Outdoor Magazine #04-2023

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Anno 16 - Num. 4 - 2023 DATI&STATISTICHE La Carica dei 101: cos'è emerso INCHIESTA Dopo i negozi, parlano le aziende FOCUS PRODOTTO Prima la sicurezza: Garmin inReach SNOWCORNER Ski Rental Summit by Prowinter Periodico mensile Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003Conv. in Legge 46/2004 Art.1 Comma LO/MI In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa © Alessandro Simone @outdoormag_

VECTIV ™ Exploris 2

PUNTO IOG

12 I Accademia Outdoor Pro, un confronto a posteriori

DATI & STATISTICHE

14 I La Carica dei 101: cos'è emerso

INCHIESTA ESCLUSIVA

16 I Dopo i negozi, parlano le aziende

#INSIDETHERACE

22 I Matteo Eydallin: come lui, nessuno mai

REPORTAGE

24 I Sport e sorrisi in Siria - in viaggio con Dino Bonelli

OUTDOOR X TUTTI

26 I Terres Monviso Outdoor Festival

28 I Va' Sentiero, la mostra fotografica

#MONTURAPEOPLE

30 I Il brand con il Trento Film Festival

TEXTILE & TECH

32 I Polartec e i Performance Days

33 I Il marchio Sire-Tex amplia la sua offerta

FOCUS PRODOTTO

34 I Garmin inReach e i il suo servizio Response

RESPONSABILMENTE

36 I Parla Edu Uribesalgo, R&D Ternua

VETRINA PRODOTTI

38 I Ortovox, Osprey, The North Face

40 I CMP, Jack Wolfskin, Kayland, MSR, Thermarest, TRS

42 I Alpenplus, Ande, BV Sport, Kailas, Trezeta

SNOWCORNER

44 I DF Sport Specialist & The North Face

45 I Stagione invernale 22/23: parlano le guide alpine

46 I Lo Ski Rental Summit di Prowinter

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Anno 16 - Numero 4 - 2023

ASCOLTANDO GABER

All’inizio di questo nuovo anno - come tradizione - è tornata “La Carica dei 101”, uno dei contenuti più attesi da tutti i nostri lettori. Su questo numero riportiamo quanto emerso dalla rielaborazione dei dati. Un’analisi quanto mai interessante per leggere il mercato alla luce delle mutate dinamiche rispetto all’anno precedente, nel quale quasi il 90% dei retailer aveva, ad esempio, dichiarato un aumento delle vendite. Mentre relativamente al 2022, la percentuale è inferiore al 50%. Le principali motivazioni e varie note al contorno le trovate riassunte nell’articolo alle pagine 14-15. Al di là dei numeri, ci piace far emergere anche la componente umana e concettuale. Questa doppia direttrice la ritroviamo anche nell’altra “contro-inchiesta” realizzata con gli approfonditi punti di vista di alcune delle principali aziende del settore. Trovate la prima puntata nelle prossime pagine. Degni di nota i temi con cui abbiamo stimolato i brand sui quali, dobbiamo riconoscerlo, i vari intervistati non si sono risparmiati e ci hanno fornito risposte ricche e circostanziate. Dovessimo trovare il fil rouge che più ricorre nei tanti contributi che vi abbiamo presentato in questi primi numeri dell’anno di Outdoor Magazine, ne individuiamo uno che emerge con forza da tutte le parti: la volontà reciproca di confronto, dialogo, incontro e formazione. A questo proposito ci pare significativo riportare una parte di alcuni interventi:

“Alla luce dei risultati, si impone di fatto una riflessione sul significato di queste iniziative che nascono dalla convinzione che investire sulla formazione professionale sia sempre una scelta vincente e un asset fondamentale per affrontare con maggiore forza le difficoltà del mercato. Una convinzione che però è frustrata da uno sforzo organizzativo sproporzionato rispetto al risultato raggiunto. Non sono bastati cinque mesi di contatti, inviti, chiamate e richiamate per mettere insieme un numero davvero importante di insegne disposte a investire un giorno del proprio tempo per incontrare alcuni tra i marchi italiani e stranieri protagonisti del mercato outdoor, impegnati a fornire gli strumenti operativi e le argomentazioni tecnico commerciali da utilizzare per una presentazione efficace dei nuovi prodotti in fase di vendita” Vittorio Forato, marketing manager Aku e vicepresidente Italian Outdoor Group nel commentare la recente iniziativa Accademia Outdoor Pro della quale vi abbiamo parlato in questi ultimi numeri.

“Trovo sia difficile comprendere il mercato da parte delle aziende se spesso non escono dai loro uffici. Per capire le esigenze degli store specializzati dovrebbero farci visita, passare con noi alcune ore in giornate di punta come il sabato, osservare quali sono le modalità di vendita e le richieste dei clienti. Che non sono numeri: spesso basta spostarsi di provincia, sebbene nella stessa regio-

ne, per trovare situazioni completamente diverse. Mi sembra che gli headquarter vogliano omologare negozi specializzati, grosse catene e vendita online (magari privilegiando questi ultimi) non capendo che sono realtà con dinamiche ed esigenze totalmente differenti”, Marco Boffo, titolare del negozio Trirunnis di Pergine Valsugana, TN.

“Credo però che il problema più grosso sia che a noi negozianti serva un contatto più diretto, costante e continuo durante tutto l’anno con le varie aziende. Un vero scambio di opinioni, esigenze, informazioni, magari proprio attraverso la visita in loco, nei vari negozi dei direttori commerciali, perché solo così, sul posto, anche loro possono rendersi conto sul serio delle difficoltà o dei punti di forza. Troppo spesso le aziende propongono prodotti, linee o soluzioni che sono lontane dalle richieste dei nostri clienti […] Ogni negoziante fisico, grande o piccolo che sia, vuole e deve conoscere il prodotto che vende. Il problema è come raggiungere questa conoscenza”, Luisella Bordino, titolare del negozio Bordino Franco di Alba, CN.

Tutte parole dirette e senza filtri, pronunciate appunto da esponenti dei retailer e delle aziende. E senz’altro condivise da molti altri operatori. Come vedete la volontà di incontro, confronto, dialogo, formazione è reciproca e molto sentita. Peccato che, dobbiamo dirlo noi altrettanto chiaramente, talvolta dalle parole non si passi ai fatti. La responsabilità non è pienamente ascrivibile solo a una delle due categorie (negozi e aziende/agenti). Le motivazioni di ciascuno possono essere comprensibili e talvolta lecite. Ma se davvero si vuole fare un salto di qualità bisogna andare oltre e venirsi incontro. In questo caso diremmo proprio letteralmente, senza aspettare che una delle due parti sia per forza quella che deve “muoversi di più o prima dell’altra”. Fate voi il primo passo. Certo costa tempo, fatica e magari tocca rinunciare anche a una giornata di “business”. Ma uscite – quando davvero ne vale la pensa – dalla porta del negozio o dell’ufficio per andare a incontrare di persona i vostri partner. Un più che valido pretesto siamo felici di darvelo noi, con la nona edizione degli Outdoor & Running Business Days di Riva del Garda (9-10 luglio 2023). Evento che, va detto, ha visto già gli scorsi anni una grandissima e qualificata partecipazione (nel 2022, lo ricordiamo, ci sono stati ben 2.300 operatori registrati). Ma è evidente che il potenziale è maggiore e ci sono ancora degli assenti (anche eccellenti) i quali... non hanno più scuse per non esserci. Perché, per riassumere tutto quanto detto con la strofa di una celebre canzone del 1973 del buon Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero / non è neanche avere un’opinione / la libertà non è uno spazio libero / libertà è partecipazione”.

Benedetto Sironi benedetto.sironi@sport-press.it

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Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - Anno 16 - N. 4 - 2023 Periodico mensile

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NEWS 6 EDITORIALE 6 Outdoor Magazine @outdoormag_ Sport Press Srl SB Chiuso in redazione il 4 maggio 2023

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tevafootwear.it

Manfred Mölgg, nuovo racing sport manager di Tecnica Group

Tecnica Group annuncia l’assunzione di Manfred Mölgg, in qualità di nuovo racing sport manager con cui l’azienda intende rivoluzionare il reparto, rilanciando le ambizioni in Coppa del Mondo dei suoi brand Nordica e Blizzard-Tecnica, con le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 come obiettivo. Il neoassunto si è ritirato lo scorso anno dalle competizioni dopo aver vinto tre medaglie mondiali, una coppa del mondo di slalom, tre vittorie e 20 podi in Coppa del Mondo. Successi che gli hanno permesso di rimanere ai vertici nel mondo dello sci per quasi 20 anni. Il suo ruolo in Tecnica Group sarà quello della gestione degli atleti, degli skimen, dei pool e di tutte le infrastrutture di scouting.

Il Gruppo Rossignol supera 400 milioni di euro di fatturato

Il Gruppo Rossignol, per l’esercizio 22/23 ha registrato una crescita consistente delle sue attività, con un aumento del 28% e un fatturato di 401 milioni di euro (al 31 marzo 2023), dopo un rimbalzo nell’esercizio 21/22. Entro il 2026, Rossignol prevede di generare quasi il 30% del suo business tramite l’offerta di abbigliamento e calzature dedicati ad attività multi-stagionali e di montagna. L’azienda è in forte crescita in tutti i mercati e quest’inverno ha presentato due importanti innovazioni: lo sci Rossignol Essential e il Dynastar Hybrid Core 2.0. Inoltre, il Gruppo mira a raggiungere 500 milioni di euro di ricavi nel 2026, mettendo in atto il piano strategico e ambientale "Ascension 2026"

Hervé Barmasse nuovo ambassador di Montura

Dopo 17 anni con The North Face, Hervé Barmasse diventa nuovo ambassador di Montura. Il brand si aggiunge a ATK Race, Enervit, Grivel, Julbo, Kastle, Piton, SCARPA e Vibram, che già supportano l'alpinista. La partnership troverà espressione nelle nuove avventure e nei nuovi traguardi conquistati, che permetteranno a Barmasse di fornire la sua grande esperienza nel perfezionamento dei prodotti. L’accordo è stato presentato al Trento Film Festival durante l’incontro “The Future Game”, in collaborazione con Montura, che ha visto Hervé al centro di un’intervista sul tema dell’opportunità di un alpinismo sostenibile, dalla sempre crescente disuguaglianza sociale e di come aziende e alpinisti rispondono e possono offrire soluzioni.

Salomon inaugura un nuovo flagship store ad Annecy

Salomon ha aperto un nuovo negozio monomarca nella sua città natale, non molto lontano dal Salomon Annecy Design Center, luogo dove ogni prodotto del brand francese è immaginato, sviluppato e prototipato. All’inaugurazione erano presenti partner locali e internazionali. Gli interni spaziosi, moderni e luminosi sono dedicati agli ultimi prodotti di Salomon. È presente anche un’area adibita a termoformare gli scarponi e un corner per l’affitto del materiale per la stagione invernale. Il presidente e ceo di Salomon, Franco Fogliato, ha dichiarato che l’apertura di un flagship store ad Annecy permette al brand di rafforzare ulteriormente il legame che l’azienda già ha con gli abitanti della regione.

A due mesi dagli ORBDAYS 2023 già numeri record

Cresce l’attesa per gli Outdoor & Running Business Days, che quest’estate si terranno il 9 e il 10 luglio a Riva del Garda: sono già quasi 300 i negozi iscritti, per un totale di 500 partecipanti. Numero che aumenta di giorno in giorno (l’obiettivo finale è superare le 500 insegne presenti e i 120 espositori) grazie anche alla novità di quest’anno che prevede l’inclusione anche dei retailer stranieri (invitati sia da ICE che dall’organizzazione stessa degli ORBDAYS) che parteciperanno insieme a quelli italiani. Per quanto riguarda i brand partecipanti, è già stata riconfermata la presenza della maggior parte dei marchi con cui collaboriamo già dalle edizioni precedenti. Gli oltre 100 espositori verranno affiancati anche da altre new entry importanti del panorama outdoor e running. Confermata inoltre la partnership strategica con l’Italian Outdoor Group di Assosport, che parteciperà con i suoi associati e metterà a disposizione la Piazza IOG, uno spazio posizionato al centro del padiglione outdoor e dedicato a meeting e presentazioni di anteprime prodotto. Si confermano anche i momenti di test, workshop e experience per i partecipanti durante il giorno, mentre la serata di domenica nella Spiaggia degli Olivi sarà animata non solo dalla sua consueta festa con dj set, ma comprenderà anche un momento dedicato alla musica dal vivo con un concerto esclusivo.

VeNetWork acquisisce il 100% di Unimonteco e fonda VeNeSport

VeNetWork, acceleratore di opportunità produttive e finanziarie, ha annunciato la creazione di VeNeSport, il nuovo ecosistema di aziende dedicato allo sportswear. La prima azienda a entrare a far parte di questo network è Unimonteco, una realtà specializzata nella lavorazione della plastica per la produzione di scarponi da sci, che ha registrato nel 2022 un fatturato di 4,4 milioni di euro. È un’azienda attenta all’innovazione, e in linea con la strategia di valorizzazione delle competenze di VeNetWork. Anche dopo l’acquisizione, il management attuale rimarrà al vertice dell’azienda, godendo dei benefici derivanti dalla condivisione di esperienze e know-how all’interno del network di imprenditori del Triveneto.

DECATHLON

2022 da record con un fatturato da 15 miliardi di euro

Decathlon ha registrato un fatturato di 15 miliardi di euro nel 2022, superando del 12% i risultati del 2021. Il 17% delle vendite deriva dal canale online, che rappresenta una quota inferiore rispetto al 21% del 2021, ma comunque superiore all’8% del 2019. L’utile netto del gruppo, presente in 72 Paesi, è arrivato a quota 923 milioni di euro nell’anno fiscale archiviato. Dal punto di vista della sostenibilità, il brand ha quantificato un calo dell’1,5% delle sue emissioni assolute di carbonio, e i prodotti dal design più responsabile hanno rappresentato il 23% delle sue vendite. L’obiettivo di Decathlon è di raggiungere il 100% di articoli eco-progettati per il 2026

Buon compleanno Decathlon! L’azienda francese festeggia, oltre al fatturato da record, anche il trentesimo compleanno di presenza in Italia. Nelle tre decadi un cui Decathlon è stata attiva nel nostro Paese, è riuscita a incentivare l’attività sportiva, proseguendo il proprio obiettivo di rendere lo sport accessibile a tutti. Secondo una ricerca Ipsos, la quota degli italiani che si dichiarano interessanti allo sport e attività fisica è pari al 72%. Di questi, l’87% ha visitato i negozi Decathlon almeno una volta nell’ultimo anno. Con 8.000 dipendenti, 145 store, quattro depositi logistici e due sedi di produzione, il contributo di Decathlon al PIL generato nel 2021 è pari, sempre secondo Ipsos, a 321 milioni di euro.

ERRATA CORRIGE - Ci teniamo a comunicare due doverose correzioni per la pagina 6 del nostro allegato dedicato al trail running, uscito il mese scorso con Outdoor Magazine #3. La foto associata alla news del TORX è l’arrivo di Katie Schiede all’UTMB. L’unico title sponsor della MEHT 2023 sarà Craft. HOKA non sosterrà in alcun modo l’edizione di quest’anno. La distanza della gara “Brutal” non sarà 173K ma 103K. Ringraziamo Ettore Pettinaroli per la segnalazione.

8 NEWS - MERCATO
Manfred Mölgg

HERE WE GO AGAIN!

Dopo la ripartenza dell’anno scorso, tutto pronto per una nuova edizione. Con tanti nuovi “più”: più espositori, più new entry, più spazio espositivo

QUANDO: dal 4 al 6 giugno

DOVE: MOC - Event Center Messe München (Lilienthalallee 40, 80939 Munich)

ORARI: domenica 4 e lunedì 5 dalle h 9:00 alle h 18:00 (dalle 7.30 per gli espositori), martedì 6 dalle h 9:00 alle h 18:00

NUMERO PADIGLIONI: quattro

DIMENSIONE: 13.000 m2

NUMERO BRAND : 617 confermati, tra cui figurano i rinomati ritorni di Meindl, Ortovox, Mammut, Lowa e Vaude

A OutDoor by ISPO l’impronta di Co2 verrà compensata grazie a Go Green, partner dell’evento. Insieme con Messe Munchen, ci sarà la possibilità di acquistare un Go Green Ticket: un contributo concreto a tutela dell’ambiente che viene poi investito in progetti che soddisfano gli standard più elevati (Gold Standard, Plan Vivo) e che contribuiscono positivamente allo sviluppo sostenibile a livello locale e regionale.

Ci saranno, come di consueto, gli ISPO Awards ma, da questa edizione, la giuria istituisce, nei confronti di tutti coloro che applicheranno al bando, un check anti-greenwashing, in modo che “la sostenibilità rimanga sostenibile”. Il controllo e la valutazione della responsabilità ecologica dei prodotti in concorso saranno condotti da Louisa Smith, riconosciuta esperta tessile e industriale membro inoltre della giuria dei Textrends di ISPO.

5 BUONI MOTIVI PER ESSERCI

1. Perché sono presenti i più importanti marchi del panorama outdoor

2. Perché sarà possibile incontrare di persona i big del settore e scambiare idee e contatti

3. Per l’atmosfera rilassata tipica degli eventi outdoor

4. Per trarre ispirazione e approfondire il know-how

5. Per la leggendaria festa di fine fiera

FOR THE TRAIL

ospreyeurope.it | @ospreyeurope

9 NEWS - OUTDOOR BY ISPO
NUOVO KESTREL | KYTE
Attraversare canyon di arenaria, arrampicarsi su cime innevate o trascinare l’attrezzatura su sentieri rocciosi di montagna. Qualunque sia la s da, il resistente e durevole Kestrel | Kyte è costruito per a rontare tutto e di più. Uscite dagli schemi e a rontate il vostro terreno più di cile.

La pista da bob di Cortina mette in discussione la sostenibilità delle Olimpiadi

Il rifacimento della pista da bob di Cortina d’Ampezzo Eugenio Monti è l’emblema della problematicità di queste Olimpiadi “sostenibili”. La costruzione dell’impianto mina le traballanti basi sulle quali i giochi di Milano-Cortina 2026 si sono dichiarati responsabili. Che l’impianto sia fondamentalmente inutile, lo confermano una serie di fatti. Intanto, i costi di realizzazione sono cresciuti nel tempo, partendo da 50 milioni di euro previsti e arrivando a 120 milioni. In più, la storia della vecchia pista di Cortina e di quella più recente di Cesana (TO) insegnano che i costi di gestione sono insostenibili e che l’impianto è destinato a chiudere in breve tempo. Infine, i costi ambientali: la deforestazione (20mila mq con l’abbattimento di 200 larici storici); il prelievo di acqua dall’acquedotto comunale (oltre 3.000 mq) per la formazione del ghiaccio in un territorio già in crisi idrica; l’impiego di sostanze chimiche necessarie alla refrigerazione; e l’azione sul paesaggio che verrà modificato per l’imponenza e le caratteristiche della nuova struttura.

Il Consiglio di Stato ha dato ragione alle associazioni di protezione ambientale, dichiarando incompatibile con i valori naturalistici e paesaggistici tutelati dal Parco Nazionale dello Stelvio la realizzazione del nuovo impianto sciistico di Solda (BZ), anche per l’assenza della Valutazione Ambientale Strategica. Si tratta di un importante risultato per la salvaguardia del Parco Nazionale dello Stelvio. Sono nove le associazioni di protezione ambientale che hanno presentato l’appello nel giugno 2020 alla sentenza del Tar n. 55/2020 della Provincia Autonoma di Bolzano che riteneva infondato il ricorso contro la Delibera di Giunta n°106/2018 (il Cai, la Regione Lombardia, la Fai, la Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, il Touring Club Italiano e il WWF). I siti sono caratterizzati dalla presenza di sei diversi habitat, otto specie faunistiche elencate nella Lista Rossa delle specie animali minacciate in Alto Adige e, infine, di aree di importanza paesaggistica e naturalistica, dove si riproduce la pernice bianca e si registra la presenza dell’aquila reale e del gipeto.

Clean Up Hike: il progetto The North Face per tenere pulite le montagne

Il Salewa Store di Bolzano riapre dopo la completa ristrutturazione da parte dell’agenzia di Retail Design gpstudio, che si è occupata del progetto del nuovo negozio. In occasione della riapertura, Salewa presenta per la prima volta la “Circular Experience”, un format innovativo che all’interno del negozio permette al pubblico di usufruire di tre nuovi servizi: Second Life, Repair Service e Rental Service, basati sui concetti di design durevole, upcycling e recycling. Il flagship store punta ora ad essere molto più di un semplice punto vendita: vuole diventare un punto di contatto per tutti gli appassionati di sport di montagna della zona, come per i turisti di passaggio.

In occasione della Giornata della Terra, The North Face ha rinnovato il proprio impegno nella tutela della natura, promuovendo una serie di appuntamenti durante i quali verranno raccolti i rifiuti abbandonati in parchi e spazi verdi, attraverso l’iniziativa "Clean Up Hike". Grazie alla preziosa collaborazione con organizzazioni di tutta Europa, l’anno scorso The North Face ha contribuito a ripulire più di 4.500 km di spazi all’aperto, per proteggere montagne, sentieri e habitat naturali dall’inquinamento e dai rifiuti. Quest’anno il brand ha offerto agli appassionati ancora più opportunità di contribuire concretamente, aumentando il numero di escursioni organizzate in tutta Europa con l’obiettivo di raccogliere e smaltire i rifiuti, ripulendo l’ambiente, “un pezzo di spazzatura alla volta.” In Italia, il partner di questa iniziativa è stato CleanALP, che è andato ad affiancarsi a Trash Free Trails per il Regno Unito, Patron per la Germania, Mountain Riders per la Francia e Summit Foundation per la Svizzera.

Il noto alpinista contribuirà con il brand lato sostenibilità per lo sviluppo di prodotti innovativi e come punto di riferimento nella diffusione di temi legati alla protezione dell’ambiente. Fin dalla sua fondazio ne, SCARPA si è legata ai più importanti protagonisti dell’alpinismo internazionale e, con questa collaborazione, rinnova questa tradizione. L’atleta valdostano, noto per aver affrontato alcune delle vette più alte e impegnative al mondo, rappresenterà SCARPA a livello internazionale e darà suo contributo alla ricerca di soluzioni innovative per il mondo dell’alpinismo. Abbiamo avuto l’occasione di fargli qualche domanda.

Com'è stato il tuo ritorno nella famiglia SCARPA?

Il mio rapporto con SCARPA ha radici lontane. Tre anni fa dopo il lancio del Ribelle 2.0 con grande dispiacere ho dovuto interrompere la collaborazione per la parte che riguardava il prodotto montagna. E, pur sapendo che non sarebbe stato un addio ma solo un arrivederci, ho accusato molto questa scelta costretta da logiche aziendali di esclusività. Quando ho lasciato The North Face, con SCARPA abbiamo deciso di ripartire da dove eravamo rimasti. Una collaborazione nuovamente a 360° e questa volta con una importante novità, oltre al ruolo dell’atleta e del tester, se ne aggiunge un altro, quello di ambasciatore della sostenibilità.

Cosa significa, per te, essere ambassador della sostenibilità?

Significa aiutare un’azienda in un percorso già intrapreso cercando di entrare in modo più specifico nel mondo verticale. Lavorare su nuovi prodotti tecnici re-

alizzati con membrane, gomme e tessuti riciclati così come è avvenuto con il Maestrale Re-Made, il primo scarpone da scialpinismo interamente realizzato con plastiche ricavate da scarti di produzione grazie all’utilizzo di nuove tecnologie ma soprattutto alle persone che lavorano nel settore ricerca e sviluppo dell’azienda. Significa portare avanti progetti alpinistici a chilometri zero; lavorare a degli eventi di divulgazione per sensibilizzare maggiormente le persone su tematiche ambientali e culturali con l’obiettivo di vivere la montagna con un atteggiamento più rispettoso della natura. Infine, iniziare un percorso di transizione dove i futuri ambassador SCARPA non siano solo ottimi atleti, ma anche persone che possano diventare degli esempi, grazie a uno stile di vita consapevole e responsabile. Persone creative che alla performance sportiva sappiano unire un approccio pulito alla montagna.

Dopo il tentativo di questo inverno per la salita al Dhaulagiri, hai raccontato di quanto tu sia rimasto scioccato dalla quantità di immondizia che hai trovato su quelle montagne. Quali sono le strategie che possiamo mettere in campo per fare sì che tutti si prendano cura dell’ambiente che ci circonda?

Riguardo all’alta quota si può solo sperare in un cambio di direzione degli alpinisti che dovrebbero ormai comprendere che, ogni qual volta decidano di salire una via normale di un 8000, in stile Himalayano, attrezzata con corde fisse - dunque nylon - stanno contribuendo a plastificare le montagne. E questo riguarda tutti: professionisti, amatori e dilettanti. Perché tra gli uni e gli altri se scegli di salire sulle vie attrezzate, le corde a cui attacchi la tua maniglia Jumar per issarti sino in vetta e farti un selfie, rimarranno sulla montagna per sempre.

NEWS - RESPONSABILI
Salewa riapre l’HQ di Bolzano e presenta la “Circular Experience”
Bloccati i nuovi impianti sciistici di Solda: assente la valutazione ambientale strategica
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HERVÉ BARMASSE AMPLIA LA COLLABORAZIONE CON SCARPA

Basta prodotti chimici

PFAS nei tessuti di Vaude

Dal 2021, tutti i materiali per l’abbigliamento, gli zaini e le scarpe Vaude sono completamente privi di PFAS, sostanze perfluoroalchiliche. Si tratta di sostanze pericolose che si sono diffuse anche in natura in modo permanente in quanto non biodegradabili, dannose per la salute e cancerogene. Attualmente, il governo tedesco insieme ad altri quattro Paesi, vuole limitare l’intero gruppo di sostanze PFAS nell’UE entro il 2025. Vaude sostiene la prevista restrizione a livello di UE sulle sostanze chimiche PFAS, firmando il Greenpeace Detox Commitment nel 2016

SCARPA avvia “Life Re-Shoes” per raccogliere e riciclare le calzature usate

SCARPA inaugura la prima fase del progetto “Life Re-Shoes“: cinquanta store del nord Italia diventano “Re-shop” con l’obiettivo di ritirare calzature del modello Mojito per poterle riciclare.

Il progetto beneficia di un finanziamento nell’ambito del programma LIFE dell’Unione Europea e nasce dallo scopo di fornire una soluzione alternativa, circolare e sostenibile per la gestione delle scarpe usate, introducendo le pratiche di riciclo come nuovo standard all’interno della filiera dell’industria del settore. Diversi punti vendita di Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige fungeranno da punti raccolta di scarpe usate del modello Mojito, il prodotto iconico del brand asolano nel segmento dell’urban outdoor. L’obiettivo della campagna è di raccogliere, entro la fine dell’anno, 15mila paia di calzature che entreranno in un sistema di riciclo virtuoso e porteranno alla realizzazione di altrettante paia di un modello nuovo di scarpe, con un range di utilizzo di materiale riciclato nel nuovo modello tra il 50 e il 70%.

Ocean Bound Plastic:

PrimaLoft compie un ulteriore passo in avanti nella sua missione di responsabilità grazie alla nuova tecnologia Ocean Bound Plastic. Quest’innovazione che risponde a due necessità: impedire ai rifiuti plastici di raggiungere gli oceani e, da essi, creare un isolamento tecnico ad alte prestazioni. PrimaLoft Insulation con Ocean Bound Plastic è realizzato al 100% con materiale riciclato post-consumo il cui 60% proviene da bottiglie di plastica raccolte in un raggio di 50 chilometri dalle coste. Questo approvvigionamento di materiale prima che raggiunga gli oceani, permette di non contaminare questi ambienti e di realizzare isolamenti di alta qualità. Il processo è certificato da OceanCycle, impresa sociale il cui focus mira alla prevenzione dell’inquinamento da plastica degli oceani e al miglioramento dei mezzi di sussistenza nelle comunità costiere con certificazione e interventi sociali diretti. La certificazione OceanCycle fornisce una verifica indipendente di terze parti che garantisce la vicinanza del materiale alle coste, l’approvvigionamento etico e la tracciabilità end-to-end, documentata dalla raccolta alla produzione.

11 NEWS - RESPONSABILI
la nuova tecnologia di PrimaLoft

Di seguito, riportiamo la lettera di Luisella Bordino, titolare del negozio Bordino Franco di Alba (CN), riferita al Punto IOG pubblicato sul numero di marzo della nostra rivista e la risposta di Italian Outdoor Group

Alla vostra domanda cosa non funziona non è semplice rispondere con una sola affermazione. E la semplice risposta “è difficile trovare il tempo per queste cose” corrisponde comunque alla verità, o almeno a una parte. Ogni realtà è diversa e ciascuno ha le sue motivazioni, ma certamente per negozi medio/piccoli dedicare anche solo due o tre “uscite” all’anno è un impegno di tempo importante considerando anche i nostri orari giornalieri già molto lunghi e i periodi di aperture domenicali, per non parlare dei costi (dedotto il vostro encomiabile contributo rimane il viaggio e, per chi ha dipendenti, gli straordinari o gli extra).

Inoltre, non a tutti interessa “provare” i prodotti perché non tutti sono trail runner, alpinisti, escursionisti eccellenti. Forse ci interessa di più un discorso di marketing, di come presentare i prodotti in negozio, di come raggiungere certi clienti, di come affrontare e difenderci dal mondo online, di scale sconti o di promozioni. Credo però che, in fin dei conti, il problema più grosso sia che a noi negozianti, serva un contatto più diretto, costante e continuo durante tutto l’anno con le varie aziende. Un vero scambio di opinioni, esigenze, informazioni, magari proprio attraverso la visita in loco, nei vari negozi dei direttori commerciali, perché solo così, sul posto, anche loro possono rendersi conto sul serio delle

Cara Luisella, grazie per la tua risposta al nostro accorato richiamo agli operatori del settore Outdoor. L’Accademia Outdoor Pro è nata proprio dal confronto tra la nostra associazione, le aziende ed i negozianti indipendenti. Ciò che allora emerse con forza e chiarezza furono l’esigenza di un momento di confronto diretto tra le aziende e negozi (al di fuori delle fiere) e di formazione approfondita e professionale del personale addetto alla vendita (come da te auspicato). Quindi, fin dalla prima edizione nel 2017 abbiamo costruito una piattaforma che rispondesse in modo razionale e funzionale a queste due esigenze specifiche. Un’occasione unica per i commessi e venditori di incontrare chi normalmente sta dietro alle quinte (responsabili di ricerca e sviluppo, marketing, sostenibilità, politiche aziendali, ecc.).

Ogni azienda, in una o più clinics, spiega i propri valori ed aspetti tecnici sui prodotti in consegna per la stagione entrante. Non sono invece previsti test materiali che svierebbero l’attenzione dalla formazione e comunque già sufficientemente trattati durante gli Outdoor & Running Business Days a Riva del Garda. Inoltre, essere tutti riuniti in un unico luogo è un momento di conoscenza e confronto tra colleghi

Per la prima volta abbiamo partecipato all'Accademia Outdoor Pro ed è stata una esperienza assolutamente positiva. Come ingredient brand abbiamo apprezzato l'opportunità di presentarla in modo diretto a una platea qualificata e interessata. E anche il confronto con i negozianti che è seguito ai clinic si è rivelato molto stimolante e fruttuoso. Ringraziamo Assosport per l'impeccabile organizzazione”

Matteo Morlacchi, ceo – H-DRY

difficoltà o dei punti di forza. Troppo spesso le aziende propongono prodotti, linee o soluzioni che sono lontane dalle richieste dei nostri clienti.

Per non parlare della figura del rappresentante, ormai in disuso o quasi del tutto assente, che invece dovrebbe essere sempre più presente e di riferimento. Quindi per ripartire dalla vostra domanda: a chi interessa la formazione?

A pochi, mi permetto di dissentire. Ogni negoziante fisico, grande o piccolo che sia, vuole e deve conoscere il prodotto che vende. È questa la nostra unica e ultima arma contro il mondo dell’online. Il problema è come raggiungere questa conoscenza. Forse è proprio il metodo quello non allineato con le possibilità e il tempo dei rivenditori.

E qui ritorno alla mia proposta iniziale: visite frequenti presso i nostri punti vendita per uno scambio di informazioni, tendenze, sensazioni reciproche. Tutto ciò, anche in termini di denaro costerebbe senz’altro meno alle aziende che già hanno nel loro organico queste figure a metà tra l’agente e un addetto al customer service, oltre ai direttori commerciali. Insomma, queste sono le mie considerazioni, certamente personali e forse non adatte a tutte le realtà. E senza nessuna velleità di verità assoluta.

e operatori, cosa che non è possibile restando chiusi nel proprio negozio. Infine, a conclusione della giornata, si tiene un convegno su un tema di grande attualità e utilità per i negozi. Ti elenco alcuni temi trattati nelle passate edizioni:

1) Etichettatura: elementi di informazione al consumo

2) Facebook e storytelling: più gente in negozio

3) Come trasformare l’e-commerce in una opportunità di business

4) Pandemia e guerra: quali risvolti per il mercato dell’outdoor?

Capiamo le problematiche e i costi organizzativi, ma, al pari delle fiere, l'Accademia Outdoor Pro è un investimento necessario per la conoscenza, il confronto e quindi di crescita professionale fondamentale per competere in un mercato sempre più sfaccettato e complesso. Speriamo di averti come ospite alla prossima edizione del 2024

"Ritengo che l'Accademia Outdoor Pro sia sempre un importante momento di opportunità e formazione. A oggi non abbiamo perso nessuno di questi appuntamenti, eravamo in due e ci siamo divisi in modo da non perdere nessun incontro che abbiamo ritenuto prioritario. Nel nostro campo riteniamo di essere molto preparati, ma ciò non toglie che ci sia sempre qualcosa da imparare, piccole o grandi sfaccettature o novità, tutte esperienze da far nostre e riportare poi alla nostra clientela. La formazione e la specializzazione, con questa accademia, si arricchiscono.

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LA CARICA DEI 101: DATI, TREND E CLASSIFICHE

L'analisi dettagliata della nostra inchiesta esclusiva sull’andamento del mercato outdoor nel 2022 a cura della redazione

Inegozianti rappresentano l’anello fondamentale della filiera distributiva e proprio per questo pensiamo sia importante raccogliere il loro punto di vista, ascoltarne le richieste e considerarne i bisogni. Anche quest’anno, sui primi tre numeri di Outdoor Magazine, abbiamo pubblicato la nostra ormai celebre “La Carica dei 101”, inchiesta diventata un marchio di fabbrica per la nostra casa editrice.

Per chi ancora non la conoscesse, si tratta di un’indagine di mercato che riporta il bilancio dell’anno appena concluso e le prospettive per quello corrente. Il tutto attraverso la voce dei retailer del nostro network, che forniscono interessanti spunti di riflessione per tutti gli operatori del settore.

Nel 2022 qual è stato l’andamento delle vendite dei negozi outdoor rispetto al 2021?

Se il 2021 si era concluso con degli ottimi risultati di vendita (con ben 86 negozi in crescita) e con una crescita generale del mercato, il 2022 non è stato così positivo

La nostra inchiesta evidenzia, infatti, come: solo 49 degli intervistati hanno avuto un 2022 nel complesso in crescita, i rimanenti si dividono tra andamento stabile (33 negozi) e in calo (19 negozi)

Quali sono state le principali problematiche?

In queste pagine riportiamo quanto emerso da una nostra analisi e rielaborazione dei dati. Frutto, appunto, di 101 voci selezionate tra i retail outdoor presenti sul territorio italiano, nello specifico:

• 74 del Nord Italia;

• 22 del Centro;

• 5 del Sud e Isole.

Le risposte in dettaglio dei punti vendita sono visionabili sfogliando i numeri 1, 2 e 3 di Outdoor Magazine pubblicati a inizio 2023, che potete anche scaricare in versione digitale dal nostro sito, inquadrando il Qr Code qui a fianco.

Le preoccupazioni legate allo slittamento della stagione invernale hanno influito sulle vostre vendite?

La maggior parte dei retailer intervistati ha dichiarato che lo slittamento della stagione invernale ha impattato sulle vendite all’inizio della stagione

Quando il tempo si è stabilizzato e ha iniziato a nevicare, le vendite di quasi tutti i negozi sono però migliorate

Quali sono stati i principali aspetti positivi?

Tra le 98 insegne che hanno riscontrato delle problematiche, quella comune a tutti è legata ai ritardi delle consegne che hanno portato a un sovraccarico di merce nei magazzini. Altro punto negativo è stato l’aumento dei prezzi e del caro vita

Cavalcando il trend del 2021, anche l’anno scorso sempre più persone si sono avvicinate al mondo delle attività outdoor. Questo ha portato all’aumento di nuovi clienti e a una conseguente crescita generale delle vendite di prodotti specializzati

14
DATI & STATISTICHE
49 IN CRESCITA STABILE IN CALO 19 33 MANCANZA PRODOTTI INFLAZIONE MANCANZA DI NEVE CONSEGNE NON RISPETTATE GUERRA SOFFERENZA SETTORE APPAREL MINORE CAPACITÀ DI SPESA AUMENTO PREZZI AUMENTO BOLLETTE APPROVVIGIONAMENTO 32 23 13 7 6 5 4 4 3 1 numero dei negozi 05 10 15 20 25 30 35 CLIENTELA IN CRESCITA AUMENTO TRAIL RUNNER QUALITÀ DEI BRAND MAGGIOR INCASSI TANTI TURISTI FIDELIZZAZIONE CLIENTELA PREVISIONI PER LA SS 23 32 5 4 3 2 2 1 numero dei negozi 05 10 15 20 25 30 35 0 20 40 60 80 101 40 NO 61 SÌ

Che ripercussioni ha avuto l’aumento dei listini sulla vostra attività?

Qual è stato il periodo dell’anno migliore a livello di vendite?

La maggior parte dei negozianti intervistati ha riscontrato un rallentamento delle vendite a causa dell’aumento dei listini. La preoccupazione maggiore legata a questo problema rimane però il potenziale impatto che questo aumento avrà di nuovo nel 2023

Quali sono state le categorie di prodotto più acquistate nei negozi?

Quanto incidono in percentuale le vostre vendite online sul totale?

Nonostante i rallentamenti causati dallo slittamento della stagione invernale, il periodo migliore a livello di vendite è stato quello tra ottobre e dicembre, seguito dai mesi estivi tra luglio e settembre

Quali sono state le categorie di prodotto più acquistate online?

Dei 101 negozi intervistati: 49 hanno un e-commerce 52 non possiedono ancora un canale di vendita online

Per chi possiede un e-commerce, l’impatto delle vendite online sul totale ancora è basso rispetto alle vendite in negozio

Per i negozi outdoor qual è stato il brand rivelazione 2022?

Nel corso della nostra inchiesta abbiamo chiesto ai negozianti di indicarci il brand rivelazione per il 2022

MONTURA quest’anno conquista Il primo gradino del podio

Quando si tratta di acquisti online, la vendita delle calzature è nettamente superiore a quella dell’abbigliamento

Tra le calzature, prevalgono quelle da trekking e da running

I consumatori sono più consapevoli alla sostenibilità delle aziende? Sono disposti a pagare di più per un prodotto sostenibile?

SÌ NO

Dei negozi intervistati, solo 22 hanno dichiarato che i consumatori sono più attenti alla sostenibilità quando si trovano a dover acquistare un prodotto. I restanti 79 hanno affermato che da parte del cliente c’è più interesse nei confronti del prezzo, dell’estetica e delle caratteristiche tecniche. Se un cliente è interessato, il prezzo è comunque un driver importante di scelta

AKU - BIOTEX - BLUE ICE -

CHILLAZ - COROS - COTOPAXI - COUSIN TRESTEC - CRAZY

DARE 2B - EA7 - GOLDBERGH - HANNAH - HELLY HANSEN

ICEBREAKER - JACK WOLFSKIN - JOMA - K-WAY

MICO - NAPAPIJRI

Per informazioni su come accedere al report completo con tutti i dati dell’inchiesta, contattare la redazione di Outdoor Magazine scrivendo un’email a redazione@outdoormag.it

15 DATI & STATISTICHE
35 HA FRENATO LE VENDITE È STATO ININFLUENTE 55 NEGOZI 46 NEGOZI NON UTILIZZA E-COMMERCE -del 10% 10%-30% +del 50% 30%-50% 52 NEGOZI 1 NEGOZI0 3 NEGOZI 29 NEGOZI 16 NEGOZI 8 14
CALZATURE ABBIGLIAMENTO ACCESSORI 41 34 17 9 numero dei negozi 01020304050 APRILE / GIUGNO OTTOBRE / DICEMBRE LUGLIO / SETTEMBRE GENNAIO / MARZO 24 16 6 49 TREKKING HIKING
INVERNALI TRAIL RUNNING CLIMBING
24
SPORT
CMP ON REDELK DYNAFIT PATAGONIA PICTURE SALEWA ARC’TERYX SCARPA ALTRA GREAT ESCAPES MOUNTAIN EQUIPMENT SAUCONY KARPOS LA SPORTIVA ORTOVOX HOKA MONTURA 0 1 2 3 4 5 6 7 8 1 2 3 4 5 6 7
- NEW BALANCE - NIDEKER - NORRØNA OSPREY - PETZL - RAB - RIDAY - ROCK EXPERIENCE SCOTT - SILVER SKIN - TECNICA - TENAYA UNDER SHIELD - UVEX
35

1.Le nostre inchieste e interviste ai retailer hanno delineato un 2022 altalenante, con un mercato che sul fine anno in particolare si è rivelato in rallentamento o in calo rispetto all’anno precedente. Per voi come è stato il 2022 in termini di volumi e fatturato (Italia ed estero)?

2.Tuttavia, non sono mancati casi di retailer che sono riusciti a mantenere stabili i fatturati o anche ad aumentarli. Dal vostro punto di vista questi casi si spiegano quasi unicamente con la crescita dei listini o ci sono stati ulteriori e reali consolidamenti anche a volume in alcune aree geografiche o in determinati segmenti merceologici? Quali aree e/o quali segmenti?

3.Per la vostra azienda quale invece un bilancio del primo trimestre 2023 - e quindi per buona parte ancora relativo alla stagione invernale – dal punto di vista del sell out e del sell in?

4.A proposito di sell in, alla data attuale (12 aprile), avete già concluso la campagna vendite W 23/24 o quando la concluderete?

5.Sempre alla data attuale (12 aprile), in che percentuale avete consegnato la collezione SS 23?

6.Ai clienti la sostenibilità interessa, ma se questo va a impattare fortemente sui costi, la loro percezione cambia e le motivazioni di acquisto sono altre (prezzo, estetica, comfort,

ecc): questo quello che è emerso in molte risposte da parte dei retailer. Cosa ne pensate e quali azioni avete realizzato o realizzerete per promuovere la scelta di prodotti a minor impatto ambientale e cambiare sensibilità e abitudini di acquisto del pubblico?

7.Avete previsto particolari iniziative / eventi / promozioni nel 2023 a supporto della vostra rete vendite? Riguarderanno tutti o solo alcuni dei vostri negozi?

8.Che consigli / messaggi vi sentite di mandare per affrontare al meglio quest’anno e il futuro ai negozianti che vogliano ritagliarsi un ruolo da protagonisti nel settore?

DOPO I NEGOZI, PARLANO LE AZIENDE

Completata l’inchiesta annuale “La Carica dei 101”, adesso è il turno dei brand: ecco le risposte dei primi intervistati _ a cura della redazione

Sui primi tre numeri di Outdoor Magazine del 2023, abbiamo pubblicato "La Carica dei 101”, la nostra inchiesta che coinvolge 101 negozi di outdoor in tutta Italia. L’indagine ha delineato un quadro sull’andamento del mercato del 2022 attraverso la voce di punti vendita selezionati.

Abbiamo intervistato alcune aziende del settore con cui collaboriamo per

approfondire i temi sollevati dai negozianti, tra cui alcune problematiche riscontrate e aspetti positivi. Si è parlato di consegne, mancanza di neve nella stagione invernale e attenzione alla sostenibilità. Analizzare i punti di vista dei negozi e delle aziende ci permette di avere una visione a 360° sull’andamento del mercato outdoor del nostro Paese. Di seguito, i primi insight emersi.

1.

In Italia, i volumi sono cresciuti del 10%, mentre il fatturato del 16%. Per SCARPA, il 2022 è stato un ottimo anno. I risultati sarebbero stati migliori se non avessimo avuto qualche ritardo produttivo che ha impattato i target di fine anno. Durante l’ultimo trimestre, abbiamo cominciato a intravedere alcuni segnali di rallentamento ma devo dire che, nonostante i ritardi, i negozianti italiani hanno creduto nei nostri prodotti e hanno sostenuto il marchio. All’estero, i volumi sono cresciuti del 20%, mentre il fatturato consolidato in è aumentato del 26%. Come per il mercato italiano, i risultati a livello globale sono stati brillanti anche se hanno risentito in parte dei ritardi produttivi.

2. Come già detto, per noi il 2022 è stato un ottimo anno. Se escludiamo il mondo neve, abbiamo avuto risultati positivi in modo trasversale e su tutte le nostre categorie prodotto, ma in particolare abbiamo avuto un’accelerazione importante nella domanda di trail running e climbing.

3. Il primo trimestre per noi è in equilibrio con lo scorso anno, ma il 2023 è e sarà un anno critico per molti. Dopo l’importante aumento del mercato degli

ultimi anni, le crescenti problematiche di approvvigionamento della materia prima e di gestione della supply chain, molte aziende hanno corso per sostenere la domanda e cercare di consegnare in tempo. Allo stesso tempo, inflazione e timori di recessione economica hanno rallentato l’economia e questo ha causato grossi problemi di overstock. Il 2023 sarà un anno sfidante.

4. La nostra campagna vendite FW si è conclusa a fine maggio.

5. Le consegne sono in parte inficiate da livelli di stock alti e da alcuni nostri ritardi di produzione. A oggi a livello globale siamo al 60%.

ni da scialpinismo Maestrale e Gea utilizziamo da anni materiali biobased come il Pebax Rnew, che deriva dall’olio di ricino e che oggi utilizziamo anche nel 4-Quattro SL. Abbiamo appena dato vita a un’iniziativa che si chiama Life Re-Shoes che implica la raccolta e il riciclo delle nostre storiche scarpe Mojito. Queste verranno smembrate e, riutilizzando la maggior parte del materiale, daranno vita a una nuova calzatura.

7. Consideriamo importante la presenza del marchio agli eventi, nazionali e locali. Continueremo a investire sul territorio con iniziative autonome e collaborazioni con i negozianti

6.

SCARPA prende la sostenibilità in modo molto serio e tutti lo dovrebbero fare. Per noi il primo argomento di sostenibilità è la durabilità del prodotto: più un prodotto dura, meno impatta l’ambiente. La maggior parte dei nostri prodotti nascono e vengono studiati per essere risuolati e quindi poterne allungare la vita. Anche se purtroppo oggigiorno non tutte le scarpe possono essere risuolate, ci stiamo impegnando per studiare e utilizzare materiali durevoli. Nei nostri scarpo-

8.

Continuare a investire nella formazione del personale e nel miglioramento dell’esperienza d’acquisto dei consumatori, questo può fare la differenza tra un cliente acquisito e un cliente perso.

16 INCHIESTA ESCLUSIVA
LE DOMANDE
SCARPA Jody Barattin, direttore delle vendite

1. Per noi il 2022 è stato un anno molto positivo, che ha risentito ancora della coda lunga degli effetti post pandemia, che lato mercato outdoor hanno portato incrementi di risultato. In Italia, volumi e fatturato sono cresciuti del 37%. Il mercato ha premiato la politica di fidelizzazione del marchio nei confronti dei consumatori, interpretando in modo rapido i cambiamenti di bisogni e necessità e seguendo quindi l’evoluzione dei consumi. All’estero, volumi e fatturato sono cresciuti del 38%.

2. Come sempre, si tratta di un insieme di fattori e non è possibile dare una risposta che sia valida per tutti. Ci sono stati sia aumenti di prezzo (che però rispondono ad aumenti di costo, quindi va bene guardare i fatturati, ma fino a un certo punto) e anche aumenti di volume a seguito di un maggiore interesse da parte del cliente finale verso le attività all’aria aperta, penso a trekking, hiking e running per l’estate, piuttosto che invece allo ski touring e alle ciaspolate per la stagione invernale.

3. Nella prima parte dell’anno abbiamo performato positivamente, in li-

nea con quelle che erano le nostre aspettative.

4. Sì, la campagna è conclusa per tutte le linee.

5. Siamo riusciti a rispettare i tempi di consegna previsti e a oggi, abbiamo consegnato tutto.

6. Il cliente va educato anche alla sostenibilità: così come negli anni è diventato molto più competente in termini di tecnologie, qualità e materiali, è necessario che comprenda i diversi aspetti del grande mondo dell’attenzione all’ambiente. La sostenibilità è infatti sicuramente un tema di interesse trasversale, di cui si parla molto, ma senza poi approfondire cosa viene percepito. Lato nostro, abbiamo intrapreso un percorso di sostenibilità aziendale, che stiamo condividendo con tutti i nostri stakeholder e quindi anche con i clienti finali, spiegando le azioni intraprese e soprattutto gli obiettivi che ci siamo prefissati. La prima cosa da fare è misurare il proprio impatto e intervenire su questo. La realizzazione di prodotti con un minore impatto ambientale è importante, ma non è l’unica azione. Forse

è la più immediata da trasferire al cliente finale, ma non basta.

7. Creiamo delle occasioni di incontri stagionali con tutti i responsabili dei nostri store monomarca e con i principali clienti; il confronto e lo scambio di opinioni costituiscono sempre un momento di crescita e conoscenza importante. Siamo inoltre presenti alle principali fiere di settore ad alcuni incontri dedicati al mondo b2b, come gli Outdoor & Running Business Days, un’occasione che permette di farsi conoscere attraverso una esperienza diretta e permette di costruire o rafforzare la relazione con i clienti con una modalità completa.

8. Competenza, fidelizzazione e flessibilità. Questi a nostro avviso sono i punti fondamentali su cui lavorare. Da un lato, la formazione e la specializzazione delle competenze di chi vende, dall’altro la ricerca della fedeltà del cliente al fine di costruire una relazione di valore e soprattutto la capacità di interpretare i cambiamenti del mercato.

INCHIESTA ESCLUSIVA
CMP
TRUE. ALPINE. FAR & LIGHT
Fabrizio Zotta, sales manager Italia Protezione isolante in formato tascabile. Leggerissima, la LADIZ HYBRID JACKET ci permette di andare oltre, nel cuore più remoto delle montagne – dove sentirci di nuovo liberi e riconnetterci con noi stessi. LEGGERA | NATURALE | ESSENZIALE

1.In media abbiamo chiuso il 2022 in modo molto positivo, siamo cresciuti sia in valore che in volumi, con delle differenze a seconda dei Paesi e dei segmenti di mercato. Il nostro settore sconta ancora l’effetto di alcune dinamiche innescate dal Covid: la riapertura al turismo post pandemia ha generato un elevato sell-in nei segmenti pista e noleggio, a scapito dello sci alpinismo, il quale, mentre nelle due precedenti stagioni aveva registrato delle crescite esponenziali, ora delinea una decrescita netta in tutte le nazioni. A queste dinamiche, nella stagione appena conclusa, si aggiungono quelle legate al meteo, per cui la carenza diffusa di neve su larga parte dell’Europa e in alcune zone del Nord America, ha ovviamente scoraggiato lo scialpinismo e lo sci fuori pista in generale.

2-3. Come dicevo precedentemente, nonostante le nevicate scarse dell’inverno appena concluso, il post Covid ha aumentato il desiderio di stare all’aria aperta da parte dei consumatori; lo sci ha quindi beneficiato di questa nuova consapevolezza, facendo registrare degli incrementi di presenze in molte aree sciistiche e generando una conseguente domanda incrementale di prodotti da pista e noleggio.

L’Italia, in particolare, è uno dei Paesi che ha segnato la maggiore crescita. Chiunque abbia frequentato le piste da sci in questi mesi

BLIZZARD-TECNICA

ha visto come i tanto temuti aumenti degli skipass non abbiano in realtà frenato gli sciatori, che hanno invece frequentato i comprensori con numeri di presenze decisamente superiori alle migliori aspettative.

4. Stiamo concludendo in questi giorni la campagna vendite per la prossima stagione, che si è rivelata finora molto positiva, sia in relazione alle dinamiche a cui ho fatto riferimento sopra, sia perché le novità che abbiamo presentato al mercato per la prossima stagione sono state particolarmente apprezzate, intercettando quelle che sono le esigenze e gli interessi degli sciatori.

6. Come Tecnica Group, abbiamo lanciato ormai da tre stagioni il progetto Recycle Your Boots: un’iniziativa che da un lato spinge gli sciatori a portarci - attraverso i negozianti che aderiscono al progetto - i loro vecchi scarponi per essere riciclati anziché finire nella raccolta indifferenziata, e dall’altro ci vede progettare i nuovi scarponi secondo i principi dell’eco-design, quindi dotati di componenti riciclati, a loro volta facilmente riciclabili e comunque dal minor impatto ambientale possibile. È appunto un progetto di economia circolare; significa quindi che ciascuno deve fare la propria parte. Vorremmo che tutti i retailer ci supportassero con entusiasmo e si facessero diffusori di

Recycle Your Boots, perché solo insieme alla loro preziosa collaborazione potremo generare una maggiore consapevolezza rispetto al tema di sostenibilità ambientale, e simultaneamente potremmo riciclare un sempre maggiore numero di scarponi a fine vita. Noi crediamo di avere una responsabilità come azienda nei confronti dell’ambiente, e abbiamo il ruolo di spingere al miglioramento, ma ovviamente qualsiasi innovazione ha un costo e bisogna valutarne le ricadute sul prezzo finale dell’utente. Fare un’attenta valutazione costi/benefici non significa dover rinunciare al percorso verso la sostenibilità, garantendo sempre e in ogni caso i requisiti funzionali a un consumatore sempre più esigente in termini di sicurezza, comfort e prestazioni.

7. Proprio perché crediamo molto in Recycle Your Boots abbiamo previsto un’ulteriore promozione del progetto, per aumentare la consapevolezza degli sciatori e quindi generare traffico ulteriore nei negozi che hanno aderito e presso i nuovi che aderiranno. Lo scorso anno in alcuni punti vendita abbiamo creato dei corner dedicati all’iniziativa e i risultati sono stati estremamente positivi. Naturalmente, ci aspettiamo di poter incrementare il numero dei retailer che collaboreranno, anche perché l’iniziativa è totalmente gratuita e non comporta alcuna spesa per il negoziante.

1.

Sia in Italia che all’estero abbiamo riscontrato un aumento dei volumi e un aumento deciso del fatturato.

In Italia il 2022 è stato per quasi tutta la sua durata un anno molto positivo, direi per tutto il comparto outdoor. Nell’ultimo trimestre, l’effetto combinato di un inverno con poca neve e il generalizzato clima di preoccupazione (inflazione, guerra, costi energia, etc) ha inevitabilmente avuto un impatto anche nel nostro settore, ma prendendo il 2022 nel suo complesso il risultato resta decisamente positivo.

All’estero, l'anno ha visto proseguire la forte crescita che c’era stata già nel 2021. In generale anche sui mercati internazionali c’è stato un rallentamento verso la fine dell’anno per le stesse motivazioni che hanno colpito il mercato italiano.

2.Abbiamo visto un consolidarsi delle categorie tecniche, affiancate da una crescita di alcune delle categorie più mainstream. L’aumento dei prezzi di listino sicuramente ha avuto un impatto su questi risultati, ma altrettanto sicuramente non ne è l’unica ragione.

3.I primi mesi del 2023 sono stati in linea con gli ultimi del 2022, dove appunto i timori generalizzati per la situazione economica sono stati affiancati da un inverno meteorologico che non ha sicuramente favorito lo scialpinismo, tanto per citare una delle attività che più di altre ne ha risentito. Dall’altro

lato, abbiamo assistito a un ulteriore consolidamento degli articoli legati all’arrampicata, attività che sempre più è praticata durante tutto l’anno.

4.La campagna vendite FW 23 è ormai conclusa, ma abbiamo comunque chiuso un po’ in ritardo rispetto alle scorse stagioni.

5.I ritardi di consegna legati ad aspetti produttivi sono stati per buona parte riassorbiti. Grazie sia ad azioni di pianificazione mirata che alla collaborazione dei clienti nell’aderire alla nostra proposta di anticipare gli ordini della campagna vendite SS 23 Quindi, per rispondere alla domanda, direi che praticamente tutto quanto avevamo in nota da consegnare entro aprile è stato consegnato regolarmente. Restano chiaramente da consegnare gli ordini stagionali che hanno consegne programmate nei mesi successivi.

6.Il tema della sostenibilità è molto ampio e complesso, riscontriamo diversi livelli di sensibilità e interesse. Per quanto riguarda i prodotti c’è spesso la tendenza di fare di “tutta l’erba un fascio”. In realtà, l’attrezzatura tecnica possiede due caratteristiche fondamentali: la prima riguarda la sicurezza, che rimane il principio che deve comandare qualsiasi scelta legata allo sviluppo. La seconda riguarda il ciclo di vita dei nostri prodotti, che è generalmente molto più lungo di quello di altre categorie quali l’abbigliamento o le cal-

zature. Detto questo l’approccio della nostra azienda è quello di lavorare dentro un percorso ESG di più ampio respiro con obiettivi di breve, medio e lungo periodo.

7.Proseguiranno le iniziative di comunicazione legate al progetto del rebranding, che vogliamo usare anche come strumento per far scoprire meglio i valori e la storia di C.A.M.P. e quanta serietà, ricerca e innovazione ci sia dietro ai prodotti legati alla sicurezza degli appassionati.

8.Una riflessione molto salda dentro la nostra azienda è quella di guardare sempre oltre il brevissimo periodo che porta a fare valutazioni troppo parziali. Ne abbiamo avuto la riprova in questi ultimi 36 mesi, dove il nostro settore è passato da momenti di profonda incertezza, ad altri di quasi “euforia”, a loro volta “raffreddati” dall’ultimo inverno. Lo sforzo da fare è quello di guardare alle prospettive di più lungo periodo, e tanti fattori ci dicono che il mercato dell’outdoor sarà tra quelli premiati proprio perché sempre più si percepisce che una società che fa sport all’aria aperta è una società migliore, più sana e contenta rispetto a una sedentaria e che predilige anche nel tempo libero l’utilizzo di tablet o smartphone. Se fossi un retailer, farei mie queste considerazioni e privilegerei il lavoro con quelle aziende e marchi che operano dentro questa logica.

18 INCHIESTA ESCLUSIVA

1.

In Italia, abbiamo avuto un aumento sia dei volumi che del fatturato del 20%. Il brand si sta sempre più consolidando, non solo per il prodotto iconico K nken, ma anche per tutta l’offerta abbigliamento trekking e everyday outdoor. All’estero, abbiamo avuto un aumento dei volumi del 10% e un aumento del fatturato del 12%. Questo aumento è stato incalzato anche all’apertura di nuovi mercati Worldwide (USA e Far East).

2. Sicuramente l’aumento dei listini ha contribuito, ma l’attenzione che il consumatore rivolge al prodotto ha fatto sì che brand con un alto valore qualitativo acquisissero quote di mercato.

4. La campagna vendite si è conclusa entro febbraio 2023

5. Le nostre consegne sono state effettuate al 90%.

quella affettiva del prodotto. L’obiettivo di Fjällräven è sviluppare capi funzionali, resistenti e riparabili, dal design intramontabile. Un design immune alle mode passeggere, in grado di esprimere (e di restituire) valore nel tempo.

7. Parteciperemo a Outoor by ISPO a Monaco di Baviera e all’edizione estiva degli ORBDAYS a Riva del Garda.

3.

Il sell-in è in linea con gli ordini stagionali presi in campagna vendite, il sell out è determinato dal fattore climatico (la partenza ritardata della primavera sta rallentando gli acquisti delle collezioni prettamente primaverili-estivi).

6. Agire responsabilmente nei confronti della natura è il mantra che da sempre guida Fjällräven. Oggi l’azienda (che è appena stata eletta dai consumatori svedesi, per il quarto anno di fila, “brand di abbigliamento e moda più sostenibile”, in occasione del Sustainable Brand Index 2023) punta ad essere il marchio outdoor più sostenibile e premium al mondo e lo fa portando avanti da anni azioni concrete che vanno dall'approvvigionamento responsabile dei materiali, ai report di sostenibilità trasparenti, fino alla scelta di abolire in maniera permanente l’utilizzo di sostanze chimiche nei processi di produzione. A questo si aggiunge un’attenta politica di progettazione dei capi, che tiene conto della durata materiale, così come di

1.

SF - In generale l’anno è andato molto bene, a dire il vero il nostro anno fiscale attraversa esattamente due anni solari, perché va da luglio e giugno, quindi stiamo entrando ora nell’ultimo trimestre di questo anno fiscale 22-23 e la situazione attuale più le proiezioni di chiusura sono molto positive. C’è da dire che ovviamente incide il fatto che questo fatturato è in gran parte figlio di campagne vendite estate e inverno giocatesi un anno fa, prima cioè che arrivasse la flessione che in generale stiamo vivendo un po’ tutti. In Italia, i volumi sono cresciuti del 35% mentre il fatturato del 28%.

di, alle date confermate abbiamo consegnato una percentuale superiore al 90%, in merito alle consegne di tutta la summer siamo attorno all’80% perché ci sono ordini che hanno data di consegna richiesta più avanti, fine aprile primi di maggio.

8.

Qualità, qualità, qualità: nell’acquisto dei brand, nella conoscenza del mercato e dei prodotti, nel servizio al cliente.

2.

SF - Assolutamente, il consolidamento e l’aumento dei fatturati di molti partner è dovuto al consolidamento del brand, al trend outdoor che ancora ha vissuto un periodo buono, alla professionalità crescente dei retailer e alle scelte distributive di questi ultimi, sempre più attenti ad approfondire la gamma di alcuni brand con i quali si creano sinergie sempre più strette. Per noi i segmenti più profittevoli e sicuramente più in crescita sono quelli dell’abbigliamento (compresi intimo e calze) e quello degli zaini.

3.

SF - Il sell-out invernale per ovvi motivi non è stato brillante, ma a trainare il brand sono le consegne della collezione Summer, già iniziate a metà febbraio, che appunto stanno già dando ottime performance in termini di sell out.

4.SF - Conclusa in questi giorni, per la parte abbigliamento si era conclusa tempo fa, ma avendo una parte importante di collezione nel segmento attrezzo e zaini, alcuni ordini si sono protratti fino ai primi di aprile.

5.SF - Il range di consegna è ottimo, abbiamo fortunatamente pochissimi ritar-

6.GP - Niente di più reale: la "poesia” si scontra con la realtà fatta di un’inflazione che schiaccia il potere d’acquisto dell’utente medio e, al contrario, prezzi al cartellino che aumentano come conseguenza dell’aumento dei costi di una lunga filiera. La strategia di Ortovox però è chiara e conseguente. La ‘poesia’, cioè essere sostenibili, virtuosi e agire, è una necessità che non possiamo permetterci di rimandare al futuro e non un’opzione. Come conciliare l’accesso a prodotti sostenibili e l’economia? Cambiando paradigma, spingendo su quella ‘transizione culturale’ di cui si parla da un paio di decenni che va al contrario del consumismo, del pronto moda, dell’acquisto di pancia. Gli acquisti consapevoli lo sono perché si sceglie il marchio per una serie di motivi e, in successione, il prodotto che piace, che veste, che funziona. Un acquisto ragionato, sognato e posato frutto di un’esigenza e non di un capriccio. Meno acquisti e più qualitativi, meno prodotti nell’armadio a cui si allunga la vita anche se sbiaditi. Un approccio simile a quello della carne, esosa in termini di consumo d’acqua e di emissioni di CO2, per la quale non è necessario privarsi ma si può ridurre, poca, ma di qualità e, se possibile, acquistata direttamente al produttore.

essere altrettanto virtuosa, ad agire, a cambiare visione del presente per un futuro diverso perché frutto di tante azioni individuali che si sommano per una grande azione collettiva nel presente. Ognuno nel proprio ruolo e nella propria misura. La nostra comunicazione, in tal senso, passa da ogni dettaglio e da ogni canale e ha due obiettivi. Da una parte, creare il desiderio del marchio nell’utente attraverso, appunto, la nostra comunicazione tradizionale e digitale oltre che a quella visiva di allestimento. Dall’altra, con un accurato visual merchandising, prodotti test, una formazione capillare, eventi e contributi, fornire ai negozianti le informazioni su azienda e prodotto come strumenti per vendere un marchio e un’azienda che si differenzia e che, di riflesso, deve giustificare il proprio costo. Senza questa base è difficile per Ortovox sia creare sell-in che garantire sell-out nell’impari lotta al commercio globale fatto di prezzo come biglietto da visita. Il nostro concetto di azioni è molto democratico anche se, ovviamente, in relazione all’importanza del punto vendita.

8.

GP - Essere protagonisti oggi forse, stona un po’ con i tempi. Siamo in tanti in una terra sempre più piccola. Ognuno deve difendere il proprio spazio guadagnato negli anni di ‘conquista’ infondendo fiducia e rispetto al proprio cliente, parlando con esso una lingua che condivida la visione, assistendolo post vendita con dedizione ma, anche, buon senso e lungimiranza che spesso non si traduce in buttare e sostituire. La sfida è impegnativa ma possibile.

7.

GP - Sì, tutta la nostra strategia marketing internazionale e nazionale ruota intorno al concetto di far conoscere all’utente cosa è Ortovox, quello che pensa, quello che sogna e le proprie azioni. E, parallelamente, ambisce a sensibilizzare e ispirare gente a

19 INCHIESTA ESCLUSIVA
ORTOVOX
FJÄLLRÄVEN

1. Sia in Italia che all’estero, volumi e fatturato sono aumentati. Fortunatamente, siamo riusciti a mantenere abbastanza costante la produzione, riuscendo a coprire gran parte delle richieste dei nostri clienti. Questo ci ha permesso di continuare a crescere in maniera importante in entrambi i mercati.

2. Per quanto ci riguarda, l’aumento del listino è stato il più possibile contenuto, di conseguenza l’aumento di fatturato è stato generato da un concreto aumento delle vendite. L’aspetto rassicurante è che si tratta di un aumento che riguarda tendenzialmente tutte le famiglie di prodotto che trattiamo, di conseguenza direi che in generale l’arrampicata e l’alpinismo sono andati tendenzialmente bene. Il marchio evidentemente continua a piacere. L’unico momento di contrazione che mi viene in mente è stato relativo ai prodotti da ghiacciaio (picche e ramponi), che hanno subito un rallentamento a seguito delle chiusure estive dei ghiacciai. In ogni caso, con la fine dell’estate, le vendite di questi articoli sono ripartite, compensando il rallentamento estivo.

3. Al momento i numeri sono ancora decisamente in crescita, anche se percepisco una crescente preoccupazione da parte dei negozianti nei confronti del mercato in generale.

4. Tendenzialmente facciamo un lavoro piuttosto continuativo durante tutto l’anno. Di conseguenza la campagna vendite FW 23 la porteremo avanti ancora fino a giugno/luglio.

5.Per noi, questo valore è difficile da stabilire visto che lavoriamo molto anche al pronto e spesso i clienti che lavorano su ordini stagionali frazionano le consegne su varie mensilità.

6. Tra le nostre attivazioni che ci impegneremo a mantenere e migliorare per i prossimi anni ci sarà senz’altro l’attenzione: sulle materie prime attraverso la ricerca, sperimentazione e qualificazione di materiali e processi a minor impatto ambientale nell'ambito del nostro approccio di eco-design; sul trasporto, con l’avvicinamento dei nostri magazzini ai clienti per ridurre i movimenti di merce, soprattutto quelli aerei, e con l’ottimizzazione della capacità di carico dei camion; sull’utilizzo

dei nostri prodotti migliorando l’efficienza energetica delle nostre lampade frontali; sul migliorare del 10% la soddisfazione lavorativa dei nostri collaboratori e collaboratrici entro il 2025; sul ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti.

7. Le visite ai rivenditori non riguardano solamente la presentazione del prodotto, ma anche un aspetto fondamentale ovvero quello formativo. Petzl partecipa attivamente alle iniziative organizzate direttamente dai rivenditori. Inoltre, offriamo dei moduli e-learning dedicati ad alcuni nuovi prodotti. Un altro momento importante è l’incontro presso le fiere e le attività collaterali di test prodotto svolte con i rivenditori partecipanti.

8. Per quanto mi riguarda, credo che gli elementi chiave per un negozio siano un personale costantemente aggiornato, tecnicamente preparato e in grado di fornire un buon servizio al cliente, insieme a una selezione di prodotti di qualità da offrire nel proprio negozio. Credo che queste siano le basi per poter continuare a gestire un’attività in grado di confrontarsi con i colossi del web e con le mode di passaggio.

1.

In Italia, i nostri volumi sono cresciuti del 45%, mentre il fatturato del 60%. Il 2022, rispetto al 2021, conferma il trend di crescita di Redelk già visto l’anno precedente, con percentuali molto simili. Cresce maggiormente il fatturato rispetto ai volumi principalmente per un aumento sostanziale delle vendite nella stagione invernale rispetto a quella estiva e quindi di prodotti con prezzi più elevati. Abbiamo comunque notato un lieve calo dei riassortimenti a dicembre dovuti a motivi di carattere generale, come meteo e consumi. All’estero, i volumi sono aumentati del 40%, mentre il fatturato del 110% Il 2022 è stato un buonissimo anno di semina per il mercato estero che sta già dando risultati concreti per il 2023. L’aumento di fatturato sul 2021 è quindi importante, ma sui volumi non ci riteniamo ancora soddisfatti. La differenza della percentuale tra volumi e fatturato è data, in questo caso, dal passaggio da prodotti entry level a prodotti con maggiori contenuti tecnici.

2. I risultati qui sopra riportati non sono altro che la media di tutte le regioni: positiva nel risultato, ma con una scarsa omogeneità delle singole zone e ancor di più dei singoli negozi. Certamente il meteo ha influito su alcune aree più di altre, ma la differenza la fa come sempre il negoziante. Quelli più attivi in comunicazione per creare contenuti, eventi e occasioni di contatto con i clienti, riescono certamente a fare la differenza in positi-

vo. In parallelo, abbiamo assistito a una competizione all’ultimo sconto da parte del mercato per cercare di incentivare il sell-out che è risultato, soprattutto sul fine anno, distante dalle previsioni. Una pratica che disincentiviamo perché genera caos nell’approccio all’acquisto del consumatore.

3. Il calo dei riassortimenti percepito già in dicembre è riconfermato anche sui primi mesi dell’anno 2023. Per noi il risultato è una crescita, più contenuta rispetto agli anni precedenti, ma pur sempre positiva.

4. La campagna vendite FW 23/24 è stata già conclusa da tempo.

5. Consegne al 95% completate per le richieste del primo quadrimestre.

6. La sostenibilità non si basata solo sui contenuti del prodotto in sé, ma piuttosto sulla filosofia e sul modo di agire quotidiano delle aziende. Il mercato degli ultimi decenni ha spinto troppo per generare consumi veloci senza badare alla durata dei prodotti e spostando l’attenzione dei negozianti al prezzo. Tanti brand hanno puntato ad abbassare i prezzi per ottenere più volumi, generando però una perdita del valore percepito dai consumatori che si tramuta anche nella scarsa cura dei capi. Da parte nostra, cerchiamo soprattutto di dare continuità alla vita dei

prodotti, rendendoci sempre disponibili per le riparazioni quando necessario. I nostri packaging, inoltre, sono studiati con materiali riciclati e riciclabili, ma soprattutto pensati per essere riutilizzati come parte integrante del prodotto. Purtroppo, però, ci rendiamo conto che il metodo di lavoro di tanti negozi non valorizza questo contenuto e genera, come per gli imballi economici, un importante volume di spazzatura evitabile. Crediamo quindi soprattutto nelle piccole cose basilari per creare sostenibilità, ma servono l’impegno e la sensibilità di tutti.

7. Da sempre portiamo avanti un programma di eventi in collaborazioni con negozianti e partner volti a supportare interessati iniziative locali che incentivano le nostre attività outdoor preferite.

8. Non è la vostra presenza stabile in negozio che può cambiare il risultato della stagione, non basta più. Il mondo dell’outdoor si muove per emozioni, pertanto, dobbiamo incentivare eventi e occasioni di incontro con i consumatori per promuovere ciò che abbiamo da offrire. Per i negozi, soprattutto fisici, è fondamentale l’accoglienza nel punto vendita: fare il possibile per renderla unica e memorabile.

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Alessandro Calilli, marketing & communication coordinator country Riccardo Humar, tecnico commerciale
PETZL INCHIESTA ESCLUSIVA
Luca Colombo, ceo
REDELK
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COME LUI, NESSUNO MAI

Nello scialpinismo vi sono poche certezze e una di queste è il piemontese Matteo Eydallin. A dirlo sono i numeri: in una carriera costellata di vittorie spiccano dieci titoli iridati, sei Mezzalama, cinque Pierra Menta, quattro Tour du Rutor, tre Adamello Ski Raid e due Patrouille Des Glaciers testo e foto di Maurizio Torri

In uno sport sempre più proiettato verso i cinque cerchi, dove si fa un gran parlare di prove veloci, dirette streaming, repentini cambi d’assetto e discese regolamentate da porte direzionali, c’è un campione che da vent’anni spopola nello Scialpinismo con la “S” maiuscola: quello old style fatto di creste aeree, ripidi canalini, alta quota e funamboliche discese in fuoripista.

MAURIZIO TORRI

Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo.

UN VERO PERSONAGGIO - Detesta le partenze all’alba quasi come i photoshooting, o le interviste post gara. Ma tranquilli, quando c’è da fare festa non si tira indietro. E nemmeno quando c’è da fare fatica; anzi, indossato il pettorale è un vero cecchino. Non fatevi ingannare dal suo atteggiamento scanzonato e irriverente. Matteo Eydallin è un calcolatore che sa farsi trovare pronto nelle gare che contano. Per i compagni di squadra un punto di riferimento, per gli avversari un incubo. Non si butta mai nelle partenze vorticose, ma recupera posizione su posizione sfruttando al meglio le sue doti da discesista. E alla fine, vince sempre lui. La cosa bella è che non parliamo solo di prove Long Distance dove con il passare degli anni una buona dose d’esperienza non guasta mai. Anche nelle individual di coppa (molto più veloci e nervose), in barba all’anagrafe, è e resta uno degli atleti da battere.

AL FIANCO DI ROBERT ANTONIOLI QUEST’ANNO IMBATTIBILESia ai Mondiali Team di Boi Taüll, sia in quelli Long Distance assegnati sul tracciato dell’Adamello Ski Raid hanno vinto per manifesta superiorità. Sempre in controllo, hanno tenuto a bada i diretti avversari per poi aprire il gas sull’ultima salita e fare il vuoto nella successiva discesa verso il traguardo. Se sullo Zingarelli dovessimo cercare “perfetta gestione gara” troveremmo una loro foto. Immensi. Come immensi sono stati al traguardo di Gressoney.

TROFEO MEZZALAMA, L’ULTIMA PERLA DI UNA GRANDE STAGIONEVisto il livello della concorrenza, imporsi nella mitica cavalcata alpina con partenza da Cervinia e arrivo a Gressoney la Trinité dopo avere superato 45 km, 3.272 m di dislivello positivo, ma soprattutto affrontando tre passaggi sopra quota 4.000 m (Castore, Naso del Lyskamm e Roccia

della Scoperta) era tutt’altro che scontato. Ancora una volta, miscelando tenacia, classe ed esperienza Matteo Eydallin, schierato al fianco di Robert Antonioli e Davide Magnini, è riuscito nell’impresa. Un’impresa che lo ha portato a essere l’unico atleta di sempre a vincere per ben sei volte la super classica valdostana da molti definita la “Maratona di New York” dello scialpinismo. Per il Trofeo Mezzalama, che di fatto ha calato il sipario sulla lunghissima stagione dello skialp race, una menzione d’obbligo va fatta anche per il team del Cs Esercito che nella Valle dei Walser ha potuto fare festa doppia: per la prima volta è infatti riuscito a schierare e vedere vincere un terzetto al femminile composto da Giulia Murada, Giulia Compagnoni e Alba De Silvestro.

CIRCUITO LA GRANDE COURSE E LA CILIEGINA SULLA TORTADicono che non vi sia due senza tre, ma questa vale doppio. Matteo Eydallin il circuito La Grande Course, quello delle gare più belle, tecniche e alpinistiche di tutto l’arco alpino e della cordigliera pirenaica l’aveva già vinto due volte ex aequo con il suo storico partner Damiano Lenzi. Ora invece sul gradino più alto del podio c’è salito da solo primeggiando a suon di successi e piazzamenti. Una sorta di Oscar alla carriera o laurea ad honorem. Al femminile, vera e propria dominatrice dell’ultimo biennio di grandi classiche è stata la trentina Elena Nicoli; un’altra icona dello scialpinismo classico.

TALENTO DA PRESERVARE, SPOT DELLO SPORT CHE AMIAMOUna disciplina giustamente focalizzata sull’imminente debutto olimpico, che andrà alla ricerca di giovani sprinter su cui lavorare per provare ad ambire a una storica medaglia, non dovrà fare l’errore di perdere di vista il vero scialpinismo: quello che Matteo Eydallin ha contribuito a farci conoscere e amare. In un mondo dove i budget determinano gli obiettivi, non dobbiamo ignorare un concetto importantissimo: Milano Cortina 2026 potrebbe essere una gara “one shot”. Sarà un test e coinvolgerà due soli atleti per nazione - un uomo e una donna. Attenzione quindi a non sacrificare due generazioni e un intero movimento e che una grandissima opportunità non si trasformi in punto di non ritorno. Quello che tutti gli appassionati chiedono è una road map nella quale un ristretto gruppo di papabili lavori per l’importantissimo obiettivo olimpico, ma che al fianco si continui a coltivare giovani talenti con attitudini per lo skialp che emoziona le folle. E visto che trovare un nuovo Eydallin sarà difficile, o forse impossibile, godiamoci il più possibile questo immenso campione.

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Matteo Eydallin al Boi Taüll Da sinistra: Matteo Eydallin e Robert Antonioli ai Mondiali
Per info: s.commerce@sprint-commerce.it EXTREME TRAIL RUNNING EX2

OLTRE I CONFINI E IL DOLORE

Quattro appassionati di outdoor attraversano su un pullmino una Siria martoriata dalla guerra. E scoprono il potenziale rigenerativo della pratica di un'attività insieme

testo e foto di Dino Bonelli

Lo sport è vita, si dice. Praticarlo laddove la vita, per un motivo o per l’altro, è difficile o è stata lacerata, potrebbe sembrare quasi inopportuno. Invece, il messaggio che abbiamo voluto dare noi – nel nostro piccolo – è che in questi posti sfortunati la vita può e deve ritornare. E dove è già tornata, deve riprendere a scorrere in modo normale e soprattutto vissuta con il sorriso. In questo, lo sport può e sa essere d’aiuto.

Negli ultimi anni in Siria la vita è stata spazzata via, massacrata da una guerra civile lunga, cruda e violenta. Il numero dei morti e degli sfollati è drammatico, una fredda cifra stampata su tutti i giornali e presto dimenticata per lasciare spazio ad altre notizie simili provenienti dalla zona bellica di turno. Le cicatrici di questa tragedia sono ancora ben visibili e molto probabilmente rimarranno indelebili per sempre. Interi quartieri di città come Homs, Palmira, Hama e Aleppo, ognuna di queste eretta nella notte dei tempi, sono stati bombardati dall’alto, presi a cannonate dal basso, saccheggiati e scarnificati in ogni loro singola espressione di vita. I loro enormi scheletri grigi ora guardano spenti verso un non futuro

Avrei voluto visitare la Siria in un altro modo, con i suoi millenni di cultura e i suoi tanti magnifici siti archeologici prima del conflitto. Non ho fatto in tempo, come molti altri. Con l’arrivo dell’infausta guerra, questo viaggio è scivolato in fondo al cassetto dei desideri in attesa di tempi migliori e più adatti.

Tempi che sono arrivati poi grazie all’intraprendenza della BHS.travel. Un’agenzia specializzata in viaggi duri, difficili che, in fin dei conti, riesce anche a rendere abbastanza facili. Una volta ottenuti finalmente i visti richiesti e altri svariati documenti firmati – ognuno da presentare a tutti i tantissimi check-point militari disseminati sull’intero territorio –sono partito con Maurizio Icardi, Simone Bianchino e Marco Liprandi. Tutti cuneesi e tutti praticanti di diversi sport a livello amatoriale. In Siria siamo entrati passando dal Libano: non c’è più alcun collegamento aereo con i Paesi occidentali e solo un paio con Russia e Iran.

Appena entrati, sulla superstrada che porta a Damasco, abbiamo notato gruppi di ciclisti, ben vestiti e con belle bici, che pedalavano indisturbati anche nei pressi dei tanti check-point militari. La guida ci ha raccontato che quello è l’unico nastro d’asfalto sicuro in tutta la Siria dove poter fare ciclismo su strada. L’organizzazione del nostro viaggio è semplice: ci si muove su un pullmino con autista e guida siriani; si visitano i siti archeologici e le città con la loro vita attuale – solitamente povera e smunta; i loro pregiati monumenti storici e le loro recenti sconvolgenti rovine, figlie dell’ultimo conflitto; e, dove si può, si fa un po’ di sport. Lo sport più facile da praticare è, ovviamente, il running. Così corriamo sia tra le tante rovine pietrose e il lungo colonnato della bella Apamea, che tra quelle cementose e tristi del centro di Homs. Qui, tra case pericolanti e un silenzio assordante, un paio di tabelloni crivellati dai proiettili e spogliati dei loro canestri sono i totem muti di uno sport che fu. Tra queste brutali macerie, dopo la corsa, Marco sale in sella al suo monociclo e perlustra la zona in equilibrio sulla sua unica gomma. La stessa cosa la rifarà anche tra i resti della città romana di Palmira e sulla piazzetta sottostante la cittadella di Aleppo. Lì, farà provare anche il suo mezzo ai curiosi ragazzini della zona. Corriamo ancora anche nei pressi e dentro lo stretto canyon di Maalula. Qui Marco, al posto di correre, preferisce scalare: qualche passaggio di bouldering e qualche presa nelle fessure della roccia verticale poco più giù. Ma in viaggio il tempo stringe, sempre: quindi voliamo a Hama, città famosa per le sue storiche norie, ruote idrauliche in legno che servono a sollevare l'acqua sfruttando la corrente del fiume da cui pescano. Lì diamo qualche calcio a un pallone con i divertiti bambini del posto. La palla è logora e sgonfia, i nostri tiri sembrano parabole senza senso. I bambini, abituati a questa sfera e ai suoi strambi rimbalzi, sembrano dei professionisti e ridono nel vederci sbagliare anche i tiri più semplici.

Lo sport unisce. Questa è la sua forza: essere senza frontiere e portare un sorriso anche in un posto in cui non c’è più niente.

24 REPORTAGE

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CULTURA DELLA MONTAGNA PER TUTTE LE ETÀ

Terres Monviso Outdoor Festival: tre giorni di convegni, presentazioni, attività, esperienze, incontri con le scuole all’insegna del terr itorio

di Eliana Codega

Un anno fa nasce l'evento in grado di proporre ai visitatori e ai turisti uno spazio dedicato alle offerte outdoor della zona ai piedi del Monviso. L’idea si è sviluppata dalla necessità di scoprire un territorio che ha tanto da offrire e di migliorare il settore turistico a livello organizzativo e strutturale. Il progetto coordina in totale 10 territori che comprendono il versante italiano e quello francese.

Anche quest’anno, il Terres Monviso Outdoor Festival ha avuto luogo a Saluzzo (CN) il weekend del 17-19 marzo. Alla manifestazione hanno preso parte marchi, aziende ed enti provenienti non solo dalle vallate del Monviso, ma anche da Trentino, Veneto, Lombardia, Valle d'Aosta, Liguria e persino dalla Francia. La seconda edizione è stata molto partecipata: sono stati accolti, infatti, 7.000 visitatori in tre giorni, che hanno potuto sperimentare dialogo e partecipazione, oltre che esposizione e vendita di prodotti. L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata da quattro temi principali: food, cammini, parchi ed esperienze, che si sono sviluppati tramite convegni, attività e corner dedicati. Terres Monviso è il posto giusto per tutti gli amanti dell’outdoor, che si tratti di appassionati della montagna autentica, o di chi la montagna sta imparando a scoprirla. Dedicato a famiglie, studenti, al pubblico del turismo slow, agli sport invernali ed estivi che caratterizzano la regione, è un momento di vetrina per i protagonisti economici della montagna e per le nuove sensibilità che la animano. Il motore di questo festival è l’entusiasmo che sta muovendo da anni un territorio, insieme all’orgoglio che sta crescendo di valle in valle, nello scoprire i risultati del lavorare insieme, del condividere, del conoscersi.

UN PROGRAMMA RICCO E VARIO - Oltre 500 studenti dai 3 ai 18 anni, hanno partecipato alla manifestazione insieme ai loro insegnanti e sono stati protagonisti della prima giornata di eventi: DidattiLand. Questo format è stato una novità di quest’anno e comprendeva un grande parco per i piccoli esploratori, un insieme di laboratori e lezioni esperienziali all'insegna dell'edutainment e una serie di attività sportive tra cui zipline, rafting, tiro con l'arco, e-bike, orienteering, arrampicata, camping e un laboratorio di caseificazione di formaggio d’alpeggio. Nelle scuderie de Il Quartiere sono stati dedicati degli spazi alle aziende sportive del territorio, alle Associazioni e agli esercenti che hanno presentato le loro proposte per la stagione FW 23/24. Nei Cortili, invece, Vibram ha pre-

sentato il progetto Vibram Maremontana Running Park, seguito dalla Vibram Mountain Sessions, Saluzzo 2023 con ospite l'atleta Natalia Mastrota. Lo spazio Expo è stato il luogo dove incontrare i Parchi e le aree Mab Unesco, Le Porte di Valle, l’ATL del Cuneese, il Confartigianato Cuneo, il Cai, il Collegio delle Guide Alpine, gli Ecomusei e i Musei. In più, era presente la Libreria del Festival, uno spazio per leggere e incontrare autori, e assistere alla presentazione di nuovi libri. Infine, nella zona esterna, i negozi e le ditte di settore hanno dato la possibilità ai visitatori di provare il materiale tecnico: si è potuto correre e camminare in gruppo, partecipare a escursioni, scalare, andare a cavallo, testare e-bike e scarpe. Il pranzo e la cena potevano essere consumati presso l'area Trek Food, alla scoperta di prodotti e piatti tipici della tradizione delle valli occitane.

PARTNERSHIP - Al fianco dell'edizione dello scorso marzo, brand del calibro di Ferrino, Vibram e AKU. Nel pomeriggio di sabato 18 durante una tavola rotonda con esperti del settore, si è parlato di lavoro in montagna e dell'importanza della scelta dell'equipaggiamento di sicurezza. La domenica mattina invece è stata dedicata, insieme agli amici della Compagnia del Buon Cammino, per andare in montagna in modo consapevole, testando i prodotti AKU e mettendo in palio il modello Rocket DFS GTX. I partecipanti, durante e dopo l’escursione, hanno avuto modo di approfondire il tema delle tecnologie funzionali per le calzature outdoor e delle buone pratiche per la loro cura e la manutenzione.

MISSION - Eventi come il Terres Monviso Outdoor Festival, sono molto importanti perché contribuiscono alla diffusione di una “cultura della montagna” in tutte le sue sfaccettature: il vestiario e le attrezzature, la meteorologia, il pronto soccorso, la conoscenza della flora e della fauna, del patrimonio storico-artistico, delle tradizioni e della lingua. Il Festival è stato un successo anche grazie ai numerosi attori del territorio che sono stati coinvolti: i parchi, le Porte di Valle, gli Ecomusei, le guide e gli accompagnatori, i brand partner, le scuole, le strutture ricettive, i rifugi e la Camera di Commercio. Un weekend in cui piccoli e grandi hanno potuto confrontarsi sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, sulla sicurezza in montagna, sul futuro dei rifugi, sull'alimentazione e sulla comunicazione.

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OUTDOOR X TUTTI

VA’ SENTIERO SI MOSTRA

Dal 15 marzo al 10 aprile, la Triennale di Milano ha ospitato 100 opere che raccontano il viaggio dei ragazzi che hanno percorso il tracciato più lungo d’Italia. Parla Sara Furlanetto, fotografa e co-founder del progetto di Sara Canali

Non si ferma il viaggio dei ragazzi di Va’ Sentiero che, in tre anni (2019-’21), hanno completato la spedizione sul Sentiero Italia alla riscoperta delle Terre Alte d’Italia, le persone e le tradizioni delle nostre montagne. L’ultimo miglio della loro avventura ha coinciso infatti con un approdo in Triennale Milano dove, dal 15 marzo al 10 aprile, hanno esposto 100 opere che hanno dato vita a un racconto per immagini del trekking più lungo del mondo. Fotografie, ma anche video, ritratti e parole, sono stati i protagonisti della mostra “Va’ Sentiero. Uno sguardo lungo 8.000 km”, organizzata dall’Associazione Va’ Sentiero con il contributo di Fondazione Cariplo e si trasformano in una narrazione che tiene conto della diversità ambientale e della ricchezza culturale dei luoghi che ci circondano. Le fotografie di Sara Furlanetto, co-founder di Va’ Sentiero, hanno raccontato un paesaggio in trasformazione, mostrando i volti e le storie di chi in quei territori montani è nato, oppure di chi vi è tornato dopo anni di vita altrove. Parla Sara Furlanetto.

Qual era l'idea espositiva con cui è stata allestita?

Con Rica abbiamo parlato tanto dell’esperienza fatta e una cosa che è emersa è che con la nostra spedizione abbiamo sviluppato una prospettiva “orizzontale”, quindi basata su uno sguardo ampio sulle Terre Alte in generale scoprendo che alcuni macro temi sono comuni a tutte le montagne. Abbiamo voluto creare questo percorso dinamico in cui lo sguardo è stimolato a guardare in diverse direzioni, simulando un po’ il cammino e inserendo elementi non lineari, mescolando luoghi e situazioni nel tempo per coerenza estetica e per i temi che si sviluppano. Ci si muove tra il macro tema della biodiversità che caratterizza l’ambiente montano, quello dell’antropizzazione e dell’ingegno dell’uomo nell’adattarsi al paesaggio per rispondere ai propri bisogni e infine l’impatto dell’uomo in senso negativo e della crisi climatica in atto. E ancora, il tema dell’abbandono che è centrale nelle terre alte e, infine, tutta la fluidità della cultura e dell’identità che ha a che fare con il presente, ma anche il passato. L’elemento umano è fondamentale, è la chiave di lettura dei territori, per questo le varie sezioni sono ritmate da ritratti stampati su legno e accompagnati da testi che li riguardano.

Qual è stato l'aspetto più difficile da raccontare con le immagini? Probabilmente quello della biodiversità perché le foto erano tante e si è scelto di mostrare qualcosa di diverso rispetto ai “bei paesaggi”. Anche la sezione sull’identità e sulla cultura è un tema molto vasto e peculiare di ogni territorio per questo è stato difficile fare una selezione, ma anche riuscire a documentarle nel modo corretto. Spesso ci è capitato di perdere una celebrazione di un giorno o mancare una ricorrenza per poche ore, ma il calendario non ci permetteva di essere così flessibili.

Quale invece quello che ti ha dato maggiori soddisfazioni?

Quando e come è nata l'idea della mostra?

L’idea di una mostra c’era da tanto tempo visto che ci siamo sempre occupati di raccontare l’esperienza che abbiamo vissuto e le scoperte che abbiamo fatto lungo il cammino. Personalmente, occupandomi di immagini e di fotografia documentaristica, avevo molta voglia di dare un taglio specifico alle foto del mio gigantesco archivio per dare un punto di vista che sentissi più mio. A volte lavorare con i social ti obbliga a dei compromessi perché questi canali richiedono dei linguaggi che possono stridere con una certa estetica che mi piace ricercare.

Come si scelgono 100 foto di un viaggio lungo tre anni?

Ovviamente quando si ha un archivio composto da 50mila foto è molto difficile sceglierne 100: i fotografi sono molto affezionati ai propri scatti perché rappresentano sempre un momento, un’emozione e una riflessione. Ho voluto collaborare con una curatrice, Rica Cerbarano in modo da avere uno sguardo esterno in grado di fare cernita cogliendo il senso della nostra esperienza e di quello che abbiamo trovato nei territori montani, ma con uno sguardo più distaccato che prediligesse anche il valore fotografico in sé.

La parte di ritrattistica che è una componente che mi piace molto e mi fa interagire con le persone. Attraverso uno scatto voglio riuscire a ridare il carattere, la storia della persona che ho di fronte, solo che in spedizione senza la possibilità di programmare e studiare il momento adatto per scattare è stato anche motivo di frustrazione. Sono tanti i ritratti non fatti perché legati a incontri fugaci o in condizioni di luce impossibile o per mancanza di tempo.

Una sezione racconta l’esterno, la natura, le terre alte; l’altra sezione racconta l’interno, ovvero di voi, del viaggio, del racconto. Come dialogano le due parti?

Dialogano perché da una parte c’è uno sguardo documentaristico con cui abbiamo voluto mettere al centro i territori, la narrazione dell’incontro. Dall’altra parte invece c’è il “dietro le quinte”, le immagini sulla spedizione di Va’ Santiero che vuole anche essere d’ispirazione per mettersi in cammino alla scoperta di sé e del paesaggio che ci ospita. Lo spazio espositivo si presentava con una saletta a parte ed è subito sembrata immediata questa divisione mostrando i due aspetti di questa esperienza.

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OUTDOOR X TUTTI
vasentiero.org
Sara Furlanetto

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Realizzate con una combinazione di morbida lana merino e TENCEL™ Lyocell di origine vegetale, le nostre magliette Sphere offrono leggerezza e traspirabilita per le avventure in climi caldi.

UNA CORDATA NEL SEGNO DELLA CULTURA E DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE

Da oltre 15 anni Montura è in sinergia con il Trento Film Festival. Anche quest’anno, il brand si onora del ruolo di main sponsor a cura della redazione

Una collaborazione che al passaggio dei 70 anni di vita dell’istituzione trentina si concretizza recentemente anche con la stampa del volume Scalare il tempo per i tipi di Montura Editing.

Lo “spazio cloud” di Piazza Duomo a disposizione di Montura porta all’attenzione del pubblico la produzione editoriale di Montura Editing, interamente dedicata alla raccolta fondi per il sostegno a progetti di solidarietà, e la collaborazione del brand con POW Italia, la nuova associazione di appassionati dell’outdoor impegnati per la salvaguardia del clima. Con alle spalle oltre cento libri e più di 80 film sostenuti, anche quest’anno Montura presenta al Festival le proprie novità, in particolare ben sei film e quattro libri. In ordine di proiezione, domenica 29 aprile vede la première di L’ultima via di Riccardo Bee, appassionato racconto di Emanuele Confortin del grande alpinista bellunese scomparso sulle pareti dell’Agner. Nella doppia occasione delle Proiezioni speciali Montura trovano spazio, giovedì 4 maggio, l’incredibile esempio di resilienza di Omar Oprandi con Ripartire da zero e l’impegno sociale in montagna raccontato da Pietro Bagnara ne Il sentiero invisibile; mentre venerdì 5 maggio va in scena La foresta di perle di Enrica Bortolazzi, dedicato alla Via delle Foreste, serie di incontri per sperimentare il risveglio dei sensi attraverso il rapporto con la natura, e Day Dream, incantevole racconto di Alex d’Emilia e Katia Bernardi dedicato ai viaggi in Nepal di due grandi atleti, Fausto De Stefani e Simone Salvagnin.

Chiude il festival, sabato 6 maggio, la prima di Rispèt, lungometraggio di una giovane regista trentina, Cecilia Bozza Wolf, girato in Val di Cembra con attori non professionisti.

La parte editoriale vede la presentazione, domenica 30 aprile, di Và Sentiero, il libro di Yuri Basilicò e Sara Furlanetto edito da Rizzoli e dedicato al Sentiero Italia CAI. Lunedì primo maggio è la volta dei bambini, con Il dottor Paletto di Nadia Dalmaso e Gianfranco Tomio, edito da Montura Editing per avviare il gemellaggio tra la Rarahil memorial School di Kirtipur, in Nepal e la scuola primaria di Borgo Valsugana. Ancora i bambini protagonisti, sabato 6 maggio, stavolta con un’opera edita da Erickson, Esploro la natura di Manuela Ruaben. E nello stesso giorno la presentazione della collana L’adieu des glaciers, edita da Forte di Bard, giunta al quarto volume, dedicato quest’anno al Monte Bianco.

Tra le molteplici attività che si svolgono durante la manifestazione, anche l’incontro con Roberto Cavallo, ideatore di Keep Clean and Run for Peace, a Trento il primo maggio con gli altri runners impegnati nell’edizione 2023 del trail dedicato a diffondere i temi ambientali. E la sera dello stesso giorno la presentazione del nuovo libro dell’amico Mauro Corona, Arrampicare. Una storia di roc-

ce, di sfide e d’amore (Solferino). Senza dimenticare che al MUSE di Trento, durante il periodo del Festival (e fino al 5 novembre), è aperta la mostra WILD CITY – Storie di natura urbana, sostenuta da Montura.

Insomma, Trento ancora una volta capitale della cultura della montagna, con Montura protagonista grazie alla sua responsabilità sociale e al ventennale impegno solidale. Impegno che si riflette sul versante editoriale e cinematografico, il tutto sulla via verso la certificazione B-Corp. "Searching for a new way"!

IN MOSTRA

Wild City, storie di natura urbana

Ci viviamo da un tempo lunghissimo ed è la nostra “tana collettiva”, ma noi Sapiens di rado ci rendiamo conto che la città è popolata da molti esseri viventi che, con strategie e soluzioni adattive spesso sorprendenti, sono riusciti a insediarsi in questo ambiente di origine antropica. La mostra “Wild City. Storie di natura urbana”, al Muse – Museo delle Scienze di Trento, affronta quattro temi fondamentali per comprendere il nuovo ecosistema urbano: le minacce e gli ostacoli che la città pone agli esseri viventi non umani; le opportunità che la città offre; l’ambiente cittadino come driver dell’evoluzione; le interazioni positive, conflittuali e di coesistenza tra l’essere umano e le altre specie in contesto urbano. Una mostra che porta con sé una grande domanda: come dovranno o potranno essere le città del futuro? Visitabile dal 1° aprile al 5 novembre 2023.

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#MONTURAPEOPLE
Reaching new summits together.
Carolin Unrath Get your ticket now! ispo.com/en/outdoor June 04–06, 2023 Visit OutDoor by ISPO MOC – Event Center Messe München
Photo Credits:

PERFORMANCE DAYS “TIRA I FILI” DELLA SOSTENIBILITÀ

Dal 15 al 16 marzo, Messe München ha ospitato l’edizione primaverile dalla fiera dedicata ai tessuti tecnici. Tra i protagonisti, anche Polartec. Parla il marketing manager Matteo Tolio di Sara Canali

L’aria di primavera soffia anche su Monaco di Baviera dove, dal 15 al 16 marzo 2023, è andata in scena la nuova edizione dei Performance Days, il salone dedicato ai tessuti che ha fatto registrare un tutto esaurito nel padiglione A1. Con circa 2.685 visitatori, gli organizzatori dell'evento sono stati particolarmente soddisfatti dei numeri in crescita rispetto alla precedente e all'appuntamento invernale. Gli Expert Talks, che si sono tenuti entrambi i giorni, hanno fornito informazioni sulle ultime tendenze in termini di colori e tessuti per la SS 25, sulle novità in materia di sviluppo della sostenibilità e sulle nuove tecnologie adottate dai produttori di filati. Tutti gli Expert Talks sono disponibili in formato digitale sulla piattaforma “The Loop”. I 274 espositori hanno dunque dato vita a un evento capace di portare in città le tendenze del tessuto tecnico e, in linea con le parole chiave del settore che riguardano soprattutto la sostenibilità, a impatto climatico zero.

LE NOVITÀ IN CASA POLARTEC - Tra gli espositori protagonisti di Performance Days c’era anche Polartec. Per l’azienda americana, questo salone ha rappresentato un momento importante per mettere in vetrina le due novità che promettono di dare un boost importante alla spinta responsabile nel segmento del tessuto tecnico.

La prima novità si chiama Polartec Power Shield bio-based e si tratta di un’innovativa membrana monolitica realizzata con materiali di ori-

gine vegetale e non-PFAS, capace di raggiungere una combinazione di impermeabilità, antivento, traspirabilità, durata ed elasticità tra le più importanti del settore. Costruito per un'ampia gamma di soluzioni, Power Shield è oggi la membrana impermeabile traspirante più performante e versatile proposta da Polartec, oltre che l'ultima novità nel processo di conversione ad alternative non-PFAS dell’intera gamma di tessuti a protezione dagli elementi atmosferici.

La seconda è invece la tecnologia Shed Less Fleece, che è il risultato di un processo che coinvolge diversi step del know-how Polartec applicato alla produzione di tessuti: dalla lavorazione a maglia, al processo produttivo e chimico applicato. Il risultato finale porta a una riduzione media dell’85% di dispersione di frammenti di fibre durante i lavaggi domestici. Il primo tessuto a beneficiare di questa novità sarà l'iconico pile Polartec 200 Series, la versione moderna dell'originale PolarFleece lanciato nel 1981, che nel 1993 è stato il primo ad alte prestazioni lavorato con filati ricavati da bottiglie di plastica riciclate. Shed Less è un processo applicato alla volumizzazione delle microfibre che offre al pile una mano morbida e la capacità di resistere alla rottura e agli strappi durante il lavaggio domestico, uno dei fattori che contribuiscono alla dispersione dei frammenti di fibre (comunemente chiamati microfibre).

Quali sono state le impressioni raccolte durante i Performance Days di Monaco? Quali saranno le tendenze per le prossime stagioni?

Abbiamo avuto un ottimo riscontro in termini di feedback sui nostri nuovi prodotti e numero di visite al nostro stand. La sostenibilità è sicuramente il concetto intorno al quale oggi ruotano le tendenze nel mercato dell’abbigliamento, quindi molti brand sono alla ricerca di materiali con contenuto riciclato e/o con filati derivanti da componenti naturali, ma che allo stesso tempo garantiscono elevate performance e che siano durevoli nel tempo.

Quali sono stati i focus di Polartec?

Le novità in casa Polartec sono state diverse, ma con un unico denominatore: la sostenibilità. Abbiamo introdotto un nuova versione del nostro iconico “classic fleece” che riduce drasticamente il rilascio di microfibre durante i lavaggi, una tecnologia impermeabile e traspirante nel mondo dei 3L con una nuova membrana bio-based e DWR senza contenuti PFAS che garantisce, oltre a un aspetto sostenibile, una combinazione di impermeabilità, traspirabilità, stretch e durevolezza premium in questa categoria. Infine, ma non per ultimo, abbiamo introdotto una serie di nuovi tessuti realizzati con una componente di filati naturali quali tencel, lana e canapa.

Qual è la branca dell'outdoor che sperimenta di più?

Per noi il mondo dell’outdoor comprende qualsiasi attività svolta all’aperto. In questo contesto molti sport e brand specializzati nei vari segmenti (sci alpinismo, trail running, ciclismo, etc.) hanno fatto notevoli progressi in termini di innovazione negli ultimi anni. La maggior parte oggi ha una propria linea “pinnacle” all’interno della collezioni dedicata alle condizioni più estreme e con prodotti a elevato contenuto tecnologico dove spesso si tende a sperimentare di più e intraprendere progetti R&D con aziende come la nostra per risolvere problemi e/o continuare ad aumentare le performance dei prodotti.

È l'ingredient brand che propone le tecnologie ai marchi di settore, o sono le aziende a richiederne una specifica al produttore di tessuti?

Polartec è un’azienda che collabora a stretto contatto con i propri partner condividendo idee e progetti ai quali sta lavorando, ma allo stesso tempo sono i nostri clienti a chiedere soluzioni a problemi esistenti per i quali non si è ancora trovato rimedio. È un processo di collaborazione al quale partecipano i nostri esperti e ingegneri tessili e dal quale nascono nuovi prodotti e tecnologie. In altri casi, alcune sono state sviluppate per uso militare dei corpi speciali e introdotte poi da Polartec nel mercato dell’outdoor. Un esempio di grande successo in questo senso è la nostra tecnologia Polartec ALPHA.

TEXTILE & TECH
Matteo Tolio MATTEO TOLIO
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SALES & MARKETING MANAGER ITALY Polartec Power Shield bio-based Shed Less Fleece

DURABLE RELIABLE ADAPTABLE

VERSO L’ABBIGLIAMENTO E OLTRE

TEXTILE & TECH
UP
ANYTHING
FOR
TRILOGY SKY VEST

ECOSISTEMA SICUREZZA

Tecnologia all’avanguardia, facilità d’uso e gestione semplificata dell’emergenza:

ecco gli ingredienti dei prodotti Garmin inReach, ideali compagni per ogni avventura di Francesca Cassi

"In Garmin realizziamo prodotti concepiti essenzialmente per la vita all’aperto, così che i nostri clienti possano sfruttare al meglio il tempo a loro disposizione e vivere le proprie passioni al 100%”

Questa la mission principale di Garmin, azienda che ha introdotto la navigazione GPS e la tecnologia wearable nel mondo dell’outdoor. Con la gamma di device dotati di tecnologia inReach, l’obiettivo è quello di creare una community consapevole dei rischi legati alle attività outdoor e fornirle gli strumenti per affrontarli.

GARMIN INREACH MINI 2

Tra gli strumenti più efficaci del brand, l’inReach è sicuramente anche il più attuale. La montagna e i luoghi poco antropizzati non garantiscono omogena copertura per il nostro cellulare: ecco perché inReach risulta essere il device "must have" in grado di comunicare e, in caso di emergenza, informare il centro Garmin Response anche dove il nostro telefono non può farlo. È un prodotto trasversale, per l’atleta professionista e per l’amatore, dalla spedizione estrema all’uscita in MTB nei boschi dietro casa.

L’inReach garantisce una comunicazione bidirezionale, una trasmissione continua e una batteria di lunga durata – 14 giorni di autonomia con invio posizione ogni 10 minuti; 30 giorni con invio posizione ogni 30 minuti. Il GPS di inReach permette all’escursionista di conoscere la propria posizione e di comunicarla agli altri, appoggiandosi alla costellazione di satelliti per la comunicazione Iridium, tra i provider satellitari più funzionali e completi per

questo servizio. Il pulsante SOS è protetto da un cappuccio per prevenire attivazioni accidentali; il ricevitore è il GPS Multi GNS; è dotato di bussola elettronica, di connessione Bluetooth ed è impermeabilizzato IPX7.

CARATTERISTICHE

PESO / 100 g

DIMENSIONI / 10 x 2,5 x 5 cm

RICARICA / porta USB C universale

BATTERIA INTERNA / Li.Ion ricaricabile

SCHERMO / monocromatico 0,9 pollicI

Garmin inReach, oltre a lanciare la richiesta di SOS garantisce una precisione senza pari; permette di comunicare con gli operatori e ricevere informazioni su tempi e modalità di recupero; e permette di informa automaticamente due contatti di emergenza previa selezione. La chiave di volta di questo sistema? Garmin Response, il centro di coordinamento globale di Garmin, un hub internazionale di gestione emergenze. Gli operatori sono disponibili 365/7/24, gestiscono l’emergenza e mantengono un constante contatto con il richiedente. Dal 2011, le richieste di intervento sono state oltre 10.000 da oltre 150 nazioni. Tutta la gamma necessita di un abbonamento disponibile in diverse tariffe per permettere l’utilizzo del traffico dati, compresi gli SOS. I piani sono studiati per ogni esigenza.

Come funziona Garmin Response, e nello specifico la gestione dell’emergenza?

Nel gennaio 2021 Garmin ha acquisito tutte le risorse di GEOS Worldwide Limited – che è stato l’unico centro globale di coordinamento di ricerca e salvataggio per dispositivi satellitari di emergenze per ben 15 anni - compreso il suo International Emergency Response Coordination Center (IERCC) rinominandolo in Garmin Response. Nel dettaglio il lavoro di Garmin Response è sintetizzabile dall’immagine in basso: nel momento in cui viene ricevuta una richiesta di soccorso, si tenta un primo contatto con il proprietario del dispositivo. Questa fase è importante in quanto permette in prima battuta di escludere che l’attivazione dell’SOS sia stata accidentale. Al tempo stesso, grazie alle coordinate GPS inviate assieme all’SOS, il centro stabilisce un primo contatto con gli operatori locali del soccorso e li mette in allerta.

Il team di RESPONSE cerca di acquisire dal titolare dell’account tutte le info necessarie, al fine di ottimizzare

la risposta: questo serve per capire quali e quanti mezzi inviare e quante persone sono in oggettivo pericolo. In caso di assenza di risposta da parte del richiedente, si presume che quest’ultimo sia privo di conoscenza e il team si comporta di conseguenza. Parallelamente, un operatore contatta i due nominativi di emergenza indicati dal titolare in fase di creazione dell’account, avvisando loro che è in corso una richiesta di SOS. Il servizio rimane attivo fino all’avvenuta risoluzione del problema.

Se un negoziante dovesse spiegarne l’efficacia in pochi minuti, quali sarebbero le informazioni salienti da comunicare?

Il rivenditore dovrà effettuare un lavoro inizialmente educativo. La maggior parte dei consumatori crede ancora di poter usare il cellulare ovunque, anche nei luoghi più remoti. Una volta smarcato questo punto, la parte più complicata del lavoro è fatta. Un prodotto inReach non serve solo nella malaugurata ipotesi di un

incidente, ma diventa uno strumento essenziale per restare in contatto con i propri cari anche nel corso di qualsiasi escursione. Vi è infine la questione del piano tariffario, una cifra investita in un servizio un po’ come la spesa dell’assicurazione auto: se tutto va bene, non si utilizzerà mai. Ecco perché esistono piani “freedom”, che sono pensati per essere utilizzati dal cliente solo nei mesi in cui quest’ultimo ne ha effettivamente bisogno.

Qual era il target di riferimento iniziale del prodotto? Come è cambiato durante lo sviluppo e la sua diffusione? Ci siamo rivolti e ci rivolgiamo tutt’ora a tutti coloro che, per via delle loro attività, si ritrovano nella necessità di comunicare in aree non coperte dal servizio telefonico: escursionisti, diportisti, i fungaioli, ma anche semplici vacanzieri che, a piedi, in auto o in moto si avventurano lontano dai centri abitati. Naturalmente ci rivolgiamo anche ai professionisti, a chi va a scalare montagne in Tibet o a chi affronta traversate oceaniche in solitario, oppure a giornalisti e fotografi, spesso inviati nelle zone più calde del pianeta per testimoniare i grandi cambiamenti geopolitici. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di diffondere la consapevolezza dei rischi che corrono le persone più normali andando a passeggiare nei posti più normali. In un’epoca in cui siamo completamente dipendenti dagli smartphone, occorre fermarsi un attimo a riflettere sulla direzione verso cui tale dipendenza ci sta portando.

34 FOCUS PRODOTTO
: info@garmin.it -
Richiesta
Acquisizione
Avviso
SEVERINO FORINI, PRODUCT MARKETING MANAGER OUTDOOR DI GARMIN ITALIA
INFO
garmin.com
SOS Contatto con l’utente inReach Contatto con l’organizzazione di soccorso competente tramite la location trasmessa da inReach
di tutte le informazioni necessarie sull’emergenza
dei contatti di emergenza indicati dall’utente Monitoraggio della situazione e del suo sviluppo. Acquisizione costante di informazioni Costante contatto fino alla risoluzione dell’emergenza

RICERCA METICOLOSA

Ternua e Lorpen sono un punto di riferimento per l'alto grado di innovazione sostenibile applicata ai prodotti, come testimoniamo i nove ISPO Awards vinti.

Abbiamo parlato del lavoro che c’è dietro con Edu Uribesalgo, direttore R&D

di Pietro Assereto

Nel caso di Ternua da quasi 30 anni progetta abbigliamento tecnico da montagna nel rispetto dell'ambiente, incorporando tessuti e trattamenti riciclati e innovativi con l'obiettivo di proteggere, allo stesso tempo, le persone e la natura. Fin dal 1994, nella loro prima collezione, hanno introdotto pile realizzati con poliestere riciclato da bottiglie di plastica in disuso. Da 25 anni Lorpen progetta alcune delle migliori calze tecniche per l'outdoor, lavorando su ogni modello come se fosse un'opera di ingegneria, curando ogni dettaglio per offrire le migliori prestazioni e proteggere i piedi degli atleti. Negli ultimi anni, Lorpen ha anche convertito le fibre convenzionali in quelle "eco”, osando persino progettare le prime calze biodegradabili. Entrambi i marchi sono immersi in un percorso inarrestabile verso la sostenibilità, un futuro promettente di cui parliamo con il loro direttore della ricerca e sviluppo.

Su cosa siete concentrati al giorno d’oggi?

Ci concentriamo sull'integrazione dei criteri di circolarità nei nostri cicli di progettazione e produzione, poiché ci è chiaro che il nostro futuro prossimo prevede la realizzazione di prodotti che tengano conto di ciò che accadrà loro alla fine del ciclo di vita. Stiamo già progettando, per esempio, capi monomateriali, in maniera tale che, al termine del loro utilizzo, possano essere riciclati nella loro interezza, coniugando così tecnicità e sostenibilità in ogni prodotto. Utilizziamo materiali riciclati, organici o rinnovabili per creare capi riutilizzabili e biodegradabili, prodotti che prolungano la loro vita utile, facendo in modo che le materie prime rimangano all'interno del sistema il più a lungo possibile ed eliminando così il concetto di rifiuto. Tutto parte dal design: è la chiave dell'economia circolare.

Quali sono i vostri obiettivi di circolarità per i prossimi anni?

Siamo ambiziosi: entro il 2026 ci piacerebbe che tutti i nostri prodotti siano progettati, sviluppati e realizzati secondo i principi della circolarità, ossia che siano riciclati, riciclabili o biodegradabili. Allo stesso modo, in termini di materiali, vogliamo che il 100% del nostro poliestere sia riciclato, il 100% della nostra poliammide sia riciclata o biobased, il 100% del nostro cotone sia organico o riciclato, il 100% della nostra lana sia responsabile, RWS, GOTS o riciclata, così come il 100% della piuma che utilizziamo.

Quali processi state implementando?

Per quanto riguarda i prodotti, siamo già pienamente coinvolti nell'utilizzo di materiali e trattamenti riciclati, sostenibili e biodegradabili. Stiamo anche progettando prodotti monomateriale. Ma in altri ambiti, per esempio, stiamo analizzando come separare correttamente gli scarti

di taglio (tessili, carta, plastica) nella nostra mini-fabbrica e vedere come riutilizzarli, o come trovare alternative sane a quelle attuali, che sono riciclate e riciclabili. D'altra parte, stiamo anche lavorando per cambiare abitudini come evitare la stampa su carta, riutilizzare elementi di comunicazione, valutare nuove opzioni per gli imballaggi, ridurre il numero di etichette prodotte e bere il caffè in tazza. Piccoli gesti che si aggiungono al nostro obiettivo di circolarità.

Con un prodotto circolare non si rischia di compromettere la tecnicità?

Grazie all'evoluzione della tecnologia nell'industria tessile, non è complicato progettare prodotti che abbiano come obiettivo la circolarità. È indubbiamente costoso. La chiave è recuperare il più possibile i materiali di cui disponiamo oggi e prolungarne la vita utile, perché ne siamo a corto. La nostra missione è generare prodotti tecnici sostenibili, efficienti dal punto di vista delle risorse, neutrali dal punto di vista climatico e di lunga durata, incoraggiando la riparazione degli indumenti.

Cosa vi spinge ad applicare l'innovazione al prodotto in maniera sostenibile?

Siamo consapevoli di appartenere all'industria tessile, la seconda più inquinante al mondo. Vogliamo ridurre al minimo il nostro impatto sulla natura, soprattutto quando i nostri prodotti sono pensati per essere fruiti in questo ambiente, di cui siamo anche utenti e che amiamo profondamente. Personalmente, mi ispiro al miglior modello di circolarità: la natura, dove non ci sono rifiuti. Quando una foglia cade da un albero, alimenta la foresta e aiuta l'ecosistema a prosperare. Tutti noi dovremmo ispirarci a questo.

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Edu Uribesalgo, direttore R&D
RESPONSABILMENTE
** *
www.paragonshop.it

La linea Merino Windbreaker, composta da capi che pesano tra 74 e 115 grammi, è un ottimo compromesso tra leggerezza e funzionalità. Una soluzione protettiva, affidabile e versatile, leggera e comprimibile da avere sempre con sé in tutte le attività outdoor, dalle più semplici alle più tecniche. Per la nuova generazione di Windbreaker viene utilizzato il Merino Protect nella parte anteriore, sulla schiena e sotto le braccia: una trama che unisce le proprietà di resistenza del sintetico al comfort della lana Merino. Questo materiale ottimizza notevolmente il clima corporeo grazie alle sue proprietà traspiranti, di regolazione dell’umidità e antivento. Le maniche, le parti laterali e il cappuccio della giacca sono invece realizzati in materiale Tec-Stretch superleggero e antivento. Il rivestimento DWR senza PFC e idrorepellente protegge efficacemente in caso di leggera pioggia. Il cappuccio, i polsini e l’orlo elasticizzati sono pre-regolati. È possibile ripiegare completamente la giacca nella comoda tasca sul petto con passante extra e fissarla direttamente allo zaino, all’imbracatura o al passante per la cintura.

“Per l’estate 2023 Ortovox ha immaginato di esaltare l’interpretazione della lana unendola ai migliori tessuti sintetici e rendendo i capi sempre più tecnici e performanti. Prodotti come la Ladiz Jacket o la Windbreaker Jacket e Vest sono l’unione di questi due mondi dopo decenni di sperimentazioni e affinamenti. Il risultato è un prodotto super leggero, comprimibile e protettivo che unisce il comfort e le proprietà della lana, ideali da vestire per un escursionista tecnico e agile come l’alpinista impegnato nelle scalate su roccia più lunghe, situazione in cui queste qualità si apprezzano realmente”

Progettati e costruiti per essere delle macchine instancabili, il Kestrel (modello uomo) e il Kyte (modello donna) sono dei veri zaini da montagna in grado di trasportare senza problemi l’attrezzatura lontano dai sentieri battuti, verso terreni selvaggi e imprevedibili. Con una vestibilità tecnica aderente e un’affidabilità durabile, su cui contare nel tempo, questi zaini sono pronti a resistere all’abrasione delle rocce di arenaria nei canyon come al freddo delle ascese impervie su cime innevate. Dispongono di una copertura antipioggia realizzata con rivestimento DWR senza PFAS e materiali certificati bluesign. Si ripone in una tasca con cerniera alla base dello zaino. La calotta superiore ha un’ampia tasca dotata di cerniera.

CARATTERISTICHE /

• Tasca interna per l’idratazione con Hydraclip

• Schienale AirScape con sistema di regolazione lunghezza del busto migliorato

• Pannello stampato a iniezione per far aderire lo zaino al corpo

• Attacco Stow-on-the-Go per i bastoncini

• Cintura in vita Fit-on-the-Fly

• Due passanti per gli attrezzi da ghiaccio

• Disponibili nelle versioni da 38, 48, 58 e 68 L

DA ESCURSIONISMO DI THE NORTH FACE

Unendo un inserto ultraleggero ma sostenuto, un'intersuola rocker e un grip SurfaceCTRL, la nostra tecnologia VECTIV è progettata per massimizzare l'energia lungo il percorso. Nella serie Exploris questo si traduce in scarponi da escursionismo progettati per le lunghe distanze. Ma pur essendo dotata di tutte le funzionalità dell'originale, questa versione presenta alcune modifiche. La piastra sotto al piede è più ampia per offrire una maggiore stabilità. La suola è più alta di 2 mm per un comfort e un sostegno migliorati. L'intersuola rocker presenta una forcella nel tallone e nell'avampiede e una piastra in TPU per uno dislocamento laterale e una stabilità maggiori. Progettata con la collaborazione degli atleti The North Face, la membrana FUTURELIGHT è più impermeabile e traspirante che mai. Il tallone e la punta sono rinforzati per garantire una maggiore protezione sui sentieri rocciosi, mentre le scanalature di 4 mm ti mantengono saldo anche sui terreni più sconnessi.

TOMAIA / membrana In FUTURELIGHT traspirante e impermeabile

INTERSUOLA / rocker VECTIV 2.0

PESO / 838 g al paio (approx)

38 VETRINA PRODOTTI
INFO
ospreyeurope.com
:
INFO : The North Face - 0423.683100 - thenorthface.it
KESTREL E KYTE BY OSPREY: FATTI PER DURARE VECTIV EXPLORIS II MID: GLI SCARPONI INFO: Schwan Stabilo Outdoor Italia srl Ortovox - 035.008631 - info-it@ortovox.com LA NUOVA GENERAZIONE WINDBREAKER DI ORTOVOX Kestrel Kyte

MILLET: A TOTAL LOOK

Intense è la nuova collezione head-to-toe per il trail running. Concepita per percorsi inaspettati e possibili imprevisti

INTENSE LIGHT JACKET

Giacca tagliavento con cappuccio, idrorepellente, confezionata in Toray ultraleggero e stretch. Traspirante grazie agli spacchetti sui lati, che garantiscono un’eccellente circolazione dell’aria. Può essere risposta nella tasca pettorale. Disponibile in versione uomo e donna.

PESO / 134 g (M) - 126 g (W)

MATERIALI / Toray Air Stretch Rip Stop, 100% poliammide

INTENSE LIGHT SHORT

Ultra leggero, questo short tecnico adatto alle attività sportive intense come il trail in montagna. Progettato a partire da un materiale stretch traspirante e aerato, questo short ottimizza il trasferimento dell’umidità e offre una grande libertà di movimento. Disponibile in tre colori nella versione donna e tre colori nella versione uomo.

PESO / 90 g (M) – 89 g (W)

MATERIALI / X.C.S. 30, 85% poliammide, 15% elastan

INTENSE SHOES

La nuova calzatura trail confezionata in Francia nello stabilimento dell’Ardèche.

Realizzata in Matryx, leggero e traspirante, ideale per la pratica di breve durata. Suola intermedia in Eva, riciclato al 25%, suola esterna Michelin per un’aderenza eccezionale. Il plantare è in Top Comfort Insole, la tomaia in TPU per una migliore stabilità della volta plantare. Disponibile in due colori sia versione donna che versione uomo.

PESO / 500 g (M) – 480 g (W)

DROP / 6 mm

INFO: Millet Mountain Group Italia - 04221500041 - italy@milletmountaingroup.com

VETRINA PRODOTTI
uomo
donna TRS® è un marchio registrato di Nuova Calze Regia Srl calzeregia.it Calze TRS – Trail Evolution TRS AI PIEDI TRAIL RUNNING NEL CUORE
Collezione
Collezione

PRELIGHT WINDBREAKER, LA GIACCA 100% GREEN DI JACK WOLFSKIN

Questa giacca anti vento è facilmente ripiegabile nella sua stessa tasca, pronta per essere riposta nello zaino e tirata fuori all’occorrenza. Grazie al materiale altamente traspirante

Texashield Ecosphere Pro è impermeabile al vento e protegge dalla pioggia. La giacca è stata realizzata completamente con materiali riciclati. Il cappuccio con colletto alto aderisce bene alla testa e il fondo è regolabile. Nella tasca sul petto con cerniera trovano spazio lo smartphone, le barrette ai cereali e altri piccoli oggetti necessari per una giornata outdoor.

INFO : Jack Wolfskin Italia - italy@jack-wolfskin.com - jack-wolfskin.it

DUKE MID GTX: LO SCARPONE DELLA NUOVA CATEGORIA HIKING ADVANCED DI KAYLAND

Calzatura progettata per restituire il massimo comfort al piede e per assorbire ogni asperità del terreno grazie all’aumento dell’intersuola. Su quest’ultima, il piede poggia direttamente, che presenta una zona di contatto morbida e una zona in ESS ad alta densità proprio sopra il battistrada, studiata per assorbire ogni urto attraverso le finestre della suola. Sul puntale è presente una climbing zone, ideale per i tratti più impegnativi o di sentiero attrezzato. La tomaia, grazie alla sua particolare costruzione, permette un forte contenimento del peso. Il collarino implementa uno spoiler posteriore che accompagna il movimento della caviglia. La protezione dagli urti è assicurata grazie alla costruzione Overlasting di Kayland che combina un fascione in poliuretano che protegge interamente la punta del piede e un prolungamento della suola fino alla punta dello scarpone.

INFO : M.G.M. S.p.A. - 0423.489310 - info@kayland.com

LA TENDA TINDHEIM 2: LA NOVITÀ 2023 DI MSR

IL GUSCIO EXTRALIGHT TRE STRATI DI CMP

Il guscio tre strati della linea Unlimitech è progettato per affrontare l'attività sportiva nelle migliori condizioni e garantisce protezione da vento, pioggia, neve e temperature rigide. La membrana Clima Protect, la costruzione con cuciture totalmente nastrate e il trattamento idrorepellente (PFC free) garantiscono elevati livelli di impermeabilità e traspirabilità. Il cappuccio fisso e il collo alto e avvolgente aumentano la protezione dal freddo. Il capo è inoltre dotato di fondo regolabile con coulisse interna, zip frontale con patta antivento interna e garage antisfregamento, polsini regolabili con velcro, due tasche laterali. Sul fianco e lungo l'interno manica è presente un'apertura con una zip che favorisce la ventilazione durante le giornate più calde o nelle attività più intense.

INFO : CMP - cmpsport.com

CALZE TRAIL EVOLUTION DI TRS

Ciò che contraddistingue le calze Trail Evolution di TRS punto è la combinazione di tecnologie e fibre pregiate con cui è realizzato il tessuto: le componenti in Dryarn (presente al 13%) e Softair (9%) garantiscono traspirabilità e asciuttezza, donando a chi le indossa una sensazione di massima freschezza, con ricadute positive sulla performance. Tra le altre qualità di queste fibre vi è un’incredibile leggerezza, che rende Trail Evolution la calza giusta anche per gli allenamenti più lunghi. Il rinforzo sul tallone, inoltre, protegge il piede dall’attrito con la scarpa, garantendo maggior comfort durante la corsa. Sono disponibili in cinque varianti colore: verde, giallo, arancione, fucsia e grigio.

INFO : 3NUOVE CALZE REGIA 030.7282656/7 - simone@calzeregia.it tiziana@calzeregia.it

NEOAIR XLITE NXT, IL MATERASSINO PER TUTTE LE STAGIONI DI THERMAREST

Tenda a tunnel tre stagioni, robusta spaziosa e stabile. La porta con cerniera a doppio strato è dotata di un pannello a rete per la ventilazione e di un pannello solido per la protezione dalle intemperie e la privacy. Tasche interne, filo per la biancheria in alto e pianta rettangolare fanno della Tindheim la scelta ideale per i campeggiatori che vogliono sfruttare al meglio le loro avventure con un riparo altamente vivibile e pronto al cattivo tempo.

Più silenzioso, più spesso e ancora più versatile del suo predecessore, il NeoAir XLite NXT è senza dubbio il più avanzato materassino gonfiabile ultraleggero per tutte le stagioni di Thermarest. La Triangular Core Matrix, si integra con la tecnologia Thermcapture che irradia calore, mentre il rumore è stato ridotto del 83%. Offre il Massimo comfort e sostegno con un peso e un ingombro minimi. Colore: Solar Flare. Disponibile anche nella versione MAX.

MISURE /

RS 51x168 cm 326 g

R-VALUE 4.5 - 7.62 cm

R 51x183 cm 354 g

R-VALUE 4.5 - 7.62 cm

RW 64x183 cm 442 g

Versione MAX

RW 64x183 cm 510 g

R-VALUE 4.5 - 7.62 cm

L 64x196 cm 553 g

R-VALUE 4.5 - 7.62 cm

ALTEZZA INTERNA / PESO / COLORE / green

TESSUTO ESTERNO / 68D ripstop polyester 1.500 mm polyurethane & DWR

FLOOR / 68D taffeta polyester 3000mm polyurethane & DWR

R-VALUE 4.5 - 7.62 cm

L 64x196 cm 473 g

R-VALUE 4.5 - 7.62 cm

INFO : Outback ‘97 - 035.361103 - info@outback.it

40 VETRINA PRODOTTI

SEMPRE IN EQUILIBRIO CON ANDE

Il Crack 28 è uno zaino tecnico con struttura a sacco, sistema con gancio in lega di alluminio per il trasporto della corda e apertura rapida tramite coulisse a scorrimento. Basto ACL, design ergonomico personalizzato Ande. Il tessuto esterno è nylon ripstop 420D spalmato PU; la fodera interna è in poliestere 210D. Dotato di due daisy chain porta materiale lungo la sezione anteriore.

DI CORSA E ASCIUTTI CON ALPENPLUS

PESO / 630 g

Il Verdon Pant è un pantalone lungo da arrampicata, resistente ed elasticizzato. Il design moderno lo rende un capo versatile, ideale anche per tutti i giorni. Realizzato in poliammide elasticizzato (94% PA +6% EA), pesa 190 g. Disponibile in versione uomo e donna, anche nella versione corta.

INFO : Avantgarde - 39 0341 288573 - customer@ande.it

LA COMBO TRAIL KAILAS

Sulle spalle, il FUGA AIR II. In mesh leggero e traspirante al 90%, questo trail vest è dotato di sistema di regolazione ADF e di due flask per l’acqua da 500ml in TPU da 38 g l’una. Le tasche sono in materiale stretch con chiusura elastica, in modo che gli oggetti personali non si muovano. Tre possibili agganci per i bastoni, fischietto di salvataggio e stampe riflettenti lo rendono sicuro oltre che comodo.

Ai piedi, la FUGA EX 2 si adatta a tutti i runner e a qualsiasi chilometraggio. Con drop di 8 mm e suola in Vibram Megagrip, il nuovo design aumentala superficie di contatto tra la scarpa e il terreno. La tecnologia AWS avvolge perfettamente il mesopiede garantendo una calzata precisa e comoda. Il TPU protegge la punta e le aree più sensibili del piede dall’impatto con le rocce. Brevettata con ganci per consentire l’aggiunta della ghetta Kailas.

DIMENSIONI /

5 L, 160 g, 37x36 - 8 L, 180 g, 42x36

Alpenplus presenta la sua t-shirt a maniche corte traspirante con tessuto stretch anti-odore ideale per il trail running e per le altre discipline outdoor come il trekking. La maglia è dotata di tasche porta gel laterali e presenta un inserto in mesh, elastico e traspirante, sulla schiena, con costruzione a nido d'ape alveolare. La lunghezza delle mezze maniche è leggermente maggiore rispetto allo standard, ma rimangono aderenti al braccio. L’alta traspirabilità e l’asciugatura veloce rendono questa maglietta un alleato perfetto per le attività ad alta intensità. Presenta una stampa asimmetrica su tessuto 100% poliestere.

Lo short è invece ideale per corsa su strada e off road a doppio strato, dotato di un pantaloncino stretch interno in materiale traspirante e anti batterico e di uno esterno sempre stretch e oltre che resistente alle abrasioni. Studiato per vestire aderente e lasciare massima libertà di movimento, presenta anche dei taschini laterali richiudibili con zip, utili per riporre gel o chiavi. Fascione elasticizzato a 360°.

INFO : Alpenplus Wear - 0437.931708 - info@alpenplus.it

BOOSTER ELITE EVOLUTION, DA BV SPORT IL GAMBALE ULTRA TECNICO

La nuova generazione di gambali eco-responsabili, ispirata al Booster Elite EVO2, è progettata utilizzando nuove strutture a rete con rigidità variabile. La maglia rigida e la pressione mirata al polpaccio respinge il fenomeno delle gambe pesanti, abbassa la soglia di stanchezza e riduce la comparsa di periostiti e dolori muscolari. La maglia flessibile e ariosa posizionata a livello della tibia protegge le strutture sensibili pre-tibiali e migliora il comfort. La maglia semirigida posizionata sul tendine di Achille migliora il mantenimento dei tendini e limita il rischio di infiammazione. Infine, la maglia di sostegno sotto il polpaccio riduce il rischio di tendiniti e lesioni e migliora il carico muscolare durante gli appoggi al suolo, in particolare su percorsi irregolari. L’alternanza di queste maglie riduce le vibrazioni e le oscillazioni parassite. Grazie all'utilizzo di fibre ricavate dai rifiuti pre-consumo, ma anche riducendo al minimo gli sprechi e il consumo energetico, BV Sport riduce l'impatto ambientale durante il processo di produzione.

CARATTERISTICHE

• 79% miglioramento del ritorno venoso

• 39% di riduzione del dolore muscolare

• 42% di riduzione delle vibrazioni

INFO: s.commerce@sprint-commerce.it - sprint-commerce.it

DRIFT WP: LO SCARPONCINO DA TREKKING DI TREZETA

Drift WP è uno scarponcino da trekking comodo e sicuro dal taglio classico, perfetto per una piacevole uscita nei boschi o per camminare sicuri sui sentieri di montagna. Grazie alla speciale costruzione, Drift WP garantisce una stabilità anatomica eccellente. La morbida tomaia accoglie comodamente il piede, mentre la fodera agevola il comfort climatico ottimale all’interno della calzatura. Per proteggere con efficacia l’interno dalle intemperie, Trezeta ha sviluppato la tecnologia Trezeta Water Stopper, una membrana che impedisce agli elementi esterni di penetrare nella calzatura. Il puntale è protetto dalla tecnologia spray rubber, che isola la punta ed è stampata direttamente sulla tomaia. Piede asciutto e sempre protetto: l’intersuola ammortizza l’appoggio per ridurre gli impatti al suolo, minimizzare le vibrazioni e accompagnare il passo. La suola è dotata di un’ampia zona di appoggio per la massima stabilità, con tassellatura aperta e autopulente e grazie al profilo alto protegge il piede su terreni difficili.

• Calf support

• Aero tibial window

• Shockwave effect

• Soleus protect

• Tap control

INFO : BV Sport - 335.5927456 - info@bvsport.it

TOMAIA / in suede waterproof e tessuto

FODERA / traspirante in mesh

INTERSUOLA / in EVA a doppia densità

SUOLA / Vibram Inverness

TECNOLOGIA / Trezeta Water Stopper

- 0423.489310 - info@trezeta.com

42 VETRINA PRODOTTI
M.G.M. S.p.A.
INFO :
264
221 g
Uomo Donna PESO /
g (9 US M)
(7 US W)

DF SPORT SPECIALIST SULLA NEVE CON THE NORTH FACE

Una collaborazione per portare gli amanti dell’outdoor alla scoperta del territorio “dietro casa” con ambassador d’eccezione

# di Francesca Cassi

DF Sport Specialist nasce nel 2002 dalla grande passione per la montagna e per lo sport di Sergio Longoni. Dopo l’esperienza con Longoni Sport, che aveva raggiunto l’apertura di 23 punti vendita distribuiti i tutta Italia e un team di lavoro di oltre 800 persone, nasce l’idea di un nuovo progetto che risponda alle esigenze di tutti gli sportivi, per tutti gli sport e a tutti i livelli. La rosa dei venti, simbolo di DF Sport Specialist, sottolinea proprio questa volontà del negozio di essere un punto di riferimento per tutti gli amanti e praticanti dello sport. Oggi, la catena di negozi è tra le aziende di riferimento per il commercio di articoli sportivi in tutto il nord Italia. Quattordici megastore e quattro Bicimania sono distribuiti tra Lombardia, Emilia Romagna e Svizzera. Nei negozi e sull’e-commerce è possibile trovare prodotti da 926 brand differenti e dai marchi firmati DF Sport Specialist.

“La nostra passione è fare sport. La nostra vita è fare dello sport il nostro lavoro”

STRALUNATA 2023 APRICA (SO)

La Stralunata, giunta alla sua 17a edizione, ha goduto quest’anno del supporto come sponsor delle due realtà. Lo spettacolare raduno di scialpinismo in notturna si è tenuto l’8 marzo – per questo, l’iscrizione era gratuita per tutte le scialpiniste.

La famosa tenda Dome della Summit Series The North Face è stata montata dallo staff DF Sport Specialist in prossimità della linea di partenza della cronoscalata non agonistica dell’Aprica, dov’erano esposte su manichini anche le ultime novità del brand americano per il reparto scialpinismo.

In seguito alla gara, durante le premiazioni, DF Sport Specialist e The North Face hanno fornito, oltre ai premi per i primi classificati di ogni categoria, numerosi altri gadget per l’estrazione a sorte dei partecipanti.

La collaborazione del negozio con The North Face risulta naturale visti i valori comuni che queste due realtà condividono. “Never stop exploring” è infatti il claim del brand americano: un invito alla continua scoperta, al mettersi in gioco e a immergersi nella natura. “La parete nord” di una montagna è spesso la più difficile da conquistare. Fin dal 1966, The North Face fornisce agli esploratori di tutto il mondo le attrezzature di cui hanno bisogno per realizzare i propri sogni. Anno dopo anno, le spedizioni del brand sono la spinta che aiuta gli atleti a ridefinire i limiti del possibile. Il punto di partenza è simile a quello del negozio: un giovane appassionato, Doug Tompkins, usa i propri risparmi per dare inizio a una rivoluzione. Il piccolo e umile negozio di San Francisco diventa ben preso un emporio di idee, punto di riferimento per le icone dell’alpinismo americano.

Le due realtà si sono così lanciate in una collaborazione con l’obiettivo di permettere agli amanti dell’outdoor di scoprire nuovi territori e di affrontarli il meglio attrezzati possibile.

NOTTURNA CON GLI AMBASSADOR PIANI DI BOBBIO (LC)

Per rimanere a fianco dei propri consumatori più affezionati, le due realtà hanno anche organizzato un secondo evento: un’escursione in notturna con tre Guide alpine ambassador del brand. Le guide alpine erano Gabriele Carrara, Marco Milanese e Giulia Venturelli. I tre atleti hanno guidato il gruppo lungo le piste dei Piani di Bobbio. Li abbiamo intervistati nella pagina a fianco.

Dopo il ritrovo presso gli impianti di Valtorta (BG), più di 100 amatori si sono recati a piedi presso il Rifugio Stella, 3 km e 400 mt di dislivello dopo. DF Sport Specialist e The North Face hanno fornito un “welcome kit’’ comprensivo di gadget e un buono sconto da utilizzare nei negozi Sport Specialist sul territorio. In seguito a una piacevole cena al rifugio, il gruppo è risceso alla luce delle pile frontali e delle stelle verso Valtorta.

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EXPERIENCE
Rifugio Stella ai Piani di Bobbio (LC) Le guide alpine

PAROLA DI GUIDA

Una panoramica sull’arco alpino e la stagione appena conclusa, grazie alle testimonianze di Gabriele Carrara, Giulia Venturelli e Marco Milanese

# di Sara Canali

Tre guide alpine, tre diversi punti di vista sull’arco alpino e la sua stagione invernale: è attraverso una triplice intervista a Giulia, Marco e Gabriele che abbiamo cercato di fare un punto sullo stato di salute del reparto neve, dallo sci in pista, alle risalite con le pelli.

GABRIELE CARRARA, guida alpina

DOMANDE

1. In che zona d’Italia lavori maggiormente?

2. Com’è andata la stagione in pista e fuori pista quest’anno nella tua zona?

3. Quali sono stati i tuoi principali clienti?

4. Quali sono state le maggiori richieste da parte loro (scialpinismo, alpinismo, ciaspole)?

5. Avevano attrezzature proprie o sono ricorsi al noleggio?

6. Quali sono state le maggiori difficoltà?

1. Lavoro maggiormente tra Lombardia e Valle d’Aosta quindi nella zona est e centro dell’arco alpino, spostandomi anche in Dolomiti alla ricerca delle condizioni di neve e ghiaccio migliori.

2. Non sono maestro di sci, ma sentendo i colleghi, so che la stagione in pista è andata benissimo e che hanno lavorato molto. Il fuoripista invece è andato un po' meno bene, soprattutto il mondo del freeride, a causa dello scarso innevamento.

3. In Lombardia ho lavorato principalmente con clienti italiani mentre in Valle d’Aosta ho avuto a che fare soprattutto con inglesi.

4. Io lavoro molto con lo scialpinismo, o corsi di alpinismo invernale. Quest’anno ho ricevuto anche molte richieste per quanto riguarda il mondo delle ciaspole, soprattutto in località fortemente turistiche come Courmayeur e Gressoney.

5. Per quanto riguarda lo scialpinismo, i clienti avevano attrezzatura loro anche se spesso mancava il kit di autosoccorso che noleggiavano o prestavo io.

6. Difficoltà non ce ne sono state, al di là dei normali cambi di programma, dovuti al meteo o per lo scarso innevamento, ma in montagna si sa che il piano B va sempre preso in considerazione.

GIULIA VENTURELLI, guida alpina UIAGM

1. Prevalentemente nella zona delle Alpi Orobie, ma anche sull’Adamello e in Engadina. Quindi direi la zona centrale dell’arco alpino.

2. Non essendo maestra di sci, non mi occupo di sci alpino. Invece per quanto riguarda il “fuori pista”, quella di quest’anno è stata una stagione un po’ più scarsa rispetto al passato. Il momento dello scialpinismo non solo è ancora in corso, ma è quello perfetto per le escursioni in quota. Il problema della clientela italiana, quella con cui ho maggiormente a che fare, è che quando arriva la primavera cambia attività, appende gli sci al chiodo e comincia a uscire in bicicletta. Invece ora sarebbe bellissimo fare escursioni al di sopra dei 3000 metri, visto che anche i rifugi primaverili sui percorsi hanno aperto.

3. Clientela principalmente italiana, legata al territorio di Brescia, Bergamo e Milano. Non lavoro con una scuola, ma negli anni ho coltivato un mio giro di utenti che arrivano direttamente a me attraverso i miei canali social. È una clientela di prossimità che nel fine settimana decide di scoprire il territorio in un modo alternativo. Il livello è principalmente base o intermedio, sono adulti e la partecipazione è abbastanza omogenea tra uomini e donne.

4. Scialpinismo e alpinismo invernale, quindi attività con ramponi e piccozza classica, sempre livello base e intermedio. Lavoro con piccoli gruppi di quattro e sei persone.

5. Sci e scarponi sono prevalentemente a noleggio, ma siamo noi i primi a consigliare di prendere questa attrezzatura direttamente in loco: necessita di manutenzione e, se usata poco, ha più senso affittarla già preparata. Negli anni invece, tutti tendono ad acquistare il kit anti valanga con Arva, pala e sonda.

6. Il caldo e la poca neve.

MARCO MILANESE, maestro di sci e guida alpina

1. In Dolomiti, quindi Trentino, Alto Adige e Veneto. La mia base è a Cortina d’Ampezzo.

2. Io sono sia maestro di sci alpino sia guida alpina quindi ho potuto vedere entrambi gli aspetti di questo inverno. In pista la stagione è andata bene durante tutto l’anno: a Pasqua nella mia zona e verso le Alpi Giulie la neve era perfetta e gli hotel erano tutti pieni, per non parlare delle vette al confine con la Slovenia. Per quanto riguarda il fuoripista invece c’è stata maggiore difficoltà perché a quote basse c’è stato poco innevamento ed era difficile trovare neve naturale.

3. Per quanto riguarda lo sci alpino, ho lavorato principalmente con stranieri, soprattutto inglesi, americani e australiani. Erano utenti di livello medio alto e ho avuto principalmente a che fare con famiglie e una componente omogenea tra uomini e donne. In ambito scialpinismo, ho lavorato per lo più con italiani adulti, soprattutto veneti e quindi con un turismo locale di livello medio.

4. Principalmente ciaspole, ma anche scialpinismo e cascate di ghiaccio.

5. Per quanto riguarda le ciaspole e gli sci, la maggior parte dei clienti ricorre al noleggio. Nel mondo delle ciaspole, purtroppo, non è ancora abitudine portarsi il kit anti valanga, cosa che invece è diventata naturale nello scialpinismo.

6. La mancanza di neve, ma per il resto è stata una stagione top soprattutto nel mondo del ghiaccio e del climbing su cascate.

45 INTERVISTE

I NUMERI DELLA NEVE

A Prowinter Season Finale è stata presentata la sesta edizione dello Ski Rental Summit che ha permesso di fare un bilancio sull’inverno 22/23

# di Sara Canali

Primavera, tempo di tirare le somme sulla stagione invernale appena conclusa. A farlo è l’appuntamento con lo Ski Rental Summit dove il tema principale è quello del noleggio, cartina di tornasole dello stato di salute delle località sciistiche italiane. I numeri che sono stati presentati sono il frutto dell’indagine condotta da ProwinterLab, l’osservatorio guidato da Alfredo Tradati, e l’occasione è stata quella di Prowinter Season Finale, il secondo appuntamento dell’evento ospitato da Fiera Bolzano. La tavola rotonda ha messo a confronto i player del settore degli sport invernali, aziende, noleggiatori e negozianti, con l’obiettivo di mettere in luce gli aspetti positivi della stagione appena conclusa.

BILANCIO - L’indagine è stata condotta su un campione di 279 noleggiatori intervistati dalla squadra di ProwinterLab e ha evidenziato una situazione positiva, di generale soddisfazione, nonostante un inverno non proprio generoso in termini di nevicate. Quasi il 90% del campione analizzato ha registrato un fatturato sopra le aspettative o comunque nella media. Il 10% invece ha dichiarato un fatturato sotto le aspettative - che non significa inferiore agli anni precedenti, ma semplicemente meno di quanto potessero aspettarsi.

Ad alimentare questa crescita è stato il pubblico straniero che è tornato sulle montagne italiane: il 33,7% degli intervistati ha dichiarato che gli sciatori provenienti da altri Paesi hanno influito per più del 50% del proprio fatturato. Per il 33% dei noleggiatori italiani, i turisti esteri hanno inciso sul 30-40% degli introiti mentre il 33,3% ha dichiarato che gli stessi non hanno apportato cambiamenti sostanziali registrando un impatto del 10-20% o restando del tutto indifferenti alla questione.

Emerge anche un cambiamento di attività e abitudini da parte dei frequentatori delle piste italiane: la settimana bianca ha lasciato il posto a periodi di permanenza più brevi e intervallati da attività collaterali allo sci alpino. Il 29,7% dei noleggiatori ha infatti dichiarato che il periodo medio di permanenza è di quattro giorni, seguito dal 21,5% che ha dichiarato una media di

cinque giorni con gli sci ai piedi. Un buon 20,4% ha segnalato due giorni, mentre il 17,2% ha registrato un periodo di frequentazione della durata di sei giorni, seguito dall’8,6% con tre giorni. Solo il 2,5% ha dichiarato un periodo di permanenza giornaliero.

GLI UTENTI - Un dato interessante arriva dalla compagine femminile che, con sempre maggiore frequenza, richiede ai noleggiatori un prodotto adatto alle proprie esigenze. I noleggiatori hanno attrezzato il proprio parco prodotti e per il 57,2% di loro lo sci femminile è richiesto o molto richiesto. I dati permettono inoltre di tracciare un profilo utente di coloro che scelgono di noleggiare la propria attrezzatura. I noleggiatori hanno dichiarato che la maggioranza è costituita da un pubblico che ha un livello di sci intermedio, per la precisione il 79,9%. Gli utenti esperti sono invece una netta minoranza, solo il 3,9%. Anche gli sciatori principianti, secondo i noleggiatori coinvolti, sono un numero esiguo - solo il 16,2%.

LE DISCIPLINE - A causa delle condizioni meteo poco favorevoli, discipline come scialpinismo e ciaspole hanno registrato una battuta di arresto rispetto agli anni precedenti. Il 44.1% dei noleggiatori dispone di materiale per queste passioni e, di questi, il 61% ha dichiarato che la richiesta di ciaspole e attrezzatura da scialpinismo è in calo. Questo fenomeno potrebbe essere dovuto anche al fatto che i noleggiatori ora dispongono di più attrezzatura per questo genere di attività sportive: la diminuzione potrebbe essere legata a una richiesta che in realtà si è mantenuta costante a fronte di una maggiore disponibilità di prodotto.

LE DICHIARAZIONI - “Ciò di cui siamo più soddisfatti riguarda il rapporto tra aziende, noleggiatori e negozianti”, ha commentato Geraldine Coccagna, Brand Manager di Prowinter. “Il 90% dei noleggiatori intervistati ha infatti dichiarato che il rapporto con le aziende si mantiene stabile e produttivo nonostante le difficoltà imposte dai mutamenti della supply chain globale. Si tratta di un ottimo segnale di collaborazione che può rappresentare la base di un lavoro di squadra sempre più sentito per il futuro”.

QUESTIONE D'IMPIEGO

In live streaming, direttamente da Fiera Bolzano, all’interno dello Ski Rental Summit, è andata in scena una tavola rotonda moderata da Alfredo Tradati dove negozianti, aziende e operatori del settore hanno discusso della stagione appena trascorsa e dei problemi riscontrati. Gli argomenti trattati sono stati l’approvvigionamento dei materiali e la relativa situazione degli ordini da parte di negozianti e noleggiatori, uno speciale intervento di ITAS Mutua sull’obbligatorietà assicurativa in pista

e le opzioni per il noleggio e la difficoltà nella ricerca della forza lavoro legata al comparto montagna e le relative problematiche derivanti. Una problematica riscontrata da una fetta importante di negozianti riguarda la ricerca della forza lavoro, tanto che a inizio stagione il 66% ha dichiarato di aver avuto problemi di reclutamento di personale. La soluzione potrebbe essere quella di ampliare il noleggio ad altre discipline tipo le mountainbike per garantire un impiego

lavorativo durante tutto l’anno. “Il tema della manodopera è una questione complessa ed è banale relegarla a uno scontro generazionale e sociale. Dovremmo cambiare velocemente e il punto di partenza potrebbe essere cambiare modello contrattuale e di lavoro anche dal punto di vista della formazione, della qualifica, della capacità di crescita professionale, alternando tempo libero con attività promosse dal welfare aziendale”, ha commentato Claudio Corrarati, presidente del CNA Trentino Alto Adige.

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OSSERVATORIO
Corrado Macciò
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