Che cos’è la preadolescenza e quando inizia, sono domande che tutti i genitori a un certo punto si pongono.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Angelica Irene Dragone, Psicologa Psicoterapeuta del Policentro Pediatrico e Donna di Milano di fare chiarezza e dare alcuni consigli per capire come affrontare in modo più consapevole i cambiamenti di questa età delicata.
Che cos’è e quando inizia la preadolescenza
Oggi la preadolescenza è considerata un periodo specifico, con caratteristiche proprie, una precisa fase evolutiva tra l’infanzia e l’adolescenza, generalmente collocato tra i 10 e i 13 anni. Caratteristica tipica del preadolescente è “l’essere in transizione”, in senso evolutivo, fisico, psicodinamico e sociale, verso tappe future adolescenziali, ma con ritorni al mondo dell’infanzia. Questa transizione, accompagnata da conflitti emotivi, la ritroviamo su più fronti: quello interno, con i cambiamenti corporei e di pensiero, e quello esterno, sociale, tra la dimensione familiare e l’Altro.
I cambiamenti fisici: l’elaborazione dell’identità personale
Una caratteristica fondamentale, che scandisce l’inizio di questa fase, è il processo di trasformazione del corpo, la pubertà, che definisce in modo visibile questo periodo: sviluppo, oltre che degli organi sessuali, delle caratteristiche sessuali secondarie , cambiamenti nella conformazione fisica, nell’altezza e nel timbro della voce, comparsa dei peli e cambiamenti ormonali.
Il rapporto con il corpo e l’uso del corpo sono una presentazione identitaria all’altro, uno strumento di relazione con l’altro. Il rischio legato a questo aspetto è viversi precocemente alcune esperienze, corporee o sessuali: anticipare non sempre dà la possibilità dell’elaborazione di questi vissuti, la maturazione psichica non sempre ha gli stessi tempi.
I processi mentali e lo sviluppo del pensiero logico
I processi mentali cambiano, come cambia a livello cerebrale il consolidamento e la velocità di elaborazione; si sviluppa il pensiero logico: il passaggio dal pensiero concreto a quello astratto ipotetico-deduttivo e critico aumenta la loro capacità di ragionamento e problem-solving.
Preadolescenza: tra famiglia e mondo esterno
È evidente un movimento oscillatorio tra famiglia e il mondo esterno, questo infatti è il primo vero momento di inizio di separazione dalla famiglia, dai genitori, verso la socialità, con i pari e con altri adulti di riferimento; vi è un forte interesse verso l’altro, cambiano le priorità.
All’interno del gruppo dei pari iniziano le amicizie non mediate dall’adulto, la sperimentazione di rapporti fortissimi, ideali e simbiotici all’esterno del nucleo familiare, ma è anche la fine della spensieratezza infantile, con le prime grandi e profonde delusioni o disagi. Vivere nuovi contesti e conoscere nuovi adulti e l’aumento della capacità di riflessione promuovono inoltre un senso critico e di arricchimento rispetto alla propria esperienza familiare, modificando e ampliando modelli e ideali.
Movimenti interni importanti
Il preadolescente è caratterizzato da vulnerabilità, fragilità e incertezza. Egli vive le prime crisi rispetto alle sue esperienze sociali, ma anche speranze, ideali, desideri e grandiosità, dati dal suo bagaglio costruito precedentemente. È l’importanza del valore transizionale, di saper vivere “il divenire” di questo periodo, che sottolinea la sua dimensione evolutiva, in cui proprio il “non essere più infante, ma neanche adolescente” assume una connotazione specifica, in un movimento continuo e oscillatorio tra le figure genitoriali e l’altro, tra autonomia e dipendenza.
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