Rastrellare le foglie che cadono in autunno è diventato un rito stagionale per tutti quelli che hanno la fortuna di possedere un giardino. Ma dal Canada, dove di piante ne hanno davvero tante, arriva un consiglio sorprendente: meglio lasciare le foglie secche sul terreno.
Lo raccomanda Nature Conservancy of Canada, un’associazione che si occupa di preservare il patrimonio naturale del Paese.
Lasciando le foglie in terra, infatti, ci possono essere benefici per l’habitat naturale. Ci sono molti insetti che d’inverno sopravvivono sotto quello strato di foglie, così come le larve di molti insetti impollinatori, come farfalle e falene.
Anche le rane e altri anfibi possono ripararsi dagli elementi atmosferici sotto la coltre di foglie. Uno strato di fogliame caduto sul prato attirerà nel vostro giardino anche più ucccelli, che vanno a caccia degli insetti che vi trovano rifugio.
Le foglie morte, inoltre, sono un fertilizzante naturale per il prato. Piccoli accumuli vicino alle radici degli alberi e dei cespugli si possono trasformare in compost fertilizzante. È possibile triturarle con un tosaerba… o saltare sui mucchietti come se si stesse pigiando l’uva.
Piccoli accumuli di foglie sono un ottimo schermo contro il freddo per piante delicate, come le rose. O per favorire, in primavera, le fioriture nel prato, dai denti di leone ai papaveri. Addirittura sembrerebbe che un leggero strato di foglie aiuti il prato a svantaggio delle erbe infestanti, altrimenti più robuste e adatte a superare i rigori dell’inverno.
Questo, però, non vuol dire che si debbano lasciare montagne di foglie davanti all’uscio di casa! Infatti, non proprio tutte le specie animali che vi trovano rifuglio sono le benvenute in casa. Meglio lasciare uno strato leggero, che non sia sufficiente ad accogliere i parassiti indesiderati.
Inoltre, è bene aver cura di pulire vialetti e accessi pedonali, perché le foglie secche con il gelo diventano scivolosissime e possono causare infortuni.
Ricordiamoci, anche, che le foglie in eccesso che raccogliamo vanno smaltite in discarica tra gli sfalci, in modo che dalla loro raccolta differenziata si ottenga compost per l’agricoltura.
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