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LOGUS
Microtoponimi di Nurri
Oliviero Nioi
ISBN 88 88569 58 8
Realizzazione editoriale:
Domus de Janas
Via Monte Bianco 54
09047 - Su Planu - Selargius
Tel. 070 5435098 Fax. 070 5434105
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Stampa e allestimento:
Grafiche Ghiani - Monastir (CA)
Prefazione
1 OBIETTIVO DELLINDAGINE
3 MATERIALI E METODI
3.1 Catasto
Nei 72 fogli catastali e nei 5 allegati compaiono complessiva-
mente 460 nomi diversi. Alcuni di questi nomi compaiono solo
come idronimi o come indicazione di percorso stradale pur
essendo dei veri e propri toponimi. Talvolta lo stesso nome viene
scritto, per errore di rilevazione, con pi forme. Spesso lo stesso
nome compare pi volte per indicare particolari conformazioni
del terreno (pitzu, cea, serra, pala), corsi dacqua e/o nuraghi.
I nomi come Casello ferroviario n, oppure Strada pro-
vinciale, non vengono considerati toponimi.
Nel catasto di Nurri compaiono 89 nomi diversi di ruscelli
(Rio, Arriu). Lo stesso ruscello, cambia nome via via che scorre
assumendo, in ciascun tratto, il nome del terreno che attraversa.
16 OLIVIERO NIOI
A
1 Abramu. TO (F.21). Abramo. un antroponimo (nome).
B
51 Bacu de Muru (pron bache muru). F.14, F.22, F.23; I.G.M.
540 I. La Valle (nella quale ci sono antichi) Muri. Spesso nella
toponomastica il nome muru ha significato di mura cio di
antiche costruzioni. In questo luogo ci sono effettivamente trac-
ce di capanne facenti parte di un antico abitato.
C
103 Cala in Cuaddu (pron. calin cuaddu). F.5, F.6; I.G.M. 540 I.
(Sentiero per la) Discesa col Cavallo.
108 Campu de Pruna (pron. campe pruna). F.28. Il Prato (in cui
abbondano) i Prugni.
137 Cea Santa. F.23, F.24; I.G.M. 540 I. Pianura Sacra. uno dei
tanti nomi di fantasia attribuito alle terre di propriet della
Chiesa, o di una Confraternita religiosa, ottenute dalle donazio-
ni dei cittadini. Poich nel sito si trova un cimitero punico non
si pu escludere che il nome possa essere legato a questa pre-
senza.
142 Coa de Betu (pron. coe betu), SArriu de Coa de Betu (pron.
sarrie coe betu), Su Serragu de Coa de Betu (pron. su ser-
raghe coe betu). F.70. Coda di Cerbiatto, Il Ruscello di
Coa de Betu, Il Piccolo Crinale del Rilievo di Coa de Betu.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 39
dal corpo principale, sono presenti i resti di altre due torri, una
a est e laltra a ovest. Il complesso costruito da pietre di basal-
to non lavorate di grosse dimensioni. La torre principale alta
circa 8 metri e il suo diametro di circa 7 metri. A sud del nura-
ghe sono presenti i resti delle capanne di un villaggio costituiti
da filari circolari di pietre e i resti di un pozzo. A sud del vil-
laggio sono invece presenti almeno tre circoli di pietre del dia-
metro di oltre venti metri dove con molta probabilit erano ubi-
cati luoghi di culto. Nel versante ovest dellaltopiano, sotto il
margine roccioso, nascoste in parte da un boschetto di olmi, si
vedono alcune tombe di forma poligonale le cui pareti sono
costruite con pietre calcaree ben lavorate. Anche gli anfratti roc-
ciosi sulle pareti vennero usati come sepoltura come dimostrato
dal ritrovamento, al loro interno, di oggetti e frammenti di cera-
mica di epoca nuragica. Sino alla fine degli anni novanta il nura-
ghe era discretamente conservato. Nellultimo ventennio stato
preso di mira da predoni alla ricerca di fantasiosi tesori che
hanno trasformato il nuraghe in un deforme cumulo di pietre.
185 Corti de (B)ois (pron. corte isi). F.69. Il Recinto dei Buoi,
oppure il Recinto (di propriet) di is De Bois. De Bois un
antroponimo (soprannome etnico) di Nurri.
191 Corti de Muras (pron. corte murasa). F.44, F.45; I.G.M. 540 I.
Il Recinto (di propriet) dei Mura. Mura un cognome locale
non autoctono in quanto i due ceppi provengono da Seui e da Isili.
198 Corti de Turaci (pron. corte turaci). F.16, F.17; I.G.M. 540 I.
Il Recinto (per animali ubicato in localit) Turaci. Turci non
ha nessun significato nel lessico locale.
199 Corti de Yua (pron. corte yua). TO. (F.49). Il Recinto della
Criniera. Yua significa criniera del cavallo, un nome che non
fa parte del lessico locale ma preso in prestito dal logudorese.
202 Corti Tuvuda. TO (F.21; I.G.M. 540 I). Il Recinto (per ovini)
ricavato con uno Scavo oppure Il Recinto Profondo.
235 Cuili de (B)ois (pron. cuille oisi). TO. L Ovile dei Buoi
oppure LOvile della famiglia De Bois.
De Bois anche un antroponimo (soprannome etnico) locale.
238 Cuili de Vitellu (pron. cuille vitellu). TO. LOvile del Vitello
oppure LOvile (di propriet o in uso) di Vitellu. Vitellu
anche un antroponimo (soprannome personale) locale attual-
mente in uso.
D
258 Diamanti, Su Fundu de Diamanti. TO (F.9). Toponimo per il
quale non si trova un significato nel lessico locale. Potrebbe
essere un italianismo e derivare da diamante. Ha anche le
caratteristiche per poter essere un antroponimo (soprannome
personale).
E
262 Egrallu, Sa Cora de Egrallu (pron. sa gore egrallu), Su Ponti
de Egrallu (pron. su ponte egrallu). TO (F.20). Le Giovani
Capre, Il Canale (in prossimit del quale pascolano) le
Giovani Capre, Il Ponte (utilizzato) dalle Giovani Capre. Su
egrallu una capra di et inferiore a un anno che non ha ancora
figliato. Il ponte non esiste pi perch sommerso dal Lago
Flumendosa. Non era un vero e proprio ponte ma un passaggio
fatiscente che consentiva di attraversare il fiume e di passare dal
territorio di Nurri a quello di Sadali.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 55
F
263 Faci de Lana (pron. face lana). TO (F.60). Versante (con
aspetto) Lanoso (perch ricoperto da muschio) lana de perda
(pron. lane perda).
270 Figu Lucida. F.49. Fico (con superficie) Lucida, (il luogo
che abbonda di) Fichi (con superficie) Lucida. F.33, F.41.
287 Funtana de Figu (pron. funtane figu). F.32, F.39; I.G.M. 540
I. La Sorgente (situata dove abbondano le piante) di Fico.
G
307 Gavocci, S(G)turu de Gavoci (pron. sture gavoci), Sa
pala de Gavoci (pron. sa pale gavoci). TO (F.70). Gavoci,
LAngusto Sentiero di Gavoci. Il Versante di Gavoci.
Gavoci non ha nessun significato nel lessico attualmente in uso.
355 Gtzini (pron. tzini). F.9; I.G.M. 540 I. Nel lessico locale que-
sto nome non riferito a un terreno particolare ma a tutto lal-
topiano. La sua parte pi alta, nelluso corrente, non si chiama
Monte Guzzini ma Cucuru de Casas. Il toponimo non ha nessun
significato nel lessico in uso. un toponimo di zona.
I
356 SIlixedda (pron. sillixedda), Su (B)au de SIlixedda (pron. su
bae sillixedda), Sa Pala de SIlixedda (pron. sa pale silli-
xedda). TO (F.41). (Bosco) di Giovani Lecci, Il Guado (in
vicinanza) del Bosco di Giovani Lecci, Il Versante (in cui ci
sono) i Giovani Lecci. In sardo il termine ilixi femminile, non
bisogna quindi meravigliarsi se il suffisso diminutivo concorda,
nel genere, col nome.
L
371 Laconeddas anche Lacuneddas (pron. laconeddasa). F.5.
Pozzanghere. Si chiamano anche foradas.
M
382 Mancosu. F.34, F.42. Mancino oppure Disposto a Sinistra.
Mancosu verosimilmente, in passato, era anche un antroponimo
(soprannome personale).
411 Mintza Frida. F.9, F.10. Sorgente (di acqua) Fredda. Questa
sorgente si trova in localit Funtana de Pauli.
426 Monti de Lconi (pron. monte lconi). F.63, F.64; I.G.M. 540
II. Collina di Lconi (o della famiglia dei Lconi). Laconi un
antroponimo (cognome) locale.
428 Monti de Piddiu (pron. monte piddiu). F.62; I.G.M. 540 II.
Collina di Piddiu. Piddiu un antroponimo (soprannome etni-
co) locale.
N
442 Nabidera, SArriu de Nabidera. F.22, F.24, F.34; I.G.M. 540 I.
Luogo (coperto frequentemente) da Nebbia, Il Ruscello di
Nabidera.
448 Niu Achilis, SArriu de Niu Achilis (pron. sarrie niu achili-
si). F.66. Il Nido delle Aquile. Il Ruscello di Niu Achilis.
453 Nurri. F.29 Alleg.A NCEU. F.29 Alleg.A NCT. Nome composto
dalla radice Nur(r)- e dal suffisso (o desinenza) -i. La radice
Nur- in tutte le lingue camitico-semitiche significa luce. Se
volessimo utilizzare la filologia per arrivare ad avere dati crono-
logici circa lattribuzione di questo nome, e di tutti gli altri con
la stessa radice, dovremmo andare molto indietro nel tempo e
arrivare allepoca in cui fu dato il nome ai Nuraghi e cio tra gli
82 OLIVIERO NIOI
O
454 Oracesu, SArriu de SOracesu (pron. sarrie soracesu), Sa
Cora de SOracesu (pron. sa core soracesu). F.67, F.68 F.70.
Oracesu, Il Ruscello di Oracesu, Il Canale (ubicato in loca-
lit) Oracesu. Il nome Oracesu non ha alcun significato nel les-
sico in uso oggi. Poich -esu un suffisso etnico, il sostantivo a
cui riferito indica necessariamente un luogo ma, n a Nurri n
in Sardegna, esiste un luogo che si chiama Oraci. A Nurri esiste
84 OLIVIERO NIOI
P
459 Padenteddu. F.50, F.51; I.G.M. 540 I. Il Piccolo Bosco.
un toponimo di zona.
462 Pala de Corti (pron. pale corti). F.31. Versante (sul quale c)
il Recinto per gli Animali. In questa localit si rilevano i resti
di un nuraghe.
474 Parti de Susu (pron. parte susu). TO (F.29). La parte Alta (del
paese di Nurri).
492 Perda de Procu (pron. perde procu). F.17, F.24. La Roccia (in
prossimit della quale stanno) i Maiali, oppure il (Riparo)
Roccioso per i Maiali.
508 Perdas de Fogu (pron. perda de fogu). F.59. Luogo (ricco di)
Pietra Focaia. Con questo nome veniva indicata la selce.
Effettivamente in unarea di circa 100 m di diametro, sul piano
di campagna, si possono trovare oggetti di selce lavorata e anche
altre tracce di cultura materiale quali piccoli oggetti di silicio, di
ossidiana e molti pezzi di ceramica nuragica. Sul crinale di una
piccola collina sono presenti i resti di una tomba di gigante
costruita con grossi blocchi calcarei. La camera sepolcrale ha
forma poligonale con ingresso a sud dove visibile una parte
dellesedra che ha una corda di 12,10 metri. La camera si con-
serva per una lunghezza di 6 metri, una larghezza di 1,20 metri
e unaltezza di 0,50 metri. Su unaltra piccola collina contigua
situata a nord si trova il Nuraghe di Corteollasta. A nord del
nuraghe, e a circa 100 metri dalla tomba, in una piccola area pia-
neggiante, ci sono tracce di capanne a base circolare. Non vi
alcun dubbio che in questo luogo ci fosse un insediamento di
epoca nuragica anche se attualmente il sito si trova in uno stato
di forte degrado.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 91
548 Pranu de Murtas (pron. prane murtas). F.55, F.56; 540 II.
LAltopiano (ricco) di Mirto.
Murtas anche un antroponimo (cognome) sardo abbastanza
diffuso ma al momento attuale non presente a Nurri.
R
566 Reixi. F.32. Probabilmente forma di Arreixi, Radice.
Questa localit si trova a Funtana de Pauli.
567 Riu Arenas (pron. ri arenas). F.1, F.2; I.G.M. 540 I. Il Ruscello
(in cui abbonda) la Sabbia.
568 Riu Ortu. F.25; I.G.M. 540 I. Il Ruscello (che alimenta) gli
Orti oppure il Ruscello (attorniato) dagli Orti. Esiste anche il
toponimo di tradizione orale Arriu Ortu che indica unaltra loca-
lit ubicata a Buraxedu.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 101
S
569 Salaci (pron. sallaci) oppure Su Alaci, Sa Scala de Salaci. F.50;
I.G.M. 540 I. Salaci, Il Sentiero (per raggiungere la localit)
Salaci. Il nome Salaci non ha nessun significato nel lessico in
uso.
577 Santu Flimu, Sa Corti de Santu Filimu. F.54; I.G.M. 540 II.
San Filippo, Il Recinto che c a San Filippo. In questo
luogo sorgeva una chiesa campestre, dedicata allomonimo
santo, gi dissacrata allinizio del 1800. I ruderi erano visibili
fino allinizio degli anni 80 ma successivammente sono scom-
parsi in seguito alle ripetute arature e spietramenti operati per il
miglioramento fondiario. Erroneamente il Casalis e I.G.M.
riportano il toponimo inesistente Santu Priamu.
633 Serra de Cardus (pron. serre cardus). F.46; I.G.M. 540 II. Il
Crinale del Rilievo (in cui abbondano) i Cardi.
T
670 Is Tachinus. I.G.M. 540 I; (F.36). (Luogo ricco di) Rocce
Calcaree.
689 Is Telloras. F.29, F.29 Alleg. D, F.30. (Il luogo ricco di) Pietre
Larghe e Piatte.
722 Tzia Mura. F.29 Alleg. A. NCT. Zia Mura. Mura un antro-
ponimo (cognome) locale non autoctono.
Abbreviazioni
acr. accrescitivo
agg. aggettivo
avv. l. avverbio di luogo
avv. t. avverbio di tempo
dim. diminutivo
f. femminile
lat. latino
m. maschile
nca. nome comune di animale
ncc. nome comune di cosa
ncl. nome comune di luogo
ncp. nome comune di persona
npl. nome proprio di luogo
npp. nome proprio di persona
pl. plurale
pro. pronome
pron. pronuncia
s. sostantivo
sing. singolare
s. sing. solo singolare
suff. suffisso
ver. verbo
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 127
GLOSSARIO ETIMOLOGICO
A
Abi, -s, nca. f. ape. Dal lat. apis, -s. Nome generico per definire
insetti imenotteri della famiglia degli Apidi. Comprende quattro specie
di cui la pi nota lApis mellifera (ape domestica), produttrice di miele.
Abii, -s, nca. m. calabrone. Dal lat. apis, -s con laggiunta della
desinenza preromana -oi. Anche antroponimo (soprannome personale)
locale. Insetto della famiglia dei Vespidi che scientificamente si chia-
ma Vespa crabro. La femmina, leggermente pi grande del maschio,
dotata di pungiglione e la sua puntura molto dolorosa ed molto peri-
colosa nei soggetti allergici perch pu causare shock anafilattico e,
frequentemente, la morte.
Abramu, npp. m. Abramo. Dallebraico abra-ham, servo prefe-
rito. un antroponimo (nome) poco usato a Nurri.
Aca, npp. Vacca. Dal lat. vacca, -ae. un antroponimo (cogno-
me) presente attualmente a Nurri.
Aceddu, -s, ncc. m. la piccola valle. Nome composto dal sostan-
tivo (b)acu pi il suffisso diminutivo -eddu. (B)acu deriva lat. vacuus,
-a, -um, vuoto con la forma intermedia di (b)ac(hix)eddu > ac-eddu.
Achili, -s, nca. m. aquila. Deriva dal lat. aquila, -ae. Nome comu-
ne di vari Uccelli della famiglia degli Accipitridi e genere Aquila la cui
specie principale laquila reale, Aquila chrysaetos chrysaetos
Linnaeus. In Sardegna nidifica anche laquila del Bonelli, Hieraetus
fasciatus fasciatus Vieillot.
Acua, -s, ncc. f. acqua; anche nel senso di sorgente, fontana,
ruscello. Deriva dal lat. aqua, -ae.
Acutzadroxu, -s, ncc. m. luogo nel quale si affila. Nome compo-
sto dalla radice acutzu, dal lat. acutus, -a, -um, e dal suffisso -droxu.
Acutzu, agg. affilato, appuntito. Deriva dal lat. acutus, -a, -um.
Addari, npp. Antroponimo (cognome). Non esiste a Nurri.
Secondo Zara un cognome etnico di nome di luogo che esiste in
Marocco e in Libia di origine ebraica. Questi paesi sono abitati da
numerosi coloni ebrei (notizia ripresa da Eisenberth).
Agruai. Non ha nessun significato nel lessico locale. Nome com-
posto dalla radice agru- e dal suffisso -ai considerato dagli studiosi di
128 OLIVIERO NIOI
Arrana, -s, nca. f. rana. Dal lat. rana, -ae con aggiunta della
vocale prostetica a- e il raddoppiamento della r- iniziale. Anche
antroponimo (soprannome etnico) locale. Nome comune per indicare
molte specie di anfibi. LHyla sarda una piccola rana (anuro) tipica
della Sardegna, della Corsica e delle isole toscane. La sua parte dorsa-
le verde anche se pu cambiare facilmente colore per mimetizzarsi.
Vive vicino ai corsi dacqua dove depone le uova.
Arreixi, -s, ncc. f. radice. Dal lat. radix, -cis con perdita della con-
sonante -d- intervocalica, trasformazione della vocale -a- in -e-,
aggiunta della vocale prostetica a- e raddoppiamento della r- ini-
ziale (attraverso: radic-em > ra(d)ic-e > ra-ice > a-r-reic-i > a-r-reix-i).
Arretu, agg., col membro eccitato, duro. Dal lat. erectus, -a, -
um (ver. erigo, -is), eretto, alto, elevato, fiero.
Arriaceddu, -s, ncc. m. il ruscello (che scorre) nella piccola
valle. un nome composto dalle radici arriu e bacu e dal suffisso
diminutivo -eddu riferito a (b)acu cio (b)achixeddu. Ecco i passaggi
linguistici: arri(u) +(b)ac(hix) + -eddu.
Arriartu, (anche arriarta), ncc. m. ruscello stretto oppure
ruscello corto. Nome composto dalla radice arriu e dallaggettivo
lat. artus, -a, -um, che significa stretto ma anche breve. Entrambi
i nomi sono validi per definire il ruscello a cui il nome riferito.
Arriixeddu, -s, ncc. m. piccolo ruscello. Nome composto dal
sostantivo arriu e dal suffisso diminutivo -ixeddu.
Arridelaxu, -s, ncc. m. bosco di fillirea. Nome composto dal
sostantivo arridili e dal suffisso collettivo -axu.
Arridili, -s, ncc. m. fillirea. Dal lat. alaternus, -i, alaterno,
linterno. Secondo il Wagner da confrontare con rridu, secco.
Lalaterno una pianta diversa dalla fillirea. Lattribuzione di questo
nome alla fillirea scaturita probabilmente a causa di alcune rassomi-
glianze tra le due piante. Esistono due variet di fillirea i cui nomi
scientifici sono Phillyrea angustifolia L. e Phillyrea latifolia L. Il
nome scientifico dellalaterno invece Rhamnus alaternus L. e il suo
nome sardo tsuru in campidano, e lavru burdu in Barbagia.
Lalaterno una pianta magica in Sardegna ed il suo uso legato a
particolari credenze e riti pololari pagani che si svolgevano il 24 giu-
gno, festa di San Giovanni Battista.
Arriu, -s, ncc. m. ruscello. Dal lat. rivus, -i con laggiunta della
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 131
consonante -r- con spostamento dalla prima alla seconda sillaba, tra-
sformazione della consonante -g- nella consonante -x- (suono -
sg-) e trasformazione della geminata -ll- nella geminata -dd- (a-
g-ri-lla > a-x-ri-dd-a).
Axrola, -s, ncc. f. aia. Al plurale, mesi de axrolas, luglio e
anche Argiolas antroponimo (cognome) locale. Dal lat. areola, -ae.
Axroledda, -s, ncc. f. piccola aia. Nome composto dalla radice
axrol- e dal suffisso diminutivo -edda.
Axrolu, agg. infestato da rgie (mutille). Dal lat. areola, -ae. A
Nurri largia un formicone, non velenoso, del genere delle Mutille
mentre in altri paesi della Sardegna viene identificato come un grosso
ragno, chiamato scientificamente Latrodectus tredecimguttatus, che,
con la puntura, inietta una neurotossina la quale causa gravi sintomi
neurologici che si concludono talvolta col decesso del soggetto. Questo
insetto ha un grande valore etnografico in quanto alla sua puntura veni-
vano attribuite, in passato, varie sindromi cliniche che, per la guari-
gione, richiedevano una serie di riti propiziatori (rituali dellargia)
che coinvolgevano tutta la comunit di un paese e, talvolta, anche dei
paesi vicini. Laxra infestava frequentemente le aie dalle quali appun-
to ha preso il nome. Siccome la mietitura e la trebbiatura del grano
avvenivano nel mese di luglio laxra colpiva frequentemente le vittime
in questo mese. I nomi comuni axra, axrola, mesi de axrolas e il
cognome Argiolas hanno la stessa etimologia.
Axu, npp. Vargiu. Antroponimo (cognome) locale. Verosimil-
mente dal lat. vargus, -i, vagabondo; questo sostantivo lat. deriva dal
germanico. In alternativa potrebbe derivare da Varius che il nome di
una gens romana.
B
(B)aca, -s, nca. f. vacca. Vacca anche antroponimo (cognome).
Dal lat. vacca, -ae. Femmina della famiglia dei Bovini.
(B)acu, -s, ncl. m. valle. Dal lat. vacuus, -a, -um, vuoto. lo
spazio (vuoto) esistente tra due rilievi contigui (monti o colline), pu
essere un canale, una valle ma anche una sella e pertanto traducibile
con piccola valle oppure piccolo canale oppure sella tra due altu-
134 OLIVIERO NIOI
C
Caboni, -s, nca. m. gallo. Dal lat. cappo, -onis, galletto castra-
to. Nome del maschio del genere Gallus e di altri Galliformi, ordine
degli Uccelli comprendente numerose specie molto diffuse in tutto il
mondo.
Caceus, npp. antroponimo (soprannome etnico) locale.
Cadeddu, npp. cadeddu. Dal lat. caballus, -i con perdita della
-b- intervocalica, trasformazione della geminata -ll- in -dd e
dileguamento di una consonante -d- per eufonia. Nome composto
dal sostantivo caddu, cavallo, e dal suffisso diminutivo -eddu. Col
significato quindi di cavallino. possibile che gi in epoca latina
fosse un nome (confronta con Catellus). Antroponimo (cognome).
Caga(b)oi, -s, npp. m. Luogo in cui defeca il bue. Nome compo-
sto dalla radice verbale cag-, defecare, e dal sostantivo (b)oi, bue.
Dal ver. lat. cacare e dal s. lat. bos, -vis. Verosimilmente antroponimo
(soprannome personale) attualmente estinto.
Calai, ver. I con. discendere. Dal lat. tardo calare o chalare.
Calameda, ncl. f. discesa molto frequentata oppure (luogo in
cui lacqua) scorre verso il basso in abbondanza. Nome composto
dalla radice verbale cal-, discendere, e dallagg. meda, molto,
abbondante.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 139
Potrebbe anche derivare dal lat. cordax, -acis, che a sua volta deriva dal
greco krdaj, -akow, cordace che una danza licenziosa del coro
nella commedia greca antica, con movimenti rapidi e vivaci e gesti inde-
centi. Al di fuori della commedia, ballare il cordace veniva considerato
come un segno di ubriachezza o di completa depravazione. Questa ulti-
ma etimologia la pi verosimile in quanto il nome potrebbe esser rife-
rito a una malattia genetica, trasmessa come carattere autosomico domi-
nante, che si chiama corea cronica di Huntington e che si manifesta
con una sintomatologia simile alla danza. Localmente pure in uso il
verbo cardassai col significato di lavare la lana e pettinarla.
Cardaxrola, -s, ncc. f. aia (nella quale abbonda) il cardo. Anche
cadraxrola, cradraxola, craddaxrola. Composto dai due nomi cardu
e axrola. Le varianti fonetiche elencate sono dovute alle metatesi che
riguardano le lettere r variamente dislocate allinterno delle sillabe
di questo nome composto.
Cardedu, -s, ncl. m. luogo (nel quale abbondano) i cardi.
Composto dalla radice card- e dal suff. collettivo -edu.
Cardu, -s, ncc. m. cardo. Dal lat. cardus, -i. Nome generico che
viene attribuito a moltissime specie di arbusti spinosi. In genere a que-
sto nome viene aggiunto un aggettivo per distinguere le varie specie
(cardu ureu, cardu molentinu ecc.). I nomi scientifici di alcune specie
sono i seguenti: Cynara sp. v., Cynara cardunculus var. silvestris L.,
Cirsium lanceolatum Hill., Onopordon illyricum L., Onopordon tauri-
cum L., Cirsium sp. v. Carduus pycnocephalus L., Dipsacus fullono-
rum L., Ptylostemon casabonae L. Greuter, Silybum marianum
Gaertn., Carduus nutans L., Cnicus benedictus L., Carduus sp. v.,
Centaurea solstitialis L., Centaurea calcitrapa L. ecc.
Caria, npp. antroponimo (cognome) locale. Potrebbe derivare dal
greco Kara che il nome della regione pi meridionale dellAsia
Minore (Anatolia). Secondo Zara un cognome di origine ebraica da
Charaiah con caduta della finale -ah.
Carrulu, ncc. m. non esiste al plur. strada per i carri. Nome com-
posto dalla radice carru- e dal suffisso diminutivo -llu. Deriva dal lat.
carrus, -i.
Carrus, npp. antroponimo (cognome) locale. Dal lat. carrus, -i.
carro trainato da buoi. un nome di origine gallica in riferimento a
un rozzo carro da trasporto a quattro ruote. Secondo Zara la sua ori-
142 OLIVIERO NIOI
Codi, -s, ncc. m. ciottoli. Nome che non esiste pi nel lessico cor-
rente. Deriva dal lat. cos, -otis che ha lo stesso significato.
Coloru, -s, nca. m. biscia. Dal lat. coluber, -bri. Sinonimo di ser-
pente e nome comune dei Rettili Squamati appartenenti al sottordine
degli Ofidi (o serpenti) che comprende circa 2.500 specie diffuse in
tutto il mondo. In Sardegna esistono poche specie non velenose, la
luscengola, Chalcides chalcides Linnaeus, il gongilo sardo (tiligugu,
tzalacruca), Chalcides ocellatus tiligugu, il colubro sardo o colubro
ferro di cavallo, Coluber Hippocrepis Linnaeus, il colubro comune o
biacco, Coluber viridiflavus Lacepede, la biscia dacqua natrice vipe-
rina, Natrix maura o viperina Linnaeus.
Colomba, -s, ncc. f. albanese, pietre colombine. Perda de
colomba: tipo di roccia calcarea che veniva utilizzata per fare la calce.
Coma, -s, ncc. f. frasche, fronde, buccia di leguminose. Al
singolare ha significato collettivo. Dal lat. coma, -ae, chioma degli
alberi, capelli, testa, e a sua volta dal greco kmh, -hw, chioma
degli alberi, fogliame, capelli, criniera, coda di cometa.
Conca, -s, ncl. f. sommit di un rilievo, capo, testa. Sa conca
la parte pi alta, in genere rocciosa, di un rilievo (collina o monte);
conca pu essere anche una roccia o un mucchio di pietre; da esso
derivato concali. Dal lat. concha, -ae, vaso, conchiglia, corno,
cava e a sua volta dal greco knkh, -hw, conchiglia.
Concali, -s, ncl. m. piccola sommit. Nome composto dal s.
conca e dal suff. diminutivo o dispregiativo -ali.
Conchedda, -s, ncl. f. piccola sommit. Nome composto dal
sostantivo conca e dal suff. diminutivo -edda.
Concheddu, -s, ncc. m. glande. Nome composto dal sostantivo
conca e dal suff. diminutivo -eddu.
Conti, -s, ncp. m. conte. Dal lat. comes, itis, compagno, sor-
vegliante; oppure dal francese antico e provenzale conte.
Contoni, -s, ncc. m. trachite. Sta per perda de contoni. Dal
greco kanyw, -o, angolo dellocchio; anche in lat. canthus, -i,
cerchio (parte esterna) della ruota.
In sardo si usa dare il nome alle pietre in base alluso prevalente per
cui esse vengono utilizzate. La trachite in Sardegna veniva usata per
costruire gli spigoli dei muri delle case o dei portali di accesso ai cor-
tili (is contonadas). Dalle cave si estraevano anche dei blocchi che
146 OLIVIERO NIOI
Cuili, -s, ncc. m. ovile. Dal lat. ovilis, -e, stalla da pecora e a
sua volta dal greco ow, ow, pecora, montone.
Cuinu, npp. antroponimo (soprannome) locale. Secondo Zara un
cognome di origine ebraica da cohen col significato di sacerdote.
Cuironi, o Coroni. Non ha un significato. Nome composto dalla
radice cuir- e dal suffisso accrescitivo -oni. Potrebbe derivare dal lat.
corion, -ii, erba di S. Giovanni (in questo luogo peraltro vi cresce in
abbondanza), o da corium, -ii, cuoio, pelle, buccia, crosta,
intonaco, strato. In questultimo caso dal greco krikow, -ou,
cuoio, pelle, o dal ver. lat. cohaereo, essere unito, connesso,
legato, collegato, o dal ver. lat. coiro, forma arcaica di curo, -as,
curare, ristorare, procurare. Il significato pu essere messo in
relazione col ver. sardo ciri, cuocere. Collegabile anche al catalano
cuiro e al castigliano (spagnolo) cuero cuoio.
Cumbidu, -s, ncc. m. invito. Dal part. pass. lat. convictus, -a, -
um (ver. convico, is), provare, dimostrare, confutare.
Cungiadeddu, -s, ncc m. piccolo podere recintato. Nome com-
posto dal sostantivo cungiau e dal suffisso diminutivo -eddu.
Cungiau, -s, ncc. m. podere recintato. Deriva dal lat. cuneatus,
-a, -um, part. pass. del ver. lat. cuneo, -as, assicurato, chiuso,
recintato.
Curridroxu, -s, ncl. m. luogo delle corse. Nome composto dalla
radice curri- e dal suff. -(dr)oxu. Deverbale dal ver. lat. curro, -is, cor-
rere, andare di corsa.
Cultura, -s ncc. f. terra coltivabile. Dal lat. coltura, -ae, cultu-
ra, cura, educazione; anche il ver. colo, -is (part. cultum), colti-
vare, aver cura di
Cuventu, -s, ncc. m. convento. Dal lat. conventus, -us, adunata.
D
Danieli, npp. m. Daniele. Dallebraico dan-i-El, Dio il mio
giudice. Antroponimo (nome).
De, prep. di. Nella lingua parlata la lettera d iniziale si elide
sempre ad eccezione dei casi in cui preceduta da un termine che fini-
sce con la vocale i o con la consonante s.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 151
E
Edileddu, -s, ncc. m. piccolo ricovero per capretti. Nome com-
posto dal sostantivo edili e dal suffisso diminutivo -eddu.
Edili, -s, ncc. m. ricovero per capretti. Nome composto dalla
radice ed- e dal suffisso di locazione -ili. Dal lat. haedus, -i, capret-
to. Nelle varianti settentrionali del sardo esiste anche il sostantivo sos
edos che significa i capretti appena nati.
Egralla, -s (anche ergalla, agralla, argallu, gragalla), nca. f.
capra (di un anno). Secondo il Wagner deriva dallagg. lat. gregarius,
-a, -um, del gregge; deriva comunque dal lat. grex, -gis, gregge,
branco, mandra. una capra che, in genere, non ha ancora figliato.
Let della capra viene determinata osservando la sua dentizione e\o le
corna. La capra cambia i primi denti da latte allet di dieci mesi circa
iniziando con gli incisivi centrali superiori che differiscono dai decidui
per le maggiori dimensioni. Nelle due corna si forma invece un solco
trasversale, e quindi perpendicolare alla lunghezza del corno, per ogni
anno di et che consente agli esperti di determinarne con sicurezza
let per almeno cinque anni.
Egua, -s, nca. f. Cavalla. Dal lat. equa, -ae, cavalla. Nel lessi-
co corrente si usa anche in senso traslato per indicare una donna di cat-
tivi costumi.
F
Faci, -s, ncc. f. faccia, volto, versante. Dal lat. facies, -ei,
aspetto, conformazione.
Fangu, ncc. m. fango. Dal germanico fani, terra impastata dal-
lacqua. Termine non appartenente al lessico locale in cui il fango
viene chiamato su ludu. Presumibilmente si tratta di un italianismo. Nel
lessico sardo corrente esiste laggettivo vang-anti che ha il significato
di vendicativo; una eventuale comunanza etimologica con questo
aggettivo potrebbe far assumere al nome il significato di vendettae
quindi il toponimo potrebbe avere il significato di Luogo della
Vendetta. Da confrontare anche col lat. fanum, -i, luogo sacro, tem-
pio, santuario col significato, in questo caso, di Luogo Sacro.
Farris, npp. Antroponimo (cognome) locale. Potrebbe derivare dal
lat. far, -ris, farro, grano, farina, torta sacra (ver. fano,-as,
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 153
G
Galanti, -s, agg. ottimo, abbondante. Dal francese galant, che
ha modi graziosi, elegante.
Garaus, npp. m. pl. Antroponimo (cognome) locale. Probabilmente
dal lat. carabus, -i, granchio, gambero di mare oppure da caragus,
-i, mago, incantatore, camelea o laureola (le ultime sono due
piante medicinali). Essendo al plurale un etnico. Secondo Zara un
cognome di origine ebraica da Charaiah con caduta della finale -ah.
(G)atu, -s, nca. m. gatto. Dal tardo lat. cattus, -i, gatto. Nome
di varie specie, in particolare di quelle domestiche, di Mammiferi del
genere Felis. Esistono numerose specie di gatti selvatici ma le princi-
pali sono quella europea, Felis silvestris silvestris, e quella africana,
Felis lybyca lybica, da cui deriva la varieta sardo-corsa del gatto selva-
tico. Le prime notizie del gatto domestico risalgono agli Egizi che lo
consideravano un animale sacro. Oggi in tutto il mondo ne esistono
molte variet e razze.
(G)atu Aresti, nca. m. gatto selvatico. Il suo nome scientifico
Felis lybica sarda Lataste, variet sardo-corsa del gatto selvatico del
Nord Africa Felis lybica lybica Forster.
Gavoci. Non ha nessun significato. Nelle lingue semitiche esiste la
radice gabhoa che significa luogo alto. Secondo Semerano le radici
gav-, gab- in accadico hanno il significato di elevazione, cima. Da
confrontare anche col lat. giber, -eris, gobba, protuberanza.
(G)enna, -s, ncc. f. valico, porta. Dal lat. ianua, -ae, porta,
entrata, accesso.
Geroni, npl. Genoni. Nome di un paese del Sarcidano. Secondo
S. Vidal, scrittore sardo del XVII secolo, il toponimo deriva dallo locu-
zione lat. (templum) Iunonis, (tempio) di Giunone. M. Pittau ipotiz-
za che il tempio si poteva trovare nel luogo in cui attualmente c la
chiesa parrocchiale di Genoni consacrata alla Madonna delle Grazie.
Ghiani, npp. Antroponimo (cognome e soprannome etnico) locale.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 157
Secondo alcuni linguisti deriva dal greco kanow, -ou, colore blu,
turchino, ciano, lapislazzuli.
(G)idileddu, -s, ncc. m. piccola pozzanghera. Nome composto
dal sostantivo (g)idili e dal suff. diminutivo -eddu.
(G)idili, -s, ncc. m. pozzanghera dacqua. Nome di etimologia
incerta; potrebbe derivare dal lat. bibilis, -e, bevibile; nella lingua
basca esiste il nome itil che significa mare, luogo acquitrinoso;
poich esiste anche un nome di luogo Gitil e, secondo il Wagner, que-
sto farebbe pensare a una origine preromana dello stesso. Secondo
Pittau una voce sardiana; mentre per Dedola deriverebbe dal babi-
lonese hidlum col significato di vaso. In sardo viene chiamata gidili
o idili una pozza dacqua piovana.
Gspaddi. Nome che nel lessico attualmente in uso non ha alcun
significato.
(Gi)uanni, (anche Uanni), npp. m. Giovanni. Dallebraico
Jehova-han, grazia di Dio. Ha lo stesso significato di Annibale,
dal fenicio hanan-Baal, Dio Benefico. Antroponimo (nome) usato
moltissimo a Nurri.
Giuanni Axu, npp. m. Giovanni Vargiu. Antroponimo (nome e
cognome).
(Gi)uanni Contu, npp. m. Giovanni Contu. Antroponimo (nome
e cognome).
Giuannicu de Portas, npp. m. Giovannino Portas. Antroponimo
(nome e cognome).
Giuanni Longu, npp. m. Giovanni Longu. Antroponimo (nome e
cognome).
Giuanni Pitu, npp. m. Giovanni il Piccolo. Antroponimo (nome
pi aggettivo).
Giuanni Pitzalis, npp. m. Giovanni Pitzalis. Antroponimo (nome
e cognome).
Gravelloni, -s, ncc. m. grandi garofani, (luogo nel quale cresco-
no) grandi (oppure molti) garofani; in questo secondo caso un sin-
golare collettivo. Nome composto dal sostantivo gravellu e dal suff.
accrescitivo -oni. Il suffisso accrescitivo -oni potrebbe essere riferito
sia al numero dei garofani che alle loro dimensioni.
Gravellu, -s, ncc. m. garofano. Dal catalano clavell, garofano.
Il suo nome scientifico Lilium sp. v. oppure Pancraticum illyricum L.
158 OLIVIERO NIOI
I
Igas. Nome senza significato nel lessico attuale. Da confrontare col
lat. igneus, -a, -um, di fuoco, ardente, caldo, splendente,
scintillante. Poich questo agg. viene usato in riferimento alle pietre,
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 159
L
Laconi, npp. e npl. Laconi. Comune del Sarcidano ora in pro-
vincia di Oristano. Toponimo ma anche antroponimo (cognome) senza
significato. Nome composto dalla radice lac- e dal suff. accrescitivo -
oni oppure da lacon- pi il suff. -i. Confrontabile coi termini sardi
lacu, lacuna che sono cavit contenenti acqua e lacana, fossato di
confine, confine ma anche col greco lkkow, -ou, fossa,
pozzo, cisterna, stagno. Cognome molto antico portato da alcu-
ni regnanti delle famiglie giudicali sarde nella forma LAccon. Secondo
Zara un cognome di origine ebraica da Haqqon.
Lacunedda, -s, (anche Lacuneddas) ncc. f. pozzanghere.
Nome composto dal sostantivo lacuna e dal suff. diminutivo plurale -
eddas. Dal lat. lacuna, -ae, cavit, pozza, fossa dacqua stagnan-
te. Sono piccole pozzanghere, in genere artificiali e intercomunican-
ti, costruite per abbeverare animali di piccola taglia (prevalentemente
ovini ma anche caprini). Si chiamano anche foradas.
Ladu, -a, -s, agg. largo, spesso. Dallagg. lat. latus, -a, -um,
largo, ampio. Secondo Dedola deriva dallaccadico aladu, partori-
re. Anche antroponimo (cognome) diffuso in Sardegna ma non presen-
te in Sarcidano. Secondo Zara un cognome ebraico da laadah o lahad.
Ladus, ncc. m. s. nome invariab. Una delle due met simmetri-
che. Dal lat. latus, -teris, lato, fianco, parte laterale.
Lai, -s, npp. Lai. Antroponimo (cognome) locale. Si usa anche al
plurale come etnico (is Lais). Secondo Zara un cognome ebraico
come Ahlai o laisc; questultimo col significato di leone. Secondo
Dedola ha origini accadiche da laium, capace, forte, combatti-
vo oppure da lahu, discepolo, germoglio.
Lalla, npp. f. Lalla. Antroponimo (nome). Generalmente un
vezzeggiativo di Laura. Laura deriva dal lat. laurus, -i, alloro.
Lampis, npp. Lampis. Antroponimo (cognome) locale.
Lana, ncc. f. lana. Al plur., is lanas, si usa anche in senso trasla-
to ed riferito ai peli del pube. Dal lat. lana, -ae, lana; deriva a sua
volta dal greco lxnh,-hw, lanugine, peluria, lana, pelo.
Langoni, -s, ncc. m. grossa zolla di terra. Termine non pi in uso
nel lessico di Nurri. Etimologia incerta.
Latepudda, npp. Latte di gallina. Antroponimo (soprannome
personale) attualmente estinto. Nome composto dai sostantivi lati e
162 OLIVIERO NIOI
M
Madama, -s, npp. f. signora. Dal francese madame. Nome non
presente nel lessico sardo.
Maiolu, -s, ncc. m. tramoggia. Deriva dal lat. maior (agg. comp.
di magnus, -a, -um), col significato di posto in alto in quanto rife-
rito alla parte della mola posta pi in alto rispetto alle altre parti. Su
maiolu una delle parti del sistema della macina asinaria domestica
usata per il frumento (grano e orzo ma anche biada) ed quel conteni-
tore che sta sospeso al di sopra delle due pietre della macina. costrui-
to in legno a forma di tronco di piramide (con tre o quattro facciate) e
ha la punta tronca rivolta verso la bocca della pietra superiore della
macina dove contiene una finestrella di regolazione della quantit del
grano che deve essere fatto cadere per la macinazione. La capienza del
recipiente in genere di 7-8 litri. Maiolu ha anche le caratteristiche di
un antroponimo (soprannome personale).
Magngia, -s, ncc. f. magagna, tranello, intrigo, imbro-
glio. Dal provenzale maganhar e a sua volta dal francese antico
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 165
Meloni, -s, ncc. m. o al plur. npp. melone. Dal lat. melo, -onis e
a sua volta dal greco mhla, -aw, melo, in italiano popone. Anche
antroponimo (cognome). Secondo Zara il cognome di origine ebrai-
ca da melech con caduta del -ch finale e aggiunta del suffisso accre-
scitivo -oni. Usato come antroponimo al plurale (Melonis) un nome
etnico. Il nome scientifico del melone Cucumis melo L.
Memoria, (anche momoria) ncc. f. memoria, ricordo. Dal lat.
memoria, -ae, memoria, ricordo, avvenimento, fatto storico,
monumento, tomba.
Mesoni, -s, (anche masoni) ncc. m., ovile. Dal lat. mansio, -onis,
soggiorno, permanenza, dimora, abitazione, residenza,
stazione, tappa, sosta.
Mesu, avv. luogo centrale, di mezzo. Dallagg. lat. medium, -a,
-um, medio, centrale, in mezzo, centro.
Mida, -s, ncc. f. pascolo. Secondo alcuni studiosi sinonimo di
minda.
Mincineddu. Non ha apparente significato. Nome composto dalla
radice minc(i)- e dal suff. -(i)neddu. La radice originale del termine
potrebbe essere min(c)tz- e avere quindi il significato di sorgente
dacqua. Il suff. -ineddu, come il suff. -eddu, si usano, in sardo, per
fare il diminutivo. Il termine di origine potrebbe essere quindi minc
(tz)- -ineddu col significato, in questo caso, di piccola sorgente
oppure sorgente poco abbondante.
Minda, -s, ncc. f. terreno recintato e incolto del bidatzone adibi-
to a pascolo e anche superficie vuota allinterno di un terreno colti-
vato. Dal lat. mendum, -i (o dal pi raro menda, -ae), difetto, imper-
fezione nel significato di non adibito a coltivazioni. Amenda o
aminda un termine che indica piccoli spazi di terreno, non utilizzati
per le colture, che servivano per far pascolare gli animali da trasporto
(asini, muli, cavalli), durante le ore di lavoro delluomo. Nel lessico
locale il vocabolo non pi in uso mentre ancora in uso il ver. amin-
dai che significa mettere al pascolo un animale da soma o da traspor-
to impedendogli per di scappare in modo tale da venire utilizzato alla
fine della giornata lavorativa per il rientro in paese. Per raggiungere
questo scopo si lega lanimale a una pianta con una lunga fune per con-
sentirgli il pascolo; oppure viene legata una delle zampe anteriori con
la zampa posteriore omolaterale per farlo pascolare impedendogli, allo
170 OLIVIERO NIOI
N
Nabidera, -s, ncc. f. luogo di nebbia. Nome composto dal sostan-
tivo nabida- e dal suff. collettivo -era. Dal lat. nebula, -ae, nebbia,
fumo, nuvola e a sua volta dal greco neflh, -hw, con lo stesso
significato.
174 OLIVIERO NIOI
O
Obertu, -a, -s, agg. aperto, non recintato. Dal lat. apertus, -a,
-um, part. pass. del ver. aperio, -is, aprire, scoprire, dedurre,
vedere, rivelare.
176 OLIVIERO NIOI
P
Padenteddu, -s, ncc. m. piccolo bosco. Nome composto dal
sostantivo padenti e dal suff. dim. -eddu.
Padenti, -s, ncc. m. bosco. Dal lat. patens, -tis, ver. pateo, esse-
re disponibile (per il pascolo) poich in genere si trattava di terre pub-
bliche. Correntemente il termine riferito a un bosco comunale (e quin-
di pubblico) situato in prossimit del paese e gravato da usi civici.
Pala, -s, ncc. f. versante, spalla, costone, pendio. Dal cata-
lano pala, versante di montagna con forte pendenza. un termine
riferito alla conformazione del terreno. Sa pala uno dei versanti di
unaltura ed ha in genere una discreta pendenza; di solito un versan-
te secondario nel senso che non parte dalla sommit dellaltura ma da
una sella pi bassa. In altre parti della Sardegna anche un antroponi-
mo (cognome).
Palita, -s, ncc. f. paletta, cazzuola (da muratore). Nome com-
posto dal sostantivo pala e dal suff. dim. -ita. Dal catalano paleta,
cazzuola. Palita anche antroponimo (soprannome etnico) locale.
Pani, -s, ncc. m. pane. Pani anche antroponimo (cognome)
locale. Dal lat. panis, -is, pane. Secondo Zara deriva dallebraico bani.
Para, -s, ncp. m. frate. Dal catalano pare e a sua volta dal lat.
fanus, -a, -um, consacrato, dedicato, part. pass. del ver. fano. Su
Para e anche un antroponimo (soprannome etnico) locale.
Pardu, -s, ncc. m. prato. Dal lat. pratum, -i, prato, erba dei
prati. Termine non pi in uso nel lessico attuale.
Parisca. Nome senza significato. Nome composto dallavv. paris e
dal suff. -isca. Paris in sardo significa piano, assieme a, allo
stesso livello di.
Parti, -s, ncc. f. parte. Dal lat. pars, -tis, parte, porzione,
frazione, partito, contrada. Nel periodo medievale in Sardegna
era sinonimo di Giudicato, regno, successivamente venne usato
anche per indicare una circoscrizione amministrativa.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 179
Pibioni, -s, ncc. m. acino duva. Nome composto dal tema pibi-
e dal suff. accrescitivo -oni. Deriva dal lat. piper, -eris, , pepe, a
grani e a sua volta dal greco pperi, -evw, anche pperiw, -idow,
pepe.
Piciau, npp. Picciau. Antroponimo (cognome) locale. Secondo
Zara si tratta di un cognome di origine ebraica.
Piddiu, npp. Piddiu. Dal lat. pellitus, -a, -um, coperto di pelli,
vestito con pelli. un antroponimo (soprannome etnico) locale
attualmente in uso. Piddiu significa verosimilmente uomo vestito di
pelli, uomo con la mastrucca e ha lo stesso significato di Sisinni.
Questo nome molto importante dal punto di vista storico perch
richiama alla mente il nome di una delle popolazioni che abitavano la
Sardegna prima della dominazione romana: i Sardi Pelliti.
Pigada, -s, ncc. f. salita ripida. Deriva dallagg. spagnolo empi-
nado che significa ripido. Questo nome di uso pi frequente nel
lessico logudorese. Per indicare lo stesso concetto in campidanese si
usa di pi il termine di scala.
Pillinca, -s, ncc. f. cosa insignificante. Dal lat. pellicola, -ae,
piccola pelle, prepuzio.
Pilloni, -s, nca. m. uccello. Anche antroponimo (soprannome e
cognome) locale. Dal ver. lat. pipilare (pipilo, -as), pigolare di uccel-
li, oppure dal nome pipio, -onis, piccione, tortora. In nome latino
verosimilmente onomatopeico.
Pinna, npp. Pinna. piuma, penna. Dal lat. pinna, -ae (anche
pina, -ae), piuma, conchiglia, perla e a sua volta dal greco
pn(n)a, -hw (anche pnh, -hw). Antroponimo (cognome) locale.
Pinnadeddu, npp. Pinnadeddu. Nome composto dal sostantivo
pinna e dal suff. dim. -eddu. Antroponimo (soprannome etnico) locale.
Pinnau, npp. Pinnau. Nome composto da pinna e dal suff. -au col
significato di dotato di (in questo caso dotato di penne).
Antroponimo (soprannome personale) locale attualmente estinto.
Pintau, -s, ver. I con. colorato, part. pass. del ver. pintai.
Dallagg. lat. pintus, -a -um, part. pass. del ver. pingo, -is, , dipinge-
re, colorire, ornare, abbellire.
Pipiu, -a, -s, ncc. m. e f. bambino. Dal lat. pupus, -i, pupo,
bambino, al fem. anche bambola. Sa pipia era anche una bambola
di pezza o di cera che, seguendo un rito sciamanico tribale, veniva
182 OLIVIERO NIOI
renti ma anche una depressione del terreno che viene riempita da acqua
piovana che permane per lunghi periodi. In passato, quando non si
andava al mare, i ragazzi dei paesi dellinterno dellisola utilizzavano
queste pozze per fare il bagno durante i mesi estivi. Spesso la pozza
dacqua ha preso il nome di qualcuno che vi annegato.
Pisu, -s, ncc. m. ma anche npp. seme, nocciolo, bacello. Dal
lat. pisum, -i , pisello. anche un antroponimo (cognome).
Piticu, -s, anche pitiu, agg. piccolo. Etimo non latino. Da con-
frontare col francese petit e col basco (euskara) pitik di pari significato.
Pitzaleddus, npp. m. Pitzaleddus. Nome composto dal locale
antroponimo (cognome) Pitzalis e dal suff. dim. plurale -eddus.
Pitzalis, npp. Pitzalis. Antroponimo (cognome) locale.
Pitziogu, npl. m. luogo pi alto (adatto) per lavvistamento.
una contrazione di pitzu de ogu. Nome composto dai sostantivi pitzu,
vetta, e ogu, occhio.
Pitzixeddu, -s, ncc. m. piccola cima. Nome composto dal sostan-
tivo pitzu e dal suff. dim. -eddu.
Pitzu, -s, ncc. m. cima, sommit. Etimo non latino.
Probabilmente derivato dalla radice pikk col significato di punta.
Pitzurrungronis. Contrazione di pitzu de rungronis. Nome compo-
sto dal sostantivo pitzu e da rungronis. Rungronis potrebbe essere una
contrazione di tzirringonis, tenie. In questo caso originariamente il
nome poteva essere pitzu de is tzirringnis col significato di cima sulla
quale abbondano i lombrichi. Tzirringoni il nome generico di molte
larve dinsetti di forma allungata che ricorda quella degli Anellidi che
sono animali invertebrati col corpo cilindrico, vermiforme. diviso in
segmenti, che si chiamano anelli o metameri, tutti uguali tranne i primi
due che formano il capo, e lultimo che forma la cloaca.
Pobori, npp. m. Salvatore. Dal lat. salvator, -oris, salvatore e,
a sua volta, dal greco swtr, -heow, salvatore, protettore, libera-
tore. Antroponimo accorciativo di Salvatore.
Pobori Pani, npp. m. Salvatore Pani. Antroponimo (nome e
cognome) locale.
Ponti, -s, ncc. m. ponte. Dal lat. pons, -tis, ponte, ponte della
nave. Verosimilmente dal greco pntow, -ou, che letteralmente signifi-
ca mare, mare aperto, ma anche via di mare. Secondo Semerano
deriva dallaccadico pattu, fiume, mare che cinge la terra.
184 OLIVIERO NIOI
R
Rpidu, -a, -s, agg. ripido. Dallagg. lat. rapidus, -a, -um, che
trascina, che porta via violentemente, rapido, impetuoso, fero-
ce, rapace, veloce, celere.
Reixi, -s, ncc. f. radice. Dal lat. radix, -cis, radice, parte infe-
riore, piede, base sicura; a sua volta deriva dal greco rdij,
-kow, radice. Probabilmente una forma di arreixi senza la vocale
prostetica a- e il raddoppiamento della -r iniziale.
Rialloci. Nome composto dal sostantivo riu, ruscello e da alloci.
Vedi alloci.
Riu, -s, ncc. m. ruscello, torrente. Dal lat. rivus, -i, rivo,
ruscello, torrente, piccolo corso dacqua, canale dirrigazione,
condotta sotterranea, galleria. A sua volta deriva dal ver. greco
rv, scorrere. Il termine locale di uso pi frequente arriu con la
vocale prostetica a- e il raddoppiamento della -r- iniziale.
Rosa, npp. f. Rosa. Dal lat. rosa, -ae, rosa; a sua volta deriva
dal greco rdon, -ou. Antroponimo (nome solo femminile) molto
usato a Nurri in quanto localmente vi una grande devozione per S.
Rosa da Viterbo che, pur non essendo la patrona del paese, viene
festeggiata con riti religiosi e civili superiori a quelli tributati a qual-
siasi altro Santo. I festeggiamenti per la Santa arrivano al culmine il
giorno quattro del mese di settembre di ogni anno.
Rosario, ncc. m. rosario. Termine italiano.
Ruina, -s, ncc. f. rovina, rudere. Dal lat. runa, -ae, dal ver.
ruo, -is, caduta, rovina, crollo, sventura, distruzione, edifi-
cio rovinato, rovina. Nel sardo locale il nome pi propriamente in
uso arruina.
S
Salaci. Nome senza significato. La radice sal-, assieme a salm-,
ricorre frequentemente nella toponomastica di tutta lEuropa, soprat-
tutto negli idronimi. Nella lingua basca attuale queste radici significa-
no corso dacqua, ruscello. Sono gli antichi baschi ad aver dato i
nomi a molti luoghi e fiumi dEuropa nella loro lingua, che non dove-
va essere eccessivamente diversa da quella attuale. Pittau e Paulis lo
fanno derivare dallantroponimo latino Salacius. Semerano sostiene
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 187
che sal significa essere in alto (confronta col lat. salio) e quindi, ma
non in questo contesto, capo, sovrano; in sumero sal (confronta
col lat. sol) significa splendere, sorgere della luce. Effettivamente,
considerando il luogo di Nurri a cui il toponimo riferito, lipotesi di
Semerano la pi adeguata e realistica. Si tratta di un luogo situato in
alto e ad est del centro abitato di Nurri. Secondo Dedola il nome
composto da unagglutinazione di su alaxi o di su alasi, lagrifoglio.
Questa pianta non attualmente presente in nessuna parte del terrrito-
rio di Nurri n presumibilmente era presente in passato in quanto le
condizioni geoclimatologiche del territorio non sono idonee al suo
accrescimento e alla sua diffusione. Il fitonimo inoltre inesistente nel
lessico in uso. Questa etimologia da tenere comunque in considera-
zione perch, accanto alla forma del toponimo agglutinata e pi in uso,
attestata anche la forma su alaci. In via ipotetica potrebbe essere
considerato un nome di importazione interna riferito a una pianta ras-
somigliante allagrifoglio. Letimologia di questo toponimo rimane
incerta. Il nome scientifico dellagrifoglio Ilex aquifolium L.
Salicua, -s, ncc. f. anagiride o laburno fetido. Dal lat. siliqua, -ae,
baccello (di legumi), carrubo, fieno greco. Il suo nome scientifi-
co Anagyris foetida L.
Salina, -s, ncc. f. erica. Etimologia incerta. A Nurri per lerica
non viene usato questo nome ma quello di tvara. I nomi scientifici
dellerica sono: Erica scoparia L., Erica arborea L., Erica carnea L.
Santu, -a, -s, agg. santo. Dallagg. lat. sanctus, -a, -um, santo,
sacro, inviolabile, venerabile, divino, virtuoso,.
Sarcni. Nome che non ha nessun significato nel lessico in uso. Pu
essere scomposto in s(u)arc-eni oppure in sarc-eni; nel primo caso pu
essere ipotizzata una derivazione latina da arx, -cis, rocca, fortezza,
altura, sommit, cima, rifugio, seguito dal suffisso -eni ovvero
una derivazione accadica arcu- col significato di luogo inaccessibile
o ancora la radice ebraica aroch di pari significato. Nel secondo caso
bisogna ipotizzare il significato della radice sar- pi -ceni oppure di
sarc- pi -eni. Nel sardo esistono i nomi dzarra (Olzai) e giarra
(Logudoro e Campidano) che sono collettivi e hanno il significato di
pietre di piccole dimensioni. La radice accadica sarru- (shr-, thr-) ha
il significato di re mentre le radici semitiche sar-, sarra- (ebraico zar-)
hanno il significato di roccia, rocca, scoglio. importante rile-
188 OLIVIERO NIOI
vare che in questo contesto i nomi del lessico sardo hanno significato
simile a quelli delle radici semitica ed ebraica. La citt di Tiro, in
Fenicia, veniva chiamata anche Zar che ha il significato di scoglio,
roccia. Anche la citt sarda di Thar-ros ha la stessa radice. Secondo
Ligia la radice sar- potrebbe anche significare terra, regione; e lo
stesso segnala il termine basco har col significato di pietra, bosco.
interessante anche notare che la radice sarc- la stessa di Sarc-id-ano
che il nome della regione in cui ubicato il comune di Nurri. Il nome
Sarcidano, pur essendo un coronimo introdotto da poche decine di anni,
esiste come toponimo di una zona, della superficie di circa 1.500 etta-
ri, ubicata tra i territori di Villanovatulo, Isili, Nurallao e Laconi.
Sardayara. npl. la giara sarda. Nome composto dallaggettivo
sarda e dal sostantivo yara. La radice Sard- diffusa, come toponimo
o composto di toponimo, in tutti i paesi che si affacciano sul
Mediterraneo. Gli esempi pi immediati di questi toponimi sono quel-
lo della citt di Sard-i, capitale della Lidia, nella penisola Anatolica, e
quello di Sard-ica, capitale della Bulgaria, nella penisola Balcanica
(attuale Sofia) e della Sard-egna. La prima attestazione scritta con un
alfabeto fonetico di questa radice si trova nella stele di Nora, cos chia-
mata perch fu rinvenuta nel 1773, in questa localit nel comune di
Pula, inglobata in un muro di recinzione di una vigna. Si tratta di una
lastra di arenaria, delle dimensioni di cm 105 x 57, sulla quale inci-
sa una iscrizione in caratteri fenici ed conservata ed esposta nel
museo archeologico di Cagliari. Questa stele riveste eccezionale
importanza perch il primo documento di tutto lOccidente mediter-
raneo scritto con un alfabeto fonetico. La forma dei caratteri ci con-
sente di rilevare che lalfabeto utilizzato quello cananeo arcaico e in
base a questo di stabilire una datazione del reperto che, quasi unani-
memente, viene attribuito dagli epigrafisti a unepoca a cavallo del
1000 a. C. Il nome della Sardegna identificabile alla terza riga tra le
prime sei lettere (BSHARDN). Liscrizione va letta da destra a sinistra,
come in tutte le scritture semitiche. Molti studiosi si sono cimentati
nella traduzione di queste incisioni con risultati abbastanza difformi tra
loro. La radice non vocalizzata SHRDN-, trova invece le sue pi anti-
che attestazioni in alcune iscrizioni egiziane su argilla (tavolette di Tel
El-Amarna: Lettere del re di Byblos, fine sec. XIV a.C.), sulle pareti
del tempio rupestre di Abu Simbel, del tempio di Karnak, del tempio
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 189
collettivo -axru. Dal lat. silix, -cis, selce, pietra focaia, granito,
basalto, lava.
Stziris. Nome senza apparente significato. Verosimilmente deriva
anche questo dal sostantivo lat. silix, -cis. Esiste il verbo campidanese,
non usato a Nurri, sitziri che significa chiudere, socchiudere, avvi-
cinare. Il nome sitzli (pron. sitzilli) ha il significato di pietra silicea.
Solinas, npp. Solinas. Antroponimo (cognome).
Solu, -a, -s, agg. solo, isolato. Dallagg. lat. solus, -a, -um,
solo, unico.
Sonalla, ncc. f. campanaccio. Nome composto dal sostantivo
sonu e dal suff. -alla. Dal lat. sonus, -i, suono, rumore, fragore.
A sua volta deriva dalla voce indiana suna, di pari significato. Forse
anche antroponimo (soprannome personale) che oggi non esiste pi.
Sperrau, ver. I coniug. spaccato. Part. pass. del ver. sperrai,
spaccare in due met speculari. Dal part. pass. lat. dispestus, -a, -um,
del ver. dispesco, -is, separare.
Spidu, -s, spiedo. Dal francese antico espiet, derivato a sua volta
dal germanico speut con uguale significato. Non appartiene al lessico
locale ma importato dal logudorese in quanto nel lessico locale lo
spiedo si chiama schidoni.
Spina, -s, ncc. f. spina, anche collettivo per indicare luogo ricco
di arbusti spinosi. Dal lat. spina, -ae, spina, arbusto spinoso,
macchia.
Spinosu, -a, -s, agg. luogo ricco di arbusti spinosi. Nome com-
posto dal sostantivo spina e dal suff. collettivo e accrescitivo -osu.
Spissu, -a, -s, agg. grosso, spesso. Dallagg. lat. spissus, -a,
-um, spesso, denso, fitto, lento, stantio, tardo. Anche
antroponimo (cognome) non presente a Nurri.
Srva, -s, fate. Nome composto dalla consonane prostetica s-,
relitto dellarticolo determinativo plurale sardo is, agglutinato a ravas in
cui agevole il riconoscimento dellagg. lat. albus, -a, -um, bianco,
che ha seguito le seguenti trasformazioni su album > sarbu > s-rabu.
Nellultimo passaggio lagglutinazione della s- dellarticolo ha con-
sentito la metatesi della -r-. Significa letteralmente essere bianco.
Srementu, ncc. m. solo al sing. rami di potatura di vite. Dal lat.
sarmentum, -i, ramoscello reciso, pampino, frasche, fascine.
Sriboni, -s, nca. m. cinghiale. Nome composto dalla radice sriv-
194 OLIVIERO NIOI
e dal suff. accrescitivo -oni. Dal lat. silva, -ae, selva, bosco, fore-
sta, macchia. Il suo nome scientifico Sus scrofa meridionalis.
Sribustianu, npp. m. Sebastiano, il Venerabile, Nato ad
Agosto. Dal greco sebastw, -, -n, venerabile, mese di agosto.
Antroponimo (nome).
Sruexu, -s, anche xruexu, ncc. m. quercia da sughero. Dal lat.
suber, -eris, quercia da sughero, sughero (corteccia). Il suo nome
scientifico Quercus suber L.
Sruexa, -s, ncc f. sughera. Questo nome al femminile non
attualmente in uso nel lessico corrente. Sembra che esistano degli ibri-
di tra le querce uno dei quali un ibrido tra il leccio e la quercia da
sughero caratterizzato dal fatto davere il tronco uguale a una comune
quercia da sughero e la chioma, comprese le foglie e le ghiande, ugua-
le al leccio. Se questo fosse vero spiegherebbe luso del femminile per
una pianta di genere maschile.
Stallu, ncc. m. separazione. Deverbale dal lat. estero, -is, estrar-
re, toglier via.
Stazioni, -s, ncc. f. stazione. Nome di derivazione italiana da
stazione che a sua volta deriva dal lat. statio, -onis, stare fermo,
immobilit, stazione, sosta, posto, luogo.
Stella, n.p.p. Stella. Dal lat. stella, -ae, stella, astro, pianeta,
cometa; deriva a sua volta dal greco astr, -row. Antroponimo di
una famiglia locale alla quale era stato dato un soprannome (etnico) ita-
liano. La stella, nel lessico attuale, si chiama su steddu e il termine stel-
la in sardo non ha assolutamente alcun significato. Altra ipotesi che il
toponimo originario fosse Bingia de is Telas (pron. binge stellas).
Sterriu, -a, -s, ver. II coniug. stendere, apparecchiare, raccon-
tare, ricoprire. Part. pass. del verbo sterri. Dal part. pass. lat. exten-
sus, -a, -um, (ver. extendo, -is) teso, disteso, spiegato, esteso.
Stessi. Nome senza significato nel lessico attuale.
Stiddari. Il nome non ha alcun significato nel lessico locale.
Verosimilmente deverbale dal lat. extollo, -is, costruire, innalzare.
Poich il toponimo riferito a una pietra potrebbe avere il significato
di roccia alta oppure potrebbe essere un collettivo e allora potrebbe
avere il significato di (luogo ricco di) pietre idonee per costruire.
Sticau, -s, ncc. m. selciato. Dal part. pass. lat. extrictus, -a, -um
(ver. extero, is calcare, calpestare).
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 195
Stradoni, -s, ncc. m. grande strada. Dal lat. strta via, strada
lastricata attraverso la mediazione dellitaliano strada. Nome com-
posto dalla radice strada e dal suffisso accrescitivo sardo -oni.
Strintu, -s, ncc. m. stradello angusto, vicolo cieco. Dal lat. strinc-
tus, -a, -um (ver. stringo), stretto, compresso, serrato, ristretto.
Striori, npp. brivido leggero. Antroponimo (soprannome perso-
nale) locale attualmente estinto. Dal lat. stridor, -oris, stridore,
digrignamento dei denti, cigolio, fischio, grida. Da confron-
tare anche col lat. striga, -ae, strega, con laggiunta del suff. -ori. In
questultimo caso il nome sarebbe composto da stria, barbagianni, e
dal suffisso -ori. Il nome scientifico della Stria Tyto alba alba
Linnaeus, variet sardo-corsa del barbagianni Tyto alba ernesti
Kleinschmidt. il pi comune dei rapaci notturni della Sardegna. In
tutta lisola sa stria viene considerato un uccello di malaugurio e in
passato si pensava che fosse la causa diretta di insorgenza delle malat-
tie itteriche. Si pensava che la malattia venisse contratta quando il bar-
bagianni sorvolava un individuo coricato in posizione supina. Striau
era il malato che aveva contratto questa malattia. In passato venivano
praticati un insieme di riti tribali a scopo terapeutico. Uno di questi
consisteva nel bruciare le piume delluccello e di ingerirne le ceneri.
Altri riti consistevano nel fare ingerire ai malati un miscuglio di
sostanze tra le quali gli escrementi del barbagianni. Il suffisso -ori con-
tiene senzaltro un significato negativo.
Strumpu, ncc. m. fuoruscita violenta e abbondante di acqua.
Deverbale dal lat. estrudo, -is, espellere, fuoruscire con violenza.
Stuppra. Nome senza significato nel lessico corrente. Si potreb-
be scomporre in s-tup(p)-ara dove la consonante iniziale s- potrebbe
essere un relitto del prefisso lat. (di)s o della preposizione (e)x, -tup-
un etimo non latino che in sardo, come tip-, ha significato di fitto,
groviglio, ostruito, tappato, -ara potrebbe essere un suffisso col-
lettivo. Nel lessico in uso esiste il ver. stupi che significa stappare
ma anche cacciar via, cacciar fuori al quale il toponimo potrebbe
essere collegato. In prossimit di questo luogo esiste un toponimo che
contiene lo stesso etimo: tupa-yoxu.
Sturrddu, -s, nca. m. stornello nero. Nome composto dalla radi-
ce sturr- e dal suff. dim. -eddu. Il suo nome scientifico Sturnus uni-
color Temminck.
196 OLIVIERO NIOI
Strridu, -s, nca. m. storno. Dal lat. sturnus, -i, storno, stor-
nello. Il suo nome scientifico Sturnus vulgaris vulgaris Linnaeus.
Nel lessico logudorese questo nome ha il significato di starnuto ed
il corrispondente del campidanese sturrsciu.
Su, art. det. m. sing. il.
Sueddesu, -a, -s, ncp. m. e f. abitante di Suelli. Nome composto
dalla radice Sueddi, Suelli, e dal suff. etnico -esu.
Sugrxa, -s, ncc. f. spacca sassi (o bagolaro). Dal lat. faba syria-
ca; da questultimo termine derivano tutte le varianti fonetiche dei
nomi sardi del bagolaro. Il suo nome scientifico Celtis australis L.
Susu, avv. l. sopra, su. Dallavv. lat. sursum (< su-b e ve-rsu-
m); sopra, in su, in alto.
Suta (anche Asuta). avv. l. sotto. Dallavv. lat. sub, sotto, in
basso, dentro.
T
Tacu, -s, ncc. m. tavolato calcareo. Dal lat. tabulatum, -i, ripia-
no, tavolato. Secondo Ligia dal greco ykow, -ou, scanno, seg-
gio e quindi sede, sito. I tachi sono i tavolati calcarei, per lo pi
altipiani, che caratterizzano i paesaggi del Sarcidano, della Barbagia di
Seulo e dellOgliastra. Danno il nome anche alle rocce calcaree che li
costituiscono che vengono appunto chiamate perda tachina.
Tachinu, -a, -s, agg. luogo ricco di roccia calcarea. Nome com-
posto dal sostantivo tacu e dal suff. di caratterizzazione -inu.
Tachixeddu, -s, ncc. m. piccolo altopiano calcareo. Nome com-
posto dalla radice tacu e dal suff. diminutivo -ixeddu.
Tacuara, ncl. tavolato sacro. Nome composto dai sostantivi tacu,
altopiano calcareo e ara. Nel lessico locale ara non ha nessun signi-
ficato. Dal lat. ara, -ae, altare, rifugio, protezione, monumen-
to. In effetti il toponimo indica un altopiano lungo e stretto di circa 18
ettari di estensione nel quale esistono tre nuraghi (di Ceas, di Corrili,
di Genna de Mata), i resti di due villaggi nuragici e almeno due aree
cimiteriali di epoca preromana.
Tacumina, anche Tacuminu. Nome composto da tacu, tavolato
calcareo e mina. Minu non ha nessun significato. Pu derivare da
minae, -arum, sporgenze (dei muri), merli (delle mura), minac-
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 197
ce. Il lat. minus, -a, -um, significa anche glabro. Minus, -a, -um si
usa in lat., per formare il comparativo di minoranza di parvus col signi-
ficato quindi di meno. Mina, -ae, mina, misura di peso e moneta
greca; muna una misura greca di peso uguale a 100 dramme (436,6
grammi), oppure moneta dargento da 100 dracme attiche o denarii
romani, oppure moneta doro da 1000 dracme (10 mine dargento). Sa
mina in Sardegna anche un recipiente di misura (costruito in legno o
in ferro) corrispondente a mesu moi (mesu moyu in logudorese). Il
verbo campidanese minai ha almeno due significati di cui uno quel-
lo di sbattere, frullare, mischiare. Il secondo riferito invece a
una fase del procedimento della concia delle pelli cio al camoscia-
mento che consiste nel battere le pelli con un randello per rammollir-
le. Il nome potrebbe quindi avere i seguenti significati: Tavolato gla-
bro, in quanto privo di alberi, Tavolato pi basso, Tavolato-
Roccaforte, Tavolato (sul quale avviene) il Camosciamento delle
Pelli, Tavolato (sul quale vengono costruite) le mine o (sul quale
si misura) con le mine; oppure Tavolato (sul quale avviene) il
mescolamento (di che cosa ?).
Tallu, -s, ncc. m. gregge. Deverbale dal lat. talio, -as, -are,
tagliare, nel significato di una porzione, una parte. Il verbo stal-
lai ha il significato di separare una parte del gregge ma si usa anche
nel significato di dividere uno spazio.
Tanca, -s, ncc. f. podere recintato. Dal catalano tancar, recinto
in muratura. In genere le tanche sono di propriet di privati.
Tnnara. Non ha nessun significato nel lessico attualmente in uso.
Nome composto dalla radice tan- e dal suff. afono -ara. La radice tan-
potrebbe essere messa in relazione con la dea punica Tanit. In greco
antico la stessa radice yan- (ynatow, -ou morte) ha il significato di
morte in riferimento quindi a una delle aree cimiteriali presenti in
abbondanza su questo altipiano. Da confrontare anche con lagg. greco
tanaw, -, -n che ha il significato di lungo, alto, prolungato,
ampio.
Tela, -s, ncc. f. pietra piatta di grandi dimensioni. Dal lat. tela, ae
(ver. texo, -is, tessere), tela, tessuto.
Telatzu, -s, ncc. m. pietra piatta irregolare. Nome composto dalla
radice tela, roccia piatta, e dal suff. -atzu, che attribuisce alla radice
un significato dispregiativo, di imperfezione, di inferiorit.
198 OLIVIERO NIOI
Tellora, -s, ncc. f. piccola pietra piatta. Dal lat. tellus, -oris,
terra, suolo, terreno, podere, propriet. Nome composto
dalla radice tela, grande pietra piatta, e dal suff. -ora che attribuisce
alla radice un significato diminutivo e/o di inferiorit.
Terra, -s, ncc. f. appezzamento di terreno. Dal lat. terra, -ae,
terra, terreno, regione.
Terrabra, ncc. f. terra bianca. Nome composto dal sostantivo
terra e dallaggettivo abra, che deriva dallagg. lat. albus, -a, -um,
bianco. La terra a cui si riferisce il toponimo bianca perch ricca
di caolino.
Terralta, ncc. f. altopiano. Nome composto dal sostantivo terra e
dallaggettivo alta, che deriva dallagg. lat. altus, -a, -um (ver. alo),
alto, elevato, profondo.
Testu, -s, ncc. m. vaso. Dal lat. testa, -ae, guscio della tartaru-
ga, vaso in terracotta, guscio, coccio.
Tipoi, luogo con macchia fitta. Nome composto dalla radice tip-
e dal suffisso -oi. La radice non vocalizzata di questo nome tp-.
Inserendo tra le due consonanti del tema le vocali -a-, -i-, -u-, si otten-
gono le radici della serie tap-, tip-,top-, tup- che in sardo hanno tutte lo
stesso significato di ostruito, tappato, rattoppato come per
esempio nei nomi o verbi tup-are (tappare), tup-a (luogo ostruito),
s-tup-ai (stappare), tip-idu (fitto), in-tip-iu (reso fitto). La radi-
ce vocalizzata tzp- analoga alle precedenti in quanto inserendo la
vocale -a- tra le consonanti si ottiene la radice tzap- come la si ritrova
nel verbo tzap-ulare, rattoppare, e nel nome tzap-ulu, rattoppo,
analogo ai precedenti. Queste radici non esistono nelle lingue latina e
greca e fanno parte del substrato preromano. Alcune di queste radici si
ritrovano anche nelle lingue italiana, inglese e tedesca e hanno signifi-
cati analoghi al sardo. Nella lingua italiana sono contenute nelle radici
dei verbi tap-pare, rat-top-pare e nei nomi tap-po, rat-top-po.
In tedesco esistono nomi con le radici tap-, top- e tup- come tap-ete,
tapezziere, tap-ezieren, tapezzeria, s-top-fen, tappare, topp,
chioma tup-fer, tampone. Anche in inglese sono presenti le radici
con tap- e top- come in tap rattoppo (pezzetto di cuoio applicato al
tacco di una scarpa per ripararlo), tap-estry, tapezzare (in stoffa),
arazzo e s-top , tappare, ostruire. In italiano esiste la radice tur-
(non vocalizzata tr-, come in tur-are, con lo stesso significato. Tra i
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 199
U
Undadroxu, ncl. m. luogo che sinonda. Dal lat. unda, -ae,
onda, flutto con laggiunta del suff. sardo -(d)roxu.
Ureu, -s, ncc. m. cardo. unabbreviazione di Crdu Uru. Dal
lat. carduus, -us cardo, carciofo, e verus, autentico, nome con
cui si indica il carciofo selvatico. Secondo il Wagner questa etimologia
verosimile perch questo cardo sarebbe il rappresentante principale
tra le tantissime specie di cardi selvatici. Scientificamente si chiama
Cynara cardunculus L.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 203
Urrei, -s, ncp. m. re. Dal lat. rex, -gis (ver. rego, -is), re,
monarca, sovrano, principe con laggiunta della vocale prosteti-
ca u- e il raddoppiamento della consonante iniziale -r-. Anche
antroponimo (soprannome etnico) locale.
Usai, npp, Usai. Antroponimo (cognome) locale. Secondo Zara il
cognome di origine ebraica da husai. Questo nome esiste anche nella
lingua basca e ha il significato di colore.
Uscrau, ncc. m. bosco bruciato. Dal lat. ustilatus, -a, -um (ver.
ustilo, -as), abbruciato leggermente, bruciacchiare con la fiamma
oppure ustus, -a, -um (ver. uro), combusto.
Utzeri, npp. Utzeri. Antroponimo (cognome).
V
Valenti, npp. m. Valente. Dal lat. valen, -tis (ver. valeo), sano,
forte, robusto, valoroso, forte, sano. Antroponimo (sopran-
nome etnico) locale.
Villa, ncc. f. villa. Dal lat. villa, -ae, villa, possesso rustico,
casa di campagna, podere, fattoria, tenuta. Nome che non
appartiene al lessico sardo ma a quello italiano.
Villa Felicita, ncc. f. Villa Felicita. Abitazione a cui stato dato
il nome di una donna.
Vitina, anche vitacea, agg. che da la vita. Dal lat. vitalis, -e,
che fa vivere, che conserva la vita, che ha o d forza vitale,
abbigliamento, vestito. Laggettivo vitnia non esiste pi nel lessi-
co attuale. Il termine potrebbe essere legato al logudorese fitiana che
significa di tutti giorni, e allora, poich laggettivo attribuito a una
sorgente, potrebbe significare lacqua (che si beve) tutti i giorni
oppure che sgorga sempre (e non secca mai). Lacqua in questione
sgorga da terreno scistoso e viene considerata, dal punto di vista qua-
litativo, una delle migliori sorgenti ubicate nel territorio di Nurri.
Vitellu, nca. m. vitello. Dal lat. vitulus, -i, vitello (che ha meno
di un anno). Anche antroponimo (soprannome personale) locale.
204 OLIVIERO NIOI
X
Xirra, mcc. m. spampanamento della vite. Dal lat. dis togliere
e cirrus, -i ricciolo e oggetti analoghi, ciuffo, fronde di pianta,
cima di piante attraverso dis-cirr-um > is-cirr-u > s-cirr-u > x-irr-u.
Secondo il Guarniero deriva dal lat. ex- cernere, scegliere, separa-
re mentre secondo il Wagner deriva da ex-cirrare, tagliare la parte
terminale delle piante. Xirrai in senso traslato significa anche scar-
dinare, abbattere, togliere con violenza. Leliminazione dei pam-
pini della vite una potatura che si esegue nel mese di agosto.
Xrebu, -s, nca. m. cervo. Dal lat. cervus, -i, cervo. Il suo nome
scientifico Cervus elaphus corsicanus e si tratta di una variet sardo-
corsa del cervo rosso europeo.
Y
Yanti, avv. luog. avanti, successivo. Dal lat. de ab ante (da
anti), prima, davanti; dal greco nta, nt.
Yara, ncl. f. giara, altopiano basaltico. Secondo Ligia derive-
rebbe dal greco e sarebbe un nome composto da gh, terra, regione,
contrada e r, preghiera. Le giare, che caratterizzano i paesaggi
del Sarcidano, della Barbagia di Seulo e dellOgliastra, sono in genere
ricchi di nuraghi e di altri monumenti archeologici prenuragici. In
Sardegna famosa e conosciuta la giara di Gesturi perch popolata da
cavallini autoctoni che vivono allo stato brado.
Yorghi, npp. m. Giorgio. Dal ver. greco gevrgv, lavoro la
terra. Antroponimo (nome) non pi in uso a Nurri come tale ma ita-
lianizzato (Giorgio).
Yossu, avv. luog. sotto, gi. Dallavv. lat. deorsum, sotto.
Yua, nca. f. criniera. Dal lat. iuba, -ae, criniera, del cavallo ma
anche di altri animali, cesta, pennacchio, folta chioma, coda,
cima frondosa.
Yuncu, ncc. m. giunco. Dal lat. incus, -i.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 205
6.1 Nomi
Tra i 37 nomi alcuni sono ancora molto comuni e molto uti-
lizzati nei nuovi nati seppure nella forma italiana e sono: Antoni
(Antonio), Giuanni (Giovanni), Franciscu (Francesco), Grallinu
(Carlo), Luisu (Luigi), Mauru (Mauro), Maria, Micheli
(Michele), Nigola (Nicola), Pepi (Pepe), Perdu (Pietro), Rosa,
Uanni (Giovanni), Yorghi (Giorgio). Altri nomi sono ancora pre-
senti a Nurri ma non pi utilizzati nei nuovi nati e sono:
Batistinu, Lena, Leu, Felicita, Sisinni, Sribustianu.
Questultimo gruppo di nomi non viene pi utilizzato per i
nuovi nati ed costituito da:
Abramu, Ambrogiu, Antini, Austinu, (B)asili, Chicheddu,
Cochi, Filimu, Filippu, Priamu, Tomei.
Alcuni nomi, molto utilizzati in passato, in particolare quelli
della serie biblica, stanno di nuovo tornando nelluso anche se
nella forma italiana. Questi sono: Matteo (Matzeu), Michele
(Micheli) e Tommaso (Tomasu). In passato si era soliti attribuire
ai nuovi nati il nome degli avi (genitori e nonni). In caso di fami-
206 OLIVIERO NIOI
6.2 Cognomi
La maggior parte dei 46 cognomi presenti nei toponimi fanno
parte del patrimonio onomastico attuale di Nurri.
Alcuni cognomi sono al plurale in quanto sono etnici e non
riferiti quindi a un singolo individuo. Questo ci consente di rile-
vare che in sardo i nomi propri di persona non sono invariabili,
come in altre lingue, ma si possono usare sia al singolare, quan-
do riferiti ad un singolo individuo, sia al plurale quando riferiti
allintera famiglia che porta quel cognome. In questi casi il plu-
rale si forma, come nei nomi comuni, aggiungendo la consonan-
te -s alla forma singolare.
I cognomi che non fanno parte del patrimonio attuale di Nurri
perch estinti o perch in origine non autoctoni sono i seguenti:
Cadeddu, Esu, Ingrais, Lecis, Lentis, Manunta, Massa, Massala,
Melas, Meloni, Murtas, Solinas, Trois, Tzeddas, Utzeri.
6.4 Soprannomi
Tra i 48 soprannomi (allomingius) presenti nei toponimi pos-
siamo fare una distinzione tra soprannomi familiari, o etnici, e
soprannomi personali. Ciascuno dei due gruppi nasce per esi-
genze diverse e ha anche un destino diverso.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 207
Tabella dei nomi attinenti alla fauna: nomi sardi e corrispondenti italiani
N. Nome sardo Nome italiano
1 Arruga Strada
2 Arruina Rudere
3 urra Ricovero per maiali
4 Axrola Aia
5 Caminu Strada
6 Campusantu Camposanto
7 Cannoni Tubo per fuoruscita dacqua
8 Carrulu Strada per carri
9 Casa Casa
10 Casteddu Fortezza
11 Cora Cunetta, canale, solco
12 Contonera Cantoniera
13 Coremola Pietra inferiore di mola asinaria
14 Cresura Siepe, siepe divisoria
15 Cresuredda Piccola siepe
16 Cruxi Incrocio, croce
17 Cungiadeddu Piccolo podere recintato
18 Cungiau Podere recintato
19 Domu Casa, abitazione
20 Edileddu Piccolo ricovero per capretti
21 Edili Ricovero per capretti
22 Forru Forno
23 Fossu Fossa
24 Funtana Fontana
25 Funtanedda Piccola fontana
26 (G)idileddu Piccola pozzanghera d'acqua stagnante
27 (G)idili Pozzanghera d'acqua stagnante
28 Guardia Luogo per vedetta
29 Gturu Strettoia
30 Lacunedda Piccole pozzanghere per abbeverare animali
31 Ladus Parte speculare di terreno
32 Mndara Recinto per ovini o caprini
33 Massa Podere
34 Medau Ovile
35 Mesoni Ovile
36 Minda Terreno per soggiorno temp. di animali da soma
37 Molaxa Luogo di costruzione di macine e di macinazione
38 Molimentu Luogo di macinazione
39 Muru Muro, barriera, rudere
40 Muscadroxu Macchione per il riparo degli animali dalle mosche
41 Nuratzi Nuraghe
42 Nuratzolu Piccolo nuraghe
43 Nuraxi Nuraghe
44 Ortu Orto
224 OLIVIERO NIOI
11 CONCLUSIONE
Necessit di ampliare
lalfabeto sardo rispetto a quello italiano
Vocali
Consonanti
Le sillabe
Il suono y
La lettera z
Suono cacuminale dd
a) La consonante b
La lettera b non si pronuncia nei nomi singolari con artico-
lo quando si trova allinizio di parola ed seguita da una vocale
(per esempio su oi per su b-oi, su au per su b-au, su acu per su
b-acu, sa uca per sa b-uca, su eranu per su b-eranu, su entu per
su b-entu). Talvolta non si pronuncia solo al singolare se seguita
dalla consonante r (per esempio su runcu per su b-runcu, sa
entri per sa brenti). Si pronuncia sempre se si trova allinizio di
parola nei nomi plurali accompagnati dallarticolo determinativo
e in tal caso la s finale dellarticolo non viene pronunciata (per
esempio i bois per is bois, i baus per is baus, i bacus per is
bacus, i bucas per is bucas, i beranus per is beranus, i bentus
per is bentus, i bruncus per is bruncus). Il Wagner descrisse que-
stultimo fenomeno, che si verifica frequentemente nellarea lin-
guistica campidanese, come una agglutinazione, della lettera
esse dellarticolo plurale con la consonante iniziale del nome
successivo, con raddoppiamento di questultima. A Nurri questo
fenomeno fonetico consiste semplicemente nella perdita della
esse senza che si verifichi lagglutinazione e il raddoppiamen-
to della consonante in questione.
In posizione intervocalica la b cade come ad esempio nel
caso di orru (dal lat. ru-b-us > ru-b-u > r-u > o-r-ru).
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalla consonante
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 247
b) La consonante c
A Nurri la lettera c acquista un suono intermedio tra k e
g al singolare quando si trova allinizio di parola ed seguita
dalla vocale a (per esempio su g-ani per su c-ani, sa g-ora per
sa c-ora). Le stesse parole al plurale riacquistano il suono netto
di k (esempio is c-anis, is c-oras). Talvolta scompare al singo-
lare se seguita dalla consonante r e ricompare al plurale (esem-
pio sa ruxi al singolare, is c-ruxis al plurale). Quando accom-
pagnata dallarticolo determinativo acquista il suono sgi (sce-x),
esempio sa x-ea. Si verifica in questi casi una sorta di intercam-
biabilit tra le gutturali c, g e il suono x (sgi).
La lettera c pu essere seguita solo dalle consonanti -r- ed
-h- e formano i gruppi cr- e ch- pi vocale. Talvolta la conso-
nante -r- sostituisce la lettera -l- dei corrispondenti nomi lati-
ni dai quali origina in quanto, in sardo, il gruppo cl- incompati-
bile. Il latino cl-arus (chiaro) per esempio diventa in sardo cr-aru.
c) La consonante d
Nella parlata nurrese la lettera d allinizio di parola acqui-
sta talvolta un suono intermedio tra d e t (esempio Trugalis
per Drugalis). Talvolta scompare al singolare e ricompare al plu-
rale (esempio sa omu al singolare, diventa is domus , da pronun-
ciare i domus, al plurale).
Come avviene per le lettere c e g anche per le lettere d
e t si verifica una intercambiabilit tra le dentali.
La d non si pronuncia quasi mai nella preposizione de e
questo si verifica in tutte le varianti del sardo.
248 OLIVIERO NIOI
d) La consonante f
La lettera f iniziale di parola talvolta cambia suono al plu-
rale trasformandosi in sc- (esempio su ferritu al singolare diven-
ta i scerritus al plurale). Spesso assume un suono intermedio tra
f e v (ad esempio la f iniziale della parola f-rori, fiore, o
di f-radi, fratello, potrebbe tranquillamente essere una v) o il
suono diventa chiaramente quello di v (per esempio la lettera
f iniziale della parola f-aina, attivit, viene pronunciata netta-
mente come v).
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalla consonante -
r- formando il gruppo fr- pi vocale. Talvolta la consonante -r-
sostituisce la lettera -l- dei corrispondenti nomi latini da cui
deriva in quanto in sardo il gruppo fl- quasi sempre incompatibi-
le. Fl-amma, fiamma, diventa per esempio fr-ama.
e) La consonante g
La g iniziale di parola seguita da vocale spesso non si pro-
nuncia (esempio zzini per G-tzini, turu per g-turu, idili per
g-idili, enna per g-enna).
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalle consonanti
-r- ed -h- formando i gruppi gr- e gh- pi vocale. Talvolta nei
nomi sardi derivati dai corrispondenti latini, la consonante -r-
sostituisce la lettera -l- in quanto in sardo, il gruppo gl-
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 249
incompatibile. Lesito sardo dei nomi latini che iniziano con gl-
pu consistere nella perdita della consonante g. Ad esempio i
nomi latino gl-obus e gl-ans in sardo diventano l-obu e l-and-iri.
f) La lettera h
Il grafema h un semplice segno grafico. Non si pronuncia
mai e pertanto un grafema muto. La h ha gli stessi usi della
lingua italiana. Pur essendo considerata una consonante in effetti
non ha un suono proprio, n lo acquista se viene unita a una voca-
le ed ha pertanto esclusivamente funzione di appoggio. Le conso-
nanti che usufruiscono di questa funzione di appoggio sono la c
e la g.
Le gutturali c e g hanno un suono diverso in rapporto alla
vocale che segue queste due lettere e assumono un suono aspro
(gutturale tipo le lettere greche kappa (k) e gamma (g) davanti
alle vocali a, o e u (ad esempio c-ardu e g-avoci, c-orti e g-
opai, c-ucuru e g-untruxu) e un suono dolce davanti alle vocali e
ed i (ad esempio c-ea e g-enna, c-ixiri e g-idili). Teoricamente
per riportare questi due diversi suoni e differenziare il suono dolce
da quello aspro (gutturale) di queste due lettere sarebbe necessario
aggiungere due nuove consonanti allalfabeto. In Sardegna qual-
cuno ha introdotto la lettera k al posto del suono di c aspro (ka
per ca, ko per co, ku per cu, come in k-ardu, k-orti, k-ukuru) riser-
vando la lettera c per il suono dolce (cio c-ea, c-ixiri). Se si
adottasse questa soluzione per la lettera c aspra rimarrebbe il
problema dei due suoni della lettera g che viene usata sia per il
suono aspro (gutturale, davanti alle lettere a, o ed u) sia
per il suono dolce (davanti alla lettera i). Quando le lettere c e
g hanno un suono aspro (gutturale) pur essendo seguita dalla
vocale i (come per esempio nella parola ch-ini) per indicarlo
vengono fatte seguire dalla lettera h. Questa soluzione, almeno
per quanto riguarda la lettera c, era gi adottata nel latino. Per
quanto riguarda invece la lettera g nel latino non esistono situa-
zioni nelle quali questa lettera dura pur essendo seguita dalle
250 OLIVIERO NIOI
g) La consonante l
Si pronuncia come vibrante uvulare leggermente rotata oppure
come l geminata (ll). A Nurri tutti i nati fino al 1940 circa uti-
lizzano il primo tipo di pronuncia cio utilizzano la l rotata e
dicono, ad esempio, mela (mela) non mella. I nati tra il 1940 e il
1960 utilizzano per met il primo tipo e per met il secondo tipo
di pronuncia. I nati dopo il 1960 utilizzano prevalentemente il
secondo tipo di pronuncia. Il primo tipo di pronuncia si usa sia
quando la l in posizione intervocalica sia quando si trova alli-
nizio di parola. Nelle parole di derivazione latina questa lettera non
subisce grandi modificazioni conservandosi in tutte le parole.
La geminata latina -ll- in sardo ha come esito -dd- ad esempio
caba-ll-us diventa cua-dd-u.
La geminata sarda -ll- , spesso, lesito romanzo della sillaba
-li- contenuta nei corrispondenti nomi latini con scomparsa della
vocale -i- e comparsa, al suo posto, della consonante -l- cos,
ad esempio, fi-li-us, figlio, diventa fi-ll-u, me-li-us, meglio,
diventa me-ll-us, li-li-um, giglio, diventa li-ll-u. Nella stessa sil-
laba pu essere seguita solo dalle vocali formando i gruppi la-,
le-, li-, lo-, lu-. Non mai seguita da consonanti.
h) La consonante m
Non ha particolarit di pronuncia.
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalla consonante
-r- formando il gruppo mr- pi vocale. I nomi mr-axni e mr-
xini sono esempi di questo abbinamento.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 251
i) La consonante n
In sardo si pronuncia con suono palatale che si ottiene appog-
giando la punta della lingua sul palato. Nella geminata -nn- e nel
gruppo -nd questa articolazione del suono pressoch costante.
Questo meccanismo lo stesso che si attua per ottenere il suono
cacuminale della geminata -dd-.
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo da una vocale e
mai da consonante.
l) La consonante p
Quando seguita dalla vocale a assume il suono intermedio
tra b e v come per esempio nella parola para che si pronuncia
bara. Non pu essere mai preceduta dalla lettera n. Nelle parole
composte se la prima termina con la lettera n e la successiva
parola inizia con la lettera p la lettera n si trasforma in m.
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalle consonanti
-r- ed -s- formando i gruppi pr- e ps- pi vocale. Talvolta la
consonante -r- sostituisce la lettera -l- in quanto in sardo il
gruppo -pl- incompatibile.
Per esempio il latino p-l-anum, pianeggiante, agevole, diven-
ta in sardo p-r-anu, p-l-anta, pianta, diventa p-r-anta.
m) La consonante q
La lettera q in sardo non esiste. Il suono di questa lettera
identico a quello del gruppo cu (o ku). Questa lettera viene cor-
rettamente conservata nelle parole non sarde che la contengo-
no. Il linguista Massimo Pittau ha proposto recentemente luso di
questa lettera, e lha utilizzata anche nel suo vocabolario, per
indicare locclusiva laringale sorda, il cosiddetto colpo di glot-
tide dei dialetti centrali che Wagner identificava come Gruppo
di Fonni, che interessa la lettera c. Naturalmente questa scel-
ta crea equivoci per i dialetti sardi nei quali il colpo di glottide
interessa lettere diverse dalla c e cio la n, a Isili e nel
Sarrabus, e la lettera l, a Siurgus-Donigala e nel Sarrabus.
252 OLIVIERO NIOI
n) La consonante r
La lettera r intervocalica spesso cade; ad esempio pe-r-
tunta > pe-tunta, manca-r-i > manca-i , goma-ri > goma-i, dina-
r-i > dina-i. La lettera r cade in tutti i verbi della prima coniu-
gazione che terminano in -ai ad esempio dona-r-e > dona-r-i >
dona-i, fraga-r-e > fraga-r-i > fraga-i, piga-r-e > piga-r-i > piga-
i. In questi ultimi esempi vengono riportate anche le forme inter-
medie esistenti nelle aree di confine tra parlata logudorese e
campidanese (Barbagia di Seulo e Ogliastra). Nelle corrispon-
denti forme logudoresi la r viene conservata. Queste modifi-
cazioni fonetiche rappresentano esempi di maggiore evoluzione
linguistica del campidanese rispetto al logudorese. Quando la let-
tera r seguita da consonante, soprattutto se questa una t
tende a trasformarsi in l. Quando si trova allinizio di parola
talvolta le viene preposta una vocale (prostesi vocalica) e si rad-
doppia come per esempio nelle parole a-r-riu, a-r-rbiu, a-r-roli,
o-r-ru, u-r-ri. Nella stessa sillaba pu essere seguita solo da
vocali formando i gruppi ra-, re-, ri-, ro-, ru-. Non mai seguita
da consonanti.
o) La consonante s
Pu essere sonora (dolce) come nel nome sciusciu o sorda
(aspra, sibilante) come nei nomi soli e mascu. In sardo prevale la
forma sorda (aspra).
La lettera s dellarticolo determinativo plurale is si dilegua
quando il nome che lo segue inizia con le consonanti b, d, g, m,
n, z, e, non sempre, con la s e la v. La s dellarticolo si tra-
sforma nel suono x (sce) se il nome inizia con le consonanti f ,
v; fa raddoppiare la r se il nome inizia con r.
Nella stessa sillaba pu essere seguita dalle consonanti -b-,
-c-, -d-, -f-, -g-, -l-, -m-, -n-, -p-, -r-, -t-,
-v- e forma i gruppi sb-, sc-, sd-, sf-, sg-, sl-, sm-, sn-, sp-, sr-,
st-, sv- pi vocale.
Il gruppo sg viene scritto tradizionalmente col grafema x (sce).
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 253
p) La consonante t
La lettera t iniziale di parola assume talvolta un suono inter-
medio tra d e t (esempio Destus per Testus, Drugali per
Trugali ). Altre volte la lettera t assume il suono netto di d
soprattutto nella terza persona singolare dei verbi, a cui si
aggiunge sempre una vocale paragogica, e nel caso del pronome
ti usato encliticamente o procliticamente coi tempi infinito,
gerundio o limperativo.
Per esempio andat (da andai) si pronuncia anda-d-a, pesa-t
(da pesai) si pronuncia pesa-d.
Questo si verifica per il fenomeno, gi esposto, della inter-
cambiabilit tra dentali e labiali medie.
Nella stessa sillaba pu essere seguita dalle consonanti -r- e
s- e forma i gruppi tr- e ts- pi vocale. Talvolta la consonante
-r-, nei nomi di derivazione latina, sostituisce la lettera -l- in
quanto in sardo il gruppo tl- incompatibile.
q) La consonante v
Si pronuncia con un suono intermedio tra f e v. Talvolta si
trasforma nella lettera f ad esempio nel caso della parola vragu.
Talvolta si trasforma nella lettera b ad esempio nella parola biu
(viv-um > vi-v-u > b-iu) in cui si ha, oltre che la trasformazione
della v in b, anche la caduta della v intervocalica. Nelle
parole di derivazione latina, quando si trova in posizione intervo-
calica, spesso cade come per esempio nelle parole n ( ni-v-em >
ni-v-e > ni-e >n) e fa (fa-v-am > fa-v-a > f-a).
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalla consonante
254 OLIVIERO NIOI
r) La consonante x
Tradizionalmente si usa per riportare il suono digrammatico
sg che corrisponde al suono della J (gei) francese.
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalla consonante
-r- e forma il gruppo xr- pi vocale.
I nomi sardi campidanesi derivati dai corrispondenti latini che
contengono le sillabe ce e ci, ge e gi hanno come esito finale il
suono x (sce). Se la sillaba si trova a inizio di parola ce e ge, ci
e gi diventano entrambe rispettivamente xe e xi. Se invece ce, ci,
ge e gi vanno a formare lultima sillaba del nome diventano tutti
xi.
s) La consonante y
presente in molti nomi sardi e corrisponde al suono della i
iniziale dei nomi italiani Iolanda e Iugoslavia.
t) La consonante z
A questo grafema corrispondono due suoni: la z sonora e la
z sorda. In campidanese la z sorda molto pi frequente di
quella sonora in quanto questultima non rappresenta un obietti-
vo finale di esito romanzo, a differenza del logudorese.
Nella stessa sillaba pu essere seguita solo dalla consonante
-r- e forma il gruppo zr- pi vocale.
Vocali paragogiche
Metatesi consonantica
is sravas, le fate, i-s av-r-as > i-s-r-avas, oppure e-b-ra, erba, con
larticolo, > s-r-eva, lerba. Naturalmente la radice di partenza dei
termini interessati da metatesi quella latina. Le metatesi sono
molto pi frequenti nel campidanese che nel logudorese.
Metatesi vocalica
Accento
II
CONSIDERAZIONI MORFOLOGICHE
(GRAMMATICALI )
Il nome
Larticolo
1. Articolo determinativo
Gli articoli determinativi nel sardo campidanese sono su per
il maschile singolare, sa per il femminile singolare e is per il plu-
rale. Se il nome a cui riferito inizia con le vocali a o u la
vocale dellarticolo si elide.
Larticolo nel sardo ha funzione sintattica, come daltra parte
si verifica nelle altre lingue romanze.
Larticolo determinativo non esiste nella lingua latina ma esi-
ste invece in quella greca dalla quale probabilmente stato
assunto nella formazione delle lingue romanze.
2. Articolo indeterminativo
Gli articoli indeterminativi sono invece unu, per il maschile e
una, per il femminile.
Se il nome a cui riferito inizia con le vocali a o u la
vocale dellarticolo si elide.
3. Articolo partitivo
Il partitivo una particolare costruzione grammaticale che
indica il rapporto tra una parte e una totalit.
In sardo rappresentato da una forma plurale dellarticolo
indeterminativo, e cio unus cantus e unas cantas, e corrisponde
alle preposizioni articolate italiane del, dello, della, ecc usate
con il significato di una parte di, un p di... come ad
esempio quando si chiede acqua dicendo: versami dellacqua.
Aggettivo
Sing. I pers. Custu est su cungiau miu o de mei o de mimi o cosa mia
II Custu est su cungiau de tui o cosa tua
III Custu est su cungiau de issu (fem. de issa) o cosa sua
nu (-s), perunu (-a), calincunu (-a), siguru (-a), ateru (-a , -s),
pagu (-s), meda (-s), nudda, unu (-s), una (-s) cantus (-as), una
pariga, totu (-s), tropu. Alcuni sono invariabili, altri si usano solo
al maschile e femminile singolare, altri ancora si usano solo al
singolare o al prurale.
Suffissi
-er-i (fem. -er-a, plur. -er-as, -er-is), -ed-u (plur. -ed-us) e itu
(plur. -it-us) col significato di moltitudine omogenea. I suffissi
etnici, di provenienza, sono vari: il pi comune -es-u (fem. -es-
a, plur. -es-us, -es-as), come ortza-esu e nurr-esu, suedd-esu, e gli
altri sono -ay-u (fem. -ay-a, plur. -ay-us, -ay-as), come castedd-
ayu, -in-u (fem. -in-a, plur. -in-us, -in-as), come brabarixinu,
mamuyad-inu, -inc-u (fem. -inc-a, plur. -inc-us, -inc-as), come bos-
incu. Il suffisso -in-u (fem. -in-a, plur. -in-us, -in-as) viene anche
usato per indicare similitudine, come nel caso di procedd-inu, o
appartenenza/uso, come nel caso di crbinu. I suffissi -os-u (fem. -
os-a, plur. -os-us, -os-as) e -il-i (plur. -il-is) si usano per rimarcare
la caratteristica del nome o aggettivo cui sono riferiti e indicano
abbondanza (come perdan-ili) o idoneit a un particolare uso indi-
cato dal nome (come crab-ili).
In sardo esistono altri suffissi che hanno perso il loro signifi-
cato originario ma che vengono ancora utilizzati come tali nella
parlata corrente. Alcuni di questi come -ai e -oi, che potrebbero
essere definiti non romanzi in quanto non hanno corrispondenza
nella lingua latina, hanno un significato facilmente intuibile se si
analizzano i nomi che, nel lessico in uso, li contengono come nel
caso per esempio di baba-ai e mamm-ai in cui le radici onoma-
topeiche baba- e mamma- indicano rispettivamente il sesso
maschile e femminile mentre il suffisso -ai d ai nomi il signifi-
cato di origine col significato globale quindi di sesso maschi-
le che ha generato e sesso femminile che ha generato. Il suf-
fisso in -oi invece viene aggiunto nel lessico corrente attuale
quando si vuol dare ai nomi un significato dispregiativo o
comunque di imperfezione e di inutilit come nel caso per esem-
pio di pir-oi, dato al perastro per specificare che si tratta di una
pianta selvatica che non fruttifica in maniera utile oppure abi-oi,
dato al calabrone per indicare che non una vera e propria ape
utilizzabile per produrre miele. Una prova che conferma la vali-
dit di queste riflessioni sul suffisso -oi lesistenza dei sinoni-
mi pir-astu e pir-oi che hanno la stessa radice e le desinenze
diverse ma che hanno esattamente lo stesso significato.
Per altri suffissi non romanzi, che potremmo anche chiamare
pre-latini o anche paleosardi, non facile intuire il loro signifi-
cato originario. Questi suffissi sono presenti in gran quantit
274 OLIVIERO NIOI
Pronome
1. Pronomi personali
Sono quelli che si riferiscono alla persona del discorso.
Possono avere sia la funzione di soggetto che quella di comple-
mento. Possono essere singolari o plurali. Si possono mettere
prima o dopo il verbo. I pronomi soggetto hanno una prima, una
seconda e una terza persona. La terza persona singolare e plura-
le hanno sia il genere maschile che quello femminile.
In sardo i pronomi soggetto sono: deu, tui, issu e issa (I, II e
III persona singolare), nosu, bosatrus, issus e issas (I, II e III per-
sona plurale) che corrispondono alle forme italiane io, tu egli ed
ella, noi, voi, essi ed esse.
I pronomi complemento sono invece le particelle pronomina-
li atone: mi (I), ti (II), ddu, dda, ddi (III); persone singolari, si (I),
si(II), ddus, ddas, ddis (III) persone plurali che corrispondono
alle forme italiane: mi, ti, gli, ci, vi, loro. Ecco alcuni esempi:
Stevuni m at nau pagu
Stevuni tat nau pagu
Stevuni ddat nau pagu
Stevuni sat nau pagu
Stevuni sat nau pagu
Stevuni ddis at nau pagu
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 275
Dona-si-ddu sarrescotu
Dona-si-ndi arrescotu
Dona-is-iddu sarrescotu
Dona-is-indi arrescotu
Donai-nde-ddi-si arrescotu
3. Pronomi possessivi
Indicano a chi appartiene la persona, animale o cosa di cui si
parla e sostituiscono sempre il nome. Concorda sempre col gene-
re e numero del nome a cui si riferisce. Sostituisce un nome che
non viene espresso. Sono uguali agli aggettivi possessivi ma
diventano pronomi quando sostituiscono il nome mancante. In
sardo sono de mimi (o miu e mia), de tui, de issu e de issa , de
nosu, de bosatrus, de issus e de issas. Corrispondono alle forme
italiane: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro.
A Nurri si usano anche le forme: cosa mia, cosa tua, cosa de
issu e de issa, cosa nosta, cosa de bosatrus, cosa de issus, de
issas e cosa insoru che si mettono sempre dopo il nome.
Ecco alcuni esempi:
Su cane miu est prus bellu de su tuu oppure de cussu cosa tua
Custa cavuna est de tui, mi (d)da donas sa mia (o sa de mimi)?
oppure cussa cosa mia?
Custu cungiau est de mimi, cali est su de bosatrus?
4. Pronomi dimostrativi
I pronomi dimostrativi indicano la collocazione nello spazio e
nel tempo di ci di cui si parla. A differenza degli aggettivi dimo-
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 277
5. Pronomi indefiniti
Designano persone, animali o cose in modo, appunto, indefi-
nito, vago, rispetto alla quantit e alla qualit. Essendo pronomi
non si accompagnano al nome ma lo sostituiscono. In sardo essi
sono: donniunu, calincunu, chini si siat, chini si ollat, nisciunu (-
s), nemus, unatru, unu (fem. una, plur. unus, unas), totucantus,
riferiti a persona, e cali si siat, calincuna cosa, cali si ollat cosa,
matessi, atru, pagu (-s), prus pagu, meda (-s), tropu, nudda, rife-
riti ad animale o cosa, unus cantus (fem. unas cantu), perunu,
278 OLIVIERO NIOI
totus, pagu (plur. pagus), propiu (fem. propia, plur. propius, pro-
pias), allenu (fem. allena, plur. allenus, allenas), donnia, man-
cunu, riferiti a persona, animale o cosa. Pronomi corrispondenti
italiani sono: ognuno, qualcuno, chiunque, nessuno (alcuno), un
altro, qualsiasi cosa, qualcosa, altro, poco, molto, troppo, nulla.
6. Pronomi relativi
Sono pronomi che mettono in relazione tra loro due proposi-
zioni. Sono invariabili. Possono fungere sia da soggetto che da
oggetto. In sardo essi sono: chi, su chi (fem. sa chi, plur. is chi),
totus is chi. Le forme italiane corrispondenti sono: che, colui
che, il quale, quanto, chiunque, dove, dovunque. Ecco alcuni
esempi:
Su contu chi intendu
Ascurtu su chi (b)ollu
Sisinni baddat cun sa chi ddi praxit
Ascurtu is chi chistionant
Mi praxint tutus is chi pagant
attuali delle altre regioni del campidano che sono and-ai, torr-ai,
pap-ai, giog-ai. Si verifica quindi la semplice trasformazione della
vocale finale della desinenza da -e a -i. Nel successivo esito
finale delle altre regioni si ha la caduta della consonante -r-
intervocalica. I verbi logudoresi della seconda coniugazione
come biv-ere, morr-ere, prangh-ere, benn-ere, tenn-ere, tim-ere
e della terza ingurt-ire, diventano biv-iri, morr-iri, prang-iri,
benn-iri, tenn-iri, tim-iri, ingurt-iri prima di avere come esito le
forme definitive campidanesi attuali che sono biv-i, morr-i,
prang-i, benn-i, tenn-i, tim-i, ingurt-i. Si verifica quindi la sem-
plice trasformazione delle due vocali e della desinenza dei
verbi in -ere e dellultima vocale -e della desinenza dei verbi
in -ire nella vocale i. Nel successivo esito finale delle altre
regioni si ha sia la caduta della consonante -r- intervocalica
che la caduta della vocale finale -i. I verbi della terza coniuga-
zione derivano sia da verbi latini della stessa coniugazione (-ire)
sia da verbi della seconda coniugazione (-ere) per trasformazio-
ne della -e- finale della desinenza (-ire) e da quella iniziale e
finale (-ere) nella vocale -i- come nei verbi arr-iri (rid-ere),
budd-iri (boll-ire), bess-iri (usc-ire).
Anche in sardo ci sono i verbi ausiliari essi e iri. I verbi ausi-
liari si chiamano cos perch aiutano gli altri verbi nella coniu-
gazione. Questi sono verbi irregolari in quanto non seguono le
normali coniugazioni ma hanno forme proprie.
LOGUS. MICROTOPONIMI DI NURRI 281
Avverbio
Avverbi di modo
Avverbi di luogo
Avverbi di tempo
Avverbi di quantit
Avvervi interrogativi
Preposizione
Congiunzione
Interiezione (o esclamazione)
BIBLIOGRAFIA COMPLEMENTARE
Prefazione 5
Premessa 11
1 Obbiettivo dellindagine 13
2 Campo dindagine: Nurri 14
3 Materiale e metodi 14
3.1 Catasto 15
3.2 Carte I.G.M. 16
3.3 Altre fonti 17
3.4 Ordinamento del materiale raccolto 17
8 Zoonimi e altri nomi attinenti alla fauna nei nomi di luogo 214
8.1 nomi di animali 214
8.2 Nomi attinenti alla fauna 216
11 Conclusione 232
Appendici 235