L'Illustrazione Italiana 1915 n.9

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Milano - 28 Feb

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3 GENNAIO 1915) (8 GENNAIO 1815 — Sc O

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to dalla

nia

casod' e aERe RENATO la (3 inc.). — denise eli IUS juio a Wilhelmsh

moderna. — L'Imperatore So limo, l’amm. von ‘irginia Reiter; Ermete Novelli; Il prof. Orazio Bacci ITiceo tinta Ledochowsky. sul fronte polacco. — Ritratti | Nel testo: Londra durante la grande guerr: te ed i ioni di Ettore MODIGLIANI. — Il congedo dalle di Vi

e E: te Ni Velli, di Giuseppe ADAME — Diario sertimentale delle guerra, per Alfredo PANZINI. — Senza volere, novella di ROSSO Reiter DI SAR BEGONDO.

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Poetessa Cr istiana [

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n LUISA ANZOLETTI 10 DE

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Da molti anni la musa di Luisa Anzo- dedicate a celebrare la vita, immergevasi liriche del volume, «Il monte », « L'aranlungamente nella contemplazione della cio »,, « Il Sempione », « La cascata », ed mersì in forma di classica purezza — se morte: e giustamente, e logicamente: altre non poche, nelle quali troviamo conne stava muta ed in apparenza Inope- poichè nella vita, cristianamente intesa, cetti talora originali o sensazioni profonde rosa, Già infatti un decennio è trascorso non può mancare, serena ed austera, la in una forma nitida e cristallina. Nel giro delle poche strofe di una breve lirica non ‘ormai da quando, pei tipi dello Zanichelli, voce ammonitrice della Morte. si potrebbe, ad esempio, meglio espri* pubblicava quel suo volume di liriche, Nella « Ballata primaverile » che chiu- mere l'epopea della montagna: Vita, in cui era così profondo e squisito Dal ‘monte luce e silenzii. Dal monte senso di poesia, così alta e nobile materia deva come un commiato le pagine di libertà e forza. Ne l'acre lavoro, Vita Luisa Anzoletti scriveva: d'arte e così grande dovizia di sentimenti letti — dolce spirito cristiano che sa espri-

buoni e sinceri. Quei versi ella aveva

vo-

alle luto dedicare alle anime dolorose, che il cro-

‘anime tenere

o appassionate

Ziuolo della sofferenza purificò, l’incudine dolore fiella pena ritemprò. Non forse nelprofonda più la la poetessa aveva attinto e viva fonte della poesia?

quelle sue anime

Diceva

ella a

L'idea che mi ispiraste ecco vi rendo.

E tutto insieme quel che fu di pio Nella mia vita e di cero e buono; L’altrui dolore che divenne il mio Sui.vostri passi in dolci ini i

Îo non so se il pensier che in queste carte Sospira ed arde ed agonizza e vive, Otterrà il ‘purito che lo adeguì all Nè se a’ fastidi d'un orecchio terso D'esteta mi sarà valido schermo

Credea sen fosse andato in selva alpestra Il capinero che da tanti e tanti iorni tacea co’ suoi solinghi canti.

amani în quella ch’apro la finestra, Ecco vien da’ querciuoli un gorgheggìo Sposato al verde e al ciel, ch'era un desio. Di quando in quando tace il canto mio, E par muto per sempre. Indi improvviso Sgorga

in placidi fiotti, or pianto, or riso.

AI

CANTI DELL'ORA

consunte vite, sovvengavi "l fonte z del vostro ristoro. E la montagna la sacerdotessa d'Igea:

sembrano per altro la parte migliore del volume. Forse questo nostro giudizio ditardive

pende da certe amare riflessioni

sulla entità reale e sulle conseguenze indirette di quell’impresa; fors'anco dallo

speciale stato d'animo creato in noi dalla nefanda tragedia odierna che va annegando questa vecchia Europa impazzita în un mostruoso oceano di sangue. Ad ogni modo è questa una personale impressione del critico formulata con piena sincerità,

alla quale vorrà indulgere l'autrice che, accomiatando i suoi Cart, ha voluto essa dona l'oblio ai crucciati, la forza ai esprimere la sua fede nella sincerità: deboli, la salute agli infermi. Eroina di Forza del cuore, dove Dio ti pose,

immani battaglie cosmiche sofferse l’amplesso gelido dei ghiacciai, lo scoppio ignivomo. delle forze vulcaniche in. sè \racchiùse, ma trionfò dei più contrarî

La poetessa ci ha ora serbato la gra- elementi. Ricca di tesori immensi, fa di dita sorpresa che a lei aveva riservato il sè continuamente magnifico dono: capinero della sua ballata. Il suo canto Ossigeni l’aria gli fura, che taceva già da troppo tempo e pareva calcari ‘1 mar, polle ’l fiume nascente, realmente muto per sempre, si ridesta metalli e selve l'industre pianura: ora improvvisamente e ei tutto consente. sgorga in placidi fiotti, or pianto, or riso. Tutto consente il monte nella sua olim-

Il suo verso si effonde commosso e fre- pica indifferenza:

consente

sincerità, con l’anima che adora e sdegna, a te la poesia consacro....

Questo suggello della sincerità fa buona

la bellezza e pone tra chi ha scritto e chi legge una corrente continua di simpatia c iede quasi sempre:la maggior ragione del fascino di un libro, di un’opera d'arte. Luisa Anzoletti può rallegrarsì di avere, con questi suoi Canti, mostrato anche una volta di meritare le vive e profonde simpatie che la circon-

anche che i dano e la seguono. (Dall’/ta/ia.)

mente sulle miserie e sui dolori che sono piccoli mortali calchino col piede audace esser vissuta qual mi mostra il verso. Ma questo io credo, e questo so per fermo, retaggio dell'uomo o sorride scherzoso e le sue più inaccessibili e vergini cime: non ignaro dell'ironia e dell’« humour»; ma più spesso svolgesi sereno e pacato

Che se qualche infelice derelitto

Leggerà il libro degli aflettimi Non egli mi dimanderà: Chi sei E infatti un gran palpito di fraternit umana dominava tutte le pagine del libro, rava tutte le liriche del volume. Il fiimista può trarre dal dolore li sconforto o constatazioni adatte rgenti stesse della sensibilità; ma gli spiriti arder i france scano amore non ne traggono che un più forte incentivo ad accrescere e moltiplicare la loro di à. Così dal dolore nasce

ma invano si illudono gli uomini, giunti alle vette più alte, di aver compiuto la

in una tranquilla classicità di spiriti e di loro conquista: forme, cogliendo acutamente sottili e naLibero è il monte. Se il picciol rivale scosti rapporti tra l’uomo e la natura, che opprime e serve, gli getta sue sfide

ei sperde il vanto de l'ombra che sale: A questa minore apparente concitazione lo attira, e‘lo uccide. interna corrisponde quasi un'arte più ri flessa e maggiormente temprata sulla inNè più delicata ed olezzante corona di cudine del «limae labor»; questi Cazzi versi poteva offrirsi ad esaltare la bel-

dell'ora editi dal Treves, presentano forse lezza e la bontà dell’arancio — fiore e una organicità minore di quella che ‘ap- frutto — di quelli che ha saputo intreepariva da Vita, dettati quasi sempre dalla re l'Anzoletti: fugace impressione del momento, dallo stiAlbero di bellezza e di bontà,

molo subitaneo e labile dell'ora transeunte, ma rivelano la non esausta e sempre ab-

SCACCHI. Problema N. 2281 del sig. Wioîgio Guidelli. Prima Menzione

Onor, « Good Com

NYRO.

don »,

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fai come ’l sole, che donando tutto sì fe’ per amor tuo picciolo frutto,

e da’ tuoi rami aureo pendendo va. bondante sorgiva dell’ispirazione artistica e dell’afflato lirico nella nostra autrice. Chi può ridire la festa dei bimbi che A quei che amore non ottenne: il darlo. Molte cure di provvidenza civile e di nell’aureo frutto hanno il più fido amico? Nè questo affetto abbisogna di pesanti apostolato di carità parvero im questi chi ridire le speranze e i sogni di cui il armature che lo proteggano, di ingom- anni averla distolta dal culto delle buorie candido fiore dei serti nuziali corona le branti bagagli che lo impaccino nel suo lettere e della poesia: la sua attività fu fantasie dei giovani sposi? divina resta dall’orribil ch'entro rodendo l’anima consuma

largamente assorbita dai consigli degli

cammino

Pur, colei che t'inciela oltre ogni vanto è la pietà, quando ti trova accanto

Orfanotrofi e di quel Pio Albergo Tr vulzio in cui per la provvida munificenza

O di che lievi scorte

Si fa secura stanza

a chi veglia tra’ spasimi, & chi muor.

E tu a le labbra che il dolor sigilla di un principe milanese tante generaAmor, quand'egli è forte! co ’l refrigerio d'una dolce stilla Che importa se talvolta questa grande zioni di poveri vecchi trovarono un quieto tempri l’arsura e l’ultimo languor. fiamma d'amore brucia indarno, se la fi- asilo ai loro ultimi giorni: ma l’apostoDella squisita sensibilità elegiaca che ducia serena è mal corrisposta, se ‘le lato delle opere non fece tacere quello anime buone che corsero incontro alle della parola, Ella stessa ha cantato, nella anima spesso questa serenità classica oscure insidie ed alle lotte aspre della occasione della inaugurazione della nuova molte pagine potrebbero essere documen-

vita non sono che le vittime predestinate

di un inesorabile destino?

Con la bontà che a sè conformi estima Tutte le cose, incontro all'uomo vanno. Non scrutano esse; accettano la prima

sede del Pio Albergo, ancora

una

volta

O giustizia ideal, quanto sei vana,

se un'immensa pietà qui non prevale — ma di un futuro migliore in cui abbia Questo fuoco di carità languirebbe ben una trionfale rifioritura il senso della frapresto se le vestali destinate a tenerlo ternità cristiana. acceso dovessero fasciarsi l'anima di dif- O civiltà, che libera e sicura Parola.

Esse non chiedono; sè danno.

approdi ’l genio de l'età ventura, da le fatiche esausto e gli anni, un fido rifugio almeno trovi l'’uom canuto

tale: così imminenti

dal cor de i buoni.

le minaccie

del male, i colpi della sciagura, gli urti dell'avversa fortuna! Come recare una arola nuova di conforto e di speranza a tanti infelici?

Chi recherà quel novo inno alle genti

i

Affaticate, a' strazî Condannata, agli stenti

Chi recherà quel novo inno ai sepolti Della miniera, ai cupi

Traforatori avvolti

D'eterno orror nel cuore delle rupi?

Eppure questa speranza freme immortale nell'anima che crede all’eterne promesse Un dì t'allegrerai

|

_

uando în buone egualmente e in tristi aiuole libera, infaticabile vedrai splender l'immensa carità del sole.

animata da un inesauril

i versi « sulla tomba di un

Ella sa comporre in mirabile armonia l'accordo di fenomeni che parrebbero contraddirsi ed escludersi. Vi è forse qualcosa

di più angoscioso e di più innaturale di una puerizia rapita dalla morte? ma l’artista vede oltre le superficiali apparenze.

Spande una pura chiarità di rinascita infinita di là da l'ombre de la sepoltura la soave primizia de la vita.

guardi la mèta, se al sognato lido

fidenza vigile e di tenaci sospetti, se il loro zelo dovesse venir trattenuto dal timore della fatica sprecata e del vano lavoro. L'odissea delle umane miserie è urgono

tazione, come

il suo sogno non di vane palingenesi so- fanciullo» o «Le rondini non vengono più» o la bellissima « Primavera ». ciali, — chè anzi ella pensa

per la sua fine. Sorga questo grido Sia come

un saluto

benedicente! Annunzi in ogni dove

co' squilli e i canti del fraterno aiuto

la primavera de le genti nove.

Una più pura classicità di linee ci pare rivelino questi Canti dell'ora; e vorremmo a conferma della nostra asserzione largamente citare alcune tra le migliori

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eftervesconto e grata al palato

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E non parrebbe a tutta prima che la visione della primavera dovesse richiamare il pensiero della vita, in tutte le sue più meravigliose espansioni, anzichè quello della morte? Eppure il poeta vede altrimenti. Primavera, sei figlia de la morte, Ella ti strinse ne le fide braccia,

ti

portò nel suo grembo e t'ha nudrita.

Poi, quando apparve e sospinse le porte

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Seconda Menzione Onor. € Good Companion ».

Bianco: Ra2, Dod, Af2 AN3, Ca3, Chi. Pas, g2. g5 (9). Neno: Reb. Agi. Ag8. Cos. Ce7. P6. b7. dé. #8, fd, (10). Il Bianco, col tratto, dà se. m. in due mosse. Problema N. 2283 del sig. G. Dobbs. Terza Menzione Onor. « Good Companion ». Branco: Ra7. Ddl. T:cé, Tg5, Ab2 Afs. Odd, Ce7. Ped, £3. (10). Nero: Rei. Dhl. Tf7. Ac8. Agl. Cas. Ogd. Pa8. h2. (9).3 Il Bianco, col tratto, dà%se.

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Col sospiro natio fai tremar spesso

Non mancano, in questi Canti dell'ora (e come potrebbero mancare, data l'ora tristissima che passa tutta fragor d'armi cro di giovanili ‘esistenze ’)anche pesci UR ha

go h

Problema N. 2282 del sig, Murray Marble.

colei che schiara i sogni e l'ombre scaccia, ti affidò di sè memore a la vita. l’erbe nel sol, l'anime in allegrezza: e il tuo ricordo del materno amplesso abbrividisce in fondo a la carezza.

of

BIANCO,

Tl' Bianco, col tratto, dà se. m. in due mosse.

10 differ. 25 Ci


L'ILLUSTRAZIONE

Rono XIII. - N. 9. - 28 Febbralo 191. B&

ITALIANA

Per tutti gli articoli e i disegni è riservata la proprietà artistica e letteraria, right by Fratelli

LONDRA

Oxford Street nell'oscurità negozi;

le lampade

DURANTE

Trevs,

February

LA

Gentesimi 75 îl Numero (Est, 1 tr).

secondo le)leggi e i trattati internazionali 4

GUERRA.

alle 7 pomeridiane; i lumi sono scomparsi dalle vetrine dei

elettriche

spente o velate. In alto turbinano i fasci dei

(Dis. di L. Bompard da schizzi dal vero di H. W, Vedi articolo a

178).

riflettori.


ITALIANA

L'ILLUSTRAZIONE

L'Imperatore,

CORRIERE.

sciallo Hindenburg

Sempre il maltempo. - L'inocazione patriottica ‘alandra e Giuseppe De Maistre. - Lo spettacolo dei pugilati. - Una lettera di Bettino Ricasoli. - Gli esordi di futuri magistrati. - Lo scambio degli invalidi. - Sarah Bernhardt amputata. Le vicende dello stemma di Milano. Il mio saluto encomiativo della settimana scorsa al sole, ha servito a meraviglia. Il mio Corriere andava in macchina, e le nubi ripigliavano il dominio degli spazi, e giù acqua, e giù neve, come se mai in tutta l'annata ne fosse

caduta sulla terra!...

Sabato scorso — il fa-

moso

largito

sabato

grasso

ai milanesi

da

Sant Ambrogio — la neve cadde tutta la giornata, e specialmente nel pomeriggio, in guisa tale, che se nei paesi del Creatore vi fosse stata un’interminabile schiera di lavoratori

del cielo a vuotarla giù a sacchi, non ne sarebbe caduta altrettanta Ma domenica

— la prima domenica di Qua-

resima, la domenica dalla messa in uf — riappariva il bello, e persino il caldo; il termometro a 6 centigradi, e ieri persino a 10,

ma con venti varii e così impetuosi, da dare

ragione al calendario repubblicano del 1792, che dei giorni dal 21 febbraio al 21. marzo fece fuori il mese « ventoso». Ma venga qualsiasi altra diavoleria che si voglia, pur che usciamo da ‘questo inverno dalle nevicate interminabili ed imponenti Dal Tonale, un passo verso il quale sono ri volti gli sguardi dei patriotti italiani, segnalano, figurarsi, da quattro a sei metri di neve caduta! Ora lo scirocco la scioglie rapida, e

dall’Adige al Po, dall’Arno al Tevere, è tutto un

nuovo

L'Imperatore Guglielmo sul fronte polacco.

rigurgito dei patrii fiumi!... sùEa

Un rigurgito che il pubblico si aspettava e

che è mancato è stato quello dei discorsi alla Camera sulla politica estera e sulla guerra. Se lo aspettavano non solo in Italia, ma anche all’estero. Giornali austriaci e tedeschi, con una mancanza di tatto non nuova, riavvicinavano il successo innegabile del mare-

riani contro i russi

(Fot. Baedecker).

attorno ai Laghi Masu-

(100000

prigionieri

con

una quindicina di generali, e 300 cannoni) con la prossima battaglia parlamentare alla Camera italiana; — ma, viceversa, questa battaglia è completamente mancata. C'era, in prima linea, un’interpellanza bellicosa del focoso deputato Eugenio Chiesa, ma il presidente del Consiglio, Salandra, ha dichiarato, formalmente, di non potere accettarla, e che se il proponente avesse insistito ne avrebbe chiesto il rinvio a sei mesi. Il deputato Chiesa ha compresa tutta la delicatezza della situazione e non ha voluto ciò che non era possibile. Coloro che tuttavia aspettavansi qualche manifestazione, il loro pascolo l'hanno trovato nelle alte, alate parole che il presi-

est une association, sur le méme' sol, des vivants avec les morts et avec ceux qui naitront ». n Questa catena di solidarietà del presente

col passato e coll’avvenire forma la forza di

tradizione e di resistenza dei popoli per il trionfo della loro indistruttibile idea nazionale — ed è questa la grande forza che sorregge i francesi in una resistenza piena di ammirevole abnegazione, come sorregge i tedeschi nella formidabile lotta onde riescono,

da sette mesi, a tenere terribilmente il piede sui confini della Francia e sui confini della

Russia perchè nessuno lo metta sul terri-

torio

germanico.

Questa

grande

forza

dob-

la guerra —

risulti

dalla

con-

fornita da Roma

o da

dente del Consiglio ha pronunziato salutando

biamo sentire, sviluppare, volere noi, perchè quella qualsiasi cosa che noi siamo per fare — sia definitivamente l'attesa neutrale, sia

le vittime — precisamente 24 203 — del terre-

risolutamente

moto spietato del 13 gennaio. È un brano di calda, patriottica eloquenza, che merita di essere riportato in questi nostri Corrieri formanti una

specie di Antologia

sive vibrazioni italiane: «Con

animo commosso,

delle succes-

la rubrica quotidiana,

ma

non

abbattuto

depresso, noi compiangiamo, onorevoli colleghi, i nostri morti e provvediamo ai superstiti. Ma sopra

tutto, fortificati dal dolore, manteniamo salda e invitta la fede nei destini

della Patria immortale, che

oggi più che mai richiedé in noi la persuasione

profonda che le sue sorti non si chiudono nell’an-

gusta cerchia degli

interessi

presenti e della vita

stessa di una generazione, ma comprendono anche

coloro che furono e coloro che saranno, tutte le nostre memorie e le nostre glorie del passato, tutte

le nostre speranze e i nostri ideali per l'avvenire ». Queste parole — dice il resoconto della se-

duta —

cordia, dall’abnegazione, dallo spirito di devozione e di sagrificio di tutti. Ed invece?... È penoso, è doloroso vederlo e constatarlo, ma tutti i giornali hanno ormai

furono accolte da applausi

assai ca-

lorosi e prolungati da quasi tutti i trecento deputati presenti. E furono salutate dalle approvazioni di tutta la stampa italiana. Ma è ora questa, oggimai, nella quale bastino le parole

Antonio Salandra esprimendo l’idea fondamentale della « Patria Immortale» fu indubbiamente felice. La sua invocazione fu una inspirata parafrasi della famosa definizione data .da Giuseppe De Maistre: «La Patrie

Genova, da Torino o da Venezia, da Padova o da Napoli — «fischi e pugni — botte e fischi », degli uni contro gli altri, dei neutralisti contro i guerraiuoli, e viceversa. È:. . preparazione.... questa ?... Ed è forza che si crede di dare al governo per quella qualunque linea di condotta che dovrà, pure, ad un ‘dato momento, deliberare e attuare ?... Ed è un bell'esempio di ammirazione e di successo mo-

rale che si offre agli stranieri, che con così diversi sentimenti, e con così intensa curio‘à unanime guardano le nostre mosse e studiano i nostri atteggiamenti? La libertà!... Sì, certo, la libertà c'è, ci deve

essere, non deve soffrire diminuzione, e la grande forza di un popolo sta precisamente nel sapere mantenere tutta la propria libertà nei momenti in cui mantenerla è più difficile ; e si deve potere discutere,

polemizzare,

per-

chè il paese si metta risolutamente per una data via, ed il governo vegga chiaro qualeè il vero animo del paese; ma questa che ogni sera, ogni giorno, da'ogni diverso punto d’Ita-


© 0990718 377130 31509 IS3T7ONI

INOIZVALS

VNVITVLI

OLVINVIIOHI VIVO ‘VINVINYII

(Ag. Strazza)

1 grossi sommergibili

tedeschi

a Wilhelmshafen.


176

L'ILLUSTRAZIONE

lia si offre nelle piazze, non è libertà, è mancanza assoluta di educazione alla libertà, è mancanza assoluta di disciplina morale che amici e nemici hanno sempre, purtroppo, in ogni tempo rimproverata agli italiani, e che, nel volgere di questo nostro mezzo secolo di

libera vita nazionale, si è pur troppo venuta

ITALIANA

minciarono a protestare con molta vivacità e persino a fischiare, a gettare all'aria calamai e tavoli, tanto che, per ogni buon fine, il delegato di pubblica sicurezza di servizio al Palazzo, fece entrare nell’aula una ventina di carabinieri, alla vista dei quali, e per le esor-

tazioni di un professore di diritto, gli esaminandi si rimisero un po' quieti, e si accinsero

allargando, per la debolezza dottrinale dei governi e per lo spirito di sopraffazione che ogni giorno più ha invasate le turbe, alla

a rispondere al tema.

scuola,

ria, che dovrebbe essere la via dei tempera-

specialmente

—|e

questo

è proprio

vero — del grande partito socialista, oggi tagliatosi in mezzo, e prorompente nei/pugilati fraterni più pazzi! Io non voglio dire di più — perchè lo spettacolo è doloroso, mortificante; non voglio dire di più, sebbene e duelli e processi giornalistici — come quello per le querele dei giornalisti che parteciparono al noto infelice, molto infelice viaggio a troppo buon mercato sul teatro della guerra in Germania — siano tutti elementi di fatto che non possono sfugre all'attenzione di chi ha il compito, non sempre dilettevole, di riassumere e comentare gli eventi della settimana. Ma poichè io sono anche uno che, vivendo nel presente, guardando all’avvenire, non dimentico il passato — come dicono con patriottica identici Salandra e De Maistre — così mi piace di riportare qui una breve lettera di un italiano vero, di un grande italiano, Bettino Ricasoli, il «barone di ferro » autore decisivo dell'annessione non solo materiale ma « morale » della Toscana al regno di Vittorio Emanuele nel 1860. C'erano anche allora le dimostrazioni nelle vie, nelle piazze; ma erano dimostrazioni di concordia, di gioia. La Toscana era ansiosa dell'annessione, che .la Francia non voleva così immediata ;e la sera del 3 marzo da Palazzo Vecchio per via Calzaioli sino alla casa di Ricasoli, in via del Cocomero, fu fatta una clamorosa, patriottica dimostrazione concorde. Tutti portavano sul cappello la scheda di annessione ornata dallo stemma reale di Savoia, e gridavano: « Viva il Re Vittorio Emanuele!» E quando furono vicini alla casa del Barone — dice un testimonio oculare — lo acclamarono assai; ma egli, che era in una tensione estrema per i continui dispacci in un senso o nell'altro che correvano da Firenze a Parigi, da Torino a Firenze, da Parigi a Londra e Torino per la dibattuta questione dell’annessione, tanto che credevasi imminente la guerra degl’italiani, 4a soli, contro l’Austria, non volle ‘assolutamente mostrarsi alla folla, non solo, ma l'indomani scrisse al prefetto di Firenze, il buon Bòssini — che era un patriotta, non era funzionario di carriera solo pensoso di servire il padrone del momento e di salvare sempre l’impiego — gli scrisse questo po’ po' di epistola:

« Caro Prefetto, leri sera questa città di Firenze

fece triste spettacolo di se stessa. Nor è per quella via che un paese si prepara ad un atto così grave

e le cui risultanze può essere chiamato a sostenere e far rispettare col sangue. Credo ché Ella avrà già provveduto onde restino bravamente ammoniti i promotori degli schiamazzi

disturbatori e

insolenti di ieri sera, e siane prevenuta ogni ‘rinnovazione.

/o voglio che il paese

tutto

si penetri

dei suoi grandi doveri, e li compia con quella di-

gnità severa che proviene dalla coscienza diventa

italiani;

ma

col fermo

ampia

nera

cravatta

a piastrone, e con quei suoi capelli lisci, spartiti e impomatati, e con quei suoi due baffi stecchiti e appuntiti all'ungherese su quella sua faccia asciutta e bronzea, il barone Ricasoli griderebbe gi.... e a proposito

le stesse

cose og-

Ma la disciplina italica meriterebbe tutto un libro. Da due giorni, a Roma nel Palazzo di Giustizia, si tengono gli esami per cento posti di uditore giudiziario. Dei cinquecento concorrenti si sono presentati all'esame circa trecentocinquanta. Martedì mattina, ieri cioè, \ appena il presidente “ ; della Commissione esaminatrice, comm. Schiralli, ebbe letto il tema di diritto amministra-

tivo, gli

DICESTIBLE-CACHETS

mai

* Mentre la guerra continua, anzi, riprende

nelle sue forme più spaventevoli e feroci — l'affondamento inesorabile dei piroscafi mer-

cantili, anche di neutri, e il bombardamento

innovato di Reims — 1500 granate tedesche in un sol giorno, con sprofondamento della cupola della storica cattedrale! — il cuore si sente stretto dalla più profonda tenera commiserazione all'annunzio della partenza silenziosa, dall'Inghilterra per la Germania, dalla Germania per l'Inghilterra, dei convogli carichi di prigionieri di guerra che ritornano ai loro paesi di origine.... perchè invalidi!...Ritornano alla vita libera, perchè la loro libertà è oramai inutile alle loro patrie ed a loro stessi !.. Gli uni ciechi, gli altri mutilati o di una mano, o di un braccio, o di un' piede, odi una gamba — la pietà del nemico li rende, per-

chè non possono più inspirare che pietà E Sarah Bernhardt, la diva gloriosa, radiosa, adorata in nome della bellezza, della grazia, dell’intellettualità meravigliosa, della grandezza artistica insuperata, anche lei mutilata — amputata di una coscia, e sopravvivente, oramai, a sè stessal..,

Dicono le notizie

da Parigi che ella ha

sopportato l'operazione con quell’intrepidezza d'animo che è in tutta la linea morale del suo sentimento, del suo pensiero, della sua

grazia, della sua grande virtù di artista in-

comparabile. La creatura divina, dalla voce d'oro, che abbiamo ammirata con_ fervore,

applaudita con entusiasmo, qui al Filodram matici, le ultime volte in Zosca e nella S gnora di Challant del caro, perduto Giacosa, ha opposta. alla crudeltà del destino tutta la saldezza del suo spirito superiore, della sua fierezza latina, della sua dignità classica; ma questa saldezza dell'anima in-

domabile non scema la tristezza alla vista di un tramonto inevitabile che avrebbe dovuto essere placido, sereno, sorriso, senza ritati dolori! *

imme-

La Giunta socialista di Milano — arrivata con la presentazione. del bilancio — al suo quarto d'ora di Rabelais, ha tuttavia pensieri giocondi,

Ecco qua una delle sue ultime tro-

vate, sottoposte al voto dei padri coscritti di Palazzo Marino, per decretare un tipo unico

di carta

bianca da involgere, per tutti,

volere,

Se apparisse col suo palamidone color densa la sua

passionandosi per il: manicomio provinciale, rinvigorì la discussione col lancio dei cala-

«Tutta la/carta |da involgere dovrà portare in filograna lo stemma del Comune di Milano disposto

Nazioni. »

e con

dire, a parziale loro giustificazione, che l’altra sera a Siracusa, il consiglio provinciale ap-

indistintamente, i bottegai di Milano:

la disciplina e il sagrificio soltanto si fanno le ruggine,

menti sereni, pensosi, equilibrati e pazienti. L'esordio di questi futuri magistrati d'Italia

è, in verità, promettente!... Ma essi possono

di ciò

che si fa. Non è con le grida importune e plebee che

« Uditore giudiziario » è

il primo gradino di quella carriera giudizia-

esaminandi,

ritenendolo troppo difficile e astruso, inco-

Fot. Alemanni

Il prof. ORAZIO

BACCI,

nuovo sindaco liberale dî Firenze.

Dicemmo

in uno

dei

passati Corrieri, della

vittoria riportata in Firenze dal blocco degli elementi dell'ordine — liberali, costituzionali, progre: sisti — contro i radicali e i socialisti nelle elezio; generali amministrative, onde il Comune di Firenze, che ha tradizioni tanto gloriose, ritornava ad essere

amministrato da una maggioranza rispecchiante i veri sentimenti liberali, patriottici, nazionali di una cittadinanza citata come modello di gentilezza, di educazione e di eccellente spirito’ italiano. L'inse-

diamento del nuovo consiglio comunale ebbe luogo il sabato, 20 febbraio, nello storico salone dei Due-

cento, alla presenza di un pubblico affollato ed acclamante.

Dopo la elaborata

del

Regio

di Firenze, ebbe

relazione.

luogo

Commissario sulla sua gestione e sulla situazione ed i bisogni

del comune

l'elezione del sindaco, e, come era stato preannunziato, all'alta carica fu eletto con grande concordia e soddisfazione il prof. Orazio Bacci, un uomo vi

ramente illustre, dotato di meritata fama, degno in

vero di

Firerize, dove egli è uno dei più stimati il-

lustratori e commentatori di Dante; dove siede nell'Accademia

della Crusca; dove

insegna

da

ani

con grande decoro nell'Istituto di studi superio; e caro a tutta la Toscana come uno dei ‘suoi dotti delsa,

folkloristi. Il prof. Bacci è nato nella Valin Castelfiorentino, nel 1865; non ha, dunque,

che cinquanta anni, l'età nella quale la vigoria delle forze fisiche ed intellettuali e morali è completa, e

potrà essere per Firenze il sindaco degno e saldo che la bella città dei fiori da anni, con oscillaZioni moleste ed ingrate della sua gestione municipale, non è quasi più riuscita a trovare, Il prof. Bacci è un leale costituzionale liberale, buon oratore, corag-

gioso e franco, ma non è certo un politicante, e riuscirà, auguriamo, attorniato da altri egregi uomini, un buon amministratore. Firenze ne ha biso-

no, dopo le ultime non gradite vicende; e questo isogno del ritorno agli elementi liberali, offerenti

raranzie di sana amministrazione, si va diffondendo

în tanti comuni d'Italia passati, penosamente, attraverso gli esperimenti dei partiti radicali e socialisti

i quali — a parte la rispettabilità delle singole per-

in modo da essere riprodotto simmetricamente sei volte nel foglio di formato reale (50 per 70). Ogn stemma dovrà misurare nelle linee massime trasversalì e perpendicolari rispettivamente centimetri 12 per centimetri 20. Le ditte produttrici di detta carta da involgere dovranno inscrivere nella filograna la

sone — dominati come sono dalle preoccupazioni politiche, dottrinali, dagli appetiti dei loro parti

giani, dalle esigenze sproporzionate delle masse illuse e ineducate; non riescono a fare quasi nulla buono e cadono nel discredito complessivo. Così

si è visto a Vercelli, dove la settimana scorsa hanno completamente trionfato i costituzionali, riportando

al seggio sindacale il liberale senatore Piero Lucca,

avranno depositato alla Segreteria del Comune a titolo di controllo con pedissequa dichiarazione della

e così si è veduto domenica nella già zanardelliana Brescia, dove il vecchio partito zanardelliano— democratici e radicali, — ed i socialisti sono stati bat-

Camera di Commercio duttrice ha sede ».

tuzionali

loro

la commerciale

corrispondente a

quella che

nel cui distretto la ditta pro-

tuti vantaggiosamente dagli elementi liberali costi-

Ecco tutta una nuova specialità industriale che si delinea: carta bianca stemmata,. per

pensoso delle condizioni del comune e dell'avvenire

volgere

formaggio

e cavoli!...

Le vie del-

l'igiene sono davvero inesplorate come quelle

del destino!... Non previdero probabilmente un così radioso avvenire all'arma del Comune

coloro che nei secoli, consultando pergamene e monumenti, dettarono i precetti dell’araldica municipale. Carta blasonata speciale ci

voleva, per involgere le patate ele verdure; carta stemmata raccomanda l'igiene per ogni vario genere di umani bisogni. Lo stemma di Milano potrà godere ben allegre prospettive !... 24 febbraio. Spectator.

moderati

formanti

un

blocco

dell’eroica e industriosa città.

concorde,

ma

In corso di stampa

CINQUE MESI DI GUERRA (Agosto-Dicembre NOTE

1914)

MILITARI

ANGELO

GATTI

Capitano di Stato Maggiore

Un volume in-8.

Cinque Lire.

Dirigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori, Milano.


L'IL'UUSTRAZIONE

LE

TRUPPE

ITALIANA

UNGHERESI

IN''GALIZIA.

Un posto avanzato verso i Carpazi.

Le difficoltà del transito dei carriaggi sulla neve:

(Fot. Kaukosky).


L'ILLUSTRAZIONE

|

Zon Hen dura inte la grande guerra ‘di

ITALIANA

i Ì Note © impressioni di Ettore MODIGLIANI e i suggerimenti

delle autorità —

non

| tar-

date ad accorgervi di giorno che la vita cittadina pulsa con lo [stesso ritmo. Il movimento

nelle strade, rumoroso ed enorme, è ininterrotto come un autobus, la cui seomsoluta ha invece resa quasi deserta igi; la stessa folla sui marciapiedi del-

su per giù lo stess tempo a vai degli

West End e della City, nei grandi negozi,

nei luoghi di divertimento, nei treni dell'/nderground,

alcune delle

che appunto

principali

in questi giorni, in

stazioni, per agevo-

lare ed arginare l'affluenza sempre crescente del pubblic tituito gli ascensori con

i dei chemins

edifici parigini

le e nuova applicazione montants già in uso in molti

e londinesi.

Forse chi sia abituato alla vita di questa città va talvolta in alcune ore del giorno qualche rara lacu

nel movimento stradale,

che prima non avverti

osserva

che l’ad-

ma son differenze a pena apprezzabili, e pi riterreste indizio del cataclisma che imperversa l’udir nelle vie, non più una parola di tedesco, ma così frequente il francese — non

per nulla il Belgio è ora trapiantato a Parigi e a Londra! — il vedere nei ritrovi pubblici numerose signore e signorine lavorar di maglia per calze, guanti e sottovesti di lana da mandare al fronte, il trovar la sera dopo il teatro sulle tavole scintillanti del Savoy o di OdeLondra, febbraio. la vita londine: se? Torrenti di luce dai negozj | nino o del Café Royal, dove cena giocondamente la jezzesse dorée, invece delle sagome di commestibili, dalle vetrine di molti ricchi A Folkestone. chiu: ià alla vendita ma non alla snelle o panciute del Jorarnisberg, del ChaVi si rivela la guerra, prima ancora di toc- magazzini curiosità dei passanti, dalle stazioni delle fer- teau Lafitte o del Mumm, invece delle caraffe care il suolo inglese, sul piroscafo che vi ha del Champagne-Cup, thè fumante, aranciate rovie sotterranee, dalle finestre e dalle vecondotti da Boulogne, da. Dieppe o da Flesdegli alberghi e dei c/ubs; miriadi di e lemonsquash. singa all’approdo di Folkestone, dove oramai rande Tutto procede ugualmente a Londra in lampadine multicolori ricorrentisi sui profili fanno capo tutte le linee rapide di comunicadelle marguises dei ristoranti, dei teatri, dei tempo di guerra, ma per impedir l’abuso dei zione per passeggieri da Parigi e dall'Olanda. music halls; migliaia di scritte, di disegni, di vini e dei liquori, il Governo dalle dieci di Non alle passerelle, per la discesa sulle banscherzi luminosi ad accensione continua, al- sera in poi non vi fa più bere! chine, vi chiama la voce dei marinai, ma sotto ternata, progressiva, tappezzanti d'alto in il ponte nel salone di prima classe. Esame di Gli Zeppelin. basso le facciate delle case, richiamanti con passaporti e visita medica. Rigoro: issimo il le loro luci e col loro moto fino dai tetti l’atDella minacciata visita dei dirigibili tedeprimo e controllato con le note di. un re tenzione del pubblico, più folto che mai nelle schi si fa un gran parlare, ma tutti ne diin cui sono forse elencati i nomi sospetti ; strade nel giorno semifestivo: uno spettacolo scorrono con un senso più di curiosità che breve e assai superficiale la seconda. Se avete che dava a colui il quale, sceso allora dal di timore. Io credo, anzi, che se ciascuno la fortuna di possedere una faccia tranquiltreno, attraversava le principali strade del dovesse e potesse tener presente splo l’evenlante si limitano a guardarvi gli occhi, ad West End, la visione di una prodigiosa e stutualità di danni per sè, per i suoi cari @ per esaminarvi, alla luce di una lanterna cieca, la pefacente /éerie, l'impressione e la vertigine le sue sostanze, affronterebbe volentieri la gola, e con un A// right vi licenziano subito di una vita fantastica. sua parte di pericolo e accoglierebbeallecon bel garbo. La polizia e la scienza vi diTrovate ora Londra, alla stazione di Vit- gramente la visita, pur di veder liberato il chiarano puro; non avete ormai se non toria, immersa nell'oscurità; quel tanto di suo Paese da questo che, all’estero, è ritenuto da riempire.un modulo con le vostre gezeluce che filtra attraverso le tendine abbassate un incubo per l'Inghilterra. C'è molta gente ralità: nome, domicilio in Inghilterra, età, dei ritrovi serali e delle botteghe, quel po’ di che la considererebbe quasi come un diversesso (sicuro, anche il sesso), e potete scenpallido e fioco chiarore che si diffonde dalle sivo emozionante in queste giornate grigie... dere a terra. A terra nel treno pronto sulla lampade stradali tenute ancora accese, ma Nè vale a generar panico il ricordo delle banchina un'altra novità vi aspetta: tutte le fasciate per due terzi da uno strato di vernice innocenti vittime degli incrociatori Babytendine dei compartimenti abbassate « per ornera, sembrano appena sufficienti al vostro killers (così ormai qui son chiamati) sulle dine del Governo »; non per nulla si attende taxi per, trovare la sua via in mezzo al trafspiaggie di Yarmouth o di Scarborough; nè di sera in sera la visita degli Zeppelin che fico incessante che vi circonda, e che voi avpuò dirsi sia stato accolto ieri come un sedalle luci dei treni in corsa potrebbero esser vertite ma solo in piccola parte scorgete. gno di pericolo il manifesto fatto affiggere portati a riconoscere le linee, a orientarsi, a Piccadilly, Shaftesbury Avenue —la via dei per tutta Londra con le norme per la cittadanneggiare impianti e stazioni delle ferrovie teatri — Cambridge Circus, passano nell’omdinanza in caso di apparizione di istrumenti litoranee. E mentre cade la notte il treno tutto bra. Perdete l'orientamento e interrogate lo aerei nemici. Il pubblico si sofferma, legge, nero si avvia verso la capitale nella oscurità, chauffeur: confronta, commenta, ma la conclusione è tratto tratto solcata dai fasci mobili, rapidis— Dova siamo? una sola: che pochi, se un velivolo o uno simi, di polverio fosforescente, dei riflettori — Oxford Street, Sir, angolo di Tottenham Zeppellin si presenterà, ubbidiranno di buon che dai posti di osservazione costieri seruCourt Road. grado all'ordine di tapparsi nella prima casa tano e frugano il cielo e il mare verso sud e E guardate increduli l'orologio: non sapete che trovano. verso est. convincervi che sia questo — a quest'ora, in Verranno di notte? Verrano di giorno? A Vita londinese. prima sera — l’aspetto di uno dei crocevia buon conto, pur difesa dai suoi aereoplani Siete mai arrivati a Londra di sabato sera, più infernali e luminosi della metropoli! pronti all'attacco, pur vigilata dai suoi rifletin tempi normali, con quell’espresso contiMa se la luce notturna è qui divenuta tori che volteggiano incessantemente î loro nentale che vi depositava poco prima delle scarsa — fin molto più scarsa che a Parigi, occhi di fuoco, Londra si ammanta alla sera diciotto in mezzo allo Strand nell'ora in cui forse per questa disciplina inglese onde col di tenebre, e dalla profondità della sua ompiù tumultuosa rombava, in un'orgia di lumi, maggior rigore son qui rispettati gli ordini bra sembra lanciare verso l'alto un ghigno Soldati inglesi alla stazione di Waterloo a Londra.


L'ILLUSTRAZIONE di sfida, mentre la vita segue, giù, placida il suo corso regolare, e sull'asfalto delle strade risuona sordo il passo marziale delle squa-

dre di Zerritorials, fischiettanti all'unisono Tipperary, sempre Tipperary, la gioiosa 7ip-

perary che è divenuta ormai la canzone di guerra di questo popolo in armi.

L'esercito.

Ho inteso in questi ultimi mesi a Milano e a Roma accennare la possibilità che l’armata

inglese

di terra non sia

se

non

una

minaccia verbale da mandare a tener compagnia all’annunzio dato da Lord Kitchener, poco dopo

lo scoppio

della

guerra, di una

«impresa britannica da far stupire il mondo ». Bene: se c'è in Italia chi teme — o chi spera —

che l’esercito inglese sia uno

spet-

tacoloso £/u/f, si disinganni: quell’esercito, numeroso e magnifico, è una viva e presente realtà. E se c'è ancora chi, sul fondamento

179

PUBLIC WARNING VITTI

CVS ZOSE RETI

TENNE €DILIIA SOUR

SIAM

DILATA

deCAMINI

MN RITA

CRC IEIII

The public are advised to familiarise themselves with the appearance of British and German Airships and Aeroplanes, so that they may not be alarmed by British aircraft, and ma, take shelter if German

appear. Should hostile aircraft be seen, take shelter ediately in the nearest available house, preferably in the basement,

aircraft

and remain there until the aircraft have left the vicinity: do not stand

about in erowds and do not touch unexploded bombs.

In the event of HOSTILE aircraft being seen in country distriets. the nearest Naval. Military or. Police Authorities should, if possible, be advised immediately by Telephone of the TIME OF APPEARANCE, the DIRECTION OF FLIGHT. and whether the aircraft is an Airship or an Aeroplane.

GERMAN

di quella promessa di Kitchener, va farneticando di fantastiche, romanzesche e irrealiz-

zabili imprese terrestri e marittime, si ‘convinca che l’improvvisazione in poco più di sei mesi di una simile armata,

ITALIANA

BRITISH of the Airships passengor cars

questa, sì, è

AIRSHIPS

veramente l'impresa annunziata che «avrebbe fatto stupire il mondo ». Le cifre che qui sentite ripetere sono le se-

guenti: circa 300 mila uomini di esercito regolare permanente inviati in gran parte sul

continente all’inizio delle: ostilità; più di mezzo milione di territoriali (soldati non regolari) di cui una metà circa già addestrata innanzi l'agosto scorso, il resto arruolatosi dopo, e, in gran parte, anche questi — divenuti ora regolari i luoghi diversi della guerra; il primo milione della cosidetta Ki chener's Army — completo. Detratte le perdite, in questi giorni annunciatesi ufficialmente,

di 104 mila uomini

È,

Note specially the sloped-back wings of the German Aeroplanes

©)

AEROPLANES

tra morti, pri

nieri è feriti (di cui il 60°/, già in stato di ritornare al fuoco); detratti i contingenti che debbono restare in patria per la sicurezza delle città e la vigilanza delle coste, sono complessivamente circa un milione e mezzo di inglesi che potranno trovarsi a primavera sulle diverse fronti di battaglia, senza contare gli australiani, i canadesi, ecc. E continuano gli arruolamenti per il secondo milione della Kifchener's Army. Nessuno, s'intende, è in grado di controllare l’esattezza di queste cifre, ma a chiunque venuto qui, salta agli occhi una verità: Londra, dove prima non si incontrava 47 un ufficiale e guasi mai un soldato, è divenuta una smisurata, sterminata caserma. In qualsiasi strada, in qualsiasi ora voi non muovete passo senza imbattervi in militari in divisa. Nei teatri, nelle stazioni del Mezfropolitan e dei 7ubes, nei Restaurants, nelle 7ea-rooms, nei cinematografi ne contate decine, decine e decine. Chi può calcolare quanta truppa si trovi solo entro il cerchio di questa mostruo-

samente immensa città? Si direbbe che ‘almeno un decimo della popolazione maschile di Londra vesta oggi in Xa4;.... E come figura bene questa uniforme seria, elegante, pratica,

quasi identica per gli ufficiali e per isoldati! Quale sia per essere l'efficienza bellica di queste truppe non si può affermare, ma se si pensi alla dura disciplina e all’intenso fra? ning cui sono assoggettate, alla passione dello spor? che in ogni ragazzo inglese già sviluppa in sommo grado qualità preziose per un soldato; se si pensi al fatto che, contrariamente a quanto si crede e si ripete, il contributo delle classi elevate, all’arruolamento, è stato, in proporzione, enorme e che ciò sta a provare due cose: primo, l'amor di

patria — e non l'abbondante « paga » — onde son mossi e infiammati questi giovani; se-

condo, la possibilità di avere ottimi elementi per farne degli ufficiali; se si pensi che già sui campi delle Fiandre parte di queste reclute sono state al fuoco magnificamente, io credo che non sia troppo arrischiato prevedere che un tale esercito « improvvisato » non sarà indegno delle tradizioni dei volontari battutisi nella guerra sud-africana.

Nelle caserme, nei parchi, nei recinti delle Esposizioni e persino in qualche , solitario square gli arruolati marciano, si esercitano, e provano. Nella stessa corte di Burlington House a Piccadilly — l'Accademia di Belle Arti di Londra — assistevo stamane alle esercitazioni di squadre di 7erriforials. Era meco,

Manifesto affisso in questi giorni nelle strade di indra con le norme per la cittadinanza in caso di incursioni di dirigibili o aereoplani. (Avviso pubbli: Il pubblico è consigliato di prendere famibliarità con l'aspetto dei diri; ili ed aereoplani britannici e t sché, in modo da non essere allarmato da appare ‘hi inglesi e da potersi riparare se si presentassero apparecchi tedeschi. In caso sia în vista uno strumento aereo nemico, riparatevi immediatamente nella casa più vicina, preferibilmente nel sottosuolo, e rimanetevi finchè l'apparecchio abbia abbandonato te vicinanze. Non fermatevi gruppi e non toccate bombe inesplose, In caso che apparecchi nemici siano avvistati in località di campagna avvertite immediatamente per telefono la più vicina autorità wavale, militare o di polizia, dell'ora dell'apparizione, della direzione del volo e se si tratta di un dirigibile o di un aereoplano). mosso mirava egli quei baldi giovanotti cui forse sarà affidato domani il compito di riscat-

tare finalmente il suo piccolo grande Paese!... I Musei.

A Parigi il Louvre è chiuso; chiuso, e nella massima parte vuoto dai giorni in cui, occupata Compiègne, occupata Senlis, giunte le

prime pattuglie degli ulani a Chantilly, capitale era sul punto di ‘essere inves

la

forse presa. Nelle gallerie di pittura solo poche grandissime tele di, carattere decorativo sono restate in alto a ricordare la. destina-

con la sua gentile signora, quel caro e fine uomo di Paul Lambotte, Direttore generale

zione di quelle sale: tutto il resto dal salon Carré, dalla sala La Caze, da quella des sept metres, dalla Grande Galerie, dalle sale Van Dyck e Rubens, dalle salette fiamminghe e olandesi, portato via in poche ore e posto in salvo e al sicuro. Ma.a Londra no. A Londra, — dove d’altronde il pericolo di una invasione è troppo

‘ospitale; e con

rio. e dove tutto ciò che si può attendersi di peggioreè un'incursione di dirigibili o di ae-

delle. Belle Arti nel Belgio, anch'egli come tanti sui compatrioti esule in questa città che sguardo amoroso

e com-

remoto per

poter essere

considerato

sul se-

reoplani — le autorità si sono evidentemente preoccupate dell’impressione che la chiusura dei musei poteva produrre sulla cittadinanza cui avrebbe data la sensazione di un pericolo, e li hanno lasciati aperti. Business as usual

© la vita come il solito — è la parola d'ordine

di questa città dal giorno dello scoppio della guerra, e il Business as usual, onde è stata battezzata fino una Revue che furoreggia da

qualche settimana sulle scene. dell’ #ippodrome, vuolsi abbia a riflettersi anche sull'andamento delle gallerie londinesi. Ma d’altro lato la sicurezza e la fiducia ngn ‘hanno impedito di rendersi

conto delle

gravissime

responsabilità che i possibili danni di' alcune particolari opere avrebbero

potuto: fare assu-

mere di fronte alla nazione, e, naturalmente, precauzioni sono state prese. In apparenza alla National Gallery tutto si limita alla chiusura di uno odue ambienti, a qualche secchiodi rena ‘qua e là, e alla presenza, in ogni sala,'di uno 0 più colossali recipienti di ferro ripieni, anch'essi, di sabbia destinata a soffocare sul nascere un incendio che fosse provocato


180

L'ILLUSTRAZION

Un colloquio tra Re Alberto

dallo scoppio di un proiettile. Ma chi anche poco conosca la grandiosa e meravigliosa raccolta di ben altro si accorge: rileva, cioè, che nello spazio di pochi giorni è stato nientemeno che disfatto e rifatto quasi per intero l'ordinamento della Galleria Nazionale. Non un vuoto si percepisce su quelle pareti e tuttavia nessuno dei più insigni capolavori di reputazione universale è ora esposto più. Invano cerchereste il Mantegna e Bellini, Filippo

Lippi e Botticelli, Pier della Francesca e Pisanello, Cosmè Tura e Francesco del Cossa,

l'Arianna e il Noli me tangere di Tiziano, la

portentosa Annunciazione del Crivelli e la Madonna degli Ansidei di Raffaello (il cui posto è stato occupato dalla grande ancona

del

LA

ITALIANA

giorno 21 nella foresta di Augustow; cioè, un gene-

GUERRA.

rale in capo, tre generali di divisione, due generali

Nello scacchiere franco-belga.

Qui anche nei passati otto giorni, sempre la so-

lita incessante vicenda

di avanzate e di regressi

degli uni e degli altri;

cosicchè ciascuno

vanta

le

e dopo un

tedrale di Reims fu di nuovo

ster; e lo stesso giorno entrarono anche in Czenowitz, capitale della Bucovina. In Galizia, il 20, i russi ritiravansi in direzione di Stanislau. In Bucovina

nerale non muta. La povera vecchia e

gloriosa cat-

bombardata

dai

te-

deschi il 18, ed ebbe colpita la sua torre nord. Reims fu ancora bombardata, violentemente, nella notte dal 21 al 22, e vi furono, pur troppo, nume-

rose vittime.

Nello scacchiere ri so-tedesco - austriaco. La così detta battaglia dei zove giorni attorno

Borgognone), la Vergine delle rocce di Leonardo e la Madonnina della cesta del Correggio, il Sarto del Moroni, gli autoritratti di Rembrandt, la Venere allo specchio di Velasquez, la serie del Mariage à la mode di Hogarth.... Allo stesso modo gran parte dei preziosissimi dibe/ofs, delle stupende porcellane, dei mobili Luigi XIV e Luigi XV sono scomparsi dalla Wallace Collection dove cinque sale sono state chiusee vuotate del loro contenuto,

pletamente sconfitti :la nostra cara Prussia Orien-

e le stanze

del sottosuolo

protette, nel

s'imbattono in una porta chiusa e intuiscono la mancanza di qualche opera, escono con l'impressione che nessun sconvolgimento la grande guerra abbia portato neanche nella casa dell’arte,

Osservo uscendo, vicino alla porta, un cartello stinto che fa obbligo alle signore di depositare al guardaroba anche i manicotti, gl’involti, le borse, Memorie delle imprese delle suffragette! Nessuno pensa più ora a far rispettare quel divieto; e chi pensa più alle suffragette? E chi ricorda più la rivolta dell' Ulster? Quante cose non ha spazzato via in questi duecento giorni la guerra! Errore MODIGLIANI.

di brigata, 17000 uomini e 25 cannoni: Anche gli austriaci, aiutati, pare, da corpi badesi,

hanno guadagnato terreno sulla fronte dei Carpazi ed in Bucovina. Il 15 passarono la linea del Sereth;

rispettive operazioni parziali, ma la situazione ge-

ai Laghi Masuriani

fossato, da sacchi di sabbia. E non vi troverete più i due grandi ritratti di Perdita (Mrs. Robinson) di Gainsborough e di Reynolds, il Cavaliere che ridediFranz Hals, i Boucher dello scalone e molti dei Rembrandt, dei Greuze, dei Lancret, dei Fragonard che'formavano le delizie di questa deliziosissima raccolta, Ma anche qui i visitatori d'occasione entrano, passano, girano, ammirano, e anche se qua e là

(Mustration).

e il generale Joffre sulla piazza di un villaggio belga.

GRANDE

nella Prussia Orientale, si è ri.

solta con l'inseguimento, verso le fortezze,

dei russi,

i quali, dalla forte pressione dei tedeschi, moven-

tisi sotto la direzione dell'oramai celebre maresciallo Hindenburg, sono stati costretti alla ritirata, resa difficile dalla mancanza

di linee ferroviarie.

L'imperatore Guglielmo

battaglia, ed entrò in

vibranti

fu presente alla lunga

Lyck fra i soldati, e rivolse

parole ai granatieri del 2.° reggimento di

Pomerania.

Berlino alla notizia

del successo fu il 17

tutta imbandierata. L'imperatore telegrafò alla pre-

fettura di Koenigsberg: «i russi sono stati com-

tale è stata sgombrata dal nemico ». Fra la Camera prussiana ed il maresciallo Hindenburg vi fu scambio di entusiastici telegrammi.

cuparono Tauroggen.

Il 18 i tedeschi oc-

In Polonia, al nord della Vistola, la situazione

è

ancora contrastata ed incerta. Il Grande Stato Maggiore tedesco comunica dal Grande

Quartier Generale

in data 22 febbraio:

combattimento di due

rono Kolomeo

(Galizia orientale)

il 20 e 21 continuava

naio, stata dichiarata falsa iale russo,

è nel

e negli scontri nella regione della Bobr e del Na-

rew, negli scorsi giorni, abbiamo catturato un generale in capo, due comandanti

4 generali, quasi

numero molto

di divisione,

40000 uomini, 75 cannoni

altri

ed un

non ancora precisato di mitragliatrici e

altro materiale

da guerra.

«L'intero bottino della battaglia sale fino ad oggi

a 7 generali, più di 100 000 soldati, 150 cannoni e materiale di ogni genere, comprese le mitragliatrici. Il nemico

ha sotterrati

o gettati nei Laghi

in molte

località pezzi di artiglieria pesante e munizioni. Ab-

biamo dissotterrato od estratto dall'acqua nei pressi di Lòtzen e del Lago di Widninnen 8 cannoni pesanti. Dopo ciò la X armata del generale barone Sie-

wers può considerarsi completamente annientata ».

Il maggior numero dei generali russi fu preso il

a

in un comunicato uffi-

frattempo

aumentata

a

64 uffi.

Quartier Generale austriaco. Il ministro degli esteri austro-ungarico

barone

Burian e Bethmann-Holweg al

Burian, accompagnato dal consigliere di legazione

Hoyos, è arrivato il 20 alla sede del

comando

in

capo dell'esercito, dove è giunto anche il Cancel-

liere tedesco Bethmann-Hollweg, accompagnato dal

direttore della sezione politica del Ministero degli esteri, Stumm, per restituire la visita che Burian fece recentemente al Quartier Generale tedesco.

Questo incontro. diplomatico è stato interpretato come una nuova conferma, di. fronte ai nemici, della perfetta solidarietà austro-tedesca.

La

guerra

nell’aria,

I propositi tedeschi

lo sgombero della foresta a nord-ovest di

austro-tedesca

ciali e 40800 uomini. A ciò si aggiungano 34 mi tragliatrici e nove cannoni ».

navale antibritannico,

dopo

Dnie-

dice: « La somma di 29 000 prigionieri che le nostre truppe hanno fatto fino ad alcuni giorni or sono nei combattimenti sui Carpazi dalla fine di gen:

la battaglia

dèl nemico

occupa-

1 russi il 21 segnalavano di avere respinte due sortite austriache dalla fortezza di Przemysl. Un comunicato ufficiale austriaco del 22 febbraio

d'inverno nella regione Masuriana è finito. Durante

«L'inseguimento

l'avanzata

Kotzman, Bojan e Sadagora.

giotni

a sud del

di severo hanno

e spietato blocco

determinato l’Inghil-

terra a sollecita ed efficace azione

contro la costa

belga, dove i tedeschi pare si stessero. preparando

una base per i loro sommergibili da far agire nel

mare del Nord e nel Canale della Manica. Così il 16 febbraio, quaranta aereoplani e idrovolanti della sezione navale

di aviazione

missione di attaccare

britannica inviati con

i punti d'importanza militare,

bombardarono nel pomeriggio Ostenda, Middelkerke,

Ghistelles e Zeebrugge, allo scopo di continuare le

operazioni recentemente gione. Le bombe furono

terie situate

a est e ovest

eseguite nella stessa regettate sulle grandi bat-

del porto

È Ostenda,

sulle posizioni dei cannoni a Middelkerke, sulle prolunghe degli equipaggi del treno, lungo la strada da Ostenda a Ghistelles, sul molo di Zeebrugge, allo scopo di allargare la breccia praticata nell'attacco precedente sulle chiuse di Zeebrugge, sulle


L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

chiatte in faccia a Blankenberghe e su una barca da trasporto di fronte a Zeebrugge.

Otto aereoplani francesi cooperarono al raid degli

apparecchi britannici attaccando vigorosamente l’aereodromo di Ghistelles, ciò che impedì agli aereolani tedeschi di ostacolare l’azione degli aviatori inglesi. Gl'inglesi dicono di avere ottenuti buoni

risultati.

Un aereoplano tedesco ha volato la sera del 21 sulla contea di Essex (a nord-est di Londra, fra il Tamigi e lo Stour) senza fare alcun danno. Verso le 8.30 su Braintree venne udito il ronzio

reoplano esivide una luce che cadeva da esso:

era incendiaria, più tardi trovata inesplosa in un campo, piena di petrolio e di schegge di ferro.

una bomba

Un'altra bomba venne lanciata a circa un miglio

di

distanza, ma nemmeno essa esplose. Anche a Colchester fu notato il passaggio di un aereoplano che lanciò una bomba

incendiatasi

nel giardino di una

Un dirigibile Zeppelin apparve sopra Calais alle 4.10 del mattino del 22 e sembrava dirigersi verso il sud. Esso lanciò i primi proiettili sulla linea feriar presso Saint-Homer, Hazebrouck e Dundola lievemente nella vicinanza potè però essere ristabilito prontamente. Delle bom-

be incendiarie lanciate, trìé non produssero alcun danno, altre due distrussero due case attigue nella

Rue Doguiez, presso la stazione di Fontinettes, occupate da due famiglie e fecero cinque vitti Il corrispondente dell’H7ande/sb/ad da Sluis

da i seguenti particolari sul raid dei 34 aviatori inglesi del quale riferimmo nel numero scorso: «Ad Ostenda soltanto gli #argars presso il mare e la stazione

furono

gravemente

danneggiati;

così

pure il ponte che unisce la stazione al mare ed ogni

comunicazione rimase interrotta. «A Blankenberghe la stazione e i binarì

furono

distrutti.

A Zeebrugge la centrale elettrica dovette

Zeppelin,

con

fermarsi e a causa della mancanza di energia i ponti girevoli non furono potuti aprire. Un fargar di tutto il suo

contenuto,

rimase

di-

strutto. » Re Alberto partecipò il sabato mattina 31 febbraio ad una ricognizione aerea sopra le linee tedesche. Il Re aveva preso posto in un biplano militare belga. Appena l'apparecchio si trovò al di sopra

delle linee tedesche fu salutato da un

vivo canno-

neggiamento che non lo colpì. La ricognizione ef-

fettuata da Re Alberto è durata un'ora. Il Sovrano ritornò al quartier generale incolume. La tempesta dell'altra settimana ha messi a dure prove i dirigibili tedeschi. Quello L 3, durante un volo

di ricognizione, a causa scese il 17 sull’isola

di un’avaria al motore, di-

Fanò sulla costa

occidentale

del Jutland, e rimase distrutto :l'equipaggio fu salvo. La furiosa tempesta provocò anche la perdita

completa

del dirigibile

L 4. Questo dovette

atter-

rare, causa avarie, presso Blacvand Huk (costa occidentale della Danimarca) e fu poscia trascinato

verso il mare. Undici uomini dell'equipaggio, tra cui il comandante, si salvarono; quattro scomparvero. Le operazioni

L'Imperatore Guglielmo, l'ammiraglio von Tirpitz, ministro del a marina, c Hoetzendorft, comandante la squadra d'alto mari n colloquio a Wilhelmshafe

di blocco marittimo.

La Germania, in mezzo alle polemiche diplomatiche con l'Olanda, gli Stati Uniti, la Norvegia, ha mantenuta la parola: il 18 l'Imperatore col Kronprinz e l'ammiraglio von Tirpitz erano a Wilhelmshafen; e fino dal 15 îsommergibili tedeschi riprendevano la silurazione e l'affondamento di navi nemiche... ed anche di navi neutra . In fatti, il 15 verso le 18,30 |

Signore, in guardia ! Mettiamo în guardia la nostra scelta clientela conSi diffonde la voce, da alcuni interessati, che i nostri Stabilimenti hanno sospeso la loro produzione e si cerca di offrire delle falsificazioni dei nostri prodotti. È bene sî sappia, invece, che tutti i profumieri del Regno possono avere, malgrado la guerra, i nostri profumi. Imperial Acacia, Lauris (Origano), Flouvella, Liane Fleurie, Les Fleurs de Sauzé sì trovano in vendita, come per il passato, e la loro fabbricazione avviene sempre con fini ed autentiche essenze di fiori da noi distillati. Le Signore, che tanto prediligono i nostri profumi, devono diffidare delle falsificazi diffuse a nostro danno: e specialmente devono diffidare delle im zioni delle ciprie che noi prepariamo secondo i pi scrupo!osi dettami dell'igiene della pelle. Per qualsiasi schiarimento rivolgersi alla nostra Sede italiana, resentata dal Sig. SIGISMONDO JONASSON a Pisa. Sauzé Fréres tro un illecito tentativo di bassa concorrenza.

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tirgensen).

un sommergibile tedesco torpedinò, senza preavviso,

I Dardanelli bombardati.

pressi di Le Havre la carboniera inglese WuZvich, proveniente da Hull e diretta a Rouen. Ventinove marinai furono salvi; due scomparvero. I salvati furòno sbarcati a Le Havre. Il Du/wvich era un va-

parlare di sè. Il 19 e il 20 febbraio esse hanno bombardato i famosi Dardanelli!

a venti miglia a nord-ovest del capo La Héve nei

pore

|

glio von

in acciaio

stazzante

2115

tonnellate,

cento e largo 13. Alle ore 13,30 del 17 febbraio il vapore

lungo

Ville de

Lille, che si recava da Cherbourg a Dunkerque, scorse a nord

tedesco /76.

del

faro di Barfleur

il sottomarino

Il vapore tentò fuggire, ma il sotto-

marino lo raggiunse e lo affondò mediante bombe collocate nell'interno dopo aver concesso

dieci mi-

nuti all’equipaggio per salvarsi nelle imbarcazioni

di bordo.

Nella notte dal 17 al 18 lo stesso /76 silurò ma

non riuscì ad affondare al largo di Dieppe il vapore francese Dinorah, che potè riparare a Dieppe, Furono poi silurate tre navi norvegesi (d’onde una fiera protesta della Norvegia); Cambrank

il 20 il vapore inglese

di Cardiff che dirigevasi a Liverpool, e

di cui due fuochisti e due macchinisti

annegarono

saltando in una scialuppa; e pare anche sia stato affondato nella Manica un trasporto inglese con 2000 soldati; poi il 18 la piccola carboniera De-

vonshire.

Questa spietata lotta sul mare non ha limi

fatti da Londra, 21, il Lloyd

annuncia

che i pi

scafi Hemespher, Higland Brace e Pnotaro, la goletta norvegese Zerzartha e il piroscafo inglese Wilfridin sono stati affondati nell'Atlantico meridionale dall'incrociatore tedesco Kar/sruhe. Tutto

l'equipaggio e 31 passeggieri dell’Hig/land Brace furono sbarcati il 20 a bia

Aires,

Un telegramma da Buenos Aires, 22, annunziando

che tutti i passeggieri di codesti

piroscafi

hanno

Le squadre riunite

terraneo

ingl

e francese del

Il comunicato inglese dice:

flotta

Medi.

fanno di bel nuovo, dopo lungo silenzio,

Il 19, mattina, una

britannica di corazzate e di

battaglia,

accompagnata

incrociatori

da

da flottiglie ed assistita

da una forte squadra francese, tutte sotto il comando

del

vice-ammiraglio Carden,

cominciarono

un attacco contro i forti all'entrata dei Dardanelli. I forti di bombardati

fuoco

Capo Helles e di Kum Kaleh furono intenzionalmente a lunga distanza. Il

produsse

forti, ed altri

un

effetto

considerevole

sui due

due

furono

frequentemente

colpiti;

della distanza, non

pote-

ma, ‘a causa dei terrapieni, risultò difficile valutare i danni. I forti, a causa

rono rispondere al fuoco. «Alle 2.45 del pomeriggio una parte delle corazzate ricevette

l'ordine

di avvicinarsi

e tirare sui forti

a migliore portata con l’artiglieria media. I forti

dalle due parti dell'entrata aprirono allora il fuoco e furono attaccati ad una portata media dalle navi Vengeance; Cormwaltis,

Triumph, e da tre coraz-

zate francesi aiutate dall'/n/feribile e dall'Agamen-

non, che tiravano a lunga distanza. Si ritiene che i forti della costa europea siano stati ridotti al si-

lenzio. Un forte della costa asiatica continuò a ti-

rare allorchè l'operazione venne sospesa per il sopraggiungere della sera. Nessuna nave della flotta alleata rimase colpi «L'azione fu ripresa la mattina del 20 dopo una ricognizione aerea. La naye- inglese Ark Royal del servizio degli aereoplani era al suo posto con un

certo numero di aereoplani e di idrovglanti navali ».

I turchi, naturalmente, dànno una versione ben

differente, che si può riassumere così: «La

flotta

nemica, composta di 4 navi inglesi e 4 francesi,

potuto approdare colà sull'/o/gar, dice che quei va-

aprì il fuoco alle 8 e mezza

ausiliario Xrorprinz

avvicinasse. La flotta anglo-francese, credendo che

pori furono tutti affondati sulla costa settentrionale del Brasile dall’incrociatore ausiliario Xronprinz Wilhelm durante gennaio e febbraio. L'incrociatore Wilhelm

sarebbe attualmente

nelle acque di Rio de La Plata ed avrebbe a bordo

i marinai dei vari

bastimenti da esso

affondati.

del mattino,

alla di-

stanza di 16 km. coi pezzi di più grosso calibro. Gli artiglieri

ottomani,

malgrado

la tempesta di

granate, non risposero ed attesero che il nemico

si

i forti fossero stati ridotti al silenzio, si avvicinò alla costa. Allora le artiglierie ottomane aprirono il fuoco.»


L'ARTIGLIERIA

I FAMOSI

MORTAI

NELL

ausTRIACI

Da

30°


GUERRA

MODERNA.

PASTREVES

R AZIONE CONTRO

1 RUSSI

IN PoLonia.

(Fot, Boedeckor).


184

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

Diario sentimentale della guerra vr Alfredo Panzini. gli uomini olimpici.

Catilina, pensò bene di presentarsi

Gli intellettuali germanici hanno parlato all'Italia ed al mondo fino all’esuberanza, e v'è chi dice che abbiano parlato anche troppo! E qualche nostro illustre intellettuale pure ha risposto e parlato nobili parole: ma prima di ricordare queste nobili parole, bisogna pur dire come il nostro ceto universitario — generalmente parlando — si è mostrato olimpico.

Olimpico; ma forse un po’ stupefatto! « Ma come? — parevano dire fra loro — non vi sono più uomini pacifici in Germania? Dove è Ernst Sieper, il /eader dell'accordo fra Germania e Inghilterra?

Dove è l'onorevole

pro-

fessor Guidde? E perchè tace il valoroso A. N. Fried, il detentore del premio Nobel per la pace?» Olimpici, ma un po' mortificati ! Avevano lasciato, alla sera, il laboratorio filosofico in perfettissimo ordine e pace, ed al mattino lo trovarono in terribile disordine. Quale dèmone o cobòldo vi era. penetrato Inoltre gli apparecchi sìsmici chiamavano di-

speratamente. E —

diciamo pure — olimpici, ma

un po-

chino.... preoccupati in quanto che sentivano

dai colleghi germanici alitare sul volto l’àlito infuocato della guerra. Sentivano i colleghi

germanici parlare il tremendo linguaggio del prof. Treitschke e del generale di cavalleria, von Bernhardi. «Ma tutta questa gente — esclamò qualcuno

fra i nostri dotti, in gran segreto —

è

còlta da follia alla Nietzsche?» La visione era inoltre spaventosa: i più li professori germanici cavalcavano su antichi roncinanti

da guerra;

scuotevano

l'antica fràmea germanica, e per copricapo avevano l’elmo alato barbarico dei Nibelunghi. Olimpici —

ripetiamo — ma,

forse, un po’

disorientati! In quanto che abituati a non pronunciarsi risolutamente, per non turbare la serenità della scienza; o abituati a pronunciarsi soltanto con il corredo di tutta la documentazione d'archivio, sentivano che era necessario giudicare pur non avendo tutto il corredo delle documentazioni. Oltre a ciò l'atmosfera scientifica era perturbata. Le schede volavano come festuche

avanti alla procella.

Celebri ricercatori che, da anni facevano placide «incursioni » — come essi le chiamano — nel mondo dei morti, si sentivano richiamati violentemente nel mondo dei vi Olimpici però sempre; ma non così che in via del tutto confidenziale e riservata non dicessero : «Ma

illustri

colleghi germanici,

voi

avete

l’aurea di Kìkero sentenza, Kedant arma toghae, quasi dimenticata!» « Kìkero — rispondevano i germanici — era un avvocato ed un rètore: mai le armi hanno ceduto alla toga, tanto è vero che Kìkero stesso, il giorno delle elezioni politiche di

ai comizi

con la corazza lucente e non con la toga.

« Ahi, ahi! — esclamava frattanto un altro fra i nostri eruditi che faceva « incursioni » nei campi della storia — la storia d' Italia è una cosa viva! Noi che la credevamo una cosa morta! Ho visto l’Italia — distesa da me sul marmo anatomico — palpitare, e le

sue arterie ancora gettavano sangue... »

«.... il quale — diceva un altro scienziato — esaminato all'analisi, fu constatato essere

sangue vivo »,

« Orrore! Orrore!» « Colleghi, illustri colleghi germanici, voi avete del tutto perturbata la serenità del no-

stro, del vostro bel mondo scientifico: mezzo secolo di lavoro in comune, messo in disordine in un giorno. « Colleghi? — par di sentire i germanici alteramente

rispondere.

Noi

non abbiamo

colleghi! Noi non abbiamo uguali! Se qual-

Segantini pittore,

lo abbiamo sco-

perto noi; Galileo Ferrari onorato noi, col battezzare

ico, lo. abbiamo ufficialmente la

sua scoperta Ferrari

del campo

‘hes Feld.

magnetico rotante,

E avremmo,

forse, rico-

nosciuto il signor Marconi, se questo signore non avesse avuto il pessimo gusto di rivolgersi all'avida ed ipocrita Inghilterra. Avete avuto

per mezzo

e lo avete duc:

secolo

un poeta animatore,

interpretato per filologia:

Avevate — ò qualcosa

di

Car-

vivo — un altro poeta, che al nostro Treits:

simile

ce, al nostro Nietzsche: un grande rètore, sia pure! Ma voi troppo eccedeste nel giudicare ogni suo motto quale licenza o finzione

poetica. Sdegnato di voi, se ne è ito nell’ab-

bominevole Francia: Gabriel d'Annunzio! » Allora qualcuno fra i nostri dotti e savi è . Senonchè, studiando meglio Engel e accorsero che questi due grandi in-

ternazionalisti germanici, defunti, erano non meno imperialisti e bellicosi di quello che

coglierà la grande ora. L'Inghilterra deve assentire che ciò avvenga. Ma pensiamo noi che cosa vuol dire: Germania interclusa dal Mediterraneo e dall'Oriente? Vuol dire disperata guerra. Vuol dire guerra sino ad un punto che par favoloso, cioè sino a vittoria tale che imponga tutte le condizioni alla parte soccombente. Uomini di senno e di guerra dicevano sino a ieri: « Vedrete che la guerra cesserà per esaurimento! » Non c'è più da sperare in codesto. Forse c'è da sperare nella peste, col primo apparire del potente sole. In condizioni tali si disegna questa terribile domanda: Quale sarà, domani, la sorte di un'Italia oggi assente? Noi ci balocchiamo ancora coi promessi gingilli sentimentali

La Germania

di Trento e Trieste. ce li avrebbe promessi questi

sentimentali doni; ma chi ne dispone è di que-

sto avviso? E supponendo anche che l’Austria fosse di questo avviso, a quale condi-

one la Germania ce li può dare? Bisogna

bene concepire allora una ben vittoriosa Ger-

mania!

Ed una vittoriosa Germania potrà,

vorrà concedere questi piccoli doni?

sarebbero questi piccoli doni

per

E che

un'Italia,

supposta

viva, e che per vivere ha bisogno

Dire....

dire — mi vien quasi da sorridere

dei mari?

*

— che se anni addietro l’Austria avesse concesso.... che cosa? Niente! Dell’amabile fumo. La così detta Università di Trieste, la facoltà di cantare, in terra irredenta, prima dell'agosto 1914, l'inno di Mameli ed altre

piacevoli canzoni e allocuzioni, questo buon

popolo d’Italia sarebbe stato .soddisfattissimo....; e chissà come sarebbero andate le cose! Ma immutabile è l’Austria! Così prima. del 1859; così prima dell’agosto 1914. Ebbene, questi paurosi fantasmi, non li vedono gli uomini olimpici ; non li vede il popolo che legge l'Avazzi/ Che tristezza! Perchè allora bisogna assentire all'opinione di Benedetto Croce, il quale disse a un dipresso:

siano oggi iloro viventi connazionali.

«L'Italia Sizantina senza guerra, rimarrà di. zantina anche con la guerra ».

prolegòmeni.

Eppure, o illustre senatore, l'Italia è una cosa viva e non tutti i suoi abitatori sono bizantini ed olimpici. ALFREDO PANZINI.

Olimpici dico, ma un pochino preoccupati sulla sorte dei loro studi, saggi, contributi, Dovessero

buttare questa

roba

al micero, ed impugnare l’asta di Quirino? «O magna ombra di Carlo Marx — sembrano dire,e non i social

oltanto— scendi,

per minor dei mali, dalla soffitta dove ti hanno

TAMAGOPEA UIMENLI ge Recno oaa

relegato, e vieni ad apprestarci il fàrmaco universale

della Internazionale! »

che verso

la fine del secolo XXII; e la Inter-

Ma Carlo Marx assicura che non sarà pronto

nazionale dei proletari non sarà, în ogni caso, un fàrmaco pacifista,

La grande ora che volve. Sì, questa gente.olimpica mi muove a dipiù che il semplicismo popolare espresso con una vignetta dell’Avanti/ dei passati giorni (12 febbraio); dove è figurata una lunghissima trappola, e ad ogni buco

sdegno;

Cacao BENSDORP CoLAZIONE IDEALE

MARGA

FAVORITA INTUTTO IL MONDO.

della detta trappola sta un topo impiccato,

Francia, Germania, Russia, Austria, ecc., ecc. Soltanto ‘uno dei buchi è libero, e attorno ad esso, va saltellando, ancor libero un topolino: l’Italia. Ma è che per chiunque considera l’Italia non come pezzo anatomico, ma la sente pal-

pitare come cosa viva, e che dovrà vivere domani, non mai il cielo disegnò più paurose galoppanti nubi. Si dissolveranno, forse, domani, ma oggi hanno quest’aspetto. Perchè oggi così appare: così si prospetta

il problema, così senza alcun dato preciso di fatto — perchè, che cosa ne sappiamo noi? — ma così per intuito; e perciò io mi esprimerò con un se. Se l'Inghilterra, davanti all’immenso pericolo germanico,

è venuta ad accordo con la

Russia e Francia

operano

secolare nemica,

NAEIRCIO REGIOVANNI ||

la Russia; se Inghilterra e di comune

intesa,

cerfo si propongono la spartizione del favoloso oriente. Certo dall'agognato oriente e dal Mediterraneo intendono interdire la Germania. E l’arma turco-orientale sollevata dalla Germania

— la guerra

santa,

la sollevazione

di tutto l’ Islam, l'occupazione dell’ Egitto — appare oggi dopo le vittorie russe nell'Asia e i non riusciti sforzi contro l'Egitto inglese — piuttosto come una grande minaccia che come una realtà. Passa per la Russia la grande ora secolare e non la lascerà sfuggire; e

NEAVOTO=

\ NEVRASTENIA-ISTERIA-IPOCONDRIA cità perUndinewrotico NBiovammi-Bologna)


L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

185

Qualunque altro pubblico — e specialmente il pubblico italiano —

non avrebbe

certo sopportato

la banalità del dramma

nè l’i-

nefficacia esclusivamente fisica dell'artista. Ebbene: il pubblico francese non solo aveva continuato assiduamente ad accorrere al teatro

Sarah Bernhardt, ma vi era accorso con una religione indistruttibile che lo faceva silenzioso e reverente non appena Sarah entrava in iscena; che lo faceva tendere l'orecchio e l'animo, non appena Sarah cominciava a recitare a fior di labbro; che lo faceva insomma

seguire con

intensità di

attenzione ogni gesto, ogni passo, ogni sfu-

matura, quasi che volesse imprimersele nel cuore, per sempre! Noi non sentiamo questi feticismi. Un artista può aver deliziato una

generazione,

che non

rimpianto. Gli diamo un crudele

intera

« benser-

appena ci accorgiamo che la sua arte decade per legge fatalissima, ce ne

stacchiamo senza

vito » e rivolgiamo ad altri la nostra attenzione. Ma questo fenomeno comunissimo non si è verificato con la Reiter e con Novelli. E perchè tutto un pubblico abbia sentito tanto diversamente, bisogna ammettere che i due artisti ancora validi e vigorosi distrug-

gano, più per un capriccio che per una necessità, un periodo teatrale di cui furono

parte così viva, di cui rimasero, anzi, la meravigliosa

Una curiosa

affinità artistica lega infatti questi due nomi e questi

personificazione.

due temperamenti. Virginia Reiter ed Ermete Novelli, pur procedendo per divers:

, pur avendo

una sproporzione

d'anni, pur

rappresentando altrettanti atteggiamenti diversissimi, hanno due qualità grandemente comuni: la versatilità del loro ingegno, la

semplicità della loro recitazione.

Se soffermiamo un momento a considerare Ermete Novelli nelle creazioni che resteranno eterne nella storia dell’arte drammatica come documenti insuperabili ed insuperati, lo vediamo passare da Luigi XI a Mia moglie non ha chic; da Sylock al Ratto delle Sabine. Egli era non già il continuatore di una bronzea razza di attori che ha glorificato gigantescamente il teatro nostro, ma pareva averne raccolto in sè tutto lo spirito, tutto il talento, tutto il vigore, A chi tramanda egli, oggi, questa grandezza che riassumeva? Se consideriamo, ancora, Virginia Reiter, ci vien fatto di ripetere questo giudizio di un critico illustre, Domenico Lanza, che basta a illuminare tutta la sua vita d’artista: « Camminò, senza fermarsi mai: dalla scuola di Giovanni Emanuel a quella di sè stessa, passò

tra i toni più varii, toccò i generi più diversi, salì alle interpreta ni più difficili ed audaci. La piccola Ilka, birichina e leggera di Moser e Schònthan, diventò donna appassionata e fremente nei drammi del Dumas, del Sardou, del Pinero, comprese ed espresse IE Fot. Varischi e Artico.

| VIRGINIA

sempre in ogni sua nuova figura, lei con la ma-

schera

Il congedo dalle scene di Virginia Reiter ed Ermete Novelli. Con lo spirare del triennio comico, mentre una febbrile energia sconvolge le compagnie drammatiche, ed attori ed attrici si staccano dai vecchi compagni per raggiungerne altri; e nuove formazioni si

compongono;

l’arguzia ironica e sottile delle commedie di Bracco, tenne lo scettro dell’arte rappresentativa da Pietro Cossa al Feydeau. Non imitò

nessuno, fu lei sola,

REITER.

ricca e mirabile del volto, lei con l’impeto della sua pasione, con la sincerità del suo senso e del suo buon senso, con la misura e l'intelligenza del suo spirito, con la sapienza e il tesoro della sua voce». L'uno e l’altra sono inimitabili, perchè l'uno e l’altra furono personali. Quindi il vuoto che essi lasciano nel teatro italiano non può essere riempito che dalla loro stessa memoria. Se non che, mentre

è nuovi sogni, nuovi propositi, nuove

speranze sorgono sull’orizzonte del teatro italiano, con tutta la giovinezza dei sogni, dei propositi e delle speranze, due artisti italianissimi si congedano dal nostro pubblico. Il grande commiato

fu una festa, ma era, effettivamente,

una tristezza. Una tristezza di cui sentiremo anche più grave quanto più questo giorno verrà allontanandosi, quanto più lail peso di coloro che volontariamente si ritirano nell'ombra d'unnostalgia riposo, ci

prenderà con tutta la forza d'un rimpianto. Oggi ancora non ce ne accorgiamo. Ermete

Novelli

una tradizione cara. Ora una tradizione non si spezza con dolore

di rinuncia se

e Virginia Reiter sono ancora troppo nostri, troppo del pubblico li ha seguiti per lunghissimi anni con l'ammirazione devota diche chi coltiva quando questa rinuncia si fa sentire palese. E, invece, mentre non ne mentre ne scriviamo, vive ancora dentro di noi un’ illusione; che i due attori ci possano riapparire, nel volgere di pochi mesi, così come ieri li abbiamo lasciati.

parliamo,

Diremo di più: ad alimentare questa illusione

ha contribuito

e

contribuisce una affettuosa incredulità. Tutte le feste che salutarono in una gara di amorevole omaggio Ermete Novelli e Virginia erano appunto improntate a questa incredulità: un poco perReiter convincere noi stessi; un poco per giustificare l'ingiustificabi le. E l’ingiustificabile è appunto questo congedo immaturo, in contrasto con il nostro desiderio.

Perchè due attori, e — notate bene — due attori italiani riescano

a questo; perchè la sete della loro arte, prodigata con tanta generosa abbondanza, non sia ancora oggi saziata, bisogna effettivamente che essi abbiano saputo così profondamente penetrare nell'anima

delle folle da non distaccarsene mai più

Il fenomeno che non stupirebbe se si trattasse, un attore o di una attrice francesi in rapporto a unper esempio, di cese, tanto più è degno di considerazione se analizzatopubblico franrapporto al nostro temperamento scettico, oblivioso e, diciamoloin pure, demolitore. Mi vien fatto di ricordare un piccolo episodio significativo : l’anno Scorso assistevo, a Parigi, ad una delle ultime recite di Sarah Bernhardt. La vecchia

attrice, travagliata fin da allora da quel male che oggi purtroppo costrinse i medici ad amputarle una gamba; sfinita oramai, impossibilitata quasi a parlare e acamminare, si ancora stancamente sul palcoscenico del suo teatro, per trascinava recitarvi un dramma Un

scritto per lei e per le sue magagne brutto dramma, con qualche situazione

da Tristan veramente

Bernard. efficaci

Jeanne Doré, La celebre attrice aveva una parte di quasi immobilità, e delle scene nelle quali poteva parlare senza affaticarsi.

Varischi © Artico. ERMETE

NOVELLI.


186

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA NOTERELLE

LETTERARIE.

Enrico Castelnuovo, uno

dei più amabili no-

vellieri del nostro tempo, è sceso

nella tomba, ma

eventi tragici che soli occupano

la stampa, non ci

le opere sue rimarranno sempre vive. In mezzo agli furono che necrologie incomplete e rapidi cenni sul

valente scrittore

che ci fu rapito. I critici giovani

e feroci non lo trattavano bene, considerandolo di

vecchio stile, ‘Il Lipparini però fa un giusto apprez«L'autore dei Moncalvo «stava ancora a rappresentare quella generazione

zamento nel Marzocco:

«svelta e feconda diromanzieri che in lui e in An«ton Giulio Barrili ha avuto i suoi rappresentanti

« principali ;narratori onesti, senza

ardimenti e senza

«eccessi, non pensosi dei grandi problemi o delle

« sublimi passioni, noncuranti spesso dell’arte e dello «stile: in compenso, abili e piacevoli rivolti a di«lettare non ad affaticare il lettore ». Ebbene: i lettori e sopratutto le lettrici di ro-

manzi, non domandano di meglio ai loro autori:

essere dilettate non affaticate. Perciò i racconti non filosofici non psicologici non stilistici, ma semplicemente

dilettevolr

passano ai posteri.

hanno la vita più lunga e

È

Lo stesso Lipparini che nella sua qualità di pronuovo la povertà di lingua e di stile, lo riconosce molto ricco nell'invenzione e nella narrazione. «Nel costruire un romanzo egli aveva pochi che «gli fossero eguali. I suoi caratteri non sono incisi fessore non può a meno di rimproverare al Castel-

«potentemente; ma a poco a poco, direi quasi di« scretamente,

essi

entrano

in voi, si fondono con

«il mezzo e con l’azione, si fanno vivi ed evidenti «senza che la discrezione e la misura del roman-

« ziere vengano meno mai. Casi e persone non isplen-

«dono per eccessiva novità; ma gli uni e_le altre «ci interessano medesimamente, e la loro vita mè-.

«diocre ci piace e ci attrae ». i Dopo tutto, non si può fare miglior elogio ad

un romanziere, che non a torto fu chiamato il Di-

ckens italiano.

«— Che vuoi, amico mio?Finchè dicono che sono

vecchio io non posso protestare; finchè aggiungono che la mia arte di scrittore è antiquata ‘e sorpassata, possono aver ragione... ma quando aggiungono che è vecchia la mia maniera di osservar-gli uomini e di studiare i casi della vita, io sento e

sono sicuro che hanno

torto....

C'è tanta bontà,

invece, nel mondo, quanti ci sono

delitti e brutture

nei drammi di cinematografo... e nei moderni romanzi e nelle moderne commedie francesi...E io non so perchè, mentre al mondo c’è un gobbo o

un guercio su cinquecento uomini sani, l'artista.

debba prendere a modello solo i guerci e i gobbi... » Il teatro di Shakespeare.

Treves

è uscita

recentemente

Pei

tipi della Casa

la traduzione

ita-

liana del Cimbelino, tragedia in cinque atti di Guglielmo Shakespeare. Con questo volume si arricchisce ancor, più la collezione delle: opere del grande tragico, recaté in elegante versione italiana

la Diego Angeli. uesta una fatica che torna a grande onore così dell'editore come del tradut-

tore, poichè lo Shakespeare, è conosciuto in Italia più di fama ché di fatto, più nelle riduzioni dei suoi capolavori Gaspari sul teatro di prosa e su

quello lirico, che nella sua vasta e complessa inte-

rezza, come dovrebb'essere, data la sua universalità. Può dirsi inoltre che questa collezione shakesperiana curata dai solerti tori milanesi sia la prima che esce in Italia in dignitosa veste ed in forma

completa, che possa soddisfare i gusti letterari mo-

derni; le edizioni precedenti essendo o incomplete o stilisticamente, invecchiate, compresa quella del Carcano che pure non manca di dignità, e che ebbe per molto tempo il merito di essere l’unica versione sommaria del teatro del tragico inglese. Il libro del Carcano infatti non comprendeva che dieci lavori; la collezione Treves ne conta invece

ià quattordici e cioè; La tempesta, Giulio Cesare,

Macbeth, Amleto, Come vi pare, La bisbetica domata, Antonio e Cleopatra, Otello, La notte del-

l’Epifania, Le allegre spose di Windsor, Il sogno di

Virginia Reiter"in' Madame Sans Géne. (Schizzo di L. Bompard). Ermete Novelli non soltanto fu un grande attore ma fu anche un grande maestro, e i giovani che crebbero alla sua’ scuola, che si scaldarono alla sua fiamma, che'si temprarono al suo insegnamento, sono i migliori della nostra scena di prosa, un doppio segno egli lascia della sua gloriosa fatica. L'attore s'allontana dal pubblico, ma il Maestro continua l’opera fecondissima. Della sua arte perderemo i bagliori vivi, ma avremo i continui riflessi. — E quest'opera secondaria, eppure principalissima, egli ha già‘iniziata come direttore di una delle compagnie primarie del nuovo

triennio.

ORTELLIN

una notte di mezza

Con giovanile energia Ermete Novelli s'è assunto questo. nuovo c6mpito di’ educatore che oggi sarà tanto più intenso perchè compendierà anche tutta l'attività dell’ attore scomparso. E Virginia Reiter, che nelle sue ultime recite ci è apparsa sempre nella completa freschezza della sua arte, sentirà fra

breve che il riposo è una fatica assai più amara della sua lunga attività; sentirà ancora

che tutto

il pubblico è per

lei, come

estate, Enrico IV (parte I e Il),

Cimbelino; e sono di imminente pubblicazione: La vita di Enrico V, Re Giovanni, Timone d’Atene, Coriolano, Dente per dente, Il racconto d'inverno: La vita e la morte di Re Riccardo II. Ogni volume è stato dal traduttore accompagnato

da'note storiche sui luoghi 'e suî personaggi dell'o. pera, e da note bibliografiche sulla data più o meno

accertata în cui fu scritta e su altre circostanze sto-

riche, critiche o letterarie sull'opera stessa; ciò che, è evidente, vale ad accrescere non di'poco il 'merito della edizione. (Dal 7irso).

prima, più' di prima, animato dal ‘vivo desi-

#& Nei prossimi numeri pubblicheremo mg

derio di ritrovare quella che, credeva perduta, e non resisterà, e ritornerà ‘piena di desiderio a chi la reclama e la desidera. Ecco perchè il nostro saluto ai due artisti italianissimi, non è che un ‘caldo arrivederci,

La Russia dei tedeschi, di Coxcerto PertIiNATO 1 sandali della Diva, novella di . ....... «Gumo Gozzano.

GiusepPE ADAMI.

Le più perfezionate RiEELIUrtI


L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

Mailrivari-

«PIA

Pio

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Gruppo di Vetture fotoelettriche da C/m 90, su chassis modello 15/ter fòrnite dalla « FIAT » al Governo Italiano.

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Gruppo di Carri Militari della portata di Kg. 3.500 forniti dalla « FIAT » al Governo Russo,


L'ILLUSTRAZIONE NECROLOGIO. _ Altri due senatori sono morti: l'avv. Giorgio Giorgi, fiorentino, presidente a riposo del Consiglio

di Stato, e già magistrato

d'appello; autore,

fra

altro, di un trattato sulla Zeoria delle Obbligazioni,

e di un altro sulla Dottriza delle persone giuridi. che. Era nato nel 1836, e fu nominato 21 novembre 1892.

Pure nel novembre

1892 era

senatore il

stato nominato se-

natore il marchese Luigi Medici del Vascello, nato

anch'egli,

sandria,

a Castel d'Annone

nel

1836, e morto

in provincia di Ales-

in: un hòtel

di Santa

Margherita Ligure. Cugino dell’illustre patriotta e

generale, marchese Giacomo Medici, l’eroe del Vascello, ne ereditò il titolo nobiliare, Giovanissimo ancora, ebbe impiego come ingegnere nelle ferrovie

ionali; nel 1866 a 30 anni, fu volontario con Idi. In seguito si dedicò alle costruzioni fer-

roviarie; e dal 1870 al 1872 costruì la prima ferrovia calabro-sicula, poi la Eboli-Reggio, e successivamente

la Novara-Domodossola,

la Ivrea-Aosta, la

Ovada-Alessandria. Partecipò alla costruzione degli

acquedotti Ferrara, Adria, Rovigo, Comacchio e Asti, alle bonifiche del ferrarese, alle funicolari della

Sicilia meridionale per il trasporto degli zolfi; con le sue accumulate ricchezze giovò allo sviluppo della

ITALIANA

marinà mercantile, ed ora era gran parte nei lavori del porto di Genova. Con lo sviluppo dato alla coltura intensiva nella sua magnifica tenuta della Mandria, presso Torino, dove possedeva un

castello già reale, era diventato benemerito dell’industria agricola. Il senatore Medici era zio dell’ono-

revole Medici, deputato nazionalista del IV collegio di Roma. _ A Firenze, Raffaello Cellai, scultore: allievo

prediletto del Bacci e del Fedi: fra le sue più notevoli opere si ricorda una statua raffigurante la Germania, per la quale l'Imperatore Guglielmo gli conferì

la croce di Alberto

artisti e ai letterati: innalzata a Padova

come filantropo. _ A Livorno, Giovanni

l'Animoso

destinata

agli

Fu ‘anche autore della statua

al Pedrocchi.

Era.anche noto

— È morta giorni sono, a 78 anni, în Inghilterra Miss E. Braddon (ora signora Manvell) la più popolare romanziera dell’ Inghilterra, la cui figura non si può scindere dalla tradizione dei vecchi

e signorine, anche non

inglesi, come lo attestano le numerose traduzioni francesi di Hachette e italiane di Treves. Miss

come

sottotenente

riserva

partecipò

Braddon conservò la sua sa-

lute e tutte le sue facoltà intellettuali fino a poco tempo prima di morire, tanto che poteva ricevere

ancora una quantità di amici, interessarsi agli avvenimenti

importanti e sopra

tutto ancora

scrivere

(pubblicò il suo ultimo romanzo, Miranda, a 75 anni).

Una sola cosa le dispiaceva :quella di non poter più andare a cavallo come prima, e di non potere curare

il tenente generale della

Gamerra:

lunghi

romanzi inglesi che fanno la gioia di tante signore

l'accrescimento

della sua collezione di an-

tiche porcellane cinesi. Come scrittrice di romanzi ella era, come

dice il Morzirg Post, una istituzione

alla presa di Roma del ‘70, appartenendo sempre al 4° bersaglieri fino a tenente colonnello. Com-

inglese. Vi fu un tempo in cui la pubblicazione del

mostrato alla testa dell'8.° indigeno, che fu quasi interamente distrutto, del quale non rimasero con

il tener fede al programma di rendere i suoi personaggi interessanti e simpatici. E che riuscisse nel

suo romanzo annuale era considerata come un avve-

battè ad Adua guadagnandosi la croce dell’Ordine militare di Savoia, per ‘il valore eroico

nimento letterario di primo ordine. L'importante, per questa scrittrice, non era il lavoro stilistico, ma

lui che sei ufficiali, e fu

suo intento

67 anni,

fatto. prigioniero. Aveva

lo prova, in tutto il mondo, la popo-

larità de’ suoi roman:

-_ Giunge da Parigi notizia della morte di mon-

signor Vigouroua,.

biblicista di fama,

notissimo a

Roma, dove visse a lungo. Nato nel 1837 in Fran-

cia; ove coprì alte cariche prelatizie, acquistò grande nomèa

nell'insegnamento

scritti d’indole

scientifica

dell'esegesi biblica e con

e religiosa,

nel 1902 Leone XIII lo chiamò

tanto

al Vaticano

che

nomi-

nandolo segretario della Congregazione pontificia

per gli studi biblici. Di grande larghezza di vedute, mai però colpito

da censure, il Vigouroux fu uno dei più coraggiosi e autorevoli

sostenitori

delle teorie dell'abate

Stop-

pani allora suscitatrici di aspre polemiche. Da qualche anno si era allontanato da Roma e ritirato in

patria un po'perchè malato, un po' anche perchè fatto segno

a qualche sospetto dagli integralisti in-

transigenti durante un certo periodo del pontificato di Pio X, sebbene fosse stato uno dei più vigorosi

e ardenti combattenti positivismo.

Ora

contro

viveva

il materialismo

ritirato

vecchio seminario presso Parigi.

nel

e il

silenzio d'un

Fot, Cavitelia, Padre Vladimiro Ledochowsky,

nuovo generale dei gesuiti.

L'11 febbraio è stato eletto il nuovo generale della Compagnia di Gesù nella persona del padre Vladimiro Ledochowski, che fino ad ora coprì l'alta

es

carica di assistente per le provincie tedesche.

il Belgio e l'Olanda.

PU

Il nuovo

La Ace Dara

GEA

SATA

corea

PIA

qa Tutte le elette e grandi attrici tributano

calde lodi

al delizioso liquore « STREGA » della Ditta GIUSEPPE ALBERTI di BENEVENTO. Fornirrice DELLE case DI S. M. i. Re, pi S. M. La, Regina MapRE e pi S. M. iL Re peL MontenEcRO.

1866

ed entrò

nella Compagnia

di Gesù nel 1889. È nipote di

contro Bismarck

e che fu da Pio IX creato cardi-

quel celebre monsignor Ledochowski che insorse nale

sua

muaril. Vac.

« Papa nero », di antica e nobile fami

glia galiziana, è nato: .il 7 ottobre

3 guebo A € la 1049 <a diet a feori Na

Però

egli è di nazionalità polacca: le provincie tedesche,

nella ripartizione fatta d: resuiti, comprendono, oltre la Germania, l’Austria, l'Ungheria, la Polonia,

mentre

appunto

si trovava

carcerato

per la

protesta contro li persecuzione religiosa delle

leggi di maggio. nvece di eleggere generale il Fine, vicario generale della Compagnia e candidato, che sembrava raccogliesse le maggiori probabilità, i delegati hanno preferito concentrare i loro voti sul nome di Ledochowski, non volendo un capo che appartenesse a una delle grandi Potenze belligeranti. È- d'altronde consuetudine fra i gesuiti ‘scegliere, specie dopo la ricostituzione dell'Ordine avvenuta nel 1814 sotto Pio VII, i loro generali quasi sempre fra gli appartenenti a piccole

nazionalità o a Stati

neutri. In-

fatti a padre Brzozowiki (1814-1820) di nazionalità

polacca, seguì il Fortis italiano (1820-1829); poi il Roothan olandese (1829-1853); il Bechs belga (18531887); il padre Anderledy svizzero (1887-1892); padre Martin spagnuolo (1892-1906); e finalmente il

padre Wernz, tedesco, eletto nel 1906 e morto ‘alla fine dell’anno scorso. Dal punto di vista delle ten-

denze, il nuovo generale rappresenta la stessa cor-

rente temperata del suo predecessore padre Wernz.


L’ILLU

STRAZIONE

Il7 ALIANA

FF

SENZA

SS

NOTCERE

Quando la sera, dopo cena, dalla mia pensione salivo lentamente verso il Kurkaus, dovevo fare uno sforzo considerevole per costringere la mia mente a raccapezzarsi. dell'ora, del luogo, di me stesso. Era stato ‘così impreveduto e strano il caso che mi aveva spinto su quelle montagne della Svizzera, e vivevo così chiuso in me e nella mia ango-

scia, che i giorni mi scorrevano muti, cupi, eguali: non avrei saputo dire se dormissi o fossi desto, mi pareva piuttosto di trovarmi sotto l'incubo d'un sogno grigio, triste, senza sussulti

tuttavia;

più grave.

Guardavo

ma

perciò più profondo e

dai vetri della veranda, le mon-

tagne alte, bianche di neve in cima, or fulgide di sole, or velate d'ombra, sotto il variar delle nuvole; guardavo il lago giù or d'azzurro splendente, or turchino cupo e non

riuscivo a prender contatto con le belle cose. Tutto mi rimaneva lontano, staccato; avevo l'impressione di aver veduto tutto ciò altra volta e che ora mi tornasse in mente come in sogno. Rientravo nella sala di lettura deserta e ricominciavo à passeggiare su e giù, su e giù, senza posa. I tizzi del camino crepitavano, guizzavano; il sole tramontava, e nell’imbrunire silenzioso la mia desolazione diveniva cupa, disperata. Cadevo spossato sopra un canapè e rimanevo a guardare le fiamme del camino, che adesso illuminavano lugubremente la stanza, mentre fuori le montagne svanivano nel bujo incombente della notte. Mi riscotevo più 'tardi, quando nel cielo cristallino v'era un tremulo ribrillare di stelle e, sulla costa della {montagna, un non men tremulo folgorìo luci, tuttavia più rosse che non quelle perlacee degli astri. Uscivo, e la brezza pungente delle alte vette, percotendomi il volto, mi comunicava un brivido

nel sangue assonnato, che tornava repentinamentè a frizzarmi con violenza nelle

|

novella dî Rosso

vene, Respiravo a pieno petto e mi volgevo intorno, come

per rendermi conto

della im-

mensità dello scenario tra cui sbucavo dalla mia casa, come uno strano essere notturno, dal crepaccio d'una rupe, in un paesaggio di favola, M'incamminavo per i viali tortuosi del giardino del Kurhaus che s’inerpicavano su, su, fino al grande palazzo, che con i suoi archi,

i suoi balconi, le sue numerose finestre, aveva

di giorno l'aspetto d’un alveare che mostrasse

tutte le sue cellette di cera, e adesso, di sera invece, illuminato e splendente, rassomigliava piuttosto un enorme 5azar, un luogo di fiera, un grande carosello luccicante per la gioja dei fanciulli.

Si sarebbe detto, di fuori, che dentro vi dovesse regnare l'allegria più ciarliera, il più erato {

cicaleccio;

invece,

entrandovi,

DI SAN

SECONDO

SISI

vedermi ngere. Avevano tutt'e due i capelli bianchi le mie amiche; ma una era stata toccata dal male: il sorriso le torceva

infatti la bocca, lasciando indovinare la sua sciagura; l’altra era una sua compagna venuta

lì per farle compagnia. M'offrivano il tè, e ce ne Stavamo in quell'angolo a passar la serata. Io narravo per vere le cose più strambe, le più fantastiche che mi passavano nella mente, per metter di buon umore la povera malata, che però

rideva, rideva delle mie stranezze fino ad empirsi gli occhi di lagrime, fino a scongiurarmi di tacere, perchè il petto le sobbalzava

nel ridere e le faceva male. Nelle pause io avevo il tempo di volger lo sguardo per la sala, osservando le altre dame che lavoravano ad un ricamo, ad un refe, ad

un merletto, scambiando tratto tratto qualche parola, sorridendo o scherzando. E ogni sera la mia attenzione era richiamata da una figura strana di donna i cui movimenti m'eran sembrati sin dal principio al tutto singolari. Era esile, fine, dalla fronte ampia quasi maschile, con una chioma ricca perciò istintivamente portati a camminar sul- color castano che stranamente si tingeva di la punta dei piedi, quantunque quello sfolciocche già tutte bianche. Anche il viso era gorìo di luce ravvivasse istantaneamente lo piuttosto pallido, ma senza rughe; gli occhi spirito di chi, come me, usciva allora dalchiarissimi, leggermente velati, conservavano l'angoscia uggiosa della giornata e veniva dal tuttavia una energia di giovinezza non visbujo frizzante della notte. suta, che indicava una volontà ferma, capace Sentivo infatti ogni sera che il tepore, la di grandi sacrifizi, di ferree convinzioni. Ma luce, il biondo vario di quelle chiome esotile labbra rosse, carnose, rompevano, nel suo che di damine straniere, il chiarore delle loro volto, l'aria austera della fronte, e contrastavesti, il loro sommesso parlare, la loro cera vano con tutta la figura duramente nervosa mite, dolce, incantevole, avevano la virtù di di donnaj il cui sesso s'era come irrigidito rincorarmi, di ridestarmi, tanto che, senza in una età indefinibile, volerlo, ogni sera, entravo nel salone con Seduta lontano da noi, in un circolo di un sorriso che non avrebbe certo lasciato amiche più giovani, pareva la più autorevole sospettare le ore dolorose che avevo trascorse del crocchio. Pure io non riuscivoa spiegarmi in solitudine. come quella sua austerità potesse essere rotta Le mie due vecchie amiche m’attendevano da certi moti d'impazienza, quasi stizzosi, al solito angolo, e sorridevano anch'esse nel | pressochè rabbiosi, se bene impercettibili, che

il discreto silenzio degli ospiti che, dopo pranzo, sparsi a crocchi per il salone, seduti su sedie di vimini intorno alle piccole tavole, parlavan sommessamente, come per non rompere l'atmosfera tepida di tranquillità e di pace che regnava là dentro. S'era


L'ILLUSTRAZIONE

m’avevan colpito sin dalle prime sere entrando nella sala. M'era sorto persino il dubbio stolido ch'es

fosser provocati del mio entrare. Ella pren-

deva la sua sedia per i bracciuoli, si solle-

ITALIANA

tenne il pensiero che forse ella m’avrebbe risposto che nulla di ciò che io dicevo era vero

e che tutto si riduceva ad una mia illusione. Pure, quel caso impreveduto cominciava a guastarmi

il piacere

delle visite serali al

in

Kurhaus, Era qualcosa che disturbava la tranquillità delle mie conversazioni con le due vecchie dame: disturbava il mio tepido rac-

stando lì seduto, mi pareva che tutte le prove confermassero il mio dubbio. Uscito via, poi

soffermavo più volentieri per il sentiero della montagna e salivo più lentamente, con minor voglia, dalle mie amiche. Mi rammaricavo fortemente con me stesso, con un cruccio

vava, la riassestava nervosamente; oppure, con una mossa irrequieta, si premeva le lab-

bra con

il fazzoletto,

e infine

si poneva

modo da volgermi le spalle. Per me? Era possibile? Mi conosceva? Che cosa le avevo fatto io di male? Per accertarmi, tratto tratto, le davo un'occhiata, e, mi convincevo d’essermi illuso. Ma il dubbio

tornava

a prendermi

la sera appresso.

Sì, ecco, al mio entrare, il suo volto si rab-

bujava, sicontraeva, come qualcosa la stringesse

dentro ad un tratto; nei suoi occhi pas-

sava un baleno d'angoscia. Pareva, anzi, che ella stesse lì ad

attendere con

ansia

e sgo-

mento l'attimo in cui sarei entrato, con l’impazienza

con

la quale

ch'è necessario superare. Tanto

l'atteggiamento

s’attende

il pericolo

di quella donna

co-

minciava a infastidirmi, ch'io volli saper qualcosa di lei dalle mie amiche. Mi dissero che era una inglese, una certa miss

Edith, una

persona

colta,

molto

seria

che veniva in Isvizzera tutte le stagioni, per iposare e lavorare in solitudine: scrittrice di materia sociale, si occupava di questioni femminili ed era molto nota al suo paese. Non riuscii a spiegar nulla, tuttavia; e incominciai a interrogar la mia memoria, cercando di ricordarmi chi sa l'avessi mai incontrata, o le avessi scritto, per una ragione giornalistica, per esempio, o letteraria, o d'al-

tro: ma non trovai nulla nella

mia memoria.

No, io non la conoscevo,

l'avevo

non

mai in-

contrata: tra la mia vita e la sua non -c'era mai stato un solo filo di contatto, © dunque perchè quei moti nervosi al mio apparire? Chi ero io per lei? Che mi scam-

biasse per un altro?

Ebbi più volte l'impulso di presentarmi

a

lei, di chiederle una spiegazione ed.eliminar l'equivoco, se ce n'era qualcuno; ma mi trat-

coglimento

Uscendo

d'ogni sera, m'infastidiva.

dalla

pensione,

dopo

cena,

mi

quasi puerile, della mia esagerata sensi bilità,

e tuttavia mi risolvevo quasi a interrompere le visite al Kurhaus pur di levarmi di dosso quel fastidio inesplicabile. Quando, una sera, salendo come al solito per i viali del giardino, vidi un'ombra che, andando avanti e indietro, a piccoli passi concitati, mostrava di aspettar lì qualcuno. Mi fermai per un momento istintivamente e riconobbi miss Edith: la sua giacchetta di lana bianca ed il pallore

del suo volto splendevano nell'oscurità. Non avendo io nulla da rimproverarmi nella mia condotta verso quella signora, dopo un primo momento d'esitazione, ripresi il mio cammino. Quando le fui vicino, ella mi. venne

incontro e mi fermò. Dapprima non potè articolare le parole: le uscì dalla bocca un suono sordo angoscioso come un rantolo, poi con uno sforzo evidente, ingojò i suoi singhiozzi e mi dissi — Signore, vi prego, voi non verrete più al Kurhaus. Rimasi un po'interdetto; ma colpito dal suo stato d’angoscia, mormorai :

— Sì, come vi pare. Io mi sono accorto di tutto ogni sera. Però non so spiegarmi, gnora.... lo non ho fatto nulla di male. Ella, con voce più pacata, riprese: — Signore, vi prego. Sì, voi non avete fatto nulla di male. Vorrete concedere questa grazia ad una sconosciuta che ve la domanda? Stetti un momento incerto, ma poi che ella urava che dal canto mio nulla aveva mproverarmi:

— Va bene — risposi, — obbedirò senza capire. Lasciate però che questa sera io mi rechi Jassù ancora una volta. È necessario

ch'io dica addio alle mie amiche. Salutai e m'incamminai; ma dopo un tratto mi vol idi ch'ella era rimasta ritta, immobile, come indecisa. Mi richiamò — Signore. C'era nella sua voce un tremito così angoscioso

e desolato,

ch'io.

credetti

di sen-

tirvi il pentimento delle sue prime parole. Accorsi. Rimase ancora un po’in silenzio, come

dovesse superare una grande lotta interna e proruppe — Lasciate ch'io cammini con voi stasera. Domani saluterete le vostre amiche. Volete voi camminare con me? Le parole

in brevi

si

rompevano

sussulti; pareva

sulle

che

sue labbra

volesse ritor-

cerle nella gola, appena le aveva pronunziate.

Fra lo strano pallore del suo volto maturo, il garofano rosso della sua. bocca s' infiammava,

aveva

fremiti

visibili.

— Voi soffrite — le dissi. — Sì, signore — rispose. — Volete accompagnarmi? vi prego. Discendemmo, prendemmo il sentiero del monte, i lenzio. La notte era cristallina, intensamente fredda, le luci delle stelle tremolavano vivissime nel cielo. Quando scomparvero

i lumi

sentivo

però

del

villaggio

e ci trovammo

nel seno della valle, ella sedette su d'una panca, posta intorno al tronco d’una quercia. Pose un gomito sulle ginocchia, appoggiò il viso sulla mano, rimase a fissare le montagne con occhi spalancati, senza sguardo. Io il travaglio

della sua

angoscia,

la sua sorda disperazione crescente che, gonfiandole il petto, minacciava di scoppiare in una crisi di pianto. Infatti, con

un sussulto

si volse verso di me, ebbe appena il tempo di guardarmi e ruppe in singhiozzi. Rivoltò con

la mano

febbrile il bavero della sua giac-

chetta, se ne premette il lembo sulla bocca e tutto il suo corpo si torse in uno spasimo lacerante. Dio mio! Dio m 1 Ma che cosà accadeva dunque inîquell’e: re? Quale turbine avevo

9

nelle malattie polmonari,catarri bronchiali cronici, tosse convulsiva, scrofola, influenza. Chi deve prendere la Sirolina “Roche”? Tutti coloro che sono predisposti a prendere raffreddori. essendo più facile evitare le, malattie che guarire. Tutti coloro che soffrono di tosse e di raucedine I bambini scrofolosi che soffrono di enfiagione delle glandole, di catarri degli occhi e del naso, ecc. 1 bambini ammalati di tosse convulsiva, perchè la Sirolina calma prontamente gli accessi dolorosi Glì asmatici, le cui sofferenze sono di molto mitigate mediante la Sirolina. 1 tubercolotici e gli ammalati d'influenza

Esigere nelle farmacie Sirolina "Roche"

i


L'ILLUSTRAZIONE

scatenato, senza saperlo, in quel povero corpo tremante che vedevo sussultare come preso dalla furia della febbre e che mi pareva si dovesse da un momento all’altro. schiantare, rompere come un fuscello ? Tentai di parlare; ella, con un gesto, me lo vietò. — Ahi! Ahi!

singhiozzava

tratto tratto

— come farò io? Come farà questa povera anima mia! Oh, Dio! Oh, Dio! Tutta la vita non

avevo

creduto!

Tutta la vita la sicurezza

d'essere invulnerabile! lo! Io! Ho peccato d'orgoglio, io! Doveva giungermi il castigo! giunto a quarant'anni.

Sì, sì, signore,

io

ho quarant'anni! Sono degna del vostro disprezzo! Io non sono una fanciulla! lo devo farvi orrore! Sì, mi faccio orrore!... Io sono distrutta. Da quando siete comparso al Ku-

ITALIANA

per il vostro volto, per il vostro sorriso, per

191 inquietudine

fastidiosa

che non può conver-

il vostro sguardo. Io vi ho odiato. Con terrore di me ste mi è parso che avrei potuto uccidervi, avrei voluto vedervi soffrire, dolorare con una crudeltà indicibile. Il vostro volto mi offendeva, violava il mio essere, il vostro sguardo mi bruciava il sangue, il vostro sorriso era quello del padrone

io, con la mia vita così chiusa, così distante da quella donna, avevo potuto destare quel turbine, sconvolgere quella creatura. Mi sor-

che ha battuto la schiava. Dio! Dio! Dio! L'inferno dentro di me! Le vampe della dan-

la vita ci prepara senza che noi abbiamo fantasia sufficiente a prevederle: mi sentivo ac-

nazione. Voi m'’avete distrutta! Come farò io? Come rifarò la mia vita? Oh, perdonatemi, perdonatemi; voi, lo so, non ne avete nessuna colpa. La colpa è mia, mia, del mio orgoglio che non ha saputo piegarsi a ventanni alla necessità umana, che ha mante-

nuto di ferro il suo cuore... È il castigo, questo. Me lo manda Iddio per mezzo vostro. A quarant'anni! Oh, sì, disprezzatemi, buttatemi via da un canto. Io non sono nem-

tirsi in colore di conforto e nemmeno

in sof-

ferenza di pietà. Non riuscivo acapire come

geva

il più strano sentimento

d’astio, di rac-

capriccio per le incongruenze inverosimili che casciato, umiliato, nauseato per quell’avventura tanto penosa quanto grottesca, come se veramente ne fossi io il responsabile. Dunque, sì, era stato il mio viso,

il mio sorriso,

il mio sguardo d'ogni sera che avevano con-

dotto quella

più lontani

donna

e me, venuti

dai punti

della terra, lì, su quella panca,

sotto una vecchia

quercia, al lume delle stelle.

rhaus, tutta la mia forza, la mia energia, la E in quella gola deserta, nella notte più promia superiorità è crollata. Io ho sentito quello fonda, ecco che Miss Edith, una inglese con che m'era parso impossibile ch'io potessi mai meno degna di pietà. Andatevene, andatela quale non avevo scambiato parola, prima soffrire. Non sono più una donna, sono uno vene, vi prego, adesso. Lasciatemi qui a modi mezz'ora addietro, dinanzi a me, sconostraccio. Ed ho disprezzato tutte le anime rire di freddo. Io non avrò più occhi per sciuto, si prostrava come un animale stanco, prese dal turbine della passione: ho deriso guardare la mia vergogna, non avrò più forze disperato per la fatica e le botte avute, e lì l’amore, ho calpestato i sentimenti degli uoper sopportarmi. Andatevene, dopo una vita di dignità, di fermezza, dopo mini credendoli debolezze: ho vissuto una Ero rimasto stupito, attonito, esterrefatto anni di lotta con sè stessa, con i proprì vita fuori della verità, una vita fatta di nulla, dalla furia angosciosa di quel dramma che istinti, con le proprie manchevolezze, con i fatta d'illusione. Iddio mi ha punita: ha fatto mi si rivelava a un tratto, m’investiva con proprî difetti, ecco che in un}attimo, dinanzi comparire voi al Kurhaus, quando io mi cretutta l'angoscia di cui è capace un'anima traa un uomo che aveva veduto soltanto sorridevo già sicura, invulnerabile ormai. Ed io volta dalla passione, e pur mi lasciava freddere, distruggeva tutto il suo passato, tutti ho_avuto rabbia dapprima, stizza, antipatia do, staccato, lontano, inquieto, sì, ma d'una i suoi sacrifizi, tutta la sua ?personalità! E ———_—rooemttii.kkt(t( è)|éW|\‘‘\W\e‘oo_ TT — ——————_——P__€ +.

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perchè ? Perchè? Come mai poteva accadere ciò? Provai ancora di parlare, ma mi trattenni. Sentii che la mia voce sarebbe venuta fuori atona, dura, fors'anche ironica, senza commozione in ogni caso, e non tale da esser di ‘qualche sollievo alla povera donna. Tuttavia per qualche po’ rimasi incerto sul

ITALIANA

il.cielo nel primo crepuscolo, ella da un pezzo

suoi capelli avessero sopraffatto il color ca-

aveva il capo tra le mani e pareva dormisse. Infine si scosse, si volse a me e mi guardò

carminio delle sue labbra si fosse, come per

stagno

con uno sguardo opaco, lontano, assonnato.

— Buon giorno, signore — mi di E stava per allontanarsi, quand'io, destandomi dal torpore, la trattenni: ;—- Scusatemi, è necessario ch’io venga anra stasera a salutar le mie amiche. :— Ormai! — rispose. — Come vi pare. —

e di più

le mie

parole, se

avrebbero

ne avessi

avuto

altro ef-

etto che di esasperarla maggiormente.

Com-

presi perciò che miglior consiglio era di re«starmene muto in un canto come un infermiere che attenda la risoluzione della crisi del

malato, sicuro

di

non

potere

far nulla

per accelerarla o impedirla. Ella a poco a poco si calmò, ma rimase immobile come inchiodata dalla sua angoscia. Tratto tratto, però, singhiozzò ancora. lo guardai le stelle, guardai le montagne che si perdevano nel cielo argentee nei culmini e, senza avvedermene, fui ripreso dai miei pensieri consueti, dalle mie pene, tanto più dolorose, FIG più sorde di quelle della sconosciuta. :Quand'ella però, invasa dallo strano tremito, rompeva in nuovi sussulti di pianto, io, scosso, dovevo rifare uno sforzo considerevole, per riafferrare il senso dell'accaduto, per convincermi che i singhiozzi di quella donna avevano qualche relazione con me, che, in fondo, li avevo provocati io. Così passò la notte e fu lunga, lunga, interminabile. Quando la luce dell'alba rischiarò

chioma:

che il vivo

Ella era una vecchia ormai. Rosso pi San Seconpo.

— Sì, è giorno — mormorai.

senza

ronunziate, non

della

in un pallore mortale.

di una sopravvissuta.

ci aveva intirizzite le membra. — È giorno — mormorò.

a casa. Come vi pare, signora. C’'incamminammo lentamente, faticosamente, trascinando a stento il peso del nostro

tuto perdere il dominio di sè. è D'altra parte, comprendevo che la mia pre-

resto

Miss Edith mi guardò con lo sguardo ebete

fare. Andarmene, com’ella aveva implorato, non potevo. Non potevo abbandonarla lì, sola, nel freddo della notte, con la sua disperazione, in una crisi in cui avrebbe po-

da

del

incanto, scolorito

Si alzò, ebbe una leggera vertigine. Il freddo — È l’ora di tornare

corpo, Giunti al cancello del Kurhaus ella si fermò :

# E s’allontanò per i viali del giardino, lentamente, soffermandosi tratto tratto per non barcollare.

Rientrando alla mia pensione, dopo qual-

che minuto, respirai come mi fossi tolto un gran peso dal cuore. © La sera tornai al Kurhaus, deciso di prender commiato

2IONUIO]J IP—— 'S "N

e partire.

Credevo di non rivederla; pensavo che forse sarebbe malata, o rimasta nella sua camera. Ma no, era lì, al' solito posto. Non ebbe nessun

moto, non diede nessun segno al mio apparire. Mi parve però che le ciocche bianche dei

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fariazioni a BIAGIO.

L'“addio,;, di Novelli. Uscito dalla porta conìe attore, rientra per la finestra come ditettore.

Gli incerti dei comizi. — Come siete stato conciato così? — Come... neutralista !

sione per il terremoti

mento; sismico parlamentare tu sei

l'epicentro.

_CARPENE-MALVOLTI CONEGLIANO Atene, Avrivasn cacciatorpedinie

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cinquanta milimdi di miliardi

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giornale: il Lampione creduto, mente,

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luta da altre due, minori, Ai Comuni il Cancelliere

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un comizio

repubblicano

dell'intervento.

15. Altdorf. Alle

sci

A

Lo-

drino Valtrompia Pau, diretto in ella nuova galleria fra crollate case sotto nolè è Prineîpe scoppia una il peso della neve, e sotto valanghe, feriti cinque operai, Pigi. Alla Ca. Duello fra Ugo Ojetti evil di della Nazione, Gustavo Nesti, fe mera il primo ‘mi:

ceso il generale 17. Genowi

(Per la guerra, vederne la Cronaca nel corpo del giornale.) 14. Pisa, Grandi tumulti-in

VINI SPUMANTI — COGNAC

erronea-

inspirato da Nesti, 1 due si sono

riconcilia

nistro Viyinni dichiara che la gue durerà fino alla “ li

berazione morale ,,

dell'Euro: —

Costantinopoli. L'incidente tureo-greco

è stato definitivamentò

risolto, I diret-

toreZdella“pol

Ricciotti

ibaldi, vito

sera, og» l'incarivito ,di gi scivolae endo, reco, al quale ondorè costretto a

itato nel pome

pspresso ‘il proprio

Londesdevi

rinunziare alla vi-

rincrescimento per l'in- sita nl presidente cidente

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Governo

dell'addetto na

Poincaré. Lisbona.

L'ex

Im seguito alla presidente del ConCailvittoria. riportata dai Biglio francese

tedeschi

nella

Prossia

Inux e ‘a signora

orientale, laCamera dei sono qui giunti e per deputati, nell’ aprirsi sono ri della aoduta, ha deciso, Washington. AL al poîn Camera dei rappolo tedesco alleato le felicitazioni del fra vivi applausi, di trasmettere

varii ministri. la città è stata jm- presentànti Hobson sponde Parlamento. As Pechino, 1) ministro degli est ha tentato di partivamente a tutte-le dor ande rivolte |bandierata-e-illuminat alla

dal

£

pponese, con- | Washingion, La Camera

dei mppresén

late delle esigenze

ti approva con 215 voti contro 112 il del Giappone. verso della. Gina. in |campromesso relativo al 0422 sull'acquisto la.Cina, mo non ha ‘oppolo segnali potuto finire il suo di navi mercantili. l'altezza della neve 18; Roma. La Camera rinpresi e con discorso: perchè le stto da Avellino nobili parole del prosidente e del, primo protestedegli altri ntrante in stazio! investe un. treno ministro Salandra, commemora le wittime doputati hanno cometci: quindici feriti. perta la sua voce. del terremoto. vigi, Il Consiglio di-enerra in se — Ripetuti tentativi di dimostragioni Flood, presidente di revisione assolve nove auedici militari n davanti n Montecitorio sono della Commissione tedeschi ingiustamente; dagusati di sa delle relazioni con a, che arresta il:capo impediti dal riò n Lizy, dove ‘fiivsee. operarono

l'indiper rgamo, tre metri e mezzo Nola. A sora

molto cari

l'éstero, ha dielia-

Marinetti,

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rato non essere opportuno in questo mo-

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mento che gli Stati Uniti si

cenpino della i

"genza

fra

Cina

Giappone,

tonico

e

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del

sangue: =]

19, Roma. | © La Camera r Lettere Parigine, di DIEGO ANGELI A tavola bevete spinge per appello nomi mento preso dalla Francia all'indomani della dichiaraIl pronto, fermo atte; (27 cont i sui campi sanguinosi, ia nella vita politica e civile — ha mozione ‘soci zione di gu gliare il mondo. Quale sia lo spirito del popolo edell'esercito fransta pe “SORGENTE ANGELICA, oltre sei mesi, dice in queste pagine cese durante la terribile lotta che dura icipata diun testimonio oculare, Diego Angeli, ch'era a Parigi nelle settimane d’angoscia, ione del Vendita annua 10.000.000 di bottiglie ‘0 per stringerla ist quando pareva che da un momento all’altroi tede: néio degli di ono lettere colorite e commosse, nellequali vibra ancora l'eccitazione | esteri, e Sala TTT due morti e vari feriti. |gansi în successive dimostrazioni pitti pol Bin ioatine dolo l'impressione dei tragici eventi; davanti |dra rifiuta di rispondere ad una in-|fulmicotone: Insediasi. dol agialbte Così pure aRoma,a Firenze, aVer® il nuovo consiglio| Sic otte un senso di rispetto€| terrogazione di Chiesa sulla politica | Firenze. Illo spettacolo degli eno Reosrazioni d'ammirazione per il popolo che sa così bravamente fronteggiare il suo destino. | è nulla avendo da agghigere |comunale ‘costituzionale :è nominato sin- | zia, altrove. ! inpIch: alle dichiarazioni di dicembre. dacoviLmprof, Orazio Bacci. Br Ile elezioni comuna ieri sul toria del blocco costituzionale modera Napoli. Violenta tempesta Novara,.A Barengo una dimostraXVI, Lo spirito pubblico e gli stranieri. conservatore; contro i democratici-radie 1. Su le soglie della gran guerra. Mediterraneo. zione di-donne impedisce Ia riunione è ancor lontano». xv, « E l'It che cosa fa?» Rieciotti Garibaldi porte con ed i social del co glio comunale. di Parigi . Una corsa a Bordeaux. San Franc o. A Monterchi in una dimo- la moglie diretto a Roma. vi È . Il castigo di Caillaux. Municipio contro 21, Milano. A comizioso ialistà contro |trico du Washington delp ione davanti vi Parigi. i Le cinque accademie. a neciso nn popolano, la guerra intervengono gl'interventisti |son, èinaugurata la Esposizione vi ine e le tombe. . Aibori di vita. Mode militari, diere dei carabinieri. |ed “accadono colluttazioni che ‘propa- |nazionale del Canale di Panama. vu di vittor . Nel mondo della scena. senza retorica. Siracusa. Nel Consiglio, ProSONO:USCITI: erra a Meaux, vinciale discutendosi la veca lacrime, Parigi. ardini. A «tauben», Lungo la chia, disputata” questione, del

Acqua

xavIt

umorismo. La guerra ha spazzato a delinquenza.

xv. La morte della Musa

Lire vrtmissioni.

Senna.

Una visita a Reims che muore.

Una giornata a Reims dopo il suo martirio, La rivincita del clero. ‘eterno femminino francese.

a colpi di calamaio.e di seggiole, Tripoli. Annunziasi-che la

colonna Voglino è entrata senza

incidenti a Ghadames. Nise. Festosamente >accolto

atrivavil generale francese Pau

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