Nei paradisi naturali dei mari del Sud

In Nuova Caledonia, a Ouvea, isola da sogno con 25 chilometri di sabbia bianchissima.
Nei paradisi naturali dei mari del Sud

L’ultima virata sul turchese intenso della laguna, accolti dalle inconfondibili sagome di un gruppo di mante, ed eccoci sulla pista asfaltata che taglia in due la vegetazione di Ouvea, l’isola cartolina dei Mari del Sud. 25 km di sabbia bianchissima bagnata da una laguna immacolata di 132 kmq che, fa parte, dal 2008, assieme a Grande Terre l’isola principale della Nuova Caledonia, del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

La marea sta scendendo, è il momento ideale per arrampicarsi sulle Falesie di Lékiny, riserva del clan omonimo, che in Felix, ha il guardiano attento e divertito dei pochi turisti che si spingono sulle antiche rocce madreporiche. Una scaletta in legno traballante porta sul camminatoio naturale dalla forma convessa, lunga oltre 300 metri formatasi dall’erosione marina, quando la scogliera era l’antica corona di recife, prima che l’isola si innalzasse allo stato attuale. Nella vicina pass di Mouli, l’acqua assume ogni sfumatura del turchese, ci si sente in un paradiso naturale, specialmente se la si cammina dal ponte che unisce l’isola principale alla piccola isola di Mouli.  Sabbia bianca e acqua cristallina sono la costante di Ouvea, come delle altre Loyalty Island, l’arcipelago situato a 100 km da Grande Terre, formato dalle isole di Ouvea, Lifou, Marè e Tiga,** ** baluardo della cultura e civiltà Kanak www.iles-loyaute.com/fr.

Lifou con i suoi 1150 kmq è la più grande. Il suo interno è un insieme di caverne e foresta lussureggiante che ha preso il posto dell’antica laguna. La costa è una continua alternanza di falesie rocciose e belle spiagge come Pointe Daussy e Luengoni.  L’isola è importante per la produzione di vaniglia, coltivata in modo interamente naturale da piccoli produttori kanak, è possibile visitare le piantagioni, specialmente tra la zona di Jozip e Mu. Il punto più spettacolare sono le alte falesie di roccia porosa di Jokin ricoperte da una esuberante vegetazione, in cui svettano, gli alti pini Araucaria columnaris endemici della Nuova Caledonia. A Maré il contatto con il vivere Kanak è ancora più intenso, specialmente se si decide di soggiornare nelle piccole strutture a conduzione famigliare messe a disposizione dalle tribù. Anche se non fa parte delle Loyalty, non si può tralasciare l’Isola dei Pini, un piccolo gioiello a meno di mezz’ora d’aereo da Noumea la capitale della Nuova Caledonia.  L’isola era una colonia penale francese che ospitava 30000 carcerati fra cui, oltre 7000 insorti della Comune di Parigi e 200 algerini della rivolta in Kabylia. Oggi, è il fiore all’occhiello della Nuova Caledonia, con le sue lunghe spiagge incastonate tra le baie di Kanuméra e Kuto, i simboli totemici dei clan isolani della spiaggia di St.Maurice e la piscina naturale della Baia d’Oro dove, il bianco accecante della sabbia si confonde con l’azzurro dell’acqua e il verde degli alti pini araucaria che, come sentinelle, ne contornano perennemente il perimetro.