Azione di protesta

Attivisti di Fridays For Future bloccano la raffineria Eni di Sannazzaro incatenandosi ai cancelli

"Bloccare questo polo significa mandare un messaggio agli abitanti della Lomellina: se le grandi aziende lucrano sulla nostra Terra, è nostro dovere bloccare questa macchina della morte"

Attivisti di Fridays For Future bloccano la raffineria Eni di Sannazzaro incatenandosi ai cancelli
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Nella mattinata di oggi, giovedì 14 settembre 2023, quattro giovani attivisti di Fridays For Future hanno bloccato la raffineria Eni di Sannazzaro de' Burgondi incatenandosi ai cancelli e imbrattando l'asfalto davanti all'ingresso della raffineria.

La protesta degli attivisti di Fridays For Future alla raffineria Eni

L'azione di protesta degli attivisti di Fridays For Future si è svolta tra le 8,20 e le 9,30 di questa mattina, giovedì 14 settembre, davanti ai cancelli della raffineria Eni di Sannazzaro de' Burgondi situata in via Enrico Mattei 46.

I quattro giovani ambientalisti hanno bloccato il cancello principale incatenandosi alle sbarre e imbrattando con la vernice l'asfalto di fronte alla raffineria.

Il movimento per la giustizia climatica ha scelto negli ultimi mesi di adottare nuovi metodi, tra cui la disobbedienza civile nonviolenta. L'intento è quello di mostrare che ogni movimento ha la possibilità di identificare nuove modalità di protesta oltre a quelli tradizionali.

La raffineria di Sannazzaro è stata scelta come luogo della protesta perché, come affermato dagli attivisti di Fridays For Future, rappresenta un hub inavvicinabile della principale azienda del fossile in Italia, cioè Eni.

I motivi della protesta odierna

"Si tratta di un impianto gigantesco in cui vengono lavorate milioni di tonnellate di greggio all'anno - affermano gli attivisti - è un polo legato a oleodotti che servono mezza Europa, e il più importante del nord Italia. La struttura, di 320 ettari, è il simbolo della gestione del territorio pavese e lombarda: i centri cittadini relativamente lindi e puliti mentre, nella provincia, vengono posizionati gli impianti e le aree più impattanti.

La Lomellina in questo è capofila - proseguono - ha visto in tutti questi decenni il completo abbandono dettato dalle grandi aziende, mentre la cosiddetta politica democratica si è limitata a osservare quello che stava avvenendo. Non rilascia dati sufficienti di alcun tipo: chiaramente la trasparenza non è il suo forte, come abbiamo visto nei numerosi incidenti dell'ultimo decennio. Abbiamo bisogno di trasparenza, di informazioni sui danni che fa ad ambiente e persone. La stessa trasparenza che manca a Eni, che pur di mantenere i propri segreti arriva a colpire chi si batte per la giustizia climatica, come nella recente causa a Recommon e Greenpeace".

Per i giovani attivisti di Fridays For Future bloccare questo polo significa mandare un messaggio agli abitanti della Lomellina, ma più in generale anche a tutte quelle persone che, simbolicamente, vivono in contesti simili in tutta la Penisola.

"Se le grandi aziende lucrano sulla nostra Terra - continuano - è nostro dovere bloccare questa macchina della morte, anche al costo di usare il nostro corpo per metterci tra gli ingranaggi di questo sistema. Questa azione vuole essere la prima di una mobilitazione italiana di questo tipo: ad oggi sono eccessivamente sporadiche queste azioni ai danni dei singoli impianti, ma non deve più essere così. Una dichiarazione di guerra non violenta che parta da una piccola città e da un movimento dal basso famoso per la sua relativa poca radicalità nelle azioni: ma allora chiunque può farlo!

D'altra parte l'azione rientra anche nell'attacco alle grandi opere di cementificazione presenti a Pavia e in Lombardia - aggiungono - Una parte fondamentale è, tramite un'azione dirompente, arrivare al dialogo con i cittadini che vivono in queste aree, per dare loro una speranza mobilitativa a tutti i livelli. Parte fondamentale sta poi nel dialogo con i lavoratori: dobbiamo parlare direttamente con chi lavora e produce per raggiungere anche i sindacati, ma a partire dal basso. Vogliamo la chiusura di questi impianti, ma in primis vogliamo che una mobilitazione disobbediente parta dalle città che non l'hanno mai vista messa in pratica".

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Domani presidio a Pavia

Nella giornata di domani, venerdì 15 settembre 2023, invece, in piazza della Vittoria a Pavia si terrà dalle 15 un presidio di azione per il clima che avrà come obiettivo una protesta contro i grandi progetti del fossile.

"Con la crisi climatica che avanza - concludono gli attivisti - il movimento vuole portare il messaggio che diventa via via sempre più tardi e che sia necessario colpire direttamente gli impianti e le aziende del fossile, ovvero i diretti responsabili della crisi climatica".

Il prossimo venerdì 6 ottobre 2023, invece, a Pavia si terrà la Climate Parade, una giornata di incontro con diversi eventi, proprio a sottolineare l'eterogeneità del movimento climatico.

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