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Cosa diventano le chiese sconsacrate?

St Agnes – Abandoned Church – it

© Matt Shiffler Photography/ Flickr CC

https://www.flickr.com/photos/mshiffphotography/14305544869

Aleteia - pubblicato il 09/09/14

Mercati, negozi, piscine. La trasformazione degli edifici sacri sembra non avere limiti

La crisi di vocazioni ha portato numerose diocesi italiane ed europee a vendere a privati o enti locali edifici di culto sconsacrati. E l’elenco è sterminato, come racconta Giacomo Galeazzi su La Stampa (8 settembre). “A Milano, Santa Teresa, costruita nel 1694, è divenuta una biblioteca multimediale: computer, sedie e scrivanie invece di incenso e rito ambrosiano. La sala capitolare della Badia di Sant’Emiliano in Congiuntoli, edificata dai benedettini nel X secolo, è stata ridotta ad allevamento di animali da cortile.”

Bazar e uffici
Il “declassamento” degli edifici sacri esce dai confini nazionali: “a Bruxelles Santa Caterina, per «costi di gestione troppo elevati», è stata derubricata a mercato coperto di frutta e verdura. Da luogo-simbolo di fede a bazar. In Gran Bretagna 50 mila chiese sono diventate negozi, ristoranti, uffici.”

Trasformazioni improprie
«Non è solo questione di decoro o di buon gusto, ma anche di sensibilità verso la religione – osserva il cardinale Giovanni Battista Re -. Occorre vigilare sulle trasformazioni improprie e rispettare tracce di religiosità e simboli di storia del cristianesimo». Dunque non si può fare ciò che si vuole degli edifici sacri: neppure dopo la sconsacrazione. «In Inghilterra ho visto un’ex chiesa tramutata in piscina – racconta il teologo salesiano Manlio Sodi -. Per far fronte alle necessità economiche, i vescovi, soprattutto in Francia, tolgono la sacralità ad antichi luoghi di culto ma prima di venderli dovrebbero verificare quale impiego intendono farne gli acquirenti».

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