Affacciati alla finestra

in #ita6 years ago

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Immagine CC0 creative commons

Oggi ho voglia di tornare a parlare di comunicazione e relazione perchè penso sia uno dei temi più interessanti che ci possano essere. Desidero condividere con voi, se già non lo conoscete, un nuovo strumento per lo studio della comunicazione interpersonale, particolarmente importante all'interno dei gruppi.
I gruppi di lavoro, per esempio, non possono operare in modo efficace senza comunicazione e senza condividere in modo opportuno e utile le informazioni da usare. Quanto più sussistono chiarezza e trasparenza tanto più i rapporti nel team saranno dinamici e produttivi; per questo è fondamentale, se pur difficile, che gli individui cerchino attivamente di creare un'atmosfera sincera e autentica all'interno del proprio gruppo.

La finestra di Johari è uno schema sviluppato nel 1955 dagli psicologi Joseph Luft e Harry Ingham, da cui prende il nome; è un modello che spiega come possono essere interpretate le parti conosciute e non conosciute di sé.

Una difficoltà nelle relazioni interpersonali spesso è data dalle diverse impressioni che ciascuna persona ha dell'altra. A volte corrette, ma molto spesso sbagliate, queste opinioni possono creare situazioni di disagio e conflitto perchè ci sentiamo trattati in modo completamente diverso da come ci sentiamo. Questo succede appunto, per mancanza di chiarezza, perchè non prendiamo posizione, perchè non mettiamo, come si suol dire, le carte in tavola. Tuttavia, tali opinioni che noi sentiamo lontane dal nostro essere, possono rivelarsi anche una risorsa poiché, grazie ad esse, è possibile che vengano alla luce parti del nostro carattere che non sapevamo di avere, nascoste sotto la sabbia o negate a noi stessi anche davanti all'evidenza.

Veniamo al dunque. Immaginiamo un quadrato in cui l' “io” si pone sull'asse orizzontale, mentre l' “altro” sull'asse verticale.
Così si formano 4 quadranti che caratterizzano quattro aree di conoscenza di se stessi nell'ambito delle nostre relazioni con le altre persone.




Immagine CC0 creative commons modificata con testo.


Ecco cosa significano:

1. Area aperta: è il quadrante più chiaro e autentico di ciò che è noto a se stessi e agli altri. Questo quadrante include tutto ciò che viene comunicato verbalmente e non, e diventa quindi visibile e riconoscibile anche dalle altre persone. Indica il grado in cui permettiamo al mondo di avvicinarsi, ci apriamo e condividiamo le nostre esperienze, pensieri, intenzioni ed emozioni.

2. Area segreta: l'area nascosta è quella parte che noi conosciamo bene, ma è non visibile agli altri per nostra scelta. Questo include tutte le informazioni che la persona tiene per sé e decide, per qualche motivo, di non esprimere. In questo quadrante sono incluse tutte quelle caratteristiche che l'individuo è restio a mostrare al mondo esterno, o che preferisce tenere per se, forse per timidezza, per paura dell'altro, per egocentrismo.

3. Area cieca: in questo quadrante affiorano tutte quelle caratteristiche che non sappiamo di avere ma di cui veniamo a conoscenza grazie a ciò che gli altri ci riferiscono su di noi. Infatti, non potendo controllare tutto, c'è sempre qualcosa di noi che ci sfugge o che resta inconscio e che solo con l'intervento esterno possiamo scoprire.

4. Area ignota: nell'area sconosciuta troviamo tutto ciò che non sappiamo di noi stessi e che neanche gli altri sanno. Potrebbe essere vista come una zona che entrambe le parti trascurano, forse perchè contiene informazioni irrilevanti, oppure come area potenziale di crescita, proprio perchè sconosciuta potrebbe essere terreno fertile su cui lavorare scoprendo cose nuove su di sé.



Teniamo in conto che questi quattro quadranti sono, ovviamente, dinamici, quindi aumentano e diminuiscono in base allo specifico momento in cui ci troviamo, al tipo di relazione in cui siamo o all'ambiente in cui ci stiamo muovendo. Ma allo stesso tempo sono interdipendenti, cioè un cambiamento in una delle aree provoca un cambiamento anche nelle altre aree. Per esempio se riveliamo agli altri cose che ci appartengono, stiamo riducendo l'area nascosta e aumentando l'area libera. L'area libera si espande anche mentre l'altro ci fa sapere come ci vede, riducendo l'area cieca.

E se volete riempire la vostra finestra di Johari avete bisogno di qualcosa di fondamentale: il feedback di coloro che vi circondano sia professionalmente che personalmente. È importante ascoltare e chiedere cosa pensano le persone di noi, con sincerità e senza offendersi. Più informazioni vengono raccolte, meglio è. La situazione migliore si presenta quando l'area libera è più ampia, perchè essa rappresenta una relazione di fiducia e una comunicazione autentica. Pertanto, se vogliamo avere migliori relazioni personali sul lavoro o nella nostra vita personale, vale la pena di riflettere se ciò che mostriamo è coerente con quello che gli altri vedono di noi e viceversa.



Provate a pensare anche alla vostra fiestra:

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bellissimo articolo.....complesso anche nei rapporti con se stessi...mi piacerebbe discuterlo nell'ambito di delitti o di tentativi di delitti, tenendo presente cosa poi e perchè ha fatto desistere il reo....molto interessante brava

grazie @wisher, anch'io sono affascinata da tutti questi argomenti, soprattutto quando offrono strumenti "semplici" di analisi che però possono farci riflettere molto! magari cominciamo con i vicini di casa invece dei killer, che dici? ciao e grazie di essere passato di qua!

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