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Parola allo psicologo

Le emozioni: come sarebbe il mondo senza di loro come affrontarle se negative

Oggi Massimo Masserini ci porta nel mondo delle emozioni, o meglio ci mostra com sarebbe il mondo senza emozioni. E poi ci insegna a gestire quelle negative dandoci tre consigli su cosa non fare.

di Massimo Masserini, psicologo

Immagina un mondo popolato da individui  senza emozioni che basino le loro decisioni sulla base della sola fredda logica.

Queste forme viventi interagirebbero tra loro per fini pratici e la loro giornata consisterebbe nel svegliarsi, lavorare, pranzare, tornare a casa, passare il loro tempo libero a esercitare il corpo oppure sedute sul divano in silenzio.

Non esisterebbero la musica, il cinema, l’arte, la letteratura, il gioco e lo sport. Queste persone non sorriderebbero, non si abbraccerebbero, non manifesterebbero forme di affetto. Nei loro volti ci sarebbe sempre la solita espressione, ferma e immutabile.

Non esisterebbe la felicità, e nemmeno la speranza, e la parola amore non avrebbe nessun significato.

Questa sarebbe la vita umana senza emozioni.

Le emozioni sono quell’energia interna capace di farci sognare, di amare un’altra persona, di darci la forza per inventare, scoprire, per osare e raggiungere quello che la sola razionalità non avrebbe mai permesso.

Ma le emozioni non sono solo questo.

Avere emozioni significa anche soffrire, piangere la perdita, la sofferenza interna.

Le emozioni possono anche essere forze distruttive come l’odio, la rabbia, la paura, emozioni che portano a fare del male al prossimo, a noi stessi, e che spesso sono alla radice di molti conflitti bellici in giro per il mondo.

Una delle definizioni  più utili si ricava dalla parola in inglese  E-motion con “E” che sta per energia e “motion“  per movimento,  quindi energia in movimento. Quello che provi determina quello che pensi, dici e fai. 

Ogni stato emotivo stimola una serie di comportamenti. 

Nota infatti quali comportamenti e pensieri emergono quando ti senti felice e soddisfatto di te stesso, e confrontali con i comportamenti e i pensieri che tendi ad avere quando stai sperimentando rabbia, tristezza o frustrazione. In caso di reazioni emotive molto intense come rabbia e paura la nostra capacità di ragionare in modo lucido viene pesantemente compromessa. 

Per questo motivo si dovrebbe evitare di prendere decisioni importanti sull’onda di qualche reazione emotiva.

Comportamenti estremi e dalle conseguenze gravi, molti dei quali tristemente resi noti dal telegiornale, scaturiscono da stati di emotività intensa: spesso anche una discussione su argomenti di poco conto può scatenare reazioni emotive capaci di sfociare in tragedia.

Manifestazioni corporee

Le emozioni hanno una componente fisiologica ovvero le famose farfalle nello stomaco, la sensazione di avere un nodo alla gola o di qualcosa che ci comprime il petto.

Tutte queste modificazioni di calore corporeo, battiti cardiaci, sudorazione ecc. vengono sperimentate nel nostro corpo.

Un gruppo di ricercatori finlandesi dell’Università di Tampere e della Aalto University, hanno realizzato una mappa somato-sensoriale delle emozioni.

I ricercatori hanno coinvolto 700 individui tra Svezia, Finlandia e Taiwan ed hanno indotto in loro diversi stati emotivi. La scelta di coinvolgere occidentali e orientali serviva a dimostrare che il codice delle sensazioni corporee legate alle emozioni è universale.

I ricercatori hanno consegnato ai partecipanti delle immagini del corpo umano e chiesto di colorare (usando diversi colori) le parti del corpo che sentivano “accendersi” o “spegnersi” in risposta all’emozione suscitata. È emerso ad esempio che l’ansia e la rabbia si sentono sul petto, l’amore si avverte come calore dalle ginocchia in su e la felicità ci accende completamente come se fossimo la torcia umana.

Tre cose che non devi fare con un’emozione negativa

1) Evitarla –  In genere quando si prova un’emozione spiacevole viene naturale evitare la situazione o la persona\e che la evoca.  Questa strategia non solo tenderà a limitare la propria vita ma nel tempo comporterà un aumento della forza e dell’intensità dello stato emotivo evitato.

2) Opporle resistenza – Un’altra strategia comune è quella di negare l’esperienza emotiva opponendogli resistenza.  Quest’approccio è estremamente controproducente in quanto la resistenza esercita una forza uguale o superiore a quella dell’emozione cui si resiste.  “What you resist persists” dicono infatti gli inglesi.

3) Identificarti con essa – Un altro sbaglio tipico è identificarsi con l’emozione che si sta sperimentando, portando a livello d’identità l’emozione in oggetto. C’è una sottile ma sostanziale differenza nel dirsi “sono arrabbiato/impaurito” dal dirsi “in questo momento sto provando rabbia/paura.” Un’emozione è infatti qualcosa che si prova, non qualcosa che si è.  Il fare questa distinzione ci consente di assumere una prospettiva più distaccata e obiettiva nei confronti dell’emozione attiva.

Conclusione

Le emozioni sono la nostra più grande forza interna, quella che ci separa dalle macchine e che ci permette di sognare, di sperare, di amare. Come tutte le grandi forze però devono essere gestite nel modo più utile. Chi non controlla le proprie emozioni distruttive è infatti da loro controllato, con tutto quello che ne consegue. Per questo motivo sapere come gestirle è la capacità più importante che puoi acquisire in questa vita.

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