Unica luce - Il Barocco della Bürsch a lume di candela

Tipologia Fotografia
Data topica San Giovanni d'Andorno
Note
Sala mostre
Data cronica
7 agosto 2022 - 4 settembre 2022
Unica luce
Unica luce

Tipologia

mostra fotografica

Natura

complessa

Cromatismo

colore

Indicazioni sul soggetto

Durante il periodo barocco (1600-1750) non esistevano sistemi di illuminazione elettrici o di altra natura tecnologica. L’umanità barocca aveva solo le fiamme per affrontare le tenebre. Contro il buio, e non solo quello fisico, ma anche quello metafisico, simbolico, spirituale, un’unica luce. Soltanto candele e torce si opponevano all’oscurità. Punti luminosi che diffondevano tenui chiarori che, più o meno nitidamente, definivano le forme proiettando ombre e riflessi da decenni inediti, paradossalmente a lungo nascosti dalle lampadine. Se fossimo vissuti in quell’epoca gli oggetti barocchi della Bürsch ci sarebbero apparsi così. Il bagliore di un piccolo fuoco li avrebbe contesi al nero profondo della notte mostrandoceli in questo modo. Architetture, dipinti, documenti, libri, manufatti, sculture, tessuti… Eccoli in questa loro versione particolare e suggestiva, trasformante. Il noto diventa nuovo e l’ignoto si svela nella sua essenza più vera. La candela è debole, ma esalta dettagli altrimenti invisibili. Emergono nel chiaroscuro secoli di storia. L’unica luce rende unica la visione di questi testimoni preziosi di un tempo splendido e tragico, fatto d’oro e di sangue, di ragione e di fede, di arte e di scienza. Il Barocco della Bürsch racconta la sua terra e noi lo abbiamo raccontato con cinquanta fotografie. In sintesi estrema e quasi irriverente alla qualità e alla quantità delle tracce. Scrivere con grafia incerta con la luce (digitale) ciò che l’unica luce sa magistralmente dipingere, scolpire, tramandare è una sfida accettata dal Centro di Documentazione dell’Alta Valle Cervo – La Bürsch in una delle tante maniere possibili, con l’umiltà di una candela. La sfida al Barocco di due anni fa, lanciata prima e durante questo nostro ultimo periodo drammatico, che, speriamo, vada rapidamente a concludersi.

Il Centro di Documentazione dell’Alta Valle Cervo – La Bürsch
Fotografie di Danilo Craveia

Descrizione fisica

1) Quittengo, oratorio dei SS. Rocco e Grato. Reliquiari a busto di santo. Autore biellese (?). Prima metà del XVIII sec.
2) Quittengo, oratorio dei SS. Rocco e Grato. Reliquiari a busto di santo. Autore biellese (?). Prima metà del XVIII sec.

3) Quittengo, oratorio dei SS. Rocco e Grato. Reliquiari a busto di santo. Particolare della reliquia del «cilizio» di San Giuseppe da Leonessa. Autore biellese (?). Prima metà del XVIII sec.

4) Quittengo, oratorio dei SS. Rocco e Grato. Reliquiari a busto di santo. Primo piano del reliquiario di San Biagio. Autore biellese (?). Prima metà del XVIII sec.
5) Campiglia Cervo, casa canonica. Dorsi di volumi secenteschi conservati nella biblioteca parrocchiale. Il patrimonio librario, quasi completamente catalogato sul Servizio Bibliotecario Nazionale, consta di circa 2500 volumi stampati tra il XVI e il XX secolo.
6) Campiglia Cervo, chiesa parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe. Gruppo statuario del fonte battesimale: primo piano della Fede. Autore ignoto, 1666.

7) Campiglia Cervo, chiesa parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe. Gruppo statuario del fonte battesimale: primo piano di San Giovanni Battista. Autore ignoto, 1666.

8) Campiglia Cervo, chiesa parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe. Gruppo statuario del fonte battesimale: primo piano della Speranza. Autore ignoto, 1666.
9) Campiglia Cervo, chiesa parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe. Madonna col Bambino. Probabilmente è erronea l’attribuzione a uno scultore Morandi mai esistito. Bernardino Morandi di Piaro procurò la statua, di mano abile ma ignota (milanese?), nel 1720.
10) Campiglia Cervo, chiesa parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe. Particolare di uno di sei candelieri con volute e figure di santi in rilievo alla base. San Bernardo domina il diavolo tenendolo alla catena. Autore ignoto, prima metà del XVIII secolo.

11) Campiglia Cervo, chiesa parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe. Finestrella del campanile della chiesa parrocchiale. La data incisa sulla pietra da mano ignota indica il 1653.

12) Campiglia Cervo, Archivio parrocchiale. Licenza per la stampa del libro Historia, grazie e miracoli dio S. Gio. Battista rilasciata all'autore don Giovanni Battista Furno, parroco di Campiglia Cervo e rettore del Santuario di San Giovanni d'Andorno. Biella, 16 dicembre 1701.
13) Campiglia Cervo, Archivio parrocchiale. Autentica di reliquia (particole d'osso) dei Santi Martiri Vito, Celso, Modesto, Nazario, Adriano, Giusto, Donato, Giustineo, Felicita ed Eufrasia. Rilasciata da Giuseppe Eusanio Aquilano, vescovo di Porfireone. Roma, 29 aprile 1669.
14) Campiglia Cervo, Archivio parrocchiale. Autentica di reliquia (particole d'osso) dei Santi Martiri Magno, Laureato, Illuminata e Teodora. Rilasciata da Giuseppe Eusanio Aquilano, vescovo di Porfireone. Roma, 22 marzo 1680 (lo «zero» dell’anno indicato è dubbio per la macchia sul documento originale).
15) Campiglia Cervo, Archivio parrocchiale. Autentica di reliquia (frammento ligneo) della Santa Croce. Rilasciata da Gaspare Carpineo, vescovo di Sabina. La reliquia fu consegnata a don Antonio Morandi in vece del parroco di Campiglia Cervo. Roma, 15 novembre 1702.
16) Miagliano, chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate. Particolare della balaustra lapidea in «marmo» del Favaro scolpita da Giacomo e Antonio Guglielminotti del Favaro nel 1747.
17) Miagliano, chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate. Particolare della pala secentesca, di mano ignota, raffigurante la Madonna col Bambino e santi. Forse questo volto è quello di Sant’Alessio, "copatrono" di Miagliano.
18) Miagliano, chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate. Il calice di don Ottavio Bertodano, abate della Bessa, del 1601 e il basamento del crocifisso scolpito, con tanto di teschio, dal Serpentiere (?) di Sagliano.
19) Miagliano, chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate. L’Assunta affrescata dal pittore Giovanni Battista Greggio sulla volta della sacrestia nel 1710.

20) Miagliano, chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate. Sant’Antonio Abate affrescato dal pittore Giovanni Battista Greggio sulla volta della sacrestia nel 1710.
21) Andorno Micca, chiesa della Confraternita dei SS. Pietro e Anna. Particolare del coro scolpito da Giuseppe Argentero nel 1711: Maria e Gesù visitano Sant’Anna.

22) Andorno Micca, chiesa della Confraternita dei SS. Pietro e Anna. Una porzione del tabernacolo (1742 ca.) dell’altare di Sant’Anna.
23) Forgnengo, oratorio dei SS. Fabiano e Sebastiano. Ostensorio con grappoli d’uva. Autore ignoto di ambito piemontese, prima metà del XVIII sec.

24) Forgnengo, oratorio dei SS. Fabiano e Sebastiano. Ostensorio con grappoli d’uva, particolare della decorazione. Autore ignoto di ambito piemontese, prima metà del XVIII sec.
25) Forgnengo, oratorio dei SS. Fabiano e Sebastiano. Statue dei santi martiri patroni: Sebastiano. Di mano ignota, ma probabilmente biellese, risalgono alla seconda metà del XVII sec.

26) Forgnengo, oratorio dei SS. Fabiano e Sebastiano. Statue dei santi martiri patroni: papa Fabiano. Di mano ignota, ma probabilmente biellese, risalgono alla seconda metà del XVII sec.
27) Campiglia Cervo, Archivio parrocchiale. Testamento di don Giovanni Battista Furno di Lenta (1626-1706), parroco di Campiglia Cervo e rettore di San Giovanni d’Andorno dal 1654 alla morte. Campiglia Cervo, 15 ottobre 1706.
28) Campiglia Cervo, Archivio parrocchiale. «Notta del speso in far il ponte sopra 'l fiume Servo luogo detto alle Fontane», redatta in Campiglia Cervo dal parroco don Furno l’8 febbraio 1689. Il ponte è quello dell’Asmara, poi ricostruito alla fine dell’Ottocento.
29) Gliondini, oratorio di S. Mauro. Particolare del paliotto d’altare in cuoio di Cordova. Autore ignoto, prima metà del XVIII secolo. S. Mauro abate di Glanfeuil (Loira) appare in abito benedettino, con le insegne abbaziali: pastorale e mitra (sorretta da un angioletto).
30) Gliondini, oratorio di S. Mauro. Ex voto di un devoto gliondinese ai santi Mauro e Giovanni Battista. Mano ignota per un dipinto ingenuo ma espressivo. La grazia ricevuta (guarigione da una malattia) risale al 1743.
31) Gliondini, oratorio di S. Mauro. Reliquiari a busto di vescovo. Di fattura particolare (non ne esistono altri, in Alta Valle Cervo, di questo "stile"), contenevano immaginette sacre stampate in Germania nel XVIII sec. Con tutta probabilità furono scolpiti in quell’epoca.
32) Gliondini, oratorio di S. Mauro. Missale Romanum stampato a Lione dalla Societas Bibliopolarum nel 1660: l’Adorazione dei Magi, opera dell’incisore Whilelm De Haen (attualmente il volume è conservato presso la biblioteca parrocchiale di Campiglia Cervo).
33) Gliondini, oratorio di S. Mauro. Missale Romanum stampato a Venezia da Paolo Baglioni nel 1700: particolare del frontespizio con l’incisione di Suor Isabella Piccini (attualmente il volume è conservato presso la biblioteca parrocchiale di Campiglia Cervo).

34) Sagliano Micca, oratorio del SS.mo Nome di Gesù. Particolare del pulpito: l’Adorazione dei Magi. Opera di Giuseppe Capellaro di Sagliano Micca. Opera del tutto barocca (seppur realizzata nel 1760) e in "stile" Serpentiere.
35) Sagliano Micca, oratorio del SS.mo Nome di Gesù. Particolare del coro dei confratelli (cattedra del priore), opera attribuita a Pietro Antonio Serpentiere e databile alla prima metà del XVIII sec.
36) Sagliano Micca, oratorio del SS.mo Nome di Gesù. La Circoncisione, particolare del quadro realizzato da Giovanni Battista Greggio nel 1727 e collocato dietro l’altare, incorniciato dall’ancona secentesca di Nicolao Serpentiere.
37) Rosazza, chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Giorgio. Particolare del tabernacolo proveniente dall’antica chiesa parrocchiale oggi non più esistente. Opera attribuita a Pietro Antonio Serpentiere di Sagliano Micca (metà XVIII sec.).
38) Rosazza, chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Giorgio. Il porto di Lima nel quadro di Santa Rosa, la prima santa del Nuovo Mondo, patrona del Perù, dell'America Latina, delle Indie e delle Filippine. Proveniente da Genova, autore ignoto, fine XVII sec.
39) Rosazza, chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Giorgio Particolare della pianeta avorio con fiori rosa e blu, manifattura italiana dell’inizio del XVIII secolo.
40) Piedicavallo, chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Acquasantiera a colonna. Scultore ignoto, XVII sec.

41) Piedicavallo, chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Acquasantiera a colonna. Scultore ignoto, prima metà del XVIII sec.

42) Piedicavallo, chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Anime del Purgatorio nella tela attribuita a Pietro Lace di Andorno (fine XVII sec.). Oltre alla Trinità, si riconoscono Santa Lucia e, cavallo, San Giorgio… Oppure si tratta di San Michele senza ali?

43) Piedicavallo, chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Anime del Purgatorio nella tela attribuita a Pietro Lace di Andorno (fine XVII sec.). Oltre alla Trinità, si riconoscono Santa Lucia e, cavallo, San Giorgio… Oppure si tratta di San Michele senza ali?
44) Piedicavallo, chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Particolare del pulpito della seconda metà del XVII sec., probabilmente opera dei Serpentiere di Sagliano. È possibile che provenga dal Santuario di San Giovanni d’Andorno.
45) San Giovanni d’Andorno, chiesa del santuario. Stampa applicata a uno dei confessionali. Rappresenta la «Croix miraculeuse» piantata sui bastioni di Arras nel 1738 in memoria dell’opera del padre missionario François Xavier Duplessis.
46) San Giovanni d’Andorno, rettoria del santuario. Particolare del ritratto, non firmato, del notaio Eusebio Rosazza (1660-1740) verso l’anno 1700.
47) San Giovanni d’Andorno, chiesa del santuario. Facciata della chiesa, conclusa tra il 1605 e il 1606.

48) San Giovanni d’Andorno, chiesa del santuario. Particolare della statua di San Giovanni Battista del 1616, posta nella nicchia sopra il portale.
49) San Giovanni d’Andorno, Sacro Monte – Cappella della Maddalena. Primo piano della statua della santa realizzata all’inizio del XVIII sec.

50) San Giovanni d’Andorno, Sacro Monte – Cappella della Maddalena. Primo piano… della candela, vera protagonista di questa mostra).

 

 

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