L'Illustrazione Italiana 1942 n.20

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LA

SETTIMANA

(ERNSTRATA

(Variazioni di Biagio)

LA

conto

SBIZIMANA

ILLUSTRATA

Variazioni di Biagio)

COSTIPAZIONE INTESTINALE STITICHEZZA ABITUALE

DISTAL Affondamenti anglo-americani — Finiremo col meritarci la più alta onorificenza inglese.

T Quelta dell'ordine dei Bagno.

Vedute-ricordo — Che cosa vendete? — Delle vedute-ricordo della flotta angio-america vol? — Delle vedute-ricordo delle

4

Aiuti difficili

Churchilt: — Caro Delano, ti cedo le basi inglesi in America ma tu mandami delle corazzate, Roosevelt: — Caro Winston, per le corazzate devo fare | conti coi giapponesi.

isole del Pacifico.

In un cantiere americano — Dove andrà questa nave? — A picco!

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LA SETTIMANA RADIOFONICA I programmi della settimana radiofonica dal 17 al 23 maggio comprendono te seguenti trasmissioni degne di particolare rilievo; ATTUALITA CRONACHE E CONVERSAZIONI Domenica 17 maggio, ore 10: Radio Rurale. — Ore 14,15: I programma, Radio Igea. — Ore 15: Radio GIL — Ore 16,55: Cronaca della fase finale di una partita del Campionato di calcio Divisione Nazionale Serie A — Ore 17,30: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 20.20: Commento ai fatti del giorno. Lunedì 18 maggio, ore 9: (onda m. 420,8). Lezione di italiano per gli ascoltatori croati. — Ore 10 e 10,45 Radio Scolastica. — Ore 11,15 e 16: Trasmissione pe le Forze armate. — Ore 12,20: I programma, Radio Sociale. — Ore 14,15: I programma. «Le prime del cinematografo », conversazione. — Ore 14,45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 19,15: Radio Rurale — Ore 19,25: Trenta minuti nel mondo. — Ore 20,20 Commento al fatti del giorno. — Ore 21,30: I programma. Conversazione Martedì 19 maggio, ore 10 e 10,45: Radio Scolastica — Ore 11,15 e 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 14,45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 19,15: Radio Rurale. — Ore 20,20: Commento al fatti del giorno. — Ore 21,35: I programma. Conversazione. Mercoledì 20 maggio, ore 9: (onda m. 420,8). Lezione di italiano per gli ascoltatori croati. — Ore 10,45: Radio Scolastica. — Ore 11,15 e 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 12,20: I programma. Radio Sociale. — Ore 14.30: Rassegna settimanale avvenimenti nipponici da Tokio. — Ore 14.45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 20.20: Commento ai fatti del giorno. — Ore 2140 circa: I programma; Aldo Valori « Attualità storico-politiche ». conversazione. Giovedì 21 maggio, ore 9: (onda m. 420.8). Lezione di italiano per gli ascoltatori croati. — Ore 10: Radio Scolastica. — Ore 11.15 e 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 12.0: I programma. Radio Sociale. Ore 1445: Elenco di prigionièri di guerra italiani. — Ore 19,30: Conversazione artigiana. — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno. Venerdì 22 maggio, ore 8,30 Itinerario mistico: Al Santuario di S. Rita da Cascia. — Ore 11,30 e 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 12,20: I programma. Radio Sociale. — Ore 13,50: I programma, Enzo Ferrieri: « Le prime del teatro- di prosa a Milano», conversazione. — Ore 14.45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 19.15: Radio Rurale. — Ore 19,25: Trenta minuti nel mondo, — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno.

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SUA « EPISTULA MEDICA, TOMUS QUARTUS, LIBER It, PAO. 18 XXX PAR. 7» NELLA TINO

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QUEI DISTURBI. PROPRI ALLA MAGGIORANZA DEI PUROANTI: Sabato 23 maggio, ore 11,15 e 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 14,45 Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 16,30: Radio GIL. — Ore 19,30: Ru brica settimanale per | professionisti e gli artisti italiani. — Ore 19,40: Guida radiofonica del turista itallano. — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno. LIRICA OPERE E MUSICHE TEATRALI Lunedì 18 maggio, ore 20,40 Il programma. Musiche operistiche dirette dal maestro Giuseppe Morelli Mercoledì 20 maggio, ore 20,40: I programma. Tr smissione dal Teatro della Pergola di Firenze: VIII Maggio Musicale Fiorentino, « Don Giovanni ». Melodramma giocoso in due atti dell'Abate Lorenzo Da Ponte. Musica di Wolfango Amedeo Mozart. Interpreti: Mariano Stabile, Francesco Albanese, Franca Somigli, Maria Caniglia, Mafalda Favero, Tancredi Pasero, Italo, Tajo. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: Herbert von Karajan. Maestro del coro: Andrea Morosini Giovedì 21 maggio, ore 14,15: I programma. Musiche operistiche dirette da Ugo Tansini con il concorso del soprano Lina Pagliughi. — Ore 17,30: (onda m. 230,2) Trasmissione dal Teatro Reale di Roma: Primo e secondo atto di « La gazza ladra » Tre atti di G. Gherardini. Musica di Gioacchino Rossini. Interpreti: Ernesto Dominici, Ada Landi, Luigi Fort, Rina Corsi, Luciano Neroni, Carmelo Maugeri, Palmira Vitali Marini, Cesare Masini Sperti, Nino Mazziotti. Blando Giusti, Gino Conti Nicola Racoschi. Maestro concertatore è direttore d'orchestra: Riccardo Zandonai. Maestro del coro: Giuseppe Conca Sabato 23 maggio, ore 17,30: (onda m. 230,2). Trasmissione dal Teatro Reale di Roma: Primo e secondo atto de «Il barbiere di Siviglia ». Opera di Cesare Sterbini Musica di Gioacchino Rossini. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: Vincenzo Bellezza. Maestro del coro: Giuseppe Conca. — Ore 20,40: I programma. Trasmissione dal Teatro della Pergola di Firenze. VIII Maggio Musicale Fiorentino, «Il ritorno di Ulisse in patria »,Musica di Claudio Monteverdi. (Edizione per le scene a cura di Luigi Dallapiccola). Interpreti principali: Cloe Elmo, Jolanda Ma gnoni, Tancredi Pasero. Piero Pauli. Maestro concertatore e direttore d'orchestra Mario Rossi. Maestro del coro: Andrea Morosini. co» SINFONICI

CERTI E DA CAMERA

Domenica 17 maggio, ore 17: (onda m, 230,2) Trasmissione dal Teatro Adriano di Roma: Concerto sinfonico-corale diretto da Bernardino Molinari con il concorso del soprano Fernanda Ciani, del contralto Gilda Alfano, del tenore Gustavo Gallo, del baritono Tito Gobbi e del basso Giuseppe Flamini. Musiche di Don Lorenzo Perosi. Maestro del coro: Bonaventura Somma, Lunedì 18 maggio, ore 17,15: (onda m. 230,2). Trasmissione dal Teatro Eliseo di Roma. Stagione di Concerti della R. Accademia Filarmonica Romana. Concerto del Quintetto del Conservatorio di Musica dell I. L. — Ore 22.10 circa: I programma. Concerto del violinista Enrico Pierangeli. Ai pianoforte: Amalia Mussato, Martedì 19 maggio, ore 21,45: I programma. Concerto sinfonico diretto da V. Gui. Giovedì 21 maggio, ore 22,10 circa: I programma, Concerto del violoncellista Benedetto Mazzacurati. Al pianoforte: Renato Jost. Venerd) 22 maggio, ore 17,15: Trasmissione dal Teatro delle Arti di Roma. Concerto sinfonico diretto dal maestro Roberto Caggiano col concorso della pianista Ornella Puliti Santoliquido. — Ore 20,45: I programma. Trasmissione dal Teatro Comunale di Bologna. Concerto sinfonico diretto da Gino Marinuzzi con il concorso del soprano Maria Caniglia PROSA COMMEDIE E RADIOCOMMEDIE Domenica 17 maggio, ore 20,45: I programma. «Romeo e Giulletta »di Guglielmo Shakespeare.. Versione italiana di Paola Ojetti. Adattamento radiofonico di Guido

Salvini. Musiche di Ettore Berlioz Interpreti principali: Rina Morelli e Rossano Brazzi. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: F. rnando Previtali. Ma stro del coro: Costantino Costantini. Lunedì 18 maggio, ore 21,40: I programma. Racconti del mare. «Il Comandante». Un atto di Ermanno Molca e Umberto Quazzolo. Mercoledì 20 maggio, ore 21,25: Il programma. rinvia ».Un atto di Carlo Trabucco, (Noviti Giovedì 21 maggio, ore 20,40: I programma. « La fidan zata di Cesare ».Tre atti e un sogno di Silvio Zambaldi Sabato 23 maggio. ore 20,40: Il programma, « La scala re atti di Rosso di San Secondo. ARI TA RIVIST - CORI - BANDE Domenica 17 maggio, ore 1240: Il programma zoni in voga. — Ore 13,20: I programma. Cantate con noi — Ore 13,45: I programma. Canzoni del tempo di guerra — Ore 14,15: Il programma. Un saluto da Roma. Fan tasia musicale. — Ore 21,35: Il programma. Musiche Operettistiche dirette dal ‘maestro Petralia Lunedì 18 maggio, ore 13,20: I programma. Musiche da film. Orchestra Cetra. — Ore 14,25: I programma Musiche per orchestra. — Ore 20,30 circa: I programma Canzoni del tempo di guerra. — ‘Ore 20,40: I program: ma. «Intervista con una panchinà del Parco »,Rivista — Ore 22,15: Il progtamma. Orchestra. Martedì 19 maggio, ore 12,20: I programma. Orchestra della canzone. — Ore 13,15: Il programma. Musiche per Orchestra. — Ore 20,40: II programma. Canzonieri ban distici. — Ore 20,30 circa: I programma. Canzoni de tempo di guerra Martedì 19 maggio, ore 21,5: I programma. Motivi pa rodistici con la partecipazione di Umberto Melnati. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: Giuseppe Morelli. Mercoledì 20maggio, ore 13,20: I programma. Orche stra Cetra. — Ore 14,25: II programma. Orchestra della canzone. — Ore 17,35: Musiche da film. — Ore 20,30 cir ca: I programma. Canzoni del-tempo di guerra Giovedi 21 maggio, ore 13,15: IT programma. Musich operettistiche. — Ore 13,25: I programma. Il canzoniere della radio. — Ore 20,30 circa: I programma. Canzoni del tempo di guerra. — Ore 20,40: II programma. Ca zoni in voga. — Ore 21.25: II programma. Orchestrà classica. — Ore 22: II programma. «Stornellata sui tetl ti». Un atto di Guido Barbarisi. Musiche di Ermete Li} berati Venerdì 22 maggio, ore 19,20: Il programma. Orchestra Cetra. — Ore 20,99 circa: I programma. Canzoni del tempo di guerra. — Ore 21,55: Il programma. Gruppo del Dopolavoro corale «Giuseppe Verdi» di Prato. — Ore 22,15: Il programma. Orchestra. Sabato 23 maggio, ore 12,40: Il programma. Canzon in voga. — Ore 13,20: I programma. Le belle canzoni di ieri e di oggi. — Ore 14,15: I programma. Orchestra classica. — Ore 20,30 circa: Il programma. Canzoni de! tempo di guerra. — Ore 22: II programma, Musica varia diretta dal maestro Mario Gaudiosi


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DIARIO DELLA SETTIMANA

ITALIANA

DIRETTA DA ENRICO CAVACCHIOLI SO

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ARIO

SPECTATOR: Il terzo fronte. GIUSEPPE CAPUTI: La battaglia del Mare dei Coralli UMBERTO DE FRANCISCIS: Storia e leggenda di Luisa Sanfelice.

GIOVANNI

BIADENE;:

VINCENZO

COSTANTINI:

mane,

Mostre

d'arte

ro.

Adunata

di

artisti veneti alla XII Mostra di Ve rona MARCO RAMPERTI: Cronache teatrali ADOLFO FRANCI: Uomini donne e fan tasmi. ROSSO. DI SAN SECONDO: Ignazio Trappa maestro di cuoio e suolame (romanzo) MARCELLA D'ARLE: Eva, madre del mon do (romanzo) ALBERTO CAVALIERE Cronache per tutte le ruote ABBONAMENTI: Italla, Impero, Albanla, e presso gli uffici postali ‘a mezzo del «Servizio Thternazio Scambio Giornali» in Francia, G mania, Belgio, Svizzera, Ungheria vacehia, Romania, Olanda, Danimarca Svezia, Norvegia, Finlandia, Anno L. 210'- Semestre L. 110 > Trimestre L. 58 - Altri Paesi: Anno L. 310 - Semestre L. 160 - Trimestre L. #5, CIC. Postale N, 3/16.000. Gli abbonameriti si ricevono presso la S. A. ALDO GARZANTI EDITORE. MILANO » Via Palermo 10 - Galleria Vitto. rio Emanuele 66-60, presso Je sue Agenzie in tutti i capoluoghi di provincia e presso | principali’ librai. - Per | cambi di indirizzo inviare una fascetta e una lira. Gli abbonamenti decorrono dal primo d' articoli foto; è riservata Ja proprietà artistica letteraria, secondo Je leggi © | trattati internazionali. Stampata în Italia

ALDO GARZANTI - EDITORE MILANO, VIA PALERMO 10 Direzione, Redazione, Amministrazione: Telefoni: 17.754 17.155 - 16.851. - Concessionaria esclusiva della pubblicità: UNIONE PUBBLICITA ITALIANA S. A. Milano Piazza degli Affar' - Palazzo della Borsa - Telefoni dal 12.451 al 12.457 e sue suceursali.

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6 MAGGIO - Roma. Con disposi zione in data odierna gli appartenenti alla razza ebraica, anche se discriminati, di età dal 18° al 55° anno compresi, sono sottoposti a precettazione civile a scopo di lavoro. 1 Prefetti del Regno sono incaricati di dare esecuzione alla disposizione predetta, emanando decreti di prec tazione. 1 trasgressori saranno, a termine di legge, denunciati al Tribunale Militare. rokio. La guarnigione american della fortezza di Corregidor si arrende alle forze giapponesi 7 MAGGIO - Berlino. L'Agenzia germanica informa che dall'inizio del campagna sul fronte orientale all fine di aprile, | sovietici hanno perduto, complessivamente, 21.267 aerei. 8 MAGGIO A Londra el annuncia ufficia! che fl governatore di Malta, William Dobbie, ha rassegnato le dimissioni. Lord Gort è stato chiamato a sostituirlo. Negli ambienti londinesi sj dichi: che Sir William Dobble è molto spostato dalle fatiche sostenute per difesa dell'isola, oggetto di 2500 bo bardamenti aerei. Sino ad oggi L Gort era governatore generale di bilterra Tokio. In una battaglia {impegnata dai giapponesi nel Mar dei Coralli, due portaerei americane, una coraz sata statunitense e una inglese vi gono affondate. 9 MAGGIO - Roma. La Giornata dell'Esercito e dell'Impero viene cei brata in tutt'Italia con austeri riti. Sul Vittoriano il Re Imperatore consegni 5A medaglie d'oro al V. M. Roma, Un velivolo della R. Aeronautica, pilotato dal ten. col. Amedeo Paradisi supera In un solo balzo il Mediterraneo e | deserti libico e del Sudan, lasciando cadere ad Asmara ocalità dell'Impero un mi saggio per | nostri connazionali e un per gli indigeni. Dopo trenta ore di volo l'apparecchio rientra felicemente alla propria base. 10 MAGGIO - Como. S'inaugurano | Littoriali femminili dell'Arte, della Cultura e dello Sport per l'Anno XX 11 MAGGIO Tokio. Il Comandante in capo delle Forze giapponesi nel territori del sud gen. Terauchi, e il Comandante della flotta nipponica, ammiraglio Yamamoto, sono stati citati all'ordine del giorno di uno speciale reseritto dell'Imperatore per | succes. i riportati in Birmania e nell'Ocea: no Indiano. Toklo, In seguito all'ordine di arren. dersi, diramato per radio a tutte le iruppe fllippine e americane dal generale Wainwright, 1 giapponesi han. no completato l'occupazione di tutte le Filippine 12 MAGGIO . Berlino, Il Bollettino del Comando Supremo annuncia un'of. fensiva In pieno sviluppo contro le posizioni sovietiche nella penisola di Kerch. 14 MAGGIO - Città det Vaticano. Il Santo Padre indirizza, attraverso la Radio Vaticana, un messaggio a tutto il mondo. Nel messaggio sono contenute parole di vita, di speranza, di certezza, di esortazione alla pace.

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INDISCREZIONI

DIPLOMATICO

+ Il 10 maggio, nella ricorrenza della festa nazionale della Romania, la festa che ricorda i fatti decisivi della sua storia moderna; la Legazione di Romania a Roma ha dato un ricevimento al quale sono intervenuti rappresentanti del Ministero degli Esteri, rappresentanti del mondo diplomatico e della colonia romena residente alla capitale. La stampa italiana, in occasione di questa ricofrenza, ha ricordato gli avvenimenti salienti della storia della nobile nazione, la quale vede oggi, insieme al ritorno dentro Ì suoi confini delle provincle di Bessarabia e di Bucovina del Nord, l'alba di una nuova epoca di rinascita. * Alla Società « Amici dell'India » di recente costituita ‘a Roma. hanno dato Ja loro fervida adesione sia Je analoghe associazioni, sia Je comunità ‘indiane residenti in German Giappone, Thailandia ecc. Fra |telegrammi di adesione giunti alla presidenza della Società. specialmente notevole in quanto documenta la pertetta identità di vedute ine. E. WEBBER 4 ©- — degli indiani rifugiati Via Petrarca, 24 - MILANO e dimoranti all'esteL'ILLUSTRAZIONE ITALIANA

-

ro, il' telegramma di Raj Bihari Bose, Presidente del Comitato Esecutivo della Lega dall'Indipendenza degli indiani in Asia. * È giunta a Roma la Delegazione germanica incaricata di esaminare insieme colla corrispondente Delegazione. italiana le attività svolte in ambo le nazioni nel quadro dell'Accordo culturale italo-germanico del 1938 La Delegazione tedesca, presieduta dai Ministro plenipotenziario Stieve e Quella italiana, presieduta dal Senatore Balbino Giuliano, hanno tenuto le loro riunioni nella sede dell'Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero. * Si ha da Budapest che il Governo ungherese ha rotto i rapporti diplomatici con il Brasile, l'Uruguay e fl ParaKuay. I Ministri di Ungheria a Rio de Janeiro, a MonteVideo. e ad Assuncion sono stati incaricati di comunicare al Governi presso i quali sono accreditati le decisioni del Governo di- Budapest e di richiedere i relativi passaporti La decisione del Governo magiaro corrisponde ai legami di stretta solidarietà che uniscono l'Ungheria alle Potenze del Tripartito, * Si ha da Tokio che ll Governo giapponese ha invitato il Ministro dell'Iran a lasciare il Giappone. Recentemente il Governo iraniano aveva deciso di rompere le relazioni diplomatiche col Giappone, dando ordine al rappresentante nipponico di lasciare il paese. Il Governo giappones ritenne, in un primo tempo, che il Governo iraniano avesse agito dietro pressione delle autorità britanniche e aveva momentaneamente soprasseduto a qualsiasi misura di rappresaglia, ma avendo appreso poi che il suo rappresentante aveva già lasclato l'Iran, si è trovato nella necessità di pren-

La parola occhio deriva dalla radice sanscrita ak, la quale Punbi

significa penetrare.

Dove non giungono nè il gesto, nè la

parola, penetra lo

sguardo. Affinchè l'espres-

sione del vostro sguardo non appaia attenuata o deforma» ta, non trascurate |’ igiene degliocchi:il Collirio “Alfa” facilita il ricambio dell’or-

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dere la medesima misura nei riguardi del Ministro iraniano, il quale è partit da Tokio, via Siberia.

inentre funzionari, impiegati, di tutte ie branche della S. Sede hanno dato offerte per l'erigenda chiesa. di S. Stefano. A San Giovanni in Laterano mercoledì nel pomeriggio è stata scoperta una lapide.

* Si ha da Ankara che l'Ambascla-

tore della Russia sovietica in Turchia, Vinogra: ', è stato chiamato a Samara, dal suo Governo, Si crede che la

* Il Papa ha nominato arelvescovo di Colonia, rimasta vacante l'Archidiocesi per la morte del cardinale Schulte avvenuta qualche mese fa, mons. Giuseppe Fring rettore del Seminario,

sua assenza durerà almeno fino a quan do l’Ambasciatore turco in in Russia non sarà ritornato al suo posto. Anzi

non sì esclude che Vinogradov non debba far ritorno in Turchia, poiché, a

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quanto sembra, l'evoluzione delle relazioni tra i due Paesi avrebbe dato mo tivo in Russia a talune critiche net

riguardi dell'Ambasciatore,

ORGANIZZAZIONI

ELETTRICITA’ NELL'ECONOMIA DOMESTICA

NOTIZIARIO VATICANO

* Sabato 9 ‘maggio l'ambasciatore

Harada, primo rappresentante diplomatico del Giappone presso la Santd Sede, ha presentato solennemente le denziali al Papa. L'udienza si è svolmella sala del Trono con il consueto ‘erimoniale. Ricevuto alla Clementina dal Segretario del Cerimoniale mons. Nardone, Kem Harada ha brevemente sostato per ricevere il saluto rivoltogli da un gruppo di Giapponesi alunni del Collegio di Propaganda Fide. Nel consegnare le credenziali il neo ambasciatore ha rivolto al Papa un indirizzo di devoto omaggio al quale Pio XII ha risposto dicendosi lieto che i rapporti già cordì: tra Giappone e Santa Sede, siano oggi ancor più stretti con la creazione di una rappresentanza diplomatica ed ha beneaugurato all'Imperatore e all'avvenire del popolo e della Nazione. Dopo la cerimonia è seguita ]' dienza prì nella biblioteca del Papa, Infine \' ibasclatore ha presentato il Segretario Masahide Kanaiama. È seguita la visita al Card. Maglione. Kem Harada è stato pol accompagnato con ai tomobili di Palazzo da dignitari di Corte Alla sua residenza, dove jl Cardinale Segretario di Stato gli ha restituito la

Quando fede la pulizia del Vostro aspirapolvere Siemens non dimenticate di ‘controllare lo stato di usura delle spazzole di carbone attraverso l'apposito spioncino. Il rinnovo lempeslivo delle spazzole prolunga. notevolmente la durata dell'apparecchio.

* Il Segretario del Partito ha nomirato Aniello Oliviero; Segretario del G. U. F. di Napoli, in sostituzione del fascista Marinelli; Giuseppe Castelli teggente il G, U. F. di Brescia, în sostituzione del fascista Serafino Cerqui, nominato Vice Comandante Federale della G. L L.; Giovanni Bertolé Viale: reggente il G. U. F. di Rodi, in sostituzione del fascista universitario Alfredo Biliotti; Ciotti Francesco: Vice Comandante Federale della G. I. L. di Macerata, in sostituzione del fascista Sansò.

SPORT * Ciclismo. La categoria dei corridori professionisti si è arricchita di un elemento di valore, perché il giovanissimo Vito Ortelli, dopo la sua brillante vittoria nel recente Giro della Toscana è stato passato d'autorità nella maggiore categoria dalla Federazione stessa, avendo la casa per la quale corre Ortelli, fatto della pubblicità sul suo nome, — Il parmense Giulio Rossi, che da anni risiede in Francia onorando altamente lo sport italiano, ha firmato in questi giorni un contratto con una grande casa costruttrice di cicli germanica per disputare le corse classiche tedesche su strada e in circuito. * Pugilato. Un importante avvenimento pugilistico sì svolgerà prossimamente in Roma e precisamente ll 4, 6 e 7 giugno prossimo allo Stadio del P. N. F. Si tratta dell'incontro triangolare che vedrà in lizza le squadre dilettantistiche dell'Italia, della Germania e dell'Ungheria. La nostra Federazione sta preparando il programma dell'incontro che è destinato fin d'orà a ottenere successo.

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* Per la durata dell'anno giubilare di Pio XII che ha avuto inizio il 14 corr. è stata messa In distribuzione In tutte le Diocesi d'Italia una cartolina illustrata doppia con la quale | fedeli potranno rivolgersi direttamente al Pontefice chiedendo la benedizione apostolica. La cartolina sarà affrancata con bollo speciale, Numerose manifestazioni di carattere religioso hanno ricordato a Roma il giubileo del Pontefice. La Commissione Pontificia per lo Stato della Città del Vaticano ha pubblicato un nobile appello incitando tutti | dipendenti del GoVernatorato ad un'ora di adorazione,

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Pola-Porelli. Nel corrente mese si scioglieranno anche la Compagnia Donadio-i Îl e la Compagnia di Emm: Gramatica. Proseguiranno le Compagnie Ricci-Pagnani-Carini, Maltagliati-Cimara Galli-Racca, la -Compagnia del Teatro delle Arti, l'Adani-Scelzo, la Comp gnia Nazionale del Teatro dei G.U.F. e a Compagni De Filippo. Qualcuna di queste conciuderà la propri attività in giugno e qualcuna in luglio,

AIA

AMM

* Gl'italiani di Nuova York hanno voluto ricordare, con un severo rito religioso, nella Chiesa del Domenicani. inuale della morte di Eleonora Duse. La grande attric fana, morta esule nella triste nebbia della fumosa Pittsburg alla vigilia di far ritorno in Patria, a dopo il rito da Padre Zandomeugo, * L'invito fatto alcuni mesi addietro dal Teatro dell'Università di Roma agli scrittori italiani di dedicarsi al teatro, m igari con atti unici, è stato accolto da altri autori. È Infatti imminente al Teatro dell'Università la rappresentazione di tre lavori In un atto, e cioè Piccola passeggiata di Dino Buzzatti, Il suo nome di Alberto Savinio e Il poeta e la sua giornata di Talarico e Brancati. Vitaliano Brancati sta ora lavorando ad una commedia in tre atti, dal titolo L'amico dei mariti. In questo lavoro il Brancati ha inteso parafrasare sul palcoscenico le avventure letterarie del Uol personaggi preferiti, | dongiovanni di provincia. » Per la rappresentazione di una commedia del Ruzzante che dovrà farsi alla Farnesina di Roma, în commemorazione del quarto centenario della morte del famoso attore-autore padovano, è stata scelta la Moschetta, nell'adattamento italiano del prof. Lovarini La Moschetta è apparsa recentemente, nella versione del Lovarini, nella Biblioteca del T dell'Univ sità di Roma. Il Ruzzante recitò pe prima. volta questa sua commedia nella villa di Alvise Cornaro, a Padova, nel 1522. In seguito il lavoro, rifatto e corredato di due prologhi diversi, l'uno in lingua toscana, l'altra in padovano, fu rappresentato dallo stesso Ruz ite e da nel teatro della Corte estense in Perr ‘e allestito dall'Ariosto, nel 1528. * Nel prossimo anno la C pagnia di Laura Adani gestita da Remigio Paon: l'impre rio del T trò Nuovo di Milano, * Anton Giulio Bragaglia ha intenzione di dar vita, nel prossimo anno teatrale, ad ‘una «Compagnia degli autori di Napoli». Non si tratterà di una Compagnia dialettale propriamente detta, ma di una Compagnia composta di scelti elementi tratti dal ro di prosa italiano, alcuni dei quali di origine partenopea, i quali dovranno interpretare | lavori più significativi di autori napoletani, e cioè di Salvatore DI Giacomo, di Gof. fredo Cognetti, di Achille Torelli, di Ferdinando Russo, di Libero Bovio, di Ernesto Murolo, Petriceto. ne, per nominare soltanto | maggiori. La Compagnia, tita da Remigio Paone insieme con altri due impre sarà diretta da A. G. Bragaglia. La Compagnia bbe iniziare la propria attività a gennaio, indi pendentemente dall'altra Compagnia del Teatro delle Arti, diretta dallo stesso Bragaglia. Questi ha intenzione di includere nel repertorio della «Compagnia degli Autori di Napoli » anche il Socrate immaginario del l'abate Galliani, CINEMA otto la direzione di Nunzio Malasomma sl è cominciato a girare a Cervinia gli esterni di un nuovo film di produzione Cines, dal titolo: Acque di prim: vera. Si tratta di un film di vita moderna, denso di menti sentimentali e drammatici, che, dopo un fu-

sè costituito, presso Ministero delle Corpo razioni il Comitato Tecnico inCorporativo per il Te Lirico, col compito di promuovere la disciplina delle attività economiche ad esso riferentisi. Esso è presie duto dal Cons. Naz. Jenner Mataloni, vice presidente della Corporazione dello spettacolo, ti quale potrà essere sostituito in caso di assenza dai Cons. Naz. F, A) Liverani 0 P, Pucci. Ne sono membri: Aristide Roe tunno (per l'O.N.D.); Raul Chiodelli, Gino Pierantoni Piero Ostall, Mario Labroca (per gli industriali); Rodolfo Vecchini, Adolfo. Smidile, pvanni Manurita Luigi Caselana (per | lavoratori); Adriano’ Lualdi, G M. Sangiorgi, Giuseppe Mulè (per | musicisti, autori registi e scenoteenici); Nicola de Pirro (pel Ministero della Cultura Popolare) Francesco Caceloppoli e Athos Giunti (pel Ministero delle c rporazioni). ‘ommaso Benintende ha finito di compor media mimo-sinfonica | diavoli nel forno.

e la ‘com-

* Si è rappresentata con successo al comunale di Breslavia la nuova opera lirica L'architetto det Duomo di Hans Stleber. L'autore, che ai fece un nome anche con qualche dramma in prosa, specie col Gutenberg, scritto per | festeggiamenti nell'anniversario dell'in: venzione della stampa, sì rivela tanto poeta e drammaturgo quanto musicista. L'intera nzion uno sfondo religioso, perchè vi sì tratta del dovere di un artista di rinunciare a qualsiasi |dea di gloria persoIl trionto della propria jone, da considerarsi come un compito datogli da quello stesso Dio che gli elargì il dono del talento pi eseguiri L'opera di Duisburg ha inaugurato un'interessante esposizione intitolata «L'Opera germanica contemporanea »,la quale offre a tutti gli amatori del teatro un ramma dell'attività e dei progetti det giori d'opera della Germania.

* L'Accademia musicale chigiana organizzatrice di le settimane musicali senesi ha deciso di inserire ogni anno nelle sue manifestazioni un conc riservato a musiche sconosciute di Vivaldi. La decisione sarà attuata dalla «settimana + di quest'anno, che è dedicata 1 Pergolese. Alla elaborazione delle musiche inedite vivaldiane sta lavorando Alfr do Casella.

TEATRO appresentazione del Faust goethiano sl svolgerà all'aperto a Venezia ai primi del prossimo settembre, cioè durante la grande Mostra internazionale del cinema sarà regista Guido Salvini. Il tesco dramma del sommo Poeta tedesco sa tato nella magnifica integrale versione di nacorda: la stessa di cul sì valse la prima volt cul il Faust fu rappresentato in Italia — nel 19 al Licinium di Erba. Allora ne furono principali fn preti Memo Benassi, Evi Maltagliati, Filippo Scel lo Ninchi, Bella Starace Sainati e Vittoria Benvenuti

* ‘Un noto coinpositore germanico, Max_ Richard Albrecht, sta lavorando attualmente una nuova opera, il cul personaggio principale Leonardo da Vinci. N libretto è dovuto a un Dittore-poeta Rudolf Gahibeck.

* A tutt'oggi sì sono già sciolte le seguenti Compagnie primarie, avendo assolto i loro impegni conattuali: Compagnia di Maria Melato, Compagnia di Daniela Compagnia Siletti-Cei-Bettarini. Compag ia Pumiati, e in questi giorni la Viarisio-

Piero Coppola sta seriv butta in tre atti dal titolo IL marito d'Alina, su libretto dello stesso musicista,

Man ra normale Ricbiedete anche lipo con espolsore e tipo lume

RAPPRESENTANTE

Beta a ce A,GIUMANINI S.A,FTTHE

Aperitivo torposto di RABARBARO HLISIR CHIRA BERGII-TORINO: un

L'ILLUSTRAZIONE

ITALTANA

vin

c-

+

=|


OPERA PIA

BAROLO |

gace inizio viennese si svolge quasi interamente sulle per bambini, da norama del Cei nardo. Sono intei film: Gino Cervi, na Vanni. Il sogi se e di Nunzio X * Quota 731 © Finestre sul -mare sono due nuovi cortimetraggi di produzio. ne Tirrenia, destinati a costituire con Ninna nanna, papà stà in guerra da poco ulfimato, un'eccezionale trilogia cinematografica che Îilustrerà l’eroismo dei nostri combattenti. Il primo documenterà le gesta eroiche del nostri soldati sulla vetta di Monasterolo, in Albania; il secondo seguirà le vicende di un nostro dragamine. * Una storia d'amore è il titolo di un nuovo film di produzione Lux di cui

—1parte di grande rilievo un giovane: Piero Lulli La Film-Rassòli annunzia }a prossi-

ma realizzazione di un nuovo grande film di Augusto Genina, dal titolo Pamiglia e del quale costituirà. îl_ tema appunto la famiglia, base della civiltà

-—umana. All'elaborazione del soggetto partec o alcuni fra è migliori serit tori italiani

ATTUALITÀ SCIENTIFICA Là radio, invere di uccidere la ri. produzione fonografica, come dapprin-

Uro anche gli ap ì a riproduzione sonora, in un modo che coi soliti mezzi non sarebbe stato’ minimamente possibile. "1 anche quando |il grato: quale io scemmo bambini, colla

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L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA


vitamine antimalaric

le Sociame L 65.000.000 Gruppo

Milano

Montecatini

n


L'ILLUSTRAZIONE Direttore ENRICO CAVACCHIOLI

A

i\

Gioriosa giornata (ll 9 di maggio) col suo nome potente (Estrcito e Impero) com i persone

e il Duce.

Poi

umili

con

un

miracolo

che

suggelleranno

Il

caldo

e

erolsmo del Lea a ‘lors Euori con il piccolo segno azzurro indice del grande Littorio, per @ Fascio figli. E prende quota una macchina, aquila con Croce Sabauda aspetta oltre Îl mare € oltre Il deserto, la certezza di tutto un popolo: AE DI mole

marmorea

il Sovrano

Ritorneremo.

Il sangue

versato,

bianca

trasfuso

di

fede,

è ancora

I

A

N

Anno LXIX - N. 20 MAGGIO 1942XX

A

vivo nelle vene dei reduci che vogliono riandare all'ass: l'Esercito

e si mantiene

l'Impero.

Così

si ea

riornata (il 3 di maggio) sì onora completa del nemico. il patto: la guerra continua e continuerà fino allaV. distruzione M. sull'Altare della Patria. - Il Qui: il Re Imperatore consegna le medaglie al - Il Duce con folla riunita n Piazza Venezia.Reale Duce risponde alle acclamazioni della per dell'Opera. le Forze Armate al Teatro | feriti di guerra

durante

lo spettacolo


perfino il numero delle tasche e dei bottoni dei vestiti maschili, proibisce la confezione dei cappotti a doppio petto e dei pantaloni con risvolto! Orbene, senza cedere alle lusinghe di un preconcetto ottimismo e senza cadere nel semplicismo, si può affermare che il nostro fronte economico non deve destare preoccupazioni circa la sua capacità di resistenza. Nelle dichiarazioni alla Giunta generale del Bilancio alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, il ministro Riccardi ne ha dato una dimostrazione quanto mai persuasiva. « Diagnosticamente il Paese non accusa — pur essendo sotto sforzo — sintomi di crisi che possano menomare le facoltà di ricupero ed i mezzi di resisten24, Ciò è dovuto alla sanità della nostra struttura economica che, sottoposta al supremo collaudo della guerra in periodo di assestamento e di ascesa, si è mantenuta di massima sulle posizioni in cui era all'inizio del conflitto. Alcuni ripiegamenti tattici conseguenti alla nostra strategia economica si sono avuti soprattutto nel campo alimentare. Ciò è spiegabilee logico, anche se sgradevole. Se volessimo fare dell'economia alimentare dovremmo rifugiarci dietro l'antico detto: « Se Messene piange, Sparta non ride». Infatti le limitazioni necessariamente imposte ai consumi alimentari sono pressoché comuni in tutti i Paesi europei partecipanti o non al conflitto, ivi comprese, come dianzi abbiamo detto, le isole britanniche. Se però consideriamo quale elemento probante in uno studio comparato il tenore di vita ed il livello normale e tradizionale dei consumi dei popoli che compongono le grandi Nazioni belligeranti, potremo giungere a conclusioni ancora più persuasive. Il popolo italiano — probo nei costumi e parco nei consumi — il cui tenore medio di vita è. stato uno dei più bassi d'Europa, può sopportare meglio di qualsiasi altro le presenti generali limitazioni, che pongono oramai tutti i paesi sullo stesso piano alimentare». — C'è da considerare, infine, che le previsioni in ordine ai nostri approvvigionamenti futuri escludono qualsiasi allarmismo. Essi sono subordinati ai raccolti ed ai criteri distributivi e non corrono altri rischi, mentre quelli inglesi sono strettamente dipendenti dalla libertà dei mari, alla loro navigabilità ed al tonnellaggio che si assottiglia sempre più. Se durante i primi mesi del conflitto la situazione alimentare del Paese non presentò preoccupazioni, bisognava prepararsi a fronteggiare le inevitabili difficoltà di una lunga guerra ed eliminare al suo inizio ogni accaparramento, specie di alcuni prodotti deficitari. In una economia agricola disciplinata il sistema di approvvigionamento dei prodotti era tracciato: alla requisizione ed all'incetta si poteva sostituire la consegna obbligatoria attraverso il sistema degli ammassi. Questo, oramai definitivamente inquadrato nel nostro ordinamento giuridico quale espressione del corporativismo, oltre a costituire una garanzia di equi e stabili prezzi dei più importanti prodotti agricoli, per i produttori e per i congu-

matori, è ‘diventato uno strumento efficacissimo per la con-

Ul 9 maggio, giornata dell'Esercito e dell'Im un solo balzo Asmara e altre località dell'Et Qui sopra, il testo dei messaggi, în ll un aeroporto metropolitano dove hanno regolarmente atterr: cevuti dal generale Fougier, che ha portato loro l'elogio del Duc:

LA

RESISTENZA

CONTINENTALE

K\-IERZO

FRONTE

OME si presenta il terzo fronte, il fronte economico, nell'imminenza delle grandi azioni offensive gontro la Russia sovietica e mentre l'Inghilterra perde a una a una le posizioni imperiali dell'Estremo Oriente? Anche qua tutto è relativo e nella valutazione della guerra economea occorre riferirsi a quelle che sono le condizioni del nemico. Per quanto riguarda l'Inghilterra, sta di fatto che il bilancio del nuovo anno finanziario il più ingente di tutta la storia del. l'Inghilterra. Le spese previste ammontano infatti a 5000 milioniè di sterline di cui almeno 4500 sono riservati alle spese di guerra. Questa fantastica somma rappresenta più della metà di quella che costò l'intero conflitto 1914-18 ed è cinque volte maggiore del bilancio normale dell'ultimo anno precedente la guerra attuale. Per meglio comprendere l'entità di queste cifreinglese occorre Tiferirsi alle spese di questi ultimi tre mesi, le quali ammontano in media a 14 astronomiche milioni di sterline al giorno. Anche ammettendo che questo limite non venga sorpassato — ma to*sarà — si giunge a 5120 milioni di sterline all'anno, In questo preventivo non è compreso il certamente valore di quello che l'Inghilterra riceve dagli Stati Uniti secondo la nota legge affitti e prestiti e che si aggira sui 4-500 milioni di sterline e nemmeno il controvalore del materiale ricevuto dal Canadà. In conclusione le spese dì guerra hanno già sorpassato i due terzi del reddito nazionale inglese e, come si comprende facilmente, non è possibile andare oltre questo limite. Poiché il reddito statale si aggira sui 2300 milioni di sterline il bilancio attuale prevede in conclusione un deficit di circa tre milioni di sterline. Sono attese con impazienza le misure che saranno adottate dal ministro delle finanze per risolvere il triplice e complesso problema di aumentare al massimo la produzione del materiale bellico, di limitare il consumo di tutte le merci non indispensabili alla condotta della guerra, di evitare una inflazione di una paurosa entità. Secondo

le cifre

pubblicate

dalla

Tesoreria

britannica,

a fine febbraio

l'Inghilterra

aveva

speso

quasi dieci miliardi di sterline, bruciati per il novantacinque per cento in erogazioni militari. A tutl'oggi, essa ha speso più che in. tutta la passata guerra mondiale e coi risultati che vediamo. La pressione tributaria è diventata enorme e la massa dei contribuenti è salita da due a sei milioni. Con le spese di guerra di un altro anno, il solo pagamento degli interessi dei debiti contratti imporrà di mantenere le imposte al livello raggiunto attualmente. Le importazioni di materie prime vanno rallentando progressivamente; inattivi sono molti impianti industriali, anche perché duramente colpiti dai bombardamenti dell'aviazione germanica. Salgono i prezzi all'ingrosso: il numero indice è aumentato del 54 per cento. I generi alimentari, sebbene calmierati, registrano una maggiorazione del 49 per cento, gli altri beni di consumo del 52, i prodotti industriali, del 53. Le.esportazioni vere e proprie, già molto contratte, si' sono ridotte a quantità minime, mentre le esportazioni di cotonate sono state nuovamente ridotte del 50 per cento e moltissimi prodotti chimici e meccanici non possono più essere esportati che in via eccezionale. Il mercato interno illanguidisce e sì atrofizza; circolano pochissimi veicoli; il razionimento ‘è diventato severissimo; il granoturco e gli altri cereali non possono più essere destinati alla distillazione, sintomo della gravità della situazione alimentare britannica; la produzione dei tessuti ha subìto un'ulteriore riduzione del 30 per cento per mancanza di materie prime, il tesseramento dei vestiti è stato ancora diminuito del 25 per cento ed una recente ordinanza, oltre a limitare

dotta della guerra nel campo alimentare. Esso dà modo allo Stato di conoscere la disponibilità vendibile dei vari prodotti per assicurare quanto è indispensabile alla vita della popolazione civile e delle Forze Armate e sostituisce una organizzazione semplice ed economica ai complicati e non sempre efficaci congegni che durante l’altra guerra furono escogitati per le requisizioni e pel regolamento dei mercati. L'ammasso obbligatorio, logica conclusione dell'ammasso volontario, sottrae ì prodotti alla speculazione degli interessi egoistici dei singoli ed alle destinazioni meno rispondenti ai bisogni essenziali della collettività. In periodo di prezzi decrescenti, il sistema degli ammassi ha mantenuto i prezzi dei fondamentali prodotti agricoli ad un livello adeguato ai costi di produzione; né minore vantaggio ha offerto în periodo di prezzi crescenti, in quanto ha consentito, attraverso il metodo delle integrazioni di prezzo @ carico dello Stato, di mantenere fermi i prezzi dei principali prodotti di consumo e, quindi, di contenere efficacemente il costo della vita, senza sfavorevoli ripercussioni sulla capacità produttiva. Si deve a questo regime se, nonostante le condizioni create dallo stato di guerra, il mercato dei prodotti agricoli è rimasto completamente disciplinato e si sono @uitati turbamenti dannosi alla compagine economica. Naturalmente il problema qualitativo della razione passa in seconda linea di fronte a quello quantitativo, che potrà essere riveduto solo Se gli approvvigionamenti e le nuove produzioni consentiranno una maggiore disponibilità dei generi più deficitafi. Di qui la necessità di accentuare il rispetto della disciplina dei conferimenti agli ammassi e l’altra, ancor più vitale, di non lasciare nulla di intentato per conferire nuovo incremento alla produzione. Nella distribuzione rientrano gli abusi nel rilascio delle carte annonarie e nella concessione dei supplementi. Il tempo lavora per un perfezionamento di questo delicato servizio: intanto va segnalato che oltre cinque milioni di carte annonarie per pane e generi da minestra sono state ritirate a tutto il 31 dicembre scorso per indebita circolazione e che più rigorose sanzioni sono state decretate per i trasgressori alle norme sul razionamento. E intuitivo che la resistenza economica dell'Italia è soltanto un aspetto, sia pure saliente, della resistenza continentale, L'autosufficienza alimentare dell'Europa — Russia esclusa — può essere ottenuta mediante un piano regolatore della produzione agricola del continente purché tutti.i paesi producano oltre i limiti dei singoli fabbisogni nazionali, limitino i consumi sulla base di un razionamento il più possibile uniforme e mettano le eccedenze in «conto comune». E l'idea di cui si è fatto convinto e deciso fautore il Ministro Riccardi a Berlino, a Bucarest, a Budapest e che è già acquisita al programma della resistenza del continente in lotta contro l'egemonia britannica. «Sul piano di questa solidarietà agricola internazionale, potrà inserirsi ‘il_movimento delle grandi contropartite di materie prime, di beni industriali e di servizi, preminenti fra questi i trasporti, il credito

sazioni

e

le

forme

generali

sferimento

dei

di

pagamento

plurilaterali

centralizzate

per il conseguente

in

compen-

rapido tra-

saldi ».

A questo proposito, il Ministro Riccardi ha ribadito alcune vedute genialissime, che sono il logico corollario del discorso del Duce ai bancari. Trattando degli scambi commerciali fra paese e paese nel chiuso mercato europeo, il Riccardi ha vigorosamente insistito sulla necessità di contenere i prezzi. « Sembrerebbe che il paese esportatore avesse un particolare interesse all'aumento dei prezzi; invece se si pensa che l'esportazione è mezzo di pagamento per la importazione e che al prezzo alto dell’esportazione il paese compratore suole rispondere con un maggior aumento sulle sue vendite, si comprende subito quanto sia fatale la corsa verso gli alti prezzi e come questa politica racchiuda inevitabili, esiziali conseguenze, adducendo anche all’infiazione». Di qui Îa necessità di estendere il blocco dei prezzi all'esportazione, come si sta già facendo fra le potenze dell'Asse, a tutti i paesi europei poiché il fermare i prezzi a livelli remunerativi e, quindi, non antieconomici, significa portare un elemento di ordine e di equilibrio anche nell'interno delle varie economie, Significa anticipare quella solidarietà economica europea, che sarà la grande conquista di domani attraverso la vittoria liberatrice. SPECTATOR


IGNAZIO

TRAPPA

MAESTRO DI CUOIO E SUOLAME Romanzo di ROSSO DI SAN SECONDO ie

aa

Stiana si

ua

testa

e m

lascia

facilmente

convincere

chiae-

sente d'animo raddolcito è indulgente, coserné accetta il Oaur

|. segretario del Comune. Poi nel giorno di Pasqua Andrea Paccini e della madre di lui, Adalgis: € impressionabile. La signora Adalgisa confida: per la, vicinanza di una tal Viadimira Bossenghi,

casavicina aquella del Pacini.

o"

tutti

"e

dopo aver ascoltatonescioperi lo sfogo r chdella litaMe una stud Viadimira,

Satta ct Pordozzioe ciato irpini god rapite e con

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Castradeî

Se

neo Galeazzi, R scolta e riflette per iceve nel suo l consegna a Viadimira le scarpine ch'egli ha confezionato per pomeriggio e Trappa Invita Viadimira e la sua amicaarestare & cena In esta poiché Lucia Vanzetti deve ripartire subito, penserà Gianfranco Gale compagnare Viadimira Bossenghi a casa. A cena maestro Trappa avvia la conversazione secondo | suoi meditati disegni

IX

. +

_— E di uliveti, e di campi a frumento, a gr na... — aggiunse Trappa, guardando, or per ridargli il buonumore» — E se d'una paludaccia

volete farne un

pometo, e d'un luogo malarico volete farne una profumata distesa d'alberi in flore...

ecco

Gianfranco

contro

prontamente

Galeazzi!

Trappa alzò il bicchiere, Gianfranco, con gli occhi, d'improvviso umidi, vi comò il suo.

Vladimira,

cui

Giovannino

aveva

di

nuovo

sato,

cozzò con tutti, e pol gridò, folle di gioia — Evviva il professor Trappa e la sua famiglia, evviva il mio maestro d'equitazione signor Galeazzi, evviva tutta la gente intelligente, e al diavolo tutti gli stupidi incravattati e idioti! — Signorina Vlad‘mira, voi siete un prodigio! Siete una vera donna! — cominciò a gridare Gianfranco. — Domani stesso, cavallo! Ve lo rimorchio io sino n casa 11 cavallo che ci vuole! E maestro Ignazio sotto agli stivali! E un buon sarto pronto per le brache! — Ah, dunque, è certo! È sicuro! — striliò ancora più vivamente Viadimira. — Ab, come sono felice! Chi poteva supporlo,.oggi, quando venivo in macchina con la mia amica! Comincia un'altra vita! Proprio un'altra! Si udì una scampanellata. Enrichetta s'alzò, dando un'occhiata a sua madre e impallidendo leggermente. Ma appena si vide scrutata dal padre, s'affrettò «ad uscire. — E il momento solenne dei fidanzati,

— spiegò Trappa a Vladimira.

st'ora, d'ordinario, abbiamo finito la nostra comparire una personalità autentica, una v gretario, nientemeno, che del Comune di C

frugale i najore,

A que

cena: siam certi di veder il mio futuro genero, seAndrea Paccini.

— Ah, la signorina Enrichetta? — domandò Vladimira — Fidanzata anche lei come mio figlio Giovannino — confermò Trappa. — ll segretario avete detto?... Il segretario del Comune? insistette Viadi+ mira, un po' contrariata. Ma Trappa, ch'era già pronto ad affrontare la situazione per esservist già preparato, studiandola dentro di sé sin dal momento in cui aveva invitato a cena Vladimira, con aria disinvolta, rispose — Perfettamente, Andrea Paccini!... Oh, guarda che. combinazione! Egli, pe l'appunto, abita con la madre nelle vosgre vicinanze! DI certo, lo conoscete; almeno per averlo veduto! — Si. sì. infatti... m$ pare! mormorò Vladimira, piuttosto infastidita, poi, volgendosi, improvvisamente a Galeazzi, aggiunse — Sapete? nei paraggi di casa mia, nessuno mi può vwederet... Mi detestano e detestano anche mia madre!.. — Vuol dire che sono degli sciocchi rispose prontamente franco, — Ma non può essere! — interruppe Trapp CI saranno dei malintesi... degli equivoci! Perché pensate che vi detestino? De E una parola! Voi, signorina Vladimira, esagerate certamente. Ma nella saletta d’ingresso, Enricheta, introducendo Andrea, che premuroso le prendeva le mani, gli diceva concitatamente o, che di là c'era nientemeno che Vladimira Bossenghi, invit a stro Ignazio; e Andren, a un tale annunzio, spalancava gli occhi, sbalordito. — E il peggio si è che babbo, ne son sicura, l'affibbie per portarla a casa — aggiungeva sottovoc sempre più concitata Enrichet — Infatti, chiL porterà a Camaiore, se non tu con il carrozzino? — Oh, che imbroglio! oh, che imbroglio! — continuava a mormor Andrea,

non sapendo che rispondere. — Il meglio èch'io non entri — disse d'un tratto e me ne vada senz'altro! — Vuoi scherzare, ora? Sicuro, con babbo, arrisch @ di questi scarti! Sarebbe capace chi sa di che cosa. salutar tutti con effusione Entrando, perciò, parve a Paccini il miglior consig ed anche la signorina Bossenghi. — Questa è una improvvisata! — esclamò. — Chi avrebbe supposto di trova la signorina Bossenghi alla tavola dei cari genitori! — Certo! Certo!

una

sorpresa

per

rispose

elettricamente

voi,

che,

tutti

come

Vladimira.

quelli

m'avreste mai Invitatò a pranzo, o a cena, resto, ci sarei venuta. — Bravo, bravo davvero! — esclamò

di lassù,

Deve

esser

detestate.

proprio

Certo

non

voi e tutti i vostri vicini! Né io, del Questo è parlar chiaro e

franco! Niente imposture, falsi comportamenti, finzioni d'occasione! Parlar chiaro e carte

in tavola!

wali per walcare;

cavalieri e per amazzoni, ma altrimenti, stanotte, salterei

— Carte in tavola! — approvò Trappa. — Bisogna smascherare i vicini. e dimostrare con la rettiudine della propria vita, che no! ci si può infischiare di loro! — E già.. — commentò Vladimira. dopo aver guardato Trappa negli occhi con la rettitudine della propria vita!!! — E il segretario del Comune si metterà di certo a vostra disposizione giunse Trappa, dando un'occhiata significativa e perentoria ad Andrea — Sicuro, perché no?... A vostra disposizione... — precipitò Paccini — Avete veduto? — disse Trappa, volgendosi di nuovo a Vladimira. — Più tardi il mio caro genero vi farà salire sul suo carrozzino e vi porterà a casa: vol che non sapevate come tornarci! L'arcione dell'amico Galeazzi, via sarebbe stato un po' troppo scomodo! — Eppure, io accompagnerò lo stesso la signorina Vladimira! — annunziò con enfasi Gianfranco. — Galopperò accanto al carrozzino del signor Andrea, ammesso che il cavallo del signor Andrea galoppi. Prenderò cognizione della casa della signorina, per saperci tornare domani, non con uno, ma con due cavalli, e pol galopperò ancora verso il Querceto, traversando Cam. e sa temagno! — Perfettamente! — approvò Trappa. — Mi dispiace di saper fare soltanto stidi non anch'io

in

er cavalli né sapere sella e via con

affatto cazzi,

c ap-

presso alla signorina Viadimira come un paladino di Francia! La signorina Bossenghi s'era rianimata. Quest'ultima uscita di Trappa, poi, le piacque assai. — Ah, i paladini di Francia! — esclamò, — Voi, professore, le sapete tutte _ ‘Tutte! Tutte! — consenti maestro Ignazio, muovendo larghi gesti, tra le (Disegno di Mario Vellani-Marchi)


‘eraviglie di muglie Genoveffa di Enrichetta Giovannino,, che vedevano li rado il ii casa animarsi allegramente. e — di Bisogna leggere è capir quello c'è dentro! Voi dovete leggerlo, che siete capace dil'Ariosto giostrare ed amate i cavalli! E pol... e:poi... in voi c'è un temperamento energico e guerreggiante! E di più v'affiaterete con Galeazzi,

il quale

un po' d'Orlando

e di

và; dicendo,

anche se non era vero, che Gianfranco

l'aveva fatta chiamare.

— Ma, insomma, c'è forse il miele in casa di nipote Gianfranco! — esclamava spesso babbo Filippo, non trovando a desinare ora l'una ora l'altra figlia e

nemmeno: Gasparotto.

Rientrando al Querceto, alle due di notte, e sentendo nitrire il suo bel caallo: sauro, che aveva galoppato di lena tutta una volata da Camaiore, Galeazzi si curvò a-carezzarlo al collo e gli dissi —, Sei un gran cavallo, credi a me Maurizio. E sei anche un cuor d’oro. Po-

tresti andartene diritto alla tua stalla e, invece, per amor del tuo padrone, allunga la strada e passiamo dalla contessa. Non ci capita che di raro far que-

guerre. E in guerra, nerà lo squillo di battaglia, anche tu ti armerai e: partirai non forse a cavallo, un'ora al giorno, tutti gli uomini, tutte le piccole miserie quotidiane, în cui spesso S'impigliano, lasciandovi ‘dignità e salute fisica e morale, sarebbero da essi facilmente scariate con una pedata, come si scarta l'ingombro sudicio che, sulla

iù. Via

Evviva

Trappa! Evviva il professore!

Giovannino versava ancora del vino. Ancora si bevve e.fu forzato a bere financo Andrea, che di solito non beveva, Come se non bastasse tanto fervore nella saletta da pranzo di casa Trappa, giunsero Alfonso Barzetti e Mariannina, — Figliuola mia — disse a costei Genoveffa, abbracciandola — sel stata tutto il ca lavorare al giardino, ed ora te ne vieni da Capezzano invece di ficcarti

n letto!

Ste ore: approfittiamone per vedere che cosa fa quella gran dama, A rigor di termini dovrebbe saporitamente dormire, e forse dorme; ma accertiamoci. Quel le donne di gran classe non si sa mai.. î E Quale fu lo ‘stupore di Gianfranco, quando, svoltato il colle, vide, al primo piano, la finestra d'angolo illuminata. — Hai visto, Maurizio — disse al cavallo — avevo torto facendoti allungare ia strada? Quello è lo studio della nobile dama; libri quanti se ne vuole, fascicoli, carte, giornali, riviste... Un ignorante, chiuso li dentro un mese, n'esce un'area di scienza! Ma che lei vi si chiuda a via, è esagerato, non ti.pare, Maurizio? Purché non si trovi in buonaquest'ora, compagnia! Ma non è supposizione da fare, perché la contessa, in quanto a moralità, almeno quand'è da queste parti, non transige. Quand'è in viaggio, è un altro conto, e da metterci Una mano sul fuoco non si potrebbe, però ha mai avanzato «si dice» è onesto riconoscerlo. Tutto sprangato, Nessuno, tutto in silenzio, servitù a letto, niente da obbietiare! Bisogna concludere, dunque, caro Maurizio,la che quella gran dama è appresso al romanzo al calduccio del camino, o ne-scrive uno lei! Deve pure riempire le sue notti e i suoi giorni! E se non le con il romanzo, come le riempirebbe? Tu: mi dici ch'è stupido, ed anch'io riempie sono questo parere. Riembire la vita, mentre la vita è già tanto piena da sé, e dipassa così veloce! Ma che ci vuol fare? Ci sono di queste stranezze nel mondo! Quando poi questa nobilissima donna-sarà vecchta, piangerà su quello the poteva essere e non fu! Gianfranco non finì di parlare con il suo cavallo, finché non fu su a casa sua e non introdusse, l'animale nella stalla. Gli offrì una bella brancata di fieno, © Maurizio nitrì di contento e di gratitudine; mentre il padrone lo liberava dal morso, e poi dalla sella. Né era finito! Gianfranco, mentre l'animale si dava 3 mangiare avidamente il suo fieno, lo strofinava per di stoffa di iana, per asciugargli il sudore e rinvigori rizio, con una presa di fieno alla bocca, si voltava a gi grazie e come fosse felice di trovarsi finalmente nel) così avventurosa giornata. Rifattagli In lettiera e da franco lo lasciò, chiuse accuratamente la porta e

Vladimira non aveva mai veduto Barzetti e la figlia, né sapeva ch'essi fossero fratello e nipote di quella signora Paccini sua

vicina

©)

ile

‘aprivano squarci e Una stupenda luce lu-

la campagna molle di piogi

si produce con l'ani; | — Baht —

leazzi,

XI INSONNIA

Quando

Gianfranco

DI CHI NON

Galeazzi

SOFFRE

D'INSONNIA

giunse al Querceto, eran

Je due dopo la mezzanotte. Tra le case coloniche dalla vasta tenuta, egli aveva scelta come sua abi: tazione quella che stava in vetta alla montagna. «Io del falco », avi detto allora. Più tardi, poi, per controllare la' vita della nima contessa Diomira,

sare!

piaciuto

te e insediarla alla sua t: famiglia! Ehi... ehi... venienze lui

giunti a Camaiore? Un quarto a mezzanotte, non di più! E ci fa entrare, ci sedere, ci offre bicchierini, ciliege sotto spirito, dologtti. Quel A cini era sulle spine, « Scusate, diceva ogni momento, mia madre mi > non sono rientrato.

neve, le stanze, si vestiva e passava

in cucina, dove mamma

grandine,

Passare

dal

letto

si sarebbe detto volersi am-

nemmeno un raffreddore, uffando, se ne saliva nelDorotea aveva già acceso

— Mamma Dorotea, abbiamo fame stamattina? i — Figliuolo mio, una certa ansietà dt stomaco. La mia tazzina me la bevo volentieri. — Buon pro, mamma Dorotea. Mettetevi a sedere, e non pensate più a me che ci penso io. D'inverno, il mattino, cosa volete che mi faccia u: di latte! Per la colazione, d'inverno, la tavola era quella della cucina. tazza I fornelli accesi mitigavano il frizzante gelo della mattina e davan chiarore alla stanza. Gianfranco, mano alla padella, sî cucinava da sé un paio d'uova; poi, fattele scivolare con garbo in un piatto, le mangiava di gusto, accompagnandole perché no? anche acciughe e ulive scelte, ulive del Querceto, con pane, salame e Un bicchiere di vino

pur esso del Querceto, edera, soleva dire, a mamma Dorotea, a posto. — A posto, sino a mezzodi — correggeva mamma Dorotea, E voleva sapere da Gianfranco che cosa desiderasse mangiare per pranzo. — Non vi date pena, mamma

Dorotea: lo sapete, che non son di palato difficile:

preparate quel che vi garba -e come

vi garba.

Galeazzi nutriva grande affetto e rispetto

per la vecchina, la quale, non essendogli né zia, né cugina, né nulla, era pur legata nel suo cuore al ricordo della madre. Dorotea

era stata intima amica di Filomena Galeazzi, morta mentre Gianfranco era in Africa, e l'aveva confortata con un’abnegazione la penosa malattia. Per detta degli stessi parenti di Gianfranco, senza pari durante zio Filippo, le cu: gine Letizia e Amaranta, quella vecchietta meritava assai. Il geniere, tornato, dall'Africa, l'aveva trovata sola, in un minuscolo podere lasciatole dal marito, morto anch'egli in quel lasso di tempo, » — Mamma Dorotea, il podere me lo prendo jo in affitto — le aveva detto. — Vi bastano mille lire l'anno?

vanti a un balocco. — Gianfranco Galeazzi, dete la testa per me, ve ne prego! ». E bicchierini e come siete simpatico, perciliege sotto spirito, e dol cetti, e poi si esce a vedere, la luna, dove si farà la stalla Edi nuovo, in casa, salti, risate, piroette... sotto La una e un Gianfranco s'è messo a letto, ha spento: ma,quarto!!». cosa insolita, non dorme, non può dormire, Non gli capita mai. D'ordinario, non si stende, che dorme. Hi dormito sempre, anche in trincea, anche alla Vigilia di affari importanti, anche in momenti difficili, e quella notte, non ‘addormenta, non ci riesce. La contessa Diomira nel suo studio d'angolo... Tr. » Paccini... il capomastro e la figlia Mariannina... e Vladimi hi + Il cervello non gli si ferma... Quelle persone si fanno avanti con violenza... Vogliono essere considerate con attenzione. d'allora, gli uomini, di averla soltanto sfiorata l'umanità... « Già già.. — prima ad un certo punto a sé stesso — da ora în poi bisogna prestare maggiore dice attenzioni A

— Mille lire, figliolo mio! Dio ti benedica.

— E voi ve ne venite a star.con me. Governate la casa,= mi fate da mangiare, non state sola, e le mille vi servono per panni e stivaletti. Le benedizioni della buona vecchia non eran più finite. Da tre anni viveva lassù con Gianfranco, serena e contenta, di null’altro preoccupata che di non fare mancar nulla al suo benefattore, canto, sempre si studiava di alleggerire le fatiche alla poveraGianfranco, dal suo vecchia, e quando nei campi c'era poco da fare, pregava o cugina o cugina Letizia di venir su a dare una mano a mamma Dorotea. MaAmaranta veramente né Amaranta né Letizia se lo facevano dire. Esse, anzi, come il quindicenne Gasperotto, cercavano tutte le scuse per salire dal cugino Gianfranco e restarci intere giornate. Specialmente Amaranta, che aveva ventidue anni, appena poteva, se la svigna-

a non credere biù a nessuno.

Appena ha consumato

be una cat iveria tra‘hisacché! Avrebbe ragione la sua colazione e scambiate

— Bene! Il tuo fieno te lo sei divorato ed era una bella bracciata, non fo per dire: Hai dormito saporitamente nella tua soffice lettiera, ti sei rinfrancato, ed


UESTA guerra del Pacifico » dell’Indiano, dell'Asia e dell'Oceania, contro la immensa e inesauribile Cina, contro la potenza finanziaria mercantile e navale degli Stati Uniti, uno Stato che riempie di sé un intero continente, contro l'impero coloniale gell’Olanda, contro la forza tradizionale e marittima dell'impero britannico, il più vasto e il più potente di tutti | tempi questa guerra che il Giappone combatte per terra, per mare e per aria, piegando gli avversari e la stessa materia che gli occorre per affrontarli alla volontà indomita e alla fede incrollabile in se stesso e nel suo destino, è davvero un feno. meno senza precedenti nella storia non soltanto per le sue proporzioni, ma anche per la sua natura, Questa guerra che 5 Giappone concepisce e combatte con perfetta armonia di proporzioni e di compiti fra mezzi terrestri, marittimi ed a rei, con visione unitaria di tutti i problemi politici, economici e militari, con piena comprens d'ogni nece e ra gione materiale e morale, è davvero un capolavoro che lascia pensosi e ammirati Lungi dall’arrestarsi esausta a così grande distanza dalle posizioni di parten= za, per lo sforzo sostenuto e per l'allun gamento delle proprie linee di riforni» mento, come probabilmente gli anglosassoni avevano sperato, la vittoriosa offensiva dell'impero nipponico contro la coalizione degli avversari composta e capitanata dai governi di Washington e di Londra continua a svilupparsi con mei dica regolarità non disgiunta da un ritmo impetuoso e travolgente, quasi che le forze guerriere del Giappone traggano nuovo incitamento e nuova energia così

dalle vittorie come dalle difficoltà della gigantesca lot Appena un anno addietro non erano pochi quelli che

in tutte

pensavano

il

che

le parti del mondo

Giappone

ben

difficil-

mente sarebbe riuscito a piegare la Cina, alla quale da sola si attribuiva la possibilità di fissare e assorbire tutta la potenza militare del suo piccolo avversario; ed oggi i nipponici sono in possesso dell'Indocina, hanno varcato il territorio del Thai associandoselo, hanno conqui. stato la Birmania marciando da mezzogiorno a settentrione, risalendo il corso dei suoi grandi fiumi, incuneandosi fra cinesi e i britannici, separandoli con un taglio netto; si accingono a penetrare nella Cina anche dal sud, per quella stessa strada per la quale giungevano prima al» le armate di Ciang Kai-scek { riforni menti d'armi dei compiacenti anglo-tassoni, nel mentre altre forze, inseguendo

Wake, su Guarr lle Andama Nicobare l'a sitoi naviga; per 0g ni dove distesa acque

piegare ad occidente fuga, Èincominc gli anglo-indiani raggiungono e varcano le birintoferedeidell'India mari e delle terre chi ello stesso tempo, nel inglesi dalla Mal de al sud, fra l'Asia e l istralia, scacciano oigli ndesi, sbarcan ja, espugnano Singapore, i adono le Indie Nuova Guinea conquista della Ù Filippine, marciano, più a nord e più a sud, più a Più vicino e più lo: loro bandiera l a piantano più a ponente dell’Insulindia,

Ml Mar del Coralli dove le forze navali giappe esi hanno incontrato ll vemic infliggendogii gravissime perdite. A sinistra: la nave da batta gia britannica « Warspite » di cul un'unità gemella è stata danneggiata nel Mar dei Coralli. Sotto: la corazzata americana «California ».Una di questo tipo centrata in pieno è colata a picco in meno di un minuto.

nella di ‘ post

pedizione navigano sicuri sotto la protezione delaerei e, colla loro continua assistenza, prendono posesso € tengono saldamente le posizioni nemiche. L'ampia guerra oceanica, guerra di flotte, guerra tipicamente naavvantaggia oltre ogni attesa e ogni preventiva va one ndante e moderna aviazione di dotazione della marina nipime e numerose portaerei che costituiscono parte fotta; dalle occupazioni territoriali e per rifl


La

battaglia

di Giava

è il tentativo

anglo-americano-olandese,

nel dilagare delle conquiste nipponiche verso il Sud, di arrestare la nontante, di salvare Giava, Ja capitale delle Indie E un tentativo infelice, nel quale le forze eterogenee raccolte dalla coalizione ABCD (0 più precisamente dai suoi tre membri dotati di flotta) sono sgominate dalla marina nippoca che si assicura così l'incontrastato dominio su tutti i mari del Sud, da Timor, di fronte all’Australia, fino alle Andamane, dirimpetto all'Indostan. E insomma il coronamento di quella che i giapponesi hanno chiamata la « introduzione » alla loro guerra, la premessa del vero attacco agli avversari! Difatti, dopo il completamento della occupazione della Indonesia, i nipponici minacciavano in pari tempo l'India e l'Australia, attaccavano a fondo la Birmania che apre le porte della prima e la Nuova Guinea che dà accesso alla seconda. Le loro forze navali, disponendo ormai di basi numerose e ben piazzate sia all'ingresso dell'Oceano Indiano, come Rangoon nella Birmania e Port Blair nelle Andamane, sia verso l'Oceano Pacifico, come i porti delle Molucche, delle Filippine,, delle Marianne, sia infine in posizione centrale e intermedia come Singapore, potevano gravitare verso l'uno o verso l’altro teatro marittimo secondo le circostanze e vincere facilmente in velocità, coi loro spostamenti, i titubanti, esterrefatti avversari. Potevano insomma dare un colpo a ponente e uno a levante, cogliendo sempre in condizioni di inferiorità l'avversario e inchiodandolo su una concezione difensiva dalla quale ormai non può più sfuggire e che crea una suddivisione fatale e definitiva delle sue forze fra l'Oceano Pacifico e l'Oceano Indiano. Ebbene, questi due colpi sono stati realmente assestati; quello a ponente, diretto principalmente contro la flotta britannica, è

La portaerei americana «Saratoga » dn una veduta totale e in un particolare che ci danno l'esatta misura della grandezza della nave costruita come incrociatore e poi trasformata in portaerei. degli avvenimenti

terrestri

questa

guerra

oceanica trae occasione per nuovi sviluppi propizi e

per lo sfruttamento di preziosi punti di appoggio, giacché la conquista dì Singapore apre la via dell'Oceano Indiano e l'occupazione di Rangoon fornisce la base avanzata di operazioni nel golfo del Bengal. Tuttavia, era inevitabile, anche in tanta logica di sviluppi, in tanta armonia di proporzioni, che la guerra navale sovrastasse în certo senso ogni altro avvenimento, se non altro perché solo gli oceani dividono e riuniscono i tre principali protagonisti di questa lotta, Giappone, Inghilterra e Stati Uniti, i quali in tanto possono combattersi in quanto possono navigare. Onde è che le cinque grandi battaglie navali assurgono al valore di pietre miliari della marcia trionfale nipponica. Delle prime quattro già dicemmo a suo tempo, a misura che si produssero come premessa di un ciclo operativo e come conclusione di un periodo e d'una situazione anteriore. Qui basterà riassumere per sommi capi, al solo scopo di fare il punto della situazione. La battaglia di Pearl Harbour è la grande mossa iniziale e decisiva: essa è la conclusione di una situazione politica e l'inizio del primo ciclo dì operazioni militari; segna il trapasso dalla pace alla guerra, trapasso brusco, che risveglia, ma troppo tardi, i nordamericani dal loro facile sogno imperialista di mercanti e di usurai imbelli; è il grosso e audace colpo che paralizza o distrugge quanto «aveva la flotta nordamericana di superiorità quantitativa sulla flotta nipponica e apre la via verso le Filippine e oltre. La battaglia della Malesia è fortuita; è pronta improvvisazione; è perfetto adattamento alle circostanze del momento: come tale è in certo senso ancora più rimarchevole della precedente. Essa annienta la divisione delle corazzate britanniche destinate a concorrere con la flotta nordamericana alla guerra del Pacifico; dà via libera ai convogli nipponici verso la Malesia rappresenta il presupposto della conquista della Penisola di Malacca fino al suo vertice estremo: dà ai giapponesi il dominio del Mare Cinese Meridionale e degli accessi all'Oceano Indiano e all'Arcipelago della Sonda.

la battaglia di Ceylon o del Bengala; quello a levante, diretto principalmente contro la flotta degli Stati Uniti, è l’ultima grai de battaglia, è la battaglia delle Isole Salomone o del Mare de Coralli. Ma, se per un certo aspetto la battaglia del Mar dei Coralli fa riscontro alla battaglia del Bengala, sotto un altro aspetto essa ricorda piuttosto la battaglia di Giava. Nella esecuzione del piani da parte delle forze navali e dei relativi acrei che di fronte al nemico non conoscono altra regola che quella di avventarglisi contro e colpirlo fino alla totale distruzione, non c'è dubbio che tutte le battaglie navali o aeronavali combattute dai giapponesi sono battaglie offensive. Anche in senso strategico largo, in ‘quanto’ preludono ad occupazioni, sbarchi, nuovi sbalzi offensivi, in quanto l'iniziativa è stata sempre nelle mani dei giapponesi, tutte le loro operazioni n: vali rivestono parimenti un carattere offensivo. Ma, in senso ristretto, è possibile stabilire una distinzione fra i compiti che hanno assolto i reparti della flotta nipponica quando hanno dovuto essenzialmente scortare e proteggere convogli e trasporti, i quali sono più propriamente difensivi, dai compiti assolti nella ricerca e nell'attacco dei convogli e dei reparti navali nemici, i quali sono invece più spiccatamente e incondizionatamente offensivi sotto qualunque aspetto li si vogliano riguardare. Ebbene, la battaglia del Bengala appartiene a questa ultima categoria: essa non era destinata ad aprire la via verso l'India ai convogli nipponici, ma a chiudere la via verso la Birmania a quelli britannici; non mirava a trasferire navi da guerra giapponesi, ma a distruggere navi da guerra e mercantili del ne) Nella battaglia di Giava c'è invece l'iniziativa degli olandesi e degli anglo-americani, c'è il loro disperato tentativo offensivo o almeno controffensivo contro i trasporti mipponici sempre più Vicini e minacciosi, In ciò appunto la battaglia del Mare dei Coralli sembra assomigliare piuttosto a quella d? Giava. Le notizie che se ne hanno, per quanto scarse, frammentarie, scarne, sembrano indicare che non vi fossero piroscafi inglesi 0 americani nelle acque della battaglia, mentre pare che vi fossero dei convogli nipponici. Del resto la stessa posizione geografica dello scontro convalida l'ipotesi che gli anglo-sassoni, piuttosto che i nipponici, abbiano tentato una iniziativa offensiva contro il traffico marittimo dell'avversario. Infatti è poco verosimile che eventuali rinforzi degli Stati Uniti all'Australia andassero a passare vicino alle isole Salomone, mentre i giapponesi potevano avere ragioni più convincenti per navigare in quelle acque, non esclusa persino la preparazione o l'attuazione di un grande sbarco in Australia. Ma, comunque stiano le cose, se di fronte a moderate perdite nipponiche stanno le colossali e incolmabili perdite navali. anglo-americane annunciate dai giapponesi, sì può asserire che l'Australia dopo la battaglia del Mare dei Coralli venga a trovarsi in una situazione assai simile a quella nella quale si trovò Giava dopo la battaglia navale omonima. vale a dire «scoperta ». Gli avvenimenti successivi chiariranno meglio valore e conguenze della battaglia del Mare dei Coralli, indicheranno le circostanze e i moventi che hanno condotto all'azione, la durata della quale è in ragione della stessa vastità del teatro nella quale si è svolta, confermeranno direttamente 0 ‘indirettamente le perdite anglo-sassoni. Dai comunicati nipponici tali perdite appaiono colossali, superate soltanto, in questa guerra, dall’ salto di Pearl Harbour e nella guerra precedente .dalla famosa battaglia dello Jutland. I giapponesi hanno infatti dichiarato di avere affondato le due portaerei americane Saratoga e Yorktown, l'una di 33.000 e l'altra di 20.000 tonnellate, la corazzata California di 32.600 tonnellate e diverse unità minori e di avere danneggiato la corazzata britannica Warspite di 31.000 tonnellate e l'incrociatore australiano Canberra, di 10.000 tonnellate, Non meno di 130.000 tonnellate di naviglio anglo-sassone sarebbe stato messo in tal modo fuori combattimento, continuando e accelerando la dissoluzione delle due maggiori fiotte del mondo che né l'alleanza del dollaro e della sterlina, né gli sforzi dei cantieri navali del Regno Unito e della Repubblica Stellata varranno più ad arrestare in tempo per ristabilire una situazione marittima ormai completamente compromessa per non dire sovvertita. Così continua, fatale e ormai inevitabile, lo stillicidio delle perdite navali anglo-americane che gli ammiragliati di Londra e di Washington avrebbero forse potuto scongiurare soltanto

con una adeguata concentrazione iniziale di forze nei punti essenziali, così da presentarsi in netta condizione di superiorità di fronte al nemico, ovvero ritraendosi col minimo di perdite e differendo l'urto risolutivo in attesa che entrassero- în servizio molte nuove e potenti unità e studiando nel frattempo mezzi e metodi dell'avversario, con una tattica ‘accorta e temporeggiatrice. Gli anglo-sassoni invece non si sono appigliati né all'un partito né all’altro; la loro è stata piuttosto la tattica dei Curiazi; un poco alla volta hanno gettato innanzi le loro forze, perdendole sistematicamente, logorandole in una serie di azioni in nessuna delle quali avrebbero potuto risolvere il loro problema e dal complesso delle quali lo hanno ormai reso irrimediabilmente insolubile. Frattanto i nipponici marciano; continuano a marciare tulle direttrici principali e risolutive della guerra attaccando il nemice nei punti essenziali Frattanto gli anglo-sassoni continuano a gingillarsi in zone lontane dalla vera guerra, ad occupare terre incustodite, colonie separate dalla rispettiva madrepatria, posizioni eccentriche con pochi o sfiduciati difensori. 1 giapponesi espugnano Corregidor; gli inglesi « conquistano » il Madagascar. Due popoli, due vie, due maniere. La maniera di vincere la guerra e la maniera di perderla. GIUSEPPE

CAPUTI


ricomporrà l'ambiente, si ricostituirà la famiglia, si riprenderà Il lavoro. A questa oltre

quella astr | la mano rossa calar rapace sul loro beni, tornano ora alle proprie case. I vecchi moDÎII che furono abbandonati al momento del forzato esodo ritroveranno Il loro posto,

perché

le donne

del

paese

sorridono.

Sorridono

di gratitudine:

un sentimento

che

spes-

so il popolo soltanto conosce. In ogni paese del mondo, oltre | limiti di ogni frontiera,


STRADE PRONTE PER LA VITTORIOSA MARCIA NEL DONE?



Sono questi, tre episodi di un film condotto a termine da poco e che darà all'A.C.I. produttrice un nuovo segno nel risorto mondo della cinematografia Italtana. Il film prende nome didalladistinzione Luisa Sanfelice, Ja cui storia è ricca di commo-

venti episodi. Laura Solari che interpreterà Ja doloros: ‘a figura della protagonista prevale in un nucleo di eccellenti attori quali Carlo Ninei hi, Serato, Osvaldo Valenti, Hilde Sessak ed Egisto Olivieri, La regia è di LeoMassimo Menarai. (Foto Ciolfi),


RIEVOCAZIONI

CINEMATOGRAFICHE

STORIA E LEGGENDA DI LUISA. SANFELICE A più bella e magine della certamente quella che d pinse il più lirico del pittori napoletani della seconda metà dell'Ottocento, Gioacchino Toma; quello stesso che per vendicarsi dei Borboni che | vevano imprigionato ed esiliato spese i cento ducati di premio che il Re gli aveva conferito per assoldare una banda di patrioti e andare incontro a Garibaldi che avanzava în Sicilia ein Calabria. Nel quadro di Toma la Sanfelice è ritratta negli ultimi giorni della sua vita «in una squallida stanza, dalle grosse e ruvide mura, su cui piove una luce grigiastra, Luisa Sanfelice, poveramente vestita smunta nel volto gentile, con le mani che paiono animate dalla sofferenza, cuce le vesti di quel bambino che, nascendo, dovevi segnare l'ultima ora della vita di sua madre ». L'immagine pittorica non è che la trasfigurazione leggendaria del pietoso inganno che trovò conniventi medici e carcerieri nell'estremo tentativo di vare la vita ad una donna assal più disgraziata che colpevole Intorno ai casi della Sanfelice, del resto, la leggenda ha avuto sempre più credito della storia lo stesso Dumas non fece che raccogliere la più verosimile delle versioni popolari e narrarla come il suo raffinato mestiere gli consentiva. E il cinematografo completa oggi la trasfigurazione iniziata nel dipinto di Toma, attribuendo ai anfelice un bambino «vivo e vitale» — come si dice in gergo scientifico che la condannata affida alla madre prima di salire il patibolo. Bella storia, del resto, questa della Sanfelice. La tradizione popolare. l'ha arricchita di tutt quegli elementi emotivi e coloristici che costituiscono la più ghiotta esca per il cinematografo. Il ‘cinema, si sa, va in cerca di una storia, di una trama che riesca a tener sospesa per due ore l'attenzione di molti milioni di spettatori. La leggenda della sventurata Luisa è stata sfruttata perfino dai cantastorie girovaghi: nulla di meraviglioso perciò che il cinema n spremendo ora tutta l'es emotiva. Ma quale fu l'autentica ÎHella Sanfelice? Ci fa da guida in questa rievocazione un € riente saggio di. Croce, incluso lla sua «Storia della riv zione napoletana del 179 mette a confronto tutte le cronaché e riesce a chiarire quasi tutte le circostanze controverse Luisa era figlia di Don Pedro dé Molino, ufficiale spagno servizio del re di Napo) ai 17 a soli dicia ette a dò Sposa al cavaliere Anàri delli Monti Sanfelice dei duc di Lauriano, suo lontano cugino. Matrimonio mente assortito epoggiante su fragilissi me basi. I due sposi erano ragaz i poca testa entrambi Andrea era «sciocco, fatuo, vanaglorioso, fannullone, spend reccio ».Avevano a disposizione dei mezzi più che limitati essendo Andrea cadetto e non : do recato Luisa che una s dote, e si ingolfarono ugualmente in una vita al disopra delle proprie risorse trovandosi in breve allà soglia della rovina. intervenne allora la madre di Luisa, Camilla Salinero, invocando dal re una «soprintendenza», cioè una specie di curatela giudiziaria. Il 6 dicembre 1787, infatti, il re nominò «sopraintendente » il marchese Tommaso con l'incarico: «di riscuotere col minor possibile dispendio le loro rendite, ripartirne porzioni ai creditori nella maniera che con la sua prudenza gli riuscirà di comporgli, chiamandogli a sé, non per far atti giudiziari, ma' per buonamente comporgli, tenendo presente fra di essi i più certi e i più bisognosi ». In seguito a questo provvedimento { figli di Andrea e Luisa furono in in collegio » igenitori si trasferirono n loro terra di Lauriano. ‘anche il soggiorno a L riano giovò a rimettere sesto a

daveva alla niglia pretese che venisse eseguita. Il re, nonostante che reeduto per la Sanfelice esegui il palco del carne» L'11 ato. Alle dieci, ora piazza era rigurgidi follatr Si può dire la I patibolo dalla e là si gridò anche e cadde sul suo n eroina del ll cinematografo l't ma ta secondo le sue esig errato spesso i ma non ha tradito la nea genera! racconto. Laura Solari impersona la dolente figura di Luisa. È un impegno nuovo questo per l'attrice he ' ntata soprattutto in ruoli rillan da ciò che abbiamo visto in profeone possiamo arguire che l'esperienza sarà inressan ‘o della Solari figura ùn gruppo- di listi, diremo così, In riesumazioni Massimo Seratò, Carlo Ninchi, Osvaldo Ada Dondini, Annibale Betron ri; e l'attrice fedesca Hilde Sesna diva del muto mai dimenticata: Rina de Liguoro. Dirige il film Leo Menard! La pietosa storia della Sanfelice torna dunque agli c i della cronaca traverso il ci grafo. Vagliamo sper re che il ritorno e dell'epoca che € gno del personagy UMBERTO

« Luisa Sanfelice in + celebre quadr di Gioacchino Toma. una scena del film ripre N regista Menardi dà istruzioni agli re di Napoli. Un bivacco di soldati francesi alle Laura Solari durante una pausa dell ripresa del film « Lulsa Sanfelice della disordinata loro sentire

ina più severa mortificaz

Padri Ciorani di Nocera in Montecorvine restarono separa Montecorvino un attimo in cui la porta de il marito che ripmesero la loro vita Il distacco f

fettivamente

di ricchi negc 1 servizio di Ferdini sidui frequent

aveva salva

periodo

del travano a Napoli

al largo della Car

rono in prig

eno dal punto di vista borbonico, la cavò con la semplice d 1 processat generalmente erano rare dendo di interpre applicazione Sicilia giunse Confortatorio or

condannata. non esitò ad attestare la possibile fu smentito dal zogna al Villari il quale dannato a morte iù minacciata dalla Vincenzo Gasparo E iccher, padre dei due gi

covavano implacabi ricordando

DE FRANCISCIS


i Einistra, un recentissimo ritratto di Sua Santità Pio XII. Qui sopra, Monsignor Pacelli al tempo della sua consacrazione alla vigilia della sua partenza per la Nunziatura di Monaco alla qualeepiscopale, era stato nominato da Benedutto xv.

PIO XII CELEBRA IN SAN PIETRO IL 25° ANNO DI EPISCOPATO Giovedì 14 maggio, giorno dell'Ascensione, Pio XI1 — consacrato vescovo alla vigilia della sua partenza come Nunzio a Monaco, da Benedetto il giorno 13 maggio 1917 nella Cappella — ha celebrato il suo 25° anno diXV_ episcopato. Per suo espresso desiderio, néSistina feste né solenni cerimonie dovevano caratteriaza Questo giorno: ma la semplice della Messa alla presenza del nuol diocesani, cioè del popolo di Roma.celebrazione E la messa giubilare di Pio XII è stata proprio quella che Egli ha voluto: una manifestazione esclusivamente di pietà del fedell in Unione col Pastore. Bisogna dire che i romani hanno risposto con dolce im peto plebiscit l'invito loro Vescovo, mentre Egli si appressava e celebrava Il Sacro Rito in delringraziamento a Dio di venticinque anni di all'Altare pienezza di sacerdozio, In propiziazione di pace e di bene dell'umanità, Decine di miglia di biglietti erano stati distribuiti amezzo dei parroci di Roma e della diocesi: ma tutti di un unico tipo valevoli il semplice accesso: al Tempio. Abolite le tiri: bune, aboliti i reparti, la folla siperè distribuita come ha voluto secondo l'ordine di arrivo, costituendo infine un ammasso uniforme, ma imponente. quale pochi Heordano. Unico spazio libero nella chiesa, il canale centrale riservato ‘al passaggio del Pontefice. Unico gruppo distinto, quello degli ufficiali e del militari Fiuniti. Il patriziato, l'aristocrazia, {l Corpo Diplomatico, le alte cariche ecclesia$tiche e laiche avevano preso nel grandi spazi intorno all'altare papale dove ha celebrato Pio XII-rivolto alposto Il divino sacrifizio, solennissimo più semplice austerità del rito, popolo. è stato segulto attentamente dal fedelipur che,nellaa Mezzo degli altoparlanti, hanno udito nitidissima la voce del Papa nelle parti non segrete della Messa. Lunghe acclamazioni hanno salutato l'entrata e l'uscita di Pio XII dal tempio, Il quale non ha potuto accogliere tutta la folla accorsa e che per ciò sì è venuta disponendo davanti alla basilica, in attesa della Benedizione. Terminata la Messa e accalcando sulle dodici il Papa in sedia gestatoria è r cato nell'Aula delle Benedizioni. Sulla piazza intanto è stato intonato Il « Te siDeum cantato dal popolo a voce spiegata. Terminato il canto — di straordinario effetto » quando anche tutta la folla che aveva assistito al rito ha potuto uscire sulla piazza, è apparso e XII acclamatissimo, alla subito, Loggia Pio piazza, in della cospetto nel più commosso silenzio, ha impartito l'apostolica benedizione. Mercoledì, al mat= tino, il Consiglio Direttivo del Comitato Nazionale per il Giubileo aveva Papa la somma di un milione come primizia delle oblazioni raccolte per la offerto erigend al Chiesa di Sant'Eugenio Roma, a ricordare ai posteri l'avvenimento; e nel pomeriggio alle 18,30 Pio XII in aveva rivolto un messaggio a tutti | popoli della terra

Qui sopra e a destra, due momenti della solenne cerimonia per la consacrazione episcopale di Monsignor Pacelli fatta da Benedetto XV il 13 maggio del 1917 nella Cappella Sistina. Al centro dell’altare, nella prima fotografia, sì riconosce il Papa, davanti al quale è prosternato secondo la procedura rituale Îl nuovo Vescovo.


EVA,

MADRE Romanzo

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI. bino la prega di accompagnario a casa. Qui Eva

conosce

la madre

DEL

di MARCELLA del bimbo

parto. Nella clinica Eva capita vicino di letto auna giovane donna, Giovanna, l'altra una dolce comprensione per le proprie ansie. Il soave motivo déil

Non ne aveva voglia. Se ne accorse subito dopo i primi passi. Ave V una strana debolezza nelle gambe, si sentiva al tempo stesso come svui tata eppure terribilmente pesante. Ma si mise a camminare lentamente, i piedi affondati nelle pantofole troppo grandi che la infermiera le aveva prestato quella» mattina. Le pareva che fosse passata un'eternità da allora. Pure quando, facendo i conti, si accorse che erano passate undici ore se ne stupi mai in vita sua una giornata le era sembrata più breve e più interminabile. Pareva che il tempo, dal momento in cui si era arrestata in mezzo alla stanza da letto col secchio del carbone fra le mani fredde, aveste acquistato un nuovo valore. E sembrava che fosse passata un'ora, da allora. E sembrava che fosse passato un secolo.

“Uscì sul corridoio deserto, illuminato da una sola lampada, e si avvicinò alla e perlacea, gli alberi ne-

grande finestra. La luna era già alta nel cielo, chiara

vosi sembravano alla sua luce cosparsi di pallido argento. Nei parchi profondi le fontane tacévano, coperte di gelo. Tutto taceva fuori, nel mondo blanco e perlaceo, tutto pareva dormire. Solo da qualche finestra trapelava, velata dalle cortine, un po’ di trepida luce e i fanali verdastri si inseguivano nei lunghi lo splendore

della

luna

era

più forte

della

loro luce

D’ARLE

chi

vanna è incapace di parto fisiologico. Giovanna non supera l'intervento chirurgico, però il bambino vive. Altre tesa del p:

viali deserti. Ma

MONDO

o tutta

la notte sembrava d'argento. Eva appoggiò la fronte contro i vetri e il brivido che la percorse al contatto gelido le fece piacere. Sì, Giovanna aveva ragione, faceva troppo caldo qui. Giovafina... anche lei certo si era avvicinata a questa finestra la. sera prima, aveva guardato questi stessi alberi, questo stesso mondo blanco di luna e di neve. E certo aveva provato anche lei quella stessa stanchezza alle gambe. si

«ra sentita anche lei così vuota e pur così pesante. E ora era morta. Un uomo camminava adesso per il viale sotto la finestra, sembrava piccolo e curvo, visto così dall'alto, e camminava lentamente come se non lo aspettasse nessuno. Anche lei aveva camminato così, curva e sola per molti anni della sua vita, e nessuno l'aspettava. La sera, quando tornava dall'ufficio, la stanza

era fredda e lei doveva mettersi ad accendere il fuoco. Ma spesso ci rinunciava, per pigrizia e per economia e s'infilava subito nel letto gelido. Ma per molte ore non lè riusciva di riscaldarsi, i piedi restavano freddi fino a notte alta.

Eta un po' anemica allora, e il medico le aveva detto una volta che avrebbe fatto bene a non andare più in ufficio. Ma lei doveva guadagnarsi la vita, anda che se éra duro, se le spalle quando sedeva per ore ed ore alla macchina nessuno scrivere le facevano male. Doveva guadagnarsi la vita da sola, senza sorelle sposate in provincia, erano che l’aiutasse un po'; i genitori erano vecchi,chele risparmiavano per pane sul spesso duramente, vivevano che borghesi Piccole poter uscite sempre coi guanti. Lei aveva voluto venire sola nella grande città,

dre poiché e di gestanti sfilano nella corsia, mentre Eva è sempre In at-

a guadagnarsi la vita. Però. dopo pochi mesi, sarebbe tornata volentieri indietro alla monotona tranquiliità della cittadina di provincia, ma non c'era più posto per lei nella casa delle sorelle; in fondo non c'era mai stato, Ed era rimasta: una delle tante piccole dattilografe mal pagate e mal vestite, un po' ane= miche perché mangiano poco per potersi comprare le calze di seta @ per passare una volta alla settimana dal parrucchiere. Una come tutte le altre, né più bella, né più intelligente. Solo un po' più obblettiva. capace di veder nello specchio la sua immagine come era realmente, senza illusioni Pol, aveva conosciuto Mario, che l'aveva seguita per la strada una sera di primavera. Lei portava un abito azzurro che sl era fatta da sé e che le stava benéy I! giorno dopo invece lei aveva indosso un altro abito, verde, che la faceva troppo pallida'e non gli era piaciuta più. Ma era andato al prossimo appuntamen= to malgrado futto, un po' perché non aveva niente di meglio da fare, un po' per= ché non aveva l'abitudine di comportarsi male con le ragazze. Era andato, mà solo con l'intenzione di dirle che doveva partire, che non potevano più vedersi. Lei era stata sveglia tutta la notte per cucirsi un abito nuovo; ma non aveva fatto a tempo lo stesso, e aveva dovuto mettere ancora l'abito verde che la fa= ceva un po' pallida ma era molto più elegante di quello azzurto; E lui l'aveva trovata veramente brutta quel giorno, con gli occhi cerchiati e' la) pelle .giallastra. Ma lei gli aveva parlato della sua vita, povera e solitaria, senza amici, senza giole. E Mario allora aveva provato una gran pietà di lei. E aveva coni tinuato a vederla per pietà. Pol un giorno lel si era ammalata e aveva mano cato all'appuntamento senza avvertirlo. E lui l'aveva aspettata,, aspettata fino & notte alta, immaginandola infedele, dimentica, perduta per sempre. E gli. era parso di odiarla Ed era Invece l'amore. Erano stati molto felici in quella loro. prima estate. Si incontràvano subito dopo l'ufficio. Sedevano sulla panchina di un piccolo. parco, sempre lo stesso benché il posto fosse scomodo e distante per.tutti e due. Ma li si erano baciati la prima volta e ci tenevano, superstiziosamente, a-rivedersi li ogni giorno. Mario amava. il verde, l'aria libera e la portava a cenare in piccole trattorie fuori della città, seminascoste fra gli alberi. E tornavano a: piedi, a notte alta, fra il ronzio del grilli e il profumo dell'erba, soli ed avvinti nella tenebra. Qualche volta cantavano. Più spesso però facevano progetti di avvenire. In inverno avrebbero fatto economia tutti e due, così da poter comprare presto le cose più necessarie, poi avrebbero cercato una casa e si sarebbero sposati. agi Ceto nessuno al mondo sarà felice come noi due — dicéva Eva, stringerosi a lui.


— Nessuno al mondo, . Una irrequietezza, un'inquietudine continue siici. Presto una scontentezza buia, voluto lasciare l'ufficio per dedicarsi tutta alla“erano impadronite di lei. Aveva casa perché temeva, gracile ed anemica come era, di non poter ee ai due lavori, ma ora ba solitudine le D mpo non passas mai. seAveva odiato l'ufficio, la macchina da scrivere, le compagne di lavoro tutte più anziane di avevano. Si era sempre ‘annoiata profondamente vicino a ‘asa, deiin bambini se ne fondo anche ora non avrebbe voluto tornare al suo lavoro di ufficio, malorole epiaceva immaginare che era stata più felice allora, che aveva rinunciato per sposarsi a una vita più libera e più ricca.

Prese l'abitudine di lamentarsi, di rimpiangere, dapprima con velate, pol sempre più il lavoro che aveva ‘lasciato, le molteparole piccole abi: tudini piacevoli apertamente, o comode che aveva dovuto abbandonare, I lavori casa le favevano rovinato un poco le mani e lei ne pianse amaramente, comedi per una grande disgrazia. Pa

Prima

sembravo

una

signora

ora, ora, con queste mani...

diceva

spesso guardi landosi

— In realtà era molto più

nello specchio

rima, la

vita più comoda e regolare le aveva fatto perdere finalmente il suo laticcio di ragazza anemica, le spalle si erano arrotondate, busto era diven: tato fiorente. E in fondo sapeva bene anche questo, ma non il voleva ‘ammettere che il matrimonio le avesse portato qualche cosa di bene, Faceva i lavori di casa coscienziosamente, stirava, cucinava, teneva le camere in ordiné, ma era lavoro senza amore, senza gioia. — Faccio la serva, anzi sono peggio di una serva, non ho libertà nemmeno la domenica, io. Mai un minuto libero, un'ora ‘di vero. riposo. — In realtà era proprio il troppo tempe libero e senza lavoro che pesava su di lei, che la tormentava. — Se tu avessi un bambino saresti molto più felice — le diceva Mario qual-

che volta, ma lei scrollava il capo, aspra, cattiva.

— Col tuo stipendio! Per morire di fame tutti e tre? Mario le voleva bene, ma ormai non era più innamorato tornare a casa dalla donna sempre di malumore gli sembrò

di lei. E presto Il un vero tormento. antiche abitudini di scapolo, alle serate con gli amici al caffè o in trattoria. E nelle lunghe serate solitarie Eva piangeva tutte le sue lacrime e credeva, iceramente di essere la donna più infelice della terra, In fondo, però, sapeva bene che bastava accogliesse Mario col viso gentile

A poco a poco ritornò alle

€ sorridente per alcune sere, che gli preparasse un buon caffè e la torta favo-

rita e lui avrebbe presto ripreso l'abitudine di tornare presto a casa, di passare le serate accanto a lei, come nei primi mesi del loro matrimonio. Ma a troppo ormai sentirsi infelice, perseguitata dal destino, maltrattatale lalla sorte. Non aveva amiche e ‘non ne desiderava. Immaginava che le altre donne fossero diverse da lei, che nessuna l'avrebbe compresa, In tutte fondo temeva, guardando troppo da vicino la vita di altre donne, di ‘esser costretta a rendersi conto che c'erano al mondo delle infelicità maggiori della sua. E forse, chissà, un'amica avrebbe potuto dirle un giorno: — Ma di che cosa ti lagni, che cosa ti manca? Tuo marito ti vuol bene, non ti fa mancare nulla, hai una bella casetta e poco lavoro. Dovresti essere la donma più felice di questo mondo. Si era attaccata alla sua infelicità immaginaria come un avaro al suo tesoro. E le piaceva sentirsi sola e incompresa. A poco a poco, lei che si era giudicata sempre obbiettivamente, finì per persuadersi di essere una creatura eccezionale, un'anima raffinata, squisita, troppo pura e delicata per trovare un po' di pace e di gioia fra l'al umanità rozza e volgare, Spesso, mentre lavava i piatti o compiva qualche umile lavoro domestico le lacrime le rigavano la faccia. Ogni sera, verso il tramonto, si sedeva accanto alla finestra e qualche volta piangeva. Sperando però ardentemente che Mario la sorprendesse così, tutta sola e infelice, col volto pieno di rassegnato dolore. Ma Mario aveva ormai un pezzo perduto l'abitudine di sorprenderla, Riey trava tardi la sera, cen: in piedi in cucini con un pezzo di pane e un po'

di affettato. Poi, si spogliava in anticamera, e scivolava nel suo letto senza accendere la luce. E si addormentava subito tranquillamente: Spesso faceva finta di non accorgersi che lei era ancora sveglia e che sospirava nel buio. Era stanco di sospiri, di lamenti, stanco del suo viso di martire. E poi ormai, dopo tre anni di matrimonio non sapevano più che cosa dirsi, Non avevano interessi comuni, non leggevano gli stessi libri. In principio lui aveva spesso

cercato di parlarle del suo lavoro di. ufficio, dei compagni,.delle-piccole noje e

delle piccole

soddisfazioni

di ogni giorno. Ma lei, uscita ippena da un ambiénte

simile, non aveva voglia di ritornare nemmeno col pensiero.

E ora lui aveva preso l'abitudine di tenere le piccole gioie e le piccole delusioni per sé. Erano sposati da ‘tre unni quando gli corcessero' infine l'aumento di stipendio così atteso, del quale avevano tanto sognato insteme i primi tempi.

E lui non le disse nulla. Ma

riordinando

;

la camera

una

mattina

Eva

aveva

trovato

accanto

alla

scri-

vania il libretto di appunti del marito e sfogliando le ùltime pagine aveva subito compreso. Questa volta il dolore era stato vero e profondo; non le impor= tava

per

i denari,

che

Mario

aveva

guadagnato

in più e speso

senza

dividerli

con lei, quell'aumento di stipendio era soprattutto per lu! un successo, una vittoria, quasi un trionfo. E lui non le aveva detto una sola parola! Non le aveva fatto neppure un regaluccio da pochi soldi perché avesse anche lei un po' parte alla

sua gioia.

Lo aveva aspettato sveglia quella notte, col lume acceso, seduta sul letto. E man mano che la notte avanzava il cuore le si colmava sempre più di rancore, di odio. Quando egli rincasò, infine, gli fece una scena brutale. Troppo orgogliosa per mostrare come era ferita a fondo, nel cuore, dal silenzio di luî, gli parlò solo di denaro. Gli chiese come aveva speso le poche centinaia di'lire che aveva guadagnato in più negli ultimi mesi, gli disse che d'ora in poi quei

soldi doveva darli a lei che ne aveva bisogno più di lui, che era stanca di lavorare dalla mattina alla sera come una serva, senza nessuno. che l’aiùtasse nei lavori più duri, senza mai un po' di svago. Mario aveva bevuto quella sera, aveva il vino

spose brutalmente.

I denari li guadagnava

cattivo,

la testa

pesante.

Ri-

lui.e poteva farne quello che vo-

leva, anche gettarli dalla finestra, anche darli ad un’altra donna. E poiché Eva continuava a rimproverarlo con voce aspra, cattiva, la schiaffeggiò sulle due guance, brutalmente. Poi si gettò sul letto e-poco dopo dormiva del sonno pesante degli ubbriachi. Le chiese perdono l'indomani e parecchie volte ancora. più tardi. Ma lei non riusci mai a perdonargli veramente. Da quel giorno l'abisso che finora sarebbe stato così facile colmare, isi fece vero e profondo. Eva amava ormai la sua s0Hitudine, le lunghe sere ‘accanto alla:stufa d'inverno, accanto alla finestra d'estate. Si era abbonata ad una biblioteca e leggeva molte ore al giorno, “ Non trascurava, nessuno dei suoi doveri di donna di casa, ma non faceva nulla di più del suo dovere; non voleva né rimproveri nè lodi. La domenica, quando

Mario era? in ‘casa, parlavano poco. Lui, stanco per aver dormito troppo poco

durante la settimana, sonnecchiàva quasi tutto il’tempo. Lei leggeva. Non litigavano quasi più, solo qualche volta, di rado per motivi di interesse. “ Nel ‘pomeriggio della domenica andavano a passeggiò insieme per un'oretta esi annoiavano tutti e due profondamente. Ogni lunedì Eva sospirava di sollievo perché la domenica ‘era passata, finalmente. E sempre più. si chiudeva in un suo mondo artificiale di cui era l'eroina, povera, infelice, perseguitata dalla sorte. E amava ormai tanto questa immagine di sé stessa che se una fata buona le avesse offerto di farla tornare ai primi tempi felici del suo amore con Mario, avrebbe rifiutato. Passava le giornate pensando a sé stessa, al suo destino, alla sua vita come era ora e come avrebbe potuto essere. A studiare il suo proprio carattere e | gusti ‘e le abitudini, ad amarne le virtù, a scusarne i difetti. E si credeva diversa da ogni altra donna, più buona e più disgraziata, incompresa da tutti, gettata dal destino nemico in un mondo incapace di apprezzarla. Ed era invece semplicemente una donna ‘qualunque; che era giunta vicino ai

trent'anni senza avere un figlio. E il suo corpo e la sua anima

>

ne soffrivano»

Ma quando si accorse di aspettare un bambino non se ne rallegrò.

‘Anche Mario accolse la notizia con falsa indifferenza, piena di ostilità segreta. Per alcuni mesi mostrò di non crederci veramente, solo a si ‘arrese ‘all'evidenza; e prese l'abitudine di parlare della creatura che malincuore sarebbe nata, come

di un pericolo che minacciasse la sua pace e le sue abitudini. Anche Eva pensava senza gioia al nascituro. In fondo, tutti e due credevano di amarsi troppo ‘poco per legarsi col vincolo eterno di un figlio.

Durante gli ultimi mesi un'atmosfera di irrequietudine, di febbre regnò nel piccolo appartamento, + litigi furono più frequenti, più dolorosi: e due cercavano ora di farsi veramente del malé, forse per la prima volta.Tutti Eva imparò a piangere lacrime di vero dolore. Mario era cattivo con iei, senza alcun riguardo per il suo stato, pareva che provasse piacere a tormentarla, a farla soffrire, Forse anche lui aveva sofferto, più di quanto avesse mai confessato, quando tre anni prima Eva aveva ito senza ragione ad allontanarsi lui. Ed ora si vendicava inconsciamente di quelle: lontane ferite, forse già darimarginate. Furono i ‘mesi più tristi, più bui della loro vita. La sera giacevano l’uno accanto all'altra svegli, tormentati da torbide onde di rancore, ognuno ripetendo sé stesso per la millesima volta tutti i torti dell'altro, esagerandoli, deformandoli. Mario si addormentava sempre per primo, mentre la donna continuava ad agitarsi irrequieta sul suo letto, odiandolo per quel suo sonno tranquillo. Spesso tossiva forte nella speranza di svegliarlo, ma lui continuava a dormire te. Qualche volta però fingeva solo, e ascoltava, con piacere cattivo, i placidamensospiri di lei nel bulo, i suoi moti agitati, spesso convulsi. Si odiavano e si tormentavano come solo possono farlo che si sono molto amati, che forse senza saperlo si amano ancora. E non una due sola il pensiero della creatura che sarebbe nata mise un po' di dolcezza nella volta loro anima. In fondo non ci credevano, pareva loro impossibile che fosse proprio vero, che presto, fra pochi mesi, fra poche settimane, fra pochi giorni un loro figlio sarebbe venuto nella loro casa. una creatura nata da loro, verso avuto dei doveri, che avrebbero dovuto amare, proteggere, la quale avrebbero alla vita Forse se avessero potuto: crederci, anche solo per un. minuto, guidare sarebbero caduti l'uno nelle braccia dell'altro. Ma non ci credevano. Anche ora, anche qui Eva non riusciva a credere che la creatura sarebbe nata fra poche ore, chè presto anche il suo pianto sarebbe risuonato per la camera Non. era vero, non era possibile. Fuori la luce della luna si faceva sempre più chiara e più dolce e la neve

sembrava

cosparsa

di perle. Le strade erano

deserte, quasi

tutte le finestre erano bule. Solo i fanali verdastri continuavano ad inseguirsi per il viale, gettando intorno un po' di inutile luce. Certo era molto tardi. Lentamente Eva ritornò nella-grande camera dal soffitto basso. Sì sentiva

vuota

eppure pesante, stanchissima

eppure incapace di riposo.

il bisogno

di ‘esser sola, anzi avrebbe

L'orologio segna-

va le nove e mezzo, Cominciò a camminare su e giù, accanto ai letti. Preferiva essere qui, fra le altre denne, piuttosto che sola nei corridoio. Non provava più come poche ore

prima

di nascondersi,

voluto sedersi Accanto ad uno di quei letti, e parlare con una di queste donne, una qualunque Le sentiva tutte ugualmente vicine, capact di comprénderla. M@ le donne non sollevavano

nemmeno

lo Ava,

La bella popolana bruna aveva nascosto il viso nei cuscini e tremava tutta, le braccia incrociate sul petto, le mani strette intorno al collo, come per soffocare le grida. La donna che giaceva alla destra del letto di Eve, sì era un po' sollevata sui gomiti e gettava a denti chiusi e a labbra strette dei brevi gemiti sordi. L'infermiera le si avvicinò. — Ci siamo, sorella, presto... — pure la donna. cortine vennero tirate intorno al suo letto. A un cenno dell'infermiera anche— ilLemedico accorse, Non era l'ometto mite e rotondo che aveva sostituito il bell'assistente del pomeriggio. Erd un giovane bruno, che sembrava quasi un ragazzo con i suo) occhi trop; grandi nel viso pallido. Doveva essere venuto mentre Eva era nel corridoio, chiamato in fretta per alleviare il lavoro dell'altro medico. Dietro le cortine un altro letto Eva vedeva, ingigantito e deformato dalla lampada che lo illuminava dal basso, il profilo carnoso e stranamente infantile del piccolo dottore mite, sentiva la sua voce. — Un po' di pazienza ancora, un po' di pazienza. «Mi piacerebbe chemi aiutasse lui », pensò. Ma subito provò uno strano senso di vuoto al cuore, e sentì con disperata chiarezza che la sua ora era ancora lontana. Forse anche lei avrebbe dovuto aspettare un giorno... due... e poi anche lei, come Giovanna... E fra tutto quel dolore che gemeva intorno a lei, si senti povera come una mendicante, e desiderò ardentemente di soffrire, come le purché la creatura nescesse, purché il destino e la vita nonaltre, più delle ali sì dimenticassero di lei. Avrebbe voluto mettersi a gridare, forte, fino al cielo dasse di lei che era lì e aspettava, perché non la lasciasse perché Iddio si ricorcosì, vuota e'pesante. per tutta l'etèrnità. Le pareva, più di ogni altra aspettare nella sala, di aver diritto di gridare, di implorare aiuto e pietà.

Riprese a camminare-su e giù, e le sembrava di diventar più stanca ad ogni

passo, più debole. Si fermò un momento

davanti ad un letto, si appoggiò alla Su quel letto dormiva una donna, sdraiata sul dorso, le braci abbandonate lungo i fianchi, la testa un po' piegata su un lato; e il suo viso era di una bellezza, indescrivibile. puro, sovranamente calmo, sovranamente felice. La grande capellatura, formava un’aureola buia intorno al volto bianco, vasta era l'ombra delle La bocca non sorrideva, era chiusa, ferma, senza durezza, ma anche senza abbandono, la bocca di una statua che dorme. E tutto quel volto aveva qualche cosa di eterno, di non carnale, di non umano, era pervaso maestà e di pace come il volto di un dio che si riposa, dopo la creazione di un dimondo, E ci volle molto tempo, prima: che Eva si accorgesse veramente che l’aureola era una selva di capelli rossicci domati infine dal che quel volto era bianco del pallore delle grandi stanchezze, ché quella sudore, creatura davanti a lei che sembrava impregnata di eternità era soltanto Mariangela Scanalotti che dormiva dopo aver dato alla vita il quarto figlio.

spalliera per riposare,

Dal fondo della sala una voce di levò, acuta, rabbiosa: — Quell'infame, quel mascalzone, donna sivigliacco, quel... — Il repertorio donna. Sembrava molto ricco, perché quel continuò così. per alcuni ‘minuti senzadella ripetersi ma L'infermiera che si era seduta un momento, si alzò sospirando: —E Non si può avere nemmeno un minuto di pace! lasciatela gridare un po’ — disse il giovane medico bruno che riempiva un formulario coi dati dell'ultimo bambino che era nato. =, Non posso, la conosco, è Antonietta Pizzoni, viene qui da due o tre anni, sta zitta tutto il tempo, unama certa quando comincia a strillare vuol dire che ci manca poco. — Quell'impunito, quello scomunicato, quel figlio di... — Con chi ce l'ha? — chiese il medico. i È = Si vede bene che siete qui le giovane volte — disse l'infermiera gon una certa commiserazione, — prime con' chi volete chè ce l'abbia? Colguardandolo marito, si fabisce — E si avvicinò a quel letto, facendo scivolare davanti-a sé la grande lampada. dée mi si avvicina un’altra volta quello svergognato lo ricevo a colpi di scopa... quell'egoista, quel... — Si, tutti gli anni dite così, — mormorò placida l'infermiera tirando le cortine intorno al letto. — e scommetto l’anno prossimo vi vediamo di nuovo. a A me? Piuttosto mi butto a fiume, che nemmeno vederlo voglio più quel... Oh vergine santa, puniscilo fagli scontare tu quello che miquell'infame, fa L'infermiera non si era sbagliata.tu, Poco dopo ‘giungeva da dietro la” soffrire! tenda. il pianto del neonato. ” -— Un maschio! — annunciò l'infermiera, = Eome sarà contento Luigino mio, — disse Antonietta Pizzoni, cercando la Lorsetta che aveva appoggiata sul comodino. — Sorella, fatemi il favore, telefo. Rategli domattina, aspettate, vi scrivo il numero del telefono, il nome lo sapete non è vero? Non ve ne che dimenticate sorella, se fosse una femmina non importerebbe, ma è un maschio: dio, come sarà contento Luigino! Domani è giorno di visita, verrà subito se Mio telefonate che è un Non vi dimen: ticate: di telefonare sorella, mì gli raccomando, A che ora maschio. potrà venire, alle. due come gli anni passati? — Sì, dalle due alle quattro. scecliteglielo, sorella, telefonategli anche questo, non ve ne dimenticate! mi ratcomando proprio tanto. ate VA pene, va bene, c'è tempo fino a domattina, ne parleremo di nuovo, orà state zitta e cercate di dormire. (Continua) MARCELLA D'ARLE


MR

A Mostra sindacale delle Belle Arti del

Lazio

esulare

per far posto ad altre ma-

è una

vuto

nifestazioni,

nel 1940 si è ricoverata

nei gloriosi ma tenebrosi recessi dei Mercati Traianei. L'anno scorso ha dovuto

scioperare

per

mancanza

tata

nei

della

Galleria

caliî. Quest'anno la Mostra saloni

MOSTRE

senzatetto,

Da qualche anno conduce una vita randagia trasferendosi da un luogo all'altro senza trovare una sede stabile. Dal Palazzo dell'Esposizione di Via Nazionale, dove ha do-

D'ARTE

ROMANE

LA X MOSTRA LAZIALE ALLA GALLERIA D'ARTE MODERNA

lo-

di

è stata ospid'Arte

Moderna, gentilmente concessi dal Ministero dell'Educazione Nazionale, una sede certamente decorosa e lusingatrice perché accanto a quello chi viene considerato il tempio delle cele-

brità artistiche, ma una località troppo periferica, di non facile accesso al frequentatori di simili convegni. Nella prefazione del catalogo della Mostra il consigliere nazionale Orazio Amato, segretario del Sindacato laziale e sagace ordinatore dell'esposizione nella quale ha avuto come validi collaboratori i pittori Aversano e Monta narini e gli scultori Assanti e Mazzacurati, prospetta il problema del locali da risolversi non appena possibile, vale a dire dopo l'avvento della pace vittoriosa, « Gli artisti

romani

scrive

l'Ama:

to — che come quelli di tutta l'Italia sentono così vicina e calda la premura del Regime per la loro attività, cui an= che recentemente è stata riconosclut la ambita posizione di responsabilit nel quadro dei valori ideali della cultura

nazionale,

chiedono

sperano

di

poter ottenere che, fino a quando non st renda possibile la costruzione in lo-

calità adeguata di un apposito edificio, sia dato alla Mostra annuale del Sindacato Belle Arti un «ubi consistam » che chiuda il periodo di questo: girovagare scomodo, dispendioso ed anche un pochino umiliante per { pittori e gli scultori che operano nella Capitale. All'inconveniente si può rimediare concedendo in uso, per i pochi mesi necessari e nei tre anni consecutivi che viene lasciato libero dalia Quadriennale, il palazzo dell'Esposizione in via Nazionale, sede sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello della sua originaria destinazione, di ogni altra più adatta »

acea Megna

In attesa che la legittima aspirazione del Segretario del Sindacato laziale possa essere esaudita, passiamo in rapida rassegna questa decima Mostra sindacale la quale, come le precedenti manifestazioni collettive annuali che si svolgono nell’Urbe, ha carattere complementare integrativo e riassuntivo delle manifestazioni della Galleria di Roma, delle « Terme » e di altre private sale di esposizione e suole anche accogliere la partecipazione di artisti che espongono alla Quadriennale romana è alle Biennali veneziane. La Mostra comprende cir seicento opere tra quadri, sculture, incisioni €

disegni senza contare gli

acquerelli e

i cartelloni delle sezioni speciali e le due mostre retrospettive deli pittori

Alessandro Battaglia e Domenico Quattrociocchi da poco scomparsi, la cui produzione, in gran parte ottocen-

tesca ma non scevra di tentativi verso più arditi processi, meritava di essere

degnamente segnalata. La scelta delle opere dal Comitato

ordinatore è stata fatta astraendo da ogni preconcetto di scuole e di ten-

denze e con una certa larghezza. Accanto alla vecchia guardia degli arti-

Aurelio De Felice: «

Rìtratto di Metl» 191.

e

Augusto Orlandi: « Tagliacozzo;

Gii zingari partono »

« Sedia, tavola e finestra ».

sti anziani o rimasti comunque attaccati alla tradizione, sono rappresetitate le balde e frementi pattuglie dì giovani, alcuni già partecipanti & precedenti mostre, altri alle prime armi in una mostra ufficiale, Questa esposizione che panoramicamente rappresenta l'attività di tutti gli artisti appartenenti al Sindacato, è caratterizzata appunto da una larga partecipazione di giovani che in un clima ardente e combattivo esprimono energie di vivo interesse, Artisti che sembrano animati da ardore polemico fino al spavalderia, innovatori di un nuovo alfabeto, ma la cui arte che non può sempre incontrare fl gusto del pubblico considerato nella sua universalità plebiscitaria, ha diritto di essere studiata, analizzata, presa in seria considerazione dalla critica © dagli stui delle nuove correnti intellettuali © artistiche. Espressioni rappresentative di quenuove correnti sono in questa mostra le opere raccolte ìn gran parte nelle due sale centrali: la natura morta e Il ritratto di Tamburi; il borz toe+ fiori di Montanarini; i ritratti di due personaggi e il «ritratto di bottiglie» più espressivo di un ritratto umano, di Stradone; le tel di e di Averno, i paesaggi di Mafal; { paesaggi e la figura di donna di Ziveri: | quadr di Purificato, la cui arte originale iè stata in queste pagine acutamente analizzata in occasione della sua mostra personale alla Galleria di Roma. Emerge in questa mostra Renato Guttuso con le sue nature morte e specialmente con quella intitolata: «Sedia, tavola e finestra», magnifico pezzo di pittura nel quale non sai se più ammirare l'abtle giuoco prospettico 0 la perizia nella distribuzione delle luci e delle ombre. Squillante è la tavolozza nei quadri di Toti Sclaloia, uno del più giovani espositori; di particolare interesse le opere di Capogrossi, di Caputi, di Cavalli, di Canali, di Rizzo, di Socrate, di Afro, di hilli, di Natili, di Omiecioli E davanti alle opere di questi artisti che si riaccendono le discussioni sulle varie forme e tendenze dell'arte. Futufismo, cubismo, surrealismo, impressionismo, lirismo, metafisicismo sono parole € definizioni che si sentono pronunciare nei dibattiti fr critici e cultori d'arte: problemi d'ordine intellettuale e spirituale e problemi di ordine tecnico vengono pro spettati a proposito dell'orientamento delle generazioni che si affacciano all'arringo artistico E nei dibattiti echeggiano gli insegnamenti di Cézanne e di de Chirico, le teorie. le sentenze e anche i paradossi di critici» artisti, quali Gino Severini, Luigi Bartolini, Virgilio Guzzi, Arturo Peyrot scrittori di cose d'arte animatori di polemiche e nello stesso tempo, come rtisti, presenti a questa mostra con pere significati Ma siamo ancora nel framn nessun quadro di larga comp e di profonda ispirazione Fra | pittori di larga notorietà sono presenti a questa mostra Orazio Amato, Ferruccio Sc Emilio Sobrero, Fausto Pirandello, Lorenzo Cecco Augusto Orlandi, Alberto Gerardi, Gia. mo Balla, Gino Albieri ed altr ancor Meritano di essere segr opere di Barrera, di Zanetti. Mariani, di Antonio Mufioz, di Enrico Gaudenzi, del Carozi, di Valente, di Morrica. La sezione che nelle precedenti mos si mante-

Gennaro Petrucci: « Busto di giovinetto ».

rea


Cataudella Nicola: « Ragazzo che gioca ».

Emilio Sobrero:

« Finestra aperta a

neva a un notevole livello, quest'anno sembra sopravanzata dalla pittura, Forse gli scultori romani hanno riservato il meglio delle loro opere per la imminente Biennale e per la prossima Quadriennale, Fra le opere migliori notiamo in questa mostra i piccoli bronzi di Mirko e di Basaldella, la » di Crocetti, un ritratto di Mazzacurati, È bronzi« Bagnante di Fontana, un « Orione » bozzetto in bronzo di Assanti, la « Pietà » in terra ‘otta di Enrico Martini, la « Deposizione di Persichetti, îl «Dux» di Fi ico Panacea Megna, un bronzo e un gesso di »Calori, l'« Orfeo » di Biggi, il « Ragazzo che gioca » di Nicola della, il « Battesimo di Cristo » di Monteleone, busti e statue di Petrucci, di de Santis e di alcuni altri. Un eletto stuolo femminile partecipa ‘a questa mostra tanto nella sezione della pittura che nella scultura: pittrici e scultrici ricche di buongusto di sensibilità artistica, alcune di esse, specialmente nella plastica, vibranti e di accenti virili. Le altre sezioni speciali della mostra sono quelle dell'acquerello, in cui abbondano paesaggi e fiori smaglianti, e la sezione dei cartelloni, poco significativa, perché manchevole di sigle incisive e di quei « pugni nell'occhio » che sono le particolari caratteristiche di questo genere di arte applicata, E infine la sezione del bianco e nero, questa veramente interessante, nella quale sono presenti i migliori bianconei risti e acquafortisti, nelle cui opere il disegno, privo della seduzione del colore, importanza preponderante. Viene a proposito la nota frase di Ingres ha«Il una disegno è la probità dell'arte. Col disegno, e ciò per tutte le arti rappresentative, l'artista prende conoscenza delle cose e contemporaneamente dell enza di se stesso», GIOVANNI BIADENE

Luigi Montanarini: « Fiori ».

ADUNATA DI ARTISTI VENETI ALLA XII MOSTRA DI VERONA ELLE vallate che affluiscono nella chiara ed assolata Ve-

Domenico Caputi: « Ritratto di Terenzi »

rona, le lotte non st sono accese soltanto fra gli armati, ma sì direbbe, anche fra gli spiriti fluidi, fra i fantasmi incorporei, Infatti questa città, che vanta opere monumentali di tutti i tempi, nel campo libero ed aperto dell'arte ha dovuto difendere strenuamente come un bastione avanzato l'italianità creativa della nostra stirpe. Se qui dai monti calò }l «gotico», ecco Verona poi opporre la nostra Rinascenza: opporre cioè agli angoli acuti, alle emozioni esasperate ed alle astrazioni del nord, la orizzontale, chiara ed equilibrata serenità latina. Così se Stefano da Zevio nella sua pittura risentì qual-

che influenza nordica, .il Pisanello qui divenne il precursore del natu-

ralismo del Rinascimento, Ha dunque ben diritto Verona di ospitare oggi le grandi adunate degli artisti. La XII Mostra Sindacale d'Arte Veneta, dal Sindacato Interprovinciale Fascista ed organizzata dall'Unione locale bandita raccoglie infatti 162 artisti delle Provincie di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Udine, Verona e Vicenza, con 560 opere di pittura e scultura e bianco e nero che,Venezia, nei grandiosi saloni, del san= Guardia, michelesco una dignità degna dei migliori Gran della acquistano Palazzo tempi. Appena entrati ci è subito riservata una sorpresa: il Ministro Alberto De Stefani pittore! Non creda il lettore che noi qui rivolgiamo un dovuto omaggio Un'Eccellenza se diciamo che queste opere ci sono parse degne del più quotatoad professionista. Generalmente delle tele schierate su questa eccezionale parete si sceglie come la migliore una figura di donna seduta; ma noi, in accordo con quelle correnti che tendono alla pittura più approfondita © costruita, preferiamo invece la Fanciulla in rosa. In ogni modo le colorazioni finissime e trasparenti del Ministro De Stefani sono degne dell'altro De Stefani, Vincenzo, che, zio del nuovo artista, onorò il Veneto con lepittore sue' opere serie, idealiste cd assai ‘oneste. Ancora una volta troviamo Guido Trentini alle prese col colore. Sebbene abbia {abbandonato quel piatto spettrismo che aveva svuotato di forme le sue figure, tuttavia in queste opere più plastiche e robuste, egli ancora smoda i rossi ed i verdi con effetti acri ed eccessivi. È inutile: le nature fortemente disegnative non bono accodarsi alle correnti sensualistiche del colore-e debbono persuadersi debche © pittore anche chi lavora sul grigio o magari sul bianco e nero. Oggi che i miEliori artisti ritornano: al «disegno» ed alla «forma», chi potrebbe battere il ‘Trentini che questi elementi li ha per-e grazia », per dono innato? È molto probabile che Guido Farina nei suoi quadri parta da un proposito, da ‘una premessa estrinseca: dal motivo che determina l'incrocio di una via con un binario nel quadro intitolato Sant'Ambrogio; dall'effetto pittorico risultante dal contrasto di una. centrale c@lorazione con le ombre grigie e morte nella Periferia parigina. Ma il Farina è tanto pittore da sorpassare, assimilare nella sua arte ogni volontario proposito. Ed ecco infatti nel primo quadro squillare bellîssimi verdi, ed ecco nel secondo quel rosellino-di sfondo volutamente un po' smodato e sgar= giante fra le ombrose quinte, acquistare un'allegria popolaresca propria appunto alla periferia. A guardarlo di primo colpo il paesaggio di Pino Casarini intitolato Neve a

TE EEdbj'ij'qKÀ8À. _@__—Ò_+ÌÒÌ}]| |j'@Qqp '!

Verona sembra una curiosa visione drammatica quasi tintorettiana: ma poi ad esuminarlo più a fondo ti accorgi che trattasi di un effetto ottico dovuto alle gustose qualità d'improvvisazione, al modo di tradurre con abile e rapida piacevolezza le presenze delle cose. Che Casarini oggi possa vantarsi come uno dei pittori più dotati per le sue qualità spontanee, è documentato anche dal ritratto della sua signora, persino prezioso nel gusto coloristico. Non si può giudicare Bruno Saetti dalle opere che ha presentato in questa esposizione. Tutti sanno che il nostro pittore vanta qualità tali da meritare il «premio della Quadriennale romana», ma in queste sue tele egli non ha voluto impegnarsi a fondo. Così noi attendereDomenied Purificato: « Composizione ». mo la prossima Biennale per esprimere un giudizio su la sua ultima Pittura. La stessa cosa dobbiamo dire di Fioravante Seibezzi che in una mostra personale tenuta recentementè a Milano, ha riscosso le migliori Jodi'della critica Anche Della Zorza ha esposto poco tempo fa a Milano, ma in queste sue campagne con le case bianche, ci sembra anche migliore. Perché Pigato non riprende quel suo poetico oggettivismo che tanti riscosse un tempo? Ma ormai dobbiamo affrettare {l nostroconsensi esame ché lo spazio ci viene n mancare. Fra i coloristi citeremo il Nardi dipinto le sue Mele sull'epidermide della tela; preziose ci sembrano le tinteche delha Vitturi; vespertine quelle di. Bruna Gasperini; un po' bituminose quelle Varagnolo. Minassian riesce interessante solo se esaminato pezzo per pezzo, e del Flangini simpatico appare nei suoi schizzettati cavalli. Altri artisti, volontariamente o involontariamente, tendono al primitivismo: a quello un po' campigliesco il Pendini, fresco e genuino il Candiani col suo campo di cavoli. Insomma Permelli,a quello Kessler, Salvatore Tosi, Piovesan, Franzoni, Pizzinato, Sacchi, Italico Eugenio da Venezia, Degli Albertini, Nurdio Trentini, Gherimoso Brass, edMenato, altri, con maniere e qualità varie e magari antiestetiche, presentano tutti Fred, opere più 0 meno importanti. La sezione del bianco e nero è scarsa ma in compenso ben selezionata. I chiaroscuri di Vidoni, sebbene un po' sironiani, sono drammatici e robusti; qualche incisione, come quelle del Tonion e del Granzotto, nel tratteggio, ci sembra un po' morandiana. Con un bel segno sono tracciate le architetture Donghi; verso il grottesco sembra voglia orientarsi il Brotti; di buon disegno della e gustoso chiaroscuro ci è parsa la « mammina » del Buso. Ed ora, spostandoci nel campo più solido e realistico scultura, ci piace molto citare il giovane Berto Zampieri. Non si tratta di undella che ferma il visitatore per le sue stravaganze avanguardistiche: anzi al artista contrario, in queste due statue di fanciulle, una umiltà sottomessa all'osservazione del «vero», quasi nasconde queste opere. Ma ad un attento esame, la correttezza delle forme, le acute osservazioni, la coscienza con cui sono approfonditi i più difficili particolari — come le mani ed i piedi — convincono con lo Zampieri siamo di fronte ad uno scultore onesto, serio e dotato. Si chesente la derivazione, magari inconsapevole, da altri artisti sculture di Trevisani Maria Montini. Tuttavia queste abbondanti carni nelle plasticate larghezza, garantiscono la presenza di un'artista. Seria ci è sembratacon lamorbida testa di Egidio Girelli; in-


alcuni pezzi, fra c una testa femminile, di Girelli; di simbolica decora ne le piccole plastiche »di zari: notevoli il Ritratto di Barba rani del Ma schera baroccheggiante di Boldrin Ma ecco alcuni scultori che al merito plastico-scultoreo, pr le emotiva, Nereo Cos feriscono l'espan: cienza formale e sue opere sono un p 80 non se corrette. Ma în compenso dalle sue sculture si sprigiona nima, un empito emotivo. Mc ti artisti oggi, fra cui Il Conte so sacrificano la form su l’altare di quel Interiorit ta la p sia con forma Ecco il Put to del Costanti tutto teso con la sua emotività come

teressanti

eatura, un po rme, vuol parvoglio ti del Got Gli occhi ti per sugge ipnoti: testa di colori ghi. rdendo la vita in queste sculspesso si tr di puri VINCENZO COSTANTINI

Farina

« Periferia parigina ».

REL

Berto Zampleri:

Eccellenza

Alberto De Stefani.

« Panclulla in rosa »

Pino Casarin:

«La signora

Nereo Gostantini: « Putto ».

Nino Gottardi: « Ritratto in ‘terracotta».

Bruno Sa

« Bambina cul cavalluccio »,

Guido Trentini: « Figura»,


MARIA DI PIEMONTE ALL'INAUGURAZIONE DEL CENTRO MUTILATI DI LEGNANO

‘Altezza Reale Principe; ugurato a Legn: Mutilati, Ricevui chie e locali l'Augusta signo graditomilanesi l'omaggio floreale che un mutilato a nome di tutti | rieducandi del Centro le ha offerto, Visitato i vari reparti interessandosi alla completaha organizzazione dell'istituto e ai metodi. rieducativi. Ecco le qui quattro episodi della visita che si è svolta tra più festose dimostrazioni per la Principessa.

180


© CRONACHE

TEATRALI

iti, insomma, si fosse refugia! suggerita dal repertorio ferravillesco,

Spettatori

maturi,

era che si

ai quali 4 vivente simulacro di Pallade Atena,

formosamente emergi

L'eORESTIADE»

E LA RELATIVITÀ LA DENTIERA DI OSCAR WILDE UN DRAMMA SU ELEONORA DUSE?

avesse

ricordo della statua

leLa U Visibile

vent to dei

sull'irradiata

EL tempo gli uomini hanno avuto, h, a seconda delle epoche 1] un diverso concetto. 1 Latini lo dicevano irrevocabile irreparabile»umori, fugti Nei Medio Exo si continuò a fgurario coi stmu

ra: quasi

lerivato come

farfalla dal

apparisse

dovuto

alla

che contro tanta scempiaggine

pagnia del Teatro Nazionale », l'Orestiade di Eschilo,

duemila e cinquecent'anni, vibra e squilla e riecheggia, Piga

timani ma a legnate. Non sono d'accordo, A° te, quando passa un idiota, si contentano di fare uno scongiuro) non vedo

vecchi

rp so

l'anima nostra, come se l'avesse scritta un contemporaneo. Non solo: ma fra | suoi esecutori, tutti posti sotto la tutela del « Guf», frammezzo alle acerbe fan-

Ciulle incaricate di fingere, con sì belle apparenze di verità, 1 cori delle ancel delle coefore, delle eumenidi, ecco spiccare tre attrici (già da tempo rinomate

Maria Melato, Paola Borboni, Letizia Bonini — di cul ogni cosa avremmo

dovrei mettere a repentaglio, contro teste così dure, la resistenza del mio bastone.

Riascoltando Salomè dopo la cul

pen»

sato, meno che potessero ancora fregiarsi di un cappellino goliardico. Ma il genio, o. anche solo l'ingegno, fa tutti ! miracoli: e come Eschilo è ancora vivo, stupendamente e terribilmente vivo, nella sua antichità di vent! i, così

che un

fue Breasdiey che gli fu i un'Inghilterra che già

appare tuttora validissima, alla prova di quella declamazione tragica ch'eri una volta in palcoscenico la nde, la suprema pietra di paragone, quella Ma Melato che già qualcuno fra noi, con vera ingiustizia, cominciava a eredere

malata tutt'in

trascurata dal tempo. Il quale tempo, viceversa, è capricciosissimo. E allo stesso modo che sì diverie a metter le rughe In fronte, poniamo, a un nudo novecentesco o a un'architettura cementizia soltanto un anno dopo la loro apparizione, così è pronto a ribaltezzare alla fontana della più fres fovinezza, da un momento all’altro, qualunque annosa forma d'arte © figura d'artista abbia dimo-

strato di meritarlo.

Unanimi hanno dunque consentito, dopo l'Orestiade, pubblico e critica tre esecutrici principali; né fra Ro) stessi attori, un po' calunti rispetto al trici, sono da dimenticare il Gerì, il Bettarini e il Randone:

un dicitore, questo

particolarmente si raccomanderà

vero, com'è da spe-

ultimo, dalla

voce bronzea

e bene scandita, dal volto inciso e grifagno, che al genere classico, se

rare, esso abbia da tornare in flore. Anche il regista, Giorgio Venturini, giovan» dosi degli acconci scenari e costumi di Aldo Calvo, ha portato un ottimo contributo alla rappresentazione, risultata particolarmente fellce nella seconda parte della trilogia, Le Coefore, mentre la prima, l'Agamennone, bisognerà forse ancora di qualche ritocco, e la terza, Le Eumenidi, sarà pur sempre costretta

chiedere la sua più alta suggestione all'aria libera d'un anfiteatro, anziché ai praticabili d'un teatro chiuso. Ho detto unanime il successo: ed è vero, almeno per ciò che riguarda il pubblico

sano. Di questa estrema, possente, esemplare classicità la nuova generazione sente oscuramente il bisogno: ed è la ragione per cui vè accorre, come il fanciullo al latte 0 l’animale all'erba medica, per un anelito istintivo di sangue e di salute. Ho ricordato, più su, il cemento delle costruzioni moderne. In Eschilo davvero non ce n'è traccia; e neppure di mattoni o di calcina. Sono tutti blocchi di pietra serena, però sovrapposti in ordine perfetto, secondo quell'armonia che «'imma-

gina’ naturalmente ispirata da una luce solare a un'anima in libertà: esempio sublime, ripeto, di quanto possa l'umana commozione tradotta in parole e fi. gure di teatro. Si aggiunga la regia d'un giovine entusiasta quale il Venturini.

Sì aggiunga il pregio, veramente notevole, della nuova ridizione scenica do-

vuta agli sforzi congiunti di Cesare Vico Lodovici e di Stefano Landi. S1 aggiunga, infine, l'appassionato concorso di Maria Melato: In tutto degna di quella Giacinta Pezzana ch'ebbe a recitare l’ultima volta l'Orestiede, come ci ricor=

turali!) alla danza nuda ed alla testa recisa, dal più casto spìro alla più oscena necrofilia, in un continuo gioco d'altalena tra la biblioteca rosa e la libreria proîbil-

ta che tradisce lo stento e tramanda il lezzo della sua insincerità. Tutta è falsa. Anche la Salomè portava Ja dentiera: e ce ne accorgiamo adesso,

punto di morte. Né l'interpretazione della Compagnia Adani, resa pure abbastanza efficace dalla regia di Pavolini, dal costumi di Emma Calderini, dalle

musiche di Virgilio Mortari, e anche dall'interpretazione complessi to un po' troppo variabile di tono, fra pose jeratiche e accenti

per quan= discorsivi — è

bastata a ridarle fiato. Ora tanto jo Scelzo che Il Sabbatini,

per quanto eccel-

lenti, mi

ammalata

Salomè

apparvero

faceva

preferibili

seguito

nella

Medicina

(oh, la sempre

viva,

d'una

ragazza

la sempre

fresca

che alla

commediola

del

nostro Ferrari!), e così dirò del Dicrucciati, un legnoso e sconcertato Na: Lo sbocciante seno © le palpebre d'argento di Laura Adani fecero impressione, Ma vi furono pure gli insoddisfatti. Alcune sue note d'accivettato dispetto troppo contrastano all'accento tragico; anzi direi che sulla bocca pargoleggiante, secondo l'istintiva benevolenza del suo buon sangue emilia terribili cose » ch'ella evoca nella tragedia perdono ogni trucità. La ghirlandina modenege vi sta meglio, mia dolce amica, delle corone dell'orgia; né un’altra volta vorrei vedervi denudata, o Laura, che come la Laura pe e cioè In riva a delle fresche acque: non in una notte di sangue, fra tetrarca infuriato di libidine, e quelli troppo spenti d'una testa mozza! Dagli editori di Repertorio — la linda e agevole collezione teatrale diretta da Silvio d'Amico — ricevo tre nuovi saggi, che vi raccomando: un Matrimonio di Figoro tradotto da Civinini, un Re Cervo ed un Attilio Regolo. Ricevo da Nino Bolla, stimabilissimo collega, anche La grande tragica, cioè una « biografia tea-

dano gli anziani, trentasett'anni fa,A che si dovevano, dunque, certe resistenze che la trilogia avrebbe l'altra sera sicuramente incontrato, senza la risoluta reazione dei nostri applausi, ed anche di qualche violento zittio alla volta di quei

trale >in otto quadri su Eleonora Duse. Non voglio anticipare a Nino Bolla, che mi è caro, alcun giudizio: anche perché Teresa Franchini, letto La grande tragica, pare voglia tornare alle scene per recitario, Sarebbe stata, se ben ricordo, pure l'ambizione di lsa Miranda. Ora poiché agli audaci è destino debba arridere la

fati? CsA Si sono fatte diverse supposizioni. Una; era che si trattasse di giovinotti bocciati

fortuna,

palchetti, dove più dun signorino e d'una sotto sotto, befteggiando il pianto di Oreste,

LESSANDRINI

ha

una

damigella in vena di scherzi andava, il grido delle Furie, l'incombere dal

UOMINI

lunga

esperienza di film soldateschi e guerreschi; e un caldo amore per

si decantavano

eroismi della nobile arma;

gli

in « Luciano

narrata la dura ed eroica vita naca senza toglierle minimamente la schiettezza e la semplicità che sono alla base di ogni fatto vissuto in clima guerresco. Era difficile per un tale film, trovato il tono adatto a una narrazione epica e umana insieme, trovare gli intesta nella lontana oasi a soverchianti terpreti acconci. Cioè degli attori | quaforze nemiche. Si sa Quanto sia difficile li pur conoscendo perfettamente {l loro ricostruire tali fatti in modo da non mestiere, non fossero guasti da quella sciuparne la semplice austerità e gran- rettorica teatrale che in simili casi offende il gusto e toglie verosimiglianza d lezza. Parecchi di coloro che si provarono ed efficacia al personaggio più che non fallirono il compito o per troppa presun- giovi alla sua esterna rappresentazione.

Serra » era

di un soldato; in « Abuna Messia » si glorificavano le gesta di un missionario in Africa Orientale; in Giarabub si glorifica quel manipolo di prodi che, al comando del maggiore Castagna, tenne lungamente

zione o per scarso

sentimento,

Film di

che non siano un oltraggio insieme alla guerra e a chi la combatte, si contano sulle dita di una mano sola. Dirò subito che Giarabub a me pare, pur con i suoi difetti, un film degno di figurare tra quei pochissimi che esaltano lo

spirito guerresco senza forzature retoriche né rarie.

grossolane

agghindature

lette-

Girato parte in Africa (quasi tutti gli esterni furono ripresi in Cirenaica) con la consulenza tecnica di espertissimi s0ldati, ricostruito sulle testimonianze orali degli stessi combattenti e sui rapporti militari, Giarabub ‘ha un tono schietto

quasi

e

immediato,

direttamente,

mentario appena

un

di

cosa

vista

color di docu-

ritoccato e aggiustato

ai fini di un racconto seguito e d'inritreccio, E c'è in esso una perfetta spondenza tra ciò che fu immaginato e ciò che venne rigorosamente desunto dei minuta croi la tra dalla realtà,

fatti e l'arte che ricrea codesta cro-

gonista.

che

ll critico,

almeno

in anticipo,

resti zitto.

MARCO RAMPERTI

E

FANTASMI

GIARABUB

la terra d'Africa dov'è nato, Si ricordi « Cavalleria », si ricordi « Luciano Serra, pilota» e « Abuna Messia». In « Cavalleria » che resta uno dei più compiuti film di questo regista così disuguale e così interessante,

DONNE

così è meglio

rigore e la chiusa drammaticità della viconda che non ammette intrusioni di carattere romanzesco 0 comunque coloriture che sanno di bassa letteratura. Ma anche alla Duranti van fatte vive lodi per Il modo discreto col quale ella entra nell'azione e per la delicatezza con cui ella tocca un personaggio assai difficile e qua e là perfin molesto. Del

meriti

del r

è dei

i sono da annoveFra tanti volti mascherati 0 accomo- laboratori fr dati ad arte, Il suo è un volto nudo e sano e schietto che sa esprimere senza Vergani, il Gherardi e il Consiglio che alcuno sforzo | più riposti sentimenti cooperarono alla sceneggiatura, ho detdell'animo; un volto nudo che tocca pro- to in- principio, facendo gli elogi del fondamente appunto perchè dietro di es- film. Per quello che riguarda più proso tu senti vibrare, Insieme alla serietà priamente la regia si veda con che dell'impegno artistico, la passione e la finezza non priva di vigore narrativo, coscienza di un uomo. Accanto a Ninchi l'Alessandrini ha composto le scene sta qui molto bene il Ferrari attentissimo d'assleme del film, ha ritratto i paesaged efficacissimo interprete di personaggi ri, quegli affocati paesaggi del Sud che soldateschi e Il De Cenzo che con molta dicono sempre bene al suo occhio e al suo animo; con che proporzione e misapienza © misura traccia la macchietta di un bonario ufficiale alle cui spalle si sura ha narrato | fatti, trasformandone divertono un po’ tutti, con affettuoso ri- la nuda cronaca con impetuoso e al spetto. Ma non vanno scordati, in questa tempo stesso temperato calore. Naturalmante, e dato l'arduo soggetto era forse davvero perfetta interpretazione, il Betrone, il Notari, il Romano, un marescial- quasi impossibile evitarli, i difetti non lone un po' di maniera ma sempre dilet- mancano nel film; qualche forzatura, toso, il Pepe, il Pastore. Né vanno scor- qua e là, turba la casta linea del racdati gli autentici soldati di truppa, que' conto; in certi punti si vorrebbe che | ti di ogni regione d'Italia, volti fnagri fatti ‘ci parlassero direttamente, senza è barbuti abbronzati dal sole, occhi buo- b'sogno di commenti; in altri, si desini e sguardi intelligenti, che formano Il dererebbe un occhio meno vigile e più coro del film e gli danno un vivo colore incantato, la grazia di un poeta piutd'autenticità, un genuino sapore di terra tosto, che l'innegabile capacità di un tenostra, un indimenticabile accento ita- cnico. Ma, ripeto, nell'insieme il film ha liano. Sola donna fra tanti uomini, e che uo- uno spicco, una vigoria di. tono, una mini, Doris Duranti, E forse sarebbe sta- persuasiva semplicità di linea che atto meglio non mettercela. E non perchè testano insieme l'impegno del regista e la Duranti sia attrice da buttar via; anzi la sua coscienziosa umiltà di fronte al in queste parti un tantino artificiosa di difficilissimo compito. Bella la fotogradonna fatale, dirò così, a buon mercato, fia anche degli esterni, girati quasi tutti il suo fisico e quel suo modo di recitare in condizioni atmosferiche non certo fatra lo scanzonato e {l languido ci stanno vorevoli e, da quel poco che mi è dato a puntino. Ma perché del suo personag- giudicare, pertinente l'accompagnamengio si poteva fare anche a meno, visto il to musicale del giovane Rossellini.


Rul fronte russo: Re Michele Romania © il Maresciallo Antonescu osservano il nemico didalla sede di un Comando,

Il Principe di Piemonte di Fanteria e Cavalleria, haQuipresenziato

PS

Re Boris di Bulgaria assiste alla sfilata delle truppe di guarnigione di Sofia nella ricorrenza della fi

pa;

dell'85° corso dell'Accademia ‘hierati nel cortile dell'Accad emia.

L'aeroplano asimmetrico B. V. 141, ha già dato ottimi resulta:

è gtata solennemente posta la prima pietra del ppresen Ossario cerimonia alla quale hanno partecipato Monumento Legionari Italiani caduti in le autorità. civili. ai gnole e le rappresentanze nl lari ed ecclesiastic dell'Esercito Italiano e del Partito Fascino he spadestra, l’alcalde pronunzia il suo discorso,

Morta da più di due anni e morta, suedo. misteriosa la Jana riapDia triste derTllomente, schermo. nulla è più triste del vedere quel suo E splendido Sp Pets me oo ygolto bellissimo ed cede torsimo, vivere nella smorta luCE del telone Per giunta nel film intifolato Cuori in burrasca, quella morte gembra ci sia quasi un di avvertime nto di seguiesentimento; vien fatto di seguirne le vicendee perciò cuore stretto e il pensiero rivolto alla colbellissima dan-

zatrice della cui arte ed avvenenza non esiste ormai più che la true. lasciata nella labile pellicola rafico uì film ci riporta ancora cinematog Une tolta nell'ambiente del caffe-concerto, rilccangntns i pittoreschi retroscena. Assei iao en to, non vale però ‘il Primo film della Jana che vedemno © Venezia cinque o sei anni fa, dove l'ambicare un circo equestre era ritratto con arte diSsemplare In questo, che Sourebb essere, secondo quanto si’ legge ‘nelle didascalie, il suo

ultimo film, la Jana appare sempre bella e, nel suo genere, danzatrice di alta ese Ma che pena vederla sorridere, ridere, piangere; che pena dan: quadratino 1 Corpo seminudovederla nel bianco Gpadratino di tela, sapendo che più di due anni la donna bellissima dagiace immota in un freddo sepolcro, Sono andato a riapplaudire in cuor mio Ingrid Bergmann stupena damente fotografato main unassaifilm ingenua:

mente svolto ové il regista s'è me: soltanto al servizio più fotogeniche attrici cheJi siuna delle sianucÌ e în questi ultimi ch; Il film vale poco ma la Bergman è ancor. sempre grande attrice che sapeta Ragionquella per Gui wi inut ad andarla a' vedere. Non dimenticherete tanto presto quel volto luminoso dove si riflettono. potentemente 1 più piccoli moti dell'animo, ADOLFO FRANCI


BELLEZZE

D'ITALIA

SIRACUSA BASILICA DIS. GIOVANNI PARTICOLARE


LI]

DRWOLUX PERLABELLEZZADELVO

lo contro di esse, dall'altra parte più o meno decurtato di luminositàescea seconda ha attraversato Una zona più o meno opaca. Ecco che dunque che al momento della riproduzione . una speciale lampada con: centra una sottilissima lama di luce intensistima con: tro la zona sonora della pellicola quale è 4n movimento verticale) e così dall'altra (laparte un'ana: loga lama luminosa che varia di continuoescela sua intensità luminosa e andando a battere in speciali Apparati — cellule fotoelettriche — genera una corTente elettrica di intensità in certo-.modo proporzionale alla trasparenza della zona esplorata @ quin= di — in definitiva — in stretta relazione col « suono » Che ogni zona a rappresentare. Ogni corrente così originata viene staamplificata soliti complessi a valvole termoioniche — ecco nei perché non si conoscono praticamente limiti nell'amplifi cazione — e l'altopar= lante emette a piena gola, e nitidamente, i suoni a suo tempo impressi pellicola. Si vede mente da quanto si è nella detto che questo genere chiara» di ri: produzione quanto mai semplice non solo, ma data l'assenza delè complesso meccanico della riproduzione , la striscia non rovina come accade nei comuni dischi e sarebbe siaugurabile — almeno per appa» recchi di una certa classe — che si tentasse anche Privato questo sistema, colla relativa possibilità perdi uso effettuare audizioni lunghissime e quanto mai perfette.

DIL TRATTAMENTO ESTETICO DELANO

DAMOMASCHERA DERELIMNE LERUGIEDELN/O

VITA ECONOMICA E FINANZIARIA # La nuova disciplina sull'impiego dell'energia erettrica. In relazione del Ministero Corporazioni contenenteal decreto nuove norme per la delle disciplina del consumo dell'energia elettrica ‘1*.Confederazione

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Attualità scientifica)

Ancora una cosa si chiede-oggi al fonografo di fadal primo fonografo di Edison del 1877! Certo, da almiglia ed è la possibilità di estendere l'audizione oltre lora in poi, l’assillo è sempre stato quello di ottenere il limite di tempo normalmente ammesso per | cola riproduzione più nitida uni dischi. Imtendiamoci, non si tratta possibile e se qualche pasdi dover so in avanti venne concretato fare passando invenzioni o studi speciali, certo dal foglio di qui lanuove poiché anche stagnola avvolto su un disco rotante (come soluzione è già pronta appunto e per comprenderlo ba. fece l'Edison) disco vero e proprio (introdotto pero Sta guardare ciò che avviene nelle pellicole cinematocirca dieci annial dopo) devesi ammettere che tangibili grafiche cosiddette sonore, nelle quali è riservato risultati si ebbero soltanto coll'avvento della riprodu: Piccolo margine per la «colonna sonora » ma forse unè zione elettrica, coll'interposizione. tra opportuno spiegarci meglio. la puntina esploratrice ed ossia il sonoro, dell'apparato La pellicola. cinematografica è composta di tanti foelet. trico che, grazie diffusore all'amplificazi one elettronica, togrammi non (per chi volesse sapere, delle dimenconosce ormai più alcuna limitazione nella potenza sioni di mm. 18 X lo posti uno di seguito all'altro © in piazze e Niccone fanno fede le emissioni pubbliche per non alterare le 24)dimensioni stabilite al tenalo de Merblazze © luoghi aberti in genere, che non avreb«muto» non_ sì ritenne opportuno. codino Rel dicerie potuto essere consentite de coi mezzi fonogra- |coll'entrata in"Uuso del « sonoro fisici ina volta. Anche il cosiddetto fruscio se si ona lla della pungere di poco la dimensione orizzontale. attrito IEinalo dalle frequenze elevate prodotte dal- |ma lasciando così un palo di millimetri seicoer fotogramannullati Punta ed il disco, trovano oggi efficace. d eran rizzazione. Qui non si poteva evidentemente coll'adantao terporizioimeno, ottimo attenuamento — | incisione come. nei dischi, né” era pestello parlato 9 coatta interposizione di opportuni ananagt! elettrici nare un qualsiasi dispositivo cenone magi Sapaci di togliere di mezzo le frequenze filtri che oltrepascome è ll tipo a pintiha e ei evento quindi senza con cio di vibrazioni al minuto secondo, arrivare ad una soluzione metallica completamente nuova:scuni senza con ciò mate menomare le caratteristiche dell la del raggio esploratore. DI conseguenza, zione. la striscio: lina di pellicola riservata alla « colonna sonora» viene

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luminoso sottilissimo che varia la sua intensità in certo modo proporzionalmente coll'intensità sonora che rappresenta, istante per istante, non possiamo qui addentrarci sul funzionamento dell'apparato, ma è sufficiente quanto Si è detto per capire — 0, almeno, intuire — cosa realmente av. veaga, per modo che la colonna sonora, una volta impressionata, sviluppata e fissata, si presenta costituita come da tante bassissime zone giustapposte aventi una diversa trasparenza, nel sen50 cioè che un raggio di luce in-

COME-:L'ORO MEGLIO DELL'ORO

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teristiche di ‘quel lo d'oro, il pennino “PERMANIO.. man tiene alla ‘OMAS.. di stilo

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grafica di* classe


CRONACHE PER TUTTE LE RUOTE Nelle profondità dei mari australi zon segnalati nuovi affondamenti (Stiamo leggendo 4 soliti giornali, in cerca d'importanti avve; che travasiamo in versi, in vi son solo le rime e un po'

È stato indetto în tutta la ( il «campionato della cort Mentre la guerra | popoti dilania ed asseconda la nevrastenie è forse di più facile conquista il titol di... campione pugitista

Un quadro americano raffigura 4 nne Eleonora Roosevelt a cavallo, nell'etto di gridar: « Niente paura! contro 4 soldati dell O giallo. Fortuna ch'è vestita e va in sella denudata anche lei come Isabelia!

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PER h verdETTO

E scoppiato in Isvezia, il sette maggio un bolide d'enormi dimensioni terrorizzando un povero villaggio. non bastavan le bombe ed i cannoni per far del mondo una polpetta arros.n! Ci si metta anche il cielo e siamoaposto,

pioDORO

Molti intellettuali, in Inghilterra, dagli studenti ai più acclamati ‘autori, sono invitati a coltivar la terra Ritengo che anche qui certi scrittori, con in mano la zappa ed il badile, sarebbero senz'altro più in tstile.

— LA DEVE QUALCHE

A Milano, un processo è stato contro una donna che 1 ad un poltastro, dopo averto attratto nella sua casa. Eh via, p « Chi fra noi donne non ha n scagli la prima pietra!» cla ha €

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In Europa sarebbe — fono TRE ANNI CHÉ DORME. BISoGNE RA SVEGUIARLA | - Mi Rifivto . yen MA MICA DETTI ACHE

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In Avstralia, Le greggi, in tutta fretta, sono fatte migrar, per ogni varco, "erro l'interno, poi che si sospetta che i giapponesi tenti Già Mac Arthur ad an: ritirata strategica anch

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S'apprende da Cabul che lì {l diglun è oll'ordine del giorno quasi se « ch'è ben raro il caso in cui non oltrepassi il secolo; che temp Be', meno male! Salvo disinganni, anche in Europa si vivrà cent'anni. Uno svedese fa il collezionista di buste rare, dalle età passate ai tempi nostri... Molta gente (n vista. la quale ha le prebende più svariate ha la stessa mania: raccogi te ma, assai più furba, le vuot pion [

In terra, in cielo e in A Londra e giù di Bombardamenti ed al Churchill ‘parla di gas: è Milioni tripolini: oddio sper Sarà per un altr'anno. È com ALBERTO (Disegni di Guareschi)

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per iper servizi in comune dei nuovi sta: Dili; le imprese di spettacoli viag: Blanti per scaldabagni fino alla potenza e diinfine 500 watt. e per cucina sino £ 2500 watt a privati quali non abDiano diritto, secondo lei norme vigenti, alla fornitura del gas. Le imprese elettriche, infine,’ scrive l'Agenzia GEA, sono autorizzate di eseguire le forniture necessarie all'alimentazione delle stazioni delle conversioni € ricarico degli accumulatori per l'alimentazione delle lampade da pesca, nonché nuove forniture per aratura e trebbiatura elettrica. norme per la produzione dolciaria.* LaLe Federazione Nazionale dello Zucchero con recente circolare informa che per le assegnazioni di olio di cotone idrogenato non verrà fatta più alcuna comunieszione diretta e pertanto le ditte produttrici di biscotti potranno chiedere direttamente alla società interessata jl quantitativo stabilito per il mese d'aprile. L'assegnazione di farina per Je Kallette in funzione di pane è riservata & questa produzione, e non può quindi essere destinata a fabbricazione di biscotti. La Federazione stessa avverte tra l'altro che il vincolo stabilito per le polpe destinate a marmellate non si riferisce alle scorze di cedro e di agrumi; sono pure esenti le frutta comunque riservate destinate alla canditura ed alle mostarde purché esse si trovino già ‘ano ‘anditure, debbono invece chiedere regolare assegnazione alla Confindustria a mezzo della Federazione stessa per il necessario parere, *L'industria peschereccia nel Giap pone. Il popolo giapponese è un cone sumatore eccezionale di pesce. Ciò si Splega per if fatto che la religione del popolo del Tenno vieta al suoi adepti l'uso della carne quale alimentazicne, Si calcola che ogni unità componente il totale della popolazione consumi annual mente oltre 30 chili di pesce, e quando si pensi che In Italia gli indici atatistici danno rolo lin consumo medio nnnuo di 6 chili, siarguirce come l'indu-

pescatori del paese, che, secondo le più recenti statistiche ammontavano ad oltre un milione e 600 mila unità. Per avere un'idea dell'importanza del. l'industria pescherecc nel quadro del. l'economia nazionale,ia scrive l'Agenzia GEA, basta considerare che negli ultimi anni precedenti di questa guerra. il paese esportaval'inizio per un di 6 mi: loni e mezzo di tonnellatetotale di prodotto, per un valore di circa 445 milioni di yen. Il pesce, quindi, veniva a rappresentare, insieme elementi fondamentaalla seta, uno degli tazione giapponese. Si li dell'espor in conseguenza, come un'industriacapisce di così largo respiro comprenda un'attrezz atura formidabile € Infatti su tutti i punti della costa vi sono innumerevoli impianti per la lavorazione del pesce. nte sono state messe in mare Recenteme che provvedevano alla pesca, alla navi lavorazione e all'iscatolamen del prodotto a bordo. Una vastato branca quale | giapponesi si sono cimentatinella risultati fave Fevoli è quella della conbaleniera. campagna ol1917-38 essi hanno catturatoNella tre 7500 capi estratto 422 mila barilidai quali hanno Recentemente avevano sfruttato di le olio. acque dell'Oceano perfettiss antartico, con grandi e tre ime navi fattoria, servite da 25 navi ausiliarie per la caccia. L'industria pesche: reccia giapponese non trascura nemmeno il pescecane. che viene catturato © vasta scala, e le famose pinlavorato ne sono suesportate per il godimento dei milioni di buongustai cinesi,

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3 A FTANLIMD ITALIA Gita MILANO:

stria della pesca debba essere fiorente in Giappone, I giapponesi, con il raffinatissimo spirito di organizzazione che posseggono, hanno industrializzato tutta

la loro immensa attività peschereccia. 11 nerbo dell'industria peschereccia giapPonese è costituito dalla pesca costiera che viene praticata dal 90 per cento dei

trebbiatura del grano nella prossima+ Lacampagna. La Federazione Italiana del Consorzi Agrari ha costituito in questi giorni un speciale servizio centrale per l'acceleramento trebbiatura nel corso della prossimadellacampagna granatia. in base al piano di mobilitazione delle coppie trebbianti. A tal uopo un Ufficio speciale manterrà stretti contatti fra l'Organo Centrale ed i Consorzi agrari al fini della migliore realizzazione del piano. Il piano prevede la requisizione delle coppie trebbianti per mezzo di appositi provvedimenti prefettizi, in modo che esse possano rapidamente spostarsi nelle zone opportune. A tali spostamenti. pubblica l'Agenzia GEA. provvederanno | Consorzi Agrari cui compete il compito di trasferire le macchine requisite dal località della loro abîtuale residenza a Quella di trebbiatura e viceversa. L'acceleramento ‘della trebbiatura risponde ad imprescindibili esigenze na zionali che si connettono con la necesRità di abbreviare il perlodo della sal: datura. fra le due campagne granarie € con l'opportunità di assicurare il più rapid» tracferimanto del greno dal campi agli ammassi.

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ALL'INSEGNA DEI SETTE SAPIENTI Distribuzione di animali eletti da cortile agli allevatori. Tali distribuzioni avvengono d'accordo fra le Istituzioni del Ministero d'Agricoltura e le organiz» zazioni rurali del Partito. Esse vengono orientate. a secondo delle necessità, in una © nell'altra regione. Così, per quel che riguarda i conigli, per esempio, quest'anno la distribuzione avverrà prevalentemente nell'Italia Centrale © Settentrionale, mentre nell'anno prossimo la distribuzione verrà concentrata nell’Italia Meridionale. La distribuzione iene mediante scambio dei produttori eletti con altrettanti d'ugual peso di razza comune o dietro pagamento in denaro. Quest'anno verranno messi in distribuzione 7.750 galli miglioratori di razze italiane da prodotto, 6.000 dei quali da distribuire per il tramite delle massaie rurali e 1.750 per tramite dell'O, N, D.: 2000 pollastre di razze Italiane e 1000 pollastre livornesi ruralizzate, 17.000 uova fecondate da collocare attraverso l'Or nizzazione delle massale rurali, pi di due pollastri ed un gallo di pol me di razze estere da prodotto o di razze da amatore o di lusso, da distribuire attraverso l'O. N. D., 5.000 conigli da di: stribuire a mezzo delle massaie rurali dell'O. N. D. Qual'è la trovata architettonica per cui la famosa Scala Regia del Vaticano dà la strana Impressione che salga diretta verso il cielo? Si tratta di un trucco architettonico. La scala, cioè, verso l'alto si rastrema e da-tale variazione nasce quel prodigioso effetto di slancio verso ù cielo, fmilmente l'impressione di straordìnaria profondità che nello spettatore de sta la piazza di San Pietro, oltre che al grandiosità delle proporzioni, è dovuta &d un accorto giuoco architettonico: 1 due bracci di corridoio che uniscono | colonnati alla Basilica hanno un'altezza leggermente decrescente e nello stessc tempo divergente che giovano a ra giungere l'effetto di profondità che il Bernini si era ripromesso. Interim, viene dal latino ed è un nvverbio che significa frattanto. Sost tivamente si dice nella lingua nos interim il provvisorio incarico di re taluni uffici, specie quando si di alti uffici politici. Interino vie interim o, forse, da inter, che vuol dire « fra », col suffisso inus. Tali le origini delle voci interino e Interinale o interi-

di chi: regge provvisoun ufficio. Sono però tutte voci che | puristi non ammetto: Chi ha pronunciato la frase: l'Europa sarà repubblicana 0 cosacca? È una frase che siattribui poleone L In ve sembra ch'egli siasi ra più mite. Passando na col Las Cases, durante nia a Sant'Elena, le probab tà di ritornare libero, così Napole si sarebbe espresso: «Un'ult poss bilità, e potrebbe essere la più proba bile, sarebbe offerta dal bisogno che si potrebbe avere di n i russi; perché nell'attuale stato di cose di dieci anni tutta l'Europa può emere cosacca oppure tutta repubbli cana ». Ciò si legge appunto nelle Me del Las Cases

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molteplici, stupendamente f in filosofia la libertà del pensiro; lo studio della natui

nella

senso

di tale verso è chiarissimo. © ruvidezza di costume ma parmi, renza }l Loncetto d'oltrag cor cui il Poeta fa da Brunetto Latini si designare e fiorent rdi

fubbi. Auî, Pref.Mitano N 4048!

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|RUBRICA

DEI

GIOCHI

L’Ilustrazione Italiana n. 20

17 Maggio 1942-XX

ENIMMI

CRUCIVERBA a cura di Nello

UN

ESEMPIO

DI

ENIMMISTICA

5 10 pi 9681113 RAR: 12.14

CLASSICA

Indovinello

CONSIGLI -DELL'ARTUSI SÌ fa di getto, ché non c'è costrutto 4 preparar di lunga mano {1 piatto. Prendi farina tua; usa {l buratto scelte

sostanze

fan più accetto

{l tutto.

Solo dosar le parti poco vale ‘essenziale è che sian ben legate, niente è peggio delle sbrodolate. Non sia avaro il condito e scarso il cale nè dispregiar del pepe il pizzicore. Quanto al servir, ricorda l'avvertenza che, freddo, può produrre sonnolenza vuolsi ammannire a ben giusto calore.

AFRICANE. GARIBALDI E LA BATTAGLIA VOLTURNO, I LORDS INGLESI NEL 1860.

15 _16

chè

I

Tenor

Cambio di consomante (7)

CONTRASTI Ai plùto: de Paltro che solo pensane al ventre immondo (che se ne impipano de l'altrui bene, intenti a suggere mammelle e vene), è in piena antitesi dei nostri fanti la gesta epica, degna di canti. {si contrappongono virtà sublimi in cul gl'italici sono tra i primi). Cene della Chitarra

1. 2 2 4 8. CI 1 C à

Un serpe sta sul liquido elemento. E domina, si nota, in fondo al cuore. Ci va a l'opposto e non arriva a cento. Sempre dinanzi a nobile signore. Lo si dava una volta al deputato.

reumatismi soltanto immaginari. Il dottor tagliò corte e ni suoi gregari

10.

In questa

costui

12

Anche,

2

Monoverbò deseritto (12)'

LA CATTIVA RECLUTA ALLA VISITA AI capitano che lo esaminave 1M, che è pigro e codardo, lamentava — Procediamo, — ordinò — chè a mio giudizic ritengo

idoneo

al servizio.

ll

Ma s'attiene agli deb falsi e bugiardi Con chi gli dà la mancia è più È mezzo bellimbusto se il riguardi E l'altro mezzo appare dirimpetto. nostra

avita

affermazi

Anche se Il suo rifiuto suona netto se opposto

almen,

vuol

l'addizione.

E tra la generale ilarità soggiunse: — Buono per... l'umidità! Artifer

3

Frase palindroma

Y

ULTIMA RATIO! Diceva ii capitano « contro l'iniquo assedio lottiam, putroppo, invano; cecorre un gran rimedio! Assaliam di sorpresa,

«Mal la vita di Giacomo Leopardi si è delineata così

iva ai nostri occhi come questa ricostruzio-

ne, dove non solo il protagonista, ma anche tutti gli altri

si muovono attorno a lul, sono fissati, nei rispettivi piani sia prospettici che spirituali, con una nitidezza esemplare di espressione e di contorni ». N Popolo d'Italia

Giuseppe

i

Villaroel

orsù, quest'oste inviso. 0 riesce l'impresa, x XX XXXX, x XXXXXxX!

i $

*.. se anche, cò si conceda, Michele Saponaro non amas-

4}

se questo suo « Leopardi »come la migliore delle cose sue, rasioni dal dolore, che non riescono a

;i

‘> 8 se ij È le ultime forze della speranza, e noi chiediamo, per conto nostro e per ciò che può valere una impressione non da ma da un uomo che non ignora {ldolore, diaf-

4

fermare che il Leopardi di Michele Saponaro deve essere

amato come si amano, allorché cessa l'inverno, 1fiori che annunciano la primavera»,

Il Secolo - La Sera

».

Fioretto

Anagramma a frase (9—2—0) IL CONFORTO DELLA FEDE Or, nel frangente in cui, pendula, insiste la ria minaccia sovra il capo mio,

Dà e dona, eppure

Nel cuor del mago l'ago s'è spuntato. Scontando la sua colpa in cella geme. O fila sopra il mar veloce e armato. Vien preso pel suo verso Il pecorone.

13

Questo

L'antico

protettore

il mille mette

de

la casa.

Per

l'ipotesi

serve

a

incitazione.

Pet

l'egoista

conta

assai

fervida innalzo la parola a Dio!

nel

mondo.

}l bradipo talmente se..dativo. Che insieme a' tizi del saper profondo. È il primo poi ne l'ordin successivo, alimenta

amore

e l'odio

s

ENIMMISTICA

TEDESCA

Indovinello Prezioso un alimento per l'intera umanità, senza fuoco 0 condimento caldo e buono ognor sarà.

(Traduzione di Gambarino)

Simrock

-

SOLUZIONI

DEL

N. 19

Anapramma a frase: L'arte gotica = grattacielo. 1. Il fotografo. — 2 Pentola, pendola. — 2 TORpeRE.

attizza,

14. Untuoso senza capo, {o son romano. 18 Il si ed il no sono in continua lizza. 16 Se offerse a Dante ostello il diò egiziano. Aladino SOLUZIONE DEL N. 19

« Chi ha detto che Leopardi non è personaggio accosta-

insieme.

Ma la nota che domina è rimasa.

poiché viva la fede ognor m'assiste,

Innocenzo Cappa

bile? (Ciò equivale a stabilire su di lui undiritto dimonopolio da parte degli eruditi), Illibro del Saponaro smentisce felicemente codesta pregiudiziale ». Gazzetta del Popolo Lorenzo Gigli

1

2 2 4 8. DI 7 a CI 10. 11. 12


PARTITA GIOCATA A VENEZIA »

Mossa sorteggiata 22,18-10,14 con note di Severino Zanon SOLUZIONI

Bianco: Angelo Pilla — Nero: Severino Zanon

i (vedi diagramma)

17.13-7.11;

23.20

PROBLEMI

13,10-19.22;

10.1-22.31; 1.5-31.27;24.20-18.21; 25.18-14,21; 5.10-27,23; 10.14-21, 26; 14.7-23.19; 7.12-28,30; 32.28» 90,27; 28.23-19.28; _20,15-28.23; 15.11-23.19; 128-19.18; 11.6-27. 22; 6.3-0.19; 3.7-13.18; 7.12-22.19; 12.7-22.18 ece. il Nero vince. fa) il cambio 23.19 è corretto; 27.22 e 26.22 sono Inferiori alla mossa del testo ma la patta è possibile. (b) mossa

debole;

migliore

continuazione

è:

23.20-0.10;(1) 21.17=14.21; 28,18 ecc.

32.28-2.6;

(e) migliore 21.18-14.21; 25.18-8.10; 27.22-10.14;(9) 20,25-14.21; 25.18-1.5; 22.19-8.10; 32.28-10.13; 23.20-x; 20.18-11.20; 24,8-22.27; 28.24-27,31; 190.15-31,27; 15.12-7.11; 12.7-27.23; 7.3-23.20; 37. 11.15; 7.11-9,13; 11,6-13.17; 16.12-17.21; 6.10-20.16; 12.7-x; 10.14

patta. (d) 32.28-10.11 RICORDI DI

28.23-1.6; 26.22-4.8; 22.13-0.18 Nero vince. (seguito alla prossima puntata) SCACCHISTICI VENEZIA

La setimana scorsa, sulla via di ritorno da una visita in provincia, sostai qualche ora a Venezia. Quando alcuni mesi fa su queste colonnine scrissi di Carlo Goldoni è del suo Burbero Benefico catore di scacchi, ll mio affetto per quella meravigliona città ti spare così da non dovermi ripe tere. Affetto del resto naturale perché mia nonna paterna era vene: ziana e il mio bisavolo cadde nel 1%49 in difesa della repubblica, Primo e unico desiderio di quella brevissima somta fu di Fivedere gli amici scacchisti, ma non desendo che fra le dieci del mattinoele due pomeridiane che avrel potuto trovarli, dovetti sedere davanti ad una scacchiera deserta. Allora mi si tipresentò la meraviglia delle me. raviglie: alla Fenice nel maggio del 1929 durante !l concerto d'un grande pianista polacco. La mi aura della primavera veneziana che Problema N, 1184 GIULIO SOERENSEN

ds Il Bianco dà matto in 2 mosse

CCCLV Quarto

n dei

— Il signor U.

Mille mi chiede

di dirgli quale

logico e corretto per gioca

di Genovasta il sisterna

più

brige in soli tre glocatori.

circa un anno fa mi veramente spiacente:

di brige che devo tano da Milano.

spesso sono

non è improbabile che ln missiva sia andata non smarrita, ma confusa nell'altro carteggio, poiché purtroppo non è solo occuparmi

e molto

molto

lon-

I classici tmanvali © trattati del brige disdegnano di occu» paral del brige In tre ed fo non posso dar loro torto, polché Il brige in tre pur conservando. ja tecnica di gioco del hrige se ne

allontana

profondamente

nello

spirito,

man-

cando in esso la base del gioco che è appunto la leltazione fatta a base di cooperazione fra I componenti rispettivi di efascuna’ coppia., Nel brige In tre ciascuno gioca per conto suo e quindi non'è possibile alcuna intesa. Comunque non è raro rimanere În tre giocatori, € bisogna accettare il gioco dn tre con | suoi inconvenienti.

1 tte giocatori prendendo posto ‘ad un tavolo, occupano naturalmente tre fati del quadrato. Le carte vengono distribuite

comeJI solito, dando cioè ancheTè carte al posto non occu-

pato, Tail carte sono sempre quelle del morto, La licitazionesisvolge fra 1 tre giocatori, che dichiarano in base-nite*Sole proprie carte. Siintende ‘bene, che ciascuno

|

E FINALI

DOPPI

ASIMMETRICI

Il noto e valoroso problemista di Empoli Loris Bertini,

collaboratore assiduo di questa rubrica, è riuscito a costruire un nuovo e geniale tipo di problema, il « doppio asimmetrico ». Questo nuovo tipo realizzato dal Bertini, a differenza del « tipo doppio simmetrico »lanciato dal pro-

blemista di Marene Dellaferrera, è più difficile a com-

porsi per le difficoltà che il compositore incontra per realizzare le due distinte soluzioni rispettivamente ni due colori avversi sia che inizi il gioco il bianco, sia il nero,

1 saggi che ne diamo qui appresso, sono semplici è facili, ma dimostrano în modo evidente che l'A. ha raggiunto e realizzato lo scopo di costruire, cioè, due problemi distinti

in un solo lavoro.

Questo nuovo e geniale tipo di problema, che andrà ad

Per tutti il chi muove vince,

arricchire la già onusta produzione nostra, sarà certamente

apprezzato dalla larga schiera dei problemisti italiani, Oltre al problema doppio asimmetrico, il Bertini ha voluto tentare, e vi è riuscito, anche il finale di tale tipo, di cui appresso al problemi ne diamo un saggio.

allietando | mo vivifica quasi ziosa belanche l'austei eppur lezza del marmi, dava a tutto l'essere un fremito di sorridenti ita sie La Fenice era colma dalla tea al palchi fino all'ultima: galleria dove tu ignota vergine tizianesca seduta sul davanzale d'un fi» mestrone, sotto l'arcata, eri tutta Facolta nella dellzia della divina melodia che dal palcoscenico naliva a conquistare l'Intel o ed il cuore, Im una pausa del trattenimento vidi un giovane sui ver nni, pardale l'aspetto nordico, studiare una tita di acacchi sopra una scacchiera tascabile. — MI permettete di rivolgervi alcune domande? — gli chiesi avvicinandomi. + DI donde venite ed a quale felice stirpe appartenete, voi che con tanta disinvoltura alternate la musica di Chopin col giuoco degli scacchi? Sie requieto, uno stravagante, un inconsapevole, oppure è veramente certa In voi la bellezza di questo giuoco? È così. Tale bellezza, fu per una rivelazione, scaturita, col'arte, da un senso estetico. Tutto è armonia negli scacchi, tl movimento dei pezzi, la teoria del. le aperture che è la Fisultante della disamina dei valori di fronte ad un piano prestabilito, il como di due ingeimi che tendono a sopraffarsi, la legge del finali. Non è forse di Mendelssohn la /famosa definizione che la « scacchiera è come un vio lino »? Nulla dunque di atravagam. te se, nell'intermezzo d'uno spettacolo, cessata. l'emozione da esso derivatami io, che di emozioni vivo, analizzo una partita di seacchi ricca di situazioni. Il concerto riprese e la conversazione fini con la promessa da parte dello sconosciuto di venire l'indomani al Circolo scacchistico veneziano, al caffè Omnibus sulla riva del Carbon a Rialto, dove si era trasferito dopo alcuni anni di per= manenza all'Angeto in Campo

n signor D'A. inoltre mi dice che scrisse senza avere risposta. Ne sono

normale,

DEL N, 17

N. 66 - P. Gentili: 7.11; 20.23; 11.15; 15.13; 4.25 e vince in finale. x

21,14-11.18; 20.28-5.11 26.21(d)-10.14; 21:17-1,5; 20.15(e) 71219;

DEI PROBLEMI

N, 65 - Telò: 13.10; 17.21; 14.30; 3.26; 30.23 e vince.

22.18-10.14; 23.20(0)-12.15; 28.238.12; 20,16-6.10; 27.22-10.13; 22, 26,10-5.14; 30,26. 13.22; 26.10-2.5; 10.6-3,10; 31.27-

SCACCHI Finale di Torre contro pedoni KLING

e HORWITZ

FINALE

Nero: D. 20: ped. 1.6 Bianco: D. 13, ped. 9,12 chi muove vinca

l'ottimismo, della perseveranza che ‘in uomo di alta ingegno possa portare nel compito prefissosi da parecchi decenni digiuocorenderelì scacchi diffuso e popolare il

ri Partita N, 505

VII Torneo per corrispondenza de « L'Illustrazione Italiana »

Mario

Fiumi

gioielliere;

Spi:

la inftammabili mista celebi

n) Problemi: N. 1180, Tei; N. 1181, Teb, Problemi: N. 1162, Tdc; N. 1183, Tek

n Bianco muove e fa patta Bartolomeo: Ambulare necesse est vivere non est necesse! Invece non venne e non lo rividi mai più, ma imagino il sorriso ironico che sarebbe spuntato mille labbra di Rottigni qualora il giovi ne straniero avesse ripetuto al compagnia il ditirambico elogio del giuoco degli scacchi fattomi Jasera precedente. Il Circolo scacchistico veneziano, che fino dalla seconda metà del secole scorso era considerato uno del ù rinomati d'Italia e contava fra ‘opri soci il maggiore teorico Italiano, Carlo Salvioli, ancor quando lo frequentavo io, dal 1921 al 192s non smentiva la luminosa tra» dizione, AI Salvioli, nella dottrina, è sueceduto Luigi Miliani, che con pon. derose pubblicazioni continua l'opera dell’insigne maestro, ed è l'esempio tipico

Lucio Del Vecchio

inneziano, Italia. Presidente del Circolo vede De aveva in Ernesto HellPr ce il retario più attivo. e ADE impatico "che si potesse” deside: (da aJ rare; Mario Monticelli troneggiava h 36 Ci con quella genialità a tutti noi a 1 Giuseppe Stalda, metodico, tran: 7. AbI quilio, eppur pierodi fervoreneo aa LA svisceramento aperture i preferite: costellazioni minori ro: . 10. Chdî. ‘0-0 teavano intorno formando un com- | li Plesso dei più temibili in ogni come, 12: petizione, e fra questefigure ama13.cidd. —Cb7 bili e cordiali non vogiiadimentie care Mello, sempre vestito con ri- . 19. CbI La cercatezza, spilla di diamanti alla. 19. Act Tfes cravatt [ 17. Tcl () mann

mesi e anni fummo ogni pomeriggio irriconelliabili avversari sulla scacchiera. Gli davo una torre di vantaggio, ad una lira per partita. Perdeva sempre senza Jasclarsi mai convincere che {o erò più forte di lul. È la convinzione 4ua forse avrebbe potuto diventare ariche la mia se con tutte le lirette vintegli non mi fossi comperato un lazzo a Milano ed una villa sul lago Maggiore!. Quando finit di ricordare e di fantasticare era giunta l'ora di ripartire, « Partire è un po' mortre » disse un romantico dell'ottocento, € può darsi che qualche ragione l'avesse. — « Arivederio paroncin » — mi salutò il cameriere, Arrivederci; ma quando? E dove? Per intanto dite agli scacchistici veneziani che Oggi è passato di qua un

lanco dà matto in 2 mosse

B: RIT

Siascuno degli altri giocatori 1 punti che ha rispettivamente {n più o in meno del punti diciascun altro giocatore, E credo che non ci sia altro da dire, salvo ad avvertire che nel gioSta appunto in ciò il difetto principale del brige in tre, che care in tre bisogna essere molto prudenti: non fidarsi del diventa così un vero gioco diazzardo, un gioco difortuna. fatto che gli altri giocatori dichiarano, per dichiarare in diAlcuni giocatori cercano di rimediare a tale inconveniente, fesa, poiché si corre jl rischio di rimanere in ballo senza scoprendo sei o sette delle carte del morto, che essendo ve- forze adeguate. Nel gioco intre, lalleltazione assume spesso dute da tutti possono essere di guida nelle rispettive dichia- carattere di agguato In cui suole cascare il più ingenuo e {l razioni. Tale rimedio però non è molto efficace, poiché oltre più garibaldino, al fatto che rimane sempre l'incognita delle altre carte rimaUn errata corrige alla puntata 354 det N. 17. — Nella descriate coperte, m verifica l'altro inconveniente, che appunto fra zione del gioco, la terza mano appare così:

le carte scoperte, Ye ne possono essere diquelle che traseinano qualche giocatore a dichiarazioni esagerate. A dichiarazioni finite, deciso chi è {l dichiarante, se le 1 lettori devono già aver capito che l'indicazione quadri è carte del morto non risultano di fronte a lul, il giocatore un errore distampa, eche invece la mano è dipicche e cioè: che Invece èdi fronteVa ad occupare Ilposto dove sono le carte del morto e queste vengono: disposte di fronte al diA:- Ar- d:- di chiarante. Esse sì scoprono, dopo che Il giocatore di sinistra Un problema dicondotta digioco; Da aperto il gioco, e questo continua come il solito. Ovest ha aperto con 1 quadri — Xst ha dichiarato 3 senza Nel brige in tre non si usa giocare )lrubber di due o tre attà. partite, ma ciascuna partita chiude Il gioco. Non v'è quindi prima o seconda partita. Îìgiocatore che falapartita segna fa 105 al suo attivo oltre | punti delle mani € gii altri punti per onori 0 mani in più o premi qualsiasi, un premio dipartita Q ro Quae

O

di 300 punti.

di essi,‘aspirando & divenire il,dichiaranté, fa un certo asIl dichiarante riscuote 1 punti vinti dagli altri due giocatori, segnamento sulle carte del morto, chei sono coperte e di cul © paga a ciascuno di essi | punti che perde. Il dichiarante non v'è nèssuna nozione, perché quel morto è morto prima quindi perde o vince il doppio del punti che. ciascuno degli di dichiarare e quindi non fa dichiarazione alcuna atta ai altri due giocatori perde o vince. Wiftomilnate gli’bitri giocatori circa lasua consistenza. Nel conteggio finale ciascun giocatore paga o riscuote da

On- O:-

© ansa

Ò De

de pri

Se Ass

Sud apre col © ©) cuori. Come deve giocare Estr. D'AGO


NOTIZIE VARIE Secondo notizie giunteci dal Madagascar in grande sviluppo È lungo le coste sud: occidentali africane a professione di pescatore di pescecani E ciò non perché pescecani si siano im. provvisamente accr sciuti di numero ma perché se final mente tut scecane è in miniera di mat prime veramente pre osa, né c'è nulla in esso che non possa servire qualche Così per ewem. più ric co di vitamine A e D to non sia tl to di mertuzzo, Dallo stomaco, © eguali procedime lavorazione, migliore c spessa p veste serve al bricazione di cinghie smissione ed in calzoleria. Il succo intestinale cont ed si può fare una colla che in ticolare ni adopera la costruzione di liche di aeropi.

FERRATE Daten sha fiet

Volo intute

Rama: l'sfearencroa FARRA

saralmante. deg in

PER

SENTITO

Ve lo confessiamo sinceramente:

DIRE

as LITOrii

ere, cioè, i proprietari del biglietto AX-595%4, capitato in‘ece a un qualsiasi signore X, residente a Tarvisio. Gli anni scorsi, a delusione avvenuta, passavamo in rassegna tutte le massime dei più grandi pensatori sulla fragilità della ricchezza e sulla vanità dei beni materiali; ci ricorda» amo di Platone, il quale lodava la povertà; di Schopenhauer, I quale metteva in guardia contro i pericoli derivanti dal assesso del denaro, paragonando questo all'acqua salata, che vii sì beve, più fa aumentare la sete; e tiravamo in ballo, n scopo di conforto, perfino Omar il saggio, il quale lodava Mo di averlo fatto nascere povero. conti

fatti,

dicevamo,

è

meglio

non

aver

vinto

la

Wella lotteria ippica di Dublino,

se li amministrò

' y

Vino:

BOTTEGA

così male

the, in capo a qualche anno, era costretto a ritornare al suo

fatalmente;

anzi, che accadevano

fatal-

nfate: oggi non accadono più. Ogpi il vincitore di una lotteria

può ritenersi

doppiamente fortunato. Ù «n È è sempre un privilegio non comune vedersi in tasca piover dei milio

ma, in altri tempi, simili fortune

eran soggette a troppe tentazioni ripetiamo,

quel

tale di Dublino

»

STITICHEZZA PURGA

RINFRESCA REGOLA L'INTESTINO

PROF.

rie

anche dei bei pomodori maturi, Ed il condimento? Ma nessuno. tati. {l sale, il pepe, e qualche goccia di succo di li mone sul pomodoro il finocchio, le anche senza olio, Alle sibuonissimi fave, gnore poisono queste cose sono raccomandate perEhé giovano alla freschezza del viso e dell'epi dermide in gi Anzi... si tedovrebbe non può abolire man,

« Ben volentieri, ma non ho più un punto!...

DEL

Hora

A.

MURRI

fisso

e

celebre

e per sei giorni o sette vi romperà le scatole da tutte le gazzette

La

Patenti gg

rancio a prezzo

con un

Adesso è ricco

di Calabria

GHIOTTONE

bel garbo sul piatto desti: ‘Con sti | prodotti,

elio

vincita:

metà della

Ieri era scemo e povero, la vita era un cilicio. sudava in una fabbrica, languiva in un ufficto,

E D'AGNELLO ALLA CATA- Separate ogni co tina dall'altra on l'osso, Battetele un poco, ma Spennellatele molto, molto leggerinte con un goccio d'olio oppure di burro fuso, e fateleparte € solamente.griglia su fuoco vivo, ‘mperate un cucchiaio di fecola con

si ridusse ben presto al lumicino. i Adesso, invece, se la fidanzata Ile di visone, Ù chi Lilian dn ao 0 sia pure una volpe inargentata il vincitore, senza esitazione,

FORMULA

need

Mattaromo

DEL

a

spese, e gli

tare che accadono

tultoUlqiere

la caverebbe egregiamente A questo vantaggio peculiare del tempo d'oggi, si aggiun il vantaggio che il denaro dà in tutti i tempi, ad onta di il benessere e l'intelligenza, Si capisce, anche i filosofi: l'intelligenza. Voi scherzate? Un qualsiasi diseredato si sve glia un bel giorno, all'improvviso, con tre milioni in tasca.

con spinaci Frago!

lot-

più pazze il resto. Sono era datogli alle Bntico lemestiere: e i siparenti amiche egli mangiarono Omici,

in bagordi

:

È

splaciuto di non aver vinto la lotteria di Tripoli, di non e

A

Vialaha fili). Com

pregasse di repalarie pioielto: egli risponderebbe ma a guerra finita, naturalmente E invano i sc liti sbafatori cercherebbero di fargli spendere

quest'anno c'è proprio di-

leria. E portavamo a noi stessi l'esempio di quel povero gelatlere Emilio Scala, il quale, dopo aver vinto i dieci milioni

di Gorizia)

(Prov.

D’ ISONZO

7 to

;

dcr e: cam

chenonseràpiùun fanghero meschino. e vilipeso,

HE i che non sarà più un bue. squisite, innumerevoli saran le virtù sue Perché sono gli spiccioli adar, con la pote la #nobiltà, loft spirito, nonché l'intelligenza. Purché non si tratti del solito sciagurato, il quale dichiara austeramente che continuerà ad esercitare il mestiere di

Im questo caso è un fesso patentato, a cui la lotteria non ha giovato, e che fa dire al resto dei viventi

vendo pi parmigiano grattugiato. ( empre usare in sua vece il peperoncino Mettete un cucchiaio di ques na, naturalmente dalla riunite tutte in un

tegameche, metr siano, a,mettetele forno“asclandovele sul piatto di lore. Dorate che

Do asetaccio, conditisolamente conuneu

sicu i piatto con alcune patate Bol simgetipate,avrete un ‘buoni Sine] Do da un antipasto vegerariao, la colazione malgrado le restrizicni diventa già abbondante, dell'ora.

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