L'Illustrazione Italiana 1939 n.49

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Con una marziale cerimonia ha avuto luogo a Roma la consegna della nuova bandiera albanese al reggimento della Guardia Reale. Il nuovo vessillo, tutto rossa, 9 centro con l'aquila bicipite e l'elmo di Scanderbeg la corona dei Savoia e due fasci littori. Qui: la bandiera retta dall'alfieré della compagnia dei ‘gheghi,


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Helsinki. Un comunicato ufficiale smentisce la versione russa sull'incidente alla frontiera della Carelia. 27 Novemane - Londra. Si annuncia che il decreto d'embargo delle merci tedesche è stato firmato da Re Giorgio VI Detto decreto non avrà però forza esecutiva immediata per effetti dei negoziati in corso con ì Paesi neutrali danneggiati dal provvedimento britannico. Londra. L'Ammiragliato comunica che l'incrociatore ausiliario britannico « Rawalpindi » è stato affondato dalla nave tedesca « Deutschland ». 28 Novemmre - Roma. S. M. il Re Imperatore riceve S. E. il sig. Ameu Eijm ambasciatore del Giappone che presenta al Sovrano le credenziali.

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Diario della settimana - Notizie e indiscrezioni - Pagina dei giochi.

24 Novemsne - Roma. Il Duce riceve il Maresciallo Balbo che gli riferisce sul perfetto addestramento delle grandi unità militari che presidiano la Libia, Roma. Si comunica: Il Ministro degli Esteri ha conferito con l'Ambasciatore di Francia e con l'Incaricato d'Affari di Gran Bretagna, richiamando la loro attenzione sulle conseguenze che potrebbe avere, per il traffico italiano, l'esecuzione del blocco per le merci d'esportazione germanica, così come è stato annunziato dai Governi francese e britannico. 25 Novemsre - Berlino. Il D.N.B. informa che una squadriglia di apparecchi da bombardamento germanici ha attaccato oggi nel nord del Mare del Nord ad una distanza di 900 chilometri dalla costa tedesca forze navali inglesi È stato osservato con certezza che quattro navi da guerra britanniche sono state colpite in ‘pieno dalle bombe lanciate su di esse, Tutti gli apparecchi germanici sono rientrati alle loro basi malgrado il fuoco delle artiglierie contraeree. Londra. L'Ammiragliato comunica che apparecchi da bombardamento germanici hanno attaccato navi da guerra britanniche nel Mare del Nord nel pomeriggio di ieri. Sono state lanciate numerose bombe che non hanno prodotto danni. Non si deplorano vittime. STOFFE PER MOBILI TAPPEZZERIE TAPPETI

Roma. Il ministro dell'Africa Italiana, S. E. Teruzzi, i lustra al Duce con una particolareggiata relazione } grandiosì risultati della colonizzazione in Libia. Berlino. Il Comando Superiore delle Forze Armate informa che ad est delle Isole Shetland un sommergibile tedesco ha silurato e colato a picco un incrociatore britan nico del tipo « London ». 29 Novexmre - Roma. Nonostante le licenze e i congedi accordati, la forza presente alle armi nell'Esercito italiano è di ottocentosessantotto mila uomini, più che sufficienti per ogni evenienza, data anche la stagione, le sistemazioni difensive ormai ultimate in Libia e le abbondanti nevicate sulle Alpi. Mosca. L'Unione Sovietica ha rotto i rapporti diplomatici con la Finlandia. Il vice Commissario sovietico per gli Affari Esteri Potemkin questa sera alle 22,30 ha ricevuto il Ministro di Finlandia a Mosca e gli ha consegnato una nota nella quale sono spiegate le ragioni per le quali l'Unione Sovietica rompe i rapporti diplomatici con la Finlandia.

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26 Novemmre - Mosca. L'Agenzia Tass da comunicazione di un grave incidente alla frontiera russo-finlandese. Secondo tale comunicato le artiglierie finlandesi avrebbero fatto bersaglio delle truppe russe dislocate presso la frontiera. Il Commissario degli Esteri Molotof chiede al Governo di Helsinki, l'arretramento delle truppe finniche.

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23 Novemmre - Roma. Il Duce continuando il rapporto annuale riceve a Palazzo Venezia i Prefetti di Ancona, Pesaro. Macerata, Ascoli P., Terni e Perugia. Berlino. Il Gran Quartier Generale comunica: « A_sudovest di Pirmasens una Compagnia nemica che aveva attaccato ì nostri avamposti è stata respinta ed ha riportato gravi perdite malgrado la violenta reazione dell'aviazione e dell'artiglieria antiaerea dell'avversario. Il giorno 22 la nostra aviazione ha compiuto importantissimi voli di ricognizione sulla Francia e sull’Inghilterra. Nei pressi di Sédan è stato abbattuto un apparecchio francese. Nelle acque della Scozia nostri apparecchi volando a bassa quota hanno incendiato un idrovolante britannico. Gli apparecchi da caccia germanici dislocati alla difesa del confine hanno sostenuto piccoli combattimenti aerei con apparecchi avversari. Quattro caccia francesi sono stati abbattuti. Presso Freiburg caccia francesi hanno costretto ur apparecchio tedesco ad atterrare. Sul territorio francese il 21 novembre nove apparecchi pesanti tedeschi hanno disperso in combattimento aereo sette caccia francesi facilitando così i voli di ricognizione degli apparecchi tedeschi. Apparecchi nemici che volevano sorvolare il territorio germanico sì sono trattenuti nei pressi immediati della frontiera » Parigi. Il bollettino di stamane delle Armate francesi reca: « Notte abbastanza calma sul fronte. Tiri dell'artiglieria su diversi punti. Nella giornata del 22 abbiamo abbattuto cinque aeroplani da caccia nemici che sono caduti sul nostro territorio. Inoltre un aeroplano da ricognizione tedesco, attaccato dalla nostra aviazione da caccia su Gravelines è caduto in territorio belga. Abbiamo perduto un apparecchio da caccia ». Il bollettino di guerra serale dice: «Grande attività aerea w. Brusselle. Si comunica che il Governo belga, unitamente al Governo olandese ha deciso di protestare ufficialmente presso i Governi inglese e francese contro l'inasprimento del blocco. Si annuncia che le conversazioni avute ieri dal Ministro degli Affari Economici del Belgio, Sap. con i membri del Governo olandese hanno avuto lo scopo di esaminare la possibilità di un più intenso traffico fra | due Paesi.

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Domenica 3 Dicemsne, ore 17: Il programma. Dal Teatro Adriano di Roma. Concerto sinfonico dell'Orchestra Stabile della R. Accademia di Santa Cecilia diretta dal maestro Ildebrando Pizzetti col concorso del soprano Margherita Carosio. — Ore 21,30: Il programma. Concerto del violoncellista Gilberto Crepax. LuneDì 4 Dicemsre, ore 21: I e Il programma. Concerto sinfonico vocale diretto dal maestro Giuseppe Podestà col concorso del soprano Pia Tassinari e del tenore Galliano Masini. — Ore 22,10: I programma. Concerto del Quartetto Bogo. MarteDì 5 Dicemmre, ore 20,30: III'programma. Musiche per orchestra dirette dal maestro Mario Gaudiosi. — Ore 21.40: Il programma. Stagione Sinfonica dell'Eiar: Concerto sinfonico diretto dal maestro Gianandrea Gavazzeni, violinista Michelangelo Abbado. Mencorenì 6 Dicemsre, ore 21: I programma. Stagione sinfonica dell'Elar: Concerto di musiche di Licinio Refice. Dirige l'Autore. — Ore 22,20 circa: Il programma. Concerto del Quintetto dell'Accademia Chigiana. Giovenì 7 Dicemsne, ore 17,15: Concerto scambio Italo-Brasiliano. — Ore 22,20 circa: I programma. Concerto del pianista Nikita Magaloff. Venenpì 8 Dicemsne, ore 17: I programma. Dalla R. Accademia di Santa Cecilia: Concerto del pianista Walter Gieseking. — Ore-21.10: II programma. Stagione Sinfonica dell'Éiar: Concerto diretto dal maestro Ildebrando Pizzetti con il concorso del soprano Pia Tassinari. — Ore 21,50: III programma. Musiche per canto e pianoforte. Baritono Giuseppe Valdengo, al pianoforte Mario Salerno. Sanaro 9 Diceme, ore 17,15: Dalla Sala Sammartini di Milano: Un'ora di musica. Violinista Sandro Materassi, pianista Luigi Dalla Piccola. — Ore 21: I programma. Stagione Sinfonica dell’Eiar: Concerto diretto dal maestro Alberto Erede. LIRICA

MUSICHE TEATRALI E OPERÉ Giovenì 7 Drcemmne, ore 21: Il programma. Dal Teatro della Scala di Milano: Spettacolo inaugurale dell'Anno XVII: Guglielmo Tell, opera-in quattro atti di Gioacchino Rossini. Direttore maestro Gino Marinuzzi. Venennì 8 Dicemsre, ore 2045: I programma. Dal Reale dell'Opera di Roma: Spettacolo inaugurale dell'Anno XVIII: Falstaff, opera in tre atti di Giuseppe Verdi. Direttore maestro Tullio Serafin. Samato 9 Dicemene, ore 21: IT programma. Dal Comunale di Bologna: Fabiano, opera di Francesco Balilla Pratella. Direttore maestro Giuseppe Del Campo.

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si e dai francesi, complicazioni sempre più vaste e pericoli sempre più gravi per tutto il resto del mondo. Il Ministro degli Esteri conte Ciano ha conferito con l’Ambasciatore di Francia e con l'Incaricato d'Affari di Gran Bretagna, richiamando Ja loro attenzione sulle conseguenze che potrebbero avere per il traffico italiano l'esecuzione del blocco per le merci di esportazione germaniche, così come è stato annunziato dai governi francese e britannico. Sullo stesso argomento l'Ambasciatore d'Italia a Londra, S. E. Bastianini, ha uvuto al Foreign Office una conversazione col Ministro degli Esteri Lord Halifax. Successivamente è stata ‘emanata una nota ufficiosa con la quale il governo britannico comunica che esaminerà con la massima attenzione le osservazioni e le obiezioni rivoltegli e continuerà a fare tutto il possibile per mitigare gli inconvenienti che possono risultare ai non belligeranti dall'applicazione del blocco marittimo alle esportazioni di origine tedesca. E questo, dice la nota, perché l'ultima cosa che il governo britannico desidera è che Ja situazione sia aggravata più di quanto è assolutamente inevitabile. * Una grande manifestazione per l'Italia e per Îl Duce si è avuta alla Camera dei Deputati dell'Ungheria in occasione del discorso del Ministro degli Esteri conte Csaky, il quale ha esaltato l’intima amicizia esistente tra jl suo Paese e l'Italia. « Se in tempi molto critici — egli ha detto — abbiamo potuto mantenere la nostra libertà di azione ed anzi, sotto certi aspetti, abbiamo potuto anche allargarla; se abbiamo potuto salvaguardare la nostra pace morale e fisica, se la continuità del lavoro nazionale non ha subìto alcun arresto, di tutto questo siamo in gran parte debitori alla saggia e lungimirante politica italiana diretta dal ferreo regime di Mussolini ». E ha concluso; « ciò che forse esprime nel miglior modo l'intensità di questa amicizia è la convinzione nazionale che fra i due popoli esiste da secoli una comunanza di destini ». Tutta l'assemblea ha accolto con entusiastiche acclamazioni le parole del Ministro ungherese. Nei giorni scorsi si è riunito a Roma il Comitato misto per gli scambi commercia» li italo-ungherese. Il ministro Nichl, presidente della Delegazione ungherese, e il senatore Amedeo Giannini, presidente della Delegazione italiana, hanno firmato il protocollo ‘nale dei lavori della commissione. * Una nuova significativa manifestazione dei legami che uniscono nel campo culturale l'Italia e la Bulgaria si è avuta per la visita che il ministro Bottai ha fatto a Sofia, dove ha rimesso a Re Boris il diploma di dottore honoris causa dell’Università dell'Urbe e dove ha inaugurato la mostra del libro italiano. S. E. Bottai ha ri-

PROSA

COMMEDIE E RADIOCOMMEDIE Domenica 3 Dicemmre, ore 20,30; III programma. Turbine di primavera, scena di Mario Chiereghin. — Ore 21: Il programma. Il torto di non vederci bene, un atto di Alberto Donaudy (Novità), Lunenì 4 Drcemre, ore 20,30: IM programma. Signora novecento, tre atti di Nino Bolla (Novità). Mercorenì 6 Drcemsre, ore 21: II programma. Tempre antiche, tre atti di Giacinto Gallina (Prima trasmissione). Grovenì 7 Dicemmre, ore 21: I programma. La vita che ti diedi, tre atti di Luigi Pirandello (Prima trasmissione). Venennì £ Dicemmre, ore 21: IMl programma. I galli del Nazareno, radioscena di vita marinara di Alfio Denaro (Novità). VARIETA”

OPERETTE, RIVISTE, CORI, BANDE Domenica 3 Dicemsne, ore 14: Il programma meridiano. Spadaro eterno ragazzo, biografia non vera. — Ore 17: I programma. Varietà. — Ore 21: I programma. Selezione d'operette. Ore 22,20: Il programma. Orchestra d'archi di ritmi e danze. Luxznî 4 Drcemsne, ore 22,10: Il programma. Varietà. Masrenì 5 Drcemsne, ore 21: Il programma. Al gatto bianco. — Ore 21,20: I programma. Orchestra d'archi di ritmi e danze. — Ore 22: I programma. Varietà Mercoepì 6 Dicemene, ore 21: III programma. Banda degli Agenti di P. S. — Ore 21,30: III programma. Canzoni e ritmi. — Ore 22:30: I programma. Diogene in. marsina, scena musicale di Guido Martina. Grovevì 7 Dicemene, ore 21: Il programma. Varietà. — Ore 21,45: III programma. Musiche brillanti. Veweroì 8 Dicemme, ore 13,15: I programma. Quattro chiacchiere con Vanni € Romigioli. — Ore 17: Il programma. Natale coi tuoi, rivista di Riccardo Morbelli. — Ore 17,30: Il programma. Varietà. —_Ore 20,30: II programma. Musiche brillanti. Samato 9 Dicemone, ore 20,30; III programma. Selezione di operette. FRANKE & HEIDECKE .BRAUNSCHWEIG

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messo pure «ì Re di Bulgaria una medaglia coniata per la circostanza. Ne] corso dell'udienza Re Boris si è cordialmente intrattenuto a colloquio col Ministro italiano e coi componenti della Delegazione fascista, costituita dal Ministro plenipotenziario de Cicco, direttore generale degli Italiani all'Estero, del ministro Koch, direttore generale della propaganda al Ministero della Cultura Popolare, dal comm. de Feo, direttore dell'Istituto per le relazioni culturali con l'Estero, dal comm. Giustini, direttore generale dell'Istruzione superiore, e da vari funzionari del Ministero dell'Educazione Nazionale. Alla fine delle cerimonie svoltesi a Sofia durante la visita delle rappresentanze italiane, il Ministro d'Italia e la marchesa Talamo hanno offerto alla Legazione un pranzo in onore del Ministro Bottai. Vi hanno partecipato il Presidente del Consiglio, la signora e la signorina Kiosseivanof. il Ministro della Pubblica Istruzione e la signora Filov, îl Ministro di Germania e la baronessa von Richthofen, il Ministro d'Ungheria e la contessa Jungerth, il Consigliere del Re di Bulgaria e la signora Grueff, il Rettore dell'Università di Sofia e la signora Molloff. il Capo di protocollo e la signora Belinoff, oltre i componenti la delegazione Italiana. # S. E. Raoul Bossy, nuovo Ministro di Romania presso il Quirinale, accompagnato dai funzionari e dagli Addetti militari della Legazione, si è recato a rendere omaggio al Sacrario dei Caduti per la Rivoluzione a palazzo Littorio, dove è stato ricevuto dal vicesegretario del P. N. F. Mezzasoma in rappresentanza del Segretario del Partito, e dal capo del Centro stranieri del Direttorio nazionale. S. E. Bassy ha pure reso omaggio alla Tomba del Re al Pantheon e del Milite Ignoto all'Altare della Patria. * È arrivato a Roma il nuovo Ambasciatore della Russia Sovietica presso il Quirinale, ricevuto alla stazione da una rappresentanza del Ministero degli Esteri e dal personale dell'Ambasciata.

NOTIZIARIO VATICANO * È uselto nei giorni scorsi il nuovo fascicolo degli « Acta Apostolicae Sedis » bollettino ufficiale della Santa Sede. Tra gli atti pontifici pubblicati figurano l'omelia pronunciata da Pio XII Îl 29 ottobre in occasione della consacrazione dei Vescovi missionari e il discorso che egli pronunciò nella presentazione delle lettere credenziali del ‘Ministro di Lituania. Il Bollettino pubblica inoltre le Costituzioni Apostoliche rhe stabiliscono la creazione

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del Vicariato Apostolico di Derna e della Prefettura di Misurata, nonché la costituzione per l'erezione della nuova diocesi di Resistencia nella Archidiocesi di Santa Fé in Argentina. £ questa la prima diocesi eretta durante il pontificato di Pio XII. * Oggi 3 dicembre, si inaugura solennemente alla presenza del Pontefice, l’anno accademico della Pontificia. Accademia delle Scienze. Alle 10,30 ha luogo la seduta inaugurale nella sede dell'Accademia alla Casina di Pio IV nei giardini vaticani. Il Papa pronuncerà un discorso e, dopo la seduta stessa, verrà inaugurato un busto a Pio XI. Il Presidente dell'accademia leggerà un indirizzo d'omaggio al Papa e nella seduta, oltre alle comunicazioni scientifiche, verranno commemorati gli accademici defunti. * Durante la settimana scorsa hanno avuto luogo in Vaticano gli esercizi spirituali ai quali hanno partecipato col Papa, Cardinali, Vescovi è Prelati. * È stato emanato dal Tribunale della Sacra Romana Rota il regolamento circa gli onorari che spettano ai procuratori ed agli avvocati per le cause da trattare davanti al Tribunale stesso. Le tariffe fissate dal Tribunale vanno da un minimo di lire mille ad un massimo di lire seimila e la somma totale è ripartita secondo i diversi momenti di trattazione attraverso ì quali la causa deve passare. Il regolamenfo contempla tutte le modalità di applicazione delle tariffe fissate. Il regolamento stabilisce inoltre anche le norme per le cause da trattare col gratuito patrocinio, per le quali il Prelato Decano della Rota designa gli avvocati i quali nulla possono esigere dal cliente a compenso della loro opera. Il Decano però assegna, ad, essi una certa soma che viene fornita dallo stesso Tribunale. * Prima lella fine dell'anno saranno messe in circolazione le nuove monete vaticane recanti il millesimo 1939. Esse — in bronzo, nichelio, argento e oro — saranno identiche alle precedenti tranne che nello stemma e nell'effige del Papa. La particolarità di questa monetazione vatieana del '39 sta in questo: che sebbene la legge italiana (e per la convenzione con lo Stato Italiano il Vaticano deve uniformarsi ad essa) abbia abolito il nichello, sostituendolo con l'acmonital, le monete divisionali da 50 cent. 1 lira e 2 lire saranno di nichel. Interesserà ai numismatici ricordare anche come delle monete dello Stato della Città del Vaticano sono state messe in circolazione la serie completa del 1929 fino a tutto il 1936; che del 1937 non è stata finora messa in circolazione la moneta d'oro e che col millesimo 1938 non è stata coniata nessuna moneta vaticana,

È i ì 3è VILLUSTRAZIONE

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* Il Papa ha eretto la nuova Nunziatura Apostolica dell'Uruguay, con sede a Montevideo, desti nandovi S: E. Monsignor Alberto Levame, Arcivescovo titolare di Chersoneso di Zechia il quale è stato anche rfominato Nunzio Apostolico nel Paraguay. * Il Papa ha nominato Vice-Camerlengo di Sanla Romana Chiesa S. E Monsignor Tito Trocchi. Arcivescovo fitolare di Lacedemonia e S, E. Monsignor Giovanni Battista Federico Vallega, Arcive. scovo titolare di Nicopoli di Epiro, Uditore Generale della Reverenda Camera Apostolica. * Nel giorni scorsi il Pontefice ha ricevuto în solenne udienza S. E. il Governatore di Roma Don Gian Giacomo Borghese, che era accompagnato dalla Consorte, dai Vice Governatori, dal Capo di Gabinetto e dal Capo del Cerimoniale. Ha altresì ricevuto il grande muti. lato Consigliere Nazionale Carlo Delcrolx con la famiglia

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* Al Comune di Genova è stata donata una statua di Pletro Puget, detta la « Madonna di Casa Carrega Cataldi ». La scultura ornava un tempo la Cappella del Palazzo Carrega Cataldi in Geno Opera assai bella, di fattura mossa e grandiosa essa particolarmente ricorda il soggiorno genovese del Puget, attestando gl’influssi, che, sulla formazione del grande scultore francese, ebbe la scultura ligure del tempo e forse anche la pittura. L'opera sarà collocata in Palazzo Blanco. * Suscita molto "ini resse a Milano (Galle! Barbaroux) la mostra di tre pittori della nuova scuola lombarda: Renato Birolli, Domenico Cantatore e Gabriele Mucchi Il più forte e, sopra tutto, Îl più pittore dei tre è Birolli, dotato d'un istintivo e robusto senso del colore, benchè forse ancora un. poco incerto della sua propria via. Ma pochi come lui sanno posare, con tanto splendore e vivezza, tn rosso e un nero sulla tela. Pittori più di sentimento gli altri due: Cantatore che, dalla sua pittra ombrosa, effonde una gentile malinconia; Mucchi, che tanto nelle nature morte che nelle figure femminili, esprime sempre un’affettuosa tenerezza. * A Roma (Galleria della Barcaccia) espone un giovane pittore abruzzese, Gui. do Martella, già favorevolmente noto. * Come anticipazione alla prossima mostra littoriale, la esposizioncella dal G.U.F di Milano nella Loggia degli Osii, è riuscita bene, arrecando già una prima misura della buona preparazione e del progresso e dell'affinamento, per quanto riguarda il gusto, raggiunto dai nostri gio vanissimi artisti. Notiamo subito, fra i pittori: Bruno Cassinari, già vincitore ai Littoriali di que‘anno, il quale, specialmente dotato di viva inclinazione al colore, s'èirrobustito e in un certo senso fatto più ricco; Trento Longaretti, che ha raffinato i suoi modi; Gian Luigi Uboldi, d'inventiva fertile, arguta, e disegnatore eccellente; Antonio Borelli che ha gusto all'ornato; e ancora Siletti, Bianchi, Santuz e Bassano Vaccarini che riesce egualmente bene in pittura e scultura. Buoni gli scultori. tra cui vanno specialmente .segnalati: Manfrini che mostra due eccellenti ritratti, Fausto Locatelli, la cui testa è assai delicata, e Sacchini, Rui, Frattini e Amalia Carnevali.

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* Hanno esposto a Genova (Galleria Genova) quattro pittori: Ernesto Marchiò Quarti. recentemente premiato a San Remo; Pietro Grossi, Vittorio Viviani e Attilio ‘Alfieri, tutti bene dotati e variamente interessanti. La mostra ha avuto ottimo successo. * Atanasio Soldati, a più di tre anni dall'ultima sua personale, si ripresenta a Milano (Galleria del Milione) con un buon gruppo delle sue più recenti opere. Insistendo nella sua visione, tutta astratta e geometrica, il Soldati sì è ancora semplificato, con ‘un rigore nudo e austero. * La VII Triennale di Milano dà notizia di come l'architettura verrà rappresentata alla prossima mostra. In diecì sezioni. saranno mostrati i principali aspetti e problemi dell'architettura moderna, con prevalenza s'intende di quella italiana, senza che per altro manchino gl’interventi delle nazioni straniere. Tra l'altro, vi sarà una importante presentazione della E 42, un settore dedicato al « verde nella città», e una mostra del libro antico di architettura. Un'altra mostra assai interessante — ancora alla VII Triennale — sarà quella grafica, che sì propone di mostrare i fondamenti e i fini di una tipografia moderna. Criterio fondamentale sarà quindi quello didascalico al quale s'accompagnerà un’esauriente documentazione. Ivi si vedrà un riassunto della produzione editoriale eccellente, nel campo della rivista e del libro, insieme con l'apporto delle perso-

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L'ILLUSTRAZIONE

del Piemonte


Carissimo Ramperti, io ti ringrazio del grande onore che mi fai; ma ti hanno assai male informato .dicendoti che io passo .il mio tempo a tramare ed a È volere la morte della crìÈ tica. In una riunione di autori voluta dal Ministro Alfieri circa un anno fa ho espresso, in merito, il mio modesto e personalissimo parere. Dopo d'allora, né in privato né in pubblico, ho mai avuto occasione di discutere la questione della critica. Pochi giorni fa, inaugurandosi l'anno teatrale ed essendo stato designato a parlare prima che sì iniziasse la recita di Congedo, ho detto tutto il bene che pensavo di quel critico esemplare che è Renato Simoni. Ti dirò di più: lo stesso, attualmente, sto facendo opera di critico cinematografico sul Lavoro Fascista. Come, vedi, tutto ciò non quadra ‘con l'immagine apocalittica di uno sterminatore della critica quale ti han fatto credere che io fossi diventato. Leggo poi che tu cogli l'occasione per parlare di certi bigliettini per 1 cioccolatini da me compilati circa venticinque anni fa. Ti darò în merito delle informazioni supplementari che tu forse ignori. In quei tempi ho cercato, con pazienza infinita, le cit zioni di autori illustri sul « bacio ».Quindi baci di Byron, de Musset, Victor LA MIGLIORE SOSTITUZIONE Hugo, eccatera. Il Hi per il compe DELLA POSATA IN VERO ARGENTO. una per citazione. Ed erano liste di 100 citazioni per volta. Immagina quante poesie dovevo sorbirmi per mettere insieme cento bei cioè cento lirette. La mia fatica, dopo, avrà al massimo contribuito a un po' d'erudizione zuccherata per gli innamorati. Ma in quel periodo ben altro ho fatto, e non me ne vergogno: pubblicità su certo surrogato di caffè orgentaria ed orta che proprio non valeva olim a presso i concesionori eatia Par Oki un fico secco sebbene sì facesse coi medesimi, eroGUGLIELMO HAUFLER - Milano Via Monta Nopoloone 34(ong. Ges)«Tel.70.891 naca di corse di cavalli e tante altre piccole atCATALOGO A RICHIESTA tività che m'hanno aiutato bene o male a sbarcare il: faticoso lunario della nalità più L significative, ative, e con la presentagioventù. In quanto poi al mio romanzo zione dell'editoria d’arte e a tiratura liDammi la bocca mi spiace che tu non lo mitata. abbia evidentemente letto perché, anziché d'una mia biografia come tu dici, si tratta d'un libro sulle Crociate dove protagoniUNA PRECISAZIONE sta è Baldovino secondo re di Gerusalemme. Tutto ciò ti dimostra come troppe volDI DE STEFANI te, a dar retta ai « si dice », si commettono involontari errori. Dei quali tu sel pieL'amico de Stefani Fisponde, e precisa. namente assolto a priori perché sei semL'immagine apocalittica d'uno sterminato: pre stato un probo critico ed un valoroso re della critica non coincide a verità. Egli scrittore. Ed io, pochissimo Danton e nienè « pochissimo Danton e niente affatto Cate affatto Catone, te ne rendo tutto il dotone » (il che poco proverebbe in quanto vuto merito. Un abbraccio dal tuo né Danton né Catone furono alla critica ALESSANDRO DE STEFANI avversi; anzi l'invettiva dell'uno e il puRoma, novembre 1939-XVIII ritanesimo dell'altro non furono che cri. tiche estese alle estreme conseguenze) tant'è vero, apgiunpe, che una vetta e): MUSICA nunciò l'elogio di Simoni, e che egli stesso, oggi, esercita nel Lavoro Fascista ufficio * La stagione lirica al « Metropolitan » di recensore! Né dopo tn «modesto e di Nuova York si è inaugurata con una personalissimo parere » espresso una volta, bella esecuzione di Simon Boccanegra, dicirca i critici alla presenza del Ministro retta da Ettore Panizza. L'opera ha avuto Alfieri, egli ebbe a farli segno d’ostilità di un eccellente successo, anche in virtù delsorta. Noi ci eravamo, appunto, riferiti l'interpretazione di “Giovanni Martinelli, a quel parere non benigno. Ma siamo lieti, della»Rethberg, di Pinza e di Tibbett lietissimi, che da allora De Stefani abbia * Secondo l’annuario della Staatsoper di mutato opinione. Né poteva essere diver= Berlino, le tre opere più rappresentate nel samente, trattandosi d'un autore di comassimo teatro della capitale del Reich, scienza © d'ingegno. La critica è indistrut= nel quadriennio 1936-1939 sono La Tratibile, essendo indistruttibile il criterio. La viata, Butterfly, Bohème. revoca di certa inibizione circa la critica cinematografica avvenuta proprio di questi * La stagione sinfonica al Comunale di giorni, lo dimostra del resto, a luce di soFirenze sarà aperta il 7 gennaio p. v. e le. La critica delle cose nasce dai confronattraverso una serie di venti concerti si ti delle cose. Come si può abolire questa prolungherà fino a tutto marzo. Fra i dinecessità, e cioè questo diritto di misurarettori invitati sì notano Guarnieri, Gui, zione? Ma ecco senz'altro, la lettera delMolinari, Georgesco, Rosbaud, Ferrero, l'interessato. Mengelberg, Bihm, Knappertbusch; fra i

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L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA


Lebect cporiivo bosco, ballo di Ciaicowski, con coreografia di Bronisiava Nijinska e prima danzatrice assoluta Nives Poli; il 31, Lohengrin di Wagner, con Maria Caniglia, Ebe Stignani, Maria Benedetti, S. Romano, Ettore Nava e Tancredi Pasero. La novità assoluta Ghirlino di Ferrari Trecate andrà in scena il 4 febbraio.

solisti, 1 violinisti Abussi, Scaglia, Brengola, Odnoposoff, i pia Fischer, Mi chelangeli-Benedetti, Rensi, Silvestri, i violoncellisti Bonucci e Cassadò. #* A Legnago si è riunito nei giorni scorsi il Comitato per le onoranze ad Antonio Salieri, morto a Vienna il 7 maggio 1825, in cecasione della traslazione dei resti mortali in Patria. È stata decisa la raccolta di documenti storici e musicali del maestro di Beethoven e Schubert, il completamento del teatro a lui dedicato e l'erezione di un monumento-mausoleo. E perché non si pensa anche ad una degna esumazione di qualche sua opera che potrebbe essere in teatro La fiera di Venezia o Les Danaidés, nei concerti la Messa per duplice coro 0 il Requiem per coro e orchestra? * Il Comitato permanente di lettura delle nuove opere liriche presso la Società Italiana degli Autori ed Editori ha segnalato al Ministero della Cultura Popolare le seguenti nuove opere per la rappresentazione: Nihali di Dino De Vecchi; Cleanta di Ottone Pesce; La leggenda di Enrico e Godeliebe di Edgardo Carducci; Notte di nozze di Domenico Monleone.

* La Soprintendenza del Teatro della Scala ha definito il calendario degli spettacoli. della prossima stagione 1939-40. La staelone si inaugurerà il 7 dicembre col Guglielmo Tell di Rossi ni, diretto dal maestro Marinuzzi, con principali interpreti Gabriella Gatti. Vittoria Palombini, Todor Mazaroff, Alessando de Sved ‘e Tancredi Pasero, Seguiranno: 1'8 dicembre Conchita di Zandonai. diretta dal maestro Guarneri. con Gianna Pederzini e Giovanni Voyer; {l 9 dicembre: Linda di Chamouniz di Donizetti, con Toti dal Monte. Lina Aimaro, Cloe Elmo, Giovanni Malipiero. Mario Basiola, Tancredi Pasero, e Bacealoni; il 20 dicembre: L'amico Fritz di Mascagni, con Licia Albanese. Tolanda Cirillo, Giovanni Malipiero e Gino Vanelli. Con l'opera mascagnana verrà eseguito il nuovo ballo di Scarlatti e Casella I comici gelosi, con la coreografia di Bronislava Nijinska e prima danzatrice assoluta Nives Poli. In gennaio avranno luogo i seguenti spettacoli: il 6, La donna senz’ombra di Strauss, con Iva Paceti, Stella Romano, Ide Monti. Giovanni Voyer, Benvenuto Franci; ji 9, Andrea Chénier di Giordano, diretto dal maestro Capuana, con Galliano Masini, Maria Caniglia e Carlo Tagliabue; il 12, La Fiamma di Respighi, col complesso dell'Opera Reale di Budapest, diretto dal maestro Failo-

latti e Tommasini, con la prima ballerina Attilia Radice e coreografia di Millos, direttore il maestro Bellezza; 22 dicembre, Monte Ivnòr di Rocca, di cui abbiamo dato sopra notizia; 25 dicembre, Huenser e Gretel di Humperdinck, diretta da Serafin con Gianna Pederzini, Cravcenko, Cortini, Limberti, Gobbi, e Îl balletto di Casella La giara, con coreografia di Mollos; 30 dicembre, Loreley di Catalani, diretta dal maestro Serafin, con Gina Cigna, Beniamino Gigli, Colella, Fieri. In gennaio si eseguiranno: il 6, I quattro rusteghi di Wolf Ferrari, diretti dal maestro Bellezza, con la Tassinari, la Oltrabella, la Labia, Casazza, Fort, Baccaloni, Cirino, Salvarezza; l'11, Guglielmo Tell di Rossini diretto dal maestro Serafin, con la Gatti, Vitali, Marini, Mazaroff, De Sved, Colella; il 18, Conchita di Zandonai, diretta dal maestro Serafin, con la Pederzini, Civil; il 23, La Bohéme di Puccini, diretta dal maestro De Fabritiis. con la Tassinari, Lugo, Perris, Biasini, Niccolai, Beuf; ed il 30 gennaio, Sakuntala di Alfano, diretta dol maestro Serafin, con la Olivero, Pigni, Beuf. * Al Tentro Sociale di Udine si inizierà tra breve una stagione lirica, diretta dal maestro Fabbroni. Saranno eseguite le seguenti opere: Il Campiello di Wolf Ferrari, nuova per la città; Madama Butterfly di Puccini e Manon di Massenet. * Alcuni studiosi tedeschi hanno di recente scoperto —che l'inno nazionale giapponese è stato composto da] musicista germanico Franz Eckert, nato a ‘Neurode nella Slesia ed emierato nel 1852 nel Giappone. L'Eckert fu assunto nel 1879 come maestro della banda della marina imperiale nippo® nica e dopo una permanenza di una ventina d'anni passò successivamente alla direzione dell'orchestra di Corte in Corea.

* È morto a Nuova York, all'età di 62 anni, il maestro polacco Arturo Bodansky, che si acquistò una larga notorietà come concertatore e direttore d'orchestra, soprattutto di opere tedesche.

TEATRO

DIa

ni; il 17, La forza del Destino di Verdi, con Gina Cigna, Cloe Elmo, Beniamino Gigli, Armando Borgioli, Carmelo Maugeri e Tancredi Pasero; il 24. La Rondine di Puccini, con Mafalda Favero, Liana Cortini, Giovanni Malipiero, Gino Del Signore; e La bella addormentata nel

L'ILLUSTRAZIONE

* Monte Ivnòr, la nuovissima opera del maestro Lodovico Rocca di cui è già stata data notizia in questa rubrica, andrà in scena al Teatro Reale di Roma la sera del 22 dicembre corr., sotto la direzione del maestro Tullio Serafin. Saranno principali interpreti di Monte Ivnòr Iris Adami-Corradetti, Benedetti, Tasso, Bechi, Beuf, Cirino.

* Ecco il calendario degli spettacoli del Teatro Reale di Koma dali 8 dicembre 1439 al 30 gennaio 1%4U: 8 dicembre, inaugurazione della stagione col Faistaf di Verdi, diretto dal maestro Serahn e interpretaw dai cantanti Mariano Stabile, Ebe Stignani, Bianca Somigli, Licia Albanese, Gilda Alfano. Fort, Biasini, Neri, Zagonara; 9 dicembre, Il Trovatore di Verdi, direito dal maestro De Fabritiis con Maria Caniglia, Ebe Stignani, Beniamino Gigli, Bechi e Tasso; 10 dicembre, 1 maestri cantori di Norimberga di Wagner, diretti dal maestro Serafin. con Franci, Stabile, Cravcenko, Civil, Sara Scuderi, Beuf e Zagonara; 16 dicembre, La Rondine di Puccini, con Beniamino Gigli, Mafalda Favero, Gino del Signore, Menotti, Gobbi, e Le donne di buon umore, balletto di Scar-

+

eleganza

+distinzione =

ITALIANA

X

* AI 20 novembre erano completati i quadri artistici di 20 Compagnie primarie di prosa. Complessivamente sono stati impiegati 450 tra attrici. attori e personale tecnico. Si calcola che il volume delle paghe per l'anno teatrale 1939-40 sarà di circa nove milioni di lire. * Giuseppe Zucca ha consegnato ad Antonio Gandusio. una nuova commedia in tre atti dal titolo Il primo della classe. Il lavoro, di genere comito ed ironico, andrà in scena a Bologna nel prossimo dicembre. La Compagnia Gandusio si è riunita ad Udine il 22 novembre. Nella Compagnia sono due prime attrici: Cesarina Gheraldi e Tilde Mercandalli. Gandusio ‘metterà presto în scena anche altre due novità: L’amicizia dei signori Brigaudiù di Bruno Corra e Giusep-


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KALODERMA-GELÉE pe Achille, e L'asino d’oro di Gaspare Cataldo. * La Compagnia delle « Tre Maschere » di Daniela Palmer metterà in scena a Milano, in dicembre, l'ultima commedia di Birabeau Il calore del seno, ed una commedia di Piero Ottolini dal titolo Saggezza. * La Compagnia del Cesare di Giovacchino Forzano, diretta da Corrado Racca, inizierà le sue recite il 2 dicembre al Goldoni di Livorno, e dopo un breve giro in Toscana passerà nell'Italia meridionale e reciterà in Calabria, in Sicilia ed a Tripoli. In febbraio sarà a Milano, dove al Lirico presenterà un nuovo lavoro di Forzano. * Il Ministro Bottai ha confermato Silvio d'Amico nella carica di Presidente della R. Accademia d'Arte Drammatica di Roma per un nuovo biennio. D'Amico sarà assistito da una Commissione artistica, composta di Renato Simoni, Lucio d'Ambra, Eugenio Bertuetti, Alessandro Varaldo e Cesare Vico Lodovici. Per l’anno 1939-40 Silvio d'Amico, dovendo dirigere anche la Compagnia dell'Accademia, avrà un vice-direttore per la scuola di regia in Guido Salvini, ed un vice-direttore per quella di recitazione in Mario Pelosini. Nella carica di storia deì teatro D'Amico sarà per questo ‘anno sostituito dal professore Luigi Ronga. Agli insegnanti di recitazione Mario Pelosini e Nera Grossi-Carini si è aggiun. ta Wanda Capodaglio. L'insegnamento della danza è stato affidato ad una allieva della Scuola di Jia Ruskaja, Avia De Luca. Sono rimasti al loro posto gli insegnanti del canto (Perea Labia), del trucco (Viotti), della fonetica (prof. Bellussi) e della scherma Ammannati). # Cipriano Giachetti ha ridotto per la Compagnia del Teatro Comico Toscano, diretta da Giorgio Venturini e che attualmente agisce alla Pergola di Firenze, la commedia in 4 atti di Luigi Del Buono Ginevra degli Almieri, sepolta viva in Firenze, «con Stenterello ladro in sepoltura spaventato dai morti e giudice spropositato».Non si sa in quale anno il Del Buono, nato a Firenze nel 1751, scrisse questa commedia popolaresca ed în quale anno la presentò al pubblico, sostenendovi il ruolo della celebre maschera fiorentina. Essa. è rimasta una delle più famose di tutto il teatro vernacolo fiorentino. Nella prossima nuova edizione il ruolo di Stenterello sarà sostenuto da Raffaello Niceòli. * Raffaele Viviani que. stanno non ha riunito ancora la sua Compagnia napoletana. Egli conta

però di farlo nel prossimo gennaio. Ma con lui non sarà, sembra, Luisella Viviani, la quale è entrata recentemente a far parte di un'altra formazione dialettale.

* Quanti attori di primo piano sono rimasti fuori dai ranghi delle Compagnie dell'Anno XVIII? Oltre trentacinque. e cioè: Irma Gramatica, Tatiana Pavlo-

va, Maria Melato, Dora Menichelli, Rossana Masi, Giuditta Rissone, Letizia Bonini, Isa Pola, Alda Borelli, Ernes Zacconi, Wanda Capodaglio, Olga Solbelli, Maria Fabbri. Giana Cellini, Ruggero Ruggeri, Vittorio De Sica, Ernesto Viarisio, Camillo Pilotto, Umberto Melnati, Filippo Scelzo, Piero Carnabuci, Armando Migliari, Sergio Tofano, Armando Falconi, Gualuero Tumiati, Enzo Biliotti, Luigi Almirante, Alberto Marcacci, Franco Becci, Cesare Bettarini, Lamberto Picasso, Raffaele Viviani, Cesco Baseggio, Carlo Micheluzzi, Umberto Palmarini.

CINEMA * Il Direttore Generale della Cinematografia, S. E. Orazi, è stato nei giorni scorsi a Tirrenia per visitare 1 cantieri della « Pisorno ». S. E. Orazi è stato ricevuto da S. E. Biagi, da Giovacchino Forzano e da dirigenti e tecnici degli stabilimenti. Guidato da Giovacchino Forzano, S. E. Orazi ha compiutamente visitato { teatri e gli stabili che formano il complesso dei cantieri tirrenici, dove attualmente sono in lavorazione sei film, esprimendo il suo compiacimento per la perfetta attrezzatura tecnica degli imponenti stabilimenti e gli intenti artistici che informano tutta la produzione. Accolto all'ingresso dei teatri di posa dai produttori e dagli artisti, il Direttore Generale della Cinematografia ha successivamente assistito alle rlprese di Sei bambine e il Perseo, diretto da Forzano e prodotto dalla ‘«Pisorno »; È sbarcato un marinaio, diretto da Piero Ballerini e prodotto da Giulio Manenti; Mare, diretto da Paolella e prodotto da « Schermi nel Mondo ». S. E. Orazi si è pure vivamente interessato alle costruzioni destinate ai complessi attualmente in esterno di Ebbrezza del cielo: della «IN.C.O.M. » e di Cuori nella tormenta dell'e Adria Film». Dopo aver partecipato ad un rancio cameratesco, durante il quale îl Gerarca è stato fatto segno a manifestazioni _vivissime di simpatia da parte della popolazione di Tirrenia, S. E. Orazi ha assistito nel pomeriggio alla proiezione di Sei bambine e il Perseo, esprimendo al termine di essa il suo alto elogio a Giovacchino Forzano, autore e regista del grandioso film che illustra un drammatico episodio della «Vita» del Cellini,

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L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA


dicare dal numero ragguardevole di film che a vicende storiche sì ispirano o che quanto meno da esse prendono lo spunto. Ecco che, appena passato al montaggio

Un'avventura di Salvator Rosa e mentre

sono in corso le riprese di Sei bambine e il Perseo, di Fanfulla da Lodi, di Manon Lescaut, sì annunzia che la « Grandi Film Storici » ritenta di portare sullo schermo, con la regìa naturalmente di Carmine Gal-

lone, un'altra grande figura di musicist

Rossini. È così, se non erriamo, il terzo musicista che diventa protagonista di una vicenda cinematografica: a Rossini augu-

riamo miglior fortuna di quanto non abbiano avuto i suoi « predecessori », Verdi

e il povero Bellini del quale nel disgraziato Casta Diva ci fu presentata completamente e deplorevolmente falsata la figura d'uomo e d'artista e deformata la divina musica.

Per completare li quadro del film: storici, in lavorazione o in preparazione, annunziere-

bury, sono

gli eroi della

film Gran National.

vicenda

sa è stata già sincronizzata ed ammessa alla proiezione dalla censura locale.

£ un

* Gondar Imperiale è il titolo di un nuovo documentario Luce che verrà presentato in questi giorni nelle principali Sale cinematografiche d'Italia. Tutti gli aspetti antichi e nuovi della città, sapientemente ripresi e ordinati in un impeccabile montaggio, sono ampiamente illustrati in questo nuovo film, în essi sono comprese le visioni interessantissime di vita indigena e la vita delle famiglie italiane nei comodi e razionali villini costruiti in gran numero. * Sotto il titolo reale (Tempesta su

VITA ECONOMICA E FINANZIARIA * La produzione mondiale del Raion e delle fibre corte nel primo semestre 1939. SI informa che nei primi sei mesi dell'anno in corso sono stati prodotti nei vari paesi del mondo in complesso 250,5 milioni circa di chilogrammi di ralon, dei quali 70 milioni e mezzo di chilogrammi negli Stati Uniti, 48,2 milioni nel Giappone, 34.3 milioni in Germania, 25,7 milioni in Italia. Se l'Italia è al quarto posto per quanto riguarda la produzione del raion, appare invece al terzo posto per la produzione delle fibre corte, con 40 milioni è mezzo di chilogrammi circa contro 102,1 milioni

Sturm ilber MonMonreale), l'Unione

Cinematoerafica Italo-tedesca_ presenterà in questi giorni nella capitale del Reich la petucola italiana Ettore Fieramosca. Es-

mo che è allo studio un Ponzio Pilato per il quale anzi la casa produttrice, « Genina Film» intende bandire un concorso per la ricerca di elementi nuovi cui affidare le par-

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ti principali.

# Nel grandioso panorama delle opere e dei lavori, che segnano la fervida rinascita culturale ed economica dell'Albania, anche la cinematografia ha avuto un'inquadratura adeguata alle sue finalità educative e spettacolari. Una razionale bonifica nel settore cinematografico albanese si imponeva. Con organica unità di direttive, auspice il nostro Ministro per gli Affari Esteri S. E. Galeazzo Ciano, ed in seguito alle intese intervenute tra S. E. Zenone Benini, Sottosegretario di Stato per gli Affari di Albania, il Luogotenente Generale Ambasciatore Jacomoni e l'Ambasciatore Paulucci di Calboli, Presidente dell'E:N.I.C., è stato concluso tra il Governo Albanese e l'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche un accordo per dare un nuovo assetto al cinema albanese. L'accordo, entrato in vigore con Decreto Luogotenenziale del 31 ottobre 1939-XVIII, stabilisce l'istituzione di un organismo filiazione dell'E. N° I C., denominato apnunto «EN.I.C.-ALBANIA », che ha per compito sia l’organizzazione di una rete di noleggio di film vari e di giornali e documentari dell'Istituto Nazionale Luce, sia l'impianto e la gestione di sale ci‘nematografiche.

APPARECCHI ANCHE PER BELDICOLSE PASSO 8mm

* La Cine Tirrenia anmuncia tre produzioni pel

prossimo mese, che costi-

tuiranno tre « spettacoli » di grande attrattiva. Sette uomini... una donna, una delle più divertenti commedie di questi ultimi tempi, scritta e realizzata da Yves Mirande per la C.C.F.C. La distribuzione allinea in testa due grandi nomi: Fernand Gravey e Vera Korone,

accanto ai quali figurano

attori quali Larquey; Roger Duchesne, Saturnin Fabre, ecc.

La figlia del vento, una

vicenda drammatica, diretta da Geza Von Bolvary, una delle firme più

accreditate della cinemaProtagonisti sono: Paula Wessely e Attila Horbiger. Il film porta la marca Sindikat

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tografia europea.

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arioso « Western » pittoresco di esterni, di personaggi e di masse, ricco di azione e di emozioni. Tex Ritter ed Eleonor Stewart. diretti da Roberto Brad-

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XI

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-

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ROMA

della Germania e 62 milioni del Giappone, su un totale di 239,4 milioni di chilogrammi di produzione mondiale. * L'incremento degli scambi commerciali italo-romeni. Nel corso degli ultimi due anni e nel primo periodo dell'anno in corso si è registrata una sensibile ripresa dei nostri traffici con la Romania, in particolare per quanto riguarda la nostra esportazione, che negli anni precedenti erano diminuite sino a toccare nel 1926 un livello pari ad appena un sesto di quello medio del quinquennio 1929-1934. Nel 1938 infatti, mentre i nostri acquisti in Romania hanno ammontato a circa 253,5 milioni, le nostre vendite allo stesso paese sono risalite a più di 139,7 milioni, contro 128,8 milioni nell'anno precedente e poco più di 20,9 milioni nel 1996. Nel primi sette mesi dell'anno in corso tale miglioramento si è ulteriormente accentu: to, facendo salire il valore delle nostre importazioni a circa 234.8 milioni (quasi 86,9 milioni în più in confronto dello stesso periodo dell'anno precedente), e correlativamente le nostre esportazioni hanno superato 1 163,4 milioni, in aumento di oltre il 130 per cento in confronto a quelli degli stessi mesi del 1998. 1 nostri acquisti sul mercato romeno riguardano soprattutto olii minerali greggi e lubrificanti (complessivamente oltre 79 milioni nei primi sette mesi di quest'anno), frumento (70 milioni) e granturco (30 milioni), Le nostre esportazioni sono costituite per buona parte da filati o manufatti di cotone, dei quali nel periodo considerato dell’anno in corso abbiamo venduto alla Romania per più di 80 milioni. * Aumentata produzione di carbone sardo. La produzione del carbone delle miniere della Sardegna continua ad aumentare in modo sempre più soddisfacente, contribuendo in tal guisa”a far declinare i nostri acquisti di combustibile dai mercati stranieri. Attualmente si stanno compiendo i lavori necessari per porre in attività tre altre miniere, lavori che dovrebbero essere quasi total mente compiuti entro il prossimo anno. Queste miniere e quelle in coltivazione possono assicurare all'economia nazionale una produzione di oltre tre milioni di tonnellate di carbone all'anno. I tecnici credono di poter assicurare che sotto ogni metro quadrato di superficie vi siano circa cinque metri cubi di carbone e che per conseguenza le riserve dei giacimenti carboniferi della sola Sardegna sì aggirino intorno al miliardo di tonnellate. Il carbone sardo è di gran lunga superiore a quanto si è ritenuto finora, ed infatti gli studi più autorevoli hanno definitivamente aceertato che questo carbone appartiene al tipo conosciuto generalmente come carbone di vapore, in grado di produrre dalle settemila alle settemilacinquecento calorie, di modo che può considerarsi lievemente inferiore alla migliore qualità di carbone inglese e germanico. Il carbone sardo può essere impiegato con risultati molto soddisfacenti nel riscalda» MILANO mento delle abitazioni. * Le disponibilità dei minerali di ferro in Italia Secondo rilievi formulati dagli uffici competenti, non sono di poca entità i giacimenti di minerali di ferro esistenti nel nostro TRIESTE Paese. Le zone nelle qua-

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TARANTO

TORINO


STABILIMENTI

DIANA GENOVA-SAMPIERDARENA

lì si distribuiscono i minerali di ferro sono tre: Piemonte, Elba e Sardegna. Primi in ordine di importanza dal punto di vista qualitativo sono quelli di Cogne in Piemonte, costituiti da magnetite con un tenore metallico medio che oscilla dal 40 al 60-65 per cento. Questi giacimenti hanno un'entità accertata di minerale effettivamente coltivabile di 10 milioni di tonnellate. Altri giacimenti di indiscutibile rilievo sono quelli dell'Elba, che da secoli rappresentavano per il nostro Paese l'unico centro di produzione di minerali di ferro. I giacimenti dell'Elba sono costituiti principalmente da ematfte, avente un tenore medio metallico del 53 per cento, e la.loro potenzialità si aggira intorno a 78 milioni di tonnellate di minerale ferroso, di cui metà ricavabile per escavazione e metà per lavaggio. Altri giacimenti d’indubbia importanza sono quelli della-Nurra in Sardegna, costituiti in massima parte da siderite, con un contenuto medio metallico de) 44% oltre a percentuali varie di fosforo e di manganese. La loro entità si fa ascendere a 4 milioni di tonnellate. Ma non è tutto qui il patrimonio ferrifero italiano, poiché accanto a queste tre zone principali ve ne sono altre di minore importanza la cui entità si fa ascendere a 4-! milioni di tonnellate. Si può in conclusione affermare che sulla base delle attuali cono. scenze le disponibilità di ferro in Italia possono valutarsi intorno a 100 milioni di tonnellate, capaci di dare approssimativamente 50 milioni di tonnellate di ferro greggio.

* Il traffico di Fiume e l'Ungheria. La situazione creata dalla guerra Europea al traffico ungherese nel porto di Fiume è stata esaminata colla massima attenzione dagli esperti dell'Italia e dell'Ungheria. Nei primi otto mesi del corrente anno l'Ungheria partecipò al traffico del nostro porto adriatico in ragione del 40 per cento, mentre nel corrispondente periodo dell'anno precedente aveva partecipato soltanto con trentasei. Questo aumento è però determinato soprattutto dal ferro greggio, e dai rottami di ferro e di acciaio i quali nello scorso anno furono in quantitativi molto limitati. Da parte delle compagnie di navigazione trafficanti nel porto nulla viene trascurato per migliorare i rispettivi servizi, e nonostante qualche limitazione imposta dall'attuale contingenza, il commercio ungherese può fare assegnamento su notevoli Possibilità da parte della nostra marina mercantile per i suoi traffici d'oltremare. L'aumento dei noli da parte della marina mercantile italiana è stato alquanto inferiore a quello praticato dalle altre marine. Quest'aumento è inevitabile perché dovuto soprattutto all'aumento dei combustibili, delle paghe degli equipaggi, delle spese per le frequenti deviazioni di rotta imposte dai belligeranti, e dai forti premi per rischi di navigazione, i quali si elevano per ogni viaggio ad una spesa variante fra il due e il sette per cen-

to del valore della nave. Le spese di piazza per il porto di Fiume sono rimaste praticamente invariate. * La funzione economica dell’Italia nell'Europa Danubio-Balcanica. Per uno dei più fatali ricorsi storici, teorizzati da un grande Italiano, lo sviluppo della situazione europea in relazione alla guerra « totale » ingaggiata tra le democrazie occidentali e la Germania, tende sempre più a riportare in primo piano il problema della funzione economica dell'Italia nel sistema «dei paesi danubiani balcanici ed in generale in quello del vicino oriente mediterraneo. Come sì rileva lo scoppio delle ostilità e l'orientamento da queste preso ha creato, nei mercati suddetti un formidabile complesso di problemi di rifornimenti e di esportazioni, praticamente insolubile senza un efficace contributo dell'attrezzatura produttiva e dell'organizza-

zione commerciale italiana. Generalmente privi di un'adeguata marina da carico, tagliati fuori da ogni contatto terrestre, che non sia quello attraverso il nostro Paese, con l'Europa occidentale i paesi balcanici risentono duramente la paralisi delle loro correnti dei traffici anche transoceanici che in questi ultimi anni erano venuti a far capo nei porti del Mare del Nord. In questa contingenza, l'attenzione e la speranza degli ambienti economici interessati si rivolgono ora all'Italia, ai suol porti adriatici ed alla sua marina mercantile, sia per il commercio. di transito verso imercati dell'Europa occidentale che a quello coi paesi transoceanici e particolarmente con le Americhe. Anche se determinato, come causa occasionale, delle presenti difficoltà, questo fenomeno è destinato ad avere vaste e durature ripercussioni sui futuri orienta-

menti politici ed economici di questi paesi. E le rinnovate manifestazioni di amicizia verso l'Italia, cui si adeguano le soddisfacenti relazioni commerciali, stanno a dimostrare îl cammino già percorso in questo senso, con evidente vantaggio della pace in una zona particolarmente importante dell'Europa.

LETTERATURA

* Si annuncia di prossima pubblicazione coi tipì dell'Editore Garzanti un libro di Luciano Berra su La Polonia (Collana Popoli e Paesi). L'Autore si è proposto di far conoscere agli Italiani la Polonia nei caratteri del suo popolo e negli aspetti delle regioni. Un Paese difficile da capire e da «raccontare » la Polonia. Per comprenderlo è necessario risalire il corso della sua storia che è tra le più tormentate d'Europa (i recenti tragici avvenimenti lo confermano). Il fatto delle innegabili discontinuità spirituali che si riscontrano nel suo popolo pure saldamente unito nell'idea_dell’indipendenza nazionale, trova appunto la sua giusti ficazione nelle profonde influenze esercitate dalla triplice dominazione che per quasi mezzo secolo pesò sulla Nazione. polacca. Dopo una sintesi della storia, l'autore passa a definire il Paese, prospettando i contrasti spirituali e sociali, il fenomeno delle mi noranze, le situazioni religiose, l’organizzazione politica e amministrativa. E poi il popolo, così ricco di poesia, generoso di slanci, fervido di immaginazione, fedeli simo alle sue tradi zioni, nel. pittoresco dei suoi costumi e dei suoi riti, nelle sue danze, nei suoi canti. nel perpetuarsi di usi singolarissimi. E infine il paesaggio, dalle asprezze dei Carpazi alla breve marina del Baltico, nelle città di arte e di storia, nelle campagne che si distendono in pianure oceaniche, nei monti dove resistono tradizioni secolari, nel traffico delle industrie. Questo libro è soprattutto una interpretazione della Polonia, nella quale non mancano quegli elementi essenziali che possono orientare chi voglia farsi un'idea generale di questo interessantissimo Paese. * È nota l'arte di camminatore di Carlo Linati. Un'arte tutta sua che ci dà modo oggi di leggere nuove ricche pagine sulle bellezze naturali del Comasco, sulla poesia del suoi cieli, sulle sponde del suo lago. Squisiti itinerari svolti con garbo tutto manzoniano tra cime e sponde, per boschi e colline, per le ampie solitudini dell'alto lago 0 per borghi e selve arrampicati intorno alla città, formano il pittoresco assieme delle nuove prose Passeggiate lariane (Garzanti Editore), che sembrano un mazzo di fiorì dalle rustiche tinte squillanti e intrisi di un selvatico profumo * Francesco Sapori, il fecondo autore di La finestra della torre, La trincea, Terre rosse, La pace degli angeli, Casa dei nonni, Marocco pittotesco (tutti libri indimenticabilmente vivi (Contin. a pag. XVIII)

XI

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA


DIISIE

LL

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

xv


L'ILLUSTRAZIONE Direttore ENRICO CAVACCHIOLI

T E

Anno 3 DICEMBRE

LXVI 1939 -XVIII

icato delle Belle Arti, di Puglia, ha dato motivo ‘ate Nazionale e apertasi nei giorni scorsi nella me che mette accanto i pittori e quelli albanesi ha avuto vediamo il Capo al suo ingressoitaliani nelle sale della Mostra accolto con vibranti manifestazioni dalle rappresentanze italiane e albanesi


IL PARTITO L ProvveDIMENTO adottato da S. E. Muti per la sistemazione della stampa I del Partito è di quelli che bastano a definire un uomo e uno stile. L'uomo balza da una volontà pronta e sottile che frantuma l'ostacolo nel suo punto più vulnerabile; lo stile è la chiarezza. Ciò spiega il successo — ci si perdoni la parola banale così inadatta a qualificare la sostanza di un’opera il cui vero valore è nella sua lungimiranza — che sino dai primi giorni ha salutato la presenza di uno spirito autenticamente rivoluzionario, al compito costruttivo più delicato e più luminoso di quella che un tempo chiamavasi « politica interna » e che oggi invece è la scuola e il cantiere della rinnovata coscienza degl'italiani. Dopo la conquista dell'Impero, per l'ingrandimento quasi improvviso del-

le funzioni più caratteristiche dello Stato fascista, per i nuovi impegni che il Regime era venuto a contrarre verso se stesso come

missione

e verso

il

popolo come suo potenziamento nei più vasti settori della espansione, della cultura, della organizzazione militare, della educazione giovanile, della politica estera, ecc. il Partito era venuto a trovarsi nella situazione di un or-

gano che per quanto valido e resistente a qualsiasi sforzo, a un certo punto si amplifica sino al limite massimo di resistenza del suo gagliardo tessuto connettivo. Di qui il crearsi di una situazione che indipendentemente dalla

volontà degli uomini, la cui fede e la cui dedizione al Duce sono già consa-

crate alla storia, soffriva di una certa gravezza amministrativa. Le sovra-

strutture involontariamente sorte sulla snella carena venivano col loro peso a rallentare il ritmo della navigazione proprio in un momento in cui la pe-

rigliosa guerra sui mari accorda privilegio alle navi meno pesanti ‘e più

veloci.

Il disegno dell'opera politica che S. E. Muti ha intrapreso parte dal suo istinto che lo porta a sviluppare senza indugio e con l’impiego dei mezzi più semplici, più appropriati e immediati ogni azione per ogni settore che lo interessi lungo le traiettorie che abbreviano il percorso e lo conducono a raggiungere con sicurezza infallibile l’obiettivo. In poche settimane il decentramento burocratico del Partito è in atto. Esso sì sviluppa con senso di gradualità e di tempestività, al di fuori e al disopra di qualsiasi influenza, di qualsivoglia preoccupazione che non sia quella di far trovare al Duce, nelle ore storiche, un motore folgorante, una dinamo che' sprizza scintille, poche leve che appena toccate rispondono al comando; e al di là del comando un esercito di anime che obbedisce per. convinzione, per fede, che non consente angoli morti, che si fonda sulla ‘gerarchia dei valori reali, valori storici, valori pratici, valori spirituali, tutto ciò, insomma, che piace al nostro popolo rinnovellato per il quale la Rivoluzione fascista, da quando è divenuta Regime non è né può essere se non politica totalitaria di tutti gl’italiani degni di questo nome.

S. E. Ettore Muti, ministro Segretario del Partito. - Sotto: il Duce, con S. E. Muti e con S. E. Grandi passa in rivista gli uditori giudiziari al Foro Mussolini.

La stampa è uno degli strumenti più sensibili della civiltà moderna. Non diremo che nell'Italia fascista la stampa non abbia difetti e non meriti qualche volta la remora di chi la presiede. Ma essa, dal giorno che venne severamente purgata delle forze avverse e maligne che si annidavano fra le sue

pieghe e che fu ripulita di tutti quegli organismi parassitari che le fazioni avevano fatto crescere sul suo organismo costituzionalmente sanò, può van-

tare al suo attivo alcuni capitoli di storia che sono fra i più luminosi della

Rivoluzione: due vogliamo citarne con la certezza di non cadere in peccato di superbia: innanzi tutto la campagna antisanzionistica, la infuocata polemica

contro

la stampa

internazionale che negava

all'Italia fascista la sua

missione di civiltà e il suo sacrosanto diritto in Africa, la lotta senza quar-

tiere contro gli avvocati della corte ginevrina di cui ormai, dopo tanti appa-

renti splendori, non rimane che il ricordo delle fame usurpate e delle minacce sterili; e la campagna per il nostro intervento nella guerra di Spagna; vero atto di salvazione di quella civiltà occidentale

che mai come

oggi fu

tutta e soltanto nelle mani dell’Italia e di Mussolini. Non era più giustificato che nella vita della stampa italiana — ormai tutta fascista — esistessero due categorie di giornalisti e che la distinzione nascesse massimamente dal

caso.

La parola di Muti è chiara, naturale, come tutti i suoi atti. (Non è la «naturalezza > la più luminosa caratteristica di quel suo coraggio leggendario che lo fa tanto diverso da tutti gli eroi dell'antica e della nuova storia d'Italia?) Essa dice che «i giornalisti fascisti, in qualunque giornale esplichino la loro funzione, sì onorano di considerarsi tutti e con piena parità di dedizione agli ordini del Partito». Quando si tratti di giornali, una distinzione sola è consentita dalla storia e precisamente quella che di anno in anno ha portato il giornale fondato da Benito Mussolini, sempre più in alto nel cielo della Patria fascista. Il Popolo d’Italia è l'insegna rivoluzionaria del-Partito, la grande, nobile, amata bandiera di tutta la stampa del Regime. Essa sta veramente al disopra degli eventi e delle vicende degli uomini, perché di questa è la dominatrice e di quelli l'ispiratrice. La decisione che il Segretario del Partito ha preso in pieno accordo con il Ministro della Cultura Popolare realizza «l’integrale unità politica e tecnica della stampa del Regime»: essa appartiene a un piano di decentra-

letta. Mussolini può guardarlo negli occhi con la certezza di leggervi sempre l'anima e la verità. RINO

ALESSI


FL. DU-GERSN:ELLCA VITA DELL'URBE

\RNATA DI LAVORO. MALGRADO I GRAVI PROBLEMI CHE GLI AVVENIMENTI INTERNAZIONALI PONGONO AL SUO GENIO POLITICO, NASA N DE MARIFESTAZIONI DELLA VITÀ CIVILE ITALIANA IN OGNI CAMPO: DALL'ARTE ALL'AGRICOLTURA. DALLA LETTERATURA ALLO SPORT. QUI VEDIAMO APPUNTO IL DUCE MENTRE VISITA LA MOSTRA D'ARTE ALBANESE (SOPRA) APERTASI A ROMA, E MENTRE ASCOLTA (IN ALTO) LA RELAZIONE DEL GENERALE MARAVIGNA ALL'APERTURA DEI CORSÌ DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI CULTURA FASCISTA, NELLA SALA BORROMINI, A ROMA.


saedenkga,

UNA

VEDUTA

cli

PANORAMICA

È DEI LAVORI

que

DI BONIFICA ESEGUITI NEL BACINO INFERIORE DEL VOLTURNO.

LA BONIFICA NEL BASSO VOLTURNO

“rese CAMPAGNE PRIMA DELLA BONIFICA. - A

L'ASPETTO INVERNALE DELLE DESTRA: LA CENTRALE

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MUSSOLINI».

Ù

cen f » n « A VENTI MESI DI DISTANZA DAL PRIMO COLPO DI VANGA DATO DAL DUCE, SI E' CONCHIUSA SABATO LA PRIMA FASE DEI LAVORI DI BONIFICA DEL BASSO VOLTURNO, CON L'IMMISSIONE DELLE FAMIGLIE COLONICHE IN 213 PODERI DELL'O. N. C. E CON L'INAUGURAZIONE DI UNA IMPORTANTE SERIE DI OPERE GRANDIOSE. PRESENTE S. E. TASSINARI. - QUI SOPRA: IL MINISTRO A CAPUA PARLA ALLA FOLLA, ANNUNZIANDO, FRA ALTE ACCLAMAZIONI AL DUCE, CHE L'OPERA DI BONIFICA E DI APPODERAMENTO DEL VOLTURNO SARA' CONTINUATA E COMPLETATA IN BREVISSIMO TEMPO.


LA

CAVALCATA (NUOVE

Romanzo

MEMORIE

di

LUCIO

DEL

DELLE MARCHESE

D'AMBRA,

VALCHIRIE

ARMANDO

D'APRÈ)

Accademico

d'Italia

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI. - Rolando II, re deposto e privato dell’appannaggio, dalla Costa Azzurra si reca, a Loulette Louly e al consigliere Almando d'Aprè, a Vienna dove invano spera che la zia Maria Carolina lo aiuti. In albergo si qualifica per Antonio dssieme Lalou e incontra il barone Balbakine col quale va al Casino di Baden e vince 900.000 franchi, ; conosce poi il visconte La Fayette rovinato per colpa di Kikì e riceve la visita «di Eleonora er regina di Piumaria. Rivede la duchessa di Frondosa della quale è innamorato, e Loulette per ripicco si fa corteggiare da Filippo ex re di Alagna. AL romanziere francese Germain che scriverà un romanzo « La Cavalcata delle Valchirie » promette il suo appoggio. Tutti poi si trasferiscono a Ginevra dove Lalou aprirà una sartoria per signora: qui Lalou conosce Maria. Coletta Morin di Cent-Ectai scrittura come indossatricè, insieme con altre sette donne spostate che saranno otto delle nove Valchirie del Wolhalla di Lalou. All'inaugurazione della # rs, e la interviene il'ministro degli Esteri di Brentania che è a Ginevra per ostacolare l’Isoria nella conquista della Bilmania in Africa e che per simpatia verso sartoria bilmanici costringe. Rolando a scritturare come nona indossatrice la cognata del ministro di Bilmania Halalé. Rolando assiste alla ceduta della S. d. N. ma ne esce i presto: al pranzo successivo, dove i commenisali sono suoi ospiti, ‘interviene anche il. professor -Lecroquet il quale tiene una lilunga disquisizione su lingue vive e lingue morte.

mente impegnato. Infatti, se. al mattino all'ora degli aperitivi e la sera nelle ore del tè tutti gli accòliti di Rolando accorrevano al bar e vi stazionavano per lunghe ore, né il romanziere francese, né il visconte di La Fayette, né il barone Balbakine, impegnati in alte conversazioni di' politica ginevrina interpretando nei loro più Per quanto l’attività specifica del mio regale amico alle Eden Lalou» oscuri significati un pantalone nuovo del delegato persiano o un nuovo tipo dî X non andasse oltre la necessità di passeggiare dalla mattina alla sera per. i sigarette del delegato egiziano, avevano mai l’aria di ricordarsi in alcun modo di numerosi saloni distribuendo alle clienti informazioni internazionali inchini Rolando, il quale girava. a caccia di valchirie sempre solo, dichiarando a me. allore sorrisi e dicendo: «I miei rispett » in tutte le lingue del mondo, ché m'incontrava: «Eccomi qui, caro amico. Con tanta gente attorno di cui faccio indubbiamente Rolando era uno degli uomini più accaparrati e anche peggio di un de- le spese, sono anche più «splendidamente isolato» che la. Brentania!». Né potevo io dargli compagnia, dato che era apparso necessario a Rolando far legato alla Società delle Nazioni, nell’impossibilità di disporre liberamente del proprio tempo. Ché le valchirie, come tutti gli eserciti, mitologici o reali, avevan bisogno d'un tenere da un ragioniere una specie di apparente amministrazione, dal mio. amico capo che fosse sempre addosso alle nove spostate per farle stare al loro posto. C'era in irragionevolmente posta sotto il mio controllo dato che i miei lontani studi, esclue tutte loro, infatti, una manifesta e ben decisa tendenza a seguire il cattivo esempio della sivamente letierarii, gli avrebbero dovuto sconsigliare di scegliersi a capo dell'uffiprincipessa di Cent-Eclairs la quale, in nome del vecchio maniero brettone di, suo cio economico un uomo .che sapeva a mala pena far senza errori le quattro opera= marito su cuì volavano i falchì di rapina nelle tempeste, tiranneggiava e spadro- zioni. Tuttavia Rolando esigeva che non un franco entrasse nella cassa o ne uscisse neggiava anche sopra Lalou, considerandosi interamente libera di se stessa anche senza che io dèssi segno d'avvenuto controllo apponendo sui mandati di pagamento se impegnata all'orario di una mercede ch'ella mensilmente accettava, dal cassiere, 0 su le ricevute di riscossione la mia insospettabile firma. Ciò mi riduceva a passat con l’aria di chi riscuote a uno sportello di bancà rendite che gli sono stretta- l'intera. giornata accanto al cassiere, ché se pochissimo era. giornalmente il denaro mente dovute. Così tanto la prima valchiria quanto le altre ‘otto, anziché perdere che entrava, vivacissima era invece la mia attività di controllo sul denaro che dalla tempo a vestirsi e à rivestirsi continuamente per portare in giro tra le clienti ve- cassa usciva — per non tornare mai più — continuamente. stiti, mantelli e pellicce, preferivano imboscarsi nei salottini appartati con diplomatici Questo nostro modo di vivere all'«Eden Lalous, io a metter firme su ‘fimile, vecchi o giovani che, venendo dal Palazzo delle Nazioni, preparavano la pace stu- Rolando a vigilar le valchirie e gli altri a ragionar dì politica sino a ‘totale consue diando quella guerta: galante dei sessi che Voltaire (o. Rivarol? Cercàre è inùtile, mazione dei secoli e dei copiosi approvvigioramenti del bar, aveva il grave ificonve» ché tinto fa lo stesso,) definiva il belligero scambio di due epidermidi e di die fan- niente di lasciare Loulette Louly assolutamente disoccupata e in perfetta solitu= tasie. Ciò costringeva Rolando a correre di continuo qua e Îà per snidare' dietro i dine, affidata esclusivamente alla cattiva compagnia della piccola Kikì la quale, più paraventi' le valchirie per richismarle al rispetto, almeno parziale, dei patti con- vedeva il sessantenne La Fayette sedentariamente deciso ‘a non muoversi ‘dale venuti in contratto. Occupazione, questa, per cui non gli restava uh minuto di l’eEden Lalou», più correva in lungo e in largo Ginevra în compagnia di tutti i respiro, ‘dato che.per una valchiria da lui rimessa in circolazione, otto sùbito ne ragazzi ventenni che le accadeva di incontrare nei dintorni del ‘Palazzo vdellè risparivano nei nascondigli. Né c'era chi si adoperasse ad aiutare Rolando nella Nazioni dove ella aveva l’aria, per La Fayette, di seguire sertpolosamente così le difficile impresa di far lavorare chi al lavoro, con larga ricompensa, s'era leal- sedute antimeridiane come quelle pomeridiane, mentre invece l’Essedeenne» non x

IL GIRO

DEL

MONTE

BIANCO


perKiki, duevolte al o gli efèbi

‘pattinaggio

l'invito

accampando

già preso altro impegno con un amico diLucerna .

quale mi aspettava, entro brevissimo tempo e în compagnia di sua moglie, alristorante Huguenin, — So di questo impegno, — appoggiò Rolando. — E il caro d'Aprè non può assolutamente

(7 (il di seguente all'Ospizio del Gran San Bernardo e poi, per il colle della Forclaz | \@ la Testa Nera, ritorno difilato a casa a tardissima notte. Ma il progetto del giro | \del Monte Bianco in autocarro non fu accettato senza discussioni, ché se Loulette (non voleva star via da Ginevra più di due giorni, Kikl era al contrario favorevole ‘ad una più lunga assenza: cioè quindici giorni, quanti al minimo occorrevano a una lunghissima escursione a piedi che esige una decina di giorni marciando di «Buon passo con un'interruzione di quattro o cinque giorni di riposo o di piccole passeggiate nei dintorni delle soste principali. Ma se ad una lunga assenza di due settimane, favorevolissima Kiki, apparve subito risolutamente contrario La Fayette, la tesì di Kikì — ossia che i grandi colossi della terra, Monte Bianco, Himalaya, Ruvenzòri,

— son fatti per rivelarsi in tutta la loro segreta bellezza solo a chi li

separarmi

da Loulette

Visita a piedi, — trovò in Rolando un appassionato e imprevedibile sostenitore. |_— Dio sa se io vi accompagnerei' volentieri, — disse, — e Dio sa anche con Quanta pena, io sempre cucito a fil doppio con lei, possa considerar l'ipotesi di durante due setttimane.

Non

voglio, tuttavia, che il mio

‘egoismo le tolga la gioia d'uno dei più. meravigliosi spettacoli che il mondo può \frire. Goda Loulette anche per me gli azzurri spazii e gli eterni ghiacciai. Io reSterò qui, chiuso fra quattro pareti, a sorvegliar le valchirie, pensando a lei.

»_Ma Loulette e La Fayette tutt'e due contrari ad una lunga assenza vinsero contro | Rolando e Kikì. Solo Kikì ottenne di partire nottetempo per Chamonix, in modo da esser sicuri di non perdere, per un qualsiasi incidente,.l'autocarro in partenza all'alba. Così il distacco fu su Ja mezzanotte, quando ‘Loulette coperta di pelliccie (ebbe messo, all'albergo, il suo Rolando sotto le ‘coperte, rimboccandolo. ben bene ‘e Spegnendogli con l'ultimo bacio il lume, perché non sì stancasse, come al. solito feceva fino a tardi, nel leggere i. giornali. Ma ‘non doveva, Loulette con la sua compagnia, essere ancéra arrivata a due chilometri da: Ginevra quando io, appena infilatomi nel letto, sentii Rolando, scappato dalla sua stanza, bussare furiosamente alla porta della stanza mia: ‘ — Presto, presto... Non c'è un solo minuto da perdere. C'è un treno all'una di

Ud ‘ Motte. Corriamo difilati a Lucerna. Sì. ho avuto da Lecroquet, pagandoglielo, l'indi|

‘tizzo della duchessa di Frondosa. Volevo per questo i quindici giorni col giro a piedi. Non m'è riuscito. Ma non'mi lascio mica portar via anche questi meravigliosi ‘due giorni del giro in autocarro, Anche quarantott’ote,- che a cose fatte non sono ‘nulla. prima di goderle sembrano, agl’innamorati un'eternità. E io sono. innamorato.

Secondo il solito, non c'era da discutere e Rolando aveva già tutto accomodato. Per due giorni assumeva il cémpito della caccia alle valchirie l'Accademico di Francia e < il controllo delle uscite ed entrate sarebbe stato. fatto da La Fayette il quale, come ‘ discendente. di così eroico generale, gli sembrava da considerarsi amministratore superiore ad ‘ogni sospetto, Solo cf fu da raccomandare, partendo, al portiere dell'albero — al portiere: notturno pefché comunicasse-al ‘diùrno, — di trasmettere immediatamente a Lucerna qualunque comunicazione, telefonica 0 telegrafica, dovesse iiungere per Rolando dagli. escursionisti, — Non si sa mai, — mi spiegò il mio regale amico correndo a prendere il treno, — ULe escursioni alpine son sempre- piene d'impreveduti-incidenti,- E--se un qualsivoglia disastro dovesse prolungare a otto giorni l'assenza di Loulette io non vorrei, come ino scemo, tornarmene inutilmente qui a Ginevra entro due giorni. Arrivammo a Lucerna che albegeiava appena sicché mi fu possibile persuadere (Rolando a continuare in un letto d'albergo il sonno incominciato in treno e. troppo {| bresto interrotto. Tuttavia non ci fu modo ‘di tenere a freno l’impazienza del mio regale amico il quale, andato a etto alle sei, era già in camera mia, vociferando. | alle nove, Ebbi così una volta di più campo di rilevare che un re — il quale suol essere detto il primo gentiluomo del suo regno, — riesce sovente ad apparire, non | conoscendo limiti alla sua autorità, perfettamente. dimentico d’ognuna di quelle | regole di civiltà alle quali scrupolosamente s'ittengono tutt'i suoi sudditi beneducati. Già vestito di tutto nunto, Rolando — senza neppure avvertire per telefono, ché (voleva assolutamente lasciare alla sua visita il carattere dell'improvvisata, — voleva alle nove e un quarto essere già-alla villa «in cui la- duchessa di Frondosa- proba| bilmente sodeva ancéra, nella pace del lago dei Quattro Cantoni, i tepori del suo letto. Allungando il più possibile la mia sosta nello stanzino da bagno mentre il | mio regale amico tempestava coi pugni nella porta e procedendo a minuziose cure nel vestirmi, riuscii a fare le dieci; né, fuori dall'albergo, consentii che Rolando | gorresse dalla duchessa; di. Frondosa prima: d'aver messo. piede almeno sul. Kapelbrucke. — f la maggiore curiosità di Lucerna, — spiegai a Rolando avviandoci. — Vostra Maestà non ‘può e non deve assolutamente ignorarla. Né, d'altra parte, penso che Vostra Maestà. vorrà aver tempo e mente a visitare le curiosità di questa vecchia città svizzera quando avrà avuto la gioia' d’incontrare.la duchessa Isabella e d'essere trattenuto a colazione da lei. Lucerna ha, Sire, bellissimi ponti. Ma di tutti. il più bello è il Rapelbrucke dominato dalla Torre d’acqua. la. quale: è, senza dubbio, un antico faro Ja cui lucerna ha dato nome alla città. Tl ponte, ‘lungo trecento metrì, è interamente coperto e costruito in legno avendo su le pareti più di cento pitture antiche che illustrano le gesta dei santi protettori della città. — Tutto questo è molto interessante, — ammise infischiandosene il mio regale amico, Difatti, non ‘appena fummo sul Kapelbrucke non degnò ponte e pitture, torre e lucerna neppure d'uno sguardo e, fermato il primo tassi che vide passare su la Bahnhofstrasse diede all'autista l'indirizzo della villa nella quale la duchessa di © Frondosa e sua sorella, la marchesa d'Albufera, avevano temporaneamente fissato il loro domicilio. Senonché la duchessa di Frondosa era a Lucerna per modo di dire, essendo în realtà necessario arrampicarsi a cinquecento metri. d'altezza sul livello del lago per raggiungere la terrazza dei Tre Tigli dove la villa Phyffer apriva la sua cancellata, Voltate le spalle al nostro albergo dei quai Carlo Spitteler, per la Dreilindenstrasse ci lanciammo verso i Tre Tigli dove la veduta è stupenda. Ma Non ottenni che Rolando degnasse d'uno sguardo né il Righi né il Pilato, tanto egli era del tutto indifferente a quei monti che, nonostante i milleottocento metri del | primo e i duemila del secondo. l’innamorato, levando le spalle, dichiarò miserabili mani di fronte a quel Monte Bianco di cinquemila metri sul quale purtroppo per brevissimo tempo — ruit hora, — Loulette, dopo avere lasciato lui finalmente a piede libero. si stava a quell'ora arrampicando. Già furiosamente seampanellava, Rolando, alla villa Phyffer raccomandando a me, che col tassì mi preparavo'a fare ritorno al nostro

|.

quella mattina, altro convitato che il disavventurato Arpagone Lecroquet, professore di Ernesto.

Spaventato d'avere a terzo incomodo il noto professore di lingue morte. Rolando preferì avere anche il quarto e con rapida mossa riacchiappò me che ero già in piedi per andarmene via.

— In tal caso, — disse, — voi non potete fare altro, mio caro d'Avrè, che accettare il cortese invito della duchessa e telefonare immediatamente al ristorante Huguenin affinché vi scusino col vostro ospite, il quale, del resto, è in compagnia di sua moglie, come ci avete detto. E quando un uomo ha con sé la sua propria e legittima com-

pagna non ha logicamente nessun'altra compagnia che gli sia lecito desiderare. Poiché vide, in un viale lontano, il professor Lecroquet avviarsi verso di noi con le braccia levate in alto salutando, il mio regale amico mi spedì sùbito ad incontrarlo: — Correte sùbito, amico mio, a salutare il professore Lecroquet, a.noî. carissimo. Non voglio affatto che egli si disturbi, alla sua età, a percorrere -questi viali

in discesa che poi dovrà assaî faticosamente risalire. Ditegli che io cordialmente lo saluto da lontano e che lo rivedrò molto volentieri, con voi, all'ora di colazione,

Condivisi col professor Lecroquet i solitarii piaceri dell'esilio sino al momento in cui un domestico venne ad avvertirmi che Sua Maestà e la signora duchessa ci pregavano di raggiungerli. Né incidente degno di memoria accadde, durante la colazione, se non una pacifica dichiarazione con la quale Rolando manifestò l'intenzione di rimanere a Lucerna,

città incantevole

su ‘un paradisiaco lago, diversi giorni. E

poiché la duchessa vantava ad uno ad uno i dintorni di Lucerna — dal Convento dei

Cappuccini di Wesenlin alle foreste del Dietschenberg, dal Giitsch al Sonnenterg e dal Lido al museo Riccardo, Wagner a Tribschen dove il maestro soggiornò per sei anni componendo opere immortali su un pianoforte di cui Rolando avrebbe potuto

ancéra toccare relimiosamente i sacri tasti, — il mio regale amico non faceva che acconsentire: — « Vedremo, duchessa, anche questo... Anche lì andremo, duchessa. To vi seguirò, duchessa, in capo al mondo o almeno lungo tutto il lago dei Quat

tro Cantoni...».Fu su queste entusiastiche dichiarazioni che un domestico venne ad avvertire che Sua Maestà era desiderata al telefono da Ginevra per un'urgente comunicazione,

«È sicuramente

Loulette — affermò Rolando avviandosi

nel suo im-

perturbabile ottimismo, — è Loulette che mi avverte d’essersi decisa per il giro a

piedi del Monte orni a, ,

Bianco

e vorrà

chiedermi

il permesso

di restare

via quindici

Uscito a passo di marcia militare, Rolando ritornò in sala da pranzo ancéra a passo di marcia: ma era passo di marcia funebre, come se seguisse piangendo il catafalco di tutte le sue belle speranze di libertà. Pallido e con gli occhi spenti. lo vedemmo lasciarsi ricadere su la sua sedia e lo sentimmo dirci con voce sepolcrale: — È finita. Lonlette ha telegrafato d'avere i sintomi del mal di montagna e che sarà quindi

a Ginevra domani

nel pomeriggio.

Tuttavia, rinfrancato da un paio di generosi bicchieri di vino del Reno, il. mio

regale amico riprese sùbito animo e colori

— Comunnue. — disse. — ho ancéra davanti mezza’ giornata e una ‘intera notte.

Non riprenderemo che domattina il treno per Ginevra.

Della mezza giornata poco si noté giovare, ché il cielo sereno della mattinata si

coperse di nuvole inaspettate e la pioggia venne

giù a torrenti sicché, bloccati in

casa. le ore trascorsero in una lunga partita di «ponte» durante la quale assiduamente costernarono i’ giocatori — Isabella, Rolando, Lecroauet ed io.— il malumore del mio regale amico che non aveva mai carte e il malumore del cielo che. altro non aveva che lammi; Tuttavia, rasserenatosi il-tempo verso sera, Rolando e la duchessa uscirono nel giardino, mentre io e Lecroauet, intellettuali malinconici, ricomineiammo a ricapitolare inutilmente fasti e nefasti della cultura europea, Era stabilito che avremmo. come vi avevamo fatto colazione, anche pranzato a villa Phvffer e la duchessa di Frondosa. per non togliere a Rolando un'ora della sua compagnia ed anche per non mettere in impaccio il nrofessor Lecroquet che non ne aveva, ci aveva disvensati dall'indossare. nell'intervallo, abiti da sera. Talché alle sette precise ci ritrovammo,

tutt'e quattro. tali e quali. attorno

alla tavola che ci aveva

così cordialmente radunati a mezzogiorno. Se una canzone del conte di Ségur avverte che tutti i bevitori d'acqua son. pessima gente, — come infatti il diluvio miversale ha nrovato, — Redi nei suoi ditirambi. d'accordo col frate tedesco del Bibite fratres, bibite. risolutamente consiglia il vino per scacciar dal volto e dal cuore i rei pensieri. E sembrava che Rolando, prima

d’aver toccato un. solo bicchiere. avesse wià dentro vino a barili, tanto ci venne a tavola raggiante di felicità, L'alleeria eli usciva, come il sudore col solleone, da ogni poro. E tant’era In sua incontenibile letizia che giunse a promettere al professor Lecroquet il portafogli. dell'Istruzione pubhlica per il giorno — non lontano. egli: disse. —_.in cui sarebbe risalito sul. trono. «Dio lo voglia!» — esclamò, con gli occhi al Cielo invocando

la divina benevolenza,

la duchessa. di Frondosa,

eNon

è

possibile, Maestà, — corresse con pedanteria il professor Lecroguet, — che vnî mi facciate vostro ministro. Anzi tutto io sono svizzero e, în secondo luogo, sebbene to)vi trovi molto simpatico, da quattro secoli i Lecroquet sono risolutamente repub-

icani». Non stimò opportuno. Rolando, fare discussioni di regime. Ma. non appena furono serviti il caffè e i liquori, si levò în piedi e accostandosi alla duchessa — con grande stupore di noi tutti che-ci asnettavamo di dover fare le ore piccole, — inasnettatamente tolse condedo. La duchessa doveva essere assai stanca della Iunga giornata ed egli stesso, Rolando, avvertiva un'assoluta necessità di riposo. Ma, avendo la duchessa offerto di far chiamare dai. domestici un tassì, il mio regale amico declinò l'offerta dichiarando essere suo vivo desiderio di fare ancéra due passi a piedi, giù per la scesa verso Lucerna, in mia comnagnia, Qualora la camminata lo affaticasse era semore a tempo, per prendere un tassì strada facendo, Né volle che la duchessa 0 il professore Lecroquet ci accompagnassero sino. al cancello. Aveva. anche assolutamente proibito di chiamare i domestici. E.il mio regale amico era a tal segno fuor di sé per la contentezza, andandosene così di buon'ora, ossia quando non erano ancora le dieci, — che, ordinato a me di dar duecento franchi svizzeri alla

serviti. non lasciò a me come al solito di pagar di tasca mia, ma spinse la liberalità e la follia fino a cavare quel denaro — incredibile a dirsi, — dal suo personale por-

tafogli.

| albergo, di non separarmi da lui, ché avrei sicuramente giovato ad intrattenere la marchesa d’Albufera, favorendo così il suo lungo duetto con la duchessa Isabella. Senonché, incontrata nel giardino la duchessa che sotto un gran cappello di paglia — paglia di Lucerna, — curava annaffiandoli i fiori del barone Phyffer come se fossero i suoi. ci fu sùbito fatto presente che la marchesa d'Albufera non avrebbe gertamente potuto, con suo vivo rammarico, presentare il suo più devoto ossequio a

Ce ne andammo così per îl giardino — ossequiata la duchessa e salutato Lecroquet, — procedendo a tentoni ché In notte era buia, essendo di quelle in cui la luna non vuol farsi vedere, Tuttavia la ghiaia dei viali ci condusse press'a poco

perdurando, ella, nonostante medici e clima, in uno di quegli indefinibili stadii intermediiWell'incerta e fluttuante salute in cui non si può dire se il corpo umano sia più vicino alla sanità o alla malattia. = Tuttavia — dichiarò sùbito la duchessa di Frondosa, — io mi auguro che © Vostra Maestà, così come îl caro marchese d'Aprè, vorrà farmi l'alto onore d'essere mio ospite per la colazione, a villa Phyffer,

— Vostra Maestà rimane? Ha forse dimenticato di dire qualche cosa ‘alla duchessa? Oppure vuole ritornarsene solo sino all'albergo? Io sconsiglio tuttavia Vostra Maestà d’avventurarsi da solo per queste difficili e poco cognite strade,

—’Sua Maestà. Ché, sebbene convalescente, la marchesa voteva ancéra dirsi infermiccia,

| | 1.

mancare,

It rammarico della duchessa di Frondosa fu quanto mai vivo, spiegandoci ella che io sarei stato utile a ravvivare la conversazione, dato che il nipote, il piccolo Ernesto, faceva colazione in camera di sua madre e che la duchessa non aveva,

senza incidenti sino al cancello, giunto al quale Rolando mi invitò ad uscire solo: — Voi'andatevene sùbito, caro d’Aprè. Se non ci sono tassì, troverete certamente un tranvai, Io rimango. Non potei, per quanto testimone

imperturbabile. nascondere

il mio stupore:

Rolando levò le spalle: — Io non mi avventuro niente affatto, Io dormo qui; se tuttavia quello che-io farò

questa notte potrà chiamarsi dormire. (Continua)

LUCIO

D’AMBRA


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NELL'IMPERO, COME NELLA MADREPATRIA, IL FERVORE DI LAVORO NON CONOSCE SOSTE E LE REALIZZAZIONI SI SUSSEGUONO RAPIDE È CON RITMO REGOLARE. IL VICERE' HA RECENTEMENTE INAUGURATO LA CENTRALE ELETTRICA DI ADDIS ABEBA DESTINATA AD ALIMENTARE GLI IMPIANTI DELLA CITTA E LA MOSTRA AUTARCHICA CHE TESTIMONIA DELLE POSSIBILITA' PRODUTTIVE DELLE TERRE IMPERIALI. - QUI IN ALTO: ALLA MOSTRA IL PRIN: CIPE RICEVE IL SALUTO DEI LAVORATORI. - SOPRA: IL VICERE' VISITA GLI IMPIANTI IDROELETTRICI, COSTRUITI FRA CHEGGIA E ABBA SAMUEL


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SOPRA: L'ORA DELL'APERITIVO IN UNO DEGLI ELEGANTI RITROVI DELLA VIA VENETO. SOTTO: QUANDO L'AUTUNNO NON E' CHE UN PRETESTO PER SFOGGIAR PELLICCE. o |

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SE NON FOSSE PER IL PITTORESCO, NELL'AUTUNNO ROMANO LE FOGLIE POTREBBERO FARE A MENO DI CADERE.

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LA RIPOSANTE VITA DELL'URBE PERMETTE AI ROMANI E AGLI ALTRI CHE VI CONVENGONO DA OGNI PAESE MONDO LUNGHE SOSTE NEGLI ELEGANTI RITROVI SITUATI SPECIALMENTE NELL'ARISTOCRATICO QUARTIERE LUDOVISI. NEL TEPORE DORATO DEL DEL SOLE. PRESSO LE ALEE SEMPRE VERDI SI ALLINEANO I TAVOLI DELLE PASTICCERIE E DEI CAFFE', E' Lt CHE FIORISCONO LE CONVERSAZIONI. SU ARGOMENTI MONDANI. E' Lì CHE I MOTTI DI PIRITO SCOPPIETTANO TRA SPUMEGGIARE DI RISATE DISCRETE. E' Li CHE LE ORE PASSANO LIETE. - QUI: DUE VISIONI DELLA VIA VENETO.


GUERRA

DI MINE

RECENTI, numerosi e sempre più gravi affondamenti di navi mercantili — apparI tenenti sia ai paesi belligeranti sia a neutrali — in seguito ad urto contro mine, hanno richiamato nuovamente l'attenzione di tutto il mondo su questo formidabile ed insidioso mezzo di guerra marittima, Mezzo ‘tutt'altro che nuovo — poiché la prima idea di affondare i navigli”con corigegni esplosivi rimionta al 1776 —, ma che nelle guerre più recenti è andato sempm viù per'ézionandosi e rendendosi efficace, Le mine furono impiegate,. infatti, con bmon ‘successo durante la

guerra civile americana del 1864-65 ed in quella russo-giapponese del 1904-905, per fare, infine, la loro prova più grandiosa ‘e terribilmente distruttrice nella. guerra mondiale: 1914-18, Basti ricordare che durante i quattro anni di guerra furono disseminate sui marì non meno di 300.000 mine: 129.000 dalla Marina britannica; 56.000 da quella degli Stati Uniti d'America; 46.000 ad opera della Germania e dell’alleata Turchia; 50.000 dalla Russia. Più di un milione di ‘tonnellate di naviglio delle varie nazionalità furono colate a picco, a I Tedeschi iniziarono la guerra di mine con mezzi piuttosto limitati, sbarrando in un primo tempo l'estuario dell'Elba, il porto di Kiel e la baia di Helgoland, e passarido poi ad operazioni di posa di mine contro l'Inghilterra, mediante navi di superficie. Fu così che fin dalle prime settimane. di guerra l'Inghilterra perdette la nave di battaglia Audacious, l'incrociatore Amphion, il sottomarino D 5 ed una trentina di piroscafi; il traffico inglese presso la costa rimase, per qualche tempo, pressoché completamente paralizzato, per mancanza di sufficienti mezzi di dragaggio. Il campo della guerra di mine, inoltre, veniva esteso dalla Germania anche a zone marittime molto lontane, mediante quelle navi audacissime, che praticavano la guerra da corsa: il Wolf, ad esempio, disseminò ben 465 mine sulle rotte maggiormente seguite dal traffico per l'Africa del Sud, l'India, l'Australia e la Nuova Zelanda,

Due impressionanti episodi della guerra sul mare. Sopra: un « caccia » tedesco che ha avvistato. una nave mercantile inglese parte per raggiungerla. - Sotto: piroscafi polacchi affondati nelle acque di Gotenhafen nei primi giorni di guerra.

proclirando la distruzione di navi avversarie per quabi un centinaio di migliaia di ton-

nellate.

hi

A partire dall'estate del 1915, la lotta con le mine fu affidata dalla Marina tedesca essefizialmente ai sottomarini, Furono quindi costruite delle torpedini speciali, che potevano essere trasportate da piccoli sottomarini, denominati con la sigla U. C. in pozzi fissati sul davanti, in numero prima di'12 e poi di 18, Novantacinque sottomarini tedeschi, circa, di questo tipo presero il largo; di essi la metà almeno andò distrutta, ma non meno di 13.000 furono le mine posate nelle sole acque inglesi, con effetti di vastissima portata, Tra le vittime più illustri, basterà ricordare l'incrociatore corazzato inglese Hampshire, recante a bordo lord Kitchener, l'incrociatore francese Kléber, la nave da guerra americana San Diego. Per ore ed ore, questi sottomarini sostavano dinanzi ai porti avversari, pazientemente osservando al periscopio il traffico che-vi si svolgeva, per stabilire quali fossero le rotte di sicurezza; quindi dopo averle identificate, mollavano attraverso ad esse, ad intervalli, una catena di mine. Si tentò di porre un riparo a questo nuovo sistema di

offesa, facendo precedere le navi in arrivo ed in partenza da dragamine, che riuscivano ad aprire un varco libero da insidie; ma»non di rado avveniva che, con magnifico, tenace ardimento, i sottomarini, subito dopo il passaggio del dragamine e sulla scia medesima di esso, minassero nuovamente la strada alle navi sopravvenienti. Dinnanzi alla constatazione dei danni enormi che la guerra sottomarina ad oltranza le andava infliggendo, l'Inghilterra, che già dal canto suo, all’inizio della guerra aveva cosparso anch'essa di miine gli accessi ai porti tedeschi del Mare del Nord, non trovò di meglio, nel 1917, che ideare un enorine sbarramento di mine nel Mare del Nord fra la Scozia e la Norvegia, impiegando circa centomila torpedini, fornite per la massima parte dagli Stati Uniti d'America.

renza, per i consueti motivi umanitari e di rispetto alla sicurezza dei neutri; ma in realtà, per il timore che questo mezzo di offesa, se impiegato in scala molto vasta, potesse volgersi a danno, principalmente, di quelle potenze, come l'Inghilterra; che prattutto per l'opposizione recisa dei delegati tedeschi, la conferenza dell'Aja finì per concludere che le-mine potessero essere usate, purché ancorate e costruite in modo tale, da diventare assolutamente innocue, quando, rotto l’ormeggio, fossero venute' a galla o partissero in deriva. Così, infatti, avverine durante la grande guerra; escogitati vari sistemi di recidere,© i cavi di ormeggio — uno ad esempio, veramente ottimo, fu trovato in Francia, dal. l'ammiraglio Ronarc'h — le mine diventavano inerti, andando alla deriva. Alla fini del 1917, sulle sole coste dei Paesi Bassi furono ripescate non meno di-4000 mine, tedesche ed inglesi, giunte fin là sulle onde battute dalle correnti e dalle tempeste dell'ovest. Gli ultimi, clamorosi successi riportati dai Tedeschi con l’impiego delle mine hanno fatto sorgere la voce che la Germania avesse scientemente deliberato di non più attenersi alla norma internazionale stabilita nel 1907, ed avesse quindi cosparso i mari adiatenti ‘alle coste inglesi di una miriade di mine vaganti, senza ormeggio alcuno, Si è parlato, anche, di mine magnetiche; basate, cioè, sul principio della bussola, il cui ago si sposta' al'passaggio di uria massa metallica. Molto ‘si è discusso sulla possibilità di mine di questo tipo, e perfino sugli eventuali mezzi di difesa da opporre ad esse, anche prima che ne fosse accertata l'esistenza: un noto fisico tedesco, ad esempio, il prof. C. E. Guye, interrogato dal € Journal-de Genève», son costrette a ricevere tutti i loro rifornimenti per le vie del mare, Comunque, e so-

Prima dell’inizio di questo secolo le mine più comunemente usate erano quelle che venivano collocate sul fondo delle acque e fatte esplodere elettricamente da un posto di osservazione terrestre, con l'evidente inconveniente di essere vincolate al

posto a terra e di mon poter esser utilizzate che à piccole distanze; oppure, quelle dette derivanti, e’cioè liberamente

fluttuanti al sommo

delle acque.

Entrambi

que-

sti tipi ebbero un impiego assai scarso durante l'ultima guerra: delle mine derivantiad esempio, era previsto l’impiego, particolarmente, in combattimenti d'alto mare; ad esempio, per coprire la ritirata di una delle due parti. Eppure, nella battaglia dell’Jutland, la nave posamine inglese Abdiel, pur avendo a bordo una dozziha di mine di questo tipo, non le impiegò affatto. Fu un geniale ufficiale di marina italiano, il comandante Elia, che determinò una . profonda, radicale trasformazione nella guerra di mine, mediante l'invenzione della

torpedine ad ancoramento automatico. Prima di tale invenzione si era trovato, bensì,

il mezzo

di sostituire

alle

torpedini

derivanti

le fisse,

ancorandole

al fondo

del

mare, ma le operazioni di ancoraggio erano oltremodo lunghe e complesse. Il nuovo

tipo di torpedini, invece, poteva essere impiegato senza neppur conoscere la profondità delle ‘acque di immersione, ed il congegno di ancoramento agiva completamente

da solo e rapidamente,

ancorandosi

automaticamente

alla profondità

voluta.

Innovazioni, dalle quali derivava un duplice vantaggio: di poter lanciare, cioè, le torpedini ‘anche da bordo di una nave in moto‘e di poter eseguire il lancio con molto maggior rapidità, così da far crescere a dismisura il numero delle torpedini

ancorate nella stessa unità di tempo.

È facile intuire come in virtù di tali innovazioni l’uso delle mine dovesse estendersi in misura molto più vasta, come si vide appunto in occasione della grande guerra; molte nazioni, infatti, dotate di limitati mezzi finanziari e situate in teatri marittimi particolarmente delicati, basarono la loro azione difensiva principalmente sull’uso degli sbarramenti di mine; ad esempio, la Russia, che nel Baltico si protesse contro la preponderante flotta tedesca, con l’impiego, quasi esclusivo, delle torpedini, cui quel mare si prestava in modo precipuo pèr i limitati fondali, Ricorderemo, anche, a questo punto, lo sbarramento costruito da noi attraverso il canale di Otranto, che tanto validamente concorse alla protezione dei nostri movimenti in Adriatico.

È opportuno, però, accennare che col protrarsi della grande guerra avvenne una

curiosa ed imprévista inversione nell'uso degli sbarramenti di mine; e cioè, che mentre originariamente essi sembravano un mezzo precipuo di difesa per i paesi dotati di minor forza marittima, l’impiego, poi, sempre crescente di navi posamine per la costruzione di grandi campi minati e di navi dragamine per rimuovere, al-

meno in parte, quelli avversari, con la conseguente necessità di porre le une e le

altre sotto la protezione di più o meno importanti forze navali, fecero sì che la mina divenisse un’arma assai più redditizia per le marine maggiori ‘che non per quelle minori. Una prova di ciò si ebbe, anzitutto, nelle operazioni belliche condotte dai Tedeschi nelle acque russe, che permisero l'investimento delle isole baltiche ed il

forzamento dei golfi di Riga e di Finlandia, attraverso gli estesi campi minati russi, e con perdite modestissime, grazie all'opera dei dragamine,

compiuta sotto la prote-

zione, semi-indisturbata, di grosse forze navali tedesche; e poi, nella defizitiva superiorità acquistata, negli ultimi mesi di guerra, dalla Marina britannica; che faceva

operare i propri posamine nelle stesse acque territoriali tedesche.

Fin dal 1907, allaconferenza internazionale dell'Aja, l'Inghilterra, perbocca dei suoi delegati, fece proporre

la proibizione integrale

della posa di torpedini;

in appa-

ha dichiarato

che in linea di principio un ordigno

di questo

genere

è tutt'altro

che

inverosimile. «Ai nostri giorni — egli ha detto — si costruiscono’ apparecchi magnetici di tale sensibilità, che non è lecito escludere che una’ mina dotatà di un dispositivo adatto possa liberarsi per effetto dell'attrazione delli massa metallica di una nave e dirigersi verso di essa. Perché l’ordigno abbia il tempo di percorrere lo spazio che lo separa dalla superficie del mare prima che la nave sia fissata, bisogna; però, che la sua profondità di immersione sia piccola, giacché, in caso diverso, al suo affiorare la chiglia si sarebbe già spostata di troppo per poter essere colpità». Ma molto probabilmente non si tratta né di minè vaganti né, tanto meno, di mine magnetiche, ma piuttosto di una guerra di mine molto intensà e condotta con metodi più perfezionati di quelli della passata guerra. Di questa opinione sono; anche, i nostri tecnici più autorevoli; taluno di essi ha affacciato l'ipotesi che la campagna sia condotta principalmente da sottomarini non ‘agenti più isolatamente,. ma: naviganti invece a squadriglie, almeno di tre' unità, a portata di segnale austico ‘fra loro, in modo da potersi dare reciprocò appoggio, sia collo scambio di informazioni’ sia con la distribuzione di compiti. Che i molto frequenti affondamenti siano dovuti a mine in deriva, sembra da escludersi, sia perché i rapporti e le dichiarazioni sugli ‘affondamenti’ che si conoscono parlano concordemente di esplosioni avvenute sotto' le chiglie ‘delle navi; sia perché la corrente del golfo che spinge da occidente è tàle da impedire che' le‘torpaise fermino e da mandarle piuttosto ad arenarsi sulle coste del Belgio ‘e'del’Olane

È da tener conto, inoltre, che nella stagione attuale le violente e frequenti mareg-

giate possono provocare la rottura degli ormeggi delle miné è trascinarle, quindi,

in zone anche lontane dagli specchi d'acqua ove furono posate. Non è agevole fare previsioni sui futuri sviluppi ed effetti della guetra di mine; ma è lecito indurre che, nelle misure di controblocco adottate dalla PR questo mezzo di offesa avrà certamente un: posto importante ‘e tale da causare non pochi danni ved ostacoli a coloro che sperano di piegare la Germania con la sola arma del blocco, senza affrontarne la potenza militare sulle fronti terrestri, AMEDEO

TOSTI


OSSERVATORIO L°

DI FINLANDIA.

Jleri una signora, a cui due anni

fa ebbi a mandare

in

dono un corno da caccia della Carelia, m'ha chiesto quale fosse, di tutti i miei ricordi finlandesi, il più tenace, Il corno era là, sopra una mensola. Ho chiesto licenza di portarlo alle labbra, di soffiarvi dentro, — Ecco — ho risposto — quanto più rammento di quel paese. Questo suono, e gli occhi delle bambole nelle vetrine sigillate della Domenica, Dei suoni senza timbro,, degli occhi senza sguardo.. Siccome la Finlandia è di circostanza, così a tavola s'è riparlato dei suoi poeti, dei suoi musicisti, dei suoi usi e costumi: Sillanpàà, Sibelius, i trentamila laghi, le altalene in piazza al posto dei monumenti,

le stufe avvampanti

seguite dai tuffi

nell'acqua diaccia. Il figliolo m'ha chiesto di Nurmi, eroe nazionale; la figliola, dei bagni nudisti: la nonna, se è vero che le società zoofile mettono dei microfoni nella neve, per raccogliere i lamenti degli uccellini freddolosi. Quanto alla signora mamma, aveva acquistato Silja, il romanzo premiato di Sillanpùà: però s'era. fermata alla quindicesima pagina, Quel libro, veramente, è troppo noioso, — Ha però un merito: — ho risposto — ed è che ci si può sentire, inoltrandosi, tutta la melanconia di quel popolo. Sappiate che non ne ho mai incontrato, nelle mie peregrinazioni, uno più triste. Se si pensa ch'è il solo popolo della terra che abbia pagato i propri debiti all'America, non ci si sente davvero incoraggiati a mettersi in regola col padrone di casa, — Sillanpéà... L'avete conosciuto? — L'ho visto, Veniva le sere di festa alla banda, sedendo accanto a una Diana di bronzo, ignuda, che pareva appuntargli l'arco contro la fronte. Ne pronunciavano il nome, intorno, come un belato, prolungando il tremito delle due dieresi, E proprio mi pareva di risentire quel corno da caccia della Carelia; quella voce che non ce n'è un'altra, al mondo, per esprimere con più afflizione il fascino delle solitudini. — Dieu, que le son du cor est triste au fond des bois! — Bisogna poi sentirlo lassù, nella luce bianca, nel silenzio inerte, nel riverbero dei laghi senza numero, ai quali non fanno scorta che betulle e abeti, abeti e betulle, Il suono è lo stesso da mille anni; è come al tempo del « Kalevala»; e mette davvero da piangere. Silja era stata pubblicata allora, e la storia dell’orfanella vissuta e morta con tante pene nella fattoria di Kierikka faceva il giro dei giornali. Anche a me non pareva che il suo autore fosse così geniale come si diceva. Ogni volta che rimettesse alla bocca quel suo dolente corno pastorale, riprendendo a contare i guai-della sua pallida creatura, ero preso automaticamente da un'ansiosa, da una furiosa nostalgia di cielo italiano. Lo stesso effetto mi produceva, del resto, Ja musica di Sibelius, e quel troppo vantato poema, intitolato alla Finlandia, ascoltando il quale ero tratto, d'istinto, a ripensare una'canzone napoletana, Sibelius, come

Sillanpàs, è un fedele riflesso di quella terra fedele. Ci trovi tutta la bontà e tutta l'atonià, tutto l'impegno e tutta la mestizia d'una stirpe che ammiri, ma a cui non

vorresti

appartenere.

— Avete conosciuto anche Sibelius?

L Siamo andati a trovarlo, una notte di luna, nélla sua isola. Egli ci fece riudire una Ninna-nanna pubblicata in quei giorni dalla stazione di Lathi: e come la luna si specchiava nei freddi argenti di tre laghi gemelli, vedevamo ritornare le fate dei ‘hi, in mille cerchi aerei, come

ai tempi di Erik l'Avventuroso; e ci pareva che

tutti gli spiriti dell'acqua, della terra, degli alberi, delle nuvole fossero lì intorno a ci, a confessarci, a proteggerci, Per amarla, la Finlandia, bisogna viverci di notte. Essa ha una specie d'anima astrale, che riesce a risplendere solo nell’oscurità, — Avete scritto, una volta, che in Finlandia non ci sareste tornato che per mo-

rirvi — Sì: in quel chiostro al confine russo che misura il suo tempo con sette campane d'argento, e in cui s'adunano certi uccelli polari che vengono a beccare il cibo sulle mani. ‘Mai come in quell’isolamento, tra il sogno ed il sonno, m'è riuscito

di contemplare la morte senz'averne neppure un brivido. Scendono, la sera, certe nuvole fumose che sembrano anch'esse venirvi sulle braccia, come gli uccelli artici,

con una sorta d'accasciata confidenza: e a poco a poco quella bruma v'induce, oltre chi all’estasi, all'immobilità. Allora capite come una terra così fatta, senza gioia di monti né varietà di alberi, da cui trentamila laghi suscitano un solo riverbero d' que livellate, trovi dei musicisti come Sibelius, degli scrittori come Sillanpùi flettendosi interamente in ninne-nanne le cui note rendono, semplicemente, il fremito uniforme d'una selva in risposta al quieto palpito d'un'acqua, o nei capitoli d'un romanzo ch'è l'esaltazione di tutte le umiltà: da quella dei grembiuli delle servette a quella dei campi d'ortiche. La stessa luce, in Finlandia, è modesta, sfiorando le cose senza violentarle mai.., Una luce traversata, ora da fumi d'opifici, ora da voli di procellarie; una luce marina e selvaggia, dove pure di continuo senti presente la civiltà; una luce proclive a una vita d'ordine perfetto e di perfetta rettitudine, Quest'algida luce porta tutte le visioni allo stesso primo piano, nitido e distinto: ché nemmeno di mattina, nemmeno di primavera, essa prende quella vaporosità visibile sino all'estrema punta dell'Estonia. Anche nel sonnenbad dei nudisti finlandesi, le carni restano bianche, in quanto non cessa d'esserlo la luce. È una speciale luce, diversa da tutte l’altre d'Europa: una luce vigorosa, e tuttavia scolorita, che stupisce come certe prove di forza negli anemici. Una luce che sfavilla sulle case terse, o sul pesce pescato delle rive, come una patina di metallo; che ha lo stesso freddo balenio del pukkho, o pugnale nazionale, sguainato

dalla

sua fodera di renna, Si vede questa luce, talvolta, separarsi netta dalle. tenebre come in un versetto della Genesi, Silja, la servetta orfana, muore nimbata di una

tal luce; ed è nel mattino d'un dì di festa; e il prete che la benedice porta una campanella stimbrata, che di quella luce senza modulazioni e senz'ombra è quasi lo squillo, quasi la rivelazione per l'udito, allorché gli occhi stanno per chiudersi

nell’agonia, e per non rivederla mai più, — Poco allegra, tutto sommato, la vostra Finlandia,

— E tuttavia, indimenticabile. Posso dirvi che essa mi rivive nella memoria, adesso, più bella e più cara di quanto allora la videro gli occhi. Quella sua luce

senza calore, è pure la «sacra luce» di Suomi evocata in uno degli inni nazionali: la luce raggiante, per certe vie di Vijpuri, spalancate all’orizzonte,. nei vetri fregati infaticabilmente dalle massaie; la luce diffusa, per certe piazze d'Helsinki affacciate alla marina, fra i bronzi politi e i marmi immacolati delle statue... — La rimpiangete, a quanto pare, Due anni fa, pensavate di morirci, — Così fatta, è quella luce di Finlandia, Viverci, è triste. Dolce, invece, è ricordarla. Due anni fa, non m'era riuscito di amarla. Oggi, è un’altra cosa. Anche al suo popolo voglio più bene, ripensandoci. Forse, è la lontananza; forse, è per sapere che soffre, Lasciate, signora, che cavi un altro suono da quel corno di pastori. Mi farà bene, per un istante, d’immaginarmi ancora lassù.

«IMMAGINI PER I SOGNI ». — Fu detto proprio da queste pagine, un giorno, che il cinematografo conta molte cronache, poche storie, e nemmeno una filosofia della storia, Trattandosi di un'arte assurta all'importanza di un mito (c'è forse differenza, tra il culto di Adone e quello di Valentino, tra il mistero di Iside e quello di Greta Garbo?), è chiaro che la vita dello schermo aspetta ancora il suo filosofo e il suo poeta. Le biografie, affoganti solitamente nel più meschino dei pettegolezzi, sono piene d’einformazioni» non contenendo neppure una «interpretazione». E così, tutto sì sa, ma niente si capisce. Malgrado tante torcie e candele accese in onore delle dive, gli altari restano oscuri,

F. E Silanpia, ilpiù significativo e il più celebre degli scrittori finlandesi,.al quale è ‘stato conferito il Premio Nobel per la letteratura. L'opera di Sillanpîà più- nota in Italia è « Sitiasi romanzo la cui azione si svolge sull'incantato paesaggio baltico. Ma ecco migliori sintomi; ecco degli indizi che anche l'esegesi cinematografica sta

per trovare la-sua intelligenza. A-breve distanza di tempo, una commedia di Achard, Il ‘corsaro, e un romanzo di Enrico Roma, Immagini per i sogni, gettano su quel mondo mitico delle luci che, pure nell’incertezza dell'orientamento; possono già dirsi rivelatrici, I lettori dell'Illustrazione già conoscono, dal ragguaglio giusta“mente encomiastico di Repaci, con quanta chiaroveggenza siano studiate e scoperte, nella commedia

francese,

le trasfigurazioni dell'attore nei successivi

influssi del

gioco filmistico, Ma la stessa esplorazione non è meno acuta, meno profonda, meno

illuminatrice nel libro dell'italiano. Anche Enrico Roma ha compreso che ‘sotto l'apparente frivolità del «divismo» viverun dramma dai cento aspetti, complesso e significativo oltre ogni dire, assai più interessante per lo spirito che non sì creda. E quei cento aspetti egli ha tentato di comprendere, quasi in un prisma arcobalenico, in una sola narrazione a piani diversi, di un acrobatico ardimento, Ora che. il racconto consista, da capo a fondo, con la stessa nitida evidenza, non oserei affermare: ma che il cristallo del prisma getti colori e bagliori dalla prima all'ultima pagina, ognuno può vedere. Ed è quello che importa. La storia di Sonia Pardo, questa volta, è anche poesia e filosofia di storia. Il mito della diva fantomatica, nei dieci capitoli delle sue vicende, è rivelato, L'indagine pirandelliana tra realtà e finzione è ripresa dal Roma con un vigore ed un coraggio sorprendenti. Tutto si è avviati a capire di quella segreta vita del cinema, che tra luci ed ombre, «luci di speranze, ombre di dubbi», è lo spettro magico della vita stessa, E come l'arte imiti l'esistenza, ma, a sua volta, l’esistenza l’arte, E come lo schermo significhi, secondo la bella sintesi di Valéry, «lo spirito amministrato dalle masse»: ciò che da secoli più non si vedeva, E come sullo schermo, più ancora che sulla scena, attore e personaggio possono confondersi; ch'è, appunto, il tema affascinante del Corsaro.

Non c'è pagina del libro che non sia accesa d’ingegno: un ingegno a vampe sulfuree, che mette

qua e là ombre

Asta

la redazione

diaboliche, L’immedesimazione

tra Sonia, Pardo,

l'attrice che sopprimerà volontariamente il proprio destino, e il personaggio di Brewold;

dell’Intransigente;

l'«esterno »

governato

come

un

campo volante, dove sì prova il verso del picchio e il raggio di sole nella jungla; lo «studio» stregonesco, simile a un covo di draghi, con quei cavi serpigni che s'attorcigliano ai piedi e quelle lampade gettanti negli occhi il loro abito di fuoco; l'ossessione

del produttore Smith,

di modellare

le sue

attrici corpo

e spirito come

un Coppelius hoffmaniano le sue bambole; e i due mirifici viaggi, sui passi d'una carovana filmistica, da Thonon ad Evian, e dal Lemano ai ghiacciai di Fiesch; e le penetranti considerazioni sull'amor giovine e l'amore senile, sono tanti punti di merito per l'audace narrazione. Ha il Roma un suo tipico linguaggio, nervoso, fervido, sapido, espressivo: forse anche troppo espressivo; una prosa tutt’occhi, come la libellula, e come questa instabile, infaticabile da un fiore all’altro. Con tali occhi che guardano da tutte le parti, in un disorientamento pieno di curiosità pungente e di aerea grazia, fissa egli a volo le sue vedute più originali: la misurazione del divismo, la necessità dell’artificio nella bellezzada esso proiettata («Iddio ha creato l’essere umano

quando

era già stanco, e non

ha potuto

dargli la perfezione

delle altre

cose ») e soprattutto l'esaltazione dell’anonimato nelle creazioni dello sthermo: feno-

meno avente unico riscontro nelle antiche costruzioni di cattedrali. Ora' c'è in questo anonimato qualche cosa di babelico ma anche di maestoso. Il nuovo tempio di

immagini, il nuovo altare di sogni nasce da una collaborazione di magistri, come la Chiesa primitiva, Sarà tempo di riguardarvi senza più ironia, senza più futilità, ma con vero spirito di edificazione.

UNA «PACE» CHE PROMETTE, — L'insegna luminosa d’un cinematografo milanese intitolato alla Pace, era fatta sino a qualche tempo fa di lampade rosse; e sic-

come .le quattro lettere erano disposte verticalmente, così veniva facile la facezia

che fosse quella l’unica Pace del mondo.., rimasta in piedi.

— Sì; — rispondeva allora qualche altro freddurista — però scritta sempre. a lettere di fuoco!

Quel cinematografo, adesso, ha cambiato le lampade rosse in lampade azzurre. Non c'è dunque più ragione di dubitare della pace, una volta che ci viene annunziata in una luce celestiale! MARCO

RAMPERTI


" AVVENIMENTI DELLA SETTIMANA

Il Duce, accompagnato dal Segretario del Partito, passa in rivista al Foro Mussolini gli uditori giudiziari. - Sotto: il monumento ai Sansepolcristi Ernesto De Angelis e Erasmo Contreras che sarà inaugurato a Napoli a cura di quella Federazione Provinciale Fascista.

Il Duce al Foro Mussolini dove ha passato in rivista gli uditori giudiziari dell’Accademia della G.I.L. A sinistra S. E. Grandi e a destra S. E. Ettore Muti, nel fondo S. E. Pavolini, ministro della Cultura Popolare. - Sotto: l’Ambasciatore del Giappone lascia il Quirinale dopo aver presentato le credenziali, al Sovrano.

La consegna del « Premio d'Annunzio » a Pescara. Il vincitore del Premio, Salvator Gotta parla davanti alle autorità e alla giuria. - Sotto: il dott. Vito Mussolini, in visita agli stabilimenti della S.A.F.A.R., osserva con interesse i fono-radi:


al

enna

PERSONAGGI

ILLUSTR

VITTIME DELL' URICEMI L'URICEMIA MALE EREDITARI

CRISTALLI AGUZZI DELL'ACIDO URICO CHE PROVOCANO NELLO

\ORGANISMO GRAVI SOFFERENZE

‘A. GAZZONI

Autorizz. R. Prefett. di Bologna N. 22452 - 28-7-1939-XVII.

8& C. BOLOGNA


URICEMIA. SOVRABBONDANZA DI ACIDO URICO LL SANGUE SI PREVIENE USANDO

ROLITINA

SERVE A PREPARARE UN'OTTIMA ACQUA DA TAVOLA DI SAPORE GRADEVOLISSIMO TAVOLA

SI FORMA

L'ACIDO

URICO e A TAVOLA

BISOGNA

COMBATTERLO


RIBALTE

A LUMI

SPENTI

POLO STRATOSFERICO DI LAURA ADANI D

anigLA Palmer e i suoi compagni hanno dato alla novità di E. MacCracken un tono pubblicitario altamente suggestivo. Non solo il pubblico fu convocato

a teatro con un grande manifesto riproducente un regolare invito a nozze che Janet Royd e George Chayton avrebbero celebrato sul palcoscenico del

Manzoni, ma perfino i critici milanesi, ed io tra questi, si videro arrivare a casa il solito sacchettino di garza candida (peccato che non ci fosse anche la bomboniera) con due confetti dentro per indolcir la bocca in previsione delle delizie che i fidanzati

inglesi avrebbero tra poco delibati coram populo. Debbo confessarlo? Non ho avuto il

coraggio di mettere in bocca i due confetti, ché non si sa mai, lettore mio, coi tempi che corrono. Voglio bene a Daniela Palmer, a Gino ed Ernesto Sabbatini, a Olga Vittoria Gentili, a Fanny Marchiò, a Ada Dondini, al Calindri, all'Annicelli, e credo

di esser da loro contraccambiato, tuttavia un po' di diffidenza non guasta. Si vede subito quale interesse avrebbe avuto la nuova Compagnia di avvelenare la critica

milanese in blocco, Sarebbe stato facile fare attribuire il delitto ad agenti dell'Intelligence Service; gli attori se la sarebbero cavata con qualche noioso interrogatorio su cui Giannini avrebbe a suo tempo imbastito un appassionantissimo giallo; ci avrebbero accompagnati a Musocco (ora parlo per me poveraccio, ché per qualche mio illustre collega è già riservato il mausoleo al Monumentale) tutti vestiti di nero e magari con l'ombrello in mano, come nella sepoltura dell'Amleto in modern dress; Sabbatini avrebbe fatto il discorso piangendo lacrime da coccodrillo; Daniela si sarebbe fatta venire uno svenimento al momento buono; i fotografi avrebbero puntate le loro batterie per fermare questi momenti decisi i insomma si sarebbe fatto quel che si dice un pieno pubblicitario, E così la commedia di E, MacCracken sarebbe passata alla storia come una specie di Editto di Erode per una rinnovata strage de-

gl'innocenti.

«Un grido è stato udito nella città dei milanesi un pianto e un lamento grande. La Critica piange i suoi figljoli € ricusa di esser consolata perché non sono più... Così aggiornata la profezia di Geremia ci fa la sua figura, Tanto che verrebbe la voglia di farsi avvelenare per davvero per conferire una suprema dignità, l'apoteosi del martirio, a questo nostro mestieraccio. Non ho mangiato i confetti, e me ne pento. Ho perduto una buona occasione di morire da grande, mio Dio.

Un matrimonio tranquillo vuol dare un'ennesima rappresentazione famiglia inglese intesa come una specie di manicomio sussidiario per ricoverati della lusso che giocano a fare gli strambi tanto per non pagar gabella. Ormai questa distoria della mattezza obbligatoria in seno alla famiglia londinese sa di maniera. Le prime volte che l'abbiamo incontrata in Lonsdale e ci ha molto divertito confermandoci in quella verità enunciata da Dryden:Maugham « There is a pleasure sure. In being mad, which none but madmen know». C'è un piacere a esser matti che solo i matti conoscono. Credevamo di aver toccato gli estremi della parodia con Una famiglia allarmante di Savory. Un'altra ben più allarmante famiglia ci presenta MacCracken descrivendocela proprio in quei momenti d’infernal confusione che s’accompagnano ai preparativi di uno sposalizio. È l'ora in cui arrivano, a ingombrare ogni angolo, gli ultimi regali inutili, în cui le sarte imperversano reclamando le prove decisive dei loro abiti, in cui gli invitati annunciano il loro arrivo, in cui le telefonate dei fornitori, degli ospiti, dei curiosi fioccano senza interruzione, creando stato di disordine che molto rassomiglia a quello che si determina in una casaunoquando qualcuno sta spirando, Sepoltura e nozze: termini estremi della mobilitazione familiare. Qui la confusione è aggravata dalla stravaganza di tutti i Royd, i quali hanno la segreta speranza di sbalordirsi l'un l’altro, pur averne l’aria. Ed ecco la madre riempire le stanze di frastuono nella smania disenza arrivare a tutto e in senza però che le riesca di compicciar nulla; ecco il padre ripetere anche alle tempo, sedie quanto gli è costato il corredo e quello champagne che sarà servito a] pranzo di nozze: ecco il maggiore dei figli portare in casa come candidata-moglie scervellata che fa la fatalona parlando difficile, sfoggiando pigiama eccentrici, e una sedendo per terra: ecco un altro figlio atteggiarsi a regista metafisico disegnando bozzetti che luì solo sa decifrare; ecco una terza figlia, mezzo isterica non ha avuto un bambino, Stentare, ora che quel bambino Je palpita in seno, perché a rivelare stato, per soffrir di parere quella che non è; ecco la fidanzata scontrosissimail suo tutta quella vanità, quella curiosità intorno a lei, le ruba il raccoglimento che perché le è necessario per prepararsi alla grande offerta, è come una violazione del suo pudore; ecco il fidanzato che invitato a rompere il matrimonio va in bestia e schiaffeggia Janet: ma, per farla breve, le emozioni in casa Royd non mancano ed è un miracoloinsomche il matrimonio sieffettui in santa pace, però preceduto, ciò non saremo noi a lamentarci, da un provvidenziale colpo di mano di George disullecui grazie della sùa promessa, colpo compiuto col consenso di lei la notte che precede le nozze, Questo prelievo sul gaudio di poi restituisce la sua poesia all’atto matrimoniale liberandolo da quell'esteriorità che minaccia di softocarlo, e rappresenta in estrema analisi la garbata moralità della commedia. La quale con quel succedersi sdiavolate, animate da, macchiette singolari e da una sparatoria di battute di scene argute, sempre felicemente comiche, è indubbiamente divertente e giustifica spesso il gran conto che di essa ha fatto la Compagnia delle Tre Maschere presentandola come novità inaugurale al Manzoni. La nuova formazione è piaciuta a tutti e si annuncia come uno dei migliori complessi comici dell’anno teatrale in corso. Interessantissimo il suo repertorio e assai promettenti le commedie che presenterà al giudizio del pubblico. Questa sarebbe la volta buona per la Palmer di vincere la sua gran battaglia. Solo le consiglieremmo amichevolmente di rifuggire da certi atteggiamenti. sportivi che non le donano, come per esempio quella smania di tener le gambe divaricate ch'ella ha preso dal colosso di Rodi, e non se ne capisce il perché. La settimana ha visto confermato al Lirico il grande successo di Finalmente un imbecille, la rivista di Nelli e Mangili, realizzata con brio indiavolato da Nino Taranto e Titina De Filippo. Debbo dire che questo spettacolo è stato per me una grata sorpresa. Non solo mi ha rivelato un attore di grande vena che non conoscevo, il Taranto: non solo mi' ha mostrato un’altra faccia della stupefacente personalità di Titina De Filippo (tutta sera ho pensato a Cécil Sorel trasmigrante dal Frangais al Casino de Paris per ritrovare -la sua giovinezza e' forse una seconda immortalità); ima mi ha fatto constatare che l'umorismo ultimo, col suo lepore ambiguo pieno di immoto sarcasmo, non; è passato invano per i nostri rivistaioli. Quasi tutto lo spettacolo è di ottimo gusto e i quadri impostati su improvvisi e spassosi capovolgimenti

Ernesto Sabbatini, Daniela Palmer e Ada Dondini in una scena della nuova commedia di Mc Cracken « Un matrimonio tranquillo » rappresentata con successo a Milano. di posizioni sul terreno comico (Quaranta ma non li dimostra, Come io ti voglio, Il padiglione della vita di notte) o su allettanti interferenze col cinema (Uno strano film) che hanno ottenuto l’entusiastico consenso del pubblico. Che anche questo genere dove finora ha imperversato il più idiota dilettantismo si avvii presso di noi a dignità

d’arte? È quel che ci auguriamo, Intanto possiamo considerare come un lodevole tentativo di moralizzarlo la rivista di Nelli e’ Mangili. Per noi è morale alla forma artistica, immorale ogni espressione mancata,

ciò che arriva

Laura Adani continua a salire. Tra poco non ci saranno più costellazioni per illuminare il suo viaggio, ché sarà arrivata in quella zona bianca, dove l'Eterno si aggira in compagnia dei suoi sublimi pensieri, riflettendo in un gioco di specchi gelidi e puri come acqua di sasso, la sua enorme presenza, Abbiamo sentito al Nuovo l'Adani in Piccola Fonte di Bracco, quest'opera che ricorda Ibsen per la parentela che lega la sacrificata Felicia della Fattoria di Rosmer a Teresa Baldi, la protagonista del dramma bracchiano, Del resto l'apporto ibseniano non diminuisce in nulla questa ed altre opere dello scrittore napoletano (Il trionfo, Il diritto di vivere) come non ha diminuito l'Hauptmann, il Portoriche, il De Curel, il Maeter-

linek per ciò che essi debbono al simbolismo e psicologismo del maestro nordico, Piccola Fonte dividé col Piccolo Santo la maggior gloria venuta a Bracco da un teatro che testimonia il più ricco temperamento teatrale che il nostro paese abbia avuto prima di Pirandello, Teresa Baldi è una protagonista toccata dalla grazia della poesia. Essa ha la purezza la levità la gracilità di Ofelia, la tenerezza, la devozione, la rassegnazione di Desdemona, Nella galleria di tipi femminili creati con devoto amore da Ro-

berto Bracco mi par quella che risplende di più fulgida luce. Caterina di Tragedie dell'anima ci prende per la sua passione di madre che santifica il peccato in cui è caduta, Giulia di Fantasmi ci sgomenta per la sua rinunzia alla vita e all'amore davanti a uno spettro che è più forte e minaccioso: di qualunque presenza, Paolina di Sperduti nel buio ci narra della fatalità di una caduta che è alla radice della sua nascita macchiata dalla colpa materna, Anita del Piccolo Sunto ci conquista per quel suo indefinito fatto di misticismo e d’inconfessato amore: ma nessuna di queste creature ha la sorgiva bellezza dì Teresa, la piecola fonte. La sua umiltà che trova nella pazzia e nella morte, come Ofelia, la suprema purificazione fiorisce da una profonda e cantante malinconia. Quel tanto di astratto che c'è in lei, che la identifica con la coscienza morale del marito, con la sua necessità di poesia, non riesce ad appannarne la realtà eroica ed umana. L'interpretazione che della protagonista diede l’altra sera Laura Adani davanti a un pubblico spettacoloso è di quelle che non si dimenticano e si aggiunge a quelle celebri di Irma Gramatica e Tina di Lorenzo, La Adani è proprio nel suo gran momento. Bella intelligente sensitiva e ambiziosa non c'è prova pur disperata che non la tenti, non c'è rischio pur pauroso che non l’attragga, Le prime vittorie le han dato la misura del proprio valore. Ora non cammina più, vola. Ifigenia Mila Evangelina son le tappe ultime della marcia stratosferica della Adani, Mancava Teresa, la piccola fonte a queste grandi creature della scena tragica cercanti in un'attrice un rogo in cui ribruciare, È stata, Teresa, una magica interpretazione dell’Adani. Ella è entrata nel personaggio con trasognata tenerezza, con la leggerezza di un'ala. Quando diventa pazza per il dolore di essere stata sacrificata a un’avventuriera, c'è nel suo occhio vago il vento del deserto, nel suo viso il pallore di un'alba maledetta. Ha fatto correre un brivido all'immensa folla. Per due atti interi, ogni qualvolta è apparsa in scena per velarla con la sua ombra gentile, è stata per gli spettatori fonte d’intensa emozione. Quando si arriva alla classica purezza espressiva della sua Teresa, quando si riesce a fermare così nella lontananza, e quasi nell'irrealtà di uno sguardo, nello svanito profumo di una parola, la tragedia di una vita, significa che sì è vicini a far cose grandissime, Oltre a Ricci sempre eccellente voglio ricordare Piamonti magnificamente a posto

nella parte umanamente

scavata del gobbo Valentino,

LEONIDA

REPACI


CRONACHE

ROMANE

«GEGÈE»

E

«LULÙ»

Ino ai primi decennî del Novecento chi avesse parlato in un ritrovo mondano della Capitale di « Gegè» o F di «Lulù», non avrebbe avuto bisogno di altre indicazioni: non vi era che un «Gegè», il conte Giuseppe Primoli, come un solo «Lulù», suo fratello Luigi. Due caratteristiche, figure della società romana, parigina e cosmopolita, poiché i due gentiluomini, altrettanto che a Roma, etano conosciuti a Parigi, ed

in particolare nelle sfere bonapartiste. Giuseppe soprattutto, che a Parigi aveva una dimora fissa, ove passava alcuni

mesi

dell'anno.

I Primoli

infatti,

per

ragioni

di famiglia,

si attribuivano

una

specie di doppia

nazionalità,

Anatole France dedicando il suo Petit pierre a Giuseppe lo definiva «noble représentant de la France en Italie ». La cosa si spiega così: i due Primoli avevano avuto per madre Carlotta, figlia di Carlo Luciano e Zenaide

Bonaparte,

pertanto

loro

bisnonni

materni

erano

stati

due

fratelli

di Napoleone:

Luciano

e Giuseppe.

Che

un

Primoli, di una famiglia di ricchi produttori di carbone, nobilitata recentemente dal Papa, avesse sposato una pronipote dell'Imperatore, non poteva meravigliare, La reazione che seguì la caduta del grande astro aveva fatto scendere di molto i Bonaparte dal limbo delle loro effimere regalità, Del resto Luciano non aveva seduto sopra alcun trono, e la sua situazione poteva

dirsi tutt'altro che brillante,

mentre

i Primoli,

come

accennammo,

erano

facoltosi. L'unione fu, dunque, vantaggiosa per ambedue le parti. Però i Primoli si sentirono da quel momento quasi appartenenti ad'una dinastia, e le circostanze favorirono questa loro vanità, poiché la « loro dinastia » tornò ad occupare un trono.

Sopra: Giuseppe Primoli, « Gegè »; Sotto: Luigi Primoli, «Lulù ». - A sinistra: il nuovo palazzo Primoli a Roma costruito dal conte Giuseppe, cede ora del Museo Napoleo= nico e della « Fondazione Primoli ».

Giuseppe Primoli, nato a Roma nel 1852, fu educato in Francia, ove rimase fino al 1870, molto amato dalla principessa Matilde e dall'imperatrice Eugenia, che il giovinetto seguì per qualche tempo nel suo esilio inglese. Bisogna dunque ammettere che vi eranò fondati motivi per giustificare, se non proprio una posa a principe del sangue, l'attitudine di Giuseppe Primoli — «Gegè»,come lo chiamarono di buon'ora i famigliari — a ritenersi una specie di quintessenza del bonapartismo. Enunciamo poi i suoi meriti. Amico sin dai primi anni di molti letterati ed artisti francesi, egli profittò della sua particolare situazione per allargare le proprie conoscenze anche fra gl'italiani, onde costituirsi una specie di tratto d'unione fra il mondo intellettuale delle due nazioni. Anatole France sapeva pertanto quanto fosse lusinghiero per Giuseppe Primoli l'esser considerato quale araldo della Francia in Italia, mentre, a giusto titolo, anche noi eravamo pronti a riconoscere quanto egli aveva compiuto in favore dell'italianismo in Francia. Il risultato positivo: di questi sforzi è del resto rappresentato nelle due istituzioni che ci lasciò in eredità: il Museo Napoleonico di Roma, dotato. di congrui fondi per il suo mantenimento, e la «Fondazione Primoli» che assegna borse di studio a un certo numero di giovani italiani desiderosi di perfezionarsi a Parigi in studi francesi, ed altrettante a francesi che si dedichino in Rofia a studi italiani. A disposizione di questi ultimi pose, il munifico donatore, il primo piano del proprio pa-

lazzo, mentre riservàva sede ugualmente degna ai nostri, a Pari Quest'opera sarebbe stata più apprezzata se le pose, le manie, la futile vanità di Gegè, e, soprattutto, una certa leggerezza di carattere, non avessero impedito a molti di prenderlo sul serio. Ma in fondo, si passava sopra a molte sue debolezze, compresa la più pericolosa, ch'era quella, come ricorda Diego Angeli nel suo librò I Bonaparte a Roma, di confondere la verità con le invenzioni della sua fantasia. Quando però il Bourget, prendendo a soggetto una immaginaria società romana, compose quel monumento di madornali panzane e sciocchezze che battezzò col nome di «Cosmopolis», visto che lo scrittore era stato ospite assiduo di casa Primoli, «Gegè» tenne a scagionarsi dalle responsabilità che gli si attribuivano di suggeritore, e î rapporti fra i due amici si raffreddarono. I letterati e gli artisti possono costituire l'ornamento di un salone; però sono gente alquanto pericolosa. Giuseppe Primoli non avrebbe però rinunziato, a nessun prezzo, alla gloriola di accogliere questi invitati, e bi sogna riconoscere che si trattava di gente illustre: Gabriele d'Annunzio, Eleonora Duse, Matilde Serao, Marcel Prévost, Ludovic Halévy, Anatole France, Frédéric Masson, Frangois Coppée, Charles Maurras, Paul Valéry. Si debbono poi aggiungere tutti i Bonaparte, residenti o di passaggio a Roma, che frequentavano casa Primoli «per: diritto naturale». L'imperatrice Eugenia rimase infatti, per qualche tempo, ospite del conte Giuseppe, in stretto incognito. L'ultima colazione offerta da «Gegè» poco prima della sua morte, avvenuta il


13 giugno del 1927 fu appunto in onore del principe Napoleone Vittorio e della principessa Clementina, Vi assisteva, per « voluta casualità », uno storico legittimista: Jacques Bainville. Luigi Primoli, «Lulù», fu la caricatura del fratello Giuseppe. Volle imitarlo nel suo eteroclitismo intellettuale, e cadde in una turiosa mescolanza, a base di eleganze sportive, rappresentate dai brillanti ufficiali di cavalleria e da qualche antazzone delle cacce alla volpe e dei campi di corse. Il cosmopolitismo di questo Primoli minore consisté principalmente nel reclutare pei suoi ricevimenti settima. nali le giovani e belle americane degli alberghi, le. quali tornando in patria si vantavano poi di aver frequentato i saloni della «più esclusiva nobiltà romana». Avrebbero potuto affermare, con più ragione, di aver veduto uno degli ambienti più curiosi. della capitale, costituito da quell'appartamento’ del vecchio palazzo Primoli all'Orso, caduto poi sotto il piccone demolitore, dimora particolare di «Lulù». Si diceva questi un appassionato collezionista di memorie e cimeli napoleonici, ma, in mezzo a qualcuno autentico ‘0 per lo meno discutibile, ne aveva raccolto una

congerie di falsi. Il peggio era che nelle polverose vetrine e sui tavoli traballanti

1 fratelli Primoli, - qui a fianco: la madre, contesa Carlotta Primoli, fSiate SATO Luciano e

di quel suo appartamento,

piè di pagina: l'Imperatri» © incerto, ove le ragnatele attestavano il lungo ce Eugenia con, alla sinistra, il conte Giuseppe.

si am-

massava uno stupeafcente «bric-à-brac», da pochi soldi, che il conte Luigi andava a pescare ogni mercoledì, al —ercato dei ‘robivecchi» a Campo di Fiori, battezzando poi tutte quelle cianfrusaglie con etichette ridicolmente pretenziose. Del resto quell'appartamento dagli ambienti irregolari, ingombro di mobili disparati, dai tendaggi di color

spazzole dei domestici,

del proprietario,

A nessun

rispondeva

oblio delle

perfettamente

alla figura

“Romano, ai tempi in cui tutte le persone no-

tevoli della città solevano sfilare alla quotidiana

passeggiata del Pincio, era

ignoto

il conte

degli

anni»

Luigi Primoli, che vi appariva conducendo un etilbury » sconquassato, tirato da un cavallo

che, come

le vecchie

civette,

cercava

invano

dissimulare

«l'onta

lucenti; Vistoso,

l'accompagnavano un malinconico barboncino .dal collare adorno di un nastro ma sfilacciato, e un «groom» dalla squallida.livrea. Il caratteristico di quest'in-

Il conte indossava una «redingote» sbiadita, un cilindro che aveva dimenticato i giorni sieme era poi che il «tilbury » era stato in origine una elegante carrozza, il cavallo una

bella bestia, l'abito di « Lulù » tagliato da un buon sarto, il suo cappello, da nuovo, uscito dalle mani di un fabbricante alla‘moda, il barboncino, in gioventù, un ‘cane non sprege vole, e la livrea del «groom» rivelava tracce di un primitivo splendore, di modo che il conte aveva l’aria di aver raccattato questà roba da un rivendugliolo. Uniche erano poi le sue ampie cravatte a «plastron», ch'egli si foggiava con «scampoli» da lui comperati. Le medesime incongruità nelle colazioni, che anche «Lulù», come ‘il fratello, amava dare, si sarebbe detto per il piacere di vedere riunite alla sua tavola, in evidente imbarazzo persone che non avrebbero mai sognato d’incontrarsi: un prelato accanto ad una artista di teatro o ad uno scrittore messo all'Indice, un'autentica dama e un diplomatico compassato accanto ad un pittore che conservava la libertà di gesti e di linguaggio usata coî suoi modelli. Spesso l'ornamento centrale della mensa era una scultura procace, la cui

vista

disturbava

evidentemente

‘l'ospite

ecclesiastico

e la rispettabile

dama.

« Lulù»

appariva felice di tali sorprese, di ‘tali inconvenienti, che del resto non coglievano due 'olte le stesse vittime, poiché gl’iricauti che avevano accettato uno di questi inviti, sapevano come regolarsi al secondo. Uno però valeva la pena di rischiarlo, se non altro per il colore dell'ambiente, a cominciare dai domestici che vi accoglievano in anticamera, reclutati fra quei gaglioffi che si affittano ad ore ed ai quali si pone indosso ‘una livrea che non ha alcun rapporto con la loro' statura. Litigandosi continuamente, es i servivano una lista di vivande prive di finezza e di gusto. A mezzo del banchetto, l'anfitrione si volgeva al figurante maggiordomo, e con quel suo accento romanesco, reso pit comico dall'cerre grasso »francese, così l'apostrofava: — Domandate al cuoco se può mandarmi un piatto «de facioli», — Poscia, rivolgendosi agl'invitati, spiegava: — A me piacciono tanto eli facioli»! = E dai fagiuoli passava a parlare di « Madame Mère». Un certo momento «Lulù», il suo etilbury» senza vernice, il suo cavaliowtitiziano, scomparvero dalla circolazione. Si apprese qualche tempo dopo come il conte Luigi fosse stato colpito da un attacco di apoplessia, che gli aveva paralizzata una parte del corpo. Appena gli fu possibile, trascinandosi alla meglio, volle riveder la gente, andare in giro. Il suo stato destava commiserazione; ma «Lulù» era un ottimista: incontrando un ‘amico si compiaceva nel narrargli ogni particolare del suo male. Si trattava, ahimé, di un male che non perdona: un giorno «Lulù» non fu più visto. ARDINGHELLO


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ANCHE I QUADRI. COME LE DONNE. NON SI SOTTRAGGONO Ai FATALI LEGGI DEL TEMPO: E COME QUELLE CERCANO DI RIPARARE ALLE INGIURIE DEGLI ANNI CON BELLETTI E COSMETICI. COSÌ" I QUADRI DEBB ESSERE AFFIDATI ALLE CURE DEI RESTAURATORI. ECCO QUI I GEORG ACZEL AL LAVORO: EGLI APPLICA UN SUO SISTEMA NU SULLA UTILIZZAZIONE DELLO SPAZIO. SULLO STUDIO DELLA R L'AUTORE DEL DIPINTO TENEVA IL PENNELLO, E SULLA PRE IVA ANALISI CHIMICA DELLE MATERIE COLORANTI USATE DAL PITTORE.


ISA_POLA. L'ATTRICE CHE SULLO SCHERMO HA TROVATO LA PIU' LARGA POPOLARITA' HA SUL PALCOSCENICO ANCOR MEGLIO MESSO IN LUCE LE SUE FINEZZE

de TS. TITINA

DE FILIPPO CHE COI FRATELLI EDUARDO E PEPPINO COMPONEVA UNA TRIADE PERFETTA

E

E WA

tl

VOLTI NOSTRO

D)

DEL TEASEBRO

MEMO BENASSI. UNO TRA I PIU' VERSATILI NOSTRO TEATRO. DI PROSA.

ATTORI DEL

GILBERTO GOVI, L'ATTORE GENOVESE CHE HA PORTATO NEL TEATRO VENALE LA MEDESIMA PASSIONE CHE LO ANIMAVA NEI GIOVANILI ANNI SULLE SCENE DELLA FILODRAMMATICA. - A SINISTRA: EDUARDO DE FILIPPO CHE CONTINUA CON SUO FRATELLO PEPPINO LA TRADIZIONE DEI COMICI NAPOLETANI


Romanzo di

DELIO MARIOTTI

X

QUATTRO CUORI IN UN CERCHIO DI LUCE

Qui Michele vedeva Jannette e pensava alla giovinetta intensamente e

con amore. Era un amore strano il suo. Non era più un'ragazzo e pure amava di un amore postumo, d'un amore che desiderava anche il corpo; il corpo e il volto di Jannette, Questo. non gli accadeva a Gibuti, né ‘ad

Addis Abeba. Forse fu male per l'adolescente Michele accettare la

solitaria carriera

dell'ovest. Avrebbe dovuto rimanere tra, gli uomini e sopratutto tra le donne: Allora, conoscendo bocche sospirose e occhi stellanti, ildolore della morte dell'amata Jannette sarebbe rimasto circoscritto nelle sue carni e nel suo cuore di giovinetto.

Invece s'era fatto uomo alla testa di carovane, a dorso di mulo, tra le foreste, i colpi difucile, i brevi scambi tra gli uomini della sua razza. Iltempo era tra-

scorso ritmato dallo zampettio nervoso del piccolo mulo abissino.. Alla notte, il mulo pascolava e il padrone dormiva. Il tempo fiuiva ugualmente; ma di primo

mattino il nervoso zampettio riprendeva il tempo lungo il sentiero fangoso del bosco e gli siriaffiancava fino al calar del sole.

Aveva pensato molto, Michele e tuttora pensava. Al padre, ai fratelli, al faro.

Non viveva una vita facile, e pure se pensava al faro provava una sensazione di

vuoto penoso e disterilità, Egli era nel periodo della vita încui l'infanzia appare ‘una cosa insulsa e sfocata; dopo, nella maturità, accade di guardare all'infanzia come

«ad. una Fata Morgana.

Kurmes, nelle soste alla Capitale, rare e brevissime, cercava con ‘bonomia di rendere ai lineamenti stirati del giovane la morbidezza e l'ottimismo che l’età richiedevano.

Kurmes, diceva:

Se hai un cervello, come sembra, è inutile forzarlo a pensare oltre i limiti della realtà pratica che ci circonda, E siccome sei giovine, pensa da giovine e svolgi magari un programma duro, ma limitato nel tempo, per divertirti, coi mezzi che la vita porge, da giovine. Tu, ora, non puoi ipotecare. i pensieri dei: quarant'anni e i pensieri dei sessant'anni, Ogni età ha i suoi pensieri. Non puoi imperniare la vita sui pensieri della giovinezza. Sono tutti circoli che sicompenetrano e che formano un circolo chiuso. Se oggi tucredi in Dio, ma pensi, giungerai a non credere più in Dio e poi tornerai a crederci ancora. Se oggi tunon credi in Dio, verrà un giorno incui crederai in Dio e sarai unfanatico. — Michele?

Disegni: di VELLANI-MARCHI

Il giovine alzava gli occhi e sembrava che questi volessero liberarsi delle nuvole. Kurmes riprendeva: — Ti dico questo, perché prima di te ho tracciato il solco ai tuoi ‘stessi’ pensieri. Tutti gli uomini seguono un solco’ antico di pensiéri dolorosi,’ L'esperienza’ èresce con la carne che invecchia, e l’esperienza è tutto un rimpianto del ‘tempo tra-

L'eco delle parole dell'amico era tenue-tenue all'orecchio di Michele; e troppo si pensa in: dieci ore. quotidiane di mulo, per mesi ed anni. Agli uomini soli atcade sovente di mortificare la vita. Michele ingigantiva il ricordo di Jarnette, il suo ‘amòre perduto; non credeva alla letizia degli uomini, e mortificava la vita. Quando. giunse al limitare del verde anfiteatro odorante di. mentastro, ora rorido di recente pioggia, nuvole dalla frangia bavosa si allontanavano veloci: sgombranido il cielo. Il sole era basso. A sinistra, tra gli alberi diradati, nebbia bianca’ colmava le-doline e tutta quella parte di paesaggio sembrava il ‘teatro di una’ grande. hatte glia improvvisamente congelatasi per volere divino. Quellasera Michele inf a Jannetie, ma dette ordine a-Mahmud: di patire all'alba con una pattuglia veloce per raggiungere Magi e sollecitare .il- riscontro di Tuninic sul sentiero. 3 Michele pensava a Ghebresillasse. La vita si ribellava alla mortificazione. — Purché non sia troppo tardi, bisbigliò. Poi, la notte scese. Il. mattino sorse accompagnato da una pioggerella fredda. Il seritiero attraverso il bosco era un vero pantano. Talvolta i muletti ‘ffondavano nell’acquitrino' fino all’inforcatura. Gli uomini si adoperavano intorno-ai carichi e ‘incitàvario’ le bestie, Ruscelletti s'erano formati durante la notte e s’insinuavano' sotto il! folto fogliame.

Attraverso la volta fronzuta il cielo appariva grigio e’tetro come gli viomini. © Il ticchettìo delle grosse gocce d’acqua cadenti dai.rami e dal fogliame, si confone deva allo smellettare dei quadrupedì.@

al gracidare

‘delle ‘grosse tane. nelle pozze.

Le farfalle meravigliose si nascondevano :sul-retro! delle grosse foglie; e così”la frotta canora degli uccelli; poiché le farfalle e gli uccelli dai molti colori sono

i figli dell'aria tersa e del cielo azzurro,


elle giornate di sole il luogo è maestoso, ma in’ quell’umido mattino

tropicale t ni cosa era piena d’accidia, a carovana si snodava sul contorto sentiero che offriva ora un fondo di terra e dura, sebbene umidiceia e scivolosa. erano già taciturni quando, appese alla palizzata del Kaliccià,. apparVero le mani rattrappite e gliavambracci mozzi di Mahmud. Erano di Mahmud. Mahmud aveva un tatuaggio bluastro ai. polsì a forma di iela. Ora, ilsegno spiccava sulla pelle resa rossiccia dalla morte. Michele sostò un istante e contrasselemandibole; il muletto dilatò le froge, e ndo e rinculando vinse il dolore dell’aguzzo morso abissino. Michele proseguì do nervosamente. Gli uomini erano già taciturni. E il mattino nebbioso gravava sull'animo con fi braccia mozze di Mahmud. Si possono fare grandi cose assecondati dall'animo, ognuno sentiva di avere perduto il senso dell'essere. Anche Michele. Ta carovana avanzava verso Goldin. Gli uomini tesi attendevano ‘it colpo di Ile. La macchia era piena di agguati: «Sarà qui? ssi domandavano i volti cineÈ qui che ci spareranno addosso? +, Michele continuava a speronare, le ma. lle contratte, gli occhi socchiusi. Non si può essere coraggiosi, così. Chi conosce l'insidia della boscaglia, in queste sente entro il suo petto un cuore estraneo e il sangue contrarsi e raggelarsi punti vitali, ove si può aprire lo squarcio mortale. indigeno, che teneva a cavezza un bianco muletto, mormorò: "Quando Scifarrà, figlio di-Ghebresillasse, era in vita, © figlio combat‘ano fianco a fianco, piede destro del padre e piede sinistro padre del figlio uniti da una da stretta alle caviglie: Ghebresillasse, è coraggioso... 1 T mormorio si allargò come macchia d'olio: « Che dice. Idris? Di che parla Tdris? ». Le mani rattratte di Mahmud danzavano nell'aria fumante. x |__Ed ecco ad una svolta.del sentiero, proprio nel cui si scorge lo spessore | alberato di Basciuma, apparire il corpo mutilato’ punto'in del mussulmano, buttato di tra| Werso sulle felci, completamente nudo. Qui i muletti scalpitano e s'inalberano per la strettezza della pista. Michele prorompe in un'imprecazione d'ira sconfinata. E. mentre: s'inalza il vocio dei. conducenti e la confusione s'accentua, uno due tre colpi di fucile rintronano e il piombo immerge nella massa d'uominì e bestie. |! caffini di Ghebresillasse sparano all'impazzata, protetti dal bosco, Spati urla © nitriti s’alternano; Michele si slancia, sempre cavalcando, in mezzo ai stoi uomini: | ktida, rincuora, impartisce ordini, E | Tutto è inutile. Troppa nebbia aveva quel mattino, troppo orrendi erano îmon| cherini ‘di Mahmud: ed îl suo corpo è là} è Tà! Oh, Ghebresillazse è n bravissimo macabro. giocatore! | Gli indigerii, gente del Gimma e del abbandonano î muli e i carichi e fug(arno nella foresta; le bestie nitrenti siKullò, buttano giù il ciglione, si rovesciano, gono trascinate dai carichi, impazziscono, I banditi percontinuano a sparare e ora idano minacce e invettive. Michele è travolto dall’onda di terrore: addossato ad ùn, grosso tronco, pallisimo, è roco ner la rabbia e il dolore. Sente che non può trattenere i suoi uomini Vive attimi di smarrimento. Ormai nessuna misura di valore varrà a colmare ibisso di terrore collettivo. giovane Brentano scorge un volto calmo di hamasien che spara attraverso la di due grossi rami. Allora i suoi pensieri hanno un-nuovo celerissimo corso: flù! Maruf! Gheresghier! Chidane! Berhè!

Passa il tempo, nonostante tutto; e agli indigeni si dice: «portate le famiglie, le capanne ci sono». Allora, durante il giorno, s'ode piangere un bimbo lattante lontano tra il velo d'insetti ronzanti nel sole; s'ode il canto del gallo; la tenue

cantilena delle donne; e alla sera, l'abbaiare d'un cane e il mormorio degli uomini.

È già un mondo.

Il concessionario chiude le palpebre grevi dopo avere molto pensato, Non vani ma saggi pensieri, «Farò un ponticello...» «Comnrerò l'acqua...» «E il vivaio... il vivaio... ». L'uomo*dorme fino all'alba. due ghirbe per Ecco le piantine disposte in fila: cento, mille, duemila. Ancora i buoi dissodano e gli uomini satchiano. Anche i poggerelli sono coltivati. All'alba delle notti fredde la rugiada abhevera ogni pianticella, L'uomo ‘scruta il sole, le nubi, le voraci cavallette, e vive intensamente, Ora, anche un cavallo e galoppa sulla sua terra. Il cavallo è ‘più volte balzano: ha che conta? Galoppa! Galoppa! Arriverà il ‘bel dongolà da lontano. C'è anche il fieno fresco. pensieri,

Asmara è ridente e graziosa, Dall'Amba Galliano, Basciacul è pittoresco e risuonante, I tetti di lamiera, migliaia, scintillano al sole e a volte sembra una neve d'agosto, La città europea è avvolta dagli alberi e dai giardini, Si Nella cattedrale, dal campanile spigliato, ogni domenica vi si riversa: folla dei cattolici. Quindi, torna a rifluire lungo i viali luminosi. Ufficiali in massa la ‘in bianche divise, signore in vaporosi abiti estivi, Abiti e corpi che conoscono, alla sera, l'amplesso delle nordiche pellicce, Il concessionario, proprio contento, si gode il suo giorno, È venuto per acquisti, ma oggi è festa. Siede al tavolino del caffè all'aperto e ordina la bibita, Sorseggia e guarda bimbi bianchi robusti e belli; giovanette snelle e civettuole. Nel cuore dell'uomo qualcosa morde: tutte le fanciulle somigliano a Jannette, Non è finita! Non è finita! Perché non svanisce mai il ricordo delle cose dolcissime?

a raccolta î suoi fedeli, gli uomini che non tremano. E questi rispon€ là, accovacciati dietro cespugli e tronchi. con il fucile fumante stretto i! Michele intuisce di essere stato sopraffatto dagli. uomini .in fuga e nebbie e dai pensieri e una frenesia, che è coraggio e padronanza di sé,

Passano gli anni. Le bacche ròsso-vivo del caffè. sono milioni ‘e' riempiono sacchi. Un tempo Michele osservò la terra brulla e provò disagio. Oggi, a cavallo — è arrivato. il dongolà! — ispeziona-la piantagione 'e prova un senso di orgoglio. Vi sono anche molti filari di giovani. eucaliptus. l'assale: combattere! ; Nella casa di Michele v'è una giovanetta dell'Hamasien: Abebesc. | Stretto vicino ai suoi coraggiosi scarica e carica la carabina contro la massa Abebesc è una bella ragazza dal corpo perfetto. Ha imparato a cucinare, cucire;# verde del fogliame: ché il nemico non, vede. Due ore continua la sparatoria, poi, lavare e stirare. Chi sa se Abebesc ama' Michele o' pure hitte'queste cose. Gli indigeni | caffini si allontanano, come è loro costume di combattimento, hanno sensibilità e vibrazioni nervose di molto inferiori alle nostre. Comunque, MiNel pomeriggio la boscaglia ospita il sole attraverso le mille finestre della sua ‘alta bisbigliante. Carogne e cadaveri disseminano il terreno. Lungo i pendii, în chele non desidera affatto essere amato. La donna ha.un corpo stupendo ed è gra: ziosa. Tutto ciò mezzo alle erbe alte, si scorgono molti muli abbandonati, pascolanti, coi carichi li Abebesc chiamaappaga. l'ago, «tago»; gli stivaloni di Michele, ‘« scarpetti»;quando lipiove, biondoloni. dice: «bieb», | A notte, Michele e gli uomini fedeli raggiungono Goldia e, intirizziti s'asciugano È carina, Ha i.capelli raccolti sulla nuca în sottilissime trecce. Indossa una trinica A) fuoco preparato dal Fitaurari Delnasiè. V'è anche Padre Goletto, il Missionario, bianca legata alla vita; calza sandali abissini lavorati. Sul petto porta il Mascal d'are | che soffia sul fuoco e imbeve di tè bollente il giovane Brentano: { gento, la croce cofta e ai polsi braccialetti: d'argento a foggia corda. Ha i linea= | — Michele, Michele, te l'ho sempre detto!... SA menti acetbi della fanciulla di pura delicata razza hamasien: diocchi belli come un - Cosa mi avete detto, Padre? 3 intarsio. La sua pelle è sottile e liscia. | Padre Goletto lo guarda e scuote la folta zazzera ed ha un ‘amoroso sguardo Alla sera, Michele rincasa con burbera espressione. Abebesc' gli gira intornò impaterno: veramente non ha mai detto niente a Brentano! dita: lunghe le guardandosi barazzata Però, a Michele, le comuni parole dell'uomo di Dio, dettate dall'apprensione, — Signore, io levare tuoi scarpetti.. i carezzano il cuore e ‘fanno bene. Michele fuma e face. «© (o % dre, — Signore, io levare tuoî | ì, ‘figlio mio... Il giovane, ad un tratto, giocondo, stende la gambe e mentre Abebese All’alba avrei bisogno di molti sciangalla cristiani. sono in tempo, afferra lo stivalone pesan — ida: io raccogliere i carichi e i muli. a! . — Ti accompagno, Michele. La ragazza punta ‘iséindali © sfila la calzatura con ‘un: cecco!» chela illumina tutta di un sorriso. Il resto dei muli e dei carichi venne radunato a Goldia! Qui, Brentano attese — Lavati le mani, Abebese. — i | Tuninic. Goldia è un paese sano. Tuniniò, dai capelli rossi, spaventa gli sciangalla La giovane risponde di sì alla maniera indigena aspirando bruscamente aria a | cristiani di Padre Goletto. Egli volle sapere tutti i particolari dell’imboscata e bocca semiaperta, . bestemmiò riella sua lingua. Alfine, prese in consegna il carico, notò le' mancanze, — Abebese? imprecò ancora, — Mn? | Regolarmenite, alla: sera, era ubriaco; — Tisoffi ancora il nasò con-le dita?: | — — _Via Giamò e Berberohà, Michele e i pochi uomini rimasti raggiunsero Scion L'hamasien fugge a lavarsi le mani e quando torna*ha în mano un fazzolettino Ghemira e Bonga e Gimma, Indi, Addis Abeba, bianco, con margini celeste pallido. Nella. casa odorante di. profumi abissini, prima di addormentarsi, Michele disse: Michele, però, è in giro per l'orto. ; 4 — Kurmes, sono stanco dell'ovest. Di notte fino a tardi, il giovane legge: hà tina raccolta'di libri, giornali e riviste di | — Prenditi una donna, — disse Kurmes. i cuì si provvede: periodicamente all'Asmara. Abebesc dorme lievemente sull’angareb. Spesso si sveglia e-stropicciandosi gli occhi s con gl’indici piegati mormora: xx —Dormillo; signore..; signore... ©! dub ifezt È E si riaddormenta sui suoi sedici anni, mentre Michele legge.. è Fervore di preDal Mar Rosso al Setit il piccolo pacifico nocciuolo dell'Eritrea coi due bassopiani parativi a Roma per la Mostra della Rivoluzione», È caldi che dividono la groppa montuosa e fresca, da ‘decenni igermoglia cuori ‘saldi Michele pensa? a Roma al ‘padre e_alla tomba della inamima. e uomini gagliardi fedeli all'Italia. : Nelle cittadine dell'alto e medio piano, nell'Hamasien, nel’ Seraè e ‘nell'Acchelè | Giuzai, vecchi ‘bionieri: dalla forte fibra dissodano la terra pietrosa e restia, la traEra un pomeriggio e Abebese disse! ‘sformano, la rendono feconda. — Signore, ‘io malata. | Nell'Hamasien;scisto e quarzo custodiscono pagliuzze d'oro. Le roccie ferrate delle La ragazza sembrava’ cltrémodo confusa’ e guardava a terra. Michele, la guardò Ame, che videro il lento transito di mille cammelli, dei. mille muletti di Azieb, appena: | Itegina»di Saba. sono ancora le stesse. Sempre al cadere di luglio; agosto, settembre” — Hai la febbre? n d

| $imbennscehilano idi, rubi e la. grandine peréuote le cime e l'acqua scivola în ruscel i irreduieti

a bagnarele valli per sette ‘mesi’ assetate; sempre” nell'autunno!si

— Non ‘sapere... (Continua)

PeR RI

"

I

DELIO MARIOTTI


INQUADRATURA DI *

LA CURIOSA POSIZIONE IN CUI SI E' VENUTO A TROVARE JOE BROWN DURANTE UNA TELE! TA IN « STRADA» EROE PER CHE FORZASI ». GIRA - A SINISTRA: GUIDO NOTARI IÎN UNA SCENA DEL FILM «GLI DELLA ATTUALMENTE ESTERNI. IN UN QUARTIERE DELLA NAPOLI RICOSTRUITO A TIRRENIA. CON LAIN REGIA DI DOMENICO PAOLELLA. (Foto G;


LA

DI IL GUARDIANO DEL FARO COMPIE IL SUO GIRO D'ISPEZIONE PER ASSICURARSI DEL PERFETTO FUNZIONAMENTO DEI CONGEGNI

OSTENDA

HE DEVE SEMPRE FUNZIONARE ALLA PERFEZIONE. UN'INTEKUNGA. UN ARRESTO POSSONO INDURRE IN ERRORE I NAVIGANTI. IL FARO DI OSTENDA CHE QUI ILLUSTRIAMO E' UNO DEI PIU' POTENTI D'EUROPA. - QUI SOPRA: L'APPARECCHIO PER LA. LUCE DI SICUREZZA. - A DESTRA: UN EFFETTO DI LUCE PRESSO IL FARO.

LAMPADA CORRE

AD ACETILENE CHE SOSTITUISCE QUELLA

MANCANDO ELETTRICA.

LA


LA CACCIA AL SOMMERGIBILE AraxeNte l'uomo intravede tutte le applicazioni possibili di una nuova invenzione fino dal giorno della sua comparsa. Non sorprende quindi che al principio della guezra europea si valutasse in modo imperfetto e confuso l'influenza The avrebbero esercitato i sommergibili sullo svolgimento delle operazioni navali, Solo l'esperienza vissuta doveva incaricarsi di insegnare a sfruttare le caratteristiche del nuovo mezzo di guerra, del quale la Germania finì per fare la sua arma più acuminata, la sola anzi nella quale confidasse per colpire il rivale insulare, sottratto dal mare alla potenza offensiva degli eserciti. Ma i quattro anni di guerra, se da ‘una parte ammaestrarono i tedeschi nell'impiego della flotta subacquea, d'altro canto agguerrirono le marine dell'Intesa nella lotta contro il nuovo nemico, dando vita a una competizione senza precedenti fra unità di superficie e subacquee, Le prime gesta guerresche del sommergibile produssero nei veloci e potenti dominatori della superficie una sensazione di smarrimento e di rabbia impotente n combattere il nemico invisibile! Poi, aspoco a poco, le navi di superficie impararono non solo a difendersi, ma pure a contrattaccare ed assalire l'avversario sottomai no. La natura, per assicurare l'eterno equilibrio della sua sapiente economia, elargisce prede e crea distruttori per ogni specie biologica. Nella guerra navale il sommergibile ha dovuto presto: rientrare fra gli argini di una consimile legge d'equilibrio. Le specie navali preesistenti hanno reagito, rimediando alle debolezze proprie, scoprendo quelle dell'avversario, A decine, a centinaia i motoscafi antisommer' gibili sono scesi in acqua. Una grande mobilitazione antisommergibile si è creata sui mari europei, e da allora i sommergibilisti tedeschi non vi hanno incontrato solo buoni bersagli per i loro siluri, ma anche cacciatori accorti e tenaci, nemici dissimulati, mortali trabocchetti esplosivi. Ogni arma ha trovato un antidoto, cgni metodo una risposta. E se le pesanti corazzate e i grossi trasporti bene a ragione hanno temuto l'insidii mortale del sommergibile, l’esperienza ha provato che per contro le siluranti sfuiggono facilmente all'attacco subacqueo grazie alla piccolezza dello scafo e alla agilità della manovra. R

Qui sopra: ia sagoma di un sorumergibile immerso (al centro della foto) scorta dall’aeroplano, - In alto: inizio della manovra d'immersione di un sottomarino.

Quando si imbattono in un solitario e inerme piroscafo da carico, i sommergibili, per economizzare i siluri, preferiscono avvicinarlo in superficie e affondarlo a colpi di cannone. Ma un giorno, allorché un sommergibile tedesco si fa da presso a un piroscafo — vecchia carretta del mare che non merita un siluro — e sì accinge a intimarne l'abbandono all'equipaggio, per tutta risposta sui’ fianchi della nave si spalancano dei grandi portelli e rivelano i cannoni che aprono il fuoco all'istante. Il sommergibile sfugge per miracolo alla distruzione e reca in Germania la notizia della invenzione, delle navi-civetta, affondatrici di vari corsari sottomarini. Un'altra

volta una

nave

da guerra

inglese avvista

un periscopio a corta

distanza

e

subito tenta di speronare. Il periscopio sparisce; la nave passa al disopra del sommergibile. Non giunge in tempo per investirlo, ma da bordo se ne può scorgere la sagoma scura. L'episodio suggerisce la bomba antisommergibile che dalla superficie cade verso lo scafo immerso e lo insegue e lo ferisce a venti, a quaranta, a sessanta e più metri di profondità. Ma come «vedere» il sommergibile? Come individuarne la verticale se è nascosto sott'acqua e sì sposta in direzione ignota? Ecco la vera difficoltà. Si tenta di superarla con le reti indicatrici. Sono appese ai segnali galleggianti come le reti da pescatore aì sugheri. Se un sommergibile s'imbatte nella rete i galleggianti ne rivelano ogni movimento. E allora i cacciatori non perdono più le tracce della preda che alla fine — per mancanza d'aria o di energia elettrica — è costretta a risalire alla superficie dove l’attende la distruzione o la cattura. Ma il mare è immenso e la rete indicatrice minuscola. Occorre qualche altra idea, più efficace, più pratica. In qualche caso è il sommergibile stesso che disegna sulla superficie il suo percorso subacqueo, Se le casse del combustibile perdono, il sommergibile lascia infatti dietro di sé una scia oleosa. Al pari della fiera ferita che dipinge sul suolo la traccia sanguigna, il sommergibile allora non riesce più a liberarsi dagli inseguitori, a meno che la furia degli elementi non spezzi e disperda sul nascere l'indizio delatore. Però è ben raro il‘caso che il sòmmergibile abbia sensibili perdite di nafta prima che l'avversario riesca a danneggiarlo. Pet rivelare e localizzare il sommergibile per la prima volta bisogna dunque escogitare altri e aeroplani vengono in L'aviazione fa le sue prime prove di guerra, Di a piombo sui flutti, penetra aiuto delle navi di superficie; il loro sguardo cade scorge il sommergibile invisivi sott'acqua a dieci, quindici metri. di profondità e.alleato entra nella ‘coalizione antibile dalle plancie delle navi. E così un muovo perché gli vi porta il suo contributo; e tuttavia non decide la lotta sommergibile, esattezza il punto nel qualeè riesce impossibile indicare alle navi con una certa E poi i sommergibili stato visto il sommergibile durante il troppo rapido a sorvolo: o altrimaggiori profondità discendono nemico; nuovo al imparano a sfuggire menti tengono d'occhio anche il cielo attraverso il periscopi

Sagome di sommergibili vedute da un aeroplano. L'uno si trova a venti metri dî profondità (foto sotto) l’altro ha il solo periscopio affiorante (foto sopra);‘7%


Molte volte i sommergibili scorgendo dei piroscafi da carico preferiscono avvicinarsi in superfice per intimare loro il fermo. Ma avviene on di rado che sui fianchi della carretta apparentemente inerme si aprano degli sportelli che celano i cannoni e sualla maggior bito s’ini i un fuoco violento. Si tratta delle cosiddette « navi-civetta » che inducono i comandanti deipettasommergibili essi incontrino. diffidenza e, come si vede nelle foto sopra e sotto, all'affondamento di qualsiasi nave

Sopra: la massa d’acqua sollevata dallo scoppio di una di quelli mine che costituiscono un continuo e grave pericolo per le navi ch debbono seguire la propria rotta presso le coste inglesi. - Sotto d sinistra: fotografia del periscopio di un sommergibile emergenti dalla superfice del mare. - Il piroscafo giapponese « Terukumi Ma mentre va a picco dopo aver urtato in una mina presso le coste dell'Inghilterra. Il disastro del « Terukumi Maru » ha dato origin note diplomatiche e a vivaci polemiche sull'uso delle mine.


Ecco qui altri due episodi della continua battaglia che si svolge sui mari che produce danni di milioni non soltanto per l’economia dei paesi belligeranti, ma pur anche per l'economia mondiale. Poiché il rischio diviene per i zione sempre maggiore le compagnie assicuratrici hanno in questi ultimi giorni aumentato il tasso di ussicurazione. - Sop l'affondamento del « Bosnia » nell'Atlantico. - Sotto: fl rapido inabissami into del piroscafo da « Canadà »

La vi dei passeggeri, nell’ai di riine, corre un rischio non poiché gli affondamenti si verificano talvolt imità della | costa. - Qui diamo appunto un'imbarcazione carica di naufraghi mentre si avvicina a una nave accorsa per il salvataggio. - Sotto: la nave franN cese « Emile Miguet » in fiamme, dopo il siluramento.


Le ciminiere del transatlantico olandese « Simon Bolivar » pochi momenti dopo l'urto contro una mina presso la costa orientale inglese. Il piroscafo portava quattrocento passeggeri di cui ne sono stati salvati duecentosessanta. - Sotto: una nave tedesca conduce verso il porto un piroscafo catturato, dopo la perquisizione, nel Mare del Nord.

Sopra: marinai tedeschi che si recano a bordo della nave americana « Mormachawk » dopo avere intimato il fermo. - Sotto a sinistra: un cacciatorpediniere francese. - Qui sotto: l'incrociatore britannico « Belfast » danneggiato. dai tedeschi a Firth of Forth, Il « Belfast » era una delle più moderne navi inglesi.

Ma la necessità aguzza l'ingegno e avvia su nuove strade. L'occhio non può rive- minaccia per il sommergibile. Ogni silurante, incrociando nella zona sospetta, rimorlare la presenza dell’inafferrabile nemico, ma lo può l'orecchio, Nasce l'idrofonia, chia un involucro esplosivo, una specie di minuscolo aeroplano in volo rovescio che le superfici alari costringono sott'acqua a forte profondità, È la torpedine da ritecnicafnuova che raccoglie e analizza le vibrazioni emesse dalle eliche e dalle macmorchio, Se la silurante va a passare al disopra del sommergibile, il cavo di rimorchine & che l’acqua propaga in larghe onde sonore. I primi strumenti sono rudichio incontra lo scafo e vi scorre sopra fino alla sua estremità, dov'è la torpedine. miéntali; nondimeno l’idrofono fa subito nutrire le maggiori speranze, giacché non Un urto, una esplosione, uno schianto, L'acqua irrompe, la luce si spegne, lo scafo solo"rivela il rumore delle eliche, ma ne fornisce anche la direzione di proves'inabissa, nienza. La caccia entra allora in una fase nuova. Due o tre cacciasommergibili Ma chi dirigerà la rotta delle siluranti a passare esattamente dove il sommergiagiscono insieme; ciascuno individua la direzione donde proviene un rumore di eliche; il sommergibile si nasconde dunque là dove convergono e s'incontrano le bile, conscio del pericolo che incombe, silenziato, immobile, non dà più segni di tre direzioni rivelate dagli idrofoni. Non vè che accorrere in quella zona e se- vita? La perseveranza dei cacciatori non basta senza l'ausilio della fortuna, minarla di bombe; poi sostare di nuovo, ascoltando, Ecco, il rumore ricompare, ma più forte, più netto, Il sommergibile non è stato colpito; però questa volta è più Vent'anni di pace; da Versaglia a Monaco, La tecnica ha espresso uno strumento vicino. I cacciatori riprendono la manovra, con maggiore rapidità, con maggiore nuovo: il proiettore. Un proiettore speciale che non emette raggi di luce, bensì esattezza. In pochi minuti sono sul punto, e giù un'altra pioggia di bombe, più fitta. un fascio di vibrazioni meccaniche, elastiche, della medesima natura dei suoni, Le acque sembrano sconvolte da una gigantesca ebollizione, ma subito si placano ma così rapide, così tenui che l'orecchio umano non può percepirle, L'acqua però mentre una enorme macchia oleosa compare sul mare interrompendo la distesa az- le trasmette, la parete d'uno scafo immerso le rimbalza verso il proiettore che ne zurra con un drappeggio che dal marrone carico della zona centrale si attenua e si raccoglie l'eco. Ecco il mezzo per «vedere» sott'acqua, per svelare lo scafo invisispegne di ondulazioni opalescenti verso la periferia. Il nemico invisibile è stato af- bile. Più non giovano al sommergibile l'immobilità e il silenzio, perché adesso è fondato; e dal suo fianco squarciato il combustibile liquido sì è versato all’esterno la sua stessa insopprimibile mole metallica che lo tradisce, Ma la portata del proiettore ultrasonoro non supera un modesto raggio. In molti casi perciò il sommergied è risalito a galla. La caccia è finita! Ma presto la chiazza di nafta diventa un sintomo ambiguo. I sommergibili impa- bile non cerca invano rifugio e protezione nella vastità del mare. E poi si provvede rano i metodi dell'avversario e corrono ai ripari. Escogitano il trucco di pompare * anch'esso di proiettori ultrasonori che gli permettono di rilevare .il bersaglio una Suona dose di nafta fuori bordo per trarre in inganno l'avversario e indurlo a senza neppure affiorare col periscopio. desistere dalla caccia. Altre volte si posano sul fondo, fermano le macchine; a bordo cessa ogni rumore, I cacciatori, fermi alla superficie, tentano invano di Il giuoco di astuzia e di forza continua, attraverso una perenne evoluzione degli sorprendere ancora il rumore sospetto; pensano che il sommergibile si sia allonattrezzi di offesa e di difesa. La guerra navale ha raggiunto una complessità che tanato, o che: l'idrofonista si sia ingannato, e progressivamente si spostano, va- la più scapigliata fantasia del secolo XIX non avrebbe osato concepire, Alla omoriando la zona della ricerca. geneità delle flotte antiche è succeduta l’eterogeneità inesauribile degli strumenti In seguito è il sommergibile stesso che comincia a giovarsi dell’idrofonia. I nemici bellici. Le combinazioni di forze contrapposte che possono presentarsi sono senza lo attorniano; tre o quattro piccole unità, in ascolto, a macchine ferme perché il numero. Scegliamo le-due più semplici. Il combattimento fra due navi di superfremito delle eliche e il fruscio delle acque non copra l’altro rumore più lontano e ficie similari fa pensare al carosello fra due cavalieri medioevali equipaggiati nella più sordo. Gli scafi dondolano sull'onda; gli idrofonisti, con la cuffia all'orecchio spiano stessa guisa e che con uguali armi e uguale tecnica di combattimento confrontano ansiosi il suonò rivelatore. Ma anche il sommergibile è in ascolto; ha udito i caccia» solo la loro forza e il loro valore, Il duello fra il sommergibile e il cacciasommergibili ci ricorda piuttosto i mortali combattimenti dei gladiatori romani che tori avvicinarsi, poi fermare le macchine; e in quello stesso istante ferma a sua volta i motori elettrici e non li rimetterà în rotazione che quando udrà i cacciatori contrapponevano non soltanto i combattenti, ma anche due diversi armamenti e due differenti concezioni di lotta: la spada e lo scudo, contro il tridente e la rete. di nuovo in meto, resi sordi dai rumori delle proprie motrici. Quando le battute di caccia sono fatte dalle grosse siluranti v'è anche un’altra G. CAPUTI


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Guglielmo Tell il «grand opéra» tocca il punto saliente della reputazione mondiale e sprona gli imitatori. Roberto il Diavolo, Gli Ugonotti, Il Profeta, L'Africana di Meyerbeer vengono in ordine cronologico dopo il Guglielmo Tell. Vengono dopo, I Puritani di Bellini, i quali sebbene siano stati scritti per il Teatro italiano di Parigi, risentono del «grand opéra» nella concezione drammatica e musicale e nella

LA RIAPERTURA DELLA SCALA

fattura. Vengono, dopo il Guglielmo Tell, il Poliuto, La Favorita, il Don Sebastiano di Donizetti, e la Jérusalem (rifacimento (ri dei Lombardi alla prima Crociata), i Vespri Siciliani, il Don Carlos di Verdi, scritti appositamente per il Grand Opéra. Perfino Riccardo Wagner aspirerà, sugli esordi, a comporre sulla falsariga del

Guglielmo Tell, per questo Grand Opéra, ch'è dal principio dell'Ottocento e intorno alla metà, il modello sopra tutti ammirato di spettacolo musicale; e si recherà da Rossini ad ossequiarlo e gli protesterà stima sincera e profonda. Bisognerà un giorno o l'altro, quando che sia, (e sia presto), dimostrare a fondo il cospicuo contributo dato dai ‘compositori italiani alla formazione del teatro di

musica francese. Al Rossini spetterà, quale autore del Guglielmo Tell, una parte

preminente, Sia pur vero ciò che notava il Verdi circa il «mosaico», la «pezza»

ursr'anno si fa uno strappo alla tradizione. Non è il primo, nei vent'anni ultimi della Scala; non sarà forse

il solo, andando avanti. Tutto sì rinnova, o sembra, nel mondo d'oggi: anche il teatro di musica nostro, Utilmente, confidiamo, La Scala, dunque, non si riaprirà la sera di Santo Stefano, per la stagione d'inverno e di primavera, ch'è la più importante dell'anno e ormai l'unica di questa illustre scena lirica. Diciamo la più importante e l'unica perché è risaputo che ci fu un tempo in cui la Scala restava spesso aperta l'autunno, l'inverno, la primavera e talvolta l'estate: tutto l’anno, insomma. La Scala anzi s'inaugurò il 3 di agosto del 1778, Aggiungiamo che vi si davano in addietro, molto addietro, melodrammi e balli (di questi, in un mese di carnevale, se ne dettero undici), concerti, commedie e divertimenti pubblici. Lo splendore degli spettacoli, la magnificenza, l'ampiezza, la comodità del luogo procacciarono di colpo al teatro il favore dei milanesi e dei forestieri; e il favore continua, ancor oggi, pieno e cordiale. La Scala si riaprirà quest'anno la sera del 7 dicembre: Sant'Ambrogio, patrono di Milano. Si muta santo, per la ricorrenza della riapertura; non si diminuisce solennità alla data festiva cittadina. L'otto dicembre si riaprirà a Roma il Teatro Reale dell'Opera. Così i due maggiori teatri di musica italiani, la Scala di fama quasi due volte secolare, e il Reale, sorto da pochi anni a chiara e sicura rinomanza per volontà del Regime nazionale fascista, si accordano nel tempo e nello spazio con perfetta unità d'intenti, al fine di accrescere gloria all'arte musicale italiana di teatro. Il programma delle rappresentazioni alla Scala, consiste quest'anno, principalmente, d'opere di maestri nostri, del passato e del presente. Le prime tre sere si daranno il Guglielmo Tell di

Rossini, la Conchita di Zandonai e la Linda di Chamounix di Do-

nizetti; e fra il 20 e il 31 dicembre assisteremo già alle rappresentazioni dell'Amico Fritz di Mascagni e del balletto I comici gelosi, adattato dal Casella alla musica di Alessandro Scarlatti. Per l’Epifania andrà in scena la Donna senz'ombra di Riccardo Strauss; ma subito dopo seguiranno lo Chénier di Umberto Giordano, la Fiamma di Ottorino Respighi, la Forza del destino di Verdi, la Rondine di Puccini e il ballo La della addormentata nel bosco di Ciaikowski. In febbraio si avranno il Lohengrin di Wagner, il Ghirlino, opera nuovissima di Luigi Ferrari-Trecate, il Trovatore di Verdi, la Manon di Massenet e il Principe Igor di Borodin. In marzo l'Oca del Cairo di Mozart, «ricostruita» da Virgilio Mortari, il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi, trascritto da Alceo Toni, il Mese Mariano di Giordano, il Parsifal di Wagner, il Rigoletto di Verdi, il concerto del giovedì santo (Il Mistero della Passione di Cristo, di Felice Lattuada e/la Cantata biblica di Vittorio Gnecchi), e l'Oberon di Weber. In aprile la Donata di Gaspare Scuderi, Zazà di Leoncavallo, la celebrazione del cinquantenario della Cavalleria rusticana di Mascagni e il concerto di musiche sue, la Fanciulla del West di Puccini e Maristella di Giuseppe Pietri. Riassumendo: venticinque opere, delle quali diciannove di maestri italiani e sei di compositori stranieri; un concerto sacro e uno profano, e due balli. In centoventi o centotrenta sere di

rappresentazioni, quante su per giù costituiranno la stagione, uno spettacolo nuovo ogni quattro o cinque sere. s

Si va di passo accelerato. Ma non soltanto alla Scala, Oramai le opere non «tengono » più il « cartellone » a lungo, in nessun

teatro, grande o piccolo, nostro o straniero, come usava una volta, Anche se qualcuna di queste opere piace assai più di al-

tre poste nel «cartellone»

stesso, non c'è modo di godersela

bastantemente. Il calendario delle rappresentazioni è congegnato in maniera da non consentire cambiamenti agevoli. Bisogna che ogni opera segua il turno predisposto: ogni indugio, ogni

inciampo può causare guai non tanto lievi e non sempre sanabili. Giova

all’arte e sodisfa

il pubblico

l'andamento

accelerato

delle rappresentazioni d'opere? Per tanti segni evidenti dovrem-

mo dire di no, o almeno non giova e non sodisfa al tutto; perché c'è anche il caso inverso, che di qualche opera non. bene accolta dal pubblico le poche rappresentazioni prestabilite siano fin troppe. Ma ora l’uso è questo, e la consuetudine, si sa, diventa legge. “Ottimo disegno ridare il Guglielmo Tell di Rossini. Dieci anni fa ricorreva un secolo dalla sua prima rappresentazione allOpé ra di Parigi. In Italia fu rappresentato nel Teatro del Giglio di Lucca, il 17 di settembre del 1831; alla Scala, la sera di Santo Stefano del 1836, trasformato nella vicenda drammatica da Calisto Bassi, poiché la Censura dell’Imperiale e Regio Governo austriaco della Lombardia e del Veneto si adombrava delle allusioni politiche del libretto di Bis e Jouy, tolto (abbastanza male) dalla tragedia schilleriana, e ribattezzato Guglielmo Vallace. Il genio di Rossini s'impone nel Guglielmo Tell al particolare «genere » e al particolare « ambiente »per cui fu ideato e composto: cioè il «grand opéra » francese, La pittura del paesaggio è fresca e vivace, dalla sinfonia messa a capo della partitura, giù giù per i quattro atti, I caratteri musicali dei personaggi

scenici hanno rilievo distinto e appropriato; le loro passioni si

manifestano schiette e immediate.

dc

Il Guglielmo Tell è il dono più prezioso fatto dal genio di Rossini, genio italiano per eccellenza, al teatro francese. Col

Dal basso in alto: Nicola Benois, direttore dell’allestimento scenico; i maestri Gino Marinuzzi, Antonio Guarnieri e Tulliò Serafin.

l’aggiustatura » che secondo lui guastano il Guglielmo Tell, al pari di ogni altro «grand opéra» francese. E affermi pure Il Verdi: «Nessuno negherà il genio a Rossini: ebbene, malgrado tutto il suo genio, nel Guglielmo Tell si scorge la fatale atmosfera dell’Opéra, e qualche volta, benché più di rado che negli altri autori, si sente che vi è qualche cosa più, qualche cosa di meno e che l'andamento non è così franco e sicuro come nel Barbiere ». Ciò non di meno il Guglielmo Tell resterà una delle gemme più fulgide del dramma musicale, d'ogni età e d'ogni prese. Dal Guglielmo Tell passiamo alla Lindu di Chamounix del Donizetti. Fu composta a Milano, sul principio del 1842, in casa della bellissima Appiani, vedova di un figlio del celebre pittore. Intima amicizia correva fra la Appiani e il Donizetti. ma in aprile questi se ne va a Vienna, nominato Imperiale Regio Compositore di Camera e Direttore dei Concerti privati di S. M. I, R., come prima di lui l'Haydn ed il Mozart. Da Vienna il Donizetti manda alla Appiani alcune lettere, dalle quali traspare il desiderio dell'amica lontana e la nostalgia del cantuccio milanese abbandonato, sebbene protesti coi parenti che egli e la Appiani si cono. scano e candidamente».Il Donizetti la informa dell'ottimo esito della Linda, rappresentata la prima volta nel maggio del 1842 al Teatro della Porta di Carinzia (interpreti di « cartello » la Tadolini, la Brambilla, il Moriani, il Varesi, 11 Derisis, il Rovere) e le confessa il mediocre stato della sua salute, invocandola con strettissima confidenza: «Peppina mia, aiutatemi voi!». Povero Donizetti: di lì a poco, un anno o due, avrà finito per sempre di comporre. La sua vividissima intelligenza si offusca. Può rallegrarsi delle festose accoglienze fatte alla Linda dal pubblico della Scala, la prima volta, nel marzo del 1844, e ringraziare la Appiani che gliene manda subito notizia, a Vienna. Ma com'è cambiato, il povero Donizetti, nelle relazioni con la Appiani, perché questa è cambiata con lui. La lontananza insidia gli affetti più vivi: il Donizetti, poi, non è un modello di costanza nei suoi amori (all'infuori di quello coniugale, troncato dalla morte dopc brevi anni di felice unione con la virtuosa e bella Virginia Vasselli). Il Donizetti passa, a poco a poco, nelle risposte alla Appiani, dagli appellativi: Cara amica, Cara, Donna Peppina, Chère Madame, al cerimonioso: Pregiatissima amica; e sfoga l'amarezza del sospetto con frasi asciutte: « Vi ringrazio delle nuove che mi date di Linda, e della memoria che avete del come e dove nacque ecc.», Un'ombra si frappone nell'intima amicizia del Donizetti con la Appiani, Ma il povero Donizetti è generoso, senza invidia dei più fortunati di lui. « Vi scrivo ignaro del destino del nostro Verdi, (prosegue, scrivendo alla Appiani). che gli auguro del resto felicissimo ‘e sul quale non dubito. Voi mi conoscete, e credo inutile dirvi se i miei voti sono sinceri, poiché a mia sola difesa aggiungo che per ogni dove fo di lui e del suo talento i più grandi elogi. Oltre l'amicizia che a lui mi lega». Verdi trionfa nel 1842 e nel 1843 alla Scala col Nabucodonosor e con i Lombardi alla prima Crociata esta per dare alla Fenice di Venezia l'Ernani. Le ultime parole di Donizetti alla Appiani sono: « Vivete felice ed amate il vostro ex abitatore dell’appartamento».La Linda di Chamounix è col Don Pasquale l'estremo sprazzo sereno dell'ingegno e dell'animo di Donizetti. Melodramma buffo il Don Pasquale; idillio semiserio, la Linda, tutto melodia scorrevole, nitida, Comporrà ancora, in pochi mesi, il Don Sebastiano, Matilde di Rohan, Caterina Cornaro e Gemma di Vergy, melanconici canti d'addio all'arte. Le tenebre si addenseranno sulla sua vividissima intelligenza; la sprofonderanno nel buio. Egli ritroverà il sereno fuori della vita. Veniamo al Verdi e alle opere di lui, incluse ‘nel programma scaligero di quest'anno: La forza del destino, il Trovatore e Rigoletto. Niente da dire, in proposito, da nessun lato, che non sia stato già detto e ridetto da altri. Capolavori autentici, Niente da dire nemmeno per la Rondine e la Fanciulla del West di Puccini; se non forse che la Rondine potrebbe per avventura migliorare di molto la sua popolarità, sentazioni della Scala, e mettersi in prima lineaconcon le lerapprepiù fortunate del tenero e aggraziato compositore ]ucchese. opere Niente infine da notare per l'Amico Fritz e la Cavalleria rusticana di Mascagni, all'infuori della celebrazione che nell'aprile venturo si farà della Cavalleria. cinquantenaria e doverosa celebrazione: non c'è opera musicale diOpportuna d'ogni nazione e d'ogni scuola, crediamo, che abbia corso teatro, tanto il mondo e con tanto successo, negli ultimi cinquant'anni, quanto la Cavalleria. Celebrare il cinquantenario, significa ricordare al mondo intero che l’Italia è tuttora la patria del melodramma, se uno dei più illustri compesitori melodrammatici è ancor vegeto e robusto fra noi (e sia per moltissimi viventi a venire) e squisitamente operoso. Il Mascagni, capo della anni giovane scuola detta «verista» (giovane cinquant'anni fa, ora un po’ meno, « verista»sì e no, secondo il punto da cui si considera la qua-e lifica; ché molte altre scuole si sono chiamate « veriste »prima della «giovane» sopra detta; ma il discorso dimostrativo ci porterebbe troppo in lungo e lo smettiamo); il Mascagni, riprendia. mo, si accompagna ai suoi correligionari di fede Leoncavallo e Giordano. Del primo risentiremo Zazà, artistica, parecchi anni dalla prima rappresentazione data al Teatro dopo Lirico Internazionale di Milano: esattamente trentanove, richiamandoci novembre del 1900. Zazà merita di essere «ripresa»:ha gagliar-al da struttura drammatico-musicale, slancio di fantasia di elaborazione armonfea e istrumentale, Del Giordano e sìgusto ranno lo Chénier, conosciutissimo e applauditissimo da più da-di


zione del Toni, l'Oca del Cairo nella «ricostruzione » del Mortari. Pare proprio che tutti i musicisti e gli appassionati di musica italiani si sveglino da un sonno lungo e profondo e che aprano gli occhi sulla più soave vista e sorridano. Meno male. Fanno-tanti occhiacci a tutte le composizioni nuove che si parano loro dinanzi e li scomodano nei loro gusti! Intanto, i giovani compositori, coraggiosi e valorosi, vanno in cerca di un aiuto, per campare, che nessun direttore o impresario di teatro vuol loro concedere. Oh via, un po' di carità, nei teatri d'Italia per questi giovani e degni compositori d'Italia. Opere di compositori stranieri, nel programma scaligero di questanno: Lohengrin e Parsifal di Wagner, Oberon di Weber, Principe Igor di Borodin e Manon di Massenet. Poche ed ottime. Il

Parsifal rammentiamo, si diede la prima volta in Italia alla Scala, nel 1914, appena liberato dai diritti di esclusiva rappresentazione ri. serbati dal Wagner al Teatro da lui fondato a Bayreuth. Direttore, nel 1914, Tullio Serafin; direttore, venticinque anni dopo, lo stesso Serafin. Due balli, alla Scala, nella stagione dell'anno XVIII: î Comici gelosi con musica spigolata dal Casella nella distesa lussureggiante delle composizioni di Alessandro Scarlatti (a proposito, dicevamo or ora, di trascrizioni, adattamenti, ecc.); e la Bella addormentata nel bosco del Ciaikowski, russo nel midollo, musicalmente, per i russi, molto meno per i non russi. Ma questi hanno torto, senza alcun dubbio.

Maestri direttori e concertatori di chiarissimo nome, alla Scala, anche quest'anno: Gino Marinuzzi (seguiamo l’ordine del calendario pubblicato dalla Sovrintendenza del Teatro), Antonio Guarnieri, Franco Capuana, Sergio Failoni, Umberto Berrettoni, Tullio Serafin, Franco Ferrara, Franco Ghione, Pietro Mascagni, Un po' troppi, forse (né ripeteremo le ragioni che tante altre volte abbiamo esposte in queste pagine), Cantanti celeb» signore e signorine Cigna, Stignani, (citiamo a caso), Caniglia, Favero, Pederzini, Toti dal Monte, Pacetti, Roman, Monti, Elmo, Scuderi, Oltrabella, Somigli, Pagliughi, Rasa, Casazza, Adami Corradetti; signori Beniamino Gigli, Voyer, Malipiero, Masini, Martinelli (che torna alla Scala dopo lunghi anni di buoni successi al «Metropolitan» di Nuova York), Fiorenzo Tasso, Lugo, Parmeggiani, Ferrauto, Ma roff (il giovane tenore bulgaro acclamato al « Maggio fiorentino », dell'anno scorso), Basiola, Galeffi, Vanelli, Tagliabue, Maugeri, Nava, Borgioli, Sdanowsky, De Sved. Biasini, Valentino, Bechi, Reali, Poli, Pasero, Baccaloni, Baronti, Neroni, Chiediamo scusa delle ‘involontarie omissioni. Qualche gradita sorpresa è alle viste, si sussurra, in fatto di nuovi e valenti cantanti. Così sia, Registi: Piccinato, Frigerio, Scharoff. Pittori dei bozzetti e delle scene: Grandi, Santoni, Colasanti, Zampini, Cito-Filomarino, Brilli, Sert, Dal Pozzo. Direttore dell’allestimento scenico Nicola Benois. Prima danzatrice assoluta la signorina Nives Poli, coreografa la signora Bronislava Nijiriska, Direttore del coro, il maestro Achille Consoli. Tutti di prim'ordine. E in quest'ordine mettiamo le masse orchestrali, corali e danzanti. La Stagione dell'anno XVIII alla Scala si annuncia d'importanza artistica non inferiore a nessuna delle precedenti, anche le meglio riuscite. Dobbiamo compiacerci della grande luce spirituale che da questa insigne Istituzione si irradia sul mondo civile e rallegrarci che sia nostra, in tutto e per tutto, Vedremo in un prossimo articolo come si annuncia la riapertura del Teatro Reale dell'Opera di Roma. CARLO GATTI In alto: bozzetto di Giovanni Grandi per il II atto di « Conchita »; qui sopra: bozzetto per il II quadro del II atto di « Oberon »; a fianco: bozzetto per il prologo del « Principe igor ». Questi due ultimi sono dovuti a Nicola Benois.

quarant'anni, e il Mese Mariano meno conosciuto e non così applaudito come lo Chénier.

Ma

il Mese

Mariano

è

un delicato bozzetto di vita napoletana, in cui si congiungono a meraviglia l'animo e la mente del compositore e del poeta, Salvatore Di Giacomo, è il poeta, Le opere dei nostri compositori d'oggi (e fra queste mettiamo anche la Fiamma del Respighi, scomparso avanti l'o ra) bene accolte dal pubblico în precedenti rappresentazioni, conchiudono questa nostra spe-

dita rassegna nazionale. Citiamole: la Conchita di Zandonai, Maristella di Pietri, Donata di

Scuderi.

Opere nuovissime, di compositori italiani, soltanto una: il Ghirlino di Luigi FerrariTrecate, ch'è nato nel 1884 ed ha già ottenuto altri buoni successì, in teatro. Gli auguriamo e ci auguriamo che il

Ghirlino ingrossi il numero.

Saltiamo d'un balzo alle opere antiche, di maestri italiani e stranieri, È il momento propizio, questo nostro d’ora, alle esumazioni, alle trascrizioni, alle rielaborazio: Ecco il Combattimento di Ta credi e Clorinda nella trascri-


UOMINI

DONNE

E FANTASMI

AMAREZZE E GIOIE DI QUESTA SETTIMANA 0 sconso giugno, a Roma, conobbi Augusto Genina, uno fra i più vecchi (non di È età ma d'esperienza) dei nostri registi, la cui fama rimonta ai primordi del cinema

italano,

Mentre

gli parlavo,

nella

verde

quiete

della

scasina

Vala-

gier, mu veniva di pensare ai film di lui che ricordavo, Soprattutto a quegli Amori di mezzanotte che Genina girò in Francia con attori francesi e ché mi parve (se la memoria non m’inganna), un film molto intelligente. Ma il capolavoro di Genina è, fino ad ora, Squadrone bianco. E io gli auguro*di vero cuore che il film

guato recentemente in ppagna e a Roma, L'assedio dell'Alcazar, uguagli almeno

quel bellissimo film africano. Glielo auguro perché ho molta stima di lui e del suo ingegno. Durante la nostra conversazione. si parlò naturalmente anche di

Castelli in aria, appena sfornato, E da ciò che Genina mi disse potetti arguire che egli non ne fosse molto contento. Insieme a noi, in quella placida e limpiaa mattinata di sole, c'era De Sica che aveva

veduto

il film a Berlino

in prima

visione,

sobbarcandosi alla fatica di un viaggio di andata e ritorno in aeroplano, Anche De Sica non era contento di Castelli in aria che pure aveva ricevuto in Germania accoglienze assai favorevoli. Regista ed interprete si trovavano insomma perfettamente d'accordo nel non dare a questo film molto peso. Il parere del pubblico di Venezia parve confermare i loro dubbi. A Venezia, Castelli in aria non piacque. Temo molto

che il giudizio veneziano venga confermato dalle altre città d'Italia. Intendiamoci: posto a confronto con la media produzione cinematografica, Castelli in aria non si può

dire

un

brutto

film.

È, come

tanti

altri,

un

film

inutile

o,

peggio,

un

film senza stile, Girato in doppia versione italiana e tedesca, da attori in prevalenza tedeschi con a capo Lilian Harvey che benché abiti sulla Costa Azzurra e voglia essere pagata in sterline è nata, credo, in Germania, non si capisce bene se vuole

essere un film di fantasia, una rosea favola trasportata, per gioco, in una realtà anche più rosea o un film di propaganda turistica. Nel primo caso è mancato al sog-

gettista til nostro Alessandro De Stefani) e al regista, l’ardire necessario per dare ala e poesia alla favola e insieme genialità e freschezza all'invenzione. Nel secondo caso, che povera e incolore propaganda sarebbe mai questa, Anche considerando che Castelli in aria è destinato a un pubblico straniero, non ce la sentiamo di stimare utile propaganda quella che ci mostra una vedutina di Venezia, ahimé col solito volo di colombi intorno al campanile di San Marco e un panoramino di Firenze visto dall'alto del Piazzale Michelangiolo, come in quelle cartoline illustrate che i venditori ambulanti vendono o vendevano, alle straniere inebriate, intorno alla statua del David. Né tantomeno ce la sentiamo di approvare «toto corde» un film che, pure a fin di bene, ci mostra un italiano il quale, per compiacere un ricco straniero e realizzare il sogno di una tedeschina romantica, si acconcia a

Amedeo Nazzari in una scena del film « La grande luce » diretto da Carlo Campopalliani il nostro giovane regista dal quale è lecito attendere altre significative prove.

sersela cavata, in simili frangenti, con esttema disinvoltura. E di avere, bene 0 male,

condotto

a

buon

fine

un

film

ehe

minacciava

continuamente

di. far.

acqua.

Volentieri gli riconosco codesto merito dovuto alla sua esperienza di. navigatore, rotto a ogni periglio. Ma un buon nocchiero come-lui non deve essere soddisfatto di aver raggiunto il porto a prezzo di tante rinuncie. Un buon nocchiero come lui si deve sentire profondamente umiliato di non averlo .raggiunto a vele e a bandiere spiegate. Quanto a De Sica bisognerà che un giorno o l'altro si decida a sbarazzarsi definitivamente degli abiti che gli hanno messo indosso e che oramai gli pesano come una cappa di piombo, Quel sorriso di bravo e bel ragazzo, quei gesti di damerino,

quella sua cara voce che sospira d'amore

ocn sì patetica grazia, incominciano

risentire il troppo

e cattivo uso che se n'è fatto, De Sica ha altre corde

La grande

luce

(Montevergire)

razza

e della

al suo

a

arco.

È tempo che gliele facciano provare. Prima che il pubblico si stanchi di vederlo apparire sullo schermo con quel cauto passo di paggio Fernando, Lilian Harvey, dal canto suo, cela come può la decadenza degli anni e la mancanza di «sex-appeal». Ossia movendosi in mezzo alle cose e agli uomini, con quella nervosa agilità, con quel fresco abbandono di matura bambina che le valsero il successo del « Congresso si diverte». Purtroppo la Harvey, da allora, è rimasta sempre la stessa e oggi non può più contare sulle attrattive della giovinezza. Ma una luce, una piccola quieta luce come di stella al tramonto, riesce a spargerla anche in questo film dove, muovendosi quasi sempre a ritmo di ballo, non ci lascia vedere che il meglio del suo volto e del suo corpo disperatamente magri, ci indica

una

strada che il nostro

cinematografo

potrà percorrere trionfalmente quando, ‘lasciate .in disparte le fisime della commediola mondana o della farsetta borghese, si deciderà a ispirarsi alla tradizione della

nostra

nostra

terra; alla religiosa

rusticità

dei nostri

costumi,

al calor di vita del nostro popolo semplice e schietto quant'altro mai: La grande luce è un esempio tanto più memorabile quanto -più raro di ciò chel il

nostro cinema

potrebbe

fare movendosi

un capolavoro e,tantomeno

in codesto

senso.

Non

dico che jl film sia

che non manchi di difetti. Ma pure attraverso

parec-

chie incertezze e sforzature di stile ché in un film di tanto vigore e*di sì ampia e solida stesura fanno davvero macchia, « Montevergine» è degnissimo di rappresentare la nostra cinematografia in Italiae all'estero. E piace che lo abbia

concepito e diretto con tanta fede e passione un regista nuovo,

il Campogalliani,

e che lo-interpreti un attore, il Nazzari, i cui mezzi sono andati sempre più affinandosi sino a raggiungere, come dui, risultati davverò*mirabili sia per potenza espressiva che per profondità ‘interiore. Mi sono spesso chiesto e torno ora a chiedermi che cosa. mai resterebbe dei film di Luigi Trenker se si togliessero le belle vedute. di montagnà, i paesaggi nevosi, i picchi ghiacciati con cui questo regista montanaro appaga là? sua sincera passione e al tempo stesso conforta gli occhi degli spettatori. Resterebbe Lettere d'amore dall'Engadina, ‘ossia, salvo le vedute suddette e la: bellissima rincorsa in «sci» al finale, un film mediocre e noioso. ADOLFO FRANCI

Charlotte Daudert nel film di Trenker «Lettere d'amore dall'Engadina ». - Qui di fianco: una scena del film « Castelli in aria », regia di Genina, interpreti Lilian Harvey e Vittorio De Sica,

fingersi, dietro pagamento,

un principe di sangue.

Vero è che c'è di mezzo l’amore e che il povero vio-

linista italiano (De Sica), non avrebbe mai concluso il mercato se prima non si fosse innamorato della romantica tedeschina (Lilian Harvey). Ma è altrettanto vero che l'amore è un troppo comodo mezzo per giustificare tante sciocchezze. E non vorremmo che, in

nome suo, si facessero fare, neanche per gioco, brutte figure all'Italia e agli italiani, i quali —

correndo

l’anno millenovecentotrentanove — non se la sentono davvero di rappresentare il solito « principe azzurro »

bello e ben fatto, gentile di modi e canoro di voce, agli occhi delle straniere che vengono in Italia, im-

bevute di pregiudizi e di cattiva letteratura, E tanto-

meno dovrebbero sentirsela di far la parte della marionetta lautamente pagata per soddisfare il ghiribizzo di un quattrinaio e la fantasia di una fanciulla. Basta:

perdonatemi lo sfogo, provocato da Castelli vin aria che forse

io ho guardato

con

occhio

un

po’ troppo

severo, non parendomi quasi possibile che un regista della fama e della virtù di Genina si acconciasse a ritrascrivere una storiella così trita, con mezzi e stile sì volgari. Da Genina mi sarei aspettato di meglio, un taglio più netto, un vigore più delicato, un’immaginazione più pronta e felice nel dar corpo e sostanza a questa stucchevole favola che non ha nemmeno il pregio della novità. Ma è proprio verò, forse,

che come da una rapa non sì può cavar sangue, così

da un soggetto scadente è difficilissimo cavare un buon film. Resta all'attivo di Genina il fatto di es-


AVVENIMENTI SPORTIVI

La partita di Berlino (5-2) ha già avuto i più ampi commenti nei quotidiani Noi ne diamo qui una ristretta ma eloquente documentazione fotografica che varrà, per la perfetta nitidezza delle incisioni, a confermare quanto raccontarono i cronisti sulle condizioni del terreno di gioco. Come gli stessi commentatori tedeschi hanno riconosciuto per una squadra di novizi qual'era quella presentata da Pozzo a Berlino, le condizioni del campo ridotto a palude hanno avuto un’influenza decisiva. - Sopra: azione davanti alla porta tedesca. - A sinistra: la palla in un laghetto a ‘metà campo. - Sotto: una fase in area italiana.

A Berlino, il pugile Gino Cattaneo ha conquistato il titolo europeo dei « pesi gallo » battendo nettamente ai punti il campione Ernesto Weiss. Ecco qui Cattaneo (a sinistra) mentre blocca un sinistro di Weiss.

Si è aperta a Milano con gran concorso di pubblico e di tecnici la XXI Mostra del Ciclo e Motociclo, - Qui sopra: una nuova perfetta e potente « 500». Sotto: la bicicletta autarchica in « metalleido » sostanza a base di fibre e rèsine pressate ad alto tonnellaggio che sostituisce il metallo.

A San Remo la bengmerità S. A. I. T. (Società Anonima Iniziative Turistiche) che mai st stanca di offrire svaghisall’ari$tocratica folla che frequenta il Casino Municipale, ha fatto svolgere delle interessanti ‘gare di tiro al piccione. Vi ‘hanno partecipato i più reputati campioni dello schioppo.


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LE. RUOTE Signori, voglio mettervi al corrente di quanto accade in questo basso mondo: nemico della critica opprimente, che d'ogni cosa vuol toccare il fondo, vi dirò tutto in rapide battute, senza guastarvi il sangue e la salute. Belgi ed altri stati, impietositi, avevano un progetto umanitario: costruire ospedali pei feriti delle nazioni in guerra... Oggi, al contrario, son proprio queste, ahimé, che gli ospedali li debbon costruir per i neutrali! Nella Nuova Guinea, fra quei selvaggi, hanno introdotto il giuoco del pallone: son cadute sul campo e nei paraggi, il primo giorno, trentasei persone Lance, pugnali, manichi di scopa... Sembrava proprio d'essere in Europa!

A quanto pare, un'altra iniziativa i neutri tenterebbero fra breve, nella speranza di portare a riva la cosiddetta pace. E chi ci beve? Con tutte queste mine oggi a diporto, sperare che la pace arrivi in porto!... Si parla di un’altr'arma... umanitaria, che in meno d'una breve avemaria potrà sottrar l'ossigeno dell’aria e far morir la gente d’asfissia. I Russi se ne fregano: « Pazienza! Noi da vent'anni ne facciamo senza...

»

Il muratore Pietro Di Donato ha pubblicato un libro di valore, che negli Stati Uniti ha suscitato molto entusiasmo. Strano! Un muratore mette sù un libro che gli dè i milioni, e tanti autori metton sù... mattoni! Ad Oslo, un nevrastenico incallito si stava per gettar dalla finestra e si calmò ad un tratto, avendo udito le delicate note di un'orchestra. Non c'è che da tentar l'esperimento: un’orchestrina in ogni Parlamento...

In tutto il Mar del Nord e suoi dintorni le mine sono in gita di piacere: sono state affondate in pochi giorni ventidue navi e quattro petroliere. Le petroliere cedono a una falla,

ma... i petrolieri restan, sempre a galla!

C'è un vecchio ciuco, a Londra, che fu fatto cavaliere da Giorgio d'Inghilterra e che va in Giro, docile, assuefatto, per raccogliere fondi per la guerra. Non è, del resto, un caso così raro quello di dar la croce ad un somaro.

Oggi ogni Stato, almeno in qualche giorno, vieta la carne di qualsiasi spèce: bisogna accontentarsi del contorno 0 tutto al più del pesce... I pesci, invece, con la « guerra di mine » anglo-tedesca, han carne tutti i giorni, e carne fresca. In Germania si parla nuovamente del processo d'un chimico sagace, che ottien dall'aria tutto l'occorrente per soddisfare il ventre più capace, Dall’aria? Va a finir, mondo tiranno, che un giorno 0 l’altro la razioneranno!...

Alcuni agenti, in non so più qual posto,

hanno trovato a letto rina signora RULLTETRLERLRILIELAUELULaAI! A con due vitelli, uccisi di nascosto.

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Elettro » è un gran pupazzo di metallo prodotto da una ditta, a San Francisco cammina, fa un inchino, intreccia un ballo, risponde sempre « sì » thediante un disco. Roosevelt avrebbe dettoi « Ecco un'idea! Bisognerà chiamarlo all'Assemblea...».

Afferma uno scienziato che, pian piano, l’abitudine al volo, indubbiamente, modificando l'organismo umano, renderà l'uomo assai più resistente. A che giova, però? Dai surrogati i benefici vengono annullati!

Le contro-rappresaglie anglo-francesi, di cui non c'è chi non lamenti il danno, avran dai dirigenti berlinesi una contro-risposta,:. Seguiranno, in luogo delle solite battaglie, le contro-contro-contro-rappresaglie. Stevens e Best all’amo hanno abboccato, come due pesciolini e in tutta urgenza, sfatando una leggenda, han dimostrato che, nonostante il nome « Intelligenza », in quel fiero servizio informazioni vi sono molti Best, anzi, best...ioni!

Beh, due vitelli morti, ancora ancora. Ma a volte, a letto (se ne vedon tante!) c'è addirittura un bue, vivo e parlante

Il parigino, dopo aver passato una nottate in fondo a una cantina, dando un'occhiata al gran comunicato sul solito giornale, ogni mattina, è illuminato da un'idea fulminea: « M’arruolo volontario in prima linea... »

V'invito a _meditar su un'ingiustizia: mentre in Germania il latte è tesserato, altrove ne possiedono a dovizia, i neutri soprattutto. È dimostrato che il latte, in questa guerra da pitocchi, ce l'han fatto arrivar fino ai ginocchi... Deanna è innamorata alla follia, scrive Holliwood (e a noi che ce ne limporta?) Il «lei » resiste sempre... in Romania L'Olanda insiste, diffidente e accorta, nel rompere le dighe. Altri neutrali, di rotto, sopratutto, han gli stivali! ALBERTO

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* La nostra tecnica siderurgica ha recentemente risolto un importantissimo problema autarchico, che vale la pena di esporre per le notevoli ripercussioni che esso viene ad avere presso la nostra produzione industriale d'acciaio. Dobbiamo premettere, anzitutto, che modernamente gli acciai possono essere prodotti dalla grande industria seguendo due sistemi: quello dei forni a carbone (i cosidetti forni Martin-Siemens) e quello dei forni elettrici, Il-primo metodo abbisogna di molto combustibile ‘@. precisamente di quel carbone di cui siamo importatori, mentre Îl secondo usa l'energia elettrica e quindi a tutta prima sembrerebbe che la nostra convenienza debba tutta quanta essere offerta dall'ultimo sistema. Così però non è In quanto intervengono altri elementi a spostare ì termini autarchici del bilancio definitivo, e questi elementi riguardano soprattutto la materia prima che si deve impiegare nell'uno e nell'altro metodo. Nei forni Martin-Siemens si introduce di solito della ghisa nella misura del quaranta per cento circa e rottami di ferro per il sessanta per cento, oltre a carbone pari al venticinque per cento della carica metallica totale, giungendo ad una resa in-acciaio di circa il novanta per cento Nei forni elettrici invece è consentito il funzionamento solo se si adopera ghisa per il dieci per cento ed il 90 per cento in rottami di ferro, materiale questo, che dobbiamo importare quasi totalmente, per cui ne deriva la conclusione che il procedimento elettrico se da una parte è autarchi. co per ciò che concerne il combustibile, d'altra parte non lo è più in relazione alle materie prime da cui partire. Ecco perciò i tecnici mobilitati per risolvere bene il problema, bene cioè in senso autarchico, ossia riunendo ìn un sistema nuovo i vantaggi autarchici di entrambi quelli noti: sfruttamento cioè di energia elettrica, ed impiego minimo di rottami di ferro, oggi per di più scarsissimi anche sui mercati esteri. Ed a ciò si è giunti dopo tenta» tivi e studì vari soltanto adoperando uno speciale rivestimento del forno elettrico — è noto che la natura del rivestimento ha sempre grande ripercussione sull'andamento della fusione — ed aggiungendo alla classica mescolanza di grisa e ferro, dei minerali ferrosi, quali ad esempio ematite e limonite, che contenendo ossigeno alutano grandemente la combustione del carbonio da eliminare durante la marcia del forno stesso. Non solo, ma col nuovo sistema, rispetto alla carica di ghisa e di ferro, il rendimento è del cento per cento in quanto che il calo è bilanciato dal metallo ricavato dalla trasformazione dei minerali aggiunti. Giova far notare che tali minerali possono benissimo essere ap. provvigionati alle nostre industrie dai noti giacimenti dell’Asmara quanto alla carica del forno elettrico, essa è pressa poco del 58 per cento in rottami di ferro e 42 per cento di ghisa. # In un'epoca come la presente nella quale sì è portati - per riduzione di pesi e conseguentemente di costi. anche nei casi in cui la massima leggerezza non è proprio tassativa — a risparmiare quanto più si può sull'impiego dei materiali, i laboratori specializzati ed i tecnici professionisti hanno cercato in tutti i paesi del mondo a disciplinare le possibilità di usare con parsimonia tutti î metalli, e pertanto hanno dapprima cercato di farsi un esatto concetto del come avvengono comunemente le rotture degli organi di macchine. È un caso eccezionale — si concluse — che un pezzo di macchina si rompa per effetto di sollecitazione statica o per urto lungo il suo asse; e raramente la frattura presenta il caratteristico aspetto delle rotture che si producono in laboratorio nelle comuni macchine di prova. Si può anzi dire che una rottura non si produce mai perchè si arriva al valore del carico ap-

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punto di rottura: per contro'un dato valore del carico unitario, nella fibra più sollecitata, produce una fessura che ad ogni ripetizione del ciclo di sforzi avanza secondo una superficie normale alla direzione dello sforzo massimo, sino al momento in cui la sezione del pezzo diviene abbastanza ridotta da rompersi definitivamente tutta quanta sotto un ultimo sforzo. In seguito a queste constatazioni si sono messe a punto delle nuove macchine di prova per materiali metallici — e particolarmente per gli acciai — e così sì concluse che sì arriva a stabilire per ogni materiale un carico chiamato «limite di fatica » oppure «limite di durata» al disotto del quale nessun sforzo ripetuto all'infinito porterà mai alla rottura del pezzo interessato. Naturalmente tale carico limite diversifica a seconda del genere della sollecitazione che si prende in considerazione (trazione, flesslone, torsione o compressione) ed è evidente quale importanza potrà assumere tale dato in avvenire se effettivamente esso potrà scaricare i progettisti da ogni preoccupazione inerente alla durata dei vari pezzi sollecitati. D'altro canto ci sì è sforzati anche di stabilire un rapporto tra il « limite di durata » e le altre caratteri. stiche meccaniche, ma a ciò non sì è ancora giunti con tutta precisione: è pure allo studio la questione dell'effetto acceleratore che la corrosione (impieghi chimici) può avere sul limite di fatica, ed anche tale aspetto del problema della durata dei materiali in servizio suscita tutta l'at tenzione perchè giunga presto ad una concreta soluzione.


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* Presso il G.U.F. dell'Urbe è in corso la costituzione di un Centro interuniversitario di politica estera che ha per scopo di coordinare e di diffondere tra i fascisti universitari lo studio dei problemi della politica internazionale. Il Centro curerà il collegamento con gli Istituti culturali italiani che si occupano di relazioni con paesi stranieri, al fine di ottenere con i fascisti universitari iscritti al Centro particolari facilitazioni nel loro lavoro, borse di studio, ecc. Saranno inoltre mantenute relazioni con alcune associazioni culturali straniere. Presso il Centro sarà creata una biblioteca fornita di opere aggiornatissime italiane e straniere, mentre saranno date, a chi ne farà richiesta, informazioni bibliografiche sui singoli problemi. I lavori più notevoli dei fascisti universitari iscritti al Centro verranno pubblicati su riviste e periodici o raccolti in fascicoli da stamparsi a cura del G.U.F. dell'Urbe. La Sezione di politica estera del G.U.F. dell'Urbe, cui è affidata l'organizzazione del Centro, comunica che verrà fra breve inìziata una serie di Convegni culturali la cui direzione sarà affidata a camerati di particolare competenza, su argomenti di attualità, oltre che in preparazione ai Littoriali dell'Anno XVIII #* In un recente rapporto della Sezione laureati e diplomati del G.U.F. cui hanno partecipato î rappresentanti del G.U.F. presso i Sindacati professionisti e artisti, è stato concretato il programma di attività da svolgere nel diversi settori che interessano 0 richiedono l'opera degli iscritti. La collaborazione tra il G.U.F. e i Gruppi rionali fascisti sarà intensificata maggiormente attraverso le Sezioni rionali laureati e diplomati: in particolar modo sarà potenziata l'attività culturale e propagandistica rivolta specialmente ai giovani lavoratori. Per quanto riguarda i Corsì di pratica professionale, essi saranno ripetuti e, oltre a quelli effettuati lo scorso anno, ne saranno indetti dei nuovi, data la rispondenza che essi hanno avuta presso gli interessati ed in considerazione degli scopi pratici ed utili che essi si ripromettono di conseguire. Così quest'anno avremo quanto prima il corso per avvocati e procuratori, € in seguito, quelli per tecnici agricoli, farmacisti, geometri, ragionieri e periti. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Sezione a Palazzo Braschi a Roma. * I ventitrè studenti delle scuole medie della provincia di Palermo che sono riuciti vincitori del concorso indetto dal giornale L'Ora, sono stati ricevuti a Roma dal Ministro Bottai. I giovani si sono poi recati a deporre corone alla Tomba del

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Milite Ignoto e al Sacrario dei Caduti Fascisti a Palazzo Littorio. * Sono aperte per tutti gli iscritti al G.UF., alla GI.L. e al P.NF., di età inferiore ai 28 anni, le iscrizioni alla sezione teatrale del G.U.F. I migliori, selezionati come registi, attori, scenografi, entre. ranno a far parte del complesso drammatico. * Il G.UF. dell'Urbe bandisce, con la autorizzazione della Segreteria del G.U.F. e del Ministero della Cultura Popolare un concorso per un romanzo inedito. Al concorso possono partecipare tutti i fascisti universitari dei.G.U.F. italiani e dei G.U.F. all'estero. AI vicitore del concorso saranno assegnate în premio lire cinquemil ll G.U.F. dell'Urbe curerà inoltre, o rettamente o mediante una Casa editrice, la pubblicazione del romanzo premiato. Una commissione di scrittori e critici letterari, la cui composizione verrà quanto prima comunicata, giudicherà dell'assegnazione del premio. 1 romanzi debbono pervenire all'Ufficio Cultura del G.U.F. dell'Urbe in triplice copia dattilografata entro il 31 maggio 1940-XVIII accompagnati dall'indicazione del nome e dell'indirizzo dell'autore e dal certificato di iscrizione al G.U.F. La commissione si riserva il diritto di dividere il premio fra i diversi concorrenti e di non assegnarlo qualora non ritenesse alcun romanzo meritevole di premio, In questo caso l'ammontare di esso verrà messo a disposizione del Ministero della Cultura Popolare, perché la somma venga devoluta a norma delle vigenti leggì, a scopi di assistenza. #* Un altro concorso per soli studenti romani, è bandito per quattro borse di studio: una a studenti della Facoltà d'Ingegneria dell’Università di Roma; una a studenti della facoltà di Architettura della stessa Università: una a studenti di tutte le rimanenti facoltà dell'Università stessa; una infine a studenti della R. Accademia di Belle Arti e del Liceo Artistico. Domande non più tardi del 10 gennaio 1940 alla Segreteria ‘della Fondazione « M. Moderni » (v. Ripetta, n. 218).

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COMPLICAZIONI

A

MILANO

ne, alla quale verranno invitati gli sportivi delle Nazioni amiche, e primi fra tutti gli italiani. * Ippica. L'assemblea dell'Ente Nazionale Corse Ostacoli ha respinto a maggioranza la proposta di ritardare il debutto dei 3 anni în siepi al 1° luglio e dei 3 anni în ostacoli al 1° dicembre approvando invece all'unanimità che dalle corse dei tre anni in siepi non vengano esclusi i fantini. — La decisione dell'Aga Khan, il famoso Maragià indiano, di ridurre sensibilmente la sua scuderia da corsa ossia di vendere a breve scadenza la sua collezione di stalloni yerlangs e di non sostituirli, ha causato una viva emozione negli ambienti ippici. « È probabile che ritornerò alle corse in Inghilterra su una più grande scala, ha dichiarato l'Aga Khan, fra due o tre anni, ma ciò dipenderà dagli avvenimenti ». * Calcio. Non sempre la sostituzione degli allenatori è devoluta a ragioni tecniche, perché il più delle volte le cause sono dovute agli.. umori momentanei dei dirigenti o del pubblico. Ciò, è dimostrato dal fatto che Garbutt per tre volte è ritornato al Genova, come pure Ging al Modena, Fellsner al Bologna, Kutik al Bari, ecc. — Sembra che ai primi di gennaio del 1940 verrà in Italia la squadra dell'Huracan, seconda classificata nel campionato argentino di quest'anno. La squadra si fermerebbe un mese, disputando incontri con le maggiori società nostre, e sarebbe rinforzata con elementi di al squadre argentine. L'Huracan ha come allenatore l’ex giuocatore del Genova, Stabile, il quale ha adottato il sistema di allenamento ‘in uso in Italia. — Malgrado la presenza di quasi 30.000 persone, l'incasso dell'incontro Italia-Svizzera svoltosi a Zurigo, è stato di soli 40 mila franchi, pari a circa 180.000 lire. — Aderendo all'invito della consorella danese, la F.I.G.C. ha deciso di inviare il prossimo anno a Copenaghen una rapprésentativa italiana. * Tennis. Dal 22 al 26 dicembre prossimo, si svolgerà a Barcellona un importante ‘orneo internazionale. La Federazione spagnola, per conto del Club De Turo, organizzatore della manifestazione, ha invitato due giuocatori italiani a prendervi parte. — La nostra Federazione ha accettato di far disputare alcune partite — aderendo all'invito della consorella olan-

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dese — ai giuocatori di ritorno dal giro scandinavo, limitando però l'autorizzazione a solo tre nominativi. Pertanto Canepele, Romanoni e Quintavalle giuocheranno in Olanda il 6, 7, 8 dicembre. * Varie. Una notizia che interesserà molto gli appassionati di scherma si riferisce alla Coppa Tersztianeszky. Difatti la classica competizione di sciabola tra l'Ungheria e l'Italia verrà disputata nella prossima stagione a Sanremo: € precisamente Îl 25 febbraio. — Oltre alle gare nazionali già in programma per l'anno XVII che saranno ripetute nel nuovo anno, l'attività schermistica prevede la disputa, come prova di nuova istituzione, il torneo misto per maestri e dilettanti, anche per le armi di fioretto e sciabola, una gara interzone a squadre di fioretto femminile, la Coppa dei littori riservata agli schermidori universitari che abbiano ottenuto negli anni precedenti il titolo di littore, e, come importante gara spettacolare, la Coppa dell'Impero di spada a squadre. Per quest'ultima prova, alla quale prenderanno parte sette zone, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Lazio, Campania, Puglie faranno parte delle rappresentative schermidori di prima, seconda € terza categoria. — Il primo incontro internazionale degli azzurri del disco su ghiaccio avrà luogo entro il mese di gennalo con la nazionale svizzera. A questo incontro farà seguito quasi certamente quello con l'Ungheria a Budapest. — Un importante incontro di ginnastica artistica avrà luogo il 17 dicembre a Milano fra la squadra nazionale d'Italia e d'Ungheria. * Ciclismo. Per la stagione 1940 la casa Legnano, dopo aver confermato Gino Bartali, Pierino Favalli, il toscano Magni e il romagnolo Succi, ha chiamato a comporre la propria squadra i giovani Coppi, Ronconi e Ricci. Altri cinque elementi verranno scelti tra breve. — L'attività nella prossima stagione sarà molto intensa e il lavoro dei corridori di tutte le categorie notevole, data la grande richiesta di date alla F.C.I. La stagione si aprirà ufficialmente il 10 marzo con la Milano-Torino, alla quale farà seguito nove giorni dopo e cioè il 19 marzo la Milano. Sanremo. Molti problemi sono allo studio presso la presidenza federale e tra | maggiori vi sono: il Giro d'Italia, che avrà il suo svolgimento tra la fine di maggio e la prima quindicina di giugno; : campionati del mondo, la riunione per il calendario e il probabile trasferimento della segreteria del-

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la Federazione Internaz. a Roma. — Per quanto limitato a soli nove mesi, nella stagione dell'anno XVII si sono svolte quarantotto corse che hanno avuto ventun vincitori. Gino Bartali ha vinto tredici gare con un complesso di 6174 km. Leoni è stato il corridore che ha condotto a termine il maggior numero di gare — 40 — con un totale di 6985 chilometri. — La nostra F. C: I. sembra intenzionata di far svolgere nella prossima primavera una grande gara dietro allenatori meccanici, sul tipo Parigi-Roubaix. La competizione dovrebbe effettuarsi sullo stesso circuito prescelto per la disputa della classica corsa automobilistica delle Mille Miglia. — Con la data probabile del 23 giugno 1940 e sul percorso Roma, Littoria, Formia, sì svolgerà il Campionato dei dilettanti dell'anno XVIII. La prova unica verrà preceduta da un indeterminato numero di gare di selezione per zona, ognuna delle quali porterà alla finale un numero prestabilito di corridori. — Il giornale parigino L'Auto annuncia fin d'ora 1 suoi propositi riguardo alla prossima stagione su strada. Il confratello francese conta di organizzare la Parigi-Roubaix e la Bordeaux-Parigi. Inoltre vi è l'intenzione di organiz» zare 1) 135° giro di Francia, sia pure con un percorso lotto.

COGNAC

PROSECCO

più ricca e completa di quella che trovasi _stilizzata nelle opere delle prime civiltà elleniche. La stilizz: zione propria di queste epoche è superata da una CONEGLIANO concezione lirica che armonizza tut ti i particolari della realtà, dandoci raffigurazioni complete, in tutti i loro valori pschici e fisici, di creature umane quali riscontriamo nella vita reale. Chiamasi Fenestella Confessionis un particolare dell'architettura sacra del secolo IV, epoca in cui negli edifici sacri trionfò la forma basilicale. A metà circa della navata Pochissime persone danno l’attenzione che si richiede, di mezzo di queste antiche basiliche sì trovava una piccola ara che sorgeva sulla sepoltura del martire (confessor) al ai primi sintomi d'uno stomaco rovinato, Le gravi quale basilica era dedicata. La piccola finestra che si malattie di stomaco non si sviluppano dall’oggi al- apriva lanell’ara, permettere ai fedeli di vedere le rel'indomani; esse cominciano da piccoli malesseri dige- liquie che vi sionde custodivano, si chiamava appunto feneconfessionis. Così, per esempio, nella basilica di stivi come sarebbero la pesantezza, la flatulenza ed stella in Classe di Ravenna. una leggera sensazione di malessere dopo i pasti e Sant'Apollinare Il pittore bergamasco Simone Peterzano (non Petazzano, non è che alla lunga che questi disturbi si manife- come erroneamente ci scrive il nostro abbonato) tenne in Milano dove fu maestro del Caravaggio dal 1585 stano con sintomi cronici, Curate i vostri disturbi scuola fu uno dei più celebri manieristi che, al pari del di stomaco fin dal principio, Fin dai primi dolori, al 1589; nelle molte sue opere disseminate in gran numero prendete un mezzo cucchiaino di Magnesia Bisurata Campi, di chiese lombarde, tenne fede all'atavico gusto naturali in un poco d'acqua calda dopo i pasti. La Magnesia stico. Abbandoniamo i musel; le chiese, le scuole di pittura Bisurata non solo neutralizza la soverchia acidità che per immergerci nelle acque dei fiumi e del mare. Plancton, è la causa della maggior parte dei disturbi dell'ap- nome di chiara derivazione greca è l'insieme dei minuscoli (talora addirittura microscopici) organismi animali o veparato digestivo, ma raddolcisce e protegge le pareti getali ALL’INSEGNA che galleggiano superficie o a non grande prodelicate dello stomaco. La Magnesia Bisurata si trova fondità raccolti in banchiin che qualche volta sono di estenDEI SETTE SAPIENTI in vendita in tutte le Farmacie. ‘sione enorme. Abbiamo così ll Fitoplancton e lo Zooplancton. Il plancton serve d'alimento ad una grande quantità di specie ittiche, che a loro volta alimentano specie più Qual'è la ragione meccanica o fisica per cui il siluro grosse. Donde il detto: molto planctos, molti pesci; e viriesce ad affondare una nave? La percussione del siluro ceversa. Le acque prive di plancton sono infatti quasi contro lo scafo determina la confagrazione della carica sempre spopolate di pesci. interna e quindi l'esplosione. In tale istante sì sviluppa Il Necton si può considerare, grosso modo, una specie di un'enorme quantità di gas che dà fulmineamente luogo zooplaneton anch'esso; si differenzia però da questo per il ad una formidabile pressione della massa d'acqua cirfatto che, mentre lo zooplancton è trasportato dalle corcostante ancor prima che questa abbia il tempo di sporenti e non ha indipendenza di movimenti migratori, il starsi. Com'è naturale, il fenomeno genera quindi un'onnecton può invece intraprendere per conto proprio migradata di compressione enorme che, in aggiunta alle parizioni più o meno considerevoli. menti enormi pressioni dei gas, sfonda gli ostacoli, che IMPERMEABILI La Madreperla — ci scrive una lettrice — è forse un sotle si trovano vicini: în questo caso la parte subacquea toprodotto dell'ostrica perlifera? In un certo senso, sì. La della nave, vale a dire la sua parte più delicata e vitale. ABBIGLIAMENTI SPORTIVI madreperla è il prodotto della stessa conchiglia bivalve, la È difficile però che un siluro solo basti a provocarne Meleagrina margaritifera, che dà la perla. Chiamasi apl'affondamento, ragione per cui le siluranti ne lanciano atei punto madreperla la dura e iridata sostanza che forma la sempre parecchi contro lo stesso bersaglio, Il Courageous, parte interna delle valve; le quali, nella parte esterna per esempio affondò dopo esser stato colpito in pieno verdastra e rugosa, vengono logorate fino a totale aspo: da ben cinque siluri. tazione della stessa mediante uno strumento apposito, più « L'Ilustrazione Italiana » è stampata su carta forL'origine della funzione religiosa delle Quarant'ore va frequentemente con degli abrasivi chimici, finché resta a nita dalla S. A. Ufficio Vendita Patinate - Milano ricercata a Milano durante quel travagliato periodo stonudo solo lo strato di madreperla. rico in cui il Milanese fu teatro di guerre devastatrici Quasi tutte queste conchiglie possono dare una certa fra Carlo V e Francesco I, vale a dire în principio del Fotoincisioni Alfieri & Lacroir quantità di madreperla di vari riflessi nei quali predomiSecolo XVI. La città correva pericolo di subire un nuonano volta a volta il verde, il violaceo, il vo calamitoso assedio da parte delle solWW.WW........bhik: {00/0 NI porporino ecc. Le perle sono secrezioni datesche di Francesco I e la minaccia sgomorbose dell'organo produttore della mamentava il popolo che sapeva per esperiendreperla. za come tali imprese sì risolvessero sempre Un'altra signora ci chiede'quale sia l’aniin terribili sofferenze per lui. Fu allora Ei male più torace esistente sulla terra; forse che un frate, tale Francesco da Ferno, saEi attende che le si risponda: l'uomo. Nienlito sul pulpito della Metropolitana, arrinte affatto. Per quanto non sia possibile acgò il popolo perché, a scongiurare il pe5 certare in proposito un campionato assoricolo, fosse esposto il Santissimo sull'alH luto, i più impressionanti esempi di voratare per quarant'ore, continuandone l'ez cità si trovano forse nei pesci e precisasposizione per un anno intero, sempre per mente nelle specie più piccole. Nel Melaquarant'ore, dall'una all'altra chiesa. Così nocetus Johnsonii, per esempio, lo stomaè che tale devozione, nata in Milano nelco ha un volume che è circa il doppio di l'accennata congiuntura, si estese poi a tutto il corpo; questo pesce può infatti intutta la Cristianità. Dal 20 dicembre gli impianti sportivi e ì servizi turistici funzioneranno con golare animali di grandezza doppia della Le Maschere funerarie d’Antinoe, che perfetta normalità in tutte le stazioni della zona. Informazioni: Uffici sua e digerirli tranquillamente; per mesi trovano al Museo Guinet di Parigi, rapglio sopperire alla sua voracità insaziaViaggi. Invio gratuito di opuscoli: UTA Bolzano. Riduzioni ferroviarie 50% presentano due teste femminili della Grebile, madre natura lo ha fornito sul muso n ___——_—@—T—_——@—@——n —_—— cia Arcaica (VI secolo a. C.), La loro imdi una appendice luminosa con la quale m. 1100 - ALBERGO GUDRUN: Istruzione adesca altri animali che vengono quindi COLLE ISARCO sciistica gratuita. a mettersi volontariamente a tiro delle ‘sue formidabili mandibole. Chi fu il primo cardinale di Milano? Fu San Galdino dei nobili Valvassori della CORTINA d'Ampezzo 222% Funivie -2 Slittovie-1Sciovia Sala. Fu l’anima della resistenza contro MAESTOSO ALBERGO MIRAMONTI: Scuola Nazionale di Sci. il Barbarossa. Passò a miglior vita il mese Pattinaggio. Orchestra. prima della vittoriosa battaglia di Legnano PALAZZO CRISTALLO: 237 letti, 52 bagni. Telefoni nelle camere. della quale, per l'opera da lui data duranOrchestra. Pattinaggio. Scuola di sci. Mondanità. te la preparazione, può ben dirsì uno dei principali artefici. Morì sul pulpito della GRANDE ALBERGO SAVOIA: Primo ordini tt, 50 bagni. Metropolitana durante una sua predica Centrale. Isolato. Molto sol contro l'eresia del Cattari. sioni da Lire 61.

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responsabile

S. A. ALDO

Ing. E. WEBBER & C. Via Petrarca, 24 - MILANO GARZANTI

Editrice-proprietaria


Frase a intarsio (xxoyy x'oyyyoo)

PARTITA DI STUDIO di A. Gentili

EVOCAZIONE Un drappo lieve, sottile e morbido

ci

23,19-11.15; 2117-10.14; 19.10-5. 15; 26.21-6. :1.18-14.21; 23.14-10.] 24.15-11.20; 24.15-19.23; 3128-23. 27; 30.23-2.6; 18.14-10.19; 23-146.11; 15.6-3.19; 28.23-19.28; 32.234.7; 23.19-7.11; 29.26-8.12; 26.229.13; 17.10-11.14; 10,6-14.23; 6.2-

Muti a l’altare con ansia

23.27;

2.6-27.30 patta.

(a) 8.12 (Nota) 18.14.

12.16;

rapirsi d'arridenti e soavi visioni. Oh, dove andava? Forse sul tramite di sconosciute lontane

20.15-

30.27-7.11; 14.7-4.20; 28.23

i 26; 20.15-7.11; 20; 24.15-4.7; 32.28-7.11; 29.26-11.20; 28.23-20.27; 31.15-5. 10; 26.22-3.7; 22.19.

20; 18.14 ecc, patta, (b) 4.7; 32.28-5.10; 20,15-11.20; 24-22.26;

20.26- (vedi diagramma) 10.14 c); 26.21-7.18;

24.15-19.22; 18.11-12.19; 21.18-22.26; 30.21-19,23; 28, 24.20-26.30; 20.16 ecc, il Bianco è in lieve vantaggio

ma la partita è patta.

(c) 9.13; 18.9-11.14; 26.22-19.26; 30.21-14.19; 31.27-7.12; 2016-12, 15; 16.12-10.14; 17.13. 12.7-3.12; 9.5-12.16; 5.2 ecc. il Bianco

vince.

Verticali . Ampio. , Ostie. i Teatro, i. Calore. 5. Arcigrafomani. . Rimpinguatore. 6. Mastice. . Picconi, . Martoriamenti. 7. Testimonianza, . Fresco. . Renata. . Opali. L Serbi. Il Bulgaro Le definizioni date, sono gli anagrammi delle parole da inserire nello schema.

PROBLEMI (a premio) N. 189 di Giovanni

Zinetti

N. 190 di Angelo Volpicelli

Bianco muove e vince in 4 mosse

Il Bianco muove e ‘vince in 4 mosse

(Castelnuovo d'Asola)

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Parola decrescente anagrammata Un picco] strappoippo apparve

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Il Duca Borso

N. 191 di Genesio Pelino

(Volterra)

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ASTERISCHI rsazioni di Cameo alla radio sono state sospese, Lo della Diinine per uni ‘motivo. Ora la Presidenza che sono

non soci) da tutti isoci (e aoman racc questionario

abbonati alle

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izioni, di rispondere

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1. A) giorno dan l'addio sì melanconico. 2. Mentre tu lo cominci lietamente.

3. Il tempo, senza soste, passa rapido, 4. Ed ei tutta turbata

ne ha la mente.

enimdell'EIAR, tenendo presente (II parte, lettera L) l'arte sa-

5. Che cosa son? De l'acqua e de la polvere.

rebbe un patente mezzo di propaganda.

7. Proprio in questo momento rapidissimo.

brevissimo, mistica. Un programma del genere, sia pure

6

Come

dice

un Tomaso

Il Bianco

americano.

8. Un niente in fondo in fondo, un cerchio vano,

LA POSTA

Anteo

DI EDIPO

Pin. - Messale antico è vecchio, Conclave ric lissimo conclavista. Non mi Laghi a frappé. La mnemonica è incompleta nel bisenso. ut imi. e Z. G. - Questa è una rubrica riservata esclusivament

SOLUZIONI

DEL

SOLUZIONE

DEI

PROBLEMI

DEL

N. 46

19.14; 29.22; 28.23; 31.6.

Le soluzioni devono pervenire alla rivista entro otto giorni dalla data di questo fascicolo. Fra i solutori sarà assegnato mensilmente un premio di L. 30 in libri da scegliersi fra quelli editi dalla Casa Garzanti.

DEL N. 46

1. La lettera L. — 2. LE fanFARONAte. — 3. Ilcampanaro. — 4 Balena, falena, — 5, Il «ring». — 6. MOLecoLA. — 7. Attacco a fondo.

ino)

Il Bianco muove e vince in 4 mosse

N. 181 di Dott. A. Gallico: 12.7; 18.14; 17.21; 2121 N. 182 di F. Piccoli:

Premiato: G. Scaldaferri - Lagonegro

e vince

N. 46

P. pi

problema a base di numeri. Saluti.

muove

Errata corrige. Nel problema N. 182 presentato nel N. 46 del 12 novembre u. s. la pedina nera in 19 va posta în casella 18 per evitare la demolizione in due mosse.

al-

vostro l'enimmistica classica; non posso, quindi, accettare il

SOLUZIONI

N. 192 diG. Berto Gagliardi

«Tecnica nuova »

Crittografia (frase: 5-7-1-2-9)

Premiato: A. Cardella - Apricena

(Vedi alla pagina seguente le rubriche

Scucchi e Ponte)

sulla busta la rubrica a cui si riferiscono, Le soluzioni di tutti { giochi, accompagnate dal relativo talloncino, devono essere inviate a L'Illustrazione Italiana, Via Palermo 10, Milano, specificando ILLUSTRAZIONE ITALIANA Soluzioni Enimmi N, 49

|:

ILLUSTRAZIONE ITALIANA Soluzione Cruciverba N. 49

ILLUSTRAZIONE ITALIANA Concorso

permanente

ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

Soluzioni Dama N. 49

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©. Guimard (Carpgnta)

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del mese di ottobre 1939: numeri 40, 41, 42, 43, 44: Bassì Ada, Udine - Tardani Marlo, Milano, G. Femnantis

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Bianco matta in 2 mosse

— CAMPIONATO ITALIANO PEL 1940. - Ecco le CCXXIX. norme particolari che l'Associazione Italiana Ponte ha emanate P O N I E per la disputa del Campionato d'Italia a squadre per il 1940. Le iscrizioni si chiuderanno il 15 dicembre 1939-XVIII alle ore 15. Sono ammesse al Torneo squadre composte di soci dell'A. I. P. Per quest'anno l'Associazione concede che concorrano squadre composte di noci di Enti associati alla A. I. P. a che |.tribuiti 2 purtl alla squadra vincente e zèro punti alla squadra se dovessero entrare nella disputa delle semifinali, condizione i componenti

perdente. In caso di parità verrà assegnato 1, punto per ciascuna squadra \ Per la designazione della vittoria nei turni eliminatori è sufi ciente la differenza di 1 punto di partita. Se dopo le 32 mani regotamentari le squadre fossero pari, verranno giocate altre 8 mani supplementari (cumentabili previo accortlo dei capitani) dopo di che verrà assegnata la vittoria 0 la parità senz'altro. Negli incontri di semifinale il punteggio sarà il seguente: 1) Differenza in punti di partita superiore al numero delle mani giocate: 4 punti alla squadra vincente; zero punti alla perdente. 2) Differenza in punti di partita superiore ad un ottavo delle mani giocate: 3 punti alla squadra vincente; 1 punto alla perdente. 3) Differenza in punti di partita inferiore ad un ottavo delle mani giocate: 2 punti alla squadra vincente; 2 punti alla perlente. Per la finale se l’incontro risultasse nullo dopo le 64 mani, si giocheranno altre 16 mani supplementari dopo le quali sarà suf= ficiente la differenza di 1 punto per stabilire la squadra vincente. In caso di parità di punti si vaglieranno le mani favorevoli, e in caso di parità di queste ultime si vedrà il totale dei punti di partite vinti e quello dei punti persi. L'Associazione Italiana Ponte, che, come è noto, ha sede a Milano, Via Manzoni n. 1, surà lieta di fornire ulteriori chiarimenti a chi glieli chiedesse.

di tali squadre per continuare il Torneo devono regolarmente iscriversi come soci della A. I. P. Ad ogni sezione 0 sede femporara è concessa la massima libertà per la data dei singoli incontri. Restano solo fissati i seguenti termini Turni eliminatorii entro it 15 marzo 1540 Turni semifinali il 13 e 14 aprile 1940. Turni finali l’I1 e 12 maggio 1940. La quota d'iscrizione è fissata in L. 25, per ogni giocatore partecipante. In tale quota non sono comprese le sedute dei singoli incontri che verranno stabiliti indipendentemente dalla sezione organizzatrice. Sistemi e punteggio di classifica. I turni eliminatorii dovranno essere svolti, secondo il girone all'Italiana semplice 0 con andata € ritorno. È lasciata larga autonomia alle sezioni nella scelta del metodo da seguire, escludendo comunque «a priori a il sistema ad eliminazione diretta. dix Verranno giocate 32 mani per ogni incontro nel sistema del gitore semplice a 24 mani per ogni semincontro. nel sistema del girone con andata e ritorno. Le semifinali verranno giocate col sistema del girone semplice : ‘all’Itatiana. mediante incontri di 32 mani. {La finale verrà disputata în un solo incontro di 64 mani e vérrà, giocata in due 0 tre sedute a. seconda del tempo disponibile. Nei singoli incontri. si adotterà il punteggio internazionale dei * punti di partita, con l'aggiunta di 1 punto per ogni mano faudrevole. Per ogni singolo incontro dei turni eliminatori verranno at-

Ecco la soluzione del problema proposto nello scorso numero

La disposizione

delle carte era:

CRITICI

l'Autore ha saputo rendere con freschezza di tinte e som-

ma eloquenza descrittiva, secondato da una conoscenza della lingua qualè oggi raramente si riscontra tra i moderni narratori ».

(Popolo d’Italia)

Uco Nanni

«L'apporto del Tecchi artista e l'apporto del Tecchi indagatore d'anime, rievocatore d’ambienti e narratore esperto, si equilibrano raggiungendo un grado di intensità lirica che sì traduce in immagini e în giochi fantastici liberamente condotti eppure strettamente aderenti alla realtà umana della materia... ». *

(Gazzetta del Popolo)

E:

«..Pochi

altri marratori,

come

Tecchi,

TECCHI

IDILLI i MORAVI

Francesco

Bruno

<...Qui è lo scrittore di racconti che sfoggia tutta la sua arte, studia il quadretto, fotografa a luce giusta il tipo

| caratteristico e da tutte queste notazioni frammentarie sa poi farci cogliere îl respiro di tutto l’ambiente che egli «i ha presentato soltanto di scorcio... ». (Meridiano di Roma) QuInTO VENERI

< ..Riteniamo il libro — organico, perfetto pur nella sua frammentarietà — tra i migliori che il Tecchi abbia dato alle stampe... a. (Nuovo Giornale) Lecror « ..Si legge con passione e con interesse che prende fi-

gura di affetto».

(Gazzetta di Venezia)

PLinIo DoricuzzI Rozo

Il Tecchi trascrive tipi, ambienti, animali, mirando

frasi, nella distribuzione sapiente di luci, ombre e cadenze, che danno una rara forza poetica allo stile maturo e personale... È (La Serà) G. R. CeRrIELLO

‘agli uomini che quelle cose interpretano e vivificano». Tribuna)

tore smaltato » tanta, e così viva, è la chiarezza con cui sono illuminati questi Idilli Moravi... >. (Il Lavoro) Umserto V. Cavassa

ne, disordine, armonia, e a fissarlo in una prosa di grande effetto studiata nei toni del disegno, nella musica delle

indagatore

d'anime e colto a dar significato, prima che alle cose, (La

/A-U.T0.R-L

a sorprendere nell'anima del quadro esotico quell’accento singolare ch'è la sua vita interiore inconfondibile, passio-

rappresentano

il Tecchi

Si giocava a senz'atti. Sud giocava e doveva fare sette delle quto mani. La soluzione è una pressione che viene fatta infine su Est. Sud ‘gioca l’Asso di cuori, quindi gioca quadri fa il passetto con le quadri del morto e fa le due mani di quadri. Gioca quindi l’Asso di fiori, e fa seguire una piccola fiori che è presa da Quest. Ovest non può che rigiocare fori, che è presa dal morto. Sinmo alla sesta mano ed Est si trova nella condizione 0 di scartare l’ultima cuori liberando il 9 di Sud o di sguarnire la Dama seconda di picche, lasciando Sud libero di far poi le sue dué picche. > = Naturalmente Sud scarta a seconda dello scarto di Est € fa le ultime due mani * ico

« ..Se ci obbligassero a sintetizzare in due parole il modo di scrivere di Bonaventura Tecchi, oseremmo dire « ni-

la vita d'oggi con tanta squisita sensibilità e pronta fantasia... Questi Idilli ci ripresentàno

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25 |34, Tia

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Problema N.-772 - 1. 52-a3. Problema N. 773 - 1. Chi-g8

«...In tutti questi bozzetti, scelti con diligenza e con eriterio, si rivela sempre una potenza di vita patetica che

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Buenos Aires, agosto-settembre 1939 M. Najdorf W. Cruz (Polonia) (Brasile)

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Campionati Soeiali Mileno. - Torneo di campionato

sociale di 3» categoria per l'anno XVIII-1940, svoltosi presso il Dopolavoro Scacchistico Ambrosiano dal 29 ottobre al 14 novembre 1939. Direttore del torneo: signor Agostinuc+ «ci Ariodante.

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«...Della prosa di Bonaventura Tecchi si sarebbe detto abbastanza quando si fosse confessato d’averle, le pagi-

ne di Idillì Moravi, centellinate rigo per rigo, con la sod-

disfazione piena che si prova davanti alle cose perfette». Ezio CoLomeo

(Perseo - Popolo del Friuli)


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SENTITO

DIRE

Londra e Parigi, che nei primi giorni di guerra erano diventate quasi deserte, si vanno via via ripopolando. La gente. terrorizzata visione apocalittica delle città in fiamme e delle popolazioni dalla asfissiate fumo degli incendi e dai gas venefici, terrorizzata, insomma, da dalquella che le avevano detto ga. rebbe stata la guerra moderna, in massa rifugio e salvezza nelle campagne lontane. Adesso, cercò nonostante i moniti del rispettivi governi, ritorna nelle proprie case, un po" seccata di essersi data tanta pena per niente, seccata soprattutto di aver creduto a tante bubbole e di essersi quasi quasi lasciata prendere in giro. In sostanza, l'unico svantaggio in città è quello di dovere alzarsi Con questo cantina. all'immancabile notte, in correre allarme, la e freddo, non è certo una cosa ma il sacrificio è ben lieve di fronte a quelli che imponevapiacevole; la campagna. Senza dire che molti, i più furbi, hanno mangiato la foglia e al segnale d'allarme dall'altra parte e continuano a dormire nei caldi letti. si voltano È perciò che la gente è ritornata in città. Primi a tornare sono stati i disoccupati, gli sbandati, i vagabondi. € un nucleo di ragazzi fuggiti dagli ospizi da cui erano stati raccolti. Ora un giornale londinese ha voluto, intervistare questi reduci € raccogliere le loro impressioni. Disoccupati, spostati. ragazzi, mas: sale, lovecchi signori paralitici hanno risposto tutti in un modo. Era, per più gente che non aveva mai messo un piede fuori delle porte di Londra. In un primo momento la campagna, con la sua straha serenità ed isuoi strani colori, li aveva stupefatti; alcuni ragazzi Yedevano per la prima volta non metaforici porci somari avevano conosciuto solo al cinematografo e ne erano mucche, rimasti dapprima favorevolmente impressionati. Ma dopo due o tre giorni, a questo gradito senso di soddisfazione che dà sempre la novità, era subentrato lo sgomento. A parte la man: ganza di certe comodità moderne che soltanto Ja: città può offrire di cui ci si può anche rassegnare a far senza, ciò che soprattutto in-€ disponeva i cittadini profughi era la lentezza della vita. È straordinario come la vita in campagna sia lenta, tutti gl'intervistati. anche i vecchi signori paralitici. hanno risposto E alla lentezza è più difficile quando si sia vissuti grandi città moderne e si abbia abituarsi, subito il contagio della velocità.nelle

Modi di dire. — (Come avete potuto vol solo portar via una cassaforte di dieci quintali? — € stato un momento di debolezza, signor giudice.

ISCUOLA DI BOXE] Fa

In fondo, la grande città, quella i poeti chiamarono « tentacolare », non è che una grossa piccolachecittà e, a parte il maggior mero di abitanti e la lunghezza delle linee tramviarie, nu: sarebbe in tutto uguale amaggior quest'ultima, se non ci fosse quella faccenda della fretta. Nella grande città, in sostanza, non si fa niente di più di quanto Si faccia in una città di provincia o sia pure in un villaggio, ma si fa molto in fretta. Si può anche non far niente; in fretta, però. Di qui la necessità figli autobus, degli ascensori, dei telefoni e di molte altre cose utili.

Colazione con

piatto

Latempo gentepersi diverte sempre più in fretta: spesso, invece di perdere andare a teatro, la critica sul giornale e, se l'articolo dice che la commedia sifa legge ridere, ride; se dice che fa piangere, piange Presto nei cinematografi, mediante speciali congegni elettrici, la Dellicola girerà a velocità vertiginose e anche il più lungo metraggio Potrà essere veduto in pochi istanti.

Nelle grandi città si mangia in fretta, si ama in fretta, si fa în ita tutto. Gli innamorati si baciano rapidamente, nei ritagli di tempo. Quanto verrà messo in uso un cifrario perché gl'innamorati possano prima parlarsi perdendo meno tempo possibile. A ogni fumero corrisponde una frase. Lei ildice: « Quarantanove ». (Perché, Derché mi fai soffrire?). Lui risponde: « Cinquantasei ». (Amor mio; Perché mi dici questo?). Così la più lunga scena d'amore non durerà più di due minuti Perché nella grande città non c'è tempo da perdere. C'è una proPosta perché i libri escano già riassunti, i giochi a premio già I bambini, quando impareranno a contare, non diranno: « Uno,

Sportivi. Il vostro fidanzato, ‘iseirà subito. Egli sta facendo un po' di pugilato con il nostro allenatore.

Peperoni

Ti

BRILLANTINA

unico

vegetariano

ste

alla

napoletana Formaggi:

Robiola

Frutta

Vino: Mottarosso di Celabria Liquori: Juglaus - Acquavite di Piemonte

(>

due, tre, quattro... ». Diranno: « Due, quattro, sei, otto...

PEPERONI ALLA NAPOLETANA. colategialli tre peperoni a testa. Se possibi toni 0 rossi così detti « di Voghera ». forma, tagliate in modo che stiano bene in piedi

No, assolutamente, nella grande città non c'è tempo da perdere. Mozna vivere, amare, dormire, pensare în fretta. Anche morire in Nei quartieri più importanti della grande città si conta di mettere {n servizio, con orario regolare, autofurgoni funebri. Passerà ‘un carTozzone ogni quarto d'ora, i dottori guarderanno l'orologio e diranno Agli ammalati più gravi: « Presto, se vi spicciate, fate in tempo a hrendere il carrozzone delle 17,45». fretta diventa sempre più ossessionante e impone sempre nuovi Problemi da risolvere. Forse c'è anche una ragione di questa fretta, nessuno la sa, perché non ha tempo di pensarci. I profughi

londinesi.

logicamente,

non

potevano

rassegnarsi

Gettate in un tegame di acqua bollente di vermicelli grossi, spezzati in modo ci e salata di 5 centimetri di lunghezza. Lasciateli bol € poi sgrondateli per bene, versandoli in ove avrete preparato una certa qi ben rosolata in abbondante olio. pomodoro, e quando saranno bi

alla

lentezza campagnola. Sono rimasti iroppo poco tempo lontani dalla

‘&rande città per apprezzare i vantaggi della lentezza. La quale è Una sublime cosa e, una volta abituaticisi, è difficile distaccarsene. Vedete, 1 due formidabili eserciti che si fronteggiano lungo le due famose linee fortificate, obbligati a una inattività forzata, se nei Primi tempi languivano di noia e fremevano d'impazienza, dopo tre ipesi. disintossicatisi del microbo della fretta, cominciano a gustare Primitiva voluttà della lentezza. «notti calme» di Gamelin sembravano, in questi tempi mo. un irraggiungibile sogno. > ‘orse, quando questa guerra sarà finita, gli smobilitati porteranno dal fronte nelle grandi città lontane un nuovo ideale di pace, che si chiamerà: lentezza.

il suo. coperchietto, ed infornate. Mentre i vermicelli finiscono di cuocere eu

con spruzzat. L. senza . ....

S. A.

LINETTI, PROFUMI,

È) VENEZIA

bei funghi porcini affettati, con uno spicchio d’aglio. (se vi. dipiace), so a burro, sale e pepe, ed un po’ di prezzemolo trito. lpeperoni avranno bisogno di 50 minuti di cottura, da 20. 30 minuti, il loro grado di « maturità î funghi ». Colt che siano gli uni secondo e altri, levate il tegame dal forma. persate fra i peperoni glii funghi trifolati. Posate il tegame sui& piatto di portata guarnito pizzo, e servite caldissimo. di un tovagliolino o quadratino di Bice Visconm


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