Quegli intrecci tra l’Ente Parco dell’Appennino Lucano e il Comune di Gallicchio foto

Bando pilotato per favorire l’amico-parente? il 15 dicembre comincia il processo di primo grado

Un cittadino per bene sente odore di malaffare nei rapporti tra il Comune di Gallicchio e il dirigente unico del Parco dell’Appennino Lucano e altri personaggi nei dintorni. La questione riguarda un avviso pubblico di selezione per il conferimento di un incarico di supporto tecnico al Responsabile Unico del Procedimento (RUP).  Siamo nell’estate 2015. Il nostro cittadino intuisce che il vincitore di quell’avviso sarà l’ing. Ivan Volini e lo scrive in un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Lagonegro. Alla selezione partecipano 25 candidati tra studi associati, liberi professionisti ingegneri e architetti. Ma il vincitore, a conferma dell’intuizione del nostro cittadino per bene, sarà proprio lui: il potentino Ivan Volini. Eppure a Gallicchio ci sono tanti bravi professionisti che, in questa vicenda, si sono sentiti mortificati.

Chi è Ivan Volini?

Sarebbe il nipote del dirigente unico del Parco dell’Appennino Lucano, Vincenzo Fogliano. Sarebbe o sarebbe stato esponente del Pd cittadino di Potenza e già coordinatore dell’associazione Prima Persona Basilicata di Potenza. Un bel curriculum per vincere un avviso pubblico. In più è anche ingegnere dal 2012. Avrebbe ricevuto, in passato, incarichi dall’Ente Parco.

Come si costruisce un bando ad personam

La Giunta Comunale di Gallicchio con atto n.41 del 18 maggio 2015 decide di propria iniziativa che ha una carenza nell’organico. E’ strano. Perché di norma chi amministra assume questo tipo di decisioni in seguito ad una presa d’atto di una richiesta o di una relazione motivante da parte di figure dirigenziali o del responsabile del personale. Richiesta inesistente. Anche perché, a quanto pare, carenze di organico non esistono. Eppure il Comune chiede al Responsabile di area tecnica di predisporre l’avviso di selezione per il conferimento di un incarico di supporto tecnico al Responsabile Unico del Procedimento. Peccato che non si capisca chi sia il responsabile da supportare e per quale procedimento. Anzi, sembrerebbe chiaro agli inquirenti che non ci fosse alcunché da supportare.

Chi è il responsabile di area tecnica di fresca nomina che predispone l’avviso di selezione? L’ing. Margherita Triunfo, dipendente del Parco dell’Appennino Lucano, assegnata per un periodo transitorio al Comune di Gallicchio in forza di una convenzione stipulata tra i due enti. Margherita Triunfo sarebbe anche la sorella dell’attuale presidente facente funzioni del Parco. Chi è il presidente della Commissione giudicatrice della selezione? Margherita Triunfo. Chi è all’epoca dei fatti il vice sindaco di Gallicchio? Gaetano Montemurro, membro del Consiglio di amministrazione del Parco.

Il mistero del visto contabile

Con la determina del responsabile di area tecnica n.188 del 21 maggio 2015 si approva lo schema di avviso pubblico, viene richiamata la delibera di giunta comunale n.41 del 18 maggio 2015, dove è testualmente scritto: “ Acquisiti i pareri di regolarità tecnica e contabile espressi ai sensi dell’art. 147 bis del d.lgs. n.267/2000 dai responsabili dei servizi interessati, allegati al presente atto per formarne parte integrante e sostanziale…Peccato che, come avrebbero accertato gli inquirenti, il visto di regolarità contabile non esiste. Dunque, c’è o non c’è la copertura finanziaria per l’affidamento dell’incarico all’ing. Volini?

Si tratterebbe di un importo di 90mila euro al netto degli oneri fiscali, di cassa e previdenza, per una presenza presso gli uffici del Comune di due giorni a settimana per due anni. Alla firma della convenzione, però, diventeranno un solo giorno a settimana per due anni, ad importo invariato.

Le indagini e gli indagati

Il dettagliatissimo esposto del nostro cittadino per bene viene consegnato in Procura il 3 giugno del 2015. Il 6 agosto viene pubblicata la graduatoria della selezione. Il vincitore è lui, Ivan Volini, già previsto nell’esposto. A quel punto la Procura vuole vederci chiaro e avvia le indagini. Indagini chiuse nel gennaio 2016 quando partono gli avvisi di garanzia. Il sindaco all’epoca di Gallicchio, Antonio Salerno, il vice sindaco, Gaetano Montemurro e l’ex assessore Bruno Rosario Severino, sono accusati di aver “pilotato” il bando. I tre amministratori insieme ad altre quattro persone sono stati rinviati a giudizio con le accuse di concorso in abuso d’ufficio, falso e turbativa d’asta. Gli altri imputati sono l’ex responsabile dell’area tecnica, Margherita Triunfo, i componenti della commissione giudicatrice, Giuseppe D’Addato e Faustina Musacchio, e l’ingegnere potentino Ivan Volini. Al momento, quindi, sono tutti rinviati a giudizio.  Il processo di primo grado inizierà con l’udienza fissata il 15 dicembre prossimo.

 Che cos’è successo nel frattempo?

Dopo l’arrivo dell’avviso di garanzia a fine gennaio 2016 per tutti gli indagati, il vincitore dell’avviso pubblico non si è più visto a Gallicchio e non ci sono atti pubblicati che spiegano il motivo di tale assenza. La responsabile dell’ufficio tecnico l’ingegnere Margherita Triunfo si è dimessa dall’incarico tra settembre e ottobre 2016. Oggi il comune è ritornato ad avere tre aree di responsabili, come in passato, con una notevole riduzione di costi. Oggi è lo stesso sindaco ad essere Responsabile dell’Area Tecnica.

Con l’avviso di chiusura delle indagini il Comune di Gallicchio è stato riconosciuto parte lesa nel procedimento penale, ma non si è ancora costituito parte civile. Perché? Forse perché è imbarazzante per un sindaco indagato costituirsi parte civile contro se stesso? I cittadini di Gallicchio avrebbero subito un danno, perché l’opposizione non solleva la questione circa l’opportunità che il Comune si costituisca parte civile? C’è troppo silenzio intorno alla vicenda.

Che dire?

Che sia da esempio il nostro cittadino per bene che grazie alla sua denuncia ha scoperchiato uno degli episodi di malaffare che caratterizzano la nostra Regione. Sappiamo che è vivo e vegeto. Orgoglioso della propria onestà e del profondo senso civico che lo ha animato. Egli non è ingegnere, non era interessato all’avviso, ma ha soltanto fatto il suo dovere di cittadino, come tanti altri che abbiamo incontrato sulla nostra strada di giornalisti. Per cambiare le cose non c’è bisogno di chiedere il permesso, basta agire. Lo diciamo soprattutto agli amministratori e ai consiglieri comunali che hanno preferito il silenzio.