Deliver Us The Moon - Recensione

Folle è l’uomo che parla alla Luna. Stolto chi non le presta ascolto.

Deliver Us The Moon - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Deliver Us The Moon è una classica avventura story-driven che, tra alti e bassi, permette a chiunque di vestire i panni di un cosmonauta lunare per qualche ora.
  • La scarsa complessità degli enigmi viene compensata da un'ottima varietà di missioni e situazioni, condensate in un gameplay che "gioca" sul sicuro senza rischiare troppi azzardi.
  • Più che buona l’implementazione del Ray Tracing per le console di attuale generazione, ma il lavoro di rimasterizzazione e ottimizzazione grafica non è stato di certo esemplare sulla console ammiraglia Sony.

In barba alle teorie complottistiche in merito al celebre allunaggio dell’Apollo 11 del 1969, la Luna continua a esercitare un’attrazione gravitazionale verso la Terra che va oltre una delle più importanti leggi fisiche fondamentali formulata da Isaac Newton. Il satellite ha ispirato romanzi, canzoni e interi concept album (come quelli citati dal sottoscritto in questa recensione), serie televisive, film e ovviamente anche videogiochi come Deliver Us The Moon.

La genesi dell’avventura lunare di KeokeN Interactive non è nata proprio sotto una buona stella, tanto per rimanere in tema, avendo attirato su di sé tante critiche per lo stato generale in cui venne pubblicata nel 2018 (con il nome di Deliver Us The Moon: Fortuna) che portò gli sviluppatori a ritirare momentaneamente il gioco dalla vendita, giusto il tempo di apportare una serie di aggiustamenti e correzioni prima di rendere nuovamente disponibile la versione PC.

Il resto è storia: Deliver Us The Moon è sbarcato successivamente anche su Xbox One e PlayStation 4, mentre alle versioni next-gen è stato affidato la missione di riportarci sulla Luna con qualche novità e tutti i miglioramenti estetici del caso.

The Dark Side of the Moon (Pink Floyd)

Lo scenario narrativo alla base di Deliver Us The Moon affonda le sue radici in un futuro non troppo lontano, quantomai plausibile nonostante si tratti comunque di un affascinante racconto sci-fi in cui la razza umana è riuscita a colonizzare la pallida Luna facendo di necessità virtù. Nel 2030, infatti, l’esaurimento totale delle risorse energetiche ha spinto la World Space Agency a sfruttare il satellite terrestre, con la creazione di una specie di flusso canalizzatore capace di trasferire l’energia dalla Luna alla Terra. Peccato che, di punto in bianco, l’attività estrattiva si sia fermata e la popolazione terrestre abbia dovuto ripartire da capo e affrontare il medesimo problema.

L'ultima speranza di salvezza per il pianeta Terra siamo noi.

In Deliver Us The Moon indosseremo dunque la tuta dell’ultimo astronauta della Terra inviato sulla Luna per indagare sulla faccenda, una ventina di anni dopo il misfatto che ha inevitabilmente messo in discussione la sopravvivenza della razza umana. Privi di voce e qualsivoglia tratto caratteriale, bardati dalla testa ai piedi e celando la nostra identità dietro un casco, scopriremo le verità custodite dalla stazione orbitale WSA assorbendo attivamente e passivamente frammenti di storia attraverso documenti da leggere, registrazione audio, proiezioni olografiche e nelle comunicazioni provenienti dal centro di controllo missione.

La premesse che fanno da sfondo all’avventura spaziale di KeokeN Interactive non si elevano al di sopra della componente ludica per originalità, ma a ogni modo gli eventi (passati) legati alla trama si rivelano sufficientemente carichi di curiosità da spingere ad andare avanti e provare a interagire con ogni elemento che può arricchire il background narrativo. Certo, quella proposta in Deliver Us The Moon è pura science fiction fino al midollo, ma alla fin fine riesce comunque a trasparire un messaggio ecologista di sensibilizzazione contro lo sfruttamento indiscriminato del nostro pianeta.

Luna rossa (Vincenzo De Crescenzo)

Seguendo l’orbita di altri giochi dal contesto più o meno analogo come Moon of Madness, Observation (Voto: 7.8 - Recensione) e Tacoma (Voto: 8 - Recensione), il gioco del team olandese trascina il giocatore in un’alternanza di fasi esplorative e il completamento di puzzle che stimolano leggermente il pensiero riflessivo e cognitivo, portandolo ad azionare un po’ di cervello per superare l’ostacolo di turno e proseguire verso il prossimo enigma. Deliver Us The Moon si affida a questo binomio ampiamente collaudato per farci vivere un’esperienza da vero cosmonauta sin dall’inizio, con il basilare tutorial che può considerarsi terminato con le procedure interattive necessarie per spedire il nostro razzo alla volta della Luna.

Alla dottoressa Ryan Stone non piace questo elemento.

A seconda della situazione si passa dalla visuale in terza persona alla prima, o viceversa, dagli spostamenti a gravità zero nelle varie aree della stazione alle passeggiate lunari a bordo di veicoli o provando l’ebbrezza di sentirsi un po’ come i pronipoti virtuali di Neil Armstrong. Nel mezzo ci sono chiaramente loro, i puzzle ambientali che non stonano mai in quanto a coerenza anche se risultano tanto semplici quanto intuitivi, apparendo di fatto privi di quell’intrigante sfida promossa invece da The Turing Test di Bulkhead Interactive. Nemmeno l’entrata in scena della fluttuante unità robotica ASE riesce a far impennare la difficoltà o l’ingegnosità delle prove da superare, che scorrono via senza sussulti e solo in poche occasioni regalano momenti di assoluta gratificazione.

Ne conviene che un po' di pepe in più nell’ideazione degli enigmi avrebbe “insaporito” e non poco le dinamiche di gameplay, che per la cronaca funzionano a dovere nella loro disarmante semplicità. Per fortuna, tranne in un paio di casi, non ci sono indicatori e facilitazioni che ci guidano verso la posizione o il completamento degli obiettivi di missione. Sarebbe stato controproducente ai fini dell’esperienza di gioco, considerando pure che le sparute ambientazioni da esplorare non sono né ampie né labirintiche come la Reggia di Caserta.

A nostra disposizione, oltre a una comoda torcia per illuminare il "lato oscuro della Luna", anche un potente raggio laser da sfruttare per accedere a pannelli sigillati.

Sono stato comunque invogliato a ficcanasare in giro per scansionare il maggior numero di oggetti, ottenendo in cambio delle informazioni che mi sono servite per indagare a fondo sugli eventi riguardanti l’ultimo equipaggio ad aver messo piede nella stazione orbitale ormai vuota, ma comunque “abitata” dai loro oggetti personali sparsi un po’ ovunque. In termini di longevità invece, Deliver Us The Moon può essere completato in cinque ore che filano via con pochi momenti di stanca, ma senza offrire validi motivi per rivivere l’avventura una volta calato il sipario dopo aver raggiunto i titoli di coda.

Olor a lluna (Flo)

Se sulla complessità degli enigmi l’opera di KeokeN Interactive non brilla di luce propria come un tappeto stellare che illumina la notte, a mitigare il tutto ci pensa una varietà di situazioni che mantiene alto il senso di coinvolgimento. I vari interruttori da premere correttamente per avviare la sequenza di lancio ne sono un chiaro esempio, così come le situazioni in cui ci viene chiesto di guidare un rover fino a un avamposto per orientare alcune antenne, con tanto di passeggiata lunare a bassa gravità e timer dell’ossigeno da tenere costantemente d’occhio per non rimetterci la pelle.

Le scorribande sul rover rappresentano una delle sezioni più riuscite di Deliver Us The Moon.

Non è che mi sia trovato di fronte a una sorta di simulatore di vita spaziale, come i tanti "simulator" che affollano la vetrina di Steam, ciononostante l’eterogeneità delle missioni e dei puzzle ha evitato che sopraggiungesse un forte senso di noia. E va anche detto che l’aiutante robotico ASE diventa protagonista di alcune sezioni in cui controllarlo liberamente, ma non prima di averlo riparato sistemando dei pezzi di ricambio al posto giusto; un’aggiunta che rende ancora più diversificata un’avventura ad ambientazione fantascientifica che, purtroppo, si adagia un po’ troppo sugli allori sprecando una buona parte del proprio potenziale.

A dirla tutta, dalla versione nativa per PS5 di Deliver Us The Moon mi sarei aspettato un supporto a tutto tondo delle funzionalità della console Sony. A parte i tempi di caricamento piuttosto veloci e nell’ordine di pochi secondi per riprendere l’avventura dall’ultimo punto di salvataggio, gli sviluppatori non si sono degnati di implementare a dovere il feedback aptico e tantomeno i grilletti adattivi, nonostante la patch scaricata qualche giorno fa avrebbe dovuto implementare i trigger posteriori di DualSense per le sessioni a bordo del rover.

Nessuna traccia delle schede Attività e, nonostante la semplicità elementare di gran parte degli enigmi, non sarebbe stata una cattiva idea supportare la funzionalità Guida di gioco per aiutare i giocatori nella risoluzione dei vari puzzle ambientali. Insomma, da grande estimatore del controller DualSense non potete immaginare quanto ci sia rimasto male per questa opportunità sprecata (malamente) di supportarlo anche in minima parte.

La faccia della luna (Tre Allegri Ragazzi Morti)

Il trattamento next-gen ha giovato soprattutto al comparto grafico di Deliver Us The Moon, che ha visto una buona implementazione del Ray Tracing applicato alle ombre e ai riflessi su superfici metalliche e riflettenti. Non siamo certamente a livelli di Control (Voto: 8.5 - Recensione), ma in un’esperienza videoludica come quella di KeokeN il risultato finale non è davvero niente male, a patto di aver selezionato il preset che favorisce la qualità visiva ed essendo disposti ad accontentarsi di un frame-rate più basso. Di contro, l’opzione dedicata alle performance gode di un frame-rate a 60 fps, ma con una risoluzione meno alta rispetto ai 4K dinamici della modalità “Quality”.

La cura per il dettaglio c'è tutta e si vede, nonostante qualche problema di natura tecnico non da poco.

Anche sulle console di attuale generazione si notano alcune texture leggermente slavate nonostante il lavoro di rimasterizzazione, con un effetto stile grana pellicola un po’ troppo accentuato per i miei gusti, ma nel complesso il livello di dettaglio degli scenari mette una pezza ad alcune magagne tecniche attribuibili a uno scarso lavoro di rifinitura e ottimizzazione della versione PlayStation 5. Nella media invece il comparto sonoro, sospeso tra un doppiaggio in inglese (accompagnati dai sottotitoli in italiano) piuttosto modesto e una soundtrack non troppo incisiva, anche se non sono del tutto assenti alcune imperfezioni legate a effetti sonori non riprodotti correttamente.

Verdetto

Il ritorno sulla Luna di Deliver Us The Moon, in occasione della pubblicazione dell'aggiornamento next-gen, si è rivelato piuttosto gradevole ma non senza "problemi" tali da mettere in apprensione Houston (un plauso a chi coglierà il riferimento). L'avventura narrativa a tema spaziale non si è ampliata con nessuna novità di rilievo oltre all'implementazione del ray-tracing, proponendo così il solito sviluppo ludico e narrativo accompagnato da un'opera di rimasterizzazione grafica riuscita a metà. Gli intoppi tecnici pesano più o meno quanto l'asteroide Ceres, ma d'altra parte la sapiente diversificazione delle mansioni da intraprendere sul suono lunare riesce a esercitare una certa "attrazione gravitazionale" sul giocatore. Se non siete mai stati sulla Luna potrebbe valere la pena dare una chance alle versioni PlayStation 5 e Xbox Series X/S, altrimenti farete bene a mettere nel mirino il pianeta rosso di Deliver Us Mars, il sequel "marziano" di Deliver Us The Moon in arrivo il prossimo 27 settembre.

In questo articolo

Deliver Us The Moon

10 Ottobre 2019
  • Piattaforma
  • PC
  • XboxOne
  • PS4
  • XboxSeries
  • PS5
  • NintendoSwitch

Deliver Us The Moon - La recensione

7.2
Discreto
Un viaggio avventuroso alla volta della Luna piacevole da intraprendere anche su console di attuale generazione, afflitto però da qualche incertezza tecnica di troppo.
Deliver Us The Moon
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