Cesareo: quando è indicato e come si esegue

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Scopri in che cosa consiste esattamente un cesareo, qual è il procedimento passo dopo passo, come riprendersi in modo adeguato e quando tornare a fare esercizio dopo un cesareo. Tutto quello che devi sapere sul cesareo lo trovi in questo articolo!

Nonostante le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i cesarei sono aumentati considerevolmente nel nostro paese.

Cisono madri che vorrebbero partorire in modo naturale, assaporando ogni istante di questo evento e condividendolo con il partner e che, invece, devono partorire con un cesareo per ragioni mediche. Ma ci sono anche donne che optano per questa forma di parto, dato che preferiscono non sentire il dolore del parto e programmare la nascita del bambino o, più semplicemente, perché hanno paura del parto.

In questo articolo ti spieghiamo in cosa consiste il cesareo, tutti i modi in cui si procede per realizzarlo, come riprendersi nel migliore dei modi e molte altre informazioni interessanti.

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Cos'è il cesareo?

Il parto cesareo è un intervento chirurgico. Si pratica in situazioni particolari per estrarre il bebè dall'utero.

  • Non costituisce un modo alternativo per partorire, ma una tecnica a cui si ricorre quando il parto naturale comporta una grave sofferenza o un rischio per la madre o per il bambino.
  • Si tratta di un intervento chirurgico in piena regola e provoca tutte le conseguenze di un'operazione: dolore, ferita, debolezza, doppia cicatrice, rischio di infezioni, eccetera.
  • Contrariamente a quanto pensano molte donne, il cesareo non risparmia la sofferenza. Tutto quello che non si soffre prima dell’intervento, si soffre dopo, a causa dei fastidi e della debolezza che seguono l’operazione.

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Quando il cesareo è necessario?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità dà alcune indicazioni sul ricorso al parto cesareo. Prima di tutto consiglia di limitarlo a un numero compreso tra il 15 e il 25% del totale delle nascite. Così come enumera tutti i casi in cui questo procedimento non è solo consigliabile, ma necessario. In particolare il cesareo si deve realizzare quando:

  1. La futura madre presenta patologie serie ed evidenti come, per esempio, una cardiopatia (malattia del cuore).
  2. Il bambino non si presenta, nel momento del travaglio, nella posizione giusta (si trova in posizione podalica o di traverso), soprattutto se la madre è primipara.
  3. Si produce una distocia, cioè un'improvvisa e imprevedibile interruzione del travaglio.
  4. Il bambino è troppo grande o il bacino della madre è troppo piccolo.
  5. Il piccolo mostra sofferenza acuta come, per esempio, in caso di prolasso del cordone ombelicale.
  6. Si produce un distacco della placenta o la placenta è previa, cioè è collocata sopra all’uscita dell’utero (in questa situazione per il bambino è impossibile uscire).
  7. La donna ha già partorito con cesareo e i medici ritengono che non possa tentare un parto naturale. L’OMS consiglia di valutare la situazione e, quando non esistono complicazioni di alcun tipo, tentare il parto naturale.

In ogni caso, spetta al medico giudicare l'opportunità di fare ricorso all'intervento. Il ginecologo è tenuto a spiegare alla futura madre quali sono le indicazioni che giustificano la sua scelta, fornendole informazioni basate su evidenze scientifiche circa i rischi e i benefici rispetto al parto naturale.
Qualora fosse la donna a chiedere di dare alla luce il suo bimbo con parto cesareo, si raccomanda di discutere con il medico i motivi della richiesta, valutando i pro e i contro della scelta, nella consapevolezza che in assenza di appropriate indicazioni mediche il ginecologo può rifiutare l'intervento. Nei casi in cui la richiesta è sostenuta soprattutto dalla paura del travaglio e del parto, è opportuno informarsi sui diversi tipi di sostegno offerti dalla struttura dove si intende partorire. In molti casi, un programma di sostegno adeguato si dimostra efficace nel ridurre l'ansia, nel facilitare la scelta, oltre che nel migliorare l'esperienza del parto.

Non tutti i momenti sono adatti

Se è programmato, bisogna decidere con attenzione la settimana in cui realizzare il cesareo. Non tutti i giorni sono uguali, tenendo presente che la gravidanza si conclude tra la 38ª e la 40ª settimana.

Numerosi studi sostengono che effettuare un cesareo tra la settimana 37ª e 38ª settimana oppure tra la 39ª e la 40ª non è la stessa cosaUn anticipo, anche se minimo, rispetto ai tempi stabiliti dalla natura, può far sì che il piccolo sia meno preparato per affrontare la nascita. Può aumentare, ad esempio, il rischio che si manifesti qualche problema respiratorio immediatamente dopo il parto.

C'è quindi un momento adatto per tutto, anche per effettuare un cesareo, che non si può programmare “a caso”, in funzione di valutazioni di tipo “logistico”.

Quali sono i tipi di cesareo?

Esistono tre tecniche chirurgiche che si utilizzano per praticare il cesareo.

Tradizionale

Si pratica un taglio esattamente sopra al vello pubico, si incide la parete uterina, si estraggono il bambino e la placenta, e si sutura.

Metodo Stark

Si realizza il taglio sopra alla linea immaginaria che unisce le ossa del bacino e si separano manualmente gli strati muscolari dalla parete addominale fino ad arrivare all’utero, che si apre con il bisturi. Di seguito si estraggono il bambino e la placenta, e si sutura.
Il vantaggio del metodo Stark è la sua rapidità, perché dura circa un quarto d’ora, rispetto ai 45 minuti dell'intervento tradizionale. Inoltre, la cicatrice che lascia è più piccola.

Una tecnica mista

Esiste una tecnica mista tra la tradizionale e il metodo Stark. Si realizza un'incisione bassa e si procede nello stesso modo del metodo Stark.

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Tipi di anestesia per il cesareo

Il taglio del cesareo si esegue ricorrendo a tre tipi di anestesia:

  • Spinale. Si esegue nello spazio tra due vertebre lombari (nella parte bassa della schiena) iniettando una miscela speciale, composta da anestetico e analgesico, che si attiva in soli tre o quattro minuti.
  • Epidurale. L’anestesia passa attraverso un tubicino che si introduce nella parte bassa della schiena. Questo tipo di anestesia dura più a lungo della spinale, ma richiede un tempo maggiore per fare effetto.
  • Totale. In situazioni di urgenza si può ricorrere all’anestesia totale. Il vantaggio di anestesie come l’epidurale e la spinale è che permettono alla madre di essere cosciente durante la nascita.

Come prepararsi  al parto cesareo?

Ecco le dritte dell’ostetrica Rosanna Felisi"Quando il taglio cesareo è programmato, si raccomanda, la sera prima dell’intervento, un pasto leggero e comunque un digiuno di almeno sei ore. Prima di entrare in sala operatoria è necessario togliere ogni tipo di ornamento, soprattutto se metallico, che potrebbe creare qualche problema durante l’intervento e interferire con l’utilizzo dell’elettrobisturi. Quindi via anelli, piercing, catenine eccetera, ma anche eventuali smalti sulle unghie devono essere rimossi. Si pratica il clistere evacuativo e la tricotomia, ossia la rimozione dei peli pubici nella zona in cui avverrà l’incisione per evitare infezioni della ferita. Si sconsiglia l’utilizzo di cerette e di rasoi con la lama che potrebbero provocare micro traumi nell’area di incisione con la possibilità di infezioni.

Se l’intervento è eseguito praticando un’analgesia spinale, dopo l’intervento è necessario idratare la mamma con soluzioni endovena e, per precauzione, procedere con un bendaggio agli arti inferiori.

Non ultimo, prima dell’intervento di parto cesareo, il ginecologo, l’operatore e l’anestesista spiegano ed evidenziano benefici e rischi inerenti l’intervento affinché la paziente, esaurientemente informata, possa porre la firma sul consenso, e visionare tutte le informazioni sulla sua privacy e sulla riservatezza dei suoi dati".

Ripresa dopo il cesareo

Già ventiquattro ore dopo l'intervento, la neomamma viene sollecitata ad alzarsi dal letto e a muovere qualche passo con l'aiuto del personale sanitario.

  • Finché i suoi movimenti sono limitati, per accudire il bambino la donna ha bisogno della presenza continua di una persona che le rimanga accanto e che dorma in camera con lei. A queste condizioni, può tenere il bimbo con sé in regime di rooming-in.
  • Per quanto riguarda l'allattamento, nelle prime ore dopo la nascita, il seno della madre produce colostro, sufficiente per nutrire e idratare il piccolo. Nell'arco di uno o due giorni, arriva la montata lattea. La neomamma potrà quindi allattare al seno il suo bimbo avendo cura di adottare, per qualche tempo, posizioni che non facciano pressione sul suo addome e non le causino fastidio.
  • Salvo complicazioni, la donna può venire dimessa nell'arco di tre giorni dal parto. A casa, la cicatrice operatoria non richiede particolari cure e, di norma, i punti non vanno rimossi perché il filo di sutura utilizzato viene riassorbito dalla cute.

Possibili disturbi post cesareo

È normale che, dopo il cesareo, possano sorgere alcuni inconvenienti, anche se questi di solito scompaiono dopo pochi mesi. Vediamo quali sono i disturbi più frequenti che possono apparire dopo aver partorito con il cesareo.

Il giorno dopo il cesareo

La donna può sentire fastidi alla ferita e all’addome insieme a una sensazione di gonfiore e ad aerofagia. Nello stesso tempo può avere giramenti di testa a causa dell’anestesia.

Il prurito e i fastidi che le ferite causano sono normali e non è necessario intervenire. Per quanto riguarda il gonfiore, basta un po’ di movimento perché si riduca. Per esempio fare due passi dopo mangiato.

Trascorsa una settimana

Si può continuare a notare gonfiore e un certo rilassamento dei tessuti addominali. Tuttavia è normale che la pelle si disidrati e sia meno elastica, dopo la perdita di liquido avvenuta durante il parto. Il meccanismo della montata lattea, inoltre, fa sì che molto liquido si concentri nelle ghiandole mammarie.

È importante praticare alcuni esercizi di ginnastica, soprattutto addominale, per riattivare i muscoli e recuperare il tono addominale. Il ginecologo ti dirà quando potrai iniziare ad allenarti. Affinché la pelle torni più compatta, si possono anche utilizzare creme specifiche rassodanti. Inoltre, cerca di riposare il più possibile, bevi un litro e mezzo di acqua al giorno e segui un’alimentazione equilibrata.

Passati alcuni mesi

La cicatrice può ancora fuoriuscire leggermente. Sarà come un segno di colore diverso a seconda del tipo di pelle, che sta recuperando sensibilità.

Per appiattire la cicatrice, puoi massaggiare la pancia ogni giorno, dal primo mese, con movimenti circolari in entrambi i sensi.

Quando potrò tornare a fare esercizio dopo il cesareo?

Dopo il parto, molte neo mamme si chiedono quando potranno tornare a fare esercizio. Per questo, bisogna innanzitutto distinguere tra parto vaginale e parto cesareo.

  • Nel caso in cui sia stato praticato un cesareo, o ci sia stata qualche complicazione, dovrà essere il medico a indicarti quali raccomandazioni seguire prima di cominciare qualunque tipo di esercizio. Il cesareo resta comunque un’operazione chirurgica ed è necessario verificare che tutto sia nella norma prima di cominciare un’attività fisica.
  • Se il tuo parto è stato vaginale e senza complicazioni, nelle prime due settimane, puoi cominciare a realizzare alcuni degli esercizi Kegel, che ti permetteranno di rafforzare il pavimento pelvico e di ossigenare i tessuti. Puoi anche fare piccole passeggiate, che si prolungheranno man mano che passeranno i giorni.

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  • Più avanti, potrai già fare altri esercizi,  come gli squat (esercizi in posizione accovacciata) o le flessioni sulle ginocchia, ma con un’intensità molto bassa. Più o meno a partire dalla quinta settimana, potrai realizzare esercizi di maggiore intensità, come la cyclette o esercizi tonificanti, ma stando attenta all’intensità ed evitando di affaticarti. Potrai anche cominciare a tonificare l’addome con esercizi specifici.

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  • Dalla settima-ottava settimana potrai cominciare ad alternare le camminate e le corse o a fare esercizi più intensi di aerobica.

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