota 219, conquistandola di nuovo e difendendola dai ripetuti attacchi nemici. Verso sera viene occupato il Cavernone di quota 219 ed i granatieri più che mai superbi di questa nuova vittoria, provvedono con alacre opera a sistemare a d[fesa quelie posizioni eh 'erano costate tanto sangue e mille e mille oscuri eroismi. Co.~ì il Col. Anfossi (con grande merito personale) guadagnava sul campo un 'altissima decorazione assicurando al glorioso reggimento un 'aggiunta alla superba motivazione della Medaglia d'Oro, concessa per la prima conquista delle quote ad entrambi i Reggimenti. Ecco l 'alloro del / 0 granatieri: "Ritirato dalla, prima lirÌea da meno di un giorno (19 ore) nuovamente vi accorreva per respingere un riuscito minaccioso contrattacco nemico, e gettandosi ancor una volta, nella lotta con abnegazione sublime, riconqu istava, definitivamente ed in mischie convulse le tormentate posizioni. '' II giorno 7-8 Giugno il reggimento, ridotto a pochissimi uomini, raggiungeva Saliceto, portando la lacera bandiera gloriosa, curva per età e non meno per gloria. Sia onore ai Caduti' Sia onore al Col. Paolo An/ossi ed ai mille e mille eroi di Regione Fornaza che combatterono e vinsero senza premio e senza ricordo! Per simili combattenti la zecca di Stato non ha oro sujfìciente ! Siano benedetti tutti i granatieri che combatterono alle quote 241 - 235 - 219, conquistando la Medaglia d'Oro alle Bandiere, consacrando alla storia ed ai venturi una pagina di purissima gloria. Alle quote di Regione Fornaza i Fanti dell'Alamaro hanno insegnato agli austriaci ed al mondo intero, come combatte, come muore e come vince il granatiere d'Italia. E cosi sia per il domani della Patria Vittoriosa." Cap. ARTURO DELL' ORTO.

QUOTE 235 - 241 - 219 "Come avvolte nel mistero apparvero alle prùne ore del 24 maggio 1917. Nel 'oscuro orizzonte avean sembianza di gigante rannicchiato nel sonno, ma nell'insidiosa veglia attende di riattaccar battaglia col nemico che s'avvicina e farne strage. Di tratto in trattofende i 'aria sibilando in lamentevole suono l'isolato proiettile sperduto. Era calma l'ora mattutina; ed era l'ora della bufera tremenda che avvol,e per più giorni in una lotta di giganti gli ordigni di guerra, le vie del cielo, ogni pietra del Carso. Néfi1 estraneo il mare tranquillo.

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Granatieri d'Italia, generose alme di eroi, perché il genio del poeta rimase muto su gli aridi sassi, dal vostro sangue tinti, efranti dall'ù·!fi-"anto vostro ardimento? Rosse guardie ,neravigliose, perché in epico verso di Omero e Virgilio non si cantano le vostre gesta di quei giorni? Come giungeste a quelle cime, Le teneste, le difendeste, Le.fàceste vostre traballanti allo scrosciar dei tuoni spaventosi, sotto l'uragano dellafi,riosa grandine struggitrice, che 11011 lascia dietro a sé persona viva? Dove muore i/ferito non soccorso, dove non ha pace il sepolto, dove non è pietra che restasse .fèrma? Come entraste nel cavernone orrendo perferiti e morti di cocente sete, punto fisso di continui assalti notturni, e bersaglio diretto delL 'infàusta, rabbiosa Hermada ? L'occhio nemico dal Querceto chiaramente notava la vostra presenza, e su voi drizzava i micidiali colpi. Inutili sforzi. I granatieri hanno eretto il proprio monumento in .fàccia al nemico sulle polverizzate cime, .fàtte sue. Stanchi, ~finiti, ridotti a pochi, per vie diverse raggiungono alle prime ore dell'alba del 5 giugno Case Sonetti. E' il riposo dopo la lotta di dodici giorni ? Lo credono almeno. Passa nella calma il giorno; non è così il dì seguente. Un nuovo sacr(fìcio inaspettato si richiede ai granatieri, che già ne avevan fàtti troppi. Alle ore 5 del 6 giugno, il Comando di Divisione annuncia verbalmente a papà An/ossi di portarsi col reggimento nelle trincee di quota 208, per muovere al primo cenno su quote 235 e 219. Un attacco nemico aveva strappato al 70° e 139° Fanteria quelle chefìt.rono acquistate a tanto prezzo, le quote dei Granatieri. D 'u11 subito colonnello At?fbssi raccolse i suoi e infila indiana, alle ore 6 circa, muove da Case Sonetti, e pel camminamento Pavia, e dolina 1\llodena, si dirige alle quote suddette. L'ordine era di riconquistarle e giungere al cavernone. Scendevan.fattanto precipitosi i pochijì1ggenti e ridea il nemico . .Ma quando s 'avvide che risaliva la fanteria che non scherza risoluta di riprendere il suo, quasi infastidita di tanto a:ffi··onto, oh! allora ripre.\:e il bombardamento dei passati giorni su quelle quote insanguinate ejiunanti. accrescendo di violenza di minuto in minuto sempre più.

l'rigionieri di KUerra austriaci

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Alle ore 1 O il 4° Battaglione, che in sulle prime ore del mattino aveva subito un bmnhardamento aereo, causando perdite ed un penoso senso di sorpresa nel vallonee/lo di quota 175, è il primo che porta la sua linea su quota 235. L 'occupa completamente e ne fa prigioniera la pattuglia nemica. Accortosi il nemico di questa avanzata, -~ferra ancor più furioso bombardamento, che perfortuna produce perdite esigue al Battaglione avanzante. Pattuglie ardite sono lanciate a destra e a sinistra, in avanti, onde scoprire i movimenti nemici. Non erano che movimenti di pattuglie. L'occasione era propizia per giungere al cavernone. Balzano dai loro ripari i granatieri de/Lo stessa Battaglione e con slancio meraviglioso senza esitazione alcuna, arrivano.facendosi riparo d'ogni sasso, di ogni anji-attuosità del luogo, nel camminamento di quota 219 che occupano gettandosi a terra, costituendo poche vedette per vigilare il contegno nemico. «Questo sbalzo in

avanti, sotto l'infuriare di tutte le artiglierie nemiche, fatto con calma, disciplinatezza ed impeto, fu oltre ogni dire sorprendente ». Dffàtti alle ore 12 circa L'avversario apre un fiwco intenso sulla linea d'occupazione, ma le truppe ridotte ad un numero esiguo restano ferme e mantengono l'acquisto. Assicurata la destra e la sinistra da sorprese nemiche, non resta va che il cavernone. A gruppi, a sbalzi, i granatieri, sono tutti pronti per l'assalto, che viene rimandato verso sera. Continua i!fiwco nemico, ma il nemico non appare. Al tenente Borsétta è ordinato di riconoscere il cavernone. Si corre al l 'assaLto ... si entra. Non vi sono austriaci, ma morti,fèriti, una settantina dei nostri, soli e disarmati, ai quali s'impone di uscire, di armarsi, di mettersi a d(fesa . La vecchia Linea è ripresa, rl!ffòrzata, coL!egata, assicurata. 1 granatieri hanno assolto il loro dovere, il compito del 6 giugno. Sono le 22, e la giornata si chiude con tutto il reggimento nella prima linea avanzata, già da lui prima occupata, poi mantenuta e perduta nuovamente e per intero riacquistata. Tre battaglioni del 142° Fanteria sostituivano nella notte coloro, ai quali non si poteva richiedere di più. Ed è questa una pagina epica che a caratteri d'oro il 1° Reggimento scrisse nella storia della Brigata. l i contegno degli u:ffìciali e dei granatieri tutti, è stato davvero superiore ad ogni elogio. Nessuna esitazione, nessuna incertezza. Tutto è proceduto con calma, disciplina e perseveranza nel voler; riuscire, benché Le raffiche del1'artiglieria nemica, che invano tentarono di arrestare queste meravigliose ondate d'assalto, abbiano raggiunto una violenza in taluni momenti inaudita. Rosse guardie ,neravigliose, ancora una volta il 6 giugno, dalle 5 del mattino aL!e 22 della sera, riaffermaste Le vostre belliche virtù granatieresche e come sempre e ovunque vi copriste di gloria, ben meritando il grazie della Patria." ·,

Don GIOVANN I ROSSI Ex Cappellano del 1° Reggimento Tra il 16 e il 17 settembre la Brigata Granatieri aveva perduto 25 ufficial i e 1109 uomini cli truppa. Il 18 settembre la Brigata era sostituita in linea dalla Brigata "Napoli". A Clauiano presso Palmanova essa ricordava solennemente in anni i suoi morti . Fra i Granatieri volle essere presente il Comandante della 3~ Armata il Duca d'Aosta, a riconoscimento del valore e del sacrifi cio di que i soldati.

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CAPO RETTO LA MANOVRA IN RITIRATA Il 1917 viene da molti considerato uno degli anni piò oscuri della storia contemporanea italiana. I combattenti iniziarono a provare stanchezza sia per la estenuante durata delle ostilità sia per il crude mantenimento della disciplina. Nonostante ciò, quando occorse, il soldato italiano dimostrò sempre il sentimento di amore e di sacrificio per la nazione. Tuttavia molti dubitarono della resistenza italiana. "Un Sottotenente dell' 11° reggimento germanico, catturato la mattina ciel 9 novembre a Tezze assicura - come già precedenti prigionieri germanici ebbero a dire - che sino all'inizio dell'azione, nessuno aveva notizie positive sull'offensiva contro l' Italia. Si spargevano anzi continue voci intese a far credere che le truppe che si ammassavano avevano lo scopo di arrestare la 12/\ offensiva dell'Isonzo che gli italiani stavano preparando in collaborazione dei loro alleati . Riconosce che lo scopo principale deJl'offensìva è quello di finire rapidamente la guerra, debellando sui campi italiani le "ultime resistenze del\ ' Intesa" . l risultati ottenuti finora coll'avanzata hanno sbalordito tutti. Si considera l'esercito italiano in uno stato di progressivo, fatale dissolvimento e si attende senza preoccupazioni l'intervento di aiuti franco-inglesi. La facile marcia, fatta quasi senza perdite, ha imbaldanzito gli animi ed ora sì parla di Brenta e dell'Adige come dì piccole tappe dell'avanzata verso la pace sicura." Il giovane Ufficiale non poteva immaginare che proprio nel giorno della sua cattura avrebbe avuto termine il " fatale dissolvimento". Al contrario sarebbe iniziata una fase di "rigenerazione" degli ideali, ciel morale e delle forze che avrebbe determinato un risultato ben diverso "dalle piccole tappe al Brenta ed ali ' Adige". Nella cupa e piovosa notte, tra il 23 cd il 24 ottobre 1917, alle ore 0200, lungo la valle dell' Isonzo, da Plezzo a Tolmino, le artiglierie austriache e tedesche aprirono un fuoco violentissimo contro le posizioni italiane. Sei ore dopo, le fante rie mossero ali' attacco e prima di sera sfondarono il fronte. Tre giorni dopo i tedeschi occuparono Cividale; nel quarto giorno dilagarono nel la pianura friulana ed entrarono in Udine; nel decimo austriaci e tedeschi superarono il Tagli amento e nel diciassettesimo - venerdì 9 novembre - raggiunsero la riva sinistra del Piave. I territori che erano stati conquistati a prezzo di undici battaglie: il Friuli, il Cadore e ]a

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Carnia furono invasi dal nemico. Il 28 ottobre 1917 il Comando Supremo diramò un sorprendente comunicato nel quale la colpa dello sfondamento venne attribuita ai Reparti della 2" Armata "vilmente ritiratasi senza combattere. "Questo bollettino perfido, che nulla dice di quanto si voITebbc sapere, ed è perfido perché, anziché dar fiduc ia al paese, ne deprime l'animo lasciando credere che i soldati non si battono, (e si sono avuti episodi eroici di resistenza specie contro i tedeschi)". 11 soldato italiano fu denigrato, tacciato di tradimento, offeso. Ma fu vero tradimento? Le cause della sconfitta furono molte: nessuna di per se stessa cl' importanza determinante, ma t11tte conconenti a trasformare un insuccesso iniziale nel crollo di un ampio settore del fronte e a rendere difficile la ritirata cli più di tre quarti dell ' esercito. Caporetto fu l'evento chiave della guerra italiana. Coinvolse il fronte interno "riattizzando" contrasti e polemiche fra neutralisti e interventisti. Costrinse a ripensare la s trategia offensiva a oltranza e a riorganizzare l'economia di guerra su basi più solide. Fu una sconfitta che ebbe significative conseguenze militari (la sostituzione di Cadorna) e politiche (la formazione di un nuovo governo). Non fu il fenomeno di viltà , così come descritto dal Comando Supremo, né una " pugnalata alla schiena" dei disfattisti, ma non fu nemmeno un esempio di cosciente ammutinamento. Fu il temporaneo cedimento cli un esercito stanco e demoralizzato portato in guerra sulla base di una disciplina ferrea e di un rigido regolamento. Un esercito al quale si chiese solo una passiva obbedienza (e che pure fino ad allora aveva dimostrato una combattività e un'efficienza non inferiore ad altri). Tuttavia, eia un approfondito esame della condotta della ritirata dall'Isonzo al Piave, emerge la passione, la preparazione professionale, la sagacia e la maturità tattica dei Comandanti, l' elevato tono della disciplina militare, lo spirito delle tradizioni delle Unità. Per valutare l'episodio di Caporetto è infatti assolutamente indispensabile tenere conto degli avvenimenti che seguirono: la manovra in ritirata e l'arresto del nemico sul Piave, dai quali si possono trarre importanti insegnamenti cli ordine militare e morale. Di ordine militare, in quanto b isogna considerare che la manovra in ritirata è tra le operazioni più difficili da condurre dal punto di vista tecnico-professionale, a causa dell'inevitabile caos provocato dalle popolazioni in fuga. Di ordine morale , in quanto va rilevato che l'Esercito riuscì, da solo, a contenere la spi nta avversaria s ul Piave, poiché i contingenti alleati entrarono in linea solo il 5 dicembre. Il nomenclatore militare definisce la manovra in ritirata come una "Manovra decisi va a livello strategico attuata a segu ito ad andamento sfavorevole della battaglia Le successive posizioni di ripiegamento difensiva intesa ad acquistare la libertà di

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azione perduta o compromessa, creando i presupposti per lo sviluppo della difesa su posizioni più arretrate. Si impernia su un'azione di frenaggio e può comprendere il ripiegamento dei grossi". Ciò che avve11ne sul fronte italiano dal 24 ottobre al IOnovembre 1917 può essere considerato una delle migliori "applicazioni pratiche" della "DOTTRrNA MILITARE" in materia. L'arretramento su success ive posizioni (Tagliamento, Livenza), l'attestamento e /lariconquista della Iibe1ià di azione sul Piave, l'azione cli frenaggio delle retroguardie, 1'al' ternanza del movimento dei grossi sotto la protezione delle retroguardie anoccate a difesa sulle predette posizioni cli atTesto e l'inversione dei ruoli in fase successiva, forcrno la dimostrazione del livello di maturità professionale acquisita e della "sprovincializzazione" I dell' Esercito Italiano. li Comando Supremo, assorbito psicologicamente e materialmente l'urto e lo "sfondamento" della linea di contatto, seppe impartire gli ordini per il movimento retrogrado ed il definitivo arresto sul Piave. Il parziale successo iniziale (Tagliamento) inorgoglì il Gen. Cadorna a tal punto che, quasi a "volersi ricredere" su guanto detto con il crudo bollettino ciel 28 ottobre, emanò il bollettino di guerra n.891 .

LA MANOVRA IN RITIRATA

li Comando della 3" Annata, a seguito di numeros i indizi che lasciavano presagire che il nemico si preparava ad eseguire una "vigorosa" azione offensiva, durante tutto il mese di ottobre 1917, con una serie di provvedimenti, prese tutte le misure necessarie per sostenere energicamente un eventuale urto delle Unità austro- tedesche. 1n particolare detto Comando si assicurò che l' inviolabilità del fronte fosse assicurata con un impiego minimo di forze, tenendo disponibili la maggior parte di esse in modo da impiegarle là dove il nemico avesse esercitato il maggiore sforzo. "il1fàtti lejòrze in prima linea (8 Brigate) appoggiate da una robustissima sistemazione difensiva dell 'altopiano carsico e sostenute da un imponente schieramento di artiglieria, garantivano la jìducia che diffìcilmente il nemico avrebbe potuto intaccare la finn te di battaglia. In seconda linea altre 16 Brigatejòrmano la massa di manovra con la quale era possibile jì-onteggiare qualsiasi andamento sjàvorevole della lotta ed incalzare anche. il nemico qualora le circo.stanze e la situazione lo avessero consigliato. Ali 'imminenza dell'urto ù?fìne}ìt predisposto i/funzionamento dei vari servizi e preparato gli animi dei combattenti, che nelle numerose vittorie traevano sicurezza di successo". li 24 ottobre il fronte dell ' Armata non fu interessato ad alcun attacco nemico. Soltanto sulle posizioni occupate dai Reparti si intensificò il tiro delle artiglierie austriache. Generale Pa.oli11i Quando il precipitare degli eventi sul fronte della 2" Comwulante della 4" divisione

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Amrnta e la pericolosità della situazione cominciarono ad essere di po1tata tale da costituire una minaccia crescente e più seria anche per la Y Armata, alle 15,40 del 25 ottobre, il Generale Cadorna diede ordine a S.A.R. il Duca d'Aosta di predisporre tutte le 1nisure necessarie per ripiegare sul fiume Tagliamento. In base a ciò, il Comandante della 3" Arn1ata impartì i seguenti ordini preliminari: i Corpi d'Armata dipendenti, pur continuando a mantenere saldamente la linea avanzata, avrebbero dovuto occupare con le proprie riserve la linea di Doberdò: Nad Log-margine orientale del Vallone-q. 208 meridionale, e la retrostante linea di S. Martino; solo le artiglierie, ritenute del tutto indispensabili, sarebbero dovute restare ad oriente del Vallone, spostando i pezzi di medio calibro più mobili ad occidente del Vallone stesso e i grossi calibri in posizioni ancora più arretrate; le brigate a disposizione del! ' Annata ( «Pinerolo», «Granatieri», « Catania» e« Venez ia ») sarebbero dovute passare agli ordini del comandante della 4" Divisione (Gen. Paolini) per costituire una massa di riserva. In tale modo, aITelrnndo le mtiglierie e schierando le fanterie in tre successive linee, il Comando del!' Ar• mata, pur tenendo saldamente la • ~~ fronte, si preparò alla ritirata. • ll 26 ottobre, nella mattinata il Co•... l\ mando Supremo dispose il passag• gio di dipendenza dell'VIII Corpo 3 d'Armata (dalla 2" alla 3") con il compito cli rinforzare il fianco nord della 3" Armata da possibili infiltrazioni nemiche lungo la direzione " Nord-Sud. Successivamente emanò 1,r4... " gli ordini relativi al ripiegamento ' sulla riva destra del Tagliamento, improntati ai seguenti criteri: "il movimento dovrà effettuarsi gradualmente sotto la protezione di forti retroguardie che svol~eranno successive e tena.ci resistenze; la Ordine redatto · 1·inea dI. altest.amento, per f.a da u11Co111a11da11te di Battaglione Granatieri przma 2" e la ]"Armata, dovrà essere quella de!Jìume Torre-Versa; nei successivi ripiegamenti è opportuno che il movimento della 3" Armata sia successivo a quello della 2" Armata senza che La 3" scopra i/fianco Nord". Alle ore 0250 del 27 ottobre, il Comando Supremo diede ordine ali' Armata di arretrare la posizione difensiva sul Tagliamento. A sua volta il Comando cl ' Armata diramò gli ordini informati ai seguenti concetti: farripiegare per itinerari indipendenti, possibilmente in due tappe, i grossi dei Corpi d' Armata, preceduti dalle artiglierie pesanti e dagli "impedimenti"; proteggere il movimento

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dell'Armata con fotti retroguardie fronte a Nord (VIII Corpo d' A1mata) ed ad Est (4a Divisione) schierate in successive linee, pronte a manovrare controffensivamentc in armonia della retroguardia della 2A Armata; costituire immediatamente, per assicurarsi i passaggi del Tagl iamento, teste di ponte sulla riva sinistra ciel fiume affidando l'incombenza alle brigate di marcia fino all'arrivo dei grossi; ricorrere a misure di estremo rigore per reprimere qualsiasi inizio di indisciplina. " In conseguenza saranno attuate le disposizioni con la seguente successione cronologica: nolle 27- 28 ottobre. A cominciare dalle ore 2100 verranno ritirate le truppe dislocate ad oriente del" Vallone con le modalità indicate, sotto la protezione di un sottile velo avanzato. Nella notte stessa, all'alba sarà effettuato il ripiega,nento delle truppe lasciate ad occupare l'altopiano ad occidente del Vallone. il velo di protezione rimarrà in posizione il più a Lungo possibile, ed in ogni modo non ripiegherà prima che le code delle colonne di marcia abbiano oltrepassato la linea delle "teste di ponte" e delle alture di Medea." "in particolare il Tenente Generale Paolini è incaricato della dijèsa delle linee del piano dette " Teste di ponte", "argini" e "abitati ", e della protezione.fronte a Nord/ì·a S. Michele (compreso) e la linea del Cornim; dove si sistemerà subito. Per tale scopo disporrà delle sue attuali Brigate (Granatieri di Sardegna. Pinerolo, Catania e Venez ia), di alcune batterie e compagnie mitragliatrici che gli saranno assegnate da questo Comando, nonché del battaglione d'assa lto di armata (Borgnano) . Al predetto Generale è alJidato anche l'incarico di coordinare la di{esa della linea di Palmanova, per il chè avrà alla sua dirella dipendenza il Comandante del presidio di Palmanova. Egli regolerà il movimento delle truppe dipendenti in modo che avvenga ordinatamente e con la sicurezza che le code dei grossi delle colonne non possano essere attaccate dal nemico prima di aver oltrepassato la successiva linea più ad occidente". In tal modo si delineò, con dovizia di particolari, il concetto d'azione e l'attività organizzativa del Comandante della 3" Armata che prevedeva un primo movimento dei grossi, protetti da una "nutrita" retroguardia attestata su una posizione forte e con il compito cli cedere il più tardi possibile terreno così da consentire ai grossi stessi di riorganizzarsi sul Tagl iamento.

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Comunicazione redatta da

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Co111anda11te di compagnia Granatieri

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Giunte le Unità sul sopraccitato fiume, trovarono difficoltà a transitare sulla sua destra. Difatti sul ponte della Delizia si rovesciarono ininterrottamente le colonne compatte degli uon1 ini e dei carreggi dei reparti della 2/\Annata e la popolazione sfollata ciel Friuli. Tra l'altro la piena impedì il gittamento del ponte di Straccis e di altri tre ponti sussidiari a quelli di Latisana e di Codroipo, ricoprì quello di Mandrisio e rese il fiume inguadabile ovunque. Intanto nel pomeriggio del 28 ottobre, transitate le ultime retroguardie sulla destra delI' Isonzo, si fecero saltare i ponti e si distrussero i magazzini ed i depositi che l'urgenza impedì di sgomberare. "Al riguardo menzione particolare và rivolta all'opera degli addetti alla demolizione dei ponti che in tutta la ritirata garantirono con elevato sprezzo del pericolo questa attività sempre più rischiosa con il passar dei giorni per il crescente contatto con gli austro-tedeschi." A sera dello stesso giorno, I 'VIII Corpo cl' Armata si dislocò nella zona tra T~ilmasson, Clauiano e Palmanova, proteggendo da nord i grossi del!' Armata che giunsero ., - . , scaglionati in profondità sul fronte Gonars- San Giorgio di Nogaro. invece la retroguardia del Gen. Paolini assunse la sua posizione protettrice schierandosi sulla linea degli abitati di Palmanova. TI giorno successivo (29 ottobre) fu frenetico e difficile. L'intasamento sui ponti fu sempre più critico, anche per l'incalzare del Co111unicat.io11e redai.tu da 1111 nemico. Si verificarono episodi incresciosi Comandante di compagnia Granatieri che soltanto il vigore e la personalità di alcuni Comandanti riuscirono ad evitare il peggio. Comunque le Unità della 3" Armata furono salde. Tutti i Corpi cl' Armata arretrarono ordinatamente. L' Vlll Corpo d'Armata nel ripiegamento formò un arco protettivo ad oriente dei ponti di Codroipo e la retroguardia ciel Gen. Paolini raggiunse il Cormor. Il 30 ed il 31 ottobre avvennero episodi indimenticabi li per atti di eroismo di Reparti, di Comandanti e di soldati. Le mille lance di Pozzuolo del Friuli, il sublime gesto del Colonnello Emidio Spinucci, Comandante del 2° Granatieri, a Flambro, la salda e strenue difesa della posizione ciel Cormor da parte della 4" Divisione furono e sono esempi di elette virtù militari. Intanto proseguì il movimento retrogrado con l'attraversamento del Tagliamento e l'attestamento dei grossi sulla sponda destra ciel fiume in posizione difensiva. Ciò impose al Comando d'Annata l'opportunità di predisporre che tutte le Unità dipendenti potessero "repentinamente riunirsi e contrattaccare vigorosamente di.fronte e di fianco per proteggere.fin che è possibile il proseguùnento del passaggio delle truppe attraverso il.fìume. Questa è l'unica linea di condotta da tenere sia per portare a salvamento le truppe, sia per salvaguardare l 'on.ore delle armi". La 4" Divisione, preoccupata da una probabile minaccia diretta del nemico, sempre più pressante sulle difese a nord lungo la sinistra del Tagliamento, all'altezza elci quattro

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ponti di Latisana, ultimi passaggi rimasti, dal Cormor, nel pomeriggio del 31 ottobre retrocesse sul fiume Stella, e sganciandosi e retrocedendo lentamente, incominciò ad attraversare il Tagliamento. li l O novembre ''Schierata sulla destra del Tagliamento, l'Armata, ultimando la ddfìcilissima manovra di ripiegamento era riuscita quasi intaita dalla maggiore crisi cui aveva dovuto sottostare dall'inizio della guerra ed in mezzo a difficoltà di ogni genere, si era liberata dal tentato aggiramento nemico. Durante la lunghissima crisi per.fa,tale svolgersi di avvenimenti, nessuna dijjìcoltà era stata ri:,parmiata: nel rnentre la necessità di rompere il combattimento ingaggiatosi tutta la fronte e di svincolarsi dalla gravissima minaccia di aggiramento -resa ancora più forte dalla mancanza di resistenza della 2" Armata- imponeva una ritirata assai rapida. Numerose cause avevano minacciato di ritardarla: fi'a queste, principalissime il persistere del maltempo e lo stato delle strade, l'enorme accumulo di servizi e di depositi nelle immediate retrovie che la guerra di trincea aveva imposto, la mancanza di trattrici cedute quasi per itero alla 2" Armata, la piena del Tagliamento che aveva dimezzato il numero di ponti sul.fiume, l'enonne irrnzione ù1/ìne degli sbandati della 2° Armata che pur saturando tutti gli itinerari non riusciva a trattenere l'incalzare del nemico ed impediva anzi che l'armata potesse liberamente ,iwnovrare con le proprie forze e liberamente proteggersi dalla gravissima minaccia. L'Armata inoltre aveva superato il pericolo maggiore resistendo al contagio di sgretolamento morale e materiale che l'enorme massa degli sbandati poteva determinare,jètcilitato dalla depressione che accompagna ogni movimento di ritirata". Il Comando Supremo, nonostante la momentanea stasi, incominciò a valutare l'arretramento sul Piave. "in un eventuale ripiegamento la 2" Armata deve arretrare prima della 31\; le sue truppe saranno infatti ritratte verso le ore I 800, mentre le nostre, come.fii stabilito, Lo saranno verso le 2200. Dal fi'onte Cellina Casarsa San Vito il ripiegamento procederà poi contemporaneo e perciò le retroguardie abbandoneranno quella .fi·onte ali 'incirca nel medesimo tempo; quelle della 2" Armata avendo avuto ordine di restarvifìno all'alba del secondo giorno, il Gen. Paolini regolerà in conseguenza il suo ripiegamento; .il Gen. Sgramoso coordinerà il movimento. L'azione del nemico può naturalmente imporre una più rapida successione di tempi, ma l'Armata con le disposizion i già prese è in condizioni di sicuramente ji·onteggiarlo comunque. In ogni modo si tenga presente: se il nemico attacca in/òrze la terza Armata, questa resisterà sul posto per tempo alla seconda di completare il suo primo tempo di arretramento sul Cellina; se invece, come probabile, l'attacco è diretto contro la 21' Armata, la 3asi guarderà sul.fìanco e sulla/i-·onte, conforme gli ordini dati, e ripiegherà insieme alla 2" Armata, coordinando l 'azione delle retroguardie sulla .fonte predetta. Nei due casi l'Armata ripiegherà soltanto in seguito ad ordine esplicito. Le nostre truppe animate da.fòrti tradizioni, salde di coesione e di spirito combattivo, alleggerite di tutte le impedimenta possono sicuramente jìnnteggiare qualunque situazione, sicure di rigettare dovunque il nemico che non può avere avuto modo di preparare una grande azione offensiva".

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Il compito affidato alla 3" Armata si presentò cli estrema de licatezza ancor prima che la situazione precipitasse per effetto del forzamento del ponte cli Comino da parte del nemico. Non fu dato di prevedere in quali condizion i l'ulteriore arretramento al P iave si sarebbe svolto; certamente, però, non sarebbe mancata la pressione del nemico per uno stretto contatto con esso in relazione al criterio adottato d i prolungare la sosta al Tagliamento e cli sviluppare su questa linea un' azione ritardatrice. Una tale previsione generica, inquadrata nella valutazione dell'ampiezza della fronte, della molteplicità di Comandi in essa operanti e della diversità di condizioni nelle quali le Unità si trovarono in seguito agl i eventi precedenti, propose soprattutto un problema di coordinamento l a 3" Armata, come detto, ebbe la possibilità di costituirsi una riserva speciale con funzioni di retroguardia (costituita sempre dalle brigate Granatieri, Pinerolo, e Tevere e da due battaglioni d'assalto) in grado di proteggere sia il tergo che il fianco dell 'Armata stessa, che di concorrere, su iniziativa del Gen. Paolini, ad azioni contro reparti nemici che avessero minacciato la 2a Armata. Infine sempre al suddetto Generale fu disposto che avrebbe dovuto: regolare il proprio movimento in modo che lo stesso avvenisse non prima di essere sicuro che la coda delle colonne dei grossi non corresse il rischio di essere attaccata dal nemico; s postarsi lungo gli itinerari settentrionali di Armata dove, "guardandosi anche sui jìanchi proteggerà la sosta dei grossi"; ripiegare, allontanatisi i grossi dal Livenza, "per coprirsi coljiume, in ogni modo da raggiungere l'allineamento Monticano - Piavon e rimanerci sino a nuovo ordine, occupando lajì-onte Oderzo compreso - Chiamano". Per quanto attiene i grossi fu deciso che le truppe combattenti sostassero sulla destra ciel Livenza; le artiglierie ed i servizi fossero direttamente avviati sulla destra del Piave. Il 3 novembre, favorita eia una calma relativa dell' attività nemica, fu una g iornata cli assestamento e di messa a punto degli ordini e delle predisposizioni per il ripiegamento sul Piave. Alle ore 1035 del 4 novembre venne impartito l'ordine di ripìegamento dal Tagliamento al Piave. "L ·occupazione della linea del Piave spetterà alla 3" Armata dal rnare al Ponte della Priula incluso. La 4" Armata avrà la fi'onte : Ponte della Priula escluso punto di contatto con la l" Armata". Il 5 novembre tutti i reparti dell'Armata eftèttuarono la pri ma tappa ciel ripiegamento. Venne disposto che la retroguardia del Gen. Paolini, dopo aver fatto saltare i ponti su Tagliamento, retrocedesse e si arrestasse sul Li venza fino a nuovo ordine. Particolarmente cruenti furono gli scontri tra pattuglie germaniche e reparti della Brigata Granatieri a Sud-Est di San Vito al Tagliamento. TI nemico fu" respinto" . A sera (ore 2100) le truppe del l'Armata si trovarono sulla destra del fiume Livenza con i grossi coperti da retrogt1arclie appostate sulla riva stessa. Contemporaneamente furono raggiunti e presidiati i passaggi sul Piave. Nella giornata successiva, le Unità, pressate dal "nemico, che è riuscito a.far passare a monte di Pinzano alquante forze sulla riva destra del Tagliamento, ha accentuato la pressione contro l'ala sinistra del nostro schieramento" , effettuarono la seconda tappa verso il Piave.

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La posizione sulla destra del fiume Livenza fu saldamente tenuta dalla retroguardia del Gen. Paolini, tra Tremeacque e Lorenzaga, dalla retroguardia ciel XIII Corpo d'Anm1ta fra Lorenzaga e Corbo e da quella del XXIII Corpo d ' Armata più a valle. L'3~ Armata intanto marciò verso il Piave. Le retroguardie e i reparti di copertura proseguirono valorosi e instancabili a trattenere l'avversario sul Livenza. Nel contempo tra i vari Comandanti le retroguardie vennero presi tutti gli accordi per il passaggio del Piave. Si curò in particolare il delicato momento dello sganciamento dal nemico cd il brillamento dei ponti. Il Gen. Paolini avrebbe usufruito dei ponti: Ponte Piave e Ponte di Musile, con l'accortezza di far brillare questo per ultimo al fine di raccogliere i restanti reparti della retroguardia rimasti sulla sinistra del Piave. Inoltre l' Uffic iale Generale ebbe l'ordine di tenere, anche ricorrendo ad azione manovrata, la linea del Livenza fino a nuovo ordine in modo da impedire irruzioni nemiche al Piave su tutto il fronte dell'Armata. Al fronte il movimento dei grossi potè compiersi indisturbato. Le retroguardie, schierate sull'all ineamento: Monticano - Livenza - Piavon, con numerosi combattimenti, valorosamente sostenuti, tra le colline di Vittorio e la confluenza del Monticano nella Livenza, ritardarono l' avanzata all'avversario. Gli aviatori , vincendo l'accanita resistenza degli aerei nemici, rinnovarono i bombardamenti delle truppe avversarie sul 1àgliamento. Il 9 novembre il generale Diaz, nuovo Capo di Stato Maggiore, così annunziò, nel suo primo bollettino, la resistenza : "Le retroguardie e i riparli di copertura proseguono valorosi e instancabili a trattenere L'avversario sulle posizioni prescelte per la resistenza". Nella giornata il Comando Supremo diramò i seguenti comunicati: "lì-uppe stanno ultimando ripiegamento su nuova Linea prescelta per resistere allo estremo. Dovunque tale Linea non è ancora organizzata occorre che prima barriera difesa sorga subito egradatamente si completi sommandosi all'ostacolo materiale del terreno montuoso e del .fiume ... ... Attestamento su Piave rappresenta periodo di crisi che occorre superare al più presto. Ognuno dia tutto se stesso". Inoltre: "Rammento che sulla linea del Piave sono in gioco onore e salvezza della Patria". Ed ai Cornandantì di Corpo d'Armata: "Suprema necessità del! 'attuale momento è la pronta ricostituzione morale e materiale dei reparti difànteria e delle altre Armi, per opporre al! 'invasore la massima resistenza sullafì·onte sulla quale l'Armata ha ora ripiegato. A raggiungere tale intento nessuno .~/orzo sarà eccessivo". A tarda sera tutte le Unità italiane sì posizionarono sulla destra del Piave. La riconquista della libertà d i manovra, obiettivo della manovra in ritirata, fu perseguito. Dal 23 ottobre al 9 novembre furono concesse quindici medaglie d'oro al Valor Militare

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Articolo riportato su di 1111 giornale dell'epoca

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per premiare atti di grande valore. Questi i nomi degli insigniti: gen. Maurizio Gonzaga, con1andante della 53/\ Divisione; A Rgllit'> dt qu1tnt" abbiamo detto ire,. col. Francesco Rossi, comanme-ntu anll'ephodio c11 Jtlan:tbro cwc, rlruJ., J1 glor!O,So .,u:rUJcfo d,\I colonlltl• dante del Reggimento Piemonte lr.. Emldlq Spfnuccl. )JednJHi, d-Oro det Reale Cavalleria; col. Emidio GrAoatl~ri 1Jl S«rtlct(n•, pt1ltbtleht1:mo le Spinucci, comandante 2° Reggi'4'f1Uttntl Mto cho Il parroco localo .cto:o Y.t•rko d•l\runro h• raccolto Nttt atnrlC'• mento Granatieri ; ten. col. MauftdtHl J11toroo AJln lotta 10,te-nnt,- tn rizio Pisciceli, dei Lancieri Aosta !'hunbto dal 2, C.rAnatfori nclla uolt• in servizio presso il 147° Fantedol ~O -,Uobro 1011: • l I Cul1umt!UO oov, Ernldto Splnuccl ria; cap. Azaria Tedeschi , del 79° ~1,bo • 1\Qmii. la noUtla ,dcUa otr,osh·a Reggimento Fanteria; cap. Otta· llU1trl11c~ eh~ pur~ U n~n,l<'<t •tll PJAva vio Caiazzo, del 2° Reggimento t iul Gra,1>p·11. I_. 1nluuuzlq t1uo11ò conte u11 lrrét htlbU1;1 Invii~ a JuJ. U (iclpn dt'l• Fanteria; cap. Alessandro Casa Ii, !6 rcid~Uuhnc- mrnrdl~ dul Rt, " MmJJt!• dell'82° Reggimento Fanteria; rt" gl'lndugl dolla ~4>n\t.i.tJo.ceoaa o " rlHcap. Giancarlo Castelbarco, del Ure v,rto U rront e per rlpuoder. 11 1110 po,to Ml <"Omb1U hnon\o, Reggimento Cavalleggeri Roma; Pa,uto n 1·ir,uatt1t'otu a t..atbnna. Jt cap. Ettore Laiolo, del Reggi29 attobro Jo Spiuuet-1 avo, 1 raightnto u lltU n,wmonh, o L-t-itlun. P•rltclP-6 mento Genova Cavallerìa; ten. -'ll'1ul-0nt lifUfc~ ebo al ,volu In qu,rta Carlo Castelnuovo delle Lanze, 1011A: poi, net pomerJa,to del !JO, dJat~ del Reggimento Genova Caval,o u-no FIAmhro por l'esec-oalotte delleria; ten. Gian Giacomo Badini, l'artlull'Jlmo C!OJhf lto ch·tn sttto aftl• del 3° Reggimento Artiglieria da dato lll Omn•tft'r dl protcaere n rlplt· ,Komento dtll1 3 , Artnato. campagna; ten . Ruggero De SiIl <.:oinaudaitt'4! dlvhò •vblto dl orhra· mone, del 54° Reggimento Fanro - dlrct - una bA1Tlt1ta um•na tlte teria; sergente Paolo Peli, del ,harra1110 le ,•le conduènat.J ctt ponti dl Jf•dl1.fo o dl LaU11uu1. A ftUo-ato Ropo di• 128° Reggimento Fanteria; serspo o I 1uol O,.n,ttori lnugo lo titlldo.. Sebastiano Scirè, del 16° gente tJ di s.. otovaoul appost1ndo pc,ro JI Reggimento Bersaglieri; capomaglur eontln,oota dtilla aua ltupptl 111 taJ•l estremi di detto ,.,,-. o ln A nnnJ, rale Giuseppe Sillieani, del 69° p.reHC> 16 c:hlcHttA :t GI0\.'30DI - do,.. Reggimento Fanteria. ""ca JosodJ1to li CoJtu•odo --, e • HtJ, La 12" battaglia dell'Isonzo fo, innet rae1c, o partlrotatmente ne-I mtrtato. ruoitl orti dcii p~u,o lktrtuuf. e ne11n dubbiamente, una sconfitta ita\'dttact proiplcltntl la piatta • Je \Ilo. t•rln.qlp-u. liana. ... • - - ·• · Per efJ:ètto ed in conseguenza di essa, si perdette tutto il Friuli, tutta la Carnia e tutto il Cadore; circa 300.000 uo1nini caddero in mano al nemico e, con essi, 3000 pezzi cli artiglie1ia ed i magazzini di mezzi e materiai i dislocati nella zona fra Piave ed Isonzo. Sul miracolo del Piave così si espresse lo stesso avversario: "Sembrava assolutamente impossibile che un Esercito, dopo una così enorme catastrofe com'era stata quella di Caporetto, avesse potuto riprendersi così rapidamente" (generale Konopicky, Capo di Stato Maggiore cieli' Arciduca Eugenio); " .. il nostro tentativo di conquistare le alture dominanti il bassopiano dell'Italia settenlTionale e far cadere così anche la resistenza nemica sul fronte ciel Piave, fallì". "L'aite della guerra non consiste nell'evitare le crisi, ma nel superarle" (Generale von Hindenburg, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito tedesco).

ca DBilllDllll lJIOIDlfl af181818 1,1 p1nr,011,rnccolH 111 111to

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TESTil\lONJANZA del Maggiore Latini Aiutant:e Maggiore del 2° Granatieri

11 ColonneLLo Spinucci trovavasi in licenza a Roma, quando ebbe inizio la nostra ritirata dal Cm~w. Di sua iniziativa troncò la licenza e riparti per riprendere il suo posto al Comando del 2° Granatieri. Ci volle il suo entusiasmo, la sua .ferrea volontà, per poter riuscire a raggiungere il Reggimento a Lestizza, il giorno 29 ottobre. Egli lottò per auraversare nel senso inverso alla ritirata il Ponte cli Codroipo e, marciando su strade secondarie e in piena campagna, riusci a raggiungere la sua meta. Era raggiante in quel pomeriggio del giorno 29 allorquando riprese il Comando del Reggimento, schierato in retroguardia, a cavallo della strada Udine-Lestizza. Alla sera del 30, verso le ore 20, dopo aver combattuto a Lestizza contro Tedeschi provenienti da Nord, il Reggimento, dietro ordini. ripiegò per portarsi dietro Flambro e stabilire quivi una nuova residenza. il Colonnello era in testa alla colonna, che celermente si ritirava sulla strada Lestizza - Flambro. Precedeva la colonna una piccola avanguardia; seguiva w,a_/òrte retroguardia. Vicino alle prime case di Flambm l'avanguardia.fì,1 fatta segno a.fùoco di mitragliatrici Fiat pesanti e La colonna si fermò. Tutti eravarno convinti jòssero nostre truppe che ci scambiassero per Tedeschi. Incominciammo a gridare: "Cessate il.fuoco! cessate il .fì.10co! siamo Granatieri'", ma inutibnente. Alle nostre grida rispondevano rabbiosamente le mitragliatrici avanti a Flambro. Evidentemente erano Tedeschi che facevano uso di nostre mitragliatrici catturate. Avevamo quindi nemici alle

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-- Il COlonnollo Spinucci trovBVcsi in .u.oanza a ROOla,quOlldO ebbe inizto

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I no.tre rHireto del Oareo. Di sua initi&tive t.roncò lA lio&nz• • ripectl por ri~rc,ndoro il suo posw sl Coe,r;ndo dèl 2• GrNloliorL Ci voUe il su.o onaJn.i.aSllO, l o suo ferree volontà ,per poter riusoirc n r88"'

giung,,ro il Rosgimllnto • 1.oatizz• , il giorno 29 otwbre.

Sgll lottò por nttrBVOrser• nel senso invoreo el ~ rl tirata il Pont<> dl COdroìpo, o :nnroiondo .u ot rtdo ,:ooondorh , e in ])ione • •"l>•en& rl.Uaol • rosgiunger o la ,:;11a to(Jh, !!rn rnl!8imto in quel po11eriaglo dol giorno 29, tlllorquando ripreso il CO-..,ndo del Reggi"8nto , .chioroto i n ratrogurd!e, a oavòllo dallo stredo Udino-

1.oeUzza. Alla gor a del

;o, voreo

le oro 20,dopo ml' ooGbettuto • l.Gatitze contro

Todeoohl provoniOJ>ti do nord, il lteggi.,.nto, diotro ordini , rlplog6 per portarsi dietro Pla,òbro, o stabilirò quivi uno nuovo FGsidenza.

Il Colonnello ora in tosto alla oolonno, oho color,,.,nte sì rilircva nulla strsdo Lostiua - flombro. .PTooodeva l o o:>lonna una pto:eola ovcnguf1l'di&aegulva une fori.o rotroguardia.

Vioino alle pri110 088" di fle<lÒl'o l 1ovi:nguerdia fu f otto coe110 o !uooo di :iitreglietrici J'iet pe6'1n~i ; la oolonna si formi>.

'i'ut U oravll!IO convinti tòalltlro noatro \.ruppi oho ci scao;biossero per Tedcaohi. !Jlcomlnoi=

• griaore : • C.ssat<J il fuoco I "

11

ou,ot<J il fuoco I

si""° Gr mi•t ierl I ",mo inntilmnt.o . Alla nostre grida rlspondeV<no r abbloso,. monto le mitregliotrici avontl • l'lallbr o. Evidontomnt.o erano 'l'odoS<>hl ohe ! ~oevono uoo di nostro "'1 trogllotdci oot-

turolo . ~vcvoi:n quindi nemici elle noetro oùoegne , o ne:Ji.oi di !ronle, oho tootnv,mo di hglloroi lo r l tirato e oatturoroi. Oltro el noat.ro Roggi110nto, oi seguiva il Battogllimo l.itrogliatrici di Ori89ta, e ella destra il Batlcgllono Ca,;polleti del I' OrOlllltiori , onoho queoto forma to dtlv..~U 11 Fla:nhro.

areno oiroo due terii delle Brigut o obo riochiovano di •-r• oltturoti ..

il Co:wndcnto ci fosso pereo d•onl,:oo, Il• 0011 non tu. Il COlonnollo Spinucci in piodl 011 lla otradn ootto lo re!fiohe di llitregliatrlol , ohi=ò !lllbito i Comendcnti di 8attoglione e diodo ordine d 1alto.ooore il nnioo ,oiroondarlo e oetturarlo.

Un llatt"8lionc • sinistro delle oU-ode ,uo Battogllone ..,u;, dostra; il knso i f ossi ìeOrgirutll della stredn.

terzo 8etlogllonc l.U trtgliotrici 80

Il Colonnollo oro in t.lcte el Reggimento o i,illa otroda ; lo coguivo' d•appro~ quale Blutant o moggi.oro in 1 1 • Rro vorso mozz(mOtte allorquando 11 Reggi"'8nto inh:11> l •attoooo,

La nott.o era scuriosim, ci ai vodevn ma.lo tinche o pochi metri. Il terrono ora di dif!iolle pucorribilit.à, POioha !ilerl di viti ,nol scnco porpoodioolere delle fronte , oat"80ll!Veno f ortelliilnte l •ovanzeta doi ooslri .

Il nomi.oo ero anaer aeliato a 1las:bro,o oon soi o netto ili.treglio.trioi piaizote nella oase, o disposto o vonteglio,battevo violente.,.nte tutta la tronto

dol noatro anaooo, Il quadro nolla notte ora tragico I Si oontivo eolo il fuooo rabbi oao dello mit.regllotriol , olouni socchi oomondi dei nostri od i 1-nti doì nul!hlroai !oriti , oho nello not!A =:1-nte rioovoveno 11 ooooorao dovuto,

!l Colonnello Spinuooi, i:mlgrado una mitregllatrico Mmioe, botteooo in pieno lo str•d• oon rllf!ioho violeatisaimo, oretto nella por sona, e oon coroegio leonino, soguiva il 111>vimonto do l Reagicoonto. Allorquando vido ohe l 10V"'1Zota inooodnoiova od o!fiovolirei , o poche dtoine

di motri do Pl ru:i>ro,se..,n in mozzo ella strada, e in toste al Roggi,,.nto si

m-

"" di ooroo,o gridando o vooe alt.a,ripotut=nte : " Avmti Gronatiori , ovanti

ool voatro vooohio COlonnollo ", ai 1Mo16 oontro il ,necnoo. Vu ooai colpito in fronte • mr,te e or.dde sulla strsdo in taat• el mo Rosgi.mento,

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nostre ca/cagne, e nemici di }i-onte, che tentavano di tagliarci la ritirata e catturarci. Oltre al nostro Reggimento, ci seguiva il Battaglione Mitragliatrici di Brigata, e alla destra il Battaglione Campolieti del F' Granatieri, anche questo fermato davanti a Flambro . Erano circa due terzi della Brigata che rischiavano di essere catturati se il Comandante s ifòsse perso d'animo. Cosi non/u. Jl Colonnello /::,ÌJi11Ucci in piedi sulla strada sollo le rciffìche di mitragliatrici, avvisò subito i Comandanti di Battaglione e diede ordine d'attaccare il nem.ico. circondarlo e catturarlo. Un Battaglione a sinistra della strada, un Battaglione sulla destra; il terzo Battaglione Mitragliatrici lungo i_fòssi marginali della strada. 11 Colonnello era in testa al Reggimento e su.Ila strada: lo seguivo d 'appresso quale 11 iutante jl;Jaggiore in i<'. Era verso mezzanotte allorquando il Reggimento iniz iò l'attacco. La notte era scu.rissima,ci si vedeva male anche a pochi metri. Il terreno era di d(ffici/e p ercorribilità, poiché fìlari di viti, n el senso perpendicolare della ,li-onte, osteggiavano .fortemente l'avanzata dei nostri. Il nemico era asserragliato a F!ambro. e con sei o sette mitragliatrici piazzate nelle case, e dispo ste a ventaglio, batteva violentemente tutta /afi-onte del nostro attacco.


Il quadro nella notte era tragico. Si sentiva solo il/iwco rabbioso delle mitragliatrici, alcuni secchi comandi dei nostri ed i lamenti dei numerosi Jèriti, che nella notti malamente ricevevano il soccorso dovuto. IL Colonnello Spinucci, malgrado una mitragliatrice nemica battesse in pieno la strada con ra.ffìche violentissime, eretto nella persona, e con coraggio Leonino, seguiva il movimento del Reggimento. Allorquando vide che l'avanzata incominciava, ad affìevolirsi, a poche decine di metri da Flambro sempre in mezzo alla strada,e in testa al Reggimento si mise di corsa, e gridando a voce alta ripetutamele: "Avanti Granatieri, avanti col vostro vecchio Colonnello ", si lanciò contro il nemico. Fu così colpito in.fronte a morte e cadde sulla strada in testa al suo Reggimento. La B rigata Granatieri di Sardegna gi unse sul Piave con i superstiti, pronta ad essere reintegrata dalle nuove leve per la prima linea: questa volta i "ragazzi del 99", appena diciottenni. Unitamente alla Brigata Pinerolo (generale PetTis), la Brigata Granatieri attaccò qu indi più volte, dalle trincee del Piave, le formazion i nemiche nell'Ansa di Zenson: il

13, il 14, il 19 novembre, il 4 dicembre, tanto che alla fine del dicembre gli austriaci, sotto la continua pressione, lasciarono libera la sponda destra del Piave. Il 26 novembre la Brigata fu ritirata dalla prima linea ed inviata nei pressi cli Meolo (1 ° Reggi1T1ento) e di Casa Gradenigo (2° Reggimento). Quindi, fino al 9 dicembre, essa provvide a riordinarsi, pur impegnandos i in lavori di rafforzamento. TI 9 dicembre il 2° Reggimento ebbe l'incarico di occupare la testa di ponte di Caposile. Nelle azioni dall' Isonzo al Piave nell'ottobre e nel novembre 1917 i granatieri caduti furono duecentocinquantuno, dei quali centoundici del 1° e centoquaranta del 2° Reggimento.

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Oltre alla medaglia d'oro "alla memoria" al colonnello Emidio Spinucci, furono concesse numerose medaglie d'argento al valor militare, medaglie di bronzo, croci di g uerra ed encomi . Il 1° gennaio 19 18 il Duca d'Aosta rivolse un discorso alle truppe della sua 3" Armata, che fu di saluto e di vaticinio: il voto fatto all'inizio della guerra di "liberare le patrie terre in-

vase ed i .fĂŹ-atelli oppressi" era piĂš che mai nel cuore di tutti, "dopo il triste ripiegamento, dopo i/fermo resistere", ed i Caduti del Carso, lasciati "con rovente rammarico", costituivano " il pegno della riscossa".

Consegna di decorazioni ed e11co111i

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1918 0

L'inizio dell'anno trovò il 2° Granatieri in linea sulla testa di ponte di Caposile ed il l Granatieri di riserva nei pressi di Meolo. E fu proprio il 2° Granatieri a dare in izio a quella riscossa quando il 14 gennaio il suo 11 Battaglione al comando del capitano Reina svolse un'azione offensiva per allargare la testa di ponte nel tratto nord fino a raggiungere l'Ansa di Castaldia. Fu un'azione che provocò notevoli perdite ma che con i suoi reiterati attacchi e contrattacchi ebbe successo, tanto che lo stesso comandante della 3a Armata parlò, in un suo fo nogramma, di "brillante esito de/I 'azione dovuto alla bravura dei reparti del 2° Granatieri e ali 'artiglieria" e il comandante del XXIlI Corpo d'Armata generale Petitti trasmise con il suo personale encomio. Anche il forte contrattacco che il 16 mossero gli austriaci potè essere sventato, soprattutto per la capacità del capitano Reina e del tenente Pellecchia, comandante della l" Compagnia, caduto sul campo; e se pure le nostre perdite furono rilevanti, maggiori furono quelle del nemico. Si trattò ad ogni modo di una azione molto importante. Il Bollettino di Guerra" n. 968 del 17 gennaio 1918 ne diede notizia attestando che

"la lotta, estremamente violenta ed accanita, venne sostenuta con grande fermezza e valore dal 2° Granatieri" e da reparti di bersaglieri ciclisti appoggiati da li' artiglieria; iI Duca d'Aosta inviò dal Comando della 3" Armata l'elogio ai granatieri che "col consueto slancio" avevano fiaccato la resistenza avversaria; il Comandante del Corpo d'Armata e quello della 61 a Divisione unirono il loro plauso; ed infine, lo stesso Capo di stato maggiore del l'Esercito, iI generale Armando Diaz succeduto al Ca-

'Ploll'oro do11' :us.nlto, - Sr nt rr torno, di t1 r.iafo 1uadtt' cbc bo rltlto lr:t tltn r.oJ• gfuln pi!r l'onore J"ltaJ/1,. f ,.«hll Il b:trlJa..ro non rAlpé8ti Il lWNiro, 1taofo, prr<lh.t Nln rl•11orwill : o urr lu/iuuc l t'rf'n1;1JIO Alle li'l)tt.rC' du,iw•, nl rr().,Cr/ 1·nrhl. nl no,çtrl n11zl..... ,,, ,•J 1 , ,,,,~..,.

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doma, inviò "l'espressione del sentito compiacimento". La consegna delle onorificenze degli ufficiali e dei granatieri che più si erano distinti nell'azione di Caposile fu effettuata solennemente in Treviso il 27 gennaio alla presenza del duca d'Aosta. T mesi di febbraio e di marzo trascorsero senza che da ambo le parti si svolgesse attività bellica di rilievo, anche in conseguenza della te1nperatura rigidissima, della pioggia persistente e della nebbia, tanto che a causa di una improvvisa piena del Piave sul fronte del O l Granatieri un gruppo di tre ufficiali e di settanta gregari restò per un certo tempo tagliato fuori dal resto del Reggimento. L'intero ciclo di operazioni nel settore di Caposile, che era iniziato nel dicembre dell'anno precedente e concluso nel marzo 1918, era costato alla Brigata Granatieri di Sardegna, a parte i moltissimi feriti ed i dispersi, ben cinquecentottantaquattro caduti, dei quali duecentoventisei ciel 1° e trecentocinquantotto del 2° Reggimento. Il 27 marzo la Brigata passò alle dipendenze della l" Armata, trasferendosi nel Veronese, il che provocò il rammarico di Emanuele Filibe110 di Savoia che, nel saluto e nell'augurio alle sue truppe per la Pasqua, espresse il rimpianto per non averla più alle proprie dipendenze ("invano l 'occhio stamane - disse nel suo discorso - cercavafi'a i più temprati soldati della 3" Armata i valorosi Granatieri di Sardegna"); ed appena pochi r giorni prima il comandante ..... '"" ' "Il . .., ....... • ......... ,I• ,o,,.,.,,.,.,·--· 1,, ,, A1111,, ,CX Nom 2 ì' Gttrn 1,a 3 Conl1t1lnlf 10 Il 1111111,ro. ciel I' XT Corpo d'Annata Adalberto di Savoia aveva asserito di aver "l'animo pieno di 01goglio di aver veduto un Reggimento delle Guardie" (aveva visitato infatti il 2° Granatieri) . Una volta nel Trentino la Brigata venne visitata il 30 maggio dal presidente del Consiglio dei ministri Vittorio Emanuele Orlando. Trasferita il 3 giugno a Ferrara cli Monte Baldo ed il 20 a Castelfranco Veneto, ebbe in particolare impiegati i suo i reparti zappatori nei lavori in Val Posina per la costruzione della linea a difesa ad oltranza del X Corpo d'Armata. Si svolse quindi, tra l' led il 6 luglio, la vittoriosa batta' /ll<Jri d 'lt !J/Jr,, "" ,ri, 4-f.r1.1ai1•r/ r,,, imnl't glia dei "Due Piave". ~r,rlbAlrlino, lt11ll11ac 1tl1u.u;ù:1a1J n.-ll',ufonc pu , ,.,.,3

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At OC.:ArOC DP.Iiù\ 61" DlVl .nC'r'..l DI i'>.:'~3iUA Per la p1ooola optr&:ione 1nlteo ad ottonoro un allarga~ento 4•11a

teeta 41 ponte 41 oapoeile, faoo1o le aeguenti proposte : 1° ). ll "'en , Col. VH1oru1 -:o~ndante dol g• ltt t:e 0 t'}r&,athri, à inol\rioato 41 dirigere l o onoraa~on1 per l' &llarga~onto del l a teet& 41 !l()ntt

41 Oapneilt

veroo O, Broeean1n , J1 J • 3rl, ( :ap1tano 41 cavalleria :i1 gnor 0Mar41 ) del i • R•gt • orana•

t1er 1 è 4noarooato doll ' oeoonn1ono doll 1oporaa1ono ateaoa , uetto Battagl1ono proe, nto~onto ' a proa141o 4•11& toota 41 ,""n~o oon dut oo':I agnio tuoil1 tr1, due OO"JJ,ar,n h 111troe 11 atr 101 (li:;" e P74" C,I!, od una BOv.iono 1'!1 trsr,liatr'lo1 a•111tTiaon I ; UDI\ ocn J"fr-,1 :1 d 1 fUo11 l• r1

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1918 Vedute aeree del Piave

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Il 26 giugno 1918, a mezzo autocarri, la Brigata ritornò s ul fronte del Piave venendo lo stesso giorno passata in rivista dal duca d'Aosta. Nel novembre dell 'anno avan ti gli austriaci avevano occupato il Delta del Piave, tra Piave Vecchio e Piave, spingendosi fi no al corso del Sile. Intervenuta la seconda battaglia del Piave, svoltasi dal 15 al 20 giugno, il Gruppo di Armate austro-u ngariche (Gruppo Boroevic) era stato costretto a ripassare sconfitto il fi ume, ma nel settore del Delta la situazione era rimasta immutata e gli austro-ungarici non solo non si erano mossi ma minacciavano Venezia. E fu allora che il 1° luglio il XXIIl Corpo d'Armata italiano lanciò l'offensiva contro il XXIII Corpo d'Am1ata austro-ungarico attestato nel Delta. Il Corpo d'Armata italiano, del quale era passata a far pa1ie la Brigata Granatieri di Sardegna, combattè in quell'agosto per c inque giorn i una lotta durissima tra gli acquitrini, facendo duemilanovecento prigionieri, togliendo agli austriaci venti cannoni e sedici bombarde, e respingendo il nemico oltre il fiume: risultato di grande importanza perché per l'appunto eliminò definitivamente la minaccia austriaca verso Venezia.

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Tan to fu l'impeto della Brigata Granatieri che lo stesso nemico la definì ''brigata d 'assalto". Furono continui attacchi e contrattacchi che i granatieri effettuarono - venne scritto - con "spirito di aggressività senza limiti". La Compagnia arditi del capitano Zavagli, "con La baionetta fi'a i denti, colle bombe alla mano, precedeva, colpiva, dilagava". Il terreno fu presto coperto di morti e feriti. Ufficiali granatieri degli arditi, il tenente Palazzotto e il sottotenente Larcan, giorni dopo furono ritrovati, morti, oltre la linea avanzata. Emanuele F il iberto d i Savoia rivolse in data 6 lugl io un vibrante proclama a tutti i reparti del XXlII Corpo cl' Armata "che ha visto coronata dal successo la

tenace Lotta di ,notti 1nesi combattuta per riconquistare zolla a zolla il suolo sacro della Patria"; cd ass icurò che '' i sacr(lici.fèttti nelle lunghe vigilie di Capo Sile e Cortellazzo" non erano stati sterili, mentre Venezia poteva "andare.fiera dei suoi valorosi d(fensori".

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"Granatieri, siete stati tutti eroi", scrisse nell'encomio che porse loro I' 11 luglio il comandante della Brigata. E poiché nei giorni dopo la battaglia i granatieri rimasero su l posto per consolidare la posizione ed evitare ogni tentativo nemico, andando con spericolate pattuglie fin sulla riva nemica in Frazione Sile o nde assumere notiz ie sui m.ovimcnti dell'avversario, il duca d'Aosta si recò ancora tra essi. L' 11 settembre, su tutto il territorio della 3a Armata veniva affisso un manifesto del Comando del XXIU Corpo d'Armata che riportava l'ordine del giorno 7 lugl io emanato dal comandante generale Alfieri: "Granatieri., le vostre bandiere si lacerano ma non si piegano. Il.ferro e il.fùoco inji1.riano sulle insegne dei vostri Reggimenti, i venti e le procelle scolorano il drappo glorioso e pur lo rendono sempre più be/Lo, più luminoso. Intorno alla freccia che lo sormonta e che non conobbe mai altra .via che quella che guarda il nemico, l'azzurro dei nastri, i lucidi metalli delle ricompense intrecciano e cantano l'inno delle cento vittorie. Qual storia di onorate ed eroiche Milizie ha più pagine d'oro della vostra? Dalle albe del '48 al meriggio di ieri sul Piave; dagli A ltipiani a Monjètlcone, ovunque si eresse la vostra maschia.fìgura, le barbare orde nemiche.furono fiaccate. Degni del/' !sola di forti che vi da il nome. degni d'Italia''. T caduti nelle operazioni ciel settore ciel Piave, Piave Vecchio e Piave Nuovo, svoltesi nel _luglio - settembre 1918, furono seiccntottantatre, dei quali trecentosettantatrc ciel l O e trecentodieci del 2° Reggimento. Tra le decorazioni individuali concesse, le medaglie d'argento ad ufficiali forono, per questo periodo, trentacinque.

LE EPICHE GIORNATE SUL PIAVE DEL LUGLIO 1918 Poco più giù di San Dona di Piave, ad una ventina di chilometri circa dalla sua.fòce attuale, il Piave si b(fòrca: il ramo di destra si dirige ad occidente e, raggiunta la laguna veneta scende lungo il lato nord orientale di essa verso Sudfìno a Cavazuccherina, quindi bruscamente piega un 'altra volta verso ovest e, seguendola ancora, va a sboccare in mare ad una quindicina di km. circa dell'attuale foce. Questo ramo è conosciuto col nome di Piave Vecchia, insieme con l'altro e con il canale che congiunge Cavazuccherina a Cortellazzo ove il Piave fa l'ultimo gomito prima di buttarsi in mare, circoscrive una pianura della lunghezza e della larghezza massima e rispettive di circa 20 e 5 km. Tale territorio era in mano degli austriaci e per strappaglielo era stato ideato il seguente piano la cui esecuzione era stata affidata al Comando della 54" Divisione.

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Due colonne dovevano agire da ovest: la A,formata dal I° reggimento granatieri, da un Battaglione del 153°.fanteria, da 2 compagnie di mitragliatrici della Brigata Novara, da 3 batterie da montagna da una compagnia rinforzata del Genio, doveva passare la Piave Vecchia tra lntestadura e Chiesanuova; la B, costituita dal 2° reggimento Granatieri, da 2 battaglioni di bersaglieri ciclisti, da 2 battaglioni del i 53° .fanteria, da 2 comp. mitragliatrici della Brigata e da 2 batterie di artiglieria da montagna e da una compagnia, e una centuria, del Genio, doveva sboccare dalla testa di Capo Si/e e procedere verso nord per unirsi al! 'altra. La riserva delle 2 colonne era.formata da un battaglione di bersaglieri ciclisti, 6 comp. mitragliatrici della 54" Divisione e 4 comp. mitragliatrici della 61a Divisione ed una compagnia, più una centuria, del Genio. Una terza colonna C, dipendente dalla 4" Divisione, provenendo dal mare e da Cortellasso, doveva puntare verso il Nord, raggiungere il Piave Nuovo a Casale Allegri e dirigersi verso Palazzo Bressanin per ricongiungersi con le altre due, le quali si sarebbero incontrate a Chiesanuova. La zona tra lntestadura. e Chiesanuova as• segnata alla colonna A in cui era il 1° reggimento Granatieri, venne divisa in 2 sottozone, la prima delle quali più ristretta perché si presumeva che in essa il nemico avrebbe offerto maggior resistenza, era • ~,--"r contigua al Piave Nuovo e doveva ope. . . . ......rarvi il l " Battaglione. Essa aveva di jiwite la strada Casal-Janna - Casa del Negro donde si passava alla Trezza e più in là alla Passerella che era il punto in cui la colonna A doveva tendere per permettere poi alla colonna B di dirigervi a sua volta .. L'altra zona a sud di questa, era riservata al 3° Battaglione, che doveva raggiungerla in un primo tempo. il II battaglione aveva il compito di esser di rincalzo e il battaglione del 153° jànteria di tenere il contatto tra i due battaglioni di assalto. La colonna B da parte sua, sboccando a Tedon Nuovo col 3° battaglione del 2° regg. doveva lasciar passare alla sua destra il battaglione bersaglieri ciclisti che doveva difenderne iljìanco ed avere alla sinistra il Il battaglione a Boaria di Piave e di rincalzo il i battaglione. Con questa dislocazione, alle 4 di mattina del 2 luglio si iniz ia l'azione del! 'artiglieria e pochi minuti prima delle 6 i reparti di arditi e le compagnie di assalto, che non riescono a essere trattenuti, incuranti del bombarda.mento nemico avanzano irresistibilmente al grido di "Savoia! Viva l 'Jtalia! " L'Italia lo vuole!" tutto travolgendo con Le loro ondate impetuose. Le passerelle, intensamente battute dagli austriaci, erano state superate con una fòga indescrivibile, in modo che il nemico si era trovato i nostri nelle trincee di prima linea quasi inaspettatamente ed era stato sconvolto da tanta audacia. la resistenza era stata quindi subito ù1fi-anta, i prigionieri in gran numero affluivano da ogni parte e gli episodi valore dei nostri erano numerosi. Tra i primi gli arditi del reggimento avevano varcato iljiume e.fatta irruzione sulle linee avversarie, riducendo al sil~nzio le mitragliatrici numerose che contavano.fermarli.

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In questo modo alfe 6 e 30 la destra della colonna A occupava Chiesanuova, ma la sinistra incontrando una forte resistenza che dava luogo a numerasi atti cli valore, rimaneva a sud della riva destra del Piave Nuovo, mentre il battaglione di rincalzo, trasportato dal! 'entusiasmo e dal valore personale del suo comandante, confondeva i suoi reparti con i due battaglioni d'assalto. Ai quali poi era venuto meno il collegamento che doveva essere tenuto dal battaglione del I 53°.fànteria, per un contrattempo che avevajàtto ritardare questo nel passaggio de/fiume. La colonna B nel.fì'attempo, raggiungeva la linea Chiesanuova-Casoni, ma incontrava una viva resistenza presso Chiesanuova in modo che non riusciva ad effettuare il collegamento predisposto con l'altra colonna. D'altra parte la colonna B che aveva già lasciato passare alla sua destra il battaglione ciclisti non provava più il suo collegamento con esso e rimaneva minacciata nel fìanco . Si era però provveduto a sventrare la minaccia col battaglione di rincalzo in modo da poter dar latgo al secondo tempo del! 'avanzata. Anche questa colonna, .fìn dallo sbocco da Capo Si/e nella pianura aveva vinto la resistenza nemica con il valore dei suoi, onde si erano avute subito le prime vittime: il Caporale Duzzi che aveva saputo penetrare nelle linee-nemiche e raccoglie notizie e prigiop nieri, il Granatiere ciclista Thiella che nel soccorrere un compagno travolto da una granata perdeva la vita, il Tenente Corradi che attaccava arditamente una mitragliatrice che disturbava il.fianco della nostra linea. A1a a Chiesanuova, sopratutto, ove La resistenza era piùjèroce,.fit ammirevole l 'impeto. l'entusiasmo, l'ardimento dei nostri. i primi dei quali avendo raggiunto arditamente la località si dettero a snidare le mitragliatrici appostatevi e trascinare con i 'esempio le truppe che seguivano. I reticolati non arrestavano i nostri incuranti de/fuoco delle mitragliatrici il Sottotenente Gentile rimuoveva da sé i cavalli di Frisia faceva tacere con un petardo una mitragliatrice, entrava per primo in una casa ove intimava la resa ad un centinaia di austriaci e rimaneva gravemente ferito. Cosi la cattura delle mitragliatrici dei prigionieri, il disùnpegno, momenti di grave situazione, L'annullamento della d(lesa nemica venivano compiuti con un impeto ed un entusiasmo incontenibile. La resistenza del nemico intorno a Chiesanova si erafatta, come si vede, insistente, e si era dovuto provvedere con i reparti di arditi alla mancanza di collegamento col 1° Granatieri che doveva prendere il nemico alle spalle. Col loro mezzo si era venuti a contatto con la colonna A a Nord di Chiesanova verso Casal-Ianna. Il terreno insidioso, / 'infìltrazione nen1ica rendevano però cauti nel! 'avanzata, per quanto 1e notizie pervenute dessero il 1° reggi-

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mento già alla Passerella e il battaglione ciclisti a Calle dell'Orso, onde si sentiva la necessità che anche la colonna B proseguisse la sua marcia verso Nord. Il 2° reggimento, infatti, procede innanzi e raggiunge Casa Ermellino, Casa del Bosco, Calle dell'Orso e l'azione è così rapida e così improvvisa che si hanno successi notevoli. Se non che il terreno insidioso aveva permesso al nemico di appostare sul fianco e sul fronte della colonna avanzate nidi di mitragliatrici che a mano a mano che si procedeva si scoprivano improvvisamente e rendevano cruenta e difficile la marcia. Le conseguenti infiltrazioni davano luogo ad imboscate ed accerchiamenti pericolosi. Tale, soprattutto, quelli in cui si trovò ad un tratto in mezzo ad un nido di mitragliatrici nemiche, abilmente mascherate dal.folto della vegetazione, un reparto del 2° reggimento con il comando reggimentale. Il contegno di tutti.fil veramente ammirevole, in un momento in cui pareva che il nemico, forte di uomini e di armi, dovesse prevalere sulle nostre forze, non solo minori ma s017Jrese dall'attacco insidioso ed imprevisto. Se non che tutti, dal Colonne/Lo Lorenzo Vi.lloresi ali 'ultimo granatiere, seppero fronteggiare il pericolo con mirabile sangue .fi,·eddo e adoperarsi in modo da annullarlo efjèttuando il congiungimento con i reparti dai quali il gruppo era stato isolato. Intanto si viene a sapere che la colonna A. non ha avanzato più in là di La Trezza e di Casa/ .Janna: questo induce, vista la situazione d[!Jicile, a riti.rare la colonna B. sulla linea Chiesanuova - Casoni - Brasi Zuliani, pur mantenendo il ( 'n contatto con la colonna A. Fu ;, in questo momento che mentre in p iedi, allo scoperto sotto il faoco nemico impartiva ordini al suo Battaglione cadeva colpito a morte il maggiore McfjO!i. La colonna A aveva proceduto oltre Chiesanuova, verso Ca.sa del Negro da un lato e La Trezza dal! 'altro, abbattendofaticosamente la ,. resistenza austriaca che, so" . pratutto in questa ultima località, si era fatta feroce. Anche in queste azione della colonna, naturalmente, si era avuta un 'am,nirabile, quanto -.· spontanea gara di uff-ìciali,ca-

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porali e granatieri nella cattura di mitragliatrici e prigionieri, neLL I attacco delle trincee, nel portar ordini e compiere ricognizioni, e vi si erano distinti. per citar solo

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alcuni nomi il sottonente Paliamolo, il sergente Quirico, il Caporale Censi, i Granatieri Sellito, Ottenga e Semensato. La giornata del 2 si chiudeva quindi con il mantenimento di queste posizioni, raggiunte e tenute ad onta dei reiterati contrattacchi nemici, delle numerose infìltra.zioni, sapientemente eliminate, della.fòrte resistenza incontrata. Le perdite nostre, sopratutto tra gli ..., arditi che avevano perdute la metà circa dei Loro f!ffèttivi, erano notevoli, ma ù?fériori di certo a quelle austriache, che erano state ~.a. " - -<.1 !/.t.:L.-f.,,_ _ _ _ _ _ __ La,ghe in materiale ed in uomini con numerosi prigi.onieri, tra cui u.fficiali superiori e 1:, ·, ,:, , i't': .. :.."" .:-/1,''H ~r un intero comando di reggimento con importanti documenti. Gli austriaci erano però saldamente attaccati alla destra del Piave Nuovo e sopratutto alla Trezza ed i tentativi fatti per sloggiarli non erano riusciti, pur continuando, quindi, un 'az ione parziale nei giorni dal 3 al 5 non si dette luogo che al cambio delle truppe maggiormente provate, ed alla ideazione di u.n piano di attacco definitivo per realizzàre con la /. Brigata Bisagno la completa di.~fatta del nemico. Non vifu però bisogno di metterlo in esecuzione perché la pressione dei nostri si.fèce sempre più intensa, tanto / che gli austriaci furono impediti nei rifornimenti e si videro dal nostro jùoco ostacolato il passaggio del Piave Nuovo. La mattina del 6 segni man~fésti dettero 1 'impressione che il nemico cominciava a cedere. Si provvide allora rapidamente ad inseguirlo per rendergli difficile il ripiegamento, occupando la sponda destra del fìume che egli Lasciava libera jìno a Palazzetto. Quivi la mattina del 6 alfe ore 9 ebbe luogo il collegamento della colonna A e B con la C che proveniva dal Sud. L'incontro tra la fanteria di marina con i granatieri dette luogo ad entusiastiche.accoglienze al grido di " Viva! 'Italia ! Viva i Granatieri!. Viva la Marina! ". Gli obbiettivi.fìssati erano pienamente raggiunti, il territorio tra i due Piave defìnitivamente sgombrato dal nemico.

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Mom enti di riposo

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Cortellazzo. Il Duca d 'Aosta visita le postazioni della Brigaw Granatieri.

Il Duca d'Aosta, alla presenza del Sindaco di Venezia consegua le 011orifice11.ze ai Gm11atieri distintisi durante la battaglia del Phwe del luglio 1918

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le Bandiere del 1° e del 2° alla cerimonia di consegna delle mwrificenze ai Granatieri distintisi durante la battaglia del Piave del luglio 1918

4 NOVEMBRE 1918 LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO La battaglia di Vittorio Veneto, l'offensiva della vittoria, cominciò il 24 ottobre. Gli austro-ungarici schieravano in campo il Gruppo Belluno (von Coglia), il Gruppo Eserciti del Piave (generale Boroevic) e le Annate 6'1 (Generale Schon-burg-Hartenstein) e 5" (Generale Wunn); Comandante in capo l'imperatore Carlo I con capo di Stato Maggiore il generale von Arz. Dalla parte italiana, le A1111atc 3" (Duca d 'Aosta), 4a (Generale Giardino), sa (Generale Caviglia), 10" (con due Divisioni inglesi e due italiane; Generale Lord Cavan), l 2a (con tre Divisioni italiane ed una francese: Generale francese Graziani), un Reggimento americano ed un Corpo di Cavalleria (Conte di Torino): comandante in capo Vittorio Emanuele 111 con capo di stato maggiore il generale Armando Diaz. La Brigata Granatieri di Sardegna, al comando del Generale Paolo Anfossi, era incorporata nel XXVI Corpo d'A rmata (Generale Gandolfo) della 3" Armata, Divisione 54a (Generale Paiola). Avrebbero dovuto in iziare L'offensiva le A rmate 12\ 8" e 10\ ma la piena del Piave obbligò ad un cambiamento di programma e fu La 4" Armata che attaccò sul Grappa, impegnando gran parte delle riserve nemiche. Furono gli attacch i del Grappa, di Spinoncia, cli Valderoa, di Salaroli (24-28 ottobre); dopo di che, il 27, la 12" Armata passò il Piave a Valdobbiane, la 8" con i Corpi d' Arnrnta XXTT e XXVII lo guadò nella piana cli Sernaglia, la I 0" Armata alle Grave di Papadopoli, la 3" runtò verso Trieste.

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Gli austriaci reagirono, i ponti furono distrutti, ci fu un momento di crisi (28 ottobre). Ma poi l'avanzata generale riprese, mentre la 52" Divisione alpina attaccava Monte Cesen ed il I Corpo d'Armata della 4a Armata entrava in Quero; la 8" Armata occupò le colline a nord di Conegliano; la 10" occupò Conegliano e superò Monticano. E finalmente una colonna celere di cavalleria e ciclisti occupò Vittorio Veneto il 30 ottobre, separando in due tronconi l'esercito austro-ungarico, mentre gli alpini arrivavano a Belluno ed all'avanguardia della 3" Armata i Granatieri di Sardegna raggiungevano di slancio le rocce dominanti il golfo del Quarnero. li 31 ottobre crollò anche la difesa austriaca del Grappa; ed il 1° novembre tutto il fronte italiano fu in movimento, avanzando: 1'8" Armata (Generale Tassoni) ad occidente del Garda, la 1a (Generale Pecari Giraldi) tra il Garda e l'Astice, la 6" (generale Montuori) in Valle d 'Adige verso Trento, la 4" (Generale Giardino) in Val Brenta e Valle del Piave, mentre reparti della 7" e della P raggiungevano i Passi di Resia e del Brennero e le avanguardie della 3" incalzavano il nemico verso Aquileia. Quando il Comandante della 53" Divisione, la Divisione che aveva difeso l'Ansa di Zenson, nel pomeriggio del 3 novembre passò davanti ai reparti in marcia ritto sulla sua automobile sgangherata ed annunziò che "i nostri" erano entrati in Trento e in Trieste, un urlo di gioia si alzò dalle colonne. La battaglia di Vittorio Veneto si concluse alle ore 15 del 4 novembre con l'ultima carica di cavalleria del Reggimento Aquila al quadrivio del Paradiso. Era costata agli italiani trentacinquemilacentottanta tra morti, feriti e dispersi, ai quali vanno aggiunti i milleseicento inglesi ed i trecento francesi; ed erano stati catturati oltre trecentomila austriaci e cinquemila cannoni. ln particolare, !'"offensiva della Vittoria", dell'ottobre-novembre 1918, costò alla Brigata Granatieri di Sardegna ottocentodieci caduti, dei quali quattrocentotrentaquattro del I O Reggimento e trecentosettantasei del 2° . Tra le decorazioni concesse, la medaglia d'argento al valor militare al Maggiore Amedeo Liberati. Dopo l'armistizio firmato a Villa Giusti presso Abano lo stesso 4 novembre, i reparti che più avevano contribuito alla vittoria sfilarono con le loro bandiere il giorno 11 in Trieste (Trieste era stata liberata anch'essa il giorno prima, dal mare). In rappresentanza della Brigata Granatieri di Sardegna fu lì con la sua bandiera lacerata e gloriosa il 1 ° Reggimento: il più antico dei due, anche se era il 2° che per ricorrente prassi reclutava nei territori del Veneto, del Friuli e nei territori ad oriente dell 'Appennino, mentre il l O reclutava normalmente in Piemonte, Lombardia, Liguria e territori ad occidente della catena appenninica. li comandante della Y Armata Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta rivolse alle truppe questo elogio:"Alle fiere truppe della 54" .Divisione, Reparti de/La Brigata Granatieri, Ciclisti, Bersaglieri e Cavalleria, ){ V! Battaglione d 'Assalto, Sezione Autoblindo Mitragliatrici ed Autocolonna con mitragliatrici, giunga il mio vivo elogio ed il mio affettuoso ringraziamento per il rapido ed incalzante inseguimento eseguito il 4 corrente che valse a ricacciare oltre Cervignano e Aquileia ! 'esecrato nemico". Era stato l'inseguimento che aveva visto sulla via di Trieste all'avanguardia proprio i granatieri.

308


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11 2} Ottobre

15827

ot.tin • :11

cggi onto, Jn I cf;u1to 11glJ ordi ni cui togUo n•

del ZZ Ottobre 41 codeoto Ccb~u1o, 01 cr" o~o tate

nello sestone ead , d1elcc naooi nelle 110n C eoni ..

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alle lince occu~a'~

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onolue11 . 11 6 1 orno 3(.1 , tfll Co

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di ne d1 opt"rnsJone n• 31, riceTOYO l'ordine dl ?hQ;lur~ort l'rtglne o atto

a,1 PS• , e n Cùoo ~rezsa, per 1n1 11 re 11 p

io ~l !lw.c otceeo elle ote

17 con ubbietti,o : C11n11le ~un11 • C,ocln,1 letntc •

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Cuheoch.lo; o,c o,re1 pr oc collcgo~nto con un 3111.to.gltcn, del d.lJ• tanttrl o che do , n, onero e 1 poeto, e olle sNrobho J ce&t o 111dn41 nllo n1, 4li,en-,cnu. Alle ore 17 , 11 Regglr.on\o (2•

e

1• 'Hot~ glicme cc:i 2 oo

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t:rtci 01 Brigut11) 1u11i11T,1 il J)Jlumuio cl el Pia n 4lr1 gondoa1 a11glJ obb1en1 • T! ti

au . 11 }• B11tta,:;l10M pert:Bnn d~e,ro l' ,•t!Ji n• deattc del Rllne , qu •

lo ? i8tUft di Btig ,ta. 1.-<J reahtenan dt1

,ors

nuclei ne•11oi 6 ubolo. al t,wno ciraa 100 priolo .

n1eti . ror dlte noonn... J òue Batt&6li oni col Couan4o d1 no ugolnrr.ente aull'o1,b1 t.t1To ehb111to

ogsfatnio 0JWlòe,a,.

lle ou 19 .50 ocbh:wndça1 con l )

, ol'Ur.e rdsure di a l oureu1i sullo et10d11 nd nt 41 Cuheccbb • J • B l.t98U ono

p!IU,11glh del ro1• ',nteria

3li one di detto Be6é;1

0110

onnuno111•0 11 prout

,nto.

ln etfeìto . alle ore 22,}5 il Co aDJant, del !~tt~gliono (Cnp1t no Ccr.t.11 ,

p:ren4e, colloi.:::ento . • • •

309


ohl, U m:lo 2° lluttagl1one puntne ue dooisu1,ente sulla L1 Tonz11., seguendo 10 H mO Timento 001 grosso. D1tPttrioo d1 mnrcie: ln t eU t'TiO Ceggh • tl . Annetaeio, Alle ore

u,3ù 1 dne Reparti

1 t esta ,

o 3° Rutt•Jr,lion e , gi u~ n uno au l•

._ q

l o LJTen1.11 infrangendo 111 ultime rnsiatenic nernichl' a i !uoilet ia o ni txogl b, che ol proour'k?ono ,uolohe ])Ciditu (1 morto e

tric1 oiale ,

°t'Oll.

>&t,Or ) .

sJone c ontr ul e )

5 for:lti

di olli un Utf 1,

,o.

J,o 11oh1 11r,,ne,.,to r1snlt1l ooir.-o segue : 2" BnttagUona (hua

d a C11s11 Ve l a l'iooo l o t1} b1 T10

s.

ttMati..eio • } 0 Butti..gli one

(FH1z1one di ein1etri.) de questo punto ,. 'fuse eeolueo; a elnietxa ai p?O"Qde 1 oollegomonto c ol 2t2° ~'11nt erl n pi i\ tttrll1 ; o destra , 11noho p1il t urdi, con

0 1111J

oh e pu t tuglh del !lottègl ione r ' ,ieso l t o (2b"}. i due .dottogl1onh( l " del Reg, gi ment c , e 2°, el 20 1° tentexi a) lii sobieruT(lno r1 r1 oo:n u

II

doatxE> e einist1

dell .. ferr oy1(1 nll 1 altezzn di :Ja l nigu , Cornonòo de l riegg1 ment o in S . nb•1atusic n1 cent xo della l inea , dietxo l'urgi ne del fiume . Ltt ree1 sten211 nemi ou s ulle Lh enzn è pi u ecna1bUe olle tJlt:ton . 11 nemico 11 Tnn in postazione regol ere mi t? ngliatxi oi o ouonono1n:\ oa tr1nceo , che btit• to,Ano con !to11uonz1.1 l' nrgine destr o del fiume dn 1101 oocu_p1.to. L1 11rtiglior1E nem1ou bottO'YA 1;1 ,1oh e con qua lche col po gli 1ìb1tut1 e l ii 11nell fe:noT1e.rh . , Us ate ottlT1tà nemi o~, a l l a oual e c orriaponde,a altrettunth nostxa , ci proouru'Ye per dite 1 nlllgni fi 01)1ttL T1mti

11

ponti su l L1 Tcnl'la (dallu fenOT1u

II

sinistr a } e da•

1'41.ze {di. l egno u doatru) ore,io dstrutt1.

Or dinai ohe,ool fuyor e dellu notte(fOnia::3exo r iat thuti dai miel zupput cz1 l'uno e l' a ltro pe l po aaugB1o d elle funtor1 e . lngonte moter1ole ho1 11co oatturnt o; 2 r i f lettor i con motot e Si omea Sobu • kert .. oompl eeehtlf1ont e

35

c11nnon1 di medio Ofllibr o (o e:! 11ua l1 2v in ottime

oondis1oni), 40 mitt ogl i otr1o1 ed enor me qunntità cluter iale o proiettili , ol• t r o od un buon numero d1 pr1g1on1ori , La ser a t :!CO TO'Y O oomunioozi one,obe 11 Reggi 1onto doTeTo a?exo i l cambio J~ linea de elementi dello Br!gnt , See1a e obe sarebbe pusauto ullo d1ponde ~ze

oi

c odest o Oomondo . ln!utti , 11le ore 2Z, t,1le cumb1o ,nonhc c!fottuuto, od

11 ltegg1 monto pexrnunn~ in utteaa 01 ordini pex lo spost i.mento ln ,r, ont1? 11

matti no fl llo oro

3

con pro&TY1 eo Yoxbolo

dol Ca~itano Di Fi errc , e poec1a

col togl io 15941 ( el 1°, ohe g iunge eolo a l le or e b , xioe,eyo diepoei zi one por l ' ul t er i or e . • • • •

310


oh& il mio 2° Bottaglione puntoe ue dooiei:smonto aullu Li Yonzti, 88fSUorldo 10 ll

1n0Ti monto oo l groaeo, D1 Httrioe di m11ro1a: ln torr oT10 Oeggh • :3 , Annetneio, li lla or e u . 30 i due Hopurt1 , 1 t esta, , " o } " 8u ttugl1ono, giungn,mo aul• 10 Li nnzll Infrangendo l o u1t1 rnc res i e t onz c ne rni oh e ti i tuo1ler111 o rnH:rugUu,

txioi

ch e o1 proour •irono nu11 lohc perdita (l morto o

5 feriti

di ou1 un U;tti,

oiale, •rara. ,6f>Or ) . Lo ~oh1 or ...1qento r1on1tofoome segue: 2" lfottagHone (ifxu• ziono centrolel

Vola docola 111 bh1o

ei a C1;sn

(lfrozi ono di ai n1 etr&.) da 1Juooto punto n

s.

111wsti.eio •

Buttaglione

't eno oaoluso; a si n1etr n e1 -px O"Qde1

collegamento ool 2\J.! 0 1''nntor1n pi l' ttirdi i a destro , nnoho più tordi

I

oon quaJ

ohe pottugl h del ttottaislione n ' Aet111 lto (2b"). 1 due »H ttsglioniY(l " del Rag, gimento , e 2° r el 201° l a nteria) s i 11oh1oruyono ci i ri s OIYIJ u destre. e siniut1 aoll" terroyi o oll ' alteizn dl Ga1n1gu , Cornuna o del deggimento in 8 , ft bnetualc

nl contro dell& linea, dietro l'urgi no de l fiumo , Lu reslatenzll nemiou sullo Li Tonzu è piu sensibile che ùlttoTe . 11 nondoo nTo,n in postazione regolare tn1tu,gliotrio1 o 01;nnonotni do tr1noeo , Ohe 'h1st•

toYnno con !roouonza l' 11rgine destro dol fiume do noi oooupnt o. L 1 nrt1gl1ox1'

nemion bottna EP1ohe oon qua lche ool}lo gli ~bihti o

111

linea t'onoTiar1 .. . ~uJi

sta a•t h ità nert1ioe, a llo ounlo ooxriapondHA t1ltre ttuntu nostra. oi proouru'h per d1te 1nR1gn1tiot111ti, l ponti sul LiTonz& (dollu tonoTiu a s1n1stxa) o da• Yant1 n 'l'o?.zc (<11, legno o dostru) orlino d ottutt1. Ord1mi1 ohe 1 ool !nou dellti notte 1 nnhscr o r1att1'ft1ti dai 1n101 ztipputo:t1 l 'uno e l'ultro pe l poasuggio delle f untor 1e. lngonto mntoriolo hollioo outturoto. 2 r1flottox1 oon motore S1omen Sohu• koxt • oompleeehor.onto

35

0t1nnoni rt i modio on libro (ae1 11ual1 2u in ottime

oond1z1oni), 40 m1tr agl1 atx1o1 ed enotmo quunt1tà t'tl1,iterialo o proiettili, ol• tre ad un buon numc:ro di prlgion1oxi . La set a ricoTeYo oomunioa zi ono ,oho 11 Reggi ~o nto dOYeTa sYoi o 11 oumhio in

linee da elementi doll11 Bl'ignt

1

Seeiu o ohe eatebbo posauto tJllo dipondeQU

tìi codesto Comondo . ln!utt1, a llo ote 22, inle cumb1o , nen1,o o!!ottuuto , od

il ltoggimento pcrrn1.1nnt1 i n nttear. d 1 ora1n1 )')OI lo spoetumonto in annti? 11

mattino a llo or o ool toglio

15941

3 con òel

prea ,,iso Toxbalo

1°.

del Capitano »1 fie rro, e poeo1a

oha giunge eolo alle ore b, t iooTeTo d1epoa1z1 one J)Or l I Ul tOJ: 1 0%(! • • • • '

311


.. 110 ore lt. tcr•·in•1t.• 111 p... orella, d11-.o l ' ordine dell'amniotu, ..ro co• 1itretto nd nttrn,-ers11rtt ln Li Tl?ns:& 11 eud dn11nti n 'l'un , on gli IHJlP1tto1 1 hl

r•

Bnttitglione er'Ulo r i usciti a oor.J>let11re l o pns~erello, r.-,ent?o quella

dello tono.-\11 ern fl\)OO?fl 1nconJ>hta. l rdin~ di ronrc1o : 1° Buttngl1ono d1

,~nguBrd1a Indi i• e

3• 8bttAgl1one con le debite nJsure di siuuze1:•; di •

retLr1oe di r.1oroit1: 1,, t , rol'l'l

..1 ,

.,n•1stns10 • Portogru•ro.

Alle on 17 , 1Pentre 11 2• Bsttngliont1 Ylt\oendo .reo1oienss neF.io,. 1H nuclei 41 mit1ogliat1ioi r1usc1 Tr oò • tteatlìro\ sullo s chlerononto preac11~tog l 1 eul Lemene (trr. l o confluonsn del Reghen11 e ~cnoordia $ng1ttnr1o),

11 1° Battn9i

glione ho un tenno dl 1111,sto per l u ros1ston1u o tlnt.t~ cbe incontra a l~O rnet.ri otroa del fiume,

ll } B11ttugl1one ocstitu1• a rioeno n ... . ~iuut c ool, 0

CoM,J\do d1 Reggi nonto ,.Jett1 or lnl ta~~ ti,1 per lo utttno:1ncnto

tutti 1 co•

etl dclln d1 :feth1 nem1on, che ui nocnn1Y•1 pol per ooptito .?ortcl)rn..rc. , nb1le r.111n0 Tta di 11uirc.>-:ento oE'~b"Ult

i

a un

d1ol 1 .. B11tta~l1one , che 11g1,11 r\eol'at ...

r ente eoron~o 611 otdln1 rtceT"Jti, a,e,a ra0 1onc dalle 6lfese neClicbc , g1cch~ 11 oolle1~mento tru 1 due Bnttagl1nn1 e lo eohlersronto presoxitto x1sulton.~ no pn!ettl -. nott.c lnolt.r.it... Lu di!e

ft

he tcrn u1 1;..,oan1,a c~u ta! .... che in•

tumi ttonti ai r..1 tr1>sl.!ntrioe o qunlche colpo 11 1 uxt1glJ orh dl p1 ooolo oal1•

bro cbo ci ports Y~oco eanno. Si onitnr&r oco un~ olnquantii.:a di pr 1gtoni er1. Con foglio ci ol)"'r111on1 n~

3 (p.rot .1 5949) onnulla}'t1. o sos\Jtuito poi oon

fogl io r i opex ,ione nv 4 ( rot . 159,.,), codesto Comundo e dllwTd l'uYllntats per le ote

9 d el 3 tlonabro, o4 .. 1 .lle..6ha-.nto co•t.H'lli~.) h l" oolon1.ts a,enh

ill1gata ~OTUa; r~etttn\ o a~aegnhto ,l rle~gi en\o il t ratt~ oe11~ ~ecte ~1

.ro_,

t e !ru 11 faiJl1 onent o e 11• terrona eacl11su ( hl flhità • C. l'el udo .. ?euc •

ne) 11

e ress11ndo agH ordini o d Qenenle .. 10

,t>•

Repazto

1

'rotti .

A!!Rolto, ucrutto dnl }• B11t.ta~lione. 15iunto , al pont e d(JI

l n tennhl :L • i chele al f a~l laeonto, nrùT!I irat.teouto sulla 11 n deotn. ~al fltloe ral ùenerale ~111 pp1td della 4A Brigata dl Cal'al l eria . 11 R~tSf$1 nento aoa~na • .•

312


11 ~eggiiento aoeumeTS ouindi lo aogu.ente die loouziono • 3° Battaglione a ~ onTollo rel ponte di s , l'iohele • 2° Buttogl1one ull~ sua s1n1stxu schierato sotto l'ox gine • 1° BAttn~lione di xieerTa

sotto l 1 exgine o,anti a

s.

G1oxg1c

ul Tagli urnento , Alle ore 21 tioeTeTo ordine da oodoato Comondo di proseguire l 1 uztone e 01 costituire la teete di ponte oxd1Mtwn1 ood uru1 Tarionto aga ordini\ iniiiuli • e cioè, 1l_paseagg1o, unz1ohè dal ponte della tex10T1 o di ~. ~1ohele ~l Ta~li~ mento , doTe,a onenire per un ponte di legno ooetri~to dotlli uuetriaoi \ di fro~ te a :t,at1e1rnotta, 111°

e , • ~nttaglione oel Reggimento deo1eamento peosono 1 i;l

2° per 11 pon•

te di l egno , 11 3° pel ponte di~. ~1ohele 1 d1lagano pet la oohtituzione della testo di ponte , Y$noondo ed oltrepaesarulo le ditene nemiche oost1tuito da nlll!_l~ rosi nidi di mi trogliatr ioi e onpiaald1. ,1l h primo o:ro del metti no 1A toRtu d: ponte era solioomer.tc costi tuito; mentr e il 1° Bottagltione intanto OTeTa eerr! to so tto nl c,ent:ro, Futti oltre

200

prig:I on1e:r1 • fr a il quo li numexoei Uffioi t1 li, e o•.lttuute

o1roo 40 rnitragl :lntrioi e materiale belUoo nlrio. Alle ore 10,45 11 Regg1mento,depoeti gH zain1 , per ordine de l S1g . Ct.mu9dan te lit 54" DiY1eione, 1nizinva 11 rnpido inseguimento: • trada Pala11zolo • Uuzz,! ne " s. Giorgio di llogeto; oxàine dl lllllt Oiu: 2°, 1 6 o 3° Hettaglione. Sol toriento itellR l a oolonno inoontraTo la pxime tennoo rea1atehzn oppon sta da ! orti nuclei di copertlll'a nemico, ohe , rotto 11 ponte aul fiume o post~ te l e mitragl iat:101 , oontraetuTano 11aTanzatA dello colonna.

lniziataei T1Tuoi aa11na oziane di ~' Aeaol t~, cd

aTUtO

!11000

cln iaxte del xeptUto ài teata ,(2b 0

notizie ohe il ponte nomioo o sud di Puluzzolo or~ rimaAto _j

.

quasi 1ntatto1 mout;xe .orllinaTo ol 2/J"

rt 1Aeualto ed

al

i! 0

.Bottogli ono di !orP.Hre

oc\ ogni oosto 11 pnseugg:10 sullo Stella dannti a l'àlazzolo rinttondo alle me• glio 11 ponte intexroto, l anoia•o Jl 1° BP.ttsgl ione sulla destro per l~eoeni o• co, onòe uggirare 1 1 &1& ç1ni aha Rnerealin. lonllbto ell' elte zzo di Case Bianou ,

11 ~· 11ottugl1one reatoTe in<',O•

qua le risexTa da l anciare eu uno

l &J

due

punti di fo:unmento n eeoondo delle esigenz.e tutt iohe del momento. Ma

313

l 'nvTe:raurio , dinanzi •• • , ,


'

!o l'onersatlo, din,mil nl dooieo nttuoco òeisli urd1ti del 2l>" d 'aeselto'--

e del repnrt1 del 2" Butt11gl1one del liegg1mento, che ,

uotto 11 TlTaoe tuooo

nemioo,riett1mdo 11 ponte 1 lo pnonuTano nr ditarnento , premuto sull« slnietn, <1al ln mlnucci .. del nostro Ot',8'1hnento, r1 1,iogn-w in disord ine di :; . Giorgio di Nogero subendo petdite , L' nTon1Ht11 n ciueoto punto as eumnu le !otnic di un YOIO e proprio iueegu,l mento,1 Rottogl 1on1, pieni cli ontusiosmo

<'

di s l ono l o d1ment1oh1 dello et1.1n

oh oaia della mtttoiu e do1 oornbuttiment1 preoedonti, or oltumente e re l ooe•en te pro segui Tono in d1tOt:l one di s_ Ili o:rg1 o 41 lfogato . Alle ore

15

parte c1 elln oolonnn ol mi o4 ordini cos tituita da elemen)i

del 2b" Hapnrto d'Aeon lto , giungeTn o un chilomotro olttc Ce n1 isnano, oo.n correndo 1uY1 oMe alln oaTollétia ed 01 olollsti pl'c.'1111d1o

11

!nr p:rigioru oro l'intoro

e ontturan'o ingente 1Jutrntità dl mnterhle .

l l Reggir,ent,o intt111to 01 oonoentrOTO 11

:; ,

Giorglo oTe ooetitniTn gli

11,2

cnmpnment1 f oon 1 l Com11n<10. All , oro l

oiroo giungoYO dal Comnnd nnte del Reggimonto, µr oTenionte Ju

Cenlgnano 1 paa nho ohe un Buttogliono di :..ohutzen, i15ncr,mdo 1 1 ormiatl z1o firmato, nTonznYU m1 11r1ooioeo e oxmoto aul l o etrud11 di lie:tr18nano • !:l . lH oxgio, ' I epongo rupid11me nte ohe unu Compagni a del l u Bnttagliono nl Oornnndo dol

Cnpitano Saoohetti gli nndoase incontro pn lo rce1s , ohe el nolBt1 oon pie• no osi to ; 11 Bnttogliono

diaax~to, incolonnato ,oru ,o poi 11n into Terso

Muzzanu . Out tmto la aero e lo netto si procedette nl dieox mo od oH.o ugombero deJ l e oo l onno dei prigionieri tdfluonti in :3 , <ì!OtiJiO.

Alle 22 , 30 o1xoo nostra pattugli,, unrte 11 Comundo dl Hoggt monto ohe un Bntt11gl1one ,uotr1 noo oom}il etnment e utmuto t1Y11n1uTu urd i tament.a uu 1

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4 Nov·E,MB,R E 19,18

24. GIUGNO l!l40

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LA TRADOTTA

Il 1919 al 1918: Non oradort~n~. ta r~ti; ui i.mmor-tolc ! onn.'l'Ovccn>01aaTICollAfltMe.CID8a:oc'-"''l:SU14 11'1 coe.~ .....u.A CAM u,cnxz r .un ,

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FIUME

N. 23

l' Febbraio 1919

L' ITALI ANITA

DI

F I UME

Chi o s erĂ strappare queste robuste radici ?

32 1


I GIURATI DI RONCHI QUELLI CHE TUTTO OSARONO

~ di Fllma

- Roma

Il giorno 31 agosto 1919, in una modesta cameretta del paese di Ronchi, sette Ufficiali del 2° Reggimento Granatieri, che si erano votati devotamente alla causa fiumana, dinanzi ad un altarino sormontato di bandierefìumane e di pugnali, prestavano il seguente giuramento: "In nome di tutti i morti per l 'Unità d Italia, giuro di essere fedele alla causa santa di Fiume e di non permettere mai, con tutti i mezzi, che si neghi a Fiume l 'annessione completa ed incondizionata ali' Italia. Giuro di essere fedele al motto : Fiume o A1orte ". Gli Ufficiali erano i Tenenti Frassetto e Rusconi ed i Sottotenenti Grandjacquet, Cianchetti, Ciotti, Brichetti ed Adami. Riccardo Frassetto, bel tipo di moschettiere, ~1Jregiudicato ed avventuroso, .fu uno dei più caldi/autori dell'impresa.fiumana. il Frassello. che aveva vissuto tutta La passione de/La cii.là olocausta, fu l'uomo che seppe rompere gli indugi, precisando al Comandante D'Annunzio L'ora esatta in cui bisognava agire perché l 'impresa disperata avesse fa sua pratica attuazione. Vittorio Rusconi, veterano del Carso, decorato di due medaglie al valore, portò nell'impresa fiumana il bollente calore della sua giovinezza ed il suo magnifico eroismo. Tipo aristocratico di iif.ficiale, per i suoi cravaltoni e per quell'err marcatissima che aveva nella pronunzia, ostentava qualche cosa di esotico e di cavalieresco. Claudio Gramaacquet, romano de Roma, era caratterizzato nel Battaglione per l'uomo dai due piedi destri.

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Dopo una lunghissima prigionia l 'impresa di Fiume lo trovò reazionario violento ed organizzatore intelligente ed ~fficacissimo. Fu egli che riusd a scovare D'Annunzio a Venezia e ad oJJi-irgli, a nome dei sette giurati di Ronchi. il comando del 'impresa. Rodolfo Ciane/tetti, detto anche Capretto per la sua testa massiccia, come il Gra11djacquet era reduce dai campi di Mat1hause11. Giovanissimo, l 'impresa/ìumana trovò nel s uo animo un terreno adauo perJàrvi germogliare il seme feco11do che, più tardi, doveva dare nobili trulli. Lamberto Ciotti, emiliano di nascita, portò nel 'impresa dannunziana. tu/la l'esuberanza della sua terra e l'ardore della sua atletica persona. Aiutante l'vfaggiore in 2", mise a proJìtto della causa Jìumana i mezzi di cui poteva disporre a cagione della sua carica , fino a trasmellere a nome del Co17Jo cl' Armata di Trieste un telegramma apocr(!ò, che più tardi dovevaJi-·uttare i camion necessari al trasporto della truppa liberatrice. Peccato che la vita civile gli abhia riserbato delle dolorose amarez=e quasi a ripagarlo ingratamente del suo elevato patriottismo. Enrico Brichetti, co11cittadi110 di Tito Speri e come tale capace dei più disperati ardimenti. Ancora adolescente.fu volontario nella Legione di B eppino Garihaldi e alle A,gonne si distinse per il suo valore garibaldinesco. Attilio Adami, per la sua giovanissima etàfi, il Balilla della spedi=ione. L'entusiasmo. che è una dote dei giovani, animò tutta quama la s11a azione di giurato prima, di legionario dopo. N. Bianchi.

l GRANATIERI NELLA "PASSIONE" 01 FIUME "Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di fede e una vittoria". G. D'Annunzio

111 8 genna io 1919 s i aprì a Parigi la Conferenza de lla pace e l' Itali a s i rese conto con grande amarezza che le promesse che erano state fatte il 26 aprile 19 I 5 con i I Patto di Londra in caso di vittoria non sarebbero state mantenute. Si ipotizzò subito lo "Stato Libero di Fiume" con la città come "corpus separatum" ed un territorio-cuscinetto tra Italia e la Jugoslavia esteso fino al distretto di Castelnuovo d'Istria, Postumia ed Istria. Fiume. non occupata dalle truppe italiane al momento dell'annistizio perché non compresa nel Patto di Londra, già il 30 ottobre 19 18, preoccupata di tutto ciò, aveva proclamato con voto plebiscitario la propria vo lontà di annessione ali ' Italia e chiesto la "liberazione·· della città dal 79° Reggimento formato da croati che vi aveva instaurato un regime d i sopraffazione. L' llal ia inviò alcune navi (i cacciatorpediniere " Stocco", "Sirtori" e la "Emanuele Filiberto") e l'ammiraglio Reiner scese a terra per "tutelare in nome del Re d'Italia l'ordine della cillà". Tuttavia il Re d ' Italia, il I O novembre '·11011 approdò a 1heste bensì a Fiume", come evidenziò Gabriele O' A nnunzio. Il 17 novembre 1918 giunsero a f iume le truppe italiane al comando elci generale Sarn-

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marzano, con in testa la Brigata Granatieri d i Sardegna, seguite subito dopo dai con. ,•. .• u ••. .. m..ira1,r,.·-. ...... ·--. -' , 1kt Corrlcrc ckll• :SC:ra .. i r--;c.:.=-:...~ . ..,.. =- .• ..• .,..e«.... - - . -~- •· tingenti di truppe francesi, inglesi e americane. Loro compito fu di presidiare la città ed i suoi dintorni fin sopra la Baia di Buccari. La Brigata Granatieri, al comando del generale Anfossi, fu, nel Corpo di occupazione interalleato, quella che più seppe destare l'entusiasmo della popolazione. "La manijèstazione di affètto e di esultanza colla quale Fiume accolse i Granatieri di Sardegna e l 'acclamazione di tutto l'Esercito d'Italia ha destato un 'eco viva e commossa nell'animo di S.M. il Re" , avrebbe comunicato il presidente del Consiglio elci MinistTi, Vittorio Emanuele Orlando, al Consiglio Nazionale di Fiume. Lo stesso comandante ciel ,.,#, a..i.~,...,n Corpo interalleato si sarebbe d ichiarato poi "orgoglioso" cli avere la Brigata ai suoi ordini. l Granatieri ri masero nella zona di Fiume "durante un periodo di dieci mesi, chejùrono mesi di continue lotte e di continue incertezze per la sorte della italianissima terra". l Granatieri ed i fiumani rafforzarono sempre più la loro fraternitù", se pure "i Granatieri non erano purtroppo le sole truppe alleate che si trovavano a Fiume. L'alto consesso di Parigi, con la supina acquie.scenza dei nostri rappresentanti, volle che Fiume fosse presidiata anche da reparti fì'"ancesi, inglesi e americani." Nei riguardi della Conferenza cli Parigi, intanto, il risentimento per la destinazione che si voleva dare

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a Fiume andava manifestandosi sempre più. Benché Orlando e Sonnino avessero insistito per l'annessione della città in "sovrappiù" al patto di Londra, era stato presto ben chiaro, infatti, che Fiume sarebbe restata per noi " la luna", come c 1111camente si e ra espresso Clemenceau; e fu quanto Tommaso Tittoni, succeduto ad Orlando in Parigi, potette soltanto, e pwtroppo, far presente alla delega:lione fiu mana che lo aveva ragg iunto, confcm1ando che l'orientamento generale era ormai per la costituzione di uno " Stato Libero di Fiume". Ma a Fiume la passione ingigantiva, e di rimando si indurivano le pretese e le prepotenze altrui. Le truppe alleate di presidio, specialmente i francesi cd i coloniali, simpatizzavano per i croati. Tanto che, quando alcuni di costoro strapparono un giorno dal petto di alcune donne fiumane la coccarda con i colori italiani, si accese una zulTa tra i granatieri cd i fi umani da una parte ed i fra ncesi cd i soldati di colore dall'altra: e dalle mani si passò alle baionette, alle pistole, alle bombe a mano, scorse il sangue, e ne derivò un'inchiesta promossa dalla Commissione interalleata. Di questa Commissione faceva parte il generale italiano Di Robilant: ma il risultato fu che la Legione F iumana - come era stata denominata - venne sciolta, il contingente itali ano ridotto, e i Granatieri, proprio perché troppo amati dalla cittadinanza, allontanati. L'ordine d i partenza ven ne dato p er la mezzanotte del 24 agosto. l Granatieri tuttavia rifiutaron o di parti re altrimenti che alla luce del sole, e il generale Grazio li, comandante delle truppe interalleate, fu costretto a spostare la partenza al g iorno dopo, quella del 2° Reggimento e al 27, quella del l O Reggimento. 1 Granatieri sfilarono tra le ali di tutta la cittadinanza che, riversatasi per le strade, gridava loro di non abbandonarla. E tanto i fiumani cercarono di trattenerli (affissero anche manifesti e suonarono le campane), che il II Battaglione potè passare a stento, lasciandosi dietro i carriaggi, mentre il l Battaglione addirittura restò bloccato ed inutile risultò l'intervento personale del generale Anfossi che pregava di lasciar libera Ja stada: soltanto dopo un'ora la gente si ritrasse alquanto, ma a lcune donne gettarono sulla strada avanti ai piedi dei soldati una bandiera tricolore, sicure che i Granatieri non avrebbero osato calpestarla e si sarebbero fe rmati.

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325


Ad accompagnare il passo cadenzato dei granatieri che partivano, i fiumani improvvisarono anche una accorata canzone: "Il venticinque agosto - è successa una porcheria: i baldi granatieri - da Fiurne andaron via. Don don don - al suon del campanon. Alla mattina ali 'alba - suona van le campane, partivan i granatieri - piangevan le.fìumane. Don don don - al suon del campanon. Diretta alfa stazione - marciava la Brigata, L'attende tutta Fiume - piangente e desolata. Don don don - al suon del campanon. Sifèrma allora subito - il granatiere.forte e grida a tutto il popolo - Vogliamo Fiume o morte. Don don don - al suon del campanon. Nel buio e nel silenzio - di questa triste aurora, .fiumani non piangete - ritorneremo ancora. Don don don - al suon del campanon". Tanto entusiasmo per i Granatieri ....!. • impensierì Nitti, capo del Governo, che non voUe allora farli rientrare a Roma: e li destinò perciò. alla zona di Duino, Monfalcone e quindi Gradisca, a disposizione del generale Pen,1-. ~ J /('A c,.w nella. TJ I Battaglione, al comando ,ktu. -1:.-~·'"-'· del maggiore Reina, venne allogLetten. in:li .r-1:r.tata da Iì• Ano\l.lJZ10 GNlm'tieri di P.onclii g iato a Ronch i, quel piccolo vild@Hi a menaa 1 • u.1 t iAa 8-era d.1 PiU12• - LUgl.1o 192 1 laggio della regione carsica da dove Oberdan si era mosso trentasette ann i prima per la sua tragica impresa. Un trasferimento, questo, che oltre a rattristare fortemente i fiuman i, come lo stesso comandante del presid io interaUeato di Fiume generale Grazioli dovette pubblicamente ammettere, irritò l'animo dei Granatieri. Accadde allora che il 31 agosto 1919 alcuni giovani ufficiali del Battaglione, i tenenti Rjccardo Frassetto e Vittorio Rusconi, e i sottotenenti Rodolfo C ianchetti, Claudio Grandjacquet, Lambe1to Ciatti, Enrico Brichetti e Attilio Adami, riunitisi in una stanzetta di Ronchi, pronunziarono un giuramento: "ln nome di tutti i Morti per l'unità d'Italia. giuro di essere fedele alla causa santa di Fiume, non permetterò mai con tutti i mezzi che si neghi a Fiume l'annessione completa e incondizionata all'Italia. Giuro di essere fedele al motto: o Roma o morte!" (aveva inizialmente aderito anche un altro ufficiale, il sottotenente Meoni, che però al momento non potette essere presente perché comandato di scorta ad un treno viveri partito per Viem1a). l sette ufficiali dei granatieri "giurati di Ronchi" decisero di passare immediatamente all' azione ed occorrendo un capo carismatico, si rivolsero a Gabriele D'Annunzio. Il loro messaggio diceva: "Noi abb;amo giurato sulla memoria di tutti i morti per l'unità ;1 ,:.

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d'Italia: o Fiume o morte. Voi sarete con noi, sarete con i fratelli di Fiume. Facciamo appello alla vostra pura jède di grande italiano". L' imp resa cominc iò così, destinata a restare nella storia. Gabriele D'Annunzio ricevette il sottotenente dei granatieri Claudio Grandjacquet nella Casa Rossa dove risiedeva in Venezia e fu subito entusiasta dell ' impresa che gli veniva progettata e della richiesta che gli veni va fatta, di esserne il primo artefice. E disse che era lieto e fiero di poter contare "per un 'azione pensata da tempo e per la quale già volontari si andavano radunando" sui granatieri, dei quali conosceva il tradi?:ionale valore, il forte spirito di corpo, i tre secoli di storia costituenti una permanente vittoria, e che trovandosi già in Fi ume ed essenLA PAR TENZA D EI GRA NATI ERI D A F IUME•• 27 aJosto. dov i tanto amati, non potevano non essere ancor più di ausilio e di fausto presagio. dunq ue P reso contatto con D'A nnunzio, il Grantenente dj aequet ripartì i1n mediatamente da Venezia, raggiunse gli a ltri giurati, e tutti insieme presero a loro vo lta contatto con il comandante della Legione F iumana, capitano Ilost-Venturi , con il presidente del Com itato nazionale di Fiume Antonio Grossich e con il podestà di Fiume Riccardo Gigante, provvedendo altresì a preparare il Battaglione - forte di 20 ufficial i e di 282 granatieri - del quale facevano parte, ed il cui comandante era il maggiore Carlo Reina che già si era distinto nelle operazioni di pattugliamento sul Piave nel gennaio de l 1918. D'Annunzio aveva fi ssato come data dell' impresa l'anniversario della " beffa di Buccari", la notte tra I' 11 ed il 12 settembre, e ciò per precedere la dislocazione in F iume, preannunziata, di reparti di polizia inglese. Venne stabilito che il J3attaglione Granatieri sarebbe arrivato dalla strada di Opi cina, dove g li si sarebbero affiancati i volontari triestini, il cui concorso era stato assicurato dal capitano Conighi della Legione F iumana. Il Poeta era stato colto da febbre alta. Tuttavia, vinte le ultime perplessità dopo gli incontri alla Casa Rossa avuti con il ten. Frassctto, che il 7, 1'8 e il 10 settembre fece la spola tra Fiume e Venezia, l' I l settembre, alle 14 precise,

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lasciò con una lancia del1' Ammiragliato la Casa Rossa, raggiunse San Giuliano, da qui con un' automobile si portò a Ronchi, dove giunse poco dopo le 18. Era previsto che all'una di notte sarebbero arrivati i camions che il capitano Sai.omone, comandante dell'autoparco di Palmanova, come concordato, avrebbe inviato, a seguito di un falso fonogramma firmato dal maggiore Sersale comandante dell'autoparco di Trieste. Sebbene il fonogramma fo fatto pervenire, gli automezzi di Salomone non si videro a1Tivare. D'Annunzio, impaziente, andava determinandosi di raggiungere Fiume in automobile con alcuni dei giovani ufficiali dei Granatieri e tentare con essi la sollevazione popolare. "Ma quattro iif.ficiali (i tenenti Benaglia, Keller e Beltrami guidati dal capitano triestino Ercole Miani) partirono con un'automobile diretti a Palmano va e, pistole alla mano, costrinsero il malcapitato Salomone, tiratolo giÚ dal letto, a stare ai patti". "Appena gli automezzifinalmente giunsero a Ronchi, i Granatieri vi balzarono su e la colonna si mosse: cinque autoblindo e trantacinque autocarri, con alla testa l'automobile di D'Annunzio., una Fiat 501 rossa sulla quale il Comandante aveva fà tto porre ! 'immagine della Madonna della Santa Casa di Loreto, protettrice degli aviatori, senza fari, senza rumore, alla luce delle stefle".

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I granatieri che mossero da Ronchi erano - g iusta un elenco poi inoltrato il 17 settembre 1919 dal sottufficiale Mario Botter - in totale 186 della I", 2" e 3" Compagnia e della 874" Compagnia Mitraglieri del l Battaglione del 2° Reggimento, oltre che del Gruppo Mitraglieri della Brigata; ed a Monfalcone s'erano poi uniti anche circa cinquanta granatieri della 9" Compagnia del 2° Reggimento e del Reparto Ard iti, ma molti tuttavia non avevano trovato posto sugli automezzi, alcuni dei quali erano rimasti in panne. A Fiume arrivarono in 186: 164 granatieri, 2 J ufficiali e l 'uftìciale di collegamento capitano Sovera. A Fiume, trovavano un ufficiale e 11 granatieri del 1° Reggimento che vi erano rimasti per portare a compimento il monumento ai granatieri morti in servizio, nonché una decina cli granatieri di varie Compagnie. La colonna passò inosservata per Monfalcone, Prosecco, Opicina. Ma a Castelnuovo, sulla piazza, quattro autoblindo avrebbero dovuto fennarla. Invece si unirono ad essa. Il comandante della 1" Divisione d'Assalto generale Zoppi nella prima mattina del 12 trasmise ai comandanti dei suoi reparti un telegramma così concepito: "I Granatieri in lungafìla di autocarri con alla testa Gabriele D'Annunzio passeranno da codesti sbarramenti. Devono essere fermati ad ogni costo" ("passeranno", un lapsus del1' inconscio che risultò una profezia). II tenente colonnello Repetto, il maggiore Nunziante e altri ufficiali , ricevuto il telegramma, non tentarono neppure cli formare i granatieri e tutti gl i altri mi litari oltre ai volontari che si erano uni ti alla coD'Annunzio aTrieste lonna, finanzie ri , alpini, soldati di ogni arma e poi i civili armati con mezzi di fortuna . Durante una breve sosta D' Annunzio tenne il primo breve discorso ai legionari:"... / vostri nomi e i vostri aspetti sono inca.11cellabili dentro di me. Non li dimenticherò mai. Fin da quest'attimo di sosta voi siete miei. Vi saluto. Eia, carne del Carnami Alala!" . Incontro alla colonna mosse il nuovo comandante del presidio interalleato cli Fiume generale Pittaluga, figlio e nipote cli garibaldini. Si era già in vista del confine, a Contricla. fl generale e D'Annunzio parlamentarono: e rigidi dietro il Comandante, come il Poeta era ora chiamato, nel mezzo della strnda, gli ufficiali dei granatieri avanguardia della colo1ma, con gli alamari d'argento che brillavano al sole, quelli che anche D'Annunzio avrebbe posto sul suo bavero, i calci delle rivoltelle d'ordinanza che sporgevano dalle fond ine aperte. "Non io.farò spargere sangue italiano" - concluse dopo il breve dialogo Pittaluga. E la colonna procedette. Verso le undici un autoblindo mandò in frantumi lo sbarramento posto all'ingresso della città. "Ridiamo ancora dentro di noi - scrisse il poeta - lo schianto della barra a/L'urto risoluto. E a noi vale più di qualunque musica qualtro Potenze avevano concorso a quadrare quella barra per arrestare la marcia di un migliaio dijòlli italiani: Italia Francia Inghilterra America! È vietato l'ingresso alle persone non addette ali 'Intesa Dello.fàtto! La barra si spezzò come un sermento, volò in schegge e jàville".

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Tutta la città accolse i legionari, ai guaii si erano uniti anche i reparti della Brigata Sesia e i cavalleggeri che avrebbero dovuto fennarla. "Si può morire con gioia - scrisse poi D'Annunzio - dopo aver vissuto un 'ora come quella della santa entrata. Non avevo mai sognato tanti lauri. Ogni donna .fiumana, ogni fanciullo .fiumano agitava un lauro, sotto un solo allucinante". D' Annunzio era tuttavia stremato e dovette ritirarsi per qualche ora in albergo per riposare alquanto. Poi, appena passate le diciotto di quello stesso giorno, parlò al popolo. "italiani di Fiume - disse - nel mondofò!ie e vile Fiume è oggi il segno della Libertà. Nel mondo.fblle e vile è una sola cosa pura: Fiume: è una sola verità: Fiume; è un solo amore: Fiume". Chiesta quindi la confern,a del plebiscito del 30 ottobre e ricevuto l'urlo della folla, "dopo quest'atto di rinnovata.fede - disse - dichiaro: io soldato, io volontario, io mutilato di guerra, sento di inie17Jretare la volontà di tuuo il sano popolo d 'Italia proclamando l'annessione di Fiwne alla Patria". Il 12 settembre segnò la fine del Comando Interalleato di Fiume; ed il 14 i francesi, gli inglesi e gli americani pattirono, mentre atTivavano reparti regolari di ogni specie, alpini, arditi, fanti, artiglieri, aviatori, marinai. ln quei giorni D'Annunzio parlò in più occasioni ai soldati che lo avevano seguito a Fiume. Ai granatieri disse, la sera del 3 ottobre: ''Ci siete voi, ci sono i Granatieri di Ronchi e di venticinque assedi, i Granatieri di Ronchi e di quasi duecento battaglie, la prirna schiera, La prima corte. l 'incorruttibile, l 'indejèttibife. Risuggellimno .stasera il patto • della prima ora, della prima notte. A me le Guardie per 1'onore d'Italia! Alala!''.

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)2 batt,.AIH, A)di)llndtnti dal Oolonntllo dtl Linea d1f•n11Ya:.Batta1;;1ton1 3 ( {BIH . 4; il battaal. del ntn. ) l batt •.AIH , B)B, 1010 t attioamtnw. l\.akUlJ ll'lOVO,, • , • , ., , , , , , , , , , •, , l OOIIIJ , Ml t r. di

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L& linea di!t naiva è rl, artita i n tre frazi oni di Battaaliol'ìl da de1tra ,er •o 1iniltu: !rado~ I l.liL , un ta Ori nj a q, llO ,e ndi ci !lord dal 001ton1 di 8, LI.loia w Sed.1 di Co11ando di l3ath1liont : Ko1t i.na s.L;ioia. tradone II dalla det.ta q , 220 alla )&r&llJla 1auante ,.r la Chi• ea I.li l!.ì.lkulJanovo • JN Oil.,.. nt.. a q,289 ~ e.ca di Coniando <li llaHaili O?ll: Grn, frui oM It? dall.l f ata 11111 a ( ,trada oorq1n H) *1no alla q. )i; o,,,,t'C •• 1n ntiiione (l.radina - S!ldf di Ooiaando di !attqltr,m•: Kuklll.J anovo. tl Co111AA1lo ,1.,110 li1»a ii, lì.raii• &lla c..11 ù11l 13ol dato; 1n oa.10 <11 attacco 1ul

,ro

loon,

La detta rharthi omi ò oon11Jl1 ata ~alle !ol'n,i del tu nno; i.nna1U1i alla

O<>tN c,1.t11 Ua J! ollcupuioat, aul trat t o del !attaal ione di di, 11 t.i·• colliiu Ol)tl qulll.L.i li dU t1a, 1ul tntto dtl Bat~-.liOll$ cont ralt i ll'ftOt t al.o oollimaii ont non e ,htA, 10, to ohe l a lin, a '11 oU• u OQ"l'tf! aul 1oo1l on• atitu- ndo un 'l'!l l"o • 1r o1r1o rie ntrante 6 t1•a 1~ dut, eulla llil't t trioe tl. 11:.oamo• SkrJ i• ,ro .. Z:ùa-,lraaa •ai -tta inw~ una liu• a di 1oat.i an11zat1, tenu t1,u1 oa.. 10 di attacco. eia 1IIJ. tracl'iat.rioi. SU1 tToni. dtl Batt-,1101111 di t inhtra la U ne a di di ft u

liNa tli ooou, uJ.or.t Ili dhtaooa da qutlll. 11 1 d1!01a 1ioo al 1110 11t,reuo ua1 .. tt ù i q, 492 •tll. Ualoho •t, Oulh ainhtra luniio le Ju, 11110 di di!l ,a• <li ooo.u,ulone . 11 N)&rto 41 Ila citi Granatieri è a contat t o alla Thta oon • l•r• nt1 il11Ua Briiiat a GIida, ln .pa,,rt o,n1 B1lt.a&}. Lon1 ò aoh11rato oon !i\lt 00111,.iani• i n 1r i r1a 11111 a llllli liat• da .:;. ~i oni (,lUlà r h,. ttht 001l)&if\1a IU.• t r aalhttioi e ct lli'la io t'i11rva, tranM oh, ,\\I l tutto oentralt, ow i n raJJor• to cwlla 11. t•J.ado,l"I ,1011 tioa. tti ve ;r1ti <l l4 l ' unur,lo tat tico obi l-t OolQa.1hl• 10110 11l! OL'lt.011 1 ta nt ll• l tloalttù •U. O, ,K:,1J;110 • S,u·Ji,uo avanti oioè a:..111 Unt a ,l a ooou:,tud l n 01110 tli Rttaaoo . Il llattqli 11" 1141'1 ll*1H ;ro u aot a una Co11Ja• iinia .i'Uolli• ri i n orn ad 1111!11 cl1at a i11.,,11r$t n~a ,111 C@ Alhl &1ttt !Al linru, Oonli inoltrt 111 liawa 4ue Jla t. ta rt• eia Montaana i1, l 3• On&JIJIC, ,. Oo,tone 411 G,Lunia • 'looi 1 • o tu tte di.lii 11111 •una o 11111 • iùtra )lod dom,, • oon,to n t11rno1 l da caui,~na a Kulcul J unovo. OO ZfTG O U ()

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332


- 3JO t Il &ut nti obbi• tthi : :Buooari 1• •, rlli• vi ad t et d1 l nodo 1tradal1 dl JkrJioo, rllini ad .ht dilla oonoa di Ponik,e (111,on). I d1ttaiil1 tattici r1ono da •tudi fatti dai Sin. Comanuanti di Battaa:110111, 1i u1te 11 1l upo• . li doni oonttnutt nel ro,110 122 OJ, del 24 IAai(Cio <111 Oomanùo 2• Oranat1tr1 .

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··············-··----··--·~·-·····--··--·-·-··· I • diurno • notturno, natur&l11tntt intit n1U'ioato nalla nottt • 001ti tuito da 101U fini• da Jattuicli• mobili di 00111, u At nto fra .. 11, 1otto101te ad ilJI • zioni di Subalt.u ni, (,,i.)liani, Coc1arui llllti di .Battql1on1, • t.alvoH a ual Oonian• d.ntt la linea di d1!11a, 41 o.ut t atNm.1 q, 206, q. 359, t 1i1t.ono 101t1 oi o••r· ,azione J1 marie ntl 0011 liJ'Uohlt.

DI

L AVORI

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--·--------------·-·-··--·····-------------·-·-------ò qualli 0011tiouo luni,.o li. linea di di.i• 1a tram• olit l à ùo'vt l'aapro iattrvio ttrrer,o, lo 1oonai&lia t u. anch• nel t ratto da q,35$ vloino alla C&),ellt t.ta di ltu.kulj a,10,0, aino a 4,.>)o, llO \ot ò atato orJinato di non tarlo Jtr rqioni di 01po1·t1.rn1tl.. Joli Uohl, non f a.li cioè trop)o ùanni r1ell •uni oa pla.a di una cu ta t ro,oi·tanza ui ooltJ.vo . lii• t.ro il rt tioolato • 11 atono nuMro11 )iH• r:uol• llitrqlhtrici, ol•111tnU nor, oouUn1.11 ,e r fuoilit ri, lavori ue~iti, • · condo 1 )l'0141 t ti 111,r ovali uai :.u,.riori Co111a:uli , Il r• tiuolato

li OTIZII

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.11.IJiICO

·······-~----··------------------·--·-·· è in Pnrto lit con , Jt1111nt1 avanzati a Kraeika, 1or111 nt.l qlll e t.i ult.il:11 Jioool• 1.c1u,r<1i1 on01ta All• noatn ; 1u1 ro11t,ci llsll• alw1• ...ella Jtnhola 111 Porto ht Jlarl tailtono h11tt.tr1, da 105. A quanto Jt&H, il Com11nùo dtl uuoloo i,ia1.iiort 1ltlll for29 U'i rbt

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POLITICO

--··-··----·--·-···------···-----La vi aflanu pol1t1oa è a!ri ,1atia ai Sh&, Co111111uant.i ùi Batt14iUont ol• hanno a tali uo10 rt ladoni Il.i n t ta coll 'Uffioio Poli U oo ai SU1ak; • 111 inttN ua )l rÒ anobi U Cortll\<la.ntt U*lla linea o>• naturalmente fa O&JtO Jtr lt rtlazionl dt I oa,o al CoHmlante cl1 l 81 itort eh• è a1ioha qu• llo di lla Dl'1 11 11.t a OranatitrL ~ 1hìono poati di oontrollo tenuti dai no atti , adlidiati dai CarQbinieri aulla atrada Maraoici • Jfoatrt na, a J , Xomo, a dkrJ itTO, da,an ti a !Uooari 1t.aziorw oon apJoaitl oon•rnt • dli qual i 11 ooou1a 1p1oial,-ntt 11 S,'19nente Slsnor l!onttnovi dt ll ' Ut'!iolo Poli tioo di suaai., ro1t u1ntt i n 8. Ko1110, aunidiato dal S.'~111ntt di i Oarabiniari 01tlnor0 D1 l.lonio, lehte un •rvizio di • 111lanaa lunao la .-iuovia )llr l t • ai.r,n a n \.ticbl • J O• li tlobl : da q,74 a q.135 ~ tlidll)IIP\ato <1al llath&liou, .ti•looQto a 'lw rtatt o; da q,125 a Vito• vo dal Battqlione c11 centro dilla 11111 a J i an111Ju1ti , OOLL ~G A lUNT l

I' l'att o nomial.ml lltt fra i 'Y&ri Corund1 11o t:1tno di oiolhti, 11 oondo orario 1bbilito Jtr lo 1oai11bi.o Jo1ta, Pre u o il Oomando dtllA l10ta ;pe:r11ott11J10 inoltre du1 1ortaordini dtl Bàtt111l1ont di dl atra, J ratioi di lla mulattiua attra~raan• tt 11 Drqi • .Dol, , u o(ni 111 ntual1 nacuaità, l ehte ano~ colltt.~nto ttltt'oni co t ra 11 Comando dt lla 11111 a • qut 111 .- i Dat taiilioni • tra quuti • qualcuna di l lt Oo11J&1init di Jtndl nU . Pre 110 1 Ooma11111 ,11 f r alione . .1 ate inoltra aatt ria• l • taltt'onioo ~r b ')iantare al bhcano nuo,- liuH , .lh iatono J rtno 1 vari Co·

333


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quantUati vo di 111Unh1on1 rh11lta dallt t lbUJ.a rii cu1oo • 1httnU J1' 110 1 Cou.'lui auddt tt1, lhhtt in I>raca, • ad ~,...o--e."!'tf':"!l~1.1"'1-,o~o...,n...v""t\"'11."".:t~t!o:"1llo:1:-"'.!~tt!""r~i-al.!":i:""' . -:'o"'!"cc~o-r~n-n'"-:t~1'1"""'Jt~r"""'!"'1-:-l&' for1 di r&f'fotU111nto 1u Unta. lit ò con.. patart o un 1ra 1uato al Genio, il qual• adulte• allt rS.• cb1,.tt dt1 Ooaand-,:, U di BattaJli1l1w, oi. 111.rett11111ntt Jre lnano • ritireno 1 •atnhli loro oooorrenW. Il craduato mddt t.to eiiornal•nte l ntoraa U Oo• 1ttn<lo cl.ella linea dtl aawrtal• rlcnuto. d1 q\ltllo dhtr1bu1to • ti.nt 11poti ta ~ , 1,traaiol)I, 11 Comando dtlla Unta l'a lt ntoeaurb rSoh1ut.ii dh•tta• •n~ al Comando Gento dtl Oor,o d 'Ooo.upaglont. 81RVIZ I 0

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il' tatto a cura dell 'Uftiot.ai. cU \I U0-T-«Ua11tnto d,1 Oor,1 olle banno rt• dh l ooatl lunco la linea di oooupu1on. . lfon ••iatono ntl • ttore dtJo•l· t1 di YhUi.•

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lNNSBRUK e o p i a. Dopo i fatti di Fiume, la BriCO!i.AIIDO J)lltl"' fll<lOAT Olu\llA1'J ,l\Y DI J. GllA gata Granatieri fu inviata ••••••• 1 ,\\li oltre le Alpi venendo posta a 11 . Jji di Pro~ . !Uo. BJ:oobAAu>),~ , 17 Ao~13\, 19io presidio - nell'ambito della e r & ·~ , o • '? mc 6" Divisione (generale Roffi) IlTRBllRUC;~' - nel Tirolo austriaco nella Valle dell'Tnn. 8J.nno•o il 1110 ooaplticlaonto por la l;,1ton1 1• raotHono zlconfer• lilA~ r.1.1 tra l R•,..1tl:11cnto .lo 1.ill.Oott e.ile aooon.tto. • 1iU\n , Aon, bo oonntc.• te.t.o obo 01 oontinllA o. la.Yor o.tt o on 00001oc1 0. Bl l ' Gtia.u•ontt cU qllo1 Per effetto dell'ormai conprlnolpi oho oor'fono a. ronctero 11 Rn68lmento otouoo so,e)ll"o piu foJOto 1,icr 1 tem:1)1 au.o1'1. cluso trattato di pace la Bri0: 0:~b!it:!:1.,,f0!,!::1~:~~1è;:l\~f::~11!0 11 iJ· in obli 4ellCL loro o-po.r11, poono.oo aao1 otoaoi oonotnt, !'O l rifJaltatl roa. gata fu quindi riportata al di l.1 : a1 «eTe 1>t.tztiro 10 a.et ))a.nto A p.o.r rO.GfJio._n,st..ro a.n 1nu1.'\o .l por gra.,1 bttoa.aoa101 e 'Pl'OIT.ZooclYl :tioo al OOfinbae:nto doll'optu·11 tn · qua delle Alpi. L'ultimo suo rclaalon.o ul toapo ad o.tm ..oroo 1ln ' a:slono OT1'8tht.ta. . o oo.r,. lnntt . oootante . Oooorro ultrMil oho a'b! tDlno l ooohlo un •oouor'f'o.silono 04 cl r111o reparto ad abbandonare lnYO n:tf1o.ohtt l V loro epcrn l'l 1n.trattor1 olu. vor4l'Jontc offloo.o10 1 telo cbl'tnd!t1c cotH ut.cuoi !lt1bbono fa.re ttJrpr enit:oro ,u 6.J:"n.,,a.nti 1)01'• nsbruck nel luglio 1920 fu il obà quont1 1101 l~o 1u11b.J.to J'OOo• oo come G1 oonT1011c oor.Ai11'f'U'O 1 'Uf,. i!:!:~:~d ! fn;rn~0 !:;i;i:01 ;o~{!~rltt:;yr~;:t::i!:~!o:;C?::nQt:!cio III Battaglione del 2° Reggi0 i~~! ~~~:;::1~!! ~ 1F::: :½1!·J!l ~1a!Ya!!!•:h: mento; e sfilando nel piazutintu.TJ.o.nte .l ca111ta.r1j:fnou'.aono o au1n>J.uo • t1:01>ero1'0 oon ù1t111.re:u1a o fealcllarHiù. 1 10.1'1.tl .ho ha.ano le QOllucgn.c e;La.iooJ,b ho ooni,trt"to nM v1 oono t1111t4r1 che. non 040.no ut1no r, bon oo.rlo,i'O e uo 'l'lo41'0 zale della Stazione dove il u mollo . treno attendeva, si trovò oc'l.\ IL BhlOAJ>n.a,. GhllCRALI: OOHAJJDAD!it »~A IUIIOA'll, casionalmente presente il {~. to Piolo Cc:ooll1 ....""~ ., feldmaresciallo già capo di CblWJlJO P&L ,. RJmCICJ:no (f..Ail 'l!IJ;RI DC SAliDRGnA stato maggiore a Vienna e .>I"!II 11,J' Innabru.ok. 18 Aprilo 19~0 poi comandante del Gruppo d'Armate nel Tirolo Franz Conrad von .Hotzendor( il quale, vo lgendosi al Capo della Missione militare interalleata, "formulava lusin\ ghiero giudizio su quella nostra truppa della cui ferma disciplina e noto valore era chiaro indice il contegno severo nei ranghi". I granatieri infatti, con il loro compo11amento, avevano saputo conquistare tale fiducia da parte sia delle autorità che del]a popolazione della regione che allorquando in Innsbruck scoppiarono i moti popolari, le stesse Autorità austriache sollecitarono il loro intervento. E bastò narra il Castagnoli - che essi "nella loro marziale compostezza" si presentassero nelle piazze, perché "ogni moto cessasse di colpo". Furono quindi destinati a presidiare l'Alto Adige. E quivi - narra ancora il Castagnoli - "i granatieri presentarono le armi e portarono coro11e ai monumenti che ricordavano Kaiserjàger e soldati nemici caduti, non lnnsbruk. Granatiere di sentinella 1)

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profanarono ricordi, ma seppero con il loro contegno ottenere stima e rispetto, anche nelle zone meno facili, quale quella di Bressanone".

NELLA TERRA DEI VINTI fnnsbruk, nome pieno di misteri quasi di incubo. Vi giungemmo dopo un fungo viaggio in un 'alba gelida di Ottobre (J 919). Laggiù nel piano goriziano donde venivamo, l'autunno era nel suo splendore; oltre le Alpi neve, gelo, ed una tristezza in.fìnita che ci opprimeva il cuore. Tutto intorno, simili a enormi muraglie di una grande prigione, le Alpi nostre e quelle di Baviera. Nella città, che subito chiafonsbruk. Comando di Reggimento mamrno dei vinti, un silenzio di tomba, un circolar di gente mesta e silenziosa. Iprimi giorni in quella terra nordica. in mezzo a quei tedeschi, di cui non comprendevamo il linguaggio, ci ritrovammo assai male. Le vicende dolorose ci avevano shalzato lassù oltre il Brennero nostro e quelle vicende si ripercuotevano penosamente nei nostri cuori, come la pioggia lenta, monotona, accidiosa, che commista a nevischio cadeva inesorabilmente. Poi ci adattammo, pensando che in quella terra dei vinti noi eravamo la più pe1.fetta espressione dei vincitori. A tutti gli Ufficiali della Zon a Sette mesi son passati da quel U.1 •1muuh1 n•»:, In 1ot,llu di ;!111'1'1~• i<I +lU1'11.,r hu1,r,u \ uf' II,• ,,1.,, il '*'"~" d ,,.,.{,)M1h ,li 111 1{11,lllut!III•• fosco giorno di Ottobre in cui ar" ,H li,•L•11111iu ~i1Ìì, \'111•, 1u,11 ,•011!1•u u 1.. n h •U1pu in piu -1i lìmill, IN11l1· 11ruw ,1l 11 l''' 'lwl11.1r11l lu n 11,, 1·1,t·Jn, , -11 ,•,,11 ~11t1111.l111;• till'uitlu, ,, 111111 l no, lll'J1IC>UJI ,,,r,;,. 1,~111 ,1-,,·c,rc .-h., rl,•hii•tl• rivammo ad Innsbruk; oggi che la Il pii', I IM,• i-:it•rifk ii., l',•r ,l h ,,..,.f, •'"'" ,11 , 11,..•lr11;ca, ,•lw t, i u\ 11(111> fc,n,.twm,; 11, .. 1u1lu;o 1,,,~·11h 1, t•lln'l l'uori 1l••ll'lf..,.,:;•rt•lt11, 1wl11• lfntll,H f\111,.M! p1111u lotl, SM•r ,•111 l' i1111'1'11 .!\'11• ho lasciata, e ne son ben lieto, mi .iil11111• pnn• ..,11:I p1lmlln,u111 11 1 um, 1>tr:tl11 ,u "''l"l'ni, iflt'.,,.rh•1111•, 1u ,·ul .~ rl111n~111 ,11l1o u u a il111ui,•h11tlrn' ili piace ricordare impressioni liete e 1' 11 ..,u lil,• \ ,•h' n" c•l1,• 111-.•,•111\.• 111•lh• f 1111u..!.• ,-.1lh •11i:rf' ,·u1,h li- Thfu 11i ,Il i:•odluw111I. 111 MJ(hi ,, !Il y.f.f~" 1H,·il11111•11t l ,11,11',•r1I. ...,r, ,. 111f'rnd J(tl•i.-..,111n 1h, !hl urm •li tristi di quella lunga p ermanenza 1,id u~i ,Il , i.,l,•011, I'""'' ,1rl,•111u1'I' ~m,l1111.u11, nlo• ;:Il 11uhnl n t,, ,•n11,•l1•1lu II J11'ul1\·,1l,rh1w11t l ~·wl.,11 <'iJU 11111li rh11l11,:l,111iul. al di là dei co1~/ìni, in quell 'am 1'1•, l111i1ft·,.,i ,ti,,•,,.!. 111•1M•li 1• u ei,d ,,ul •l,·1Ul• ,•,,u, orr,,11,1 1,i 1l,•:1mf'11ln i1 e•r,•un • " m1tul>•11n•• 11•' 1111 Ul\io.11'.1 l ',,n,..0111 un,, • 111111 1\1 11i,:ll111.iu111•, 111 lnrj!dl'lm li u" ,, 111 ...1.hlo,•i:-, d i,• ,1ì~1ruu1t,• Il 1•r•°l'>l l){I,, 1l,•U1, u,1,.1 ,1l pnri1ll~1.11 bJrlll 1ull \~l1i, ltl\1elu11l1 11, m l11oc·biente malinconico e grandioso 1•1tln1lrn I uu:s t "" l,.,.hutt f'rl•I f'lw itl1\ 1'1Uuhwfa mn 1tt11tlr1•, ~., .. .. 1 ,iu~ ,11~t,1nu -.• In r,,\ lw, 1io11 ri11d 1l:1r:1ud<1 Jr. (\j1tò,j•i1•1t1.:i, 111w " ™ ii111rn, ad un tempo che ebbe per fondo ,l,•I 11u~1, n 11111,..lu, ,·h1(b1111·111111n lii lldu,•fo 1w\lt1 ...,1<L1•1.111 ilf'I 11u1<1fl .,,,11111111wnll i-uduli. 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UH U1Uc•t111I 11U1 tt.(111n"1d1III, 1wr i:rrulu. 1wr p1~11b.li11w " 1•or Mi\, 1ln1 ni1u111 ~iitìl,u'11 l 'anùna mia i sogni più belli., non ,•il lu•l "II l"'"''lt~• 1•riluo f111U10 ,,.in O)ll•'tilllv , 1>u<1 n·-1:,r,• h111ltf1·n•n11• til •'<•nwgm) ,11·1 i•(lll••.i::111. iu(t• rlud ,, ..u p• rl,,ri, 11 M.1m1, 1111 ,•u111pit11, l11n11~1, un pn ...1i~tu c•o111111w. Xl•U IM-h1mro 1'11,.., l1liid ,ind11 d io li avrei mai pensato di rappresen""~' ""' , l,•1110 ·,ll>fi ; 11'1 " ''' ' Jw ..Ualt-. .. ,-.10,·hfd1,11•', li('fl.)'111 r,11,•nh\ 111 rlu,,..ll'i'. tare il vincitore nella piccola citl~:111 w uh•

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tadella nordica, malinconica con le sue nevi e le sue nebbie, ma circonfitsa di una nos talgica poesia ,\J1"11,.. 11,•l11, ,. :, I 11u uh 1),! 11u 11t1,,, 11111 1•11rri:11m 111l c•r ,. l'.,itivH1\ 1•i11•ro ..a , ,, J,, 1,rh11" 1·1n•t, 4'1·,11111, 1•;,1:,111111 r l\•11h1• ,l,it,1 ni n utot ri tlipl't1Jhm li tttwl il11111o ili h1•111·~•' l'I' llin h •rinl•-. 1·ltf' come mi apparve nell'alba 1n l,i.::. u 1u:mh•1wrli i 11 tn, ,u·N ,111 1•h111lizi1111i +li 1•11r JH• 1H i!pir ilu. ~HU ..ii 1,n1\ t-J111r;1r11 h t1ll11 d:, 1,wu H• 1•!111 ;.ia i11ns 1,rit11 ,In ,li,..at i, ,ip1<1,inl 111 r 111i- ,-,., un .fòsca di quel lugubre mai., ,. ., l :1 ,·,.11\•l 11.tio1w d11, i •li1'n~ i :,.Ìu n u tt.1H~111 i 111111:i lrn.M•n n 11t•1.;,.n ,li ••lii 1'1 J111'J11>;oil,1 ti l h 1111u t:1h1 r,1,1, tino di Ottobre. f,: 1lo\ 1•n• 111 , •hi ,•..1• 1'1 ·llu Jl'H ft •• i 111•1111 111 i1.dlo1•i ,•u111li;;.i1111i t••·r 111thM h•,,. Oggi che dalle rive delIl , 011,,r,i•.. t,1 M111t11 la ,•u rn ,·In• i,:-li ì• r h h ll n, 1q1r1• 1' .wlt1111 olln Jiilu,·ia ,. u .. ,•111!1,1 In 1i:ar,1lu, l'Jnn sono molto lontano, Hi"o;,in n IH• tt foi• ud Ili """ a \ 1•1' l1 n~1•11 rui., 1111,•.. ,•.u1111•,, di ,..,11,e,•r,• '11111~ t r11p1,:1 tna:,, •1m lln ,•lt" 11· "'i ,fl' \ ,, rl1•M1 ,l.,n1, ,, l',•Jr>l~1•m,r1 1IM •,...,l"•·r-· s:n•,11111 oggi che sono ritornato h•. th1.-1Pu 1,•. l•t·N·,·•·ru uh•. alle mie attività civili, io l.11 tllll)!~Ìur 1•,1 rt,• 11q:li 1U't1•;:t1!lllt1'0l i I lw d , 1h l,fu 111n ii11J•;lrl in• n l u ,~11,l n ~ tili 111111 li 11-., l111Jl1i , •n11 pl,·11111,,111 d w ,•u ll'uhi1u;lh w. IU,·114',, fu, i1 1111·11f1· fu 1•rr1,ri, 1• ,., lu• amo ricordare quel pe,.,•ii, f1ll'll 11w111 ,, ripr1•)11li•ri• ,l 11l h • t rn.,w urat,,,n :,• 111,i limll, 11111 1ti..:11J,(rn1 1•n •,h•1t1 , h,· lu ru,• ,·ia 1•1111 "tth ilo il i r ,•10i,.ll•11z11, 1,:1 ,.oo 1i,1,:aritt, ili 111hHtn 1111•11 1u 1111 .. ,•,, 1• n 11111, riodo che chiamai il mio ,i t l ,I l • ••111 1.,o rlol'.!ii ,. ,li unir., ;. u,....d 111,•110 1u1,11rn ,·•1 11;::II••. ,•)11· 111•llt• 1•fo o1,-i 11H1 l,,1111i.- 111 In , 11rot IIUfll Hd r , esilio, e che pur resterà p er :,;ihll11/ 111,i l11,-1•j{1m1ui 1:•lu· g 1 11Pn:1li111;11l rt :1hhiah1;, 11 l11tl11 1H ,11lt1r 11t h'n1•n • 1111·11 · 1111•111>-, ru,l, me l'espressione migliore Il ,!,·,,· Ul'r1'.,tl11n.~ IIÌ• nlli111l:11"8l 111.tl, 111 •11 11,,,·,1,.,·on,i.:,i.:-illfl'll 11\, i1111•,11.h•111urr'i, del! 'Italia vittoriosa. I t,ihl,h,11111 i1•n ,·1,, ~rnn ,·01110 ,l,•ll'in,l11h• 11:i lu n ,h• 11t1I 111•"1rtì 1u1po l4,. l ,:i , ·i,11(111:t,11 111111 1•ro.il111·,·, 1•1•,,,.111 ,. l11nli, 1•h1• ri1,.. tllu1w, 10 ,•1111,.1 il ,..,,,1h111•u lo , ,..i,htt lltw nl 1"111.•r ill1•i11; t ' 1,0, Avevamo rilevato in ln,1ul,hi1111111 111 11111, I 110.~lr l u 11 i ,Il 11 , 1•11• 111 ;:nrn 1,1,·:.ri1, il f1N li l 11w 11111 111•1 ,Imi'• ,.,.• 111 1wr lit r,w ,1,-llu ,, tu 1'11lrio. nsbrukuna brigata di linea J l";,1111111 ,•i """"'' ,11l11tr1r,• 1•+.11 ;:l u,-1,~1<111 +Il 1•rh 1•rin 1111•ul\ i;l li1 •~n. che aveva .fatto molta, ili 1•lu• 11i lll'•wiiu'loi ~ uiil u1'1•, 11111111,1 11 In ,:11i1l n l:1l1iri l•lto l11l11,•i11, ~r..,·,litm•wi 1H 1•1,. ,11,.., 1•11i 1,,11 ,::-i 1u•ll',,,..11rt•i:d,, ,M' r1111111, ,,.u ,U ,111 cu 1111 ,•oµ li11 111 11 111~1·troppa amicizia coi tiro;,,rnn•: 1• poi l'lmw;.:mmwulu ,•t 1":1n\ rud i,. 1, 1,i111·1•, oh•, l,11 11111 n hhhnnu lu , 111•111• 1,1•1111, 1h;1~·1tu ,la 11111 110••.. h, lesi; noi invece, vivevamo 1100\11 , illi<riu, ,.11f11• h t111l1•111,. nmhi.du,.1 10~111·,I,·. ,l l,,111n•lol 11 , , ,..01)11 lj,t111n Il' •tl'111,olu111· 11,11 ,i, io. appartati, solitari, conte,i.: ii't ln r,111 111 11H'u111•n 1, Il,, r.,,1., rlw 111)11 .!Oll l'1•h • ,-i1nli ull'hl\ lii,. gnosi, senza avere contatti 'l'r, 11/1,, .'J/ f/;;uw i,,; I .'l!!O con la popolazione indi111 'l'ltN IO i'tll t rnSMi:\l, t: gena, come voleva il nostro r. f/ 1/ f/li~ I Colonnello. Ricordo sempre le sue parole: ''Non prepotenza, ma non co11fidenz a ", e ricordo anche come poi egli spesso ci parlasse, esaltando il nostro passato e la nostra presenza nella terra dei vinti. Dopo un Ottobre gelido ed accidioso, sopraggiunse un Novembre tutto pieno di sole, e il giorno della.festa del nostro Re, parve che anche la natura così ostile in quel paese, volesse associarsi a noi. Ne ho trascorse tante difèste di Sua Maestà sotto le armi, durante la guerra d 'Afi,-ica e quella d'Austria, ma il più bello degli undici Novembre.fu quello dello scorso anno nel Nord Tirolo. Alle otto il Reggimento che aveva ancora un migliaio di uomini, era schierato davanti al! 'Albergo del! 'Ovest così lo chiamava il nostro Colonnello, (quell'uomo cosz' strano aveva italianizzato tutti i nomi tedeschi). Andavamo a prendere la bandiera che stava col Comando nel detto Albergo per poi recarci alla rivLçta. Comparsa la Bandiera. mentre presentavamo le armi e la nostra.fanfara suonava, io ed i miei compagni provammo un brivido profondo, uno di quei brividi che scuotono l'individuo tutto. Il Comandante aveva.fattofèrmare i tram, e giunta la Bandiera innanzi al Reggimento, con la sua voce sonora cifec:e ossen1are che quel giorno festa del Re, nostro Signore, era un giorno singolarmente speciale, dappoic:hé la ricorrenza ci coglieva in terra straniera là dove rappresentavamo l 'ltalia vittoriosa. E poi mentre pochi astanti ci guardavano stralunati ci.fece gridare : « Viva il Re, Viva l 'Jtalia ». Un urlo selvaggio irruppe da migliaia di petti, la eco di esso la sentirò finché campo. Dopo ce ne andammo alla rivista e mentre sfì\ , ru 1111 INllf") in PIii 111il m ~ l ro 1•,tMdtu ,.:li tilli,•inH ,11 +•g o l s.,:r111lo ,i11lc•,·11110 riuuir.o-1 l~ltl'" J,:i11,1i1•z11•r, 1h •ll11 i:1111J1Htu t• ilf·,:li a rti ,li 1p111l1•l1(• ,•,ìll rJ,:11 , P (tu non f,,,.111·rn in a rrnnuln ,·1,U1, U1111l rn \' 1•1d 1• , 11 irn 1N1rn, 1oa1,~lu 11 i. l•:r:1 11 11':.11ta r 11r 1nr1 il i w.11i1ll'l r i" 11'1 I

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lavo innanzi al Generale Comandante in capo la nostra occupazione, io mi sentii, sia pur minuscolo attore, della grande guerra, che ero un qualcuno, che ero qualche cosa, che ero un atomo dell 'Jtalia vittoriosa nella più pe,:fetta esp ressione della vittoria. l'indomani ricominciò a nevicare lo sp razzo di luce radiosa si era spento, ma pochi giomi dopo noi avemmo un 'altra riunione ordinata dal nostro Comandante, che non perdeva mai occasioni p er elevarci lo spirito. la classe 95 partiva in congedo, i congedanti erano tutti riuniti in un grosso nucleo nel cortile dì quell 'ignobile topaia do ve noi vivevamo i nostri giorni nostalgici. Da una parte stavamo 11oi che no11 partivamo: in mezzo alla specie di quadrato il Colonnello e la Bandiera. Egli parlò a Lungo ai congedanti dicendo loro tante cose, ma sopratutto raccomandando di non dimenticare quella partenza in congedo dalla città dei vinti; dopo li fece sfilare davanti ad uno ad 11110 i forhmati compagni che partivano ed io ricordo l 'impressione p ro.fonda che rnifece il p rimo di essi. Si avanzò timido , impacciato, ed era un valoroso, ricevette dalla mano del Capo il libretto di saluto, la rnedaglia commemorativa, la stretta dì 1110110: fece un passo avanti, afferrò la Bandiera tutta umida di nevischio, ne baciò un lembo e s i allontanò rapido, Quasi atterrito per quello che aveva/atto. Come lui.fecero gli altri. Oh ! quel bacio dato alla Bandiera in quella giornata gelida e nevosa, da quei partenti in <.:ongedo che a vevan vinto la guerra, che impressione che m 'ha .fatto; per vivere quel! 'attimo.fi1gge11te valeva veramente la pena

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di essere stati esiliati nel Nord Tirolo. Una soave commozione scendeva nell'anima mia, simile a quella che provavo, quando jànciullo, la mamma mia benedetta, che non è più, mi stringeva al suo cuore, ed a quella commozione soave si oppose subito un sentimento di orgoglio profondo di aver vissuto un istante cosz'felice, e se/ossi stato in rango e se la disciplina non me l'avesse impedito, avrei voluto gridare a quei pochi degeneri italiani; "O voi, che di Patria e dì umanità non sapete, o voi, che di queste cose sublimi non capite, venite ad assistere a questo spettacolo e dopo se per caso nelle vostre coscienze vi è ancora uno sprazzo di onestà, ditemi se non riconoscete quanto assurde e bugiarde sono le dannate teorie ". E l'inverno seguitò a trascorrere lungo, eterno, pesante, monotono, e sospirammo il ritorno al sole, al cielo azzurro d'Italia, alla casetta nostra, alternando le guardie e le courvé, a.spettando sempre. Un mattino di marzo, l 'inverno era sempre rigido, il Reggimento si riunì sulla spia.nata di quella che noi chiamavamo la Caserma Università e che era un tempo il centro dedicato agli studi. Ci domandavamo: «Perché?», nessuno Lo sapeva. « Ordine del ColonneLfo », ci rispondevano i graduali. Erano già riuniti tutti e due i battaglioni quando vedemmo arrivare tutti gli altri reparti del presidio: Genio, Carabinieri, Sussistenza .e Sanità. « L'affare s 'ingrossa » diceva qualcuno, « ma che cosa sifarà?» e nessuno trovava la risposta. Finalmente ecco venire il Comandante con la bandiera, e cominciare egli a ricordarci che quel giorno era iL 14 marzo, e che cioè cent'anni prima era nato Vittorio Emanuele, colui chejìt il primo Re d'Italia, e che quel ricordo acquistava particolare importanza nella terra dei vinti. Quella fi'ase era tanto cara aL nostro Capo. ma era rara anche a noi, quella .fi·ase ci diceva come noi Granatieri di Sardegna, condannati ali 'esilio, nel/ 'esilio fossimo La più perfetta sublimazione della vittoria. Pochi giorni appresso una nuova riunione del Reggimento, fanfara in testa e via per la strada tortuosa che va al Brennero. A me piacevano tanto quelle riunioni del Reggimento, quell'attraversare la città con la nostra Far!fara che suona.va così lieti ritornelli, che con quei suoni ci ricordava l'Jtcdia lontana, ma più che a me e ai miei compagni, quelle riunioni piacevano tanto al nostro Capo e lo si vedeva cosi felice di essere a/La testa dei suoi Granatieri come lo avevamo visto sereno e contento nei momenti più gravi deLfa battaglia. Si camminò alquanto su per la via del Brennero, poi voltammo per un sentiero, ed andammo a fermarci in una boscaglia, tutta piena di pace, di silenzio, tutta fitta di rami, dove appena giungeva la luce mite del sole in quel luminoso mattino di primavera. Nessuno di noi arrivava a comprendere che cosa si dovesse fare; le nostre riunioni erano sempre cosifa.tte, giacché quell'uomo che ci com.andava non diceva mai niente prima; era sempre cosi' strano. In mezzo al bosco dove ci eravamo fermati, due ruderi, su di essi cancellale in parte dal tempo, delle parole latine. Il Comandante ce le Ìesse e naturalmente nessuno capi niente, ma poi ce ne tradusse il significato, dicevano a quello che mi ricordo, presso a poco cosi: che cioè l'Austria sarebbe stata sempre grande e potente. Dopo la traduzione, il Capo si mise a ridere, una di quelle sue risate ironiche e selvagge, tutte piene di disprezzo e quando ebbe jìnito di ridere con la sua voce sonora ci disse che la più formidabile smentita a quelle burbanzose parole era la nostra presenza. Poi si voltò verso lafanjàra,jece un cenno e le note solenni della Marcia Reale echeggiarono nella foresta. Ed un 'altra volta io provai un brivido di commozione profonda e ripensai

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che se l'esilio nel Tirolo era aspro, avevo p ur provato delle belle soddi.~fazioni. Un ordine improvviso ci fece lasciare lnnsbruk in una mite sera di primavera (1920); oltre le Alpi la natura ha la sua rivincita e quella sera così serena, contrastava profondamente nella mia memoria col lugubre mattino del! 'arrivo. Il g iorno dopo, giunti a destino oltre le Alpi, io partivo in congedo, ed oggi lontano come mi trovo dalle rive dell'lnn. e da quelle dell 'Jsarco, il mio pensiero ricorre spesso a quella Innsbruk misteriosa ove tanto ho soj/ èrto, ma ove tanto ho spiritualmente gioito. Quando rievoco i miei ricordi, oltre ali 'essere ben fiero d'aver fatto il mio dovere di Granatiere in guerra, io sono fiero cli aver terminato la mia carriera militare nella terra dei vinti, come la chiamava il mio Colonne/Lo, e son grato a que/1 'uomo dei momenti solenni che mi ha/atto vivere e son grato al destino oppure agli uomini che mi hanno lanciato in quel! 'esilio al fianco dei vinti, nel cui contatto ho potuto ancora più e meglio apprezzare che cosa voglia dire vincere, e questo p er maggior soddi.~fètzione mia, per maggior soddisfazione di me piccolo atomo della grande famiglia granatieresca e per maggior confusione di questi pochi bolscevichi del mio paese a cui più di una volta, dacch é son.o ritornato, ho gettato in faccia il mio o,goglio di Granatiere vittorioso, di buon italiano che nel 'esilio ha apprezzato ancora più ed ancora meglio l 'ebbrezza del vincere. estate J920. Un granatiere congedato

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Nel novembre del 1920 tutta la Brigata Granatieri era di nuovo a Roma. La capitale accolse festosamente i Granatieri che l' avevano lasciata sei anni prima, e che aveva udito citare ben sei volte all'ordine del giorno alla Patria nei Bollettin i di gue1Ta, e che erano di stanza fra le sue mura sin dal 1899. ll 1° e il 2° Granatieri erano già stati di guarnigione in Roma anche dal 1871 al I 875. "Ne/La primavera del 1921 una missione italiana, con a capo il Generale Diaz e di cui faceva parte la Bandiera del 1° Granatieri con alcuni u/Jìciali ed un piccolo re- · parto di scorta del Reggimento, fu inviata in Portogallo per rappresentare l'Italia nelle onoranze al lv!ilite Ignoto portoghese, essendo stata quella nazione a noi alleata nella Grande Guerra. Arrivata la missione ad Oporto il Generale Diaz volle visitare la villa ove morì Carlo, Alberto. Quando il condottiero dell'Esercito di Vittorio Veneto.fii nella stanza ove era morto colui che era stato iL condottiero della Prima Guerra d'Indipendenza italiana, stanza che i portoghesi avevano conservato come alla morte del Re, il Generale Diaz compi.fra la commozione degli astanti un gesto altamente simbolico: staccò dal petto di uno degli iif.Jì.ciali dei granatieri presenti la croce di guerra e la posò sul cuscino del letto ove Carlo Alberto era spirato. E con quel gesto, con la croce di guerra italiana, il Generale biaz univa nella •1-•-•. . .,,.,..... ,................. li, v,,. UMH"•••' •o,;' •,'•"' ,.";,·,·1· • .; • { . , _ '"""u ..~ , ."""'• . '""'" ·11· gloria e nella riconoscenza !_i;'.~Jf"H!!'!',•T.;1~·... ~~:~ ~1ffllffllN1to 1U~n1u11o4tl ••Corrier~ dc!lll Serti,. f;=r·~"·· ~ '' ··· 20 della Patria i Carabinieri di ~ Pastrengo a quelli del Podgora, i Fanti di Custoza e di Novara a quelli del Carso e del Piave, i Bersaglieri del Ponte di Goito a quelli del S. Michele, della trincea delle Frasche, del Santo e del Vodice, i Granatieri di Coito a quelli del Cengio e del Carso, i Cavalieri di Volta Mantovana e di No vara a quelli di Pozzuolo del Friuli, gli Artiglieri di Custoza a quelli della battaglia del Piave, i combattenti tutti della prima guerra d 'indipendenza a quelli della quarta guerra vittoriosa del nostro Risotgimento. Con quel gesto del Generale .' Diaz un ciclo storico si chiudeva". ,.. ,,,.,,u.. '"'11(1/#II~-# r.,..,....,~.,.. ,, ......,u•F.,t,._,,., ~;tt, ,.,,11 .. ,

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L'ASSOCIAZIONE

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L'Associazione Nazionale dei Granatieri nacque in Milano, in Via Vivaio n. 24, per iniziativa del Granatiere Enrico Torroni, il 14 aprile 1912 - anche se sin dal 14 marzo cieli 'anno precedente era già in vita un embrione dell'Ente - con il nome di "Associazione Nazionale ex Granatieri". ln eletta sede, il 29 maggio 1924, fu benedetta la prima bandiera "colonnella" e redatto il primo giornale, "L'Alamaro". Successivamente forono costituite le Sezioni:di Vicenza nel 1921, di Busto Arsizio, Trieste, Legnano e Vercelli nel 1924, cli Roma, Venezia, Cremona, Lecco e Napoli nel 1925, cli Cagliari, Gallarate, Pordenone, Forlì, Padova e Brescia nel 1926, di Como, Udine e Saronno nel 1927. Al primo presidente per gli anni dal 1911 al 1920 O Enrico Torrani successe il I gennaio 1921 Arturo Rùsconi. Vennero altresì fondati due giornali, il primo,nel 1926, dalla Sezione di Bologna, " Tl Granatiere", il secondo, nel 1928, dalla Sezione cli Lecco, "La Gavetta del Granatiere", sostituito nel 1929 da "La Vecchia Guardia", durato fino al 1933 per diventare organo ufficiale di informazione del l'Associazione. Con il congresso di Genova dell'aprile 1927 fu costituito il Comitato centrale con sede in Roma, e primo presidente nazionale fu elètto il generale Paolo Anfossi cui seguì in veste di commissario straordinario reggente, dal maggio 1928 al gennaio 1929, Arturo Dell'Orto. n Oirdtoriù

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Furono successivamente presidenti nazionali: Enrico Beretta, Luigi Hemmeler, fino a quando il I Oaprile 1936 fu eletto presidente Umbe1to di Savoia, che lo rimase fino alla seconda guemt mondiale, dopo di che assunse la reggenza la medaglia d'oro presidente del Museo Storico dei Granatieri generale Ugo Bignami. Nel 1932 venne inaugurata la nuova "colonnella", in occasione della prima adunata nazionale in Roma, madrina la principessa Maria Josè di Piemonte: colonnella che nel 1938 venne poi sostituita da quella "tipo" imposta dai nuovi ordinamenti alle A ssociazioni militari. Nel 1934 il Comando nazionale avocò a sé la pubblicazione del periodico ufficiale "Il Giornale del Granatiere", che cessò la pubblicazione nel 1942. Negli anni trenta del novecento, l'Associazione venne inquadrata su ordinamento paramilitare, costituendo la 2a Brigata Granatieri cli Sardegna in congedo, il cui Comandante fu appunto il Principe Umberto di Savoia, granatiere ciel l O ed Ufficiale nel 2°. Nel dopoguerra l' Associazione, ormai discioltasi, venne ri- 2· UR.IC:i\1' A ORANA'l'll!.RI DI SAHl) l!GNA costituita, e ne 1-\/cune Colonnelle Sezionali dcllA N. G. assunse la presidenza il Generale Carlo Meloni cui seguì il Generale Giovanni Battista Sampietro. Successivamente sono stati presidenti nazionali i Genera.li Enrico Lugli (19591962), Federico Morozzo della Rocca (gennaio-giugno 1962), Renato Castagnoli (giugno-dicembre 1962). Dopo un periodo di Presidenza " laica" ( dicembre 1962 - giugno 1974) dell' avv. Raffaele Tarquini, alla presidenza del Consiglio Nazionale cieli' Associa,">1,-l!..._,, .... \ zione fu eletto il Generale di Corpo d ' Armata Domenico Pipola, quindi il Generale Roberto Di Nardo. Attualmente l' incarico è ricoperto dal Gen. CA Mario Buscemi. H'Z>ON lll lc'.IOINI)

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IL MUSEO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA

Il Museo dei Granatieri in Sardegna

do!'ll'(talh,, una.. de-!b ~ndin.11 nfFi'.t"l.J d:allc

•.. Due 5CCOli e mezzo di swria glori053, un lungo periodo di anni, <lenso di (atri e cli nomi d.a fissare tenacemente nelfa ,ncnte e nel cuote di chi ci vuol c,,,,oscer~..... Po~re con ricordi e documenti fac rivivere i dutcentocinquan· t'anni di ,~., di quosu Bril(,lt1, che, fondata da un Duca di O... Savoii., dei S:woill ha la tem,cia cd il v~lort; poter con ricordi SCj{'uirl;i nelle eroiclu: sue peregrinazioni attraverso l'Europa. d:1 un c:apo all'altro delJ'ltaJia; vi\·ere con dS:I sui c u111>i di bawiglii, delle guerre con:1l»t.tute; acc:or:npagoar-b n.ei 26 al!oSCC'.li, vedere 11: sue cc.n~ bandiere la<"e:re, a hrandelli, ma semvrc: lcv:rte aJ M>le, correre temerarie incontro aJb morte: ecco lo scopo del JLOStro llU$éO. Troppo bella e troppo nobile era l'idea perchl! non f.,..., 1entata: ora bnllant~memc initiaU. rad.iosa prosegue diritta aJL, t ua ml'ta: , educa,c coH'csempiol >. l..'idca di donirc lJ\ un'Clpposita sala i ricordi storici del 1• R tg· gimentD Granatieri, raccolti principalmenre per opera dd apiiano Liugn.1 cav. C i""<t'l>e, al oolonndlo Vandero civ. s«ondo, ment.rc il Re-.gj..,rimc:nto era cli guarnigione ~• Pfaccnza ncJ 1899. Acooha l'iniziativa con grande ~lancio, cominciò il l.av-oro tenace col conoorso di tutti. ,·ecchi o giov-..ni solcbù, di tutti coloro cbe .sono con,inti che dall'esemJ.tio nasc-.& iJ valore. Il 4 uq,·cmbrc 1899, it1 occasione dc11tt festa della 8andlcra, aJla p.rèitJ1i.a di tuut le ""' 3ut<>rit.à civili e militari, e di molti iuvit.3ti, il MuRo Cu illaugurato; e il 4 no,•cmbrf! J 900, in Pamu.. il ~ Granatieri, cornan, dato dal colonnello Cesare Coofalonieri, in:augur.. .olcnneme:nle il proprio. Essendosj i due: lteggimenti riuniti uell.3 guarnigione di Roma. i ricordi si fuxro e $.>J'Se l"auuale e Sala dei Ricordi Storici della BriK•ta Granatiai >. i><IJ. C . - di Ferdinando di Savoia. La nostra bclJa sala ora rigurgita di ricordi; 1ucntrc anelanti $Cmpre proseguooo lt ricerche•••

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1L1t11t" P(!ruginf' .11 1 • Rcgj?lmmtc.> Cr-arutirri eh" b dN:na,Mlfk: di S. )I. il Re. \"iunrio f'..J n;uwtl•· IH ,·olle cuMocliu ntJ nolilfo ,\ fu.~o. J...e prcij~ reliquie, :1W"L'lti cli u nc;1 glnr't;,, "nr, ~,niou· ,fa un azzurro r,:t,;tro, nd qruk:: soorr~ jl aitidll'o n ,,w, ·

... e m.ti j,aizione fu 1,ib vcrillc-rn,

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Le: altre b:indi.erc.- MffltJ eot1Sttv.&lè U'Arm(ri... Rt:a!e c:h ·roriw,. chi! le riil,. putire rttkH't" h:a:un:11.111· r ritQm u· ~ l:,ancMh. f-4 J:tllc muhiwlori e v;u1r h.,ndl-tit" Mt·111r,bnti ton ~ gu;ttch1· m·1 (':unvi rii nt',1 , 1 campJJ,:Ut', àl ~ ,.:r1) ,•rssillo ukol,,,rò? dw ac.-..om. •,agnb 1 Gran:uieri in 5 c:.mp;11!J>e, bl>t~,. tuttn u11 c-.intJ• di ,,u,,11 ,.

d,e .alc<,ucia MJ.lla ""·f'Cdti:. e generc,u Uri,J:"ata.. 9d11Jtft> (...-dde .,1 k.t , c-....M:,e proni., al sagtifido. come l>(.., lo ttnx· Jhn01U'~(· ndlt• 1,· u volt(· , lu· i $Uflj !ejJ{Wj

fu.

rooo al fu«s,~ Com..1ndanu.

Lungo 1--

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rt1:1 l• un 1mcor·

n:r•i, 1111 ;t.ltcr· narsi di ntro4th! ~,no i co,nvi

J,1nti. l ludur fisouomit· Api rtc.t: le:tll Ji 'QJtd.:10. '>C:l:hi u.111..-auilli e ~n-nl ,.1,iw,ni all:1v~iont- di'lt:1

mort.E', r.upt• 4'r·

m.:.1.rure dt tf.-rto,

Sfonunatamen1e sono ancor poche le b.1.ndiL'Te do. noi possedute, ma JClà formano l'ornamento pib bello del MUSt'O .. Rt.ligfosamente c o ~ . i l:\ceri bt=delli uistamente inerti, giaciooo colla po03 degli noi.. Quantl ricordi, qmote visioni di saogucJ &se narra.no dei dclirj inebbrfa:nti delle vin.oric, del dolore stnl,ziame: della acou· 6tta: esse dicono dei loro difensori ,·couti maio col loro oome sulle l>bbra e oo' smaglianti oolori uegli oocbi. Le prime sono q,euro bandiere dd 1.bnagiioni dd Reggin1ento C,r3naticri Gu.1rdic. Sentiamo che oou ne dice fa swria .e Il 18 seuembn, del 1838 t$1<mdo il Rcggimenio Gra""ticri di stanza a Getlon, il canfinaok Tadini, arciv...,.,'O ddJa ciuà, molw 90Jen. netne.nt.e be:n~issc oclla chies." dtU' Anounzi3ta in cospetto dcll'in· tcro Reggimento, le oo,-e 00,11diere concesse dal R.c in luogo di quelle avute da Vitwrio Emanuele I nel 1814, ridotte a pochi bramklli. S. M. b Regina !bria T ~ volle dare a queou illu.,,1re porzione ddle regie truppe un• pubblica tcstimonL,nia della $03 affezione. decorando Jc nuove b:mdier4! di un disti.olivo ehlboratD dalle proprie ..,., nwù, contr.155<8no di aoo dubbio 90vrano favore. Jn&tù sui n.a.s1ri dcUe baoditte ~ ri,e2ma.to in a,-.. genio il rnonogr:1mm• di Re Carlo Albc:rto, sonnoniato dal!> coro11• reale di S,irdegna. Sul drappo delle nuo•• bandiere furono cudti i b.-andelli delle vecchie, dopo attrri trapunta b data 1815, a ria>rdo della campogna con esse onorcvolmes,re compiuta. Poi viene la co1onnelb. tutta di &eta, di grandi dirneotio-ni, porta dipinta in nero ed oro. l'aquih che Tommaso 1 coot.e ili Savoia IIUi ns,illi mise nel 1217. La bc,ncflff2 ~ di-risa in quauro camr>i, rossi ed auurri :iltcrnati, <lalb grande ....,.,. bianca cbe Pictr0 n nel 1263 levb 001ne insegna. l"mnme bianche e rOSSc: sorgono dai lati, • tutto intorno vi com, il nodo dei Sa"'*'- La coloontlh risale al 18 r4 ed """""'P"gn<) le guaroie 11d 181.5 nella guc,n dd 100 g;«,mi. Vi ~ poi la bandiera colonoella pon:a,a dal Reggimento dal 1774 al 1848 e qudla portata dai Battaglioni Cuanlie sotto il segno di Cario E=nuelc Il. E roeotre scrivo gionge graditissima b l«un che anate la Brip12 ddl"an111inentc arrivo di un altro glorioso drappo, quoti ,·olt1 si111bolo

352

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hidç, M!\'CfC' di, \ ~·: •_,oon t111t1

i ni,w, or :, 111· cLinti q wi v,,J,,-.

E-:wic:om:tn· danti d, llri~al.l ,w cooie llooifaon Kr,:ò d, S. f n,nl "' g-,.n'"1'aJ,e Vacque-r l'odcri; f'CCO i t:omawfanti dtl Rt.'l!girot mO (ÌU:trt.lit>, d,I Rt'J{t'1m,"l}lU ("itan;c1lf'fi C uMW~

<fai 1659 :ti 1$.;o,

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111. e ,i., J<-;:.rnanùt"lo:,- J\', \'iu,..lf» 1:-:.ma:nnele 1. C ulo F.. J1it' .. «:cv i 0•1n,u.• <.bnti <k-1 ltc.~girr.f'l.ltf) ,li S;ir,lc:-~ , r- dd- ..Rt•gtthrM.-ntn ~ ~h HÌ c;uardit!: Don lj.1$11 trÙi11', Gt'lt0\t.k l>uci di S. pj1-t.ro e Ca ::r/Am, il ca\".. Doo Stdu;, CJ.uwit• .f.o:riC'O (('ali e nM,1u 2.Jtri.. ed m;aci inffnf' 2i nMutb11ti ù,..I • e :?" Guna.ti,.'n di ~1"1,.~ da I uti; Cw).ui,a di fj,iJli.lJM'» ad .,\uìJk, .Sut~. d~1 O'J.Jllt! M3n:.S51eft) <lj ( s.:lfolt- ;.i l\_....,rco- (;o-ufalonirfl. tutd \';ak1ròSi còJ J• Ho 1;np:,,::o t.h 1l..c".."r.1.iioni f,.flri cfr-2.,cr cunlribttiv, tuui aib. gr.w•J. r.1.. dtl~ l""l.l'Q ! •.\Uid.tnb , aflmi tl".\ fnc:::I: Il f'ilJ•,l,llk> Jaa,pc:, Cancdliui ul iJ ,JY{:.g ior Sol.ero, dt<tW:,ti dclb: ,n1,b1,."ha cl",.rttrntu. iJ QJ.,a;to,u Ro$Uì, dl"N)1;no Jrllt mt:tbgti.a d 'hft,..•. , td àlui cd ::thti.alk'•Wn, l b ui gt:w.d.i. lOH# \.illJf\o~. Jt O'.,.tlt· 1J1 .!, ~ -butaOO di._.'1.· JUll. h,· ~ di n,m J•A#"f' ,OÌ ~\"fr le "P" ·• ~ ocmic.">. il ltiinxc<':M"Ol~

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•~t-11o


.!TARI:: JT ,\I .IANA 1LJ,U$TRA7.IONE GoirO: V itLOrit• Emanuo.lc J[ che getto. U famo80 n1J,,f,JIO: '< A 1ur lt.: Guar<lh: JH:r l'onorn di C!\s~ S:woirt • , par,,lc d i,•t 1111l(· 1rn,110

per l.1. Bdg·.i m. L(1 !Jrcsa di Mob, di (~:,t:ta diCE'c fu r,>wJ 1h:C(ir.\ll' tièl!:,

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q uella di 1',:ru~i:1, dove le b;111-

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ullimo l'cpi~<.,dlo del ) Jonte Croct.· a Cut>h.•.m rH'I 1.X66. Q,wsti g r:mdi •1u:uJ1·i a ev\ori, sonc, l'opem n •hìULCros:I <li duc.rn>~tri soldati : li \\'an Hkli C"d il .l.uptriui. J->oi ven)lOIIO inch,ioni r;,pprcsc111;11Hi :111 1i mc,111(.!uti d i valori:. ~Aula L.1wi11 , 5taJfalo, { ,uito, S 0 11u11ucampagna, ,\ hb~l G:tl'im;,, .... J.(:mbi di h;.uidii-re; <1uelb port:1t:, m Crio1e;i ,. r1m;ll,l ch1..· iuidlt i grnm1titri :ill':1s:,;~1lto (li l'nng:ia: pi:mi di ('a111p~1g11<::, fra i q11r1li d i g l'~1ndc inti':rcs..c.c lJUc:llo deWA~1;ii:ltr1. disegnaw dal conte di San Sdx1s li:mo; poi gli c,·oi: iJ s0Holcuc11H f~:,n<:Ui di Ko!-sana , cn.<luto da ,·:t!oru!-lo a Mil:rno ud il porn,b:,ndicr:\ Moln di C-aern e di P<·ru }.!ia. Fccia cli Co~t,.;\to. il porl!\h:t11· · <l!c:ra d i Cu~1oi." 1

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1u·H(i M:t:,;l'I;~ d i S:,u Hingio, t:he, l.i,;11<.fo'.: ((• I' Ì l O

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San ~l:1rtino.gri· il:n•a in lnu10 jJÌ•!• mont.r'!,(: :\i ~uui ~c.1ld :ni: . / /'i• ,1;,,.; '/ ,,,,.,,1 n,/v· ntl, ,i;•uuli .trra, ;u,lil. , t•i :·a 'I

Nel ( 1 ) ·rrc: irandi llu~dri ~d ulio Ntfri>,:ur:m ri te I.I, ..\ 1\1. Cark> E lna uuelc li i. Vi ttor io Ema, 11111.:h• 11 11 Ctarlo Eu1a11uc lc JV. dono di ~ua M:'l·

cstit ; 1111 um{!'nifìc() ritr:1111; <lei &rn11 R<.:1 tuuo drl·vndatu da gnLtW.tini neHc varie unffonn i, e so tw ,,I hii,;n()unc> ,·on i 1,.:.r.mdi occhi~n,l espressivi: pur,: in mcxio :,i :,uoi soldati 5. A. R. il Princip<: di 1-'it~montc, ~pcranz:, 1101,lm, :il fp.iak i gr:,n:11ie..:ri I,c r prl111i ebbero 1'01wr,: d i momaf'c la .i!uardia iu Rom:l, J! ir:u,unc1.zo :,J R,· ,:cl a li:, llegio:i. nostr:, , un g1~nde quadro çon i l 'rindpi di Ca~n. Sav()i:l che: h:t11f10 bcnc..·lfont(.J il Rcg-~i111en1u : Viuorio i\m<.i.c l('ù li. che d!\ alle <~uarrlic io ric,,mpc111>a dei buoni \; \lit ~ lornsi ~l!rvigi. un numcn1,o d i p:iì!a g-ic.Jrn:tH«ro ( H,96), c~1rw EuH\• n1l<'l,· I i i, che ucl r; 53 d:\ ai Crnnaticri {,{li nl:nnal'Ì bì:mchi c:ùmc lHstiotivo cli \'alùn\: Cttrlo AllwrL<:i eh,·, ~vddisf:1110 del s uo bel Reg, g,inH' nto, d~ la pl:\('Ca per le ~\l,1erne c.011 l'nquiln di c~~,1 Srl\'oia. Po\ ,·,·n~Ptw i ricotdi varii: 1111 :1ltèrnnr..i di o~~'C'Ui ,. di co~t 11,\1\lO <livcr$(' frn di loro, rna pnt'lt1111i al c u(m.: un solo ling u:lf!'J.:!°iO : qudlo del vr1lo1'e e della dr.vozionc I r.iuhlw truforate tb 1'lrniN· dli, t un,· imri:.c :hH:Orfl di gcncròSO ~ ,ngue : t_tudla del .Moinzzo dellu R occa. mono c:<,n uun pillln in J)MtO 1iurantc l'ln.~urreziouc d i Ccino\'a ; ,1udla dcll'anu:ill.' conmudnntc della 2ll oomp:ignia clc:I 1° Ct·:u1:n iel'Ì 1 c:11Jìt..1no Vect hio. gr:wt>nwnlc rc.-ho ;ui t\dua: uu ~' P)JOtlQ nl luogotem~11t1.1 A. M. in ..! 11 del 2 1) G r:tlHHit•rl, F:tnilio C,une~um, buc:nlu in bl·tt ~2 pftrli Lh uni\ f;trnumn sc1..1ppinrn ,·id1w. li chcpl del son otenoctc Confolunic:ri. stìornto d:, unn palla u C1t• stoza ; l'elmo del rnloroso R'C.ncrnlc Boui. I.,~ urmi: la s1~1.d ... cli duà tk:1 d uca dì S:\J\ Sebastiano, grnuate à 1n:-rno di clinwnJ;im1l <ll,·crSt•, sciabok e pbnok , u1w daga ritl· ,•e,ntHt, a Cossercin. poj..-rn:.li so·app,ni ai pili 1e111uti l,rÌ!,!', tnli . ( 1) ~ fcrit(, il \'~rl'I ( l)loirntlln, :w:mtì ~r:1naticri, e,·,•h•a il Re!

353

Ros!ii p~mm~:,:hi di music,ul1i, 1_!1i ilhu:nari tld rnloum:llo M.1.s;;.;l di S;rn lfotj!io. 111\ pv:1.1.~> di ,._;'r<lll;\l;). pio,·uto dn l'l~chitm, <frCorn· iic,ut ~tr:i1)pnh· :, 1*n\ Jlt»,ici! lUcd:1~lic t1l ,·11lor<·, t ~ mcd.t~lit' :lt• tei;t:intt I<: be11~n1t:rc117.C dd R cJ,:"i.:,iincnhJ. [n ml~ vc,1r iua n pnrt<c, Je scktbolc. ,: le d<.~ or;i1.iom del c~ucrnlc A nniOOlt: !1oni, l't·nw di t'.ustmm. E la Cl'<Jte d<:ll'Ordin1: di St1voia, e ht 111t>1l,1J,:li:1 d'oro al \'~lore 1nilit11r ct <li<,:osw ltllh') di quc-!-tlO illu!<trc Jl(1,:11ro OOudottidO. Ed in 011 cof.,no, ~ lUSér\'O.t,, 1,.'<,m~ 1111:i rdiqui:1, ..g~t:nv d i µict!, e di n:ucr-ationc, I:, ,lrn~oua tl'1>t<t th;I R e llu\'1111.,, rht

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Viuo rio Em~inuch.: voi!~ d:\l'c Gr:urnLicri di Sai:dt:~n\l. Parte inkr<'.itSanlissiinr1 e degna di s w dio, ~Q nt) i docl111lc11d : ordini del iion1n di S . !ti. il Re, dal J774, 178r., ruoli di 1111:t.ir,. 1lit?t 1!:11 l]i4, r iani ,~ 1·eln1.io 11i di ç;un p;\,.-; 111.}1 h ré \'Nli, litO!i <li nobilti1. l'l!j!Ol.amcnti di var ie cpoché, mnret <l'Mdi1U\1lZa, amogr:,,i cli valorO~i, rC):'i •:i1,1:lictti emnna6 di\ S. ;\[. Culo Felice 1.,• Viuotiu E mrmuclc I. t:<l infiuè , il ltimuneuto n.utog-rnfo di I). Alhcrtc, -Gc:i1ovei:tc ,

l)uca

lii S:111 Pi1:trò.

11 munifico comand::inie dei

Caf'.ci::1-

torl di Snr<le-!!un pcrchè: "' rima·

ucSSe di lni ricordo d 11rc\1olc uel Rcg-gimcnto Cncciawri, ntin s-010 1:.et il con>ando Junghis~imainenre cscrcit:110. ma anche per una gl;nC· TùSn co,ulnuazionc di -;tmOr(:\'blc solfoci t,11linc :., il rll ilJ.:"09.lo ,Jel , 776, asscg n:wa un capitale di 100.000 Hrc vi..-cthic d i Pi1.:monte. che :il

4 "/,.. d ovc\•anò <fare uno. rcoditn e.li lire 4000 rn11HU!, T::ilt; rendita do\'eva e.s.~mrc <fai colonneltq imr,ie• i:ftll\ per 4/ S, O • m:tnt«;:ncrc d COO· rosis~imn l.n mu~icn <ld Rct,:1,nenro. e :i (:-aro un modesti> funernlc iu ogni rieorr<~nzn r1:rni,·crs-:\l'i~1 dclln 1uo1·,e riel don:içofc > , e J)Cr r/ 5 in soccorso t>d opere <li r,ietà ~ beni~· Acio dei 1oilit;iri del Reggimento, li C.11J-lit:1Jc fu UU<~nt dol }!CllCl'0.:10 si~nol'e :iumentato, erl ('ll':l la rc:nditn erc(limt:i d:1l1a Brignt., Crt,nnricri nel l 852 è d i lire 5985, c;h~ si

'impicgnrn') iu um, ma~~l 111usic11 e Jn un!\ massa pietà.


TAR.E lTA.LIANA

r .1

!LI.USTRAZIONE: M

Ogoi auno i d ue R.<..-ggimemi ~i alternaoo nel tr'ibut~tr e il U3 feb. braio solenni onor~n:i:~ ~tl f{tll<:rCJso dona ton:. Sparsi pc:r J'ampie.zza de lla s::\Ja, oc;çhit;ggi:mti qo:i e I~, O)me :1 g u:mlia d<.:llc preifose cose, stauno i gruppi : un g.-r:,oat.ie re del Y7iS in a tto di l:1 11ci::ir fa granm:-.. ; 1111.t

bella testa d i .soldato, fiera i-,ono l'enorme berrcuonc pelticd,uo; u n g-r:.maticre io fozio11<;, penRoso, fon,1; ,,cns::in do a lla tristé Novar::i, ed in n11.;z7,Q ~tlk h:wdiere, fra. re ~nhbe iotrise di s:.i.ng t1c dei suoi \':llorosi: Vfrtorio Enmnuele Il. t 10 bozzt lto opern del scnaLOr t: Ì\ I011tcvcl'dti.

Un

grande medaglione ckl Re Jluono, dello scultore I.,11 igi .llistolfi , un bmsto del valoroso d ifonsore del1' As~i<:Lt:i, e.cl il bozzew, ultimamente rcg~lato d allo scultore com , mend~1torc A ))pollo ni. e il valore, che tenendo in braccio una vittoria alata, a dd ira a dm.: grana tieri; uno ·d el t659, l'altro d ei g iorni oos1..r i, l:t vjl\ deJla g lot'ia: e 1t.: tre figure p1·oseg11011Q ~t"cure ed Ì!l\·isihili a vendo negli occhi il l:1mpo del COl'aj?'~io!

Tnua la :;:Mia cldb v<:cchia Orjg:n:1 (! c:<m1pt:ndiata nelle 800 pa, gfoc: che fotal a 110 frt spl<~ndida pubblic~1zion(" intitola ta • L ~ Rrigata d ei Gr.aoarit-d di S::in.:iegna _. che il maggiore d i Su1to M:1ggiore Dome nico G1Jcr1·it11, gi?1 ufficia le dei GrnnaLieri, scris~c e donò c:ol b s<'gu<:me de.dico\: < f.D BriJ!c1la ({d C ram,liCri di .'::,.n-dt'J[m, Queste. sue 111c morit ,d vrit:he . .:.. _-Ji /Jai:r<1li - Clt~ le firtr /J glori()sc - .C'111~ .fao·a -

A t' -;,e,duri -

j,frd1l degnamenft' ,~ cmJ/im1i n<1 -

Ruc.-

,:"mamla ~. E<luc.:an: coll 'esempio... e vcugùo<, a frolle i .Yisit~1tol'Ì : Regine Princi1 11 , pt:rson~ggi illustri. *.'t"Cchi sofd:s1i , ~i (JtwJi f)il1 d\111:t ,oJra ho veduto spunt:m:: le Jacrime suJ ci}'.::li() ~d ho s~nlito 1ri,.. roa r<: fa ,•ùce. sig uò n; :,,venti nel cuore il sc,g,w de WJ t:1lia gr.-mdc (.' fone, solda ti tleml Patria tutta... vcogooo a fro th.·, e tmti te· <!

354

sta.no commossi, e rnui 1·~ t:rno <:011li:1r,,e si d'ammir:ufonc: inoanii alle r diqu.ie dd nostro p.'l.ss.'lto. Educare coll'esempio... cd cscmpi non oc mane.mo a questa m~inca fMg;u:t, ptr hl glori:\ dell.a quale tutti sinmo VQbti :il

sagrificio. Nu,ta nd piccolo Stato Sub:llpiuo, ess.4. sc:.guc le fortunò:sc vicende dei Savoia, i,; a cc.- ompagna ;tttrnvcr so le pcripe1.'ie di mille

comOOn imenci, e d ue volte, a Curt.llOne od 1733 e a Miiano nel t S.tS ha l'ooore di S:llvare b \•it:.'I :,I proprjo Re. Pug nand o sempre per l:i glorb e ta liber1à, orn dposa aueil• dern.lo, udi.. ciu.à dei Cesari, a fianco del suo Re !

Virgilio Cuh., gari 1'uu..nlr:

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L'attuale Museo Storico in Santa Croce in Gerusalemme venne inaugura to da Vittorio Emanuele TI il 3 giugno 1924. Tuttavia tutt i i ricordi del Corpo erano già raccolti, come si può evincere dal precedente articolo, presso la sede dei due Reggimenti. Quello del l O a Piacenza, inaugurato nel 1899, quello del 2° a Panna, inaugurato il 4 novembre l900. Stanz iatasi la B rigata in Roma, i due Musei furono riuniti e tutti i rcpe1ii storici furono raccolti presso la "Sala ricordi storici della Brigata Granatieri cli Sardegna'' all 'interno della Caserma "Ferdinando di Savoia" (attuale sede della Polizia di Stato nelle vicinanze della Stazione Termini)


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Collaudo del tetto

Sua MaestĂ la Regina, accompagnata dal Gen. Big1111111i, in 11isita al Museo storico dei GmnatierĂŹ di Sardegna

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UMBERTO DI SAVOIA E I GRANATIERI In data 30 novembre 1921, il Generale di Corpo d'Armata Edoardo Ravazza, Comandante del Corpo d'Armata di

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Roma annunciava a tutte le U nità della ,,._-...r. .._......,__,..,.-._--.J Capitale che a far data 1<' dicembre 1921, per volere del Re, suo figlio, il Principe Umbe1to, avrebbe iniziato il corso quale Allievo Ufficiale di Fanteria presso la Scuola di Modena, con assegnazione al l O Reggimento "Granatieri di Sardegna". In quella data nacque quel profondo legame affettivo che vide il futuro Sovrano sempre vicino ai Granatieri ed alle loro vicissitudini. D'altronde la volontà del Re non poteva non essere occasionale. Difatti, anche se il Principe riuniva i requisiti previsti per il reclutamento nel Corpo ed in particolare la statura, i Granatieri, nati il 18 aprile 1659 con Viglietto Ducale di Carlo Emanuele 11 , sin dalla nascita, dallo stesso Sovrano h.t>-·-~ ... ,~ .............................. _.__, furono onorati dall'appellativo "Le ,.,,_._ ................,.._..._,-.&, ...... ~ -.. .....-.:.-.,~.-Nostre Guardie", ed il di lui successore Vittorio Amedeo II, nel 1664, per avvalorare questo privilegio, concedeva loro il diritto di precedenza sugli altri Reparti in ragione della fedeltà al casato. Come pure Vittorio Emanuele I, ali 'atto della Restaura 1L PRtNCiP€ 0 1 PIEMOf,tlf AI.I.IEVO UF'FlQAL E OEt. I." f.l'E.GG!M.El'tTO ç.AANA neR1 0 1 SARDEGNA.

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zione dopo .il Congresso di Vienna (1814~1815), ribad iva ultcrionnente i l principio del "Nostro Reggimento di Guardia". Lo stesso Vittorio Emanuele Il , allora Duca di Savoia, nel 1848 durante le fasi concitate della battaglia di Goito, chiamò a raccolta la propria riserva con il grido "A ME LE GUARDIE". I Granatieri repentinamente formarono quadrato intorno a l Principe, resp ingendo e contrattaccando il nemico. Tale grido, già udilo durante la battaglia della Marsaglia nel lon tano 4 ottobre 1693, dove le Guardie furono incitate dal Comandante Marchese San Martino di Parella a resistere al nemico, da quel momento divenne il motto araldico del Corpo. Giunto al l O Reggimento, il Principe fu assunto in forza alla 9" compagn ia ed iniziò la vita militare. Le tappe successive, presso il Reparto, dove Umberto seguì con impegno l' attività addcstrativa prevista, furono la promozione a caporale iI 15 marzo 1922, e l'avanzamento a Sergente Allievo Ufficiale in data 1° giugno 1922. Ma la data più significativa fu il 20 settembre 1922 ove Umberto, con Regio Decreto 15 settembre 1922, viene nominato Sottotenente di Fanteria di complemento ed assegnato al I O Granatieri. Spettò al Col. Dina, Comandante del 1° Reggimento, ricevere dal Principe, in data 20 novembre 1922, l'onore del giuramento da Ufficiale. li momento venne scandito da parole di profondo sentimento cd emozione che inorgoglirono i presentì. Successivamente, in data 6 dicembre 1923, Umberto prestò servizio al 2° Granatieri nella Caserma dell'Unità situata in Piazza Santa Croce di Gernsalemme.

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Presso il Reparto, il giovane Ufficiale si addestrò e prese parte a -tutte la attività previste per un Subalterno dei Granatieri. Presso il Museo dei Granatieri è esposta una foto che ritrae il Principe quale alfiere presso I' A Itare della Patria. Il suddetto legame non cessò con la promozione a Tenente ed il successivo trasferimento al 91 ° Reggimento, difatti il futuro Re negli anni trenta del secolo scorso assunse il Comando della II Brigata "Granatieri di Sardegna" ( così in quel periodo vennero chiamate le Associazioni d'Arma) rafforzando lo " spirito di corpo" che ha sempre unito Umberto II ai Granatieri. Furono infatti questi fedeli soldati , insieme ai Corazzieri, a rendere l'ultimo saluto nel cortile d'onore del Quirinale al Re Umberto che, nel 1946, lasciava definitivamente l'Italia


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LE CERIMONIE DEGLI ANNI VENTI E TRENTA DEL XX SECOLO

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LA NASCITA DEL TERZO Il 1° Novembre 1926, veniva costituito a Viterbo il 3° Reggimento Granatieri di Sardegna, in conseguenza di una legge del 1° Marzo dello stesso anno, che trasformava la Brigata da binaria a ternaria; nasceva così quel 3° Reggimento Granatieri che darà testimonianza cli coraggio e cli fedeltà , conforme alla tradizione di tutti i Granatieri, impegnandosi ben presto sui campi di battaglia in Etiopia, in Albania, in Grecia.

li 12 luglio ciel 1927, alla presenza del Principe di Piemonte Umberto di Savoia, al Reggimento veniva consegnata solennemente la Bandiera di Guerra.

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IL MOSAICO DEL GRANATIERE Negli anni '30 del secolo scorso, si volle decorare la facc iata della "Casa del Granatiere" (sala convegno Truppa) della Caserma Umberto l, sede del 2° reggimento Granatieri di Sardegna, con la figura cli un Granatiere. L'immagine del "Granatiere" nell 'atto di lanciare una granata, che riflette il caratteristico impiego della Specialità nel primo periodo della sua esistenza, fu realizzata in un mosaico policromo di rilevanti proporzioni ( circa 30 mq). l i progetto, iniziato nel 1937 - la data ufficiale è il 23 agosto con l'uso della Tecnica "Vaticana" (l'altra tecnica è quella Romana), ebbe quale realizzatore un valente artista granatiere, il sottotenente Lino Lip insky de Orlov, che venne coadiuvato eia alcuni ufficiali, sottufficiali e granatieri del reggimento.

Il Jlfosaico nella casermaUmherto I in Santa Croce in Gerusalemme

Lino Sigis111011do Lipinsky Conte de Orlm, 14 gennaio 1908 - JI agosto/988 Figlio di 1111 Aittt,mte di Battaglia dello Za,: Acquaji>rtista, pittore, illustratore, grafico, scrittore, studioso, insegnante d'arte Dopo aver prestato servizio militare nell'Esercito italiano quale Ufficiale del 2° Rgt. Gmnatieri, nel 1940 ", ricercato dalla Gestapo, è costretto a lasciare l'ltalùt" e grazie all'aiuto di una personalità del Vaticano riesce ad ottenere 1111 passapono falso e quindi i111barcarsi, a Genova. /11 America sviluppa la sua arte di acquaji>rtista a New Yorl<, Boston e Washington. Dal 1959 al 1967 è responsabile del Dipartimento di Design del Museo di New York. Dal 1967 diviene curatore della Jo/111 Jay Homedstead dove vive con la moglie A1111 e colà muore 11el 1988.

li comandante del reggimento, il colonnello Albe1to Mannerini, seguì personalmente la costruzione del mosaico e la realizzazione di tutti i numerosi affreschi (andati perduti) che decoravano le pareti al! ' interno della sala convegno truppa. Il complesso fu ufficialmente inaugurato il 27 ge1maio 1938 dall'allora Capo del Governo, Benito Mussolini. Nel 1958, la Caserma Umberto I, già abbandonata dopo le v icende belliche, tì.1 ceduta dal Ministero della Difesa all'intendenza di Finanza. La scarsa manutenzione e l'abbandono dell ' infrastruttura comportarono inevitabilmente il degrado anche del mosaico che era stato già deturpato, sicuramente nel periodo bellico, da evidenti colpi d'arma da fuoco . Nel 1979, dopo la costituzione del 2° battaglione Granatieri "Cengio", erede del 2° reggimento, fu interessato lo Stato Maggiore dell'Esercito per il restauro, il distacco e il trasferimento del mosaico nella sua sede attuale; cosa che avvenne solo nel 1982, per l'intervento · Il Mosaico nella caserma Rufjà determinante del granatiere, genera le Raffaele Simone. durante 1111 a visita di una delegazione russa

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LA 21" DIVISIONE GRANATIERI DI SARDEGNA Con R.D. 8 febbraio 1934 la 21 a Divisione di stanza a Roma e nel Lazio e che inquadrava la Brigata Granatieri prese il nome da questa e si chiamò «21" Divisione Granatieri di Sardegna». I bravi Artiglieri del 13° Reggimento A1tiglieria da campagna, inquadrati anch'essi nella Grande Unità, indossarono allora e con fierezza gli alamari.

LA GU 11:RRA IN ABISSINIA 1935 -1936 Intervenendo nella prima guerra mondiale, l'Italia aveva avuto dagli Stati Alleati garanzie circa eventuali concessioni in Asia e in Africa. Tuttavia, una volta tenninata la guerra, nonostante che la Gennania avesse perso tutte le sue colonie, l' Italia rimase praticamente esclusa da ogni spa1tizione, ottenendo solo minime concessioni come l'arido Giuba, una lieve rettifica del confine libico-tunisino e l'oas i cli G iarabub; senza tener conto, d'altra parte, della perdita della base di Sollum e della zona di Ramba. Il malcontento, non solo tra gli ex combattenti, era perciò talmente diffuso da giustificare una campagna in Etiopia al fine di unificarla con la Somalia e l'Eritrea e creare in tal modo in tutto il Corno cl' Africa i presupposti per Le mogli dei Granatieri del J 0 salutmw i una presenza egemonica dell'Italia. maritiin partenza per l'Africa Si è erroneamente creduto che Hitler avesse incoraggiato la spedizione italiana e che l'esercito etiopico non fosse, in realtà, che una malnutrita accozzaglia di truppe quasi del tutto clisannate. Le cose stavano ben diversamente. Anche se la Germania non aveva ufficialmente posto alcun veto ali 'operazione in E tiopia, è pur sempre vero che aveva tutto l'interesse ad ostacolare con ogni mezzo le mire di espansione militare e territoriale dell'Italia, proprio quando i tempi della sua progettata annessione dcli' Austria andavano rapidamente maturando. E questo ostruzionismo non rimase al vago stadio di progetto, ma si concretizzò attraverso forti rifornimenti cli moderne armi tedesche all'esercito etiopico. Non si trattò quindi di una campagna tranquilla e di una faci le conquista, considerando anche il fatto che le popolazioni indigene Granatieri in Abissinia non erano ali ene dal praticare atti cli pura violenza e di tortura sul corpo dei prigionieri italiani. Delle sofferenze e delle difficoltà della campagna in Etiopia furono testimoni i Granatieri del neoformato 3° Reggimento, che il 25 Settembre 1935 lasciava Viterbo alla volta di Massaua. Il battesimo ciel fuoco

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avenne sulla linea dell'Amba Uorc, dove i nostri Granatieri determinarono, in due giorni di dura battaglia, la stabilizzazione della linea stessa, conquistando il fori ino di Debra Amba e raggiungendo, infine, la posizione di Abbi Addì. Il 5 Maggio 1936 il 3° reggimento entrava in Addis Abeba . In quella regione i valorosi Granatieri seppero dimostrare la loro valentia anche nelle opere di pace, adoperandosi in una laboriosa sistemazione del territorio e rimaColonna del 3° sulla stradct per Addis Abeba nendovi fino al loro rientro a Viterbo, avvenuto il 1° Giugno 1937. La prima campagna del 3° reggimento Granatieri si era così felicemente conclusa; una campagna portata avanti, in annonia con I.e antiche tradizioni, fino alla vittoria. Se ne ricordano il valore e l' onore che li ha guidati, se ne ricordano i sacrifici e il sangue sparso, se ne onorano gli eroici caduti.

Sulla strada per Addis Abeba

<Jranatieri in Abissinia

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Jf 3° all'Altare

della Pattria al riento dal/'1(/i·ica

PRESENZA NELLE SARRE (SAARLAND) 1935

U 13 gennaio 1935 un Reggimento di formazione , agli o rdini del Col. Carlo MELOTTI, · fu inviato nelle Sarre (territorio di confine conteso tra Francia e Germania dopo la pace di Versailles) per assistere e garantire le libere consultazioni elettorali che ivi si svolsero La consultazione sanzionò il ritorno della Regione all'interno dei confini tedeschi ..

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L'OCCUPAZIONE DELL' ALBANIA 1939

lt p,,',1w ••r<'rl1114•nto J; a1·fotr,up1.1,tl In J:TòlfJJI' ,111,., cmi un i111n o rt;;:. lr•11•ut1J ilì ,:1anctl,.,I, /u t/fr1tu,1t11 JaWlt11l1a 11t'lt'ar,llr /Of 11, al, 111w1n" l'Ad,l.lri, ,,, r••r t'11u·11ru:lnr1I' rl"tt'JI IM,111111, 10~

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le ,p;,1rlo di tempo rcce d ue vfat~ I.li lrMpouo. conwicndo ('0,)) qut1i1· 11 0 volle I.a 1n11.c.rw.t11, In poco pib di on q1uir10 t.l'ou, q ulni;li, oi;r,i :1Pl)!lrt«hic, rngsiuns:evn il (lclo

lcfll\ n)r,<,leMk~. od Artthc iute• 1c111e .:-,i p:l\Ut\ de.:cnni, non ~r..

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rant.:.ria, mhr.,aliA1rid e rutili ml· lr:1ell11tori. con un:t do1111.font" d1 muniliònl ~umdc:nic :hl i.lhncnl:ut le r,rirno ore di comb;111imc11to. Con mit"abilc prc:ci,fonc, in :,.e· guho. ,thin,:ono i ,ucCCS)M rlfor· nlmcnll rng.a.iungcndo in poche o re tll~1:11:camc-ntl e reparti ,,,01:, 11 Ji• ) t.11111 :inchc <'c.111in:ih1 di ch ilomc· 1,i 1lrilll\ 011,drc.p."tlria.

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Dopo il congresso di Monaco (1938) la situazione europea si presentava ancora una volta tesa e confusa; lo spostamento a oriente della influenza tedesca determinato dalla occupazione dell'Austria e della Cecoslovacchia aveva ulterionnente sbilanciato i già precari vecchi equilibri, mentre Francia e Inghilterra da una pa1ie, Gem1ania e Italia dal l'altra, anelavano formando formidabili schieramenti di forze sempre più nettamente delineati e contrapposti.

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Li\~_0MENletl.DEL@RRIERE

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A questo proposito è però obiettivamente doveroso constatare che l'alleanza italo-tedesca non fu mai una profonda e solidale intesa. Come già per la questione etiopica, la campagna itali ana in Albania non fu una concessione da parte della Germania; è più verosimile, piuttosto, intendere l'intervento in Albania come il tentativo eia parte dell'Italia di equi librare l'influ enza tedesca ad oriente . L'Italia aveva, d'altra parte, un presidio militare in quella terra s in dal D icembre del I 91 1, ed aveva provveduto, negli ann i successivi, ad estendere la propria influenza s ulla q uasi totalità dell'Alban ia. TI 7 Apri le l 939 le truppe ita liane sba rcavano s ul suolo albanese dando 1111z10 ad una campagna m il itare rapida, decisa e relativamente facile, de lla

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durata complessiva di tre g iorni; una rapidità ed una fac il ità insolite per i nostri Granatieri ab ituati a ben altre imprese. Erano intervenuti, i Granatieri, con u n regg imento cli fo rmazione composto da elementi del l 0 , ciel 2° e del 3°; ma la rapidità dell'azione non elette loro modo cli disting uersi particolarmente. Nel corso ciel 1939 il reggimento di formazione elci Granatieri fu sostitu ito dal 3° reggimento al completo, ch e rimasto cli stanza in A lban ia, ne proteggeva le frontiere e s i preparava alle pross ime imprese in Grecia.

Aprile 1939 Il 3° Granatieri effettua il primo aviotrasporto di 1111 Reggimento

da Grottag!ie (1immto) a Coriza in Albaniaa

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CAPITOLO QUINTO

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

24 GIUGNO 1940 25 APRILE 1945



LA SECONDA GUERRA MONDIALE (1940 - 1945) Alla 2• Guen-a Mondiale i Granatieri di Sardegna parteciparono con tutti e tre i Reggimenti e su tutti i fronti europei ed in Africa Settentrionale, mentre in Africa Orientale operarono i Granatieri di Savoia che si distinsero per l'eroica res istenza di Cheren ed all'Amba Alagi. Dunque, nel "quadro della tradizione di affetto da parte degli altrt', i tre reggimenti Granatieri di Sardegna, con battaglioni e talvolta compagnie distaccati, furono ovunque. Volendo citare alcuni episodi "in cui l'onore dei tre secoli si rinnovò", bisogna ricordare le gesla del 3° Reggimento sul fronte greco-albanese nell'inverno 1940- 1941; del IO e del 2° Reggimento, oltre al 13° A1tiglieria, nella disperata difesa di Roma dall'8 al 10 Settembre 1943; del IV battagl ione eontrocaJTO in Africa Settentrionale dal dicembre 194 1 al maggio 1943; della 12 1• compagnia caimoni da 47/32 nelle steppe russe e dei Battaglioni Granatieri inquadrati nel gruppo di combattimento Friuli, durante la guen-a di liberazione. Era impensabile che il 3° Granatieri, di recente costituzione, anche se "collaudato" in /\frica Orientale ed in Albania, potesse emu lare il valore accumulato in tanti anni dai suoi ben più anziani fratelli. Vi riuscì in terra d'Albania. I nomi di Konispoli e Kalarnas, di Gregohori, Sella Radati e Murzines, del Kurvalesh e del Gotico, dello Seindeli e di Klisura si sono affiancati con pari dignità a quelli dell 'Assietta, del Lenzuolo Bianco e del Cengio.

DIVISIONE GRANATIERI DI SAiDI6N~ COMT218UTO Al VARI

TEATRI Il

OPUAZIONE

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Giu1no 1940 ml-Ottoi~ 1942x,c

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OPERAZ IONI GRANATIER I DI SARDEGNA DURA NTE LA SECONDA GU ERRA MONDIALE AREA GEOG RAFICA

REGGIMENTO/ UNITA'

ANNO

FATTO D'A RME

1940 Operazioni contro la G recia

3° Reggimento

Operazioni in Slovenia ed in C roazia

Div. G ranatieri: 1° Reggimento 2° Reggimento

(gennaio - marzo) difesa del Golico, 1941 delKurvlcsc e dell'alta valle del Bencia. ( I0- 17 aprile) battaglia dello Scindeii

·10° e 11 ° Reggimenti "Granatieri di Savoia"

XXXII battaglione controcarro autocarrato e 21° compagnia Granatieri cannoni Anticarro da 47/32 Opernzioni in A frica

TV battaglione controcnrro autocarrato e 2 ·1" compagnia Granatieri cannoni A nticarro da 47/32(Div. Ariete)

Operazioni in Corsica

380

194 1

Operazioni in Slovenia

1942

Operazioni in Slovenia ed in Croazia

1943

Operazioni in Croazia e nelle isole della Dalmazia

1941

(febbraio) operazioni di Monte Sachil e quota 1616 (febbraio - marzo) battaglia di Cheren (Eritrea)

(21-27 gennaio) combattimenti di Uadi Faregh e /\utelat (28 gennaio) battaglia dello Sceleidima e Soluuch (29 gennaio) occupazione di (Jhemines e ingresso a Bengasi (3 I gennaio) occupazione di Tocra-e-Barc 1942 (8 febbraio) combattimenti di Mechi li, l3crta, Segnalicd El Aghcila (28 aprile) comba!limcnti di El Zuctina (20 maggio) occupa7,ionc di El Sccleidina (31 maggio) occupazione di Ghemines (26-29 giugno) combattimenti di Marsa Matruck 1942

(luglio) /\lamain. Bir cl Matqua (17 luglio) Sidi Brigish eAlamein

1943

(gennaio) combaltimcnti zona del Porcellino (luglio) combattimento di Mareth (luglio) combattimento di Uadi Akatir (luglio) combattimenti di Chidamc cl Hachana (19 aprile) combattimenti di Takrouna

1943

( IOsettembre) Zonza


OPERAZIONI GRANATIERI DI SARDEGNA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE AREA GEOGRAFICA

Operazioni in Russia

REGGIMENTO/ UNITA'

ANNO

121° compagnia cannoni anticarro da 47/32 "Granatieri di Sardegna" XXX Battaglione anticarro autoportato

1942

FATTO D ' ARME

(luglio) occupazione di Krasnij Lutsch (Ucraina) (agosto) battaglia cli Jagodn ij e cie l caposaldo 220 (dicembre) ritirata dal Don al Donez (dicembre) combattimenti dell'ansa di Werch-Mamon

Difesa di Roma

Divisione Granatieri: 1° Reggimento 2° Reggimento

1943

(8-1Osettembre) Via Ostiense, Montagnola, Porta San Paolo

Guerra di liberazione

i Ill btg. Granatieri inquadrati nell'87° e 88° rgt del gr. cbt. Friuli del Corpo di Liberazione Nazionale

1944 1945

Combattimcnli di Senio, Riolo di Bagni

Guerra a fianco dei tedeschi nella R.S.l.

1°battaglione Granatieri del JO Rgt. "Cacciatori degli Appennoni"

1944 1945

Zona di Reggio Emilia, Cuneo, Torino

Sulla riva s inistra del Kalamas, nei giorni success ivi al 14 novembre 1940, a seguito di attacch i greci, la lotta si spezzettò in mille mischie violentissime ed in tali azioni si ricordano gli episodi del Granatiere Goffredo Giangeri che all' ordine ciel suo capoplotone di spostarsi con la mitragliatrice in posizione più riparata, rimaneva sul posto, rispondendo:"di qui sparo meglio", continuando a sparare fino a quando cadeva sull ' arma; e del Granatiere n101iaista Giuseppe Grassi che richiamava l'attenzione del proprio Ufficiale per mostrargli il moncherino della mano sinistra cui una scheggia aveva aspottato h·e dita, per urlare: "guardate: la destra è ancora buona!" continuando nel combattimento per tutta la giornata. Dopo l'ordine di ripiegamento i Granatieri si attestarono al passo di Sella Radati e sul Monte Murzines, dove l'attacco di preponderanti forze nemiche apparì inarrestabile. I Granatieri non cedettero di un passo. Ufficiali e gregari forono uniti da una stessa inalterabile volontà.

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A Sella Radati si ricorda il Granatiere mitragliere Spalletti che, colpito alla gola, rifiutava ogni cura e, nonostante la dolorosissima ferita, continuava a fare fuoco fino alla morte. Il Ten. Favezzani si precipita a sostituire di persona i serventi di una mitragliattice rimasti uccisi ed in tale frangente viene ferito gravemente alla testa; al superiore che cerca di soccoJTerlo dice: "Signor Capitano, non vi preoccupate di me: pensate piuttosto agli uomini ed ali 'azione". 11 mese di Dicembre continuò con metodici ripiegamenti, sempre in combattimento, faccia al nemico. Sul Monte Kurvalesch si operò ad oltre 1500 metri cli altitudine con neve e freddo che causarono numerosi congelamenti. Il 14 Dicembre si ebbe l'episodio della Medaglia d'Oro alla memoria del Sottotenente dalmata Luigi Missoni. Tntanto, il Col. Andreini, già da tempo sofferente a causa di una ferita riportata nella prima guerra mondiale i cui effetti si erano riacutizzati per i forti disagi di quelle inenarrabili condizioni di vita, dopo avere affidato comando al Ten. Col. Menegh ini e poi al Magg. Angclini, venne definitivamente sostituito dal Col. Guido Spinelli, che assumeva il comando con il reggimento in combattimento. Con 0.d.G. del 9 Gennaio 1941 il nuovo Comandante così encomiava i suoi uomini: "Gra-

natieri del 3° Reggimento, al 'alba del 23 Dicembre ho assunto il comando deL reggimento impegnato in combattimento. Eravate non più di 20 ufficiali, 300 Granatieri: un manipolo di eroi~ già consacrati alla gloria da due mesi di Lotia asprissima e sempre per voi vittoriosa: Laceri, feriti, stanchi, ma sempre fieri, sempre indomiti. (Omissis). .. in alto i cuori, miei superstiti granatieri! intorno a voi, purissimi eroi, ricostruiremo il reggimento e con I 'immancabile, prossima, travolgente avanzata, vendicherenw i nostri gloriosi Caduti". L' ultimo giorno dell'anno cadde da prode il Ten. Ugo Tosco, comandante l' 11" Compagnia, che si battè sovrumanamente con i 3 Granatieri unici superstiti della 9a Compagnia, tutti insieme cantando a gran voce gli inni della Patria. Caddero tra gli altri il Ten. Carlo Acanfora ed il Ten. Giulio Vcnini, figlio della Medaglia d'Oro Capitano Corrado Vcnini, caduto nella Prima Guerra Mondiale. Nel testamento spirituale lasciato al figlio dal Capitano Corrado Venini si leggono le seguenti parole: "Se io cado per la patria, dovrai nella mia morte trovare una ragione di più per amare questa nostra Italia". Nell'ultima lettera ciel Ten. G iulio Venini alla madre si legge: "Se la Pa-

tria mi chiederà i/sacrificio più grande. quello della vita, lo.faccio con la dedizione più completa, con la coscienza con cui Lo .fèce papà e sono certo che da questa nostra fìne saprai trovare una ragione di orgoglio e di/orza per sopportare il sacr{fìcio, ben più grande, che la Patria ha chiesto a te. lo sono /ranquiLLo ejìducioso; la gloria degli .!JLamari che porto, il sublime sacrijìcio di mio padre mi saranno di esempio e sprone". Si concluse così la dolorosa ed eroica campagna del I 940, ma nel 1941 il 3° Granatieri, rinvigorito dai rinforzi di complementi e di battaglione degli altri due reggimenti giunti dall' ltalia, dovette ancora dare prova del suo straordinario valore e sacrificare numerose vite. Nell'aprile, finalmente, l'avanzata irrcsistibi le concludeva vittoriosamente la guerra con l 'ultimo caduto, il valoroso Scrg. Magg. Soldi che, pur addetto al Comando di reggimento, volle partecipare all'ultimo assalto. Si concl udeva così la durissima, campagna di Grecia. Dopo le operazio ni in Slovenia e Croazia ciel 1° e 2° Granatieri e quelle in Russia ccl in Africa Settentrionale della 121" e ciel IV battaglione, i Granatieri vollero essere ancora loro a dire eroicamente la parola fine al confl itto, nella difesa di Roma. Tre sole giornate: 1'8, il 9 cd il 10 settembre 1943, ma in tre giorni, tutto l'orgoglio di tre secoli d'onore e fede ltà dovette essere superbamente riconfermato. La Divisione Granatieri di Sardegna,

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organizzatasi in tredici piccoli capisaldi al margine Sud di Roma, con centro a Porta San Paolo, presso la Piramide, si oppose conh·o forze preponderanti di Paracadutisti Germanici pro" venienti dalla via Ostiense. La resistenza fu epica. Innumerevoli gli episodi di valore, tutti volti ali 'affermaz ione della fede ltà trisecolare al g iuramento "per il bene inseparabile del Re e della Patria". Moltissimi i caduti e per tutti tre Medagl ie d 'Oro alla Memoria: Capitano Vincenzo Pandolfo del l O Rgt., Sottotenente Luigi Perna del 2°, e Sottotente Raffaele Persichetti . Quest' ultimo, romano, in licenza di convalescenza, appena saputo che i Granatieri combattevano alle porte di Roma, lasciò l'abitazione e si precipitò presso i suo i uom ini cadendo da prode in mezzo a loro. Momentaneamente sciolti come reggimenti, i granatieri parteciparono alla guerra di liberazione, inquadrati nel Gruppo di combattimento "Friuli". Anche allora il valore rifulse in epiche gesta degne della fama delle vecchie Guardie.

LA SECONDA GUERRA 1\ilONDIALE ALLA FRONTIERA ORITALE (1939-1940) "La nuova Guerra Mondiale trova, come sempre, il Reggimento pronto ad adempiere il sacro dovere secondo lejìdgide tradizioni, 11 3 Settembre !939-XVJ!lpresso il Deposito Succursale dì Parma si costituisce il Il! btg. mentre gli altri reparti si approntano alfa Caserme Principe di Piemonte a Roma. Il giorno 13 giugno 1940 il Reggimento riceve l 'ordine di raggiungere la zona di adunata. La Bandiera, il Colonnello Comandante A1.ario Damiani ed iL Comando partono nel pomeriggio dello stesso giorno per ALba,fi-c1 l'entusiasnw dellafoL/a. La sera. a/Le ore 22, lascia Roma iL i battaglione al comando del Ten. Col. Carignani mentre il Il battaglione segue alle ore 6 del giorno 14. ll giorno 15 da Parma giunge ad Alba il lll btg. comandato dal J\;fagg. Polverosi. A ricevere la Bandiera in tale città è presente iL Gen. Renzo Gabelli,Comandante il Corpo d'Armata di Roma, Entro il giorno 16 tutti i Reparti sono sistemati nelle località stabilite.

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Il Per ordine superiore, però, entro la sera del 20 tutto il 2° Reggimento si trasferisce per via ordinaria ad Alba, donde alle ore J8 del 23 g iugno il Reggimento muove alla volta di Narazole, in zona di operazioni sul.fiume Tanaro, dove giunge dopo 6 ore di marcia sollo la pioggia. li resoconto dell'attività procede senza alcuna novità di rilievo sino al giorno 9 maggio 1941 allorché il Reggimento si lra.~fèrisce in territorio Jugoslavo".

LE OPERAZIONI

CONTRO LA GRECIA (1940-1941) Il I O Giugno 1940, l' ltal ia dichiarava guerra alla Francia e all ' Inghilterra.

Anche il IO e il 2° reggimento Granatieri furono mobilitati per compiere il loro dovere; essi si batterono con coraggio in Slovenia, in Croazia e sul fronte russo. Tuttavia fu il 3° Granatieri a scrivere una fra le più belle pagine nel grande libro della Storia, impegnandosi nella campagna contro la Grecia con particolare valore. Già da tempo l' Ital ia aveva avuto modo di lamentare l'inosservanza dello stato di neutralità da paite della Grecia che permetteva alla flotta britannica l'uso dei suoi porti durante le operazioni di guerra. Ma fu la necessità di bilanciare la crescente potenza della Germania che si era recentemente impossessata dei ricchi giacimenti petrnliferi rumeni e minacciava di crearsi una zona di egemonia troppo estesa nell'Europa Sud-orientale, a dettare l'esigenza di un intervento militare contro la Grecia. Le operazioni contro la Grecia iniziarono il 28 Ottobre 1940. La campagna conobbe tre fasi: alla prima, oftènsìva, che si concluse invece con una manovra di 1ipiegamento (28 Ottobre '40 - 8 Dicembre '40), seguirono una seconda di carattere difensivo (9 Dicembre '40-8 Marzo '4 1) ed una decisamenleoffensiva(9 Marzo '41 - 22Aprile '41). All'inizio delle ostilità iI 3° reggimento Granatie,i, facente parte del raggruppamento detto "del litorale" aveva come obiettivo il fiume Kalamas. L'avanzata fu travolgente ed il fiume raggiunto e attraversato in breve tempo su di un ponle di barche. Nei giorni successivi, con brevi ma aspri combattimenti, il reggimento conquistò le città di Gomcnica e di Arpiza, costituendo poi una testa di ponte a sinistra del Kalamas. Dal 14 Novembre in poi l'esercito greco sferrò numerosi attacchi ai quali i nostri Granatieri risposero energicamente ricacciando iI nemico e costringendolo ad abbandonare anni e munizioni. Tuttavia, nonostante i success i ot.,. .......,_,,. .. tenuti, il 17 novembre arrivò l'or...... ... :-;:-.-==:-..:..~-==--!!::::..:===-.=::-..:.--==.·.=.=::.::.: dine di ripiegare a causa di eventi sfavorevoli verificatisi su di un

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altro tratto del fronte. La notte stessa iniziò laritirata. Nei giorni successivi le Unità ciel 3° reggimento vennero impiegate separatamente: il l 0 battaglione inviato a Capo Stilo, il 2° ccl il 3° concentrati a Giogurgeat. Nella giornata ciel 26 Novembre il 2" battaglione conquistò il passo cli Sella Raclati, mentre il 3° fa ceva sue le alture dominanti il monte Murzines; molti furono i caduti, moltissimi gli atti di eroismo. "Dopo le Alpi Trentine, dopo gli acrocori etiopici, dopo le aspre montagne d'A lbania, anche la Grecia conobbe il valore, la generosità, la tenacia ed il sangue dei Granatieri".

Nel mese di Dicembre al 2° ed al 3° battaglione venjva affidata la difesa delle montagne del Kurvalesch; i Granatieri mantennero bene le loro posizioni fino al 18 Dicembre. Tuttavia il fronte troppo ampio ne riduceva le forze, costringendo a sforzi immani per il 111ante1ùmento delle posizioni. TI 3° Reggimento, pur se ridotto allo stremo, con.li (irwrniiere del Gotico tinuò a resistere fino a quando, il 26 dicembre, fo sostituito eia altre forze e trasferito a Lckduschai. Passarono solo due giorni ed i Granatieri furono costretti a tornare sul Kurvalesch dove i greci avevano iniziato a contrattaccare; forono giorni durissim i ed i pochi sopravvissuti combattevano nelle condizioni più sfavorevoli su un terreno impervio e con una temperatura estremamente rigida. Alla fine del 1940 il 3° reggimento Granatieri era ridotto ad un piccolo nucleo di superstiti che continuava eroicamente a combattere. All'inizio dell'anno successivo, dopo essere stato per un breve periodo in posizione cli difesa a Lekcluschai, il 3° fu inviato in fondo alla valle Bencia dove venne raggiunto da un rinforzo cli circa 2000 Granatieri. Riorganizzato nei suoi ranghi, il 3° era pronto per nuovi impieghi. Dette ulteriore prova cli valore sul monte Golico, e fu il suo 2° battaglione che, per oltre un mese, combattè aspramente per impedire il passaggio del nemico dalla valle del Drhino a quella della Vojussa. Ma nella primavera del 1941 la rapida disfatta dell 'esercito jugoslavo e l'azione cli accerchiamento minacciata daJle truppe germaniche fecero vacillare il dispositivo mii itare ellenico; il I0 , il 2° e il 3° battaglione, fina lmente ricongiunti, poterono apprestarsi ad affrontare la battaglia conclusiva. li loro compito consisteva nell'attaccare il costone dello Scincleli , scendere nel vallone cli Mezgoranit per po i, espugnato il Trebescines, dilagare verso Klisura. Le tappe del !'avanzata vennero rispettate puntualmente, malgrado il clima avverso e la neve alta che rendevano la marcia estremamente disagevole. L'artiglieria greca nulla potè contro l'irrefrenabile impeto dei Granatieri del 3° reggimento che il 17 aprile raggiunsero le alture dominanti Klisura, dopo tre giorn i di marcia. La battaglia finale era vinta. li 3 maggio il 3° Granatieri entrò in Atene.

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par\.o clolltt. D1T1don, •srorze&ot\• e 01.,, dopo 11v"r rloevnto oonlncia di o1b d-11 pl\,rte della Divhit,-ne· •tupi•, ...

1 ot:g, •1 &late::aoo tra regiO.'ll tonh e iuKOro..'11 , Il C, do O - Rgt .

'l'en-,Col , Gernoont (l' IUg, • cp,ar4J.t.1) 11U q,, 1620 cltl '1rtb1tcin1 ~ d!

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17 APRlLt

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387

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Int;mto il I 0 Btg. ba attaooato oon violenta aziona il nemioo, lo ha daoiaamente sbarrag11ato e messo 1n tuga ed ha oooupato alle ore 6 le a!,

ture a nord del •ca,tello" ohe sovrastano 11 ponte di Klisura. Sarà ora poeaibile ad altri reparti di altro oorpo d'armata; ohft maroiano lungo l'asso 4ella rotabile di Val Deanizza, giungere a Kliaura . Alle ore 8 gli

elementi avanzati del battaglione scendono al ponte di Klieura seguiti da tutto 11 battaglione e dal O.do del Rgt . e raggiunti piĂš tardi. tal lI 0 Btg . Ha termine ooai pol Reggimento Granatieri la battaglia deoiaiva tiella oampagna italo - greoa. Quest ' azione, stata oaratterizzata dalla torte e tenace resistenza opposta dalle retroguardie nemiohe, llla sopratutto dallo sforzo tisico ef tettuato dai reparti del reggimento ohe hanno dovuto valioare traversalmente due non 1nd1!ferent1 catene montane , quella dello Soendeli e del Trebiaoini per soendere a IO.iaura, mentre altri oorpi ohe puntav8llo sullo stesso obiett1TO agivano lungo 11 faso10 di mulattiere e strade ohe ne facilitavano 11 movimento .-

Granatieri iu a;,ioue sui 111011ti de/fu (,'recift

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I Granatieri alla cmu111ista del Gotico

La sede del, Comando-Alta Val Bence

Il Golico

I.e prime t rin ce1•. m•lla nere alla.

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VICENDE DEL I BATTAGLIONE DEL3° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA (TESTIMONIANZA) "Per le alterne vicende militari sul fi'onte greco ed il conseguente arretramento delle nostre posizioni, nel dicembre 1940 anche il 1° Btg. del 3° Rgt, Granatieri di Sardegna, subì un momentaneo collasso, dal quale seppe gagliardamente riprendersi. Nei primi giorni di febbraio, attraverso una notevole trasfusione di nuovo sangue (com plementi giunti dall'Italia) il Btg. ebbe la prima ripresa ma solo a carattere numerico. In seguito La ripresa è anche morale, attraverso qualche accorgimento posto in atto, da chi ha sempre vissuto colla truppa e con questa s'intende e si capisce perché la sente, la predilige, l'ama, fa sa trattare, anche se usa con essa modi,Jì'asi e gesti, che pur non essendo del tutto ortodossi, sono però dai più ben accetti e producenti.

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LA MEDAGLIA D'ORO é a.tata concc.,ur oU.'4:roico muti/,er,to Sotlotcncntc b.rigi M'r&M111j _ (R.agit.a di Dalmas.f.a), del ,. Rcg,tm.nto Granat1'cri tli Sardcpo. un-• ~po

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di Antonio, noto a

Graoo•a

~Oi~.;:;:·u,:;~RANII


Tanto praticamente positivi, che dopo non molti giorni, il btg. che non era ritenuto idoneo a stare in linea, è mandato a sostituire un btg. Alpini. Ed alla prova de/fuoco, si comporta in modo tale, da riscuotere gli ambiti, perchè fin troppo scarsi, elogi del Comandante della Divisione Speciale Oen. Piazzoni. Lo stesso Generale che muove un severo rimprovero telefonico al nostro Comandante di btg. perché nel trasmette1gli i dati relativi ai feriti, ha notato una discordanza di ben quattro, dico quattro unità, Fa gli 5pedalizzati ed ijèriti. i ricoverati erano quattro meno del numero dei.feriti accusati. Le insistenti dichiarazioni del Com.te del btg. non sono ritenute valide, ritenute inconcepibili e paradossali. Il Gen. Piazzoni, quanto mai urtato, di.fì·onte alle asserzioni che gli venivano categoricamente confermate, del tutto inaspettato, arriva in linea coi documenti trasmessi per rendersi conto di quanto stava succedendo, anche perché non riusciva a rendersi conto di quanto veniva tenacemente sostenuto. La faretra era aperta e gli strali pronti ad essere lanciati. Confermatogli quanto aveva sentito al telefono, ancora sorpreso e tentennante il generale, fa togliere le bende ai quattro.feriti non spedalizzati, nel dubbio che le lesioni riportate j<Jssero veramente consistenti e che i degenti fossero contenti di rimanere al reparto in linea. Difronte alle inconfi,1tabili prove, il Signor Generale, molto sorpreso, non può.far altro che approvare ed elogiare l'alto spirito che ora anima il battaglione. Ciò rientra nelle tradizione granatieresche, ma alfi.ne di risollevare Le modeste quotazioni ambientali, del momento, è necessario fàr mussare il s impatico gesto. Nello specijìco caso è servito in particolare. Jljàtto specifìco, sommato ad altri del genere e che non si citano per brevità, eleva sempre più la considerazione del btg.. Era sorta una tacita, ma pur tanto producente e simpatica emulazione, fi'a i vecchi ed i nuovi immessi nei btg., non ancora totalmente fusi come avverrà poco dopo. li nome del btg, è orm.ai ridiventato non solamente buono, ma ottimo. Cosi buono, che il Com. te del C. cl 'A. noto per il suo rigore Fa i combattenti di Linea, con un nomignolo che non è bene trascrivere, vuole cor!ferire col comandante del btg. per compiacersi e comunicargli che il Com.ando Superiore a seguito del comportamento del btg. in Linea, ha revocato la gravissima sanzione che opprùneva i vecchi appartenenti al big. Gli consegna la comunicazione ufficiale. li reparto è ormai galvanizzato, è ridiventato combattivo. disciplinato e spregiudicato nello stesso tempo, fiero di se stesso e degli alamari che si onora d'indossare. Per il riacquistato suo buon nome, appena si riunisce al regg.to dal quale da tempo era staccato, è prescelto a presidiare il tratto di linea occupato dal btg. alpino "Aquila" comandato dal magg. Giuseppe Bottai. testé dejimto. Dopo unafàticosa marcia notturna il btg. raggiunge quota 1800 dello Scinde li e si pone sulla destra del III btg.. Pochi giorni dopo, al l " btg. rinforzato dalla cp. Arditi reggimentale (agli ordini del Ten, Gargano) spetta l'onore di attaccare la linea nemica. L'ordine di operazione, prevedeva che I 'attacco, dopo la preparazione Sjìla111e11to del 3° Granatieri tra i Monti della Grecia d'artiglieria, iniziasse alle

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8,30. Poggiando su/fattore che La distanza intercorrente fra il luogo di partenza e l'obbiettivo era tale da impiegare circa 15 minuti per raggiungerlo e valutando altresi che gli arditi, si sarebbero.fàcilmente avvicinati ali 'obiettivo assegnato, mentre la preparazione si svolgeva, alle 8, 15 il Comandante del btg. fa scattare la compagnia arditi, che proprio alle 8.30 è si può dire, sulla quota obbiettivo. In quel preciso momento il Comandante di Reggimento Col. Guido Spinelli, ordina a mezzo telefòno, di partire per L'attacco. Mentre si svolgeva il brevissimo dialogo, il Com.te del Btg. seguiva a vista La cp. arditi che in quell'istante irrompeva sul caposaldo e poteva cosi comunicare al suo com.te di c01po che il primo obhiettivo assegnato era '.l'all. KI, L Y ,t; P I a a • P o n • già occupato. Sorpresi dal! 'aggressività granatiera, cadono in nostre 8ollA Rll4at1 I' DiaOlllbre 1940 . mani diversi prigionieri greci, i quali non sospettavano per certo, che colla cessazione d 'artiglieria, seguisse l'immediata irruzione nostra.. A quest'azione segue La più concreta e determinante del! 'intero htg. che con immediatezza raggiunge il reparto di testa. Con velocità bersaglieresca, su terreno da alpini, ma con cuore e slancio granatieresco, il btg. alle 9,35 è a Metzogorami (q. 65). Lafulminea azione che ha sorpreso e messo in precipitosa.fiiga quanti erano preposti a contendere il passo al btg. ha favorevolmente sorpreso il Col. Spinelli, che logicamente non attendeva un risultato tantofulmineo,forse troppo ardito e poco assennato perché il btg. si venne a trovare dislocato molto in profondità. in territorio già nemico, senza coperture laterali, in balia a se stesso. li com.te del btg. si rende conto della grave situaz ione in cui si trova il suo reparto e decide di mettere il btg. a circolo, in posizione dom inante, più arretrata, in attesa di rin/òrzi, Alle 17.50 circa, giunge sino al btg. il sottotenente Mari del Coniando di btg. Latore di un biglietto del Col. Spinelli. talmente elogiativo che il com.te del btg. colla sonante ed altrettanto commossa voce lo legge ai suoi granatieri, che pur non avendo più bisogno di frasi incitare, esultano per le buone parole loro rivolte dal loro com.te di corpo. Dopo una notte relativamente calma, ma coll'animo senzpre in sus.mlto1 pel il timore di un più che probabile contrattacco, con gli stornaci del tutto vuoti e colla dolce carezza di un gelido venticello, di buon mattino, arri va L'ordine di occupare il monte Jì,ebiscine che ci sta di.fronte e che si staglia davanti a noi, gelido quanto efòrse più dello Scinde/i fasciato il giorno avanti. II btg. gonfì.o cl 'intima gioia, per il susseguirsi di avvenimenti favorevoli, pur mugugnando, allraversa, con poche perdite, la piana che lo separa dalla giogaia che sta dirimpetto. Con molta jòrza morale in animo e poca Jìsica, per il prolungato digiuno, cf!Jì"onta l'erta e scabrosa salita, La cui via d'accesso d[f!ìcile è il greto di un torrentaccio asciutto. 1 pochi granatieri che protestavano per il mancato rifòrnimento, sono in testa al btg. tanto che verso le 15, un.a striminzita ma eroica pattuglia è in vetta.

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E' sul Trebiscine. Si ha cosi la gran bella notizia che la temutissima quota, è sgombr;. IL resto del btg. come 1neglio può, si ricongiunge ai primi giunti e solo alle 18 circa, è al completo. Automaticamente si dispone in posizione d(lènsiva nella speranza dì poter riposare. Illusi. La zona antistante è coperta di molte centinaia di morti avversari e nostri. Tutti allo scoperto. Gli uni sugli altri, senza distinzione alcuna, privi del più piccolo segno che li ricordi ai viventi ed ai posteri. Questa la guerra con le sue ineluttabili conseguenze, questo il quadro che si stende avanti a noi. Un eventuale rifornimento di sempre più indispensabili viveri., non è mancato da prendere in considerazione. lvlalgrado i terribili crampi allo stomaco, strano, rna altrettanto vero, Nessuno protesta. Tutti comprendono la tragica situazione e tacciono, perché comprendono l'inutilità delle proteste. Sanno che il Loro Com.te 11011 solo è tormentato quanto loro dai morsi dellafame, ma si è sempre prodigato in tempi meno avversi anche attraverso trucchi ed accorgimenti, a racimolare qualche cosa in più della limitata razione albanese. Bisogna sopportare e tacere purtroppo. Ecco il terribile credo del vero granatiere. I più, si erano preparati un giaciglio raccogliendo teli da tenda e coperte già appartenute ai morti congelati antistanti, I maggiormente fortunati, assaporano in società le ultime sigarette e tentano di calmar lo stomaco, ingoiando la bianca neve, che invero non d?fètta. Troppa. Stava quasi per imbrunire, quando un vero "maciste" un sergente maggiore d'artiglieria da montagna, un bergamasco, sbuj.fànte e stanco, inviato dal Comando della Divisione presenta al C.te del btg. un biglietto così concepito "A ricezione del presente.foglio, il btg. prosegua subito e senza soste su Klisura e la occupi. Dare assicurazione scritta" Fto Gen. XY Il Com.te del btg. non trova il coraggio d'impartire gli ordini del caso. E' in un terribile imbarazzo. I suoi uomini han già dato troppo, sono al limite delle loro possibilità jìsiche. Non si può pretendere altro. Che.fare? Il C.te del btg. ricorre ad un volgare, ma pur redditizio e pratico inganno, Comincia ad inveire cul alta voce contro i comandi superiori, ai generali, ecc .. Ufjìciali e Truppa stupiti e quasi strabiliati di sentire da quel severo, anche con se stesso, U.ffìciale superiore una cosa del genere, non osano chiedere cosa sia avvenuto, ma I 'ottimo Aiutante Maggiore, il comasco Maurizio 1\;fagnoni, al corrente del trucco. con forma pizì che disciplinata, osa chiedere al cerbero parlante, la ragione per tanto risentimento. Palesateglielo piuttosto ad alta voce per farsi sentire dai presenti e da tutti, seguito con interesse e curiosità, si che diventano Loro stessi sostenitori e promotori dei deprecati ordini ricevuti. Anche la sfìnitezza proveniente dal lungo di-

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giuno, dalla stanchezza e dal terribile freddo, scompare ed il btg. in men che non si dica, sorretto da!lafìamma granatiera, si rimette in marcia in/òrmazione di combattimento, senzajì.atare,jorse per non sciupare il tenue residuo di forza che ancora lo alimenta.

Più che la fame, potè il sacro dovere. La splendente luna d'aprile, dà loro la possibilità di non mettere in quell'impervio terreno piede in fallo, purtroppo questo chiarore cifa anche scorgere dal nemico. Verso mezzanotte la compagnia di avanguardia, è fatta segno a salve di mitragliatrice che con movimenti aggiranti gradualmente sono postifiwri causa. Cade in una di queste azioni l'indimenticabile sergente maggiore Soldi colpito in piena.fonte. Si svolgono altri brevi ma nutriti combattimenti, tuttifelicemente superati con lievi perdite. Nel pieno della notte, mentre la luna era scomparsa, durante una di queste scaramucce, forse più impressionante perché più lunga e più nutrita delle precedenti, .fra l'alternarsi di crepitii e di cupi silenzi, durante uno di quest'ultimi, si ode ripetutamente il nome di Magnoni. Sono gli ex Granatieri di Magnoni che lo rivogliono con loro. Il momento è difficile. Vogliono il loro comandante. Màgnoni autorizzato ad allontanarsi è certamente arrivato .ft"a suoi, perché tutto tace e ! 'avanzata riprende, E' ormai l'alba del terzo I (iranatieri del 3° ad Ate11e giorno, dacché il btg. ha lasciato lo Scinde/i ed è sceso verso il piano, verso le vettovaglie, verso la vita. I più .fortunati han rinvenuto nelle trincee abbandonate dai greci, di che mettere sollo i denti. Colla generosità e l'altruismo che caratterizza il vero combattente, i viveri rintracciati sono generosamente suddivisifì-·a i presenti. Si tratta di uva secca, zucchero e di enormi pagnotte. Della fortunata combinazione, ne trae vantaggio anche il C.te del btg. . Gli viene offerto dello zucchero entro un sudicio ma quanto mai provvidenziale guanto di lana. Zucchero e neve sostituiscono/ 'abituale scio/vere e così il comandante del btg. riprende un pò di/orza. Altrettantofòrtunato è lv.lagnoni al quale il C. te,chiede un ultimo 4orzo, quello di scegliere, accompagnato da un solo ardito, la via più breve e più defì/ata al nemico che il btg. dovrà percorrere per raggiungere l'obbiettivo: Klisura. A questi due magnifici esempi di soldati, vien chiesto nella Loro speci/ìca qualijìca di granatieri del giovane 3° reggimento, tutto. Con semplicità tutta loro, con la compostezza e generosità dei prodi, espletano il gravoso compito, paghi e contenti di poter compiere il loro dovere. Il btg. oltrepassando il limite dell'umano, con un supremo -~forzo di soldatesca volontà, circonda Klisura ed ad un segno convenzionale, apre contemporaneamente il .fùoco con tutti i suoi mezzi. Alle 9 la cittadina albanese è occupata. I soldati dal colletto rosso e dai non più candidi alamari, ma appunto per questo ancor più belli e cari, gli alamari dei rari combattenti, hanno occupato l 'ultimo baluardo di difesa avversaria.

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L'estenuante e strenua lotta, è .finita. J granatieri, compresi gli ujjìciali, fisicamente tanto deboli, qualcuno quasi s.finito, perdono il controllo di loro stessi e jìnalmente mangiano. Mà.ngiano quel che capita loro sotto mano. Persino l'arduo, salato e secco stoccafisso della sussistenza greca, è divorato. E' caduto per il momento ormai ogni vincolo disciplinare. Riaffiora e si rico,?ferma il vecchio ma pur sempre valido detto: "Gli uomini si comandano colla·pancia ". Calmati in men che non si dica i lancinanti morsi dellafame e riprese leçfqu riteforze imm.ediatamente rieme1·ge il saldo, buono, disciplinato, rispettoso, eroico grçtnatiere dai ;: tre secoli di storia. ..1-· ·~.· Il Terzo Reggimento ha retto l'urto di un 'intera Divisione "Speriamo di qyere un po' di gloria anche noi" Il 22 ottobre il cap. Meoni del 3° Granatieri riceveva la serruente lettera: «Gentilissimo signor capitano. 1\!li vorrete scusare se vi disturbo ancora ma non saprei persona rn.igliore di voi per pregarla di quanto chiedo. Dato che domani muoveremo e non sappiamo cosa ci aspetti, vi pregherei, in caso dovessi Lasciare la pellaccia, di fare pervenire la lettera acclusa a mia madre. Capisco come non sia un compito gradito m.a vi assicuro che ho piena fiducia che non dobbiate assolverlo. Però siccome non si sia ma.i, ho voluto lasciare due righe per mia madre che voi sapete quanto adoro. Di noi ben poco, o meglio, molte novità che certamente voi già sapete. Speriamo di avere un po' di gloria anche noi e di poter avviare la Bandiera del reggimento alla gloria delle altre nostre due bandiere. Spero di rivedervi presto e ricordandovi con sincero ciffetto, vostro tenente Giuliano Venini. Proscritto: in caso di necessità faccia ritira.re il mio bagaglio che si trova alla caserma nella stanza riservata a magazzino. Il cap. 1\tfeoni non rivide più il tenente Venini. Tl 3 scorso egli rivide al Comando la lettera che il subalterno aveva lasciato per sua madre perché a lei la facesse pervenire e andò a ritirare il bagaglio nella stanza riservata a magazzino. Il Ten. Giulio Venini era caduto insieme ad altri tre suoi colleghi, uno degli ultimi, uno dei tantissimi del 3° Granatieri. Era caduto come cadde suo padre nella grande guerra. Sua madre non aveva che lui. È stato proposto per la medaglia d'oro, una delle tre di questo reggimento. Tre medaglie d'oro. Ho visto, ora, il 3° granatieri ricostituito in unità rudimentale dopo essere stato smembrato nei suoi tre battaglioni che operavano con tre diverse grandi unità. Anche i granatieri sono veterani di questa guerra, come gli alpini della "Julia ", i jànti della ''Ferrara", i bersaglieri e i carristi della "Centauro' '. Si sta riorganizzando in una zona montagnosa, al comando del nuovo colonnello 5)Jinelli, energico, vivo circondato dalla generale.fiducia dei suoi uffìciali e soldati. li suo compito non è/acile. Trova un reparto che è tra i più provati di questa guerra, con battaglioni comandati da tenenti di complemento, un r<!parto che in settanta giorni di continui combattimenti si è messo nelle gambe centinaia di miglia, lanciato in avanti per ottanta chilometri in territorio greco, prima a saggiare sulla propria pelle la consistenza delle jòrze avversarie, poi, agganciatele, a trascinarle al seguito come un cane si trascina con i denti la preda troppo grossa, obbligandole a tamponare il settore dalla montagna al mare, attaccando con sbalzi continui da quota i 500 allo zero del litoralejèmgoso. È stato un reggim.ento difa tica il 3° granatieri, il reggimento di tuttojàre. E infattifaceva tutto: il bersagliere, l 'alpino, il geniere. Se la "Ferrara'' aveva bisogno di un ri,?forzo, un battaglione del Terzo

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Tenente GIULIO VENINI MEDAGLIA D'ORO

3' Reggimento Oranaticri Com.andante di compagnia lucilleri, già distintosi per valort In p!ffldenti azlon~ do· ranlr un violentissimo attacco nemico, ridottosi il suo reparto a soli venti uomin~ teneva

lesta valorosamente al prq,onderante avvmario, battendosi coi suol gnnatieri al canto degli inni nazionali, animalo dal più duro ed elevato senlimenlo del dovere, spinlo scieotemenle fino al sacriticio, con gagliardia ed eccczlonale audacia, si esponeva ove maggiore era it pericolo e dimostrav• colla virlù dcli' esempio ai suoi uomini la ferrea decisione di resistere e di vincere a quasi costo. • In un aspro conlrassallo finale, d,e stroncava l'ultimo tentativo nemico, ferito rifiutava ogni soccorro e continuava a combattere. Ntiovamentt colpito da raffica di miir.gllatrice, si abbatteva al suolo, ma lrovava anoora l'eflergia, in un supremo slorzo, per risollevarsi, incitare i dipendenti a lanciare bombt a mano, fino a quando colpilo per la Ima volta, mortalmenk, segnava col suo sangue l'cslremo limite. oltre il quale l'avversario noo doveva passare. C.ostone est del l.tkdushai · fronte O= 30-Xll-1940 . 1'·l-194t MEDAGLIA D' ARGENTO

Monte Morzina Q. 1155 !fronte Orero~ • 3 Dioembre 1940

Tenente GIULIO VENINI

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CONOSCENZA IX)L0l10SA PERDITA l VAI.0~30 llG-LIO ES?~E!c;:JQ ~I3

PE!WONALI CON!lOG-LIANZ:! ET G-IUSTIFICA1v00 P ... RTEctn>l1ZICR;:: EST :a;,.,;~l'A SOLT.A;l'TO

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T:l~!>IVA S!WNALAZIONE DA PART!'i: OOIU'O ALT AS3ICUR.lRE_ ~ITC !UP!::=

.;Eflp() NO?tINATIVO .\L!ll_ SOT'l'OSEGRETA"RIO "GIJ'zzo.Nr

si distaccava e si buttava nel forno di Kalibaki; se alla "Centauro" occorreva un rincalzo, un battaglione del Terzo accorreva a scalare le posizioni di lvfurzina. Comandava allora il reggimento il col. Andreini, il gelido impassibile taciturno Andreini, con la sua gamba ridotta al! 'osso, è a Berati a comandare il presidio. Gli spasimi della ferita non traspaiono dal suo volto flemmatico. Disciplinatamente, non potendo più reggersi in piedi, ha ceduto il comando a Spinelli, ha rimesso i suoi uornini in buone mani. lo ricordo ancora La colonna Andreini ai primi giorni di guerra sul litorale. Com 'era bella' Accanto alla ,nassa d'urto dei granatieri, solida e compatta come un treno blindato, volteggiavano i cavalieri di lvii/ano e di Aosta. All'alba del 28 ottobre mossero in guerra cantando. Dinanzi avevano due bande albanesi, una delle quali comandata da Dino Nuri, federale di Tirana. In quel giorno vidi anche il cap. Giuseppe Lombrassa, i tenenti Calderoni. Venini e Malvadi, le trefi1ture Medaglie d 'oro "alla memoria". Erano giorni/acili quelli. Dopo l 'ostacolo del Kalamas in piena, la colonna ruppe col suo fùoco il velo di copertura ellenico e inseguì i resti, caricandoli con la cavalleria, fino al golfo di Platargià. Non si

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fermava che per dare sepoltura ai suoi m.orti. Poi discese dalle alture di Gregohori al mare e là resse da sola l'urto dell'intera divisione greca "Corinto ". Per questo/atto d'armi ebbe l'onore della citazione sul BoLlettino i!fficiale. Quello chrç accadde dopo Lo ricavo dalle relazioni dei comandi e dal racconto dei protagonisti. Per le esigenze tattiche imposte dalla nuova situaz ione, la colonna fii smernbrata alla.fine di novembre e i battaglioni entrarono in linea con i.fanti della V Divisione, a cui.furono assegnati. Ovunque essifecero incrollabile massa: assottigliati, stremati, risalirono le montagne coperte di neve e tennero le vette all'alpina. In questi combattimenti caddero Malvadi e Calderoni. lo poi non rividi i granatieri che a gennaio, a/famoso ;;Caposaldo dieci" contro il quale i greci si sono inutilmente accaniti. Non posso dirvi dov'è il "caposaldo dieci", ma posso dirvi cos'è: un 'inferno. La guerra delle colonne è jìnita Sulle creste di quell 'altura il mondo circostante appariva come in una visione apocalittica avvolto in basso da nebbioni compatti che in alto si sfarinavano in neve. La compagnia comando di reggimento aveva dato tutti i suoi uomini ai battaglioni per colmare i vuoti, poifu la volta della compagnia mortai, poi della batteria di accompagnamento. Erano tutti lì. li 3 gennaio caddero, a distanza di pochi metri e di pochissimi minuti l'uno dall 'altro, quattro tenenti comandanti di compagnia, tutti e quattro caddero inchiodati alle loro mitragliatrici rimaste senza servente. Eppure neanche quel giorno i greci passarono. Ora il 3° granatieri. tratto indietro a pochi chilometri dalla linea e affidato al nuovo comandante, si è ricostituito in unità e attende a innestare sul glorioso nucleo superstite i nuovi effettivi. La vecchia guerra delle colonne è finita; in pentola bolle ben altro. Gli impassibili granatieri lavorano con metodo e con pazienza a prepararsi. Non è riposo il loro. Se fosse stato tale Lo avrebbero r(fìutato. Sono attendati nella neve. Ogni giorno giungono dall'ospedale i.feriti e i malati rimasti per strada. Non sono tutti guariti completamente, ma al! 'ospedale non ci possono più stare, ora che il reggimento si ricostituisce e si prepara alla nuova guerra. Ho visto un granatiere scendere da un autocarro, ancora zoppo e.febbricitante, e raccomandarsi al suo u.ffìciale di Lasciarlo ritornare al reparto. L 'ufficiale lo ha rimandato indietro bonariamente nia non ha potuto ùnpedirgli dijèrmarsi un paio d'ore a ricercare uno per uno i suoi camerati di compagnia. Sotto le tende i granatieri si rammendano i pantaloni sdruciti,lucidano le armi, si provano i maglioni nuovi giunti in questi giorni. Altri costruiscono baracche per i magazzini e i comandi. Le mense sono imbandite su cassette cli muniz ioni con vasellame e posateria di stagno. Gli ufficiali si moltiplicano. sempre a contatto con gli uomini attendati anch'essi. Si moltiplicano per accelerare i tempi di quest 'attesa che essi già chiamano snervante. Perché il Terzo è il più giovane dei tre reggimenti granatieri e non vuol lasciarsi s.fìtggire l'occasione per accumulare al suo attivo ciò che gli manca per essere pari al primo e al secondo. Ricordate l 'ultima lettera del tenente Venini? "Speriamo di avere un po' di gloria anche noi e di poter avviare la bandiera del reggimento aLLa gloria delle altre nostre due bandiere''. I granatieri non sospettano nemmeno che questo è già avvenuto".

Indro Montanelli

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A DIECl ANNI DA WIETZENDORF "Si compiono in questi giorni 1O anni dalla liberazione degli ex internati nei campi di concentramento tedeschi. lnfi1tti il 16 aprile 1945 Le truppe alleate varcarono i reticolati dell'Oflag83 di Wietzendor/ dove si trova.vano prigionieri circa 6 mila 1,if.ficiali -- .-:~ italiani, tra cui una ~~- ~ - - .. trentina di Granatieri rigio nieri italian i, nel campo di Wietzcndorf. preparano i sacchi d i paglia (estate 1944). in gran parte del 3° Reggimento. Ebbero termine in quel giorno le nostre pene ed i lunghi mesi difàme nera e di avvilimento, le umiliazioni più crude che sopportammo come uomini e come soldati italiani. Mi pare non sia cosa inutile ricordare Wietzendor/a tutti i Granatieri, perché quei due anni d 'internamento non furono soltanto una pagina indimenticabile per chi La visse, ma è stata anche una pagina di onore per La storia di tutti i Granatieri. Si arrivò in quel campo nel settembre del '43 da Atene, dove da oltre due anni era di presidio il 3° Reggimento. A Wietzendmf erano già stati accolti in baracche ventimila tra soldati ed 14Jìciali italiani, giunti lassù sbandati, svestiti, disarmati. IL nostro 3° arrivò con 2 battaglioni, la reggimentale, gli artiglieri; ci guidava il Col. Castagno/i, l'ultimo Comandante del bel Reggimento che teneva intatta la sua disciplina e la salda compostezza del reparto. Avevamo viaggiato in treno per alcuni giorni, trattati con sprezzo e con il morale a terra perché oramai nessuna speranza poteva esistere nel nostro cuore. Ciò nonostante non ci perdemmo d'animo coscienti di non essere dei vinti, sebbene sfortunati, e molti erano gli stessi delle giornate di Gregohori, del Colico, del Kurvelesh. Entrammo nel campo e forse solo noi dignitosamente, con il passo e lo stile abituale, comprimendo nel! 'intimo stanchezza ed avvilimento. I Granatieri hanno offerto in quel triste giorno una prova di ,\ pirito patrio con quelfìero comporla mento di ordine e di disciplina che Rom.a, Viterbo e Atene furono abituate ad ammirare per tanti anni. Lungo il viale d 'ingresso, dietro i reticolati, erano ammassati migliaia di soldati ed ujjìciali italiani, arrivati nei giorni precedenti, e come videro passare i granatieri mi sono accorto che gli occhi di molti si sono bagnati di lacrime e Lessi nel loro animo un 'unica espressione che voleva dire: Questo reggimento è il nostro esercito, la nostra Patria lontana. Li ho ancora dinnanzi, come.fosse stato ieri, quegli sguardi bagnati di pianto, attoniti in un dolore che nel silenzio diceva tutto. Erano vecchi colonnelli, giovani subalterni, soldati d'ogni arma, reduci di tante battaglie.

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s"'-ua"~

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Pe1fino i tedeschi, i gelidi ed impassibili tedeschi si sentirono commossi ed ammirati, ed injàtti il capitano che li comandava espresse al Colonnello Castagno/i parole di elogio per i suoi reparti. Qualche giorno dopo ci radunaronofiwri del campo in un prato della brughiera; ufficiali da una parte e granatieri separatamente dall'altra. Da un talefiunmo con sonante oratoria invitati ed incitati ad aderire alla Repubblica che stava sorgendo in Italia. Nessun ufficiale uscì dalle file per dare il proprio nome. I granatieri risposero in maniera ancor più convincente; con un gesto veramente spontaneo e commovente; ri!>posero intonando a forte voce l'inno del Reggimento e 11ell 'aria si sentl riecheggiare per l'ultima volta le strofe di un canto a noi tanto caro. "Siamo granatier superbi e jier orgoglio della stirpe poema di valor.. ". Da allora ebbe inizio il calvario che doveva durare due Lunghi interminabili anni. 1 granatieri buttati nelle officine, nelle miniere, nei campi a lavorare ma soprattutto a patire e molti (quanti nemm.eno lo sappiamo) a morire. Noi 14Jiciali da Wietzendorf si passò a Deblin in Polonia, e poi ancora in Germania a Wesu ve, Oberlangen, Sambostel ed il1fine ancora a Wietzendo,j' per gli ultimi tre mesi, ridotti a pelle ed ossa, nutriti di rape, miglio e patate ed alloggiati in squallide baracche di legno. Ma lo spirito non cedette mai e ci tenne in piedi la speranza, mai .\]Jenta, che un giorno saremmo ritornati, e che avremmo rivisto l 'lta!ia. Il reticolato ripeto ci fu aperto dalle truppe alleate il J6 aprile 1945 e si restò ancora alcuni mesi nel campo in attesa del rimpatrio, ma finalmente Liheri. Non lutti ritornammo. Il capitano A Ido Chiaradia ed il Tenente Vincenzo Zago sono sepolti nei cimiteri della zona di Hannover; perché ad essi la prigionia costò la vita. Afa il sacr(ficio io penso che non sia mai vano; né quello grande e totale dei morti, né quello modesto ma tenace dei sopravvissuti. E' stata una pagina d 'onore per la storia dei granatieri, e perciò è stato giusto ricordarla''. Lino Forna]e

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NONOSTANE TUTTO A WIETZENDORF L'UMORISMO NON MANCA TRA I GRANATIERI

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/942. Lubiana. Caserma Umberto I. Festa della Divisione

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STRALCIO DELLA TESTIMONIANZA DEL GENERALE TADDEO ORLANDO "Ho avuto l'onore di comandare la Divisione Granatieri di Sardegna dal I° aprile J 940 e per circa tre anni, jìno alla mia nomina a Comandante di Co,po d'Armata. Per esigenze storiche e morali ho dovuto approfondire il passato luminoso di queste valorose truppe, mai smentito nei tre secoli di vita, spesi ai servizio della Patria in una costante ed inconfondibile dedizione alle leggi dell'onore e del dovere. Ho vissuto in mezzo a questi uomini ed in contatto quotidiano con essi in tre anni circa di una guerra durissima,combattuta in un arnbiente tra~ico e spietato. Conoscendo perciò a fondo i Granatieri di Sardegna per La loro generosità (comune del resto agli uomini di fisico esuberantej, la loro lealtà, il religioso senso dell'onore e del dovere che li guida in ogni 1941. /,ubiana. Sfilamento del 1° Reggimento circostanza, il loro valore ed il loro spirito di sacr{fìcio sul campo di battaglia, ho il diritto e sento il dovere difronte alle accuse iugoslave, di inso,;efere in loro difesa con le seguenti precisazioni. E' ormai noto e documentato che la Divisione Granatierifu inviata in Slovenia, per ragioni di prestigio, quando tale regione divenne provincia italiana, essendo ben conosciute le caratteristiche di ordine. di disciplina, di pro.fòn.do sentimento del dovere di quei reparti. Sono ormai noti e documentati i rapporti cordiali che esistevano fra Le popolazio11i slovene ed i granatieri per il contegno da questi tenuto in zo11a di occupazione. Ancora oggi, attraverso la rete impenetrabile che isola dal mondo la Jugoslavia, molti cittadini sloveni riescono a mantenere contatti con ufficiali e sottuffìciali della Divisione Granatieri. Quando i Granatieri di Sardegna, assieme alle altre truppe, e per ordine superiore, dovettero partecipare alle operazioni per arginare la rivolta non soltanto a scopo di difésa delle truppe di occupazione mafinanche a protezione delle popolazion/'locali C(/frontarono i ribelli in campo aperto, con la loro tradizionale lealtà di soldati ed in combattimento inflissero loro durissime lezioni. Questa è la vera ragione per la quale gli iugoslavi si sono accaniti contro i granatieri. 1\lfa i granatieri pagarono con largo tributo di sangue la loro attività vittoriosa. In Lubiana esiste una lapide per ricordare i morti della Divisione Granatieri. Sono I 03 i nomi gloriosi, in testa ai quali è il colonnello Latini Comandante del 2° Reggimento, caduto alla testa di uno dei suoi battaglioni, al quale era stata tesa una vile imboscata. Molti di questi mortifi1ro110 raccolti orrendamente mutilati. La loro ci.fì·a cresce sensibilmente se ad essi si aggiungono tutti i numerosi dispersi che chiusero la loro vita di soldati barbaramente uccisi. lo mi ribello al pensiero che questi soldati possono essersi macchiati di crimini di guerra.

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La loro caratteristica, mai smentita nella storia, è quella di seguire in assoluta obbedienza, gli ordini dei capi che _fitrono loro sempre di esempio e di guida sui campi di battaglia. Orbene gli ordini che i granatieri hanno ricevuto, proprio in rispetto alla continuità storica delle loro tradizioni, furono sempre improntati alle leggi del 'onore militare ed al rigido rispetto delle leggi di guerra e ciò pur sapendo che l'avversario che dovevano combattere, tali leggi non ha mai rispettato. J granatieri perciò, anche per questa loro tradizionale assoluta obbedienza, non potevano renders i responsabili di crimine di guerra. A conferma inconjòndibile del/ 'indirizzo che il Comando della Divisione Granatieri aveva dato alle sue truppe, documenterò qui di seguito episodi che stanno a dimostrare come ogni qualvolta detto con1ando dovette intervenire con una sua decisione in momenti, in circostanze ed in ambienti sempre diversi, tale decisione,che non poteva non essere di esempio e di monito ai dipendenti, fÌt costantemente informata al più largo senso di umanità e di generosità. Orbene queste determinaz ioni, adottate con continuità e costanza di criterio, in tempi diversi ed in circostanze diverse nonostante che le truppe operassero in un ambiente saturo di odio e di vendetta, sono la prova eloquente che il Comando della Divisione Granatieri, mantenendosi al di sopra delle passioni e delle esigenze della s ituazione contingente, e discostandosi sovente anche dal rigore degli ordini superiori che Le necessità operative avevano imposti,diede sempre disposizioni alle sue truppe pe1fettamente intonate alle Loro gloriose tradizioni di cosciente valore,ottenendo che.fossero rispettati,anche col proprio sacrifìcio,i principi di generosità,di umanità e di giustizia che caratterizzano ! 'alto grado di civiltà raggiunto dal nostro Paese. Truppe che in tre secoli di storia hanno dato prova costante di obbedienza assoluta, non potevano discostarsi dalle direttive che il loro capo aveva dato e che egli stesso praticava con costanza ostinata. Qualche caso isolato di delinquenza o di abusi, verificatesi con percentuali sensibilmente ù1feriori a quelle normali, fi1ro110 immediatamente repressi con denunzia al Tribunale o con punizioni esemplari. Nel giudicare l 'opera dei co mandanti in sottordine non si può, a mio avviso,non tener conto degli elementi sostanziali messi in luce col presente promemoria. Quando detti coniandanti ricevettero e dovettero applicare la circolare 3 C del Comando della 2" Armata, preferirono, tutte le volte che la situazione operativa glielo consentiva, ignorarla ed appli/941. Luhil/1111. 111° Reggimento depone ima corona care invece una precedente diai caduti della ./"guerra 111011diale sposizione contenuta nel bando 7

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novembre 1941 del Comando della 2" Armata stessa che prescriveva, durante le operazioni, di sottoporre i colpevoli al giudizio di un Tribunale Straordinario.' '

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0PERAZIONI IN AFRICA (1942-1943) "Sono trascorsi, ormai, quasi cinquant'anni da quel I° luglio 194 1, allorché, risposto al saluto della sentinella, varcavo il portoncino diferro che dava accesso al vialetto che portava alla caserma "Principe di Piemonte", a Santa Croce in Gerusalemme, allora sede del 2° Reggimento "Granatieri di Sardegna". È ancora vivo in me il r.icordo del primo incontro col Capitano Attilio Viganò, quel giorno era d'ispezione e stava scendendo Lungo il vialetto; lo salutai, rispose al saluto, mi presentai, si avvicinò e mi raddrizzò il berretto rigido (lo portavo sulle ventitré), dicendomi: "Siamo sirfficientemente alti e non abbiamo bisogno di apparirlo di più tenendo il berretto sbarazzinamente inclinato". Non m.i sarei immaginato che S(Jrebbe stato lui a diventare mio Comandante di compagnia e, poi, di ballaglione, in Ajì-ica Settentrionale e, meno che mai, che il destino ci avrebbe unito nella stesura di un diario, cioè, di unajòrma elementare di storia, sulla vita e le opere del IV Btg. contocarro awocarrato Gran(Jtieri di Sardegna. li diario nacque e fìt redatto durante le operazioni e riordinato e completato in prigionia, sulla scia della memoria, di appassionate conversazioni fra noi e sulla base di appunti disponibili, tuttora in mio possesso. Non era destinato alla pubblicazione, voleva essere semplicemente una testimonianza, una fotografia in bianco e nero di eventi piccoli e grandi che nel morula estraneo e straordinario del deserto c!fi·icano avevano segnato la vita della nostra unità e dei suoi uomini. Tornati in patria, fi.1inviato a colleghi e superiori, anch'essi testimoni e prolagonisti di quelle vicende, affinché dessero un loro prezioso contributo ma, in realtà, non ne ricevemmo e cosi il diario conserva tuttora la.fòrma ed il contenuto originali. Non sarà sicuramente privo di difetti, di lacune, date le circosfonze, ma contiene cose che jì1ro110 autenticmnente vissute. Scorrendo le annotazioni, il resoconto di episodi, i nomi di luoghi famosi o sconosciuti

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in cui, nonostante tutto. emersero il valore e lo spirito di sacri/ìcio del soldato italiano, e con l'aiuto dell 'immaginazione, mi auguro che esso possa portare ad un pugno di reduci del IV e agli alt,;i granatieri in congedo e alle armi. un 'indicazione, una prova che anche in A.S. i granatieri hanno tenuto alti i simboli, fa tradizione e le virtù militari del nostro glorioso Cm7?0. Dedico questo diario, come avrebbe.fatto anche il Capitano Viganò sejòsse in vita, alfa memoria dei nostri Caduti, che tutto sacrificarono alla patria, e ai reduci del i V.

L'UN IONE Quot:idlon'.o

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TDfi I SI • llarladl 27 Aprlle 1!43 , II!

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I .. AR~IATA E lA BAl'ft\GUt\ DJ 'ft\KRUì'IA L'asprissima lotta sul colle - L'eroismo dei fanti di Messe - "Se perderò questa gamba fracassata risparmierò una scarpa. - La figura del Capitano Politi

Sono stato tentato di integrare queste note con tanti particolari che tuttora affòl!ano fa mia mente, con la citazione di avvenimenti anche di minore rilievo che pure contribuirebbero a dare [ 'immagine del IV e del suo tempo, come sejòsse possibile riconoscergli un volto unico, ,na ho pr~ferito lasciare alla.fi·ammentarietà e all'assenza di ornamenti degli eventi riportati nel diario, cosi comejìtrono registrati, il compito di documentare le vicende e le vicissitudini attraverso rni il battaglione passò. 111 V Btg. controcarro Granatieri, ricevuto il battesimo delfiwco nella zona di El Agheifa - Brega il 21 gennaio 1942, partecipò al successivo intero ciclo di operaz ioni agendo in supporto delle Divisioni "Ariete". "Bologna", "Trento "e "Trieste ", spesso decentrato, nel loro ambito, per compagnia e plotone. Dopo le alterne vicende che caratterizzarono la guerra nel deserto delle.fòrze italiane e tedesche, alla.fìne del 1942 entrò ajàrparte organica del ricostituito 66° Rgt.f ''Trieste", assumendo la denominazione di "li battaglione Granatieri di Sardegna" e l 'organico di ;'Btg. di.fanteria tipo A.S. ", sempre con gli alamari. Al termine della lunga, impari e onorevole lolla, chiuse la sua esistenza miliare in Tunisia. Mafu proprio nei giomi più difficili e tormentati, quando alla vigilia della resa

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lutto era perduto, che maggiormente rUulse il valore dei suoi uomini i e ·: ·.i.m:" ::.,;u.1. ])cIV:r:,!Òtm 1eooro11111uu •!!!tl!lla. •• AGG~:q;cr E VIKC"ERAI •• quali meritarono una ci- .Stato 1"8&3i~re tazione sul BoL!ettino n. N" .1265/'>;7. di pr<1t. P.U, 56, 24 APrilc 1943/a:I I 094 - 24 aprile 1943 del ORDI!jll @ , Il IC'RNC Q. G. delle FFAA.., per il SOLDATI llBLLA llIVISIO!tE • " !l:RIESTE n comportamento tenuto in con orgcgli~· di OWil.llllà:.TE Vi c=unico 1 odierr•.- Bdll.ettu.• U Guerr,< che, dopo l.a citazione l !l].tre> ieri d"l Battaglione POLITI, quei giorni a Takrouna. addita "1't\ alla riconos c.mza del.J.e ,l!azi <"..le l'intera n?stra D:lv:1.aione ". ·: •'r.RIB5'.[S• crm i re;p:.. :ti " G~'t1eri" e • Pt":l.g~'tf· S.A.R. il Principe di Pie••:eÌri.LBTTil!(I .N• 1 ' é -; '1Q:.. rt:l.er :,en.3re.Ie doll<> P&r8o Anlate eOl!!lllU. . ·, monte cosi telegrafo: "Ai ì.a Battaglie in Sf.>r-'.s:.a ~-" ieri eeg,sto ,ma soota ""1 Pront" Meridi.,_ ~B1<11 dov(\ 11 nemico , g:rovc.r:.~te ;-ro-. .:to dal1a salda rosiot<tnZA. e il.al.granatieri del IV battai~ spirito controf:fen.,i,•o. delle No3tr.:, Tr,q,po non ha continuato J.a ...., a.zionc,!""" La lotta si è invece riu~.:... :s a violen!a nftl nettoro· Occid~taglione d'Africa che con 1.<> in oui ngoroai attacchi d1 t_ope cora:ozah venivano infranti i.a re ~.i. G nn1~·y- , .~ _- .._ la 2" compagnia hanno P"r i Oombattimenti lei giomi ~ci,;:-s!. meri tar. , ].! or.Or<> ':'.ella. dtaz1~.':) la D1visionta n mIESTE., .. , 11 34':" BTG . ~~.....1.~AG;..3RI,. due 001:::pag?.'i.i~ 1\0-l,.;scritto una nuova pagina la 1'!.rlsiane "FOI.00ll 0 ed una C1cmpa,;-~.:. .. ,ù ~.ì;:\i,l·l AWR! ". - u;,,,-3 ~ " rieor-osoimento spetta an<"hf.1 all At TIG,LCRL~ i~AìJ.r!ArTA; i:he h ~o - ~ di gloria degna della oora una volta prova di al..ta ~a;paei+,i,. .,. c0t,;lata cbn.·;;azionc.L'A'rla.zione dell'Asse he. agito sen.v.a tregua oOLcent-ra;leÌ::t 'I!,. i:.ez::1 vecchia Guardia il mio blinjati e su. aereoporti :§V',..~rsari. - Un tincursi one aeroo 3\'J. t errit?rio della Provincia di NtfflRO faceva danni :icn &,'e.V';. ! _ ;, dcrlorano :tra plauso ed il mio cordiale l.a popolazione 12 morti e 6 !erit i. - 'Ire ap!)n:cei:,,hi ner.:~,.: . :<.:-. tercettati da cnoc1.Qtori Gem.anici al largo c!E.-J..1... ~ coa~e cri entcl.i ,.lle Sc--beneaugurate saluto. ~egna, ven1.vano ab'tattuti in maro . - !f,s1ir-_ l.lA/5 hann• stro::.ec,;; c oo,: ",r-1. Umberto di Savoia". lar.1,., ezian.,. un t"itativo d1 attaoeo di lìiAS :russi a<:l un r<>rto della rif m~e,.. Fu come udire i 'eco deL!e -1IULI.ANI E ~cli'ii'"F.""qùest~ in;i,ent" e.omàatt;;:t ,i n ('llo- f i l.e •TRIESTE, mentre infUrie l.a llattag.lia rivolgiamo iJ. n •,st-ro -;;~ parole: "Di noi tremò la aiero reverente agli Eroiei ll'~st ri Caduti pr omettiamo di vendioarll,In alto 3e::,;:re i cuori " 1 .,. ermi.nostra vecchia gloria ... ". VIVA L' :.XL.:'..l ' VIVA. LA G.ERMA!IIA. I \;'."'7k. :.A DTYIS!t"'lra ""TRIBS~,'" Un nome, così, TaIL GENERALE CO!.:Al!DAN'l'E LA DIVISI ONE • • TRIESTE • • krouna, si aggiungeva a - F. La Ferla quelli celebri in cui, nei ·", -~ ·- ·:p--)-",, secoli, l'attaccamento al dovere, la disciplina e il valore delle Guardie e dei Granatieri scrissero le più belle pagine di storia militare, per l'onore dei sacri alamari. In fondo, il IVBtg. controcarro era vissuto ed aveva operato per questo, in una parabola che fit Luminosa anche al momento del declino. Giunto al termine del mio scritto, mi sia consentilo ricordarlo, anche ai granatieri di oggi e a quellifi1turi, con quell 'orgoglio che appartiene, intatto e inconfòndibile, ali 'anima del proprio reparto e dei suoi uomini".

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S.Ten. Valentino Tolazzi.

LA BATTAGLIA DI EL ALAMElN NEI. RICORDI DI UN GRANTIERE "Ad El Alamein, a pochi metri dalla mia postazione, vi erano mine collegate conJilo di ferro a paletto, ad una altezza di circa 70 cm. Poi c'erano reticolati distesi a forma di cerchio; poi veniva il campo minato. Le mine erano messe giù superficiali, si vedevano tutte mine anticarro. In mezzo al campo minato dijì,·onte alla mia postazione c'era un varco con qualche mina fino a metà varco, poi veniva il campo normale. Di notte, alla metà del varco montavano di vedetta due granatieri alla volta. Era molto pericoloso, perché con il grande calore del sole le mine esplodevano da sole tanto di giorno quanto di

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notte. Terminato il campo minato, poco al di Là c'era un coQUD11do Il nemico ~ ••I c,,lle .J oc- />011114 o/rfr.ana ,ta .uiccndo ,p/cndidc stone e dietro vi era schierata corte che IIOII terlano ,u/ lm<IIO c./,c pa11nc dì .tema mi/,torc hu cosi rlcon· !'8" Annata inglese. Da quel morll o /rrill. E/ una <'i>1one che n<lla }umato, aneli, otfra&ttJO Il ,uo piccolo ,uo Jrammalldt// non manca d, 1nrulc1c t!u1accamr:nlo nJJegnato alla Jl/t:.a del· varco entrarono i carri armati allo .trJOO 11cmfro un wuo di .tup/lo In ca/11110 dt Ta~runa, /e ,t,aordinarlc ommin>:ionc. <nu1Ic mora// di tWU I fonti d' lto//a, che fecero presto a raccogliere J ,upmfill rlcnlralf ntll• noslrc lince Nello ;upc,/,o /111= di c.,,,,lo1t1ero le mine, in quanto metà del ,li pos,ono coniare; ,I ltolla di oleum ,o/. clic Il Gt11<1alo Mu,c 1mpe,,ona J doti, on ,u,,nte e il C:Q/Jp,//ono m,/lta· con.:relluona le alte f/rrlù tu<rriuc e varco ne era sguarnito. lo com re Giu1<ppo Moc"4rlollo clic af/cva rar,la// del papa/o Ila/lana. I /ani/ di p,t,10/0, "":a 1/Jporm,o, la ,ua pio MrAe ,011110 che la wo elt/11/uanto PI<• presi dunque che gli inglesi saopaa di con/cita, dezno qpancnlo di ><nut, Id dotJc mo11iormt11/c rn/arla /~ pevano che vi era un varco. Ma quella e/cito ,ch;cra d, Rcl1111o.i CM, wll"lllia, è 110r•rtzla aw,/ula d, ..Utorn,, 011ch~ m mc:,o al /NtO<< delle anni, /)ella /amp,a di comballcnte, il cnp/proprio i carri armati fecero i portono o/ C(),nÒ/Jlfcnll Il prn,o,o con• tono Politi /,a 1utdnio par,on<1lmtnle l.rlbulo della Ftdc • 1• /o,o alta paro/o quc.to sai/tra d, eroi. lrul,mc a lui conti con noi granatieri e con i di incitomclllo. d'1hbicnu, ctlatc ti o,p,tano Urtr, il ca• pochi fanti rimasti, del llf Btg. Uf/lc,a/J • ,o/dati, "tomrmoll n•II: pilano Giacomini, tl.JollplcocaCe dc! /olio • nel ,ocrl/tcio, h.uino acuto, la • G,anatler/ 1)1/,111 • ,/ capa,al ma111ti0te 62° Fanteria Divisione Trento. •'<lita, ""'"" .wnp//cl ,J uman/s1lm1 di J;,J.fO. ;:;:::u, ,,,., .,,bi/mc crol,mo; o/ ,oldato che t,oua ~ lo ho letto su nostri giornali, le oncon, la ,Ol"l1lfflCIIIO cna1ia di JttJrrid,. La ,o/id,tà C /' e,o/Jmo dc/ font, /lii• ,e sulla p,opr/a ll'•rc /tt1ta: "" ,xr• lkmo, tante , o/te tictm/,rrnoll m,/ co,,o vicende del 4° Btg. CC. Granad;,6 quuta rombo /raCOJJCfa r/>pormi<• d, qulU/a 1uma, ricnlrano ne/I'o,b,to ,6 una scarpo11, /•«: eco I/ Rtt'do dd della no,/ra lradl:lonc militare e polrh• tieri, ma la battaglia di El ALa•crtrnle 8,.JJCnlnl dte mu~,. men/re co. Anche Il 11cmko, pur cosi rtsllo ad mein del 23 ottobre 1942, che pronuncia qar.il• poro/<: ,Salooto I' Jto. amm<ll<rc la Clllnballll'rtd • lo ,p/,llo di f,oo. ao/,mo Jtl ,o/dato /tallono, ha dòcu· scoppiò alle ore 20, 15, nessuno La f A nnola ita/1.,,,,, al com4ndo lo, rtp<tutan1,nte, rt1td<11/I am.,11110. del Gcntrnle Me,ic, che In qu<Jla cam• Bard/a, Al/~ia, Ciarobub, Amba ~la• l'ha maifèLtta conoscere. • r, .,/ a,n 7 ~uno, ,ono loppe sp/rrtuall Vi ho partecipato insieme ai miei imrmum1111m11u111ia11 111 1111 ,~,'iiiiiuiii:i ,u,n/ han do,·1110 tlam<J!«1/o /_,o ,ton·co compagni di squadra: tenente 01 Jom,,n/ do,~J m(SU10rC // no,!ro a/• Antone/Li Marcello, gran. Gava lua/c 1/or:o brlllr1>, mora/o a mattrfolc, olla luce di qut.JI " di o//r/ tpuodl, eh, Giovanni, gran. Sandri Angelo, e ,ono mollo più che ,pl,odl: ,0<10 "'I· di un 'altra squadra un granatiere v,antl i,/ano m,,,ol:, capacUd drsPètolo ro lmpotrnte otl4 111urmml01klno dul• di Napoli di cui non ricordo il co, te eu" 111plrot10nl Ap1r,tu11 Il, ~I" d~ J, rtJ/,J/<n:it, o,J/nol4 110/on/d di <itlo,lo, I 11•11m•l1 111 ,•hfoll<, 11rlvdo•"'1•. leitntlM. ,uo.,io nl/crtna:/onc ,o::lole. gnome che rimase da solo vivo. Noi eravamo appostati oltre 50 metri dalla prima linea perché 11011 si poteva piazzare le armi nella sahhia. Le prime quattro granate arrivarono intorno alla mia postazione, cessarono per circa un minuto: vidi delle segnalazioni fatte con pistole Lanciarazzi, ve ne fu una di colore diverso e di maggior grandezza. Appena viste quelle, tufli i cannoni spararono sopra di noi e sopra ifèmti del 62° 111 B tg Divisione Trento. Poi arrivarono centinaia di mig liaia di granate; l 'aviaz ione nemica con Spitflre e Jòrtezze volanti gettò dei bengala e contemporaneamente mitragliò e bombardò con spezzoni una formazione dopo l 'altra, a tappeto. Sopra la mia postazione c'era un nuvola di schegge di ferro, a volte riuscivo a mellere fuori la testa per controllare il nemico. Truppe di fanteria venivano avanti, avevano in mano dei rotoli che dovevano essere di carta, bianchi e rossi, ma non si vedeva tanto bene il colore. Li stendevano a destra e a sinistra perché lì dovevano passare i carri armati, per non andare sopra le mine. Poi raccolsero le mine fino a metà campo strisciando per terra. I fanti del 62° Btg. che erano alla mia destra mi chiamarono gridando attenzione granatieri stanno venendo avanti. lo risposi che ogni colpo doveva andare a segno. Dalla nostra parte le perdite sono gravissime le prime granate colpirono in pieno il Comando della compagnia. li te11. Pal/adino e tutti quelli dellafi,reriafitrono uccisi; nerimase uno solo, mi pare ferito da una scheggia ad una gamba sotto il polpaccio, e ci

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incontrammo all'ospedale di Alessandria d'Egitto, prigionieri. Mi raccontava che il Tenente già in.fin di vita (poi m.orì) incitava: «Granatieri, coraggio, avanti!». lo ero a pochi metri di distanza e sentivo il lamento del mio tenente. Per tele/ano chiamai il comando di battaglione, parlai con il Cap. Attilio Viganò, chiesi l 'intervento dell'artiglieria, ma questa, quella notte, non intervenne, come pure/ 'aviazione

Il Mai; Rommell con alcuni Ufficiali italiani tra c1d il Cap. Viganò.

italiana. 1ì1orirono quasi tuttifàlciati dalle granate che arrivarono numerosissime sulle nostre teste, di.fianco a noi. Solo qualche raro metro quadrato non fu distrutto. lo per la paura, sentendo i lamenti dei feriti, perdetti la parola, divenni balbuziente, tutti e quattro eravamo nelle stesse condizioni. ,'-)'andri Angelo di tanto in tanto cercava di portarmi con le mani munizioni, strisciando per terra. in quel momento arrivò una granata a tre metri di distanza da me. Sandri vide che i miei nove compagni di squadra.fì1rono colpiti e persi così anche quel! 'aiuto. La nostra linea era così ridotta ad un minimo velo. in quel momento intervenne l'artiglieria, ma quella nemica era molto superiore, con moltissimi cannoni e mise la nostra in silenzio. La linea telejònica era distrutta. Tramite capisaldi passammo la parola chiedendo di nuovo/ 'intervento del! 'artiglieria. I nostri artiglieri ci.fecero sapere che avvolgevano le bocche dajùoco con coperte e sacchetti bagnati per raffì·eddarle. lo avevo immaginato la cosa perché sentivo che il cannoneggiamento 11011 era sempre uguale. Intervennero i mortai da 81, che erano dietro di noi, non so di quale reparto difanteria perché erano arrivati dall 'Jtalia solo da qualche giorno. I carri armati lentamente avanzavano, i mortai bombardavano anche noi., i nostri cannoni da 47/32 11011 riescono a fa rcela per abbattere i carri armati ed i proiettili petforami scivolano via, perché i carri difronte sono fatti afòrma ovale. Tramite i capisaldi gli artiglieri ci.fècero sapere di metterci tutti in una buca perché avrebbero sparato a zero. Le granate passavano sopra la mia testa a tiro diretto. C'era un forte sventolio cl 'aria, lunghi fischi; allora noi, tramite i capisaldi passiamo la parola

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di allungare il tiro in modo da poter fermare i carri armati, ma in quel momento comincia a farsi sentire l 'artiglieria 11emica, che Jj)ara più della nostra. Così non abbic11no più aiuto dalla nostra arriglieria; davanti a noi i carri armati avan=ano lentamente, sparano mitragliando con le traccianti. attendiamo che vengano sotto: evidentemente loro 11011 si erano accorti c!,e noi eravamo ancora vivi e in posta:ione. I pochi granatieri superstiti che si trovavano alla mia sinistra gridano di levare le mine dal campo minato e di lanciarle co11tro i cingoli dei carri. 111 quel momento, sempre strisciando come se,penli arrivano i bravissimifanti del 62°, quei pochi che erano rimasti vivi e gridano: «coraggio granatieri», levavano le mine da terra e le lanciavano contro i cingoli dei carri armali, che sbandando per le esplosioni travolgono alcuni granatieri efanti. 1 carri seppur danneggiati riescono a rientrare nelle loro linee. Io rimasi ferito alla mano destra da una scl,eggia. li nemico 11011 è passato dove eravamo noi granatieri e fanti e rimanemmo lì rutta la notte. lo sto sempre con gli occhi.fìssi. Ad un certo momento vedo spuntare da un costone una lunga colonna di carri nemici, poi un 'altra dalla parte opposta ad 11110 distanza da me di circa 150 metri. Non trovano resistenza né da una parte né dall'altra perché la linea 11011 esiste pilÌ. Si dirigono verso le ballerie e io credo che Le abbiano prese: ero distante e non riuscivo a vedere bene. Riescono ad accerchiarci verso mezzanotte. Riesco a comunicare con 1111 granatiere di San Donà del Piave, per ordine del Cap. Jlìga116, di trasmeffere il si salvi chi può. Egli cercò di portare l'ordine. Fece alcuni metri sotto i/fuoco delle granate poi ad 1111 tratto 11011 lo vidi più. Dei vecchi coloniali ero rima.~·to solo io e Giovanni Cava, su quel.fronte credo che eravamo imp iegati solo noi, della prima compagnia: la seconda e la terza 11011 so dove fossero impiegate. D ietro le colonne dei carri armati di sinistra vengono avanti gli scozzesi, non dovevano essere più di cim1ue o sei e suonavano le cornamuse, non li vedevo tanto bene. Era una notte un po' scura, ma era diventato giorno per il lampeggiare delle bocche di.fitoco dei cannoni e dei mitra-gliamenti; si sentiva il crepitio degli otturatori dei loro cannoni, le granMe arrivano una, due, tre, qualfro, cinque sopra le nostre teste. Il terreno davanti a noi era quasi tutto coperto di Di que.~ta intereSS(lnte istt1nu111e(I 1um è schegge, qualche rarissimo metro quadrato 110 11 .fìt st(lto possibile accertare il luogo, fa data e i nomi di tutti i presenti. Da sinistra il Capicolpito. Alla mattina vedo da Lontano delle ambutano Viganò, il Capitano i\1agm111i, il Sottolanze che avanzano con dietro degli inglesi che tenente D'A11to11a, il Tenente 1\1ornni. fanno il rastrellamento deiferiti e prendere noi prigionieri. i n quel momento il Sandri si acco,ge che quattro inglesi sono entrati nelle postazioni dove si trovano i nostri granatieri morti. lo p iano piano senza che loro potessero sentirmi mi avvicinai e con la mitragliatrice li.fètlciai. Ordinai poi al Sandri di mellere sotto la sabbia l 'otturatore del pezzo e della mitragliatrice per non lasciarli in mano al nemico. Si avvicina poi un soldato neozelandese con le armi spianate che accompagna spingendolo in avanti un soldato tedesco ferito. Mi grida: «Come on.1 Come 011.'JJ; mi punta L'arma addosso e mi fa cenno di alzare le mani. Il tenente Antonelli si mette davanti a me con Le mani alzatefacendomi scudo. Capii che il neozelandese voleva sparare a me perché aveva visto da lontano che avevo sparato ai suoi com111ilito11i. li tenente gli gridò che stavo male, che avevo a mala pena la forza di reggermi in piedi. Quanto è

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umiliante dover alzare le mani! Diedi un ultirno sguardo alle inie armi che tanto mi avevano di/eso in que!La notte. Si era vestiti uno peggio del! 'altro. Io avevo una scwpa da ginnastica inglese e una scarpa tutta rotta italiana. senza niente in testa, assetato e ajjàrnato. Si attraversa il terreno di nessuno, moltissimi morti inglesi per terra e tracce di sangue sulla sabbia. Ora stiamo entrando nelle loro linee; moltissimi soldati inglesi erano distesi per terra, chi con .fìicili, chi con pistole e mitraglia. Alcuni di essi ci fecero cenno con le mani di avercele suonate. È proprio vero, ne abbiamo prese tante ma gliene abbiamo anche date. lo penso che avremo avuto una trentina di avversari a testa da combattere e tutti quei carri armati, tanta aviazione e tanta artiglieria. Assieme a noi prigionieri c'erano trefanti del 111 Btg. «Trento» e u11 tedesco. Un capitano salutò il Tenente dan dogli La mano, e poi mani in alto ci perquisì. Un loro Serg. Magg. parlava abbastanza bene italiano, mi chiese se eravamo granatieri e noi dicemmo di sì. Poi ci disse: «Siete un reparto molto pericoloso perché questa notte avete combattuto cosi forte. Quando voi avete visto i carri annali bastava che voi alzaste le mani. Loro non vi sparavano». lo risposi che abbiamo cercato di d(fenderci. Lui poi ci disse: «Noi ieri sera abbiamo dato ordine ai nostri carristi di non spararvi addosso, ma solo di circondarvi. Bastava solo che voi alzaste le mani. Quando voi avete respinto i nostri carri armati hanno detto che v; siete lanciati contro di loro come belve». Poi mi disse: «Venite qui con me, adesso per voi la guerra è finita, andrete nei campi di concentraniento con i vostri compagni. Si avvicinarono due i!fficiali,· il Serg. Magg. .fà da inte1prete e ci riferisce: «Voi siete soldati granatieri italiani, JIÌ ho avuto contro più volte, siete splendidi». Poi mi chiese do vefosse il Comando del battaglione, io risposti che non lo sapevo. Loro con le mani mi indicarono dove doveva essere e mi dissero: «Oggi o doma,1; il Col. Tullio Gervasoni lo circonderemo con i carri e questa volta non scapperà più». Ci portarono vicino ad una cisterna piena d 'acqua, di forma triangolare messa per terra. Gli inglesi aprono il coperchio, come vediamo l'acqua noi ci lanciamo con la testa dentro, morti di sete. Gli ;nglesi ci tirano indietro gridando di non bere in quel modo. Adesso ci portano del té e latte perfarci bere qualcosa di caldo. Verso sera gli inglesi arrivano con piccolo gruppo di prigionieri: saranno stati dieci, tutti feriti, chi con schegge, chi con pallottole nelle spalle e nelle braccia. Camminavano piano -appoggiati l'uno contro l'altro. Poi ci portarono più avanti in un altro recinto e ci divisero dagli i!fjìcia!i. Era già notte, senza niente addosso, dormivamo sotto il cielò sereno, per terra. Alla mattina seguente il ten. Antonelli vide Gava, mi fece chiamare e mi chiese come mi sentivo; io stavo male,

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avevo la febbre, non ne potevo più. Antonelli parlò con gli ufficiali inglesi, questi mi guardarono steso a terra e mi portarono una tazza di té e latte e dissero al tenente che mi.fàcessero partire subito per l'ospedale. lo dissi: (<Signor Tenente, ieri notte ho cercato di.fare del mio meglio, più di cosi non si poteva.fare». 1\!li salutò accarezzandomi ìl viso e poi mi diede due baci stringendomi la mano. Invece di por- li Sottotenente Valentino Dall'Asta e il S0ttote11e11te Valentino JiJ!azti con altri Granatieri del IV a Totarmi in ospedale, mi portarono al campo bruch riconquistata, 29 gennaio 1942 . 308 di Alessandria. Un 'altra notte all'aperto: alla mattina stavo male, forti dolori di testa, di ventre e di stomaco. Si avvicina il Capitano medico, mi da un 'occhiata e mi dice: «La.faccio partire immediatamente per l'ospedale». Arriva subito un 'autoambulanza e mi porta in ospedale ad Alessandria. lvfi portarono in bagno, mi tagliarono i capelli, rni.fecero anche la barba. la mia pelle era diventata ruvida come Le squame di un pesce. Poi m.i portarono a letto e mi indicarono la mano destra che mi si era gm1fìata. Avevo molti dolori; morto dal sonno com 'ero, mi addormentai subito. Tutto ad un tratto mi svegliai. !I mio letto era circondato da quattro u.ffìciali rnedici. Tutti mi visitarono, uno parlava italiano. lvi.i.fecero moltissime iniezioni nelle vene. 1 miei compagni un giorno mi dissero: «Tu non sai nemmeno in che condizioni eri; volevano mandarti al 4 h>. Io chiesi allora cosa fosse il 41 e mi risposero che era il posto dove ricoveravano quelli che erano diventati matti in guerra. Dopo circa dieci giorni mi portarono in mnbulanza alla stazione di Alessandria d'Egitto . In quel posto vi era un direttissimo della Croce Rossa, mi presero in braccio e mi portarono a letto den tro il direttissimo tutto pieno di feriti italiani, e lifit la prima volta che mi diedero la paga da prigioniero: I O piastre. Arrivammo ad una stazione, io presi le mie dieci piastre e Le diedi ad un arabo in cambio di alcune arance che aveva dentro delle gerle. Un Capitano inglese si fece dare le arance, mi restituì le dieci piastre e pagò le arance con i suoi soldi. Ufjìcia li e soldati inglesi, come videro il treno della Croce Rossa si misero tutti sull'attenti salutandoci per oltre dieci minuti. Arrivammo di notte; erano pronte delle autoambulanz e, ci caricarono sopra e ci portarono all'HospitaL Camp 306 (Generai). Era un ospedale sotto tenda in pieno deserto; del mio reparto ero l 'unico che avevo già il letto. Durante la prigionia venni a sapere dagli inglesi che impiegarono tre giorni con camions ed autoambulanze per raccogliere gli italiani nel deserto. Io ero a quota 33 dovefit costruito il Sacrario di El ALamein, dove riposano i mieijì-atelli di battaglia. Quella sabbia aji-'icana è pertanto mescolata del nostro sangue italiano. ''

Costante NARESS1 caporale del IV btg. Controcarro

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OPERAZIONI IN RUSSIA (1942) "Il 4/èbbraio 1942 presso il Deposito del 3° Granatieri viene costituito il XXXII Btg CC di CA. con granatieri del 1° Reggimento di classi solidissime, 1910, 1911 e 1972, con elementi del 3°, reduci della campagna greco-albanese e giovani reclute del 19201921- 1922 nonché con elementi del 2°. Per ottenere una spec(fica preparazione i gruppi tiro ed i gruppi collegamenti fi·equentano un corso di un rnese presso il Centro Sperimentale Armi della Fanteria di Civitavecchia. Il Battaglione da Montqfià~cone si sposta a Voghera e quindi a E. Giovarmi di Godiasco dove vengono effettuati i tiri e dove si prova la raggiunta accurata preparazione tecnica. !! 24 maggio 1942 una compagnia di formazione rappresenta il Btg. nella rivista passata ad Alessandria dal Re al Corpo d 'Armata partente dando prova dello spirito di .fìerezza e di disciplina dei Granatieri. Il I 5 Giugno si lascia Voghera diretti sul ji·onte russo. Il I 6 si attraversa la frontiera al Brennero ed attraverso la verde Germania si giunge in Polonia dove si manijèstano i segni di una guerra micidiale. La segnalazione della presenza di partigiani tengono con i nervi tesi tutti i componenti del Btg. onde nonfarsi prendere di sorpresa. Dopo cinque giorni di viaggio arriviamo in territorio russo. La miseria, Lo squallore, traspare ovunque dalle isbe disseminate nelle vaste distese a perdita d 'occhio. Le strade, polverose, sconnesse mettono a dura prova l'abilita dei nostri autieri. La marcia d'avvicinamento dura giorni e da Karcow arriviamo quasi al Nipro, .fino a Nowa 1vfoscowak, toccando Sta lino 11+.I t e poi Woroscilowgrad per puntare verso il Don nientre inji1ria la battaglia di Cercavo. Il 3 di agosto arriviamo a Kantamirowka dove ha sede il comando di Co,po d'Armata. I Granatieri della 2" Compagnia ricorderanno Oroblnskij con le sue caselle sparse disordinatamente sul pendio, la chiesa in mattoni rossi tra.~fonnata dai s,enza Dio in granaio ed adibita a caserma con ordine e disciplina, i castelli preparati con tanta bravura, le postazioni scavate intorno al paese, i capannoni per automezzi ricavati nel vivo della collina. II 20 agosto nel settore della Ravenna, cui è assiepata, inizia un violento combattimento per la conquista di quota 220. I combattimenti riprendono il 22 e si protraggono Jìno al 24 agosto. In questo fi-angente la 31" Compagnia è schierata a quota 217 in prossimità del Comando tattico del 37° Fanteria. Passano poi circa tre mesi di relativa calma. Tillli si prodigano nei lavori di sistemazione e difortifìcazione perfi·onteggiare, nel migliore dei modi, i rigori del! 'imm in ente it?fèrno nonché i previsti attacchi del nemico. Ne!Ji-attempo la i a Compagnia si è tras.fèrita a Ta~y a disposizione del Il C.A. dove si distingue per lavori di sistemazione, di difesa, di ordine e disciplina. Successivamente due plotoni della l" Compagnia vengono inviati a Nowa Kalìn,va sempre nel settore della« Cosseria J> nel punto di saldatura con il Co1po 1 "'~'"

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d'Armata Alpino. Ai primi di dicembre siamo già in pieno inverno. La neve conferisce al paesaggio russo la sua reale caratteristica favorendo l'esercito russo particolarmente ambientato. Pertanto, col giungere del! 'inverno si fa sempre più palese la minaccia nemica. L'avversario non si cura più di nascondere i propri movimenti. La nostra artiGranatieri verso Merkulow. glieria e l'aviazione nostra e tedesca instancabilmente, giorno e notte, non danno tregua al nemico durante i suoi movimenti. Colonne di prigionieri sì presentano alle nostre linee incapaci di resistere al martellamento incessante. Sono in prevalenza soldati che hanno le loro famiglie in territorio occupato e delle quali da vari mesi non si hanno più notizie. Normalmente, anche con eccessivafàci/ità, vengono inviali nelle retrovie per lavorare. Buona parte di questi prigionieri diventeranno i partigiani che ostacoleranno il ripiegamento dei nostri reparti superstiti. Passano i giorni in trepidante attesa. Protetti da unaferrea volontà di resistere ad ogni costo anche in condizioni di nota inferiorità di uomini, mezzi ed equipaggiamenti. L '8 dicembre inizia il fuoco di preparazione avversario. Più le ore passano e più aumenta di intensità. Anche la katiuscia fa sentire ovunque la sua lugubre voce. Anche l'aviazione avversaria inizia le sue azioni di mitragliamento e bombardamento. La nostra artiglieria risponde con intensità ed rqfjicacia al.fuoco nemico. E' tutto un Lampo, un continuo scoppio, un crepitio di armi automatiche. il nemico dal giorno I I al 16 attacca incessantemente e subisce fortissime perdite. La mitragliatrice Breda si dimostra la più adatta per questo ambiente ed è una vigile sentinella nei canaloni che portano alle rive del Don. Il giorno 15 arriva qualche carro annato tedesco, si colloca a ridosso di qualche caposaldo nostro più provato, apre un fuoco a girandola. La notte sul 15- 16 vengono segnalati carri avversari. A Il 'alba hanno giàfàuo irruzione sulle nostre linee, i cui dfensori ormai sono troppo provati e soprattutto troppo assottiglùzti. li Ten. Rossi si immola sublimemente sul suo pezzo, (proposto per la medaglia d'oro), ma cinque colossi russi ardono davanti alla sua postazione. Altri sono.fermi qua e là inchiodati dal nostro tiro. Ma sempre nuovi ne urrivano con una continuità esasperante. il giorno 16 è una ridda di ordini e contrordini. Bisogna ripiegare sulle basi, poi, ad ordine eseguito, dopo lo sforzo di portare in salvo i pezzi il contrordine tornare in postazione, difesa ad oltranza sul posto. Nella nolte, ignari di quanto avviene davanti, dietro e sui fianchi si riprende la via del combattimento. Qualche squadra è circondata da pattuglie nemiche che seguono i carri armati. Esaurite le munizioni si apre il passo a bunibe a mano: semprefànti ed i Granatieri impugnano le armi automatiche trovate sul campi della Lotta e.falciano I 'avversario. Dopo la mezzanolte del I 6 arriva a tutti l'ordine di ripiegare ancora. Ha cosi inizio la nuova odissea. Gli automezzi inchiodati dal.fi'eddo non vogliono partire. Bisogna abbandonare il materiale e proseguire a piedi. Plotoni interi della 2" Campa-

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gnia dislocati a quota 192 sono tagliati jùori, né si possono avere più loro notizie. la Lotta si era spezzettata in tanti episodi senza più nesso operativo. intorno ad ogni pezzo i Granatieri si erano battuti tenacemente esaurendo Le muniz ioni assaltando con le baionette. Ma la marea avversaria ha sommerso ogni possibilitcì, ogni limite di umana resistenza è stato raggiunto, superato. Episodi di valore, di altruismo costellano le scene con stelle imperiture: il Caporale Vesco ha arrestato a brevissima distanza 5 carri armati. Esaurite le munizioni, trascina i Granatieri superstiti in un travolgente assalto che apre loro la via fra la massa avversaria. Il Caporale Esposito, sotto violentissimo bombardamento, continua tranquillo l 'opera sua tentando di mantenere il collegame11to con i reparti ancora impegnati; vistosi cadere a fìanco un compagno, se ne carica il corpo sulle spalle e per vari chilometri lo porta fino al posto di medicazione. li Sergente Blè, ferito gravemente, non Postazione di w, 47132 e ricoveri s ullfl riva destra desiste dalla lotta, non abbandona i del Do11 (Merk11lov). suoi uomini e spira tra le loro braccia con un ultimo incitamento alla resistenza; mentre il Sergente Rubima resta, più volte.ferito, rimane incrollabile al suo posto,finché nuovo piombo avversario lo finisce. E cosi via; tanti e tanti sono gli episodi che riaffiorano nel tempo. incomincia così, per i s uperstiti di questo immenso rogo, la via crucis per le sperdute terre russe battute dall'aviaz ione, sotto il fuoco dei partigiani e da pattuglie di sciatori nemici. La lotta si sta spostando verso il Corpo d 'Armata Alpino ed investe anche i due plotoni della la Compagnia di stanza a Taly. Anche in questo punto la lotta è impari ma si resiste ad ogni costo. li nemico paga con immense perdite il terreno conquistato. Gli altri due plotoni della I" Compagnia combatrono a Nova Kalitwa dove si immola gloriosamente alla testa dei suoi Granatieri il Ten. Carella (proposto per la medaglia d'argento). Fra il 22 e 23 dicembre dopo una marcia ji-a la neve di oltre 300 km. effettuata in 6 giorni, quasi tutti i resti del battaglione raggiungono Woroscilowgrad dove si era tra-~ferito il comando del Btg. Solo i due plotoni di stanza a Nowa Kalitwa seguiranno Le sorti della Divisione Cosseria e rientreranno al reparto soltanto verso la metà di marzo dopo una marcia durata oltre 1000 km. A Woroseilowgrad si rimettono insieme quatlro plotoni che vengono inviati a difesa dei ponti sul Donez e rientreranno al Btg. il 1° di gennaio dopo una marcia a piedi, con un freddo intenso, di oltre 50 km. eJfetLuata in w, solo giorno perché no11 esisteva possibilità di sosta senza rischiare l'assideramento. in tutti s ono palesi le tracce della lotta, delle sojferenze.fìsiche e morali. Si sosta fino al 18 gennaio e poi di nuovo via a piedi per le distese sconjìnate battute dalla tormenta. in 4 giorni si coprono a piedi 240 km. per arrivare a Ricowo dove i resti del Btg, ricevono l'incarico di o,ganizzare comandi di tappa nel fratto Ricowo - Dnieproperowsk. IL.fi'eddo è intenso (a Bieloje 35. a Woroscilowgrad 37. a Grisellino 44. e Debalz evo 41. sotto zero}. Anche/ 'incarico per la coslituzione di comandi tappa per un tratto di 360 km. è portato

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a termine brillantemente. Il 7 jèbbraio i resti del Btg. sono a Dniepropetrowsfc doverimangono j ìno al 21. Di nuovo in marcia alla volta di K iew con pochi automezzi racimolanti qua e là ma le d[ffìco/tà non sono minori. Sia in gratina mal protetta da semplici tende che nel retro del! 'automezzo si congela ed a volte si preferisce fare della strada a p iedi. Tutti i mali non vengono p er nuocere e quando il ,nezzo si arresta impantanato nella neve che si è sciolta sollo il transito di questi mez=i si scende a terra e ci si rianima a spingere per sbloccare la morsa che ha stretto il mezzo. Altri ordini contraddittori mettono di nuovo a dura prova questi uomini. Dovremmo puntare a Nord come altri reparti hanno.fatto senza lasciare però dietro di se alcuna traccia. Si prendono tutte le precauzioni possibili e dopo un gran giro a Sud, su strade possibili, si arriva a Kiew. E' il 28/ebbraio. La mattina successiva s i parte per Cornei, centro di riorganizzazione del Il CA. Un bombardamento aereo saluta il nostro arrivo. Ci spostiarno a Podrok e dopo 5 giorni a Kaltscht dove il 25 mar=o ci raggiungono i superstiti della l" Compagnia lasciati liberi dalla Divisione Cosseria. Il II C.A. è desiinato a res/are sul.fi'o11te russo a rappresentare le armi italiane. li Btg, si è già messo al/ 'opera per riordinarsi e raggiungere in breve tempo la sua piena efficienza in attesa che giungano dal 'Italia i complementi. Si ritemprano le membra e gli spiriti, si procede alla riattivazione del collegamento con la stazione ferroviaria di Gomel. Il giorno 21 aprile abbiamo la visiw del Comandante del CA. che si congra/Ula per l'efficienza del reparto mentre il giorno successivo arriva, inaspettato, l'ordine di rimpatrio. Il 5 maggio tutto il popolo di Kaltscht è radunato sulla piazza della Chiesa per salutare, con le lacrime agli occhi, il Btg. che lascia la terra russa. Anche qui i Granatieri avevano saputo accattivarsi l 'animo di questo popolo oppresso, con la loro generosità, con la loro lealtà e rispetto reciproco. li 6 maggio prendiamo la tradotta a Gomel e siamo di nuovo sulla via del ritorno. Anche se attratti dagli °'Detti.familiari, dal pensiero della madre Patria una.forte stretta al cuore ci prende nel lasciare questa terra dove molti di coloro che erano con noi all'arrivo dormono, fòrse senza un segno di croce sulla loro tomba. il sonno dei giusti, degli eroi. Ed in questo ultimo saluto abbiamo giurato che non li avremmo mai dimenticati ".

UN REDUCE

DA UNACITTA' DI CONFINE luglio 1943 Vecchia, intemerata, fulgida gloria quella dei granatieri di Sardegna. Una mag nifica tradizione di eroismo che dal secolo diciassettesimo ad oggi passa attraverso tutte le g uerre del nostro popolo, da quelle combattute prima ancora che il nome Italia avesse significato di Nazione, alle ultime che riportano sui colli di Roma l 'antico lm-

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pero. alle ultimissime di Ba/conia, di Africa, di Russia. Dove c'è un tricolore, ivi è il g ranatiere: potrebbe essere il motto della più antica delle nostre Fanterie. Per i granatieri usciti dalla Jòrm idabile ed epica avventura del.fiw1te russo il bianco degli alamari ricorderà sempre il gelido e tormentoso albore della steppa sul quale è caduto, in una offerta che non conobbe limiti, il purissimo sang ue di nuovi eroi. La vecchia guardia del Re,.fi, presente, nei rang hi della ARA1/R, con un battaglione di granatieri anticarro: l'ordine del giorno del 4 .fèbbraio 1942 del Deposito 3° granatieri comprende, nelle sue semplici righe, l'atto di nascita di questo XXXJJ Btg. controcarro autocarrato, i cui componenti provengono in massima parte dalle file del 1° reggimelllo co11 u11 'aliquota del 3°, gente di solide e g ià provate classi. le vere clcrssi di.ferro di queste nostre ultime guerre, il dieci, l'undici ed il dodici, cui si uniscono le .fresche, baldanzose f orze delle classi nuove: i reduci della Grecia, quelli del! 'A. O. sono accanto alle reclute del '22: questi e quelli ascriveranno alla propria classe ! 'onore ed il vanto di aver magnificamente rappresentato g li alamari nella guerra di Russia. La gloria. comprendendo tutti nel suo abbraccio, dirà al 111011do, e agli italiani particolarmente, come llltti gli uomini del XXXT/ abbiano ben meritato della l'utria e della civiltà. Kantemirowka, Filonowo, Orobinski Da una vasta ed assolata piazza di una città sette11trio11ale dove la Maestà del Re passò in rassegna le truppe del!! Co,po d'Armata, di cuifaceva110 parte i granarieri, alle ishe desolate di Ka11temirowka sul Don, sono migliaia e migliaia di chilometri, distanze c/J e sembrano fiabesche e che i granatieri hanno percorso in lunghe settimane di convoglio e cli autocarro, tra le tracce di una dura e sorda guerra, in un continuo rinnovarsi del paesaggio, tra le miserie di un popolo abbrutito, in me::.zo alI 'arrancare dei cingoli e delle ruote che inesorabilmente avanzano verso l'Est, portando la minaccia del 'Asse sempre più verso il cuore della Russia • di Stalin Kantemirowka è la base del fJ Co, 1Jo e La steppa ge/(lfa: tre Gr(l/l(lfieri, 1111 11111/0 e 1111a sii/fa. di altri nostri reparti: Kantemirowka, che molti di noi avevano conosciuto nelle pagine di Sciolicov (« ff placido Don ») 11011 è che un insieme di sporche isbe, con qualche rara casa in muratura: eppure è un posto cui, finché ciascuno di noi vivrà, sarà legato il ricordo de/1 'aspra battaglia nell'est. E accanto a quello di Kantemirowka saranno i nomi di Film1011·0, con le sue sperdute catapecchie e la diroccata chiesa, di Orobinski il cui tempio i senza Dio avevano trasJòrmato in granaio: ma, sopratutto, il ricordo deL.fìume, che li davanti corre indolente, fiacco, sporco, tra due rive coperte da ste1paglia, verdissime a tratti per improvvise =one boschive tra cui s'annida l'insidia e l'agguato. La difesa di quow 217 Giunto sul Don, ai primi di agosto, il battaglione è decentrato su tre compagnie desti-

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nate rispellivamente al raggruppamento Camicie Nere << 23 Mar::;o >> la prima. alla « Cosseria » la seconda, alla « Ravenna ». la terza. Da quei giorni tulle le prove dei tre reparti chefonnano la ossatura del 11 Co,po saranno /e prove dei granatieri: essi parteciperanno con i loro cuori e con le loro belle armi a tutte le azioni che hanno reso famosi nella storia degli italiani alfi·onte del! Est, i reggùnenti della Cosseria e della Ravenna, le legioni delle Camicie Nere. Durissime prove: il ventiquattro agosto, dopo tre giorni di accesissima loffa. in cui/ 'avversario ha gettato ballaglioni su ballaglioni contro posizioni nostre d(/ese da poche centinaia di uomini, i rossi, seminando di cadaveri i poclti metri conquistati, riescono ad aver ragione della resistenza di un piccolo reparto nostro annidato intorno alla vetta di una modesta quota: a poche centinaia di metri di distanza, su cli cm 'altra quolC/ della stessa altezza, la compagnia dei granatieri ha schieralo i suoi pezzi. Dovrebbero, questi cannoni, essere di appoggio alle.fanterie, ma in questo momento i granatieri sono soli, sono essi che hanno l 'incarico e l'onore di combattere da cannonieri sì, ma anche da fanti, con il moschetto e con le bombe a mano, onde impedire che l 'avversario, imbaldanzito dal primo successo, riesca ad occupare altre posizioni. La.fèrrea, superba resistenza degli alamari, che tengono lesta, con il più rabbioso corpo a cOJpo, ai russi i quali tentano continuamente di occupare la quota 21 7 in cui, a d(lesa del comando tattico di un reggimento difanteria sono i granatieri, permelle ai nostri fanti di ricostituire le.file e di rilanciarsi in un.fòrmidabi!e contrattacco che sconvolgerà le orde dei rossi e li annienterà in parte ricacciandone i malconci avanzi di là dalle posizioni di partenza: presso la diruta chiesa di Filonowo, i granatieri seppelliranno, quella notte, in silen::;io, le salme dei loro primi caduti. Dove più/orte è l 'attacco russo Ai primi di sellembre anche la terza compagnia entra in azione nel settore della « Ravenna »: ma più che in combattimenti - i quali scoppiano improvvisi di tanto in tanto, guizzano violenti come jìammate e si spengono dopo pochi giorni di azione - quei giorni di eswte e di autunno passano in una intensa e continua opera di ricognizione del terreno, di esplorazione, di pattugliamento. Nello stesso t.empo i nos tri uomini preparano, con minuz ia e con intelligen=a, tutto la poderosa serie di apprestamenti c/[fensivi, di cavernette, di trinceramenti, di postazioni in cui contano di passar/ 'inverno. quell'inverno che, allajìne di settembre, Lancia già Le sue timide avvisaglie. Anche nei settori presidiati dai granatieri le nostre sistemazioni difensive, in previsione del 'immancabile ofjènsiva che i russi avrebbero sferrato con ilJi·eddo, erano state curate.fino al! 'esasperazione, nei più piccoli particolari: tutto era perfelto, tutto a posto, tutto pronto per ricevere il nemico. Ma i russi, dopo alcuni tentativi diretti a saggiare la consistenza delle nostre difese, decidono di attaccare altrove: per il momento, nel settore di schieramento del << secondo >>non vi saranno che combattimenti destinati a impegnare i nostri mentre il rabbioso ~'forzo rosso cercherà altrove di aprire una strada alle Divisioni siberiane, ca/mucche, mongole e tartare. Mentre le prime nevi scendono a striare i campi nei quali i secclci arbusti ed i giallastri steli dei girasoli metlono un tono di malinconia, incomincia quella dura serie di spostamenti per cui i plotoni delle compagnie granatieri andranno, di giorno in giorno, a portare il valido appoggio delle loro armi e della loro saldezza ai nostri reparti più duramente impegnati. 421


A i primi di dicembre due plotoni della prima compag nia si trasferiscono a Nova Kalitvo nel punto di saldatura tra il Il e il Corpo d'Armata alpino: posto difficilissimo. punto chiave, si può dire, nel nostro schieramento: qui ci vogliono uomini decisi, tenaci, votati a qualsiasi cimento e anche al sacr(fìcio. Si combatte nella tormenta L '1tndici dicembre, dopo un nutrito tiro di artig lierie e di mortai. l'attacco russo comincia a battere con poderosi colpi cli maglio il J,-onte tenuto dagli italiani: protette dalle artiglierie, accompagnate dai carri, sorrette dalla .ferocia dei loro istinti che esplodono nelle urla bestiali degli assalti, le orde asiatiche si lanciano suL/e nostre posizioni; piccoli fanti delle steppe del Tagikistan, colossi degli Ùrali, gente di tutte le repubhliche de/l'Un ione vengono inconsciamente a morire contro le nostre p iazzole, davanti alle nostre trincee difese accanitarnente con i ji,cili, co11 la mitraglio, con le bombe a mano, coi pugnali. La battaglia, nei turbinare della 11.e ve sconvolta dalle granate cli g rosso calibro pettinata da LIe continue raffiche delle mitragliatrici, macchiala dai colpi delle micidiali Ka tiuscie, si spezzetta in cento, in mille episodi: ogni reparto vive la sua om di eroismo, ogni soldato la sua avventura. Quota J 92, caposaldo otto, nomi e c{/i·e che 11011 dicono nulla a chi li legge sulla carro e non è stato laggiù: ma i granatieri, i./ùnti del secondo - le camicie nere, hanno incise queste parole nella loro carne stra=iata. Tra la biifèra che incombe, e che non da tregua, nelfi'eddo che raggiunge c(jì-e impensabili, affondando.fino alle ginocchia nella neve, con le armi automatiche che s'inceppano mentre l'olio anticongelante di venta ghiaccio, si combatte disperatamente, non si cede. cime perdute vengono riprese con irrnenti contrattacchi alla baione((a, con le bombe a mano e i pugnali, il nemico viene ricacciato da postazioni che aveva occupato ed in cui s'era già sistemato sicuro e fiero del suo primo successo. Neppure i carri armati del 'avversario, quei grossi carri che avanzano come pachidermi primi/ivi su quel candore di paesagg io surreale, riescono a scuotere la decisa, sovrumana resistenza dei nostri: gli anticarristi che.fino adesso, hanno combattuto come artiglieria comune o come fanteria. sentono approssima1:~i iL momento in cui entreranno in azione con la f orza della loro speciali là. Ecco i serventi portare ai puntatori ed ai tiralori le cassette dei proiettili anticarro. ecco le lunghe e puntute sagome di queste micidiali pillole entrare 11ell 'anirna dei pe:::zi. i carri nemici avanzano inesorabili, seminando la morte,

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buttandola con il.fìwco dei loro cannoncini e delle loro mitragliere. Nulla sembra dover resistere difi'onte alla travolgente prepotenza di questi colossi: ma i nostri soldati non hanno paura: come i nostri fanti hanno osato saltare sui carri per.fermarli con le bombe a mano, cosi i granatieri rimangono fermi sulla postazione attendendo il nemico a distanza ravvicinata, a poche decine di metri, perché si possa essere sicuri del colpo, certi di prendere al suo cuore, nei cingoli o nei punti deboli, il mostro di acciaio. Bellissima, di una terribile bellezza, questa lotta d'uomini di carne ed ossa contro l'immane e bestiale potenza della macchina: scompaiono nell'ineguale cimento alcuni tra i più audaci, ma il nemico paga a duro prezzo, cinque carri armati russi sono immobilizzati in fiamme davanti alla postazione del cannone sul quale s'è immolato, insieme ai suoi granatieri, il tenente Rossi. Le vampe dei cinque roghi nel! 'opaca atmosjèra dell'inverno russo sembrano jiwchi di sacrdìcio in onore di un eroe. La lotta che ha l 'aria di spegnersi con l'avanzare della sera, riprende ancor più violenta nel pallido chiarore di una Luna invisibile, i cui raggi, tutlavia, riescono a dare splendore.fimereo al bianco della steppa. Lotta di pattuglie ai margini dei capisaldi, lotta di gente sperduta sul/ 'immenso campo e che ora combatte per aprirsi una strada che la porti a un r(jì,tgio, lotta di uomini che dfendono 1'isba in cui potranno passare la notte per non congelare nella tormenta, nel freddo implacabile. Lotta di singoli, di reparti, di carri. di cannoni e di baionette. Chi riuscirà a comporre il grande quadro di questa vicenda che supera ogni fantasia? Episodi di dedizione I granatieri, adesso che lo spezzettarnento della battaglia è giunto al parossismo, mentre più violenta irrompe la lotta con il sorgere del nuovo giorno - il tragico diciassette di dicembre - sono dappertutto: sembrano miracolosamente moltiplicare i loro pezzi, le Loro energie, la loro capacità di offesa e di resistenza. Nelle successive.fasi del! 'azione, il nemico, che ha ::.fondato in un contiguo settore, irrompe alle spalle, taglia i contatti tra la Linea e le retrovie, obbliga ifanti e gli artiglieri delle posizioni intatte, che duramente hanno resistito e che non sì sono lasciate so-prc!ff'are, ad abbandonare le trincee, i ricoveri, le postazioni, i baraccamenti ed a ripiegare, aprendosi la strada o continue spallate nella colossale morsa che i rossi stanno serrando sui nostri reparti. Piccoli nuclei isolati decidono però di restare per una estrema d{/esa, onde fermare l 'im peto dei sopravvenienti reparti nemici e permettere ai camerati di ripiegare in ordine, di portare a salvamento sé e le armi: ma alcuni cannonieri rimangono di propria volontà quando s 'acco,gono che l'arma, bloccata dal ghiaccio sul terreno duro come roccia, non potrà essere portata con sé, dovrà essere abbandonata. Come il capitano che s 'immola con la nave il tenente Care/Lo rimane al pezzo finché l 'ondata nemica sta per sommergere ogni resistenza: poi, con i superstiti, si lancia sopra un gruppo rosso che già s'è infiltrato nelle posizioni e in.fùribondo corpo a corpo scomparefùlgidamente insieme ai suoi granatieri della l" compagnia. Episodi e poemi di dedizione: un giovane caporale, l'unico rimasto accanto a un pezzo che ha già fatto strage di carri nemici, non si allontana deciso a vendicare i pro-pri compagni. Con una calma che sembra quella di un essere al di .fìwri della tremenda lotta che sta vivendo, punta da solo il pezzo, da solo lo carica, da solo.fa.fuoco: calma suprema, _jì-edda, sublime.

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Uno dopo l'altro cinque carri sono distrutti, altri due danneggiati gravemente lasciano il campo, l'ultimo colpito è a venti metri dal canno11e che ora tace. li caporale è incolume, il dio degli eroi ha voluto che viva il protagonista di una de/Le più audaci gesta del nostro secondo inverno russo. M~a accanto a lui, quanti sono i camerati caduti, quanti gli intemerati uomini della vecchia Guardia del Re, assunti in cielo accanto agli eroi del San Michele a quelli di Se/o, di Amba Uork, defl'Assietta o di Goito? Vorremmo poterli ricordare uno ad uno questi vùgulti della no::.tra stùpe: vorremmo di ciascuno di essi dire agli italiani la gesta ed il sacrifìcio.

LA DIFESA DI ROMA (8,9,IO SETTEMBRE 1943) Avevo negli occhi i morti e i feriti, le facce rassegnate o stravolte dei granatieri con l'arma calda t.ra le mani, eccitati dal sentore forte della balistite combusta dei loro proiettili, frastornati dagli scoppi delle granate e dal crepitare rabbioso delle mitragliatrici, tesi ad evitare la morte con il rapido ripiegare della testa dietro i sacchetti a terra. E i caporali, i sergenti, che tenevano in pugno le loro squadre con i fili invisibili, ma d'acciaio, della loro reale capacità di comando. E gli ufficiali sereni, calmi, che riuscivano con il loro esempio a tramutare in eroi quei ragazzi alieni da ogni violenza, che nelle riviste del quattro novembre sembrano che giochino a fare soldati. ( "Ho firmato la resa" del Col. Leandro Giaccone, cap. VII, "La Via Crucis", pag. 165)

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J Granatieri di Sardegna e la Difesa di Roma Antonino Torre "Gli avvenimenti di Rorna nel settembre del '43, e soprattutto la mancata o compromessa difesa della Capitale, .fùrono causati da "colpa di uomini e non .fatalità di eve,iti ", com 'ebbe a scrivere nel 1960 il generale Ugo Tabellini, all'epoca comandante della Divisirme "Piave", schierata L'otto settembre a difesa del settore nord-est di Roma, o invece, come di recente affèrmato nell'ipotesi di alcuni studiosi di storia, "tutto avvenne sulla base di un accordo segreto stipulato da Badoglio ed emissari del Quirinale con il Maresciallo Kesserling, responsabile del Comando Tedesco del Sud, inteso a consentire al Re ed al Capo del Govemo di ripiegare verso il meridione"? A sessantanni di distanza, nonostante le più accese polemiche e le più aspre diatribe che si sono avute sullo specifico a,:gornento, non si è riusciti ancora a fare completa chiarezza su un momento così drammatico della nostra storia e del quale, purtroppo, si ha ancora una visione troppo condizionata da valutazioni strumentali di parte. N'è la riprova il fèttto del sistematico e progressivo tentativo di cancellare dalla memoria storica, a.favore di altre tesi, l'operato dei Granatieri cli Sardegna che, in quei tragici monienti, ebbero invece un ruolo da protagonisti nel cercare di contrastare il nuovo avversario. Se ancora non sono state chiarite le cause di quanto avvenne, gli effetti però sono certi ed incontrovertibtli e nessuno potrà mai smentirli. Il c.,,...,. G•oa«hioo Sohn ... Con'4nd,n,. A Ro,na, nello sbando '-''.l_,e11erale e nelle incertezze di c.7uei tra._'_,d'iCi ddl.> 01vi~icmc C liHldticti giorni, solo la Divisione Granatieri di Sardegna, con alcuni reparti a lei dati di rin/orzo, seppe costantemente tener chiaro il proprio dovere e lo.fece.fìno injòndo, con gran prezzo di sangue. Senza arrendersi mai e continuando a combattere anche nei momenti in cui la preponderanza avversaria costringeva al ripiegamento. IL merito dei Granatieri e del loro comandante, il generale Gioacchino Solinas, in quel! 'occasione, non.fu solo quello di salvare l'Onore delle Armi italiane, ma ebbe l'effetto pratico di impegnare per tre giorni importanti.forze tedesche che, altrimenti, sarebbero state destinate a contrastare Lo sbarco alleato di Salerno. Quindi, L'azione disperata ed eroica dei Granatieri di Sardegna non.fì1 solo una difesa simbolica della Capitale che, .fi'a l'altro, per motivi.fètcilmente intuibili non poteva essere condotta ad oltranza, ma ebbe anche una precisa valenza operati.va in termini più prettamente militari. E questo i cittadini romani lo sanno e i più anziani lo ricordano bene. Quei cittadini romani che, senza distinzione di sesso, di età e di posizione sociale, in innumerevoli episodi sostennero l'azione dei Granatieri., arrivando perjìno a combattere al lomfì,anco, con Le armi recuperate dai caduti. la gente della Garbatella, della Montagnola, della Pisana, della Magliana, di Cinecittà, della Cecchignola, di San Giovanni. di Porta San Paolo, del Colosseo e di tutte le altre zone di quel1'arco ideale che va da Via Boccea alla Via Collatina sa benis-

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simo quanto i Granatieri hanno fatto in quelle tragiche giornate e come lo hanno jàtto. L 'ufficialità sembrerebbe, qualche volta, averlo dimenticato. A noi, che siamo i modesti eredi di quei valorosi, ci basta e ci avanza l'affetto e la riconoscenza dei cittadini".

IL DISPOSITIVO DIFENSIVO l combattimenti cli Porta San Paolo che, nell'accezione comune, corrispondono erroneamente a quella che viene definita Difesa di Roma, sono stati, in effetti, gl i scontri finali di una battaglia durata circa tre giorni e che si era sviluppata lungo un arco virtuale di circa 28 Km, a Sud della Capitale, e da Via Boccea a Via Collatina. La Divisione Granatieri di Sardegna, reduce dal Fronte Balcanico, già dalla fine di luglio del '43 , era spiegata su tredici caposaldi e quattordici posti di blocco, collocati in corrispondenza delle rotabili d'accesso alla Capitale, concepiti, essenzialmente, per contrastare un eventuale attacco anglo-americano. IT presidio di questi apprestamenti difensivi era assicurato dai reparti della Divisione stessa, ossia dai Granatieri del 1° e del 2° reggimento, gli Artiglieri del 13° reggimento e quelli della 18° Legione della Milizia contro-aerea. Altre cinque grandi unità completavano lo schieramento difensivo della Capitale: la Divisione motorizzata Piave, schierata a Nord, la Divisione di fanteria Sassari che, a ranghi ridotti, presidiava il centro della città con compiti d ' ordine pubblico, la Divisione auto-trasportata Piacenza, schierata in prima linea verso il mare, e le Divisioni corazzate Ariete e Centauro dislocate nella zona compresa fra Guidonia e Tivoli.

DISLOCAZIONE DEI TREDICI CAPOSALDI I Caposaldi, situati a circa 6-8 km dal centro della città, in uno schieramento che costituiva la Prima cintura di difesa esterna (la seconda cintura, più verso il mare, era costituita dalla Divisione Piacenza che, al momento dell'attacco tedesco, non oppose alcuna resistenza), erano così dislocati: l O REGGIMENTO GRAN ATTERI 1. Via Boccea - Casalotti 2. Via Aurelia 3. Strada della Pisana - Ponte della Torretta- Via Portuense 4. Via della Maglìana km. 7 5. Ponte della Magliana - Ponte della Creta - E 42 (ora EUR) 6. Via Laurentina quadrivio Acquacetosa -Cave di pozzolana 7. Quadrivio Tone della Ch iesaccia - Cascina Magri 2° REGGIMENTO GRANATIERI 8. Via Ardeatina Km. 8 9. Bivio Appia Nuova - Appia Pignatelli 1O. Via Tuscolana Km. 8 11. Via Casi li na località Due Torr.i 12. Tor tre teste 13. Via Collatina località Tor Sapienza.

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Dislocado11e sul terreno dei capisaldi. Riproc/11zio11e dal documemo originale

LE FORZE ATTACCANTI II grosso dell e forze germaniche era costituito da due div isioni: la 3a Divisione d i Fanteria Corazzata (Panzergrenadieren). rinforzata da alcun i carri del Gruppo di Combattimento Busing, !:iChierata a Sud de l lago di Bolsena: la 2a Divi sio ne Paracadutisti (Fattshirmjager) del generale Student, dislocata, inizialmente, nella zona compresa fra Fiumicino, Castelfusano e Pratica di Mare in corrispondenza dei reparti italiani della Divisione Pi acenza. Grosse concentrazioni di truppe germaniche, inoltre, erano presenti nella zona cli frasca ti , presso la sede del Comando di Kesscrling.

l ii d1sposÏ1t01le delle Ione tn campo <1llc ore 24 dcli' 8 settembre. Come si "'1Je doti.i CilrtlJ\G, I.> CAlJ>lt.llt• era presid1Jt.i ,1 360" d.1lle nostte truppe.

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Ore 20 drl "l S-<'ttemb1e la d1v111on!'I P11111e, anz,tht\ es~1c mV1ata in sotcorso de, Cr.Jn.ib~ ricevette l'ordine di ripieg.ue ~u rtvoh pc, una non meglm prc..'Cisatc ·necessiti\ dt monovra·. Nella s1r1«.t1 ,on.i vennero 11attN111tc t~ due divi,;it)nf cor11aJtc: A1iete e Cent11111 0.

I COMBATTIMENTI DEI GRANATIERI I combattimenti che interessarono la Divisione Granatieri di Sardegna ed i repaiii ad essa dati di rinforzo, presero l' avvio alle ore 21,00 circa del giorno 8 settembre, presso il caposaldo n. 5, dislocato nella zona del ponte della Magliana e proseguirono fino a circa le ore 17 del giorno 1O settembre, interessando, in misura variabile, tutti i restanti caposaldi e, dopo il ripiegamento, la zona della Piramide Cestia, del Colosseo, di Porta San Paolo e di San Giovanni. Mentre si combatteva sul Fronte Sud, si ebbero numerosi scontri a fuoco anche all'interno della Città ad opera di gruppi di militari isolati o di cittadini accorsi a combattere a sostegno dei soldati. Alcuni testimoni riferiscono, inoltre, che, nonostante la cessazione delle ostilità, anche nella giornata del!' 11 settembre, ci forono sporadici, pur se san-

Chi e'era alla difesa di Roma? 'ld jtiurnt 8, 9 . IO 'l·UcmhN" t.lt-1 l'I J.\, H1t"1Urt· In nttdouc llttll:ana t."tl Il o,1110 l.~r"CÌtQ sc:mhnivnnn cll.-,,olvc:ni.l. l (,ronnt..lcrf di ~ttrdct,t.ru. k•<kll ,,Ilo conxct,ina r-lc.•cvotu, ~on J,(rttn(rc tl"ihutn di ,anai,tt:. u •r4:,, .

r(uu, tU ~.. ,ncr.~rnn• Il nunvo avvc.·~u.rlo. I 1t ,/11•/..,ftntt• ti/ ~u,11,•1-f,1 *C,1·1111allt•rl di ~,u-Jt'J,:lf11 • c:01111uu1tllt, t/11/

,:tt,,.,,·,de G'l0<1t:C'IJIHO \ull11u:.. ,•ru c't>d ,·,, ~1tl11/t11·

1• Re111lmento "GranaUeri di Serdean•.. 2• Reggimento "Granatieri di Sardegna" 1:,• Reggimento Artlgllerla XXl811tt11gllone mol'tel d11 81 - Graroatlerl 121• Compagnia Cannoni e.e. - Granatieri XXI 8att.egllone Genio

35• Compacnla di Sanlti 15• Sellone di Sunlst•nw • Batterle e.a. della 18' Legione M.V,C.A. Unità Autieri .'li i ·cuuh11lllm,,,,,1, dt(' ullh<uYJ Il 1,,ro ,,pllnfl.tl fl J1,111n s,o, l'oolu. p,11·1,•clJuo·ortt> ,·n11 , •,o•/r, ltup,.,8""• c.·01111• ,•h((r>r:.o a/111 /J/1•1,1,,,w <t1•,u1111/11rf, I , •.,,:11,•111/ l'tt/1111'11.;

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guinosi, combattimenti in alctmi qua1tieri della Capitale. La Divisione Granatieri di Sardegna fu ufficia lmente sciolta dal generale Gioacchino So li nas, con la consegna delle armi, il g iorno 17 settembre. Tutte le Bandiere di Guena dei Reggimenti della Divisione furono messe in salvo dai rispettivi Comandanti.

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8 settembre: non solo per ricordare "

Mario Buscemi• Offesa di Roma del settet11bl'e ·43 e Q11es10 R setlembre, 60° a,mlt;e,-:.a,to dei le gesla dei G1wu1lferi di combattf111e11tl sostemtli dafft1 Divisione Sardeg11a, cbe in q11cff 'occc1Sio11e Granatieri di Sc11·degna, la rfcl'ocazione f11ro110 di esempio a tutti i soldati d'Italia per assume eccezlo11c1le rile11attzll per l'inter~pirlto di sc1cri./ìclo e asso/1t1e1 dedizione al vento dello slesso Presidente della dovere, so110 state celebrate i11 molte occa- Repubblica, citi la Costituzfoue riconosce, ./i'CI l 'ctltro, l'altissima }i/11.Zlouc di Cllf}o delle sionl con le rico,.,.enli cer/111011/e a 11nuali. Ma f/ valore dimostrato Stil campo ed il Forze Armate. l'icordo celebrato nelle caserme e 11el raduni Uua piazza piena di Alamari bla11cbi e rossi 11011 si è spesso esteso al di lei del 111011do mi'li- e 1111aj'olla di Granatieri in co11gedo, soffda, tare, fasciando ad altri, pitì cbias..,;osl ed estro- co111pa11a ed entusiasta, rappresenta u11 ioersi, la ~ ·fbilit<ì di appropriarsi di una glo- seg110 profo11do, 1111' i11diaaiom• precisa, a ria di cui I Grancllieri vantano, a ,-----------, tufl<l fa Nazione, del signljìcato pieno lflolo, Il primato. cbe 11oi attribuiamo al nostro Sono state/cli/e co11fere11ze, souo pe1ssato, della tJofontà di essere stati scrftll libri Ji·,mo di studi riconle11i come I prota3011istl di approfo11diti ed accurati. 1111 momento i111/J()1tt111te della Uu prestfgioso artista come storia d 1tafia. Umberto Sgc1rzi, cbe ba il1dosI Gra11alieri sono prese11lf oggi sato con onore gli Alamari, ba a Roma. ma 11011 solo per rfcorillustrato ltt tante e tante opere dare il passato: c 'é 1111a realtà lo sl<IIO d 'a nimo dei Gr(llwfierl storica che metila di essere rlcocbiamall a combattere "senza pa1t1r, e senzct 11oscitttt1 ed aj}èrmatct. sperctnza" 111 nome di t111 0 11ore m llftctre cbe I Gra11alieri de/I' Assietta. di Golto e del sembrava si stesse dissolvendo. Ce11gio so110 stati guidati dagli stessi 11<,lori Mc,, fi1ort della nostra cerci.Ila. I' 8 se1te111bre cbe bam10 sorretto i Granatieri della Offesa è rico1'Clato solo come Il giorno della resa, di Roma, e so110 gli stessi cbe, nel sessa11co111e la fine di 1111a fotta - da molli definita t'(ll/1/i s11ccesslt11~ banno dato 11u01-0 lustro ''sbagliata " - che com1111q11e at-em oisto epi- agli Alamt1ri nel soccor.so delle popolazioni sodi di eroismo e afli di mfore su t11fli i colpite da et1/amflit. 11ell'ordi11e pubblico e fronti, a11cbe 11ei momenti pi1ì dij}ìcili. nelle pitì t'l'Cettli operazio11f di p<lce in Da qualche tempo, gmzie sopratt111to aflct Somalia. (11 Bos11ia, in Alhtmia, in Koso1;0. costtmte altissima o/)ertl del Preside11te della /11 questa contilwità vogliamo riconoscerci l?epubblica, Ca rlo Azelio Clm11pi - cbe in se11ztt incertezze e in questo spirito ricorquel giorni l11dossava le stellette e che 11011 dare /'8 seltembre. Ma, 11el co11tempo, volle arrendersi, contfrmaudo a setvlre in vogliamo guardt,re tw<mll 11ef/a ce11ezza armi la Patria nel ' Esercito. fedele al giura- che i Gra11atferl, come 11el passcuo a11cbe nel mento prestato - dalle oml,re della storia futuro, verrmmo impiegati om111q11e necesemergono le figure luminose di coloro cbe sario, secondo l'a ntico imperativo di essere" seppero, In quei tembili frangenti. tener (l/to sempre Id dove maggiore i Il p ericolo ". l'Onore militare, ancbe a cosro della oif<I. • Presidente N:u.lonnlc dd l'ANGS

La

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In nlto : GRANATIERI DEL 1° I N ATTESA DELLO SCONTRO CON 1 REPARTI GER.lANICI, A PORTA SAi PAOLO , 11 10/9. A siniot:I"l : CI SI PROTEGGE

DIETRO IL J.1URET'r0 DELLA P!RAMI.DE CESTIA E SI FA FUOCO VERSO LA V'.!A OSTtENSE.

Sat~ : Q,:iln~tie:ri della CCR DEL 1° ROT. SWOVENTI DEL RG'l'. l,I ONTEBELLO.

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Ro::ia, 9 settemb.ro 1943• Dintorni del Fo.r'tc Ooticnao 1 uno. batt-oria dei micidiali rn:rt\.01tcùttj~t:i dft)la 2"" 1:.d.vitd.onc Ko a o o t-llM") colrii a cono i

1

88 tedoecbi, (e.i pezzi

nor.trl. r:ie~::1 c he a van::atio r on co 1·1u.tdo .

Immagini di Porta San Paolo

RO:: O. TO SB'l'Tr.J,'.RllF. ro,p : 1111"CATIRO ,lm::A 'l'O 1l ' ASSA!,'1'0 " bloocv. l 'n cceAao :illn l'ORTA S . PAOT.o (ò j fronte la vi.a On"tienue). J GRAllt.TJERJ, i fn.nti <I e l la SA5SARI( J>ochi buoni ) , ni battono

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corneefoaamon te ,opponendoei di slarub t\l te<lcnc•·1.Q1ti é i l Cormnào <1Pl ro lllfT. Grana t1ez·1

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cacuwrn 11!1. m • M.'!'t..1.0t.Ia.-s 1111, 1• ~D':'O Q,U,J4fIJ'.ll m a.tJl..Rkl&l.cuo3.U.!IO t..61 ,cqQ.l J.Ctro~ O!l'l'mSI-VU. Ul1Elr:Jlt'?B- CAVI lXI t'Otzt>WC' il, Jl)l:ICO Clm OLI D'1'J:IU1'A. lll UllDnusl, i ?!!i'OllaiV4t " . . . . ! Cl!AU11nl

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- :5:;~.A..Ziol,:: ; PO!.d;• tm.,o:a .1.... U'JE:l, P..::. .1 ~0L\':'r, :-..a..-. , J.i}U-~! O~L, L.Lil.I::'JE, 1..03.TZ p:;a.

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1;0; VO!..L.S:!O CS!lSRE.

43 3

T

D;;GLI OQlIN!.

-n; , DBilùLI :'.:H.-


EPJSOOI 01 VALORE Sono h,ti,,tli e n riport;irli HHli non bnstcrcbbc- un in1c rò volmnc. Ne riporto tu10 solo, che sembrami di pril'na gra ndcu,:,,. Eccolo : • Alle ore S del 9 scu cmbrc ìl Tcn, Col. Ammnssari (commu.lantc dd Btg. Morrni dcli:. Divisione Cmn:tticri) ru co.ttu-

-

-

// .. / ,( - 1/JJ ra to e condot1<> al P(mH: deliri Mngliana

unirnmc1Hc ol Car,irnno

·· \ Mcvii e n •I 11ffici;11i ~ubahcrni. Al Ten. Col. A1nmas!md viene im, ---'--- - - -· ... posto d;"I un uflicinlc rcdcsro di ordi n::ir~ 1;1 resa ai milirnri che :tncorn coinbauono à.~.ih:1T;1glìa1i in unn chicsn, ove lo nccompnt;n:.lnv. l!gli si riliul-' nct1nmen1c e viene quindi riconclouo .i1 Ponlc ddlo Mng1in.na. Qui uo a h t"C> uOìdali.: 1cdi.~ cu ord ina ;,d ;,lcuni Gran:ultri pri~i<>nic ri - di 1oglicrsi b giubba e gc t1:.1rln per s pregio a 1crra; poi chiede che a hrcumuo focci:t l'J\01m[1ss:ui. Om:sti. però. si 1·ibdl:i e nd ::.h:i. ,•occ iricitn ~li 11flìciali iinli:mi presenti 1, portarsi OéC:'lnlù a lui JlCr fo11-i rucilarc sul 1,oslO on1.ichè s u bire l'oorn irnposrn dalln rnbbin 1cd csca. L'ufficiale 1cdcsco oon in~is1c mn, pìù catdi, i Groo;nitri caduti 1>rigio11ic1·i ,•cngono sou opo~ti :, lnncio d i bomOO n mnno da parie di pnrntndu1isti lcclcschì c he nl! foono scempio.

Presi poi 10 Gr:io::iticri e il T<:n. Col. /\mmas.~nri, li mcuono :ti muro come \'Olgari traditol'i per f udl:ìrJi. Solo k: 11rov"idcn· zi:11i rnflichc delle milrag li:11rìci d i un reparto d i c.1rabinicri, che ovcva po:.lato le armi all'cs1remi1à dd Ponte dcll:l M3gliana, int'.1• 6"11f1o• Dhhieri•, l• 4ua.h ...

11• ,0roo

o.miiol pii\ •1Y'I vtu a•l4a obt e-1 1

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e10W'C- - rl••\,rtrt. 4-all•

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=hl l;,uviu ~

1crrom1>c- fa g ià iui1.i:11~\ csrtuz.io,,e ma i:;ih .1lc-uf)Ì Gr:m:.tieri cmno caduti sollo il piumho ucrnico.

pld""'U t pac'l&U.•W-1•

!-1

fratto dal testo del Ge11. Solinas

do atto". -.

~uc,t:> •L\lto 41 oa.mu~~a • 41 .oc.u:.bait, ViY• l'I\a.lh,

·u. cmiut.a

:

Hlo1.u. 1.4,,,

C'JM.&?f»J.,'fl

Ordine del Giomo del [7 settembre 1943 Il Generale Solinas scioglie la Divisione Granatieri di Sardegna

C, 8611.nM

Leggiamo in un articolo dell' epoca "SBIGOTTITI FURONO DOPO, QUANDO AFFRANTI MA INDOMITI, SENTIRONO NARRARE DA ALTRI L'AVVENTURA DI CUI ERANO STATI I PRINCIPALI PROTAGONISTI. NON UN SOLO GRANATIERE HA AVUTO UNA PAROLA DI RAMMARICO, DI PENTIMENTO E DI RAMPOGNA: NON SI ERANO ILLUSI DI POTER SALVARE ROMA, AVEVANO SOLTANTO RISPOSTO ALL'APPELLO DELLA BRIGATA, AL RICHIAMO DELLA LORO VOLONTÀ, ALLA LORO LEGGE DELL'ONORE. NON DIMENTICHEREMO MAI QUELLI CHE IL 10 SETTEMBRE 1943, RIENTRAVANO A ROMA. LI ABBIAMO INCONTRATI SUL LUNGOTEVERE DEI CENCI, AVEVANO LA BARBA LUNGA, GLI OCCHI INFOSSATI, IL VISO EMACIATO, RAGAZZI DI POCO PIÙ DI VENTANNI, SEMBRAVANO IMPROVVISAMENTE INVECCHIATI. AVANZAVANO INQUADRATI MARCIANDO AL PASSO, SICURI, IMPETTITI, NONOSTANTE LA TREMENDA STANCHEZZA E LA PROFONDA ANGOSCIA, MARCIANDO COME SE SFILASSERO IN PARATA. NESSUNO LI HA DERISI, NESSUNO LI HA COMPIANTI, NESSUNO LI HA CHIAMATI FOLLI O ILLUSI. I ROMANI CHE HANNO AVUTO IL PRIVILEGIO DI VEDERLI QUEL GIOR1'10, HANNO CAPITO CHE IN QUEL GRUPPETTO SPARUTO DI GRANATIERI, DISFATTI ED INTREPIDI, SOPRAVVIVEVA L'ITALIA."

434


LE BANDIERE DEL 1°, DEL 2° E DEL 3° DOPO L'8 SETTEMBRE 1943

--

~

(

SCUOLA MILITARE · DI ROl.lA __=_Uff!c~o_S!r~l~i~• - _

N.

Rome , 11 4 dicembre 1946

300 di µrot . Rjs,

AL co1wmo t:ILITARE TERRl TORI ALE DJ ROllA

·-

Comando Fant eria -

His posta al foglio n. 1433/R/CF del 29/11/1946

OG~tTTO: Bandiere.Il oo l loacril to , E,it C01•.r.1.dante del 1 ° ~t.>gimento Granatieri di Sarde6 na alla difesa di Roma {Oecclìignols - tiagliana - Porta s. Paolo 8- 9-10 settembre 1943) all ' !alto deHo r.c:..cr.,llL<'r.•r J,,' reg1,j mento .1i sottrasse ad ogni contr ollo della psrudo rri ,,ubtl:'.. ca o

•;d :1. :ò , it.• ,. t<t:di.;st1 r.e. perchè atti vamenie ricercato . Come primo ed assoluto i m1~~no d ' onore di s~ldtto e di Oomag

si or<.

dante provvide a cautelare 1.resso d:i sè la sua Bonniera . 11 glorioso vessillo , nella sua in~éL-riti, (v..,~t.,freccia ,dr a_E po e penda_:lio di decoraz101i) e r,elb 1,iù assoluta set,l'8~flZZ:.. fu d:~pi.•rimr. coi.servato,debiLamente nascosto,prassc la j)roi,rla abHa,d one , poi quando questa venne distrutt a da bombcrdr:mento aereo t(l:.

louto 00 m~r zo 1844 - Vi o Gi Ui,1.;1•P.e Marchi, 1) smontato e raccoltg_ ne il drappo , la freccia e le d;,co1·a210ni in uu cofanetto zincato { che ancor~ a ricordo conserva ) i mmeRso in un pozzò asciutto ,oor: armi v-:iri'3 ed 11rt'l mot e ··1r>' ·'o ·, , ,· . Ua.. cbe perso.ue e conoscem:a di oiò,oltre la fami 6 lia (iaoelie e due re 5 azzi) due feùeli o·ariaLieri che gli furono sempre vicini nei no,e mesi di a! ~esa (il sottufficiale a 1ti sl,;1 del receimcnto e un , ecchio granatiere conduttore dell ' orto) .Più volte i due fit;l"ii u 1 due gr anotfori offrirono occultameQ

t e oma5t;i cli fiori in proi;ai 11j tè. del nascondig1:..o .-

.. / .. 435


All ' atto della li ber 3zione , con modest3 mc commovente cerioonia int~1~11, la Bandi era fu restitu: ta i;lla luce ,riallacciak. alla asta (nascos1 a anch·'essa tra legname vario in w., cc:r ~:.1.. ) o <,01,Fen?!t .l'n;sso l a nuoTa abitazione sino a quando l ' autorità militare ne dispose 1: trasforiue11to i.l Sucr&t·io é:cl:( 0 u ù _ t;H i:: bu~ r a all ' Altare della Patria.Per ult eriore di sposi Zl one f ! tr?.~ f)Orta' i !li : c.1.1., a quella àel

,20

rem;i mer:to e del 13° ar tit,lieri a - Di vi s:i one Gr:!ll, t.ier~ , 1

De posito dei Granatieri elle Caserma ~ecao , o,e t rovasi insieme a quel11 dei r%gi 1er.tì 2° e 3° ( .uest '"ultima in secondo tempo ros li . ~·u ta ,la uf~ì.}~ 111 ,li 1..H, re.,.,i. .i~oto al loro ri torno di.lla 1'ri bi2_ ri.ia} . -

Le tre Bandier e son, e

.:;9 ...n

~

.~l' ' ~.1ti::o :nobile- custodia

di quella del 1° che il sottoscritto riusc\ a rintracciare, a lib~

razione l! 'l'Ve.1uta , pres~o _l ,'3rr ..: .: .lla Chiesa della UoH'i.uoola sulla Laurentina, prossi;lla alla ;:;edn li '.::on.i i.lo .1d :h., ; .19. , 0 1 sede

cì1e fu dal nemico distrut!a in azione 1·.1vvicinata il ~orr.o 10 set t embre.1 ~ Bandiere Jono atLualmente affidate al Comandar.te del De 1,oaito dei Grnll3tiori al 1.!ocoo ,Colonnello Emil io SilrestrL= IL COLOlt!ELi O F.to {Mario di Pierro)

P. /.

c.

,,

v .

t 1Uf~IC1ALE ADOOT'l'O {,en. Col .R.Perfatti}

436


-iL i..l 1:J t;T ,~O DELLA GlL!RHi - G!lbinelto -

OGGBTTO: Bondieni rll Gu6rra .Rif .f. l.2137'l.O ,.:? di cote1:1 t o Gabinetto lel 2-11-1913 si riferisce: ~ l-1-

Il mattino del t,orno 9 aP.t tembrc 1943 , !O seGuito aull avveni~,nti della notte,d 'o~cordo ool COQ&nd~~te delle Trup~ al Deposito ,Col .Perna ,feci ~~J~feri re con la dovuta ecorta ,la Baodiera dal Comaado Tatti co del He~1.1ento (SJL!Jl

J

iJ

1.

L. .._1

Caùliero -Via

Ccve ) 2113 CJseroa Principe d1 Pienonte t~n,o J1~ vl e ~ ,. s,1, era previs to l ' ulLeriore ri pieGamento ,del Co~ondo ,d il Col . P,ro3 13 collocò n,11 ' J,,,,Js.. ~ , e .:.3t-,J.;. • •biò. esi ste'1te nell ' ufhc.1. , del Comandante del Re&..,1.m!nto . uf fi .;ill -i'. .e 11 .. ,,·I' ·• _ _ ,1 sizig, ne . La tarda ser9 del 9,in setruHo all ' at:,bravarsi delL.1 s1tuazior.e,rHef ni op, or 1. u,o oocunicar11 91 Co1, z'ern3 -,,e ,a.. "\1)-, Jl

'J

pruè.entc o~

01..1harl'! la Bartdj era e lo pr"ba1 di farlo senz ' altro , dopo aver trovato nell ' lntorno d·llo C'3serma s tessa un nascondi ulio sicuro .Il Col.terre z-ctl r 1l sottoauolo del mat,azzino del Gruppo!! nella Caser~etta Rocco , dispooe seni •altro 1 'inlerrimen~o della

Bandiera, io ;,o werla r 1~h JJ 1 ~ • • • r tt n l. L1., ,1:> . ~ ~al ,i operazi one ollre al Col. Perna :1J3iate t ~1r1 30l:>..:it1·1h L Ten. Cri scuol o, alf le re del Rew"i.ilenlo ed 1 ..:a1·tH11.a sll. di Carlo addetto al magazzino e Taddei addetto al l.fiauto Uionteni mento della Casen:ia - i predetti 1.1ottuffi c.i.ali ese..,u1rooo :.ater~ul... .l" 1: '...:1voro di scavo e di interramento .Il Ten.Crisouolo , inolire , diet ro ~io in~Arico,rl prodi.lase una pianta in duplice esem ;,bre del luo~o o,e lo Bandiera fu interrata; un esemplare venne da me conee~neto all ' Aiutant~ UauJ1ore in 1- del RelJ.;i~oto e l ' alt r o l o teru.:.. per me •• w •

../.. 437


.. . ~

Intento nel _pomeriggio del giorno 10 dopo gli avverùmenti del mattino la Caaerma fu occupata dalle truppe tedesche,me11tre il Colonnello Perna in seguito ad ordine del Comando Difesa Territori ale - trovavasi con le truppe del Deposi to a Porta S.Giovanni per tentare umi estrema real stenza.Oome previsto, i l Coma~do di Beggimento aveva ripiegato sullà Caàermo Principe di Piemonte ,ment re i o ero rimasto ·con ele1Denti del Comando tattico sulle posizioni tenute dai Btg.La Bandiera rimase perciò celata iJl Caserma, e sèùbene il nascondiglio fosse saltuariamente vigilato dal Maresciallo Di Carlo ri masto i n servizio all ' ufficio Stralcio del Reggimer.to,la continua presenza delle truppe ted.esche .mi destava preoccupazione , per çui temevo ,che da un ~omento all ialtro , il nascondiblio potesse essere individuato .Pertanto, trovandomi fn quel periodo a capo di una organizzazione clandestina. presi contatto col Colonnello Perna ,che era rimasto in aorvizio , ed insieme decidemmo di portar via, a1J1ieM possibile,dalla Caserma la Bandiera per metterla in un posto più sicuro .Il momento favorevole si l,'tF.seritò in oocas~e.ne tdi un !/)!))..o di rfparto tedesco per cui ne approfHti!\~aresct'1ì~o Di Oa1·fo che precede.ntel!lènte aveva1 •,uio i struzio.ni per recuperare lu Bandi era ,lu.,:, w.-t ~· \A,# . r "..-: con i dovuti accorgimenti fu portata in un p.rìmo tnol!lèlITO\{nell 'abi ti:: , zion<' del Di Carlo poi in/ (luella provrisoria del ColoMello Perna ; successi vamente ne11 •abitazione dell ' avv .Libotte in Via G.Avezzana n.31 .-· Dopo la libera11ione di Roma presi contatto con l'avv.Libotte e, presente il Oomanùante la Fanteria Div.le Generale de R~g nii e lel Colonnello Perna,Ti presi. dalle mani di detto Avvoc~to ,la Bandi era che trattenni presso la mia abitazione fin qua1'ldo non ebbi l ' ordine di depositarla nel Museo del Risorgimento unitamente a quella del 1° Granatieri ~allo sl o;ndprdo del 13° Reggimento Art1ielteria / '//i e L.,,... w ,'\,\.. ~·"'~ l -..J u~ ....., f,i,. ~ I fv<MtA,_#. f. IL COLONUELLO /1 già Com. te il 2°Rgt . (;.rana ti eri di Sarde,:,n1 0

(F .Cai..i.gneni)

438


:: p :'I ., 7 CO::A':DO 1° R1G'1I::":t.T0

r;n ..1•. ;r nnI

DI ..,. li" ·,Gl.,\

Ufficio O. R. L•

.Prot . n, 4}85/Ris

..

AL :.tit!l3TZRC DE:Lt... 00\l!U.'A Gabil)etto

Riapoeti;1 al , f oglio n. 121,16/0 . 2 del 2 o, i,,. 125 - 1 - 1

Alle oro 2, 40 della not~a sull ' ll sattefflbre 194}, nel ~10 utfioio nella Caser-a Principe di Pio~onte, nol sobborgo Gudi di Aton1 , aegr1ta~ente - eeeondo già in caeer'"a , per gli accor~i conoluai con il oo~ondo d9l1 ''ll Ar"'a.ta , r eparti erma~i tedoaohi - , proooclat~i alla dolorosa :ew eione di ro~pere la Bandiera del } 0 Reggi~ento Grmatiari di Sardegna , da .., allora oo~andato , ondo poterla ealvar- , Erano prosenti , ol tre a ma , il Tan . Ool . sp& , NAPOLI Vit!orio , co"'ande.nta del l O btg, , 1 "'aggior~ in sp, . PUOI.A Do,.,.enic;:o A1u 1 a.n • :.!agg1.or'3 in 1~ e GIRELtI Giov.anni oo~andan'o del III ~al'ag-lion• e 11 1 on , di ao~ pl e...,ento ClPRHNI Guido , ,addel to al oo.-e.~do di Reggi'"Gnto . L' asta o la sciarpa tarono gruoiùLe , il drap1 o a l a freooia di~ioi in parti ed affidati all 'onore degli utf1oiali presenti , ool oo,..pito di fare a1 tutto peroh~ non oadaeeero in fflano no~ica e di ripor arli in IC'l.lia , o. al Deposito dtl Haggi-ent.o a 1111,orbo o al :.:uso o dei Grana· itri a Ro ...a, Pr9ndo~-o anche la Orooe dtll•Ordina ~,ilitaro di Savoia o 11 cot don• d' argento dolla Bandiera. • 11 20 eatt,,..bre in trono diro tLi or.,.ai verso la Oor~ania del Nord , nell ' aHa llaviera dopo Ber-borg , chiarn Ol'1"ai la nosLra eorh , ro.,.pe-""o nascouta~enta in pi~ •innt, parli la treccia, onde ..,gl1o nasoonlorla • ci ouoi~"'o nolle fodere d~lle giubbe• dei oappot~i lo parti del dr~ppo .. A \\'ietztndorf' , nel pri"'o 08."'PO di prigionia , riuaoi"'"'O a oelara al.le bestiali pa;rqtt113idoni quanto aveva,.o,- Traepor~a~i in Polonia ol'ra la Vistola , nella torLtzza di Dtbl1n- 4 rona ,tl11 eeparato,peroh~ ~oe o to , dai :l.8.ggiori PIPOLA t 'HREi.LI • dal T,n . cu;'\IA?;I (il Ten , Ool. !UPO:I ,par~ì da Atena 1h un auocesaivo convoglio) : racoo,,.ari~~i loro di !~r di :çt\HO pe:r ao.lvaro le parti dalla .noe\ra Banctina •- .,ot.t.oposto 11 particolar• por~ui~izione , ,,.l riuscì , ainta 1 o dnlla fortuna , a celare cib oht possedevo.Il giorno 27 novo,,.òre 194} fui filt ~o par' ire i~p:rovviaaitert e 001 ?.:a,ggiore Girelli , ool quale "'i riunii , por il 011,,.po di prigionia di Oe -

, ./ 439

..


otokowo nella Polonia ocoiden~ale ·Riuaci~~o a nnecondore alle perquisizioni di partenza o di artivo l e parti della .Ban(liera ohe aveva"'Ol non fu facile nascondere allo arrivo a 0eaLokowo l a rrecota , mn ci ai11~b int ell1gen i e~ènt e il Ten . Col. NA!OLI , che Lrova~~o in quel cal"'PO JCUi affida~~o naeoo~tu,,,en te e rap1 damen t e aL l raverao ~mo s piraglio di finesLra , nei locali di perquisizi~ ne , la parta terminant e piQ ingo~brant e dP-lla freooia . Anohe 11 Ten . Col. NA!~LI , ~algrado un ~ese di carcere duro passat o nella prigionia civile Averoff di Atene (era s ta to arrestato dai t.edeaobi e winacoi a Lo di fucilazione per falsa accusa ) era riusci t o a conservare le parti .della Bandiera ohe aveva. Il 20 gennaio 19H giunse al carrpo di Cestokowo anche il l"'aggiore PI POLA , il quale anche era riuscito 11 salvare fino ad allora l e parti che aveva , Il 29 l"'lll'ZO in una porquiai?.ione quanto ~ai bes t iale da parte de! le S. S. (ri~anen~o all ' aperto dalle 7 del ~a lino alle 17 del po~origgio , sotto una t e~peela di neve , Lut ti i no j Lri post i furono ~essi BO.!!, sopra., l• perquisizion i persona li indi vi duali furono odiose ) , la fort una oi aiu~b .Ufficiali avanti ad al cuni di noi nelle file ebbero le rodere del· le giubbe s t rappat e , l"'a le nostre furono l as"i a te int a •e , avendole off•'! te spon tanea"'ilnle , i t rucioli di logno di "pagliericcio" di una no tra oùo oett a , ove nella tes ta a era naa 1os l a pari e della freooia , furono Lol t i dal centro e dalla parte ter~inale , ~a non dalla 1ea a ia . Al ler~ino della g1ornat a , quando oi ritro~n'"'l"'O, ognuno po l è dire all ' al l ro che t~tt o era salvo .Nei giorni 8 e 9 1944 , causa l ' ~vaniata ruesfi). fino alle, Vis l ola , 11 ca,.,po Cestokowo fu sgo,..brat o. "'seendo 11 l"aggiore GIR::!T,LI B"""'alalo ( l ' ufficiale era affli tto da gravo for""a reliro-4r t.rHica, aopport a •a oon ~olta forza d ' ani~o } e non dando egli afCida..,ent o, per lo auè condizioni fisiche , di poter salvaguo.rcùvt.e , duran l e il viasgto , le parti di Bandi&ra, oh8 erano a lui affidate e ohe aveva difese tino allora oon ~enacia , prontezza e davozione , lo svincolai dal oompito , dividendo fra ~e e 11 Tenanto Colonnell o NAPOLI , oib ohe era otato sinora a lui in oonaegno. .Le perqui sizioni alla pai,tenza :furono fa Lte nel l"'Odo più duro : molti u fficiali superiori furono all ' apert o spoglia ti nudi o so t toposti ad i ndagini sul loro st esso corpo .- Portuna ta-en t e , con stuùio pr! ventivo in distanza dei perquisi tori meno pr~cie1 e oon un po • di presenza di spiri ~o , riuacim~o gli altri uff iciali ed io a ~~ntenere celaLi i pezzi della Eandiora ahe aveva~o. Anche all ' arrivo al oa~po di Nori~berga- Langwasaer la fort una oi assL1Lè .I11° gennaio 1945 , tramit e 11 capi tano BOOCASINI del aèggi~en l o, ohe giungeva , ridot to nelle più misere condizioni ~ngli a~enti , dal campo nel Nord della Germania di Sandbostel , seppi , che il bravo ' enen 'e OIPRIAKI , colà ri~aeto , era ri~aoi t o fino ad allor a a conservare la parte della Banàiera , òhe era a lui in consegna. A fint gennaio 1945 il oa"'po di Noril"btrga.-Langwaeaor fu d18ciolt o o i prigioni~ri italiani avviati in t re di"(8rai aoagii~ni in vario dire doni• Io pariti ool !..aggi ora P;tPOLA il giorno JO dire' t o al ca... po di ì----...., Mtlhlberg sull ' Elba, nella Sassonia pru8eiMa ,i l Tenente Oolonnollo

../ ..

440


UAi.'OLI fu da Me separat=i e parti ai pri"'i di febbraio per :.".epper. in Weetfali a .Di tre giorni di viaggio ~olto duri per 11 freddo , l a fe~e ,11 t ratta"'ento e di una ~arcia, quanto "'81 faticosa per r Rggiungere 11 ca"'PO , fu..... o rico,..pens·1ti d lla sorte che oi per,.ise di ,iu 1,arci l ' un l ' al 'ro e portare in s•ilvo nelle rituali perquisizioni di arrivo qull!l to aveva"'o· Il giorno 2" aprile fum,.b liberati dai r eparti sovieLici -: Il 7 ,..ageio il :~aggiore PIP0LA si .,.eecolò ad uno sc'lglione di prigionieri inglesi , che ei spoetavano verso l 'El ba , ed abbandonò i l ca~po ,, Dato che 11 tentativo dell ' ufticiale , che aveva per i scopo dianticipare 11 ri,..,patrio , n\m dava ru.lora , nella zona di occupazione russa , '"o}te garanzie di riusci to., preei , allo. partcn:;a del L:aggiore , le par Li del~a Dandiera , che l ' ufficiale aveva avuto sino ad allora in cons! gnn e ohe a vevn eaputo con ,..,olta s~g~cia o pron t e~?.a s~lvagnardare i n ogni occasione . Il 21 11.aggio a piedi ,.i trasfmi con flli altri ex prigiOl"ier1 it..,liani a Spreirberg nel Br <tnc1e-bi1rgo , da cui il 2 eet ie,..bre partii alla volta dell ' l 1 ali a ," ...1 ttenwold , a l confine "Ustro- Bavare se , luogo di sos • a de 11 e t r!J dotte dirette in ILalia , tI·ovai .,.olti gr,mutieri del Rege;i,..ento , i qu~li , riconosciutori , subi~o ..1 chiesero della Bandiera del Reggi-ento ; grande fu l a gioi a e la co,,.,,.oz1one di quei br11vi sold·1ti , quar.do •ro..!!. si fuori da una borea cbe a vevo 0~1 ,..e 11 roseo , il verde , la freccia , l a. croce dell ' ordine "'ili~ore d la Bandiera . ::ienzq, retorica , di fron te alle alte Alpi , sulle rive de 1 I s!1r, essi baciarono i resti di 1ue_! la Dandiera, che irolti di loro avevano vi s~o un giorno al fuoco nella dura ed eroica carpagna di Albania e per la quale era sta•a inol ' r ata propos te di ,:edaglia d •oro al Valor :.:ilitare . = A Vi terbo 11 17 settembre trovai 11 'l'en . Col . r;;,l'OLI , a Rol"'a pochi giorni dopo 11 'Ienente di OO"'pl e,,.ento CIPRI:\!i I ; ri.,.pa.triati anche eesi dalla prigionia da poco ; a"'bedue fiera-en~e "'Ì oonaegnarono l e pa1·ti della Bandiera ohe avevano in ooneeen~ e che erano riusciti R salvare nei lunghi rresi di prigionia e di tanLe traversie -~ia ..oglie , eorella di un caduto di guerrn, ricucì 11 drappo . Chiesi ed oLLenni da codesto ~inie~ero che l a Bandiera ricom costa po esse essere consarva~a nel Deposito del 1° tteggi-en'o Cra~atieri, accantò alle Bandiere del 1° e 2° ReggiMerto Granati eri di Sar degna : col à la Bandiera fu da ~e depos 'a , preeen'i il Ten . Col onnello NAPOLI , i ...ageiol'i GIRELLI e PIPOLA , 11 Tenente CIPRLUH , nell ' ottobre del 1945.=

IL COLOì,1rELLO C0!.:1\JmArE

.

-\<,-,[' • -~

F . to Renato Caslagnol i

e.

.'; f,/Ul~Fl\IALZ ADDE1"!'0

· l , ?Teb . C9.i,. R. Perfe~ti) ·~4~1CA l~·.·· • . ·

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IL BATTAGLIONE GRANATIERI DEL RAGGRUPPAMENTO CACCIATORI DEGLI APPENNlNI

TI Bando Graziani del 15 Ottobre 1943., disponeva la chiamata alle armi delle classi 1923, 1924 e 1925. Il termine per la presentaz ione era fissato al 29 Novembre. Al distretto militare di Roma, ubicato presso la Caserma "Ferdinando di Savoia" in Via di Castro Pretorio - vicino alla Stazione Termini, coloro che si presentavano, dopo la visita medica, venivano immediatamente accolti, se idonei, presso la stessa Casenna e ripartiti, secondo criteri differenziati, in quattro Compagnie di Fanteria ed un Gruppo di Artiglieria. Alla l • Compagnia Granatieri furono destinati i giovani di altezza non inferiore a metri 1,75 frequentanti l'Università o, comunque fomiti di diploma di studio di Scuola media superiore. Tale Compagnia avrebbe dovuto costituire un "repmio d'onore" da utilizzare in occasionali cerimonie e per ripristinare il servizio di guardia al "Milite Ignoto" che in quei tristi giorni era stato soppresso. La richiesta del titolo di studio era motivata dal fatto che .i componenti di tale reparto, oltre a svolgere compiti operativi in aggiunta a quelli descritti, avrebbe dovuto seguire un corso Allievi-Ufficiali. Verso la metà di Dicembre, una mattina, alle sei in punto, ricorda il Gran. Candia, irruppero al! 'improvviso in camerata quattro "satanassi" che, senza tanti complimenti, ci scaraventarono letteralmente dalle brande. Erano quattro giganteschi Granatieri: il Sten. Chiti, ; Sergenti Casalhoni e Fiumi ed il Gap. Magg. Bezzeccheri. Un ordine urlato a squarciaI Granati.eri della uQutnta"' gola ci fece sobbalzare in partenz:a PN Milano.

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tu/li: "Camerata attenti I" Non c'erano dubbi. Poiché stare sull'attenti sotto le coperte non era certamente quello che ci veniva comandato, balzammo giù dalle brande così come ci trovavamo "in maniche di mutande" diceva un amico, e ci impalammo su/I 'attenti.

Aprendo prima un occhio e poi l 'altro (che sonno/) vidi avanzare dal jòndo I 'inconfondibile sagoma del S.ten. Chiti. Dall 'alto dei suoi circa due metri d'altezza sentivamo lo sguardo indagatore che non riuscivamo ad indovinare dato che gli occhi erano ben coperti dai nerissimi occhiali che era costretto a portare. Era diritto come una pertica. Con passo Lento ci passava vicino e, senza neanche girare la testa. a bassa voce: "Consegnato" e proseguiva cosi, fino infondo alla camerata, distribuendo consegne con una generosità tale da commuoverci. Poi, tornando sui suoi passi, un ordine preciso: "Tra dieci minuti ad1111ata in cortile - per ognuno di voi che arriverà in ritardo tutta la Compagniafa rà un giro cli corsa - nel cortile stesso - ··. Mantenne la promessa. Quel mattino infatti facemmo ventisei giri ciel corti le, con lui in testa. Fu così che ritornammo ad essere "Granatieri". Un giorno, sotto Natale, venne in caserma un rappresentante della Federazione Fascista Repubblicana cli Roma che invitò i militari delle quattro Compagnie ad am10larsi volontari in un repa,10 che la Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale -M. V.S.N. - intendeva costituire e che, a suo dire, sarebbe stato presto inviato al fronte contro gli alleati. Dei militari interpell ati solo qualcuno aderì all'invito benché molti , educati in quegli anni all'amore cli Patria e cli fronte allo stato di inazione in cui erano tenuti, anelassero ad andare al fronte a combattere, ma uon sotto uu colore politico. La visita e l' invito ciel rappresentante della M.V.S.N. non furo no però inutili, anzi accesero l'entusiasmo di molli. Se la M.Y.S.N. pensava di costituire un reparto di volontari per anelare al fronte, lo stesso avrebbero potuto fare i militari della Caserma "Ferdinando di Savoia" nell 'ambito dell'Esercito. La stessa notte, al buio, in una camerata ove ardevano due falò che emanavano un :fun10 infernale, in un clima di quasi rivoluzione, tra urla e canti , chi era favo revole e chi contrario, si iniziò a raccogliere adesioni. E fu così che nacque un 'ulteriore compagnia, la Quinta, alla quale aderì il 70% della J• Compagnia, cioè quell a dei Granatieri, alcuni delle rimanenti tre Compagnie di Fanteria e, quasi al completo, il reparto di Artiglieria, con alla testa il S.tcn. Carnesasca. Furono queste ultime adesioni che portarono nella s• Compagnia dei Granatieri "bassi''. Tnostri Ufficiali, il S.tcn. Chiti, il S.ten. Rizzo cd il S.ten. Camesasca s i interessarono in opportuna sede per ottenere il riconoscimento ufficiale della nostra "Quinta Compagnia Studenti Volontari Roman i". Nacque così un reparto militare straordinario ed inipctibile anche per la riuscita trasfusione in esso dello spirito e della disciplina tradizionali dei Granatieri. Dedizione cieca all 'Italia, assenza cli fazios ità, senso del dovere, dell'onore e della disc iplina, necessario sacrificio personale e co llettivo; il tutto armonicamente fuso con un sano, elevato spirito gol iardico; la gio iosità di tipo francescano, la spiritualità, il senso rel igioso, il senso della solidarietà verso le popolazioni , la capacità cli resistenza fisica e l'umanità. "Non meravigli la spontaneità della.formazione del reparto e La sua immediata convalida da parte delle Autorità Militari in luogo di una costit1i=io11e regolarmente prevista

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nel! 'ambito del!'ordinamento. I tempi erano tali e le adesioni e gli entusiasmi così scarsi da richiedere immediata approvazione di iniziative del genere". Nei primi giorni del Gennaio 1944 dal la Caserma «Ferdinando di Savoia» le cinque Compagnie furono trasferite nella Cascnna cli Pietralata alla peritèria di Roma. Successivamente, dopo essere stata impiegata a Velletri, la 5a il 19 febbraio 1944 venne trasferita a Mi lano. Il l O marzo 1944 fu costituito nella Caserma di via Borgognona di Milano il Battaglione Granatieri che successivamente verrà inquadrato nel Raggruppamento Cacciatori degli Appennini. Le vicende storiche narrano di azioni di guerra sempre condotte nello spirito e nel rispetto dei valori dell'onore militare e nel solco delle tradizioni granatieresche. li battaglione si sciolse all'alba del 3 maggio 1945, dopo un rapporto Ufficiali tenuto nella notte, mentre il Comando di Raggruppamento si sciolse il 5 maggio ad Ivrea ricevendo da una compagnia americana l' onore delle anni. Il Capitano dei Granatieri Giacomo Cristiano Garaguso, allora dell'Ufficio Operazioni del Raggruppamento, così termina un suo articolo sulle ultime ore di esistenza ciel repaito a contatto con i partigiani in attesa degli alleati: "11 4 Maggio il S.ten. Serperi, 1 La sede del Comando della formazione partigiana del Battaglione Granatieri a Guastalla. del posto, era a Ba.ira, nei pressi del suo plotone. La guerra erajinita ormai. L 'ordine era di attendere, armi al piede, l 'arrivo degli alleati ai quali le truppe tedesche e della R.S.J. si sarebbero consegnate. Verso le ore 13 una pattuglia partigiana che stazionava al! 'altezza delle prùne case di Bairo avvertì il S. ten. Serperi che stava arrivando un reparto dei Cacciatori degli Appennini. Serperi, con i suoi partigiani, attese sulla piazza del paese. gli uomini della R.S.J. Da essi si staccò il Comandante, un giovane Ufficiale della G.N.R., che si presentò tranquillo e sicuro al Sten. Serperi. Poche parole di saluto bastarono per rompere il ghiaccio. 1 due reparti ruppero le righe ed i militari, sino ad allora nemici fraternizzarono come buoni camerati.

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Qualcuno tirò.fiwri una macchinafotogrqfica efi-1rono scattate numerose istantanee ad eternare la ritrovata unità. Poco dopo giunse una 1100 mimetic.:a con il Comandante dei Cacciatori Col. Languasco e tre Ufficiali del suo Comando, tra cui il Capitano Garaguso dei Granatieri. Il Sten. Serperi si presentò ai nuovi arrivati. Il Col. Languasco, nel porgergli la mano sinistra gli disse, sorridendo, che non poteva usare la destra, ormai atrofizzata perchéferita in uno scontro subito con i suoi compagni il 3 Marzo precedente, Serperi rispose: "E' la guerra; signor Colonnello! ". ''Ma ora è/ìnita - rispose il Colonne/Lo Languasco - con la vittoria del nemico che voi avete aiutato. Dio aiuti l'Italia!". "Noi abbiamo aiutato gli alleati, Voi i tedeschi - replicò Serpieri - e chi ci ha rimesso è l'Italia". "La ri. · · " - d.zsse · ancora I·t Co l onneIl. o L anguasco -. "Certamente " - .fiu l a costruiremo msteme conclusione di Serperi -. E nel pronunciare questa promessa sentì un grande orgoglio ed un gran turbam.ento. Avrebbe voluto piangere ed abbracciare quell 'uom.o, quel 'italiano come lui che credeva tanto fennamente nella rinascita del Paese. Il Col. Languasco ed i suoi Ufficiali non si sono più incontrati con il Sten. Serperi, ma tutti hanno operato .fìn d'allora per ricostruire, giorno dopo giorno, pietra su pietra, questa povera nostra Italia . dinienticando odi e vendette, e profondamente sentirono e se,itono l'amore di Patria".

Il Soflotenente Gù.111franco Chifi

I Sottotenenti Italo Pasini e Mario Holzer.

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I GRANATIERI SUL FRONTE CLANDESTINO D.ELLA RESISTENZA E NELLA GUERRA 01 LIBERAZIONE "EjìL, con l'occupazione di Roma, il tempo altresi dell'Italia spaccata in dueparti dalla cosiddetta "linea gotica", l'una a nord in mano alle forze germaniche, l'altra a sud nelle mani degli Alleati. A sud, dove il Re si era rifugiato, il governo italiano si insediò a Brindisi per poi trasjèrirsi nel febbraio 1944 a Salerno; a nord, dopo la liberazione di Mussolini dal Gran Sasso ad opera dei tedeschi, venne costituita la Repubblica Sociale Italiana, il governo della quale si insediò in Salò, provincia di Brescia. Ma la separazione non fu soltanto territoriale, la contrapposizione nonfi.1soltanto politica. Ancor prima e più di tutto ciò, furono gli stessi animi degli italiani a restar divisi, mentre da una parte i/fascismo tentava di restaurare la perduta egemonia e dal! 'altra la monarchia tentava di recuperare il perduto prestigio, e gli eserciti stranieri intanto combattevano sul suolo italiano martoriato la loro guerra senza quartiere, fin troppo noncuranti, l'uno e l'altro, della nostra tragedia nazionale. Lo sconvolgimento di valori materiali e morali che da tutto questo a noi derivava non poteva non provocare il travaglio doloroso degli animi che vedevano travolti pe1fino gli ideaLiJìno allora nutrili, le virtùfìno allora esaltate; e non poteva non riverberarsi, così come in ogni collettività, in ogni gruppo, pe1fìno a volte nello stesso nucleo familiare , anche e soprattutto sui militari, colti per di più nel loro momento più critico di reduci di una guerra perduta ed ora dallo stesso popolo odiata, di vittime di un annistizio tramutatosi inJitga e in sbandamento, mentre l'esercito del quale erano stati tessuto connettivo si dissolveva. !!fatto stesso di essere ancora soldati, tuttavia, imponeva loro di stabilire la linea del proprio comportamento: che non significò però, nel gran numero di casi, una scelta libera, perché essa fu invece determinata o fortemente condizionata dal luogo nel quale si era rimasti sorpresi dagli eventi o dal luogo di residenza della famiglia, della quale ,nagari non si avevano notizie e che si cercava a tutti i costi di raggiungere, di ritrovare. Quando la scelta potette o volle restare esclusivo privilegio personale e volle ispirarsi non già a calcoli di mero attendismo bensì a volontà di impegno e di partecipazione agli eventi che maturavano. nel riscatto morale e per la ricostruzione materiale del Paese, fatalmente intervennero i motivi cl 'ordine morale, le componenti della ragione e del sentimento quali ognuno sapeva e poteva s viluppare in sé, in relazione alla propria indole, alla propria educazione, alla propria cultura, alle tradizioni personali e familiari ed all'ambiente nel quale si era vissuti, al proprio senso del dovere, al rispetto della propria dignità, alla/ede nei destini della Patria. E non potevano non

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essere, naturalmente, scelte diversificate ed a volte opposte, se pure tulle - per come e quando vennero effèttuate - comprensibili e meritevoli di rispetto se effettuate in buona fede e in purità di intenti, anche perché costituirono, nel quadro delle mille incognite che sussistevano, scelte comportanti alti rischi personali, coinvolgenti a volte perfìno la sorte deijàmiliari. A questo proposito non può essere trascurato il rilievo che per oltre venti anni l'Italia era stata governata in un regime cui non pochi avevano dato la propria adesione e nell'ambito del quale lo stesso Esercito era stato ordinato ed aveva operato. E sarebbe oggi.falsare la storia se, mentre si ricordano ed esaltano, giustamente, le motivazioni delle decorazioni al va lor militare per i tanti atti individuali di ardimento compiuti dai granatieri su tutti i.fì·onti di guerra, si volessero epurare invece quelle che pure raccontano del Sottotenente Filippo Maini già croce di guerra già medaglia d 'argento che guadagna la sua medaglia d'oro alla memoria morendo in A/dea il 4 ottobre 1936 al grido di " Viva l'Italia, viva ;/ Re, viva il Duce"; o del Tenente Melchiorre Jan nelli che la sua rnedaglia d'oro alla memoria se la guadagna cadendo eroicamente in Spagna il 20 marzo 1939 al canto di "Giovinezza": o del caporale Orlando Carnevale che sul.fronte albanese il 17 dicembre 1940 gravemente.ferito resta con ammirevole sangue.freddo a combattere, e quando s 'avvia.fì.nalmente al posto di medicazione si dice lieto di aver.fatto il proprio dovere, inneggia alla patria ed ai granatieri. e saluta romanamente. 1vfotivi ideali, sentimentali, culturali, oltre a quelli materiali e contingenti determinati dalla sorte che molte volte più fòrte di noi ci aveva preso nel vortice del suo sregolato dipanarsi. in quei giorni nei quali per noi reduci delle battaglie perdute e.forse inutili gli stessi intravisti orizzonti di gloria sembravano fasciarsi di insuperabili nebbie. Ed ecco allora che si annoverarono granatieri che al pari di tanti altri soldati si trovarono, o decisero di trovarsi, nel! 'esercito che al nord la Repubblica Sociale andava co1943. I I piroscafo Crispi stituendo nell'intento di affiancarsi ai tedeschi contro gli Alleati: quella Repubblica Sociale, del resto, che nella stessa sua massima espressione militare, nel suo ministro della difesa nazionale, si avvaleva di un antico i!ffìciale dei granatieri e condottiero d 'Ajì-ica. Rodo/lo Graziani. lvi fu creato, dopo L'8 settembre 1943, un Battaglione Granatieri costituito da tre Compagnie denominate Roma, Milano e lvfantova, Unità che fu poi sciolta il 3 maggio 1945. Furono soldati che si comportarono e combatterono - e diciannove di essi caddero in combattimento - con valore ed onore . Altri e più numerosi granatieri vollero o dovettero impegnarsi invece a fianco degli Alleati. Furono quelli che affi·ontarono il rischio di attraversare le Linee tedesche pur di "raggiungere l'Esercito di S.M. il Re nell 'ltct!ia meridionale", come si Legge ad esempio nella motivaz ione de/fa medaglia di bronzo concessa per questo motivo al maggiore Eremberto ;\;forozzo della Rocca che guidò un nucleo di militari attraverso il gruppo montano del Meta, un nucleo di cui.fecero parte tra gli altri il capitano Giuseppe Casa ed il sottotenente Francesco Baldovino anche essi decorati, ed il maggiore 1vforozzo della Rocca s'ebbe poi aj.fìdato nei primi mesi del .1944 un battaglione di granatieri .fòrmawsi appunto nell 'Italia meridionale; e ci.fìtrono altresi tanti altri valorosi ufjìciali anche essi decorati per il genuino valore ed amor patrio. che si impegnarono invece con altrettanto e magari maggior rischio dietro quelle linee tedesche nelfi·onte

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clandestino della "resistenza", come la medaglia d'oro alla memoria capitano Giacomo Crollalanza, come la medaglia d'oro a/La memoria capitano Aladino Govoni trucidato nelle Fosse Ardeatine, come le medaglie d'argento colonnello Ferdinando Carignani, capitani Arturo Mondovì e Paolo luigi Guerra, tenente Aldo Arcangeli, come la medaglia di bronzo - ed anche da questa parte diverse furono tuttavia le scelte di fòndo - al Sottotenente Lelio Cau, come le croci di guerra al va/or militare Tenente Claudio Puddu e Sottotenente Giammaria Giudici, rnentre vennero compensati con la promozione per merito di guerra il capitano Libero Bianciardi già decorato, e con il trasjèrimento i11 s.p.e. il Tenente Ercole Pizzc4èrrato; e ci.fì1rono poi tutti quelli, ufficiali e soldati, che vennero inquadrati a sud nei regolari reparti del Corpo Italiano di liberazione. Si dirà tra poco di questi reparti che inquadrarono specfficatamente i granatieri. Ma ujJìciali dei granatieri s i trovarono incorporati anche in altri reparti .schierati sullo stesso fronte accanto agli Alleali, come ad esempio la medaglia d 'oro alla memoria tenente A{fonso Casati del Batlaglione "Bajìle" del Reggimento "San Marco "Jàce11te parte del Cmpo italiano di Liberazione caduto a Corinaldo il 6 agosto 1944, ed il capitano Ugo Manente del i Battaglione del Reggimento Qu.1ttro ~ottolc nc nt i: (1hr d,\ tl ,q ); C1l/ll'(ti1i. l',·nr. paracadutisti "Nembo" al quale è stata s,,,·:1,ll,· dd \11i1t• \\tlt•u :i1J, / 11(J111J1) ,VJ(1/t' :lit l~t•!o~na. confèrita la medaglia di bronzo al valor militare per il suo comportamento nelle azioni di Grizzano in quel di Bologna ne/l'aprile 1945. Altri distinti u.fficiali dei granatieri dopo l'armistizio si rifiutarono di ottemperare al "Bando Graziani" ed entrarono afàr parte del Corpo Volontari della libertà, alcuni ai comando diformazioni partigiane come il Capitano Giovanni Odino catturato efitcilato dai nazisti in Liguria ed alla cui memoria.fii confèrita la Medaglia d'Oro al V.M.. Tn Pienionte operarono l'allora Tenente cp!. Luigi Arri ed il S. Ten. cpl. Aldo Fusi. Due ufficiali in s.p.e., i Tenenti Eugenio Permetti e Bolzan Mariotti, agirono invece rispettivamente in Emilia e nel Veneto. Dopo l 'armistizio, il I O seltembre J 943, La Divisio11e Granatieri di Sardegna venne disciolta . Si riformò tuttavia nel maggio J944 con i battaglioni de/l 'anch'esso disciolto "Raggruppamento S'peciaLe Granatieri" che nel precedente ottobre dalla Corsica era stato tra.~ferito in Sardegna. Assunse il comando il colonnello Affònso li·oysi: m.a si trattò di una grande Unità malamente risorta per povertà di uomini e di mezzi, tanto che, trasportata a Napoli e poi nella zona di Afragola.Ji1 disciolta nell'agosto dello stesso anno. Rimasero in vita, tuttavia, due battaglioni, che ven11ero inquadrati nel "Gruppo di Combattimento Friuli", rispettivamente nell'87° e nell'88° Reggimento Fanteria, e con il detto Gruppo parteciparono nel 1945 alla campagna di liberazione. ll Gruppo era inquadrato nel X Corpo d'Armata britannico e fin dal gennaio di detto anno si trovava schierato nel settore di Brisighella. Esso operò quindi, nel! 'aprile, sul Senio, contribuendo allo sfondamento della/orte linea dijènsiva tedesca ed all'inseguimento del nemico, le retroguardie del quale opposeroforti resistenz e sul Sa/terno e in specie sul torrente Gaiana; dopo di che il Gruppo entrò per primo in Bologna. In particolare, i Battaglioni Granatieri si distinsero operando. sem-

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pre nell'ambito del Gruppo, nel 'azione di Barbanfusa, nella battaglia del Senio, a Riolo dei Bagni; e.fu il Battaglione Granatieri dell'88° Fanteria ad effettuare l'eroica conquista di Casalecchio dei Conti il I 9 aprile, nel corso della violenta battaglia per il superamento della tenace d[fesa avversaria sul menzionato torrente Gaiana. Quale sia stato, del resto, il contributo dato dai granatieri nei.fatti d'armi di tutte le località deL!a zona che sono state teatro di scontri - le Quote 73 (Rio/o di Bagni), 86, 92, 106 (La Chiesuola), 112, Casa Nuova, Stabilimento Idroterapico, Mongurdina, Molino di Serrava/le, Casa Seretina, Casa Badìa, Castel San Pietro, Casa Saltamacchia, Salvane/lo di Riolo Bagni, Bosco di Sotto, eccetera -dicano le circa cento decorazioni co,~/èrite individualmente a granatieri: dalla medaglia d'oro alla memoria del caporale maggiore Giuseppe Nembrini alla medaglia d ·argento alla memoria del capitano Angelo Rossi ed del granatiere Luciano Casati, nonché alle medaglie d'argento al caporale Angelo Bet, al sottotenente Roberto Coppola, al sergente Erminio Ruzza, al tenente Paolo Paolucci, al sottotenente Bruno Simeoni; dalle medaglie di bronzo agli iif.ficiali tenente Michele Pericoli, sottotenenti Sante Ballerin, Lelio Cau (seconda medaglia), Leonardo Rossi, Cesare Savini, a quelle ai sottufficiali Emanuele Aymerich, Luigi Cozzi, Nicola Sollazzo e Augusto Torresin, al granatiere Salvatore Romeo alla memoria, nonché ad altri numerosi graduati e granatieri; e poi le croci di guerra e gli encomi. Granatierifi1rono inquadrati anche nel 67° Reggimento Fanteria che combattette a Monte/ungo: ed in quella battaglia asperrima ne caddero alcuni (Leopoldo lvfarcerà, Fos.si, dandolo, Cheleschi) ed altri vi restaro110.fèriti (Vittori, L iverani, Sciarretta, Tafone, Di Benedelli, Zanghi, ecc.). Uffìciali dei granatieri si sono altresì trovati, in quei tragici momenti, in posti di rilievo e di responsabilità, distinguendosi per capacità e coraggio. Valga ricordare per tulti l'allora colon.nello di stato maggiore 1\!Jauro Aloni già iif.Jìciale del Reggimento Granatieri, in servizio al momento dell'armistizio del settembre 1943 nella branca "operazioni" del Comando Supremo. Riparato, dopo aver distrutto documenti e cifrari. nella sua Savona, si portò quindi a Genova dove, con il nome di battaglia di ··Vi.olino" (forse perché appassionato violinista), costituì nuclei partigiani e divenne comandante militare partigiano della Piazza di Genova, dirigendo la lotta di liberazione in Liguria. Ed infatti.fii proprio a lui che nel/ 'aprile del 1945 il comandante dell'Armata germanica in quella regione, generale Meinhold, si arrese. come ricorda la lapide cmnmemorativa apposta nel Sacrario della Resistenza in via XX' Settembre in Genova. Le ricompense al va/or militare per l'intera guerra 1940-1945 su tutti i.fronti sono state per i granatieri ottocentosessantuno, delle quali centodiciotto "alla memoria" . "

I GRANATIERI DI SARDEGNA DEL III BATTAGLIONE LA CORSICA E LA GUERRA DI LIBERAZIONE (1942 - 1945) Tl battaglione viene costituito il l Ogiugno 1942 dal deposito 2° Reggimento Granatieri. Con il gemello l l 1/87°, figliato dal deposito I O Reggimento Granatieri, fo rma il RAGGRUPPAMENTO GRANATIERI DA SBARCO che successivamente assume la denominazione di RAGGRUPPAMENTO SPECIALE GRANATIERI. L'organico dei battaglioni è analogo a quello dei battaglioni del Reggimento fanteria di Marina ''San Marco".

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Alla fine cli giugno 1942 il Raggruppamento è dislocato nell ' isola d' Elba, dove effettua un duro e intensissimo addestramento allo sbarco. L' 11 novembre 1942 il Raggruppamento Speciale Granatieri sbarca in Corsica senza incontrare res istenza, e dopo l'occupazione di Bastia, effettuata in concorso col Reggimento " S. Marco", viene destinato alla difesa del golfo d'Aiaccio. li 19 aprile 1943 è in arrivo in Corsica un 3° battaglione di granatieti e due compagnie destinate una per ciascuno dei battaglioni già in posto. li piroscafo "Crispi" su cui sono imbarcate le truppe, viene silurato al largo di Bastia: 240 granatieri non rispondono all'appello. Nel maggio viene costituito, nelle zone sud dell 'isola, il RAGGRUPPAMENTO C ELERE SUD comandato dal Generale di brigata Gian Carlo TfCCHTONI e costituito dal Raggruppamento Speciale Granatieri, dal CVII Btg. Mitraglicri, da reparti bersaglieri c iclisti e da altri reparti. L'8 settembre 1943 trova il lII Granatieri , come tutto il Raggruppamento Celere Sud, disciplinato e compatto attorno ai suoi capi. Da Zonza, dove è dislocato, sa che al vicino paese di Quenza vi è un forte presidio di truppa tedesca e, avuto ben presto notizia di disarmi effettuati da questo ai danni di reparti italiani, il battaglione si mette in allarme, deciso a non lasciarsi sopraffare. Il 12 settembre si schiera a difesa della zona, sul quadrivio che, a Zonza, controlla le provela Compagnia Studenti U11i1 ersitari p resu111ibil111e11te in an camp o d'arma in località im- nienze da Aiaccio, Bonifacio, Porto Vecchio e Colle di Bovella. precisata (fàrse Arezzo). Il mattino del 13 una colonna tedesca proveniente da Quenza, tenta cli aprirsi la strada verso Bonifacio, ma è accolta dal fuoco della 7" compagnia prima e poi di tutto il Battaglione che, con l ' appoggio cieli' artiglieria, si impegna in un violento combattimento, protrattosi per l' intera g iornata e finito vittoriosamente per il Battaglione che riesce a ributtare i numerosi attacchi tedeschi . Nella giornata del 14, il Battaglione si predispone per passare all'attacco ed invia un reparto di granatieri nella zona di Ospedale - Portovecchio, per agire in unione ai patrioti corsi. Il 15, in concomitanza con il Battaglione alpini "M. Granero", i nostri granatieri attaccano il presidio tedesco di Quenza ove trovansi anche vastissimi depositi di munizioni, carburanti e viveri. Con l' appoggio cieli ' artiglieria, che effettua un tiro di preparazione particolarmente preciso, le resistenze tedesche sono rapidamente elim inate: tutto il presidio tedesco è fatto prigioniero ccl i depositi passano sotto controllo italiano. Nel contempo, una compagnia del Battaglione, schierata a Lcvie, costituisce infrangibile barriera ad una fotte colonna tedesca che, con l'appoggio d i nun1erosi carri armati pesanti, tenta - ma invano - di congiungersi al presidio di Quenza. Il giorno 12 gl i attacchi nemici a Levie sono rinnovati con maggior vigore, appoggiati da artiglieria e mortai; i granatieri subiscono gravi perdite, ma resistono . Un' altra compagnia ciel Battaglione, inviata in rinforzo, sebbene impegnata in violento combattimento a Punta Panetto, riesce a proseguire portandosi a destra dell'altra compagnia, di cui protegge efficacemente il fianco. Il nemico che tentava procedere su S. Cavino, è arrestato. 1

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Nella notte, in seguito ad ordine superiore, il battaglione granatieri si schiera in posizione più arretrata a Serra cli Scopamene, su una linea continua, a'A'ìancato da altri reparti del Reggimento Celere Sud e della Divisione "Cremona". L' epicentro della lotta in Corsica, si sta, però spostando verso nord e pertanto il Battaglione non è più impegnato in combattimento. L'efficace azione dei granatieri ed il loro comportamento a favore dei partigiani corsi nella lotta per la cacciata dei tedeschi dal!' isola, sono più volte citati dalla radio alleata e sono riconosciuti dal generale francese De Gaulle che celebra successivamente a Levie l'eroismo dei granatieri italiani e dei partigiani corsi caduti per la liberazione del paese. Il 10 ottobre il Battaglione, in perfetto ordine, s i imbarca a Bonifacio per la Sardegna e s i disloca a. Perfu gas, localit à estremamente malarica. Success ivamente si trasferisce a<l lglesias. li periodo passato in Sardegna, dal l'ottobre 1943 all'agosto 1944, è per il battaglione, il più duro fra tutti gli anni di guerra. T disagi materiali e morali , la scarsissima alimentazione e la conseguente fame che per alcuni mesi imperversa ; le ma lattie e, in special modo, la malaria che mietono le vite umane a decine, le miserevoli cond izioni del vestiario e de ll'equipaggiamento; ma sopratutto le preoccupazioni morali per la triste sorte toccata al nostro paese e l'assillo per la mancanza di notizie delle famiglie lontane, non infirmano la disciplina ed il morale dei nostri granatieri i quali si dedicano con impegno e serietà ali' addestramento ed al riordinamento in vista ciel futuro impiego nella guerra di liberazione. Nel maggio 1944 è ricostituila la Divisione Granatieri di Sardegna con i reparti del Raggruppamento Granatieri, ma l'impossibi lità di poter raccog liere una forza organicamente suffic iente con militari fi Corsica 1943 Ufficiali sicamente idonei alla specialità, induce lo Stato Magt!e/ Ragr:ruppamento giore a l momento del rientro in continente, per la costituzione dei Gruppi di Combattimento, ad assegnare i due originali Battaglioni Speciali Granatieri alla Divisione "Friuli" la quale, come essi, aveva combattuto valorosamente in Corsica contro i tedeschi per salvare l'onore delle proprie armi e non sub ire l'affronto e.lei disarmo. TI Battaglione Speciale Granatieri di Sardegna petianto raggiunge il Reggimento Fanteria a San Giorgio del Sannio; sotto la data del IO agosto ne divi ene il 1IT btg. e da quel giorno, fino a quello radioso della liberazione totale della Patria dal dominio tedesco, ne condividerà con onore, fatiche, disagi, privazioni e rischi, scrivendo nella storia dell' 88° Reggimento luminose pag ine di eroismo purissimo affratellato coi fan ti in un unico intento, in una unica passione, in un'unica fede: la rinascita della Patria.

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CASATI Alfonso Sottotenente - Fanteria - Partigiano combattente, granatieri luogo di nascita: Milano (MT) Data del conferimento: 31-7-1945 D.L.

alla memoria "Volontario della nuova guerra di redenzione contro il tradizionale nemico, durante arduo ciclo operativo dava ripetute prove di altissima abnegazione e di costante sprezzo del pericolo. Comandante di un plotone mitraglieri, nel corso di un a,\JJro combattimento si lanciava alla testa 9 . Teoen w, h1 Gr..u:o t.1ert C.1.91.?I' dei propri uomini in ripetuti attacw , o.1.oi.1 1. o.• o .ao chi e contrattacchi contro imporCaduto e Corim.ldo (Anmm) 11 6 a.goi,;to I94,4. tanti posizioni tenacemente difese da forti nuclei tedeschi, riuscendo dopo una strenua e cruenta lotta ad eliminare la resistenza avversaria. In una successiva azione si offhva volontariamente di partecipare ad una rischiosa impresa per la conquista di un importante centro abitato saldamente presidiato dal nemico. Detenninatasi una sosta nel 'attacco a causa dell 'intensissimojiwco della di/èsa, non esitava a portarsi con un esiguo nucleo di animosi in zona dominante e scoperta allo scopo di attirare su di sé! 'attenzione del nemico e agevolare colfùoco delle proprie armi i movimenti dei reparti attaccanti. Benché fatto segno alla micidiale reazione tedesca e conscio del!' inevitabile sacr[ficio non desisteva dal nobile intento ed ergendosi fìeramente in mezzo al fragore della battaglia continuava la propria efficace azione infliggendo perdite notevoli a/l'avversario mentre il successo coronava l'azione. Colpito a morte, continuava ad incitare con la parola e col gesto i propri w?mini alla lotta, o/fi"endo a tutti i nobilissimo esempio di un eroico trapasso". Belvedere Ostrense-Corinaldo, 21 luglio 6 agosto 1944

I GRANATIERI IN CORSICA (Raggruppamento Speciale Granatieri di Sardegna)

"Nella premessa di un volume« Le Truppe !taliane in Corsica prima e dopo l'Armistizio del /943 » il signor Generale di Corpo d'Armata Giovanni Magli, Comandante di quelle Truppe, cosi si esprime: "La condotta delle truppe Italiane in Corsica prima e dopo l 'Armistizio dell '8 settembre J 943, è stata improntata a sentimenti di umanità

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e di giustizia, verso le popolazioni, da un prr~fo11do sentimento del dovere e del/ '011ore militare e da sano spirito d i amore verso la Patria. Ohbedien ti al leg ittimo Governo del R e, .fedeli al g iuramento militare. superando il travaglio dello spirito deter111i11ato dal 'improvviso inatteso armis tizio, esse hanno a.ffro11/a10 in ripetuti combattimenti le unità m otocorazzate tedesche della Corsica. Molti m alevoli commenti sono stati.fatti da coloro che ave vano particolare interesse a sminuire la nostra opern: e. purtroppo. anche Italiani. In g enernle, per esaltare l 'azione degli altri. o non si è/alta 111e11zio11e delle Truppe Ita liane in Corsica. o l'accenno è stato cociì.fugace da 11011 avere alcun valore. o addirittura se 11 'è sminuila l'opera con critiche il!fo11date o false affermazioni. Fiero ed orgoglioso del valore di quelle Truppe, che ho avuto il privilegio dì avere ai miei ordini, ho reagito con pubblicazioni nel quotidiano di Bari " la Ga==etta del Mezzogiorno ", ho reagito con lettera scritta al Direttore del giomale parigino "Le Figarò ", /,o tenuto una co,!fe renza in Bari. Ma sento di non avere svolto il mio dovere • senza dare la possibilità a tutti colom che sono stati con me in Corsica di conoscere g li a vve- • "3,J ~"!!~i·~.fl!'R!J'IJ ,ft:ì nimenli c/ie nel loro complesso 01 g anico si sono succeduti in quell'isola prima e dopo I 'armisti=io fino al trm,fe rimen/o in Sardegna. Corsie". Messa al t{lmpo Ciascuno conosce quanto ha operato e quanto è avvenuto nel/ 'amhito dello spazio da lui occupato e a lui asseg nato; ma non sa p erché tali eventi si sono pmdotti e quale sia il loro quadro organico generale. E precisamente per adempiere a questo mio dovere, che sono venuto nella determinazione di riunire in un unico volume scritti e co11/erenze, completandoli peraltro con quegli elementi che possono renderlo utile in co11sultazioni e studi ». Parole diJède del mio valoroso indimenticabile Comandante. che oggi mi inducono aricordare a tulli i Granatieri in servizio ed in congedo quama parte abbia avuto nei/e giornale dei settembre 1943, in Corsica, il Raggruppamento Speciale dei Granatieri. Oggi abbiamo il dovere di ricordare al solo scopo di onorare la memoria dei nostri indimenticabili U.ffìciaLi e Granatieri caduti in ferra straniera per la grande:::za della Patria immortale e la gloria della propria Bandiern. Il giorno 8 settembre, al 'alto della firma del 'armistiz io tra l'Italia e le Na=io11i Unite. ii Raggruppamento Speciale Granatieri di Sardegna dellaforza complessiva di duemilatrecento uomini s i trovava in Corsica ed i vari reparti avevano la seguente disloca=ione: 1°) Comando Raggruppamento - Plotone Comando Raggruppamento - Secondo Baffaglione, (Ten. col. Lupini) - ''Zonzo ''. 2°) Primo Battag lione (cap. Canali) - ''Ospedale '·. 3°) Terzo Battaglione (cap. Paris) - "A iaccio ". 4°), Il Comando Raggruppamento Celere sud dal quale dipendeva il Raggruppamento Granatieri era a "Zonza ". IL Primo Battaglione aveva distaccato due Plotoni Fucilieri uno a '·Sarfene" e 11110 a

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"Propriano", il primo per servi:::io di presidio di guardia, il secondo quale nucleo A.P. (antiparacadutista). inoltre il Primo e il Secondo Battaglione avevano distaccato due Plotoni Pezzi 47/32 in dijèsa costiera ne/La zona di Bonifacio. Una Compagnia di.fòrmazione del Secondo Battaglione (un Plotone.fucilieri, un Plotone mitraglieri, un Plotone Pezzi 47/32) costituiva caposaldo a "Colle Bavella" al comando del Capitano Bomba. Una Compagnia fucilieri del Secondo Battaglione presidiava il paese di 'Levie .. (Cap. Amodei). Comando, Plotone Comando, Primo Ballaglione e Secondo Battaglione.facevano p arte del Raggruppamento Celere s ud con altri Reparti comandato dal Generale di Brigata Giancarlo Ticchioni. Il Terzo Battaglione era invece alle dipendenze della 22" Divisione Costiera. La notizia del 'armistizio fu appresa in dignitoso silenzio e tutti i Reparti rimasero negli accampamenti ai loro posti di vigilanza e di controllo in attesa cli eventuali disposizioni. li giorno 9 settembre in co1?fòr111ità a ordini ricevuti si con.fermavano le misure adolla/e la sera precedente inviando al Primo e al Secondo Battaglione il .fò11ogramma a mano N. 3390/0.P: « Comando Forze Armate comunica: Mi riferisco al messaggio del Capo del Governo Badoglio diramato alle ore 20,30 di oggi mezzo radio, richiamo l'attenzione sugli ultimi due p eriodi di detto messaggio, e. cioè, sul.fàtto che ogni atto di ostilità contro truppe anglo-americane deve immediatamente cessare mentre si do vrà reagire a qualsiasi attacco da qualunque parte esso venga. Resta perciò bene inteso che tutte le nostre Truppe in Corsica Orientale, come sono, verso g li attacchi dal mare dovranno continuare nella Loro armata vigilanza di.fronte a!L 'azione in caso di attacco esterno e pertanto ciò vale nei rig uardi del 'Artiglieria contraerea nel caso cli azione mitragliamento e bombardamento». Si raccomandava ai Comandanti di Battaglione difar menzione dei punti principali espressi nel messagg io di Sua Eccellenza Badoglio alle Forze Armate, dando altresì notizie dello spostamentn della Brigata Corazzata Tedesca dislocata nella stessa zona del Raggruppamento Granatieri. In particolare, si raccomandava ai Comandanti di Battaglione di osservare scrupolosamente l 'ordine di collaborare con le A utorità Civili locali per il mantenimento de/l 'ordine pubblico in tutto il territorio della Corsica, e vitando qualsiasi incidente co11 La popola:ione. Specialmente veniva raccomandato di.fàcilitare il rientro alle proprie abitazioni dei civili Corsi che si trovavano alla macchia, senza.fermare e tanto meno arrestare coloro che.facevano ritorno spontaneamente alle proprie abitazioni. Si aggiungeva. per notizia, che il magg. Petri già de/l'Esercito Francese si era spontaneamente presentato al Generale Comandante oj[,-endogli la sua collaborazione per il mantenimento del 'ordine pubblico e mettendosi a disposizione perfacililare l 'azione diretta a.fètr rientrare dalla macchia i civili Coni. Bisognava perciò agire con tatto per evitare ogni motivo di incidenti, naturalmente senza pregiudizio della nostra situazione militare. Veniva inoltre ,'ieg11alato che la Brigata Corazzata Tedesca durante la 1101te aveva lascialo la zona di ''Sartene" diretta a "Bon(facio ·· senza avere avuto alcuna autoriz:az ione ne dal Comando delle Forze Armate della Corsica né dal Comando Raggruppamento Celere sud.

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"Quenza "a pochi chilometri da 'Zonza " costituiva la base della Brigata Corazzata Tedesca. I Reparti Granatieri si rendevano quindi pe,f'ettamente conto dell'importanza che costituiva il quadrivio di "Zonza ". Alle ore due del giorno 9 si ricevevano disposizioni circa l'atteggiamento da tenere verso le Truppe tedesche e nei confi'onti delle Truppe delle Nazioni Unite. in sintesi si ribadiva il concetto della nostra posizione di spettatori nelle operazioni delle truppe tedesche, e quindi di non intervento nei movimenti che esse compivano nell'interesse della loro difesa, ma senza subire prepotenze o accettare sgombero di Località da noi occupate o intimazioni di consegnare anni. Al jìwco bisognava rispondere col fi,wco. Nel caso di presentazione di U.ffìciali di eserciti avversari accoglierli con serietà e dignità infòrmandoli che le Truppe non avrebbero reagito se non provocate. II giorno 1O, nei pomeriggio, i partigiani Corsi iniziarono L'attacco delle Truppe tedesche in transito, e particolarmente violentofa l'attacco ad una colonna tedesca nel paese di "Levie " dove era di presidio una Compagnia del Secondo Battaglione (cap, Amodei). Co11flitti tra partigiani e tedeschi avevano luogo anche a "Zonza ", luogo di transito delle colonne tedesche che da "Quenza ", sede della base e del! 'ospedale della Brigata Corazzata Tedesca, raggiungevano i Reparti da questa dipendenti dislocati a "Bonifacio " e "Sartene ". I Reparti Granatieri mantenevano ovunque la più stretta neutralità obbedienti agli ordini ricevuti. Sempre il giorno 1O il Plotone Granatieri distaccato a "Sartene" e quello di "Propriano ", che lo aveva raggiunto, venivano jàtti segno a colpi di mortaio e di artiglieria sparati da tedeschi mentre stavano per abbandonare la città per ordine di quel Comando di Presidio Tedesco. i due Plotoni subivano La perdita di due morti e di tredici feriti 'grave". Tale notizia giungeva al Comando Raggruppamento Granatieri in ritardo, e dtformata nei particolari, per mancanza di regolari comunicazioni, ma, data la situazione, che minacciava di aggravarsi e non consentiva sbandamenti di sorta o rallentamenti nella vigilanza armata, i Reparti si tenevano sempre pronti ad ogni evento. 11 giorno 11 rientravano ai propri Battaglioni i Plotoni Pezzi del caposaldo Bave/la che sbarravano le provenienze della litoranea Bastia-Portovecchio, perché erano stati sostituiti da pezzi di artiglieria 75/l 8. Il giorno 12, nelle ore pomeridiane, notizie saltuarie e.frammentarie segnalavano conflitti .fra partigiani e tedeschi,jì-a questi e Presidi italiani, per cui i Granatieri rin.forzavano i posti di guardia e di vigilanza, Al giungere perciò dell'ordine alle ore 2,25 del giorno I 3 di considerare le truppe tedesche come truppe nemiche e prendere quindi le necessarie misure di sicurezza, stante la vicinanza delfòrte presidio tedesco di .. Quenza " e trovandosi il Secondo Battaglione (ten. col. Lupini) a difesa dell'importante quadrivio di strade provenienti dal mare, ove le truppe tedesche avevano occupato tutti i punti strategici più importanti, lo schieramento difènsivo intorno a ;Zonza ", sede del Comando Raggruppamenti Granatieri, era già attuato e durante la notte dal 12 al 13 era stato opportunamente rin.forzato, Alle ore 15, 15 del giorno 13 una autocolonna tedesca motocorazzata composta di autocarri con truppe, motomitragliere, mitragliere da 11 O mm. autoportate, si presentava, proveniente da ''Quenza ", al posto di blocco di "Zonza ", La sorpresa non riusciva, perché la colonna tedesca veniva accolta immediatamente da un violentofiwco dijùcileria, armi automatiche e pezzi 47/32, che i Granatieri del Secondo Battaglione, in ottemperanza agli ordini ricevuti, avevano aperto all'apparire della testa della

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colonna nemica. Si rinnovava e si affermava nello !:>pirito di questi bravi Granatieri il motto:

« di qui non sì passa ». Si ingaggiava cosi un violento combaltirnento che si protraeva lino alle ore 12,45 con gravi perdite da parte dei tedeschi attaccanti, che a detta ora si ritiravano sulle posizioni di partenza di<< Quenza ». 1 Reparti Granatieri impegnati avevano avuto due morti, di cui un (Jfficiale, e nove.feriti .':P·avi. Aerei tedeschi sorvolavano la zona di combattimento. Nel.frattempo anche il Primo Battaglione (cap. Canali) in località «Ospedale» rinforzato da una batteria di artiglieria 75/18 assumeva lo schieramento prestabilito per sbarrare le provenienze da ''Portovecchio ". Tentativi di colonne tedesche venivano jàtti anche da questa direzione per sbloccare la base di "Quenza '', ma il contatto col Primo Battaglione non veniva effettuato. Isola d'Elba 1942. In attesa di sbarcare in Corsica. Da sinistra: il sottotenente Mendico (fi·atello della nostra collaboratrice Alba Jl;faria); Francesco /anche; il sottotenente Alberto Tomassini (cadrà in Corsica il 17 settembre 1.943 in un combattimento co11 i tedeschi in località Sa11ta 1Uaria in Siche); il capitano Cesare 1l1arzorati; il sottote11e11te Piero Moro; il tenente Michele Vecchio (cadrà nell'agosto del '43 in 1111 agguato dei maquis corsi sulla strada Zo11za-Sarte11e). Sono trascorsi oltre sessant'anni da quelfatidico 8 settembre 1943 ".. ,.ff quando, con il Raggruppamento Speciale Granatieri in Corsica, ci ~ -· siamo trovati coi11volti in fìtriosi combattimenti contro i tedeschi 11e/ triangolo: Zonza, Leviè, Serra di Scopamene e poi, al ripiegamento dei nostri avversari motorizzati che 11u11ula1111110 letteralmente "al diavolo". Tra i ricordi, vi invio lafoto che ci ritrae, dopo gli avvenimenti in Corsica, 11el/a località di Sedi11i (SS) nel momento che ci accingevamo a rendere gli onori <IÌ 11ostl'i Caduti.

f/ 14 settembre trascorreva in relativa calma, e nel pomeriggio si pensò di dare una adeguata risposta al tentativo di sorpresa tedesco. Si organizzava l'attacco per l'eliminazione del Presidio tedesco di "Quenza ", attacco da effettuarsi il giorno seguente 15 settembre. Erano ancora i Granatieri del secondo Battaglione rinforzato da un Plotone di carri leggeri che, con azione combinata dimostrativa del 22° Battaglione Alpini e con l'appoggio di due batterie di artiglieria 75/18 e mortai 81, il mattino del giorno 15 m110vevano ali 'attacco della base tedesca di "Quenza ". Cadevano di sorpresa sul fianco deLle truppe nemiche alle quali ùiliggevano gravi perdite e portavano a termine brillantemente l 'operazione. In quella occasione il Secondo Battaglione dette prova di audacia, perizia e ferma decisione nel! 'attaccare la base tedesca di "Q~1enza ". Catturò trecentocinquanta prigionieri, un ospedale al completo e ingente prezioso materiale bellico consistente in munizioni, viveri, automezzi, armi e carburante. Nel pomeriggio del giorno 15 e durante il mattino del giorno 16 era il Presidio di "Levie" che doveva sostenere un violento attacco tedesco. Una colonna corazzata con elementi paracadutisti tentava di forzare il passaggio per "le vie", raggiungere il quadrivio di "Zonza ", e Liberare la base di "Quenza ". li tentativo venivafì-ustrato dai Granatieri della Sesta Compagnia (cap. Mareglia) in unione ad una Compagnia mitraglieri e una Batteria di artiglieria 75/18. 1 Tedeschi subivano gravi perdite, i carri armati inchiodati al terreno durante La notte venivano, da sopraggiunti ril1/òrzi tedeschi, sottratti a!! 'azione demolitrice dei nostri pezzi di artiglieria. 1 Tedeschi ripiegarono anche questa volta. Da parte dei Granatieri vi furono perdite in selle morti, ventiquattro jèriti e

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nove dispersi. Il rimanente del giorno i 6 settembre passò in relativa calma, mentre aerei tedeschi sorvolavano la zona di combattimento. Il Raggruppamento Granatieri, Secondo Battaglione e Primo Battaglione rientrato a "Zonza ", assumeva nella notte dal 16 al 17 settembre un nuovo schieramento nella zona di "Serra di Scopamene-Aullene ". IL giorno I 8 settembre ii Terzo Battaglione (cap. Paris) rientrava nella zona di opera-

RAGGRUPPAMENTO SPECIALE GRANATIERI ALL'8 SETTEMBRE 1943 (effettivi: 2400 uomini)

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pi. Cdo

(Zonza)

Alle dif)COdc:n:wDolll'I 22·

Divisione Coslierd

(Zonza)

(Ospedale)

47/32

47/32

L -_ _....__(Aiaccio)

47/32

zione del Raggruppamento, il quale era così tutto riunito nella suaformazione di tre Battaglioni, e nella stessa giornata dei 18 rioccupava la posizione di "Zonza" lasciando una Compagnia distaccata in "Quenza ", una a "Levie ", e ricostituendo il caposaldo del « Colle Bave/la» per sbarrare ancora le provenienze dal mare. A seguito di combattimenti svoltisi nella zona di<< Bastia ».fa truppe tedesche e La Divisione Friuli veniva ordinato di sbarrare le provenienze "Bon(/acio-Portovecchio" e ''Portovecchio-Bastia per I 'e/iminazione di eventuali gruppi tedeschi. La sera dei 21 settembre fa 101 Compagnia Fucilieri (ten. Recco) del Terzo Battaglione rioccupava la località « Ospedale >J col compito di inviare pattuglie verso Porto vecchio ed assumere notizie sul nemico; in seguito, nel pomeriggio del 22, veniva raggiunta dal resto del Battaglione. Pattuglie di volontari comandate da Uffìciali si internavano nella boscaglia per raggiungere lo schieramento tedesco col compito di precisare.fòrza, mezzi e, possibilrnente, intenzioni del nemico. Scambio di fucilate con pattuglie tedesche presso "Palavesa '' (a metà strada.fì·a Ospedale e Portovecchio) rivelava alle ore 19 del 22 settembre questa località e Portovecchio occupate dal nemico, il quale controllava le vie di accesso con posti blocco e rilevanti forze con automezzi e carri armati. Colpi di artiglieria venivano ejfettuati dai Tedeschi contro il Presidio del Terzo Battaglione (Ospe-

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dale) provocando solo l'incendio di un bosco. Una forte colonna tedesca di automezzi e carri armati veniva segnalata nella notte del 22 in direzione di « S. Triniià-Bastia >>. Alle ore due del 23 settembre il Terzo Battaglione (cap. Paris) iniziava il movimento per l'occupazione di Portovecchio, seguito dal Primo Battaglione (cap. Canali) che rioccupava fa posizione di partenza di « Ospedale ». Preceduto da pattuglie di animosi volontari il Terzo Battaglione avanzò decisamente nella nottata oltre un ponte fatto saltare dai Tedeschi (prima di Palavesa). Venivano superati diversi sbarramenti. Palavesa risultava ancora occupata dal nemico; di qui scambio di fucilate fra pattuglie. Il Battaglione proseguiva nella boscaglia per .~fì'uttare il fattore «so11Jresa»: al Battaglione si univano partigiani Corsi, avieri e marinai italiani che al comando di Ufjìciali si erano dati alla macchia per evitare la cattura da parte dei tedeschi. Al! 'alba, dopo uno scontro violento ji-a pattuglie nostre e nemiche, i Tedeschi, avuto sentore della presenza di Truppe Italiane, precipitosamente abbandonavano Palavesa; reparti tedeschi, messi in fuga dalla Compagnia di testa (ten. Castagno/i) si dirigevano per S. Trinità verso Bastia. Il Battaglione avanzò decisamente, e alle ore i 0,45 del 23 occupava Portovecchio. mentre elementi di retroguardia tedeschi erano messi in fuga. Ufficiali e militari con lapopolaz ionefestante accoglievano le nostre truppe. Venivano liberati dejìnitivamente duemilacinquecento circa prigionieri italiani già catturati dai Tedeschi durante l'eliminazione dei nostri piccoli presidi, era recuperato materiale vario: depositi viveri, carburante, armi e munizioni, tra cui due idrovolanti semiaff'ondati a/l'idroscalo della città. Per molti giorni fa Truppa è vissuta prelevando i SCH IERAM ENTO DI UNITA' DISTACCATE 088°

o/ . ~ I . .-1 D D

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( presidio Sertene)

(Propiano. Nucleo antiparacadutisti)

47/32 Difesa Costiera

( 1 pi. fuc., 1 pi. mitr., 1 pi. 47/32 costituiva

L_J caposaldo a Colle Bavella)

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(p,esldiolevie)

(Difesa Cosliera ad Aiaccio)

viveri dai magazzini costituenti il bottino. La cittàji1 trovata minata e per diversi giorni fù necessaria l'opera di artiglieri ,\pecializzati coadiuvati da elementi Granatieri per rimuovere gli esplosivi.

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In tale azione anche il Terzo Battaglione dette prova di bravura, superba resistenza fìsica perché dovette superare difficoltà di ogni genere per le asperità del terreno. gli ostacolifi"apposti dal nemico e le piogge torrenziali durate diversi giorni. Svolse il campito ajjìdatogli con slancio e ferma detenninazione nonostante fosse cornposto di elementi della classe 1907 per un buon 70 % e per giunta afjètti da malaria contratta durante la precedente dislocazione nella zona malsana di A lacelo. Con l'occupazione di Portovecchio ebbe termine il ciclo operativo del Raggruppamento Speciale Granatieri in Corsica, poiché successivamente, nei giorni I O, 12 e 13 ottobre, si trasferì in Sardegna. Anche quesl 'ultimo periodo fu difficile per le condizioni disagiate in cui visse la truppa, dovute a scarso nutrimento, morale depresso per la mancanza di notizie dei familiari e deficienza di vestiario. Anche questo periodo fu superato brillantemente con il tradizionale senso di disciplina e di amore verso la Patria. li comportamento di questa Truppafu sempre e dovun que degno delle "gloriose tradizioni'·' e destò, per il suo Tenente di complemento Rafjì,ele spirito di disciplina, contegno impeccabile e dignitoso, Milizi(l, Com(l11da11te del Plotoue conforme alt 'ora che si viveva, l'ammiraz ione degli Comando del Raggmpp(lmento Spe- stessi A Lfeati. eia/e Granatieri in Corsica Il 1° maggio 1944 costituitasi la Divisione Granatieri di Sardegna il Raggruppamento si scisse in Primo e Secondo Reggimento Granatieri. La trasformazione.fu accolta con entusiasmo da tutti i Granatieri del Raggruppamento che ambivano ali 'onore di essere i pionieri della ricostituzione della gloriosa Divisione. Afa la speranza fu di breve durata!... Vada oggi nel XIII Anniversario di quegli eventi indimenticabili il nostro pensiero af fettuoso e riconoscente ai gloriosi Caduti, a tutti, Ufficiali e Granatieri del Raggruppamento, ovunque essi si trovino, i quali, fedeli al giuramento militare, per la fermezza d'animo e per la bravura dimostrate nell'avversafortuna hanno diritto alla gratitudine della Patria e al massimo rispetto di tutti gli Italiani". Il Generale di Brigata ris. già Comandante del Raggruppamento Speciale dei Granatieri Alfonso Troysi

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SUPPLEMENTO all' o. d. g . n. 1

P. M. 50, li 1 Giugno 1944

GRA NA TIERI DI SARDEGNA I

la bufera .scalena/a dallu furia teutonica, se era riuscila a schiantare il troni:o sécoiare dei Granatieri di Sardegna, nort è riuscita a svellerne le radici da Ire secoli profondamente abbarbica/e nella storia d' llaiia. È bastalo che IOrn(!SSe primavera perchè dal vecchio ceppo come polloni vigorosi i R eggimenti risorgessero. E son risorti, immutati nella lor() fede, nella loro disciplt:na, pronti sempre ad emulare sotto le stesse Bandiere gli eroismi del passato. GRANA TIER/ DEl 2· REGGIME!VTO! A noi è commesso l'altissimo onore di ricoslituirlo, a noi l'onere di

t!Ssue aff'allet.za delle sue glG'riose tradizioni. Il Reggime11to risorge in g ramaglie. le abbandonerà il giorno in cui avrà riconquistato la propria Bandiera, simbolo imperituro del valore e dell'onore d1 tutti coloro che sotto. di essa servirono e .serviranno. ~ Già noi dei Battuglioni Speciali Granai/eri iniziammo la vendetta dei nostri fratelli caduti sotto il , Pio,,..1bo tedesco, combattendo in Corsfca lo stC$SO nemico, nemico di ieri, di Ol(IJi, di sempre, villoriosamenle. È ciò, per noi elle riprendiamo la marcia secolare, di buon auspicio. I.a strada che dobbiamo percorrere ci è noia: valore, fedeltà, dedizione incondizionata al RE e alla Patria.

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IL TEN. COLONNELLO ·'li:; M.TE 1•· ·,. R E O ~

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Ordine ~el giorno· n. 12

P. M. 225, li 15 Giugno 19«

S.A.R. il Principe. di Piemonte. ha Indirizzato il seguente telegramma al Sig. Gen. Gian Carlo Ticchionl, Comandante la Divisione Granatieri, in rispo~ta al saluto rivoltoG!i in occasio ne della ricostituzione della Divisione: "le devote espressioni che nella riccrrenza glorios11 la ricoslihdta Divisione ha voluto rivolgermi . mi sono purtlcolarmente zradìte. A loi et ai Reggime.nli, flui custodi delle antiche tradizioni, il mlo {en>ido saluto augurale. Umberto di Savoia "

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2· REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA COMANDO ",,4 tne l e ~ fll4 t'OMM di {;a4a, ~ "

Ordine del giorno n. 1

P. M. 50, li 1 Giugno 194-4

RICOSTITUZIONE DEL 2· REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA Per disposizione dello S. M. R. E. (f. 4809-B Ord. del C:.do. Mii. Sardegna dell'll-6-44) f'n data I giugno è ricostituito il 2" Reggimento Granatieri di Sardegna. In occasione della ricostituzione della Divisione Granatieri di Sardegna, S. A. R. il Principe di Piemonte ha indirizzato al Ministro della Guerra il seguente telegramma: "la rinascita della Divisione Granatieri est lieto auspicio alla restaurazione della Patria martoriata alt Granatieri della nuova Divisione sapranno essere degni delle gloriose gesta dei loro predecessori alt Al tatti invio grato augurale saluto alt". F.to Umberto di Savoia · 1. COSTITUZIONE R!PA~Tl • Come da loglio ~18-0p. del C.do Divisione Granatieri io data 15 maggio u. s. il 2· Reggimento Granatieri rimane così costituito:

Comando comp. comando Reggimentale Ili Battaglione Granatieri IV Battaglione Granatieri Il lii Battaglione rimane costituito dai seguenti reparti :

comp. comando Ili Btg. 8· compagnia (già IO· del Ragg. S. Granatienì 7· compagnia (già 9· del Ragg. S. Granatieri) 9- compagnia (già 12· del Ragg. S. Granatieri) Il IV Btg. atmalmente in continente, costituisce distaccamento autonomo del Reggimento. Con supplemento all'o.d.g. odierno verranno pubblicati i nominativi dei militari effettivi ai vari reparti .

..t.

V

2° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA COMANDO ",,4 me l e ~ fll4 t'OMM d i ~ ~ " Ordine del giorno n. 2

P. M. 50, li 2 Giugno 194-4

In occasione della Festa delle Bandiere dei Reggimenti Oranatieri, S.E. il Generale Taddeo Orlando, Ministro della Guerra, ha indirizzato al Sig. Gentrale Gian Carlo Ticchioni, Comandante la Divisione Granatieri, il seguente messaggio: "Jlfìo cuore antico Comandante Vostra gloriosa Divisione est con voi Granatieri di Sardegna nella decisa volonta di riscatto della nostra Patria da oppressore tedesco alt Nel giorno sacro al Bandiere detta volontà riaffermo con profonda fede gi11ranào essere degni gloriose tradizioni ali At tatti il mio fervido voto augurale alt Jlfinistro Orlando "

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D!aru Stori.oo - .Allegato ri.16

1 ° RK:-G:CdE!1'.J:O GRA:IATIERI DI SARDEG11A CO ?!Al'IDO •i ~ e le Gue.rdie ,er l'onore di Casa Savoia•

SALUTO =::::::a==

UI'FICIALI, SOT::.'UFFICillJ:, GRA!ri..',.TI E GRN'..ATIERI !

Per disposizione dello s.1:. R.E. il I e II 3 t :;: . del Rec;.;i n e::ito , ~·i:lfo::za . t1 da ele:.:.enti del 2° R_gt. ::r1•ru:.atieri, ,e nno e. fm· ri arte ris::,etti vz.;.iente dell'87° e del.11813° R(,t.Fti·. (Divisione 11 -:'riuli") . L;:,scic; il Co!.:=dO del Re., :,,imento, che ::o av,.:to l'or~, o"'lio di cot~~1da,:,, ~ = ato s ~re èallr. certa:::,~c c:ie i :;: o,,r.:;, oi::costanz..i av..1a::. te r1s:,'J1,to i r, .:iodo vel·.ILlente d..; :;.e dell e nostre ,:;lo-·ioae · tr.idizioni. Chiudo quin di o.:;.,i l a mii :,iorneta di sold.?.to e di grana t'.'..c.1·e , e i:d. d stacco da voi t-.ttti con gl·ande dolo:.:-e . F e 1· 0,~:.;;20 C:i voi l'c::.i!lo cio n ::tre u.:·, .st:nso èi !:r otonda greti t !.lei::0 •· di a::.'fet tuosa com~::ensione. Io che ho vi.ssu.to in mezzo a voi ho ,otuto più di o.;,ni altro a!)~11·ezze.~· · l c. vostre i n.! ,i'ettibile fed e di sold:::to , 11 vos·i;;ro s a crificio, la vos·~rd tei::acia. Snl vol·to d: voi 'tutti -· a:ic'ile ne i 00:.1,m t i di grande = arezza per la sorte dell a F · ria nostra martor Lata - ::a, S&!.'.;:>re b1·iJ.L1to 1:i fi el.'\lzza d ..:,. dovere cc::1::;,1 uto. Os,;i voi and;;.t 3 ~ far :>arte dei ..lcr::os :!. Re:::,i.:ionti della !l:l.vi aio:ie •F-it•. 11•, zhù eomv voi ::iar..;:10 cou'Jat ~L'.to ii:: Co.:.s ioa co:1tro 1 tedet,uld ad ha::.::io ton~ ~, fede :ù gj.W:-a:l ento preatato. Si ate qlrln di :fieri di fondere le ::iostre c~:irie con <it~elle dei Foti è.elle Divisione "Friuli• • Sono certo c=. e c o:! essi cont:l.n::oretc .! :irodign1·· vi. con il cons ·:eto entu:3iasmo oom:,,iondo il vos tro dovere con slancio e fedeltà. A tutti l ' au _ ,:10 mio piil caro di o:-ni, bene e di buo:1n fo:.·tuna ,

VIVA L'ITALIA! \'IVA IL RE I VIH I GRA.~ ATI=-:I

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'

1° marzo 19 45

pubblicato dal C, do 88 0 Rgt, Ftr, con la collaborazione di tutti i militari del Reggimento.

ESCE QUANDO CI PARE

.

GRANATI·ERI A TUTTI I COSTI!

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LA PARTECJPAZIONE DEI GRANATIERI ALLA DURA GUERRA DI LIBERAZIONE

"Il Gruppo di combattimento "Friuli" Dopo l'armistizio dell '8 settembre 1943, le autorità italiane chiesero al comando in capo alleato che venisse autorizzata la partecipazione attiva delle nostre truppe alle operazioni che gli anglo-americani svolsero in terra d 'Italia. Vennero cosi costituiti, nel corso del! 'anno i 944, sei Gruppi di Combattimento, quattro dei quali («Cremona», «Friuli», «Folgore», «legnano»), dopo un breve ma intenso periodo di addestramento e di approntamento, furono schierati, tra il gennaio e il marzo del 1945, con le unità alleate: i primi tre con !'8a Armata britannica., fra la linea del Torrente Senio e le ultime propaggini del1'Appennino fi'a Senio e il torrente Santerno; il quarto con la 5" Armata americana, nell'alta valle del/ '!dice. Nel Gruppo di combattimento «Friuli>), che comprendeva / '87° e 88° reggimento fanteria, vennero inclusi 2 battaglioni Granatieri (Jll/87° e lff/88°) tratti da quel Raggruppamento Granatieri che in Corsica diede alta dimostrazione di coesione, fedeltà e coraggio nei duri combattimenti che dopo !'8 settembre, videro impegnati oostitoenti il Gruppo dl Combnuimcnto ru asso.rbita ptcssochè tota1 ... reparti della. Div. «Friuli». mente dalle necessità relative alla trasformazione e al riortlinatncnto . Quegli stessi uomini, animati da rinnoCli effetti\·( ebbero un notevole accrcscirncnto, in qualità e quar,titt1 , per l'immissione nel Gruppo di due hàtt.agliohi di granatieri, credi vato entusiasmo e passione che derivano e ( 01\tÌnuatoti deHa gloriosa Divisione Granatieri <lt Sm-dcgna. I gra .. na.ticri 3\'evano già scritto pagine gloriose nella lotta anti-tcdcsca, dalla coscienza di vivere un momento combattendo a Roma (porta S. Paolo) e in Corsiç;i, e poi assumendosi storico fondamentale per il .fi1turo della una pa(tc preminente nel fronte romano di rel:>islcnza durante l'occupazione tedesca. 111 ptH'ticok1rc i granatieri di Sardc:1_:::na, cui app.1rNaz ione, contribuirono con nobile deterteoevano i due battaglioni assegnati al Gruppo ' f rit1li ... 1tvc\'ano minazione e grande valore al successo combattuto con riconosciuto valore e con notevoli risultati in Cotsi<A. a Zonw, o Qucnza, a Levie. J Osped.<1lc. a Pottovccchio agli ordin i delle operazioni che il Gr «Friuli» conddlo Sl(:SSO Generale o ra divenuto vicc.-conmndimle del Gruppo, e :on l'appoggio di ur10 dei gruppi dd 35'J Re~gimellto Artiglieria. dusse in terra di Romagna. Varie settimane furono occupate dnl costante arrivo di numerosi Non appena schierati in linea, i Granatieri diedero subito prova di perizia e di indomabile ardore nelle azioni di Molino di Serravalle (24-2-1945 - Comandante del 2° pi. della JOa Cp. il S. Ten. Lelio Caujèrito in combattimento) e di quota 92 (14/16-3- 1945 - Comandante del 3° plotone della I (ì' compagnia il S. Ten . Roberto Coppola) a sud di Rio Bagni. Tale posizione, espugnata nella notte del 14 marzo da un grosso pattugliane di paracadutisti germanici venne riconquistata il 16 dai granatieri della 1 Compagnia al termine di una dura e serrata lotta contro avversari arditi e battaglieri quali erano i paracadutisti della 4" divisione, definita dal maresciallo Alexander (la migliore divisione dell'Esercito tedesco). Gravefi,1il contributo di sangue (16 morti, 42 jèriti, 2 dispersi) ma nondimeno l'azione, 1

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per il suo risultato vittorioso, valse a rinsaldare la fede e la volontà di impegno degli uomini e a consolidare il prestigio delle nostre armi di.fronte ai comandi alleati. · Ed ancora, nel corso della «offensiva Jìnale» che prevedeva il forzamento del Senio e l'avanzata sul Santerno, il 111/88°.fì, interamente ùnpiegato quale avanguardia del Reggimento con il compito di riagganciare il nemico in ritirata. In una delle necessarie azioni da pattuglia cadde da prode il caporale maggiore Giuseppe Nembrini di Grumello del Monte (Bergamo), alla cui memoria venne concessa La medaglia d'oro al Va/or lvlilitare. L'inseguimento.fu aspro e diffìcoltoso su un terreno compartimentato efi-equentemente cosparso di mine; ciò nonostante i Granatieri nella mattinata del 12 aprile, pur ostacolati dal jiwco di nuclei ritardatari tedeschi, riuscirono a raggiungere Le posizioni di Cima Monte del Bello - Cima Tombe di Sopra -Cima Ghezzo. Seguirono i combatiimenti per il superamento del torrente Galana e, per la conquista di Case Grizzano e di Casalecchio de' Conti, Località ove il nemico, per ritardare il più possibile l 'avanzata su Bologna, aveva apprestato un consistente schieramento difensivo appoggiato a capisaldi ben protetti. Il 18 aprile fii il Ill/87° a prendere, per primo, contatto con la.forte posizione d(fensiva tedesca all'atto delfòrzamento del Galano e il giorno dopo. 19 aprile,fu il 111/88° che venne inviato all'attacco delle posizioni di Casalecchio. I combattimenti.furono particolarmente duri, la resistenza tedesca violenta e determinata; i Granatieri dovettero fermare e respingere con indomito ardore gli accaniti contrattacchi nemici, in attesa dei ri,?forzi necessari a produrre lo sforzofìnale. Ma durante la notte tra il 19 e il 20 aprile i tedeschi, persa ogni speranza di poter ulteriormente resistere, decisero di ripiegare. Le perdite riportate dall '88° .fanteria nella giornata del 19 aprile (1 O morti e 38 feriti) testimoniqno il valore delle nostre truppe: tanto più meritevole di apprezzamento in quanto il nemico non si rivelò affàtto stanco e sfiduciato, ma ancora vitale, fanatico ed accanito. La via di Bologna era ormai aperta e alle ore 8 circa dei 21 aprile le prime colonne del Gruppo di combattimento «Friuli» entrarono nella città, entusiasticamente accolte dalla popolazione. Eredi di una tradizione di fedeltà e di coraggio i Granatieri, ~",)Jecialità piccola per numero . ma grande per retaggio storico e per il costante, vivo esempio di attaccamento alla Patria, seppero .fornire con umiltà e alto senso del dovere un importante contributo allo svolgimento delle operazioni dei Gruppo di combattimento e vollero cosi unire i loro nomi ai nomi di tuui coloro che, in un momento oscuro e travagliato della nostra storia, ebbero la fòrza morale e l'orgoglio di guardare in alto e di combattere per la libertà".

Gra. Aldo Lombardo

C'erano anche i Granatieri nella Battaglia di Montelungo "E' la storia di un reparto che ha educato valorosi combattenti ed eroici caduti. Si c'erano anche loro e chi seri ve queste righe era uno di loro. la loro storia, breve se si vuole, ma densa di avvenimenti, era iniziata a Forii, con il XVII

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'Btg. d'Istruzione Allievi [J_ffìciali di Complemento, poi, dopo il 25 luglio 1943 a Gioia del Colle (BA) e dopo /'8 settembre 1943 a Orla e Torre Santa Susanna (BR), dove vennero riuniti tutti i Btg. d'Istruzione nel Raggruppamento Scuola «Curtatone e 1\lfontanara)) con l 'intento di impiegarli in combattimento a fianco degli Alleati, (questa notizia è stata attinta dal volume, edito dallo Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico - Il J Raggruppamento Motorizzato Italiano (1943-1944) - Narrazione e Documenti, edizione 1974, pag. 21). Gli eventi, non jàvorevoli alla guerra in corso, in Africa Settentrionale, poi lo sbarco degli A /Leali in Sicilia e infine l'armistizio, non ci colsero di so,presa; già conjhmtando il nostro armamento e possibi,c~IBRISJ ClUSt.l-"PE (fu Al~ntlru) lità di manovra motot: \l"OR.\LC '1.\CGlORE UL'l (-;R.\X.\Tn:RI - U l~ati.ft"tl1 rizzata con quello dei tedeschi ci eravamo res i conto del grande divario esistente; ci potevamo quindi immaginare quale potesse essere quello degli Alleati che stavano per avere il sopravvento. lnfatti appena questi ultimi sono sbarcati nelle Puglie e sono arrivati dalla Calahria si è -vista la strapotenza contro la quale il nostro regime ci aveva mandato a combattere. Eravamo tutti studenti, cresciuti e indottrinati dal Fascismo con le adunate e le premilitari, quindi truppa scelta per qualità morale e intellettuale; la reazione fu di ribellione alla propaganda menzognera che ci era stata propinata nelle scuole. Nessuno aveva, anche lontanamente, tentato di aprirci gli occhi. Non si venga a dire oggi che gli ant{fascisli di allora si erano infiltrati e ci avevano ragguagliato sull'effettivo stato delle/orze e soprattutto sulla democratica causa contro la quale stavamo combattendo.L'unica voce contro l'avevamo sentita a casa nostra da Radio Londra! Qualche antffè1scista c'era, ,na pochi e per/atto personale. La guerra contro i tedeschi.fìt dichiarata solo il 13 ottobre dopo la firma dell 'armistizio, il nuovo Governo e le alte autorità militari, usciti dallo schieramento difensivo della Capitale e trasferiti al Sud,.fàceva costante pressione sugli A!leatiperchéfosse consentito alle nostre truppe di combattere al lorojianco contro i tedeschi. La dfffidenza nei nostri confronti era scontata, 5pecie da parte degli inglesi. Per più di due mesi il nostro impiego in combattimento.fu oggelto di un intenso scambio di messaggi e riunioni ad altissimo livello: col Capo del Governo Badoglio e i Generali Ambrosio, Roatta. Utili, Castellano, Mariotti, Messe, da una parte e i Generali Eisenhmver e Alexander dall'altra, tramite il Capo della Commissione di Controllo Gen. Maxwell D. Taylo,~ Fu così deciso l'impiego di un solo Raggruppa,nento chefù chiamato 1° Motorizzato e costituito, nel suo nucleo principale, dal 67° Rgt.to Fanteria, ririfòrzato dal I Btg. Bersaglieri A I-

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lievi Ufficiali di Complemento, provenienti dal Raggruppamento Scuola «Curtatone e lvfontanara» e da un gruppo di granatieri e.fànti, allievi i!ffì.ciali che firmarono la domanda di volontariato per le truppe operanti; cioè gli allievi Ufficiali di Complemento degli altri Btg. del Raggruppamento Scuola.fra i quali chi scrive ed il caro Massimiliano Rovera del Lll Btg. Nel mio Btg. vi era una Compagnia di Granatieri di Sardegna. Non ricordo in quanti partimmo, ma.fra Granatieri e.fanti non superammo i cento. Per attestare la nostra domanda di volontari, cifìt rilasciata un.a specie di dichiarazione, nella quale veniva detto che il «Caporal Maggiore, ammesso al Corso A. V. C. del raggruppamento il 15 novembre 1943, volontario per le truppe operanti avrebbe seguito nella promozione a Sergente ed a Ufficiale di Complemento la sorte dei compagni che Jì'-equentavano la scuola a meno che, per contingenze di guerra o per meriti speciali, non avesse potuto fruire di un trattamento piùfàvorevole». Foglio datato 22 novembre J943, firmato dal Comandante del Battaglione Ten. Col. Giuseppe Bolognini e controjìrmato dal Comandante. L'adesione al volontariato fu personale, non vifi,1rono pressioni, anzi l'esiguo numero rispetto alla massa (credo circa duemila) dimostra che la questione non era sentita; andare volontario a combattere contro i tedeschi, sign(fìcava chiaramente rischiare la nostra vita e forse compromettere quella dei nostri cari al l\ford. I tedeschi non avrebbero certo fàtto dei prigionieri.fì·a noi. Ancora oggi mi chiedo a cosa valse il nostro ardimento e se_t,cr(ficio; il volontariato non ci è mai stato riconosciuto. Il Ministero della D(fesa, al quale mi sono rivolto per il riconoscimento della qualifica. di volontario (che avrehhe COVONI AI.ADLNO (dJ Corrado) potuto giovarmi nella carriera militare) mi ha risposto che non potevo essere c,."C(:htjtlol., alfa S, V.Olo 1t.lla dl un:. cump:i. i;nfa 1h C,a.n:iticri w:Ua rlornau1 del w:ttcn'lbrc 19-B. p;1r!c. coo considerato volontario perS1 ché al 'epoca ero ancora di ncili e d(c:nu:Wonc nwl,clvsl ..-utpi manu. fll\l\" ..;cum di k 1'll,t-u• ..t'n.ttitno e di lndomh<t rorai,;:;ib fo-,.1. leva e pertanto obbligato , scm,:,enn1ll' e c.>n1lr,u:unc:nll: bJ1't't':Ho dlllb poli-da ti.V.i· f;uch1:1 l\l UtlO dd J)ICl lUll~i c:.pl ddb:t per legge a prestare servizio ,.,,:,nni. drau11H':L Ji iallon1un:tni d.11 \liv 1)0"10 di luna. 1i:t 1nnpor.1nl'llll1tnt...., Oo{lO cutrc ~uQilo due mite ;a.Ila l ~t1un1, fit111lm<"nte In 1u·t'\".lllo d.illa t,olW:a ~Jc,a militare. i/fatto che nel fratt1,1J1ir,tnM'ntc intcl rvt;.'ltO e n\:lftlél)(;\','I h'.nno cd '"°'<'mplarc coo1cgno o.utl., rtrebndo. S;a.erifk,uo 111111 tempo vi fosse stato un 8 ~1(.1.ia ncin,ci, caut', ll trionfo d.."iu idl..·all JJ bt,.!nll "' w r;i111a •• Settembre e fosse cominciata un 'altra guerra, non poteva avere alcuna importanza. Per quanto riguarda i meriti speciali, citati nella dichiarazione di volontariato, questi vi furono, ma solo per i caduti in combattimento, promossi S. Tenenti di Complemento, alla memoria! Partimmo così il 22 novembre stesso, trasferiti al 67° Rgt. Fanteria, acconipagnati da un S. Ten., istruttore della stessa Scuola, Cederle, il quale visto il nostro entusiasmo, chiese ed ottenne di rimanere con noi nel 67°. Fu il primo a cadere, stringendo il Tricolore, in vetta a Monte/ungo l '8 Dicembre. lvl.edaglia d'oro alla memoria. Nei pochi giorni che mancavano alla data fatidica, durante le varie tappe del tra.\j'erimento al.fonte, ci amalgamammo con i.fanti del 67°; quasi tutti maggiori di noi, alcuni di hen dieci anni. Giunse il battesimo deljìwco. Tutti gli anni o quasi compio il pellegrinaggio a Montelungo; sento le commemorazioni, i discorsi dei Comandanti e dei Sottosegretari alla D(fèsa di turno, poi, l'unico sincero • Ov;)O c'\!Wn~ b:1t1ullJ «><I 1b.ncio e cu,ckuh: \11.IQ?'l' alb e r,.111a th1a

dp.l,ò. prufl!JI cd a.rJlox-.,.10511 d«hfonc a l 1t1t.1\l10,'tlto d i t~r:WOM~ dl.1tit1jl.K:l'21 bril!.Jntcmcnte C011'1.' 1,1rpnfµ~ ton: cd 1u1.l.1n11,to~. d:utOO ln clr«1$t;t.ruc pcutkolMOll!l)tC diJ· l.clL'i di dJ

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e appassionato, del Sindaco di }vfignano 1'1/ontelungo. Tutti ricordano gli eroi artiglieri, marinai, avieri, carristi, autieri, trasmettitori, barellieri; ma degli Allievi U[fìciali volontari dei Granatieri e Fanti, nessun cenno. I nostri superiori del Raggruppamento Scuola non furono jòrse nemmeno informati sulla nostra sorte. Dopo quasi quarant'anni, con queste righe voglio ricordare qualcuno dei Granatieri caduti, sperando che leggendole i compagni di allora possano contribuire a redigere un elenco completo dei Granatieri a Monte Lungo. Ricordo per primo il mio amico e compagno di plotone Jvfarcerà Leopoldo di Busto Arsizio; morìjì·a Le mie braccia invocando la mamma, il mattino del 1O dicembre, sui roccioni a quota 253, colpito da una raffìca tedesca, partita dalla quota senza nome. Povero Poldo, cosi Lo chiamavano, ricordo che durante il Corso Allievi Ufficiali a Forlì, nell '<4/ettuare il salto mortale, cadde malamente e sifratturò un piede ;fu inviato all'Ospedale Militare e poi in convalescenza, ma tornò al reparto appena gli tolsero il gesso, rifiutando gli altri giorni di licenza per non perdere la jì-equenza al Corso e compromettere la nomina a S. Tenente. Avesse/atto anche lui come qualche altro nostro compagno, oggi celebre attore, che si.fece venire la broncopolmonite, per poter essere ricoverato all 'OI>pedale Militare e andarsene poi a casa in convalescenza e non tornare più. Certo, non sarebbe stato promosso S. Ten. alla memoria. Degli altri Granatieri caduti, ricordo solo tre nomi: Fossi, .Jandolo e Cheleschi. Dei compagni sopravvissuti, Vittori, che.ferito il 16 dicembre, incontrai al! 'Ospedale Mili-

Caro Com.~endatore Lauria, gr.,zie del numero unico "Gli Azzurri dei Due MQri".

L'ho scorso con molto piacere e mi sono soff ermato, con pQrtico lare interesse e compiacimento, sul l I articolo fina l e: "I Granatieri di Sarde Durante la guerra di libgrazione , ho avuto l'onore e la soddisfazic di annoverare - fra i Repa rti ai miei ordini - un Battaglione Granat i e1 di Sardegna del 2° Reggimento, che fu il III 0 dell'88° Fanteria " Friul i" dQ me comandato; mentre un Battaglione del 1° Gran:atieri fu iJ 1II 0 dell '87° Reggimento "Friuli". Magnifici soldati, meravigliosi ufficiali; in tutto e per tutto de@ della ant iche e gloriosissime tradizioni che, per ~ltre due secoli e me hanno illuminato le i nnumerevoli gesta degli "Al:;imari rosso argentei". Di due medaglie d'oro al V. là. conferite a due Cadut i del mio Reggin: to, uno ha glorificato l'eroico sacrificio di un Granat iere del 111° Bt i l sergente Giuseppe Bembrini ,'!"caduto a Casa i\longurdiì1'1 (Torrente Senio il 24 Marzo 1945. Grazie del ricordo che serba di me; ricordo che ricambio con pari sentimento, per Lei e per i Suoi cari. = Con i migliori Ruguri di ogni bene, invio i 1 mio :;iffettuoso sal ut o ti.

Aff.mo F.to :

Genera l e CI ANCABI LLA

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tare di Maddaloni ove anch'io fui ricoverato ferito nell'azione del ponieriggio del 12 dicembre, quando cadde mortalmente colpito anche il mio comandante di plotone Ten. 1\.1.asi. Poi Liverani, Sciarretta, Tofòne, Di Benedetti, Zanchi, che ho rivisto alle com.memorc12ioni. E gli altri, si facciano vivi, così che ritrovandoci potremo abneno noi ricordare i Granatieri caduti e rivivere quei giorni che certamente hanno lasciato un segno indelebile nelle nostre vite. "

COMf4?.0 DIVISIONE DI fANTERIA

. I , t,

Levico, I4 . luglio 1943

'''f4.iuU"

l ~, GE.HU AU VIC E• COMANOANTE

Al Com/te i l btg. Grn.r.ati•)ri de ll•(l7° ri:;t. ftr.• s>1 U•JLI• UE:":GIO ;,:.•ILIA ~ .\.1

Gom/te i l btg. Gr»n ;1tieri deU •88° rgt. ftr. • i<'RIOLI" JU:V A del

G,U{llA

t.Jt~ : l ~ ('oro;'L e :-; .:l n :1.:;. :J.·~tP.t-·: rter1to Ct;le:::....) :;u.d , in Corsic11, ho il pi 1, cen, :li co:nu.nica1·,, che

,si

cottonot,1ti grani!!=

tiert, e;i.à :icPP<1rte11enti i,.l ll-tu. :;.,.,ci:.ù.e Gr11n t1 tiert rli S.u"degno,

aor10 :!.t;.te conccf:~·~e le rl eco~:,~ioni oJ.. V.~~. e f ianco di c.isocuno 8een,.te ,, er i f~tti d' ,1rille in terra Lii Cor:llc,~ ~

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Medagli a di bronzo DUO' l'ortunelJ:o fu f. ìU!l10!l11'·1 , du ·: ::i..;li o di l'ò( l,oviso)

"""'.l'i r ,;:~o·;:· 0 <li mi·tr:,..:;lì:it rice ;o.tt ,:, c c:,·to cli oorpresa nella

su.a posizione re:,:;.l 3ce ener;,i.c,J.:n,ontc ,. colpi di bombe a ;uau no, di ''ilcrdendo l ' ovversario. ~, ch.ç feri to nor\;, a<,uanéion. il comb;;tti ,1.,nto, i, ersiot .~ndo nell;, lott a :;,cc~.rlto ··,.11 ,, propria s.:.rm,;•• " " "

Zonz.,,,. - (C.o n,ic11-- )

13' s,i,tt. 1 94:3•

f,le d:1.glin d'Argento - ,,J.l a memori;,, - . Tomass:i.ni Alberto , fu .~me rigo e di De ,uie;elis Giuli"' da Roma

....

ao·ttot imente, .Com:mdante di pl. mtr. ferm,'l.v a con il tiro .,r .,, ciso delle

prp1·, e armi una c:olonna nemie:1 • Dur:mte i l co ,ab:.ttimen,to

che ne si,;;t~i v tt , incepp,itn si un• l'!rm,• l·, di f,mrlev,/n colpì di bombe n m,.,no, finché rlpnr~ta riprenr.evn

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!.'unr.ionare . Colpi=

to gravemente ,., 11,, !'ac, ·i!l '111 un proiettile di mtragli era I"Ìllll:Il?.V:.L

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posto per oltre un ,·ora , :finché pe.rùut:i con

le .forze ogni :fa coltà di parola, l:usciava il co1;1b:> tti mento, il)dirizzundo scritto col propr.1.0 s: ,ngue l'ult i mo p,,n$i f! ro

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suoi 0 ran1.tieri.Nobile esempio di alte virt.ù milit;:iri, di u.tLi,· .c,·i.:efl'to ùl ·J,Jve1·e e di sprezzo del 1,ericolo,

:;:i

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ionza - Corsico - 17 Mrtt, 1913 Medaglh. ùi .B~·ouzo ,\llett eo ·i\Jlgelo di rciov,:rmi ., di Ga1·olinil Gino·t ti dtt Viadana (~limtova. ) ,.c,r i;. 13u; : :,

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~ottu.fficL~.e ad detto 'iJ. con i: do ili btg,, dur:mte clue

su<;ces::;ivl comb;1t ~i ~1,mti , '<!:'l nr.1,, -i v'.I •r9ri e cl ilié::h

cc:u.i;.iti

ùi co°Llei~·-'u.:-,rrt o t) di rlforni ra,:mto ,11.rn.i. z:i.oni, incurm1te del=

l 'in t cmso ·:f'iwco nemico che bntt ~v;1. Oi,n i Yi.a rU accesso. '. Ji su~. :in:.ziativn. a ~-,··umev::i il com.endo di un rep"trto lll.Hr:tr,lie• :.:i. in u.ti,.èhza ddl 1ufi id;;l 1-, . Volort ::.r ::1. o i)i. ovii - ROh.i..o-s+< .sà, {1,i at-i»gl-1eva ·.e vunque - ·per.

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uito senso· del ilovlè'.re,""" ZonzA -~'llcmz~ -Corci:ea. - I3-15 s.,tt,I94J Croce !tl V.·~.

Milan 1Tittodo di C11 :u·e e ùj. :;::;3i r::ro GL~sitt'a da J,inrano{Vo::

nezia).~err.~nte, """Com.:nda::te di sq. fucilie;tti. dur:; nte un t·tm't-•tivo ùi ,9g1;i:a ra;nento n'em1. co ;· di t!Ua . inizhti v a con d~tc~v .•1. il · :proprio l'P.p;.') r= .·

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...

to ;i:J,l'att.a cco, riuscendo a ;netterl! in fuga il neoµ.c.o.:Sr..empio di eor,.1i; :;io

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ò.i spir11zzo del_ pericolo,"""

Croce iù v-.r,: •. Vaglia-Sindi Marlo

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Luigi e fu 1.fari;.;.nn::z Palermo d11 ~(andnceiq

(c,,tani~) elirgenté.

""" Corn:mdante .

di sq. mtr, dursnt~ un attacco nemico dirigev,?

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\

COMANDO DIVISIONE DI FANTERIA

"'ftiuli,, I l <:t>HIAlE VICl•COMANOANH

c:on ,,.,ri.:i. ed e 1i.c·. ci·1 il tiro rÌf;lln , l'Or> in1 arl1a,

c·:!:f.l:•nùo ,;exJHe ai ·te ~~.nchi; , r .· <?mente ferito ,id un· occhio, e '· ,.'·li ilov'!V" s;1:; ~ri; :-.C•)or L•tc , chis:lav u con i · ~1,iut.:rnz:.i ;ll ln!ici.,re il ,FOcto di medicl::.1ione , per

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~Ì:'0 nel~,, _PfOpria a.nna. il ri~i3~Uento del ,~Il.~ -pl , SU 1..ms nuov;, pooi d one,, nonour.arl'te del · pericolo incombente

di accerchl·~m· nto . :~ze;111io :t.''1lgirl(;

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co.i.'a,,;eio e ùi at•

J.ov~rt.:. u uu Levle - Corsic:'l - IS i,e·tt. !943

Croce di Cu.,.1.·,:e ,;1,]J •. .• .OOSC ,U.I Athos di !lavio e -di Ilr onzi !.'aria d;i Trequ:mda ( ::ie11:,.) - :3ot,otenent,; .

""" Com/te w1

di pl. fucilici-i , focar·icato della difesa di

ddlic11:Lo settore del i ront e , rfor:.:a~e Wl vi olento

.it t;cco di forze soverchianti teùesche, as:·olv.,vo. . con

am.:ri.rcvole e3empio di calma e Ji ser~ tà il deli'cato

compito nonostnnte il violent_o fuoco di 11rtiglieria

e

di armi autom:itiche eh~ ,,. n t r..va i.n pieno le post c.zioni

dei . fuc~W•tr.

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nsi~itev:i sul posto infiiiger do ·-1 ne=

• .II..

473


mico gravissime ,p eraite, finch6 si ritirò!lva in a ltre .)Of:1i 7. io= ni solo dietro e!lplici tç ord i n8 del prop rio corn/tn di cp,""" Levie - CorsicH -

Croce di Guer:ri!. al

1G uett, 1q43

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colo (f rie ,,-~e ) c :,1i.1.tw10tlH U

00,g/tll di cp. fucilier.i., in di.i" .-.ioI·ni di a sgi•i. pomba·i.ti= r,wn1;i , r:,·,·ev,. 1ÌllUlt ,'ne1·P. n 1Ji p ropr i

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comb·iLt,ivo, ·H rno >!i:1·•,n d o :11 ;;m.t·,~ in ,;ttti ,;he e <l ii'i'i cili cir=

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Ho d:i~O penic,n,,l rnen't e c 9munica;~i one o :i.·:l i in~r·"'""", Ci o alle ris1)eLti ve : a ,:LLK, i e , òi.·e~--::.:n,,nte o ;.1·.uni to ei n ù :;,ci J.ei co=

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474

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1° B ATTAGLIONE SPECIALE GRANATI ERI DI SARDEGNA CIO DICEMBRE 1943 - IO DICEMBRE 1945)

Il 10 dicembre 1943 si costituiva nell 'unico lembo d ' Italia libera, il 1° Battaglione Speciale "Granatieri di Sardegna". Dopo esattamente due anni di v ita il battaglione si contrae in una unica compagnia che rimane a rappresentare a Roma la Nostra Brigata e a custodire le gloriose Bandiere fi nalmente riunite nel n uovo Depos ito dei vecch i Reggimenti. Rimangono in Italia i due magnifici battaglioni Granatieri nella Divisione "Friuli " i quali nel prossimo futuro - unitamente alla nostra Compagnia - formeranno il Reggimento Granatieri di Sardegna che la Capitale vuole riavere a sua valido presidio. Mi s ia oggi consentito di riandare col pensiero alle h·isti g iornate di dicembre in cui nello smarrimento generale dell'ora - si ricostituiva a Lecce il nostro reparto e intorno ad un piccolo nucleo ini7.iale giungevano al richiamo dall'Egeo, dall 'Albania, dalla Jugoslavia, dalla Grec ia e, sopratutto, dall' Ital ia occupata attraversando "le linee" granatieri di tutte le regioni e di tutte le classi, fedeli - come sempre - al loro giuramento. Si infittivano giorno per giorno i ranghi e, come per incanto, nasceva un solido battaglione tutto unito dalla stessa fede. Come nel secolo scorso i "Cacciatori di Sardegna" nella forte isola che ci diede il nome - stretti into rno a Vittorio Emanuele I durante la turbinosa invasione napoleonica. Come allora il nostro battag lione ha rappresentato l' inesorabile continuità dell e Vecchie Guardie di "Casa Savoia". Non fasti di guerra collettivi vanta il nostro repa1to ma innumerevoli eroismi individ uali, perché Ufficiali, sottuffic iali, giovan i e vecchi g ranatieri ha1u10 continuamente chiesto ed ottenuto di raggiungere in linea i compagni che eroicamente e sanguinosamente combattevano nel Corpo Ita liano di Liberazione. Ad essi ed a tutti coloro che riscattarono col sangue la libertà della Patria va il nostro pensiero commosso e riconoscente. Non fasti di guerra - ripeto - ha avuto il nostro reparto, ma qualcosa di importante ha rappresentato. nel gravissimo periodo attraversato dalla Nazione in cui lo scoragg iamento sembrava tutto invadere e pervadere, il nostro battaglione è stato esempio a tutti dì disciplina veramente istintiva e sentita, di profo ndo e inattaccabile senso del dovere, di fervido patriottismo e di serena s icurezza nella ripresa immancabile della Patria. Su tali solide qualità di carattere e di tenacia che si basa l'esistenza degli Eserciti e delle Nazioni. l\l. dì là della questione d inastica il nostro battaglione è stato come un simbo lo - serio, modesto e sicuro come è nel nostro costume - che l'Esercito Italiano e le triseco lari tradizion i dei Granatieri di Sardegna non possono morire. Ed è in questa assoluta certezza che saluto e ringrazio di cuore, Ufficiali, sottufficiali, graduati, granatieri e fanti - uniti cordi almente a noi nel comune dovere - affettuosamente bene augurando o alla Compagnia che oggi dal nostro battaglione prende vita.

475


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Roma 18 dicembre 194,

Caro Morozzo, Ti ringt"azio di avermi mandato l ' ordine del giorno relativo allo so:11:glimento del Tuo bel Battaglione, Il Battaglione,nel momento pib tragioo ohe l'Italia abbia&! traversato,ha assolto una mieeione ohe gli spettava di diritto quale rappresentante delle nostre pib antiohe tradi11on1 di gl,2 ria e di valore:hs oostituito la prima pietra di quell'edifioio ohe dal oaoe doveva far risorgere 11 nuovo eeeroito italiano, B tale mis sione 11 B"ttaglione ha aeaolto oon fierezza e pa• triottismo! Come nei tre anni che ho avuto l ' onore di oomandare i ~rana• tieri di Sardegna io ho attinto alla inesauribile sorgente del le vostre virtfi guerriere lo spirito vivifioatore della mia azione di oomando,ooa1 dal Battaglione di Leooe io bo tratto 11 lievito eroico ohe doveva forgiare l'eseroito dell'Italia rin! eoente per oonoorrere alla liberasione della Patria dall'oppre.! eione tedeaoa, A Te e a tutti 1 componenti del Battaglione 11 mio oommoeso rioonoaoente ringraziamento, Saluto le Bandiere dei tre glorioei reg~imenti :i Granatieri 'rivivranno;nulla potrà mai fermare la loro marcia irreaietibileJ Ti mando un abbraooio ohe va a tutti 1 componenti del Tuo togllon,.

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Maggiore

Erember to MOROZZO DSLLA ROCCA Comandante del Battaglione epeoiale Oranatieri di Sardegna R O 14

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IO DICE:.!BRE 1945

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11 10 llioembre I943 ei costituiva ne11 ' unioo lembo d 1 Ita.Ua libera , il 1° Battaglione Speciale "GRANATIZ:RI DI 6ARDEGtfA" .

Dopo esattamente llue anni di vita il botta.gliene ei contrae in una unica oOitlpagnia che rima.ne e rappresenta.re a Roma la Nostra Brigata e a custodire le glorjoee Bandiere final mente riunite nel nuovo Deposito dej vecchi Reggimenti. Rimangono in Italia i due magnifici battaglioni Granatieri nena Divisione "Fri'Ul.i" i quali nel p1·ossimo fut1i.ro - u.ni temente e.11 a nostra Compagnia formeranno 11 Reggimento Granatieri di Sardegna che la Capitale vuole riavere a suo valido presidio . :li eia oggi consentito di riandare col pensiero al1 e tristi giornate di dicembre in cui - nello smarrimento generale delJ ' ora - ai rtcoatituive. a r.eoce il nostro reparto e i ntorno ad un piccolo mtoleo inizia.le giungeva.no al richiamo da11 ' .r:geo, dalJ ' ,Uba.uia, da.11 e. Jugoslavia , dal, a Grecia e , sopra.tutto, da.U ' Italia occupata attraverea.ndo "le linee" granatieri di tutte le :regioìli e di tutte le cle.ssi, fedeli - oome sempre - al loro giUl'amvnto. Si infittivano giorno per giorno i ranghi e , come per incanto, nasceva un eolido battaglione tutto unito dalla stessa fede . Oome nel secolo acorao i "Cacciatori di 0 e.rc1egna11 - nena forte isola ohe oi di.ade il nome - stra! ti intorno a Vittorio Emanuele I 0 durante la turbinosa invasione napoleonica. Co'ùe e.11 ora il nostro battaglione ha l'appresentato 1 ' i nes orabile continuità delle Veoohie Guardie èli "Case. Sà.voia",

Non fe.eti di :!uerra collettivi vanta i l nostro reparto me. i.nnU111erevoJ i individuali, percb.ìlt Ufficiali, sottufficiali , giovani e veoohi granatieri hanno continuamente ohiaato ed ottenuto di raggiungere in linea i compagni ohe eroicamente e ea.ngUinoeaJllente o~mbattevano nel Corpo Italjano di Liber! zione , Ad essi ed a tutti coloro che riscattarono col oa.ngue la. libertà della. Patria v.a il nostro penaillro co1nmoeeo e r:t.conoscente .

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Non fasti di guerra - ripeto - ha avuto il nostro rape.i·to , mo qualche c.2 se. di il!lportante ha rappresentato . Nel gravissimo pel'iodo e.t·traversato dalq~ ?fazione in cUi lo sooraggiamento sembrava tl.ltto invadere e pervadere , i l nostro battaglione è stato esempio a tutti dj disciplina vera!llente istintiva e eenti ta, di nrofondo e 1M.ttaooab1le senso del at vere , di ferVido patrio,! tismo e di ae-re•1a sioureisa ne11 a ripresa i mma.noabile ael e. Patria. ~ ' su tali e oli de qualità di carattere e di tenacia che si basa l ' esistenza dagli Eserciti e delle Nazioni, Al di là dellà queetio.,e dinastica. il nostro b&.tte.ilione è stato come un simbolo - serio, modesto e sicuro co~e è nel nostro costume - ohe l ' Esercito Italiano e le trisecolari tradizioni dei GRAN.~Tl&R! DI SARDE!HiA non possono morire . Zd è in questa aseol uta certezza ohe eal uto e ringi·a.do cli cuore , Ui':t:ioiali eottw7ficia.11, grac:.ue.ti, g1·anatieti e fanti - uniti oor<iialmente a noi nel co111une òovel'e - affettuosamente beneaugurando ella Compagnia che oggi dal nostro battaglione prende vita.

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477


LA CONTINUITÀ ANNO

UNITA' IN VITA

1°/2° Rgt. Granatieri di Sardegna

3° Rgt.

Granatieri di Sardegna

1943

AVVENIMENTO

ORDINAMENTO

I due Reggimenti Granatieri L'S, 9 e 1Osettembre i due Reggimenti Granatieri cran~ ordinati su tre .batta"' · · · per Ia d'1,esa r d'1Roma. IJ 17 settem- "'°110111 e1tla compaon1a co111rono . 1111p1cgat1 "' . . . . mane1o. 10 tre ne11'orgarnco . ~· . . bre 1943, con ordine del giorno del Gen. Sohnas, la Il d. . .1 · Granalten · · d'1 .Sardegna cesso. e1.I esistere . <Ie a 1v1s1one e11granat1en D1.v1·s1onc . .. . .. XXI B tt . G . . ,, . ciano p1 ese11 11 a . a.. Umta organica. 1 ranaticn ,urono co11oeatt . come l\l . . . . . . . g1ione '. or tai· d a 8l e 1a m congedo dhm1tato ed mviat1 a casa. 221" compagnia cannoni da 47/32 L'S settembre il 3° Reggimento Gr:rnntieri era frazionato nell'Attica e nella zona di Atene impiegato in servizi di vigilanza, di presidio e costieri. L'11 settembre, il primo convoglio fe1TOviario del reggimento pa11ì da Atene "alla volta dell'Italia". IJ 19 settembre, in Austria, fo dirotlato nel nord della Germania, e così lo furono i convogli che seguivano. La loro destinazione furono i campi cli prigionia della Germania ciel nord. Il 25 settembre 1943 ebbe luogo l'episodio del canto cli pitfori nel campo di Wietzendo1i. TI 2 aprile 1945 avvenne la liberazione da patte dei sovietici.

Alla predetta data, comunque, era in vita il "Raggruppamento Speciale Granatieri" schierato in Corsica con sede in Bastia cd a difesa del Golfo di Ajaccio. L'Unità, inizialmeme denominata "Raggruppamento Granatieri eia sbarco", era dislocato inizialmente sull'Isola Elba, e si trasferì I' 11 novembre dello stesso :umo in Corsica.1119 aprile 1943, nel quadro del potenziamento dell'Unità, durante l'afflusso ti.i uu terzo battaglione e cli due compagnie, una per ciascun battaglione in vita. sul Piroscafo Crispi, la nave fu silurata e 240 Granatie1i persero la vita. Nel maggio del '43 venne costituito il Raggruppamento Celere Sud, comandato dal Gen. Ticchioni, ed ordinato sul Raggruppamento speciale Granatieri ed altre Unità operative e di suppo,10 di livello inferiore. Dopo 1'8 settembre il predetto Raggruppamento speciale Granatieri Rag. Speciale ingaggiò numerosi combattimenti contro i tedeschi. Il 13 Granatieri settembre vi ru il primo scontro al quadrivio di Zonza ad opera del Il btg. contro una colonna autocarrata tedesca che tentò di forzare il blocco per aggirare i Granatieri. L'attacco venne respinto. li I S settembre il Il Battaglione attaccò di sorpresa la Base tedesca di Quenza. Vennero inflitte numerose perdite ai tedeschi. Vengono catturati 350 prigionieri. Vengono acquisiti un Ospedale ed ingenti quantitativi di materiale, di vettovaglie e di carburante. Il 15 cd il 16 settembre paracadutisti tedeschi attaccarono il caposaldo di Levie allo scopo di aggirare il caposaldo e raggiungere l'abitato di Quienza. L'attacco venne respinto ed i tedeschi furono respinti. TI 23 settembre viene occupato, con aspro combat1imento, l'abitato di Pontevecchio. Nei giorni J0,12 e 13 ottobre il Raggruppamento Granatieri si traslèrì in Sardegna (inizialmente a Perfugas, successivamente ad Iglesias).

478

L'ordinamento del Reggi mento era simile a quello ciel I O e del 2°.


1943

Il I O dicembre 1943 si costituiva a Lecce, il IO IJattaglione Speciale "Granatieri di Sardegna" il cui comando, ai pruni del '44, ru affidato al Magg. Eremberto Morozzo t O Bat. Speciale della Rocca."I Granatieri giungevano al richiamo dalGranatieri l'Egeo, dall'Albania, dalla .Iugoslavia, dalla Grecia e, di Sar·degna sopratutto, dall'Italia occupata attraversando "le linee" granatieri di tutte le regioni e di tutte le classi, fedeli come sempre al loro giuramento". Rag. Speciale Granatieri Div. Granatieri di Sar·dcgna

1944

Il Battaglione era ordinato su tre compagnie

Resta in vita sino al IO maggio 1944 11 I maggio I 944 venne ricostituita in Sardegna sulla trasfornrn7ione del Raggruppamento e resta in vita sino all'8 agosto

Il 1° giugno si ricostituiscono i Reggimenti in Sardegna e restano in vita sino all'8 agosto. I llI bat1°/2° Rgt. Granatieri di li1glioni, su tre compagnie ciascuno, si trastcriranno in Italia Meridionale e costituiranno i III Ba1taglioni Sardegna Granatieri dell'87° e de ll '88° Reggimento Fa;lteria del (ìruppo cli Comhallirnento Friuli. 3° Rgt. Granatici-i cli Sardegna

In prigionia in Germania

10

Bat. Speciale Segue gli spostamenti del Re ed alimenta il 11 1/87 Granatieri di Sardegna ed il lll/88

Bat. Granatieri del Rag. Cacciatori Appennini

V Compagnia srudenti

11 I O marzo I 944 fu costituito

nella Caserma cli Via Borgognona in Mi lano

111 Bat. Parteciparono alla Guerra di I .iberazione. Il 15 ottobre Grana tieri 1945, il Gruppo di Combattimento "Friuli", riprende il dcll'87°/88° nome di Divisione di Fanteria "Friu li" mantenendo iniReg. Fanteria zialmente i Reggimenti 87°/8S° Fanteria. Dal mese di del Gr uppo di gi ugno 1946 Utliciali e Sotti.rfficiali Granatieri Combattirncntoafllui,·ono a Roma per ricostituire iJ 1° Reggimento Gra natieri di Sardegna Friuli.

1945

11 Battaglione si sciolse all'alba del 3 maggio, dopo un Bat. Gra natier i r~ppono ufficiali tenuto nella n~tte mentre il Comando , C· .. ·. d1 raggruppamento con le u111tii direttamente dipend eI I...' ag. .,ICCl.1 · 1 . . 1 ·15 . . . .,· I .A . . ecnu s1aJTese so o I maggio nei pressi u 1 vre.i, ton ppennm, ricevendo l'onore delle armi da un reparto della J4A Divisione U.S.A. 1o Bat. Speciale Segui gli spo~tamcnti del Re cd.alimenta.il 11118_7 e~ il Gni natieri 111/88. 1110 cl1ccmbre venne sciolto lasciando 111 vrta una compagnia. di Sardegna

1946

Il 1° luglio si ncos11tu1 11 Reg. su 1rasfon11az1one 1°Rgt. Gra natieri cli dcll'8° Rgt. di fan teria e sulla compagnia Granatieri Sardegna del IO Battaglione Speciale Granatieri di Sardegna

1948

Div. Granatieri ll 30 aprÌlc s1 ncost1lui m Roma con una imponente di Sa,·drgna cerimonia la Divisione.

479

volontari (Compagnia Roma) Compagnia Milano Compagnia Mantova


88° FANTER IA

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48 1



CAPITOLO SESTO

DALLA RICOSTITUZIONE DEL 1 ° REGGIMENTO AL 350° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPO

1 ° LUGLIO 1946 31 DICEMBRE 2009




LA RICOSTITUZIONE DEL 1° REGGIMENTO GRANATIERI E DELLA 'DIVISIONE FANTERIA GRANATIERI DI SARDEGNA" "L 'andamento della guerra in Italia tra Alleati e tedeschi, che per la mancata immediata occupazione di.fàtto di tutto il territorio dello Stato da parte degli Alleati aveva consentito la formazione al nord della Repubblica Sociale !taliana, comportò che il nuovo assestamento costituzionale procedesse per graduale evoluzione, caratterizzata da attriti e compromessi tra Comitato di Liberazione Nazionale, Partiti politici e Monarchia. Si ebbero cosi. dapprima il ritiro del Re Vittorio Emanuele 111 dalla vita pubblica con I 'a/fìdamento al principe ereditario Umberto della luogotenenza; poi, nel rispetto della "tregua istituzionale" pattuita, il riconoscimento al Luogotenente del titolo di re d 'ftalia. Il 2 giugno I 946 avvennero infine le votazioni per l'Assemblea Costituente ed il referendum istituzionale, con il risultato della proclamazione della Repubblica. Il re Umberto 11 abbandonò di conseguenza il Paese (13 giugno) e l'Assemblea Costituente tenne la prima riunione (25 giugno), iniziando l'iter per la preparazione della Costituzione repubblicana che sarebbe entrata in vigore il I O gennaio 1948. Fu proprio subito dopo la .fìne della Afonarchia sabauda e la proclamazione della Repubblica che il 1° luglio I 946 venne ricostituito in Roma il I° Reggimento Granatieri di Sardegna. Ne assunse il comando il colonnello Pietro Varcasia, al quale seguz: nello stesso anno, il colonnello Renato Castagno/i. Nel 1948 ebbe di nuovo vita la Divisione Fanteria Granatieri di Sardegna al comando del generale Lorenzo Caratti. Tczle Divisione venne.formata O dal I Reggimento Granatieri e dal 13° Reggimento Artiglieria da campagna anch'esso ricostituito, e inoltre dal J 7° Fanteria della 'Acqui' e dal 46° Fanteria della Reggio. Durante questo periodo la Divisione Granatieri di Sardegna assunse una nuova struttura organica come Divisione di Fanteria di Pianura: e cioè, mentre sia il 1° Reggimento Granatieri che il 17° Reggimento Fanteria furono portati a nuova struttura organica e di armamento, il 46° Reggimento Fanteria venne sostituito da un Reggimento di Fanteria Corazzata. Anche l'armamentofu rimodernato ed adeguato, con carri armati, cannoni, mortai ed armi individuali nuove e più potenti. L'esercito repubblicano, in/ìne, adottò uniformi di color kaki e con pantaloni lunghi, con basco nero per La.fànteria, granatieri compresi; e costoro hanno mantenuto sul bavero gli alamari bianchi su/òndo rosso. Il loro motto araldico, ovviamente non potendo più contenere il r[fèrimento alla Casa Savoia, si è contratto in quello di "A me le Guardie". la nuova strutturazione della Divisione Granatieri di Sardegna coincise, nel 1959, con la ricorrenza del terzo centenario della fondazione dei granatieri lo stesso anno nel quale sede dei granatieri è diventata in Roma la caserma Gandin. Il Reggimento in armi, con le bandiere dei tre antichi Reggimenti in testa, s.fìlò per le vie di Torino dopo aver deposto, unitamente a diecimila granatieri in congedo, una corona sulla tomba del duca Carlo Emanuele 11 ed aver assistito ad una cerimonia religiosa nella Basilica della Gran Madre di Dio sul Colle di Superga ed al "carosello storico". Tre anni dopo, nel 1962, nella piazza della Rocca in Viterbo.fu innalzato, alla presenza del presidente della Repubblica Antonio Segni, un monumento alla memoria del 3° Reg-

486


MINISTERO DELLA GUERRA

~

Stato Maggiore Regio Esercito Ufficio Ordin~~e Mobilitazione

1: V , ~

1t.t, h · ;..

n°2640/0RD./I prot. Roma, 28 maggio 1946 . OGGETTO, trasformazione 8° Reggimento Fanteria in 1° Reggimento Granatieri di s'ardegna.••••• indirizzi omessi •••• 1 1 8° Reggi mento Fanteria deve trasformarsi in Reggi mento Granatieri assumendo conseguentemente 11 nominativo di •1° Reggi mento Granatieri di Sardegna"•Formazione, dislocazione, dipendenze e compiti: invariati.n personale del Reggi mento dovrà avere gli stessi requisiti degli altri reggimenti di fanter ie dai quali ai differenzierà soltanto per la statur 8 (minimo m. 1,75).Poichè sul momento non sono disponibili Jdlitari della specialità per effettuare contemporaneamente la trasformazione di tutti i reparti dell 18° Fanteria. ai prooederà gradualm••nte come Jppresso precisato, io

TEMPO

(1° luglio 1946). Saranno trasformati 1n Granatieri, - il Comando di Regg1mentot

- 11 lO J3tg. I

- unao compagnia del II0 Btg.Per i predetti reparti , - ufficiali: assegnati a cura della Direz.Gener.Personale Ufficiali a cominciare da quelli già 1n forza all'8° Rgt.Ptr. aventi i requisiti necessari .- Gli altri saranno tratti da quelli della specialità ora appartenenti ad enti vari e particolarmente alla Divisione •Friuli• ohe gradiscono di rimanere nella specialità stessa.- Saranno nat uraloente sostituiti e 11 Comando Militare di Bologna segnalerà per quali di essi è necessaria la soatitui1one preventiva; - sottufficiali e gra.duati s stesso cri terio indicato per gli ufficiali; - soldati

f

1n quanto applicabili, criteri analoghi a quelli indicati

per sottufficiali e graduati.- Gli altri saranno tratti dalla 'Divisione "Friuli- limitatamente agli appartenenti alle classi 1924 e più giovani , e da quelli reclutati per i granatieri colla recente chiamata del l O quadriire atre del 1924 1n rapporto alle aliquote f i ssate con le tabelle di assegnazione (foglio 01/619/Mob.I del 23 febbraio u.s.). Resta stabilito che s 't

a)- la rà b)- 11 so

compagnia granatieri attualmente impiegata dagli .llleati costituiuna compagnia del I 0 Btg. e verrà completa-te con recluie; comando del II 0 Btg., le rimanenti compaenie del battaglione stese U lll0 Btg. non subiranno per ora alcuna modificazione;

/./

• 487


·-

2

oJ- la .compagni a gr anatieri da costituire per

il II 0 I!tg. earà f ormata

con recluta,... d:)- i militari dei r epart i da t r asformare non trasferibili nei granatie-

ri ed esubenanti agli organici del reggi mento: - , ae ufficiali saranno asset!,nati a cura della direz.gener,pers.ufficia11 che vorrà tenere nel massimo conto possibile - speecie per gli ufficiali in a.p.e. - della destinazione da loro preferita; - se sottufficiali, graduati e soldati saranna> segnalaiti numericamente a questo S.M. distinti per grado, classe e specializzazione per essere assegnati (per 1 sottufficiali indicare destinadone preferita). Escludere 1 sottufficiali non in c .o., i graduati e i soldati àella classe 1923 e più anziane perchè rimarranno negli attuali reparti fino al loro. invio in congedo.20 rEMPO (corrispondente all'immissione Jiei reggi menti delle reclute del 2° scaglione da chiamare. alle armi) Sarà trasformato in granat ieri il II battaglio.n e al completo e sarà costituita una cp. granatieri del III 0 Btg.. Le reclute saranno altresi assegnate al I 0 Btg. - in misura di un terzo circa - per sostituire i militari da congedare.} 0

TEMPO -

(corrispondente all'immissione nei reggi menti delle reclute del 3° scaglione da chiamare all e armi).Sarà completata la tra sformazione del !Il0 btg. Le rimanenti reclute saranno ripartite fra tutti i reparti del reggi mento secondo le necessità.Dal 1° l~glio p.v. 11 centro di mobilitazione del rgt. sarà 11 deposito del 1° granatieri.Il comando militare territoriale di Roma predisponga senz'altro le suddette trasformazioni.I movimenti non dovranno essere iniziati prlma del 20 giugno p.v~.Il comando del territorio di Bolzano segnali subito, - alla direz.gener.Pers. ufficiali gli ufficiali distinti per grafo e oategoria àla Q•rt:dt (ape. - opl.) indicandoo per quelli in ape. coloro ohe prefe.r iscono rinunciare alla specialità per evitare il trasferimento.' - al comando militare territoriale d1,_ Roma e per conoscenza a questo S.M. 9 gli altri granatieri in forz·a alla div."Friuli• distinti per grado e classe indic.ando l'eventuale specializzazione di eàsi ed escludendo 1 . sottufficiali non in 1 graduati e. i soldati delle classi 1923 e più anziane. perchè detti militari rimarranno. negli attuale reparti sino al loro invio in congedo.- fer 1 sottufficiali in o.e:. saranno pure indic:ati coloro che, pe.r evitare 11 trasferimento, preferirebbero rinunciare alla· specialità./ t~• . 1 r,, IL CAPO DI STATO M.IGGIORE F/to R. Cadorna

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W-,-'"'/_·..,.'<.:~ 411100

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./:. 488

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RoL:a, 30 giugno 1946 1

SUPPLBL'!ffl'ro ,ALL 01furnE Dli·L Gioru.o N°l62 TRASF0Ri'i!ZI0Il~ .WLL' 8° R~GGL: ,NTO ?AllTlraIA

:rn 1 °

RBOOIM~TO

.fil SARW.GHA A1 fanti del l 1 8•

&

ai gr anatier i del 1°

Domani, 1° lualio t attù inizio le. traoforcazione dell ' &0 Reggil:le.llto Fanteria. in 1 ° Recg:i,mento Gr o.ne.tiori di Ser deena. Le valorosè giol'vc..ni "guardie" dell 1 ultirna guorra. di lilioro.ziono he.nno,

dunque , U privileg io di ridar vita alle eroiche vecchie "iunrdio" di tutte le nostre guerre.-

La glor ie rooonti oodo110, cosi , 1l pa.1:100 allo glor ie del passato, r:e. con esse ei fondono .Ufficialmente un nnc e ocorapare. Tàle nome, p~r ò, non :Jcompru.·e dol cuore di chi ha avuto 1 1 ono:re di portarlo, co sì 0000 non oi cancellano le eesta ohe ao esao sono leiate. Oe.as3ino, Vonafro , Paoao della Radioooa , 3an Vi tt.ore, Santa ilio , Port ell a. , Sen L!iohole , Gar i gl iano, Forcia , Co.eta, Ter racina, Rom.a, F i renze, Pa.!!, ao del Giogo, Appennino Toaco-i.cilinno, noloe;na, L.oèena.a ~este l e tappe l u.c:inooo della noatra riocosoa contro l o straniero , tappe che restano inci s e a l ettore di oe.nsuo nella Ctor i a ~' Itc.lir , e set91ano l o virtù eroiche della nostra nuova gener azione , r a.o·c olta. nol lo ga.aHarde f ile del gi,2_ vane 8° ReggiLento Fanterie , oh .. ors. o.ntra nel sacrario dei ricordi.Del passato luminoso riooree 111° Re3bimento Gr anati eri di Sardegna. Torna a garr ire al oole la oua tricentenaria gloriosa bandiera , la quale

con le sue duo nedB( lie d ' oro al valor ruilitare , 1·e.moonta ch0, dal gi orno della sua costituziona (1659} a ~11ello ~el suo scJ.oali.mento (1943 ), a :::.taf:farda eone a .waro88lia. , a Torino come a Ic:1·1..a e e we.ste.lla, nll ' Aasietta come a.ll ' Au t h ion o al saooarallt, a. C.a i t o e a San 1,..ar t ino come a Pel'U8ia. e a ~ olo di Gaeta, a l onte Torre e a onte C1·ooe ooue in ~ritr ea e 1n Libia, a i>nfalcono o cl i,.onte Cengio come IÙ San tiohel e , a Ct1Stagnevizza, a.ll ' Uorraada e a Capo Sile oouo IÙ Piave , oullo Alpi oooidentnli come in tena. straniera e nella difeau ùi noma., WlO ~ eel!lpr e stato l ' a nelit o dei gr o.nat ieris preticai.•e l a rol~ione è:el dove1·e per la gr andeZ.: za d ' I talia.Al ooapotto di qu eota. mirab ile messo di altiooi~e virtù er oiche , fant i dell 1 8° e granntieri del 1°, stri.neetevi in un abbracc io i doa.lo attorno e.lla banoiora, ed alavate solenne il siurM~nto di ao1"Vi ro aer.:zpre , eon fe deltà , con onore , oon abnota.zione~ l a .t>atri{l,: lo Patrin ohe , anche sa mut ilata e mnrLori ata, à pur aompre &rande , o non -può nò dove porire. P.ol:l.C 1

30 g~ue;no 1946 ll colonnello coMnda.nte (~i etro Varoaaiu}

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gim.ento Granatieri, presenti anche in questa occasione il Reggimento in armi ed i granatieri in congedo. Molte, del resto, sono state le cerimonie celebrative e rievocative del menzionato periodo, in particolare nel cinquantenario delle battaglie della prima guerra mondiale, negli anni dal 1965 al 1968: come quella al confine di Gorizia verso le pendici del Nad Logem a ricordo dei jàtti d 'arme della Brigata nell'agosto I 9 I 6, e quella del! 'innalzamento di una copia della colonna votiva di Se/o nel Vallone di Doberdò, già abbattuta dagli slavi. Nel maggio 1967 il Parlamento italiano dichiarò "zona sacra" Monte Cengio e lil!onte Ort(gara; e nel luglio 1975 venne inaugurata solennemente una cappella votiva ai bordi del dirupo "Salto del Granatiere". Intanto, negli anni Sessanta continuò l'ammodernamento de/L'armamento e si effettuò una parziale meccanizzazione del Reggimento." (cfr. Cataldi). li 1° febbraio del i 963 fù c:ostituito un "Battaglione 1\1eccanizzato "., con stanza in Civitavecchia, che portò indubbiamente una nuova co11ftgurazio11e nell 'ordinamento de!l 'antico Co1po. Nello stesso anno il Reggimento venne dotato di veicoli cingolati per il trasporto di truppa M 113 per una Compagnia; e poco dopo venne costituita una Compagnia reggimentale semovente controcarri 1\1 36, con cannoni da 90 e missili/ìloguidati; ed anche questo reparto ebbe stanza in Civitavecchia. ll Reggimento Granatieri è stato impiegato nelle opere di soccorso delle popolazioni colpite sia daL! 'alluvione di Firenze nel 1966 che dal terremoto in Sicilia, a Valle del Belice, nel 1965.

Costituzione

Division e

" GRU:.~IERI

DI

s..·ùUEm~

n

Lo S.U .E c on f'o'1 i o n~ 950/ord/I cì:e l 30 léa r zo ! 948 ba disl'Os to , s li>tto l a cùi.:ta 30 apr i l e 1941:3 ,la co s tituz i one d ella , divisione d i Fsn:

-

ter i .:, • Grana tier i

si

.,

5:..rde fP)l!. " con sede i n Roui;..

Noni oc. t i Vi : a) - dell& d ivisione : Divi sione " ~r.:.re t i eri di Sa:ro.ecn& "

ò)

de i Res~jmenti: - I ., Re1;r;i n en t o ~rare tie ri d i l:>ardegna

-I7Y Rec:::mento Fz.nteri a " A(J)J i • -""6" .heG&i!:lento .l!'uit erib " Rec:::io

-n~ Rer;i:i!~ ento

11

d ' 1.rtigl i e r it. da th,J:Jpa&nD,.

Coy,i a dell' ordine d.el Giorno del

I 4 n ,i.cio I ?4-8

490

n~

I35. del I"

?.t:;t . Gru


Rorua 11 3 a prile I948 Signor Generale, Ne l festeggiare la tanto auspicate ricostituz i one della Divisione Gra natieri di Sardegna , ca ra al cuore di ogni soldato d' I talia , mi é gradito indirizzare a Lei, custode dei documenti di t re secoli di g l oriose tradizioni , il mio pensiero augurale . S ono certo che la che affianca agli a l amari del 1° r i di due g loriosi reggimenti di degna del la tradizione di valore na.

risorta divisione, Granatieri i colofanteria, sarà ben fedeltà e discipl1

Co~ viva cordialità

Signor General e Ugo BIG NAMI Medag lia d ' Oro Presidente del Museo Storico dei Granatieri di Sa rdegna

N:·

R EPUBBLI CA I TALIA NA

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MIN ISTERO DELLA DIFESA T r ibuna

C

(AUTO R I TÀ)

ie 171ùuav.... difl.a a,Pl,o.

7)~.J.a iwita ea

J. 1), a

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dd/,,e f,Wfl,/ie di€ 1huidio. di -Jlo.rna, d'ie (Ji,0.lth,0- 4 atz,'lif,e, fi. v.. ae,ee o,z,e 1O,3 O in 1}.ia,

~aen,to.

a!.LUÌ ~~ èl,

d,e.i 1,0Jti, 7.mtwdali, in, ~ 1 . e ddl...a 'Zico4titwdo.n,e deU...a ~ ~ di

.J;allae9na.

L' I NVITO È STRETTAM ENTE PERSONAL E A C C E S S O : da Piazza Venetia - Via doi Foti Imperi ali non ollro le c,o 9.3 0 p

UTOVETTURE:

Le a ulovellure arrluirannc da Via dei Fori Imperiali o subito dopo aver !>Scialo le Autorhà Invitata dinsn1i alta tribuna pro Hguiranno per V ia Cavour, Vi a degH Anni•

baldi, Colosseo, Via Cla udia, Via della Navicella, Via Druso, Vialo Guido Boccolli , U l1 imata la &filata dello truppe. lo autovelturo. porcorrendo V ia dei T rionfi. C olosSf!O, V ia dei Fori Imperiali, terneranno a prendere la Autorità alld. tribuna ,

491


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CRONACA

Telefoni : Cronaca 44-Ul Direz. e Amministrazione 43-045 - 44-144 - 42-387

UN'UNITÀ DELL'ESERCITO CARA AL CUORE DEI ROMANI

ta ricostituzione ~ella mvisione GranaHeri sarà consacrata domani in una grandiosa parata Truppe del Presidio, reparti della MClTina, dell'Aeronautica, àella Guardia di Finanza e contingenti delle forze armate di Polizia, afil•ranno sulla via dei Fori Imperiali dinanzi al Ministro della Difesa Rinasce, in questa. pnmavera tlella Patria democratica prendendo in.re~ggio SE:C~; di gloria e di sa~flc10, la D1v1S1m:~e Gran atJe]'i d1 Sardeg11a. la Divisione c..l'Je può essere <ieflnita romana ln qusn to a. Roma. ebbe .sempre 12- sua sede di Comando e romani . . fUrCl.llo 1n buon numero 1 suol l!fficfali e soldati. ... , .

,

-

l;::~;:.e

le ore u o allo ecopo di dlscipllnare e cootenere l'afflusso delle. sl prevede sa r.à assai nucome si è detto nei g!omJ ~rsl, la rivista vuole e...<sere una degna celebrazione delle Forze del Prestdlo di Roma. fu occasione della nuove cost!tuzlone della Dlvls1one • Granatier, dJ Sardegna • comprendenle n glorioso 1. Reggimento 'Granetlerl, l'eroico 17. Fan teria -

A ........ ~1 .,

Il

.......,1" - "'""....,

.. e

rari: -na del COrso, ,p!azu d el Popolo, w.a Cola d1 Rlenzo. v'JO FlarninJe, via del Tritone. vlA Veneto, via TomacellJ. pJaua Cavour, vla r.v Novembre, vie Naziooale, v.a XX Settembre. v.lQ Botteghe Oscure, via Arcnula , "iale del Lavoro, Corso Vittorio Emen·Jele II, corso d el Rlnasclmento, via Zan ard.e!U,

Ponte Umberto, via del Mare, via Marmorate, Sen Paolo.

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2========================::::=::::::::~========IL ME&.<:.AOG&RO dtl Luntdl

Telefoni: Cronaca 44 -Ul Dlrez. e .Am'mlnlstruione 43.045 - «.H4 - 42-3.'1'1

CRONACA DI ROMA

LA MAKIFESTAZlONE MILITARE 1H VIA DEI FORI IMPERIAIJ

OUINDl{IMIL/\ UOMINI sfilano di11a11zi al Mi11istro della Oilesa La gloriosa Divisione "Granatieri di Sardegna., fatta segno ad entusiastiche acclamaz ioni · Un ordine del giorno di elogio alle trappe

492


Ila 1JDAn1111r.n BOLLETTINO UFFICIALE

d:eu• Associazione Nazionale

Granatieri di Sardegna

{Dt1trtbu1toae rb:enoto o.l Soci)

Hli/HZl(J,\t,. /nl<f:t tU.\li:

PIAZZA S. CROCE IN GERUSALEMME. 7 •

C/C

POSTALE 1/10721 • ROMA

LA CELEBRAZIONE DEL TRICENTENABIO A TORINO Pre.o;eoti J 0.000 granatieri • La me880 al campo • li Carosello Storico • La sfilata

L'indcmenu dtl tempo n<!i slami pttffi!tnll

non

ta«va

pre~ere quel tiepido sole pri-

maverile che illuminava il 18 aprUe ntattinn ptaun del Duomo ~mlta, di bavcd roui rag.t:rup... U lnlorno alle oolonnelle ed al. insegne cli 1uue le suioni d'Jta.

r:

la. lo. qudla piazza mt>more an ..

cort di ricordi risorgimentali. in '9,ltlla Torino the nel lc:ntano aprilt 1659, vide costituirsi ;i l osso Reggimento doUc Guardie 41 S. A., 10.000 aranatjeri in ~ C >,

$0ldati di 70 leve. re-

duci cU tutte le, fU•=. sono scat. tall lUll'attenti qu>ndo gli 5quiJ.

li iue.nieri delle trombe hanno annunz.i,to l'arrivo dcl 1• Rcg• abnento in armi p~ duto dal• fa sua Bandiera e dnllc vecchie. lac<:ro Bandì<re del 2" e del 3'. 1tato un momento di grande eocnmotlone. N•I ar-onde silenzio I volti erano rlc•ti di lacrime. Un singhiouo convulso se:uot.eva U monc.herino del CotonneJ .. lo Bragh et-U· MontorsclU. Accun .. lo a lui s'en jrrigidito sull'rlt• tenU. ron il busto tretto. in uno dono supremo. ruhrano,·anten• - Kri<nte Vito Carolalo. Dopo 14 MOS$1, durant• 14 qua.le sono $t~lt benedeu e lo • colonne.ne > ed i labari d<'lle nuove sezioni, le c<!rimonie della prima giornata si sono chiuse la deposlvone dl una corono 1111b tomba del londatore del Corpo, Carlo Emanuele Il. che rll)OSa nella cappc_llo dello S. Sindone. La sera dello stesso 13, ~vuto luogo il tQ.I'ose-llo sto•

minato a ,,omo da potenti rlllcttori, i quadri han.no assunto colori e tonalità favolose.. Poi ~ cominciato lo s!ilamento del dra_p,. polli deUe vario epoche. Hanno sfllato per prJmi QUCI· li in origìnnlo dcl 1SS9. i va.lorosi di C&ndla, !t

uniforme

Guardìe che sostennero e respinsero a pie' turno l"urto dei rtan-

niz:zeri Turchi. Poi. quelli in uni .. forme scarlatte dogli alam3,.ri blanc.hi alle bottoniere, che sui piani di Sta!farda castigarono ln oltracotanu dcl franC'C5i del 8C·

nenie Cltlnat.; que!U di Maruglia, ove echeggiò per la prima volt& Il ,rido e A me le Cuardìe!•; quelli del 1706 che decisero le sorti della bollnglio di Torlno: qutlU di del Carrello a c..... Ecco le unllonni del 1820 le atH>e che Indossavano i ~cnll Borìglione ed Aimino quando. con ·una audacia KnU pari. scalarono le mura di Grenoble; «<:o quelle del 1848, quando s uonò la primn ~Tande diana per la riscossa t J'indipendenza della Patria.: sono le uni-

r1..

A TUTII I GRANATIERI D'ITALIA

r

Oltre 40.000 torinesi erano con. 't'fflUli Mllo st:,d.Io comunale per

aslttere ad uno spettacolo di

"""au,-..

e 1rand1.... bellezza. la cui rtgia er:t atnta curata dn:1

B&~~:~ d~oJr~:·n\~~~raV~~ :fi\:s!a~de~f:~io i~~!r:~ te la londaziooe del oorpo. si ,o. ,usseguit~ in ordine c:ronolo. adco~ le rievoca:ùonì degli episo-

B0;\IA %1 APRILE 1953

'

Eletto Presidente della nostra Assocla&lone~ lnvto anoora • tutU li mio Slllutu, con l'es·presstone dell.:t mia rratJ, tudlno al Capi Cenlt<> Rerlonatl che ltt.nno voluto onorarmi della loro Odocl& ed a tulll I CranaUul ln eo~o d'Italia. hrò dd mio mecllo pud,è lo nUuppo dill'"-da· aione (cui la.Ilio lt:t tbto e eon la.llta pusione In lun&hl anni di lavo..., e di !allea Il mio caro e compianto p«deces:sore Centralo MELOTl'I) sia sempre più attivo o perchè le ln dWolll e le clorle del Corpo, elle ba nel rlornl scorsi solt...D.D.b.uto così de;pa.meate. U SQO t:nce.utcslmo anno di vita, siano i.aule sempre più alte ptt m, qllor avvenlre della no.stra Patria. , Conto sulla eollllborulooe appaaslouta e disinteressata di tuttl e sono certo che essa no,n .. cm rw1l meno q,uals.tul slano le ~lrco.stan'le. Guardiamo sem~ più In alto e <011 un solo S<opo: la gloria de1ll Abmarl. tbe deve essere al dlsop,a dd nosln peaS!erl e delta nostn vita IUttm. RlnpuJo a.ncor• ctu,&nU hllllno vol uto rtco.rd:a.rsl di me, in modo 1,artJcolare., In que, t~ cireostan.u: rormuto I voU mi.il.lori pt..r tutti, J)f'r l loro c3ri, e pu un sempre marg;ore nlluppo ddl'As•odulone ed Invio a tutti. di 1,ntn cuott, U più caro saluto dl gnnatiett. ENRICO LUC U

ai più salienti dello storto dol

aranaUcri., In uno sccna.rio, illu•

493

lorml dl Goito clov• I ,ranatiorl doclsero le sorti della Jiornata, di Pastrengo. cli S. Lucia. E In• eor• quelle del 1180 do.i kepì turc.hlnl e dalJc tuniche azzurre, dl Pcrugln e dl Mola dl Caeto. Poi quelle del 1915 di Mon!akont, del Sabotino. di Monte Cencio: quelle coloniali dell'Africa ed in• fine l'ultima &riglo-Vttde deU'AJ. b3nlo. della R=la. della Libia, del Balcani. dello dllos., di Roma. I~ qLt•ll'apoteosl di lu~ • di r.'Olori, o.eoi nome, oa:nj data a.ve. vano H cl.angore di una squilla gucrric.-a L'alto sil~n.zìo dello start.io en $f)e:SSO interrouo da h1nj1hl applausi e da rommosse n1da. n ritordo di c:iuesta avvin,:,c_nte: rievoc,W oac svoltas.l In pcrfoUa sincronl11 di movìment.i ed in u.n'atmos-fera \'ibrante di ,ntuslasmo rosttrà indelebile nella memorbl d.l tutti i ;tanatl•:-1 e sicuramente ne.l won dei 40.000 lorinesl che ifCIJÙv>nO le 1:rad.in:;1,te. li 19 mattina. aiomata rondu. slvu dèlle cf;!lebrtu:loni. ha avu10 luogo, doPo la Messa cel•bnt• la dall'A?ci"""'°vo Clslrerue Mons. Pintontllo • dopo la dep,osidone di una corona. di alloro al Caduti torin.,l nella Crip. ta dolio Cran Modro dl Dio, la grande sfilala. Dfocl clrap~II! eon lo divise slorlche, dal 1659 al 1860. p~tavano IC.l"Vix.io d'onoro in Pia= C&sl<llo dinanzl af. la tribuna delle- •utorità,, nelle

~ t~u ~:_:~!~!~=~~~:~ alla Difesa On. Calat~ il C•n. Lueinl, C•Po di S1u1o Mai:glore dcll'Esc«ilo. Il Ccn. Lombard~ Comand-,,\e d<>i Canbìnler~ il Ccn. C. d'A. Sìlll, Il Ce\. Sìmonettl, Comandante la Divisione Granatieri di Sardf!'(na,. il Gen.. M lchelolti, Vice Comandanle dd· la Regione Militttre Nord Ovest. il Con. Torsìello, lspol!ore della

,u

Fan\eria e numerosi altri alù ut-

ex oomanclanù dti recgìmenll cranatl<ri. fTa fe autorità civili: U pni:,l•Ho, il sinda<o. li procu.ntoro dclln Repubbli<:o, li primo pl'ftl• !i<lalì. fra <ui


11 Presidente del Consiglio On, Segni ha inv1oto la seguente le\lera

alla nostra Presi-dcnu Nailonole: • llo l'jteYut.o U Vostro eorte.!l-e in\'llo, e.be bo letto tol più \•Ivo tnt,:. reS11e. Purtn.Jpl)O cll imt>tfOI non mt <1onsentono d.l essere pe.rton:al me11tc pcetenlc 2Ua. 4:eJebradone del trleentenuio del Cra.natlul, tome :avrei deJ1;1derato.

Ui TRE BANDIERE

n

10 H.e,r,imcnlo In armi

• Non C certo ooruune uu Cotpò c he, eoi:ne Il Vostro, a,•vl:a una vita çontlnua Uv& orpn.iea. e storica di 300 ann.l., unila ad un:a si mir-abile tra.dbione Ininterrotta dl fede, -çaJore., onore. d iJ1eir~b:ia, dedb1on1: al dovere e di J lorlo.ao sacrUJclo. • Gli lni:aurncnwoll morti delle cento Vostre ba.ttaflit', 10 stuolo del vostri Cerili, le medaglie delle vostre br.odJcre, le 37 med.arllt d'oro hidlviduali, ebc onorano IA meworl.11. e le reib. del v°"trl eroi. sono test.I· mot1l:1.11za a l la. e i;oh:nne di uua. tunc-a e nol1lll$8ima ,;torl:t. ,:torio•. " Voi raccorlicte le lr;ulhlonJ noblll cd :rnlh:ht del Hts; ·hncuto delle Gu.ard.le:, dl cui telcbratc la fond:u.lone a.vve:uuta 300 anni or gooo, ln quelllt. :rorl,no ebe le Guardie dJ.resero coJ loro nlore nel me1ttoràblle as&edlo del 1'106, e da eul ess,e., proprio d:alla. ptaua dO\'C \' I radunak!, ))1trLlrono per la prlm.a ruerra d'lndl(lendenn nel 18-tS, .. ."'!ta ,·ol r:accocllete anche t~ tradl&ione, ,1orlosbslma. dei prodi Grana.Ut.r·l Plemontul, dcU'AMldta e dl Cosseria, quelle dei valoro:sl fl;li de lla ooh1. l.wla, del Re,;gim~nto • $11.r de&na Fanteria. ... che dopo 11.,, cr com baltoto fl.1.neo "' Uant'o hl ta.nt.e bAUa-t"Tle, si fui.ero nel 1U2, dlvenbndo .. Gnrn.aUcrl di Sardci-na. • . Glorlos1Jlslmo nome che f combalte.nti dt:lb, 11r·lma g-uerra mondiale e con essi Il r~ese: rlcordauo eon a.mmlrulcme ne lle sette ell;n.loni de.I bol1eUlno di ;-uerru. dcli" Vostra Brliata, I:. quale - nel quadro del sacritlelo della tanted a. HaH11n:1, l'anna a. c ui 'Voi Ora· nJiUerl l'iuM!lmenle. sJeU!' flerl di appart-:nerc - scrlsw, In quella. eamJ>:tg-ni. di rucrra. quanto rua t m~orablle per l'immenso s tono che l a nosln. Patria IJO!llermc, mirabili pailne di ,·alorc, .. l Vostri 7$00 morU in quella guerra, l 14.000 re riU, U l cuend.arlo valoro $U.I Cenzio., rul San )Uehele, sul Carso, S:1;11 rJa ,·e non sono dimtnUcatl dal soldati d'Jlalla e dalla Patrla, • &d anche nella serond• g-uerna moL1dble, \'ol foste derni delle vo.sh'e secolilrl tntdblonl su tutti 1 fronti ed :1Horno a Rom1,1, o,• c nel n tlembcc del 19f.3 Voi difendeste bra.\•amen~ con altri valorosl rc:parU, la Capitale ed ll nostro onore muttan, durante la. carnp.a«na di llberuione ,•t b:.tUe:d.c scn>pr-e ,•a.loi:osamcnte con due medag:Ue d'oro cd aveste ,,owl eroi ,u::lla. lott:a. par Ug-111.n.a. con una. medaglb d'oro; cd 2.ll,rc mcd:a.i:Jle d'or(I e cl'a rl'ento ebb~ro lt \'Ostre Bandiere. • Tr:adblone lao;a, dlselpHna&a ~ g-loriosa: tona esempt:lre di ent:o:-la. fonte i;empn1 di lmpu.list rc:ncrosJ., nella mard:1 eostrullh•a. verMt l'avvenire,, Nel rleordo delle \'os,re t-radbioul glorlost, i ono licio d'ln \"l:ue, nella vostra so1cnne c~lebrnione:, H saluto del <Joverno cl"ll.alln. e de l popolo ltalliano, e l"aururio che anche nel vostri futuri ~ eoU dt vita prosc,-a.la~ nel h•dlduuale eam.mlno operoso di dlsclpliua, onore e valore, 1>er li bene della Pa.trl.a e del \1 alorl spirituali ed lmmorbll dcli~ nostra ci vllltà. ... SEGSl

dente della Corte- d'appello. il ciue:store, l'intendente di finanza, l'assessore, rappresentante del Presidente dc.Ila- Provineìa e l'On . Donat Cattin.

Ha aperto lo s(ilamc-nto B reggimento in at·mi, al c:omnndo del Col. Enrico E'alconi, intrepido gran~tiere, sette volt.e decorato al V.M. I battaglioni erano pre ... ceduti èlalJa Bandiera e da, quelle del 2° e del 3° ora disciolLi. $c.. guivaoo le se1..ioni òell'Assocfozione con in tes(a la Medaglia d'Oro Gen. Moroz2:o dcHa Rocca cd i cappc ll::1.ni dei reggimenti. Dalla Cr{lrl Madre di Dio, p er

Vfa Po, Piana Vittorio a Piaua Caste-Ilo, !rn due ali plaudenti di popolo. i 10.000 granatieri in congedo hanno sfilato in perfetto ordine. Le marcie dP.i tre reggimenti davano In cadenza a l loro pnss.o e ncccmdevat10 nei loto occ.lù luci di commozione. Soldati dj rnua ritrovavano nej ranghi i motivi del \lttchìo orgoglio, Je liamme della vecchia passione. iVecch.i e gfov;mi, reduci di Libia, del Carso, delle ambe abissine, delle nevi di Russfa. delle montagne d'Albanfa fieri e gravi stilavano dietro le loro co1onncHe coo il ricordo nel cuore di quello che nvevano operato per la Patria. con la !icrezz.a di aver tenuti alti !Ui campi di b8ttnglia d'Europa e d'Africa gli alamari ric~,.,.uti dai padri, cli essere stati degni della trisC!Colarc tradizion e del Corpo.

L 'a rrivo delle :iutorHil

A sCilata ultimala n discorso ufficiale, a conclusione del ra duno nazionale per n tricentenariò è stato tenuto dal maggiore in congedo Pasquale Soria de11ti Sctioru~ di Roma.. Quindi l'On. Ca iati, dopo aver letto i messaggi del Presidente del Consigl io On. Segni e del Min!slro della Difesa On, Andrcott i, d: cui pub-

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blichiamo a parto i t&sU ha rivolto un vibrante appello' ai suoi VE!échi commilitoni: e Vi, .siete in.ossi - ha dctlo con i baveri rossi e con gli alamari che, se furono il segno distintivo dei vostri reggimenti, ra.pprcsenta,u,, in ogni evenienzà, il simbolo anche visibile di im legame profondo che rimat1e nlùi base della compattezza delLà grande famiglia dei Granatieri •. e Chicunali a raccolta tton da una squilla, mu da tma data cerca ,siete venuti a Torino come ad tm appu:ltamento, muovendo dalte città, dafle monta.une, dalla pianura. o dai più sperduti borghi; inttrrornpcndo le vo.;t:re a.ttivitd per rit-rovCIMJi con. i vecchi comrniWoni, con. i compagni di arma, veterani della (luerra 191518 e di altre, reduci dell'1tltima

guerra e grana.ti-cri del ricosti• ttLito primo Reggimento, voi avete Jatto anche in questa circo-

stanzo i cudo e corona alle gloTiose B4rtditré déi tre reggimen-

ti, èon l'entusiasmo e con la fede di sempre. \li ho uisto sfilare con spirito

m.arzìaJe e con passo sicuro, ·mentre il tintinnio dette decorazioni, che col loro azzurro ornano i vo.~tri petti, Tichiomaua ancJte i pitì dubbiosi alla positiva considera-

zione d-i intramontabili valori spirituali.. E questo unanime consenso alle vostre glorie ed ai vostri crOi$mi v i

/CJ. giu.sttJ-mente

fieri é giustamente custodi delle vostre tra.dizi<mì. ~ profondamente vero, o g·r anatieri, che non

siete identificabili .solo dalla sta-

tura anzi... Ciò cl~e vi fa gigm1teggiare è la voglra disciplina cd il vo."tro senso di dovere: quali~ td queste, che nella storìa t7icente11arla, dal lontano 16S9 od oggi, iuinte rrottamente riful$cro ~ 3i


DELLA DIFESA Il Ministro della Ottesa On. Gjulio Andrcotti ha tatto pervenir~ al Comtt'ato org:anh.utore delle manifestazionJ il seguente mcssa.g,gio:._ • Since.ramt.nle. addolonfo per non poter ~ r e domani a T orino. tnTio :11 C.:rans.lie.rf. rh1blll p.r.r an. eoà lu.ain&hlero bib.a.ci• di t.r«cnto anni Ol :1Ubshno onore e. dt lmpa.rqg-ia-bUe :altualmcn'lo a.Ile ~Uorl ttadhlonJ pah:ioUJt.hc. U $I.bilo gnto No &Clcth10M del Mlnbtuo delfa DiltA. • Cc,n particolar e eommo:donc rkorcto, dal ,,utr• Albo d'Oro. b. glorna-ta bob e trmte deu ·s settembre 1M3 q~o. ncll"a.s:5f"no dl t·um I

poteri, furono I G ranallcrl d1 Sa.rclf:ina a cbre da Roma - con u.na. eroica ~ disperata. pcescn.:sa. li m.oU\"o di una spcr.u,u cl.alla qnJ-:. •~?>be nata i. ripresa della nostra Pattb. .11 nostro ~1uo 01Ji •t morti cU talle le batta«llit. conosduU

,·a.

e .conosdat~ a lle f-.m.lglic cb.e b.sel:nono nel pi.s.nto e alle ~ortose 8aD·•

•me attorno alle qual.I sl co11Unucn.nno ad alimentare 'Dd K<Oll t mtcUod Weall clvUL • Nusu.n prog:r~5o ltenico ~ ttess:una. m ~ l o n e d~U ucrdU bnnn o mal duoinulre I! \11alot'e del coranio t: del ncrltldo derU aomini . E' p~r 11,u nto ebe I.! posto del Gra.natiui resta StmPt'e in ptlma ll'rt'11. al Krvblo ekl•th·o deJJ'Jtalia ... AYOUO'ITI

pot.e nziarono in voi. in pace èd in guerra, a 8Ì,ctni/icare /crmtt.zo di sentimenti~ generosità di impulsi e- fedt. i-ncemerata. Molti di voi hanno condotto qui le proprie Jamiglie, te mogli ed i figli a testimonia.re la efficacia opeTruue di uno spirito che permea at1che i nuclt!.i familiari, che Ja.-nno capo ot Granatieri. e od afJermo.Tt! QU4.Si la CS'ig~a di una fede~ che prima di p<.tten.. ziarsi nei repa·rt( po.s.s« con con-

sapecoZI! entusiasmo, scendere J)tT fi Taffli.•,>, Dopo aver reso oma.ggfo all!i Bandiera dei tre reggimenti, ai loro Caduti ed allè Medaglie .c:rOro viventi e dopo aver rivolto parole cli plauso al 1• Granatied che fu iJ suo reggimento, )'On. Ca.iati ha cont luso: e La Patria. vi guarda la Na ...

%ic;,ne vi considero con fiducia. Tre ,ecoli ùl /tdgidè glorie, di eroismi, di rimmcie, di dediziori.e ~

dove-re cd aUa disciplina vi

aprono sicuramente

ta. strada ad

ani genertȓ neUQ t'Onsapwotez ..

ECH I

portato con grande evidenza le cronache dclla grandiosa ccl~ brarlooe di Torino rievocando episodi della storin dei Granatieri. Ci è gradito segnalare al· cunj dei giornali che hanno volt1!G dec!:carE il ]oro spazio alla n~tra adun.a ta riportando qualtb~ brano: MILANO - Corriere d'In1ormatione, 20... 21 aprile 1959, .- Negli stessi gruppi c'ei:ono un tolonnello e il suo ex-attendente. l1 colo11neUo si chiama Mario Mofftt. il suo ex-attendente. $ca ..

~~~~·vo~~~ GS:::Ja, ::'ns~i;:::

no del 1941. Il colonnello (chi! lllora era capitano) con una paJ ..

la in una gamlul, l'attondente

palla nel collo. Gli disse O cnpitano: e Non occuparti della tn.ia ferita~ bada alla tua>, lnfecc l'attendente badava soltan:o alla gamba del suo capitano. Poi oon si videro t>iù. Si sono rivtduti ieri mattina, poco prima iella &filnt.a: e sembravano torJati r-agattì tutt'e due. 1'0VARA • Go.uettn di Novara, aprile 1959. e Si rievocarono con in.finita mestizia, insieme ai Caduti, gli a lllic.i scomparsi. Ma si vide qual!be padre. reduce da.1Piave o da]. te Ambe. presrotare con orgoglio il fig.liolone. Granatiere delle ul-

ffl

Al termine della cerimonia a Piatta e.aste.Ho ha avulo luogo a Palazzo Madama un rit"evimento offerto dalla citt..i. di Twìno e i1 sindaco ba· rivolto il saluto augurole al rapp~tante dcl governo., a tutte le autorità e agli ospiti. Nel po.meriggio avevano inizio le partcn:c:e per il rientro io sed e. dei vari scaglioni ed a no'tle il deflusso si era compiuto. Ogni gram1tiere aveva vissuto ore indhnenticabili. aveva rivisto ed abb.rac<:iato i suot commilitoni,. aveva sentito vibrare nel cuore le note ind.imcntiet1bili della Marcia del suo Reggimento. ne aveva rivisto commosso la lacern bandiera. Un poco di 8,iovinezu aveva fluito ne.Il~ ve.ne dei ve«bi e dei meno vttehi, un ricordo recente aveva vibrato nell'animo dci giovani e dei giova.. nissi.mj4

In tutti si era rinnovato il giuramento dl dedizione alla Patria.

SU LL A

Tutta la stampa italiana ha ri-

!On Wla

za d~lte re.tponsabitu.è che cia.tt"lmo di voi incm1t.bo1to •.

STA MP A

si rinnova e continua4 Le anti-cbe Bandiere dei Reggimenti disciolti stanno bene neHe mani degli uf(jcialet.U di oggi; Je antiche

uniformi sono p0'r tate con orgogliosa sicurezza dai Cranatieri nati neJ 1938, ora alle ::t.rmi >. MANTOVA - Ga.uetta. cii Mantova~ 21-4-- 59 e I granatieri man\ovani banno impeccabilmente stilato con 1~ e colonnelle > delle Sezioni di Mantova e di cast.cl Goffredo in testa. tra gli applausi dei 50 mila torinesi che hnnno fatto ala al passaggio lungo l due chilometri del percot'SO da.Ila Grnn Madre di Dio a Palazzo Reale. l~ticolacmenle applaudit.a la ~gua schiera dei decoratissimi reduci della Compagnia Volontari Universit.::n:-i del Terzo Reggimento Granatieri di Sardegna, della quale è alfiere il Preside,. te della Sezione mantovana. Rinaldo Rioaldi >. TORINO - La voce delta Giustizia, 25.4.59, e Da molto tempo a Torino non ~ assisteva piU a una manifestazione quale è stato il raduno nazionale dei Granatieri in ocças.ione della cele.braz.ione del tre,.

centesimo anniv~o dclla. fon. dazione del Corpo. Abit,u ati da quattordici anni alle sfilate, piuttosto sQuallide.

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U inJco dell e a a torfti


di clil»t', il caro$cllo s<orko prima, e la parata io via Po e in p.iazza Ca.stello, poi, hanno ridato ai torinesi .Il gusto d e1!e cose pulite,. che invece di dividere uniscono >. VENEZIA - Gazzettino - Sera, t8- J9 marzo 1959. e I granatieri dbcc11dono dal Reggimento

dcHC!'

< Guarruc ,

.tondato il JS aprile dell'anno J6S9. jl quaJe usufrui del singolare privilegio di mcmUlre la

guardia al Palnio del Sovrano e d i e avt>rc ili C"ampo i posli piU peritoJosi •· ln tale reggime-nto

furono suC".cc:ssh•ameru.~ inseriti, jn numero sesnprt! pili rile-vante soldati di alt.a statura e cU p:lrt.ic:ola.rc p rcstan.u per il lan~io delle granate, da C"Ui H nome di "Gra.natiCTi" TORINO - $rampa, 2D•2J aprile 1959. « Dietro nj soldati jn COitume ba sfilato jJ primo rcgg.to Granatieri di Sardegna, runico rimasto, ed ora di sUlnza a Roma. 1n testa le bandiere: a qu~Jla d(:J e primo , aWmcate qu.el• le lacere ·C pluridec-o-rate de-i disciolti SC!:C'O.ndo e terzo reggime:nto. Seguivano jn.fine gli ex-granalicrj, pili. di ouomita,. giunti da 0

,

.

tutte Jc regioni d'ltalia ...

TORP.10 • Gazzella del Popolo,

211-4-59. n fio r fiore dcll'~ito italiano e sfilato ieri mattina jn piazza Castello, pro,1(!Uendo da •-E.a Po e pia%z.a Vittorio, alla -presenza cli una loJla entusias ta. PARMA - Gazzeua di Panna. 17-4-1~$. L~ttoica morte in battaglia del Granotiexe Baùtrocchi e Ed Egli jJ giovane studente fu • olontarfo. fu Granatier e di alto 1plrito e d"ind.iscusso valore; d ue medaglie d'argento lo com_p rovano; non guarito dalle fui te riportale nell'upra lotta svoltasi il 29 marzo 1916 al <L<.'nzuolo Bian. m •. torna al fronte con irrobu • ruta ftde che f""' di lui un aPostolo d'Jtalianit.à eh.e lo eleva su• gli altri spiritualmente tanto èhc

non ancora ventiseienne venne nominato aiutante maggiore!... D 30 ottobre 1917 a Flambro Egli, esempio di costante f edi!, di ardjmento e disprezzo de1 peritolo, cadeva da prode sul campo mentre rivoJgeva ai suoi Granatie:d impegnati neU'.15-pro <..-ombattimento alte vibranti p arole incitatr.ici comocrando alla Patria, tanto amala., la. Sua giovane t oob-itc vita? >.

C-0sl li dottor Felice Pres.iccl, Uffic.i&Jc ~dico e parente d i granatfore narro dei Granatierj nell'ultima dispc_rata difesa in terra d'Africn, neJJ'ultimo c:re-pu-scoJo deHa battaglia di Tunjsia: e Nel momento pjù critico ed as pro d ella battaglia, una Contpagnja di e Granatieri di Sarde gna > e repnl'li della e Folgore,,, er,ano stati inviati in appoggio ai difensori e, w1iti a que$ti, con impe to travolgente, lotta.udo cor po a corpo. cratto du.,o;d ti a snidare il nemico e a riconquis tare ancoTa una volta lè po,slzioni. l1 compoJ"tamcnLo dei soJdati italia-

ni, impegnati da un'.intern Divisione nemica, e ra stato superbo >. E pjU oltre anC'ora; e G Ji aitanti e Cranaticr i di Sardcgnà • avanzare !ra la gran ..

dine dei colpi in arrivo. assaltare nemico 0J1'a11na bianca, r icon-

U cru ppo dei Generali

iJ

q uistare Takruna, uo1rsi agli attrl e, sop-ra i ca.dav~ri dei compagni, in pjedi. diritti, <'Ome atto

di sfida contro il nemico, risalire s u fo cima e riplantàre jJ Tricolore; e,. jo un'aureola di glori~ radere ad uno ad uno, morire co1 nome del Re e della Patria. per di.tendere l'onore dj un'ltàlfa valororo e forte,.

Da e Il Nastro Auu1'To • dcl-

J'apr i1e 19-59: GRANATIERI: figli primogeniti dcll'Eserci'to d'lt..alia: 0(>1J'Jt.alia al suo nasce.re, al suo apogeo di nazione e di vittoria,

oclla s-~

odiern:J maturità for-

mat..isj nel sacrificio e nel dolore. GRANATIERI: specialità prima di quella Fanteria eroica e modesUI~ grande e umile, regina e e:ene.rentola di og.rii battaglia. GflANATili:Rl: Piloti gagliardi e possenti, muraglja i.natta.cc;abiJe, ariete !rantumatore, massa ins.uperàbUe., che ha detto; e d_j qui non si passa .. oppure, e si passa sopra di noi >, come ali' A.,siet ta, come al Cengio, come a Roma! Questo, ed aJtro ancora, i GRANATIERI d'ITALIA e i GRANA-

TIERI DI SARDEGNA.

A qut!Sti pochi che segnaliamo aono da aggiungt're r.1olti$Simi altri cht' dobbiamo omc.ttcre per ragionj di spazio, tra i qcn!i vogHamo ricordare H Corriere Militare, i vari organi deBc Associazioni d'Arma, del N:tstro nz~ zur:ro, dcU' Unione Nazionale Uificiali in Congedo, dei Combattenti ed in ultimo va ri settimanali c.he h :mno ded.:t-at.o al noJ tro trkcnt.enerio delle ùelUss ime pagine a colori ancb& in

copertina.

A tutti il nostro g:rai.-ic.

L'ORDINE DEL GIORNO DEL COMANDAJVfE IL 1· GR ANATIEJU UtrlcbU. soUuffici.all, r raduati e rrim:ttitri del 1~ lteg;irucnto! TrcceolO a nnl or a:ono Carlo En:t;mueh: U 1,utuh-a. ln Torino, U Ktrclme111ò delle Guardie, caposUpile dti R cnimentl Gr.a.n;1lierl di Sarde1i:u. e prJmo Corpo d.l mUUb pem,:antnteo: d r l nos tro Esercito. .MJ C $'3U> c:oneeuo U sommo onor" di celt:br,are questa s ol eo.neo: rleor· t'en:u. mc,ti,•o per uoi tutti di ;.rande flere~i:a, al com.-.ndo del I• n .eul· meulo Gr.;ul!ltlui di S.i.rdc;-,ci. buicme :a ,•ot. nel tuoro ~tesso dove le Giurdic cd I Gr.u"-'ieri a.Um ent..v o uo la lor(> rwc cd Il loro Y::tlore . Tre ncoli d.i superbe tnidJ.xlot1i millbri sono la p ro,•:a della oUdllit dei foncla.me.uU .morali ai quaU 50JIO M.tte u mJ)rc hl.f ormate le a.1iouJ e le op,c.re delJe Guardi~ ò de:l Granatieri., In 1,ace e IR gucru. La storia del 1u>&tro C.rpo ~ u.n punf.o fermo ne Ue ~kende del "·eechlo Piemonte ci deU'lt.aHll e b sua eantlerbUca p1:culi;ue è la conUnu.ilà lntea .opratlatto ~ome hpl.ru:lone e.ostante a,c-ll ~ I ideali di Pa tria ed a,u $kMl prlodpt moraU. Occ-1 a'bblamo l'onore dj :anrc con n oi le ,· ec.chlc. Jaurc, g'lotloi;e. &ndlere dt:l Z0 e i ~ lteJJtme.nt.o t::d lduhne.n t e lutk le Ba.udier e (olorno a.lJe qu.lJ comba.llcr ono e morirono neJ nome lotanto d ·J1.a1b i G ranalleri dl ocnl kmpo. \'iada. aJJe d ue lbndier(' ll nostro aui--urio d.l poter n a oHmen.l4"' iwtn• ktl:r.re alfa U•ta de1 iero ltt'rghn tnlJ. Intorno al no,tri aim.b-olJ sono out in splrJlo iJ m acriore & rp lo., eb• con U monebeo:rJno u .ncainank did2. ancora Il nemleo dal ba.sUonl di 8. M.auddo e dd BuCo Am~f"O " con l ol taUI ,11 !1.lre nul dileMOrJ d i

Torino nel 110G. Sono con aol IJ colonnello Nav»rrllu. dJ S. Sebastiano ed 1 valoroll deffA.nlt:lb: FIHppo del C•rreUo ed I lec:rf:nd.arl, cnlt..nat-1 d l ft:R54'> t1 dd euteUo dl CoSM:rlA, Sooo ~n ntt1 t Gran•llc-rl eb,c put cdparono alle aan.iulnosc 101-tc del noftro RJsorilmenlo nuJonale, eollll'an.1.1.o nd cuor e U cru1d.Joso &Ot no 4ell'ltali& a.na

C':

IIW'.ra d opo mHltnti.l dj u hbvlt.U,

!:' con noi Yh'itnte la mcdaslb d'oro Morono della Rotiea e con 1aJ rbtvono 6icnamJ, f'roe di CesunA, Pe.rd n.J, Capoccl, Ntsco, S luparltb., S.amon-b artdlce dtUa dl~fna bus-I.a, e .$etti c:htt slnleUua 11eU'ord lno st.rdlo fra t d enU e nel nmmluo ripkl di san.c oe cc-nero50, la fede ltà a.llr, r.atrla d Il u crifido delle Guardie e del Gra.naUerJ di taltl I Lc-mp-l Sono 1nll ne C'On noi I ,•alorosJ Caduti dcli.a 2• ,:utt'ta mortd lal e cb.o rfeonlerm.a.,ono I.a oc-nl fronte ed ln opJ t".lrcosbnu le lor o e rolclui ln.dlx!ont. Biri.-e· OJJ"I J.a. no~Lra s toria blb d i 'ìe nc:.rosità di 1.a,t.cntl e di opcrt.• di dcdb·Jone a l don:re. di s:lt'rlflelo e rivh·e tutta la 11ostra epopea (.atta d i .old.1111 di n.tu. ebr. Ju.n.no dato in ogni le.mpo inu,:M..fflenll di Ctde e di ,-alore, f: rbe sono dc• t-ln.1tl a darne fino a ('be gl1 ldt:ali di r .atria c d.i Uberta e lA fidocla nd ,-a!or-1 unh·era:all dt.UQ $plr-llo sn•r-.iuuto ancora an s1.plf1eato. D nostro pt:n.dero p,to e commosso va orrt a Torino che cl o.sp1ta e c he el \!idt tta~itrf' n d 1C59 ed a tutte l e nere ,:cnU del Piemonte e-be tnh.iarono e C"O.OdUS!t:rO I! no,-lr o B isortlmenlo n;n,lona.Je 6 che allmen.• l:nono In oc-ni t<m,,. le n.o~Lre &ehlc re pi ù eroiche cd 1 noslr l idt.alJ plÙ Pt'ri.

Qu.~ b ruJ.renlc prl.manra .11t.rna il complmenLo d l tn S('COli d i s toria .. l'Jrif~fo del rv seco,o dl ,•ll2. éltl no~tro Corpo. il J,ià ,·ec.çhlo, f lorloso Corpo dcH'Eltrdlo Ualla.no, 'Vanto ed o rg:oillo della Patrala. In quc-.1110 eJorno suro ial n otlrl fffl l ed .alJe. nos.tre c lorle r-lnno,·f11mo l'hnpe~n.o di servire l'ltat.la, i.n p.a.ce- ed In ruern.. r.oo kaU.à ed onòrtl Chiniamo le aos:frc ,•ecehle, e lac:ere baodl rrt:. a l ricordo del nostri C•duU e formulh. mo rJm pexno di cuere dtCfll, i n or o.I ltmp,0 f'd l.n OITIJ 1uofo, del nostro pa,.pto imparc,:rtablld

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LA "BRIGATA MECCANIZZATA GRANATIERI DI SARDEGNA" "A metà degli anni Settanta si è proceduto ad una approf'ondita riorganizzazione del/'esercito nell'intento di aumentarne le capacità operative e di movimento con accentuazione della sua meccanizzazione e della sua motorizzazione. Tali innovazioni ed ammodernamenti hanno reso necessario projònde mod[fìche organiche e strutturali, costituendone anzi il presupposto. Anche l 'ordinamento dei Granatieri è stato sottoposto perciò a tale rinnovamento.1130 settembre 1976 il i O Reggimento Granatieri di Sardegna è stato quindi disciolto, la Divisione Granatieri di Sardegna è stata a sua volta soppressa, ed è stata costituita invece, in data i° novembre dello stesso anno, la ''Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna". Tale Unità - a parte la innovazione relativa alla sua strullurazione, risultando essa, ora, completmnente meccanizzata - ha assunto peraltro una nuovajìsionomia che costituisce indubbiamente una projònda innovazione in relazione alle precedenti. Essa, injèttti, non è piùformata da reggimenti di granatieri affiancati, nella tradizionale strutturazione divisionale, dall 'artigfieria, bensì inquadra una serie di battaglioni ed altre unità, dei quali solo alcuni sono di granatieri e gli altri invece di bersaglieri, di carristi, di artiglieri, del Genio, delle Trasmissioni, dei Servizi: e se le unità di granatieri restano di numero superiore a quello delle altre singole Specialità (tre battaglioni ed una compagnia, nella sostanza un intero reggimento), sono tuttavia le altre Specialità a determinare la parte più complessa e varia della Brigata nella sua globalità. La Brigata conserva peraltro il nome dei Granatieri: per una scelta che se deriva indubbiamente dalla prevalenza organica e dal!'importanzajimzionale che essi hanno, è da ritenere che sia stata determinata altresl ed anzitutto, sul piano ideale, dall 'intento di conservare e tramandare le tradizioni ultrasecolari e gloriose della più antica e nobile Specialità del 'Esercito italiano. Ed è questo il compito che_, unitamente a quello di essere componenti effìcienti del nuovo Esercito italiano, resta oggi C!/Jìdato ai tre Battaglioni. Lo stesso motivo, quello ora accennato, che ha portato a!l'qffìdamento ai tre Battaglioni delle tre bandiere appartenute ai tre antichi Reggimenti: bandiere che (111noverano le seguenti decorazioni:quella del 1° Reggitnento: un Ordine Militare d'Ita lia, due medaglie d'oro, tre d'argento ed una di bronzo al va/or militare; quella del 2° Reggimento: un Ordine lvlilitare d'Italia, una medaglia d 'oro, tre d'argento ed una di bronzo al valor militare, una medaglia di bronzo al valore deL! 'Esercito; - quella del 3° Reggimento: un Ordine Militare d'Italia e una medaglia d'oro al va/or militare. E lo stesso motivo. ancora, che ha jàtto loro attribuire le denominazioni che li distinguono: Assietta il 1°, a ricordo e celebrazione de Lia gloriosa battaglia che nel 17 47 vide il i Battaglione cieli 'allora Reggimento de/Le Guardie al comando del tenente colonnello Paolo Navarrino di San Sebastiano combattere una delle più eroiche battaglie della storia; Cengia il 2°, a ricordo e celebrazione della disperata lolla corpo a corpo che vide durante la prima guerra mondiale i soldati italiani precipitarsi avvinghiati agli austriaci da/l'alto del monte in quel dirupo che avrebbe preso da loro il nome di "Salto del Granatiere"; Guardie il 3°, a ricordo e celebrazione dell'antico Reggimento delle Guardie la cui "marcia dei piffèri" i granatieri del 3° Reggimento hanno con altero eroismo intonato nel campo di prigionia tedesco durante l 'ultima guerra mondiale. La Brigata conserva anche il distintivo che già è stato della Divisione Granatieri di Sardegna: lo

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scudo argenteo, bordato e crociato eh rosso, con le quattro teste di moro bendate di profi Lo, e con aL centro la granata color d'oro. Inoltre i Granatieri hanno in dotaz ione dal 1986 anche una un(f'orme di parata. Si tratta. salvo piccole varianti, de/La medesima che indossarono i granatieri nel 1848: completo blu, giubba a collo alto, pantaloni con fustagno rosse, buffetterie bianche, copricapo a colbak di pelo nero; peraltro con armamento moderno, fi1cile automatico leggero Fal imbracciato a pett 'arm, ossia incrociato su.I petto. Tale uniforme di rappresentanza è stata indossata nel servizio di guardia al Quirinale la prima volta da un reparto del i Battaglione Assietta il 30 maggio 1986. in data 28 aprile 1986 è stata introdotta in servizio la Bandiera Colonne/la per i reparti della Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna. la Bandiera CoLonneLLa deve essere utilizzata soltanto allorché il reparto d'onore indossa l'un(f'orme di rappresentanza, deve avere solo l'A(fiere e non la scorta, deve essere custodita presso il Comando di Brigata, si schiera senza che ad essa vengano resi onori di alcun genere. È raffìgurata dall'aquila palermitana sormontata dalla corona, tipo reale e con lo stemma araldico sul petto. La Bandiera Colonnella ha sfilato per le strade di Roma in occasione della cerimonia del Duca di San Pietro a Santa Maria degli 1/ngeli il 19.fèbbraio 1990, durante il comando della Brigata del generale Armando lones. (Cataldi).

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DOPO LA COSTITUZIONE DELLAIUOVA BRIGATA GRANATIERI

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Consegnate le banciere ai battaglioni eredi delle glorie ,ei tre reggimenti La commooente cerimonia nella Caserma GaudiJpresenti le rappresentanze di tutte le Regioni

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4 e 11 aprile 1976: due,uove date storiche

CONSEGNATA LA B~NDIERA AL 3° BTG CELEBRATO IL 317° fflNUALE DR CORPO Con queste due cerimonie si è chiusa la storia del reggionll granatieri per tornare alla Brigata su tre battaglioni cui sono state a ss egnato le bandiere di combattimenldol 1°, del 2 ° e dol 3 • con te ri spettive decorazioni

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I GRANATIERI E GLI ALTRI I Granatieri di Sardegna sono giustamente orgogliosi d'indossare i hianchi Alamari che contraddistinguono la loro Specialità. Sono gli !I/amari indossati, per oltre 350 anni, da tul!i quelli che hanno servito nei loro ranghi, in pace e in guerra in Italia e nei vari teatri operativi. Essi vengono indossati con 01goglio anche dai componenti del! 'As:wciazione Nazionale Granatieri di Sardegna, quale segno di unione spirituale tra i Granatieri in armi e quelli che nella Specialità hanno servito in passato. Esistono, peraltro, migliaia di 110111i11i che, come chi scrfre, hanno servito nel/ 'arwale Brigata "Granatieri di Sardegna" e, nei dece1111i precedenti, nelle Grane/i Unità che inquadravano anche i Granatieri, che hanno indossato gli stessi Alamari ai quali ero no sovrapposti i simboli della propria Arma o Servi=io. Mi riferisco agli Artiglieri, agli appartenenti al Genio e alle Trasmissioni, ai Co,pi di Am111i11istra::ione. di Commissariato, di Sanità e Veterinario e della Motori=zazione - ora Trasporti e Materiali. Per quanto rtf'erito, i11 particolare, agli Artiglieri, voglio ricordare che, con disposizione del Min istero della Guerra del 31 dicembre 1934 - tutLOra operante. nella Brigata Granatieri,allora denominata XX Brigata a seguito del/'aboli=ione dei 11omi delle brigate di fanteria secondo/ 'orclina111ento del 1926, ''.fi, incorporato il /3° reggimento di Artiglieria da campagna che, pertanto, indossò anch'esso, sul bavero, gli !I/amari" per simboleggiare lo stretto rapporto di coopera::ione e il pieno i11seri111e11to degli Artiglieri nella struttura della Brigau,, per condividerne le glorie. i sacr[fìci e il destino. Con / 'abolizione delle brigate, secondo l 'ordinamento del 1939. il 13° reggimento Artiglieria rimase con i Granatieri nella 2 //\ Divisione Fanteria "Granatieri di Sardegna"; con essi partecipò, nel 111ese di giugno del

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'40, allo schieramento sul Fronte Occidentale, nel 'ambito del! 'armata del Po e successivamente in Jugoslavia per la dflfìcile campagna per il controllo territoriale della Slovenia e della Croazia, in un teatro operativo difficile, sia per /'asprezza del territorio, sia per l'avversario che si era chiamati a .fronteggiare, combattivo e ben addestrato a tecniche della guerriglia. Dopo il rientro in Ita lia. nel dicembre del 1942, insieme ai reggimenti Granatieri, il 13° reggimento Artiglieriajù impiegato per le predi.sposiz ioni organizzative della Difèsa di Roma e dall'8 al 10 settembre 1943, nei cruenti combattimenti che seguirono la dichiaraz ione del! 'armistizio. Gli eventi della D{fesa di Roma e le varie/asi di essa sono ben noti, anche perché relativamente più vicini a noi e più rievocati. Mi limiterò soltanto aricordare l 'azione strenua ed qffìcace condotta dagli artiglieri, con i loro pochi ed antiquati pezzi d'arLe Bandiere di Guerr(I delle Unità de/1(1 tiglieria (solo 48 pezzi d'artiglieria divisionale), in Br~f(at(I Gmnatieri riunite in Orvieto. supporto ai granatieri e agli altri reparti assegnati 30 ottobre 198030 in rinforzo alla Divisione, combattendo spesso fianco a jìanco ad essi, sulla Linea di d[fèsa, come semplici./ùnti, rallentando, fin quando jì, possibile e fino all'esaurimento deLle munizioni, /'avanzata delle truppe tedesche. in riconoscimento del valore e delmt l'eroico comportamento degli artiglieri CARTA DI nella Difesa di Roma, La Bandiera del Gl'/ME.u.AGGIO CIIAATE Dll reggimento fu decorata con la Meda J lJHSJ..AC}l glia di Bronzo al Va/or Militare ed ..,~ inoltre, con la ristrutturazione d elL'Esercito del 1976, al 13° gruppo di artiglieria, ancora organicamente inquadrato nella Brigata, fu attribuito il nome "Magliana "· a ricordo dei combattimenti del '43. Dopo La guerra, con la ricostituzione del reggimento, avvenuta il 1° marzo 1948, gli artiglieri continuarono ad essere presenti nella Divisione prima e nella Brigata successivamente. Gli artiglieri sono stati, in sostanza - e sono tuttora, anche se rinominati "33° reggimento " - una componente sign(fiCarta del gemellaggio tra i Granatieri ed il cativa della Grande Unità; con i grana24° Reggime11tof(lf1feria di Parigi tieri e in supporto ad essi hanno vissuto

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i vari eventi, hanno gioito e sono morti, in stretto legame di.fi·ateLlanza e di cameratismo. Questo Legame "in armi" potrebbe e dovrebbe essere mantenuto anche dopo il termine del serviz io attivo, anche come segno di apprezzamento, da parte dei Granatieri, nei conj;,onti di chi ha operato con loro, li ha sostenuti con il.fiwco in guerra ed ha preso parte a tutte le attività del tempo di pace, indossando, Lo ripeto, gli stessi Alamari. Sarebbe auspicabile, pertanto, prendere in considerazione, nelle sedi adeguate, la possibilità di consentire agli artiglieri che hanno indossato gli Alamari, di poter entrare nei ranghi de/l 'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna come soci ordinari, riconoscendo e valorizzando con questo i legami sorti durante il servizio e.fàcendoli partecipare, di diritto, alle tante attività ed alle iniziative, a livello regionale e nazionale che l'associazione stessa organizza. Analogo trattamento, ovviamente, potrebbe essere riservato anche ai militari delle altre Armi e Corpi che hanno indossato gli Alamari e che sono stati inquadrati nella Grande Unità conseguendo altrettanti meriti.

Rocco Viglietta Gen.B. aus già vice C.tc B.Granaticri

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TRASFORMAZIONE DELL'8° REGGIMENTO DI FANTERIA IN 1° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA 1° LUGLIO 1946

1° TEMPO I

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2° TEMPO

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3° TEMPO

La lrasfonna;done durò circa 6 mtsi e s i completò con J'affiusso del Ler,m coni ingente del 1946

1° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA

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Comando

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Cp. Cdo S 80% F.O.

Negli Anni Se:s$.'l.0.13, fC\·otuzione 04.-anic:o-t.auic.1 ddl3 noslt3 anua di fontéria cootinuò. NUO\'i ttp.Mti. nU(We ànni noo\·i nleUi si cb~--ro r,d 1° Reggimento (;rana1icri, 3CCC'.tuu.1odooe gr.kbtamt."ntc. b mccc.1.017:laziouc. Nti primi un battaglione mcccaniw.10.. so uro COOlJ).".tgnia di carri M47 e un:i comp,.,gni:i u)t("cauizata .su ,"<icoli dngobli. il batt38fiooe. che porta,':!. una CQO.figurn.iOOI!' così mxwa t modcmJ ndl'ordìror'Ol"010 dell'amioo Corpo,, 1.-bbl!' $lani:t :i .Dll."'$i del 1964 fu costituito nel ~in~uo

Cì,·iu,·~ ~ Ndlo stesso anno il rcggimcnio fu OOQu:, di ,·cicoJi d ng.0L11i per l r.lS()OC10 wppo ~I 113. ~ solt.anto per il movìme-010 di una romp,.,gni.., per h.utlglione. fu aoc:bc ~ ~ t i . ' t ostituita un., ~ : setno,·rn1i: coomxarro resginK·ntale oon carri M36. dotali di cannoni cb 90 e mù...<ili filog:11id:,ti. :\nt ·h c questo modem() rep.ltto di gr.10:iticri c.-hbc staru,.a a Cìvil.3 \'ecctùa. J)

1<> RCUJmctll.O Gtamtltti di Sardegna. suita b.l.c;c dcli.) Circola.re di SME· Ordin.lmalto d.i.tata 8 ottobre J964. asswnt il ~ente ordioon\Ciut>:

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b, q,. Cdo e s. .irso,, dclr oq;,,,;co; t . duebts.,. r. ~ 90%.sunic lcsou.mziooi: nu.p.r. e ou...NBCddl3 cp.Cdoe S .. I sq. wtr. Ed uo3 sq. Mo cii 81, P--,'1 ogni cp.foc:: 2 sq. moda 120 d<lb q,_ Mo 120: d . un b(g.. (Quadro su un UIYicbk.un Sonufiieiakc 10 G:r.uuticri; t. nn btg.. r. mec.. 3.1 7S,-. sume le sour.i:zioni l cp mcc.. e 2 llu. p.L I 110. NBC. de-lb cp. Cdo e S.: t l cp. e/e c:os1ituiu solo su l pl sm,·. d c .

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TRASFORMAZIONE DEL 1° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA NEL 1° btg. mec. ASSIETTA E 2° btg. mec. CENGIO 1° settembre 1976

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~~ ~~L Con In ris1rom1r.aziouc del I\176 viene ritos1imi,:1 13 JJrig111u Gra.oatkri di Sardct;n.., su tre b1g. mccconiua1i (t". 2" <Jran:uicri e t" bcrsag.licri). un hlt , corri (6" ). un g,r. a, ( I J•), un b1g.L. un Rcp. ('do o. livdl~ btg,. che im1u;idr.:a la C'p. 1.. cd unti cp. e/e .. llbl:1:,-t dot.akl. inUiltmentc~u , c1coli M 113. ~ '":tmcnlc su \'CC:2

TRASFORMAZIONE DEL 1° btg. mec. ASSIETTA E DEL 2° btg. mec. CENGIO IN 1° E 2° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA OTTOBRE 1992

---~

La trusfonnaz..ione ordinaliva coincide con la graduale lemporane::i sospensìone della lcvn.

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LE OPERAZIONI IN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DA PUBBLICHE CALAMITA' Non meno importante è stato l'impiego dei granatieri in soccorso per pubbliche calamità e in operazioni di sicurezza interna: -1978: concorso alle fi)rze di polizia, in Roma, in occasione del rapimento dell'On. Aldo Moro; -1980-81 : terremoto in Irpinia, dove sono intervenuti il 2° Battaglione Granatieri "Cengio" , al comando del Tenente Colonnello Luciano Venturini e, successivamente, il I 0 Battaglione Granatieri "Assietta" al comando ciel Tenente Colonnello Saverio Cascone. La Bandiera del 2° Battaglione "Cengio", ha meritato la medaglia di bronzo al valore dell'Esercito; -1992: Forza Paris, con il Comando Brigata e due battaglioni (I O Assietta e 2° Cengio); -1993 -1997: Operazione "Vespri Siciliani", nella lotta alla criminalità organizzata, in più missioni a Palermo, Agrigento, Catania e Caltanissetta, con la Brigata e i due Reggimenti; -1997-1998: terremoto in Umbria, con il 2 ° Granatieri . OPERAZlONl SOCCORSO DELLE POPOLAZIONI COLPITE DA PUBBLICHE CALAMITÀ LOCALITÀ

PERIODO

REPARTO

BELICE

1965

1° Reggimento "Granatieri di Sardegna"

FIRENZE

1966

1° Reggimento "Granatieri di Sardegna"

VALNERINA

1979

B. mcc. "Granatieri di Sardegna" (tutte le unità)

CAMPANIA BASILICATA

1980-1981

B. mec. "Granatieri di Sardegna" (tutte le unità)

ROMA (esondazione Tevere e Aniene)

1983

1° battaglione "Asietta" 2° battaglione "Cengio"

1984

B. mec. "Granatieri di Sardegna" (tutte le unità)

1997-1998

2° Reggimento "Granatieri di Sardegna"

Ul\'IBRJA ABRUZZO UMBRIAMARCHE

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OPERAZIONI IN CORSO ALLE FORZE Dl POLIZIA

LOCALITÀ

NOMINATIVO

REPARTO

PERIODO

UMBRIA-LAZIO

SEQUESTRO ON. ALDO MORO

B. mec. "Granatieri di Sardegna" (tutte le unità)

marzo maggio 1978

SARDEGNA

FORZAPARIS

B. mec. "Granatieri di Sardegna" (tutte le unità)

agosto settembre 1992

SICILIA

VESPRI SlCILIANI

B. mec. "Granat:ieri di Sardegna" (tutte le unità)

1992-1996

CALABRIA

RIACE

2° Reggimento ''Granatieri di Sardegna"

settembre ottobre 1995

UIVIBRIA-LAZfO

DOMINO SANTA BARBARA

B. mec. "Granatieri di Sardegna" (tutt:e le unità)

2002-2005

ROMA

STRADE SICURE

C.do B. mec.Reggimento "Granatieri di Sardegna"

2008-2009

FORZAPARIS La Brigata 1\lfeccanizzata "Granatieri di Sardegna" ha sostituito la Brigata Alpina 'Taurinense" nell'attività addestrativa prevista dal 'esercitazione «Forza Paris». Tale attività, com 'è noto, si prefissa, prioritariamente, lo scopo di addestrare le Unità in Campo d 'Arma a realizzare il controllo di un 'area estesa e di acquisire La massima quantità possibile di dati, r(ferita al territorio ed agli insediamenti che su di essa insistono. L'area di competenz a da controllare è stata compresa tra Mamoiada e Seni, ed è assimilabile ad un quadrato di 40 km di lato. Tale compito è stato esplicato sotto il controllo operativo del Comandante della Regione militare Sardegna, che lo ha esercitato tramite il comando della medesima.. La Brigata si è trasfèrita con tutte le Unità dipendenti, ad eccezione del 3° Battaglione ';Guardie" e con un ri11forzo della Regione militare centrale consistente nell '8° gruppo Squadroni "Lancieri di Montebello ".

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Operazione "Forza Paris"

Tale trasferimento è stato €!/Jètt11ato nel periodo dal 20 al 25 agosto. In particolare: i movimenli via mare da Civitavecchia a Cagliar( sono stati ~/Jèttuati avvalendosi della nave Mai01; noleggiata dallo Stato lvf.aggiore Esercito, che, con due cicli viaggio ha trasportato la maggior parte del personale. Il trasjèrimento da Cagliari alle zone dello schieramento è stato effettuato per via ordinaria, in autocolonne, ciascuna articolata in unità di marcia. In totale, la (<Granatieri» è stata presente nel territorio sardo con 146 u/Jìc:iali. I 50 sottuf ficiaLi e 1618 graduati e militari di truppa, attrezzati con numerosi mezzi: autovetture daricognizione, autocarri leggeri e medi, mezzi speciali, eccetera. Il dispositivo dello schieramento assunto dalla Brigata ha visto a Fonni il Comando Brigata e reparto comando e trasmissioni nonché la compagnia del Genio guastatori, mentre il 2° Battaglione <(C'engioJ> era a Mamoiada, il neonato 13° Rgt artiglieria semoventi (<Granatieri di Sardegna» a • --~- ~ _ _!.___ • _.__ 1 .\ Seui; il 1° Battaglione Be,:saglieri «La Afannora» a j, I ·i ' ·i:-- ~ ;-, -,-~~ Lanusei; il 1° Battaglione «Assietta» a So,gono. L'area di competenza di ciascun gruppo o raggruppa 111 e n to tattico è stato inteso ad effettuare azioni di con trointerdizione e

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Operazione "Strade Sicure". Il Comandante del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna Paolo Ra11di110 con il SottOC(ljJO di Stato JV/(lggiore (7en.CA Cm·lo Gihellino ed il Prefetto di Roma C(lJ·fo lit/osca

pattugliamento.L'attività addestrati va di rilievo è stata incentrata su pattuglie di ricognizione esplorante, di collegamento e di sicurezza; sul rastrellamento sistematico del territorio e sulla controinterdizione d'area. I granatieri si sono inseriti rapidamente nell'ambiente sardo, favorevolmente accolti dalla popolazione da cui hanno ricevuto numerose attestazioni di stima e di solidarietà. le occasioni d'incontro sono state vivacizzate dalla partecipazione della Banda della Brigata e dalla Fw1f'ara del 1° Bersaglieri «La l\lfannora», in numerose esibizioni in varie località della Sardegna. Oper(lzione "Riace" FALERNA UDO -

Q~l conelusa

r Ol)tratlooeRJ.,ce-. tmUt1Utdell.aBr1ça-

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l Manifestazioni

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l)N:,oilnrurn l' noll'AnfitealJ'O

comun:ile a San MAngo d'Aquino. Con la sua ~ m a alJé ccrimonll:. lJ J)Opo'latlollf' strini., ro In un t1bbmccio id(·Jl" e fr:11cmo

I glovruu in anni o cesùmon1cm agli 5t<.>SSI mlllwl. senliJru.:nil d'aJTuno o di stlmn, ol Ire alla gratitlldW per l'ullle Oper.l SVOIUI <bll E>ercitO In C41Abrl., dUr:lllll' r 0p.'f11-

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Dopo quelle di ieri a f'nlema e di Olllli 3 Nili contempo ~rà cel,.brnta nmlclp.1111Srefl1111u:onl. n r1.i11e quelle di C.itanwro e mente la festn dt1Ue Forze Armnlc. n p0n1edi ec.cnza. 31tre d\14! 11W1l(~zionl 5' rtlllllo di sab:110 ZI. b Banda d'ordinan1" 6i S\1>4'"11UUlO a Dcc'oUa1 un1 e I\ San ~t.:tnao esibirà II Nottrn 'l"mnese d'Aquino. ~tlvamente ctoowu 11.ll,. ore &•mpre s.ibclto '?I. allr ore 18. n"lla l7 e domenlc:u p~ima dl tn.111tln.t In qu ... ricettiva di .Fnlema Marlnn dov,• sre due ullltll(! loe.1lltl un plcchenod'onore SU'llllura ~no I •Granntll'l'I di Sanlr· del 2 Reggùnl·nto •GrMllllerl di S;il'd(,. gru!•, nr:cnsennntl I mUharl •I congodoninnodallo Cnla IIJIA•. oc.mandato dal colonn"llo Enw,lO lnc:orll p.,r qualw lil!tt.mWl:t. co- brta con una sobria cerimonia. .:ùJ3 qu.ùl' mi: detto. dkloc:nto a Fali>rna Ml3l'lM. ln prcndN11MO p.'lrff'. [m Cli .tllri. I alnd.lci 11nlforme di rnpl)re!U!nt.'\IWI renden!. om:ig del oomunl dal cln:ond:l.rto, In mpp~nltl!Wl deUa IIOPoln:tlonc. eh,· I\On dimcnll· gloal caduU da.V11nll al toro monumento Le• fasi delle c-,rtmon!e urnnno "C:\l\dl· churà l'lmpol"U\J\IO con1r1bulo :.ocialc l' cJ. re d:ille 1101e mUJlaili lk'lta Banda d'onil- vili! d.110 d.11 soldAU per la creteita dclJ., "'

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tem\ un concerto noi p~I d<'I monllllli.'n·

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Opemzione "Vespri Siciliani"

LE OPERAZIONI FUORI AREA Aliquote delle unità granatieri, dagli inizi degli anni '90, sono stati impiegati "fuori area" all'estero in addestramento o in missioni di supporto alla pace, in diversi teatri cli crisi: -in Somalia, nell'Operazione "IBIS", nel 1993, con due unità a livello compagnia, tratte rispettivamente dal IO e dal 2° reggimento; -in Bosnia, nell'operazione lFOR/SFOR , con una compagnia meccanizzata; -in Albania, per l'operazione "Joint Guarclian", con il IO Reggimento Granatieri e, col comando della Brigata Granatieri. Ma ufficiali e sottufficiali cli vario grado hanno partecipato a tutte le "missioni di pace" che dal 1991 hanno riguardato l'Esercito Italiano, tra cui si ricordano: -la missione "AIRONE" (Kurdistan, 1991 ); -la missione "UNTAG" in Namibia (1989-90); -in Etiopia, sotto egida ONU, come in Pakistan e Congo; -in Afghanistan, nell'ambito della forza ISAF. Di rilievo, infine, per novità e capacità dimostrata, l'esercitazione del 2° Granatieri "Koren 2000", che ha visto il reggimento dispiegato come "task force" ad organico completo e con ingenti rinforzi in Bulgaria, per un'attività congiunta con l'esercito di quel paese, nel contesto delle relazioni internazionali post Guerra - Fredda. Nell'occasione, la bella Unità - operando in piena autonomia - con il suo staff ha pianificato la missione, assumendo le intese e gli accordi con le Autorità governative bulgare e sviluppato l'articolata operazione, segnata anche da intense esercitazioni valutative ed a fuoco, che ha previsto tra l'altro il traspo1to aereo con otto sortite e quattro trasporti navali per la ma-

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novra logistica. Fatto questo degno di menzione per aver visto la nostra Specialità, a pieno titolo, acquisire ed esprimere le nuove capacità operative dell'Esercito italiano nel campo della proiezione delle forze e della cooperazione internazionale. OPERAZIONI FUORI AREA

LOCALITÀ

NOMINATIVO

REPARTO

PERIODO

ALBANIA

PELLICANO

B. mec. "Granatieri di Sardegna" (tutte le unità)

1991

SOMALIA

ALBANIA

KOSSOVO

IBIS

1° Reggimento "Granatieri di Sardegna" 2° Reggimento "Granatieri di Sardegna"

1993-1994

C.do B. mec.Reggimento "Granatieri di Sardegna"

2001-2002

JO Reggimento "Granatieri di Sardegna"

2001

C.do B. mec.Reggimento "Granatieri di Sardegna"

2001-2005

1° Reggimento "Granatieri di Sardegna"

2001-2006

C.do B. mec.Reggimento "Granatieri di Sardegna"

2008-2009

.JOINT GUARDIAN

JOINT ENTERPRICE

Stile e sentimenti nella Caserma Gandin VOLONTARI PER LA SOMALIA II Comandante della Regione Militare Centrale Gen.C.A. Stanca ha salutato i granatieri cli Sardegna e i Lancieri di Montebello "baschi blu". Mercoledì, 23 giugno 1993 Caserma Gandin. E ' un 'assolata mattinata estiva. Sul campo uno scenario inconsueto: Banda in testa è schierato il Reggimento in armi, al! 'estremità opposta una selva di lance nel pugno dei lancieri di Afontebello nella classica divisa ottocentesca, mentre al centro spiccano per il contrasto dei colori, le "mimetiche afì-icane'' ed i baschi blu dei nostri ragazzi in partenza per la Somalia.

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E' lo stesso campo che ospita le evoluzioni dell 'amrniratissimo Carosello Storico nel quale i nostri granatieri sfoggiano multiformi e coloratissime divise d 'epoca, ma questa volta non ci sono evoluzioni, non ci sono uniformi storiche, ma ci sono i primi "caschi blu" dei Granatieri e dei Lancieri di Montebello e l'impressione che se ne riceve è ben diversa. Sono tutti volontari, compresi nella loro alta missione umanitaria, .fieri ed entusiasti attendono con ansia il momento della partenza. la tromba del picchetto d'onore annuncia l'arrivo del Comandante della Regione, il Gen. C. d '1/. Vittorio Sian ca. Presentati i Reparti, il T. Col. Bruno Garassino si a/.fianca al Gen. Stanca che, accompagnato dal Gen. Petean e dal Col. Falconi, inizia la rassegna, ma rallenta il passo quando arriva davanti ai ragazzi in mimetica. Avanza lentamente .fissandoli in viso. Da esperto Comandante ne avverte la fierezza, gliela legge negli occhi. Sono presenti il Gen. D. Roberto Di Nardo, nostro Presidente .Nazionale ed il Gen. Cd 'A. Pietro Giannattasio, Presidente del! 'Associazione Arma di Cavalleria, affiancati dai Medaglieri delle due Associazioni Consorelle, con al.fianco il Gen. Petean, il Gen. Stanca rivolge nobili e veramente sentite parole. Non c 'è retorica, non fì'asi di circostanza volute dal protocollo, ma calde ed affèttuose parole del padre, più che del Comandante, attentamente seguite dai ragazzi: «Desidero abbracciarvi uno per uno>> dice loro e lo farà ù1/àtti poco dopo, a cerimonia conclusa, nella sala dello '"spaccio truppa '', dove al difiwri del rigore della cerimonia, il Gen. Stanca si rivolge nuovamente ai ragazzi con commoventi e cif.fettuose espressioni: "Non c'è nessuno ad applaudirvi" dice, "Lo faccio io". Ma il suo applauso è subilo ricambiato; quindi, come promesso, si avvicina es 'intrattiene Cfffettu.osamente con ognuno di loro, li ascolta attentamente uno per uno, li consiglia e li abbraccia forte come un buon papà può abbracciare i suoi jìgli. Aleggia la commozione sui volti di tutti, a stento repressa. E' una scena toccante alla quale noi militari non sianw abituati. La Sezione di Roma è ben rappresentata con il Presidente ed un gruppo di Soci, da caporali a generali. I vecchi soldati s 'intrctttengono con i giovani che li ascoltano attentamente, con tempi Lontani, quando appena ventenni come loro adesso, con zaino e .fucile 91 in spalla partivano volontari verso La guerra, cantando, carichi di entusiasmo come questi ragazzi di oggi che sinceramente invidiano e

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non lo nascondono. «Venga anche lei», si sentono dire. «Magari, caro ragazzo», risponde il "vecio ". Si riprende: «Ci verrei di corsa, come a quei tempi, ma chi mi sovlla questi quarant 'anni di troppo che ho accumulato sul groppone?». Il granatiere Berin i della nostra Sezione, il valoro.~o "postino della steppa" come veniva affettuosamente chiamato nella Campagna di Russia, si attiva per recuperare nominativi dei partenti. Desidera instaurare un filo diretto epistolare con questi ragazzi, lodevole iniziativa degna di un veterano! «Andate ragazzi, noi vi seguiremo, vi saremo sempre vicini con il cuore>>, dice loro il Cen. Stanca, <</àtevi onore e tornate tutti, cosi come siete partiti. Ci ritroveremo qui di nuovo perfesteggiare il vostro ritorno e per onorarvi, come giustamente meritate!>>. E noi che scriviamo ci sentiamo di dover aggiungere: in bocca al lupo, ragazzi, tornate tutti, anche noi saremo qui ad attendervi per potervi afJèttuosamente riabbracciare, cosi come i padri abbracciano i.figli, giustamente orgogliosi del vostro operato laggiù in terra cl ';Jfì·ica che fu italiana, orgogliosi della missione umanitaria nella quale vi sarete certamente distinti e con la quale grazie a voi, si potrà scrivere una nuova pagina nella gloriosa tricentenaria storia dei Granatieri di Sardegna, oggi è il 23 giugno del /993: il Contingente dei Granatieri di Sardegna parte per la Somalia con i colori dell'ONU. E· una nuova data da ricordare.

IL I O GRANATlERI SI RECA IN ALBANIA Nelle rinnovate Forze Armate repubblicane si sperimentano volontari e riservisti. Un grande reparto per una grande missione di pace La data prestabilita è il quindici maggio 2000: giunge fìnabnente il ,nomento di restituire la cartolina bianca che ci ha consegnato il Distretto 1\1/ilitare di Roma, poiché abbiamo varcato l 'ingresso della Caserma Gandin, nel quartiere di Pietralata a Roma. Come è noto. la caserma da molti anni ormai è sede del 1° reggimento "Granatieri di Sardegna"; non siamo pochi, ad aver passato il cancello durante la mattinata recando con noi la cartolina: 2/ 1180. il che vuoi dire, in termini pratici, due Uf]ìciali, un Sottufjìciale e ottanta 1\lfilitari di Truppa. Alcuni di questi arrivati non indossano L'uniforme da tempo. ma un buon numero si sono congedati da poco tempo, in alcuni casi anche molto di recente: sono Granatieri VFA (Volontari a Ferma Annuale) del 1° e del 4° blocco 2000, i quali, una volta trascorsi i dodici ,nesi di .ferma, sono stati contattali dal loro stesso Reggimento per concorrere a.formare, insieme al personale selezionato dai Distretti di Roma, Napoli, Perugia e Ancona, g li organici della compagnia "bravo", i cui plotoni sono composti esclusivamente da riservisti. lafìgura del Riservista nasce nel 1999, richiamando personale in congedo su base volontaria, e viene 5perimentata in ambito nazionale. inizialmente presso tre reggimenti. Vista e comprovata la riuscita de/1 'esperimento, lo scorso anno, per la prima volta dal tennine de/l'ultimo co11flitto mondiale. viene piantfìcato l 'inviofiwri area, in Albania, di una compagnia Riservisti di formazione. ((/fluiti da vari Enti, che viene inserita negli o,~ganici del Reggimento di manovra presente in teatro, dove opera per quaranta giorni. Probabilmente l'Esercito Italiano potrà avvalersi di questa opportunità sernpre più spesso nel prossimo.futuro, utilizzando sia l 'attaccame11to alla vita e alle tradizioni militari che l'esperienza di questi volontari, da impiegare cmne una sorta di "consulenti esterni ", al.fine di un eventuale completamento degli organici di un reggimento in partenza per una missione di pace

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al! 'estero, oppure più specificatamente per possibili compiti particolari che possano richiedere determinate projèssiona!ità. ln questa occasione, la compagnia "bravo ". nella quale appunto sono ctfluiti i Riservisti, è destinata ad essere inquadrata nel reggimento di manovra presente nei prossimi quattro mesi in territorio albanese: il / 0 Reggimento '·Granatieri di Sardegna". Anche questa è una grandissima novità, almeno per gli appartenenti alla specialità; in/àtti, occorre ricordare che la presenza dei "bianchi alamari " nei contingenti di pace che hanno operato in un recente passato in Libano, Africa, Somalia e Balcani era stata sempre, jino ad ora, a livello individuale, di gruppo o al massimo di compagnia; quest'anno si viene jìnalmente a creare l 'occasione, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, che un Reggimento Granatieri al completo si rechi jiwri area, operando al di fuori del territorio nazionale. Nel nostro caso, il destino, o meglio la situazione politica che si è venuta a creare in questi ultimi tempi nella penisola balcanica, ci riporta con il pensiero e i ricordi ad alcune foto scattate nel mese di aprile del 1939 in Albania, per la precisione all'aeroporto di Tirana, quando per la prima volta nella sua storia il Regio J::,);ercito ricorre al vettore aereo per trasportare in z ona d 'operazioni unaformazione da combattimento al completo, il 3° Reggimento Granatieri di Sardegna. A tal proposito, in una vetrina del Museo Storico dei Granatieri, sito a Roma presso S. Croce in Gerusalemme, è esposta una drappella del 'epoca che ricorda l'avvenimento, mostrando le granate ricamale simbolo della specialità unite per l'occasione ad un 'ala stilizzata che commeniora l'operazione aviotrasportata. E sempre per ricordare, che si reca in visita al Museo Storico può prolungare l'itinerario jìno a via S/òrza 8, sede della sezione ANGS di Roma, dove oltre alla consueta ospitalità può trovare una ''Domenica del Corriere" dell 'epoca, che aveva celebrato con uno dei suoi tipici disegni a colori l'avvenimento. Possiamo brevemente ricordare che le operaz ioni sufjì·onte greco-albanese ebbero luogo dal 28 ottobre 1940 al 23 aprile 194 1; in quel periodo il 3° Reggimento Granatieri, su tre battaglioni,formava con un reggimento di cavalleria composto da elementi dei Lancieri di Aosta e di Milano il Raggruppamento del Litorale, il quale a sua volta, assieme con la Divisione Corazzata "Centauro" era inquadrato nel Corpo d'Armata "Ciamuria" comandato dal Generale Carlo Rossi. Iniziate le ostilità, il 3° marciava sulla direttrice di Giannina e Metzovo, traversando il .fiume Kalamàs. Durante la controffensiva greca, il Reggimento resisteva dapprima vittoriosamente a Gregohori, ripiegando poi con tutto lo schieramento in territorio albanese. Durante la stagione invernale, i Granatieri, inferiori per numero e mezzi, e spesso jì-azionati in s eguito a situazioni cl 'emergenza purtroppo molto.frequenti in quel periodo lungo l'interofimite, resistevano strenuamente lungo là valle del Drin, a Sella Radati,

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sull'altipiano del Kurvelesch, sul monte Pizarit, sul monte Spath e sul Colico, sino ali 'inizio del I 941, quando, dopo accanita resistenza, la Grecia si arrendeva ali 'avanzata congiunta italo-tedesca. Per la valorosa condotta e le numerosissime perdite durante lo svolgimento delle operazioni, la bandiera del 3° Reggimento Granatieri veniva decorata dell'Ordine lvf.ilitare d'Italia e di medaglia d 'oro, mentre erano concesse tre medaglie d'oro individuali ed oltre trenta d'wgento. inoltre, nonostante l 'episodio non sia avvenuto in Albania, possiamo cogliere /'occasione per ricordare cheji,rono proprio i Granatieri di questo Reggimento che nel settembre 1943, deportati dalla Grecia in Germania per essere internati nei campi di prigionia, dimostrarono la lorofedeltà e l'attaccamento alle tradizioni e alla Bandiera: separati dai loro ufjìciali, r(iìutarono le proposte di collaborar con i tedeschi rispondendo con l'inno del Reggimento, sulle note della marcia delle vecchie Guardie del Piemonte, e al comando dei loro sottufficiali, passarono davanti al gruppo dei loro ufficiali e resero gli onori. Perché si sa, "I Granatieri non conoscono la parola resa " ... Dunque i Riservisti affluiti al 1° Granatieri hanno l'occasione e l 'onore di entrare a far parte della specialità più antica e tra le più gloriose della nostra storia, in un momento particolarissimo partecipando alla conduzione di una missione di pace in una terra straniera, ma afjàtto estranea ai bianchi alamari. Gli ex- VFA rientrati da poco che hanno prestato servizio al Reggimento non sono nuovi ali 'ambiente che hanno ritrovato pralicarnente intatto, e dunque praticamente senza interruzione hanno ricominciato a partecipare alle attività e ad apprendere nuove nozioni teoriche e pratiche in base ai programmi addestrativi debitamente approntati per essere messi in condizione di operarefi,wri area. AO'iancati a costoro, nello stesso plotone ma anche.frammisti nelle squadre, lavorano anche i Riservisti provenienti dai vari Distretti, che pur avendo espletato un servizio di leva o volontario prestato in tempi più o meno lontano e in reparti e armi molto disparati, stanno comprendendo velocemente che lo spirito che vige da sempre all'interno della caserma "Gandin " è volto a.fàr sì che in base ai compiti assegnati, i risultati dell'operazione con(/,ofta dal Reggimento saranno sicuramente al! 'altezza delle tradizioni di sempre e delle consuete aspettative. Vivendo dal! 'interno queste settimane di "ricondizionamento" e di addestramento specffìco, ci si rende immediatamente conto che in tutto il Reggimento è palpabile un 'atmosfera dinamica, protesa alle attività, con un occhio molto attento alla forma ma al tempo stesso anche alla sostanza, nel massimo e al tempo stesso miglior modo pos-

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sibile per raggiungere e ottenere tutte le jìnalità che consentiranno di adempiere, una volta giunti in teatro nella zona d 'operazioni, a tulli i compiti assegnati nella maniera più "granatieresca "possibile, come è sempre stato fàtto in quasi quattro secoli di storia.

Tcn. Ernesto Tiraboschi, riservista, Capo Cellula Cooperazione Civile-Militare e Pubblica Informazione in operazioni del I O Reggimento "Granatieri di Sardegna"

ALLA GRANATIERI DI SARDEGNA IL COMANDO NATO IN ALBANIA Dopo che il 1° Reggimento Granatieri ha assicuralo il suo apporto operativo alleforze della Nato presenti in Albania nel periodo giugno-ottobre dello scorso anno, ora è la volta del Comando della Brigala Granatieri di Sardegna, che verrà impiegato nell 'ambiio del! 'Operazione «Jont Guardian» attualmente in atto nei Balcani. Oggi. in.fatti, il Comando della Brigata ha ultimato il trct.~ferimento nel Paese delle aquile, dove resterà per quattro mesi. 11 generale Umberto Caparra, conzandante della Brigata Granatieri, dal prossimo 27 marzo assumerà il comando e la responsabilità dellejòrze Nato presenti nella zona, che ammontano a circa 1.600 uomini appartenenti a sei diverse Nazioni. li generale Caparro si avvarrà del comando che, coordinato dal tenente colonnello Giuseppe j\,forabito. sarà praticamente lo stesso che normalmente opera nella sede di Roma della Brigata. Tutto questo sarò possibile in quanto l'esercito italiano, d'intesa con gli altri Paesi del! 'Alleanza atlantica, ha adottalo ormai una struttura modulare per quello che concerne i comandi e le/orze operative che rende possibile, e in tempi rapidissimi, una pe1.fetta intercambiabilità. I Granatieri di Sardegna. noti alla cittadinanza per essere dai primi del Novecento le truppe di presidio della Capitale, con compili di vigilanza e di rappresentanza, non sono nuovi neanche ali 'impiego all 'esterno del territorio nazionale. I Granatieri hanno già partecipalo, il1/atti. alle operazioni in Somalia, Bosnia. Kosovo e nella stessa A lbania, e in tutte queste occasioni si sono sempre distinti per impegno e capacità. Questa è la prima volta, però, che l'intero Comando della Brigata Granatieri assume la ~~=

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direzione delle operazioni nel teatro albanese, dove l "Jtctlia riveste l'importante ruolo di "leader nation " della Nato. li 1° Reggimento Granatieri, di stanza nella Capitale, intanto, continuerà a presidiare gli aeroporti cittadini e a svolgere gli altri importanti compiti che gli so1w stati assegnati. IL Comando della B rigata, in./ìne, verrà assicurato in patria da un comando alternativo retto fino al termine del fa missione nel Paese balcanico dal Vice Comandante, il colonnello Rota. Rosita Torre (da JJ Giornale)

FINE DELLA MISSIOI\E DEI GRANATIERI DI SARDEGNA IN KOSOVO Il personale della Brigata Granatieri di Sardegna ha ultimato, negli ultimi giorni di 110vembre, il mandato semestrale presso la Brigata Multinazionale S ud-Ovest di stanza a Priznen in Kosovo. La caratteristica peculiare di questa Brigata, posta alle dipendenze del Comando delle.fòr=e NATO in Koso vo di Pristina e comandata, nel periodo in questione, dal generale Norbert Stier Cte della 23" Brigata Fanteria da mon.,.___,e._:.:.:..!~,::,::.;:~:,~:s~~:;.:;:_,~~~~=!!!... - Lagna). è quella di essere composta da elementi e reparti provenienti da I I nazioni diverse. Gli Uff iciali, Sotti!ffìciali e i Volontari, provenienti dalle fila della Brigata Granatieri di Sardegna, sono s tati imp iegali in tutti i settori della Brigata M11/ti11azionafe, oltre che nel/' ltalian Nationaf Suppor! Element (il Comando di Supporto Nazionale italiano), ed hanno operato egregiamente a stretto contatto con i colleghi di altra naziona fità riuscendo ad ottenere { 'apprezzamento dei superiori italiani e stranieri ed in particolare del Vice Comandante della Brigata. il colonnello Antonio 11/ecci. e del Capo di Stato Maggiore della Brigata. il colonnello Paolo Stendardo. Le attività svolte quotidianamente, sette giorni su sette, da maggio a novembre, sono state mo/tepfici ed intense, tulle mirate a mig liorare le condizioni di vita degli abitanti del Kosovo di ogni etnia o religione, a garantire un ambiente s icuro ed ad assistere la popolazione focale nel difficile cammi110 verso il ritorno alfa normalità. O,gogliosi di aver contribuito. con il foro operato, a migliorare le co11dizio11i di vita di chi è stato meno fortunato, i nostri gra11atieri tornano in Patria dove, dopo un periodo di ricondizio11amento, continueranno ad operare con lo stesso entusiasmo nei ranghi della Brigata Granatieri di Sardegna. l 'e.~perienza maturata in amhito multinazionale da tutti foro. a prescindere dal g rado, rappresenta un passo.fo ndamentale e necessario per implementare ed acquisire importanti conosce11ze procedura/i, wli da garantire alla Brigata di poter essere impiegata, anche in .fùturo, nei contesti internazionali. Luca C icogna

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KOSOVO: LA NOSTRA MISSIONE L'anno 200 I è stato testimone del 'ultima missione a/l'estero che vedeva come pmtagonista il I O Reggimento ''Granatieri di Sardegna": in quel 'occasione, la ''Joint Guardian ", era di scena lo storico Reggimento nel Teatro Operativo dell'Albania. E ogg i ancora. nel 2006, il Reggimento è nuovamente impiegato in teatro balcanico. Questa volta in Kosovo: Opera~ione '·Joint Enterprise ". In testa al Reggimento c'è il colonnello Attilio Monaco, con la sua inseparabile Bandiera Colonne /la, che apre la strada alla gloriosissima Bandiera di Guerra. Ora il Primo è interamente su base volontaria. E tutti, siano essi in servizio per111aAlbani.. 2001 ne11te, in .ferma breve o injèrma pr~fìssata ad un anno, hanno varcato la sog lia con tanta voglia di.fare bene e con quell'entusiasmo che contraddistingue chi il proprio lavoro lo fa con passione. Ai/a la vera 111issio11e è iniziata prima de/l'immissione in Teatro con la preparazione e l'addestramento del personale. Impegnativo. Intenso. li Comando del Reggimento ha avuto, nel mese di Febbraio, u11a validci=ione presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia dopo due sellimane di esercitazione co11 attrezzature multimediali sofisticate ed a li 'avanguardia. Il Baffaglione operativo iniziava, nel contempo, l 'addestramento tattico presso la sede, nei vari poligoni messi a disposizione e sfruttando in tutti i modi il poligono di Monte Romano, dove è possibile, grazie ai larghi spazi, sfruttare molti tipi di tel'l'eno e di scenari d(/Jerenti. Si è proseguito, a rnarzo, muovendo tutto il Manouevre Group 'AQ UILA" (qu esto è il nome del Reggimento in questa opemzione) nella lontana Sardegna, p er utilizzare e ~fi'uttare nel miglior I/lodo possibile il poligono di Capo Teulada. uno tra i più estesi in Europa. E poi è arrivato il gran momento. Quello della partenza. Dilllostrando a tutti che il I° Reggimento "Granatieri di Sa rdegna " ha le capacità e la prepamzione necessarie per operare in Teatro senza però tralasciare la vita di tutti i giorni in Patria, con un Distaccamento che assicura alla Capitale tutti quei servizi che rappresentano il biglietto da visita di chi indossa gli Alamari: Dal 25 Luglio, giomo in cui è avvenuto il TOA (transfer of authority). il Reggimento delle Guardie ha preso il comando del Ma,10euvre Group "Aquila", dopo mesi dijàtica e tempo libero soffratto ai.figli. alle mogli e allefìdanzate. lìttti pronti per quest'esperienza. Non la prima per qualcuno. Nuova per molti. E da sempre tutto ciò che non si conosce intimorisce. Ris iede nella natura umana esser spaventati da qualcosa che si a,f fi"onta per la prima volta e la paura è quella di 11011 riuscii; talvolta, ad essere al 'altezza

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del/e situaz ioni che ci si presentano e che dob biarno comunque/i-onteggiare. Ma negli occhi dei nostri militari, dei nostri Granatieri, che fu/li i giorni operano p er le strade di Pec, Decane, Dakovica e Gorazdevac, si legge l'orgoglio e fa fierezza di chi comprende quanto può diventare importante il proprio contributo nel portare sicurezza a chi./òrtu11ato 11011 è, e nel 'assicurare un angolo di pace a chi la pace l'ha sempre desiderata. Un 'e::,perienza, questa, che perme/.ferà a tutti di crescere. Di maturare. Di imparare tanto, sul piano professionale e dal punto di vista umano. E· qui che inizieremo davvero ad apprezzare la nostra ùnmensa.fòrwna: scoprire che il quotidiano sacrificio di og nuno di noi costituisce 1111 'immensa risorsa di serenità. Ten. Daniela Ricci

25 luglio 2006 un giorno importante Un g iorno importante, ricco d'emozioni e 11011 privo di signifìcati, è stato quello del 25 luglio. Durante 11110 splendida mattinata kosovara, in cui 1111 caldo sole esaltava le bellezze naturali di questa terra, in un 'ajfasci11ante cornice quale quel/a di Villaggio Italia i11 Belo Polje. si è tenuto con una solenne cerimonia il TOA (passaggio di consegne) tra il 6° reggimento Bersaglieri e il 1° reggimento Granatieri di Sardeg na. Alla presenza delle più importanti autorità politiche, religiose e militari, il generale Vincen=o Santo, comandante della MNTF-W (Brigata West) , insieme al Comandante subentrante del Mcmoeuvre Group "Aquila ", colonnello Attilio 1\110naco e al Comandante uscente colonnello Paolo Leotta, ha passato in rassegna le unità schierate, e ha reso omaggio alle Bandiere di guerra dei due Reggimenti. Una particolare emozione ha suscitato, tra i partecipanti alla cerimonia, l'entrata nello schieramento delle due Bandiere. Un corsa potente e Ji-enetica, ma al tempo stesso cadenzata, ha caratterizzato, come da tradizione hersaglieresca, il gruppo bandiera del 6° reggimento, mentre un marziale e maestoso movimento ha contraddistinto il nostro gruppo bandiera. magistralmente comandato dal capitano Fabio La=zaroni. La solenne cerimonia ha sancito uflìcialmente l'inizio delle attività del 1° reggùnento "Granatieri di Sardegna " in Kosovo. Così, come in altre occasioni che si sono avute nella storia plurice11te11aria, ancora una volta. il nostro Reggimento, con la s11a gloriosa Bandiera, varca gli amati corifìni nazionali, per assumere irnportami e delicate responsabilità operative.

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Ci saranno sicuramente nella nostra vita di soldati altri giorni degni di nota, perché il nostrofì,1turo sarà, sicuramente, come il nostro passato, ricco d'eventi memorabili, ma il venticinque luglio del 2006 rimarrà sempre nella nostra memoria come "un giorno importante". Tutti noi Granatieri, materialmente vicini alla nostra Bandiera e al nostro Comandante, a.formare insieme un 'unica acies che.jiduciosa della propria preparazione e o,gogliosa delle proprie tradizioni, si appresta a scrivere un altro capitolo della propria ineguagliabile storia. Ten. f ( G.) Moreno Proietti

Granatieri: non solo rappresentanza, esercitazioni, operazioni, ma anche ... attività Cimic Eccoci qui I Sono ormai più di due mesi che il 1° Reggimento "Granatieri di Sardegna" è giunto nel Teatro Operativo Kosovaro, assumendo la denominazione di Manoeuvre Group "Aquila" e, da una visione d'insieme, piuttosto che un 'Unità alla seco11da esperienza operativa ali 'estero, sembra di vedere dei veterani delle missioni. Posso C?/Jermare questo, perché L'attività svolta dalla mia Cellula, porta me e i miei coL!aboratori a percorrere chilometri e chilometri in tutta l'Area di Responsabilità e, quindi, a poter osservare tulle le unità operanti sul terreno e non. Come? Chi siamo? Ma siamo la ,55 Celi del Manoeuvre Group "1/quila ", coloro che si occupano della Civilian Military Cooperation (CJMJC), coloro che hanno il compito di mantenere e sviluppare i rapporti con Le autorità civili locali. con le autorità religiose e con le NGO '.'I·. GO :s·, IO (Organizzazioni Non Governative), allo scopo di evitare che disagi di vario genere, malcontenti e manif'estazioni della popolazione possano condizionare le attività operative. li nostro compito è quello di agevolare le relazioni che il nostro Comandante, il colonnello Attilio Afonaco, intrattiene con le autorità locali, civili, militari, La popolazione civile, le agenz ie internazionali e le organizzazioni govemative e non governative, nell'ambito dell'area di impiego. La pe1:fètta conoscenza degli aspetti sociale, politico, culturale, religioso, economico, ambientale e umanitario in cui si trova il Kosovo ora, portano la Cooperazione Civile Militare ad assumere un ruolo.fòndamentale nell 'ambito della missione. !11 ogni operazione NATO, il CJMJC agisce da inte,:fàccia tra la Forza di pace e le Organizzazioni civili, la popolazione, le autorità civili; stabilisce quindi collegamenti e si coordina ai livelli appropriati con i Comandi territoriali della nazione o:c.pitante, gli alti esponenti governativi civili locali, (polizia, vigili de/fuoco ecc.), le Organizzazioni In ternazionali e Non Governative, e le autorità civili locali. È importante, quindi, conoscere, raccogliere, analizzare, valutare. e disseminare in/òrmazioni civili nel! 'ambito della catena militare e, quando appropriato. alle agenzie civili; contribuire allo sviluppo di progetti presenti in teatro, per il ripristino dellafi111zionalità delle infi-astrutture ne-

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cessarie a migliorare la qualità della vita della popola::ione, agendo in maniera imparziale e co11trib11e11do i11 tal modo ad aumentare il consenso della popolazione nei con.fronti delle .fòrze militari presenti in area di operazione, quindi. so/trarre "terreno" a quanti si oppongo110 al ritorno alle normali condizioni di vita sociale, attraverso atti terroristici o avversi alla popolazione e allefor=e militari impegnate 11ella missione. ln particolare, la Cellula S5 del Ma11oeuvre Croup ''Aquila", in base alle esigenze prospettatesi all 'arrivo in Teatro e alle altitudini e/elle risorse umane disponibili, è stata suddivisa in tre teams: Team H11111anitarian !lid, Team Resettlement, Team Health. li Team Humanitarian A id, è costituito da 1 Sottujjìciale e due Caporali. ésso provvede allo stoccaggio degli aiuti 11111anitari, alla ricognizione per la valutazione delle necessità della popolaz ione e alla distribuzione dire/fa dei materiali. la difficoltà principale dell'attività di questo team è rappresentata dalla valutazione della priorità degli interventi nel rispetto dei principi a cui I 'attività CJMJC deve ispirarsi. In buona sostan=a. ogni giorno ci pervengo110 una qua11tità in.fìnita di segnalazioni di esigenze di og11i genere, sia da parte delle 1111i1cì KFOR che operano sul terreno, sia dalle orga11izza=ioni civili dissemi11ate nella nostra Area di Respo11sahilità: è chiaro che la scarsità delle risorse a nostra disposizione e la necessità di wr ritorno in termini operativi, ci obbligano ad ej/'elluare delle scelte; una volta de.fì11ita la destinazione dei beni, la distribuzione viene effettuata esclusivamente dal nostro personale e 11011 è assolutamente delegata ad alcuno, in modo da evitare la dispersione o l'uso improprio degli aiuti. A sottolineare la multinazionalitcì della nostra Cellula, spesso effelluiamo attività congiunte con unità C/1\,fJC di altre Task Force.~·. al difiwri della nostra lloR; ullimameme. 1111 esempio.fi"a i tanti, la cellula C9 della MNTF (C), su base internazionale, con le autorità americana. ci ha.fornito un numero cospicuo di sedie a rotelle, donate da 1111a azienda degli USA , per una associazione di supporto ai bambini ajfelli da handicap che opera nella nostra zona {l lANDIKOS), che noi abbiamo provveduto a distrilmire. Il Team Resettlement, composto da due Solli!/fìciali, si occupa della 111.011itorizzazio11e dei villaggi e delle enclave abitati dalle minoranze etniche, allo scopo di controllare il.flusso dei rientri dei pro.fùghi, che hanno abbandonato le loro case durante la guerra. È proprio a/Ira verso il colloquio con gli abitanti di quesli villaggi cl,e si riesce ad avere la percezione reale delle loro difficoltà di reinserimento in una società, composta per circa il 95% da albanesi. in termini di lavoro e di sicurezza. !11 questo campo, numerose sono le NCO s che operano e con cui ci si i11te1jàccia quotidianamente in sede di con.feren=e. meeting e auivitò congiunte, volte a garantire la convivenza.fra etnie. li Team. Hea/th, composto da un Sotll!ffìciale e due Caporali, nel 'am bito della Coopera=ione internazionale a carattere 11111a11itario, provvede ad istruire le pratiche e a monitorare tutte le attività connesse a/l 'invio in Italia di pazienti Kosovari. di tutte le etnie presenti sul territorio, c!ffetti da particolari patologie, che non possono essere curali in Kosovo, per mancanza di strutture e/o attrez::ature sanitarie idonee. Senza scendere nei

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particolari delle procedure che regolano questa particolare attività, è chiaro che alla base di tutto il percorso burocratico è necessaria una dichiarazione medica che attesti che la patologia di cui trattasi non è curabile in Kosovo. In sintesi questo Team provvede, presso la sede distaccata dell'Ambasciata della Serbia e del Montenegro in Pristina, a far apporre il visto sul passaporto; al trasporto su vettore aereo del paziente, ma soprattutto alla ricerca di un ente o privato che jìnanzi l'intervento e/o le cure necessarie. Oltre ai compiti specffici dei tre team, c'è tutto il complesso delle relazioni che devono essere create e mantenute con tutte le organizzazioni civili presenti in T.O. e non, nazionali ed internazionali, NGO \ GO ed autorità locali, necessarie per il coordinamento delle attività C!M!C, questo è il compito del Capo Cellula S5. Merita, in conclusione di questa panoramica, un 'accenno l'organo superiore, il G9 Branch, inquadrato nella lv!NTF (W), che oltre a dare Le direttive alla Cellula S5, impiega i_fondi .finanziari stanziati dallo Stato Italiano, per la realizzazione di progetti a medio e a lungo termine, nel campo de/La sanità, del! 'educazione, delle infrastrutture. In esso è inquadrato il Team Reconstruction, che provvede sia alfa progettazione che alla direzione dei lavori. Nella fase di realizzazione dei progelti, dove si può, si impiegano le nostre unità del Genio presenti in T O., ma laddove è necessaria una ditta specializzata, è all'impiego dei lavoratori locali che ci si oriema. È chiaro quindi che il.filo conduttore di tutte le attività CJMJC non è 1'assistenzialismo, ma il compimento di attività volte a jàre in modo che il paese un giorno, si spera non troppo lontano, possa incominciare di nuovo a canuninare da solo. Capitano dei Granatieri Alessandro Crocenzi

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IN KOSOVO LABRIGATAAOSTA SUBENTRA ALLA GRANATIERI Kosovo Pec!PC:')a. Camhio al vertice della 1\fultinational Task Force West, brigata multinazionale organicamente inserita nella Kosovo Force (KFOR), la Forza Armata multinazionale del Kosovo. Al generale di brigata dei Granatieri, Giovanni Armentani, subentra il generale di brigata Roberto Ferretti, in Patria Comandante della brigata meccanizzata Aosta. La cerimonia si è

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svolta nel Piazzale della Pace della grande base italiana in Kosovo di « Villaggio ltalÙJ>>, a .fàr da cornice ali 'evento un imponente promontorio montuoso e la grande e fertile Pianura del Dukagjini. Presenti alla cerimonia il Comandante della Kosovo Force, il generale di Corpo d'Annata italiano Giuseppe Gay, e tutte le più importanti cariche istituzionali, religiose e militari del! 'area di responsabilità della MNTF-W A rendere gli onori ai due generali cedente e subentrante, un Reggimento di formazione multinazionale comandato dal colonnello Fabrizio Biancone, Co mandante della Task Force «Aquila». Nel suo discorso di commiato il generale Armentani ha ringraziato le autorità civili e religiose locali esprimendo la sua gratitudine per il rapporto di estrema cordialità e Lealtà avuto in questi mesi che ha permesso di «analizzare ed aflrontare ogni difficoltà presentatasi mantenendo sempre la serenità necessaria per valutare obiettivamente ogni possibile soluzione». li generale ha poi proseguito ringraziando i giornalisti locali «per la costanza avuta nel seguire tutte le attività della MNTF- W in ogni circostanza, dando cosi un importante rilievo mediatico al! 'opera del contingente», ed ha concluso.facendo al suo successore i migliori auguri per l'incarico che si accinge ad affrontare. «Provo un profì:mdo senso d(fierezza - ha detto il generale Perrelti durante il suo intervento - nel!'essere il Comandante di soldati provenienti da cosi tante Nazioni: Italia, Romania, Slovenia, Spagna, ed Ungheria. Sono anche convinto, come tutti voi - ha proseguito il generale Perretti - che sicurezza e rispeuo sono elementi essenziali per lo sviluppo in Kosovo. Sono certo che conseguiremo il comune obiettivo grazie a leale cooperazione, tolleranza, reciproca conoscenza ed in continuità di azione con le Unità che ci hanno preceduto.J> Kosovo Villaggio Italia, 6 maggio 2009

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SOSPESA LA LEVA Fino ai giorni nostri aveva scritto la storia dell'Italia Il servizio militare di leva, altrimenti detto ''Coscrizione obbligatoria" che portava al cosiddetto esercito di popolo, sancito nella Francia del 1798 e inserito, come diritto-dovere, anche nella nostra Costituzione repubblicana, è stato sospeso, a tempo indeterminato, a partire dal I° gennaio 2005. Ma, in pratica, all'occorrenza, potrebbe essere ripristinato, anche se, in Italia, si sa che nulla è più definitivo del provvisorio. Con la sospensione della leva, cesseranno di esistere anche gli ujjìciali di complemento, quella benemerita categoria che tanto ha dato ali 'ltct!ia, in .fàtto di sacr(fìcio, d'entusiasmo, di dedizione, specialmente in guerra dove, nwnericamente preponderanti rispetto ai colleghi in SPE, rivestendo i gradi pizì bassi della gerarchia, erano quelli più vicini alla truppa di }i-onte al nemico e, di conseguenza, ebbero le perdite quantitativamente più alte sotto il profilo numerico e percentuale. Non vogliamo/àre una valutazione sulla scelta, eminentemente politica, che ha portato alla sospensione della Leva e delle motivazioni. anche militari. che la giustifìcano e ne esaltano i possibili risultati positivi. Non ci compete, e poi sull'argomento sono stati già versati .fiumi d'inchiostro. Vogliamo solo .fare una riflessione sulla frase, molto ricorrente, che sull 'm;gomento recita: ''con l'abolizione del soldato di leva, si potrà avere personale maggiormente addestrato". Il nostro pensiero, a sentire questa afjèrm~zione, va inevitabilme11te al ricordo dei Fanti nelle trincee del Carso e del Piave. ai ()ranatieri e agli Alpini e Bersaglieri sul Fronte Russo, ai ragazzi imberbi del reggimento "Giovani Fascisti" di Bir el Gobi, ai Carristi del! 'Ariete e ai Paracadutisti della Folgore ad El Alamein e a tutti i giovani militari di Leva che, di recente, i11 Libano, in Iraq, in Somalia, in Afozambico, in Albania ed in tante altre occasioni, hanno egregiamente rappresentato l'Italia in u11 contesto internazionale. lo con/èssiamo: ci è veramente'difficile pensare, nonostante le e11u11ciazioni ejfèttuate dai pulpiti più qualificati, che .fòssero scarsamente addestrati perché reclutati co11 La coscrizione obbligatoria e che, al loro posto, i professionisti avrebbero potuto.fare meglio e di più. Come spesso dice Emanuel, nostro amico e collaboratore, anche questo è da considerare, .fòrse, solo "un segno dei tempi". Ma, comunque, chiudiamo l'argomento parafrasando un detto riferito alla morte dei sovrani: "La leva è 1'v!orta, viva i Pro.fèssionisti Volontari!" (i termini di Pro.fèss ionista e Volontario, usati quando si parla del! 'argomento, in ogni caso, ci sembrano legati in un connubio che potremo dC;finire innaturale n.d.r.). L'Esercito ha voluto sottolineare lo storico evento e tributare il doveroso omaggio a tante generazioni d'italiani che hanno servito la Patria in armi, con un originale ca-

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lendario che è stato presentato in una grande man(festazione tenutasi, il 27 settembre 2004, ne/La prestigiosa cornice del Teatro de/L 'opera di Roma. A parte la copiosa ed interessante parte storica e didascalica, ogni mese del calendario presenta ! 'immagine di un personaggio noto che indossa l'uniforme militare di una particolare Arma o Specialità del! 'Esercito. I Granatieri di Sardegna sono stati ricordati, nel mese di Gennaio, dal simpatico attore televisivo J'vlassimo Ghini (che ha prestato serviz io di leva nel reggimento dell'Artiglieria Granatieri di L'Aquila n.d.1:) in G. US. con cappellone a pelo. Antonino Torre

Da Carlo Emanuele a Carlo Azeglio La fine di un'epoca e ... l'inizio di una nuova sfida per i Granatieri

Il 9 dicembre 2004 il 1° reggimento "Granatieri di Sardegna" ha accolto tra i suoi ranghi i Volontari del 12° blocco 2004: gli ultimi granatieri di leva. Si è trallato di un fatto "storico" perché è innegabile che il Reggimento si è trovato afar da testimone ali 'ultimo atto di una trasformazione epocale per quanto riguarda la storia del nostro Esercito e del! 'intera Italia; cambiamento già in atto da più di dieci anni: il passaggio dalla coscrizione obbligatoria ai militari volontari di professione. ll reggimento, o meglio la specialità Granatieri, la più antica dell'Esercito, ha iniziato e concluso un ciclo che ha segnato indelebilmente la storia del Paese, dalle sue origini - il 18 aprile del 1659 - jìno ad oggi. È stato un percorso lento ma inesorabile che si è concluso con iL 12° blocco VFA 2004. Dal 2005 si è passati ad un esercito interamente composto di volontari. li ! 0 Reggimento ha avuto la possibilità di incorporare nella prima decade di dicembre 2004 questi ragazzi, alcuni consapevoli della scelta/atta per consolidata tradizione militare infàmiglia, altri per trascorrere un anno che avrebbero dovuto comunque/are sotto le armi, altri ancora per "curiosità" e "spirito di avventura". lo li ho visti tutti, sia quelli che ancora fanno parte del Reggimento sebbene inquadrati in altre Compagnie, sia quelli che, a vario titolo, hanno lasciato l 'Esercito. Per i due mesi iniziali dedicati all'addestramento ho avuto il privilegio di essere il loro comandante di compagnia. Durante questo periodo, l 'obiellivo è stato quello di.far crescere e maturare, sia sotto /'aspetto umano che prettanzente militare questi ragazzi, alcimi di loro non ancora maggiorenni. Hanno fatto conoscenza de!L'arma individuale in dotaz ione, eflèttuando le previste lezioni di tiro nei poligoni di Pian di Spille e Cesano,· hanno ricevuto un addestramento basico al combattimento individuale e hanno effettuato anche l 'addestramento.fòrmale in vista del loro giuramento ejfèttuato il 4.febbraio 2005. Fino a tal punto, lo scaglione si è mosso come un blocco monolitico, con gli

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stessi.fini e le stesse metodiche addestrati ve. Il Churamento ha segnato uno spartiacque tra coloro che sono rimasti nella 2" compagniafìtcilieri "Armenia ",che li aveva incorporali e ··svezzati" alla vita militare, e quelli che, per pro.filo sanitario e precedenti di mestiere sono stati tra.~ferili nelle altre compagnie del Reggimento per ricoprire gli incarichi logistico amministrativi e di supporlo. I primi, gli operativi, hanno proseguito I 'addestramento finalizzato allo svolgimento di esercitazioni a .fiwco, a livello di squadra e plotone fitcilieri, in ambiente diurno e notturno. Sono stati impiegati in attività di sorveglianza e vigilanza dei siti sensibili nell'ambito del 'operazione "Domino". Nonostante si siano separati, i VF.4 del 12° blocco 04 continuano ad essere un gruppo coeso e granitico negli intenti e negli eccellenti risultati raggiunti.fino ad ora. Grazie al loro impegno, il reggimento ha assolto egregiamente sia i compiti di rappresentanza (cerimonie come quelle per il Duca di San Pietro, il 144° anniversario della .fondazione dell'Esercito, la Festa della Repubblica il 2 giugno) e sia operativi (esercitazioni, operazione "Domino" e operazione "Santa Barbara"). Quasi tutti hanno presentato domanda per rimanere tra le.fila dei Granatieri come VFP I (Volontario in Ferma Prefissata di 1 anno) e ciò è motivo di gratijìcazione per il nostro Reggimento, che trova in loro nuova linfa vitale per affrontare gli impegnifùturi, sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo. In particolare, è rimarchevole l 'ùnpegno di ogni singolo granatiere che d;mostra di avere acquisito nel suo intimo il senso di appartenenza alla nostra Specialità. Loro sono stati i primi granatieri con i quali mi sono imbattuto come comandante di compagnia, quelli che ho.forgiato personalmente insieme ai miei bravissimi collaboratori - tenenti, marescialli e graduati in savizio permanente - sono i granatieri '/atti in casa'', quelli che, ben motivati e saggiamente impiegati, mi hanno dato grandi soddis.fazioni e che potranno sicuramente contribuire ad incrementare il lustro del blasone del 1° Reggimento "Granatieri di Sardegna". Bravi Granatieri del I 2° blocco VFA 2004! Con voi il 9 dicembre 2005 la Leva cesserà di esistere perché sospesa a tempo indeterminato ma, come l'Araba Fenice, si spera che dalle sue ceneri nasca un moderno Esercito, combattivo e preparato, al passo con i tempi e all'altezza delle aspettative dei cittadini italiani. gra. capitano Fabrizio Farese comandante della 2" cp. fucilieri "Armenia"

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IL 1° GRANATIERI SI TINGE DI ROSA Assegnate alla Banda le prime graduate VFB donne La Legge 380/ l 999 ha aperto gradualmente il mondo militare alle donne, senza alcuna preclusione di incarichi e di carriere, mediante aliquote annualmente stabilite dal Ministro della Difesa su parere della Commissione Pari Oppo1iunità. Questo sta avvenendo con un contestuale adeguamento infrastrntturale che tutela i vincoli architettonici e urbanistici nazionali. Per il 2005 è prevista l'immissione di 2.350 Volontarie in Ferma Prefissata di un anno (VFB 1). Fondamentale è stata nei Teatri Operativi la presenza delle donne, rivelatasi preziosa nei rapporti con le popolazioni locali. Roma, 07 gennaio 2005. Un segno dei tempi, un avvenimento storico! Cosi il colonnello !v!einero ha salutato a/l'adunata per l'alzabandiera l'assegnazione di due caporali VFB (Volontari in Ferma Breve) donne. Si tratta dì due ragazze, il caporale Silvia BARONE e la collega Anna CARUSO. La prima ha origini pugliesi e l'altra campane. Sono state arruolate nell'Esercito quali vincitrici del 6° concorso VFB il 30 agosto 2004 e sono giunte al reggimento il 7 gennaio 2005. Fatto curioso, i Granatieri erano già nel destino del caporale Anna Caruso, infatti è nata il 18 aprile: una bene augurante coincidenza. La storia di come siano approdate al 1° granatieri merita di essere raccontata. La Musica d'Ordinanza reggimentale era stata inviata a suonare al giuramento del 6° corso VFB presso il reggimento addestramento volontarie (donne) di Ascoli Piceno. Durante le prove della cerimonia, le due ragazze avevano avvicinato i granatieri musicanti per chiedere se c'era la possibilità di entrare a far parte della banda. Ambedue le ragazze, il1fatti, sono delle valenti musiciste, una suona il sax contralto e l'altra il.flauto. Appena appresa la notizia, il colonnello Afeinero ha avviato l'iter per.far assegnare le due caporali alla banda reggimentale. Un determinante contributo è giunto dal generale Del Casale che hafàtto propria l 'iniziativa del comandante del reggimento e, tramite i comandi gerarchici superiori, è riuscito a farle assegnare al 1° Granatieri. Ovviamente, è stato opportunamente riservato loro un alloggio separato dalle camerate dei colleghi uomini ma, per il resto, le due "granatiere" si sono perfèttamente integrate nella banda e nelle attività del reggimento. Il loro primo impiego è stato quello di esibirsi nell'esecuzione delle marce durante la cerimonia del giuramento dei granatieri VFA del 12 blocco 2004 ed hanno poi indossato la Grande Un!fòrme Speciale con il colbacco durante la cerimonia in sitffragio del Duca di San Pietro il 18 jèbbraio 2 005. Tutti i granatieri si augurano che presto possano giungere altre donne al reggimento, ~pecie per alimentare la Musica d'Ordinanza reggimentale con altre valenti artiste. Le bande militari straniere sono composte. d'altro canto, ormai in maggioranza, da mu-

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sicanti donne e sembra che quella dei Granatieri sia la prima banda dell'Esercito ad inquadrare personale femminile. Le nostre "granatiere'', con la loro presenza, ancorché ridotta in termini numerici, consentono alla Brigata di cominciare ad allinearsi ai moderni standard adottati, già da lungo tempo, da molti altri reparti del 'Esercito e che vedono la piena integrazione della presenza femminile nei propri ranghi. Sia quindi benvenuto l'avvento di questa sjìunatura rosa all'interno del nostro antico e glorioso blasone e ... sempre avanti Granatieri ! emanuel

Le successive navi "Granatiere" Una seconda unità con il nome "Granatiere'' venne impostata nel 1937, presso i Cantieri Navali Riuniti di Palermo, nell'ambito del vasto potenziamento della Regia Marina che prevedeva una nuova linea di CC.TT della classe ''Aviere" basata su complessive 19 unità: 12 della prima e 7 della seconda serie. I cantieri che realizzarono tali navi, oltre a quelli già citati di Palenno, furono quelli di Livorno, Ancona e Riva Trigoso. La Bandiera di Combattimento, a ciascuno dei 12 cacciatorpediniere della l"serie che comprendeva nave "Granatiere", vem1e consegnata a Livorno, con una manifestazione contemporanea e molto suggestiva, il 15 giugno I 939. Il "Granatiere" , assegnato alla 13" squadriglia della l" Squadra Navale, nello stesso anno effettuò una crociera nei porti spagnoli e successivamente, durante il Il Conflitto Mondiale (1940- 1943), portò a termine un'intensa attività operativa con ben 124 missioni di guerra e percorrendo 47 .000 miglia. Partecipò, fra l' altro, alle battaglie di Punta Stilo, Capo Teu lada, Capo Matapan, e alla prima della Sirte, sempre con grande onore e in alterne vicende, anche in sezione con altre unità similari. Non si contano gli episodi epici che, in quel periodo, videro come protagonista nave "Granatiere" che, il 18 dicembre 1941, veniva in collisione con il CT "Corazziere", subendo l 'asportazionc della parte prodiera nonché la perdita di tre marinai. Alla fine del 1942, al termine d i una sosta lavori effettuati prima a N avarrino poi a Taranto, la nave fu nuovamente pronta per l'impiego. Pwtroppo, il 20 marzo 1943, l'unità fu coinvolta nel pesante bombardamento di Palermo con perdite di uomini e materiali. Il successivo 8 settembre 1943, la nave venne sorpresa dall'armistizio a Taranto ai lavori che durarono fino al 15 ottobre dello stesso anno. Nel primo dopoguerra nave "Granatiere" svolse intensa attività a fianco delle marine anglo-americane per esercitazioni cli tiro contro costa, missioni di scorta e trasporto personale per il Mar Rosso e l'Africa Settentrionale. Di rilievo il salvataggio del piroscafo jugoslavo "Kumanov" nelle acque del Canale di Sicilia il 27 e 28 dicembre 1944. Nel 1949, dopo un anno di lavori di trasformazione, il "Granatiere" rientrava nella ricomposta Squadra Navale italiana come Unità assegnata alla 1" Squadriglia cacciatorpediniere. Effettuati nuovamente lavori di notevole trasformazione (1953 - 1954) per assicurare la funzione cli scoperta e la caccia anti-sommergibile, riprese ininterrottamente l'attività addestrativa fino al passaggio nella riserva ( 1958) dopo il declassamento alla classe cli "fregata". 1vi rimase fino alla definitiva "pen-

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sione" , dopo circa 20 anni di servizio. Era rimasto l'unico C.T. superstite, assieme al " Carabiniere", della sua intera linea di 19 unità. Una terza unità di nome "Granatiere" nasce il 14 aprile 1983 come "fregata" della classe "Artigliere" nei Cantieri Navali di Riva Trigoso. Varata il 14 novembre 1985, viene allestita nei Cantieri del Muggiano alla Spezia assieme a altre tre navi della stessa classe. Trattasi di quattro Unità, in origine costrnite per conto dell 'Iraq, modificate rispetto alle analoghe fregate di classe "Lupo", e mai consegnate al committente per l'applicazione del noto embargo a quel Paese. Tali Unità vengono acquisite dalla Ma""'-' rina Militare italiana nel 1992 e con successive trasformazioni, effettuate tra il 1993 e il 1996, vengono ammodernate per il prevalente compito di Comando e Controllo, lotta antinave, scoperta radar e antimissile e per appoggio cli fuoco. Consegnato alla Marina come "Pattugliatore di Squadra", la versione attuale del " Granatiere" (sigla navale F 585) riceve la Bandiera di Combattimento in una cerimonia congiunta con !."' Artigliere" (F 582), l' "Aviere" (F 583) e il "Bersagliere" (F 584). E venerdì 5 luglio 1996: il generale Roberto Di Nardo, Presidente Naz ionale clell' Associazione Granatieri di Sardegna, effettua la prolusione d ' apertura della cerimonia e consegna al Comandante della nave, a nome dell'Associazione, un artistico cofano in legno intan:;iato per la conservazione della Bandiera. li "Granatiere" è armato con torre OTO Melara da 127/54, due impianti Breda da 40/70, otto missili "Teseo", un lanciatore per otto missili "Aspide", due lanciarazzi dal 05 mm. e un elicottero A/B 212 per l' attività "antisom". P uò sviluppare una velocità di 35 nodi per un dislocamento, a pieno carico, cli 2.528 tonnellate. L' equipaggio è cli 185 uomini. Attualmente il "Granatiere" è operativo ed in armamento presso la Squadra Navale cli Taranto, facendo parte cli COMFORAL (Comando Forze Navali d'A ltura), con compiti di concorso alle operazioni navali in Medio Oriente c nel Golfo Persico, per il mantenimento della pace e della sicurezza fra i popoli. Ciò a piena conferma del! 'atavico e sintomatico motto della nave: "A me le Guardie". Giulio Cesare Rovinetti

In ricordo di Fra' Gianfranco, generale dei Granatieri e soldato di Dio In questo numero, il primo dalla Sua dipartita, è doveroso ricordare il generale dei Granatieri Gianfranco Chili, .fì·ate cappuccino, sacerdote. Si tratta di un personaggio d 'eccezionale levatura, che tutti i Granatieri hanno ammirato,rispettato, amato. L a Sua personalità si distinse.fìn da/l'iniz io della Sua Lunga vita di soldato, passata attraverso le drammatiche vicissitudini della guerra, dalla campagna d 'Albania a quella di Russia e alle controverse vicende degli ultimi anni del co11flitto.

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Non ho avuto modo di conoscerlo, per motivi generazionali, in quei tempi durissimi, ma sono certo che le Sue straordinarie • _; ':, ,1 .. , .. ' .. . . -':; qualità si siano espresse al massimo grado proprio in quelle circostanze, perché è proprio davanti al pericolo ed alla responsabilità della vita dei propri uomini che le grandi anime riescono a manifestare al meglio le foro virtù. Virtù che s i sono rivelate esemplari anche nel dopoguerra, nel Suo impegno in ~ == Somalia, durante il periodo dell'Amministrazione Fiduciaria '1/ affidata ali'Italia. ar Chi lo ha conosciuto in quel! 'epoca racconta che gli indigeni gli attribuivano addirittura qualità soprannaturali, per il caI risma che lo caratterizzava e per lajòrza che sapeva sprigionare e trasmettere ai Suoi soldati nei momenti più difficili. Io lo ho conosciuto più tardi quando, nonostante il correre degli anni, continuava a comandare la compagnia fucilieri, perché riteneva che nessun altro incarico, per un capitano, potesse avere maggior valore di quello della diretta responsabilità del comando di uomini. Anche allora i Suoi granatieri guardavano a Lui come a un personaggio non comune, che sapeva unire alla .fermezza della severità il calore paterno di una persona che, avendo rinunciato ajàrsi una.famiglia, sentiva veramente e intimamente tutti i suoi soldati come proprifìgli. Certo, era un comandante non fàcile per i subalterni che non potevano emularne il comportamento quasi ascetico, sia pure al prezzo dei non pochi sacrifici che le persone "comuni" dovevano affrontare. Capitava così in ogni occasione di veder primeggiare il .S'uo reparto per efficienza, entusiasmo e disciplina, guidato da un uomo che possedeva doti certamente straordinarie. Più tardi, da Aiutante Maggiore in J!', è noto a tutti che.fu l'anima profònda di tutto il Reggimento, che viveva del Suo impegno in ogni dettaglio, con l'autorevolezza indiscussa e la preparazione profonda che gli era ampiamente riconosciuta e che certamente lo ripagò, almeno in parte, dell'amarezza di non essere mai stato comandante di reggimento. Non ebbi poi molte occasioni d'incontrarlo, per i diversi percorsi che la nostra carriera impose, ma lo vidi Comandante della Scuola Sottu:ffìciali di Viterbo e in quelle poche ore della mia visita sentii respirare in quel- ~~ : :.~: ·· l 'istituto la stessa atmosfera, lo stesso " ,,.~ ·•·· clima che il Suo alto senso della professione militare imponeva. Non mi stupii affatto, perciò, di saperlo divenuto jì·ate cappuccino ali 'atto del congedo. Era una conseguenza perfettamente logica, coerente e razionale. Era la prosecuzione, nelle vesti del religioso, di quegli stessi Valori che avevano da sempre ispirato il Suo modo di essere. E qui vorrei so~pendere i miei ricordi, ricordi di un soldato Padre Chili con i Somali riferiti ad un soldato, perché il dopo, il

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La commovente stc:rriac:ti un s--evenrcoimmdante dei

HA LASCIATO LE STELLETIE DA GENERALE

Abbiamo scoperto che tra i frati di un convento di cappuccini nei pressi di Orvieto (Terni) c'è anche un ex generale di brigata • In passato ha comandato una scuola allievi sottufficiali • t:on Ja ,.grec;i.. t1 una s1c,J. lena dl generale di brig;i, a. Con quel gr,do ha C(J· mandato I.i scuoi:, allìet.1 sottufficiali d i Viterbo. Ft.. noal l97Squando.3m\'a-

di RICCARDO .\ lORA.'llTI! (),vlero (TemiJ. mat":.O

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~ 1ppuccini uei pre::,.::i d i

Orvieto abbiamo sco· pc110 unn :;to1ia commo· vclllè: quella d i padre Gianfranco Chili. u 1l frate thc, prim a d i indoSs..tre. il $3io. h a scalmo w n i i gradini dd la ca1·r'iel'a milita· re, fi no a concluderlil coo il grado dl generale. Gkmfr:mco Chili era abitu3to :.i con13ndare. Sbau iment i d i tacchi è rigidn posizio.. n..:. s ull ':11lcnti. davanti ;,l lui: perché Gianfrancc,l Chiti C!rtl on generale deì

to a l tempo del c:<>ngcdo per J:"3iglllnti limiti d'età. \'Oltò pagina. A\'C\'3. la_i;cìti~ lO dieU"O di SC un arandc affetto: sc,nprc disponibi~ le, pronto ad aiutaci! 111u 1, momhncntc mb. anc-he concrctamen1e. Oice\':i:

.-Non ho una fantigli:a di,

,namencre, pcrcìò ... •. È possibile siobilire qu:rndn l!s.attamen1t gli era ,•enm.a la ,·oc:i7.fone rcligio$a? loj J'ha raccon· cota cosi: «Rientralo dal frome n,~. d91)0 la 1:'3n1· p3gn:t aHa quale a,·c,·o panecipatocon il grado di tenente. ebbi pc!1' lii p,ima \'oha quest 'idea, che poi in se~>'\Ji(o ~i è ri:..ffacciat.a pjù volte•. Chiss:l. è pto· b:1bilc che lo spcuaco~o della gueffa, IQ i:;cen!\rio ollucinantc. del dolore a-

Granalie1i di Sardegna.. A-

bima.to nl comruHlo. ma anch e al combau..imento, perc hé il genera.le era un \.Clcl-;lno (li guerta, pluridcç<)r.HO~ $ 'era folto la

c:unpagna di Russia e poi queUa dAlb:inia. re.stando fud to d ue volte. poi 1.ma trasfena in Somnlia per CJUQ!m1\i.

Ora. dnJl'nho elci suoi t'· ncrgki 7.3 anni. Gfo.nfr3.n· c:o Chiti ha smesso ormai da 1empo di <:om:rn.dare: ubbidire. soh.a mo ubbidi· re. è <lh'em:ua l:l sua regola, che poi è quella dei frn• ti t:nppuccini. E. le baH::l· 1?he c he comhntt~ oggi so• ,,o lt ba trnglie dcll:1 fodc e dclru m4'n:, solid(ll'ictà. Gi:mfr..lnCc> Chiti, ormai dà qt,1i n<lici anni , ha gl!Uato la d h•i5-a ~llé on iche per indos~art~ il saio fra nce· scano. l.a sun ouova \'ila ini1jò in un convento ,fo lle p.."li1.i d i Rieti: li p1-c:.e i ,·oti nel 1978. Il l'icevettc l'ordina· 1.io1,i, s acerdot:\I(' n<:l 1982: En seguito è s 1at<,

trasfedlo in quc.~lO convento alle pone d i Or\'kln, <love c'ern bisogno d i tanro energia e di rnnm buooa ,•olQnt!\! un edificio ,uHi· co, quusi fo tl$<:e1u". colpi• l O du unni d·inco rfa e d i abb:.mdo m). Padl'e Ghrn· frnnco osscn·ò qud fa Spc·

cie d i 11.1dc n;. g li piacque.

ne colse l'atmosfera mbli·

v~~S<"l"\'I lOCC3lO l':,mimw

del 8io,1mc tenente Chiti ìn 11);,nit>ro più profond~ dl quanto lui .st<".s;So nnn i mmagim.1.sse.

•A-1cQ.lt~l\'O, si. la ~chiB• mata"'•. ha deuo .:.mcor~ • ma un po' per tt,otivi fn. rniliarl (3,c,·a anco~ I:. mamm..'\ che ..:1-a ~n1.iann. $Ì: di Orvieto: \ Ì, ç ri11'.'11tO in di\i.s.i. ni tempi in c ui. <:On il grodo d i generale di bdg:Hn, con.mud:w a la sco oltt :dlie,; sonuffidali d i VHc rbo. Gl:tnfn nco Chili era glunlO :ill'n· sc>la t: a mmalata). un p4") pke d i. una b1i ll;i nh} çarricrn militare èh e <WC\'A c,, n,inc i:.Uo all'Acc.~nd cntfo di Mode na. pel' l'affosdname auh-it3 e.folla ,im '"ilitnl"C. pctl..."'i3• ca é diss<' C1Uon1,: ~con gnanù: ~empre m<.>1U.l è Jc1192 l. 4u:i.ndo no.eque ,•o: s~ t)c afldrà com·t vea G i@nesc in prt')vit·uja di nuta ..• È un'idea p:tZZ.l•. l'ai u to di c hi m'IQ\le ,'Clgli:J. fr.:.a.nci.!Se:\no, nel 1.ono. c.:Q111ribuire. rimeucrò ln $e.ml)r1' noimato da idei! No\'Un'I. Al1om. quand'ern ì\fa. ndl!a non s,·:ml\"x an· piedi qucSlt'I com·tnto l~L· ben precise. Qu,.u-l(fo i 13- gio,-a11<\ lo aifoscimff:l lo. ti, se-mbr.t\1' acqu i;:i;t::m: col<>"> che \'orrnnno ,·rni• ,·ori '-aronno uhimatl, in canicm militare ~ cosl lo una concn:tai'..à ~èmr~re re :i. purific~r,,.i tlallc ~ctl- que~to deliz.ioso ;m@.Olc) (li 11"0\'Ìnl'l'lo prima :ti C<>l1è- nuig~iorc. con l'andare dd dc dcUt\ vitu quoLidfana•. campogno. 1u11bn,. S3mnno g:io militare di Ronm. poi teml'O. È nnco ra fr:ue l f u lm ine d\m 1!" g~nc.ra- disponibili 33 stante per ~llìc\·o <leH'Acc"'deoti.1 di Glcmft't\m:o a rac.-oom:i.n:: lc. fulmine d'un fr:ue: fra· quo.mi ,·ogliano ~i.,Hre fanll~d3 e c.:_w:,llcritt di c POle\'O l;,scia rl..'\ ~n.z.a d tel Chiti l'ha fo tto dm"'Cru. quns~ù 3 rne-c.iimre-. n rif)()• Modçn,1, SI ::: corso WFc- -s-post-a? Pote\l!.') tra...'-C'umrin un 1~mpo abba.$1an1.a sars.i. a for dw in comune dc" t:scì con il gmdo d i la proprio io. -che ht> ~nt• bt"t\.'t'!. e orn la 1isu,11tu1"a• con i fnui, n. "p,nilìc-:nsi". sottotent!ntc i! qu.:.1si subi• pre gun1-d::uo ni fi~li dj san ;Jonc del ,t.-cchio tom t!n· LOlne dice Chi ti~dalle '-00· tosi t 1·0,'Ò cuirwollo ndll\ Frauce.:co come un 1x,,·('· ro gu:.rda ai ritthi? ... Si lQ è ({\lOSi ~1himma. B iso• rit> della ,·ilu q_uotidiana". :1ffidò alla Madonna. JfL:,, ~ua purilìcazionc: ingna \'Cderlo (e allçirn sì thc (nt:lmo, prcprtn.\W e fincbé lo aiuta'!\....t n c:3.pire s:embta rie1\lè!1l,Cf'C SOH O i) u.·1iorc, I~ sua i<l\!~ di apsa.io b tempra deJ ,-ecchio p:u1:nrsi d:1.I mondo per o.\·- brillontc com'er.l., q lì\':t. mc.çlio, .t valumr\! con ufficiale) qu,ndo u-:u10 ,icinarsi àl rnisleri dt·ll3 con una disc-rel;i l;'pidità i chiaraza quéll'ì~'>1rn.1..io<:()n i muratori. gli eletfri. focle. ris:\le a molti, mohi grodl11i dclb pi1':\midc gf.!• ne, E ('$fiUdito: otHO 1)t• cisri. i gi:.lrdinieri. i fale· nnni fa. Gianfranco Chici n)rchica., fino a trovn1~i 1cn11\0 I., ,n-a,.i3 lichh:.M.tt,

IN DIVISA ~~!t:t~~~u~~~ ~/:~:~fi;n~i

~e\:~~ è:~~~:~:;~:~·;::~~~i~!~t:i:. n,t,

~~:~~~~si:l~~Alfu:i~:

r,,

mondo cresciuto intorno a lui al Convento di San Crispino e le tante vicende della opera religiosa, interamente dedicata al prossimo, possono essere meglio rievocate da chi gli è stato vicino in questa Sua seconda vita. E' comunque certo che, quale membro del 'Associazione, ho continuato a sentirlo come componente della mia famiglia, che dall 'Altare continuava afàre quella stessa Scuola Morale ed ad enunciare quella stessa Dottrina che lo avevano visto esprimersi come Comandante. Adesso ci ha lasciato. L'intensità e la vastità delle manifestazioni di cordoglio che hanno

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Granatieri di Sardegna che è diventato frate

PII DIVINIARI UN UMlll SOlDATO DI DIO

• Si chiama padre Gianfranco Chili ed è un veterano di guerra: da giovane partecipò infatti alle campagne di Russia e di Albania • Entrò in convento nel 1978, subito dopo il congedo s.onou1\ m1racola10.A,cvo pcn:cpuo una voce: nd Ho•

.-cdeglinnoi, le houbbedida \'t:(Cbfo,,.

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Il generale Chiti non è

,uno l'unico e,. cumbt1t1eme suJ fronk ru~~ ad t1bbr.u:ciart.> la vila rcligioE ra da p()CO t11Tivato a Rlt<li, per 11 no\iZinto,

~ 1.

d~t~:!!~~~;~!11t,',tc~;~l~ t:inquan1'nnni: si presto:n1ò coml- Lando Fiu mi, \Olle-

im:ontrnre il ..gene-r::11'..>• . • Ricorda, :signo1· 1en1:1,,

1c?». ,\vc\•ano comb<.,t lt.Jto ini.iemc in Ru!»Sia_ il Fiu·

rnj do s crgem\!. Dopo l.'.i guerra sì ~rn 11-a.sfcrito a Lugano ed c:1~1 Jivcn1a t o irnpit'gato delle Ferro,·ic: !,Vitterc. Poi u n giorno a· Vt..--\-a ~puto che il ~uo ex ufficiale m•t~\'tl preso i ,,o,j; ullom t1,·e,·n dccisu dj .)t'· guire iJ ~uo ~~mpio. Oggi Ja cartit:r:.:l ,nilitarc

Cooa pagin~ lom:ma, qua. si i.Jn'":llt'. nei sent11ne1Hi d; frate! Gi.:i.o&anco. Ora gli S<rnbru <li c~r'è scat o d~ ~('JUJni.' ciò chl~ è oszi: Irate: e ~~ccrdote. .. Non si p u ò meglio C'. OncJudere fo proprfa csis1enza che cercanclc, <li f.iru~ u u uw gt'·

neroso e: buono. Si u'àtltl dl pa.ssan: al M'r'\'izio del piò potente: tra i re. !>i crat· u, di toman: du piccole-, figliol prodigo alla c:a::.o dc.·I

Padre. Fn110 il passo. ci si accorge e h(" jJ S igno,·e n.d.. la ~u.i bonr!t ci b-a r1M~rVa· to p1·oprio ii destino a nof m:C\..'"!'l,~ario. In rea ltà non ~iamo noi che: la~cinmo qualcosa, ma è iJ Signon.~ cht: c:j ~..:c:glie ed p, cnde,

come- narra l'c:\a,1gdbt~ M:1J"CO; "Allor-a G"'~ù. fb. ~ndo jl !>UO ~su af'do )U· pra d i lui, lo nmò t.' p-li d i~!»C:

:n;:.::;:;;;.:r;te!!: f:'i:!:1::~~:~:,~:;~:~: ~;~1:!::

CON IL SAIO ~~:~~~~;:J1n5~;j

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~dc~è~Xbt~~~~'tt;' "~~~: :)in animato

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1

dre C.i.anfr.an«, Cbjti. J>cx gcnrrale dc.i Cranatieri e-be dopc• a\'t:r' l~laco la \'ha militare ha s.e:ntho la ,,oca.rione re ti ~ ed f'.cntr"atoin c o01,~en10 . f~~g~oeraJcded.ie.t 1un..1fa s u.1 ,11.:. :.Jla preg:hic J'U, m:i~nc l1-C! u l l~" ('n"O. J!.· s r.i.to lui infald a orga:nfzutr~ i r.ad.ic.ali Ja:1;0,i d eUa ristrut1urazionc del suo convento e-be presto avrà a dispc.shioue t.re.n ta1tt stau'L è pe.-1ut1ì Cl)loro che d ,esider.tno l.raKò.rrcn:: un periodo di "'mcd.haxio-n c" e. di p urfficazione dell' anima,

vic::ni c~cguim f' >.

Da solda 10 dcJJ'esen::ho a s0Jd~110 di Dio; e a. gi udj. cart:" da quru110 s ta rè~Jiz... :

n1Je. fra1e

~~mpre dallo s icsso cntu·

siasmo. R it;e11,..J o Alora,,re

seguito il Suo distacco sono il coronamento più evidente del grande valore che la Sua esistenza ha rappresentato. Noi ne siamo orgogliosi perché - dopo tutto - Gianfranco Chili era sempre stato eminentemente il Granatiere ideale, che continuava ad indossare gli Alamari, sotto l'umile saio delfiw1cescano. Quest'uomo ha saputo e.sprimere una sintesi eccezionale di Valori, quelli del soldato e quelli del sacerdote, Valori assolutamente spirituali, in contraddizione, forse, con quelli cui s'ispirano molte volte i nostri comportamenti. Non Lo dimenticheremo e non lo dimenticheranno i Granatieri degli anni futuri, che potranno veder ricordati nel nostro lvfuseo i segni del Suo passaggio fra noi. lo salutiamo perciò, ancora una volta su!L 'attenti, grati per quanto ci ha saputo dare.

Gen.C.A. (ris.) Mario BUSCEMI

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TRECENTOCINQUANTENARIO DELLA FONDAZIONE TORINO 18-19 APRILE 2009 Anche questa volta pioggia! È venuto spontaneo dirlo anche 11el corso deLLa celebrazione. Nel 1985 davanti al Capo dello Stato Francesco Cossiga. p ioggia. Nel 2006 a Jesi, ternporale. Questa volta era una pioggerellina.fìtta.fìrta che entrava nelle ossa. Forse anche in quel fatidico giorno, il 18 aprile 1659. piove va. Dif/ìciLe saperlo per certo ma facile immaginarlo, sono gli scherzi del mese di aprile. Ma che.fìerezza 11el portamento e nel cuore dei Granatieri mentre s.fìlavano per le vie di Torino! Non e 'è stato ness11no, proprio ness11110, anche.fra i p iù anziani, che abbia rinunciato alla parata, dop o più di w, ·ora di attesa mentre continuava incessa11teme11te e p i01·ere. e che ahbia ceduto accettando il comodo riparo che offrivano i portici di via Po. Nei giorni precedenti Torino ci ha accolto con lo stile e il severo contegno tradiz ionali, ma gli alamari che spiccavano sul bavero di questi anziani signori che passeggiavano per le vie del centro, ancora prestanti e dis1inti nonostante l'età, desta vano attenzione e rispetto: qualcuno chiedeva spiegazioni, mentre altri preferivano esibire la propria p ersonale conoscenza della storia, con l'orgoglio delle glorie del vecchio Piemonte. l e autorità locali, al di là di qualsiasi con11otazione politica, ci hanno accolto con entusiasmo e la cerimonia del conjèrimento della cittadinanza onororia al reggimento è stata veramente solenne. Contrariamen le a quanto spesso accade. la stampa e la televisione hanno dato notevole risalto al 'evento, sia o livello locale sia a livello na::ionale. Il carosello poi, a detta di tufi i, è slato.fì'a i più belli e meglio riusciti degli ultimi anni; il seminario c:11/turale e la mostra storica hanno parimenti generato vivo e attento interesse. lnso111ma un pieno successo, arricchito dalla solidale partecipazione degli L!ffìciali della Scuola di App licazione e degli allievi di lvfoclena e Viterbò. dei Carahinieri e della Guardia di Finanza, delle Crocerossine e dei gruppi storico:fòlk/oristici. Un pi::zico cli invidia, a111111ettia1110/o, hanno injìne destato i Granatien inglesi con le loro stupende uniformi e con i colhacchi di pelo di orso a11te11tico, ma il cuore batteva soprattutto per i nostri soldati. per il reparto di for111azione del 1° Granatieri. preceduto dal Colonnello Comandante e dal{' impeccabile banda reggimentale cl,e si è più volte esibita riscuotendo calorosi applausi.

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La co11clusio11e del raduno, che ci ha visto tutti riuniti nel convivio svoltosi nella austera e prestig iosa cornice della Scuola di Applicazione, ha suggeLlato nell 'entusiasmo e ne/L'allegria il successo di questo evento tanto atteso e per il quale tanti sforzi organizzativi e programmatici sono stati spesi a tutti i livelli. Un grazie perciò al Sottosegretario Crosetto, al Presidente del Co11s iglio Regionale, al Comitato Organizzatore, alla Sezione di Torino, ai Presidenti dei Ce11tJ·i regionali ed ai tanti Granatieri e simpatizzanti che hanno dedicato il loro impegno e la loro passione alla man[/èstazione. Fra questi ultimi particolare menzione merita la signora Gallo, attiva collaboratrice nella delicatajàse di afflusso alla mensa. Ma èjì10r di dubbio che un grazie caloroso e sentito va con assoluta priorità al generale 8011elli, animatore energico e guida sicura dello sviluppo di lutti gli eventi. Nonostante il generoso supporlo dello Stato Maggiore de/L 'Esercito, particolarmenfe i11 dij]icoltcì in questi tempi di g ravi ristrettezzeJìnanziarie, 11011 possiamo tuttavia 11011 ramrnaricarci per I 'assenza del Capo, del vertice non solo ufficiale 1110 anche morale della 110.<jtra For:::.o Armata, impegnato altrove per attività che certamente erano p ilÌ pressanti della celebrazione del trecentocinquantesimo anniversario, non solo dei Granatieri ma anche di tulio il ··suo" Esercito. Adesso i Granatieri sono tomati alle loro case, alle loro normali atlività quotidiane, 1110 certo tutti si sentono più ricchi, nel cuore e nello spirito, p er La soddisfètzione di p oter dire ''io ci sono stato", per l'orgoglio di aver partecipato ad un evento che va ad aggiungersi con lutto il pregio che merita alla nostra incomparabile storia. Altre prove attendono presto i Grana/ieri, sia in armi sia in congedo, dalle operazioni in patria e all'estero alla Rivista del 2 giugno. dalle celebrazione dei nostri.fasti al Cengia e nelle altre località tradizionali alla prossima (.s-orpresa!) cerimonia che avrà presto Luogo in Campidoglio per il rico11oscime11to che il Comune di Roma tributerà al Reggimento e, con esso, a noi tlllti. Guardare avanti fìeri del nostro passato, è quesLo il sentimento che ci anima. il monito che ci g uida.

CRONACHE DEL RADUNO Dopo una lunga allesa e numerosi solleciti, abbiamo ricevuto un «mare» difotogrcifìe (circa 4. 000) e alcuni testi sul Raduno a Torino. Mancava. comunque, una cronaca vera e propria perché i 11011 pochi volenterosi che hanno scritto sufi 'eve11to ci hanno spedito dei lesti che, nel contenuto, possono essere considerati delle riflessioni personali e 11011 la cronaca che ci aspettavamo. Abbiamo cercato di sopperire a questa carenza utili=zando due scritti veramente singolari e emblematici. Cli autori, in/a fii, appartengono a generazioni decisamente distanti dal punto di vista anagrafico (potrebbero essere padre

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e jìglio) e dal loro differente p unto di vista ci ofjì,-ono una cronaca del Raduno da ritenere, nel complesso, abbastanza interessante. Unico punto di contatto ji-a i due, l'appartenenza al Co,po degli Alamari e l 'orgoglio di essere Granatieri. Il tutto a distanza di 1111a generazione.

CRONACA DI UN VECCHIO BRONTOLONE Dopo una levataccia mattutina, ormai 11011 più normale per chi scrive, giunto con g li occhi ancora mezzi chiusi alla Caserma Riiffo, mi è stato indicato il luogo dove parcheggiare. Subito dopo, tutti sul bus che do veva condurci a Torino. A bordo, tra gli altri, c'erano tre giovani ultra ottuagenari: Holzer: Coen e Natalizzi nonché le signore Silvana Smecca e Lina Baiardi, vedove di nostri commilitoni. Facevano parte della comitiva, inoltre, anche il generale Rodo(/o Stornelli, già direttore g enerale della Sanità Militare accompagnato dalla signora, il generale Michele Anaclerio, anche Lui con la signora. l 'a1mosjèra sul mezzo era quella da giomo di festa. come quando da raga77i si andava alla gita scolastica dijìne anno. Poco dopo Orte, il solito huon Bucci, penna e blocco notes alla mano, ha iniziato a fare il giro dei soci per la raccolta dei denari p er la gita; inoltre, come un vero e proprio« Vù curnprà» (gli mancava solo il banchetto!), ha venduto: cravatte, foulard. baveri, al mero prezzo di coslo. Dopo circa nove ore di viaggio, personalmente con un mal di reni della malora, abbiamo pogg iato il piede sul suolo torinese. Giunti alla /òresteria. assegna=ione delle camere, poi cena al circolo iiffì.ciali. Quest'ultima organizzata in maniera egregia dai 1zos1ri dirigenti. Poi tulli a nanna, anche perché, essendo in massima parte 11011 più tanto giovanissimi, eravamo tutti stanchi. Camera divisa con un altro vecchio Granatiere. questi di corporatura n<{ J59' o. 11 1\~\._'rSM hJ ~tffa ,,.,;Llh,\_;1mc.. .t,•,'~l\u\..i ~\ ,:.~·r;u,, massiccia. aveva un d[fètto, durante il b,(11·c~-i11u.- nl.,1 ~,Hc ~(Uf \·~l, a FiU ,,nl;u ·sioi-r,, sonno russa va come 111,a vecchia lo•) i't (it~;; ~ftntt411Cnfc ~ ·zllU,.a } 1 1'<j.!'~Jl!tnl • h~ . P,l!,t lI '.ip~tj • _t.t1, i, p<Ìo<i!"'i, .u..·,t<i 3i b,J,;.i M l~ comotiva. ~ ·tH,t ~, \o ..,i.-m,:, , c: ,\'nt,mnil, .\ ft.\ll ., 1rnr1:_-\11.:.t .i ~n lt1,11.1cl,,"li ,•p,•1·"':.\ ,,n; ~~ s\(ur<,i-a l'\..~l\\ li11 < ttil't~t,,,._, Al mattino seguente, sveglia p rima del! 'alba, forse anche per e/fètto del cambio del /elfo, abluzioni personali, colazione e poi Lutti i11 Cattedra/e p er j I L'• ,·~~~f~ ,:. "'• ~ La San/a Messa ojfìciata da Sua Emi,, nenza, coadiuvato da due granatieri: padre D efèndente Belotti e don Renzo Fa,!f'ani. Poi. liberi, a spasso per la La cittadilumza onoraria di Torino città. Vis itare una città storica come Torino, in mezza giornata è praticamente impossibile, quindi, con altri ha/di g iovani come me, abbiamo scelto di visitare il solo museo Eg izio, il più grande d 'Europa. La sera , ci siamo ritrovati tutti a/l'interno .& )1d1,

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dello Stadio Primo Nebiolo al parco Rl!ffìni per assistere al Carosello storico. Lo stadio era stracolmo di spettatori con o senza Alamari. La pe1fètta regia dell'amico Pel!icanò, i 'ammirevole esecuzione de/Le musiche del maestro Morlungo, hanno reso lo spe!lacolo piacevole, interessante ed emozionante. Mentre sfilavano le uniformi delle varie epoche, in particolare quelle in uso nel! 'ultimo conflitto, molti degli spettatori, avevano le lacrime agli occhi. Applausi scroscianti hanno segnato i vari passaggi scenograJìci. Un bravo di vero cuore a c/zi ha saputo organizzare, anche se con limilate=za di mezzi, un cosl bello spettacolo. Al mallino seguente, a conclusione della maniJèstazione. ammassamento a piazza Vittorio Emanuele per i discorsi e la -~filata Jìnale. Hanno parlato, ne/l 'ordine, il Presidente naf/i, Il Sindaco ed il Presidente del Consiglio Cozionale de/1 'ANGS. Mario Buscemi; il Sollo11111nt1le di Torino conseg11a110 la cittadi11t111zll capo di S.M, generale Gibellino; il comandante onoraria al Col Gajani Bifli della Regione militare Nord, generale Caravezza e, per il Governo, il sottosegretario alla Difesa 011. Crosetto. Sono stati inoltre letti i messaggi del Capo dello Stato e del Ministro della D(fesa. Schierati. insieme ai nostri Granatieri. e 'erano anche alcuni appartenenti alla Guardia reale della Regina Elisabetta d'h1ghi/terra. La sfilata che è seguila si è s volta sotto una pioggia incessante che ci ha reso fradici come pulcini. Sfilavano sulle note dalla Musica d'ordinanza seguita dal colonnello Gajani Bi/li che accompagnava la Bandiera di Guerra del 1° Granatieri. Di seguito, il Medagliere nazionale e le Colonne/le delle sezioni di tutta l'Italia. Fra queste, quella di L'Aquila, abbrunata in ricordo delle vittime del recente terremoto, ha ricevuto calorosi applausi di solidarietà. Sfìlavano con noi, anche reparti dei Carabinieri, della Marina e del Co,po delle 11?/érmiere volontarie. Nel pomeriggio, subito dopo il pranzo sociale, abbiamo jèflto ritorno a Roma. Sempre sotto la pioggia. Penso che tutti i partecipanti erano come me distrulfi dalla fc1tica e dalla s tanchezza. ma molto soddi.~/àtti nello spirito. Alplut Beta

TRECEl\TOCINQUANT ANNT ... e non per tutti! Piace prendere in prestito l 'idioma. parlato ai tempi del servi=io di leva obbligatorio. usato dal militare prossimo al congedo che ironicamente dava l'idea del/ 'mgoglio di una posizione di gioia mista a privilegio. Questo è quello che sembra trasparire dagli sguardi dei Granatieri. in armi ed in congedo, giunti a Torino, dal 16 al 19 aprile 2009, per celebrare il trecentocinquantenario della costituzione del Co,po. E' una C{ffer111azione che esprime il senso di appartenen=a ad una realtà nazionale invidiabile. Nessuno può vantare una simile longevità. Lo possono solo i Granatieri. Auguri! Sembrano pronunciare i cittadini di 1111a Torino che con senso materno accoglie con affetto i suoi figli maggiori che ad ogni c11111iversario miliare sentono 534


il bisogno di ritornare nel gremho materno. E come tutti i fìgli anche i Granatieri aspettano il regalo per la festa cli compleanno. E Torino non si tira indietro. Vuole essere sicura che questi fìgli saranno sempre suoi. E nel giomo de/l 'anniversario li proclama cil!adini onorari. Un privilegio riservato a pochi. D[fatti dopo un Seminario sul rapporto madre:fìgli (1 Granatieri e !a città di Torino) tenuto il giomo precedente presso il Circolo Uffìciali, con attiIl carosello di 7i>ri11 0 gua esposizione di cimeli commemorativi del connubio. il giorno 17 aprile presso il «Pala::zo di città», alla presen::a delle più alte Autorità della Regione Piemonte e della città di Torino, al 1° Reggimento, erede di tutte le tradizioni, viene concessa la cittadinan::a onoraria. I Granatieri non vogliono essere da meno. Regalano alla città un concerto nella sua più bella piazza (Piazza San Carlo) ed un Carosello Storico indimemicabi!e (Grazie Pellicanò). Nel giorno di festa, nonostante il tempo inclemente. si vestono con l'abito più bello e sfilano orgogliositra le strade cittadine. «Il Lustro e gli onori, che per tempo conferiti vengono ai giovani estinguer soglion. per quello che appare. ogni ardore in quelle nature, che 11011 sono che leggermente ù!fìammate dal desiderio della gloria; e saziarne subito la sete e L'avidità; ma quelli che hanno un p ensar sodo e costante. indotti sono in vece da tali onori a volersi fare viè più grandi e più chiari, eccitati quasi da l vento, o portali a far belle imprese. !111perciocchè non si appagano già. quasi ricevuta abbiano la loro mercede: ma tengono di aver dato in quelle prime azioni quasi un saggio, ed un pegno delle altre che sarebbero poscia per/àre. e si ve1gog11ano di abbandonare la gloria che s 'avevan acquistata, e di non accrescerla cm, altre lor gesta» (Plutarco: Vita di Coriolano). Sono ... e 11011 per tutti! Il buon seme. lievitmo e coltivato bene. porta sempre buoni./h1tti. Per i giovani, magari anche per noi, arrivederci ai quattrocento! Erho11

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PENSIERI DI UN GRANATIERE NEL TRECENTOCINQUANTENARIO DEL CORPO TORINO 18 APRILE ORE 21: VIAGGIO NEL TEMPO Poche ore fa mi hanno detto che avremo fatto parte del Carosello Storico per il 350° dei Granatieri. Subito ho p ensato a uno scherzo: io a 51 anni e ormai a 30 dal mio servi=io di leva? E invece no, è tutto vero e ancora 11011 me ne rendo conto in pieno mentre, seguendo l 'amico Valter Costamagna, entriamo marciando sul terreno. «Sinist. dest, sinist, dest ... ». Esitiamo per un passo o due, poi rnarciare sulla caden=a della Banda ritorna di botto naturale, il tacco martella il terreno, la schiena si raddrizza alla faccia dell'artros i. Non vedo più i ragazzi del 1°; il loro movimento li ha portati alle nostre spalle, scorgo solo la tribuna che si avvicina ... e poi, a pochi metri dietro di me, esplode il canto che ogni volta mi dà uno scossone al cuore: «Siamo Granatie1; superbi ejier ... >). E'come essere avvolti da un 'onda di affetto, di ricordi, di storia, mentre i Granatieri in servizio dapprima ci aj]ìancano, poi ci superano e mentre noi eseguiamo la contromarcia, intersecano la nostra traiettoria. Un Granatiere in mimetica mi incrocia da dietro, mentre uno in divisa risorg imentale attraversa sul davanti sibilando: «Daje così, bravi!>). Siamo sul 'attenti, rnentre la tribuna esplode ne/l 'app/auso finale e si susseguono le grida di: «Bravi! Grandi 1». Sono ovviamente per i ragazzi, lo so e vorrei gridarglielo anch 'io, ma siamo talmente orgogliosi e felici noi Granatieri in congedo che nessuno osa g uardare il vicino, nella certezz a di vederne gli occhi lucidi come i propri. Gra::.ie ragazzi. Grazie Morlungo, gra=ie Pellica11ò: stanotte ci avetefato viaggiare nel tempo per un Carosello da tenere nel cuore come u11 gioiello da riguardare negli anni. Pier Andrea Ferro

I GRANATIERI A C OITO RJCEVONO LA CITTADINANZA ONORARIA Dome nica 21 giugno a Goito (MN) si è svolto un importante Raduno de lla ANGS in concomitanza del quale si sono svolte le celebrazioni della consegna della Cittadinanza Onoraria eia pai1e della Città di Goito al IO Reggimento Granatie ri di Sardegna rappresentato, per l ' ccasione, dal comandante, colonnello G ajani Billi. li coma ndante era accom pagnato dal tenente Lipira, dal Decano del reggimento Zito e da sci guardie in Grande Unifom1e di Rappresentanza.

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Alla manifestaz ione, iniziata alle 9,30 nella splendida Piazza della Rocca risalente al passato gonzaghesco, hanno partecipato circa 150 Granatieri con 33 Colonnelle provenienti dalle Regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia e Romagna, Veneto, Friuli, Trentino, Marche e Lazio. Erano inoltre presenti: il PresidenteANGS della Lombardia, Bovati, il generale Rati dei Bersaglieri, due Carabinie ri in alta unifonne oltre a rappresentanti delle associazioni : Bersaglicli, Artiglieri, Cavalleria, Nastro AzzuITo e Alpini. Durante l'attesa delle autorità, i Granatieri sono stati intrattenuti dall'esecuzione da parte della Banda comunale di alcune marce mil itari.Con l'arrivo del Vice Prefetto di Mantova, dottor A. Araldi, è iniziata la Cerimonia uffici ale di consegna da parte del s indaco, Anita Marchetti, della Cittadinanza Onoraria al 1° Granatieri. Sono seguite le allocuzione del sindaco e del colonnello Gajani Bill i. Entrnmbi gli oratori hanno sottolineato l' importanza di questo atto uflìcialc in riconoscimento delle gesta gloriose di cui i nostri antenati furono protagonisti nelle campagne goitesi il 30 magg io l 848 e del legame storico e attuale che lega i Granatieri di Sardegna al comune di Goito, legame che è stato materializzato attraverso la costruzione, eseguita nel 1998 anche grazie · all'interessamento dell'allora Presidente Bovini, del Monumento del Granatiere, posto al lato del ponte sul fiume Mincio. «Goito, ha detto fra l'a ltro il sindaco, con questo riconoscimento vuole rinsaldare i legami che la uniscono ai Granatieri che oggi, in mutata dimensione, oltre ai compiti di difesa della Patria, sono impegnati nel nome dell 'ltalia in importanti ed apprezzate missioni di pace, non ultima l' intervento immediato a sostegno delle popolazioni d ' /\bruzzo colpite dal terremoto». La cerimonia è proseguita con i discorsi del Presidente provinciale A NGS Beli intani, del Presidente na7.ionale Buscemi e del Vice Prefetto Araldi. Concludendo, il sindaco Marchetti ha riformulato l'auspicio per tutti a rinsaldare ancor più il legame esistente fra Goito e i Granatieri di Sardegna. la manifestazione è proseguita con la deposizione della corona d'alloro al monumento ai Caduti e con la celebrazione della Santa messa nella Basilica di San Pietro. Al tennine del rito religioso i Granatieri hanno sfilato nelle vie della C ittà raggiungendo assieme alle autorità civili e militari il monumento del Granatiere dove è stata deposta una corona di alloro in onore e ricordo di coloro che diedero la vita per contribuire alla vitto1ia della I" Guerra di Indipendenza. Qui, allietati dalla musica della Banda di Goito diretta dal maestro Lcasi, i Granatieri hanno intonato e cantato a piena voce l' inno del Granatiere. La g iornata è poi proseguita nell'amena località go itese, con un rancio in un ristorante del luogo, dove, tra un piatto e l'altro, sono continuate le celebrazioni , i ricordi e lo scambio di doni, terminando il tutto con l'ultima intonazione dell ' inno dei Granatieri e un caloroso aJTivederci al prossimo anno.

Roberto Bel/i11tm1i

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ASSEGNATO IL PREMIO «CARLO CASALEG~O»

AL 1° REGGIMENTO GRANATTE.Rl DI SARDEGNA Roma - Lunedì 25 maggio 2009, nella Sala del trono presso il Circolo Ujfìciali delle Forze Armate di palazzo Barberini, è stato consegnato il XXXI Premio nazionale intitolato a Carlo Casalegno. li Premio,istituito dal Rotc11:y Club Roma Nord-Ovestper onorare la figura del g iornalista Carlo Casalegno, ex Vice Direttore del quotidiano torinese «La Stampa» assassinato vigliaccamente dalle brigate rosse nel I 977, è destinato a persone, istitu=ioni ed organizzazioni italiane e straniere che abbiano operato in armonia con g li ideali di lealtà e amici=ia ai quali è ispirata I 'ccione del Rotcu y lnternational. In particolare. il premio è stato assegnato alle Forze Annate in riconoscimento del costante e straordinario contributo assicurato in occasione di emergenze di carattere sociale e per la sicurezza della Patria, oltre che in lontani leatri di operazione. Erano presenti alla cerimonia di consegna, oltre alla vedova del giornalista scomparso, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, nonché Presidente della g iuria del premio, On. Gianni Letta, il Capo di Stato Maggiore della Dijèsa, generale Camporini. il Capo di Stato Maggiore del 'Esercito, generale Fabrizio Castagnetti e numerose altre Autorità civili, militari e religiose, ed ovviamente il Presidente del Rota1J1 Club Roma Nord-Ovest, Aljì'edo Vita li. Sono stati scelli quali premiali di questa XXXI edizione, per il loro costanle e diuturno impegno in molteplici opera=ioni sia sul territorio nazionale che a/l'estero: il / 0 Reggùnenro «Granatieri di Sardegna», in raf)presentan=a del 'intero Esercito Italiano, il Reggimento «San Marco», per la Marina Militare, ed il 15° Stormo C.S.A .R. (Comhat Search ancl Rescue), per /'Aero11a11tica Militare.

RIEVOCAZIONE DELLA STORIA DEI GRANATIERI Roma - Piazza del Campidoglio 1° ottobre 2009 Roma, per festeggiare i s uo i soldati, o ltre al patrocinio, non poteva che offrire il salotto più bello del mondo: Piazza del Campidoglio. Luci , s uoni, bandiere, lo spettacolo è esaltante. Il cuore palpita e g li occhi , leggermente inumiditi dalla commozione del ricordo degl i avvenimenti della storia, scintillano alle luci aiti ficia li. l giovani Granatieri sono pres i dal comp ito assegnato, espri-

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mono in ogni gesto, in ogni movimento l'esaltazione per il senso di appartenenza e l'orgoglio di esserci.

Le Autorità presenti sono attonite per uno spettacolo unico cd indescrivibile. Per tutti è il Sindaco On. Giann i Alemanno che ringrazia e ricorda il legame che lo lega alla Brigata avendo preslato servizio militare nei suoi ranghi . Ricorda inoltre quanto i Granatieri abbiano dato alla ciltà in termini di eroismo e cli sangue, specie nelle giornate de11'8- l Osettembre 1943, e come il Consiglio Comuna le, a nome di tutti i cittadini, abbia sentito il desiderio di rendere meri to nominando il 1° Reggimento "Cittadino Onara1io di Roma". La cronaca vede inizialmente l'On . Gcn. Torre dare il benvenuto ai numerosi presenti, Autorità, Granatieri in armi ed in congedo, ospiti, fa migliari, turisti ed innanzitullo cittadin i romani, rievocare il legame tra Roina ed i Granatieri cd invitare il Sindaco ed il Presidente Nazio nale Gen. Buscemi a portarsi sotto il Palazzo Senatorio, illuminato da fasci di luce oITcrti dall'/\CEA. Dopo gli interventi ha inizio la rievocazione storica magistralmente presentata da un giornalista d'eccezione: il Dott. Franco Di Mare della RA I. L' abbinamento professionalità ciel presentatore, luci. suoni, orgoglio cd impegno dei Granati eri, passione della regia di Pcllicanò, maestri a del Maestro Mori ungo e della banda d'ord inaza del IO Reggimento hanno fatto sì che lo "spettacolo'· sia stato trascinante, emozionante, indimenticabile.

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Si succedono i quadri storici e la scalinata cli Michelangelo è un crescendo di bandiere ed uniformi d'epoca. La visione è unica. I fotografi professionisti ed amatoriali rincorrono ogni minimo gesto per immortalarlo. La banda intona le musiche risorgimentali e del fante e conclude il suo conce1to con un omaggio a Roma ed alle sue canzoni. Al suono del Canto degli Italiani, alla presenza del Medagliere Nazionale, la piazza presenta il suo quadro finale d'insieme. E' un 'immagine unica. I presenti lasciano il più bel salotto del mondo entusiasti. Grazie Pellicanò, perché ci hai donato un altro momento d'orgoglio. Grazie Antonino, che hai fatto s ì che i Granatieri potessero scrivere un'altra pagina indimenticabile.

"La storia dei Granatieri di Sardegna attraverso le uniformi, le musiche e le bandiere" Nei 350 anni dalla fondazione del Corpo e nei 110 anni di permanenza nella Capitale Cittadini onorari di Roma dal 31 luglio 2009. Piazza del Campidoglio - Giovedì I ottobre 2009, ore 20.00 "La storia dei Granatieri di Sardegna, attraverso le uniformi, le musiche e le bandiere", questo il titolo della manifestazione che Comune di Roma e Associazione nazionale Granatieri di Sardegna, in collaboraz ione con ACEA, organizzano in piazza del Campidoglio per celebrare i 350 anni dalla costituzione del corpo e i I IO anni di permanenza nella Capitale. Centoquaranta figuranti nelle uniform i delle varie epoche, tratti dai militari del l O Reggimento Granatieri , rievocheranno -accompagnati dalla Banda d'ordinanza del Reggimento, diretta dal maestro Domenico Morlungo - gli episodi, le battaglie e gli eventi più salienti della storia del Corpo, dall'atto di fondazione del I 8 aprile 1659 ai nostri giorni, passando per l'epopea risorgimentale, l'Unità d'Italia, le campagne coloniali, la Prima e la Seconda guerra mcmdiale, la guerra di Liberazione e gli anni del dopoguerra. Si tratta di almeno 12 "quadri" viventi, impersonati dai granatieri nelle varie uniformi dell'epoca, che tracciano i gloriosi 350 anni di storia dei Granatieri di Sardegna e dei loro 11 O anni di s ignificativa pen11anenza nella Capitale d'Italia. Tntroclucono. i I generale Mario Buscemi, presidente del l'Associazione nazionale Grana-

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tieri di Sardegna, e il generale Antonino Torre. Presenta: Franco Di Mare, 54 anni, giornalista del TG 1, già inviato di guerra nei Balcani, in Iraq, in Afghani stan e in Medio Oriente. In apertura, la proiezione del filmato "A me le guardie!", motto dei Granatieri, che tracciano la storia del corpo dalle origini ai nostri giorni. A seguire, la rievocaz ione storica, accompagnata dalle musiche della Banda d'ordinam;a del Reggimento. TI 3 1 luglio scorso, il Consiglio Comunale di Roma - su iniziativa de l consigliere Antonino Torre, generale dei Granatieri - ha votato e approvato la delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria al l O Reggimento Granatieri di Sardegna quale testimonianza so lenne di apprezzamento e di affetto per la costante opera di presidio alla Capitale svolta dal Corpo e a riconoscenza del profondo legame stabilito da i Granatieri con il popolo neg li oltre 11 O anni di presenza in città. Oltre al significato del lungo periodo di permanenza a Roma, il legame più forte con la città si registrò nelle giornate dell'8, 9 e IO settembre 1943, allorché i Granatieri, sostenuti in molti casi dalla popolazione, si opposero con grande senso dell'onore, cli sacrificio, di abnegazione e di valore (come nel caso del tenente Raffaele Persichetti, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria) all'occupazione di Roma da parte delle truppe germaniche. Tn quei drammatici frangenti, molte zone della città (da Porta San Paolo alla Montagnola) si cop1irono dei corpi senza vita di quei ragazzi provenienti da tutta Italia e che, in quelle tragiche giornate per le sorti della Capitale d'Italia e nella Nazione intera, si sentirono cittadini di Roma, difesa come se dife ndessero la propri a casa, la propria città.

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ROMA Comunt di R.oma

Protocollo RC n. 7620/09

Deliberazione n. 77 ESTRATTO DAL VERBALE DELLE DELIBERAZJONI DEL CONSIGLIO COMUNALE Anno 2,009 VERBALE N. 56 Scduia Pubblica del 31 luglio 2009 Presidenza: POMARICI L'anno duem ilanove, il giorno di venerdì trentuno del mese di luglio, alle ore 16,30, nel Palazzo Senatorio, in Campidoglio, si è adunato il Consiglio Comunale in seduta pubblica, in seconda convocazione, ai sensi dclrart. 35, comma 3 del Regolamento, per i soli oggetti già iscritti all'ordine dei lavori della seduta del 30 luglio, tolta per mancanza del numero legale, per i quali non si è fatto luogo a deliberazioni. Panccipa alla seduta il sot1oscritto Vice Segreta rio Generale, dott. Massimo SCIORJLLI. Assume la presidenza dell'Assemblea il Presidente del Consiglio Comunale Marco POMARJCJ, il quale dichiara aperta la seduta e dispone che si proceda, ai sens i dell'ar1. 35 del Regola memo, all'appello de i Consiglieri. Eseguito l'appello, il Presidente comunica che sono presemi i sottoriponati n. 20 Consiglieri: Aurigemma Antonio, Berruti Maurizio, Cantiani Roberto, De Priamo Andrea, Di Cosimo Marco, Fioretti Pierluigi, Gasperini Dino, Gazzellone Antonio, Gramazio Luca, La Fortuna Giuseppe, Mas ini Paolo, Masino Gi orgio Stefano, Nanni Dario, Orsi Francesco, Parsi Massimi liano, Pomarici Marco, Quarzo Giovanni, Rossin Dario, Torre Antonino e Visconti Marco. Giustificato il Consigliere Molliconc Federico, in mi~one. Assenti l'on. Sindaco Giovanni Alemanno e i seg\1enti Consiglieri: Aiuti Fernando, AJzetta Andrea. Angelini Roberto, Azuni Maria Gemma, Bianconi Patrizio, Casciani Gilberto, Cassone Ugo, Ciardi Giuseppe, Cirinnà Monica, Cochi Alessandro, Cora tt i Mirko, De Luca Athos, De Luca Pasquale, De Micheli Francesco, Ferrari Alfredo, Guidi Federico, Marroni Umberto, Mei Mario, Mennuni Lavinia, Naccari Domenico, Onorato Alessandro, 07.zimo Daniele, Panecaldo Fabrizio, Pelonzi Antongiulio, Piccolo Samuele, Policastro Maurizio, Quadra na Gianluca, Rocca Federico, Ru1elli Francesco, Santori Fabrizio, Siclari Marco, Smedile Francesco, Stampete Antonio, Storace Francesco, Todini Ludovico Maria, Tredicine Giordano, Valcriani Massimiliano, Vannini Scatoli Alessandro e Zambclli Gianfranco. Il PRESIDENTE, consta tato che il numero degli intervenuti è sufficiente per la va lidità della seduta agli effeui deliberativi, comunica cbe il Consigliere Storace ha giustificato la propria assenza.

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Partecipano alla seduta, ai sensi dell'art. i l del Regolamento, Okeadu Victor Emeka e Salvador Romulo Sabio.

Consiglieri Aggiunti

Partecipa ahresi alla seduta, ai sensi dell'ari. 46 del Regolamento, l'Assessore Corsini Marco. (O Ml S S 1 S) A questo pumo il PRESIDENTE nomina per l'espletamento delle fo nzioni di Consigliere Segmario il Consigliere Nanni in sostituzione temporanea del Segretario assente Consigli ere Zambelli. (OMISSIS)

87" Proposta (di iniziativa consiliare) del Consigliere Torre

Conferimento della cittadinanza onoraria di Roma al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna. Premesso che lo Statuto - io armonia con le disposizioni dell'art. 3 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali, approvato con Decreto Legislativo I 8 agosto 2000, n. 267, e s.m.i. - prevede all'art. I, commi I e 2, che il Comune di Roma rappresenta la comunità di donne e uomini che vivono nel suo territorio, ne cura gli interessi e ne promuove il progresso e che, consapevole delle responsabilità che gli derivano dalle straordinarie tradizioni e peculiarità storico-politiche e culturali della città - Capitale d'Ita lia, si impegna a tutelarne e valorizzarne il patrimonio storico; Considerato che il 18 aprile 2009 si è celebrato il 350° anniversario della costituzione del Corpo "Granatieri di Sardegna", il più antico Corpo Militare Permanente d'Europa; Che la ricorrenza ha acquistato uno straordinario interesse ed una speciale solennità nella città di Roma in virtù del forte legame di storia, di affetto e di senso di reciproca vicinanza che intercorre ira i cittadini romani e i Granatieri, al punto che questi ultimi che costituiscono da ben 110 anni la truppa di presidio alla Capirale - vengono considerati "i soldati di Roma"; Che, oltre al significato del lungo periodo di permanenza a Roma, il legame più forte con la città si registrò nelle giornate deU'8, 9 'e IO settembre 1943, allorché i Granatieri, sostenuti in molti casi dalla popolazione,' si opposero, con grande senso dell 'onore, di sacrificio, di abnegazione e di valore, all'occupazione di Roma da pane delle trnppe germaniche; Che, in quella occasione, molte zone della città - Montagnola, Via Ostiense, Magliana, Porta San Paolo, il corso del Tevere e altre ancora - si coprirono dei corpi senza vita di quei giovani ragazzi provenienti da tutte le località italiane e che, in quei momenti, si sentirono cittadini di Roma, difesa come se difendessero la propria casa, la propria città; Che que l tributo di sangue non è stato mai dimenticato dai romani che sanno di poter contare, ancora oggi, sulla piena disponibilità dei Granatieri, impegnati nell'Operazione "Strade sicure" e in ogni evento pubblico (calamità, cerimonie od altro}; Che per le suddette ragioni il Comune di Roma intende tributare un solenne riconosc imento al 1° Reggimento dei Granatieri di Sardegna;

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1\tteso che in dat.i 9 Jugho 2009 il Cap0 di Gabinetto ha csptcsso. in ordine 3lla prnposta di iniziativa consiliare in argomento, iJ parere che di seguito imcgralmcntc si ripoms: ''Ai sensi e per- gli cffcui dcll'a.a·1. -19 del Dt:cn;to Legislativo l8 agosto 2000 o . 26 7 'Te.sto Unico delle leggi sull'ordinamento degh E nti Locali'. si esprime JJttrcrc favorevole in ordine :1H::, rcgofari1:l tecnica della propos1:1 d i deliberazione in oggetto

JI Capo di Gabinclto

F'.to: S. Gallo";

IL CONSIG LIO COMUNAtE per i motivi indicati nelle p remesse

fl EI.IBF.I\A d i conferire 1i:t citt.tdinanza onoraria d1 Roma a l 1° Rcggimcn10 dei Granatieri di Sàrdcf;ml quale lcstimonian.z.a s.olennc d i ~1pprezzamcnto e d i aftèuo per la c()s1:m1c opera d i presidio 1111:, C::ipita1e svolta dal Corp<) e:, riconosccnz.i. del profondo kgame i.t..11hilito d:ii Gramuieri con il r>opolo n,m:mo n-cgli oltre I 10 anni d1 prcse,tz:i in ciuit. L~1 Scg1t'lc.-ria Gc.ncr.ilc c;omu:tic~ d1e la Confen.'m'.a dei Presidenti dei Gruppi Com,iliari. nella scdut3 tlcl 27 luglio 2009. h<• t"Sprc.sso parere favorc,·olc.

(OMISSIS) 11 PRESIDENTE invna qmnd1 11 C.:ons1gho alla vo1aziOl'le. e-On procedimento cfcmo,uco. della ~urriporlata propos1a di ddibt1a1:io1:c. rrocc:dutosi allt1 vo~i ione ndt:i fonn.i come sopra indicam, 1l Presiden1e. con J'assii.tenza elci Segrcu,n, dichi3ffi c he la proros1a d1 detihcr.i71c,ne nsl1ha .:ipp10\';,\l:'I 31J'un.anim11à, con 2f, vo11

favorevoli. l lanno partccip::110:111:l vo1a:Lione i seguenti Con-.ighen: ,,u,igcmma, Bcm111. Bfar>coni. Cantiani, Ci,udi. Dc Priamo, 1)1 Cosimo. G3S:pcrini. Gàadlone, Gr.imaim. L3 Fo1luna. Maslno, Mci, Nanni, Ors,, P:irsi. Piccolo. Pomarlci, QuarzQ,

Rossin, $:mtori, Todini. Torre, Trerlicine. VanJlini Sca1oli e Viscouti.

l..a prCS<:me de.lib('rn:Lione asrumc 11 n, 77. (O M I SS I $)

IL l'Rl;SIDENTE M . PO~l,\RIC!

Jt VICE S EGRETARJO GENERALE M. SC!ORILLI

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CONVEGNO I GRAl'IATIERT E LA CITTÀ DI ROMA Museo Storico "Granatieri di Sardegna" 13 ottobre 2009 Dopo l' indimenticabile serata in Piazza del Campidoglio, il giorno 13 ottobre 2009, sempre con il patrocinio del Comune di Roma, si sono concluse al Museo Storico in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, le celebrazioni del 350° anniversario della costituzione della specialità, iniziate in Torino in occasione del raduno nazionale e protrattesi per h1tto l' anno in tutta Italia. 11 tema del Convegno "l Granatieri e la città cli Roma", è stato un doveroso ricordo e ringraziamento alla città di Roma che, per merito dell'opera dell'On. Gen. Antonino Torre, ha voluto festeggiare il "compleanno" dei suoi soldati: i Granatieri, "I soldati della Capitale" e ricordare i 11 O anni della loro permanenza nella città. 11 Convegno, che ha visto la partecipazione d i numerosi ospiti, è stato presieduto dal presidente Nazionale Geo . Mario Buscemi, ed ha visto alternarsi quali oratori due illustri e qual iticati Professori dell'Università di Roma "La Sapienza": il Prof. Antonello Bigini, Ordinario di Storia cieli' Europa O rientale, Direttore del D ipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia - Facoltà di Scienze Umanistiche, ed il Prof. Giuseppe Conti, Professore associato d i Storia contemporanea, presso ·


la Facoltà di Scienze Politiche, il Presidente del Centro Studi Gen. Ernesto Bonelli ed infi ne il Comandante della Brigata Granatieri di Sardegna Gen. B. Filippo Ferrandu che ha presentato un quadro dettagliato della situazione attuale e delle prospettive future della Brigata Gli interventi hanno reso omaggio storico a Roma ed ai Granatieri ed alla loro simbiosi che scaturisce da eventi che di giorno in giorno rafforzano questo legame affettivo. Ogni Granatiere, da quals iasi angolo di Italia provenga, s.i sente romano e Roma ricambia con abbracci materni. Questo è stato lo spirito del Convegno e l'intcrvento conclusivo del Gen. Torre, che ha portato l' indirizzo d i saluto del Sindaco On. Alemanno, ha evidenziato tale aspetto. E' stata una mattina di cultura e cli approfondimento m.orale della nostra storia. Mi auguro che queste bellissime iniziative sulla secolare storia de i Granatieri possano proseguire per non dimenticare il nostro passato. Nelle origini vanno attinte le certezze del futuro.

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CONCLUSIONI Quanti anni sono trascorsi dal g iorno nel quale, col deporre il grig ioverde affrate llante, staccammo da noi i l simbolo tangib ile della passione gloriosa. Il tempo passa veloce, segnando il rilmo in ferna le della vita moderna, cancellando dalla memoria i ricordi dolci e cari colla spugna del diuturno travaglio che s i riassume nella dura lotta per l'esistenza . C i pare che solo ieri sia avvenuto il distacco dalla fam ig lia di e lezione per ritornare alla casa paterna tra la famiglia che ans iosa ha trepidato. che ha gioito e pi anto, che ha atteso con fiduciosa speranza . Gli anni sono passali ; la gioi a ed il dolore di altri temp i si sono affinati nella lontananza e una punta di malinconia lieve si genera nelle rimembranze. Una gioia c i invade e ci prende vici no al cuore sentendo la risposta data dalla memoria che riporta, magari velato dal la lontananza, l'episo__ . ·/:*;·~~ dio 1ieto o triste, i I j fatto che un giorno passò come insigniticantc e che ogg i assurge in tutta la s ua profondità e significato. Amici, amici carissimi . Fratelli che ci foste più che fratelli nell 'ora grigia dello sconforto e nella radiosità delle g ioie sublimi. Amici nostri, che nella spensi eratezza giovani le sorrideste nei momenti epici; che fate? Compagni , dove siete oggi ? Fummo g ranatieri , portammo il grig ioverde con fi erezza; custodimmo un pesantissimo fardello multisecolare di glorie pazientemente accumulale con costanza da miglia ia e mig liaia cli nostri predecessori, volem mo con fermezza mantenere immacolato il candore degli alamari che portammo con orgoglio. Dopo aver serv ito con fcclelt,\ cd in umiltà, venne il dì del distacco dalla grande fa migli a che salutammo colla gioia su lle labbra, col canto sgorgante dalle gole rauche e con indefinita tris tezza nel cuore. Ci sal utammo con un nodo a lla gola sapendo che in quell'istante si compiva l'abbraccio ad amicizie vere e sincere e ci avviammo ognuno per la nostra strada, verso il destino nuovo, verso la nuova vita non più spensierata e gaia. el cuore rimanemmo granatieri. Al Reggimento lasciammo un posto da sostitui re con un nuovo e g iovaniss imo figlio di

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questa nostra temi eroica; al Reggimento lasciammo le spoglie del vestito cogli alamari. Tornammo alle nostre case e ai nostri affetti portando impressi nel cuore quegli alamari dei quali ci fregiammo con orgoglio. Nacque così in noi la malinconia del ricordo che elevanuno a religione. Sentimmo di essere più che mai granatieri , anzi più granatieri ancora di quando gli al amari portati con baldanza giovanile ci imponevano durissimi obblighi e gravi sacrifici. Sentimmo la forza, temprata nella disciplina fem1a impostaci, socco1Terci nel duro cimento della vita libera e ci trovammo buoni nell'animo, puri negli ideali, sicuri nella lolla, fieri nella vita e audaci nell'azione mai improntata a foll ia. Granatieri oggi ci sentiamo e ci cerchiamo per abbracciarci. Quando fra la ~-~"~ ~ \1 folla che si agita nel turbine del!'esistenza è data la g ioia ai nostri occhi di scorgere due a lamari portati con fiera baldanza dai venti anni di un nostro fratello minore, noi sentiamo che nel nostro 111terno avviene un qualcosa di verac; ..... \Alf.. •( C, .,. ; "'...,a {(. ~ fl~ ~::r:~~: mente grande - ' che sbocca in gioia e salutiamo il fratello minore che vorremmo abbracciare. Allora l'ondata dei ricordi nasce spontanea. Passa il ricordo della caserma, della branda, del tavolato, afflora un nome caro dimenticato, ritorna lucido il ricordo di un fatto; di cento fatti. Si ricorda l'amico sincero, affc:òonato e leale col quale si divise il pane, il gruzzolo e la sigaretta: col qua le si rise e si pianse, col quale ci si confidò ottenendone la massima confidenza; all'amico con cui si condivise tutto, che non ebbe segreti, che seppe trovare la parola di confo1to quando se ne ebbe bisogno e che fu di sprone e di incitamento nell 'azione. Ci riuniamo per agitare ancora e sempre la fiaccol a della nostra fede nei più alti ideali cli Patria. Per combattere ancora per la causa santissima che ci lega all'avvenire cli questa nostra Italia. Non vogliamo dimenticare come mai dimenticam mo quell o che facemmo. Fummo usi a dare tutto senza nulla chiedere e tutto offrinuno umilmente, con bontà e con severa coscienza del nostro sacrificio. Dobbiamo tenerci pronti a rivesti re ancora la divisa della passione; dobbiamo avere la certezza che se gli alamari orneranno ancora un giorno il nostro collo, di essi noi saremo degni come lo fummo in passato, e ad essi e per essi noi daremo ancora come abbiamo dato, con amore e con fede. ~

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Necessita coltivare la religione del passato; bisogna ricordare, ricordare sempre. TI I Osettembre 1945 a Mittenwald in Baviera sostò una di quelle tradotte che riportavano in Patria i soldati italiani superstiti dai campi di prigionia di Polonia e di Germania. Ne discesero alcuni granatieri, laceri, sporchi , ma con ancora visibili sul colletto dei loro sdruciti cappotti gli alamari e sul berrelto le granate ciel fregio. Erano granatìeri ciel 3° Reggimento che, dagli avvenimenti del settembre del 1943, erano stati getlati , ignari e incolpevoli, in oscura e dolorosa prigionia. Essi scorsero ad un tratlo nella campagna vicina, su lle 1i ve dell ' Inn, uno dei loro Ufficiali, che era disceso da altra tradotta e che non vedevano da due anni. Corsero a lui, lo circondarono, lo salutarono c non gli raccontarono le pene, le ansie, le fatiche, il freddo, la farne sofferti, né gli parlarono dei loro paesi e delle famig lie che agognavano rivedere (molti non ne sapevano da mesi e mesi più nulla), ma gli chiesero subito: "Che ne è della nostra bandiera?" E quando l'ufficiale trasse da una sua sacca sdrucita il rosso, il verde, la freccia e le medaglie della bandiera di guerra del reggimento, e spiegò che le altre parti erano in consegna ad altri Ufficiali, a quei semplici soldati si riempirono gli occhi di lacrime e i più di essi si chinarono a baciare i resti del loro tricolore. Quel loro gesto non era retorico, né fetici smo verso simboli, era il semplice, sano sentimento di quei cuori di granalicrì, di soldati italiani che, nei lembi laceri della loro bandiera, rivedevano la Patria, la tradizione secolare dei loro Corpo, i compagni caduti e i dolori sofferti. Era l'espressione semplice e pura della forni della tradizione e del senso dell'onor militare. Granatieri, nelle rimembranze è la nostra forza di ieri; in esse risiede quella di oggi e ad esse attingeremo q uella delle lotte del domani che attenderemo con immutata fede e con ardente speranza. Granatieri funm10 e granatieri siamo e saremo. La nostra fede manteniamo tersa col ricordo, così puro l'animo ispirandoci al passato, rinnovando il nostro g iuramento di fede, di amore e di dedizione alla Patria. Viviamo del ricordo dolce, riandiamo col pensiero all'episodio, riesumiamo il fatto che un dì ci commosse, che ci riempì l'animo cli gioia o che ci strappò le lacrime dag li occhi. Ai vivi cd ai morti il nostro deferente pensiero, ag li umili , agli oscuri, agli eletti, ai ricompensati e ai dimenticati la nostra parola piena di lontananze nostalgiche. Che nella bisog na i nostri gloriosi M orti ci assistano e ci sorreggano.

549


SEMPRE AVANTI GRANATIER!

"TANTO ESGUITE. E CHE DIO NOSTRO VI CONSERVI" 550


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I FRANCOBOLLI

Posteitaliane

p,.oduzione

filatelia

Emissione di un fran cobollo appartenente alla serie tematica "Le Istituzioni" dedicato al Corpo dei Granatieri di Sardegna, riel 350° anniversario della costituzione Poste Italiane comunica l'emissione, per il giorno 16 aprile 2009, di un francobollo appilrtenente alla serie tematica "le Istituzioni" dedicato al Corpo dei Granatieri di Sardegna, nel 350° ilnniversario della costituzione, nel valore di€ 0,60. Il francobol lo è stampato dall'Officina Carte Va lo ri dell' Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta fluorescente, non filigranata; formato carta: mm 40 x 30; formato stam pa: mm 36 x 26; dentellatura: 13 x 13 1/4; colori: cinque; tiratura: tre milioni e cinquecentomila esemp lari; foglio: ci nquanta esemplari, valore"€ 30,00". La vignetta raffigura, entro una cornice o rnamenta le, un Granatiere di Sardegna che indossa l'uniforme ufficiale del 1659, afliancato da una schiera di Granatieri con la divisa di rappresentanza attuale. Completano il francobollo la leggenda "CORPO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA 16S9-2 009", la scritta " ITALIA" e il va lore " € 0,60". Bozzettista: Maria Carmela Perrini. Roma, 16 apri le 2009

lljiw1cobollo del 350° Anniversario tiella costituzione dei Granatieri

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Cent.

POSTE

20

ITALIANE TRE SECOLI

DI OLORJA

Frm1cobollo sui Granatieri emesso nel ventennio ed in occasione del trecentenario.

554


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BIBLIOGRAFIA 1. TESTI

Domenico Guerrini Ravennate di nascita, .fì1nel 1883 sottotenente nel 1 ° Granatieri, nella Brigata rùnase .fìno alla promozione a capitano conseguita nel J89 J, a scelta eccezionale per le sue preclare doli di carauere e di cultura. Entrato nel corpo dì S M raggiunse i più alti gradi della gerarchia, conr.;tn•1,t .,. ,.,. AMm,.,.. servando sempre colla noslrajàmiglia Legam i intimi e consuetudine di affetto. Fu di nostra storia lo scrittore i!{/ìciale, pubblicando nel J902 quel poderoso volume di memorie storiI G.RA~ATrEIU che, che sono dedicale ai passati, perché i venDI S.'\JU)EGK'A turi continuino a.fàrle gloriose. Nella prima parte dell'opera è narrata la vita dei granatieri dalla costituzione del Reggimento delle Guardie ( 18 aprile 1659) attraverso le vicende del Ducato di Savoia e dei Regni di Sardegna e d' Italia, sino al 1900 . ...,.. Nella seconda parte sono descrille le imprese, cioè tutte le batlaglie. tutti gli assedi cui parteciparono i granatieri contro i Turchi, contro la Francia, contro La Spagna, contro l 'Austria.fino aile lotte per il nostro risorgimento e alla prima nostra impresa coloniale, quella di Eritrea. Numerosi piani, schizzi, Jotografìe, docume111i. arricchiscono il volume che rimarrà il nostro testo classico e che i giovani z,df,ciali ricevono dai vecchi, perché leggano, imparino, meditino. Non fu solo Domenico Guerrini, storico oratore preclaro. li 18 aprile J 909, alla presenza della Maestà il Re, inauguravano i granatieri di Sardegna nella loro casenna Umberto I in Roma, una colonna votiva, in quella contingenza, il Guerrini tenente colonnello di S. M. fu nella austera cerimonia, l'oratore L!f!ìciale. Chi scrive, che ad essa assistette, ricorda ancorn oggi con eniozione il severo e nobile discorso, dal Guerrini pronunciato, che terminava così: "la nostra vita è breve o granatieri, ma la vita del! 'anima non conosce tempo. Sono con voi oggi quegli spiriti nella giocondità della vostra.festa, saranno con voi, quando la voce del Re vi chiama al cimento della guerra per la fortuna e per l'onore della Patria. Ognuno di voi allora, avrà nel! 'anima cento anime, le esperienze e le virtù di quelle cento anime si tra.~/onderanno nell'animo vostro. Cosi voi siete ora col proposito e sarete quando occorre, dovunque, comunque, col!' opera, buon sagg io di quello che valga La virtù dei passati a ringagliardire L'animo di chi ne ha ereditati il nome e la gloria. " Due guerre contro la Turchia e contro l'Austria si sono susseguite a quella ceri-

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557


monia del tempo lontano e le numerose citazioni ali 'ordine defl 'esercito, le numerosissime ricompense concesse, le rnigliaia di.fiorenti giovinezze, in olocausto alla Patria ojjèrte nei deserti lìbici, nelle pietraie carche, sulle Alpi nevose, su/fiume sacro hanno ampiamente corroborato e confermato le parole dell'illustre Guerrini sicché si può ciffermare che egli fu. buon vaccinatore del.fitturo nostro che costituisce oggi una pagina fùlgidissima del nostro passato di ieri. Nwnerose e magnifiche le pubblicazioni storiche di Domenico Guerrini, ma noi granatieri con memore e devoto qff'etto ricorderemo sempre il grande scomparso, quale nostro storico e per il Lustro che ha procurato alla nostra.famiglia colla sua superba attività. Giugno- 1928. Granatiere GJACCHJ.

ENZO CATALDI

GRANA TIERJ DI SARDEGNA

STORIA DEI GRANATIERI DI SARDEGNA

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I GRANATIERI DI SARDEGNA NELLA DIFESA DI ROMA DEL SE1TEMBRE '43

VENTICINQUE ANNI DOPO

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2. PERIODICI DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SAR DEGNA E DELLE SEZIONI DIPENDENTI

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LA GAVETTA del Grauatim

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3. DOCUMENTI PRINCIPALI CUSTODITI PRESSO IL MUSEO STORICO GRANATIERI Dl SARDEGNA. (La quasi totalità delle foto e dei documenti riprodotti nel test sono custoditi presso il Museo Storico dei Granatieri di Saedegna). a. "Storia del l O Reggimento Granatieri . 1835" redatta dal Marchese Annibale Panzone di Montaldo, già Capitano del Reggimento. b. Cofanetto, ubicato nel Salone d'onore del Ì\foseo Storico dei Granatieri di Sardegna, che cus todisce i documenti original i ciel lascito del Duca cli San Pietro. c. "La valle di OULX e le g uerre per la successione d ' Austria. La Battaglia cieli' Assietta", scritto dal Sac. Per acca Luigi Francesco. Torino 1909. d. Opuscolo celebrativo redatto un mese dopo la vittoria dell'Assietta da Giuseppe Bartoli. e. "Appunti sugli avvenimenti militari del Nizzardo" "Operazioni dei Granatieri delle G uardie al Raus. Appunti del Colonnello Cecil io Fabris, Capo della Sezione storia del Comando del Corpo di Stato Magg iore, Compilato ne ll'estate del 1894." f. Reggimento Guardie. JI Cavaliere Massimi liano di Montezemolo alla Saccarella (26 aprile 1794) ( ora Colonnello in Comando nel Corpo de i Reali Veterani).

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SALE MUSEO STORICO

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LE ALTRE MEDAGLIE D'ORO (la maggior parte concesse a Granatieri fuori Corpo) CROLLALANZA Giacomo Capitano in s.p.e. dei Granatieri Partigiano combattente luogo di nascita: Modica (Ragusa) Data del conferimento: 1944 alla memoria motivo del conferimento Fierissima tempra di comandante, nella lotta partigiana profondeva la fede antifascista, il leggendario suo coraggio, la giovani le baldanza e la somma delle sue alte virtù. Evaso dalla detenzione fascista, prima semplice paitigiano poi comandante di distaccamento sabotatore, di battaglione e di brigata nella Val Ceno tutti superava per ardimento sublime e supremo sprezzo del pericolo che fecero di lui l'acclamato comandante di tutte le forze partigiane della provincia di Parma. Circondata ed attaccata cli sorpresa la sede del Comando da soverchianti forze fasciste, mentre alcuni compagni-cadevano sotto l'intenso fuoco, affrontava intrepidamente gli assalitori e cadeva colpito da raffiche di mitraglia. Il suo eroico sacrificio incitava i compagni alla riscossa e, quale luminoso simbolo, ispirava nel Parmense la lotta partigiana fino alla liberazione. Val Ceno, 12 maggio 1944; Bosco di Corniglio, 17 ottobre 1944.

GOVONI Aladino Capitano cli cpl. dei Granatieri Partigiano combattente luogo di nascita: Tamara di Copparo (FE) Data del conferimento: 1944 alla memoria GOVO N l

AL AD I N O Cdi Corrado l

da TAMARA (l'crraru) CAPITANO -

1° Gronnllerl

e Dopo essersi battuto con slancio e coscicnh.: v.Jlol'c ulla Cccch ignola e nJln Porta S. raolo nlla tcst:i,di unn compai;nla di Granallori nulla giornaw d~J scttcmbro 1943, 1>arlc· cipava con pronta c.:d nl'dimcntosa dcelsionc al movimcntv rH Jibcnu.ionu. Si distjngucvn brillantemente come organfzz.n~ 1ort..: cd unimatorc, dando in cit·coslnnzc partkolanncntc dilficili e l,clln effettuazione cl.i numerosi colpi di manu, pro\'U :,;ìcura di ferme.un c.l'nnirno e di indo111tco cor:igg.io. lt1!\I· , tcnt\?rm!ntu ..: conti11umnentc. bruccnto dallo poliziu 11uzifoM:istn che lo sapevo uno dc1 più animosi CUJ>i i..lc Jta rcsi~lt!OlH, i-ifiutovn di allonto.narsi dal suo posto di lolla, siu

purt.! tcmponrncnmcnti.;. Dopo c~scrc sfuggi to due volte allu

cnllur:1, 1rnUo finalmente in orrcsto dalln polizia tedesca u lu11g:u11cntc interrogato e torturato, manh.:ncvu lcrmo cd \.'scmpbr.,; con1cgnu nulla rivclnndo. Sncrificato alla rupprcsnslia nemica, c<1dcva per Il l rloolo dcliii idcnli di libcrt~ \! di P.,trin •. Ru111u • Settc111hrc 1943·24 111<1rw 1~44

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DI MARZIO Gioacchino Tenente di cpl. ( Fanteria , lV battaglione co loniale «Toselli ») luogo di nascita: Spoltorc (PE) Data del conferimento: 194 l alla memoria 01

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PERSICHELLI Sila Colonnello ris. ( Fanteria, IV battaglione coloniale « Toselli »a. 2" Brigata coloniale) luogo di nascita: Monte Reale ( AQ) Data del conferimento: 194 l I I.

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CIRIACI Dino Sottotenente in s.p.e. ( Fanteria, XCVII battagl ione coloniale) luogo di nascita: Lanciano (Chieti) Data del conferimento: 1941 alla memoria C lRIA C I

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PORCELLI Tullio Tenente di cpl. di Fanteria LXV[I battaglione coloniale luogo di nascita: Napoli (NA) Data del conferimento: 1940 alla memoria POR C EL L I

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SO'ITOTENE.NTE - 3u Gmna llcri ( G .S .) LXVH Battaglione Culoniah.:

• b ~cmpio l u lgitlis:,imu di a!h; \'Ìrl ù militari e di nob1k ... piriH, di sacr ifido. rius.civ.a con irrl·frcnabilc- sJ:uu:o ;, t1a\·o lg1,,rc ripdufalli..:ntc fort.e ribt:Bi ~\·ccchian ti. in una l\1lta '!>.."!T.ll.t di a~~ah i e contr:1ssahi. f..:rilO, ..:.u minmn·~ con iJ1do111it::t ammire\'ok fit..!rc7..za a tener lesta all'a\'Vcf'sario. ' n'- il :Jndo I.! rinunt.iando a d <:gni cura. Sanguinante cd t•..,1c11ua10. alJ'intim:v.iont..• d i n:.!.a da J>art.i: del n cmicu, 1;;u;çollc Il.! proprie fori:e:, si landava con br1l1:o konino , ul1·avvcr'ii.~rio, alla teMa del suo t c!parto, in u n d hpc rato c:u q iu n corp.J, finché colpito una seconda \·olla a m urtc. ~i abbath. ,·a a l suolo incitando fino all 'ulti mo i p1·opri uomini :i.li.a resistenza e additando loro con invitto c~mp io h: vie lunù~ nos\! dd dovere e del nobile eroico ~.crifido •. Salta - Baugiu (Amara), 10 giug11u 19,1{)

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PELLIZZARl Germano Capitano in s.p.e. R.C.r.C. della Somalia luogo di nascita: Padova (PD) Data del conferimento: 1937 motivo del conferimen to

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GUtRRA ITALO • ABI SSINA

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MICHELAZZI Luigi Tenente in s.p.e. UI ballaglione arabo - somalo luogo di nascita: Firenze (Fl) Dala del conferimento : 1936 all a memoria motivo del conferimento Volontario in /1..0., in aspro combatti mento, eseguiva animosamente, col suo plotone mitraglicri, audaci sbalzi per portarsi a breve distanza dal nemico e batterlo p iù efficacemente. Durante violenti contrattacch i sferra ti di notte dall 'avversario, accorreva presso una mitragliatrice resasi inservibi le e con i superstiti la difendeva strenuamente, con lancio di bo mbe a mano , dagli assalti nemici, riuscendo in breve tempo a sostituirla con altra efficiente ed a ricacciare l'avversario. ln altra cruenta battaglia, dava nuova fu lgida prova di generoso ardimento. Benché comandante interinale cli una compagnia non impegnata in azio ne, assumeva volontariamente il comando di un plotone mitraglicri destinato a far pa1te di una colonna operante. Attaccato da forze soverchianti, dirigeva il fu oco delle sue armi con calma cd abi lità esemplari, contribuendo validamente a stroncare i violenti assalti dell ' avversario. Nella fase più viva e micidiale del combattimento, accortosi che un grosso nucl eo di abissini era g iunto minaccioso a pochi passi dalle nostre linee. si precipitava coragg iosamente su di un'arma e, azionando questa persona!-

57 1


mente, lo mitragliava co n estremo vigore. Colpito a m orte, in pieno petto, da una foci lata sparatagli a bruciapelo si abbatteva sull 'arma, continuando, fino all'ultimo resuoi spiro, ad 1.ncuorare ascan. Esempio magnifico di eroismo. Birgot, 24 - 25 aprile; Segaré, 21 luglio 1936.

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Birgo1 24·2S aprile 1936 • Sci:arè 21 lttgliv 1936

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ZUCCHI Aldo Tenente in s.p.e. (Fanteria, XX battagl ione colon iale) luogo di nascita: Firenze (FI) Data cie l conferimento: 1939 alla memoria motivo del conferimento Fiera tempra di combattente, rifiutava una destinaz ione di pri vilegio per tornare fra i suoi ascari e viverne così i rischi ed i disagi nelle operazioni di grande polizia. In un aspro combatti mento, intuita la critica situazione di un reparto avanzato, si poneva, con generoso slancio, alla testa di pochi animosi che, trasc inati dal suo esempio in terreno quanl'o mai di ffi cile, si lanciavano ard itamente sull' avversario, travolgendolo. Caduto mortalmente ferito, alla testa dei suoi ascari, a coloro che si prodigavano per soccorrerlo, rispondeva: « Lasciatemi , onnai per mc è finita. Date addosso ai ribelli e prendeteli ». Spirava poco dopo gridando, in un supremo sforzo: « Viva il XX battaglione ». Esempio sublime di alte vi rtù mil ita ri e di generoso cosciente sereno sacrificio. Debrasina, 24 marzo 1939. MARIN I Filippo Sottotenente di cpl. I battaglione coloniale luogo di nascita: Messina (ME) Data del conferimento: 1935 alla memoria Medaglie d ' Oro ol Va lo, Militare n-1:11·1..t• ~H 1?'1 1,,

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19.16 XIV


IANNELLI l\1elchiorre Tenente s.p.e. fanteria granatieri l O reggimento fanteria Divisione "Littorio" luogo di nascita: Catanzaro (CZ) Data del conferimento: 1938 alla memoria motivo del conferimento Des ignato, per le belle prove date, ad assumere il comando di una compagnia di arditi irrompeva al canto di "Giovinezza" sulla posizione nemica, impegnando aspra lotta con l'avversario superiore di numero. Mentre alla testa dei suoi poneva piede sul raggiunto obiettivo, una palla nemica lo colpiva mo1taln1ente. Dolorante per la ferita, si preoccupava solo cli informare il suo comandante ciel brillante esito del1'azione. Moriva all'ospedale dopo pochi giorni di stoica agonia, col pensiero e col cuore rivolti al suo reggimento. 0 .M.S. , 28 dicembre 1938

BOTTINO Angelo Capitano Corpo Garibaldini 1° reggimento volontari garibaldini luogo di nascita: Asti (AT) Data del conferimento: 6- J 2- 1866 R.D. alla memoria motivo ciel conferimento Guidando valorosamente la colonna d ' attacco rimase mortalmente ferito e rnorì pochi minuti dopo.

ROR.\I (di) Giuseppe Medaglia d'oro al valor militare Capitano ( Fanteria , Comandante della 1° compagnia del 7° battaglione eritreo ) L uogo cli nascita: Loreo (RV) Data del conferimento: 01/10/1925 Alla memoria

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BERNARDINI Oreste Capomanipo lo 202° Legione CC. NN. luogo di nascita: Pisa (PT) Data del conferimento: 1938 a lla memoria motivo del conferimen to Comandante di banda itTcgolare, rinunziava temporaneamente a recarsi nel Reg no in licenza, per partecipare volontaiio ad un combattimento nel quale sapeva che sarebbero stati impegnati i propri gregari. Attaccato in posizione svantaggiosa da rilevanti fo rze nemiche, benché senza a lcuna speranza di ri cevere rinfo rz i, resisteva per più ore sul posto, malgrado le gravi perdite subite, animando i gregari alla disperata resistenza con il suo meraviglioso esempio. Rimasto con pochi uomini ed invitato dai suoi a salvarsi, ri spondeva: « Questo è il mio posto e qui devo morire». Ferito, conti nuava nella sua tenace resisten:.:::a. Circondato, si di fendeva ancora con bombe a mano, finc hé sopraffatto dal numero, immolava gloriosamente la vita sul campo. (A.O.I.) Passo Iziet-Bcr, 17 marzo 1938.

DI PILLO Edmondo Tenente di cpl. di Fanteria Partigiano combattente luogo di nascita: Popol i ( Pescara) Data del conferimento: l 944 alla memoria motivo del conferimento Ufficiale di complemento non in servizio prendeva subito dopo l'annistizio contatto con g li agenti de l servizio info rmazioni della 5" armata americana e prestava volontaria continua opera di collaborazione. compiendo numerose difficili e rischiose missioni. iniziatos i il traspo110 clandesti no sul litorale di agenti segreti e dì radiotelegrafisti assumeva la direzione delle relative operazioni. Tn vista dello sbarco degli All.eati ad An7.io svolgeva azione delicata, inte lligente e pericolosissima onde evitare la d istruzione di importanti impianti idroelettrici cd assicurarne la rapida occupazione da parte dei patrioti. Arrestato dalle SS. tedesche veniva rinchiuso in prigione assieme a lla moglie e poi barbaramente truc idato. Fulgido esempio di patriollismo e di consapevole audac ia. Roma (La Storta), novembre 1943 - 3 giugno 1944.

FALLETTI Sergio Capitano di cpl. ( Fanteria , 27° reggimento fante ria) luogo di nascita: Camandona (VC) Data del conferimento: 1941 a lla memoria motivo del conferimento Comandante di un caposaldo avanzato. resisteva per quattro giorni contro preponderanti forze nemiche sostenute da carri armati, inc itando alla lolla i propri uomini e trasfondendo in essi il proprio va lore ccl ardimento. Sempre presente dove maggiore era il pericolo costituiva il vero cd unico animatore della resistenza. Visto cadere il superstite tiratore di arma automatica. non esitava a prendere il suo posto per continuare il fuoco

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contro il nemico fino all 'ultima cartucc ia. Benché circondato e ferito da mitragliatrice, ritto sul camminamento, scaricava la sua pistola contro l'avversario, incitando nuovamente i suoi uomini all'ultima resistenza. Mortalmente ferito da un'altra scarica di mitragliatrice, non esitava a richiedere il tiro delle nostre artiglierie e dei mortai da 81 sul suo caposaldo, ormai in parte occupato da l nemico, continuando ad an imare con la parola e con l'esempio i pochi superstiti. Africa Settentrionale, 20-24 novembre 1941.

FRUSCHELLI Gino Caporalmaggiore ( Fanteria , 22° reggimento fanteria« Cremona» ) luogo di nascita: Siena (S f) Data del confe rimento : I 945 alla memoria motivo del conferimento Comandante di squadra avanzata, durante l'attacco contro una munitissima posizione tedesca, men tre la sua squadra, sorpresa sul lìanco destro da un violento fuoco di mitragliatrice, rallentava l' impeto offensivo, ripresi alla mano gli uomini e strappato il fucile mitragliatore da lle man i di un porta arma, apriva decisamente il fuoco per proteggere i movimenti dei compagni. Gravemente fe rito, continuava a sparare fino al tenni ne delle munizioni . Colpito una seconda volta, vincendo con fe1Tea volontà lo strazio della carne martoriata, riusciva a trascinarsi fino ad afferrare il mortaio di un compagno caduto e ad aprire nuovamente il fuoco. Co lpito una terza volta da una scheggia cli mortaio che gli squarciava una spalla, prima di abbattersi al suolo, con l'ultimo anelito di vita rimasto gli incitava i suoi uomini a prosegu ire nell a lotta e decedeva poco dopo. Esempio di ferrea volontà, di indomi to coraggio, di italica vi ttù guerriera. Alfonsine, 11 aprile l 945

GIARDINA Aldo Sottotenente (Fanteria, IV battagl ione eritreo" Toselli ") luogo di nascita: Alessandria (Egitto) Data del conferi mento: l 941 motivo del conferimento Valoroso fra i valorosi di un glorioso battaglione coloniale, condusse croiacarnente il suo repatto nelle più sanguinose misch ie sulle ambe di Chcren. Nel corso di un accanito combattimento che,con alterna vicenda, durava ormai da circa sei ore, pur avendo mozzate le dita di un piede da una raffica di rnitragliattice, si lanciava alla testa dei suoi indomiti ascari al contrattacco rigettando indietro il nemico sempre più numeroso e poderosamente armato. Nuovamente e più gravemente ferito, noncurante del sangue abbondantemente perduto dalI'a1teria femorale colpita e tenuta sh·etta eia una cinghia cli cuoio, continuò inh·epidamente a combattere fino a quando non cadde a terra privo onnai di for:c:e e quasi morente. Per i suoi valorosi e fedeli ascari , l'eroico soldato, oggi fo1temente menomato nel fis ico, è e resterà nel tempo il" Leone del IV Toselli". /\foca Orientale.

IOLI Giuseppe Tcnenente di cpl. ( Fanteria , 11 battaglione, Divisione« Sfor:c:esca ») luogo di nascita: Di vignano (Novara )

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motivo del conferimento Magnifica figura di ufficiale e di combattente già ripetutamente distintosi per incrollabile fede ed eccezionale noncuranza del pericolo, specie in una diffici le e delicata operazione di guerra precedente alla cattura durante la quale veniva graven1ente ferito. Catturato, in duri campi di prigionia, benché cieco di un occhio e fisicamente menomato, manteneva contegno esemplare nonostante privazioni, lusinghe e minacce di ogni genere. improvvisatosi infermiere, sfidando pericoli di mortali epidemie, si prodigava senza limite di sacrificio nella cura e nell'assistenza morale e materiale di numerosi malati. Ingiustamente accusato ed inviato in tremendo campo di punizione, conservava integro l' onore di soldato e di italiano. Esempio costante di luminose virtù militari. Russia, 1942 - 1950.

LUSTRISSIMI Gerardo Paracadutista, 186° rgt. fanteria , Div isione« Folgore». motivo del conferimento Lanciafiammista addetto allo sbarramento ciel varco di un campo minato, attaccato da preponderanti forze, sotto violento e continuo fuoco dell'artiglieria, per oltre 24 ore si prodigava in ogni modo con il suo speciale mezzo di lotta per impedire il transito dei cani armati dell'avversario. Esaurito il liquido da lanciafiamme, continuava a combattere, lanciando bottiglie anticarro, fino a che caduto ferito, veniva catturato dall' avversario. Appena riavutosi, con un piccolo gruppo cli compagni impegnava con audace corpo a corpo le sentinelle, e riusciva a rientrare nelle nostre linee. Ripreso il suo posto di combattimento e colpito nuovamente pers isteva nella strenua impari lotta . Esaurite le munizioni, stretto da vic ino da carri armati che irrompevano ormai attraverso il varco, sdegnoso di arrendersi, dissottetTava una mina e, a tre metri cli distanza, la lanciava sotto il carro armato di punta che veniva distrutto dall'esplosione, investito dalla vampa e dalle schegge trovava gloriosa morte.fulgido esempio di supremo eroismo nella luce delle più pure virtù guetTiere. Africa Settentrionale, 23 - 25 ottobre 1942.

MANZELLI Giuseppe Tenente colonnello s.p.e., 120° rgt. fanteria. motivo del conferimento Patriota ardente, comandante capace e spiccatamente animatore sia al comando interinale di reggimento che di raggruppamenti tattici , dava, particolarmente in s ituazioni belliche assai critiche, sicure prove di preclari virtù militari. Al tedesco, aggressore di un 'importante piazza marittima, si opponeva con indomita fierezza resistendo tenacemente e reagendo con re iterati audaci contrattacchi condotti personalmente con eroico spirito aggressivo. Ferito, non desisteva dall'impari cruenta lotta che protraeva con stoica fermezza fino ali 'esaurimento di ogni mezzo di offesa, riuscendo, col sacrificio dei suoi valorosi , a sottrarre dalla stretta nemica la maggior parte della sua. Divisione reimbarcatasi in virtù del saldo, audace comportamento di un pugno di eroi . Prigioniero, sofferente, costretto in permanenza in luogo di punizione, incurante del rischio cui si sotto poneva, rifiutava fieramente reiterati inviti alla collaborazione, tenendo fede , ad ogni costo, alle leggi dell' onore militare. Grucla (Albania), 9- 16 settembre 1943.

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ODJ l\0 Giovanni Carlo Capitano di cpl. G ranatiere d i Fanteria Partigiano combattenle luogo cli nascita: Genova (GE) Data del conferimento: 1944 alla memoria motivo del confe rimento Patriota d i sicura fe de, dopo l'armistizio fu ardente animatore e valente organizzatore della resistenza armata nella Liguria. La« Brigata autonoma militare» da lui creata ecomandata, fu sempre d i esempio per fede, per disciplina e per ef/icienza combattiva. Caduto, dopo strenua resistenza, in mani nemiche tentò generosamente di salvare i dipendenti rivendicando per sé ogni responsabil ità. Costretto ad ass istere al i 'eccidio di un centina io dei suoi uomini, fu esemplare per fierezza di comportamento e per la dignità e il coraggio che seppe info ndere nei martiri. Risparmiato, insieme al giovane suo fi glio, allo scopo di strappargli rivelazioni e delazioni, fu sottoposto a lunghe torture fi siche e morali, ma nulla rivelò, imponendosi, anzi, all 'ammirazione degli stessi barbari carnefici tedeschi. Fucilato per rappresaglia sul colle del Turchino, chiuse da fo1ie la nobile vita nel pensiero e nel nome della li bertà e della Patria. Colle del Turchino, 19 maggio 1944.

PEDAGGI Pradis Sottotenente cpl., 80° rgt. Fanteria motivo ciel conferimento Comandante di p lotone fuc ilieri, lo forgiava ai primi duri cimenti e in successivi eventi bell ici si distingueva per ardente spirito offensivo e spiccato senso del dovere. Articolata la compagnia cui apparteneva in caposaldi e attaccata da agguerrite preponderanti forze alimentava, col suo valoroso esempio, la tenace res istenza. Caduti i caposa ldi latera li e rimasto solo a fronteggiare l'aggressività nemica. resisteva indomito benché ferito. Sconvolti gl i apprestamenti a difesa, decimati i d ifensori, privo ormai d i munizioni e d i vettovaglie, ma forte della stoica fe rmezza de i pochi superstiti feri ti, alla testa di essi, fa Il ito l'estremo tentativo di ristabilire la situazione con audace con trassalto, impegnava epica lotta a colpi di bombe a mano nel punto più conteso del caposaldo e la protraeva imperteITito, finché veniva falciato da raffica d i mitragliatrice. Col s uo ero ico sacrificio contribuiva a tenere in grande onore, in terra s traniera, il pres tigio de lle armi d ' Italia. Fronte russo, d icembre 1942.

ROSSI Alberto Tenente cpl. , XV btg. guastatori. motivo del conferimento Volontario di guerra - comandante di plotone guastatori - assegnato al comando di un tratto di Iinca di particolare delicatezza perché fa cile via di accesso, respingeva, con tenac ia e valore numerosi accan iti attacch i dell'avversario in fli ggendog li grav i perdite. Sempre primo fra tutti, rimasto fe,ito da schegge cli mortaio che gli martoriavano le mani , esortalo dal suo comandante a raggiungere il posto d i medicazione, rifi utava ogni soccorso chiedendo so lo di rimanere al suo posto di combattimento . Colpito una seconda volta ancor p iù gravemente, incurante ciel terribile dolore fi sico. rifiutava ancora ogni aiuto e con sforzo sovrumano, trascinando i pochi superstiti al contrassalto contro so-

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vcrchianti forze, si avventava contro il nemico riuscendo a stringere ancora una bomba tra le mani straz iate e sanguinanti finché cadeva crivellato di colpi Fulgidissimo esempio di eroismo e di completa dedizione al purissimo ideale del la Patria. - fronte russo, I6diccmbre 1942.

URLI Igino Tenente in s.p.c. (Fanteria , 78° regg imento) luogo di nascita: Tarcento (UD) Data del conferime nto: 1941 alla memoria moti vo del conferimento Assunto il comando cli una compagnia fucili eri, in sostituzione del capitano caduto nel combattimento, rimasto unico ufficiale del reparto, a lla testa di un pugno cli fa nti, azionando personalmente un fucile mitragliatore, conquistava successivamente due agguerrite posizioni nemiche. Ferito una prima volta ad un g inocchio, dopo rapida, sommaria medicazione, riprendeva subilo il comando della compagnia. Ferito una seconda volta ad una spalla, rifiutava ogni soccorso e, brandendo il fuc ile mitragliatore per l' impugnatura, persisteva nella lotta corpo a corpo. Ferito per la terza volta e mortalmente, spirava fra le braccia dei propri fanti al grido di:« Viva i miei lupi». f ulgido esempio di alte virtù militari, coro nava con il supremo sacrificio la vita di eroico combattente che aveva iniziata da volontario in terra di Spagna. Mali Tabaian (fronte greco), l O gennaio 1941 .

VUKASINA Antonio Sottotenente cpl. fanteria. Quartier Generale Divisione <<

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motivo de l conferimento Volontario di guerra chiedeva ed otteneva il comando di un reparto di forma zione avente funz ioni particolarmente ardite e con esso partecipava a rischiose azioni. Avuta notizia che una massiccia formazion e si apprestava ad occupare le quote circostanti il suo piccolo presidio per attaccarlo, con pronta decisione affrontava la grande minaccia. Dopo aspro combattimento, rimasto ferito ad entrambe le braccia e pressoché circondato, rifiutava di porsi in salvo attraverso l' unica via rimasta ancor libera e ripiegava combattendo con pochi superstiti. Asse1Tagliatosi in una casa, continuava la cruenla lotta rifiutando sdegnosamente ogni proposta di resa 11 granatiere M.O.V.M. Antonio Vukasina fi nché, esaurite tutte le mun izioni , cadeva sul campo trovando nel!'ultimo anelito la forza di giidare la sua inesausta fede di dalmata. Sublime esempio di ogni più alta virtù militare e d 'ardente fede italiana. - Dalmazia, 7 giugno 1943.

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LE MEDAGLIE D'ORO A.L VALORE DELL'ESERCITO

TENENTE GIULIO RUZZI Nato a Roma il 24 febbraio 1965 . Frequentò il 122° Corso Alliev i Ufficiali di Complemento presso la Scuo la di Fanteria e Cavalleria di Cesano nel 1986. Nominato Sottotenente di fa nteria prestò servizio presso il 1° battaglione meccanizzato Granatieri "Assetta" in Roma fino al 1988 e successivamente presso il 66° battaglione fanteria ·'Valtellina" in Forti ' . Promosso Tenente nel maggio de l 199 1, prestò serv iz io presso il ricostituito 66° reggimento fanter ia "Trieste" in Forlì' . Prese patte all ' Operaz ione "IBIS 2" in Somalia con il Contingente italiano, nell'ambito della Missione UNOSOM 2, dal novembre 1993. Deceduto il 6 feb braio 1994 per le ferite riportate nel corso di uno scontro a fuoco con elementi somali sulla strada Buio Rurti-Ba lad. Insignito dell a Medaglia d'Oro al Valore dell 'Esercito "alla memoria" con la seguente motivazione: '·Ujfìc:ialefacente parte del Contingente Jtalfor ·'JBJS 2" impegnato nella operazione di "Peace Keeping" in Somalia; durante 1111 movimento logistico tra Ciohar e Ba/ad, veniva coinvolto, con tutto il personale della colo1111a di cuifaceva parte, in un con/litio a fuoco scaturito da un agguaro teso da una banda armatane/L 'abitato di Ba/ad. Sebbene Jèrito riusciva ad arrestare il mezzo che conduceva ed a defilarlo a ridosso di alcune case, permettendo così al rimanente personale di reagire alji1oco. Prontamente, nonostante la ferita riportata. manifestava l 'intendimento di concorrere alla reazione di.fiwco sviluppaia dalla propria unità. Successivamente veniva di nuovo colpito mortalmente immolando così la sua giovane vita per 1111 ideale di pace e di solidarietà tra i popoli. Chiarissimo esempio cli coraggio, determinazione ed interiorizzato senso del do vere". Ba/ad (So:nalia), 6 febbraio I 994.

GENERALE DIVISIONE LATTANZIO ANTO:°'!IO Vice Pres idente Nazionaledcll'ANGS "Comandante di unità elicolleristica del 1° Raggruppamento Aviazione leggera dell'Esercito <<Antares», in missione di pace in Namibia quale componente della Forza 111:ultinazionale del! 'ONU, si prodigava per dodici mesi nel proprio inca580


rico con coraggio, altissima pro.fèssionalità, determinazione ed impegno eccezionali, esponendosi anche a man(fe sti rischi e rivolgendo il proprio operato alla massima efficienza de!runità alle sue dipendenze. Per il suo rigore nwrale, l'eccezionale dedizione al dovere e / 'altissima carica umana, il ten. col. Lattanz io è stato costante punto di riferimento professionale e spirituale per tutti i membri del contingente. la sua opera intelligente, sempre validissima, di apporto determinante ali 'ejfìcace svolgimento de/l'attività operativa dell 'ONU, riscuoteva unanime riconoscimento, sia da parte delle autorità delle Nazion i Un ite sia da parte della popolazione locale. Com.andante di grande valore che ha contribuito - con la brìllante C{ffèrmazione del reparto da lui comandato - ad elevare il prestigio e l'onore dell'Esercito italiano in ambito internazionale. "

Per la missione di pace in Namidia

Decorato di Medaglia d'oro al valore dell'Esercito il t. col. Antonio Lattanzio I

Presente il Capo dello Stato l'Aviazione leggera dell'Esercito ha celebrato Il 39• Anniversario della costituzione della Specialltà presso la Base A.L.E . di Viterbo. Nel corso <!ella solenne cerimonia commemorativa Il Capo dello Stato ha decorato Il Ten. Col. del granatieri Antonio u,.ttanzlo della Medaglia

d'Oro al Valore dell'Esercito conferitagli per l'eccezionale dedizione e perizia dimostrate al comando della speciale unità elicotteri dell 'Esercito che, come noto, ha operato per 12 mesi. alle dipendenze dell'Q. NU, in una dl!Clclle. complessa e rischiosa missione di pace In Namibia, riscuotendo un successo incondizionato e te-.

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nendo alto Il nome d'Italia in terre lontane. I Granatieri di Sardegna. presenti con una forte rappresentanza di «Assietta» e •Cen· gio», e con I presidenti del Centro Regionale Lazio, gen. Moauro e della Sezione di Viterbo, gran. Achllll, hanno fe. stegglat.o U Ten. Col. Lattanzio, già comandante di «Asslet. ta». portandogli Il fiero e riconoscente saluto del granatieri alle armi e In congedo. E' doveroso, in/I.n e. riferire Il plauso e l'ammirazione destati nel presenti dalla prova di capacità professionale e di efficienza delle macchine che l'Aviazione leggera dell'Esercito ha espresso con la conclusiva , brillante e precisa • pa. rata aerea», arricchita dall'en· trata in servizio del nuovo Elicottero A129 «Mangusta», un velivolo di produzione nazionale, dotato. oltre che Cli grande manovrabilità, dì elevata capacità di fuoco, elemento. questo. sinora non presente nei nostri elicotteri.


"Conosciamo la guerra da 350 anni. Nessuno piÚ di noi può amare la pace. "

Claudio Conti




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