Thiesi: Sorre Selene: 19° Passeggiata al Chiaror di Luna

Stregati dalla Luna è il titolo del libro dello scrittore tedesco Bernd Brunner; ma è lo stesso titolo che mi viene in mente quando penso al gruppo di ThiesiSorre Selene“; diversi appassionati si riuniscono ogni 28 giorni circa, esattamente il giorno della Luna piena, per andare incontro a dei siti preistorici del territorio illuminati e vigilati dalla Luna. Il gruppo, al quale partecipano anche dei bambini, segue un percorso già studiato in precedenza dagli organizzatori.

Parteciparvi, per noi, è stato a dir poco fantastico: hanno creato un modo “diverso” di stare assieme. Armati di pile il cammino diventa un ritorno al passato, di forte sapore antico, quando la notte si aveva poco per illuminare e a volte era sufficiente una piccola torcia, oppure, al periodo, solo la Luna piena. Ad ogni sito incontrato sul tracciato, ci si fermava per una piccola ricognizione delle vestigia e per ascoltare le spiegazioni di chi sapeva più degli altri, seduti a cerchio, come si faceva un tempo durante “Sos Contos de Foghile“, quando le parole del narratore arricchivano la fantasia di chi ascoltava, mentre il buio della notte era complice dell’ immaginazione.

Lorenzo, Vincenzo, Giuseppe, Pierino e tanti altri sono diventati maestri nel creare questi percorsi capaci di sradicare le persone dalla routine serale per proiettarle in un mondo notturno ed arcano, lontano dalla vita moderna. Mondo al quale non eravamo più abituati, avendo perduto la memoria della sua esistenza. Indimenticabile serata, trascorsa con un gruppo eccezionale; mentre la Luna, dall’alto del suo loggiato ci osservava e tra una risata e l’altra, sono certa, avrà apprezzato l’incedere silenzioso delle nostre sagome oscure … e sarà stata, senza dubbio, onorata, perchè ogni nuovo percorso inaugurato, sempre a lei viene dedicato, perchè lei è la regina della notte. Complimenti a tutti e grazie per averci coinvolti in questa stimolante esperienza notturna

All Rights Reserved © 2018 – Testo Piera Farina-Sechi
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Sìligo: I misteriosi fori nelle rocce

ENIGMATICI FORI-COPPELLE NELLE ROCCE DEL MEJLOGU

Passeggiando nella regione del Mejlogu, tra Monte Pèlao e Monte Santu, in una spianata a due passi da una cascata che, in tempi invernali, dà il meglio di sè gettandosi in un vecchio e profondissimo letto d’un fiume, tra natura selvaggiamente arcaica e terreni coltivati, guidati dall’amico Anghelu, ci siamo trovati davanti ad un ennesimo mistero tutto sardo. Il terreno, in quel tratto, è ricco di piccole rocce che riaffiorano come giganteschi funghi; alcune di queste presentano, sulla sommità, delle cavità. Ma di che si tratta? Ne abbiamo contato una decina (ma forse sono molte di più).

Esse sono perfettamente circolari, all’interno si presentano finemente lisciate, quindi opera dell’uomo. Talune, però hanno, in aggiunta, una piccola incanalatura laterale, una specie di beccuccio; altre hanno la forma di una toppa di serratura. La profondità varia dai 20 ai 40 centimetri, circa. Osservando bene l’ambiente circostante sono tantissimi i massi lavorati, uno ha persino le sembianze di un animale. Ma torniamo ai nostri fori-coppelle: che cosa sono? A cosa servivano? Quale era la loro utilità ? A che periodo si riferiscono? Perchè alcuni massi, pur essendo vicini, non sono stati lavorati mentre altri sì? La mia ipotesi è che tutta la zona sia stata un’area sacra preistorica e che le perforazioni nella roccia siano state dei contenitori che servivano per (forse) trattenere dell’acqua, elemento da sempre considerato sacro, collegato con la fertilità sia del terreno che delle persone. Immagino che si svolgessero dei riti propiziatori o dei riti di iniziazione, da celebrare in certi periodi dell’anno (equinozio/solstizio).

Oppure l’acqua serviva come strumento di lettura del cielo. I fori-coppelle, opportunamente riempiti d’acqua, fungevano da specchio per leggere gli astri e divinizzare profezie. E se i fori-coppelle fossero stati creati in corrispondenza di qualche costellazione? La datazione è un’altra grande incognita. Nuragiche, pre-nuragiche, neolitiche o … ancora più indietro nel tempo? A due passi si trova un Nuraghe (10 metri) mentre a 200 metri ne troviamo un altro.
Un’altra ipotesi porterebbe a pensare che questi fori servissero alla collocazione di una serie di strutture in legno utilizzate per lo studio dei movimenti del sole e degli astri, più o meno come avveniva in altre località come Stonehenge, e per governare il succedersi delle stagioni.

Tante supposizioni che, credo, non avranno nè conferma nè, tantomeno, smentita.

I fori-coppelle” non sono mai stati indagati e tantomeno censiti e rappresentano un terreno fertile per chi, come me, è appassionato degli enigmi che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità.

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