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‘Un caffè con l’autore’ INTERVISTA a Cassandra Rocca

Ciao a tutti,

oggi ho l’immenso piacere di farvi conoscere un po’ meglio una delle mie autrici romance preferite in assoluto. Chi mi segue da un po’ su Instagram sa che più volte ho consigliato i suoi romanzi perchè romantici ma mai sdolcinati. Sto parlando di Cassandra Rocca autrice per la Newton Compton.

cassandra rocca

Ciao Cassandra, innanzitutto grazie mille per la disponibilità a rispondere alle mie domande e benvenuta nel mio piccolo blog! Direi di iniziare subito rompendo il ghiaccio con la mia classica domanda di rito.

  • Cosa significa per te scrivere?

Scrivere è sempre stata una necessità. Quando ho iniziato ero davvero piccola, ed è stata la mia valvola di sfogo per sopravvivere a un momento triste della mia vita. Negli ultimi anni ho rallentato, perché non scrivo più solo per me stessa ma anche per i miei lettori, e quindi cerco di incanalare meglio le mie emozioni. Ma quando sto ferma per troppo tempo, divento nervosa!

  • Scrivere romanzi rosa potrebbe sembrare una cosa semplice, ma le insidie del genere sono parecchie. Cosa deve assolutamente avere un romanzo per avvicinarsi il più possibile a essere il romance perfetto? E cosa invece non deve avere?

Scrivere storie sentimentali è meno semplice di quanto non sembri. Perché le emozioni sono così personali e impalpabili che renderle credibili alla maggior parte dei lettori è davvero complicato!

Il romance perfetto deve essere verosimile al punto giusto, per far immedesimare chi legge, ma avere quel tocco di fiabesco che permette di evadere dalla realtà. A mio avviso, un linguaggio semplice e diretto, che mostra più che raccontare, è la scelta migliore. E ultima, ma non per importanza, la regola fondamentale: il lieto fine. Sì, quella conclusione che alcuni trovano banale e scontata, è il cardine su cui ruota il genere rosa, e non può assolutamente mancare.

Cosa non deve avere? Prosa lenta e prolissa, disgrazie in ogni dove, personaggi e situazioni improbabili e finale non lieto.

  • Ho letto tutti i tuoi romanzi (tranne l’ultimo “L’amore secondo me” appena uscito che recupererò al più presto) e chi mi segue da un po’ sa che amo la tua scrittura. Io odio i romance stucchevoli e tu hai la dote di creare storie romantiche senza mai cadere nello sdolcinato. Tu come definiresti i tuoi romanzi?

Mi piace definire le mie storie “favole moderne”. Chi mi conosce sa che non sono molto romantica, perciò sembra impossibile che io possa emozionare i lettori parlando di sentimenti. Eppure mi viene naturale; forse do sfogo, attraverso le pagine, a un lato di me che tengo nascosto. Cerco sempre di non cadere nello stucchevole, perché io stessa arriccio il naso quando vedo frasi da carie ai denti in un romance, ma resto comunque una sognatrice e questo mi spinge a creare contesti da favola, più che dichiarazioni zuccherose.

  • Se ti chiedessi di scegliere un personaggio maschile e uno femminile tra tutti quelli creati da te, quali sceglieresti e perché? (Io senza dubbio scelgo Cade e Heaven).

Fino a pochi mesi fa sarei stata in difficoltà nel rispondere a questa domanda. Ma ora posso dire, senza dubbio, che Ryan, il protagonista di “L’amore secondo me” è il mio Lui preferito! Perché ha tutto ciò che serve (bellezza, intelligenza, sfacciataggine, simpatia, generosità), ma in particolare ha due pregi che lo rendono perfetto: è un uomo equilibrato… e vive a Snowy Pine, il paese dei miei sogni!

Per quanto riguarda le ragazze, è già più difficile, sono tutte parti di me stessa. Forse Clover e Heaven sono quelle che mi somigliano di più e alle quali sono più affezionata.

  • Che tipo di scrittrice sei? Scrivi di getto oppure hai bisogno di crearti schemi e scalette da seguire?

Tendo a iniziare cercando di fare una scaletta dettagliata della storia che ho in testa. Scaletta che poi non seguo, perché quando inizio effettivamente a scrivere, vado di pancia. Lo schema iniziale serve a capire se la trama funziona, se presenta dei buchi narrativi e, confrontandola con la prima stesura, mi da un’idea di dove intervenire, se necessario.

  • Che atmosfera preferisci avere durante i tuoi momenti di scrittura?

Mi piace stare comoda, in un posto luminoso, non troppo caldo, ma soprattutto silenzioso. Al massimo scelgo io qualche sottofondo, prevalentemente rumore bianco. Per scrivere “L’amore secondo me”, ad esempio, facevo partire il camino virtuale sul televisore, o il suono di una tempesta di neve; per “Tutta colpa di quel bacio” e “Ho voglia di innamorarmi” era il rumore del mare a fare atmosfera.

  • So che tieni particolarmente anche ai luoghi che fanno da sfondo alle tue storie. Quanto conta l’ambientazione sulla buona riuscita di un romanzo?

Nei miei romanzi è fondamentale e parte tutto da lì. L’ambientazione è ciò che mi ispira prima di ogni altra cosa, ragion per cui diventa la terza protagonista assoluta di un romanzo. Tendo a scegliere luoghi in cui vorrei effettivamente trovarmi, città che vorrei visitare, paesaggi che mi strappano esclamazioni entusiastiche quando li vedo in fotografia o in tv. A quel punto mi documento per settimane, tanto che alla fine della stesura mi sembra di esserci stata davvero. È un modo come un altro per viaggiare gratis!

  • Ora passiamo a domande più “editoriali”. Come è iniziata la tua esperienza con la tua casa editrice, la Newton Compton?

Un po’ come in una favola. Quando mi sono decisa a inviare un mio manoscritto in valutazione a un editore, la mia prima scelta è ricaduta proprio sulla Newton Compton, che all’epoca pubblicava una delle mie autrici preferite, Federica Bosco. Sognavo di ritrovarmi sullo scaffale della libreria vicino a lei! Ma in quel periodo la Newton non accettava manoscritti, così ho deciso di inviarlo ad altre case editrici. Dopo quasi un anno, non avendo ricevuto risposte da nessuno, ho tentato la via del self-publishing, per capire se ero davvero io il problema e il mio lavoro non valeva nulla, o se ero stata solo ignorata.

Tre settimane più tardi ero prima in classifica, e a quel punto tre case editrici mi contattarono. Una era proprio la Newton.

  • Quanto lavoro c’è dietro alla nascita di un libro? Qual è la fase più importante e delicata?

C’è tantissimo lavoro. Si parte dalle ricerche, sia riguardo l’ambientazione che su eventuali temi trattati, o anche banalmente sulle professioni dei protagonisti. Senza quelle, la storia non sarà mai credibile. La stesura è la parte forse più facile: con l’ispirazione giusta e le idee ben chiare, le parole volano. La fase più critica arriva proprio alla fine della prima bozza. Riletture, editing, taglia, cuci… Un lavoro certosino che prende il doppio del tempo, con un livello di difficoltà aggiuntivo: a furia di rileggere sempre la stessa storia, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, inizi a non vedere più errori, problemi, incongruenze. E inizi a non sopportarla più, vorresti solo mandarla in stampa e passare oltre. Ed è a quel punto che entrano in gioco i lettori esterni e l’editor: loro, con occhi e mente fresca, possono vedere quello che a te sfugge.

La fretta è una cattiva consigliera, ed è il primo consiglio che do a chi mi chiede come approcciarsi alla scrittura.

Ora, per chiudere, come al solito passo a domande più frivole:

  • Qual è il tuo libro preferito? E il tuo film preferito?

Libri preferiti ne ho due: “Il magico regno di Landover”, di Terry Brooks, che mi ha fatto appassionare alla lettura quando avevo solo dieci anni e che rileggo ogni volta che sono giù di corda, e “Paradise”, di Judith McNaught, il libro che mi ha fatto capire cosa avrei voluto fare da grande, ossia scrivere storie che potessero emozionare le persone come la McNaught aveva emozionato me.

Film preferito? Difficile trovarne solo uno, ne ho almeno tre per ogni genere! Ma quello che rivedo sempre, con la stessa emozione della prima volta, è “Amori e Incantesimi”, con Sandra Bullock e Nicole Kidman. Il giusto mix tra amore e fantasia. La magia è una cosa che mi affascina da sempre!

  • Quanto conta per te la copertina in un libro?

Abbastanza, ma negli ultimi anni ho imparato a non soffermarmi su questi dettagli. Da autrice, se un mio romanzo ha anche una copertina bella e in linea con la trama, sono molto più felice. Da lettrice, ne vengo attratta in un primo momento, come tutti, ma non è rilevante ai fini dell’acquisto. Certo, se è proprio bruttina, mi fa passare la voglia di spendere soldi!

Di nuovo grazie a te Cassandra per la gentilezza e la disponibilità.

A presto!

-Federica-

Se ancora non avete mai letto nulla di questa autrice vi consiglio di iniziare con QUESTO! 😉

Chi è Cassandra Rocca (info prese dal sito della Newton Compton)

Cassandra è di origini siciliane e vive a Genova. La Newton Compton ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Tutta colpa di New York, che ha riscosso un inaspettato successo, rimanendo per settimane ai primi posti delle classifiche e in seguito Una notte d’amore a New York, Mi sposo a New York, Ho voglia di innamorarmi e Tutta colpa di quel bacio. Solo in versione ebook sono uscite le novelle In amore tutto può succedere 1.5, Tutta colpa della gelosia 2.5 e il racconto Un amore all’improvviso. Per saperne di più visitate la sua pagina Facebook.

 

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