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La regalità di Cristo al servizio della libertà, della verità, dell'amore

Il commento al vangelo di don Vito Carpentiere

Dal Vangelo secondo Giovanni: «In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

La festa odierna, che chiude il cammino di questo anno liturgico, nasce storicamente solo il 1925, quando Papa Pio XI, di fronte alle pretese di dominio del mondo da parte di sistemi totalitaristi, intese ribadire che sull'universo intero è Gesù Cristo che regna. Una festa politica dunque che, caduti i totalitarismi, è stata ricentrata e ricompresa: "Non toglie i regni umani, chi dà il regno di Dio". E la liturgia della Parola ci aiuta a ricollocare la regalità di Cristo nel suo più vero e pieno significato. La visione profetica di Daniele ci fa comprendere che chiave di questo regno è un popolo regale con al centro la dimensione del servizio.

Il testo dell'Apocalisse colloca la manifestazione di Cristo nella sua offerta d'amore e nella liberazione dai nostri peccati. Il brano del Vangelo si ferma sull'interrogatorio che Ponzio Pilato dovuto condurre per verificare se questo sedicente re arrivava a compromettere l'impero romano. Le domande incalzano all'inizio, fino ha quando Gesù rivela che la sua dignità regale non proviene dal mondo né segue la logica dei regni umani, basati su schiere armate per difendere e allargare il potere. La sua dignità regale viene dalla sua sovrana libertà. La regalità di Gesù è una manifestazione di come Dio ha pensato e voluto l'umanità per il suo stesso bene. Gesù non si sente dominato perché, profondamente libero, agisce solo per amore. Quale è il momento epifanico (rivelativo) della regalità di Cristo? La passione e la croce. La regalità più bella di Cristo è quella che gli viene dalla sua piena libertà nell'amare e nel donare. E spesso la libertà fa più paura della verità.

Cristo è venuto a testimoniare la verità. Quale verità? Verità su Dio: Dio non è uno che prende dall'uomo, ma sin dalla creazione dona, è puro dono e pur nell'incorrispondenza nostra, ridona pienamente se stesso in Cristo, incondizionatamente! Verità sull'uomo: l'uomo è profondamente e intimamente assetato di Dio e quando non soddisfa questo bisogno profondo si accontenta di surrogati che, a parte la prima impressione apparente, nulla hanno di Dio. E noi che preghiamo "venga il tuo regno" siamo chiamati a testimoniare fondamentalmente è questo: libertà e donazione incondizionata.

Buona domenica!

[don Vito]
  • Vangelo
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