I verbali

Papi girls, la rabbia di Terry

di Adriano Botta   3 agosto 2010

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Dopo Patrizia D'Addario, anche Maria Teresa De Nicolò racconta la notte nel lettone di Putin, con altre due ragazze e il premier. E si pente: "Sono finita in quel giro come un pollo"

«No, con i giornali non parlo. Mi hanno contattata in molti, dai quotidiani ai settimanali, ma per concedere un'intervista avrei bisogno di un supporto legale ed economico. Perché se mi querela Berlusconi, io poi cosa faccio?», così rispondeva un anno fa Maria Teresa 'Terry' De Nicolò a 'L'espresso' che le chiedeva notizie sulla sua frequentazione con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. 

De Nicolò era una delle ragazze ascoltate (in qualità di testimone) dai pubblici ministeri di Bari che indagano su Giampi Tarantini, l'imprenditore della sanità che, a partire dall'estate 2008, ha reso felice il premier presentandogli decine di escort, starlette e aspiranti dive della tv, cercando di ottenere in cambio appalti milionari da parte delle pubbliche amministrazioni (ed è appunto questo il possibile reato su cui i giudici vogliono fare chiarezza).

Il ruolo di Terry De Nicolò in questo presunto scambio emerge in relazione alla notte del 23 settembre 2008, quando è stata a Palazzo Grazioli  assieme ad altre 15-20 ragazze e quattro uomini. All'epoca De Nicolò disse solo: «Abbiamo chiacchierato di Alitalia, abbiamo fatto le quattro del mattino; io da Giampaolo ho ricevuto mille euro come rimborso spese». Non una parola su quello che sarebbe successo dopo le chiacchierate, a cui si sa che erano presenti (oltre al Cavaliere, a Tarantini e alla De Nicolò)
anche Carolina Marconi (una valletta venezuelana che ha partecipato anche al Grande Fratello e ha poi ottenuto una parte nella fiction Rai "Un posto al sole estate", che qualche mese fa si è sposata con l'imprenditore Salvatore De Lorenzis, il re delle slot-machine del Salento), Francesca Garasi (hostess dell'agenzia Ego Model, modella e indossatrice) e Geraldine Semeghini, al tempo responsabile del privè del Billionaire. Comunque che il giorno dopo il premier era atteso a New York per parlare, accanto al sindaco di Milano Letizia Moratti, di Expo e del Millennium Goal, la 'campagna del Millennio' contro la povertà e la fame nel mondo: invece all'ultimo minuto fece saltare il viaggio per rifugiarsi a Melezzole, vicino a Todi, nell'health center di Marc Mességué, per «risolvere un mal di schiena» come riferì in quei giorni un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi.

Qualche tempo dopo la Garasi (una delle ragazze presenti) denuncerà di aver ricevuto un messaggio anonimo di minacce e di inviti a non parlare, che la polizia poi scoprì essere stato inviato da una cabina telefonica nel centro di Roma. Garasi non ha più aperto bocca su quanto avvenuto quella sera.

Ha invece parlato ai magistrati, Terry De Nicolò, che già aveva ammesso un incontro sessuale con l'allora potente esponente del Pd pugliese Sandro Frisullo, sempre su mandato di Tarantini. 

Il colloquio con i pm Giuseppe Scelsi e Marco Di Napoli, titolari dell'inchiesta, risale a un anno fa, ma solo adesso è stato reso noto. Si riferisce appunto al settembre 2008 («Non ricordo la data esatta», dice la escort): sempre su richiesta di Tarantini, Terry vola da Bari a Roma a seguito di una convocazione immediata: «Ho dovuto fare la borsa in mezz'ora. A Roma all'aeroporto c'era un autista ad aspettarmi. Con una Bmw nera. Lavorava per Tarantini, me lo ha detto lui. Mi ha portata in hotel, in via Margutta». E lì Tarantini le disse: «Ma non hai capito perché ti ho fatto venire qui a Roma? Stasera si va a cena da Silvio Berlusconi». Continua De Nicolò: «Pensavo fosse uno scherzo, invece poi, quando mi ha raccontato i dettagli di come vestirmi, ho capito che non stava scherzando». 

Il verbale prosegue con il racconto della ragazza: «Avevo portato diversi abiti eleganti. In una borsa tipo Vuitton avevo messo i vestiti, le scarpe, tutto il necessaire». Poi all'albergo arrivano due auto scure con autista: «La Bmw e un'altra macchina. Con dentro Tarantini, l'unico uomo, e cinque sei o sette ragazze. In due auto. Quando siamo arrivati a palazzo Grazioli, abbiamo aspettato un po' fuori, pensavo che ci perquisissero. Nella corte siamo entrati con le auto e poi ci siamo fermati un po' di tempo, forse per avere l'ok per salire su. Mi ha colpito è stata la mancanza assoluta di controlli». Segue cena e dopocena «a cui parteciparono una quindicina di ragazze» provenienti da varie parti d'Italia. «Finito di mangiare ero un po' in imbarazzo, nel senso, non conoscendo le persone lì, mi ero chiesta dove fossero finiti (Berlusconi e Tarantini), poi sono andata in un salottino e li ho visti parlare lì. Ho detto "cosa facciamo? È tardi!". Tarantini ha detto: "No, oh, io me ne vado, tu fai quello che vuoi!". Era sottinteso che volesse che io rimanessi. Però non è stata una cosa obbligata. Ho dormito lì, delle ore ho dormito da sola e delle ore invece, alcune ore sono stata con queste ragazze, queste due di Roma, e Berlusconi. Sono rimasta a palazzo Grazioli fino alle undici, le dieci del mattino dopo. Quando sono uscita, un autista mi ha accompagnato in hotel, dove c'era Tarantini con il suo autista, sono andata su in hotel, ho preso il bagaglio, tutto di corsa, e poi siamo ripartiti per Bari». Infine, il pagamento: «Gianpaolo mi ha dato dei soldi, 1000 euro, per partecipare alla cena. Me li ha dati all'hotel De Russie, prima di andare a palazzo Grazioli. Il premier mi ha regalato degli anelli, delle collane. Bigiotteria. Ma li regalava a tutte le donne invitate. Quella sera erano tante, non ricordo il numero esatto».

Terry De Nicolò oggi ha 38 anni, nega di essere «una professionista del sesso» a tempo pieno e sostiene di essere entrata nel giro di escort solo per pagarsi il mutuo della casa: «Che cretina che sono stata, pensavo che mi volesse aiutare e invece ero io che servivo a lui. Sono finita nel sistema Tarantini come un pollo». De Nicolò è una delle pochissime "papi girls" che non hanno fatto carriera né ottenuto benefici dalla frequentazione con Berlusconi: segno che, sebbene i suoi verbali siano stati resi pubblici solo adesso, al premier era giunta voce che stava collaborando con i magistrati.