CITAZIONE (BluEmme @ 28/5/2020, 15:09)
Sulle sfingi in particolare, credo che sia da valutare in generale tutta la questione del rapporto tra Egitto e Antica Grecia. Nella mitologia classica si racconta ad esempio che gli dei greci sarebbero fuggiti in Egitto durante la guerra contro il mostro Tifone e si sarebbero trasformati in animali. Da lì deriverebbero le divinità egiziane.
La questione che affronti è complessa, e le differenti fonti, a mio avviso, vanno sempre analizzate all'interno del loro contesto storico, per evitare che possano essere fraintese. A memoria ho presente l'episodio mitologico che citi, anche se adesso non ricordo esattamente chi sia l'autore che riporta per primo questa versione (Plutarco, Diodoro o Igino?). Tuttavia, se la si guarda bene, questa versione della
Typhonomachia pare essere abbastanza "tarda", e il fatto che gli dèi greci fuggano proprio in Egitto, nascondendosi sotto le sembianze di quegli stessi animali che erano associati al culto delle divinità loro omologhe, puzza un po' di
interpraetatio (ossia di quel fenomeno per cui, in antico, gli dèi di due società politeiste subivano una sorta di identificazione, sulla base di caratteristiche comuni).
CITAZIONE (BluEmme @ 28/5/2020, 15:09)
Solone, riconosciuto come uno dei primi statisti della storia greca, secondo questo racconto viene istruito dai saggi egiziani, che gli raccontano una storia antichissima, sconosciuta ai greci. Io penso che Platone, in quel brano, non voglia tanto parlare di un continente scomparso, quanto rendere palese che la cultura greca (in particolare quella di Atene, visto che Solone era proprio ateniese che proprio degli antichissimi progenitori degli ateniesi avrebbero sconfitto gli atlantidi, secondo il racconto) avesse "preso i testimone" da quella egiziana.
Qualcosa sul rapporto fra divinità greche ed egizie si ritrova, a dire il vero, anche nel II libro delle
Storie di Erodoto (mi dispiace non potervi dare riferimenti più precisi, adesso non sono a casa e non posso mettere mano ai miei volumi di letteratura antica). Ampliando anche a Platone, va detto che i Greci hanno sempre visto (a buon merito!) negli Egiziani un popolo particolarmente antico, percepito per questo come depositario di una conoscenza arcana, ignota alle altre civiltà mediterranee. Ora, i Greci devono sicuramente molto all'Egitto, ma ho il dubbio che, ancora all'epoca di Platone, la conoscenza greca della terra del Nilo non andasse in realtà molto oltre il VII secolo a.C. (ossia il periodo in cui essa si riaprì al mondo ellenico per volontà dei faraoni della XXVI Dinastia, che autorizzarono fra l'altro anche la fondazione dell'emporio di Naucrati nella zona del Delta). Senza dubbio, fra Medio e Nuovo Regno, gli Egiziani ebbero molteplici contatti con la Creta minoica, prima, e con i regni micenei, dopo; tuttavia, il collasso di queste civiltà e la perdita dei relativi archivi palatini difficilmente avrebbe permesso di mantenere, nei secoli, fra i Greci d'età storica, memorie reali di questi antichi contatti politici e commerciali. In senso contrario, non mi pare ci sia prova che effettive ricerche negli archivi templari egizi da parte dei Greci siano mai state realmente compiute, almeno fino all'età ellenistica (a memoria, mi pare che il primo sia stato Manetone di Sebennuto, autore degli
Aigyptikà nel III secolo a.C.).
Se non ricordo male, inoltre, il mito di Atlantide dovrebbe avere in realtà tutta un'altra valenza, di natura prettamente politica: dovrebbe trattarsi, cioè, di un'aspra "critica" rivolta dal filosofo alla società attica a lui contemporanea, e anche qui l'Egitto dovrebbe esser stato tirato in causa più che altro per dare credibilità al mito di Atlantide (poiché, se poteva esserci un popolo i cui archivi avessero conservato memoria di fatti avvenuti "9000 anni prima di Solone", quello - almeno nell'immaginario dell'epoca - non poteva che essere l'Egitto).
CITAZIONE (dceg @ 28/5/2020, 15:44)
Non vorrei avere un falso ricordo, ma mi pare di aver letto come la scultura arcaica greca in particolare le figure di kore e kouros Abbiano le loro origini in quella egizia.
Vero, soprattutto per quanto riguarda i
kouroi greci (ossia le figure maschili stanti): ci sono infatti una serie di proporzioni ed elementi fisici che tornano puntualmente fra le statue maschili egizie del VII secolo a.C. e i primi
kouroi arcaici a esse coevi, di cui abbiamo traccia sia nell'entroterra che sulle isole (es. la gamba destra leggermente arretrata; le braccia distese lungo i fianchi, talvolta con i pugni serrati; lo sguardo fisso dritto verso lo spettatore etc.). Mi sto documentando, peraltro, proprio in questo periodo, sulle tecniche di lavorazione delle prime sculture greche in marmo, e pare che perfino alcuni degli strumenti con cui queste statue erano di solito lavorate - come ad esempio un particolare tipo di scalpello dentato, che la letteratura inglese chiama "
claw chisel" - fossero in realtà già in uso nel VII secolo a.C. presso gli scultori egizi, che li usavano per lavorare i calcari locali. In questo, credo che la fondazione di Naucrati abbia verosimilmente facilitato l'incontro e lo scambio fra le due culture, sia nella vita lavorativa che in quella religiosa.