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Capitolo secondo

Voliamo in Sri Lanka, per l’amore senza confini di Lisa e Roshan

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle coppie miste volando fino allo Sri Lanka, grazie all'intervista piena d'amore realizzata da Martina, per la sua tesi Unibg, a Roshan e Lisa

Il nostro viaggio per conoscere le coppie miste italiane continua con il secondo capitolo: la tesi di Martina, studentessa Unibg, per raccontare l’amore oltre le differenze, ci porterà a fare il giro del mondo, grazie alle interviste realizzate. Dopo essere stati in Giappone, con la storia di Francesca e Ayumu, adesso voliamo fino allo Sri Lanka, Paese di origine di Roshan, marito di Lisa.

Nel corso della sua intervista, Lisa mi ha raccontato la loro storia, nata nel 1992 alla fermata dell’autobus. Un incontro come un altro, da cui è nata una frequentazione, poi una coppia e alla fine una famiglia. Lisa mi ha parlato della grande famiglia del marito, dei figli, delle gioie e delle difficoltà quotidiane. L’aspetto più interessante secondo me è la normalità che traspare dal suo racconto: una coppia mista non deve necessariamente essere teatro di drammi, colpi di scena e incertezze, come molto forse si aspettano; da una coppia mista può nascere una relazione duratura, all’interno della quale si discute banalmente delle bollette e del rendimento scolastico dei figli. Le diversità culturali restano sullo sfondo e si mostrano nei rapporti con le famiglie o quando i ragazzi iniziano a riflettere sulla loro identità, ma non rappresentano una definizione totalizzante. Incredibile vero? Lisa, Roshan dagli occhi grandi e i ragazzi, come dice lei,“belli per me”, dimostrano che essere una famiglia si può, al di là del colore della pelle.

Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti per strada, nel senso che io frequentavo la scuola per infermiere e lui frequentava un istituto per imparare l’italiano. Usciti dalla scuola il pomeriggio ci si vedeva alla fermata dell’autobus, quindi una cosa proprio così, a colpo di fulmine diciamo. Ci siamo frequentati per qualche tempo come amici e poi è nato l’amore [ride].

Che cosa le è piaciuto di suo marito?
Così di primo acchito l’aspetto fisico. Non ho mai avuto pregiudizi quindi che fosse nero, bianco, giallo, questa cosa non mi è mai interessata. Mi piaceva fisicamente, perché aveva degli occhi grandi… Poi ovviamente attrae l’incognita del Paese diverso, usanze diverse… Il conoscersi, perché è molto diverso quello che puoi frequentare con un ragazzo italiano, esperienze diverse. Questa è stata la prima cosa.
Ero molto giovane, perché avevo 20 anni, anche lui 23, ci siamo frequentati per un paio d’anni, poi siamo andati in vacanza insieme, sono andata al suo Paese e poi… Aspettavo un bambino, il mio primo figlio: ci siamo sposati successivamente e ho avuto il nostro primo bambino a 23 anni e il secondo a 26, quindi molto giovani. Ci siamo sposati nel ’95, è stato molto difficile sposarsi, burocraticamente ci sono molti limiti, perché sai che loro hanno tanti cognomi? Mio marito ha 4 cognomi e 2 nomi, era molto complicato all’epoca fare i documenti, bisognava fare tutto a mano, venivano mandati a mano questi documenti in Sri Lanka per poter fare gli annunci di convocazione per il matrimonio e abbiamo aspettato molti mesi perché sbagliavano prima un cognome, poi l’altro, poi il nome… E alla fine ci siamo sposati nel ’95, a giugno del ’95; quindi diciamo che era un problema all’epoca, adesso no perché ci sono i computer e si riesce a inserire tutti i nomi e i cognomi.

Mi diceva che siete andati in Sri Lanka, siete andati a conoscere la famiglia di suo marito?
Si, nel ’94, ho conosciuto i miei suoceri, le sorelle le conoscevo perché vivevano tutte qui a Milano, quindi ho conosciuto i miei suoceri. Mia suocera parlava l’italiano, quindi con lei non c’è stato l’ostacolo della lingua, aveva vissuto per un po’ di anni in Italia negli anni ’70; con mio suocero non c’era dialogo perché parlava solo il Singalese che è la lingua ufficiale dello Sri Lanka. Penso di essere stata ben accettata perché mi hanno sempre ben voluta, nonostante loro siano molto conservatori sotto questo punto di vista, infatti mio marito è l’unico che ha una moglie europea. E… Per loro credo che sia stata una novità dover affrontare un matrimonio misto, per mio suocero forse un pochino si, però mi ha sempre accettato bene.

I rapporti adesso come sono, siete tornati in Sri Lanka?
Ci siamo tornati più volte, quasi ogni due anni, almeno 7/8 volte ci siamo già stati anche con i nostri figli e… A loro piace molto, io mi trovo bene. Con mia suocera sono sempre andata d’accordo, mio suocero è morto nel 2002. Adesso ci sono mia cognata e sua figlia che vivono lì, le altre cognate vivono qui, un’altra in Australia. Ci sente molto di rado, nel senso che i rapporti si mantengono molto di più con mio marito, loro sono molto più a contatto con mio marito, quindi le notizie le ho da lui più che altro, della famiglia.
Mio marito è cattolico, quindi credo che sia una cosa a mio favore, perché credo che se fosse stato, non so, musulmano, per me sarebbe stato un po’ un ostacolo, invece così è molto più semplice, ma in generale nelle coppie miste, la religione ha il suo peso. E quindi noi ci siamo sposati in Comune per mancanza di denaro, ma i miei figli sono tutti e due battezzati, cresimati, crediamo ovviamente, siamo cattolici entrambi e questo ci ha favorito anche nel rapporto familiare.

Mi dica di più…
Credo che se fosse stato musulmano, piuttosto che induista o buddista sarebbe stato un po’ un ostacolo, per me sì, come scoglio sì. Molte persone lo accettano, io non lo avrei accettato. Abbiamo comunque amici di varie religioni perché in Sri Lanka ci sono questi mix di religioni, ma per un rapporto di coppia secondo me questo influisce, ha il suo peso.

Com’è stato invece il momento in cui l’ha presentato alla sua famiglia?
Da parte della mia famiglia è stato per mio papà difficoltoso accettarlo, perché mia mamma è molto aperta, mio papà essendo più anziano, adesso ha 82 anni, all’epoca era già abbastanza grande e… Aveva una mentalità diversa, quindi lo straniero non lo vedeva bene, è stato difficile, ho dovuto un po’ convincerlo, quando l’ho portato a casa le prime volte era un po’… Insomma, un po’ scontroso, era molto diffidente. Invece adesso si vogliono molto bene, lo cerca, lo chiama, insomma è stato solo il primo momento, perché non sapendo cosa si potesse aspettare da uno straniero, come un po’ tutti forse all’inizio, parliamo degli anni ’90 quindi un po’ di anni fa. E invece i rapporti adesso sono ottimi, con tutta la famiglia. Io ho anche una sorella e un fratello, ci si vede, ci si frequenta e siamo tutti tranquilli, nel senso che non ci sono problemi. Poi mio marito ha abbastanza la mentalità aperta, forse perché è arrivato in Italia che aveva 19 anni, quindi diciamo che è cresciuto in Italia. Si sente italiano, ha anche la cittadinanza e rispetto a molti dello Sri Lanka ha proprio la mentalità aperta, molto più aperto. Altri sono molto più conservatori e lui ha la mentalità più italiana [ride] diciamo così, è palese.

Avete figli?
Abbiamo due figli, di 23 e 19 anni, quindi abbastanza grandicelli [ride] e… Il più grande va all’università, il più giovane fa il quarto anno di liceo. Sono ovviamente di colore misto, mulatti, belli per me [ride].

Com’è cambiata la vostra coppia da quando sono arrivati?
Sicuramente il rapporto, ma questo in generale, non perché siamo uno italiano e l’altro singalese, ma i rapporti tra marito e moglie cambiano quando nascono i figli, perché ci sono varie difficoltà nel crescere dei figli, si hanno magari idee diverse nell’educazione dei figli e quindi ci sono maggiori difficoltà quando nascono i figli. Mio marito è un po’ più rigido nell’educazione, io sono un po’ più aperta, si cerca di compensare. Loro sono italiani ovviamente, hanno la cittadinanza perché sono nati in Italia, si sentono italiani, anche se a volte è difficile per le persone in generale capire che sono italiani: in Italia molti non li vedono come italiani perché ovviamente fisicamente sono diversi, e in Sri Lanka non li vedono come singalesi ma li vedono come italiani [ride] quindi per loro è un po’ una via di mezzo, è difficile nelle coppie miste identificare… Perché loro si sentono italiani, ma… La gente comunque non ti identificano, solo perché sei diverso da un italiano. E anche in Sri Lanka ti identificano come italiano perché sei più chiaro di un singalese. Il secondo figlio la vive bene perché è uno “vivi e lascia vivere”, il primo invece se l’è sempre un po’ presa perché ci sono delle discriminazioni da affrontare nel quotidiano, ti vedono diverso e quindi a volte ti chiedono i documenti se sei in giro, e lui la prende sempre un po’ male, se sei al supermercato spesso lo fermano perché lo controllano… Non la vive benissimo. Nelle coppie miste credo che i figli abbiano sempre un po’ di problemi, non si identificano forse bene o magari sono gli altri che non li lasciano identificare… Si sentono italiani ma per gli italiani non lo sono, è difficile inserirsi in questo senso, non tutti ovviamente, perché hanno i loro amici, però la gente a primo acchito, ti identificano diverso.

Suo marito ha mai vissuto queste stesse difficoltà?
All’inizio mi diceva che negli anni ’90 c’erano pochi stranieri e quindi veniva accolto, era trattato bene. Adesso da una decina d’anni a questa parte con tutti gli arrivi dei profughi, le persone sono cambiate. Adesso identificano gli stranieri con poca tolleranza, prima invece c’era molta più tolleranza perché gli stranieri erano pochi. Li vedono male e quindi anche quelli che sono regolari e lavorano non sono ben visti. Sempre ovviamente senza parlare di tutti, però sicuramente c’è meno tolleranza rispetto agli anni ’90.

Avete vissuto questo anche come coppia?
Non ci ho fatto caso, sinceramente non l’ho mai notato, forse perché per me è normale.

Che cosa vi piace fare insieme?
Questo è una nota molto dolente, nel senso che mio marito non c’è quasi mai a casa, per lavoro, perché anche quando i bambini erano piccoli rientrava sempre tardi, quindi… La domenica poi una sua passione è quella di andare ai mercati, l’artigianato, oggetti usati… Quindi passa la domenica quasi sempre lì. E insieme non abbiamo qualcosa in comune, più che altro stiamo insieme la domenica sera. O si va a fare una passeggiata o si va in giro a fare qualcosa che magari non si riesce a fare durante la settimana, degli acquisiti. Ma… sport non ne facciamo perché io sono pigra, [ride]. Altre cose in comune essenzialmente non ce ne sono in realtà, abbiamo degli interessi diversi: a me piace molto leggere e… Lui non legge, [ride] direi proprio che non legge. Quando eravamo più giovani andavamo molto al cinema, ecco questo ci accomunava, ci piaceva andare al cinema, adesso non lo facciamo quasi più, un po’ perché… Lui non c’è quasi mai, quindi il poco tempo che c’è si resta a casa o si fa qualche passeggiata vicino, ma non si va al cinema.

L’INTERVISTA SEGUE NELLA PAGINA SEGUENTE

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