Quando parliamo di insetti impollinatori pensiamo sempre e soltanto alle api, nostre preziose alleate, insetti fantastici ma, non esistono solo loro, abbiamo infatti, messo nel dimenticatoio le falene, poco appariscenti e meno colorate che non ricevono le stesse attenzioni delle api, anche se sono altrettanto importanti.
Uno studio dal titolo “Negative effects of urbanisation on diurnal and nocturnal pollen-transport networks”, pubblicato su Ecologyva Letters, sostiene che anche loro contribuiscono all’impollinazione notturna dei fiori tanto quanto le api durante le ore diurne, ma, nonostante ciò, sono spesso lasciate fuori dai progetti di conservazione.
I ricercatori guidati da Emilie E. Ellis dell’Università di Sheffield, hanno valutato in che modo l’urbanizzazione minaccia le due maggiori vie di distribuzione delle polline in città, durante il giorno (con le api selvatiche) e durante la notte (con le falene). Hanno così scoperto che le falene sono fondamentali per tenere in piedi le comunità vegetali urbane.
Una specie trascurata
Nello studio si dimostra come questi insetti si diano molto da fare.
La squadra di ricercatori ha analizzato il DNA del polline che api e falene avevano accumulato su di esse, determinando così le specie vegetali che ciascun insetto aveva visitato e potenzialmente impollinato.
È emerso che le falene trasportavano più polline di quanto gli scienziati avessero intuito in precedenza e rappresentavano un terzo delle visite sulle piante da parte degli impollinatori.
«Abbiamo rilevato un’enorme diversità nel polline identificato sulle falene e sulle api» sostiene la Ellis.
Le falene trasportavano il polline di differenti specie coltivate, agrumi, fragole e drupacee, ma studi passati dimostrano che le falene possono impollinare anche mirtilli, lamponi e mele.
Il polline dell’8 per cento delle specie vegetali identificate era presente però esclusivamente sulle falene.
Questi insetti preferiscono dunque piante differenti, le api sono attirate dai fiori selvatici perché sono aperti durante il giorno e sono colorati, al contrario invece le falene, attirate da fiori profumati di notte e dal colore bianco o pallido. Anche se, il nuovo studio dimostra che le falene visitano numerosi tipi di fiori per nutrirsi, non soltanto quelli bianchi o chiari.
La biodiversità a rischio
Grazie a questi nuovi dati, si può capire meglio come creare ecosistemi urbani che favoriscano più tipi di impollinatori. «Una vegetazione più complessa, in termini di arbusti e alberi, è importante per ampliare le comunità di falene. Vogliamo comunque proteggere le api, non vogliamo solo rendere questi ambienti ospitali per le falene» spiega Ellis.
Tuttavia, secondo i ricercatori, l’urbanizzazione incontrollata limita la diversità del polline trasportato tanto dalle falene che dalle api, il che indica che gli impollinatori urbani potrebbero avere a disposizione sempre meno risorse alimentari per poter restare in vita.
Fra l’altro, anche l’aumento dell’urbanizzazione è un pericolo addirittura maggiore per le falene, che a differenza delle api hanno cicli biologici molto più complessi e più vincolati ad alcune piante o alcuni fiori. Le falene, pertanto, sono importanti impollinatori tanto quanto le api, ma sono persino a maggiore rischio di scomparsa rispetto alle loro “cugine” in ambiente urbano.
Perciò, durante la pianificazione degli spazi verdi delle città per tutelare anche la fauna urbana, sarebbe necessario prestare molta attenzione per garantire maggiore diversità vegetale a sostegno sia delle falene che delle api, aiutandole a far fronte alle sfide che la crisi climatica e la continua pressione antropica li costringerà ad affrontare.
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