La Storia di Santo Stefano Quisquina

Santo Stefano Quisquina è vera e propria oasi naturale ed umana interamente circondata dai Monti Sicani. Un ambiente ed un clima che da tempo immemore hanno attirato la presenza umana, che qui si è integrata in un’ideale simbiosi con la natura.

Il toponimo, dal termine greco antico per “corona” (στέφανος  – “stéfanos”), descrive efficacemente l’ambiente in cui sorge Santo Stefano Quisquina: i monti che la circondano, racchiudendola come una corona, che appare anche nel gonfalone comunale.

Una prima comunità agropastorale era qui presente ancor prima della prima testimonianza storica, risalente al X secolo, agli albori della riconquista cristiana dell’isola: già il primo casale, vale a dire nucleo abitato, aveva indicato – come detto sulla base di un precedente toponimo di origine greca – nel protomartire Stefano il dedicatario della comunità, più recentemente affidatasi alla protezione di Santa Rosalia, che dimorò per oltre un decennio nella grotta presso cui sorge l’Eremo a lei intitolato, ed a Giacinto Giordano Ansalone, martire nativo di Santo Stefano Quisquina.

Il medioevo a Santo Stefano Quisquina

È nel medioevo che il centro si consolida: le fertili terre e la posizione protetta dalle scorrerie consentono lo stanziamento di una comunità sufficientemente numerosa ed operosa, che inizia a scrivere le pagine della storia di questa città che tanto aveva ed ha da offrire. Le terre su cui sorge erano, al tempo del primo Re di Sicilia Ruggero II, di proprietà dei Sinibaldi (parenti di Santa Rosalia), signori della Quisquina e del monte delle Rose. Nel 1296, sotto Re Federico III, era primo signore di Santo Stefano Giovanni di Caltagirone.

Sviluppo di Santo Stefano Quisquina

Varie nobili famiglie si sono succedute alla guida di Santo Stefano Quisquina: i Larcan nel 1559 vendettero la baronia e gran parte dei suoi beni al Protonotaro del Regno di Sicilia Alfonso Ruiz, che ne fece dono alla madre Elisabetta nel 1574, tramite la quale (era la moglie di Carlo Ventimiglia di Belmonte), nel 1599 ogni relativo diritto passò alla famiglia Ventimiglia, che dominò a lungo, rendendosi artefice di un notevole sviluppo edilizio e demografico.

Durante il XVIII secolo i Ventimiglia fecero ricostruire importanti opere come il Castello Baronale e la Chiesa Madre. Nel 1812, con la promulgazione della nuova Costituzione del Regno di Sicilia, il Santo Stefano entrò a far parte del nuovo Distretto di Bivona.

È il 4 gennaio 1863 che ha assunto definitivamente il nome di S. Stefano Quisquina: precedenti denominazioni erano state S. Stefano di Melia e poi S. Stefano di Bivona. “Quisquina” richiama al nome dell’ampia zona boschiva circostante: deriva dall’arabo “coschin” (da cui il siciliano coschina), che richiama all’oscurità recata dalle fronde della vegetazione.

Santo Stefano Quisquina oggi

Fedele alla crescita sostenibile e simbiotica con l’ambiente su cui è sorta, Santo Stefano Quisquina oggi è città che vive le proprie radici e tradizioni senza tradirle, bensì proiettandosi nella dimensione turistica che da tempo ne caratterizza parte sempre più significativa dell’economia. Dalle pregevoli architetture alla Riserva naturale orientata Monte Cammarata, è meta irrinunciabile per le vostre vacanze in Sicilia con un’esperienza davvero a 360°.

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