Scritti al buio

Secret Love, carnalità e buone maniera nella campagna inglese

di Fabio Ferzetti   25 luglio 2022

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Il film di Eva Husson, tratto dal bel romanzo di Graham Swift,si poggia sulle solide spalle della giovane Odessa Young e dei suoi due amori, lontani nel tempo

Ci sono attori che da soli valgono un film e molti di loro, questo è un fatto, sono inglesi. In “Secret Love”, cioè “Mothering Sunday” (ma il bel romanzo di Graham Swift da cui è tratto viene tradotto “Un giorno di festa”) ci sono almeno tre nomi appartenenti alla categoria: Colin Firth, Olivia Colman e la gloriosa Glenda Jackson. Il film poi poggia sulle solide spalle della giovane Odessa Young e dei suoi due amori, lontani nel tempo. Ma non corriamo.

Se fra i sudditi della Regina abbondano i grandi interpreti non è solo perché nella patria di Shakespeare recitare è considerato un’arte prestigiosa quanto scrivere o dipingere, ma perché il cinema britannico, tutto distanze di classe e conflitti psicologici, offre agli attori una sorta di terreno ideale. Uno spazio geometrico in cui ciò che spesso appare torbido, arbitrario, irrazionale, diventa logico, limpido, intellegibile. È un cinema solido e tradizionale in cui l’esecuzione viene sempre prima dell’invenzione. Ma non riapriamo antiche querelle: nella sovrabbondanza attuale ogni stile ha pari diritti e quello scelto dalla francese Eva Husson, tutto ombre nascoste in una luminosa primavera, si intona perfettamente ad ambienti e sentimenti.

Siamo infatti nel 1924 in una, anzi in due fastose magioni di campagna. Nella prima, dai Niven (Firth e Colman), lavora come cameriera la trovatella Jane (Odessa Young), spirito aguzzo e gran senso d’osservazione. A casa Sheringham vive invece il suo amante segreto Paul (Josh O’Connor, perfetto), unico sopravvissuto su tre fratelli (gli altri se li è presi la guerra, sottotesto che il film usa a meraviglia cucendolo addosso alle posture e alle espressioni degli adulti). Solo che Paul, destinato a un’agiata carriera d’avvocato, è già promesso a una giovane del suo rango.

Il resto, che coincide con la crescita e col dischiudersi della vocazione letteraria di Jane, va scoperto al cinema. La trovata chiave sta nel contrapporre la rigidità (e il dolore segreto) degli abiti e delle buone maniere alla verità e alla carnalità delle molte scene di nudo fra gli amanti, sia pure nei limiti di un cinema educato e “per tutti”. Un solo vero rimpianto: non aver concesso maggiore spazio al secondo amore di Jane, il filosofo nero Donald (Sope Dirisù, altro volto che rivedremo). Il personaggio potenzialmente più nuovo del film. E il più sacrificato.

“Secret Love (Mothering Sunday)”
di Eva Husson
Gran Bretagna, 110'